Lettera shock dei profughi di Como Siamo esseri …...2016/08/20  · Corriere di Como Sabato 20...

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Corriere di Como Sabato 20 Agosto 2016 3 Lettera shock dei profughi di Como «Siamo esseri umani, non animali» La denuncia: «Tenuti senza cibo, acqua né aiuto legale» «Comune e Caritas hanno fatto la loro scelta, non spetta a me deci- dere dove collocare i prefabbricati per i migranti - dice don Christian Bricola, parroco di San Rocco - Da tempo molti fedeli della nostra parrocchia si stanno mobilitando per aiutarli». La parrocchia di San Rocco di fatto non esiste più, è inglobata con San Bartolomeo nella “Comu- nità pastorale Beato Scalabrini”. San Rocco è territorio sensibile da tempo al fenomeno delle migra- zioni. Tra via Regina dove trove- ranno sede i profughi, via Milano e via Napoleona risiedono numero- si extracomunitari. «Domenica dirò messa in San Rocco - conclu- de don Christian, che risiede sta- bilmente in San Bartolomeo - e mi renderò conto di persona della si- tuazione parlando con i fedeli». LA MARCIA IN PIAZZA VERDI Intanto la rete “Como Senza Frontiere” che ha dedicato ai mi- granti già due momenti di festa in stazione a fine luglio e a Ferrago- sto dedicherà al tema profughi il 25 agosto in piazza Verdi la sua ter- za “Marcia per i nuovi desapareci- dos”, con cui si intendono ricorda- re le vittime delle varie rotte mi- gratorie. Come di consueto, sarà possibile intervenire leggendo ri- flessioni e testimonianze, dalle 18. Martedì la rete “Como senza fron- tiere” tornerà a riunirsi per ag- giornarsi sull’evolversi della si- tuazione e decidere altre iniziati- ve da mettere in atto, compresi nuovi momenti di festa per non la- sciare sola la tendopoli lariana. LA PROIEZIONE DI “LAMERICA” L’emergenza umanitaria detta l’agenda anche a Palazzo Cernez- zi. La riunione della presidenza del Coordinamento Nazionale de- gli Enti Locali per la Pace e i Di- ritti Umani è stata convocata per martedì 30 agosto, dalle 10 alle 16, proprio nella sede del Comune di Como. La decisione di riunirsi nel capoluogo, che è città “messagge- ra di pace”, è legata proprio all’e- mergenza migranti in corso. Sem- pre il 30 agosto alle 21 in piazza Martinelli il ciclo di proiezioni estive a cura dell’Arci proporrà la proiezione di un film sul tema dei migranti quantomai attuale an- che se risale a 22 anni fa, Lamerica di Gianni Amelio. Per l’occasione sul palcoscenico saliranno per portare la loro testimonianza di- retta alcuni migranti della stazio- ne di Como San Giovanni. Le iniziative Il parroco di San Rocco: «Da tempo molti fedeli si stanno mobilitando» (da.c. ) «Noi non siamo ani- mali, siamo essere umani e chiediamo di essere rispet- tati». Giovedì scorso, al ter- mine della riunione del coordinamento che periodi- camente riunisce a Como volontari e istituzioni impe- gnati sul fronte dell’acco- glienza ai profughi, è calato un silenzio pesante. Un si- lenzio carico di dolore e di angoscia. Il parroco di Reb- bio, don Giusto Della Valle, ha chiesto di parlare e ha let- to le poche righe indirizzate da un gruppo di migranti al prefetto, Bruno Corda. Una lettera in qualche mo- do straziante, ma anche du- ra. Di denuncia. Una lettera (di cui pubblichiamo ampi stralci qui sotto) che ha aperto subito un dibattito. Proprio a motivo delle accu- se lanciate dai firmatari. L’assessore ai Servizi so- ciali del capoluogo, Bruno Magatti, è stato tra i primi a ricordare come «in uno Sta- to di diritto le denunce non possano essere anonime, né indifferenziate». Appunto perché consape- vole della gravità delle af- fermazioni contenute nella lettera, Magatti ha chiesto che «qualcuno se ne assuma la responsabilità». Pur com- prendendo la paura e la ri- trosia dei migranti a esporsi in prima persona, magari per timore di possibili ritor- sioni, l’assessore ai Servizi sociali di Como non ha ri- nunciato a ribadire come «affermazioni così pesanti su presunti comportamenti lesivi della dignità umana non possano rimanere ano- nimi. Se si punta il dito con- tro qualcuno, se ci si rivolge alle istituzioni per chiedere giustizia, bisogna mostrare il volto». Le considerazioni di Ma- gatti sono state condivise da molti tra i presenti al coor- dinamento. E non avrebbe potuto essere diversamente. richiesta d’asilo altrove. Ora siamo bloccati al confine svizzero. Ogni volta che proviamo a oltrepassarlo, la polizia ci respinge. I giorni diventano settimane e le settimane stanno diventando mesi. Stiamo iniziando a perdere speranza e pazienza [...] Quando siamo arrivati qui pensavamo che i nostri incubi fossero superati e che il nostro dolore sarebbe finito... ma non è andata così. Qui, sul confine svizzero, continuiamo a soffrire [...]. Non siamo animali, siamo essere umani e chiediamo di essere rispettati. Abbiamo provato tante volte a superare il confine, questo come altri, con treni, bus e passando per il bosco, ma le guardie ci hanno raccolto come bestie. Durante i controlli veniamo costantemente sottoposti a umiliazioni, costretti a svestirci, senza separazione di genere. Ci hanno tenuti in piccole stanze per più di un giorno, senza cibo, acqua né alcun supporto legale. Infine ci hanno rispediti al punto zero, nel Sud Italia, separando famiglie, amici, rendendo le nostre vite ancora più difficili. [...] Ci chiediamo perché il tentativo di oltrepassare il confine venga criminalizzato mentre sia prassi calpestare sistematicamente i diritti umani. [...] La lettera firmata da «Don- ne, uomini, ragazze, ragazzi e bambini dal parco delle stazione di Como San Gio- vanni» è sicuramente il frut- to di un lavoro dei mediatori culturali e degli assistenti legali dei profughi. Nessuno ne mette in dub- bio la veridicità, ma alcuni contenuti sono senza dubbio “forti”. Ad esempio, laddove i migranti scrivono di aver «provato tante volte a supe- rare il confine, questo come altri, con treni, bus e pas- sando per il bosco, ma le guardie ci hanno raccolto come bestie. Durante i con- trolli veniamo costante- mente sottoposti a umilia- zioni, costretti a svestirci, senza separazione di genere. Ci hanno tenuti in piccole stanze per più di un giorno, senza cibo, acqua né alcun supporto legale». Oppure, nel passaggio in cui gli stessi profughi affer- mano: «Quando siamo sbar- cati sulla costa italiana non ci sono state spiegate le leg- gi sul diritto d’asilo in Euro- pa, siamo stati costretti a lasciare le nostre impronte digitali con la forza e con l’inganno». La tragedia di centinaia di persone, in fuga dalla guerra e dalla morte, sta entrando nella quotidianità di mol- tissimi comaschi. Quel gri- do - «Siamo esseri umani, non animali» - appare since- ro. Scuote le coscienze. Invi- ta tutti a una riflessione che non sia banale né di sola cir- costanza. Coordinamento La lettera è stata resa nota al termine di una riunione tenuta giovedì pomeriggio PRIMO PIANO L’arrivo di una grossa ruspa nell’area di via Regina (foto Nassa) sede, fino a qualche anno fa, di un deposito di automobili, ha segnato ieri mattina, poco dopo le 10.30, l’avvio dei lavori di adeguamento dei 2.500 metri quadrati destinati a ospitare, tra qualche settimana, il centro temporaneo di accoglienza dei profughi. I pochi operai presenti hanno iniziato a disboscare e a pulire il sedime su cui saranno collocate alcune decine di case mobili. Prefabbricati nei quali andranno a vivere, almeno sino alla fine dell’anno, i migranti respinti alla frontiera svizzera e che non intendono chiedere asilo al nostro Paese. In via Regina, ieri, si è affacciata la segretaria cittadina della Lega Nord, Alessandra Locatelli, la quale ha parlato di «ennesimo spreco di risorse». Secondo l’esponente del Carroccio, sarà complicato portare i profughi in via Regina, dato che gli stessi non intendono spostarsi dalla stazione ferroviaria di San Giovanni. Centro di accoglienza Operai al lavoro in via Regina La Lega: «Spreco di risorse» ~ Magatti In uno Stato di diritto le denunce non possano essere anonime, qualcuno se ne assuma la responsabilità

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Corriere di Como Sabato 20 Agosto 2016 3

Lettera shock dei profughi di Como«Siamo esseri umani, non animali»La denuncia: «Tenuti senza cibo, acqua né aiuto legale» «Comune e Caritas hanno fatto la

loro scelta, non spetta a me deci-dere dove collocare i prefabbricatiper i migranti - dice don ChristianBricola, parroco di San Rocco - Datempo molti fedeli della nostraparrocchia si stanno mobilitandoper aiutarli».

La parrocchia di San Rocco difatto non esiste più, è inglobatacon San Bartolomeo nella “Comu -nità pastorale Beato Scalabrini”.San Rocco è territorio sensibile datempo al fenomeno delle migra-zioni. Tra via Regina dove trove-ranno sede i profughi, via Milano evia Napoleona risiedono numero-si extracomunitari. «Domenicadirò messa in San Rocco - conclu-de don Christian, che risiede sta-bilmente in San Bartolomeo - e mirenderò conto di persona della si-tuazione parlando con i fedeli».

LA MARCIA IN PIAZZA VERDIIntanto la rete “Como Senza

Frontiere” che ha dedicato ai mi-granti già due momenti di festa instazione a fine luglio e a Ferrago-sto dedicherà al tema profughi il25 agosto in piazza Verdi la sua ter-za “Marcia per i nuovi desapareci-dos”, con cui si intendono ricorda-re le vittime delle varie rotte mi-gratorie. Come di consueto, saràpossibile intervenire leggendo ri-flessioni e testimonianze, dalle 18.Martedì la rete “Como senza fron-tiere” tornerà a riunirsi per ag-giornarsi sull’evolversi della si-tuazione e decidere altre iniziati-ve da mettere in atto, compresinuovi momenti di festa per non la-sciare sola la tendopoli lariana.

LA PROIEZIONE DI “LAMERICA”L’emergenza umanitaria detta

l’agenda anche a Palazzo Cernez-zi. La riunione della presidenzadel Coordinamento Nazionale de-gli Enti Locali per la Pace e i Di-ritti Umani è stata convocata permartedì 30 agosto, dalle 10 alle 16,proprio nella sede del Comune diComo. La decisione di riunirsi nelcapoluogo, che è città “messagge -ra di pace”, è legata proprio all’e-mergenza migranti in corso. Sem-pre il 30 agosto alle 21 in piazzaMartinelli il ciclo di proiezioniestive a cura dell’Arci proporrà laproiezione di un film sul tema deimigranti quantomai attuale an-che se risale a 22 anni fa, Lamericadi Gianni Amelio. Per l’occasionesul palcoscenico saliranno perportare la loro testimonianza di-retta alcuni migranti della stazio-ne di Como San Giovanni.

Le iniziative

Il parroco di San Rocco:«Da tempo molti fedelisi stanno mobilitando»

(da.c.) «Noi non siamo ani-mali, siamo essere umani echiediamo di essere rispet-tati». Giovedì scorso, al ter-mine della riunione delcoordinamento che periodi-camente riunisce a Comovolontari e istituzioni impe-gnati sul fronte dell’acco -glienza ai profughi, è calatoun silenzio pesante. Un si-lenzio carico di dolore e diangoscia. Il parroco di Reb-bio, don Giusto Della Valle,ha chiesto di parlare e ha let-to le poche righe indirizzateda un gruppo di migranti alprefetto, Bruno Corda.

Una lettera in qualche mo-do straziante, ma anche du-ra. Di denuncia. Una lettera(di cui pubblichiamo ampistralci qui sotto) che haaperto subito un dibattito.Proprio a motivo delle accu-se lanciate dai firmatari.

L’assessore ai Servizi so-ciali del capoluogo, BrunoMagatti, è stato tra i primi aricordare come «in uno Sta-

to di diritto le denunce nonpossano essere anonime, néindifferenziate».

Appunto perché consape-vole della gravità delle af-fermazioni contenute nellalettera, Magatti ha chiestoche «qualcuno se ne assumala responsabilità». Pur com-prendendo la paura e la ri-trosia dei migranti a esporsiin prima persona, magariper timore di possibili ritor-sioni, l’assessore ai Servizisociali di Como non ha ri-nunciato a ribadire come«affermazioni così pesantisu presunti comportamentilesivi della dignità umananon possano rimanere ano-nimi. Se si punta il dito con-tro qualcuno, se ci si rivolgealle istituzioni per chiederegiustizia, bisogna mostrareil volto».

Le considerazioni di Ma-gatti sono state condivise damolti tra i presenti al coor-dinamento. E non avrebbepotuto essere diversamente.

richiesta d’asilo altrove.Ora siamo bloccati alconfine svizzero. Ognivolta che proviamo aoltrepassarlo, la poliziaci respinge. I giornidiventano settimane e lesettimane stannodiventando mesi. Stiamoiniziando a perderesperanza e pazienza [...]Quando siamo arrivatiqui pensavamo che inostri incubi fosserosuperati e che il nostrodolore sarebbe finito...ma non è andata così.Qui, sul confine svizzero,continuiamo a soffrire[...]. Non siamo animali,siamo essere umani echiediamo di essererispettati. Abbiamoprovato tante volte asuperare il confine,questo come altri, con

treni, bus e passando peril bosco, ma le guardie cihanno raccolto comebestie. Durante icontrolli veniamocostantementesottoposti a umiliazioni,costretti a svestirci,senza separazione digenere. Ci hanno tenutiin piccole stanze per piùdi un giorno, senza cibo,acqua né alcun supportolegale. Infine ci hannorispediti al punto zero,nel Sud Italia, separandofamiglie, amici,rendendo le nostre viteancora più difficili. [...]Ci chiediamo perché iltentativo di oltrepassareil confine vengacriminalizzato mentresia prassi calpestaresistematicamente idiritti umani. [...]

La lettera firmata da «Don-ne, uomini, ragazze, ragazzie bambini dal parco dellestazione di Como San Gio-vanni» è sicuramente il frut-to di un lavoro dei mediatoriculturali e degli assistentilegali dei profughi.

Nessuno ne mette in dub-bio la veridicità, ma alcunicontenuti sono senza dubbio“forti”. Ad esempio, laddovei migranti scrivono di aver«provato tante volte a supe-rare il confine, questo comealtri, con treni, bus e pas-sando per il bosco, ma leguardie ci hanno raccoltocome bestie. Durante i con-trolli veniamo costante-mente sottoposti a umilia-zioni, costretti a svestirci,senza separazione di genere.Ci hanno tenuti in piccolestanze per più di un giorno,senza cibo, acqua né alcunsupporto legale».

Oppure, nel passaggio incui gli stessi profughi affer-mano: «Quando siamo sbar-cati sulla costa italiana nonci sono state spiegate le leg-gi sul diritto d’asilo in Euro-

pa, siamo stati costretti alasciare le nostre improntedigitali con la forza e conl’inganno».

La tragedia di centinaia dipersone, in fuga dalla guerrae dalla morte, sta entrandonella quotidianità di mol-tissimi comaschi. Quel gri-do - «Siamo esseri umani,non animali» - appare since-ro. Scuote le coscienze. Invi-ta tutti a una riflessione chenon sia banale né di sola cir-costanza.

CoordinamentoLa lettera è stataresa nota al terminedi una riunionetenuta giovedìpomeriggio

PRIMO PIANO

L’arrivo di una grossa ruspa nell’area di viaRegina (foto Nassa) sede, fino a qualche anno fa, diun deposito di automobili, ha segnato ierimattina, poco dopo le 10.30, l’avvio dei lavori diadeguamento dei 2.500 metri quadrati destinati aospitare, tra qualche settimana, il centrotemporaneo di accoglienza dei profughi. I pochioperai presenti hanno iniziato a disboscare e apulire il sedime su cui saranno collocate alcunedecine di case mobili. Prefabbricati nei qualiandranno a vivere, almeno sino alla finedell’anno, i migranti respinti alla frontierasvizzera e che non intendono chiedere asilo alnostro Paese. In via Regina, ieri, si è affacciata lasegretaria cittadina della Lega Nord, AlessandraLocatelli, la quale ha parlato di «ennesimo sprecodi risorse». Secondo l’esponente del Carroccio,sarà complicato portare i profughi in via Regina,dato che gli stessi non intendono spostarsi dallastazione ferroviaria di San Giovanni.

Centro di accoglienza

Operai al lavoro in via ReginaLa Lega: «Spreco di risorse»

~MagattiIn uno Statodi dirittole denuncenon possanoessereanonime,qualcuno sene assuma laresponsabilità