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LETTERE DI GUERRA CLASSE TERZA C

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LETTERE DI GUERRA

CLASSE TERZA C

IL

GHIACCIO

NEL CUORE

La guerra partigiana d’oltremare

Dalle colline di casa al Montenegro

Presentazione

In questo anno scolastico la classe III C della Scuola Media ci Castel San Giovanni si è proposta di

ricercare nel territorio della Valtidone documenti relativi alla seconda guerra mondiale per ricavarne

informazioni, vicende legate agli avvenimenti storici di quegli anni, stili di vita, mentalità del tempo ed

anche insegnamenti. Sono state rinvenute lettere scritte da un soldato della Valtidone dal 1938, anno in

cui egli svolgeva il servizio militare in Piemonte nella guardia frontiera, all’ 8 Settembre 1943, giorno

dell’armistizio, che lo colse in Montenegro. Da quel momento di lui non si sono più avute notizie. Solo

al termine della guerra soldati che erano riusciti a tornare dal Montenegro in Italia informarono la

famiglia che Luigi, questo era il nome del soldato, era rimasto ferito sul campo di battaglia dopo uno

scontro con l’esercito tedesco.

Dalle lettere si comprende che molti combattimenti avvennero in montagna, dove faceva molto freddo,

ma, sfortunatamente, le divise erano rovinate, quindi era molto facile ammalarsi.

La malattia più diffusa era la malaria, anche a causa delle precarie condizioni igieniche dei luoghi dove

si accampavano i soldati con le loro tende.

Dalla lettura delle lettere emerge, inoltre, che il rapporto tra ufficiali e soldati era confidenziale, anche

perché nei momenti liberi i soldati e gli ufficiali parlavano tra loro, confidandosi ansie e paure.

Essi pensavano molto alla loro famiglia, alla quale mandavano lettere in cui raccontavano la loro vita di

soldati e le loro misere condizioni. Quelle lettere venivano lette e censurate nelle parti in cui erano

svelate posizioni di guerra e raccontate le privazioni che i nostri soldati dovevano subire. Dalle loro

richieste alle famiglie, si comprende, tuttavia, che l’esercito italiano era sprovvisto di tutto, dai

medicinali all’inchiostro, a volte perfino delle munizioni.

Importanti sia per gli ufficiali, sia per i soldati erano i pacchi dono, contenenti soprattutto cibo, che

venivano spediti ai militari dalle loro famiglie.

I ragazzi hanno condotto via internet una ricerca sulla divisione di fanteria Venezia, di cui il soldato

faceva parte, ed hanno potuto ricostruire la vicenda dei soldati italiani in Montenegro. In questo

territorio era dislocato il XIV corpo d’armata composto da quattro divisioni: Emilia, Taurinense,

Venezia e Ferrara: solo quest’ultima, dopo l’armistizio, decise di non opporsi ai Tedeschi, mentre le

altre tre continuarono combattere, subendo gravi perdite. La Venezia ed i resti della Taurinense

parteciparono a diverse operazioni belliche a fianco dell’Esercito popolare di liberazione iugoslavo. Il 2

Dicembre 1943 venne decisa la costituzione di una sola grande unità: la Divisione Italiana Partigiana

Garibaldi che combatté fino al febbraio 1945. I rimpatriati furono 3.800, tutti armati, l’8 Settembre

erano in 20.000. La Divisione Venezia pagò con un pesantissimo contributo di vite umane la fedeltà

all’Italia, conducendo oltremare la propria guerra di Resistenza.

Alla fine della ricerca si è compreso che non solo a Cefalonia l’Esercito italiano ha saputo mostrare

fedeltà alla Patria, combattendo dopo l’8 settembre contro i Tedeschi, ma anche in altri territori occupati

dagli Italiani come in Montenegro dove i nostri soldati, pur in condizioni estremamente difficili ( basti

dire che si cibarono con gli avanzi dell’Esercito di Liberazione jugoslavo), si sono coperti d’onore,

meritando particolari riconoscimenti da Tito.

Si precisa che nelle lettere sono stati lasciati volutamente errori grammaticali ed espressioni dialettali

per fedeltà al testo.

Il 1° novembre 1884 si forma la Brigata "Venezia" per la quale è costituito 1'84° Reggimento

Fanteria.

Con l'ordinamento 1926 prende il nome di 84° Reggimento Fanteria "Venezia" ed è assegnato

alla XIX Brigata di Fanteria.

Dal marzo 1935 al luglio 1936 è in Africa Orientale con la Divisione "Gavinana".

Nel 1939 entra con 1'83° fanteria ed il 19° artiglieria nella Divisione di Fanteria "Venezia" (19A) grande

unità che sarà poi sciolta 1'8 settembre 1943 in Montenegro.

Il reggimento reagisce alla dichiarazione dell'armistizio combattendo contro i tedeschi per tutto il mese

di novembre 1943; dopo lo scioglimento dell'unità i superstiti dell'84° concorrono alla costituzione della

Divisione "Garibaldi" che prosegue la lotta sino al febbraio 1945.

Il 10 luglio 1958 si ricostituisce 1'84° Reggimento Fanteria "Venezia" (CAR), in sostituzione del 7°

Centro Addestramento Reclute.

Sciolto il 31 ottobre 1973 ne continua le funzioni il Battaglione Addestramento Reclute "Venezia"

trasformato poi, il 15 novembre 1975, in 84° Battaglione Fanteria "Venezia" che nella circostanza

diventa erede della Bandiera e delle tradizioni dell'84° reggimento. Nel 1993 l'unità modifica la

denominazione in 84 o Battaglione "Venezia".

CAMPAGNE DI GUERRA: 1911-12 (Libia) 1915-18 (Prima Mondiale) 1935-36 (Africa

Orientale) 1940-43 (Seconda Mondiale) 1943-45 (Liberazione)

RICOMPENSE E ONORIFICENZE: 2 Cav. O.M.I. -2 M.O.V.M. -2 M.A.V.M. -1 M.B.V.M. -1 M.O. di

Benemerenza.

( Dal sito dell’Esercito Italiano)

La Resistenza dei militari italiani in Montenegro

L '8 settembre 1943 in Montenegro era dislocato il XIV corpo d'armata composto da quattro Divisioni:

Emilia, Taurinense, Venezia e Ferrara.

Di queste solo la Ferrara decise di non opporsi ai tedeschi, mentre le altre tre continuarono a combattere

subendo gravi perdite.

L’ Emilia si sacrificò nella difesa di Cattaro, dove ebbe 597 caduti e 963 feriti prima di doversi arrendere

il16 settembre.

La Venezia, comandata dal generale Giovan Battista Oxilia, e i resti della Taurinense entrarono, invece,

a far parte, già dall’ottobre, del II korpus dell 'Epli, I' esercito popolare di liberazione iugoslavo e per tre

mesi parteciparono a diverse operazioni belliche, subendo gravi perdite.

Il 2 dicembre 1943 venne, quindi, decisa la costituzione di una sola grande unità, la divisione italiana

partigiana Garibaldi, divisa in tre brigate, che combatté sino al febbraio 1945. Il suo ciclo operativo in

Iugoslavia si concluse nel marzo di quell'anno, quando i superstiti si imbarcarono a Dubrovnik per

tornare in Italia. I rimpatriati furono 3800, tutti armati; 1'8 settembre erano partiti in 20.000. Di essi 3800

erano rientrati precedentemente per ferite o malattie; 4600 tornarono dalla prigionia; 7200 furono

considerati dispersi; le perdite complessive furono di circa 10.000 uomini.

Le decorazioni militari furono: 13 medaglie d'oro, 88 medaglie d'argento, 1351 medaglie di bronzo, 713

croci di guerra.

Gli Iugoslavi decorarono la I, la II e la III brigata della Garibaldi con l'Ordine per i meriti verso il

popolo, con la Stella d'oro e con l'Ordine della fratellanza ed unità con Corona d' oro. La Garibaldi aveva

meritato, inoltre, due solenni encomi del Comando supremo di Tito.

( Dal sito dell’A.N.P.I.)

I LUOGHI CITATI NELLA VICENDA

Vinadio ( provincia di Cuneo)

Demonte ( provincia di Cuneo)

Firenze

Brindisi

Foggia

Tirana (Albania)

Lago di Ocrida ( confine tra Albania e Macedonia)

Elbasan ( Albania)

Coriza (Albania)

Montenegro

Io, Luigi.

(Valtidone - Montalbo - 1937)

Sono nato a Montalbo di Ziano il 28 maggio 1917, ora sono un giovane di vent’anni in attesa di partire per il servizio militare. Venti di guerra in Europa… incertezze, venti sereni sulle mie colline …certezze.

Quante ne hai viste vecchio castello medioevale che domini il mio paese, ma le storie che vedrai ti resteranno appiccicate addosso per un bel pezzo…storie di guerra civile … storie pesanti come enormi pietre sul cuore dei civili.

La mia famiglia: mamma, papà, due fratelli e tre sorelle; famiglia patriarcale

del primo Novecento…certezza.

La mia casa, la strada che conduce ad essa, le piante e i fiori …

il giardino veniva chiamata in paese, le viti, i ciliegi, i tubi del verderame … certezze … certezze.

La chiesa, dimora di Dio, cupola dorata, ampia navata che accoglie tante

anime la domenica alla messa …. i miei amici, discorsi di giovani, passeggiate lungo strade polverose, corteggiamenti…e i miei disegni… disegni sul terreno, sulla sabbia, sulla polvere, disegni …disegni e certezze, ancora certezze.

Partenza, Piemonte, guardia alla frontiera, addio mio piccolo mondo…tornerò

e sarà per sempre… certezza.

Demonte 24-01-38

Carissimo fratello,

mi scuserai se ho tanto aspettato a scriverti, credo, però, che anche ricevendo questa mia lettera con un

po’ di ritardo ti sarà lo stesso gradita, perché sarai certo curioso di sapere le mie notizie, ma le nuove che

ho da darti sono sempre le solite, cioè che io sto benissimo di salute e questo vuol già dir tanto. Per

quanto riguarda la vita e l’istruzione militare, posso dirti che la fatica è sopportabile, ma che ci si annoia

a volontà, proprio fin sopra le orecchie. Questi sono gli avvenimenti principali che si vedono trascorrere

giorno per giorno, seguono poi gli altri di minore importanza che completano e danno un colore più o

meno bello alle faccende quotidiane. Ora, siccome siamo in inverno, i signori ufficiali non hanno voglia

di farci fare grandi marce, andiamo a fare, invece, un po’ di addestramento sugli sci; nei giorni che

restiamo in caserma facciamo istruzione sulla mitraglia e qualche adunata in cortile per una bella

cantata. Ora, però, tutto questo comincia a stancare ed aspettiamo impazienti che finisca l’inverno, ma è

certo che non saremo ancora contenti, perché aspetteremo agosto che è il mese in cui saremo congedati.

Finisco col mandarti i miei più cari saluti.

G.C.

Demonte 31-10-38

Caro fratello,

Ho ricevuto la tua cara lettera in data 22-10-38. Tu mi dici che mi avevi scritto appena arrivato a

Piacenza, ma quella lettera, disgraziatamente, non l’ho avuta; mi perdonerai se non ho subito risposto a

questa tua ultima lettera, ma ti avranno detto che in questo mese sono stato ancora al campo e ho atteso

di ritornare in caserma per avere più tempo di spiegarti qualche cosa. Ora non sono più a Vinadio, mi

trovo, invece, a Demonte insieme a tutta la mia compagnia, questo posso dire che è un paese un po’ più

domestico, i monti non si elevano così alti come a Vinadio e permettono allo sguardo di ammirare un più

ridente panorama. Qui, fra l’altro, ci sono tanti boschi di castagne e perciò posso fare delle scorpacciate

di ballotte e di bruciate. Ora sulle montagne, dove ero accampato, è venuta una bella nevicata e credo

che le vedrò sempre candide fino a maggio venturo. Il mio amico E. è tornato a casa per finire la sua

licenza e presto spero di poterla avere anch’ io, così potrò fare una gita in bicicletta, per venirti a trovare,

dico una gita, perché nella guardia frontiera le marce di trenta chilometri sembrano passeggiate.

Nell’attesa di rivederti ti mando i più cari ed affettuosi saluti.

G.C.

Caro fratello, 15-12-39

sono già otto giorni che mi trovo a casa con la licenza di un mese, non te l’ ho fatto sapere subito, perché

speravo di venirti a trovare, facendo nello stesso tempo una gita in bicicletta, ma ora il tempo è poco

bello e purtroppo non me lo permette. Siccome bisogna venire in corriera, la mamma ha deciso di venire

prima lei, poi sai già anche tu che per le feste di Natale non manco mai di venirti a trovare; per il primo

dell’anno, poi, verrò io per darti il saluto dell’arrivo e anche quello della partenza, perché in quei giorni

la mia licenza sarà al suo termine. Io sono in buona salute come sono sempre stato del resto anche a

Borgo e a San Salvatore. Qui il tempo è brutto, come ti ho già detto e ci costringe a stare in casa, io

preferirei ci fosse bel tempo e un bel sole per poter andare un po’ in campagna a lavorare, tanto sono

stanco di far niente o meglio sono stanco di fare il mestiere del soldato che ho fatto nei mesi trascorsi e

troverei un grande piacere nel ritornare ai miei vecchi lavori. Nel frattempo ti invio i miei cari saluti e

l’augurio di buone feste Natalizie.

G.C.

Montagne, montagne... solo montagne intorno a me.

Demonte- Cuneo Estate: tratti di neve che resistono al sole, rumore di soldati in marcia, l'eco dei canti che rompe il silenzio tra le alte vette. Inverno: vita di caserma, al chiuso, noia, addestramenti con la mitraglia, rumore di spari nelle orecchie; voglia di tornare a casa, le colline, i vigneti, il vecchio castello, la Chiesa e i miei disegni...certezza di tornare ad agosto in attesa dell'uva matura. 1938, estate, autunno e poi inverno …e poi non torno a casa …niente congedo, venti di guerra più gelidi di quelli che mi hanno fatto compagnia nella mia vita di soldato travolgono l’Europa…travolgeranno anche noi? Incertezza….domande senza risposta… Vinadio, Demonte, Borgo, San Salvatore la mia vita militare continua in questa instabile vigilia di non so che cosa; addestramenti in quota anche nei mesi invernali, vita durissima… la guerra, se verrà, non aggiungerà molto all’asprezza della mia quotidianità…..se non la paura, l’angoscia della condizione bellica.

Paesaggio della valle Stura PRIMO BATTAGLIONE DI COMPLEMENTI. OTTANTAQUATTRESIMO REGGIMENTO FANTERIA. PRIMA COMPAGNIA. FOGGIA. Dicembre 1940, questo è il mio nuovo indirizzo, sì l’Italia è entrata in guerra e io, non lo pensavo davvero prima del mio congedo, ho fatto un lungo viaggio attraverso tutta la penisola per arrivare a Foggia. Da tempo i miei compagni avevano lasciato le montagne della valle di Stura a gruppi, come fanno gli uccelli migratori per poi tornare a primavera, ma voi tornerete? Ci rivedremo un giorno? Incertezza, ancora incertezza…

Così anch’io ho lasciato Demonte, del resto eravamo rimasti solo il mio caporale e io. Ho visto tante città come Firenze con la sua cattedrale (è stato bellissimo poterla vedere insieme a te, fratello mio, che hai fatto un lungo viaggio per potermi riabbracciare) e Brindisi con il suo porto e il suo mare; ho imparato tante cose e appagato la mia curiosità, io che non ero mai uscito dalla mia provincia e che poi, da soldato, ho vissuto per tre lunghi anni tra le montagne. Qui a Foggia la lingua, le usanze e il carattere delle persone sono diversi dai nostri, ma è giusto che ciascuno abbia le proprie caratteristiche e abitudini. Sono addetto alla custodia della fureria e ogni tanto ho un p0’ di tempo libero per coltivare la mia passione: il disegno. I risultati sono mediocri, devo accontentarmi di qualche elogio, perché qui i tifosi dell’arte sono veramente pochi! Non so quale sarà la mia prossima meta, tutti fanno supposizioni, ma nessuno sa veramente dove e quando andremo, incertezza… sempre incertezza…

Biastiglione 28-5-40

Caro fratello,

giorni fa ho ricevuto la tua cara lettera che ho veramente gradito, sono stato pure contento di vedere la

tua fotografia che, a mio giudizio, non poteva riuscire meglio di così. Scuserai se rispondo con un

notevole ritardo, perché mi lascio vincere dalla pigrizia quando si tratta di scrivere due righe. E’ vero

che in questi momenti non ho troppo tempo a mia disposizione, ma pensandoci un po’, vedo che potevo

scrivere quando mi trovavo a Vinadio ed avevo tutte le comodità .

Come già saprai, è più d’un mese che mi trovo a Biastiglione e speravo di avere ancora una volta il

cambio prima di incominciare il campo, ma, siccome gli avvenimenti precipitano, sono venuti a

Biastiglione anche i miei colleghi e così addio cambio.

Fino ad ora qui è regnato l’inverno, ma gli ultimi giorni di questo mese di maggio hanno portato una

nota più primaverile del consueto e la neve comincia a sciogliersi con più notevole rapidità, ma son

sicuro che non se ne andrà tutta per non darmi la noia di ricorrere ai gelati o ai ghiacci artificiali.

Stiamo attraversando un periodo che non è certo dei più lieti sia per noi militari come per ogni altro, ma

speriamo che tutto si risolva in bene e che la Provvidenza ci salvi da una vera burrasca.

Mi è di grande conforto il sentire che mi ricordi nelle tue preghiere, come io mi ricordo di te.

Spero di rivederti a casa.

Ricevi tanti cari saluti.

G.C.

Demonte 20-11-40

Carissimi

nell’ultima mia lettera vi dicevo che molti miei compagni mi lasciavano, ora posso dirvi che anche io

lascio Demonte per recarmi dove non lo so, ma non mi è difficile immaginarlo, per questo non bisogna

allarmarsi, è una di quelle cose che non colgono proprio alla sprovvista, perché si sapeva già che qualche

cambiamento, prima o dopo, doveva esserci. Nella mia squadra ero restato solo con il mio caporale e

quest’ultima spedizione è naturale che m’abbia levato pur io. Scrivo questa lettera, ma non la spedisco

subito, me la preparo, così a suo tempo non avrò altro da fare che imbucarla. Io sto bene, spero di sentire

che così sia anche di voi. Vi darò al più presto il mio indirizzo e, spero, buone nuove, intanto voi potete

fare a meno di scrivere. Ad ogni modo, se vorrete provare, può darsi mi vengano lo stesso recapitate,

ricevete tanti saluti.

G.C.

Demonte 23-11-40

Carissimi

oramai sono pronto per la partenza, c’è con me anche E., partiamo insieme, si dice che siamo diretti a

Firenze. Se passeremo per Castel San Giovanni ve lo farò sapere; ho ricevuto ieri la vostra lettera.

Di nuovo saluti.

G.C.

Foggia 13-12-40

Carissimi,

spero avrete ricevuto le mie cartoline che vi ho spedito da Brindisi, ora mi trovo a Foggia A giorni

arriveremo alla nostra ultima destinazione; il viaggio, credo, si farà per via aerea. Io godo di buona

salute. Non posso per ora mandarvi il mio indirizzo, perché non siamo stabili, ve lo manderò al più

presto, così potrò anch’io avere la vostra corrispondenza.

In questo viaggio attraverso l’Italia ho visto tante cose diverse dal consueto. Ho visitato diverse città e

qualche cosa si impara sempre. A Foggia ho trovato tanti amici sia della vita militare, sia della vita

borghese. Ho trovato quelli che erano andati a Merano, vecchie conoscenze di Demonte. Vorrei dire

ancora tante cose, ma credo non siano tanto importanti, perciò tralascio di scrivere e vi mando tanti e

tanti saluti.

Vostro G.

Foggia 21-12-40

Carissimi,

vi scrivo per informarvi del mio stato di buona salute, sperando che così sia anche per voi, anche se da

un po’ di tempo non ricevo vostre notizie. Io mi trovo come già sapete a Foggia, non più attendato al

campo fiera, ma quasi nel centro della città e posso aggiungere che si sta abbastanza bene. Anche il

tempo, dopo una vera burrasca invernale, si è rimesso al bello e fa ricordare le nostre giornate di

primavera. Immagino che nei giorni scorsi le ondate di gelo e di freddo saranno state dalle nostre parti

più marcate di quelle che da quaggiù ho potuto personalmente costatare. Non posso dirvi se a Foggia

resterò ancora per molto tempo, può arrivare un ordine di partenza da un momento all’altro, in queste

circostanze è impossibile prevedere e darvi informazioni. Io desidererei, però, ricevere vostre notizie, se

le lettere andranno perdute pazienza, si potranno rifare… . Se volete chiarimenti su quello che ora sto

facendo , vi dirò che sono in fureria. Non avrei per ora altro da dirvi e perciò tralascio di scrivere e vi

mando i miei più cari saluti ed un fervido augurio di Buon Natale.

G.C.

( Primo battaglione di Complementi. Ottantaquattresimo Reggimento Fanteria . Prima Compagnia .

Foggia)

Foggia 22-12-40

Caro fratello,

come ho promesso, ecco che vengo a darti mie particolari notizie. Dalle lettere inviate in famiglia avrai

già appreso quali sono le mie notizie. Io come al solito sto abbastanza bene anche se questi trasferimenti

non rendono la vita troppo comoda, ma ormai sono abituato e non ne soffro. Qua a Foggia giorni fa

faceva un freddo accanito, cosa che gli abitanti di questa terra hanno sentito rare volte, per questo

abbiamo lasciato le tende e ci siamo accantonati, ma ora il freddo è passato, in questi posti, è naturale,

non può durare. Mi piacerebbe passare ancora una giornata insieme , potremo dirci tante cose, ma per

far questo dovremmo essere sicuri di poterci trovare, come abbiamo fatto a Firenze. Se dovesse capitare

qualcosa di urgente , mandate un telegramma, perché per ora è ancora permesso, per ragioni speciali,

ottenere un permesso. Finisco con mandarti tanti saluti. Buon Natale.

Tuo fratello G.C.

Foggia 26-12-40

Carissimi,

sono ancora Foggia e al presente non ho da darvi buone notizie. Non so se a Foggia resterò ancora molti

giorni, ma a me sembra molto probabile che resteremo ancora per molto tempo. Ho ricevuto il vostro

vaglia e la lettera e aspetto di giorno in giorno nuove notizie. Spero avrete passato un buon Natale e vi

faccio i più vivi auguri di buona fine e principio d’anno.

Invio infiniti saluti ed auguri.

G.C.

Foggia 30-12-40

Carissimi,

ho ricevuto ieri la lettera di A. come ho pure ricevuto quella di R. due giorni fa. Sento con piacere le

vostre buone notizie che mi rallegrano tanto. Ho sentito che il 3 del prossimo mese lasceremo Foggia,

ma può darsi che tutto questo non sia esatto, quando si è nell’incertezza sulla definizione di una cosa

tutti finiscono con l’inventare. Vuol dire che, se dovessi partire, vi manderò con premura il mio indirizzo

e mie notizie, intanto voi scrivete lo stesso, a proposito ora non ho bisogno di nulla e non dovete

preoccuparvi per mandarmi danari. Riguardo agli indumenti di lana, son provvisto abbastanza e

guarderò di fare gli ultimi acquisti che ritengo necessari, intanto che sono nel posto giusto, del resto non

sono proprio nuovo ai rigori del freddo e del gelo e non potrei che aumentare l’esperienza. A Foggia è

arrivato un tenente richiamato, un fiorentino, che dice di aver conosciuto molti cittadini di Castel San

Giovanni.

Ora, dato che ho un po’ di tempo a mia disposizione, mi sono messo a coltivare la mia passione per il

disegno, i successi, però, sono ancora mediocri. Il fatto è che sono molto rari i vorrei dire tifosi dell’arte

e bisogna accontentarsi di qualche elogio. Questa sera sono di giornata io, cioè son rimasto in custodia

della fureria per lasciare uscire il mio compagno, facciamo i turni, così una sera a me, una sera a lui

tocca di andare in città. Qui con me c’è anche l’ufficiale di giornata ed anche lui è assorto nel disbrigo

della corrispondenza.

Ricevete tanti saluti ed auguri.

Vostro G.C.

Foggia 2-1-41

CaroV.,

ho ricevuti giorni fa la tua lettera ed ora vengo a mia volta con questa mia per darti particolari nuove.

Avrai già appreso dalle lettere inviate alla famiglia quali sono le mie notizie ad ogni modo credo

riceverai molto volentieri qualche scritto riservato a te solo.

Come sai mi trovo a Foggia e forse resterò qui ancora qualche tempo, non posso, però, precisare i giorni,

se volessi far questo entrerei in un dettaglio che non è appunto compito mio, bisogna dunque

accontentarsi di venire a conoscenza di ogni avvenimento giorno per giorno. Non pensavo davvero che

prima del mio congedo dovessi intraprendere una così lunga gita attraverso l’Italia e probabilmente

anche fuori da questa, ma fino ad ora non me ne lamento e, in un certo modo, ne sono soddisfatto. Ho

visitato parecchie città fra le quali Firenze, città delle belle arti. Per meritarsi questo titolo basta la sola

cattedrale, chiesa di Santa Maria Bel Fiore. Sono stato, poi, a Brindisi e là ho potuto ammirare il porto e

s’intende anche il mare.

Ora sono a Foggia, città che non ha doti eccezionali, però qualche cosa di nuovo e di curioso si trova

sempre, ad esempio si può notare che le usanze, la lingua ed il carattere delle persone sono diversi dai

nostri, ma è giusto che ognuno segua le sue usanze. Questa corsa di città in città mi ha portato a

conoscenza di tante cose a me nuove ed in parte è stata appagata anche la mia curiosità di vedere

qualcosa di bello, curiosità che ha avuto due risultati, quello di farmi trovare meno duri e noiosi questi

spostamenti, che per noi soldati non sono troppo comodi, e farmi davvero apprendere quello che

desideravo.

Spero di ritornare in un giorno non molto lontano alla nostra casa ed allora potrò raccontarti tante cose

che ora non potrei dire e mi sembrerà allora più bello quanto ho visto. In queste circostanze non si può

apprezzare le cose come meritano.

Scusa se ho scritto poco bene e se ho fatto tante cancellature, si capisce che oggi non sono troppo portato

alla letteratura, cosa che qualche volta potrà capitare anche a te, non è vero? Spero capirai lo stesso

quello che voglio dire.

Con la certezza che serberai per me un ricordo specialmente nelle tue preghiere, ti invio tanti saluti e

buone cose.

Tuo G.

Foggia 06-01-41

Carissimi,

ho ricevuto oggi la lettera scrittami da R., sono soddisfatto nel sentire vostre buone notizie. Sento anche

che nutrite qualche speranza che io possa fare una scappata a casa con un breve permesso, ma vi dico

subito che è meglio che non ci pensiate per ora, questo potrebbe solo avvenire se fosse richiesto da

circostanze tutt’altro che liete e che perciò non desidero affatto. Se tutto stesse nei limiti del mio

possibile, vi accontenterei senza esitazioni, ma, siccome non mi è permesso arrivare a tanto, bisogna

avere un po’ di pazienza. Non sono ancora sicuro di quando dovrà avvenire questa partenza, ad ogni

modo io sto sempre volentieri dove mi mandano e di conseguenza sto bene anche a Foggia. A quest’ora

avrete ricevuto anche l’altra mia lettera e non vi lagnerete che vi lascio senza mie notizie. Ora voglio

esprimervi il mio giudizio, anche se non si accorda all’opinione, diciamo generale, e quindi potrei anche

sbagliare: io credo di restare a Foggia ancora un bel po’ di giorni, se così non fosse stata la mia

intenzione, non vi avrei espresso il desiderio che mi inviaste un pacco, è un gesto un po’ da bambino,

ma, cose volete, un simile regalo mi farebbe dimenticare un poco la distanza che ci separa e gustare

qualche cosa di nostro. Per ora non ho più nulla da dire e perciò finisco questa lettera con porgervi

infiniti saluti.

G.C.

Foggia 9-1-41

Carissimi,

sono spiacente di dover partire così all’improvviso e di dover rinunziare, perché ormai sarà difficile che

arrivi, al pacco che mi avete inviato.

Partirò domattina e questa volta credo anch’io che si farà sul serio, però non sono ancora in volo e fino a

quando non sarò per aria non sarò persuaso.

Siccome a Foggia si sta abbastanza bene, non vorrei sentire che bisogna partire, ma ad ogni modo anche

alla nuova sede mi abituerò presto, quando si è abituati non si sente la differenza.

Non mi resta che salutarvi.

G.C.

Il 10 gennaio 1941 sono partito per l’Albania, qui è cominciata una nuova vita di soldato e questa è stata ben peggiore di quella precedente. Sono arrivato a Tirana con l’aereo, una novità per me e confesso di aver provato un po’ di paura per le cattive condizione del tempo e per la vista del mare in burrasca. Emozioni nuove…pensieri cupi…cosa mi aspetterà? La risposta giunge dopo poco…rumori di mitragliatrici, di cannoni, di granate…urla e lamenti…chilometri e chilometri a piedi…uomini stanchi…tensione, paura e nervosismo…epidemie e quarantene…lettere lette in fretta al lume della busta che brucia…un modo per tenersi legati alla vita vera, quella di casa…casa, quanto mi manca…sognare di essere in famiglia, di tornare ai vecchi lavori o magari a un nuovo mestiere imparato proprio qui …imparare a guidare, a fare il radio-telegrafista e poi…e poi…sogni, sogni per non lasciarsi prendere dal nervosismo, da una forma di tristezza profonda che non ti abbandona mai. Non voglio interrompere la vostra lettura delle mie lettere, perché ogni parola sarebbe di troppo, leggete, però, tra le righe: io non ho potuto scrivere tutto ciò che volevo, perché le lettere dei soldati venivano aperte per censura.

Ho scritto una poesia

Ho scritto una poesia perché avevo vent’anni

ed ero felice.

Ho scritto una poesia perché ho amato la mia Patria

e le ho sacrificato i miei anni più belli.

Ho scritto una poesia perché ho fatto il soldato

senza voler essere un soldato.

Ho scritto una poesia perché in Montenegro

ho scelto la lotta partigiana.

Ho scritto una poesia ma dove sono ora?

Nel cuore di chi mi ascolterà.

Non avete mai scritto una poesia? Chiedetevi perché.

Tirana 11-1-41

Carissimi,

ecco che dalla mia sede in Albania vi mando le mie prime notizie. Sono partito ieri mattina a bordo di un

aereo da Foggia e sono arrivato a Tirana dopo un volo di circa due ore. Il volo è stato un po’

impressionante a causa del tempo non troppo buono e della vista del mare in burrasca, ma ,nonostante

tutto ciò, il volo si è concluso ottimamente. Tirana non l’ho ancora visitata, ma non deve essere una città

con doti eccezionali da quello che ho potuto vedere dall’alto, ma con questo non voglio dire che non sia

bella, dovrò prima vederla per giudicarla. A Tirana non resteremo molto tempo, ma l’indirizzo sarà

sempre quello che unirò a questa mia presente. Le mie condizioni fisiche sono ottime ed anche il viaggio

di ieri non mi ha causato il minimo malore, sebbene sia la prima volta che provo simili, diciamo pure,

emozioni.

Tanti cari saluti.

G.C.

Indirizzo:

Ottantaquattresimo Reggimento – Primo battaglione Complementi – Prima Compagnia.

Posta militare n.99- Albania

Tirana 12-1-41

Carissimi,

parto oggi da Tirana per recarmi nei posti avanzati. Sto bene e spero che così possa dire anche in

seguito.

Ricevete tanti cari saluti.

G.C.

12-1-41

Carissimi,

ho appena ricevuto il vostro pacco e con molto piacere ho trovato che non erano tutti indumenti, ma

anche qualcosa di buono e in questi momenti è quello che ci vuole. Riguardo agli indumenti servono

anche loro, ma non si può muoversi con la casa addosso, ne ho già tanti ed alla fine dovrò versarli (

come già si sa).Il freddo su queste alture si fa sentire, ma non ha niente a che fare con San Salvatore.

Guardate se potete mandarmi qualche giornale.

Saluti.

G.C.

15-1-41

Carissimi,

sono già un paio di giorni che non mando mie notizie e quindi vengo a voi con questo breve scritto per

informarvi della mia ottima salute, mi mantengo, poi, anche tra i disagi, del mio caratteristico buon

umore. Ho lasciato Tirana domenica 10 c. m. ed ora mi trovo in una località che non saprei davvero

precisare. Aspetto con impazienza vostre notizie, in questi posti non si può pretendere la puntualità,

quindi bisogna pazientare.

Termino con l’inviarvi affettuosi saluti.

G.C.

19-1-41

Carissimi,

da quando sono arrivato in Albania non ho ancora ricevuto vostre notizie che, spero, arriveranno presto,

così sarò anch’io più tranquillo. Io sto sempre bene, sebbene i disagi siano aumentati. Non ho la

comodità di scrivervi a lungo, ma credo che queste poche righe basteranno per rassicurarvi. In Albania il

tempo è pessimo, sempre acquazzoni torrenziali e tempeste. Il freddo, però, non è eccezionale.

Cari saluti.

G. C.

19-1-41

Caro fratello,

ho appena spedito una cartolina ed ecco che mi arriva una tua lettera in data 12 corrente mese. Quando

mi hai scritto mi trovavo già a Tirana, meglio ancora ero in procinto di partire da essa. La posta arriva

con un po’ più di ritardo, ma in seguito prenderà un corso più regolare. Il nostro battaglione per ora non

è ancora entrato in azione. Il tempo è sempre burrascoso: pioggia, neve, grandine. I fiumi sono sempre

torbidi e l’acqua prende un colore rossiccio come il terreno. Il freddo non si fa tanto sentire e la neve non

dura molto.

Saluti.

G.C.

22-1-41

Carissimi,

non ho ancora avuto risposta dalle lettere scritte dall’ Albania. Io sto discretamente bene e per ora non

desidero nulla, dunque non datevi pensiero per mandarmi qualcosa.

Saluti affettuosi.

G.C.

31\1\41

Carissimi,

oggi attendevo qualche vostro scritto e invece ho ricevuto il pacco che mi avete spedito fin da quando mi

trovavo a Foggia. Ne sono stato contento. I dolci erano in buono stato e hanno completato quest‘ oggi il

nostro pranzo.

Anche i miei superiori hanno assaggiato il dolce, rimanendone soddisfatti, peccato fosse poco. L’uva è

andata a finire male, il viaggio, si capisce, non le è riuscito troppo comodo. C’era pure il salame e questo

sarà per l’occasione molto buono. Io godo sempre di buona salute, così spero sarà anche di voi. Per ora

non ho bisogno di nulla; anche per ripararmi dal freddo, non credo di aver bisogno di indumenti, costì il

clima è molto mite e non so se cambiando posto troverò tutto mutato, ma ci approssimiamo alla buona

stagione, dunque non ci vogliono preoccupazioni.

Vi mando, unita alla lettera, la dichiarazione che io sono trattenuto alle armi dal 24 novembre del 1939,

io ho fatto quello che ho potuto ad ogni modo potete provare ad inviare questa dichiarazione all’ufficio

sussidio di Piacenza. In tutti i modi rendete noto l’esito e caso mai non fosse in regola, guarderò di

farmela fare diversamente. Forse presto dovrò staccarmi dai miei superiori che dovranno raggiungere

altre compagnie del Reggimento. Sempre ricordandovi, vi invio tanti cari e affettuosi saluti.

P.S: Anche questa lettera ve la spedisco senza francobollo; se questo dovesse essere causa di ritardo,

mandatemeli voi,basterà un francobollo per lettera, così potrò dare subito la risposta, ma se va bene

anche senza essere affrancata, lasciate pure che ve la spedisca così.

Vi mando cari saluti.

G.C.

11-02-’41

Carissimi,

ora ho cambiato indirizzo, ma le vostre lettere mi arrivano per il momento anche con l’indirizzo vecchio.

E. è ora in un'altra compagnia, ma potremmo trovarci di frequente lo stesso. Io sono sempre di buon

umore anche in mezzo ai disagi e ho il presentimento che presto finiranno, come presto ci arriverà la

vittoria contro i Greci.

Saluti.

G.C.

15-02-‘41

Carissimi,

ieri ho ricevuto una lettera da R. Come avrete già capito da una settimana, mi trovo vicinissimo al fronte,

ma per questo non dovete allarmarvi. Io sono convinto che al momento opportuno sistemeremo ogni

cosa in breve tempo, come già facemmo nel fronte occidentale. Avrei piacere, se fosse possibile, avere una carta, anche su piccola scala, dell’Albania e della Grecia così saprei orientarmi presto in qualsiasi

posto nuovo.

Saluti.

G.C.

24-2-41

Carissima sorella,

oggi, se non sbaglio, dovrebbe essere il lunedì di carnevale, forse voi non sarete a casa per fare un po’ di

festa, comprendo che anche voi non avrete nessuna voglia di fare baldoria, ma io non intendo dire

questo, vorrei soltanto alludere a quella buona armonia che infonde nell’animo una festa trascorsa in

famiglia. Oggi mi sono messo a scrivere per stare un po’ in conversazione con voi, l’unico mezzo di cui,

per ora, possiamo disporre per stare uniti e raccontarci qualche cosa. Incomincerò con il dirvi che oggi è

stata una giornata discreta, cosa volete, il tempo è tutt’altro che bello, il fango quasi quasi ci copre anche

gli occhi, ma ormai non sono più i primi giorni di linea ed incomincio ad abituarmi tanto che non me ne

accorgo di tutti questi disagi, si cerca alla meglio di sistemarsi e poi si vive tranquilli, sono ormai tre

anni che son soldato e ho avuto il tempo di temprarmi a tutto e con questa gita in Albania non faccio che

accrescere tutte le esperienze già fatte. Ieri sera ho fatto una visita a tutti i compagni che stanno in linea;

sono andato di notte, perché, come saprete, non si può passare sotto il naso di quei signori greci alla luce

del giorno. Anche lì sono passato e mi domando se pensavo sì o no a loro. Qui siamo abbastanza sicuri, i

Greci fanno un gran fracasso con bombe che sbagliano spesso il bersaglio, da che sono qua nessuno è

deceduto e nessuno è rimasto anche lievemente ferito. Pochi giorni fa mi sentivo poco bene a causa

dell’acquaccia che, costretti dalla sete, non sempre si riesce a non bere, ora però sto bene, l’appetito è

tornato formidabile e con questo le forze che erano alquanto diminuite. Il mio tenente, al quale dovevo

fare da attendente , non è ancora ritornato dall’Italia, ma dicono che presto dovrà tornare. Io mantengo

sempre la mia calma e questa è veramente indispensabile, in questa situazione si direbbe che la calma ed

il sangue freddo sono cose che guidano le azioni e permettono di sfruttare le occasioni di salvezza.

Giacché ho visto che i pacchi arrivano, potrete mandarne ancora, basta che contengano cose che servono

all’appetito ed altre piccole cose come inchiostro, fiammiferi, lacci per scarpe, candele; ci sarebbero

altre cosette che al momento sarebbero utili, ma ora non ricordo, ad ogni modo il fante in qualche modo

rimedia a tutto. Potrei scrivere ancora tanto, ma mi sembra di aver già raccontato qualche cosa ( a

proposito, dalla partenza dall’Italia avevo cominciato a tenere il diario e sarebbe stata una cosa ideale

poterlo continuare, ma da un po’ di giorni ho smesso, perché non potevo continuarlo, ad ogni modo mi

ricorderò lo stesso le fasi più interessanti ed al mio ritorno potrò raccontare tante cose.).

Finisco con l’inviarvi tanti e tanti saluti.

G.C.

27-2-41

Caro A,

oggi ho ricevuto le vostre lettere che, però, erano indirizzate alla nona compagnia di cui io non faccio

parte, tuttavia le lettere arrivano lo stesso, anche se con una decina di giorni di ritardo, perciò, quando

rispondo ad una lettera, metto sempre la data di quella che mi è giunta per non confonderci. Le lettere di

stamattina mi sono state portate da E. che, sebbene non sia più nella mia compagnia, vedo molte volte; è

sempre al nono battaglione che è spesso unito al mio. Pochi giorni or sono siete stati per un po’senza

mie notizie e questo è accaduto a causa della partenza improvvisa; ho dovuto per servizi speciali recarmi

ad Elbasan, una città di provincia , poi ho dovuto raggiungere da solo il mio reparto. In questo tragitto

sono passati un po’ di giorni. Tu dirai: “ Potevi scrivere meglio se ti sei trovato in città!” . Non potrai

certo immaginare che città siano queste, sebbene capoluogo di provincia non cambierei Elbasan con il

nostro Montalbo. Il mio tenente, che faceva parte della prima compagnia complementi, mi aveva preso

con sé alla dodicesima, ma subito è partito per l’Italia per esami. Ora è tornato ed è stato assegnato alla

compagnia comando del terzo battaglione, così presto andrò con lui e cambierò di nuovo l’indirizzo. Ti

sembrerà un po’curioso che debba fare l’attendente, mestiere che non ho mai fatto, eppure lo faccio

volentieri, perché il mio tenente è un bravissimo ufficiale e mi tratta più da fratello che da suo servitore.

Mi dice che l’Italia non gli è mai parsa così bella come questa volta ed io gli credo. Bisogna provare a

stare lontani per sentirne subito la nostalgia : il suo clima, le sue stagioni regolari, mentre qui ora nevica

, poi c’è il sole, poi infuria una tempesta , poi freddo e fango in quantità. Sono molto frequenti in

Albania le sorgenti d’acqua che, però, non è buona da bere e le cosiddette, nel nostro dialetto, “lubi”

(frane). Non vorrei essere noioso, però, se credete, potrete mandare ancora qualche pacco contenente

qualcosa da mangiare, sai qui non si può acquistare niente e non si può accontentare nessun capriccio,

ma ancora un po’ di pazienza ed Iddio ci farà la grazia di far finire tutto presto e bene ed allora in

famiglia mangeremo una grossa polenta, cosa che a nominarla mi fa venire l’acquolina in bocca. Non

dimenticate le candele, servirebbe anche una pila di quelle piccole, tascabili, ma basta ci sia qualche

cosa per vederci almeno quando c’è la possibilità di avere un po’ di lume.

Ricordate, poi, cerini, lacci, polvere antiparassitaria , citrato in una scatola tascabile, una bottiglietta di

liquore, cioccolata, inchiostro, buste ( ho la carta, ma mi mancano le buste), una matitina copiativa e mi

pare di avere detto tutto. Non mandate indumenti, perché non saprei cosa farne, piuttosto mandate pezze

di lana per i piedi, quelle, quando non servono più, le butto via. Avrei tanto piacere di saper qualcosa di

quello che succede nel mondo ( dico nel mondo, perché qui siamo abbastanza isolati) , per questo vedi

se puoi mandami qualche giornale . I lavori ora come vanno? Certo non avrete tempo di divertirvi, ma

non preoccupatevi troppo, se tutto andrà bene come dovrebbe andare metteremo a posto ogni cosa , per

questo io non ci penso troppo, perché ora mi sembrano cose abbastanza secondarie. Ora finisco, perché

ho già scritto troppo, spero che riceverai questa lettera, così avrai notizie speciali. Ho scritto anche a R.,

così nel caso non dovesse arrivare la lettera non resterete senza mie notizie.

Nell’attesa di rivederti, ti mando tanti cari saluti a te ed a famiglia.

Tuo fratello G

2-3-1941

Gentile signora,

sono rientrato da qualche giorno dall’Italia, dove sono stato in breve licenza e nel riprendere alle mie

dipendenze il vostro figliolo, sento che vi farebbe piacere un mio scritto. E’ un desiderio

giustificabilissimo e non esito ad esaudirlo, anche perché non è solo vostro, ma anche mio piacere.

Il vostro figliolo è mio attendente solo da pochi giorni, ma lo conosco da tre mesi, durante i quali ho

potuto apprezzare le sue buone qualità. E’ un bravo ragazzo e sono molto contento di lui. State

tranquilla, Signora, che il vostro G. è in ottime mani. Questa può sembrare immodestia , ma è la verità.

Egli avrà in me, non solo il superiore, ma anche e soprattutto l’amico da cui non può attendersi che bene.

Questo dico, perché sono certo di poterlo mantenere. Scusatemi se scrivo a matita, ma qui si manca di

ogni comodità; sono certo che gradirete lo stesso queste poche parole.

Gradite, cara Signora, i miei più cordiali saluti.

Tenente S.F.

Cara mamma, giacché il mio tenente non ha chiuso la lettera, scrivo anch’io due parole. Io, come al

solito, mi trovo bene ed ora che son tornato alle dipendenze del mio tenente ancora meglio. Non è

necessario che ti parli delle sue buone qualità, perché subito lo comprenderai dalle sue parole. Ieri ho

ricevuto tre delle vostre lettere. Vi raccomando di rispondere al mio tenente, perché lui è stato sollecito

nello scrivervi.

Affettuosi saluti.

G.C.

5-3-41

Carissime sorelle,

nella vostra lettera scritta il giorno di carnevale, proprio come la mia che vi ho inviato e che spero

riceverete presto, mi domandate tante cose ed in gran parte sarete soddisfatte se riceverete tale lettera.

Ad ogni modo scrivo di nuovo, perché so che siete curiose o meglio ansiose di avere notizie in più

minuti particolari. Oggi piove e bisogna così rinunciare a quel poco di sole che si godeva nei quattro

giorni scorsi, dico quattro di vero bel tempo e se dovessi sommare tutte le giornate belle trascorse in

tutto il tempo che ritrovo in Albania non ne risulterebbe una cifra di gran lunga superiore. Dunque, come

vi dicevo, piove e stamattina mi sono alzato per andare alla mensa a prendere il caffè per i due tenenti, il

mio ed un altro che dormono nella medesima tenda e così i due attendenti dormono in una seconda tenda

vicino a loro, anche questo è un privilegio; in due in una casetta piccola si sta meglio che in dieci in una

più grande, non si sente più gridare i compagni quando si entra o perché si fa sgocciolare il telo o perché

si sporcano le coperte con le zampe che, in questa melma, non si può tenere pulite. Non voglio dire che

ora stiamo bene come in un salotto, ma insomma c’è più ordine; il mio compagno è uno che è già stato

sotto la tenda insieme a me a San Salvatore e quindi c’è doppia ragione d’andare d’accordo, perché sia

l’uno che l’altro siamo già abituati per bene a vivere in simili case e sappiamo sistemarle alla meglio.

Ritorno un passo indietro per ricominciare il discorso interrotto, dunque, andando a prendere il caffè, mi

chiamarono alla dodicesima vecchia compagnia dove ho trovato tre delle vostre lettere e così, giacché il

tempo è propizio, con i piedi sotto le coperte, mi metto ascrivere, anche ora si sente un po’ di

“cecchinaggio”- ta- pum- ta- pum, cose, però, che non fanno nessuna impressione, ormai si sa che i greci

sono quasi innocui, così noi li consideriamo, mentre loro crederanno di farci paura con le loro trovate

come sparare con un fucile oltre i mille metri ed i loro metodi pappagalleschi : si spara un colpo

d’artiglieria ed ecco che il loro mortaio risponde, il colpo vada a finire dove vuole, basta far fracasso.

L’altro ieri hanno sottoposto questa zona ad un vivace bombardamento, ma, ringraziando Dio, hanno

colpito ad una distanza discreta dai nostri rifugi, forse sarà anche perché sotto questa cresta non possono

colpirci. I nostri, però, non hanno fatto da pappagalli come loro ed il giorno dopo è cominciata anche per

loro la grandine e li abbiamo visti fuggire dalle loro postazioni. Il bello, come dice il nostro duce, verrà

poi e speriamo che sia veramente bello. Fra noi il morale è altissimo e crediamo che ogni italiano, anche

se non veste il grigio verde, sia fermo nella sua fede, se così non fosse sarebbe un vile ed il suo

comportamento sarebbe d’inciampo a quello che stiamo conquistando colle armi, quello che ci viene

negato dagli ingordi nemici. Non datevi troppo pensiero, perché io sono in buona posizione, anche se

molto vicino al nemico: per confermare questa mia idea, vi basti sapere che in quindici giorni di linea il

mio battaglione non ha lamentato nessun ferito sia pure anche leggermente. Spero che riceverete questo

mio scritto per rispondere un po’ alle vostre domande. Se vi son giunte tutte le mie lettere ne saprete già

un bel po’, ma con tutti questi ritardi non si sa se vi sono arrivate sì o no . I pacchi mi farebbero molto

comodo, ho già detto le cose che mi sono utili, aggiungerò un coltello tascabile un po’ robusto, uno l’ho

perduto proprio in questi giorni, se fossi sicuro mi arrivassero sempre ne farei mandare uno ogni

quindici giorni, ma non so poi se questo andrà bene , qui non si ha che quello che passa il governo e si

soffre di qualche capriccio . Volete sapere quali sono i miei reparti, sappiate che la mia divisione è la

Venezia di cui avrete sentito parlare, portiamo, come insegna, il leone alato sul petto; l’armata a cui

appartengo è la nona, così sentendo alla radio il bollettino potrete sapere se anch’io ho preso parte a

qualche azione. Il papà mi ha mandato due cartine geografiche che mi sono care, anche se mancano di

molti particolari, vuol dire che potrete mandarmene una più chiara.

Ricevete tanti saluti e baci da vostro fratello.

G.C.

.

7-03-41

Carissimi,

ho saputo che A. è stato richiamato in guerra. Sento che mi avete spedito un pacco contenente qualche

medicinale che vi avevo chiesto, ora, però, sto bene, ma qualche medicinale tornerà utile. Vi ho già detto

in parecchi scritti quali oggetti mi sarebbero utili, non ho bisogno di nessun indumento né di lana né di

altro, almeno per ora, quando ne avrò bisogno non farò a meno di segnalarvelo. Se andrò a riposo, vi

scriverò e potrete inviare pacchi colla certezza che li riceverò presto. Vi scrissi ieri più a lungo di

risposta alla vostra lettera, questa di stamattina mi è giunta abbastanza presto.

Saluti.

G.C.

7-3-41

Caro V.,

come saprai mi trovo in linea da quindici giorni; la vita che quindi si conduce costì è vita di guerra: Non

bisogna, però, farsi troppe nere idee su questo fatto, la vita di fronte al nemico è tutt’altro che comoda,

ma con questo non voglio dire che si sia soggetti molto più degli altri che si trovano nelle retrolinee al

pericolo, molte volte, essendo a contatto con il nemico, si studiano le mosse e si previene l’offesa, cosa

che quelli più lontani non possono fare.

Speriamo, però, che questi disagi abbiano presto fine e siano coronati da una fulgida vittoria, per arrivare

a questo faremo del nostro meglio e so che tutti voi ci seguite con il pensiero ed implorate su noi che

combattiamo l’aiuto divino che è sopra ogni cosa importante. Sento da una lettera arrivatami ieri che A.

doveva presentarsi al distretto, spero faccia ritorno a casa, altrimenti sarebbe per noi un affare magro: a

casa non resterebbe che il papà che alla sua età non potrebbe certo far fronte a tutte le esigenze che

richiede il nostro podere, ad ogni modo, purché si torni sani e salvi, a tutto si rimedia.

Ti giungano tanti cari saluti.

G.C.

8-3-41

Caro papà,

ho ricevuto in questi giorni la tua lettera unita a quella di A., sono lieto di sentire le vostre buone notizie.

Anch’io in questi giorni ho scritto parecchio, perché so che specialmente in questi momenti desiderate

aver spesso mie notizie, anche in avanti cercherò di non lasciarvi senza mie notizie e sfrutterò come ora

ogni mia possibilità. Ieri il mio tenente scrisse alla mamma com’era mio desiderio ed è disposto a

scrivere ancora, se lo desiderate.

Io mi trovo bene e quando è così molte cose diventano secondarie. Ora avrete lavori in grande quantità,

ma fate solo il possibile, in tempi migliori recupereremo e rimedieremo quello che si è dovuto

tralasciare.

Cari saluti

G.C.

15-03-41

Carissimi,

ho ricevuto la lettera di papà e ho saputo che A. ha fatto la sola scappata a casa con un permesso di

ventiquattro ore, prima di iniziare di nuovo la vita da soldato. Il tempo qui si mantiene ancora fresco, ma

sembra avviarsi verso il bello, dopo tanto tempo. Il pacco non mi è ancora giunto, appena mi arriverà, ve

lo renderò noto .

Vi giungono cari saluti.

G.C.

19-03-41

Caro Attilio,

ho ricevuto le tue lettere ed ora so che presti servizio all’ospedale militare di Piacenza, sarebbe una bella

cosa se tu potessi stare lì.

Io sto bene, le mie nuove sono sempre pressappoco uguali, speriamo che tutto finisca presto e di trovarci

un bel giorno a raccontarci le nostre avventure.

Saluti.

G.C.

19-03-41

Carissimi,

in questi giorni ho ricevuto parecchie delle vostre lettere di data recente fra le quali c’erano quelle che

hanno portato un po’ in ritardo, ma anche quelle sono servite a fornirmi in modo particolare tutte le

notizie. Ne ho ricevuta una scritta da A. e dal papà dal quale ho saputo che è arrivata la lettera del mio

tenente. Ne ho ricevuta un di R. con l’indirizzo 12° compagnia, altre due della sua alunna ho già

dichiarato di averle ricevute con una cartolina scritta poco tempo fa. Il suo espresso non lo ho ancora

visto. Ne ho ricevute due anche da A., risponderò anche a lei al più presto, speriamo debba rimanere

vicino a casa. Questa volta non ho risposto precisamente a tutte le vostre lettere, ma, cosa volete,sempre

non si può avere il tempo di scrivere a lungo e poi certe spiegazioni anche per voi non sarebbero più

tranquillizzanti, è meglio sapere solo il necessario, cioè che sto abbastanza bene di salute, che non sono

eccessivamente esposto al pericolo e che presto si spera di finir tutto per ritornare poi alla nostra casa.

Le altre notizie sono quasi sempre le solite. Oggi ho ricevuto il pacco che mi avete spedito il 28 del mese

scorso, ho trovato cose che mi torneranno utili e credo che mi serviranno per molto tempo. C’era pure il

cioccolato che serve alla perfezione per fare qualche merenda. Ieri l’altro vi ho spedito un vaglia di 500

£ pagabili allo Ufficio Postale di Trevozzo, credo che per papà sia più comodo andarlo a ritirare a

Trevozzo che a Vicobarone; appena sarà giunto, me lo farete sapere. Nel pacco mancava una cosa,

l’inchiostro e anche i fiammiferi, ma forse queste cose saranno nell’ultimo pacco che arriverà presto,

spero, come questo. Fra alcuni giorni la famiglia si rimetterà un poco e le notizie le avrete così tutti

insieme, abbiate come già dicevo un po’ di pazienza se scrivo brevemente, ma poiché le lettere

arriveranno regolarmente credo vi basterà.

Ricevete tanti saluti affettuosi dal vostro G.

22-3-41

Cara R.,

in questi giorni ho ricevuto tante delle tue lettere e credo che mi siano arrivate tutte per quante ne hai

scritte, soltanto l’espresso non posso assicurare di avere ricevuto a meno che non sia arrivato per primo

ed io non ho fatto caso se era o meno un espresso.

Tu potresti pensare che, per fare un simile sbaglio, bisognerebbe essere ciechi, ma, siccome la posta

arriva sempre di sera e si legge alla meglio con qualche piccolo lume , magari servendosi della busta, si

possono fare anche questi sbagli. Non ho notizie particolari, il tempo sembra si sia abbastanza rimesso,

fa un po’ fresco, ma è secco e non dà tanto disturbo. Siamo ormai vicino all’avverarsi degli avvenimenti

strepitosi che, come dice il duce, verranno con la primavera e quindi aspettiamo qualche cosa a questo

proposito, perché in primavera ci siamo. Speriamo che le cose finiscano al più presto ed in nostro favore.

Per ora non mi necessita nulla e quando avrò bisogno qualcosa non mancherò di farvelo sapere.

Aggiungo un piccolo regalo. Due sigarette che, per combinazione, portano la marca uguale allo stemma

della mia Divisione, credo che gradirete questo mio dono, sebbene insignificante, ma io non ho altra

abbondanza e non posso fare regali che di questo genere. Vorrei fare al mio tenente una proposta: se

avremo la fortuna di tornare entrambi sani e salvi in Italia, potremo trovarci insieme alcuni giorni, ma

non più da militari s’intende. Vorrei invitarlo a venirmi a trovare a casa nostra, dove potrei ospitarlo per

ripagarlo delle cortesie usate verso di me che, considerando le circostanze, non sono prive di valore.

Parecchie volte non ha esitato a dividere con me la sua bistecca e la sua pastasciutta ed io, per essere

sincero e per non fare torti allo stomaco, non oppongo nessun rifiuto. Scusa se scrivo sempre peggio,

ma qui bisogna abituarsi svelti, perché ogni tanto bisogna scappare nei rifugi in quanto le schegge delle

bombe ci vengono ogni tanto a trovare.

Affettuosi saluti.

G.C.

23-3-41

Caro Attilio,

ho ricevuto in questi giorni tre delle tue lettere , finora io non ti ho scritto che una cartolina, perché non

avevo grandi notizie, cosa vuoi è sempre la solita storia. Ora il tempo si è rimesso al bello e da questo

lato è naturale che si stia un po’ meglio. Io sono sempre alla Compagnia Comando col mio tenente ed

andiamo sempre d’accordo, si vede che ci siamo sempre trovati. Se hai la fortuna di rimanere a

Piacenza, potrai fare qualche scappata a casa, cosa che non farà mai male ed avrai la possibilità di avere

mie notizie, però scriverò anche a te personalmente, non dubitare. Ti voglio mandare due sigarette, so

che per te non hanno nessuna importanza questi regali, ma siccome io non ho altro che questo, credo

l’accetterai lo stesso con piacere come una cosa di tuo desiderio. Guarda che portano lo stemma della

mia divisione e meritano rispetto.

Ti giungano tanti saluti.

G.C.

24-3-41

Carissimi,

ho ricevuto ieri sera la lettera di V. unita a quella di R.. Ho saputo,così, che la famiglia per poche ore è

rimasta quasi completa, credo che ce ne fosse bisogno. Vi ho scritto anche ieri sera più a lungo, quindi

rispondo ora più brevemente. Sento che tre del nostro paese sono stati feriti, spero sia cosa da poco. G.

non mi ha risposto, si capisce che gli sembrerà anche troppo scrivere a casa sua.

Ho salutato per voi il mio tenente che contraccambia.

Tanti cari saluti

G.C.

28-03-41

Caro fratello,

ti ho già mandato una cartolina ed una lettera, spero che le avrai ricevute. Io sto bene, ma sono rimasto

senza inchiostro. Il mio tenente è assente, perché è andato all’ospedale per la febbre reumatica, spero,

però, che presto guarisca, così saremo ancora insieme. Anche E. è ritornato qui e ci vediamo di

frequente.

Saluti affettuosi da tuo fratello e saluti ai paesani che sono lì con te.

G.C.

28-03-41

Carissimi,

ieri sera aspettavo qualche vostra lettera e invece me ne è giunta una da A. alla quale ho risposto or ora

e, dacché sono all’opera, mando anche a voi due righe.

Io mi trovo in buona salute, ora non ho più il solito servizio, essendo il mio tenente all’ospedale, soffriva

di febbre, forse reumatica, sarà presto guarito e ci ritroveremo insieme.

Il pacco mi arriverà forse questa sera, ho sentito anche che qui ce ne sono tanti. Ho sentito anche che ora

alla posta non accettano pacchi, se sarà così, resterò senza inchiostro, cosa che avrei tanto bisogno.

Non mi resta altro e finisco con l’inviarvi tanti saluti.

G.C.

31-3-41

Caro papà,

ho ricevuto oggi la tua lettera in data 26 di questo mese, sono contento delle buone nuove che la lettera

mi ha portato. Aspetto mi arrivi ancora il secondo pacco, ma so che ormai è vicino e presto me lo

faranno recapitare. Spero potrete farne qualche altro per farmi avere cosette indispensabili di cui mi

ritrovo sprovvisto, inchiostro specialmente. Le mie nuove son sempre le solite. Il mio tenente non è

ancora tornato; in questi giorni ho rivisto spesse volte il nostro compaesano E. che è ritornato quassù.

Tanti saluti

G.C.

4-4-41

Carissima R.,

ho ricevuto la tua lettera in data 26-3-41. Sono contento di ricevere spesso tue notizie che mi soddisfano

alquanto . Mi dici che mi avevi spedito due giorni prima una letterina, quella non mi è ancora pervenuta,

ma forse arriverà questa sera , alcune lettere hanno un po’di ritardo. Giorni fa ho scritto alla tua scolara ,

spero riceverà la mia lettera.

In questi giorni c’è stato qualcosa di diverso dal solito, si sentono dire tante cose e spero che molte di

queste siano vere. Il pacco spedito il 10 marzo non mi è ancora arrivato e si fa un poco desiderare. Mi

pare che ora non si possono più fare, mi dispiace, perché servono sempre tante cose e questo è un buon

mezzo per poterle avere. Ad ogni modo, se farete ancora pacchi, mettete la polvere per l’acqua ed altre

cose che già sapete, magari anche una scatola di latte condensato; non mi servono indumenti, ora fa

caldo e, credi, meno roba si porta meglio è. Queste cosette fragili mettetele, se possibile, in una cassetta

di latta, così mi servirà per mettere carta ecc…., che non sia, però, tanto voluminosa.

Questa sera attendo ancora vostre notizie, intanto porterai mie nuove a casa dove scriverò appena avrò

ricevuto le loro lettere.

Giungano a te i miei più cari saluti ed un bacio.

G.C.

18-4-41

Trovandomi ora nella possibilità di scrivere e non avendo qua il mio zaino, strappo questo foglio dal

libro del mio diario che per una seconda volta ho dovuto tralasciare e mi arrangio a scrivervi così le mie

nuove. Avrete certo ricevuto la mia cartolina in data 8 c.m. e vi prego di fare quello che vi ho detto, ho

scritto ancora una cartolina il giorno 16 c.m. . Nel tempo trascorso tra l’una e l’altra cartolina non vi ho

dato altre nuove notizie, il perché lo potete immaginare. Il 7 è stato un giorno degno di ricordo e dopo di

questo gli avvenimenti sono precipitati. L’ultimo attacco nemico, quasi disperato, non ha fruttato a loro

che miseri successi e non rimaneva loro che ritirarsi e così hanno fatto. Noi li abbiamo inseguiti giorno e

notte senza tregua e senza riposo, quando si tratta di queste cose a dormire non bisogna pensare, diventa

una cosa secondaria ed io mi sono abituato un bel po’ a fare senza. Il mio tenente è ritornato a tempo di

fare questa passeggiata, era ancora sofferente, ma questa marcia l’ha guarito completamente. Ora sono

passato all’undicesima compagnia insieme a lui. Sembra che tutto debba finire presto, speriamo in bene

e per la fine del mese di avere quella desiderata notizia. Intanto ringraziamo Iddio che fin qui ci ha

assistito. Avrete sentito anche dal giornale tutte queste cose e le saprete forse come me, quindi non mi

dilungo troppo.

Ricevete tanti cari saluti.

G.C.

24-4-41

Carissimi,

ho ricevuto ieri una lettera di R. ed una di A., ambedue in data 15 c.m.. Vi scrissi giorni fa e vi dissi che

ero passato con il mio tenente all’undicesima compagnia, ora siamo tornati di nuovo alla comando,

quindi il mio indirizzo è immutato. Ieri sera abbiamo avuto la notizia della resa di due armate greche,

vale a dire il quasi totale ammutinamento di tale esercito. Come vi dicevo, dopo i primi giorni di questa

avanzata, la nostra divisione è stata oltrepassata da altre più fresche ed abbiamo avuto così un po’ di

riposo. Abbiamo passato per primi Coriza e ridonato all’Albania tutto il territorio perduto l’autunno

scorso. Ora credo non ci sarà più bisogno di noi, perché la guerra è ormai finita; noi stiamo aspettando,

invece, un’altra cosa: che la Venezia abbia il premio di ritornare con le prime divisioni in patria. Aspetto

questa sera qualche vostra lettera , per sentire se avete ricevuto tutti i miei scritti e se avete soddisfatto i

miei desideri. Il pacco con il coltello non mi è ancora arrivato, ma spero arrivi presto. E. sta bene anche

lui, ora però siamo un po’ distaccati. Il mio compagno di Vicobarone è disperso, è stato fatto prigioniero

in quella famosa notte del 7 c.m.. Se i suoi chiedessero qualcosa, questo è quello che io posso dire.

Nell’attesa di un prossimo ritorno, ti invio tanti cari saluti.

G.C.

27-4-41

Carissimi,

ho ricevuto in questi giorni la lettera scritta in data 17 c.m. e, quasi contemporaneamente,

i due pacchi, quello che avete spedito il 29 marzo e quello raccomandato contenente la scatola di latte,

questo ultimo è arrivato davvero presto. Queste cose mi servono molto, figuratevi che un barattolo di

marmellata come quello che mi avete inviato, per acquistarlo dagli Albanesi, ci vogliono una decina di

Lek pari a lire12,50. Come saprete ora siamo in pace e stiamo riposando da tutta quella serie di giornate

grigie. Come si prevedeva, la primavera ha davvero portato il bello ed in pochi giorni la Grecia è stata

sistemata, anche se ha avuto negli ultimi momenti l’aiuto della Jugoslavia. Nel giornale avrete letto

l’avanzata delle truppe verso Coriza, in testa a queste c’era la Venezia . Avrete sentito più volte parlare

del lago d’Ocrida che era a noi vicinissimo e copriva il nostro fianco sinistro, separandoci dalla

Jugoslavia. L’offensiva scatenata dai Greci mirava, forse, a scacciarci oltre il lago per congiungersi coi

loro amici, ma, anche se di molto superiori di numero, il loro sforzo non è valso a nulla. Aspettiamo con

ansia notizie sempre migliori, in modo che tutto abbia presto a finire. Nel pacco ho trovato tutto quello

che mi avete mandato: coltello, sapone, inchiostro, ecc… I dolci, per la seconda volta, ho dovuto

mangiarli con il cucchiaio, perché erano ridotti in polvere, tuttavia mi ha fatto lo stesso il piacere

assaggiare qualche cosa fatto dalle vostre mani, ma per questa specie di viaggio i dolci non sono i generi

più adatti.

Finisco con l’inviarvi tanti saluti affettuosi.

Baci G.

2-5-41

Carissima R.,

ecco che dopo tanto tempo vengo a darti mie particolari nuove. In questi giorni avrai sentito che i nostri

sogni si sono in parte avverati e non può essere lontano il giorno che vengano del tutto soddisfatti. Non

voglio descriverti tutti i particolari degli avvenimenti che nel giro di pochi giorni hanno donato a noi la

completa vittoria sui Greci e sui loro amici, perché ne saprai già abbastanza per mezzo della radio e della

stampa. Mi limito a dirti che la mia Divisione ha avuto in questi eventi la sua parte ed ho visto il suo

nome più volte sui pochi giornali che mi sono capitati tra le mani. Dovrei scrivere alla tua scolara, ma

non so il perché non sono più capace di mettermi con un po’ di pazienza a scrivere , ho la testa un po’

vuota e, se mi metto a scrivere, subito mi prende la stanchezza e non son capace di metterci un po’

d’attenzione, cosa che prima non mi accadeva così facilmente. Di notte, mentre dormo, continuo la mia

vita di guerra: bombe che scoppiano da tutte le parti, sbalzi, assalti ecc…, cose che nel vero tempo della

guerra non mi capitavano mai e questo che cos’è? E’ la forza dell’abitudine, ogni cosa deve svanire poco

a poco. Io sto bene, ora faccio una vita abbastanza quieta e ristoratrice dopo le fatiche subite .

Speriamo di vederci presto e cioè che il mio ritorno sia prossimo.

G.C.

6\5\41

Carissimi,

oggi, dopo vari giorni di attesa, ho ricevuto vostre nuove, mi sono giunte unite quattro lettere di A, una

di V. e una di R. in data 21-22-23 del mese scorso.

Anche le mie lettere avranno subito in questi tempi un po’ di ritardo, ma spero che ora vi siano giunte.

Le mie nuove per ora non portano nulla di speciale, vi scriverò subito se mi capiterà di cambiare

posizione, ad ogni modo l’indirizzo è sempre valevole. Io sto abbastanza bene, anche il mio tenente gode

buona salute e vi manda i suoi saluti. Ho saputo che i vostri contadini sono tutti richiamati e che siete

rimasti quasi privi di aiuti, ma ancora un po’ di pazienza e ci sarà il tempo di rimediare anche a questo.

G.C.

10-05-41

Carissimi,

anche oggi aspettavo vostre notizie invece è arrivata pochissima posta e in quella poca non c’era nulla

per me. Vi scrissi parecchie volte e spero che vi siano arrivate. I pacchi sono giunti tutti ve l’ho già detto

anche nell’ultima lettera, ma ve lo ripeto a volte che le lettere precedenti non vi giungano. Novità da

dirvi non ne ho, così vi saluto affettuosamente.

Saluti .

G.C.

12-05-41

Carissimi,

forse sapete già che con il mese di Giugno sono aperte le licenze agricole e allora papà deve andare al

sindacato, spiegargli bene il nostro caso e fargli fare per me la domanda in regola come l’anno scorso, la

domanda l’invierete poi a me.

Sarà bene far presente con codesta domanda il quantitativo di ettari di terreno e che verrebbe a mancare

l’indispensabile cura, essendo i due coltivatori diretti sotto le armi.

Saluti a presto.

G.

16-05-41

Caro A.,

vengo con questo breve scritto per informarti del mio stato di ottima salute. Ho scritto a casa per la

licenza agricola, non so se ci sarà anche per noi che ci troviamo fuori patria, ad ogni modo dovremo

informarci.

Ricevi tanti saluti affettuosi.

G.

16-05-41

Carissimi,

ancora non ho ricevuto vostre nuove notizie, la posta questa volta ritarda. Ho scritto una cartolina con la

quale vi avvisavo che le licenze agricole saranno aperte con il primo del mese. Possiamo informarci se

possono usufruire di detta licenza anche coloro che sono tuttora in terre oltremare, se le informazioni

sono favorevoli, mandatemi presto anche la domanda indirizzandola a me personalmente.

Cari saluti.

G.

21-05-41

Carissimi,

non ho nulla di particolare da dirvi, sono sempre al solito posto e i preparativi per un eventuale

trasferimento sono sospesi per il momento. La mia salute è piuttosto buona, noto qualche dolore alle

gambe, residuo di reumatismo, ma il medico mi assicura che non ho nulla.

Saluti.

G.

2-6-41

Caro A.,

ho ricevuto la tua lettera. Credo che questa mia non ti troverà più a Piacenza , perché la licenza sarà

pronta fin d’ora.

Sapevo già che per noi d’Albania non c’erano disposizioni, ad ogni modo è ancora presto per perdere le

speranze. Giungano a te tanti saluti

G.C.

11-06-41

Carissimi,

io sto bene, sono sempre al solito posto e sembra che rimarremo qui parecchio tempo. Aspettiamo la

visita di sua altezza reale il principe ereditario e quindi stiamo preparandoci per riceverlo come si deve.

Saluti.

G.C.

15-06-41

Carissimi,

io sto abbastanza bene e quei dolori che ogni tanto si fanno sentire, non sono allarmanti, sono cose

passeggere che tutti sentono.

Le licenze sono aperte anche in Albania, ma solo per motivi speciali.

Saluti .

G.C.

24-6-41

Carissimi,

ho ricevuto giorno or sono due vostre lettere, ho atteso un poco a scrivere, perché avevo scritto una

cartolina il giorno prima e volevo prima ricevere il pacchetto che mi avete detto di aver spedito, ma

siccome finora non mi giunto nulla, scrivo per non lasciar passare molto tempo. Le mie nuove sono,

come vi ho già detto tante volte, sempre buone ed anche ora non vi sono variazioni. Ieri abbiamo

appreso dalla radio l’entrata in guerra da parte nostra e dei nostri alleati contro la Russia ; la notizia non

ci ha eccessivamente sorpresi né turbati e speriamo che sia questo il passo decisivo che porrà fine a tutti

i disaccordi europei. Per ora sono sempre al solito posto e sembra che vi rimarremo per parecchio tempo.

A. avrà finito ora la sua licenza, non mi è possibile, però, dargli il cambio nel lavoro e fare io qualche

cosa, ma pazienza l’estate è ancora lunga e chissà che non ci sia qualcosa anche per me. Io non saprei

cosa dire ancora e perciò finisco col salutarvi di vero cuore.

G.C.

4\7\41 Caro A.,

oggi stesso mi è pervenuta la tua lettera che mi ha reso contento per le buone notizie che portava;

anch’io al pari di te ho buone notizie da darti, godo di buona salute ed al resto si rimedia sempre.

Vorresti sapere dove mi trovo e se ho incontrato qualche altro del nostro paese, per dirti la verità non

saprei dirti con precisione dove sono. F. potrà dirti, se è stato da queste parti, dove si trova il mio

Reggimento. G. è abbastanza lontano da me, se davvero si trova verso Valona, io credo di essere dalla

parte opposta, cioè molto vicino alla Jugoslavia.

Ieri ho riempito un modulo per vaglia che sabato i miei signori Ufficiali penseranno a spedire, essendo

questo il giorno fissato per umili compiti; per ora vi mando 240 Lek pari a 300 lire italiane, qui non

servono, poiché non c’è nulla da comprare, quello che ho in più lo mando a voi e sono sicuro che mi

renderanno un maggiore profitto.

L‘ho mandato all’ufficio postale di Trevozzo con l’indirizzo di papà.

G.C.

7-07-41

Carissimi,

in questo frattempo ho ricevuto la lettera di R. e subito dopo è arrivato anche Enzo; ho avuto il pacco e

la lettera che in esso era inclusa.

Ho avuto dal compagno notizie in quantità, che ho trovato piacevoli (qualcuna poi aveva la parte di

buffo).

Io sto sempre bene, non c’è in vista nessun cambiamento e con questo dico tutte le mie novità.

Saluti.

G.C.

31\7\41

Carissimi,

da un po’ di giorni non prendevo più la penna per darvi le mie notizie a causa dello spostamento che si è

effettuato in questi giorni.

Nella mia ultima cartolina scritta dall’Albania vi dicevo che sarei presto partito e, se questa mia arriverà

con un po’ di ritardo, saprete già anche le conseguenze di codesta irregolarità della corrispondenza.

Ora, come già saprete, mi trovo in territorio della vecchia Jugoslavia e precisamente nel Montenegro,

come vedete ho già fatto un passo verso casa e infatti credo che le comodità per intraprendere un viaggio

siano di molto migliorate. I posti e i costumi assomigliano molto a quelli nostri e si nota un gran

cambiamento dall’Albania, finora, però, ho visto poco. Finito il viaggio, sono andato a finire fra rocce

dove mi trovo tuttora.

Sarebbe una buona cosa se mi mandaste ora qualche francobollo, perché la posta non affrancata mi pare

non abbia corso. Io sto bene, non prendetevi preoccupazioni se sentite delle chiacchiere: non dicono mai

il vero.

Termino col salutarvi affettuosamente.

G. C.

Montenegro 18-8-41

Carissimi,

il giorno 15 c.m. ho ricevuto una lettera di A. in data 10 c.m. ed un’altra non troppo recente, cioè del 22

del mese scorso. Per dire la verità, le vostre lettere cominciano a farsi attendere un po’ troppo e per

evitare questi ritardi sarà bene spedire le lettere esclusivamente per via aerea. E’ già quasi un mese che

mi trovo in questo nuovo paese e quando mi arrivano le vostre lettere vedo che ancora non sapete nulla

di quanto vi ho già scritto. Qualcuno dei miei scritti forse non vi è giunto, per ovvie ragioni, ma oso

sperare che non tutte le lettere abbiano fatto la stessa fine. A. nella sua lettera mi diceva che era stato in

licenza ed aveva dato il suo utile contributo ai lavori di trebbiatura, mi parlava poi della promettente e

prossima raccolta dell’uva e degli incoraggianti prezzi dei primi mercati.

Fra l’altro mi confidava che la speranza di trovarsi a casa per il prossimo raccolto è piuttosto scarsa, ma

che spera molto in un mio ritorno; questo, a mio parere, è un grosso sbaglio, perché nel mio caso le cose

sono molto diverse ed i nuovi impieghi scaturiscono con molta facilità ( tra di noi andiamo fantasticando

quale sarà il prossimo compito che ci aspetterà). Qualcuno che vuol vedere molto, ma molto in là osa

citare qualche località, ad ogni modo, anche se la prossima meta dovesse essere l’Italia, credo che,

nonostante i pregiudizi, nessuno sarebbe scontento. Io sto bene e spero che così sia anche di voi. So che

E. è rientrato al reparto, però non l’ho ancora visto e forse non potrò vederlo molto presto, perché la mia

compagnia si è appostata non troppo vicino alla sua. Come vi ho già detto, il Montenegro è un bel paese,

ma per ora mi accontento di ammirare dall’alto i paesaggi, noi siamo sempre ospiti delle montagne.

Salutandovi caramente,

vostro G.

4-9-41

Carissimi,

durante il viaggio non vi ho più scritto, perché non ne avevo la possibilità. Abbiamo fatto una marcetta

di oltre 150 chilometri, abbastanza divertente, ma all’ultimo ci ha preso una grande pioggia che ci ha

accompagnato da mattino a sera. La vita ora è più varia, ma la troverei più interessante se fossi nuovo a

questi ambienti, dopo quasi quattro anni , non si può fare a meno di apprendere anche le cose nuove

senza una fredda indifferenza. Ora sto imparando un po’ la lingua slava , miei maestri sono due vispi

ragazzi, figli della padrona di casa che ospita il mio tenente. Loro, però, sanno già parlare l’italiano,

mentre io lo slavo non lo capisco per niente.

Sento con piacere che avete una campagna bellissima e quest’anno sarà una soddisfazione fare la

raccolta dell’uva. Speriamo che il tempo sia propizio. Io per ora non ho altro di nuovo, finisco, così, col

salutarvi caramente.

G.C.

9-9-41

Carissimi,

questa sera ho ricevuto la lettera di papà in data in data 5 c.m., questa è stata molto veloce, perché non

ha impiegato che quattro giorni. Sono lieto di sentire le vostre buone nuove, capisco che in codesti

momenti il da fare non vi mancherà, Ma speriamo arrivi qualche aiuto, gli inizi sono buoni. Qua ora ci

sono le licenze e ne partono tutti i giorni, sono preferiti i più anziani dell’Albania, ma per questo non

sono meno considerati coloro che hanno specificate ragioni di carattere familiare. Per questo vi

consiglierei di fare una rispettosa domanda al comando, possibilmente firmata dai carabinieri. Io di

salute sto abbastanza bene, si nota qualche disturbo, anche perché un po’ d’energia è andata sciupata, ma

con una buona cura ritornerei in completa forma, io cerco di fare del mio meglio per conservarmi in

salute; non datevi pensiero, perché alla fine dei conti questi lievi disturbi sono causati da un po’ di

disagio che pure bisogna superare.

Aspetto presto ancora vostre nuove e con la speranza di rivederci presto caramente vi saluto.

G.C.

16-11-41

Cara sorella,

la mia vita in questo paese non è molto dissimile dal solito e certo potrai farti un concetto rammentando

qualche descrizione di fatti che ti feci in alcune lettere in un passato non molto prossimo; ora nelle mie

lettere sono più riservato, perché troppe cose non valgono nulla e non è conveniente raccontarle, quindi

bisogna aver pazienza, così quando avremo la gioia di rivederci avremo tante cose da dirci e le

avventure saranno più romantiche. Pazienza anche per la licenza, perché anche questa è una cosa non

troppo facile da ottenere.

Affettuosi saluti,

G.C.

1\12\41

Cara sorella,

ho ricevuto la tua cara lettera, a quest’ora ti sarà giunta anche la mia e avrai mie nuove notizie più

particolareggiate, sebbene le cose che racconto sono di poco variate. Volevo scrivere prima, ma tanto la

lettera non sarebbe partita e ho lasciato trascorrere qualche giorno. Io sto bene come spero sarà anche di

voi. Spero che arrivi la posta che da qualche giorno non si vede, perché sono ansioso di vedere se c’è

qualche cosa che mi fornisce più fresche notizie.

Saluti cari e baci da G.

19-12-41

Caro fratello,

per ragioni che ti saranno già note, in questi tempi non ricevo molto di frequente vostre notizie ed io

senza volerlo, mi sono reso un po’ taciturno; dato che le notizie da casa sono poche mi accontento di

inviare una cartolina con poche parole, del resto io non trovo cose nuove da dire e mi sembra di ripetere

sempre le stesse. Io mi trovo sempre al solito posto, la vita che si conduce è sempre la solita ( come puoi

immaginare), perché particolari non ritengo opportuno fornirteli. Sono abbastanza al corrente dei fatti

del giorno, perché ogni tanto si può sentire la radio e questo è già qualcosa, le battaglie si fanno accanite

e speriamo siano anche quelle decisive per la grande vittoria. Ieri io ed E. ci siamo trovati per discutere

di una certa circolare la cui conoscenza ci aveva spinti a fare domanda per un corso specialisti (

motoristi e conduttori di auto); il corso della durata di quattro o sei mesi porta poi, ad esami conclusi, ad

una rafferma di un anno, per questo abbiamo finito col lasciare perdere, perché siamo già un po’ anziani,

non è detto, però, che saremo di certo congedati prima di tale ferma.

Ad ogni modo ci siamo lasciati guidare, come si dice, dal destino.

Io, come al solito, sto bene e non ho altro da dirti, così finisco.

Saluti affettuosi

Tuo fratello G.

5\1\42

Caro A……1

stasera aspetto la vostra posta, che da quasi un mese non vedo più, e con l’arrivo di questa credo che

partirà la nostra di diversi giorni.

Io ho poco di nuovo da dirti, solo che fa molto freddo (dai 40 gradi di agosto ai –30 gradi in inverno).

Licenza per ora ancora nulla e se va così dovrò fare la domanda di esonero, perché la guerra si prolunga

oltre le mie aspettative.

Saluti cari.

G.

5\1\42

Carissimi,

siccome parte oggi la posta, ho intenzione di darvi le mie notizie, sia pure anche in modo molto breve:

potevo scrivere anche prima, ma tanto sarebbe stato lo stesso, perché oggi parte anche la posta del

giorno di Natale. Da parte mia sto bene e spero che stasera arrivi la posta e che possa sentire altrettanto

anche da voi, per essere rassicurato, dato che sarà più di un mese che non ricevo vostre notizie. Qua fa

molto freddo e si arriva molto spesso a –30 gradi, ma abbiamo il modo di riscaldarci con la stufa nella

camerata. L’altro giorno ho fatto un vaglia di 400 Lire che partirà con la presente.

Saluti affettuosi.

G.C.

22\1\42

Carissimi,

ho ricevuto ieri un buon numero di lettere tutte di data abbastanza arretrata. Per lo più sono state scritte

prima del giorno di Natale. È inutile che stiate in pensiero se non ricevete le mie lettere, vi ho già detto

che i posti non sono molto comodi e la posta arriva quando può, ora siamo in pieno inverno e la

temperatura si abbassa fino a –35 gradi.

Saluti cari.

G.C.

31\1\42

Carissimi,

ho ricevuto molte vostre nuove, ho ricevuto pure il pacco e ho gradito molto il contenuto.

Voi vi starete chiedendo, perché non ho risposto subito alle vostre lettere ed io vi dirò che la verità è che

sono stato un po’ impegnato e non mi riesce sempre di scrivere quando desidero e poi perché anche

questo presente vi arriverà presto, come se l’avessi appena scritta ricevute le vostre. Ora viene in

congedo un mio compagno che per me è anche un paesano, egli abita vicino a P. In questa lettera vi

manderò il suo indirizzo, così, se credete, potrete andarlo a trovare, perché lui avrà già molte

commissioni da parte di altri e non mi sono azzardato di dirgli di venire lui direttamente a casa nostra. Il

suo indirizzo è : C.N. Costa di Bicchignano. Vigolzone ( Piacenza).

Saluti affettuosi

G.C..

14\2\42

Carissimi,

non è cosa nuova se vi dico che non ricevo vostre notizie, le ultime risalgono al tempo delle feste

natalizie. Anch’io non scrivo molto spesso, perché se la posta non parte è lo stesso che non scrivere. Vi

ho annotato l’indirizzo di un mio compagno che abita a qualche chilometro da Pontedellolio, Costa di

Becchignano. Certo io sto bene finora, i tempi non sono dei migliori, ma speriamo di superarli con

l’aiuto della Provvidenza.

Saluti cari.

G.C.

14-2-42

Carissimi,

oggi per coscienza , non che ne abbia molta voglia, mi metto a scrivere e, quando la lettera è scritta, un

giorno arriverà anche a destinazione. Quando arriverà questa mia, avrete già forse sentito notizie mie dal

mio compagno che è venuto in congedo e, sebbene le cose siano già cambiate, ma non in meglio, vi

potrà raccontare qualche cosa di me e della nostra amicizia . Le licenze sono chiuse ora, perché in questo

paese si sospetta di una malattia infettiva. Speriamo non sia nulla e che presto le riaprano. Io non saprei

che altro dire ancora; con la penna ora so dire molto poco. Spero che voi sarete tutti in buona salute,

notizie vostre da gran tempo non ne vedo .

Saluti cari.

G.C.

24\2\42

Carissimi,

ho ricevuto molte vostre lettere ed ora sono quasi confuso a rispondere a tutte le vostre domande; ad

ogni modo vedo che ora sarete già al corrente di tante cose. La lettera che mi avete mandato da P. è

arrivata anche lei insieme alle altre, perché egli non poteva fare di meglio. Io ora sto bene e continuo la

mia vita abituale, quasi nulla trovo da farvi notare, talmente sono abituato, eppure, pensandoci bene, ci

sarebbero molte cose che a voi sembrerebbero poco consuete, ma io non me ne accorgo per niente. Ora

si possono fare pacchi anche di 10 Kg, io, però, non ho nulla da mandarvi. Se avessi preveduto questo,

mi sarei regolato dal principio, anche se non ci vedo nessuna convenienza, ad ogni modo se ricapiterà il

caso…

A buon prezzo qua vi è ancora la frutta, le mele variano da 6 a 10 lire al Kg. Se mi fate presto un pacco,

mandatemi anche dei fiammiferi, ma non una scatola sola, perché li devo comprare sempre anche per il

tenente e, se non ci sono, ho voglia di girare! Mi potreste mandare anche un po’ di pacchetti di cartine

di sigarette, così potrei accontentare con un piccolo regalo molti piaceri. Siamo in attesa di nuovi

successi e di novità a noi favorevoli; speriamo di avvicinarci un po’ di più alla nostra casa, per ora non

c’è nulla di sicuro.

Ricevete tanti affettuosi saluti

G.C.

24-2-42

Carissimi,

ieri ho ricevuto due vostre lettere in data 16 e 17 febbraio, poco tempo fa ho ricevuto una lettera del papà

del mio tenente e mi ha fatto le stesse domande che, mi dite, ha fatto a voi. Questa volta sembra che la

posta abbia un poco accelerato e infatti ha impiegato solo quindici giorni. Non scrivo a lungo, perché

non ho la carta e perché se scrivo molto è più facile che le lettere trovino inciampi nella strada come ha

fatto quell’altra che, mi sono reso conto, non avete ricevuto. Vi basti sapere il necessario.

G.C.

24\2\42

Caro A……,

ho ricevuto la tua lettera che mi ha fatto tanto piacere, perché mi ha informato di tante cose. A quest’ora

le tue domande, o meglio le vostre, saranno state soddisfatte , se vi saranno giunte le mie lettere e se

avrai trovato il mio compagno. Io vorrei dire molte cose, ma il necessario è dire come si sta ed io sto

bene e per il resto ci si arrangia sempre. Per ora non posso proprio vedere gli altri compagni che sono

quaggiù e poi non so nemmeno da che parte si trovano.

Ricevi tanti saluti da tuo fratello.

G.C.

24\2\42

Carissimi,

ho ricevuto in questi giorni parecchie vostre lettere. Io sto sempre bene e sono contento di sentire che

anche voi state bene. Sembra che il pericolo della malattia infettiva sia passato e presto si riapriranno le

licenze. Con questo non voglio dire che io verrò subito, ma, se parte qualcuno, prima o poi, verrà anche

il mio turno. Ho ricevuto il vostro pacco e ne vorrei un altro, perché non ho più carta da scrivere e poco

inchiostro.

Tanti saluti da

G.C.

5\3\42

Cara R......,

ho ricevuto ieri le tue lettere e sono contento di aver appreso buone e importanti notizie. Io non posso

scrivere a lungo, perché non ho carta, speriamo mi arrivi presto. Del resto è inutile dire troppe cose,

quando in una simile situazione è difficile intendersi; qualche volta ho risposto alle tue insistenti

domande, ma ora capisco che non hai saputo quasi nulla per conto dei miei scritti, forse non saranno mai

arrivati. Accontentatevi sempre di sapere le cose più importanti. Io sto abbastanza bene, l’appetito non

manca e anche le altre cose vanno bene come va bene la posta.

Ti saluta affettuosamente tuo fratello.

G.C.

16-3-42

Carissimi,

dato che domani partirà la posta , vi scrivo ancora due righe . Le mie novità sono poche, ma quelle

poche sono abbastanza buone. Io godo buona salute ed anche l’appetito non manca, inoltre il freddo è

del tutto scomparso. Siamo in primavera e questo cambiamento è stato il risultato di pochi giorni che

segnano il passaggio di stagione. Si aspettano anche cose nuove e lieti eventi. Essendo prossima la

Pasqua, invio fervidi auguri e saluti affettuosi.

G.C.

16-3-42

Caro A.,

ho ricevuto la tua cara lettera che mi ha messo al corrente delle vostre faccende. Ora, se avrai trovato

quel mio compagno, egli ti avrà raccontato qualcosa di me, s’intende solo particolari. Finora le licenze

sono sempre sospese per ragioni di salute pubblica, ma presto saremo fuori quarantena e, ringraziando il

cielo, il pericolo sarà scongiurato. Dovrà arrivarvi un vaglia di 500 lire che io ho rilasciato

all’amministrazione. Si potrebbero inviare a casa anche pacchi, ma cose utili, senza pagarle uno

sproposito, non se ne trovano. Io sto bene, ormai con alcuni compagni abbiamo formato come una

famiglia e, per mantenere un po’le vecchie usanze, si fa di buon accordo la polenta; la farina si paga 16

lire al chilo.

Saluti cari.

G.C.

24\3\42

Carissimi,

ho ricevuto oggi la lettera di V....... e sento che anche voi ricevete più frequentemente mie nuove, sento

anche che mi avete spedito un altro pacco con tutti gli oggetti da me richiesti. Due giorni fa ho ricevuto

il pacco che è arrivato in tempo propizio e mi ha soddisfatto e consolato un paio di giorni, debbo

confessare che è stato molto gustato e gradito. Io non avrei, per ora, niente di nuovo; per le licenze non

si sa se sono state riaperte; vi dissi l’altra volta che ogni misura sanitaria era stata tolta per il cessato

pericolo, ma ora non so come è andata a finire. Il tempo è un po’ cambiato: fa un po’ più fresco, ma

l’inverno e la neve se ne sono andati e la frescura non può durare ancora che per un po’ di giorni, si sa

che marzo è un po’ matto, ma potrà esserlo per poco tempo ancora.

Vi giungono saluti affettuosi dal vostro

G.C.

29-3-42

Carissimi,

trovandomi ora senza occupazione, vengo a voi con questa semplice cartolina per tenervi sempre al

corrente di me; da che vi scrissi l’ultima volta non ho più ricevuto nulla, ma col prossimo arrivo della

posta credo e spero che ci sia qualche cosa anche per me. Io sto bene, le licenze sono di nuovo sospese.

Ricevete tanti saluti affettuosi da G.

4\4\42

Carissimi,

ho ricevuto il pacco e la lettera alla vigilia di Pasqua e non sono stato privo né di vostre notizie come di

qualche cosa di buono che rallegrerà domani il mio frugale pranzo. Vi do pure la lieta nuova che in

questa settimana ho ricevuto la Santa Pasqua. Sento con gran piacere che avete ricevuto qualche lettera

del mio compagno e quindi sarete soddisfatti, mi sembra, però, che alcune mie lettere siano andate

perdute, perché nelle vostre risposte non sono per nulla menzionate, ad ogni modo quel che è passato è

passato ed è inutile riparlarne almeno per ora. Io sto sempre bene, anche il tenente è sempre qui ed

aspetta di andare in licenza, ma non si sa quando queste riprenderanno il corso normale. La posta, come

vi ho già detto nelle lettere precedenti, arriva regolarmente ogni cinque o sei giorni per cui mi è arrivato

il pacco in ottime condizioni e ne sono molto contento. Ora aspetto l’inchiostro, il lucido e le mutande

che mi sono strettamente necessarie. Finisco con il salutarvi affettuosamente.

G.C.

30-4-42

Carissimi,

il giorno 27 c.m. ho ricevuto la lettera di R. ed il pacco contenente il dolce e quegli oggetti che avevo

richiesto, l’unica cosa che si è deteriorata è il dentifricio che è rimasto schiacciato. Dalla lettera

apprendo che avete già ricevuto la lettera che vi ho inviato alla vigilia di Pasqua e mi sembra che in fatto

di corrispondenza si siano fatti progressi. Ora mi trovo in un altro paese, ma non vi posso dire la località,

ma questo poco interessa; siamo attendati fuori dal paese e ci resteremo ancora una ventina di giorni,

perché, come vi avevo già detto siamo infetti, o meglio siamo ritenuti tali. Qui si sta quasi meglio, siamo

più vicini al reggimento e questo vuol dire tanto. Scusate se ho scritto molto male, ma ho un po’ di

fretta, perché non vorrei essere interrotto e poi perché queste tende non offrono molte comodità. Stanotte

è piovuto a catinelle e si è fatto un po’ di bagno, il tempo è sempre uggioso.

Ricevete tanti saluti.

Vostro G.

7-5-42

Carissimi,

ho ricevuto ieri l’altro la lettera di A. , ma sono lieto di sentire che voi tutti state bene e che anche la

campagna è bella e promettente, spero vi sia di aiuto il tempo che quaggiù si mantiene sempre bello e

vorrei che così fosse dalle vostre parti. Sento che per ora non fate più pacchi, perché mi aspettate a casa,

ma non dovete avere questo timore, perché del tempo ce n’è ancora . Qui non è come in Italia dove i

turni si succedono regolarmente, in questi posti da una spedizione all’altra passano mesi e se poi c’è

qualcosa di mutato si allunga di più ancora. Il tenente, che si trova ora in licenza, forse non tornerà più,

perché ha fatto domanda per andare in finanza ed i suoi colleghi partono ora. La mia salute è buona,

soltanto son soggetto ad un po’ di nervosismo, ma cosa volete l’unico metodo è quello di bere poco

caffè.

Saluti affettuosi.

G.C.

13-5-42

Carissimi ,

Questa sera ho ricevuto due vostre lettere una di R. e una di V. in data 19/23 Febbraio; giorni fa ho

ricevuto anche la lettera di A. che, per qualche motivo , è rimasta staccata dalle altre . Per ora dovete

accontentarvi di semplici cartoline, perché sono sprovvisto di carta e di buste con relativi francobolli, ad

ogni modo le novità qua sono abbastanza limitate e bastano poche righe per dire il necessario . Aspetto,

però, che arrivi il pacco, così potrò rifornire il mio ufficio.

G.C.

27-5-42

Carissimi,

da un po’ di giorni non avevo vostre notizie, quando è arrivata la lettera di R. in data 21 c.m., insieme

alla lettera è arrivato anche il pacco che era veramente eccellente. Per ora non ho bisogno di nulla di

speciale, se mi occorresse qualcosa ve lo farò subito presente. Io ora non ho più la carica di attendente,

sicché ogni giorno ho una buona parte di servizio, però questo non mi impressiona affatto, quasi ne

avevo una gran voglia di cambiare un po’ vita. La mia salute è ottima e per la licenza è ancora troppo

presto, speriamo in avvenire.

Saluti affettuosi.

G.C.

4-9-42

Carissimi ,

faccio seguito alle mie cartoline per illustrarvi nel modo migliore la mia situazione al ritorno dalla

licenza . Come già dicevo la mia salute è buona e anche al resto ho saputo adattarmi abbastanza presto,

ora debbo occuparmi della mia solita carica d' attendente , il mio tenente aspetta, però, di andarsene in

licenza e mi ha domandato come state, così ho l' incarico di salutarvi. Ho saputo che pacchi non ne

arrivano più, perché non si possono più fare , ad ogni modo non ne ho grande necessità . La vendemmia

come va ? Spero che questa volta non avrò lasciato dietro di me la grandine e che l' uva sia sempre bella

e promettente , io vi farei volentieri anche una visitina per assicurarmi personalmente se ci sono stati

miglioramenti , ma ora non posso più. Mi farete sapere qualche cosa presto , per ora non ho cose tanto

importanti da dire e perciò termino con l'inviarvi i più affettuosi saluti.

G.C.

24-9-42

Carissimi,

ho ricevuto in questi giorni la lettera di V. in data 15 c.m., sono lieto di avere sentito le vostre buone

nuove. Io non ho nulla di nuovo, nonostante questo la mia salute è sempre buona e anche l'appetito si

mantiene in regola. Il tempo è un po' cambiato, stanotte è piovuto a catinelle e, come spesso succede in

questi ambienti, si è fatto un po’ di bagno stando a letto. Non fa per ora freddo e speriamo si rimetta al

bello.

Saluti affettuosi. G:

3-10-42

Carissimi,

in questi giorni ho ricevuto un biglietto di A. da Castel San Giovanni e sento con piacere che la

vendemmia mantiene un buon andamento. Io non ho nulla di speciale da dire, la mia salute è sempre

buona, ora sono un po' più occupato, perché sono spesso di servizio, ma con questo non trovo di molto

peggiorata la mia situazione. Il tempo si mantiene ottimo, spero che così sarà anche da voi, in tal modo

potrete attendere tranquilli ai lavori della vendemmia.

Saluti affettuosi

vostro G.

25-10-42

Carissimi ,

ho ricevuto da un po’ di giorni la lettera di papà che mi informa dello stato di vostra buona salute e di

tutto l’ andamento della vendemmia . Io non ho nulla di nuovo, ho tralasciato un po’ di scrivere, perché

c’è stato anche un piccolo spostamento, ma ora mi sono un po’ sistemato e mi trovo anche meglio di

prima.

Saluti cari G.

8-11-42

Carissimi,

ho ricevuto ieri due lettere una di papà e una di A. ove sento le vostre buone notizie unitamente ad una

specie di resoconto della vendemmia , della quale si può essere soddisfatti . Io godo sempre di buona

salute, anche l' appetito si mantiene buono più di quando ero a casa e mi mangio ogni giorno una

pagnotta di mezzo chilo oltre la razione.

Il costo non è del tutto insignificante, 10£ l'una, ma quando si trova il pane è già molto . Il freddo è un

poco diminuito, già siamo in stagione abbastanza inoltrata e perciò speriamo in un inverno meno rigido

del precedente . A. mi chiede dove ho messo il lucchetto della bicicletta, dovrebbe trovarsi sotto la

scala. Se avete qualche occasione, nel fare il pacco includete la carta da scrivere, perché qua è piuttosto

scarsa. Altro di nuovo non ho da dirvi, ormai sappiamo o almeno crediamo che l’inverno lo passeremo

quaggiù e quindi sappiamo già come stanno le cose , poco ci sarà di variato .

Salutandovi caramente,

Vostro G.

22-12-42

Caro A. ,

scrivo in fretta queste due cartoline, perché domani parte la posta , se non la faccio partire è certo che

dovrete aspettare un bel po' . Ho ricevuto molte lettere, anche il mio tenente ne ha ricevuta una della

mamma, ma è inutile che stiate a pensare male, tanto dovreste aver capito com'è la vita qui.

Con affetto da G.

2\1\43\XXl

Caro A…,

come era anche tuo parere, ho scritto giorni fa al signor R… ringraziandolo, ho poi espresso il desiderio

che l’ aiuterei volentieri nella prossima campagna, dato che può darsi che quest’ anno le licenze siano

estese anche a questi territori. Ho pure manifestato che il mio desiderio è di potermi specializzare in quel

genere di lavoro e quindi non intendo essere ricompensato finanziariamente. Il mio progetto tu già lo

conosci e, se avessi una licenza, farei in modo di avere anche una patente.

Il tempo passa e quindi mi va di pensare di migliorare un po’ la mia situazione e di accrescere la mia

esperienza, anche per quanto riguarda la mia professione di modo che il servizio militare per la patria un

giorno mi ritorni utile nella vita civile.

Riguardo alla mia dichiarazione ho fatto presente che non ha avuto corso.

Saluti cari.

G.C.

2\1\43\XXI

Carissimi,

ieri ho ricevuto la lettera di V… dove si dice che voi attendevate mie notizie con un po’ di impazienza,

spero avrete ricevuto ora le altre mie lettere sì che vi sarà nota la mia situazione. Per quella domanda

non c’è stato più nulla da fare e quindi si rimanderà ad un momento migliore. Devo, però, darvi una

buona notizia, quantunque il mio intento di diventare motorista sia fallito, ho trovato un altro modo per

studiare ed imparare qualcosa. Stasera stessa sarò trasferito alla Compagnia Com. Reggimentale dove

frequenterò il corso radio-telegrafico, dopo questo corso, se sarò idoneo, resterò effettivo a questa

compagnia. Ho già frequentato la scuola radio e, sebbene la credevo una cosa un po’ difficile o almeno

noiosa e che non facesse per me, ho dovuto accorgermi che è, invece, una cosa a me simpatica e basta un

po’ di buona volontà per riuscire. C’è anche una vera scuola dove si studia matematica, fisica, già per

questo soltanto diventa interessante. Il mio compagno E… si trova ora di nuovo alla mensa, dopo

qualche periodo di assenza. Anch’io sono stato ad una mensa, ma per pochissimo tempo, tanto che non

vi dissi nulla; la cosa, però, è stata interessante, perché fui messo e poi levato, perché dovevo partire per

quel tale corso, quando poi fui rientrato, il corso non esisteva più. Saluti cari a tutti.

G.C.

13\1\43\XXI

Carissimi,

si diceva nella mia ultima che ora mi trovo alla compagnia C. Reggimentale e mi trovo bene. Il corso r.t.

continua e già si può notare qualche progresso.

Il mio lavoro ora è una scuola che si frequenta alla mattina come il dopo pranzo, eccetto il giovedì e la

domenica. In questa stagione è una cosa che non dispiace stare a studiare in una stanza anche un po’

riscaldata, mentre fuori i rigori invernali hanno cominciato a farsi sentire sul serio e in primo luogo sta

poi la soddisfazione di imparare qualche cosa, di già in matematica abbiamo svolto un programma pari

alle scuole magistrali.

Altre nuove io non ne ho per ora; nulla per il pacco, vi manderò io il modulo ovviamente, ma di speciale

non ho bisogno di nulla…

Salutandovi affettuosamente

G.C.

14\1\43\XXI

Carissimi,

faccio seguito al biglietto speditomi ieri, così sono più sicuro che uno o l’altro lo riceverete certamente.

Io godo sempre di ottima salute e sono lieto di sentire che altrettanto è di voi tutti. Oramai siamo alla

metà di gennaio e fin qua, ringrazio la provvidenza, ci siamo arrivati discretamente bene, fra un mese e

mezzo speriamo che l’ inverno sarà finito e con la bella stagione si superano meglio anche i disagi.

Sento dalla vostra lettera che E. è venuto in licenza e che anche lui vi ha raccontato qualche cosa.

Saluti affettuosi G.C.

16\2\43\XXI

Carissimi,

vengo a voi con questa cartolina per informarvi del mio ottimo stato di salute. Ora sono passato effettivo

alla C. C. R., quindi il mio indirizzo resta questo. Novità non ce n’é, sto bene, sono anche allegro, perché

le cose sembrano anche abbastanza belle. Il tempo si mantiene abbastanza fresco, ma quest’anno non ci

sarebbe ragione di lamentarsi per chi ricorda l’anno passato.

Salutandovi caramente,

G.C.

9\03\43\XXI

Carissimi,

ho ricevuto la vostra lettera in data 19 febbraio, sono lieto di sentirvi in buona salute e posso assicurarvi

che così è anche di me. La notizia che dovete pagare la tassa del celibato è stata per me poco

soddisfacente e sul momento mi ha fatto scrivere una lettera, che poi, dietro parer dei miei superiori, non

ho spedito. Quando potrò avere la dichiarazione ve la manderò, intanto i miei superiori si sono informati

e mi hanno detto che ai militari non spetta pagarla, figuriamoci se il mio caso potrà fare eccezione, basti

dire che dai vent’anni ai ventisei sono sempre stato alle armi. Il signore R… mi ha scritto e mi dice di

tenerlo informato del mio indirizzo che al momento opportuno vorrà fare la richiesta. Si congratula

(basandosi sulle notizie da me date) di sapermi di buona volontà di imparare e di perfezionarmi. Io gli ho

già risposto, ringraziandolo e con la speranza di far presto la sua conoscenza. La vita quaggiù sapete

pressappoco come può essere, non di certo divertente, ma neppure tanto gravosa, vi dirò anche che ho

cominciato a fare un po’ di servizio con la mia nuova carica, mentre scrivo sono solo, perché son

distaccato con la stazione radio; ho anche un compagno più anziano, ma se n’è andato in libera uscita.

Vado, però, sempre a scuola tutte le mattine, perché ci sono tante cose da imparare e che possono

sempre essere utili.

Finisco con il salutarvi affettuosamente, vostro

G.C.

10\3\43\XXI

Carissimi,

ho ricevuto la lettera di G. in data 20 del mese scorso, subito dopo ho ricevuto anche il pacco ed è anche

arrivato proprio nel periodo di Carnevale. Il contenuto era tutto in buone condizioni. Le nuove sono

immutate, godo buona salute, tutto il resto va per il meglio. Aspetto che mi formulino la dichiarazione

per inviarvela.

Saluti G.

11-3-43

Carissimi,

ho ricevuto oggi la lettera della G. in data 3 c.m. Sono lieto di sentire vostre notizie; il pacco, come vi ho

già detto, l’ho ricevuto in buone condizioni. Io mi trovo sempre bene, la vita che conduco non mi è

punto gravosa, forse anche perché il mio attuale servizio è più adatto alla mia indole. Anche qui come da

voi sembra di essere in piena primavera e speriamo di non sentire più freddo, salvo che non succeda

qualche sbalzo di temperatura che quaggiù si verifica molto volentieri. Io mi trovo ora isolato dalla

compagnia, ma a pochi minuti di cammino, così posso andare quando voglio a prendere la posta ; vado

pure tutte le mattine alla scuola che tuttora continua. Ora si sentono voci di un prossimo nostro

spostamento, ad ogni modo non c’è nulla di certo e speriamo che, se uno spostamento ci deve essere, si

debba fare per l’Italia, perché da tanto tempo manchiamo. Io non ho altro da dirvi e finisco coll’inviarvi

tanti saluti affettuosi.

Vostro G.

11-3-43

Carissima,

vengo con questo breve scritto per darti mie nuove che sono abbastanza buone. Avrai di certo le mie

notizie regolarmente, ad ogni modo due righe di supplemento si accettano sempre volentieri. Il mio stato

di salute è sempre ottimo e con buona volontà continuo il mio studio in elettrotecnica. Ora ho

cominciato a fare anche il servizio con la rado e perciò sono isolato con la stazione, in mia compagnia

c’è un sergente , un bravo ragazzo che si presta a spiegarmi giorno per giorno qualche cosa in fatto di

queste materie. Abbiamo una stanzetta riservata a noi due ed alla stazione, quindi possiamo dedicarci

con la calma dovuta ad approfondire la conoscenza dei fenomeni elettrici.

Ti saluto affettuosamente e ti invio un bacio,

tuo fratello G.

31-3-43

Carissimi,

da un po’ di tempo non ricevo vostre nuove, l’ultima che ho ricevuto è quella di A. in data 10-3. Io,

come al solito, sto bene, lasciamo andare se oggi ho un po’ di febbre non provocata da malattia, ma da

un’iniezione allo stomaco. Per ora sono sempre al solito posto ed ancora non si sa con certezza se ci

saranno spostamenti; la nostra opinione si è già formata e pensiamo che qualche viaggetto si dovrà pur

fare. Ieri ho trovato un camerata che è venuto dalla licenza e mi disse che, strada facendo, ha incontrato

uno di Genepreto, dell’artiglieria alpina, che aveva l’incarico di salutarmi da parte di mia sorella, certo

R. Mi mandò a dire che aveva intenzione di venirmi a trovare, ma dato che non siamo troppo vicino non

gli sarà certo facile. Io non ho altro da dirvi, perciò termino col salutarvi tutti con affetto,

Vostro G.

12-4-43

Carissimi,

vengo a voi con questa mia presente per darvi le mie nuove. Io, come al solito, sto bene, così spero

anche di voi. Aspettavo vostre notizie che, per ora, non sono ancora arrivate, ma arriveranno in seguito.

Io mi trovo sempre al solito posto; non state in pensiero, se dovessi stare un po’ di tempo senza scrivere,

perché sapete come succede in certe circostanze. Come vanno ora i vostri lavori? Quest’anno il tempo si

è mantenuto bello e così credo sarà stato anche da voi: non so se in questa annata potrò fare una visitina

a casa, non dico che questo sarà impossibile, ma per ora non si possono fare delle supposizioni. Ormai

siamo a Pasqua e quindi unisco anche gli auguri più fervidi affinché possiate passare lietamente questo

Santo Giorno.

Termino con l’inviarvi tanti affettuosi saluti.

Vostro affezionato G.

11-5-43

Carissimi,

aspettavo in questi giorni vostre nuove che sfortunatamente non sono giunte ed ora sono quasi convinto

che le vostre lettere abbiano subito una cattiva sorte, perciò per non far stare in pensiero scrivo lo stesso.

Io godo buonissima salute e voglio sperare che quanto prima avrò simile conferma anche da voi. Altri

argomenti non ne ho, almeno di quelli di cui è lecito parlare, quegli altri, capirete, è consigliabile non

toccarli. Sarà meglio che le vostre lettere siano spedite per via aerea, così arriveranno anche più presto.

Saluti Affettuosi.

G.C.

15-7-1943

Carissimi,

faccio seguito alla mia lettera, anche se non ho più ricevuto vostre nuove, perché domani, come è già

accaduto anche giorni addietro, dovrò assentarmi dalla mia sede fissa non so per quanto tempo, nel

frattempo vi accontenterete di qualche cartolina, perché, capirete in certi casi le comodità sono limitate.

Io sto sempre bene, spero di sentire presto altrettanto di voi tutti ed altre nuove sull’andamento dei vostri

lavori. Io investo sempre la carica di radio telegrafista e come tale presto il mio servizio. Precisamente

un anno fa, in questi giorni, mi trovavo a Postumia, in procinto di partire per la licenza; quest’anno tale

fortuna non l’ho potuta avere, ma speriamo bene per l’avvenire. Per ora non ho altro da dire e vi saluto

affettuosamente.

Vostro G.

30-7-43

Carissimi,

ho ricevuto ieri la lettera di R. in data 20c.m. . Sento con piacere che state tutti bene e così è pure anche

di me. Io sono ora ritornato al mio solito posto, ma per tutta la stagione dovrò fare qualche

cambiamento. Questi ultimi tempi non sono stati molto comodi, ma ora possiamo essere certi che la

nostra ultima ramazzata avrà sistemate molte cose. Novità ce ne sarebbero tante, ma so anche che voi le

sapete meglio di me. Vi manderò nella mia prossima il modulo per il pacco, intanto aspetto quello che di

certo sarà in viaggio.

Ricevete affettuosi saluti.

G.C.

La famiglia scrive al soldato il giorno 1-9-43, ma la lettera ritorna al mittente, di lui non si avranno più

notizie e le ricerche fatte alla fine della guerra si riveleranno inutili.

Il testo della lettera è il seguente:

1-9-43

Carissimo G.,

ieri sera abbiamo ricevuto la tua ultima lettera in data 28 s.m. . Speriamo che ora avrai certamente

ricevuto anche le nostre ; abbiamo ricevuto anche il bollettino per il pacco, ma non abbiamo potuto

spedirlo, essendo sospesa già da una quindicina di giorni la spedizione di pacchi. Questo ci ha fatto tanto

dispiacere, perché lo avevamo con tanta cura preparato ed abbiamo dovuto far ritorno dalla posta con il

pacco. Abbiamo messo via il bollettino, perché ci hanno promesso che, appena la situazione cambierà, si

potrà adoperare ancora, perciò appena ti è possibile manda pure anche quello di questo mese, così

appena potremo ne manderemo due. Noi stiamo bene, ma non puoi immaginare quanta sia la nostra

preoccupazione e come il nostro pensiero sia sempre a te rivolto. Non lasciarci, se ti è possibile, senza

tue nuove; questo è per noi un gran sollievo. Preghiamo il Signore che ti mantenga la salute e che tu

possa tornare salvo. Oggi è il giorno della fiera a Pianello, ma per noi poco conta, possiamo dire che da

anni non sappiamo più cos’è una festa.

Ricevi tanti cari saluti ed un bacio.

Tua sorella A.

Come ormai sapete, io non sono tornato dalla guerra; dopo l’8 settembre la mia Divisione, la Venezia, non ha consegnato le armi ai tedeschi, ma, non potendo ritornare in Italia, si è unita ai partigiani Jugoslavi di Tito e con essi ha combattuto fino alla fine della guerra, facendosi onore. Tutti conoscono il comportamento valoroso dei nostri soldati nell’isola di Cefalonia, ma non tutti sanno che la stessa situazione si è verificata in altre terre d’oltremare come, nel mio caso, in Montenegro. Il mio caporale, nativo di Sarmato, riferirà alla mia famiglia di avermi visto ferito sul campo di battaglia dopo uno scontro durissimo con i Tedeschi. Ordinata la ritirata da parte del mio esercito, io sono rimasto a terra mentre il gelo entrava nel mio cuore e rivedevo i volti a me cari, la mia casa, il mio paese con il suo castello, i vigneti, i ciliegi e poi …e poi il ghiaccio nel mio cuore e nei tubi del verderame.