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1 Milano, 5 febbraio 2016  Racco mandata co n ricevuta di ri torno  Anti cip ata a mezzo e-mail Ms. Mar grethe Vestager Commissario Commissione Europea Rue de la Loi/Westraat 200 1049 - Belgium cc. Mr . Alexander Italia ner Se gretario Generale Commissione Europea Rue de la Loi/Westraat 200 1049 – Belgium cc. Ms. Pascal Leard Segretario Generale – Directorate F Commissione Europea Rue de la Loi/Westraat 200 1049 – Belgium cc. Ms. Emanuela Bel lan Segretario Generale – Directorate F Commissione Europea Rue de la Loi/Westraat 200 1049 – Belgium

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Milano, 5 febbraio 2016

 Raccomandata con ricevuta di ritorno

 Anticipata a mezzo e-mail

Ms. Margrethe Vestager

Commissario

Commissione Europea

Rue de la Loi/Westraat 200

1049 - Belgium

cc. Mr. Alexander Italianer

Segretario Generale

Commissione Europea

Rue de la Loi/Westraat 200

1049 – Belgium

cc. Ms. Pascal Leard

Segretario Generale – Directorate F

Commissione Europea

Rue de la Loi/Westraat 200

1049 – Belgium

cc. Ms. Emanuela Bellan 

Segretario Generale – Directorate F

Commissione Europea

Rue de la Loi/Westraat 200

1049 – Belgium

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Egregio Commissario Vestager,

Le inviamo la presente in qualità di ex-azionisti di controllo di ILVA S.p.A ed in riferimento

al comunicato stampa diramato il 20 gennaio 2016 dalla Commissione Europea, dal titolo “ Aiuti di

Stato: al via un’indagine approfondita per stabilire se il sostegno dato dallo Stato Italiano alle

acciaierie Ilva rispetti la normative UE in materia di aiuti di Stato”.

 Non possiamo non rilevare che diverse affermazioni contenute nel paragrafo “ Problemi

ambientali e sanitari nel Tarantino” del comunicato stampa contengono errori e/o imprecisioni su

aspetti fondamentali della vicenda.

In particolare, nel comunicato stampa si sostiene che “per molti anni l’ILVA ha disatteso le

norme ambientali, causando gravi problemi per l’ambiente e la salute pubblica nel Tarantino”; e

“per poter proseguire l’attività industriale ammodernando nel contempo l’impianto ed adeguarlo

alle norme ambientali, da giugno 2013 l’ILVA è gestita in amministrazione straordinaria da

commissari nominati dal governo”. Nonostante questa versione dei fatti abbia avuto notevole

risonanza mediatica e sia stata fatta propria da associazioni ambientaliste locali a seguito del

 procedimento penale avviato a Taranto, non c’è alcuna prova che Ilva, sotto il controllo di Riva Fire

S.p.A., abbia mai violato la normativa europea e/o italiana in materia ambientale. Né alcuna autorità

giudiziaria o amministrativa ha mai accertato il contrario.

Persino i periti nominati dal Giudice delle Indagini Preliminari di Taranto sono giunti alle

seguenti conclusioni: “relativamente alla conformità alle norme nazionali e regionali, i valori

misurati alle emissioni dello stabilimento ILVA con gli auto controlli effettuati dal Gestore nell’anno

2010, risultano conformi sia a quelli stabiliti dalle precedenti autorizzazioni settoriali delle emissioni

in atmosfera (ex-DPR. 203/88) e sia ai valori limite previsti dal recente decreto di AIA del 5/08/2011

[…]  Per quanto riguarda le diossine, [lo stabilimento ILVA] risulta conforme ai limiti regionali

 prescritti per le diossine e recepite dal decreto di AIA. Le analisi ed i monitoraggi condotti nel corso

della presente indagine alle emissioni dell’Area agglomerazione ed in particolare all’emissione

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denominata E312 agglomerazione AGL2 hanno evidenziato valori di inquinanti PCDD/PCDF al di

 sotto dei valor limite previsti dal decreto regionale n°44 del 19/12/200”.

In linea con quanto sopra, lo stesso Ministero dell’Ambiente, nel rispondere alla richiesta di

osservazioni da parte della Commissione in merito alla violazione della procedura di cui all’articolo

258 del TFUE, ha ufficialmente riconosciuto che “non si rilevano al momento violazioni dell’AIA”

da parte di ILVA.

Del pari, il “Garante dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’Ilva di Taranto”,

costituito dal Governo Italiano, ai sensi della legge 231/2012, per monitorare l’adeguamento di ILVA

alle disposizioni ambientali, nel giungo 2013, proprio alla vigilia dell’ammissione di ILVA alla

 procedura di commissariamento, ha espressamente riconosciuto l’assenza di violazioni dell’AIA, da

 parte di ILVA, che potessero giustificare una richiesta di commissariamento.

La motivazione di fondo dell’ingiusto esproprio che abbiamo subito non risiede dunque nella

violazione – in realtà, inesistente – di norme ambientali o dell’AIA, ma è interamente riconducibile

ad uno scontro istituzionale tra confliggenti iniziative politiche e giudiziarie, come lucidamente

esposto dall’allora Ministro dell’Ambiente nel corso di un’audizione in Senato del luglio 2013.

Al fine di preservare il nostro diritto di richiedere il giusto indennizzo a chi ha violato il

 pacifico godimento dei nostri beni, è per noi di fondamentale importanza diradare la nebbia che è

stata creata intorno all’ILVA; chiediamo dunque rispettosamente che la Commissione europea si

formi una propria opinione indipendente in merito alla verità dei fatti concernenti l’ILVA e si

astenga dall’avvalorare altrui infondate ricostruzioni. A tal fine, alleghiamo alla presente lettera una

scheda informativa ed alcuni documenti ufficiali che riteniamo possano essere d’aiuto alla

Commissione per meglio comprendere un coacervo di eventi estremamente intricato.

Cordiali saluti

RIVA FIRE S.p.A