LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

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CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno IV - n. 3 Settembre 2008 Rubrica di indovinelli siciliani a cura di Liliana Failla pagina 2 Lions Club Lentini - anno sociale 2008-09 Nino Mazzone presidente pagina 2 Alcuni “gioielli” del vivaio calcistico del S.S. Leonzio Gigi Rizzo e Tanino Caruso pagine 10-11 Dipinto di Franco Condorelli “L’esercito della salvezza” nella città di Lentini di Ferdinando Leonzio Carlo Cicero di Santo Ragazzi pagina 3-4 La Piazza Rossa dello scrittore Alfio Siracusano intervista di Giuseppe Battiato pagina 5-6 Pippo Basso governatore di Carlentini R itorna Pippo Bas- so a furor di voti. Ritorna tra la sua gente che aspetta, adesso, con ansia copiosa, una sola vera verità: “giustezza e buon governo”. Già sindaco di Carlentini in tempi non molto lontani, è tuttavia mestieri dire che la “rentrée” di Pippo Basso, per come è avvenuta, sa dav- vero di miracoloso. Un caso più unico che raro in politica. L’uomo con un passato democristiano a tutto campo, di brancatiana memoria, ha sempre brillato per le sue alte doti organizzative e umane, non sempre apprez- zate dal fluttuante e incerto divenire dia- lettico chiamato democraticamente “con- sorzio civile e sociale”. Dotato di una forte e indubbia perso- nalità, nonchè di un carisma regale, gene- rosamente avito dalla fortuna amica, Pippo Basso, se circondato, questa volta, da una classe dirigente moderna, aperta, realista, intelligente e lungimirante, può aprire davvero un’era nuova per quanto riguarda il futuro e la crescita di Carlentini in ordine, soprattutto, alla questione territoriale con la città di Lentini. Dice, in tal senso, lo scrittore Alfio Siracusano, con splendida onestà intel- lettuale, in altra pagina del nostro giornale, intervistato, per l’occasione, da Giuseppe Battiato, quanto segue: Lentini e Carlentini avrebbero dovuto già da tempo unifi- carsi e costruire politiche di reciproco vantaggio. Cui prodest sottovalutare sempre e comunque tanta questione legata a radici comuni insopprimibili? Oggi, oltre a dirlo autorevolmente lo stesso Alfio Siracusano, lo richiede, a voce spiegata, la storia vera che è sempre stata maestra di vita. Si colga, dunque, l’attimo tra le due comunità per entrare nella storia! Auguri sinceri, intanto, al nuovo e vec- chio primo cittadino, governatore di Carlentini, Pippo Basso, da parte di “Leontìnoi oggi”. G.C. È morto il giornalista Pippo La Pira Pippo La Pira. Nell’agosto assolato di quest’anno, la Chiesa di Sant’Alfio, straripan- te di amici e di parenti, ha reso l’estremo e no- bile omaggio, duran- te la santa messa cele- brata da mons. Alfio Inserra, direttore del periodico cattolico “Il Cammino” di Siracusa, alla memoria del- l’illustre concittadino Pippo La Pira. Era Pippo La Pira un giornalista di valore, rigoroso nelle sue critiche, non docile ma sempre aperto verso la purezza delle novità senza compromessi. Era Pippo La Pira il decano dei giorna- listi della zona e in occasione del compi- mento dei 50 anni di prestigiosa attività pubblicistica aveva ricevuto, meritata- mente, dall’Ordine dei Giornalisti la pre- stigiosa medaglia d’oro. Era Pippo La Pira un giornalista scrit- tore apprezzato, stimato e seguito, con vivo interesse, dagli ambienti culturali, fra i più disparati, soprattutto per la serie di personaggi che sapeva acutamente sfor- nare in continuazione, sia laici che religiosi, dove la sua penna critica, sempre in cre- scente evoluzione, era lontana dai facili entusiasmi e vicina all’obbiettività scru- polosa in tema di verità. Era Pippo La Pira un uomo che anche nei momenti duri e dolorosi della vita, della sua vita in particolare, sapeva dare persino certezze attraverso i suoi silenzi parlanti. È morto Pippo La Pira il grande mae- stro del giornalismo locale. Il dolore senza dolore attorno alla sua bara nel giorno del funerale non era una contraddizione. Erano quelli del Santo Sepolcro, testimoni muti e riverenti davanti alla salma, erano i devoti spingitori con le toccanti e austere rimembranze di Elio Cardillo, erano le parole senza confini di mons. Inserra, erano alcuni frammenti di vita “lapiriana” letti teneramente da Francesco Navarria, erano tutti i presenti che ascoltando quel grido “Viva li santi mattri, mattri santi” salutavano cristiana- mente, alla fine del sacro rito funebre, colui che non è mai morto: Pippo La Pira. Alla moglie, Sara Navarria, il forte abbraccio di “Leontìnoi oggi”. G.C. I parchi archeologici non funzionano perchè non esistono di Gianni Cannone pagina 9 Gigi Rizzo Tanino Caruso Ester Tangi Santo Ragazzi Carlo Cicero pagine 7-8 Leontìnoi È morto

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TRIMESTRALE CULTURALE DI LENTINI - FONDATOE DIRETTO DA GIANNI CANNONE

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CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno IV - n. 3 Settembre 2008

Rubrica di indovinelli siciliania cura di Liliana Failla pagina 2

Lions Club Lentini - anno sociale 2008-09Nino Mazzone presidente pagina 2

Alcuni “gioielli” del vivaio calcisticodel S.S. Leonzio

Gigi Rizzoe TaninoCaruso

pagine 10-11

Dipinto di Franco Condorelli

“L’esercito della salvezza”nella città di Lentinidi Ferdinando Leonzio

Carlo Cicerodi Santo Ragazzi

pagina 3-4

La Piazza Rossadello scrittoreAlfio Siracusanointervistadi Giuseppe Battiatopagina 5-6

Pippo Bassogovernatoredi Carlentini

R itorna Pippo Bas-so a furor di voti.

Ritorna tra la suagente che aspetta,adesso, con ansiacopiosa, una sola veraverità: “giustezza ebuon governo”.

Già sindaco diCarlentini in tempi non molto lontani, ètuttavia mestieri dire che la “rentrée” diPippo Basso, per come è avvenuta, sa dav-vero di miracoloso.

Un caso più unico che raro in politica.L’uomo con un passato democristiano

a tutto campo, di brancatiana memoria,ha sempre brillato per le sue alte dotiorganizzative e umane, non sempre apprez-zate dal fluttuante e incerto divenire dia-lettico chiamato democraticamente “con-sorzio civile e sociale”.

Dotato di una forte e indubbia perso-nalità, nonchè di un carisma regale, gene-rosamente avito dalla fortuna amica, PippoBasso, se circondato, questa volta, da unaclasse dirigente moderna, aperta, realista,intelligente e lungimirante, può apriredavvero un’era nuova per quanto riguardail futuro e la crescita di Carlentini in ordine,soprattutto, alla questione territoriale conla città di Lentini.

Dice, in tal senso, lo scrittore AlfioSiracusano, con splendida onestà intel-lettuale, in altra pagina del nostro giornale,intervistato, per l’occasione, da GiuseppeBattiato, quanto segue: Lentini eCarlentiniavrebbero dovuto già da tempo unifi-carsi e costruire politiche di reciprocovantaggio.

Cui prodest sottovalutare sempre ecomunque tanta questione legata a radicicomuni insopprimibili?

Oggi, oltre a dirlo autorevolmente lostesso Alfio Siracusano, lo richiede, a vocespiegata, la storia vera che è sempre statamaestra di vita.

Si colga, dunque, l’attimo tra le duecomunità per entrare nella storia!

Auguri sinceri, intanto, al nuovo e vec-chio primo cittadino, governatore diCarlentini, Pippo Basso, da parte di“Leontìnoi oggi”.

G.C.

È mortoil giornalistaPippo La Pira

Pippo La Pira.Nell’agostoassolato

diquest’anno, laChiesadiSant’Alfio, straripan-tediamiciedi parenti,ha reso l’estremo e no-bile omaggio, duran-te la santa messa cele-brata da mons. Alfio

Inserra, direttore del periodico cattolico“Il Cammino” di Siracusa, alla memoria del-l’illustre concittadino Pippo La Pira.

Era Pippo La Pira un giornalista di valore,rigoroso nelle sue critiche, non docile masempre aperto verso la purezza dellenovità senza compromessi.

Era Pippo La Pira il decano dei giorna-listi della zona e in occasione del compi-mento dei 50 anni di prestigiosa attivitàpubblicistica aveva ricevuto, meritata-mente, dall’Ordine dei Giornalisti la pre-stigiosa medaglia d’oro.

Era Pippo La Pira un giornalista scrit-tore apprezzato, stimato e seguito, convivo interesse, dagli ambienti culturali,fra i più disparati, soprattutto per la seriedi personaggi che sapeva acutamente sfor-nare in continuazione, sia laici che religiosi,dove la sua penna critica, sempre in cre-scente evoluzione, era lontana dai facilientusiasmi e vicina all’obbiettività scru-polosa in tema di verità.

Era Pippo La Pira un uomo che anche neimomenti duri e dolorosi della vita, dellasua vita in particolare, sapeva dare persinocertezze attraverso i suoi silenzi parlanti.

È morto Pippo La Pira il grande mae-stro del giornalismo locale.

Il dolore senza dolore attorno alla suabara nel giorno del funerale non era unacontraddizione. Erano quelli del SantoSepolcro, testimoni muti e riverenti davantialla salma, erano i devoti spingitori conle toccanti e austere rimembranze di ElioCardillo, erano le parole senza confini dimons. Inserra, erano alcuni frammenti divita “lapiriana” letti teneramente daFrancesco Navarria, erano tutti i presentiche ascoltando quel grido “Viva li santimattri,mattri santi” salutavano cristiana-mente, alla fine del sacro rito funebre,colui che non è mai morto: Pippo La Pira.

Alla moglie, Sara Navarria, il forteabbraccio di “Leontìnoi oggi”.

G.C.

I parchiarcheologicinon funzionanoperchènon esistonodi Gianni Cannone

pagina 9

Gigi Rizzo Tanino Caruso

Ester Tangi

Santo RagazziCarlo Cicero

pagine 7-8

Leontìnoi

Èmorto

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Rubrica di indovinellisiciliania cura di Liliana Failla

Se le radici di un popolo non muoionotanto facilmente è soltanto perché ogni

gesto, ogni parola, ogni azione, ogni momentodi vita, nella gioia e nel dolore, tutte questecose, insomma, messe insieme, si ripetono, vuoi o nonvuoi, nel rispetto degli insegnamenti e dei racconti dei piùvecchi. E allora, anche se il più delle volte nulla è scritto,le tradizioni, i costumi, le usanze, le credenze, i sentitodire, sopravvivono miracolosamente al tempo e alle mode.

Il ferro da stiroSugnu friddu di natura,

mai a lu munnu fazzu beni,quariannimi a natura,

fazzu chiddu ca mi cummeni.

La culla dei nonniHaju la navi mia fatta di tila,

ca senza ventu navigari nun po’,chiddu ca c’è di dintra chianci e grida,chiddu ca c’è di fora canta e sciala.

Il mareBattu e ribattu,

portu pisu assai ma nun mi stancu,sugnu riccu o funnu,

e nun’ nni sacciu apprufittari.

I genitoriC’è cu l’avi tutti e ddui,c’è cu n’ha persu unu,

ci su chiddi ca l’hannu persi tutti e ddui.

La salsicciaPrima juera dintra ‘a mè patriora mè patri è dintra di mia

‘NNIMINAGGHIA‘NNIMINAGGHIA

Sì, io ho letto“Jacopo da Lentini”,il librodelloscrittoreGianniCannone.E tu?

€ 23,00

Antico lavatoio comunale

Durante l’incendio

Dopo l’incendio

Signor sindaco, signori consiglieri comunali e provinciali,signori (cittadini) lentinesi questo anacronistico “esemplare”deve restare sempre così?

Presidente: NINO MAZZONEPast Presidente: Pippo Zarbano1° Vice Presidente: Maurizio Caracciolo2° Vice Presidente: Alfio MirabileSegretario: Franco BelfioreTesoriere: Alfio SalanitroCerimoniere: Giacomo Di MiceliVice Cerimoniere: Elisa LombardoCensore: Carmelo MirabileConsigliere: Ferruccio FerrariConsigliere: Salvo NigroliConsigliere: Emanuele SipalaConsigliere: Alfio Galatà

COMITATO NUOVI SOCI

Presidente: Carmelo AlianoVice Presidente: Ferruccio FerrariComponente: Sebastiano Cosentino

COMITATO NUOVE CARICHE

Presidente: Pippo ZarbanoComponente: Placido GalvagnoComponente: Alfio Caracciolo

COMITATO PROBIVIRI

Presidente: Giacomo CapizziComponente: Giuseppe GuarneraComponente: Matteo Calafato

Addetto Telematico: Salvatore RagazziAddetto Stampa: Alfio CannoneRapporti con le Istituzioni: Enzo Pupillo

REVISORI DEI CONTI

Presidente: Alberto VitaleComponente: Filadelfo ScrofaniComponente: Salvatore Maddalena

Investitura Soci: Giacomo Capizzi

LIONS CLUB LENTININUOVE CARICHE ANNO SOCIALE 2008-2009

(Foto Luigi Lo Re - Lentini)

Nino Mazzone

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Settembre 2008 3

Oggi parliamo di Carlo Cicero“maestro di cittadinanza attiva”

di Santo Ragazzi

Non so se qualcuno, in passato, siè occupato di Carlo Cicero, nel

senso che ne ha cercato di ricordare gliinteressi, l’identità, la sua straordinariavitalità organizzativa e culturale.

Nato a Carlentini il 13-5-1895, si èspento a Catania il 4-3-1972. Dopo averfrequentato la scuola elementare e medianella città di origine, ha proseguito glistudi iscrivendosi al Liceo Classico diNoto, dove ha conseguito la maturitàclassica. Si è iscritto, subito dopo, alPolitecnico di Torino, dove si è laureatoin Ingegneria Elettrotecnica. Dopo unabreve parentesi di due anni, trascorsa aRoma per motivi di lavoro (dal 1922 al1924), nel 1924 ritorna a Carlentini,perché gli è stato offerto dalla (SocietàGenerale Elettrica Siciliana) il posto diCapo Raggruppamento di un’ampia zonacomprendente i Comuni di Augusta,Melilli, Carlentini, Lentini e Francofonte.Un lavoro prestigioso e impegnativo, chegli consentirà di assumere anche un ruolopubblico non indifferente.

Nel 1932, dopo la morte della primamoglie, decide di trasferirsi a Lentini, equi, in un contesto umano e ambientalerelativamente favorevole, riesce ad espri-mere compiutamente le sue attitudinipersonali e a svolgere quella attività perla quale ora si ritiene opportuno e dove-roso parlarne.

Una piccolap a r e n t e s i ,inoltre, perricordare cheCarlo Cicero,

prima di portare a compimento i suoistudi, come Ufficiale - con il grado diTenente, prima, e con quello di Capitano,dopo - partecipa alla Guerra Mondiale,nel corso della quale si distingue per ilcoraggio, la perizia, l’ardimento e l’al-truismo con i quali affronta i momenti piùdifficili e pericolosi del conflitto. Non acaso, con Decreto del Ministro per laGuerra, come alto riconoscimento moraledei suddetti meriti, gli vengono confe-rite, entrambe al valore militare, la meda-glia d’argento nel 1918 e quella di bronzonel 1919. Si congederà con il grado dimaggiore subito dopo la guerra.

A Lentini, dunque, come si diceva,Carlo Cicero trova un ambiente fertile ericettivo, pronto a scommettersi, chiuso

Medagliad’argento

al valore militare

il capitolo maldestro e tormentato delconflitto mondiale, sulle prospettive diricostruzione civile e culturale della città.E di questa città, pur non essendo la suacittà di origine, riesce a promuovere e avalorizzare, in sintonia osmotica con altrebrillanti risorse intellettuali, le istanzemigliori e più incoraggianti. E lo fa, comesi direbbe oggi, con spirito bipartisan.

In questa città, che diventa la sua cittàdi adozione, Carlo Cicero esprime piena-mente la sua poliedrica e versatile perso-nalità morale, culturale e politica. Qui, enon altrove, si svolge e trova compiuta attua-zione l’arco parabolico della sua indi-menticata esperienza pubblica. Una espe-rienza, possiamo forse dire, che si con-suma, in modo particolare a partire daiprimi anni del secondo dopoguerra (chesono gli anni della riorganizzazione poli-tica del movimento operaio e socialista,

ma anche della costruzione democraticae repubblicana del nuovo Stato e della rico-struzione socio-economica del Paese),lungo un duplice versante: quello poli-tico, da un lato, che lo vede sincero eappassionato dirigente socialista; quelloculturale, dall’altro, che lo vede, con unruolo di primissimo piano, di numerosis-sime iniziative finalizzate alla emancipa-zione intellettuale e morale delle popo-lazioni locali.

Comincia così per Carlo Cicero, dopola parentesi dolorosa del regime fascista,un’avventura nuova e trascinante, densadi impegni e di concreti risultati opera-tivi.

Sotto il profilo politico, la sua incrol-labile fede socialista lo porta ad aderireal Partito Socialista dei Lavoratori italianie a scrivere, a sostegno dell’identità poli-tico-ideologica del suo nuovo partito diappartenenza, e come espressione di unviatico ideale che lo ha sempre caratte-rizzato, non pochi e sentiti articoli perl’Azione Socialista: il giornale che nascenella Provincia di Siracusa come portavoceufficiale del nuovo Partito. Ecco, peresempio, che cosa scrive, in prima pagina(Anno I, n. 2 del 3 febbraio 1947): “…ildovere di tutti i socialisti” è quello di“lottare per la dignità e l’emancipazionedel lavoro umano da ogni sfruttamentoiniquo e assurdo; elevare ed educare lacoscienza della massa dei lavoratoriper renderli semprepiù consapevoli…deiloro diritti e doveri verso la collettivitàe verso se stessi; rialzare il tonomorale

Sesta e ultima edizionedel “PREMIO NAZIONALELENTINI”.Nella foto, da sinistraCarlo Cicero(presidente onorario),Otello Marilli(sindaco di Lentini),Gianni Cannone(presidente del “PremioLentini”), Delfino Pupillo(membro del comitatoorganizzatore).Il palcoscenico è quellodell’Odeon,oggi Cine Teatro Comunale“Carlo Lo Presti”.

nell’ambito del quale - localmente e nazio-nalmente - un ruolo preponderanteacquista il Partito Comunista Italiano,

continua a pag. 4

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e materiale degli umili mediante rea-lizzazioni concrete e positive; svilup-pare e potenziare al massimo lo spiritodi solidarietà tra uomini liberi euguali…”. Queste righe, in fondo, cosìautentiche e vibranti, costituiscono unasorta di rappresentazione emblematicadel suo testamento politico-ideologico.

E ad essa egliriconduce coe-rentemente lasua stessa vitaprivata e pub-blica. Di questo

disegno esistenziale, infatti, si è voluto fareinterprete sincero e illuminato. La vitapubblica, soprattutto, non come arena nellaquale prevalgono gli istinti malsani o cisi contende il potere in modo spregiudi-cato o disonesto, ma come luogo fisicoe virtuale nel quale ognuno si cimenta conil talento delle proprie virtù al servizio delbene comune.

E a questa chiave di lettura della mili-tanza politica, Carlo Cicero cerca di rifarsiquando, con le elezioni comunali del 6-7 novembre 1960, candidato nella listadel P.S.I., diventa Consigliere Comunalee viene nominato capogruppo. Nell’ambitodella successiva seduta consiliare del 25novembre, il P.C.I., con una maggioranzadi 23 Consiglieri, eleggeranno SindacoNello Arena, allora leader emergentedella locale sezione del P.C.I. L’esperienzasi rivelerà spigolosa e travagliata. Non acaso, a distanza di due mesi dall’elezionedel Sindaco e della Giunta, la minoranza- formata dalla D.C., dal M.S.I. e dal P.S.D.I.(complessivamente 17 Consiglieri) -decide di presentare il 31-1-1961 unamozione di sfiducia nei confrontidell’Amministrazione in carica, che nonavrà - però - nessun seguito perché dichia-rata decaduta nella riunione consiliaredel 21-2-1961.

La visibilitàpubblica diCarlo Cicero,tuttavia, nonsi esauriscecon la suaesperienzapo-litica, e perricostruirne ilruolo e i con-tenuti, biso-

gna fare un passo indietro. Bisogna tor-nare al 1947, perché nel 1947 cominciala sua instancabile opera di organizza-tore culturale: prima, come Presidentedel Centro studi Notaro Jacopo; dopo,come Presidente del Consiglio diAmministrazione della Biblioteca Civica

Consiglierecomunale

e capo gruppodel P.S.I.

Con CarloCicero alla guidadel Centro Studi“Notaro Jacopo”,prime ricerche

relativeagli scavi

archeologici

e del premio Lentini: due autenticheperle della storia culturale della nostra città.

Costituito nel 1947, il Centro StudiNotaro Jacopo si è subito imposto all’at-tenzione delle coscienze intellettuali piùattente e sensibili per la intensità del suolavoro e per l’alta qualità delle sue inizia-tive. Con il Centro Studi Notaro Jacopo,viene scritta a Lentini, al di sopra e al difuori di ogni partigianeria politica, unadelle pagine più belle e illuminate dellastoria civile e culturale di Lentini, e unaprova ne è stata la partecipazione quali-tativa e quantitativa alle iniziative dallo stessopromosse.

Per dieci anni, dal 1947 al 1957 (semprepresieduto da Carlo Cicero), esso diventaun punto di riferimento stabile e autore-vole, ed è proprio grazie ad esso che par-tono le prime ricerche relative agli ScaviArcheologici, le cui potenzialità ancoraoggi non risultano del tutto dispiegate.

Incontri, dibattiti, conferenze, con-certi, rappresentazioni teatrali: una sta-gione ricca ed entusiasmante, che si èconclusa formalmente, nel 1957, con lachiusura del Centro Studi Notaro Jacopo,ma che è proseguita, nella sostanza, dopoil 1957, con la istituzione della BibliotecaCivica e la nascita del Premio Lentini.

Accanto a Carlo Cicero,una piccola - ma coesa,intelligente, motivata edeterminata - squadra dieccellenti collaboratori(Alfio Sgalambro, Carlo LoPresti, Salvatore Ciancio,Gianni Cannone), auten-tici testimoni e protago-nisti di un tempo che avrebbe meritatoesiti migliori.

Ricordo, non senza qualche nostal-gico trascinamento della memoria, iresoconti giornalistici (di testate nonlocali) contenenti gli accenti descrittividedicati all’inebriante odore di zagaradei nostri giardini: di una campagnaallo stesso tempo visceralmente segnatadalla fatica quotidiana del lavoro brac-ciantile e dalla vista suggestiva e lussu-reggiante di illimitate distese agrumarie,tutte verdi e incontenibilmente fra-granti. Un mondo, è vero, che ci apparelontano e dimenticato, che non fa parteforse, purtroppo, oramai, del patri-monio sensibile delle odierne genera-zioni giovanili, ma del quale restainconfondibilmente immutato il fascinomateriale e immateriale di un incom-piuto orizzonte della speranza, nel quale

molti hanno creduto evorrebbero probabilmenteancora continuare a cre-dere.

E non mi sembra uncaso che venga, ancorauna volta, chiamato CarloCicero a presiedere ilConsiglio di Amministra-

zione della Biblioteca Civica e del PremioLentini.

È stato, possiamo dire, un attore del suotempo: uno dei motori propulsivi dellosviluppo della propria terra, che voleva piùoperosa, aperta, solidale ed evoluta. Unuomo del suo tempo, che ha costruito,assieme ad altri, un significativo pezzo distoria.

Se dovessi, allora, in conclusione,chiudendo questo breve e modesto con-tributo alla sua conoscenza biografica,essere chiamato giudiziosamente a defi-nire i tratti riassuntivi della sua mul-tiforme fisionomia personale, direi, comeamerebbe ripetere il Direttore di questogiornale, che Carlo Cicero è stato unmaestro di cittadinanza attiva. E questaè la lezione che dobbiamo umilmente eorgogliosamente conservare e trasmet-tere.

Carlo Cicero è stato il presidente delle prime quattro edizioni del “Premio Nazionale Lentini”, mentrenelle due ultimemanifestazioni culturali leontine (cioè la quinta e la sesta) al ruolo di presidente venivachiamato il giornalista e scrittore Gianni Cannone. Durante la “Presidenza Cannone” a Carlo Cicero ètoccato l’onore e l’ònere di essere il presidente onorario del suddetto premio, che dopo la morteinaspettata e irreparabile del suo segretario generale,Carlo Lo Presti, cessava per sempre di esistere.

segue da pag. 3

Presidentedel consiglio

d’amministrazionedella

biblioteca civicae del premio Lentini

Fotodi OrazioCimino(Sullo sfondoNuccio Costa,il notopresentatoredella RAI-TVdi queltempo)

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Intervista di Giuseppe Battiato

La “Piazza Rossa”dello scrittore Alfio Siracusano

Il Prof. Alfio Siracusano, 10 anni orsono, nel 1998, ha pubblicato per

i tipi della “Rubbettino Editore” un librointitolato “Lentini - La Piazza Rossa” doveEmanuele Macaluso, nella presentazione,a pagina 5, così scriveva: “…Lentini eraanche uno di quei centri rossi che neldopoguerra punteggiavano la geografiapolitica del mezzogiorno, dove la lottadi classe aveva un senso e una dina-mica antica; dove le idee del socialismoriformista si intrecciavano o meglio sisovrapponevano al socialismo massi-malista e all’anarchismo…” .

Domanda: Prof. Siracusano, alla lucedei recenti risultati delle elezioni pro-vinciali del 15e16/06/2008, che segnanoforse uno dei risultati elettorali peg-giori nella storia della sinistra lentinese,cosa è rimasto, a soli 10 anni di distanzadalla pubblicazione del libro ed a 60anni dalle lotte bracciantili della Lentinidel dopoguerra, di quella “PiazzaRossa” di cui Lei già ad un lettoreattento indicava il crepuscolo? E, tantoper tornare a Macaluso ed al suo libro“Il capolinea”, quanto può avere influitosu tale risultato la creazione di quel“mostro” chiamato partito democratico

e la sua nefasta influenza su tutta la sini-stra italiana?

Risposta: Il partito democratico nonè affatto un “mostro”, e se la sinistraitaliana è nello stato in cui è lo devea se stessa, alle sue contraddizioni, enon già a influenze “nefaste” di un’idea,quella su cui puntava Veltroni e chemezza Italia condivideva, che avrebbepotuto invece rivitalizzarla: quanto-menomodernizzandola.A Lentini, peresempio - e qui rispondo alla suadomanda -,di quelle lotte e di quella

politica che aveva fatto della nostracittà una specie di unicumdi cui era-vamo fieri non è rimasto quasi nulla.Manon certo per colpadel destino cinicoe baro, tantomeno di Veltroni. La veritàè che a partire dagli anni novanta delsecolo scorso sono state fatte politichedi impatto devastante sul tessuto sto-rico e culturale della nostra città. Perchése il declino economicoderivada ragionidi macroeconomia su cui la “politica”avevadifficoltà a intervenire inmanierafattiva, non era obbligatorio che ci siomologasse aunandazzopolitico basatosui trasformismi e sugli intrallazzi. LaLentini delle lotte bracciantili eraprima di tutto un soggetto politico esociale che viveva di una sua etica.Non solo dei comunisti, tanto per inten-derci. Quella erauna città fieradella suacapacitàdi essere “politicizzata”, e avevagruppi dirigenti, di intellettuali e dibraccianti, che sarebbero inorriditidavanti a quelli attuali.

D.: A pag. 79/80 del suo libro c’è unpasso in cui Lei scrive che a Lentini nel1966 nel popoloso quartiere “sopra-fiera” durante la propaganda elettoraletutti sapevano che non c’era niente

da fareperché lì “tutti comunisti erano”e la risposta era inequivocabilmente “usacciu unni a vutari”. Marilli addiritturanel 1957 con la lista Gorgia, compren-dente comunisti e socialisti nenniani,otteneva 8.392 voti contro i 7.148 di tuttigli altri partiti.

Come dire che la questione si giocavatutta a sinistra tra comunisti e socialistie lo scudo crociato era solo un confortospirituale per i cattolici terrorizzati dairacconti di parrocchia. Da chi è incar-nato invece oggi l’elettore tipo lentineseche, spero inconsapevolmente, dà vita acomposizioni consiliari che potremmodefinire, senza voler coniare un neologismo,“central-trasformiste”?

R.: Lei pone la domanda e si dàanchela risposta. Da parte mia ci aggiungochehoqualchedifficoltàamantenerequelsuo “inconsapevolmente”. Ecco perché iosono così pessimista sulla sorte di questacittà (che è poi anche la cifra della miaattività di scrittore. Nel mio ultimoromanzo, I fili strappati, racconto esat-tamente questo: la fine di ogni prospet-tiva per questa terra e la rottura conquel tempo). Vorrei però aggiungere che

Alfio Siracusano

continua a pag.6

Giuseppe Battiato

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Settembre 20086

ogni pessimismo, anche il più forte, nonèmai definitivo. Anzi: può essere il via-tico per una ripresa. Da questo puntodi vista ilmio rifiuto radicale di ogni cre-dito nei confronti di chi attualmenteincarna il centro sinistra è esattamenteil segno della possibilità (difficilissima)di una viaalternativa.Maoccorre rimet-tere tutto e tutti in discussione. E soprat-tutto occorre partire dalla cultura, chenel casonostro è il cuorediogniquestione.Naturalmente quando parlo di culturanon intendo riferirmi a Gorgia e alNotaro. Ma chi ha letto La piazza rossaqueste cose le sabene.Lacittàdi “quelle”lotte era un città non meno nobiledi quella dei nostri geni antichi. Osereidire che nel nostro DNA di lentinesi c’èforse una traccia di quel tempo lontano,ma ce n’è unaanche di quello più vicino.Quest’ultimo lo abbiamo però smarritodel tutto, mentre qualcuno si ostina ariproporre quell’altro. Rischiando però,nella sua onestà volontà di resistere, diapparire patetico.

D.: A pag.110 Lei definisce Lentini,Carlentini e Francofonte addirittura “Iltriangolo rosso”.Oggi Lentini, Carlentinie Francofonte hanno invece tre sindaci- Mangiameli, Basso e Castania - per iquali il sostantivo femminile “sinistra”ha connotazioni più geografiche che poli-tiche ed i tre centri hanno una composi-zione consiliare a maggioranza “trasver-sale”. Quanto influisce la complessivacrisi dei partiti tradizionali su questonuovo quadro politico e quanto inveceè da addebitare alla situazione locale?

R.: “Il triangolo rosso” era ancheil frutto di un’economia, quella agru-micola, che allora “tirava” eoggi nontira più. Ecco perché non c’è più alcuntriangolo. Se nelle tre città le maggio-ranze sono ora trasversali (in realtàomologate agli interessi dei rispettivicomitati d’affare e agli ordini dei potentiin servizio permanente effettivo) laresponsabilità, per quanto attiene lasinistra, è ancora una volta dei gruppidirigenti che si sono via via succeduti,che hanno trovato comodo adeguarsiagli andazzi del momento, lucrandoqualcosa sul piano personale (carriere,stipendi, briciole di potere) e intantodistruggendo lo “spirito” sociale di queltriangolo. Quando sarebbe stato neces-sario portare avanti politiche di svi-

luppo centrate proprio sulla specificitàdel nostro territorio e della nostra zona.Solo per fare un esempio: Lentini eCarlentini avrebbero dovuto già datempounificarsi e costruire politichedi reciproco vantaggio. Le maggio-ranze di sinistra avrebbero dovuto epotuto farlo.Maquesto tema, come si sa,è ancoraoggi tabù.Nessuno, neanchenelcentro sinistra, ne parla se non casual-mente, anche se è vero che ormainessunoparla più di niente.

D.: A pag.116 del suo libro Lei parladi cultura di piano, piano regolatore epiano di sviluppo, come elemento essen-ziale di una azione amministrativa cheguarda allo sviluppo del territorio, terri-torio ancora oggi privo di molte strut-ture e infrastrutture. La cultura di pianoancora oggi è la grande assente nellavisione strategica delle amministrazionilocali. Perché?

R.: Gliel’ho già detto.Oggi nessunoparla più di niente, figuriamoci dipiani di sviluppo. Per parlarne biso-gnerebbeaveredelle idee,ma soprat-tutto l’onestà intellettuale di portarleavanti. E invece siamo ridotti allapolitica del piccolissimo cabotaggioe delle promesse. Ma qui siamo fatal-mente perdenti, perché chimilita a sini-stra può essere credibile solo se appareeticamente diverso dagli altri (questonon è moralismo; è un discorso poli-tico). La questione dunque, come leivede, torna ancora alla dimensione cul-turaledelle cose.Dalnostro territoriononè assente solo la cultura di piano, èassente la cultura tout court. Sta qui ladevastazione prima, delle coscienze.Veda quello che l’attualeGiunta ha fattodella cultura a Lentini.

D.: Per concludere, cosa ritiene dipoter suggerire alla classe dirigentedella sinistra lentinese (se oggi ne esisteancora una) ed a quella segreteria del-l’ex PCI (ora ala DS del PD) da Leiabbandonata come segretario nel1975?

R.: Alle persone fisiche che attual-mente parlano in nome del PD sug-gerirei di prendere atto del falli-mento della loro politica e chiamarea un appello generale e non viziatoda alcun pregiudizio tutte le forzeintellettuali e sociali che hanno titolo,

ciascuna con la sua storia, ad essereparte della storia politico-culturaledi questa città. Sua “classe dirigente”.Anche “azzerare” laGiuntanonbastapiù. Né basta la sola salute pubblica.Solo una specie di alleanzadegli uominie delle donne di buona volontà potrebbeoggi far emergere uno spirito di recu-pero cittadino da cui partire per risalirela china. Che dovrebbe però incarnarsiin uomini nuovi, figure nuove, animatida progetti nuovi. Dove nuovi non vuoldire necessariamente provenienti daMarte o giovani senza esperienzaalcuna.Ma so di fare discorsi utopici.

segue da pag. 5

Vecchie glorie della S.S. Leonzioda sinistra: Bertè, Rizzo, Torricelli, Pupillo

Collezione privata

“Poesiee racconti

brevi”di Giovanni ConiglioneEdizione “Leontìnoi oggi”

€ 10,00

Via R. Morandi, 3 - Carlentini (SR)Tel. 095 901766

Editore e direttore responsabileGianni Cannone

Autorizzazione del Tribunale di Siracusan. 19 dell’11 novembre 2005

Realizzazione: G&G Stampa - Siracusa

Page 7: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

Settembre 2008 7

L’esercito della salvezza a Lentinidi Ferdinando Leonzio

Una peculiarità di questo movi-mento religioso è rappresentata

dal fatto che la sua attività non è confi-nata nel luogo di culto, ma si svolge anchein mezzo alla gente, poiché per esso loscopo di annunziare la Parola è stretta-mente congiunto con quello di venireincontro ai bisogni, spirituali e materiali,dei diseredati e degli emarginati. Tutto ciòviene praticato con gentilezza, umanità,apertura mentale, generosità ed anchegaiezza, come simpaticamente dimostra– ed ecco un’altra sua caratteristica – l’al-legra musica della fanfara che accom-pagna le pubbliche manifestazioni di pro-paganda. Inoltre l’Esercito della Salvezza,che non ammette discriminazioni di alcuntipo, può considerarsi un battistrada perquanto riguarda la parità dei sessi, poiché,fin dalla sua fondazione, donne e uominisono stati posti su un piano assoluta-mente egualitario.

Il corpo, secondo i salutisti, deveessere considerato il tempio nel qualeabita lo Spirito di Dio e deve perciò esseresalvaguardato lottando contro i vizi chepossono infangarlo, come il fumo, l’alcoole le droghe, condannando fermamente,in tutte le sue manifestazioni, la porno-grafia, che rende volgare e sporco quelloche deve essere considerato uno dei donidi Dio.

La caratteristica, però, che rende ilmovimento salutista più noto al grossopubblico è l’adozione di un’organizza-zione, di una terminologia e di un abbi-gliamento del tutto analoghi a quelli mili-tari, volendo con ciò sottolineare cheesso è armato per lottare per la salvezzadel mondo.

Con l’arruolamento (assunzione inpubblico degli impegni inerenti agli arti-coli di guerra, cioè alle dottrine salu-tiste, e alla lotta contro il peccato) si entraa far parte, come recluta, di un Corpo(comunità salutista di una città); dopoun piccolo corso si diventa soldato,sempre pronto alla battaglia e quindiadaprire il fuoco, ad intraprendere, cioè,l’attività di evangelizzazione, magari dopoaver tenuto un consiglio di guerra, cioèun’assemblea per decidere la strategia; coltempo, infine, si diventa veterano. Cisono poi coloro che aspirano (candi-dati) a frequentare la scuola militareper diventare cadetti e, alla fine deglistudi, ufficiali, quindi ministri di culto,che ricevono un ordine dimarcia (desti-nazione).

La divisa (gonna o pantaloni e giaccablu, mostrine di colore diverso secondoil grado, eventuale cappello), sulla qualeè iscritta la sigla “SS” (Salvati per Servire,cioè per portare gli altri alla salvezza) dal1880 testimonia l’appartenenza al movi-mento; la bandiera è di tre colori: blu, gialloe rosso, con la scritta Sangue e Fuoco(riferimento al sangue di Cristo, che dàla salvezza, e al fuoco dello Spirito Santo,che purifica).

Le comunità locali si reggono sullecartucce (contribuzioni volontarie) che

i fedeli danno per costituire eventual-mente una scorta di munizioni (fondocassa); l’Esercito è riuscito ad acquistare,per il Corpo di Lentini, un edificio in cui,al piano terra, trovasi la sala di adu-nanza col suo banco dei penitenti, percoloro che si pentono o si convertonodurante le riunioni di salvezza; il primopiano, invece, è adibito ad appartamentoper gli ufficiali di stanza in città, comequello attuale, la pugliese maggiore EsterTangi.

Base dottrinale dei salutisti è la Bibbia.Per essi nell’unico Dio vi sono tre persone:il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’uomoperse l’iniziale innocenza per la disubbi-dienza di Adamo ed Eva, ma Cristo haespiato i peccati del mondo col suo sacri-ficio; per ottenere la salvezza occorronoil pentimento e la fede, nella quale sideve perseverare, mantenendo una con-

dotta di vita pura e l’impegno concretoa favore di chi soffre.

L’Esercito riconosce – ed anche in ciòsi evidenzia il suo grande spirito di tol-leranza – di non essere l’unica organiz-zazione a cercare di fare la volontà di Dioe quindi, pur non praticando, come moltialtri evangelici, le cerimonie del batte-simo (sostituito dalla consacrazione, concui si dedicano i propri figli a Dio) e dellaSanta Cena - simboli di ciò che deve avve-nire nel cuore di ogni credente, in quantoritiene che essere cristiano dipende dallafede in Cristo e non dalle cerimonie -non muove alcuna critica alle altre con-fessioni, con cui anzi promuove la piùfraterna collaborazione.

Il movimento venne fondato (1865),con l’iniziale nome diTheCristianMission,a Londra, dall’ex pastore metodista WilliamBooth e dalla moglie Catherine Mumford,divenendo poi (1878) The SalvationArmy e adottando un’organizzazione ditipo militare. Superate le iniziali diffi-coltà, dovute anche all’ostilità dei tenu-tari di case da gioco, di case di tolleranzae di rivendite di alcool, l’Esercito dellaSalvezza si diffuse in tutto il mondo.

In Italia comparve (1887) principal-mente per iniziativa di James Binks Vint,di Fritz Malan e di Marie Sircoulon, diffon-

Proseguendo nella panora-micasulleChieseevangelichedelnostro territorio, dopoaverpar-lato della Chiesa EvangelicaBattista (N°4/2007),dellaChiesaCristianaAvventistadel7°Giornoe della Chiesa Cristiana Av-ventistadel7°Giorno-Movimentodi Riforma (N° 1/2008) e delleChiese Pentecostali (N° 2/2008),in questo numero “Leontìnoioggi” (direttore lo scrittoreGianni Cannone) propone aisuoi lettori un servizio sul-l’Esercito della Salvezza diLentini.

La comandante del Corpo di Lentini Maggiore Ester Tangi

FerdinandoLeonzio

continua a pag. 8

Page 8: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

Settembre 20088

Comandanti del Corpo di LentiniVia Giosuè Carducci, 7(in ordine cronologico):

Ten. Figliola Antonina (fondatrice)Mag.ri Lopardo Carmine e la moglie TeresaTen.ti Garone Biagio e la moglie Antoinette (francese)Ten.ti Dentico Domenico e la moglie OlgaTen. Serrao AchilleTen. Saliani IsaiaCap. Santuososso Lucia e ten. Pepe MichelinaTen.ti Vinti Ruben e la moglie MiriamMag.ri Lopardo Carmine e la moglie TeresaCap.ni Paone Paolo e la moglie MariaTen. Carpagnano FrancoCandidata Collazo AssuntaCap.ni Carpagnano Cirino e la moglie OrsolinaBrig.ri Lovato Marcello e la moglie MartaCap.ni Paone Mario e la moglie PinaTen.ti Iannarone Giovanni e la moglie RosaMag.ri Pulvirenti Orazio e la moglie LidiaCap.ni Paone Mario e la moglie PinaMag.ri Pulvirenti Orazio e la moglie Lidia

Segue un periodo di aggregazione del Corpo di Lentinia quello di Catania:Mag.ri Pulvirenti Orazio e la moglie LidiaCap.ni Cavanagh David e la moglie Elaine (inglesi)Cap. Blake Estelle (inglese)Cap. Di Mauro EnricoMag. Tangi Ester (dal maggio 2008)

Lentinesi divenuti ufficialiCiro Carpagnano, Franco Carpagnano, Lidia Guercio,

Pina Guercio, Gianna Li Volti, Anna Parisi, Orazio Pulvirenti.

Per saperne di piùAntonio Lesignoli L’Esercito della Salvezza –

una introduzione Ed. Claudiana.Chic Yuill Ordini di Battaglia a cura dell’Esercito

della Salvezza.

OrganizzazioneL’Esercito della Salvezza è presente in 115 Paesi. Il Quartier

Generale Internazionale è a Londra.Suo massimo organo è l’Alto Consiglio che elegge ogni

5 anni il Generale Responsabile Mondiale (dal 1° aprile2006 Shaw Clifton, nato nel 1945 a Belfast, la cui moglieHelen è la responsabile mondiale femminile, mentre Capodi Stato Maggiore è la Commissaria Robin Dunster).

In Italia, dove operano 16 Corpi e 14 Avamposti (piccoligruppi), l’Ufficiale in Comando è il tenente colonnelloMassimo Paone, la cui moglie Jane Moir Paone è la respon-sabile femminile.

Organo ufficiale: Il Grido di Guerra - contro il male el’ingiustizia.

Anni Trenta

dendosi poi in varie città e stabilendo(1913) la sede definitiva del QuartierGenerale Nazionale a Roma. Tale svi-luppo subì una battuta d’arresto con l’av-vento del fascismo, che mal sopportavala terminologia militare e il fatto che ladirezione internazionale del movimentofosse situata a Londra; tanto che, nel1940, l’Esercito dovette cessare la suaattività e molti ufficiali furono arrestati econfinati. La ripresa si ebbe con laLiberazione, a partire dal 1943, in parti-colare nell’Italia meridionale.

A Lentini l’Esercito si insediò (1950)in seguito alla predicazione dell’alloraventottenne tenente Antonina Figliola,raggiungendo una presenza assai consi-stente nel ventennio 1950-1970. Nelperiodo successivo si ebbe un calo delnumero di aderenti, sia a causa dell’e-migrazione, sia per la presenza in città dinuove chiese evangeliche, sia anche perun insufficiente ricambio generazionale.Rimane tuttavia uno “zoccolo duro” difedeli propensi a rilanciare il loro movi-mento, anche grazie alla presenza e all’im-pegno dell’attuale giovane e ispiratacomandante di Corpo.

segue da pag. 7

(Foto rara: esclusiva per “Leontìnoi oggi”)

Laboriosità leontina nell’arte della scarpa

Maestri artigianidell’epoca

Page 9: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

9Settembre 2008

Una legge “burla” - Una brutta e oscura incompiuta - Il ruolo “comparsa” degli Enti Locali

I parchi archeologici non funzionanoperchè non esistonoTutta la verità sul cosiddetto “Parco Archeologico di Leontìnoi”

In ordine ai cosiddetti “parchi archeo-logici” in Sicilia e seguendo le “linee

guida” della L.R. 3 novembre 2000, tre sonostate, fino a questo momento, le possi-bilità di avviamento, attraverso “pro-posta”, per la nascita di un “parco archeo-logico”.

Presentiamo subito gli organismi “pre-posti” per la “proposta”:

a) proposta delle soprintendenze;b) proposta degli enti locali;c) proposta del coordinamento.La “proposta” di “parco archeologico”

che interessa la nostra zona, quella cioèdi Leontìnoi, viene adattata, stranamente,dal coordinamento, partecipe l’illustrefirma di Giuseppe Voza.

Anche per quanto riguarda le aree, giàindividuate nella “proposta” per“Leontìnoi”, esse non possono essereconsiderate né definitive, né esaustive.

Diamo, intanto, il quadro completodelle “proposte” finalizzate alla creazionedi tutti i “parchi archeologici regionali”da istituire:1) Parco archeologico di Segesta;2) Parco archeologico di Selinunte -

Cave di Cusa;3) Parco archeologico di Himera;4) Parco archeologico di Iatas (Iato);5) Parco archeologico di Soluto;6) Parco archeologico di Morgantina;7) Parco archeologico di Cava d’Ispica;8) Parco archeologico di Kamarina;9) Parco archeologico di Gela (Aree di

capo soprano, acropoli e bosco lit-torio);

10)Parco archeologico di Naxos;11)Parco archeologico delle Isole Eolie;12)Parco archeologico di Siracusa;13)Parco archeologico di Lentini;14)Parco archeologico di Eloro e di villa

del Tellaro.Queste, invece, le motivazioni all’in-

terno della “proposta” del coordinamentoper “Leontìnoi”:

“Anche il PARCO ACHEOLOGICO DILENTINI si caratterizza per l’incompara-bile bellezza del contesto ambientale incui si inserisce il sito archeologico del-l’antica Leontìnoi, fondata nel 727 a.C.daiCalcidesi diNaxos (Calcidesi d’Eubeae non di Naxos: Nd A) e a lungo antago-nista di Siracusa. I resti di Leontìnoi,

amministrativamentedivisi tra i comunidi Lentini e Carlentini, connotano infattiun vasto e suggestivo territorio, che com-prende le tracce del villaggio preistoricodi Metapiccola e le rovine di età calci-dese e greco-siracusana. Sono visibili lecomplesse cinta murarie appartenentia quattro diversi periodi storici chevanno dal VII al III sec. a.C.: particolar-mente ben conservati sono i tratti intornoal S. Mauro, che costituiva l’acropolidell’antica polis”. Fin qui la propostadel Coordinamento sotto le direttivedell’Assessorato Regionale dei BeniCulturali e Ambientali e della PubblicaIstruzione della Regione Siciliana (L.R. 3novembre 2000, n. 20). Il resto è ancorain cammino.

Fallimentare una leggefatta solo di “proposte”

Tra i contenuti fattuali dei “parchiarcheologici”, sempre a titolo di “pro-posta” e in riferimento a un piano gestio-nale incomprensibile, ecco spuntare,come ipotesi di lavoro, l’ENTE PARCOcon i suoi complicatissimi “organi digestione” ancora tutti da concertare. Chevuol dire tutto questo?

Forse nella relazione, datata 2000, diGiuseppe Grado, direttore generale deldipartimento regionale dei beni cultu-rali e ambientale dell’educazione per-manente, del corrispondente assesso-rato regionale, si può intravedere unaprima e apparentemente incomprensi-bile chiave di letture a una legge fan-tasma L.R. 3 novembre 2000, n.20, chefa solo “proposte” e che detta soltanto“Linee Guida”: “L’individuazione dialcune aree come oggetto del sistemadei parchi archeologici costruisce ilpuntodiarrivodiun lungo lavorodi rifles-sione condotto sul temadel parcoarcheo-logico e del territorio archeologico sici-liano: da questo punto di vista questaLineeGuida e il provvedimento che le haapprovate sono solo un primo adempi-mento di legge e costituiscono una pre-messa per definire, insieme alla perime-trazione e alla regolamentazione deisingoli Parchi, i contenuti e le specifiche

del loro insieme, chesi propone come unreticolo storico-am-bientale in grado difornire una rispostaalle esigenze di una regione che puòtrarre dal passato le risorse per costi-tuire, nel passato, nel presente, il suofuturo”.

Le conclusioni del Grado sono poi laprova provata di una colossale costru-zione dai piedi d’argilla: “Al raggiungi-mento dell’obiettivo concorrerà il baga-glio di conoscenze scientifiche frutto deilunghi anni di ricerche condotte sulcampodapartedelle Soprintendenze, checostituisce la premessa necessaria e lastessa ragione d’essere di questo nuovosoggetto”.

Come si può chiaramente evincere daisuddetti “intendimenti” il ruolo degliEnti Locali viene ridotto a semplice “com-parsa” dagli artefici della suddetta “legge-non legge”.

Questo è stato, se così si può dire, l’er-rore di fondo, esclusivo e itinerante, com-messo dai “promotori” che hanno unnome e un cognome (soprintendenze,assessorato regionale competente, appa-rati burocratici; impedimento che non

può essere facilmente colmabile fino aquando non interverrà un nuovo prov-vedimento legislativo, espressione direttadel territorio interessato, tenendo conto,soprattutto, degli errori infiniti del recentepassato.

Insomma una brutta e oscura incom-piuta.

Intanto va registrato positivamente,in questi ultimi tempi, un forte attivismosocio-culturale sull’argomento in que-stione da parte di tantissimi giovani len-tinesi che sembrano dire ormai aperta-mente (la testimonianza è di FrancoAmore, il notissimo creatore del sito inter-nazionale “Lentinionline”): quo usquetandem abutere, “signora politica”,patientia nostra?

Conclusione: il “parco archeologicodi Leontìnoi”, allorquando finirà di esseresolo “proposta”, potrà anche essere vistocome il primo passo per la riunificazioneterritoriale tra Lentini e Carlentini. Unabella cittadina di 50 mila abitanti con unfuturo politico, territoriale, sociale edeconomico diverso e migliore. Sic est.

di Gianni Cannone

PARCO ARCHEOLOGICO DI LEONTÌNOI?

Primo passoper la riunificazione territoriale

tra Lentini e Carlentini?Una città

di 50 mila abitanti!

Archeologia in passerella:Tutto si muove perchè tutto resti fermo!

Autorità e giovani innamorati di lentinità“in preda ad astratti furori”

Page 10: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

Settembre 200810

Due gioielli del vivaio calcistico leontino:Gigi Rizzo e Tanino Caruso

Quando il gioco del calcio a Lentiniera una fede e la Leonzio stava

“sulla piazza” come una delle più antiche,qualificate e blasonate organizzazionisportive siciliane, dal vivaio locale nasce-vano copiosamente e anche spontanea-mente “stelle” a ripetizione che ancoraoggi destano stupore e diritto di ribalta.Oggi, sul nostro giornale, “leontìnoi oggi”,i riflettori sono puntati su Gigi Rizzo e suTanino Caruso.

GIGI RIZZOEcco, in sintesi, la storia di Gigi Rizzo,

portiere dalle plastiche parate inconfon-dibili, grande promessa della Leonzio,ma quasi un divo nell’Idria di Francofonte.

Gigi Rizzo nasce a Lentini il 16 agostodel 1936.

Pippo La Pira, il grande giornalista len-tinese, recentemente scomparso, lo definìsubito “ il piccolo Bugatti”. Bradaschia,uno degli allenatori mitici della squadradi calcio lentinese, lo teneva in granpregio. Secondo Bradaschia questo erail “trio primavera” di quel momento sto-rico: Gigi Rizzo, Augusto Ferrante e NinoMoncada.

Ma a scoprire il “piccolo Bugatti” fulo sportivissimo e mai dimenticato AlfioCarrà, grande dirigente della società bian-conera.

Con semplicità estrema Gigi Rizzoricorda, come se fosse ieri, che il primo

cartellino lo andò a firmare, all’età di 13anni, presso la sacrestia della chiesa diSant’Alfio.

Dentro la vita calcistica di Gigi Rizzoc’è da registrare anche la pagina sorti-nese dove con il Sortino arrivò a vincereil campionato di prima categoria.

La più avvincente affermazione,comunque, Gigi Rizzo non la ottiene gio-cando con la Leonzio, bensì con l’Idriadi Francofonte.

Raccontano le cronache sportive dell’e-poca che grazie alle parate strepitose del“piccolo Bugatti”, l’Idria quel giorno, aMessina, non solo vinse lo spareggio nella

partita “Canicattini - Idria” ma conquistòanche e soprattutto l’accesso alla serie D.

Le bellissime gesta sia di questo stu-pendo prodotto del vivaio calcistico leon-tino, vale a dire Gigi Rizzo, che dellasquadra di calcio fancofontese, denomi-nata “Idria”, sono state narrate con ele-ganza di linguaggio testimoniale attra-verso un apposito volume dal titolo “Centoanni di Francofonte”, finito di stamparenel dicembre 2007 presso la TipograficaBelvedere, sotto l’egida del Comune edella FIDAPA locale. Curatori del lavorodi cui sopra sono stati Salvatore Di Marcoe Carmelo Belvedere.

Una formazione della S.S. Leonzioal tempo di Bradaschia. Gigi Rizzo,giovanissimo e valoroso portiere,è accanto allo stesso Bradaschia.

Alcuni giocatori(tra cui il nostro Gigi Rizzo)nel giorno dello spareggiocon il Canicattini.

Gigi Rizzoripreso in una suaplastica parata.( foto di Carmelo Toscano)

On. Intrigliolo

Page 11: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

Settembre 2008 11

TANINO CARUSOIn un articolo a firma di Filadelfo

Messina (Espresso Sera), una dei mae-stri eccellenti del giornalismo locale, il gio-vane attaccante Caruso, virtuoso figliodel generoso vivaio leontino, veniva por-tato alla ribalta della cronaca sportivacon queste significative parole senzatempo: “Così Lentini sportiva, dopo gliindimenticabiliMaceri,Grimaldi, Pupillo,Pavone, Marino, Tarantino, Di Pietro eFerrante, continua a mettere sunuove leve del calcio che indub-biamente hanno onorato e onore-ranno la nostra città. E fra questi,Caruso occuperà un posto premi-nente nella graduatoria dei gio-vani destinati ai grossi cimentinazionali”.

Giancarlo Bartoletti, uno dei pro-tagonisti più valorosi della S.S.Leonzio, parlando di Tanino Caruso,così si esprimeva: “E’ una giovanepromessa che si farà strada.Possiedei numeri per diventare un elementodi primo piano”.

Ma cerchiamo di conoscere meglioquesta gloria del calcio lentinese,sempre nel cuore degli sportivi, cherisponde al nome di Tanino Caruso.

Il nostro campioncino inizia agiocare nella S. Cirino, squadraallievi dell’associazione cattolicaS.S.Trinità, “ fonte della quale l’a-mato Padre Giovanni Di Stefano -ricorda teneramente TaninoCaruso

- riuscì a raggruppare decine di ragazzia cui oltre allo svago diede a tutti loroimportanti insegnamenti, tesori di vita”.

Dal “ping-pong” della S. Cirino, il cuitavolo è ancora conservato in parrocchia,Tanino Caruso, grazie soprattutto ad AlfioCarrà, altra bandiera della sport leon-tino, all’età di 15 anni, arriva dritto drittonella S.S. Leonzio.

A soli 16 anni, infatti, disputa la sua primapartita sotto la guida di Giancarlo Bartoletti.

“Classe ed estro a 16 anni”, oppure“il purosangue lentinese”: queste furonole definizioni che uscirono dalla presti-giosa penna del giornalista sportivoFiladelfo Messina nei confronti di quelragazzino “bianconero” che con il suotalento calcistico incantava le platee sici-liane.

Ecco alcune occasioni importanti, maperdute, o mancate, intorno alla carrieradel Caruso:

• all’età di 17 anni fu richiesto dallaJuventus e dal Torino, ma l’affare non fuconcluso per le richieste molto alte dellaS.S.Leonzio;

• nel 1966 partecipa con il Livorno altorneo di Viareggio; anche in questo casola trattativa con il Livorno andò in fumo(allora per una differenza di 10 milioni);

• nel marzo del 1968 partecipa alTrofeo Zanetti, nel Friuli, con la SICILIA.

Il “purosangue lentinese”gioca fino al1976 in serie D con la Leonzio, mentrenell’anno 1977 passa col Carlentini vin-cendo il campionato dilettanti. Nel 1979Tanino Caruso mette la parola fine allasua più che dignitosa carriera calcistica.

In conclusione va rilevato che questidue gioielli del magnifico vivaio leontinodi quegli anni, cioè Gigi Rizzo e TaninoCaruso, anche se attraverso strade diversenon raggiunsero “l’olimpo” del calciogiocato, tuttavia sono sempre ricordati conammirazione e affetto dal mondo spor-tivo bianconero per quanto hanno saputodare all’interno del difficile palcoscenicodel calcio siciliano.

Campioni nello sport, dunque, maanche e soprattutto campioni nella vita.

Formazionedella Leonzioallenatadal misterBradaschia.Accosciato(il secondoda sinistra)è il nostroTaninoCaruso.

Formazione della Leonzio allenata dal famoso mister Prenna.Accosciato (il secondo da sinistra) è riconoscibile Tanino Caruso.

Il giovanissimo e promettentebianconero Tanino Caruso in unaclassica azione d’attacco.(Foto d’archivio)

Foto Lorelan

Page 12: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE 2008)

Il notaro Jacopo da Lentini

Editoriale

È fatta: arriva nelle edicole Leontìnoi

oggi, il tuo periodico a cadenza trime-

strale. Abbiamo scelto come testata, nella

terra dei Lestrigoni, l’antico nome greco

Leontìnoi. Segue le parola oggi per ricor-

dare a tutti che un presente con un pas-

sato così robusto ha sempre un domani.

In Leontìnoi, città del Leone, c’è l’accento

appositamente messo al posto giusto, al

fine di evitare inguaribili e imperdonabili

errori di pronuncia. Per il come volevasi

dimostrare, è sufficiente chiedere lumi

attraverso la verifica di un qualsiasi voca-

bolario greco. “Leontìnoi oggi” cederà il

passo a “Leontìnoi domani”, lungo l’iter

dell’assorbimento di due comuni in uno?

Un tanto futuro dovrebbe avere prima o

poi il suo cominciamento. Questa la scom-

messa. Nel primo numero troviamo un

servizio speciale sopra i santi martiri Alfio,

Filadelfo e Cirino, patroni di Lentini e,

speriamo, anche del nostro nuovo gior-

nale. Un posto importante nelle pagine di

Leontìnoi oggi occupa la grecità: a tal

riguardo come si fa a non parlare del

teatro greco di Leontìnoi? Una novità, che

ci rende orgogliosi, va sottolineata imme-

diatamente: accanto al periodico ci sarà,

molto spesso, uno sforzo editoriale non

indifferente che riguarda la pubblicazione

di un libro di cose siciliane. Questo nostro

giornale, Leontìnoi oggi, che costituisce,

in ogni edizione, un eccezionale docu-

mento storico, è gratis. Il libro, invece,

no. Il libro, che è nelle edicole in abbina-

mento al periodico Leontìnoi oggi, è in

vendita a richiesta degli interessati. Ad

inaugurare questo percorso culturale non

facile ma coraggioso ci penserà “ Jacopo

da Lentini” di Gianni Cannone, con la

prefazione del prof. Lino Centonze e con

la scheda del giornalista Saretto Leotta.

Ritornando al periodico, dobbiamo dire

che questo numero avrà anche il foglio dei

ricordi: oggi è il turno della Leonzio di

Proto promossa in serie C1. E la politica?

La politica sarà presente, di volta in volta,

con tutto lo spazio che merita. Chiudiamo

con un ricordo di inestimabile significato:

non è più con noi Pippo Centamore.

Quella telefonata, triste e straziante,

improvvisa e inaccettabile, di Salvatore

Martines alle ore 20 di giovedì 13 ottobre

2005, non la dimenticheremo mai. Con

la dipartita dolorosa dell’avv. Giuseppe

Centamore, la Città di Lentini, che lo ha

visto per tanti anni protagonista esem-

plare della cultura della legalità come

segretario comunale, perde uno dei suoi

figli migliori. Ai familiari il cordoglio più

sentito di Leontìnoi oggi.

Testimonianze da Plutarco agli storici locali

Il Teatro Grecodi Leontìnoi

CULTURA - POLITICA - STORIA LO

CALE - ATTUALITÀ - SPORT Anno I - n. 1 Dic

embre 2005

“Giro santo” di autori “santalfini”:

Turi Vasile, Giuseppe La Pira, Elio Cardillo,

Giovanni Coniglione, Guglielmo Tocco,

Francesco Valenti e Michelangelo Cassarino

Viva Sant’Alfio

Prefazione di Lino Centonze

Scheda di Saretto Leotta

Arriva nelle edicole “Jacopo da Lent

ini”

il libro di GianniCannone

In questo numero, “Leontìnoi oggi” pubblica

l’eccezionale intervista del giornalista lentinese

al prof. Salvatore Ciancio

su “Il Giornale dell’Isola”, anno 1952

Omaggio a FiladelfoMessina

Nello Neri, sindaco della città di Lentini;

Giuseppe Castania,

sindaco del comune di Francofonte;

Sergio Monaco, sindaco di Carlentini

I tre primi cittadini del “Lentinese”

Buon Natale e Felice Anno ai Lettori

N. Neri

Ciancio

Messina

G. CastaniaS. Monaco

pagina 6-7

pagina 5

pagina 4

pagina 8

pagina 2

Foto della Festa di S. Alfio

(dono di Emilio Mirisola)

Enzo Ferraro

Letteraal Direttore

,

le scrivoperché, data

la mia età, la mia espe-

rienzadivitaeconoscenza

della Storia, sento l’urgenza

di esternarLe alcune mie rifles-

sioni circa le contingenze storicheche stiam

o

vivendo inquesti ultimi tempi in cui, credo,

che lamaggior parte degli Italiani, di buon

senso, non si riconosca più. Una cosa è

certa,me lo lasci dire, la vecchia classe poli-

tica, quella che diede origine alla prima ed

alla seconda Repubblica, nonostante tutti

i difetti e tutte le ombre, seppe far cresce

re

e sviluppare l’Italia,facendola assurgere

al

rango di potenza economica e facendole

meritare il rispetto e la stima di gran parte

delle altre Nazioni, tanto da far nominare

uno dei suoi Figli più insigni ed illuminati,

edoggidimenticati, il Sen.AmintoreFanfani,

a Presidente dell’Assemblea dell’ONU.

E come non ricordare le altrettante

insigni figure diNenni, Saragat, DeGaspe

ri,

Pertini,Moro, Berlinguer, Einaudi, Togliatti,

Andreatti, La Malfa ecc., uomini di schie-

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Anno II - n. 2 Giugno 2006

allorquando finirà di essere solo“proposta”,

diventerà “il principio”

della riunificazionetra Lentini e Carlen

tini

Il Parco Archeologico,

Il capolavoro di Ettore Giannini,premiato a Cannes nel 1954,

è considerato fino ad oggi il film musicale italiano

più bello di tutti i tempi

Festa grande per “Carosello Napolet

ano”

che ha compiutoi 50 anni di vita

� Il ritorno a casa dello scrittore lentinese prof. SantoMilitti

� La leggenda del “Lacus Herculeus” di Ettore

Ferrari

pagina 5

pagina 4

Al teatro comunale“Carlo Lo Presti” (

ex Odeon),

presentato con successo

il “San Giovanni Decollato” di Nino M

artoglio

pagina 3

Funerali solenniper Luigi Brigant

i,

Medaglia d’Oro al Valor Militare

della Resistenza��

pagine 6-7

pagina 8

C’era una volta allostadio comunale di Lentini

l’impianto d’illuminazione...

Carlo Lo Presti visto da Manuela Amore

VOGLIA DI LEONTÌNOI

pagina 2

pagina 12

Santo Militti

Sophia Loren e Giacomo Rondinel

la in “Carosello Napoletano”

Luigi Briganti

Manuela Amore

(continua in ultima pagina)Giovanni Coniglio

ne

La questione

territorialedi Gianni Cannon

e

Così veniva presentata la

Sicilia attraverso un canto anonimo del

quattordicesimo secolo. Così vogliamo ini-

ziare a descrivere il crepuscolo irreversi-

bile di Lentini e delsuo territorio, paraf

ra-

sando a piene mani l’antico detto popo-

lare. Lentini è da lungo tempo in caduta

libera.Nessunopuò farci ni

ente senon si riparte

una buona volta dalla cultura e dalla stor

ia,

se non si riparte, cioè, dal recupero di una

carta d’identità legata al glorioso passato.

Tutti sappiamo che gli elementi costitu-

tivi di “un’entità vera, autonoma e libera”

sono tre: territorio, sovranità e popolo.

Non c’è cosa che tenga allorquandonon

vengono ad essere tutelati questi principi

fondamentali e sacri del vivere civile. A

Lentini, via via, lentamente, silenziosa-

mente, drammaticamente, sta per com-

piersi l’assurdo: èsempre più visibile la

(continua in ultima pagina)

Lentini Lentini:Alfio Mangiameli

SindacoUna falla mortificante:

nessuna donna

al Consiglio Comunale

Il ballottaggio del 25e 26 giugno 2006

ha deciso, a Lentini, senza se e senzam

a:

ALFIOMANGIAMELI con 7290 voti vince;

NELLO NERI con 5540 voti perde.

Passato, come vuole la tradizione, il

periodo della luna di miele, il nuovo sin-

daco di Lentini, Alfio Mangiameli, giova-

nissimo, ma con sulle spalle un passato

politico importante come consigliere pro-

vinciale di Siracusa,uscito vittorioso dal

le

ultime elezioni comunali, si appresta a

governare la Città di Lentini, con la dili-

genza e l’intelligenza del buon padre di

famiglia. Tutto qui.

E non è poco, con i tempi che corrono!

In questo sforzo non facile, con il con-

certo di una maggioranza, che principal-

mente si regge sul binomio vincente

“Margherita e DS”, è stata formata una

giunta, altamente qualificata, soprattutto

per le forti personalità che la compon-

gono: Armando Rossetto, Filippo Motta,

Cirino Cillepi, Silvio Pellico, Pippo Vinci

e Roberta Fonte.

Come dire: l’uomo giusto al posto

giusto, soprattutto per quanto riguarda i

l

ruolo e le competenze.

Anche se una rondine non fa prima-

vera, tuttavia la presenza di una donna i

n

giunta è di ottimo auspicio. Chi vivrà

vedrà. Intanto il Consiglio Comunale,

appena eletto, è così composto:

Salvatore Di Mari, che ricopre anche

la carica di Presidente del ConsiglioCivic

o,

SalvatoreBarretta, RosarioVacanti,Marcell

o

Iaca, Carlo Vasile, VincenzoCrisci, Ange

lo

Maenza, Angelo Di Giorgio, Filadelfo

Tocco,Giuseppe Innocenti,GuidoMirisol

a,

Marcello Cormaci, Filadelfo Sferruzzo,

Benedetto Fisicaro, Biagio Portal,Massimo

Commendatore, AlfioMangiameli senior,

Vincenzo Vinci, UgoMazzilli, Ciro Greco.

Qui la falla è troppogrande. E si vede!

Nessuna donna consigliere comunale di

Lentini!Una vergogna acce

ttata ormai senza

vergognadaparte ditutte le forze politich

e

della città.A quando un vero salto di qualità?

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Anno II - n. 3 Settembre 2006

Antonello Da Messina

Annunciata, Palermo

Galleria Nazionaledella Sicilia di Palaz

zo Abatellis

Villa “Gorgia”pagina 4

Gli articoli a firma dello scrittore S

anto MilittiSebastiano Addam

o

Annunciata, Palermo (particolare)

Parliamo di Sebastiano Addamo

“scrittore colto e raffinato”

di Gianni Cannone

� La dedica ai compagni comunisti

� L’amicizia con Leonardo Sciascia pagina 3

pagina 10

Dopo lo speciale su “Carosello Napoletano”

Il Grazie di Giacomo Rondinella

pagina 5Giacomo Rondine

lla

Lentini, città di Carlo Quinto

A Carlentini, la “Porta di Lentini”

resta la più significativa

pagine 6 e 7La “Porta di Lentini”: tentativo di r

ifacimento,

“retorico” ma “urbano”,

delle cosiddette mura spagnole (Foto

Luigi Lo Re - Lentini)

Muore il partigiano Turi Lazzara,

famoso avvocatodel “caso Gallo”

Cittadinanza onoraria di Settimo Torinese:

la tenera testimonianza dell’avv. Giacomo Capizzi,

a quel tempo sindaco di Lentini

pagine 8 e 9

7, 8 e 9 Luglio 2006

La Parrocchia di “Santa Tecla”

di Carlentini in pellegrinaggio

a San Giovanni Rotondo

pagine 2

Turi Lazzara

Dipinto di Franco Condorelli

Tavola rotonda

apertaÈ una questione se

ria. È giunto il

momento topico perchè le due comu-

nità, Lentini e Carlentini, responsab

il-

mente e copiosamente, parlino lo stess

o

linguaggio, per quanto riguarda la tem

a-

tica della riunificazione territoriale.

Il problema, oggi più chemai, èmolto

presente e assai visibile. A nessuno, orma

i,

sfugge il fatto, culturale e storico, di cos

a

vuol dire il ritorno acasa dell’antico nom

e

greco, Leontìnoi, come simbolo altamente

unificante. Si è, da più parti, consapevol

i,

e non solo a parole,di cosa possono sign

i-

ficare e politicamente e socialmente ed

economicamente le “certezze lungim

i-

ranti” versouna solacittà, Leontìnoi, ripo

r-

tando laboriosamente inessere, così

facendo, un territorio coeso, dotato di

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Anno II - n. 4 Dicembre 2006

Il ciclone Alfio Antico si abbatte

su “Villa Gorgia”

23 Settembre: TrionfaGiovanni Di Maur

o

con il balletto “Lamaschera di Pulci

nella”

pagina 3

Settembre Leontino - anno 2006

Un futuro oltre

i confiniLa questione territo

riale

fra Lentinie Carlentini

di Enzo Pupillo*

Un famosodettoorien-

tale recita: quando il dito indica la luna,

lo stolto osserva il dito e il saggio la luna.

Da tempo si sottolinea che i nostri comu

ni

dispongonodi insufficienti risorse uman

e,

strumentali e finanziarie per fronteggiar

e

le esigenze delle comunità e, a intermi

t-

tenza, si individuanell’aggregazione

e

nell’associazione fraenti locali la risposta

migliore a questa difficoltà.Quando, per

ò,

dal ragionamentogenerale sipassa alle realt

à

concrete di Lentini eCarlentini sopraggiun

-

gono valutazioni culturali e propension

i

campanilistiche cheostacolano e, spesso

,

impediscono lo svilupparsi di riflession

i

(continua a pag. 11)Nota editoriale

TuriDi Pietro

Giovanni Di Mauro

Alfio Antico

Parliamo di Turi Di Pietro

ex campione del calcio leontino

pagina 9

pagina 10

Pippo Centamore adun anno dalla scomp

arsa

di Giacomo Capizzi

� L’aula del Consiglio Comunale può essere intestata

all’ex segretario generale?pagina 4

Venerdì 27 Ottobre 2006

Inaugurati l’Hospice e la Torre C

del presidio ospedaliero “Garibald

i-Nesima”pagina 6

22 luglio 2006: evento storico all’Univ

ersità di Catania

Le sorelle Ferraro diventano dottoresse

Le due lauree nello stesso giorno in cui il papà,

Filadelfo Ferraro, faceva il compleanno

pagina 5

Giuseppe Navarria

Questione “Biviere di Lentini”

Arriva il Duce Benito Mussolini

pagina 7

Ettore Ferrari

�Proficuo attivismodi Salvatore Odd

o

Presidente della 7ª commissione con

siliare alla Provincia

�Sempre venerata “Madonna del Castello”

dalla tradizione popolare lentinese pagina 2

Dipinto di Franco Condorelli

(continua a pag. 12)

VITTORINI: Il realismo magico

di Santo Militti

Scritto dedicato a Sebastiano Addamo e agli alunni

del Liceo “Vittorini” di Lentini pagina 8

Dipinto di RenatoGuttuso

Foto di Raffaele Iannitto

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Anno III - n. 1 Marzo 2007

ValentinaChiarenza

7 Febbraio 2006

Nello Ragazzi

Parliamo di Nello Ragazzi

professore di tedesco per antonomasi

apagina 4

Delfo Innao

Delfo Innao, pittore lentinese

ancora tutto da scoprire

pagina 5

L’uranio impoverito

Conferenza del dott.Insirello sotto l’egid

a del Comune di Lentini

di Salvatore Oddo

Valentina Chiarenza,giovane ricercatrice,

fiore all’occhiello della Città di Lentini

di Nino Mazzone

pagina 8

Il quadro di S. Cristoforo di Lentin

i,

in ceramica caltagironese,

gioiello culturale

del XVIII secolo d.C. pagina 12

In edicola “Poesie e racconti brevi”

di Giovanni Coniglione di Aldo Failla

Edizione “Leontìnoi oggi”

pagina 11

Giovanni Coniglione

Dipinto di Franco Condorelli

Marcello Inserrapresenta “Lumina

ria”

con Antonio Moncada,Stefano Maltese, Gi

useppe Guarrella

di Alfio Sgalambro

Jazz... e altro - Musica oltre i confini

Liriche senza tempo con i poeti

Armando Bosco, Giuseppe Vinci, Santo Militti, Katia Cava

pagina 6

Una buonalettura per la

Santa Pasqua

Stiamo parlando del libro di Giovanni

Coniglione “Poesiee racconti brevi”,

edizione “Leontìnoi oggi”, marzo 2007.

Prima viene il poeta con 27 poesie in

lingua italiana e conil resto in dialetto sici-

liano: 80 in tutto.

E proprio in dialetto siciliano Giovanni

Coniglione, nel 1989, vince il premio “Città

di Noto” mediante un componimento for-

temente emblematico: “MAFIA”.

Il nuovo “DIARIO” di Siracusa registra,

per l’occasione, un tantomomento culturale,

certamente di assoluto rilievo regionale,

proponendo una bella terza pagina avente

la seguente data diriferimento: 13 maggio

1989.Un documento importante e raro che

“Leontìnoi oggi” inserisce, giustamente,

nella suddetta pubblicazione quale omaggio

doveroso ai meriti del Nostro.

Fra le 80 poesie in passerella non poteva

non esserci, naturalmente, “MAFIA”.

Questa “MAFIA”, secondo la versione del

Coniglione, “è’namala chiantamaliritta”.

Giovanni Coniglione ha composto anche

una poesia di notevole valenza storico-let-

teraria sul primo poeta italiano in lingua

volgare, Jacopo da Lentini. Il sonettodel

Coniglione, dal titolo Illustre Giacomo, fa

parte integrantedell’operadiGianniCanno

ne,

“Jacopo da Lentini –Il siciliano che inven

il sonetto”, edizione“Leontìnoi oggi”, an

no

2005.Quella di Giovanni C

oniglione è una vera

e propria dedica al Notaro Jacopoda Len

tini.

Apriamo l’uscio attraverso la visione della

prima delle due terzine:

D’Italia un sol parlar, sognavi

cercando, nel contempo, l’Imperator servire

e nuove strade, colTuo sonetto aprivi.

E poi, a sorpresa, arriva l’autore di due

racconti brevi dal sapore prevalentemente

autobiografico:

La zia Peppina e Larapina.

La prefazione al libro di Giovanni

Coniglione è stata curata dal Prof. Salva

tore

Caponetto, mentre appartiene all’Avv. Aldo

Failla la relativa scheda biografica.

I disegni originali eben motivati sono

opera del maestro Alfio Russo.

Il volume del Coniglione si intitola,

dunque, “Poesie eracconti brevi”, na

sce

come supplemento al numero uno, anno

terzo, di “Leontìnoioggi” e rientra nei p

iani

editoriali dello stesso periodico, all’inte

rno

della collana di “cose siciliane” diretta

dal

giornalista scrittoreGianni Cannone.

Nota editoriale

pagina 3

Marcello Inserrapagina 7

22 febbraio 1981

Concerto del tenore Giuseppe Di Ste

fano

e cittadinanza onoraria di Lentini

di Valter Buzzonipagina 9-10

Vicende storiche della Banda Musicale di Lentini

di Valter Buzzoni

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Anno III - n. 2 Giugno 2007

pagina 12

La nascita di Carlentini di Ettore Ferrari

pagina 3

Lions Club Lentini, 2007 - Pippo Zarbano presidente pagina 9

Quelli che il calcio... anche a Lentini

pagina 3

Enzo Ferraro

pagina 4-5

Dipinto di Franco Condorelli

C’era una volta

Xirumidi Giacomo Capizzi

Un nome da favola, un

posto da favola, collocato,

su un'altura che a Nord si affaccia sulla pian

a di

Catania, ex Campi Lestrigoni, con la maestosità

dell'Etna di fronte ed a Sud sulle placide acque

del lago di Lentini, perennemente immobile nel-

l'attesa che prima o poi qualche cosa accada.

QuestoeraXirumi fino aqualche annoadd

ietro;

una contrada dell'agro leontino sfuggito

allo spo-

glio del territorio che in epoche più o meno

recenti la città ha subito ad opera della vicina e

più grande Catania e della contigua ma più pic-

cola Carlentini.

Ma nel primo caso occorreva cedere alla neces-

sità della grande città e nel secondo al bisogno

di territorio di unapiccola comunità in crescita.

Il risultatoè statocheconqualche trattodim

atita,

tracciato più o meno a caso, una larga fetta di

quello che era l'agroleontino oggi è terr

itorio di

altri comuni.Ma torniamo a Xirumi, almeno per la parte

che ancora oggi residua nel territorio l

entinese.

Pochi conoscevanoquesta contrada, co

sì come

pochi ne avevano sentito parlare. Poi d'improv-

viso arriva la notorietà assieme al dibattito in con-

siglio comunale circa l'opportunitàdi interes-

sare il luogo ad unavariante al PRG per consen-

tire la costruzione di un villaggio residenziale.

La richiesta pare siastata avanzata dagli

ame-

ricani della base di Sigonella che avrebbero la

necessità di un insediamento per i loro militari,

con rispettive famiglie. Sulla vicendasi accende

in città una fitta discussione tra favorevo

li e con-

trari, ma alla fine il Consiglio approva.

Viene di fatto dato il via libera alla predispo-

sizione delle procedure per approvare, in

variante

al PRG, l'insediamento residenziale di Xirumi,

con la previsione di unvillaggio turistico.

Ma la discussione continua ed aun certo

punto

l'eco diventa talmente forte che arrivaalle attente

orecchie delle "Jene", il gruppo di cronisti d'as-

salto che, per conto della televisione, intercet-

tano le notizie più interessanti ed inmaniera sati-

rica le trattano in video una volta la settimana.

Così le "Jene" si presentano dal Sindaco di

Lentini al quale chiedere lumi. Il Sindaco risponde

che il territorio di chetrattasi era stato chie

sto dagli

americani.Tutto poteva conclu

dersi così, ma quelle irri-

guardose "Jene" si sono presentate davanti al

comandante della base americana di Sigonella

per chiedere spiegazioni ottenendone come

risposta una seccasmentita. Gli americani sta-

vanoper avere concesso in territorio unab

asemili-

tare a loro insaputa. Qui chiaramente la vicenda

assume i toni del grottesco e ci spinge a scrive

re

questa breve nota acommento di quanti anco

ra

si chiedono in città.

Ma se gli americani non hannomai chiesto di

costruire una basea Xirumi a chi altri è venuto

in mente la geniale idea. E se..., e se..., e se...

Tutto ciò cui prodest?

Noi che siamo inguaribili cultoridi favole cre-

diamo che tutto sia nato dal nome da favola del

posto. C'era una volta Xirumi.

Catania - 27 Aprile 2007

Laurea in matematica

per Roberto Lo Repagina 9

Lentini: Aprile 1984

Nascono i devotispingitori

di Nino Mazzone

di Delfo Costantino

pagina 8

Lentini, Piazza del Popolo: 27 Marzo 2007

Monumento a Emanuele Ferrarodi Alberto Coniglione

pagina 9

Lentini, 30 Aprile 2007

Ricordo di Giovanni Di Grande

pagina 2

Intensa attività culturale

presso l’Istituto “Moncada”

del preside PippoCosentino

Servizio di Cinzia Anzalonepagina 10-11

Anno 1964 - Teatro Greco

Presente il capo dello Stato Antonio Segni

A Siracusa con Carlo Lo Presti

Inviato speciale de“Il Dramma” pagina 6-7

Al comunale “Carlo Lo Presti”

“Miseria e Nobiltà” tra applausi e risat

e

SpecialeScuola

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Anno III - n. 3 Settembre 2007

Quando la classe non è acqua: 1993-2

007di Santo Militti

Dipinto di Franco Condorelli

di Maria Marino

Conversazione democratica

sulla questione territoriale

tra Lentini e Carlentini

L ’anno 1996, il giorno 14 del mese

di novembre, l’amministrazione

comunale pro tempore veniva convocat

a

con il seguenteordinedelgiorno:

Un tema questo sempre di scottante

attualità.Dobbiamo dire, ad

onor del vero, che

già nel 1993, era sorto il movimento cu

l-

turale “Città di Leontìnoi” che proponev

a

lo stesso argomento, cioè la riunificazion

e

territoriale di Lentini e di Carlentini, sott

o

il nome greco di Leontìnoi.

Per non dimenticare, poi, la recente

nascita del periodico “Leontìnoi oggi

avente come tematica fondamentale laqu

e-

stione territoriale tra Lentini e Carlentin

i.

EnzoPupillo,presidentedelGalLeontìnoi,

in un suo interessante articolo pubblicat

o

su “Leontìnoi oggi”, nel dicembre 2006

,

detta i tempi sui vantaggi palpabili der

i-

vanti dalla fusione di due comuni in uno

con una popolazione di 50 mila abitanti

.

Si cerca undibattitostorico, culturale e

politicodovenonunprefabbricatoodioso

campanilismodeveesserci inprimapagin

a,

ma il futurodi un territorio legato alla gre

-

cità che non può andare lontano se con

-

tinua a essere vittima della rocambolesc

a

e pazzesca divisioneborbonica.

Mentre aCarlentini si sa benissimocosa

la comunità carlentinese ha guadagnat

o

all’attodella spoliazionedel territorio leon

-

tino, a Lentini raramente si fanno sforzi

seri e compiuti persapere e per capire

,

innanzi tutto, tutta la verità vera in ordin

e

a quello che è statoperduto, tolto e ma

l-

tolto.Possiamodire, dunq

ue, che tutte le ini-

ziative, fatte fino adoggi, solo a livello cul

-

tural - retorico, sembrano delle incom-

piute…ma non troppo.

Sull’ex - territorio di Lentini da parte

dei due Comuni interessati occorrono

scelte condivise e responsabili ai fini d

i

una ineluttabile riunificazione pacifica,

a

prescindere delle vigenti possibilità pol

i-

tiche e legislative dell’azione referendari

a,

sempre dietro l’angolo.

Antico lavatoio comunale in fiamme

di Valter Buzzoni

Università di Catania: 2 luglio 2007

Una bella pagina di storia sportiva cit

tadina

di Ferdinando Leonzio

di Gianni Cannone

Lions Club International:Prestigioso riconosciment

o a Giacomo Capizzi

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Anno III - n. 4 Dicembre 2007

Rubrica di indovinelli siciliani di Liliana Fai

lla

Servizio di Ferdinando Leonzio

ARANCE E LETTERATURA: le interpret

azioni di Antonio Aniante

La storia di un primato che non c’è più

Luglio 2007 - Università di Catania

Dipinto di Franco Condorelli

Lunedì, 10 dicembre 2007 - Chiesa Ma

dre ex cattedrale di Lentini

� Come eravamo e come siamo

� A proposito del palazzo “ex Upim”

di Ettore Ferrari

In una rivista come Leontìnoi

oggi

che, per meritoria scelta del suo

direttore, lo scrittore Gianni

Cannone, si propone di rinverdire le

radici storiche dellanostra Città,

quelle radici, cioè,che tanto hanno

contribuito alla formazione sia della

nostra personalità individuale sia

dell’identità collettiva leontina, non

poteva mancare una panoramica del

mondo cristiano evangelico locale.

Si tratta, infatti, di una realtà che

coinvolge circa duemila persone e

che ha inciso notevolmente nel

nostro tessuto civilenon solo sotto il

profilo religioso, ma anche sotto

quello culturale e sotto quello

politico.

La presenza evangelica in città è stata

importante culturalmente perché la

dottrina protestante del “libero

esame” e quindi lalettura diretta del

Testo Sacro nella lingua nazionale

presupponevano una lotta serrata

contro l’analfabetismo che, com’è

noto, ha costituitoper tanto tempo

una brutta piaga della nostra società;

lo è stata anche politicamente perché

la struttura democratica delle

assemblee evangeliche, pur con le

diversificazioni fra le varie comunità,

ha tenuto in vita un’isola di

democrazia nel periodo della

dittatura ed ha sempre abituato gli

aderenti al libero confronto, nella

tolleranza e nel rispetto reciproco,

senza nulla togliereai valori della

loro fede.

PREMIOCOPERTINA

“Leontìnoi oggi”2008

Un successo di Nello La Fata

e del giornalismo leontino

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Anno IV - n. 2 Giugno 2008

di Delfo Scammacca

Dipinto di Franco Condorelli

Servizio di Ferdinando Leonzio

Tutta la cronistoria a firma dell’architetto Pippo Lundari

Al comunale “Carlo Lo Presti” (ex Odeon) - aprile 2008

con Enzo Ferraro

attore e regista di gran classe

Aproposito delle

13 storie leontine

di Ferdinando Leonzio, edito per i tipi

della APE, nonpossiamo esimerci dal con

-

testare un passo della intervista che l'au

-

tore fa conElioMagnanoper ristabilire co

n

la storia un rapporto di verità che in tal

e

intervista sembra essere stato smarrito.

Dice Elio Magnano che il NUPRAL,

società che produceva e commercializ

-

zava agrumi, lasciòLentini ai primi ann

i

ottanta e, cioè, avvenne quando la pub

-

blica amministrazione era retta da una

coalizione di centro-sinistra capeggia

ta

dal sottoscritto. Fin qui la storia. Aggiunge

,

poi, Magnano che “si accusò l'ammini-

strazione comunaledi non avere saputo

impedire il trasferimento di quell'impor

-

tante struttura commerciale, che deter

-

minò una perdita significativa di posti d

i

lavoro”. E qui la storia si confonde con

l'immaginazione specie quando si legg

e

tra le righe che “la perdita significativa d

i

posti di lavoro” debba essere attribui

ta

all'amministrazione, che allora reggeva

il

Comune, che non avrebbe saputo “imp

e-

dire il trasferimentodelNUPRALda Lentin

i

a Catania”.

Chi conosce la storiaben ricorderà che

gli inizi degli anni ottanta furono segna

ti

da una grave crisi agrumicola che era l

'i-

nizio della fine del settore produttivo ch

e

incominciava il suodeclino irreversibile

.

Davanti a tale prospettiva di disastropaven

-

tato solo i sindacati non capirono che non

era il caso di tirare troppo la corda con

la

controparte datoriale, che non era più i

n

grado non solo di aumentare i salari, m

a

nemmenodimanteneregli stessi livelli occ

u-

pazionali di una volta. Proprio per trat-

tarediquesti caldissimi temi si tennero inter

-

minabili riunioni diurne e notturne tra

il

Sindaco, i sindacati degli agrumicolto

ri

ed il Nupral, senza che si potesse giunge

re

ad una soluzione concordata.

A condurre quella estenuante tratta-

tiva si trovò proprioil Sindaco del tempo

,

Lentini e Carlentini matrimonio possibile?

di Giuseppe Battiato

di Gianni Failla

2005-2008Tutte le copertine

di