Leif Ove Andsnes - Società del Quartetto di Milano...“carillon sul punto di fermarsi, quasi...

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STAGIONE 2017 | 18 martedì 28 novembre 2017 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO © Chris Aadland Leif Ove Andsnes PIANOFORTE

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STAGIONE 2017 | 18 martedì 28 novembre 2017 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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Leif Ove AndsnesPIANOFORTE

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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

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Di turno

Maria Majno Lodovico Barassi

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Jean Sibelius (Hämeenlinna 1865 - Järvenpää 1957)

Björken op. 75 n. 4 (ca. 2’)Impromptu op. 97 n. 5 (ca. 3’) Rondino II op. 68 n. 2 (ca. 3’) Der Hirt op. 58 n. 4 (ca. 3’) Romance op. 24 n. 9 (ca. 4’)

Jörg Widmann (Monaco di Baviera 1973)

Idyll und Abgrund, Sechs Schubert-Reminiszenzen

für Klavier (ca. 13’)

Franz Schubert (Vienna 1797 - 1828)

Tre Klavierstücke D 946 (ca. 26’)I. Allegro assai II. Allegretto III. Allegro

Intervallo

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sonata n. 17 in re minore op. 31 n. 2 “La Tempesta” (ca. 22’)I. Allegro vivace II. Adagio grazioso III. Rondò. Allegretto

Fryderyk Chopin (Zelazowa Wola 1810 - Parigi 1849)

Notturno in si maggiore op. 62 n. 1 (ca. 7’)Ballata n. 4 in fa minore op. 52 (ca. 11’)

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Ad accomunare diversi brani inclusi nel programma, scritti in periodi fra loro tanto lontani, è la loro associazione con immagini o con forme musicali, come il notturno, in funzione evocativa, più che descrittiva. Paesaggi nordici, tempeste, abisso: immagini come piccole finestre aperte sul senso che il compositore vuole comunicare ad altri, o sul senso che la musica ha assunto, a posteriori, per il musicista stesso, o assumerà per chi ascolta. Senso che resta comunque avvolto nell’indeterminatezza se è vero, come ha sostenuto il filosofo e musicologo Vladimir Jankélévitch, che la musica, regno dell’ineffabile e dell’ambiguo, “significa qualcosa sempre in generale, senza voler dire mai niente in particolare”. Suggestioni rivolte alla sensibilità individuale, che possono fornire una chiave di lettura ma senza razionalizzare appieno il mistero di ciò che l’esperienza musicale rappresenta per ciascuno di noi.

Jean Sibelius scrisse per il pianoforte fra il 1887 e il 1929, malgrado lo strumento non fosse proprio il suo favorito, visto che il suo primo amore fu il violino ed egli stesso si definiva un “uomo da orchestra”. Eppure i pezzi pianistici superano il centinaio, spesso organizzati in piccole raccolte; di breve durata, sebbene non certo aforistici, portano suggestivi titoli, come Rêverie, Campanula, Chant du soir. L’ordine in cui sono presentate le pagine in programma va in direzione quasi

esattamente inversa rispetto all’asse storico-temporale: l’op. 97 è la più recente (1920), mentre datano tra il 1895 e il 1903 i Dieci pezzi op. 24, da

Stati d’animo

Nell’essenzialità e semplicità del loro linguaggio, i cinque pezzi evidenziano il temperamento poetico di Sibelius

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cui è tratta la Romanza n. 9. È un arco grosso modo ventennale durante il quale il compositore finlandese, conosciuto soprattutto per le sinfonie e i poemi sinfonici, continua a perseguire la ricerca di uno stile personale, sospeso fra l’omaggio alla tradizione tedesca e un’espressione, talora di tono epico, modellata sulla propria attitudine contemplativa. Nota è la sua visione panteistica, esplicitata in opere come Tapiola del 1926, il cui cuore pulsante è la natura: in questa luce si può leggere Björken (La betulla), tratto da Cinq Morceaux op. 75, ciclo dedicato alla famiglia degli alberi e composto nel 1914. Promette atmosfere bucoliche il titolo dell’op. 58 n. 4, Der Hirt (Il pastore), 1909. Nell’essenzialità e semplicità del loro linguaggio, i cinque pezzi evidenziano il temperamento poetico dell’autore. Come ha ricordato la nipote di Sibelius, Satu Jalas, durante un convegno a Parma organizzato per i 150 anni dalla nascita del nonno, l’importanza di questo repertorio risiede nel fatto che le opere di breve respiro fornirono al musicista materia e ispirazione per i grandi lavori orchestrali.

“Davanti alla musica di Schubert le lacrime sgorgano dagli occhi senza prima interrogare l’anima e in questo modo, letteralmente e realmente, la sua musica ci compenetra.” È richiamandosi a una frase di Adorno che Jörg Widmann, clarinettista e direttore d’orchestra bavarese (nato il 9 giugno del 1973), spiega quest’opera del 2009, Idyll und Abgrund, Sechs Schubert-Reminiszenzen für Klavier (“Idillio e Abisso, sei reminiscenze schubertiane per pianoforte”), dedicata al grande viennese. Le reminiscenze costituiscono il tentativo di catturare, con un linguaggio personale, il “volo costantemente precario” fra Cielo e Inferno, fra Paradiso e oscure profondità dell’ansia: “tra l’idillio e l’abisso”, si legge

nell’introduzione alla partitura. Nella galassia degli stili compositivi contemporanei, Widmann è un musicista che non lascia nulla al caso: la partitura è notata nei minimi dettagli. La durata prescritta dei sei pezzi è di 13 minuti esatti. Molti gli spunti evocativi disseminati fra le pagine: l’interprete deve sforzarsi di rendere, a suo modo, immagini come “wie ein Vogel/like a bird” (come un uccello); “mit plötzlich manisch-besessenem Ausdruck/with a sudden manic-obsessive expression” (con un’improvvisa espressione maniaco-ossessiva). Le quattordici battute di cui consta il numero III sono da eseguirsi alla maniera di un “carillon sul punto di fermarsi, quasi ninna-nanna, con molta irregolarità,

Nella galassia degli stili compositivi contemporanei, Widmann è un musicista che non lascia nulla al caso

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molto lentamente, destra e sinistra mai completamente sovrapposte”. Malgrado la cura posta nel fissarlo sulla carta, quali trasformazioni subirà il fragile materiale musicale, nel passaggio dalla mente del compositore alla mano dell’interprete, fino all’orecchio dell’ascoltatore?

Ancora Schubert, questa volta il vero: i Drei Klavierstücke in mi bemolle minore, mi bemolle maggiore, do maggiore, devono il loro titolo all’editore (furono pubblicati da Rieter-Biedermann, di Winterthur, nel 1868) e vennero composti nel maggio 1828, sei mesi prima della sua morte. Pare che Schubert – scrive Piero Rattalino – intendesse completare la raccolta con un quarto pezzo, ed intitolarla 4 Impromptus,

come l’op. 90 e l’op. 142. La produzione pianistica di Schubert riflette, da un lato, un aspetto ancora preponderante della vita viennese dell’epoca – le serate-concerto nei salotti borghesi – e in effetti una gran parte è costituita da danze. I brani per pianoforte degli ultimi anni includono, tra gli altri, gli otto Improvvisi e i sei Moments Musicaux: anche quest’ultimo titolo venne dato nel 1828 dall’editore, Leidesdorf, e non da Schubert. Le forme più piccole, forse le più congeniali all’autore della Winterreise, esaltano il magistrale talento del compositore nel dare rilievo a singole immagini musicali, secondo un procedere che è stato descritto come errabondo, privo di logica consequenzialità: assimilabile, piuttosto, al processo associativo della poesia; possiamo considerare le pagine in programma prototipi della letteratura pianistica propriamente romantica, in virtù del loro carattere libero ed espressivo, svincolato dalle costrizioni della forma-sonata. Alcuni critici considerano di qualità inferiore i tre Klavierstücke, rispetto alle altre pagine pianistiche ma la loro continuata presenza nelle sale da concerto e l’interesse dei massimi interpreti sono una sfida aperta a tale ipotesi.

Fra le più eseguite e studiate, l’op. 31 n. 2 “La Tempesta” è una delle poche Sonate per pianoforte di Beethoven senza un dedicatario, assenza congruente con le circostanze in cui questo lavoro vide la luce, prima fra tutte un acuto senso di isolamento: siamo nel 1802, Beethoven ha da poco preso atto che la sua sordità è incurabile; proprio all’ottobre di quell’anno risale quella drammatica confessione nota come “Testamento di Heiligenstadt”. È un momento di fervore produttivo e slancio inventivo, foriero di un linguaggio rinnovato: la Terza Sinfonia

Le forme più piccole esaltano il magistrale talento di Schubert nel dar rilievo a singole immagini musicali

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“Eroica” sarà composta l’anno seguente. Il perché di un appellativo ormai indelebile è raccontato da Anton Schindler, amico di Beethoven. Avendo chiesto di spiegargli il significato del pezzo, Schindler ne avrebbe ottenuto questa risposta: “Leggete la Tempesta di Shakespeare”. In re minore il primo dei tre movimenti: per Giorgio Pestelli l’uso di questa tonalità deriva dal concerto per pianoforte K 466 di Mozart, scosso

da “tempestose irruenze”. La Sonata presenta caratteri di radicale sperimentazione, con il celebre incipit che nello spazio di poche battute comprime due idee antitetiche, all’insegna di un’accesa dialettica: un arpeggio lento, declamato, improvvisamente seguito dalle rapide e nitide figurazioni dell’Allegro. Beethoven raffigura in questo modo l’idea dello scaturire della musica dal nulla: concetto inaudito per il pubblico coevo - avvezzo all’esposizione di un tema - e vero colpo di genio. Lo dimostra l’“esperimento” suggerito da August Halm, cioè iniziare l’esecuzione dalla battuta 21, ottenendone un effetto di sconcertante banalità, con senso e forma del tutto distrutti.

Tocca a Chopin chiudere la serata. I due brani sono rappresentativi dell’ultimo stile del musicista polacco, vissuto per quasi metà della sua breve vita a Parigi, dove morì il 17 ottobre 1849. I musicologi collocano nei primi anni del decennio che precede la sua morte - accompagnato dal travagliato ménage con la scrittrice George Sand, terminato nel ‘47 - uno dei momenti culminanti della graduale trasformazione stilistica operata dal musicista, che in quel periodo componeva meno, soprattutto durante l’estate trascorsa nella residenza di Nohant, lontano dalle pressioni della capitale. Il Notturno in si maggiore op. 62 n. 1 è datato 1846. Questa pagina si distingue per le sonorità asciutte e l’utilizzo essenziale delle ornamentazioni, con effetti di sorprendente efficacia. La Ballata in fa minore op. 52 (scritta tra il 1842 e il 1843) è

l’ultima delle quattro composte. Il tema principale, preparato da una brevissima introduzione, entra a “mezza voce”, dopo un silenzio; il tema secondario, dolce e cullante, viene esposto dopo ottanta battute.

Questa Sonata di Beethoven presenta caratteri di radicale sperimentazione

Chopin è considerato il primo romantico ad essersi cimentato con una versione puramente strumentale della ballata

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Varianti, passaggi virtuosistici che esplorano l’intera tastiera, visionarie zone di luci e ombre, l’uso delle pause, l’irrompente conclusione in fortissimo rendono questa pagina un capolavoro irripetibile nella storia della musica. Il nome “ballata”, con l’implicito richiamo a un testo poetico, ci riporta al quesito iniziale, e cioè se la presenza di contenuti extramusicali consenta di interpretare la musica come fenomeno narrativo, con un senso più o meno univoco. Chopin è considerato il primo romantico ad essersi cimentato con una versione puramente strumentale di questa forma (prima di tale innovazione il genere “ballata” consisteva in composizioni vocali da camera, Lieder con un testo). Sempre secondo Schumann, per le Ballate Chopin si sarebbe ispirato a liriche del compatriota Adam Mickiewicz; tuttavia, egli non cita fonti letterarie: il senso ultimo della musica risiede nei puri suoni e, necessariamente, nella sensibilità di chi la riceve.

Paola Rossetti Conservatorio “G. Verdi” di MilanoStudentessa di Discipline storiche,critiche e analitiche della musica

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“Un’interpretazione è originale solo quando un artista esprime con autenticità il suo carattere che è unico”

Leif Ove Andsnes pianoforte

Leif Ove Andsnes, nato nel 1970 a Karmøy, in Norvegia, si è diplomato al Conservatorio di Bergen sotto la guida di Jiri Hlinka e si è perfezionato con Jaques de Tiège. Il debutto negli Stati Uniti nel 1989 ha dato il via alla carriera internazionale che lo ha portato ad esibirsi con le maggiori orchestre del mondo. Nel 1992 ha debuttato con i Berliner Philharmoniker e nel 1993 a Londra con la BBC Philharmonic Orchestra.Ospite in recital delle sale da concerto e di festival in tutto il mondo, nella stagione 2016/2017 si è esibito in concerto con i Berliner Philharmoniker, Boston Symphony Orchestra, London Philharmonia, Wiener Philharmoniker, NHK Symphony Orchestra, e in recital in Sud America e Giappone; ha collaborato con Matthias Goerne (Lieder di Schubert) e con Marc-André Hamelin (Mozart, Debussy e Stravinskij per due pianoforti).La scorsa stagione è stato pubblicato Concerto - A Beethoven Journey, un documentario del regista e produttore britannico Phil Grabsky sul progetto di Andsnes di esecuzione del repertorio per pianoforte e orchestra di Beethoven, sviluppato su quattro stagioni con più di duecentotrenta

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concerti in ventisette diversi paesi. La collaborazione con la Mahler Chamber Orchestra rappresenta il nucleo di questo progetto che è stato anche registrato per Sony Classical.La sua discografia copre un repertorio che spazia da Bach fino ai giorni nostri e comprende più di trenta dischi per EMI Classics che hanno meritato numerosi premi internazionali, tra cui sei Gramophone Awards oltre a otto nominations per il Grammy Award. I prossimi progetti discografici prevedono un CD a quattro mani con Marc-André Hamelin dedicato a Stravinskij per Hyperion e una raccolta dedicata a Sibelius per Sony Classical.Leif Ove Andsnes è stato nominato Capitano dell’Ordine Reale Norvegese di St. Olav, il più alto riconoscimento dello Stato norvegese. Nel 2007 ha ricevuto il Premio “Peer Gynt”, riconosciuto dai membri del Parlamento alle più alte personalità norvegesi della politica, dello sport e della cultura. Ha inoltre meritato il “Royal Philharmonic Society’s Instrumentalist Award”, nel 2013 è stato inserito nella Hall of Fame di Gramophone e nel 2016 ha ricevuto la laurea honoris causa dalla Juilliard School di New York.È consulente artistico della Jiri Hlinka Academy di Bergen dove tiene una master class annuale.È stato ospite della nostra Società nel 1999, 2008 e 2010.

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Fondazione di diritto privato

STAGIONE D’OPERA E BALLETTO 2017 • 2018(429a dalla fondazione del Teatro)

ANDREA CHÉNIERMusica di Umberto Giordano

dal 7 dicembre 2017 al 5 gennaio 2018

FIDELIOMusica di Ludwig van Beethoven

dal 18 giugno al 7 luglio 2018

IL PIRATAMusica di Vincenzo Bellini

dal 29 giugno al 19 luglio 2018

AIDAMusica di Giuseppe Verdi

dall’8 maggio al 3 giugno 2018

FIERRABRASMusica di Franz Schubertdal 5 al 30 giugno 2018

ERNANIMusica di Giuseppe Verdi

dal 29 settembre al 25 ottobre 2018

FRANCESCA DA RIMINIMusica di Riccardo Zandonai

dal 15 aprile al 13 maggio 2018

ALÌ BABÀ E I QUARANTA LADRONIMusica di Luigi Cherubini

Progetto Accademiadal 1 al 27 settembre 2018

ORPHÉE ET EURYDICEMusica di Christoph Willibald Gluck

dal 24 febbraio al 17 marzo 2018

DON PASQUALEMusica di Gaetano Donizettidal 3 aprile al 4 maggio 2018

DIE FLEDERMAUSMusica di Johann Strauss

dal 19 gennaio all’11 febbraio 2018

SIMON BOCCANEGRAMusica di Giuseppe Verdi

dall’8 febbraio al 4 marzo 2018

FIN DE PARTIEMusica di György Kurtág

dal 15 al 25 novembre 2018

LA FINTA GIARDINIERAMusica di Wolfgang Amadeus Mozart

dall’8 al 29 ottobre 2018

BALLETTO

GRANDI SPETTACOLI PER PICCOLI

LE CORSAIREMusica di Adolphe Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes,

Riccardo Drigo, Prince OldenbourgCoreografia di Anna-Marie Holmes

da Marius Petipa e Konstantin Sergeyevdal 20 aprile al 17 maggio 2018

DON CHISCIOTTEMusica di Ludwig Minkus

Coreografia di Rudolf Nureyevdal 10 al 18 luglio 2018

L’HISTOIRE DE MANONMusica di Jules Massenet

Coreografia di Kenneth MacMillandal 17 ottobre al 2 novembre 2018

LA DAME AUX CAMÉLIASMusica di Fryderyk Chopin

Coreografia di John Neumeierdal 17 dicembre 2017 al 13 gennaio 2018

GOLDBERG–VARIATIONENMusica di Johann Sebastian Bach

Coreografia di Heinz Spoerlidal 25 gennaio al 22 marzo 2018

L’ELISIR D’AMORE PER I BAMBINIMusica di Gaetano Donizetti

Elaborazione musicale e arrangiamento di Alexander Krampedal 4 al 10 luglio 2018

IL BARBIERE DI SIVIGLIA PER I BAMBINIMusica di Gioachino Rossini

Elaborazione musicale e arrangiamento di Alexander Krampedal 12 novembre 2017 al 12 marzo 2018

SERATA NUREYEVdal 25 al 29 maggio 2018

MAHLER 10 / PETITE MORT / BOLÉROBOLÉRO

Musica di Maurice RavelCoreografia di Maurice Béjart

dal 10 marzo al 7 aprile 2018

PETITE MORTMusica di Wolfgang Amadeus Mozart

Coreografia di Jiří Kylián

ELEKTRAMusica di Richard Straussdal 4 al 29 novembre 2018

OPERA

La Direzione si riserva il diritto di apportare al programma le modifiche che si rendessero necessarie per esigenze tecniche o per cause di forza maggiore.

MAHLER 10Musica di Gustav Mahler

Coreografia di Aszure Barton

Per informazioni, acquisto biglietti e abbonamentiwww. teatroallascala.org

ULTIMI GIORNI DI CAMPAGNA ABBONAMENTI

Stag OpBal 17 18 130x210qxp:Layout 1 20-11-2017 15:39 Pagina 1

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Sala Verdi del Conservatorio ore 20,30via Conservatorio, 12

DICEMBRE martedì 5 | Angela Hewitt pianoforte martedì 19 | The King’s Singers

GENNAIO martedì 16 | Sir András Schiff pianoforte martedì 23 | Katia e Marielle Labèque pianoforti martedì 30 | Europa Galante

FEBBRAIO martedì 6 | Jan Lisiecki pianoforte martedì 13 | Le Concert des Nations, Jordi Savall viola da gamba e direzione martedì 20 | Sir András Schiff pianoforte martedì 27 | Joshua Bell violino, Sam Haywood pianoforte

MARZO martedì 6 | Quartetto Artemis martedì 13 | Daniel Lozakovich violino venerdì 23 | Radu Lupu pianoforte

APRILE martedì 10 | Quartetto Mucha

MAGGIO martedì 8 | Divertimento Ensemble martedì 15 | Quartetto Jerusalem giovedì 24 | Murray Perahia pianoforte

per informazionitel. 02 795393

www.quartettomilano.it

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi

Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti

Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

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PROSSIMO CONCERTO martedì 5 dicembre 2017 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI

“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”

Victor-Marie Hugo

Angela Hewitt pianoforte

Per il suo ritorno al Quartetto, dopo il concerto del settembre 2016, prologo di “Bach Odissey 2016-2020”, un progetto che prevede l’esecuzione dell’intera produzione bachiana per tastiera in dodici recital, Angela Hewitt presenta le Variazioni Goldberg, sommo capolavoro inciso per Hyperion nel 2015. La pianista canadese è, infatti e da sempre, convinta che il pianoforte sia lo strumento ideale anche per le musiche nate per altri strumenti a tastiera, tanto che ha anche inciso una corposa antologia di Sonate di Scarlatti. Tutto questo senza trascurare il repertorio originale che la pianista canadese padroneggia come pochi, con un particolare gusto per le integrali. È stata ospite della nostra Società nel 2005, nel 2009 con Daniel Müller-Schott e nel 2016.