Lega navale Il bollettino Trasparente Trentova dei naviganti · la balneazione, la navigazione a...

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Il codice della nautica da diporto affida alla Lega nuove competenze Siamo noi la scuola del mare Lega Navale Italiana Sez. Agropoli (Sa), 84043 via S. Francesco, 66. - www.leganavaleagropoli.it - e.mail [email protected] Tel-Fax. 0974.828325 Non è sufficiente fare e fare molto bene: occorre anche farlo sapere LA NOVITA' Il bollettino dei naviganti Aree marine e turismo sono argomenti che non ci sono estranei. Il Parco con tutte le sue contraddizioni ha un valore essenziale per il territorio. Ma anche un turismo di qualità e non mordi e fuggi; investitori competenti e non speculatori, sono nelle attese di chi ama il Cilento. Allora, per dirla tutta, siamo favorevoli o contrari al Club Med a Trentova? Siamo per iniziative corrette e rispettose del territorio, concordate con chi abita qui e sopratutto chiare e trasparenti, come l'acqua di Trentova e del Vallone. Poi giudicheremo . Trasparente Trentova Periodico di nautica, turismo e ambiente della Lega Navale Italiana – Sezione di Agropoli Direttore: Antonio Del Baglivo - Direttore Responsabile: Gianni Colucci Hanno collaborato: Francessco Peca - Aldo Fiorito - Vito Caputo -Floriana Russo - Dario Borgia - Franz Petito - Massimo Vicinanza - Pasquale Guida - Anna D'Amato Registrazione Tribunale Vallo della Lucania n. 122 R.S. del 12-10-2005. Numero 3-4 - Anno XVIII dicembre 2008. Distribuzione gratuita di Anna D'Amato Aree marine quanti ritardi Lega navale Con noi gli amici del Saharawi Bentornati bambini SEGRETERIA La Sezione effettua servizio di Se- greteria dal lunedì al sabato, esclusi i giorni festivi , dalle ore 9,00 alle ore 12,00 . Il venerdì anche dalle ore 18,00 alle ore 20,00. Il Presidente è a dispo- sizione dei Soci il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00. I versamenti delle quote sociali e posto barca possono essere effettuati tramite C/C postale nr. 16921843 intestato a L.N.I. Sezio- ne di Agropoli Via S. Francesco, 66 tramite bonifico bancario o postale preferibilmente alle seguenti coordi- nate bancarie: Banca credito coope- rativo dei comuni cilentani, Iban: IT 20 V 07066 76020 000000404547. Dopo decenni di attesa e di chiacchiere, con la firma del De- creto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 27 dicembre 2007, sono stati, finalmente, istituiti i tre nuovi parchi marini della Campania: Regno di Nettuno in provincia di Napoli, Santa Maria di Castellabate (comuni interessati: Agropoli, Castellabate, Montecorice, Casalvelino e Ascea) e Costa degli Infreschi (comuni interessati: Marina di Camerota, San Giovanni a Piro) in provincia di Salerno. Per l’AMP “Regno di Nettuno”, è stato pubblicato anche il Re- golamento sulla disciplina delle attività consentite nelle diverse zone per cui è già operante mentre per i restanti due si è ancora in attesa dei Regolamenti di esecuzione e organizzazione. Per l’area di S. Maria di Castellabate la Presidenza del Con- siglio dei Ministri –ha già espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Ministero dell’Ambiente recante il Rego- lamento di disciplina per cui l’Ente Gestore avrebbe già dovuto adottare il Regolamento di esecuzione e organizzazione. Ciò non è stato fatto e il ritardo dell’entrata in funzione delle due aree marine protette salernitane è, probabilmente, da addebitarsi alla mancata nomina del Presidente dell’Ente Parco Cilento, Ente Gestore insieme al Comune di Castella- bate, in quanto le due AMP sono geograficamente collocate nel territorio del parco. La mancata nomina del Presidente congela e paralizza la gestione con grave danno per il territorio. Le aree marine protette se sapute utilizzare, sono una grande opportunità sia per la difesa del territorio che per il rilancio di attività turistiche di qualità. Infatti, l’AMP permette non solo di salvaguardare la diversità genetica degli habitat marini ma anche di promuovere, attraverso campagne di educazione e di promozione un uso sostenibile delle risorse e un tipo di turismo compatibile dal punto di vista ambientale. (...) La loro gestione è affidata in generale ai comuni in cui ricade l’area ma può essere data anche ad enti pubblici, isti- tuzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute come la Lega Navale Italiana, il Regolamento delle AMP, di solito, prevede una suddivisione in 3 zone dell’area con di- verso regime di tutela e relativa differenziazione delle attività consentite: La zona A, di riserva integrale: garantisce la tutela della biodiversità, degli habitat e delle zone di riproduzione e il ripopolamento delle specie in pericolo. E’ interdetta a tutte le attività che possono arrecare danno o disturbo all’ambiente marino ed è segnalata con boe di colore giallo munite di lam- peggianti notturni. In tale zona sono consentite solo l’ attività di soccorso, di sorveglianza e servizio, nonché l’ attività di ricerca scientifica debitamente autorizzata dal soggetto gestore dell’area marina protetta; 2) La zona B, di riserva generale: area dove regole meno severe coniugano conservazione e fruizione sostenibile. Possono svol- gersi in modo limitato, previa autorizzazione dell’Ente gestore, la balneazione, la navigazione a vela e a remi, la navigazione a motore ai natanti, la navigazione alle imbarcazioni e alle unità navali adibite al trasporto collettivo e alle visite guidate, l’ormeggio in zone individuate e autorizzate mediante appositi campi boe, l’esercizio della piccola pesca artigianale, l’attività di pesca turismo, la pesca sportiva con lenza e canna, le visite guidate subacquee e le immersioni subacquee; 3) la zona C, di riserva parziale: rappresenta la fascia cusci- netto tra le zone di maggior pregio naturalistico e il confine dell’area. I limiti di fruizione del mare sono meno pressanti e le attività antropiche sono generalmente consentite sempre previa autorizzazione del gestore. Nella zona C è più facile ottenere le autorizzazioni a svolgere tutte le attività consentite in zona A e in zona B; Per l’AMP di S. Maria di Castellabate lo schema di decreto del Ministero dell’Ambiente recante il Regolamento di disciplina ha previsto anche una sottozona nell’area B sottoposta a mag- giore vincolo di tutela e un corridoio di transito che attraversa le zone B e C in cui è possibile navigare ad una velocità non superiore ai 10 nodi. di Pasquale Guida La carta d'identità dello scafo «Carta d’identità» per le imbarcazioni del porto di Agropoli. È una delle novità del nuovo Regolamento per l’assegnazione dei posti barca dello scalo marittimo presentato dal presidente della Commissione Porto e nostro socio Giuseppe Vano e dall’assessore al Porto Franco Scognamiglio e approvato dal Consiglio Comunale. Tra i criteri contenuti nel regolamento, che prevede tra l’altro l’assegnazione degli ormeggi ai soli residenti, vi è una piccola, grande rivoluzione: l’anagrafe dei natanti. Una carta d’identità della imbar- cazione che, oltre a specificarne il modello, la lunghezza e la potenza del motore, riporterà il nome e il cognome del proprietario del natante. In questo modo si eviterà che gli ormeggi, destinati ai soli residenti, possano andare ai non residenti grazie al trucco di prestanome locali. Spiega Luigi Tepedi- no, presidente dell’ADA (Associazione Diportisti Agropolesi), promotore della proposta poi confluita nel regolamento: "Se fino ad ora eventi, anche tragici, in mare non avevano spesso un responsabile poichè era impossibile risalire al proprietario della imbarcazione, oggi questo non accadrà più, almeno ad Agropoli". Per ora, il censimento per la realizzazione dell’ ana- grafe riguarderà solo i residenti che richiederanno l’ormeggio della propria imbarcazione presso i pontili comunali, circa 250; l’obiettivo è di estendere il provvedimento a tutte le barche all'ormeggio. sezione di Agropoli Con il D.M. 29 luglio 2008, n. 146, pubblicato sul supplemento ordinario 223 della Gazzetta Ufficiale n. 222 del 22 settembre u.s., è stato adottato il regolamento attuativo dell’art. 65 del codice della nautica da diporto. Le disposizioni riguardano la sicurezza della na- vigazione, la iscrizione delle unità di diporto, gli esami per le patenti nautiche. Il titolo II, in particolare, riguarda la disciplina delle patenti nautiche ed illustra al capo I le va- rie categorie di patenti (A-B-C-), l’efficacia del titolo ( entro 12 miglia dalla costa e per la navi- gazione senza limiti) ed i requisiti per ottenerlo. E’ prevista la possibilità di conseguire la patente solo per unità a motore e chiederne l’estensione anche alla navigazione a vela sostenendo solo la relativa prova pratica. Coloro che sono in possesso di patente per la navigazione entro dodici miglia dalla costa possono conseguire l’abilitazione senza alcun limite di distanza dalla costa, sostenendo un esame integrativo teorico sulle materie non comprese nel programma d’esame previsto per l’abilitazione posseduta. Il capo IV riguarda le scuole nautiche ed associa- zioni nautiche a livello nazionale ed in tale ambito risalta Il ruolo affidato alla Lega Navale Italiana. Infatti, dopo aver enunciato che i centri per l’edu- cazione marinaresca, l’istruzione e la formazione dei candidati agli esami per il conseguimento delle patenti nautiche sono denominati “ scuole nautiche”, l’art.42 stabilisce che l’attività di inse- gnamento della tecnica di base della navigazione a vela è svolta da esperti velisti riconosciuti idonei dalla Federazione italiana vela o dalla Lega navale italiana. Al successivo art.43 vengono denominati “ Centri di istruzione per la nautica” gli enti e le associazioni nautiche a livello nazionale per la gestione delle scuole per il conseguimento delle patenti nautiche. In tale ambito la Lega navale italiana viene definita centro di istruzione per la nautica da diporto e, in qualità di ente pubblico che svolge servizi di pubblico interesse, collabora con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti alla definizione di adeguati parametri qualitativi in materia di formazione dei candidati agli esami per il conseguimento delle patenti nautiche. di Dario Borgia Versamenti rompicapo Quanto è capitato ultimamente mi ha convinto, da buon pragma- tico, a valutare meglio l’operato di chi ci “governa” ed a comprendere che la conoscenza di un “errore” del singolo può tornare utile a tanti associati. Inoltre, poiché l’episodio sarà probabilmente oggetto almeno di accenno nella prossima assemblea sociale – si approverà il bilancio con- suntivo, ed il casus belli ha imposto la creazione di una specifica voce contabile - prima ancora di risultare un caso clinico, preferisco chiarire di persona l’argomento quale autore del misfatto. Veniamo al fatto, chiarendo anche il perché il termine “e rrore ” tra virgolette: a tutti prima di Natale 2007 è pervenuto Il bollettino dei naviganti che, unitamente ad un avviso via mail, avvertiva i soci dei termini di scadenza dei versamenti delle quote per il 2008; a molti, compreso lo scrivente, dopo il solito iniziale giramento di testa, per far fronte all’impegno economico, può essere nell’ordine venuto l’istinto di : vendere la barca; assumere un mu- tuo decennale; chiedere una dilazione pluriennale; continua a pag. 3 Il venti agosto, un gruppo di Soci ha trasmesso calore e disponibilità a un gruppo di bambini del Saharawi.E’ il secondo anno che la Sezione di Agropoli offre con entusiasmo una gita in barca e una sosta ristoratrice. A loro ed alle loro famiglie va l’augurio di poter finalmente realizzare il sogno di avere una nazione e di vivere in pace.

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Il codice della nautica da diporto affi da alla Lega nuove competenze

Siamo noi la scuola del mare

Lega Navale Italiana Sez. Agropoli (Sa), 84043 via S. Francesco, 66. - www.leganavaleagropoli.it - e.mail [email protected] Tel-Fax. 0974.828325

Non è suffi ciente fare e fare molto bene: occorre anche farlo sapere

LA NOVITA'

Il bollettinodei naviganti

Aree marine e turismo sono argomenti che non ci sono estranei. Il Parco con tutte le sue contraddizioni ha un valore essenziale per il territorio. Ma anche un turismo di qualità e non mordi e fuggi; investitori competenti e non speculatori, sono nelle attese di chi ama il Cilento. Allora, per dirla tutta, siamo favorevoli o contrari al Club Med a Trentova? Siamo per iniziative corrette e rispettose del territorio, concordate con chi abita qui e sopratutto chiare e trasparenti, come l'acqua di Trentova e del Vallone. Poi giudicheremo.

Trasparente Trentova

Periodico di nautica, turismo e ambiente della Lega Navale Italiana – Sezione di Agropoli Direttore: Antonio Del Baglivo - Direttore Responsabile: Gianni Colucci

Hanno collaborato: Francessco Peca - Aldo Fiorito - Vito Caputo -Floriana Russo - Dario Borgia - Franz Petito - Massimo Vicinanza - Pasquale Guida - Anna D'AmatoRegistrazione Tribunale Vallo della Lucania n. 122 R.S. del 12-10-2005. Numero 3-4 - Anno XVIII dicembre 2008. Distribuzione gratuita

di Anna D'Amato

Aree marine quanti ritardi

Lega navale

Con noi gli amici del Saharawi

Bentornati bambini

SEGRETERIA La Sezione effettua servizio di Se-greteria dal lunedì al sabato, esclusi i giorni festivi , dalle ore 9,00 alle ore 12,00 . Il venerdì anche dalle ore 18,00 alle ore 20,00. Il Presidente è a dispo-sizione dei Soci il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00. I versamenti delle quote sociali e posto barca possono essere effettuati tramite C/C postale nr. 16921843 intestato a L.N.I. Sezio-ne di Agropoli Via S. Francesco, 66 tramite bonifi co bancario o postale preferibilmente alle seguenti coordi-nate bancarie: Banca credito coope-rativo dei comuni cilentani, Iban: IT 20 V 07066 76020 000000404547.

Dopo decenni di attesa e di chiacchiere, con la fi rma del De-creto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 27 dicembre 2007, sono stati, fi nalmente, istituiti i tre nuovi parchi marini della Campania: Regno di Nettuno in provincia di Napoli, Santa Maria di Castellabate (comuni interessati: Agropoli, Castellabate, Montecorice, Casalvelino e Ascea) e Costa degli Infreschi (comuni interessati: Marina di Camerota, San Giovanni a Piro) in provincia di Salerno.Per l’AMP “Regno di Nettuno”, è stato pubblicato anche il Re-golamento sulla disciplina delle attività consentite nelle diverse zone per cui è già operante mentre per i restanti due si è ancora in attesa dei Regolamenti di esecuzione e organizzazione.Per l’area di S. Maria di Castellabate la Presidenza del Con-siglio dei Ministri –ha già espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Ministero dell’Ambiente recante il Rego-lamento di disciplina per cui l’Ente Gestore avrebbe già dovuto adottare il Regolamento di esecuzione e organizzazione. Ciò non è stato fatto e il ritardo dell’entrata in funzione delle due aree marine protette salernitane è, probabilmente, da addebitarsi alla mancata nomina del Presidente dell’Ente Parco Cilento, Ente Gestore insieme al Comune di Castella-bate, in quanto le due AMP sono geografi camente collocate nel territorio del parco. La mancata nomina del Presidente congela e paralizza la gestione con grave danno per il territorio.Le aree marine protette se sapute utilizzare, sono una grande opportunità sia per la difesa del territorio che per il rilancio di attività turistiche di qualità. Infatti, l’AMP permette non solo di salvaguardare la diversità genetica degli habitat marini ma anche di promuovere, attraverso campagne di educazione e di promozione un uso sostenibile delle risorse e un tipo di turismo compatibile dal punto di vista ambientale. (...) La loro gestione è affi data in generale ai comuni in cui ricade l’area ma può essere data anche ad enti pubblici, isti-tuzioni scientifi che o associazioni ambientaliste riconosciute come la Lega Navale Italiana, il Regolamento delle AMP, di solito, prevede una suddivisione in 3 zone dell’area con di-verso regime di tutela e relativa differenziazione delle attività consentite: La zona A, di riserva integrale: garantisce la tutela della biodiversità, degli habitat e delle zone di riproduzione e il ripopolamento delle specie in pericolo. E’ interdetta a tutte le attività che possono arrecare danno o disturbo all’ambiente marino ed è segnalata con boe di colore giallo munite di lam-peggianti notturni. In tale zona sono consentite solo l’ attività di soccorso, di sorveglianza e servizio, nonché l’ attività di ricerca scientifi ca debitamente autorizzata dal soggetto gestore dell’area marina protetta; 2) La zona B, di riserva generale: area dove regole meno severe coniugano conservazione e fruizione sostenibile. Possono svol-gersi in modo limitato, previa autorizzazione dell’Ente gestore, la balneazione, la navigazione a vela e a remi, la navigazione a motore ai natanti, la navigazione alle imbarcazioni e alle unità navali adibite al trasporto collettivo e alle visite guidate, l’ormeggio in zone individuate e autorizzate mediante appositi campi boe, l’esercizio della piccola pesca artigianale, l’attività di pesca turismo, la pesca sportiva con lenza e canna, le visite guidate subacquee e le immersioni subacquee;3) la zona C, di riserva parziale: rappresenta la fascia cusci-netto tra le zone di maggior pregio naturalistico e il confi ne dell’area. I limiti di fruizione del mare sono meno pressanti e le attività antropiche sono generalmente consentite sempre previa autorizzazione del gestore. Nella zona C è più facile ottenere le autorizzazioni a svolgere tutte le attività consentite in zona A e in zona B;Per l’AMP di S. Maria di Castellabate lo schema di decreto del Ministero dell’Ambiente recante il Regolamento di disciplina ha previsto anche una sottozona nell’area B sottoposta a mag-giore vincolo di tutela e un corridoio di transito che attraversa le zone B e C in cui è possibile navigare ad una velocità non superiore ai 10 nodi.

di Pasquale GuidaLa carta d'identità dello scafo «Carta d’identità» per le imbarcazioni del porto di Agropoli. È una delle novità del nuovo Regolamento per l’assegnazione dei posti barca dello scalo marittimo presentato dal presidente della Commissione Porto e nostro socio Giuseppe Vano e dall’assessore al Porto Franco Scognamiglio e approvato dal Consiglio Comunale. Tra i criteri contenuti nel regolamento, che prevede tra l’altro l’assegnazione degli ormeggi ai soli residenti, vi è una piccola, grande rivoluzione: l’anagrafe dei natanti. Una carta d’identità della imbar-cazione che, oltre a specifi carne il modello, la lunghezza e la potenza del motore, riporterà il nome e il cognome del proprietario del natante. In questo modo si eviterà che gli ormeggi, destinati ai soli residenti, possano andare ai non residenti grazie al trucco di prestanome locali. Spiega Luigi Tepedi-no, presidente dell’ADA (Associazione Diportisti Agropolesi), promotore della proposta poi confl uita nel regolamento: "Se fi no ad ora eventi, anche tragici, in mare non avevano spesso un responsabile poichè era impossibile risalire al proprietario della imbarcazione, oggi questo non accadrà più, almeno ad Agropoli". Per ora, il censimento per la realizzazione dell’ ana-grafe riguarderà solo i residenti che richiederanno l’ormeggio della propria imbarcazione presso i pontili comunali, circa 250; l’obiettivo è di estendere il provvedimento a tutte le barche all'ormeggio.

sezione di Agropoli

Con il D.M. 29 luglio 2008, n. 146, pubblicato sul supplemento ordinario 223 della Gazzetta Uffi ciale n. 222 del 22 settembre u.s., è stato adottato il regolamento attuativo dell’art. 65 del codice della nautica da diporto. Le disposizioni riguardano la sicurezza della na-vigazione, la iscrizione delle unità di diporto, gli esami per le patenti nautiche. Il titolo II, in particolare, riguarda la disciplina delle patenti nautiche ed illustra al capo I le va-rie categorie di patenti (A-B-C-), l’effi cacia del titolo ( entro 12 miglia dalla costa e per la navi-gazione senza limiti) ed i requisiti per ottenerlo. E’ prevista la possibilità di conseguire la patente solo per unità a motore e chiederne l’estensione anche alla navigazione a vela sostenendo solo la relativa prova pratica. Coloro che sono in possesso di patente per la navigazione entro dodici miglia dalla costa possono conseguire l’abilitazione senza alcun limite di distanza dalla costa, sostenendo un esame integrativo teorico sulle materie non comprese nel programma d’esame previsto per l’abilitazione posseduta. Il capo IV riguarda le scuole nautiche ed associa-zioni nautiche a livello nazionale ed in tale ambito risalta Il ruolo affi dato alla Lega Navale Italiana. Infatti, dopo aver enunciato che i centri per l’edu-cazione marinaresca, l’istruzione e la formazione dei candidati agli esami per il conseguimento delle patenti nautiche sono denominati “ scuole nautiche”, l’art.42 stabilisce che l’attività di inse-gnamento della tecnica di base della navigazione a vela è svolta da esperti velisti riconosciuti idonei dalla Federazione italiana vela o dalla Lega navale italiana. Al successivo art.43 vengono denominati “ Centri di istruzione per la nautica” gli enti e le associazioni nautiche a livello nazionale per la gestione delle scuole per il conseguimento delle patenti nautiche. In tale ambito la Lega navale italiana viene defi nita centro di istruzione per la nautica da diporto e, in qualità di ente pubblico che svolge servizi di pubblico interesse, collabora con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti alla defi nizione di adeguati parametri qualitativi in materia di formazione dei candidati agli esami per il conseguimento delle patenti nautiche.

di Dario Borgia

Versamenti rompicapoQuanto è capitato ultimamente

mi ha convinto, da buon pragma-tico, a valutare meglio l’operato di chi ci “governa” ed a comprendere che la conoscenza di un “errore”del singolo può tornare utile a tanti associati. Inoltre, poiché l’episodio sarà probabilmente oggetto almeno di accenno nella prossima assemblea sociale – si approverà il bilancio con-suntivo, ed il casus belli ha imposto la creazione di una specifi ca voce contabile - prima ancora di risultare un caso clinico, preferisco chiarire di

persona l’argomento quale autore del misfatto. Veniamo al fatto, chiarendo anche il perché il termine “errore” tra virgolette: a tutti prima di Natale 2007 è pervenuto Il bollettino dei navigantiche, unitamente ad un avviso via mail, avvertiva i soci dei termini di scadenza dei versamenti delle quote per il 2008; a molti, compreso lo scrivente, dopo il solito iniziale giramento di testa, per far fronte all’impegno economico, può essere nell’ordine venuto l’istinto di : vendere la barca; assumere un mu-tuo decennale; chiedere una dilazione pluriennale;

continua a pag. 3

Il venti agosto, un gruppo di Soci ha trasmesso calore e disponibilità a un gruppo di bambini del Saharawi.E’ il secondo anno che la Sezione di Agropoli offre con entusiasmo una gita in barca e una sosta ristoratrice. A loro ed alle loro famiglie va l’augurio di poter fi nalmente realizzare il sogno di avere una nazione e di vivere in pace.

La radio di bordo, mini-guida all'uso e alla scelta

Benvenuto amico VhfLega navaleIl bollettinodei naviganti

facilmente immaginabili.L’attuale normativa consente l’uso di apparati Nautici VHF Portatili per uso di Emergenza sul Canale 16 previa una comunicazione agli Enti di controllo.

Per gli apparati Nautici VHF Fissi è ne-cessaria la Licenza di Esercizio Impianto Radiotelefonico rilasciata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni Direzione Compar-timentale territorialmente competente ( Napoli per la Campania). L’operatore radio deve essere munito del Certifi cato Limitato di Radiotele-grafi sta di Bordo . Tra le varie manifestazioni organizzate dalla Lega Navale Italiana Sezione di Agropoli , numerose si svolgono a mare quali le Regate Veliche, le Gare di Pesca, escursione guidate per la diffusione dell’attività marina-ra. In tali manifestazioni possiamo contare su validi ed insostituibili contatti radio tra le im-barcazioni del Comitato di Regata delle barche appoggio e dei Regatanti, oltre che con la Base a Terra e la Capitaneria di Porto.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie alle risorse umane ed alle energie investite negli ultimi anni dalla nostra Sezione, tendenti a stimolare e promuovere l’uso della Radio a Bordo delle imbarcazioni.

Attualmente notiamo con piacere che un numero sempre maggiore di Soci usano in modo corretto e sempre più disinvolto il VHF di Bordo, sia esso Fisso che Portatile.

Per noi Soci della Lega Navale Italiana la presenza di una Radio VHF Nautica a bordo delle nostre imbarcazioni equivale ad un Ami-co cui poter contare, negli impegni e manife-stazioni Sociali, nei momenti di allegria con Amici su altre barche, ma soprattutto in tutte quelle circostanze di Emergenza in cui il poter comunicare con altre imbarcazioni o con le Forze dell’Ordine o Postazioni a Terra permette la salvaguardia della vita umana in mare.

Grazie Amico VHF, benvenuto a bordo delle Imbarcazioni dei Soci della Lega Navale Italiana.

*Radioamatore, Sigla Internazionale IK8PGH

L’uomo fi n dagli albori della sua storia ha avvertito la necessità di comunicare con i suoi simili attraverso la parola, dapprima a vista e poi a distanza sempre maggiore con diversi metodi.

Con l’evoluzione tecnologica le modalità di comunicazione sono diventate sempre più raffi nate ed oggi al vertice di tali sistemi c’è senza ombra di dubbio la Radiotrasmissione e la Radioricezione .

Non c’è un attimo della nostra vita quotidia-na in cui noi tutti non veniamo a contatto con apparecchi Radioriceventi o Ricetrasmittenti di vario genere.

Ci siamo talmente abituati da non notarlo più, a casa come al lavoro, in auto o a piedi: dalla Radio FM alla Televisione, dal Cellulare al Walkie-talkie, Internet Wireless e così via.

Anche la Vita Marinara ha tratto immensi be-nefi ci dalla possibilità di comunicare per mezzo di Apparati Radio Ricetrasmittenti.

E’ facilmente intuibile come Navi Commercia-li, da Crociera, da Diporto e Militari grazie agli Apparati Radiotrasmittenti hanno di fatto un vero e proprio cordone ombelicale con la terraferma o con altre Navi.

Un’imbarcazione in navigazione, sia vicino che lontana dalla costa, grazie gli Apparati Radio di bordo può uscire dal suo isolamento, accorciare le distanze, può inviare e ricevere notizie in cir-costanze normali o in condizioni di emergenza: chi non conosce il famoso S.O.S.?

Ai fi ni della salvaguardia della vita umana in mare c’è da notare che l’uso del telefono cellulare a mare non è assolutamente affi dabile perché i ponti ripetitori telefonici coprono l’ambito ter-restre e solo sotto costa ed irregolarmente l’area marina, a differenza delle stazioni radiocostiere delle Capitanerie di Porto e PP.TT. , che assicu-rano una copertura più capillare, estesa e sono collegate tra di loro con ponti radio.

Le Stazioni Radio solitamente usate a bordo delle Imbarcazioni possono essere classifi cate, secondo il modo di installazione: in Fisse e Porta-tili. Secondo la loro Frequenza di funzionamento: in Apparati HF in Onde Corte (Hight Frequenzy

Anno XVIII - Numero 3-4 - dicembre 2008

di Vito Caputo*

comprese tra 3 e 30 Mhz) per collegamenti a lunga distanza da centinaia a migliaia di miglia, ed apparati VHF (Very Hight Frequenzy compre-se tra 156 e 162 Mhz) per collegamenti a breve distanza, in genere entro l’orizzonte ottico.

Le frequenze d’uso degli apparati radio VHF operanti in Banda Nautica vanno da 156.025 Mhz. (tx ch 60) a 162.025 ( rx ch 88 ) con ca-nalizzazione di 25 Khz. Ad ogni canale per con-venzione è stato assegnato un uso: ad esempio il Canale 16 frequenza 156.800 Mhz è riservato alle chiamate generali e di Soccorso. Da pochi anni c’è anche un altro canale riservato per la Sicurezza in Mare è il canale 70 (156.525 Mhz), che è il canale DSC (Digital Selective Calling). Su questa frequenza vengono trasmessi segnali di soccorso automatici digitali da parte di siste-mi di emergenza di imbarcazioni, che rilevata l’emergenza segnalano il tipo di problema, il nominativo internazionale dell’imbarcazione e la sua posizione.

Altri canali sono destinati ai collegamenti in-terportuali, o nave-nave, collegamenti a bordo di navi, per chiamate telefoniche e per diffusione Bollettini Meteorologici.

Gli apparati Nautici VHF professionali pos-sono funzionare in tre modalità. Simplex : parla un operatore per volta, si usa la stessa frequenza sia in trasmissione che in ricezione. Half-Duplex o Semiduplex : parla un operatore per volta, si usa una frequenza per trasmettere ed un’altra per ricevere. Duplex o Full-Duplex : i due operatori parlano ed ascoltano contemporaneamente, si usa una frequenza per trasmettere ed un’altra per ricevere. Esempio conversazione telefonica.

Noi Soci della Lega Navale Italiana viviamo

il mare per diporto, con imbarcazioni non grandi ma che comunque si giovano della presenza a bordo di un apparato Radio Ricetrasmittente comunemente chiamato “VHF”.

L’Apparato Ricetrasmittente è concettual-mente semplice ed è costituito dalla Radio vera e propria, alimentata con una tensione di 12 Volts, dal Cavo Antenna e dall’Antenna Ricetrasmittente .

Per il corretto funzionamento della Radio di bordo Fissa , occorre tener presente pochi concetti: Farla installare da personale esperto. Collegamento di alimentazione diretto dalla bat-teria con interruttore di sicurezza e cavo di ali-mentazione di sezione idonea. Ubicazione della radio in posizione stabile, sicura e facilmente accessibile. Cavo d’antenna di buona qualità, impedenza 52 ohm, non piegato o schiacciato nel suo percorso. Antenna ubicata in una zona alta dell’imbarcazione, fi ssata in modo stabile, non troppo vicino a corpi o fi li metallici. Verifi -care periodicamente l’effi cienza della Stazione Radio con un R.O.S. – Wattmetro, strumento che controlla l’effi cienza dell’antenna misuran-do il R.O.S. ( rapporto della potenza irradiata dall’antenna e quella rifl essa che ritorna indietro al trasmettitore la quale se è oltre un certo valore percentuale può danneggiare la Radio) e misura l’effettiva potenza (misurata in watt) irradiata del trasmettitore, in genere 25 o 45 watt.

Un apparato Radio VHF effi ciente permette alle persone a bordo di chiamare e di essere chiamati, di essere in contatto continuo con Guardia Costiera, Compagnie Telefoniche abilitate, Basi a terra Portuali, oltre che a tutte le imbarcazioni in navigazioni con vantaggi

E’ da un po’ di tempo che navigo sui campi di regata, sia come regatante e sia come com-ponente di comitati di regata, non solo delle regate svolte ad Agropoli ma anche in altre svolte nella V zona FIV. Le esperienze vissute mi hanno convinto che in molti, anche regatanti c.d. esperti, ignorano in parte o tutte le regole che governano una regata. L’ignoranza, molte volte, è dovuta perché ci si scoccia di leggere i due documenti che dettano le norme di svol-gimento della gara, la procedura di partenza e disegnano la linea d’arrivo: Bando ed Istruzioni di Regata (IdR).

Il Bando di Regata è emesso dall’Autorità Organizzatrice, circolo organizzatore affi liato alla FIV, e contiene la denominazione dell’at-tività velica, le notizie logistiche del circolo e dei pontili, i premi in palio, la composizione dei comitati di regata e di protesta, programma delle regate e numero di prove da effettuare ed il loro numero minimo per la validità della manifestazione, classe ammesse e numero mi-nimo di iscritti per classi, ed infi ne regolamenti applicati.

Le Istruzioni di Regata contengono le norme che regolano la regata e le loro eccezioni e mo-difi che apportate come da regola 86.1.a, 86.1.b e 86.1.c, la procedura di partenza, i segnali che verranno utilizzati ed il loro significato, il percorso e la sua area, le boe che indicano il percorso ed il loro signifi cato, il tempo limite per la conclusione della regata, la linea d’arrivo, il sistema di penalizzazione adottato, il tempo di presentazione delle proteste e la procedura da seguire, la partecipazione e l’abbandono della

regata, il canale di comunicazione radio e, se previsto, il controllo di stazza.

Ho notato nella frequentazione dei campi di regata che le regole più disattese sono la: Re-gola 10, imbarcazioni su mure diverse: deve tenersi discosta ( precedenza) da chi ha mure a dritta cioè il boma è sulla sinistra o meglio il vento colpisce la barca sul lato dritto.

Regola 11, le imbarcazioni sono tutte e due sulle stesse mure, cioè il vento colpisce entrambe le imbarcazioni sulle stesse mure ed ingaggiate, ma una è sottovento all’altra. Il lato sottovento di una barca è quello che si trova o, se la barca è prua al vento, si trovava più lontano dalla provenienza del vento. Navi-gando in strapoggia o direttamente in poppa, il lato sottovento è quello dove si trova la randa maestra. La barca sottovento ha precedenza sulla banca al vento.

Navigando in strapoggia nessuno sa qual è il lato sottovento

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Regola 12, quando due barche sono sulle stesse mure e non ingaggiate, una barca a libera dalla poppa (sopraggiungente) deve tenersi discosta da una barca libera dalla prua (sopraggiunta).

Regola 13, dopo aver passato la prua al vento, una barca deve tenersi discosta (dare precedenza) dalle altre barche fi no a quando non si mette su una rotta di bolina stretta. Du-rante questo tempo non si applicano le regole 10,11 e 12. Se due barche sono soggette nello stesso tempo a questa regola, quella a sinistra dell’altra o quella a poppa deve tenersi discosta (dare precedenza).

L’altro punto critico è alla fi ne della regata dove molti sbagliano a tagliare la linea d’arrivo. Questo avviene o perché non hanno letto le Istruzioni di Regate o perché ignorano proprio la defi nizione d’arrivo, che recita: Una barca

di Franz Petito

Molti regatanti anche esperti ignorano le regole che governano una competizione, qualcuno legge le istruzioni?

arriva quando qualsiasi parte del suo scafo, o dell’attrezzatura o equipaggio in posizione nor-male, taglia la linea di arrivo in direzione del percorso dell’ultima boa per la prima volta o, dopo aver eseguito una penalità conforme alle regole 31.2 o 44.2 oppure dopo aver corretto un errore compiuto sulla linea di arrivo, in applicazione della regola 28.1 (regola del fi lo, supponendo che la rotta seguita da un’imbar-cazione sia un fi lo e tirando i suoi capi questo tocca tutte le boe sul lato prescritto dalle istru-zioni e non si formano dei nodi o strozzature lungo il suo tragitto).

Sulle regole di regata forse è utile aprire un dibattito sul forum oppure fare delle riunioni dedicate all’applicazione di esse poiché la loro conoscenza aiuta anche nel decidere quale tat-tica di regata è conveniente applicare in una data situazione.

DE ANGELIS CON NOI Il 9 agosto, presso il Ca-stello dell’Abate, “Suggestioni di Luna Rossa” incontro dibat-tito con Francesco De Angelis. I duecento posti a sedere erano stipati da un attento pubblico composto da soci e da simpa-tizzanti. Nel proprio di Fran-cesco De Angelis, ha parlato del mondo della Coppa Ame-rica, del concetto della pratica marinaresca in altre nazioni, ed in particolare in Nuova Ze-landa, l’approccio che gli enti nazionali dovrebbero avere per agevolare le attività legate alle attività in acqua.

La genetica del riccio rivela l'inquinamento

Cambusa partyCucinare tra le veleSi è svolta il 23 agosto la settima edizione della Festa della Cambusa, organizzata come sempre in modo impeccabile dallo staff della Sezio-ne guidato da Antonio Del Bagli-vo. La manifestazione ha visto la partecipazione di ben 48 chef che si sono dati “battaglia” a suon di pentole con fornellini da campeg-gio, cucine attrezzate al momento sulle proprie imbarcazioni, dai gommoni, ai gozzi di legno, alle barche a vela e alle imbarcazioni più grandi dotate di qualche con-fort in più, il tutto condito da una grande allegria e divertimento che sono state le chiavi fondamentali della manifestazione. A giudicare i magnifi ci piatti offerti dagli chef una giuria composta dallo staff della Lega Navale di Agropoli che non ha avuto un compito facile vi-sto le tante pietanze e le varietà di piatti che sono giunti sui loro tavoli allestiti tutti di blu come vuole la tradizione. Tema della manifestazione “Fan-tasie di mare” quindi tutti hanno potuto scegliere cosa preparare con qualsiasi tipo di pesce, scegliendo tra un primo e un secondo piatto. Le premiazioni sono state fatte in base a quattro criteri: Presentazione, originalità, attinenza e gustosità. I vincitori alla fi ne sono stati per la Presentazione “Happy Hours in costiera” di Aldo Fiorito, per Ori-ginalità “Orecchiette in capesante” di Cosimo Borrelli, per attinenza “Meraviglia di zuppa di pesce” di Nicola D’Amato, per Gustosità “Marina Genovese” di Gabriele De Filippo. Primo tra tutti è sta-to Francesco Malandrino con un piatto davvero speciale “Trofi e alla carlona con uova di spigola”. Una volta presentati i piatti tutti hanno gustato le loro meraviglie sulle barche scambiandosi anche le prelibatezze e facendo spazio agli ospiti che si sono avvicinati alla manifestazione divertendosi fi no a tarda notte. Un ringraziamento a tutti per la partecipazione e un arrivederci alla prossima edizione con un numero ancora più congruo di partecipanti, alla fi ne si sa che cucinare e mangiare soprattutto in riva al mare sono tra le cose più belle e divertenti della vita.

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Usare mente cuore e mani per avvicinare i ragazzi al mare e alla natura

Nuotando tra le stelle... si imparaLega navaleIl bollettinodei naviganti

Il mare e le coste costituiscono un ecosistema molto fragile e soltanto un approccio diverso può favorire la sua salvaguardia e la sua salvezza di fronte ai rischi che incombono in un futuro molto prossimo.Dobbiamo capire che “non è il mare ad avere bisogno di noi, siamo piut-tosto noi, a non poter fare assoluta-mente a meno di lui” come già nel 1861 scriveva J. Michelet. Ma per cambiare gli atteggiamenti e le cul-ture su cui si radicano, bisogna agire sull’educazione. E quando si parla di educazione, si parla di giovani. Allora perché non utilizzare la base nautica che, come giustamente rileva Bibiana Capasso nell’articolo “Il piacere del-l’accoglienza” nell’ultimo numero del Bollettino dei Naviganti, costituisce un punto di incontro e di scambio tra i soci, in particolare nei periodi di vacanza?La mia idea è quella di attivare nei bambini sentimenti di curiosità che portano a sviluppare e ad approfon-dire le conoscenze: solo attraverso la conoscenza si arriva a rispettare e a prendersi cura dell’ambiente, perché non si può imparare a conservare ciò che si conosce poco e male o che non si conosce affatto. E allora bisogna coltivare sinergicamente la dimensio-

ne cognitiva, la dimensione emotiva e quella pragmatica: usare mente, cuore, mani.Abbiamo a disposizione la nostra bella costiera che dal porto verso Pae-stum ci offre il litorale sabbioso con le foci del Testene e del Solofrone; verso S. Maria di Castellabate, con la baia di Trentova e quella del Sam-buco, esempi di costa rocciosa con presenze di risorgive: un ecosistema veramente ricco di biodiversità.Un altro spunto viene dall’attrazione che i bambini provano per le stelle del cielo, che nel loro immaginario sono anche dotate di vita propria. Allora portiamoli a cercare anche le stelle del mare: nella nostra zona possiamo osservare le splendide stelle rosse (Echinaster Sepositus e Ophidiaster Ophidianus) acquattate nelle praterie di Posidonia o le più semplici Astropecten Aranciacus appoggiate sulla sabbia con la quale si confondono.Facciamogli scoprire la simmetria pentaraggiata, più nascosta, delle oloturie e dei ricci di mare. Sarà piacevole e facile osservando i gu-sci vuoti di Paracentrotus Lividus e Sphaerechinus Granularis, presenti in gran numero nei nostri fondali.Dalla base nautica i soci potrebbero organizzare visite guidate, declinate

in modo da rispettare l’età dei parte-cipanti, per far crescere la socializ-zazione e la collaborazione proprie dello spirito della Lega Navale.In uno spazio apposito nel gazebo potranno essere raccolte fotografi e, disegni, censimenti, informazioni e idee che favorirebbero gli scambi e le relazioni di un numero crescente di giovani per la crescita di una cultura del mare perché, come dice H. G. Wells “il futuro sarà una gara tra educazione e catastrofe” e noi speriamo che vinca la prima.

Sui fondali poco profondi delle coste di Agropoli e dintorni si è vista, quest’estate, la presenza di una notevole quantità di ricci. Indice di un mare in salute, ma anche insidia per molti bagnanti inesperti.

Ma sotto quei fastidiosi aculei, si nasconde un organismo estremamente interessante... anche per la genetica. Oggi viene infatti usato per monitorare l’inquinamento delle acque, esaminando la rispo-sta del suo sistema immunitario ai livelli di stress ambientale. Sembra infatti che la sua capacità di difendersi dagli inquinanti ambientali gli faccia produrre sostanze in grado persino di bloccare alcune cellule tumorali umane.

I ricci di mare si presentano sotto forme e colori diversi, e alcuni sono di una bellezza straordinaria. Appartengono tutti al grande phylum degli echi-nodermi (dal greco “pelle con spine”), insieme ai loro cugini le stelle di mare, le stelle serpentine (ofi ure), i cetrioli di mare (oloturie) e i gigli di mare (crinoidi).

Per quanto apparentemente semplici, i ricci di mare sono piuttosto complessi. Sulla scala evolu-tiva rappresentano uno degli ultimi gradini prima di arrivare al grande gruppo dei vertebrati, di cui

di Floriana Russo

fanno parte anche gli esseri umani.Il riccio appena nato non è altro che una piccola

larva di pochi millimetri. Durante questo stadio di sviluppo, che dura dalle 4 alle 6 settimane, la larva viene trasportata dalle correnti marine fi no a quando trova il luogo adatto per depositarsi sul fondo e dare inizio alla metamorfosi, che la porterà alla fase adulta di una vita che per alcune specie può raggiungere anche una durata di 8 anni.

La struttura fi sica del riccio adulto è paragonabi-le ad un’opera di alta architettura: gli echinodermi sono gli unici organismi a presentare una simme-tria pentaraggiata. Se infatti ci soffermiamo ad osservare il guscio di un riccio, privo degli aculei, possiamo notare come sia ben diviso in 5 spicchi tutti uguali, come i bracci di una stella marina.

Il fascino del riccio di mare ha esercitato la sua attrazione fi n dai tempi di Aristotele, il quale pri-ma di essere fi losofo era biologo. È infatti grazie attrazione fi n dai tempi di Aristotele, il quale pri-ma di essere fi losofo era biologo. È infatti grazie attrazione fi n dai tempi di Aristotele, il quale pri-

alla sua descrizione che all’apparato boccale del riccio è stato dato il nome di “lanterna di Aristo-tele”. (...)

Per respirare, l’echinoderma sfrutta delle piccole branchie che pompano in continuazione acqua per estrarre l’ossigeno necessario. Dalla parte opposta della bocca si trova l’ano o periprocto, ma l’esatta corrispondenza è propria solo dei ricci “regola-ri”, poiché in quelli cosiddetti “irregolari”, che cioè non rispettano la simmetria pentaraggiata, i due orifi zi non si trovano mai sullo stesso asse verticale.

Per quanto sia diffi cile vederli in movimento, i ricci sono spesso costretti a spostarsi per mangiare. Si nutrono principalmente di piccoli animali incro-stanti, o pascolano tra le alghe o nelle praterie di Posidonia oceanica. Per muoversi usano, insieme agli aculei, i pedicelli ambulacrali: tante piccole estrofl essioni, estremamente elastiche, che con-sentono loro di spostarsi in tutte le direzioni, ed in caso di capovolgimento risultano essere degli ottimi sistemi di ancoraggio per rimettersi in piedi. La distribuzione di queste piccole appendici, gli aculei ed il colore sono tra i caratteri più importanti per distinguere una specie dall’altra.

La specie più famosa nel Mediterraneo è il Paracentrotus lividus, chiamata da tutti, erronea-mente “riccio femmina”, per la fama di custodire prelibate uova. In realtà la distinzione tra i sessi non trova alcun fondamento scientifi co, in quanto tutti gli echinodermi sono ermafroditi. L’apparato riproduttore è infatti dotato di gonadi che produ-cono sia spermatozoi che uova. Ed è interessante notare, inoltre, che la fecondazione, che si verifi ca in acqua, avviene tra cellule prodotte da soggetti diversi.

L’altra specie maggiormente nota è quella del-

di Francesco Peca l’Arbacia lixula, detta anche “riccio maschio”, che si differenzia dall’altra solo perché nera. Queste due specie di ricci condividono lo stesso tipo di habitat, e hanno all’incirca la stessa distribuzione batimetrica (0-50 mt) e le stesse dimensioni (7-8 cm di diametro). Ma Mentre l’Arbacia lixula è sempre e solo nera e con aculei fi tti, il Para-centrotus lividus, con aculei poco numerosi, ha una colorazione molto variabile che si presenta nelle varie sfumature del viola, del marrone e del verdastro. Ma l’interesse scientifi co per il riccio non si limita agli elementi descrittivi. La ricerca genetica, infatti, si sta dedicando attentamente a queste specie che costituiscono una potenziale sorgente di cellule staminali. In particolare, il CNR di Palermo ha intrapreso lo studio di questi organismi marini, concentrandosi sulle capacità rigenerative della stella marina e sulla resistenza allo stress del riccio (cfr comunicato stampa CNR del 26/11/2006).

La stella di mare, come è ben noto, è in grado di rigenerare in breve tempo un suo braccio amputato. Dal canto suo, il riccio di mare dimostra capacità di resistenza a forti stress fi sici, come la radiazione ultravioletta, e chimici, come l’inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti delle acque marine. (...). Per quanto riguarda il campo farmacologico è stato dimostrato che, esponendo cellule immu-no-competenti del riccio di mare Paracentrotus lividus a stress fi sici come l’alta temperatura o radiazioni UVB, è possibile aumentare alcuni tipi di cellule e ottenere la sintesi di molecole interessanti dal punto di vista farmacologico come il Tumour Necrosis Factor - TNF alpha. Questo fattore, insieme con altre proprietà antibatteriche e antivirali, potrebbe avere un certo interesse per sviluppi biotecnologici nella produzione di nuovi farmaci. Dunque questo spinoso riccio di mare sembra poter diventare un nostro prezioso alleato nella medicina. Nulla toglie, tuttavia, di poterne cogliere i benefi ci effetti anche con il palato! La pesca del riccio di mare, attualmente, è regolata dal decreto ministeriale del 12 gennaio 1995, che ne consente la raccolta, solo manualmente e per immersione, per una quantità non superiore a 50 esemplari al giorno (il pescatore professionista invece ha un limite giornaliero di ben 1000 esem-plari). La taglia minima di cattura del riccio di mare non può essere inferiore a 7 cm di diametro, mentre la sua pesca è del tutto vietata nei mesi di maggio e giugno. Ma dal mese di luglio non lasciamoci scappare, ogni tanto, l’esperienza di mangiare un riccio crudo in riva al mare, appena pescato, e di assaporarne il contenuto rosso vivo, della consistenza del burro e dal sapore dolce e intenso che dà un contrasto ineguagliabile con l’acqua salata di cui è ancora intriso!

Anno XVIII - Numero 3-4 - dicembre 2008Anno XVIII - Numero 3-4 - dicembre 2008

di Aldo Fiorito

Navigando in strapoggia nessuno sa qual è il lato sottovento

A PESCA DI SEPPIE E POLPI, GENERAZIONI A CONFRONTO Domenica 19 ottobre, la consueta gara di pesca a seppie e polpi. Ben 59 equipaggi in gara. A parere degli esperti, la giornata sebbene splendida, non era l’ideale per questa gara, avrebbero preferito un poco di vento, per favorire lo “scarroccio” delle barche. Ciò nonostante furono cattura-te prede per circa 60 chili; certamente meno degli altri anni, ma suffi cienti per contribuire alla cena di premiazione di varie manifestazioni. Nelle foto Filomeno (sotto) e Federico (a sinistra): generazioni a confronto.

Meglio sarebbe stato se, confi dando nel-l’istinto, avessi scelto una delle soluzioni che precedono, anzi che, come ho poi fatto, operare un pagamento immediato in unica soluzione ed a mezzo bonifi co !! Appena la Dirigenza si è resa conto dell’ “attentato” prodotto alla contabilità della sezione Agro-polese, sono stati attivati tutti i canali pro-fessionali ed amicali, allertati i contabili ed i revisori dei conti, gli amici commercialisti ed i parenti ragionieri, interessati i fi gli ed i nipoti che frequentano studi universitari in materia, impegnati sin’anche quelli iscritti al liceo scientifi co e/o alla ragioneria, fi no a qualche piccolo genio ancora alle scuole medie se non alle elementari. C’era da risolvere un problema mai presentatosi prima, probabilmente neppure nelle altre sezioni d’Italia: in altri termini, la ricezio-in altri termini, la ricezio-ne di un pagamento valido per il 2008 ma ne di un pagamento valido per il 2008 ma effettuato nel 2007, anticipato cioè di pochi effettuato nel 2007, anticipato cioè di pochi giorni rispetto all’anno di competenzagiorni rispetto all’anno di competenza. Può sembrare paradossale, ma la mia solerzia – che, viceversa, altro non è se non il timore di dimenticare scadenze, impegni, appun-tamenti che sempre costellano la nostra esistenza – ha prodotto un vero e proprio

rompicapo, per altro brillantemente risolto. In tutto ciò, gli amici della Lega, invece di redarguirmi seppur bonariamente per la fa-tica supplementare cui li avevo sottoposti per di più alla vigilia della elaborazione del bilancio consuntivo, non hanno di meglio che…..ringraziarmi, per aver offerto loro l’occasione di collaudo dell’innovativo programma informatico adottato !!Che ag-giungere? Dalla loro semplicità e modestia, che unitamente allo spirito di aggregazione trasmette viceversa a tutti noi iscritti l’esatta percezione della competenza, sinergia, tra-sparenza di intenti e di comportamenti cui questa Dirigenza certamente si ispira, posso trarre senza volontà polemica con alcuno, questo unico insegnamento: non mi troverà in accordo chi afferma “non basta fare bene, ma è importante farlo sapere”, quando il se-condo aspetto troppo spesso sta a celare le carenze del primo. E se il mio intento era e resta quello di non tediare, pur avendo tanto altro da evidenziare, preferisco non approfi ttare oltre della benevolenza di chi dovesse leggere questo breve testo. Buon vento a tutti e grazie.

Dario Borgia

DALLA PRIMA PAGINA

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Anno XVIII - Numero 3-4 - dicembre 2008Lega navaleIl bollettinodei naviganti

La riserva marina di Castellabate farà danni ai nostri scali come i naviganti improvvisati

Ricconi e divieti, in porto senza diporto

Stima la tua posizione guarda le stelle (e l'orologio)

Il vocabolario del marinaio

sulla conoscenza, esperienza, generosità e cortesia. Gli “improvvisati”, magari dotati di un portafogli più generoso, hanno subito approcciato barche di dimensioni notevoli; le formali abilitazioni al comando delle stes-se, a volte puramente “stupefacenti”, non prevedono l’insegnamento dei modi e delle cortesie. Ho assistito a veri e propri arrem-baggi, scomposti e ciarlieri, all’ultimo posto disponibile. Con l’aumentare della scorte-sia dell’utente, è cresciuta di pari, e forse di più, l’arroganza e la ruvidezza dei fornitori dei servizi. Francamente, non è il caso di generalizzare, vi sono isole felici, anche nel nostro circondario, ma in generale il settore

È passato tanto tempo da quando navigare per diporto signifi cava, spazi liberi, orizzonti sconfi nati, porti ospitali, baie deserte ed isole da scoprire. Navigare verso una destinazio-ne diversa da quella di stazionamento dava la sensazione del viaggio e della scoperta. Nulla a che vedere con il turismo “terricolo” che si andava già globalizzando ed in qual-che modo standardizzando in aderenza alle offerte degli operatori, più attenti al business che al cliente.

“Fuggire al consueto”, era l’imperativo dei pochi appassionati che, anche con unità a volte improvvisate, sceglieva le vie del mare alla ricerca di sensazioni non comu-ni. Non parlo, si badi bene, dell’elite della marineria, ad appannaggio esclusivo delle ricche famiglie di nobili, imprenditori e ricca borghesia. Parlo della nautica nascente alla fi ne degli anni settanta, una sparuta schiera di snob che, con i soldi della “liquidazione” o con un buon mutuo, affrontava l’ impresa o con un buon mutuo, affrontava l’ impresa di divenire armatore. É chiaro che i disagi di barche insuffi cienti (niente frigo, poca acqua, motori rumorosi, senza bimini, senza rolla-fi occo ed altre comodità), causavano vari abbandoni, da parte di coloro che, svanito il primo entusiasmo, non trovavano nei mo-menti di godimento, gratifi cazione suffi cienti a bilanciare i costi ed i disagi.

I pochi che resistevano, si apriva l’avven-tura e l’emozionante vita del navigatore. Nei porti nazionali, ancora non stressati dalla pressione dei numeri, si veniva accolti con curiosità e simpatia. I pescatori, facevano a gara per dimostrarsi ospitali e per conoscere questi “incoscienti” che affrontavano i disagi del mare per diletto. Non vi era ostilità, non vi era disapprovazione. Rammento ancora, le cene preparate con i pesci offertici dai pesca-tori di Porticello Santa Flavia, di Lipari, di Cetraro, di Bagnara. Ho ancora negli occhi i volti dei ragazzini di Bagnara Calabra, che in cambio di un rimorchio della loro barchetta a remi, ci offrirono un tesoro di pescato. Era il tempo in cui la rada di Lipari, era un rifugio sicuro ed amico, Cala Junco, a Panarea, un ridosso certo ed affascinante, simile a quelli sognati delle isole tropicali. Andare a Ca-merota, a Scario, ad Amalfi , era un modo per incontrare amici operatori conosciuti l’esta-te precedente. Sempre un saluto, sempre un caffè sorseggiato insieme, spesso un pizza in compagnia.

Tra diportisti ci si aiutava e spalleggiava. Se c’era da far accostare un nuovo arrivato, non si esitava a spostare la propria barca, e gli si offriva un attimo di refrigerio, una birra fresca, una fetta di anguria gelata ed il racconto della propria esperienza, ed il de-siderio di apprendere l’altrui storia. Così ci si arricchiva del vissuto altrui ed il corredo delle conoscenze si stratifi cava fi no a dive-nire, con l’aggiunta delle proprie esperienze, il sapere del Marinaio.

Poi , a partire dalla metà degli anni novanta, si è assistito ad un progressivo degrado del settore. Una massificazione troppo impetuosa, non ha consentito il formarsi di una cultura marinaresca, basata

4formarsi di una cultura marinaresca, basata

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Percorrere un lungo tratto di mare lontani Percorrere un lungo tratto di mare lontani Percorrere un lungo tratto di mare lontani dalla costa e senza avere nessun punto di dalla costa e senza avere nessun punto di riferimento può essere un azzardo se non si riferimento può essere un azzardo se non si è capaci di conoscere in qualsiasi momento è capaci di conoscere in qualsiasi momento la propria posizione geografi ca, anche se la propria posizione geografi ca, anche se stimata. I motivi sono sostanzialmente due: stimata. I motivi sono sostanzialmente due: il primo è che a causa delle correnti, del il primo è che a causa delle correnti, del vento e degli errori di governo, per arrivare vento e degli errori di governo, per arrivare a destinazione saremo costretti ad effettuare a destinazione saremo costretti ad effettuare molti aggiustamenti di rotta, e ciò lo po-molti aggiustamenti di rotta, e ciò lo po-tremo fare solo sapendo di quanto siamo tremo fare solo sapendo di quanto siamo scostati dal percorso previsto. Il secondo scostati dal percorso previsto. Il secondo motivo è perchè, in caso di emergenza, se motivo è perchè, in caso di emergenza, se vogliamo ricevere aiuto nel più breve tempo vogliamo ricevere aiuto nel più breve tempo possibile, dovremo essere in grado di comu-possibile, dovremo essere in grado di comu-nicare ai soccorsi la nostra posizione.

Per segnare sulla carta nautica il “punto Per segnare sulla carta nautica il “punto nave” o per identifi care un qualsiasi luogo sulla Terra si usano due misure, la latitudi-ne e la longitudine, che ora cercheremo di conoscere meglio.

La sfera terrestre è virtualmente avvolta in un reticolo di cerchi orizzontali e ver-ticali, i paralleli e meridiani, e dal loro incrocio si individua in modo univoco un qualsiasi punto del globo. Sebbene nella realtà di tratti di cerchi (come nel caso dei paralleli) o di archi appartenenti a cerchi (come nel caso dei meridiani), sulla carta queste linee curve vengono rappresentate con delle linee rette parallele e perpendi-colari fra loro. La distanza fra l’equatore e un parallelo si chiama latitudine, si misura in gradi, primi e decimi di primo, e va da 0° a 90° in direzione Nord o Sud. La la-titudine dell’equatore è pari a 0°, mentre quella dei poli è di 90° N o S. La distanza fra due paralleli qualsiasi, invece, si chiama “differenza di latitudine”.

Le linee verticali perpendicolari all’equa-tore sono i meridiani. Anche in questo caso il valore sarà espresso in gradi, primi e decimi di primo, ma l’origine della mi-sura ovviamente non è l’equatore bensì un meridiano iniziale di riferimento che passa per Greenwich. La distanza angolare dal meridiano di riferimento fi no ad un meridia-no qualsiasi prende il nome di longitudine,

e si conta da 0° a 180° in direzione Est o Ovest. La distanza fra due diversi meridia-ni si chiama “differenza di longitudine”, mentre il meridiano che sta all’opposto di Greenwich, cioè ad una distanza angolare di 180°, si chiama “antimeridiano” o “linea del cambio di data”.

Facciamo due esempi: sulla Terra c’è uno, ed un solo un punto, che si trova sul parallelo 30° 15’,8 a nord dell’equatore e sul meridiano che dista 70° 29’,3 dal meridiano di Greenwich andando in di-rezione Ovest. Così come la base nautica della lega Navale di Agropoli si trova a 40° 21’,5 N e 14° 59’,0 E . E ciò senza alcun dubbio. Ecco perchè in mare la latitudine e la longitudine si usano per indicare in modo certo e senza ambiguità la propria posizione.

Gli attuali strumenti di navigazione sono in grado di fornirci le coordinate geografi che costantemente e con grande precisione, ma a bordo è sempre meglio non affi darsi completamente all’elettroni-ca. Perciò, nelle prossime puntate vedremo come calcolare, anche se in modo appros-simativo, le nostre coordinate geografi che utilizzando il sole, l’orologio e una piccola calcolatrice scientifi ca.

è molto peggiorato e, all’aumento spropositato dei prezzi, spesso non è seguito un incremento del numero e della qualità dei servizi.

Anche la pubblica amministrazione ha avuto un importate ruolo nel favorire il de-terioramento del comparto. Poca vigilanza, poca attenzione alla creazione di vero mercato e quindi di concorrenza, imposizioni e divieti discutibili, a danno dell’improvvido diportista che ancora si accanisce a coltivare una passio-ne, oramai trasformatasi in fobia.

Un esempio palese si può riscontrare nella probabile istituzione della riserva marina di Castellabate. Pur comprendendo e condividen-do, infatti, la necessità di tutelare le risorse

naturali ed i luoghi di particolare valo-re paesaggistico, non approvo la logica del “divieto”, che non tiene conto delle realtà sociali ed economiche attive sui luoghi da tutelare. Così come formu-lato, infatti, il progetto della riserva, andrebbe a precludere, con vari livelli di “intensità”, un’area enorme, solita-mente utilizzata dal diportismo minore. Un’area così delimitata e vietata, su cui gravitano gli sfoghi balneari di ben quattro porti (Agropoli – San Marco – Agnone – Acciaroli) con migliaia di piccole unità, creerà due fenomeni: in primo luogo, il decadimento dell’in-teresse verso questi porti; in secondo luogo, l’instaurarsi di un tipo di nautica stanziale all’ormeggio.

Questa seconda eventualità, già vera in altri comprensori, è la più deleteria. Si assiste all’utilizzo della barca, come un appoggio dove cucinare, mangiare e dormire. I porti si stanno trasformando in piazze, con negozi, ristoranti, cine-ma ed altre comodità cittadine; sempre più raro trovare un fi ltro, un bullone, un buon meccanico. Che la barca sia un mezzo idoneo alla navigazione, poco importa. All’atto dell’acquisto, si pre-sta attenzione al frigo, al numero delle toilette, all’aria condizionata, al banco cucina, alla TV al plasma; poco importa se il mezzo non è adatto ad affrontare un mare forza 6, “tanto io con il mal tempo non mi muovo” . Di fatto, ci si muove poco e male, è spirato l’animo avventuroso del viaggiatore. Si è passati dal diporto, al di porto.

In questo contesto, restano alcuni irriducibili, credo gli ultimi, che anco-ra si ostinano a cercare i momenti, le sensazioni ed i sapori della marineria tradizionale. A questi Eroi, il cui spa-zio si va man mano riducendo, voglio esprimere il mio accorato apprezza-mento, e l’augurio che tra non molto, i tradizionali valori, che il mare da secoli ha selezionato, prevalgano sull’appiat-timento attuale.

(tratto dal periodico Dragut)

per cortesia qui la pubblicità della banca di credito coop

di Massimo Vicinanza

di Antonio Del Baglivo