LEGA ITALIANA LOTTA CONTRO I TUMORI SEZ. PROV.LE ......il Salento è Terra dei Fuochi e quel che...

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Educazione Assistenza Prevenzione Trasporto pazienti Centro ILMA Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti. acquista una “Stella di Natale”. Saremo presenti nelle piazze di tutti i Comuni della provincia. Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Dicembre 2013 XXII GIORNATA DELLA SPERANZA

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Educazione

AssistenzaPrevenzione

Trasporto pazienti Centro ILMA

Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti.

acquista una “Stella di Natale”.

Saremo presenti nelle piazze

di tutti i Comuni della provincia.

Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Dicembre 2013

XXII GIORNATA DELLA SPERANZA

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La Puglia, in poco più di mezzo se-colo, registra scelte e decisionipolitico-economiche che hanno

finito per presentare alle sue popo-lazioni un conto salatissimo in terminidi vite umane stroncate, compromessee di territorio stravolto e ferito nel-la sua identità culturale, storico-economica e vocazionale.

Una serie di opere, presentatecome l’occasione di riscatto per unSud altrimenti dimenticato e fuori daicircuiti dello sviluppo e del progres-so industriale, ha subdolamente recatoparziale occupazione decretando, nelbreve, inquinamento, malattie, an-nientamento di altre economie com-patibili e sostenibili con il territorio.

Risultato di stagioni e di governitutti quanti miopi rispetto alle con-seguenze socio-ambientali e sanita-rie di medio e di lungo termine. Inpiù, carenze e falle nei sistemi di mo-nitoraggio e di controllo che non sonointervenuti, tempestivamente e pe-rentoriamente, a bloccare e a segna-lare le irregolarità e gli illeciti di pro-

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EDITORIALE

Sostenibilità sanitariaIn futuro, la sostenibilità di un modello di sviluppo del territorio dovrà essere valutata per il danno sanitario(VDS), oltre che per quello ambientale (VIA)

Dr. Giuseppe SerravezzaPresidente LILT Sezione Provinciale di Lecce

Procedono i lavori al Centro ILMAProseguono i lavori nel cantiere del Cen-tro Ilma. Completato lo scavo per le fon-damenta, in questi giorni si stanno in-nalzando i pilastri del primo modulo del-la struttura, il vero e proprio cuore delcomplesso, dedicato ai settori della ri-cerca, prevenzione e riabilitazione. Ri-cordiamo inoltre che, con la messa in si-curezza dell’area, sarà possibile visita-re il Centro anche con i lavori in corso.

Sullo stato di avan-zamento dell’opera,aggiorneremo attra-verso il nostro sito(www.legatumorilec-ce.org).Per portare a compi-mento questo pro-getto, un sogno checomincia finalmentea prendere realtà,oggi più che mai ab-biamo bisogno delsostegno di tutti.

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duzioni e di azioni irrispettose di nor-me e di raccomandazioni.

Invece, uno dopo l’altro, la Pugliaha dato accoglienza – in luoghi di altovalore paesaggistico, economico estorico – a mostri che portano il nomedi Ilva e di Cerano, andando a per-turbare e a compromettere zone ur-bane, tratti di costa e di mare, e cam-pagne che insieme alle tante morti(per incidenti sul lavoro e per ma-lattie) hanno decretato anche lamorte dei luoghi stessi, sfruttati econtaminati.

Il degrado investe tutte le matricibiologiche. L’aria, le acque, il suolo eil sottosuolo risentono dei moltepli-ci e reiterati insulti: immissioni in at-mosfera che infrangono normative eu-ropee, smaltimenti impropri e illeci-ti che avvelenano i terreni con gra-vissime compromissioni per l’agri-coltura, scarichi non depurati che col-piscono le attività marine.

La lista dei reati ambientali è lun-ga e destinata ad allungarsi per quelche sta emergendo in queste ultimesettimane, fatti e misfatti di un pas-sato recente che svelano crimini emalsane abitudini dagli effetti a di-stanza ma dagli esiti nefasti (rifiutitossici e pericolosi interrati). Ancheil Salento è Terra dei Fuochi e quel cheall’ambiente si fa, l’ambiente riportaperché il sistema non riesce a rige-nerarsi e a decontaminarsi: la con-catenazione degli eventi avversi ha in-nescato un processo di pesante de-terioramento e di alta tossicità.

Del resto, l’epidemiologia locale daanni segnala il cattivo stato di salu-te umana e ambientale. Non sono solole matrici ad ammalarsi, accade an-che alle popolazioni salentine per unaserie di patologie invalidanti, croni-che e pure mortali. L’incidenza in cre-scita delle neoplasie non è che la pun-ta di un iceberg. Non solo tumori,quindi – che le evidenze scientificheampiamente correlano alla qualità del-l’ambiente – ma anche patologie co-ronariche, respiratorie, ormono-en-docrine, metaboliche, della riprodu-zione e altro ancora.

Il peggio è che nonostante si co-noscano, oggi più di ieri, i fattori dirischio, la nocività e la cancerogeni-

cità di molecole e di prodotti dei pro-cessi industriali, si paventano anco-ra modelli di sviluppo non sostenibi-li e di accertato svantaggio com-plessivo. Le logiche di mercato e diprofitto che hanno partorito Ilva, Ce-rano, Copersalento e le sventate cen-trali a biomasse non arretrano di unpasso e sfidano i morti e i loro so-pravvissuti, sfidano le intelligenze ele responsabilità di chi non baratta lasalute dell’ecosistema Salento con mi-tigazioni, mimetizzazioni, compen-sazioni e risarcimenti, come lo scel-lerato gasdotto sponsorizzato daldittatore azzero vorrebbe impiantarenel territorio San Foca-Melendugno.Una sigla, TAP (Trans Adriatic Pipeli-ne), da abbattere come lo è stato ilprogetto ad opera di tecnici e studiosidelle diverse discipline che al com-petente Ministero dell’Ambiente han-no appena inviato le osservazioni cri-tiche.

Da più parti si ribadisce l’assolutapriorità di economie sostenibili conil territorio e con il bene supremo del-la salute. Per questo riteniamo indi-spensabile che il parametro Danno Sa-nitario rientri nelle valutazioni degliEnti tecnico-giuridici e polito-istitu-zionali preposti a indagare, a votaree a decidere opere e insediamenti im-pattanti con l’ambiente fisico e so-ciale.

Il nascente Centro Ilma e il suoCentro Ricerche intendono porsi al ser-

vizio della collettività, pubblica e pri-vata, e operare nel settore della Pre-venzione Ambientale per collegare econiugare la salute e il benessere diun territorio alla qualità dei luoghi dilavoro, di crescita e di vita relazionale.

Monitorare le matrici biologiche ecorrelare i fattori di rischio ambien-tale locale sono atti di conoscenza edi studio finalizzati alla vigilanza, allavalutazione preventiva del rischio, allatutela della vita.

Nel Salento la coscienza collettivaè cresciuta e diffusa in forza delle sto-rie di tante persone che pagano ohanno pagato sulla propria pelle glieffetti della diossina, dell’amianto, delPVC e di tutti gli altri veleni ammor-banti. Il dissenso contro il pericolo dinuovi mostri è alto, così come la de-terminazione a darsi strumenti di tu-tela e di difesa. Ne è di esempio ilCentro Ilma che si sta costruendo coni soli aiuti economici della gente, sen-za deleghe e senza attese che dall’altoarrivi quanto non più procrastinabi-le. Questo è il sud orgoglioso e con-sapevole della propria Storia e del pro-prio Futuro, deciso ad autodetermi-narsi quando giochi di vertici finan-ziari e politici pensano di imporre edi far passare come strategici inse-diamenti e progetti che di strategicohanno solo la cura dei propri interessie l’abbattimento della qualità di vitalocale, dell’ambiente e delle personeche lo abitano.

EDITORIALE

Il prof. Schittullirieletto presidentenazionale della LILTLo scorso 26 settembre, si sono svol-te a Roma, nel corso dell’Assemblea Na-zionale dei Presidenti delle Sezioni Pro-vinciali, le elezioni per il rinnovo del-le cariche istituzionali della LILT. È sta-to rieletto all’unanimità il Prof. Fran-cesco Schittulli, chirurgo senologo e on-cologo, che continuerà a guidare laLILT per i prossimi cinque anni. La LILTdi Lecce formula al Presidente i miglioriauguri di buon lavoro, assicurandocome sempre il sostegno alle iniziati-ve promosse dalla sede nazionale.

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DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

La Qualità di Vita e il Benessereindividuale e collettivo si misu-rano oggi non più sul Prodotto

Interno Lordo (un indicatore che, neltempo, ha rivelato tutta la sua in-sufficienza), ma attraverso gli undi-ci parametri - Better Life Index - in-dividuati nel 2012 dall’Organizzazio-ne per la cooperazione e lo sviluppoeconomico (OCSE), che sono: abita-zione, ambiente, amministrazione,equilibrio tra lavoro e privato, istru-zione, lavoro, partecipazione civica,reddito, salute, sicurezza, soddisfa-zione personale. Tali indicatori pale-sano che la qualità del vivere si in-terseca con condizioni esterne e in-terne alla persona - dove le parti siinfluenzano reciprocamente - evi-denziando lo stretto legame che in-

La nostra posizione sul gasdotto TAPPresentiamo un documento della LILT di Lecce. Il progetto dell’approdo nel Salento (a S. Foca di Melendugno) di un gasdotto trans adriatico, non solo arrecherebbe danni ad un’area di grande valore storico-archeologico e naturalistico, ma metterebbe a rischioanche la salute delle popolazioni, dal momento che è prevista anche la realizzazione di impianti di compensazione pressoria del gas in arrivo, i quali, per funzionare, hanno bisogno di bruciare combustibile, con emissioni nocive in atmosfera

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tercorre tra individuo e società.Va da sé che, in occasione di scel-

te con impatto e ricadute sulla Qua-lità di Vita singola e collettiva, le po-litiche nazionali e sovranazionalioperano o dovrebbero operare soddi-sfacendo questi undici indicatori, inmodo da favorire e assicurare il be-nessere sociale. Parimenti, le perso-ne dovrebbero partecipare e concor-rere a far sì che questi indicatori pre-valgano e siano rispettati e difesi, apartire da sé e dalla comunità di ap-partenenza.

Il progetto del gasdotto TAP sod-disfa i parametri Better Life Index?La risposta non può attendersi da chiquel progetto propone, essendo que-sti in evidente conflitto d’interesse.Pertanto, l’analisi e la riflessione de-vono piuttosto ricorrere all’autorevo-lezza e alla neutralità di fonti indi-pendenti e poggiare sulle evidenzescientifiche provenienti dai dati uffi-ciali (OMS, ISTAT, ISS, Registro Tumori,Organismi pubblici di controllo).

Negli ultimi anni, nel Salento, si re-gistrano mortalità e incidenza perneoplasie che pongono quest’area alprimo posto nella regione, mentre nelpiù ampio panorama del Paese succedeche la Puglia e il sud in genere “re-cuperano posizioni” e si avvicinano aidati che un tempo appartenevano alNord industrializzato, nel quale invecela tendenza è verso la diminuzionedella mortalità.

Nella provincia di Lecce, in parti-colare, il tasso di mortalità per can-cro al polmone è il più alto d’Italia,e si hanno pure alti livelli di morta-lità per il tumore della vescica e delsangue. Sempre a Lecce e provincia,dal 1990 al 2009 la mortalità per can-cro globale è stata dell’11% superio-re rispetto a quella attesa dalla me-dia pugliese.

Le evidenze scientifiche correlanole neoplasie ai fattori di rischio pre-senti nell’ambiente. Nel caso del tu-more al polmone, la correlazione è ri-conosciuta da anni e indipendente-mente da altri fattori di rischio (l’abi-tudine al fumo). Lo studio ESCAPE –European Study of Cohorts for Air Pol-

lution Effects - ha concluso chel’esposizione prolungata all’inquina-mento da polveri sottili (PM10 ePM2.5) è associabile a un aumento delrischio di tumore del polmone (spe-cialmente l’adenocarcinoma) in po-polazioni esposte. Per ogni incrementodi 10 µg/m³ di PM10 viene stimato unaumento del rischio di tumore al pol-mone pari a circa il 22 % (HR pari1.22, 95% CI 1.03–1.45). La revisio-ne 2013 condotta dal Regional Offi-

ce per l’Europa dell’OrganizzazioneMondiale della Salute afferma che an-che entro i limiti di soglia fissati perlegge le popolazioni esposte subi-scono innegabili danni.

La Puglia, nelle evidenze delloStudio sullo Stato dell’Ambiente cu-rato da ARPA Puglia (2011) risulta es-sere la regione con maggiori emissioniindustriali in Italia. Commentando idati INES (Inventario Nazionale Emis-sioni e loro Sorgenti) dell’intera Re-gione, ARPA Puglia rileva che “Il qua-dro che emerge è quello di una ele-vata criticità della situazione della ma-trice “aria” della regione Puglia”. I datiufficiali collocano la Puglia al primoposto per le emissioni di anidride car-bonica (il 21,23% del totale nazionale

viene emesso in atmosfera da indu-strie che hanno sede nella nostra re-gione); benzene (46,13% del totalenazionale); idrocarburi policiclici aro-matici (95,48% del totale nazionale);ossidi di azoto (19,63% del totale na-zionale); ossidi di zolfo (23,27% deltotale nazionale); monossido di car-bonio (81,11% del totale nazionale);particolato (62,23% del totale na-zionale); diossine (PCDD, PCDF, parial 91,96% del totale nazionale).

Riguardo al Salento, già l’annoprecedente, nel dicembre 2010, lastessa ARPA Puglia rendeva pubblicoun documento in cui si asseriva che“l’analisi epidemiologica ha confer-mato la criticità territoriale che ca-ratterizza il Salento da diversi anni,rappresentata dagli elevati tassi dimortalità per tumore al polmone...quanto detto si configura come unasituazione di peculiare vulnerabilitàdel territorio ad ulteriori pressioni dicarattere ambientale”.

Il rigore sulle emissioni risultadunque prioritario in Puglia e nel Sa-lento e assurge a criterio assoluto perle valutazioni e le decisioni di nuoviinsediamenti e di impianti, perché ul-teriori fonti di pressione ambientale

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

Il litorale della marina di Melendugno, nei pressi del quale dovrebbe attraccare il gasdotto.

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DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

rappresenterebbero, e di fatto losono, rischi aggiuntivi per zone chehanno abbondantemente oltrepassa-to i limiti di legge e di sostenibilità(richiamo della Corte Europea per lamancata applicazione della direttivaeuropea mirata alla prevenzione e allariduzione della contaminazione am-bientale operata dalle industrie).

La pressione ambientale oltre limitee i dati epidemiologici sanitari rac-comandano quanto sia mai inoppor-tuno gravare il territorio e le popo-lazioni di ulteriori emissioni.

Il progetto TAP, di emissioni, neprevede sia onshore e sia offshore, ov-verosia le emissioni PRT ordinarie(Pressure Reduction Terminal), leemissioni di emergenza non routina-rie (scarico di emergenza, rottura del-la condotta), i fumi esausti (dellemacchine e delle navi). Tutto ciò di-sattende le raccomandazioni in ma-teria di Salute pubblica (OMS, Lineeguida, ARPA Puglia).

E’ bene qui ricordare che le sostanzeliberamente emesse o che si formanosuccessivamente in atmosfera in se-guito a reazioni chimico-fisiche si dif-fondono e permangono anche per mol-ti lunghi anni prima di riassorbirsi. Ilrischio in salute diviene quindi dop-pio, poiché alla contaminazione si ag-giunge quello delle esposizioni longterm.

La mancata attenzione alle evi-denze di questo territorio e delle suepopolazioni in fatto di emergenza am-bientale e sanitaria, che gli studi in-dipendenti e i dati epidemiologici pa-lesano, è azione gravissima che con-trasta anche con i parametri fissati nelBetter Life Index.

La Qualità di Vita singola e collet-tiva, umana e ambientale, tanto at-tuale che futura, si abbassa sensibil-mente e drasticamente quando sus-sistono elevati stati di pressione

ambientale, di aumento dell’inciden-za per malattie correlabili con l’in-quinamento dell’aria, che non sonosolo le neoplasie dell’età adulta o in-fantile, ma anche le patologie croni-che cardiovascolari e respiratorie,quest’ultime spesso a carico propriodei bambini.

I siti e gli insediamenti industria-li o le opere infrastrutturali a impat-to sanitario e ambientale negativosono da bandire, e il progetto TAP hatutte queste caratteristiche.

Nella visione etico-scientifica del-la LILT di Lecce, il “NO” al gasdottoTAP è assoluto, anche in presenza diofferta di interventi compensatori orisarcitori, volti a ridurre i danni (an-che preesistenti) e a parteciparne i co-sti.

La Salute e la Qualità di Vita del-le persone e la salvaguardia del ter-ritorio sono valori fuori mercato, in-commensurabili. Nei confronti di ma-lattie sopraggiunte e di inquinamen-ti diffusi e persistenti, qualsiasi azio-ne è fuori tempo. Piuttosto che in-terventi a posteriori di abbattimen-to e di bonifica delle conseguenze (iluoghi contaminati), di cura e di as-sistenza (le persone che si ammala-no), le politiche nazionali e sovra-nazionali dovrebbero ispirarsi ai prin-cipi di prevenzione e di precauzione,

Manifestazione di protesta della popolazione.

Le emissioni delle strutture industriali del progetto TAP verrebbero ad aggravare nel Salento una si-tuazione già allarmante quanto all’inquinamento ambientale.

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anche perché la scienza non ha ancoradimostrato che esiste un livello-soglia“sicuro”, al di sotto del quale nonsono evidenziabili effetti dell’inqui-namento sulla salute.

Anche i dati epidemiologici ri-guardanti il Salento e le direttive eraccomandazioni degli organismi ditutela e controllo, locali e non,escludono in termini assoluti nuovepressioni ambientali, per non au-mentare i rischi di malattie correla-te alla qualità della matrice “aria”.

Il “NO” al gasdotto TAP e a qual-siasi opera che preveda emissioni inatmosfera è fondato su documenti,studi e atti pubblici. Le conclusioniscientifiche di queste fonti ufficiali eindipendenti sono chiare e univoche.

___________

FontiESCAPE – European Study of Cohorts for Air Pol-lution Effects (Lancet Oncology 2013)Review of evidence on health aspects of air pol-lution – REVIHAAP 2013(World Health Organization Regional Office forEurope)Rapporto “Sentieri”ARPA – Studio sullo Stato dell’Ambiente(2011)Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT)– Sezione Provinciale di Lecce

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

Campagna di raccolta firme della LILT di LecceLa LILT di Lecce ha avviato una campagna di raccolta firme per fer-mare la realizzazione del gasdotto trans adriatico TAP, che, secondoil progetto, dovrebbe arrivare sulla costa salentina all’altezza di S. Foca(Melendugno), con grave pregiudizio per la zona e per tutto il nostroterritorio, in quanto, non solo arrecherebbe danni ad un’area di gran-de valore storico-archeologico e naturalistico, ma metterebbe a rischioanche la salute delle nostre popolazioni, dal momento che il progettoprevede anche la realizzazione di impianti di compensazione pressoriadel gas in arrivo, i quali, per funzionare, hanno bisogno di bruciarecombustibile, con emissioni nocive in atmosfera.Sulla base della già allarmante situazione epidemiologica del nostroterritorio per quel che riguarda l’incidenza e la mortalità per tumo-ri, autorevolmente segnalata dall’ARPA (Agenzia Regionale per la Pro-tezione dell’Ambiente)Puglia, che ha fatto notare come, per questomotivo, siano inammissibili “ulteriori pressioni di carattere ambien-tale”, la LILT, per difendere la salute e l’ambiente, ha intrapreso l’ini-ziativa, per difender l’ambiente e la salute della popolazione.I moduli sono disponibili sul sito (per il download) o presso le no-stre sedi.

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Da qualche mese è all’ordine delgiorno sugli organi di stampa enei tavoli politici la questione del

gasdotto trans adriatico denominatoTAP. TAP sta per Trans Adriatic Pipeli-ne, che tradotto letteralmente signifi-

ca “tubo che attraversa l’Adriatico”. Po-trebbe allora un semplice tubo desta-re tanto allarme e provocare tante di-scussioni ? Certamente no. E’ bene al-lora chiarire che non si tratta solo di untubo.

Ma andiamo per ordine. TAP è unastruttura energetica lineare (gasdotto),prevista nell’ambito di un progetto eu-ropeo, che mira a trasportare il gas daigiacimenti del Mar Caspio nell’EuropaCentrale, dove c’è l’hub del gas europeo.

Si tratta di un’opera lunga 3300 km,che, partendo dall’Azerbaijan, attra-verserà Turchia, Grecia, Albania e Ita-lia, per approdare nel Salento, all’altezzadi San Foca, la marina di Melendugno,precisamente sulla spiaggia fra il lidoSan Basilio e il lido Cicalinda.

Dal punto d’approdo, poi, il tubo sisnoderà per altri 8,2 km, giungendo inun’area industriale di 12 ettari situatatra Melendugno, Calimera, Vernole e Ca-strì, in zona Masseria del Capitano.

TAP, in questo grande progetto, èquindi solo il tratto che attraversa laGrecia, l’Albania e l’Italia.

Questo progetto, assurto ora alla ri-balta della cronaca, i comitati e i cit-tadini sensibili alla salvaguardia del-l’ambiente e della salute nel Salento lostanno seguendo da almeno tre anni,documentandosi sulle peripezie politi-che e finanziarie che ne hanno deter-

Gasdotto Tap, tutti i motivi per opporsi

L’approdo del gasdotto sulle coste salentine.

Pubblichiamo un intervento di un esponente di quanti, nella società civile e nelleistituzioni locali, si oppongono alla realizzazione del gasdotto trans adriatico TAP, che approdando sulle coste salentine, creerebbe non pochi problemi all’ambiente e alla salute delle persone. Si esaminano in dettaglio i particolari del progetto e se ne spiegano la pericolosità per il territorio e per le popolazioni

Gianluca MaggiorePortavoce Comitato “NO TAP”

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minato l’approdo in Puglia, sull’onda deigrandi interessi legati all’affare delle“finte fonti rinnovabili di energia”.

Ma è bene spiegare più nel dettaglioil progetto e le sue criticità. Il trattoitaliano dell’opera inizia a 45 km di di-stanza dalla costa salentina, dove co-minciano le acque territoriali italiane.E’ da lì che il tubo di 92 cm. di dia-metro, posato in profondità, punta laspiaggia. Dopo questo tratto marino,esso attraccherà sul territorio italianomediante un altro tunnel di 3 metri didiametro, il cosiddetto “microtunnel”.

In pratica, a 860 metri dalla costaverrà costruita una galleria, che passeràsotto la spiaggia e il cordone delle dune,per sbucare oltre la strada litoranea, nel-l’area detta di San Silio.

Detto così, sembra tutto molto sem-plice, ma è questo il punto tecnica-mente più complesso da realizzare ditutta l’opera e anche il più delicato perquanto riguarda l’impatto ambientale.

TAP sostiene di aver scelto questopunto d’approdo perché qui vi sarebbeun’interruzione delle aree protette ma-rine e la prateria di posidonia oceani-ca sarebbe molto più stretta e quindiattraversabile da sotto, tramite il mi-crotunnel. In realtà, la posidonia, inquella zona, non è stata mappata ed èpresente in maniera inequivocabile,come afferma il WWF nelle osservazio-ni al progetto. Anche per questo mo-tivo, tra gli altri, questa associazioneambientalista chiede che sia negata laValutazione d’Impatto Ambientale(VIA).

Sono queste le prime perplessità sul-le reali conseguenze per il territorio diquest’opera Già queste richiamano l’at-tenzione su una serie di reticenze eomissioni imbarazzanti da parte del con-sorzio TAP.

Ma procediamo nell’esame delle cri-ticità del progetto. Una volta approdatosulla costa e superata la litoranea, il ga-sdotto comincia il suo percorso nellacampagna salentina. Qui, per la rea-lizzazione delle ulteriori strutture, è pre-visto l’allestimento, per la logistica ei materiali, di un cantiere di 2,6 etta-ri, situato a 600 metri dal mare, inun’area cosiddetta ZPS, ossia una zonaa protezione speciale, che il consorzioTAP garantisce, non si sa come, di po-ter ripristinare a fine lavori.

In questo percorso nel territoriosalentino, lungo 8,2 km, il tubo, in-terrato a una profondità di 1,5 metri,“attraverserà” pinete, uliveti, aziendeagricole, sfiorando aree archeologi-che, centri abitati, strutture ricettive.Tutto questo in maniera permanente,per più di cinquant’anni.

La trincea che contiene il tubo, perquestioni di sicurezza, trattandosi pursempre di gas infiammabile, prevede rag-guardevoli restrizioni. La condotta in-fatti “lavora” a una pressione di 145 Bare quindi deve necessariamente prevedereuna fascia di “asservimento totale” di40 metri (20 a destra e 20 sinistra), sul-la quale non potranno essere presentialberi; ed inoltre una distanza dalle abi-tazione di 200 metri totali (100 a de-stra e 100 a sinistra). Tutto ciò coste-

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

Il tracciato del gasdottoripreso da una mappasatellitare.

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rà migliaia di ulivi e la distruzione di unpaesaggio incantevole, con lo stravol-gimento di un equilibrio fra uomo e na-tura, per il quale il Comune di Melen-dugno ha ricevuto in questi anni sva-riati premi e riconoscimenti.

Ma non è tutto. Il progetto TAP nonsarà solo una “cicatrice” di 9 km, maavrà come conseguenza anche l’inse-diamento di una nuova area industria-le, da cui verranno ulteriori emissioninel già affollatissimo panorama emis-sivo salentino. La condotta, infatti,dopo vari tratti curvilinei, previsti alloscopo di evitare le aree più delicate, ar-riva in una zona fra Melendugno, Cali-mera, Castrì e Vernole (popolazionecomplessiva di 20.000 abitanti nelraggio di 3 km), in parte occupata dal-la Masseria Del Capitano, in parte da uli-veti, a poche centinaia di metri peral-tro dal celebre dolmen”Placa”.

E’ qui che, per un’estensione di 12 et-tari, verrà costruito il PRT (Pressure Re-duction Terminal). E’ questo il cuore delgasdotto, ossia una struttura industrialedalle molteplici funzioni : a) misuratorefiscale, ossia un’area apposita cheprovvederà a misurare il gas per que-stioni fiscali; b) filtro, grazie a cui il gasin arrivo verrà filtrato e liberato dal-l’umidità e dai residui accumulati du-rante il tragitto sottomarino; c) de-pressurizzatore, in cui il gas, che giun-ge a una pressione troppo alta per es-ser immesso nella rete nazionale, vie-ne decompresso, ragion per cui, percontrastare l’effetto Joule-Thomson,che provoca l’abbassamento della tem-peratura, viene scaldato mediante duescambiatori elettrici e due caldaie a gas;d) manutenzione e sfiato di sicurezza,con due camini alti 10 metri, circondati

da un’area “sterile” (cementificata) di86 metri per ognuno di essi. In prati-ca, all’avvio e allo spegnimento del-l’impianto, l’intera area del PRT verràsvuotata del suo contenuto tramite idue camini suddetti.

A grandi linee, è questo il funzio-namento dell’area PRT e già questo facomprendere che esso comporterà ine-vitabilmente emissioni dirette in at-mosfera di idrocarburi e di fumi esau-sti da combustione. Tutto ciò in una re-gione, come la Puglia, che già paga pe-santi tributi in termini ambientali e sa-nitari, autorevolmente segnalati dallaCommissione Europea e dall’Istituto Su-periore di Sanità. Per cui tutto apparefrancamente sbagliato e inaccettabile.

Per quanto i proponenti il progettoTAP cerchino di minimizzarne l’impat-to sulla popolazione, ecco quanto essistessi affermano nella documentazione

ufficiale presentata al Ministero per ot-tenere la VIA (cfr. “sintesi non tecni-ca”, pag. 59) : “In generale, gli impattiresidui sulla salute e la sicurezza sonostati valutati di bassa significatività, adeccezione degli impatti sull’ambiente esulla qualità di vita per quelle famigliesituate in prossimità (500 m) delle prin-cipali aree di cantiere (come il puntodi ingresso del microtunnel e il PRT) odelle strutture permanenti. In questispecifici casi, l’impatto è stato valutatomedio/alto”.

Facciamo rilevare che, a 500 metri dalmicrotunnel, dal PRT e dai cantieri, cisono decine di agglomerati di case. Cosane sarà di queste persone? Un’altra do-manda che in tanti si pongono è : dovefinirà questo progetto? Il progettoTAP finisce nel PRT, ma l’attacco allarete nazionale è 70 km più a nord, nelcomune di Mesagne. Sono pertanto mol-ti i quesiti senza risposta.

Ma soprattutto spiace molto doverconstatare che ancora una volta la po-litica, anche salentina, sta spingendoper un’opera in realtà inutile, anche dalpunto di vista dell’approvvigionamen-to energetico, vantandone una presuntastrategicità, quando è chiaro a tutti chenon sono le fonti fossili il futuro.Un’opera di cui si sottovalutano, quan-do non si tacciono del tutto, le conse-guenze sulla salute della popolazionee sulla salvaguardia ambientale, pae-saggistica, storica e culturale del ter-ritorio.

Quali sono i veri interessi coltivati dachi dovrebbe agire invece a favore deicittadini? Ci piacerebbe avere risposte.Per il momento, noi poniamo all’at-tenzione di tutti certezze basate su datitecnici inequivocabili, che ampiamen-te depongono a sfavore della realizza-zione del progetto.

Planimetria dell’estesa area PRT (Pressure Reduction Terminal).

Sondaggi del fondale marino davanti alla costa.

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11Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

L’inquinamento ambientale legatoallo smaltimento illecito di rifiuti,ma anche al loro smaltimento co-

siddetto lecito in discariche non a nor-ma e inceneritori, ha effetti devastantisulla salute delle persone.

In particolare, la combustione di ri-fiuti, sia legale che illegale, porta al ri-lascio di sostanze cancerogene nel-l’ambiente, fra cui diossine, policloro-bifenili (PCB), metalli pesanti, furanie idrocarburi policiclici aromatici (IPA).Una volta liberate nella biosfera, que-ste sostanze entrano nel corpo umanoattraverso l’esposizione sia diretta(inalazione, ingestione, assorbimentocutaneo) che indiretta, quella cioè, acui sono sottoposti il feto e il neona-to, che assorbono sostanze inquinan-ti già presenti nel corpo della madre.

Quando s’insinuano nel nostro cor-po, sostanze cancerogene come lediossine, i PCB e i metalli pesanti van-no a interferire con il nostro patrimo-

nio genetico, attraverso meccanismi ditipo epigenetico di alterata trascrizio-ne dell’informazione contenuta nelDNA. In questo modo esse danno luo-go a una serie di malattie caratteristi-che della nostra società: il cancro, ildiabete, l’infertilità, le malattie alle vierespiratorie, le allergie, l’obesità, i di-sturbi neurodegenerativi, l’alterata ri-sposta allo stress.

Col passare del tempo le sostanzechimiche si accumulano nel tessuto adi-poso del nostro organismo – il piom-bo, per esempio, permane nel corpoumano per ben 166 anni – e quindi an-che l’esposizione quotidiana a dosi mi-nime è pericolosa. Nella madre, la pla-centa e il cordone ombelicale sono leparti del corpo dove gli inquinanti siconcentrano maggiormente. Nel periodointrauterino gli agenti cancerogenidanno un imprinting negativo allaprogrammazione degli organi del feto– soprattutto del cervello che in que-

sto stadio è la parte più ricca di tes-suto adiposo nell’organismo. Tessuti esistemi come quello immunitario, ner-voso e ormonale, che ci accompagne-ranno per tutta la vita, vengono pureattaccati massicciamente.

I danni provocati dagli agenti in-quinanti al nostro organismo possonoessere trasmessi da una generazione al-l’altra, poiché interessano l’epigenomae, attraverso questo, il genoma.

In uno studio pubblicato nel 2009che coinvolge 196 comuni della Pro-vincia di Napoli e Caserta, classificatiin base al loro livello di contaminazionecausato dallo smaltimento illecito di ri-fiuti, si è notato un eccesso di rischiodi mortalità medio pari a +9.2% nei ma-schi e +12,4% nelle femmine. Il rischiodi mortalità medio per tumore nota in-vece un eccesso di rischio pari al +4,1%nei maschi e +6,6% nelle femmine. Lemalformazioni congenite dell’apparatourogenitale notano l’82,7% di eccessi

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

Rifiuti ed effetti sulla salute

Numerosi studi hanno confermato che l’inquinamento del territorio dovuto allo smaltimento illecito di rifiuti, ma anche lecito in discariche non a normae inceneritori, provoca danni irreversibili all’organismo, inclusi i tumori, a causa della contaminazione dovuta a svariati agenti tossici

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12 Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

di rischio in più rispetto alla media na-zionale.

A parte la Campania, dove il feno-meno è più accentuato che altrove, l’au-mento del tasso di cancro interessa tut-to il territorio italiano. Stiamo assi-stendo ad un incremento annuo di can-cro nell’infanzia (da 0 a 14 anni) del2%, con picchi del +4.6% per i linfo-mi ed un incremento dei tumori nel pri-mo anno di vita del +3.2%.

Per quanto riguarda gli adulti, ormaiin Italia vi è una probabilità di ricevereuna diagnosi di cancro nell’arco di vitada 0 a 84 anni del 50% per entrambii sessi.

Stiamo effettivamente assistendoad un’alterazione dell’ecosfera, e in par-ticolar modo della biosfera, causata dal-l’immissione in essa di circa 105.000sostanze chimiche sintetiche prodottedall’industria su vasta scala. Di queste,meno del 2% sono state testate sullaloro cancerogenicità.

Vicino alle sostanze rilasciate inenormi quantità dagli incessanti roghiabusivi di qualsiasi tipo di rifiuti nel-la Terra dei fuochi a nord di Napoli, dal-le discariche abusive di rifiuti tossicie da quelle legali ma non a norma, lesostanze prodotte dagli inceneritori ri-vestono un ruolo centrale in questaquestione.

L’Istituto Superiore della Sanità hadecretato in maniera inoppugnabile cheun inceneritore di rifiuti emette, fra lemolte altre sostanze tossiche, arseni-co, berillio, cadmio, cromo, nichel, mer-

curio, benzene, IPA e diossine. È da no-tare che il berillio emesso dagli ince-neritori deriva praticamente solo dal-la termodistruzione di lastre radiogra-fiche e che nichel, cromo e mercurio de-rivano praticamente solo dall’incene-rimento di pile esauste. Sarebbe faci-le impedire che questi oggetti venga-no mandati all’inceneritore. Perchéquesto non succede?

Gli agenti cancerogeni si fissano allasuperficie esterna delle particelle checompongono il particolato ultra fine(PM1 e PM0.1, quello per il quale nonsono fissati per legge limiti di emis-sione), emesso soprattutto dagli ince-neritori di nuova generazione. Usandoil particolato come vettore, le sostan-ze tossiche riescono ad entrare nel cor-

po umano oltrepassando tutte le suebarriere fondamentali – la barrieraemato-encefalica, la membrana cellu-lare, la membrana nucleare – e quindivenendo in diretto contatto con il ge-noma di cui cambiano l’espressione ge-nica: entrano nel nucleo delle cellulee costringono il genoma ad aprirsi echiudersi continuamente in maniera er-rata.

Anche le sostanze tossiche che sonocontenute nei filtri degli inceneritori,nelle scorie da combustione e nelle pol-veri di abbattimento fumi prima o poiverranno comunque disperse nell’am-biente, rilasciatevi dalle discaricheper rifiuti speciali dove vengono stoc-cate.

È ovvio che quando i rifiuti vengo-no smaltiti in modo illecito – dati allefiamme, seppelliti o riversati nei cor-si d’acqua – le sostanze cancerogene fi-niscono molto prima là dove non do-vrebbero assolutamente stare.

LISTA DI INTERFERENTI ENDOCRINI CANCEROGENI

- Diossine (TCCD)- Erbicidi, pesticidi, atrazina- Policlorobifenili (PCB)- Idrocarburi policiclici aroma-

tici (IPA)- Policlorodibenzofurani (PCDF)- Policlorodibenenzodiossine

(PCCD)- Metalli pesanti

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13Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

Nel 2011, l’Italia ha prodottoquasi 29 milioni di tonnellated’acciaio. Meno della Germania,

ma quasi il doppio di Francia e Spa-gna, e tre volte il Regno Unito. Lametà dell’acciaio italiano provienedall’ILVA di Taranto, l’acciaieria piùgrande d’Europa, che purtroppo ha an-che il primato di maggior emettito-re di sostanze inquinanti, tale da ren-dere la città una delle più inquina-te d’Europa.

Da quando, come è noto, la magi-stratura si è interessata del caso,sono nati un acceso dibattito e unaspro conflitto tra ambiente e svi-luppo, occupazione e salute.L’ILVA impiega oltre 11.600 ad-

detti (con l’indotto, 15.000). Chiu-derla avrebbe pesanti ricadute eco-nomiche e occupazionali, ma in nes-sun caso si può giustificare il man-tenimento di situazioni di rischio perla salute.

Quello di Taranto è un impianto a“ciclo integrale”, che impiega mate-rie prime così come si trovano in na-tura (minerali, fossili). Stoccate al-l’aperto, sono poi destinate alla co-keria, che trasforma il carbon fossilein carbon coke, trasferito all’altofor-no per la produzione della ghisa li-quida, che a sua volta verrà “affinata”.Questo tipo di ciclo ha un forte im-

patto sull’ambiente e sulla salute. In-fatti, il parco minerali genera polveri

Il caso ILVA, ambiente o produzione di acciaio?Alcune riflessioni in merito alla dibattuta questione del siderurguico di Taranto. Oggi la tecnologia permette di abbattere le emissioni inquinanti, riducendo drasticamente i rischi per la salute

Un’acciaieria di nuova generazione, a basso impatto ambientale.

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14 Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

sottili di ferro e carbone; il sin-teraggio e pellettizzazione delminerale di ferro genera diossinae piombo; i forni di cottura delcarbon coke producono idrocarburipoliciclici aromatici (benzene, to-luene e xileni); i fumi di altofor-no sono densi di monossido di car-bonio e zolfo, mentre la ghisa li-quida che ne esce produce slop-ping; il trattamento LF producesolfuro di magnesio e zolfo. L’ac-qua di raffreddamento si conta-mina di metalli pesanti, ammo-niaca, fenolo, cianuri. Le fasi piùinquinanti sono la “cokefazione”e la “sinterizzazione” (compatta-zione e trasformazioni di materialiridotti in polvere in un compostoindivisibile). Queste fasi potrebbero essere

sostituite grazie a nuove tecnolo-gie, così come già avviene nel-l’azienda tedesca Siemens VAI enelle acciaierie coreane Posco aPhoang, che utilizzano il proces-so Finex, con impiego di minera-le raffinato e polvere di carbone,per cui il forno di sinterizzazionee la cokeria non sono più neces-sari, venendosi così a ridurre l’in-quinamento (90% in meno di so-stanze tossiche) ed il consumo dienergia (meno 15%).Un’altra alternativa è la tecno-

logia Corex basata sull’impiego dicarbone fossile al posto del cokee del minerale di ferro fornito dal-le miniere. Un impianto con tec-nologia Corex è quello della Shan-gai Baosteel, realizzato dalla Sie-mens.Nel caso non si riuscisse ad

adottare la tecnologia Finex o laCorex, è comunque necessariotrovare una misura per diminuirele emissioni tossiche. La SiemensVAI ha realizzato uno degli im-pianti più moderni in grado di ri-durre drasticamente l’emissione didiossine (circa 97%) e di polverisottili (circa 90%). La tecnologia,denominata Meros, è adottata dal-l’austriaca VausAlpine Stahl Gmbhche è riuscita ad abbattere lamaggior fonte di inquinamento,pur mantenendo il ciclo tradizio-nale. Restano comunque le emis-sioni provenienti dai processi del-la cokeria e dell’altoforno che in-vece i percorsi Finex e Corex sonoin grado di eliminare.Immaginare oggi un futuro per

Taranto è possibile. Significa im-maginare un nuovo modo di pro-durre acciaio con le migliori tec-nologie disponibili. Ma anche co-minciare a chiedersi se quello at-tuale è il posto giusto per un si-mile impianto.

ILVA, le nostre considerazioni in meritoIn merito alle iniziative della Magistra-tura, riguardanti l’ILVA di Taranto, rite-niamo che sia il benvenuto il rigore giu-ridico, quando la questione, come in que-sto caso, riguarda la Salute delle Perso-ne e la Salute dell’Ambiente. La questio-ne ILVA è un’onta per l’intera società ci-vile e le Istituzioni tutte.

I danni in termini di vite umane, dicontaminazione dell’ambiente e di ricattooccupazionale pesano e scuotono le co-scienze ma, molto spesso, ciò accade solodopo che i crimini sono stati compiuti.

Il prezzo che la collettività paga permodelli di sviluppo basati sul profitto enon sulla sostenibilità socio-economica,ambientale e sanitaria è da tempo risa-puto. La scelta della siderurgia modelloILVA – una scelta del secolo scorso – con-tiene tutte queste storture che, seppur ne-gli anni sono state corrette e attutite,mantiene un’impostazione che inficiaogni sforzo di sostanziale adeguamentoagli standard attuali di sicurezza a cuigiustamente richiamano organismi co-munitari e di controllo governativi.

Le responsabilità sono di tutti e diri-gere ora l’attenzione solo sugli aspettigiuridici e legali rischia di far perdere, an-cora una volta e all’intero Paese, la le-zione della storia.

Icmesa, Italsider, ThyssenKrupp, Eter-nit, ora Ilva e Cerano, e tanti altriesempi ancora, di cui alcuni in corsod’opera: è tempo di smettere di interve-nire a posteriori solo per limitare ildanno.

La LILT di Lecce ribadisce che il proprioobiettivo principale, ossia la prevenzio-ne, dovrebbe ispirare anche le politicheeconomiche, perché la salubrità dei luo-ghi di vita e di lavoro è condizione es-senziale per decidere dello stato di salu-te o di malattia delle popolazioni.

Un insediamento complesso come lostabilimento Ilva di Taranto – che è ilmaggior polo per la trasformazione del-l’acciaio in Europa – ha alle spalle unastoria lunga quanto la sua stessa esi-stenza. E’ tempo che questo capitolo sichiuda e che tutti finalmente si pensi dav-vero a tutelare e ad attuare scelte di rea-le e concreta salute, respingendo model-li di sviluppo anacronistici e pericolosi perle comunità.

I dati relativi agli anni dal 2003 al 2009, diffusi dal Ministero della Salute alla fine di ot-tobre e contenuti nello studio “Sentieri”, dell’Istituto Superiore di Sanità), hanno messoin evidenza la criticità dal punto di vista epidemiologico della città di Taranto e più in par-ticolare delle aree ad immediato contatto con gli agenti contaminanti emessi dall’ILVA.

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15Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

Tra le regioni più inquinate d’Ita-lia. I dati sulla salute della po-polazione pugliese. non sono

certo confortanti. Il Rapporto “Sen-tieri” dell’Istituto Superiore di sani-tà, che valuta la mortalità dei resi-denti nelle 44 aree industriali più in-quinate del Paese, mostra che in Pu-glia la situazione è indubbiamentecomplessa. E che i problemi vannoben oltre le emissioni dei grandi com-plessi industriali. L’ultimo Studio sul-lo Stato dell’Ambiente curato dall’Ar-pa, infatti, evidenzia che la Puglia èancora la regione con le maggioriemissioni industriali in Italia, nono-stante le norme sulla qualità dell’aria(per esempio sulla diossina) siano piùstringenti del resto del Paese. Se lecondizioni dell’aria sono preoccu-panti, quelle delle acque di certo nonsono migliori.

Solo pochi mesi fa i biologi di Le-gambiente hanno analizzato venticampioni di acque litoranee pugliesiriportando risultati critici tra le pro-vincie di Taranto, Bari, Brindisi, Bar-letta-Andria-Trani e Foggia. Sottoaccusa le foci di fiumi e canali, chescaricano in mare acque parzialmen-te depurate.

A destare preoccupazione in Puglia,dunque, non è solo l’Ilva. Oltre a Ta-ranto, nella re gione esistono altri tresiti di interesse nazionale, in cui la si-tuazione ambientale versa in gravicondizioni. Si tratta delle aree con-taminate di Manfredonia, Brindisi eBari. Inoltre, nella regione sono pre-senti impianti industriali che emet-tono ingenti quantitativi di inqui-nanti. Nel brindisino, in particolare,si registra un altissimo tasso di no-cività delle emissioni prodotte. Una

situazione riportata un maniera par-ticolareggiata anche nella relazione re-datta dall’Agenzia Europea per l’Am-biente (EEA). Nel rapporto dell’Eea, in-fatti, sono state considerate tutte leemissioni di sostanze dannose: daimetalli pesanti (derivati dal proces-so di combustione industriale) agli in-quinanti biologici (benzene, diossinee idrocarburi policiclici aromatici). Talearea genera quindi pesanti emissionidi ossido di azoto (NOX), biossido dizolfo (SO2) e anidride carbonica(CO2), mentre il territorio tarantinosi distingue in negativo per le emis-sioni di particolato (PM), uno degli in-quinanti più pericolosi per l’uomo, so-prattutto a livello di cuore e polmo-ni.

A rendere ancor più complessa la si-tuazioni ambientale pugliése è, inol-tre, il “paradosso” di Lecce, secondo

Inquinamento atmosferico, alla Puglia la maglia nera nazionaleDati allarmanti dall’ultimo rapporto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità

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DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

il quale i livelli di mortalità sono piùelevati in quella provincia rispetto aquella di Taranto.

Una spiegazione sarebbe nel fattoche gli inquinanti liberati dalle zonedi Brindisi e Taranto vengono en-trambi trasportati fino a Lecce. Mo-nitorando il percorso dei venti infat-ti, gli studiosi del Cnr sono riusciti arintracciare le particelle rilasciatedagli impianti a circa 160 km di di-stanza, proprio nel leccese. Questo po-trebbe essere il fattore cruciale in gra-do di influenzare i livelli di mortali-tà oncologica, soprattutto polmona-re, nel Salento, per quanto sicura-mente agiscono molte altre situazio-ni a rischio locali.

La Puglia si conferma, dunque, laregione d’Italia che nel 2012 ha re-gistrato il numero più alto di emis-sioni verificate di gas ad effettoserra, portando il proprio peso per-centuale sul totale delle emissioni delPaese, dal 18,9% nel 2005 al 21,3%nel 2012 e raggiungendo quota38.194 migliaia di tonnellate di CO2emesse.

Se pur in diminuzione rispettoalle emissioni dell’anno precedente (-4,4% da 39.958 nel 2011 a 38.194migliaia di tonnellate di CO2 nel2012), gli impianti industriali della re-gione, hanno superato del 2,4% i li-miti di CO2 imposti dall’Unione Eu-ropea, in controtendenza rispetto al

dato nazionale che registra invece unaflessione del 15%. Peraltro, la ridu-zione delle emissioni degli impianti lo-calizzati nella regione, in linea con ladinamica in atto a livello nazionale nel2012, non è, come può sembrare, unabuona notizia, poiché non nasce dauna strategia delineata, bensì dauna significativa diminuzione dellaproduzione industriale.

L’effetto generato è che le aziende,registrando un abbattimento signifi-cativo delle emissioni di gas serra ri-spetto ai limiti imposti dalla UE, nonsono stimolate ad investire in progettidi miglioramento tecnologico che, nelmedio-lungo termine, hanno l’obiet-tivo di rendere più efficienti i propriprocessi produttivi così come invece

previsto dal sistema europeo delleemissioni Ets. E ancora. In Puglia, ilsettore industriale della combustione(aziende con impianti di calore > 20MW, quali ad esempio impianti ter-moelettrici) ha rappresentato il 67,1%delle emissioni totali ed ha contri-buito al superamento dei limiti di CO2(+ 26% rispetto alle emissioni previ-ste): in valore assoluto è stato il com-parto che ha emesso il numero piùalto di emissioni, seguito da “metal-lurgia” e “cementifici”.

Tutti gli altri settori industriali, acausa della crisi economica, hannoprodotto emissioni inferiori al numerodei permessi.

La centrale elettrica a carbone di Cerano.

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17Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

Nell’antica Grecia, i templi diAsclepios, che erano anche luo-ghi di cure mediche, venivano

eretti dove l’aria era pura. Per seco-li si è pensato che molte epidemie fos-sero colpa dell’aria contaminata - eancor oggi chiamiamo malaria unamalattia causata in realtà da un pro-tozoo trasmesso da zanzare. Nel 1825Francesco Puccinotti, medico famoso,scriveva a Giacomo Leopardi che a Re-canati «l’aria è pura e salubre». Nel-la prima metà del secolo scorso, in erapreantibiotica, i sanatori per la curadella tuber colosi si costruivano inmontagna, nella speranza che l’ariapura favorisse la guari gione. Per con-tro, chiunque vivesse nello smog diLondra, Los Angeles, Milano negli anniCinquanta non poteva sottrarsi all’idea

che quell’aria facesse male. Insomma,nel senso comune l’aria pulita è as-sociata alla salute e l’aria inquinataalle malattie.

A livello scientifico, è l’epidemio-logia che indaga la distribuzionegeografica e le cause delle malattienelle popolazioni di tutto il mondo.L’epidemiologia contemporanea, car-dine delle strategie di prevenzione,deve, quanto e più della medicina, ba-sarsi su prove; deve essere cauta pri-ma di dichiarare che un fattore am-bientale è causa di malattia, perchéesserne sicuri non è facile come po-trebbe sembrare.

In effetti, si è acquisita da tempola nozione che l’aria inquinata possacausare malattie respiratorie, car-diovascolari ed allergiche. Per quan-

to riguarda i tumori, invece, ottene-re prove «al di là di ogni ragionevo-le dubbio» è stato il risultato di unprocesso assai lungo: per questo èparticolarmente significativo che oggisia stato raggiunto il terzo grado digiudizio.

La lnternational Agency for Rese-arch on Cancer (con sede a Lione, èil ramo dell’Oms che ha la delega peri tumori), diretta dall’epidemiologobritannico Christopher Wild, il 17 ot-tobre 2013 ha classificato l’inquina-mento atmosferico nel gruppo I deicancerogeni, cioè tra quelli certi(vedi http://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/pdf/pr22i_E.pdf).

Gli inquinanti dell’aria sono sia so-stanze gassose o volatili (ossido dicarbonio, anidride solforosa, ossidi

DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

Le polveri sottili sono cancerogene

È quanto afferma l’AgenziaInternazionale di Ricerche sul Cancro (IARC) di Lione in un studio di prossima

pubblicazione, in cui il cocktaildi emissioni industriali,combustibili da traffico

e riscaldamento è classificatonel gruppo I dei cancerogeni,

ossia tra quelli certi

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DOSSIER - AMBIENTE E SALUTE NEL SALENTO

dell’azoto, idrocarburi policiclici, al-tri composti organici), sia micropar-ticelle solide, chiamate in genere pol-veri sot tili (PM10 o PM2.5, a secon-da che siano piccole o piccolissime):sono proprio queste che vengono in-criminate come causa di tumori (per-ciò i ciclisti con le mascherine, chetanti guardano come se fossero mar-ziani, fanno bene a sensibilizzare ilpubblico al problema).

Già lo IARC si era espresso sullacancerogenicità di alcune sostanzeche compongono il classico smog,come il fumo da diesel e il benzo(a)pi-rene. Ma in questo caso è l’intero“cocktail” - formato da combustionida traffico, riscaldamento e emissio-ni industriali - ad aver ricevuto la sco-moda qualifica. Che avrà sicuramen-te vaste conseguenze politiche.

Coloro che derubricavano lo smoga fastidio tutto sommato sopportabiledevono ora ricredersi: l’esposizione adalte concentrazioni di polveri sottili,idrocarburi policiclici aromatici, ozo-no e biossido di azoto non aumenta-no solo il rischio di malattie respira-torie, infarto a altri problemi come ilbasso peso alla nascita (come appe-na confermato da uno studio uscitosu Lancet).

Il documento dell’Iarc (che verràpubblicato come Monograph n.109) ri-guarda su scala mondiale centinaia dimigliaia di casi di tumori, specifica-mente del polmone e della vescica.

Dal punto di vista quantitativo,l’impatto dell’inquinamento atmo-sfèrico sull’insorgenza dei tumori è al-meno simile a quello del fumo passi-vo inalato in ambienti chiusi ed af-follati.

Riguardo ai meccanismi attraversoi quali l’aria inquinata aumenta il ri-schio di cancro, alcuni inquinanti sonomutageni-cancerogeni, e le polverisottili possono veicolarli. Un’altraipotesi è che le microparticelle siano

irritanti per le cellule epiteliali che ri-vestono i bronchi ed i polmoni, tan-to da stimolarle a dividersi: sicco mead ogni divisione cellulare qualchemutazione del Dna è inevitabile, au-menta il ri schio che capiti anche unadi quelle mutazioni che contribuisconoa trasformare una cellula normale intumorale.

Forse perché noi, cioè la specieumana, ci decidiamo a fare qualcosaper diminuire l’inquinamento atmo-sferico c’era bisogno di un al tro al-larme: ora lo abbiamo avuto.

Le Monographs dell’Iarc sono ca-ratterizzate da una preparazione lun-ga e rigorosa, esegui ta da esperti didiversa estrazione che di battono adoltranza finché non si raggiun ge unConsenso. Il merito di avere concepitole Monographs, e poi di averle portateal livello di autorevolezza indiscussache tuttora conservano, è stato di Lo-renzo Tomatis, direttore dello Iarc dal1982 al 1993.

(Testo ripreso e riadattato dall’articolo “Morire di pol-veri sottili”, a firma di Lucio Luzzatto e Adele SenioriCostantini,“Il Sole 24 ore”, 3.11.2013)

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19Lega contro i Tumori | Dicembre 2013

Un grande successo e tanta partecipazione, soprattut-to di giovani, ha fatto registrare anche quest’anno ilCorso di Aggiornamento “Ambiente e Salute”, giunto

alla settima edizione e tenuto, ad iniziativa della LILT, a Lec-ce presso l’Università del Salento (Centro Ecotekne).

Anche in questa edizione, rivolta a dirigenti, docenti ereferenti di Educazione alla Salute delle scuole di ogni or-dine e grado della provincia, nonché ad educatori in gene-re ed a cittadini sensibili, si è potuto contare, quanto ai re-latori, sull’apporto di autorevoli personalità, come il Prof.Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto “M. Negri”di Milanoe il Prof. Giorgio Assennato, Direttore Generale dell’Agen-zia ARPA Puglia.

Oltre 100 persone hanno seguito con estremo interessei lavori del corso, che ha inteso fornire a tutti un fattivo con-tributo alla conoscenza delle tematiche legate alla salva-guardia dell’ambiente ed all’impatto che determinati squi-libri, ogni giorno purtroppo alla ribalta della cronaca, pos-sono avere sulla salute di ognuno di noi, potendo causarepatologie anche gravi, come i tumori.

Dopo il saluto da parte del prof. Domenico Laforgia, ret-tore uscente dell’Università del Salento, è stata la volta del-la lectio magistralis “Perché è difficile curare i tumori”, te-nuta dal Prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto “M. Ne-gri” di Milano. Quindi, a seguire, “La prevenzione primariadei tumori e le emissioni industriali” (Prof. Giorgio Assen-nato, Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Pro-tezione dell’Ambiente - Bari); “Sicurezza alimentare : si puòfare a meno dei pesticidi ?” (Dr. Giovanni Muia – agrono-mo, e Dr. Walter Ingrosso - Presidente Cooperativa S. Lorenzo,Leverano), “La società paziente” (Dr.ssa Marianna Burlan-do, Psicologa, U.O. Oncologia – Casarano), “Come comu-nicare la buona scienza nell’epoca di Internet (Dr. Giovan-ni Delle Donne – giornalista).

LA LILT

7º Corso di aggiornamento “Ambiente e Salute”Grande successo dell’iniziativa tenuta a Lecce presso l’Università del Salento il 12 ottobre 2013

Il Dr. GiuseppeSerravezza,presidente della Lilt di Lecce, con i professori Silvio Garattini e Giorgio Assennato.

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Il mese di ottobre è stato dedicato,come tradizione ogni anno, all’ap-puntamento del “Nastro Rosa”, cam-

pagna di sensibilizzazione per la pre-venzione del tumore del seno.

Da decenni l’approccio della LILT diLecce al tema è centrato soprattutto suun’ampia informazione indipendente cir-ca i fattori di rischio in causa per l’in-sorgenza della malattia. E’ ormai notoche l’esposizione sempre più frequen-te ed assidua a sostanze ad attivitàestrogeno-mimetica, ossia che imitanol’azione degli estrogeni, i quali sono di-rettamente in causa nella stimolazionedella ghiandola alla proliferazione cel-lulare, deve essere riguardata come ilfattore principale da tenere in consi-derazione per spiegare l’abnorme au-mento dei casi di malattia, che oggipurtroppo si verificano in età sempre

più giovani, a differenza del passato. Ed anche quest’anno, affinché questo

consistente patrimonio di evidenze scien-tifiche non rimanga appannaggio di ri-cercatori e di studiosi, ma arrivi anche alleIstuzioni e alle singole persone, le ini-ziative che la LILT di Lecce ha avviato persensibilizzare le donne, le giovani, e lapopolazione in generale, sono state mol-teplici.

Tante sedi presenti nell’intera provin-cia (vedi l’esempio di Martano e Racale)hanno allestito gazebo e stand per dif-fondere la rivista, oltre al tradizionalefiocchetto, simbolo dell’iniziativa. E Mol-te piazze si sono illuminate di rosa pertenere alta l’attenzione dei cittadini.

Lungo l’arco dell’intero mese di otto-bre si sono organizzati incontri pubbliciprivilegiando un taglio pratico e diretto,di coinvolgimento delle persone parte-cipanti e di dibattito critico.

In particolare, si è ribadito il notevo-le tema degli Interferenti Endocrini, cosìattuale tra gli organismi di studio e di ri-cerca internazionali da rappresentare il ca-

pitolo centrale per le azioni di Preven-zione Primaria.

Per questo, alcune sedi hanno dato vitaa seminari e convegni, quali la lettura del-le etichette sui prodotti di igiene perso-nale, per la casa, per il bucato, sui co-smetici, su preparazione e conservazio-ne dei cibi (Corigliano). La sede di Ma-glie ha affrontato la tematica “affettivi-tà e cancro” parlando delle compromis-sioni sia maschili e sia femminili connessealle patologie tumorali (infertilità, calodel desiderio, difficoltà sessuali). Lasede di Calimera, nella bella sede del ci-nema Elio, ha arricchito l’incontro pub-blico con la visione del premiato docu-film “Il giorno che verrà”, sulle nefasteconseguenze del carbone a Cerano. A Ca-prarica di Lecce, le volontarie hanno al-lestito uno stand e, grazie al patrociniodel Comune, è stato illuminato di rosa lostesso palazzo comunale. Altri incontri ediniziative si sono tenuti ad Alezio, Spec-chia, Melendugno, Patù, Matino, Galato-ne, Scorrano e Collemeto.

Tante le iniziative organizzate dalla LILT di Lecce in occasione della tradizionale campagna per la prevenzionedei tumori del seno. Obiettivo: la corretta informazione delle donne, delle giovani e della popolazione in generale

Nastro Rosa 2013

CAPRARICA DI LECCE

MATINOMARTANO

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LA LILT

MARTANO

CORIGLIANO

MATINO

MELENDUGNO

SPECCHIA

SCORRANO

RACALERACALE

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LA LILT

Borgagne, 8 settembre. Organizzata dai volontari della De-legazione LILT di Melendugno e Borgagne, si è svolta un’in-teressante manifestazione denominata “Giornata del Be-nessere”. L’intento era fare informazione sull’attività della LILTe sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione primaria.Ricco il programma, con un seminario su ambiente e salu-te (Dr.ssa Marianna Burlando) ed, in serata, presso la VillaComunale, attività ludiche e ricreative peri ragazzi, un’asta di beneficenza, uno spet-tacolo di musica popolare e degustazio-ni gastronomiche, anche per raccoglierefondi per la realizzazione del CentroIlma.

Maglie, 3 ottobre. Grande successo, conla partecipazione di un pubblico nume-roso, ha avuto un’iniziativa promossa dal-la Delegazione di Maglie della LILT, gui-data da Raffaele Borgia, in collaborazio-ne col Club Sportivo Culturale “A. Toma”,e col patrocinio del Comune. E’ stato or-ganizzato un incontro divulgativo sultema “Patologie neoplastiche in Urologia”.Relatori : dr. R. Puce, urologo dell’ospe-dale di Copertino, dr. G. Serravezza, pre-sidente LILT Lecce, dr.ssa M. Burlando, psi-cologa LILT, e dr.ssa S. Carlà, biologa.

Galatina, 20 ottobre. Appuntamentoall’Aeroporto Militare di Galatina, pressoil 10° Reparto Manutenzione Velivoli.Sono stati presentati i progetti di soli-darietà che il personale militare e civiledel Reparto ha sostenuto durante il cor-so dell’anno. Fra questi particolare risaltoha avuto la raccolta fondi a favore dellaLega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT).Ospite della giornata il dr. Giuseppe Ser-ravezza, presidente della LILT di Lecce, cheha ringraziato il Colonnello Ing, FilippoTrigilio, Direttore del Reparto. L’evento èstato coordinato dal Carmelo Catalano, re-ferente della Delegazione di Melendugnoe Borgagne della LILT e Ufficiale in ser-vizio presso il Reparto.

Melendugno, 23 ottobre. Un interessantee molto seguito seminario sulla prevenzionedei tumori nella donna è stato organizza-to dalla locale Delegazione LILT presso il Nuovo Cinema Pa-radiso, in collaborazione con il Centro Italiano Femminile (CIF)di Melendugno. L’iniziativa è rientrata nella campagna “Na-stro Rosa” per la prevenzione del tumore al seno, cui ha ade-rito anche l’Amministrazione Comunale di Melendugno che, ol-tre ad aver concesso il patrocinio alla manifestazione, ha prov-veduto a illuminare di rosa due monumenti della città e del-la frazione di Borgagne. Di notevole interesse le relazioni te-nute dalla Dr.ssa Marianna Burlando, psicologa, e dal Dr. Giu-

seppe Garrisi, Dirigente di Ostetricia e Ginecologia della Cli-nica S. Francesco a Galatina.

Scorrano, 13 ottobre. In occasione della campagna “NastroRosa”, per le prevenzione del tumore del seno, i volontaridella Delegazione LILT di Scorrano, hanno allestito uno standper la diffusione di materiale divulgativo, ma hanno anche

provveduto, grazie alla collaborazione dipersonale tecnico esperto, ad effettuarecontrolli gratuiti della pressione arterio-sa e della glicemia.

Galatina, 7 novembre. “La prevenzione deltumore del seno” è stato il tema di un in-contro pubblico organizzato, presso la SalaConvegni della Parrocchia S. Sebastiano,a Galatina, dalla locale Delegazione LILT.L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Co-mune, che è stato rappresentato, in oc-casione della sessione dei lavori, dal Vi-cesindaco, Avv. Roberta Forte, da semprevicina alla LILT. Con grande attenzionesono state ascoltate le relazioni tenute daldr. G. Serravezza, presidente provincialeLILT e dalla dr.ssa M. Burlando, psicolo-ga e componente del direttivo provincia-le della LILT.

Lecce, 16 novembre. Generosa iniziativaorganizzata dall’UGAF (Associazione Se-niores Aziende FIAT) - CNH di Lecce. E’ an-data in scena, presso il Teatro “Paisiello”di Lecce, la pièce “Tocca biessi ottimista”(due atti comici e prologo di Oreste DeSantis), allestita dal Gruppo Teatrale“L’Averla”. Notevole il successo di pubbli-co. Il ricavato della serata è stato devo-luto alla LILT di Lecce.

Bagnolo del Salento, 21 novembre.Grazie al notevole impegno delle volontariedi Bagnolo, guidate da Francesca Caggia-no e con la collaborazione del Comune, èstato organizzato un incontro pubblico sultema “La prevenzione e la diagnosi pre-coce dei tumori”, che ha visto la parteci-pazione, in qualità di relatori, del dr. V.Schimera, chirurgo senologo, del dr. G. Ser-ravezza, presidente LILT Lecce e della dr.ssaM. Burlando, psicologa LILT.

Ruffano, 24 novembre. L’Associazione Musicale Salentinaha organizzato la terza edizione del concerto per chitarraclassica (M° Lucio Margiotta) e pianoforte (M° angelica Scu-pola) “Guitar Day for Anna”, in memoria di Anna Silvia Pre-te. L’evento si è tenuto presso il Teatro Paisiello di Ruffa-no, con una folta partecipazione di pubblico. La manife-stazione ha vuto anche il patrocinio della LILT di Lecce, cuigli organizzatori hanno voluto devolvere i proventi della se-rata.

INIZIATIVE

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RUBRICA

Non è contagioso il cancro anchese la sua diffusione è così eleva-ta da alimentare paure, reazioni

di evitamento e di fuga. Le persone che si ammalano sono in

aumento, a qualsiasi età e nonostanteil rispetto delle onnipresenti racco-mandazioni specialistiche che, eviden-

temente, sono insufficienti. Le evidenzeepidemiologiche indicano che sarebbetempo di spostare l’attenzione dallecondotte individuali alle condizioni divita collettiva che rappresentano ireali fattori di rischio sanitario e sociale.

Il tumore non colpisce solo perl’abitudine al fumo, per l’esposizione

non protetta al sole o all’amianto; nesono colpite persone che mai hanno re-spirato attivamente o passivamente ilfumo di sigaretta o che mai hanno svol-to mansioni lavorative a rischio. Nes-suna familiarità, eredità o errate abi-tudini si rintracciano nelle diagnosi ditante giovani donne, uomini e bambi-

I quesiti e i dubbi insieme alla voglia di raccontarsi. Di questo e d’altro hanno desiderio i malati oncologicie i loro familiari ma non c’è mai tempo sufficiente per farlo, perché ci sono altre priorità, altre urgenze omanca l’occasione per fermarsi un attimo e dialogare. L’intento di queste pagine è proprio questo, offrirespunti e considerazioni e trattare argomenti partendo dalle richieste o proposte che arrivano in redazione.Sarà una conversazione a più voci, d’incontro e di scambio, sarà uno spazio per trovare insieme “le paroleper dirlo”, per dire, ricordare, immaginare o chiedere quello che attraversa i pensieri e si fa esperienza. I recapiti sono: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - “Le parole per dirlo” - via Alpestre, 4 - 73042Casarano (Lecce) o per posta elettronica: [email protected]

Le parole per dirlo

Rubrica a cura dellaDr.ssa Marianna BurlandoEsperta in Psico-Oncologia

Polveri...e del tumore che mi ha colpita poco più di un anno fa non faccio mistero, neparlo senza reticenze perché è parte della mia vita. Avevo messo in conto gli ef-fetti collaterali delle cure, fastidiosi e limitanti, ma non quelli sulle persone e sul-le amicizie dopo che alcune sono letteralmente scomparse alla notizia della miamalattia. Eppure il cancro non è contagioso o sbaglio? (A. B. - Lecce)

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RUBRICA

ni delle società industrializzate. Ma pro-prio qui sta il punto, come ha accertatol’agenzia IARC sulla ricerca cancro del-l’Organizzazione Mondiale della Sanitàe massima autorità per lo studio degliagenti cancerogeni, quando poche set-timane fa ha affermato che“…si può morire di cancro alpolmone anche per inquina-mento dell’aria”. La conclu-sione scientifica, che inseri-sce l’inquinamento atmosfe-rico da polveri e sostanze im-messe tra i fattori di cance-rogenicità accertata, è alta-mente drammatica. Questo ilquadro teorico e le informa-zioni generali che tutti pos-siamo avere e che abbiamosulla malattia.

L’impatto emotivo che neconsegue è però contenutoquando i discorsi trattanonumeri, percentuali, proie-zioni astratte e calcoli diprobabilità che neppurel’esemplificazione di tabellee grafici riesce a sostanziaree a tradurre in concretezza.

La distanza tra cognizione ed emo-zione si accorcia e talvolta finisce pernon far reggere tensione e ansia, chesi fanno angoscia, quando la malattiadiviene privata e tocca le persone delproprio mondo. Succede allora che unmulinello vorticoso di sentimenti tiraa sé sino a risucchiare persone che inaltri momenti della vita hanno sapu-to fronteggiare importanti difficoltà,anche inerenti la salute. Fatti i conticon il dolore e con la preoccupazioneper la condizione sopraggiunta, le re-lazioni rimangono e convivono con l’at-tacco agli affetti, gli equilibri si ri-definiscono e le persone continuano laloro prossimità.

Altre storie invece cadono nel si-lenzio o in faticose e ancor più fugacioccasioni di incontro che il tempo di-rada inesorabilmente. Amicizie e rap-porti significativi registrano improvvi-se interruzioni perché l’elemento nuo-

vo che si insinua tra le parti – la ma-lattia – stravolge i ruoli, fa cadere il-lusioni, sbatte in faccia il limite. Il ri-sultato è che diventa arduo confrontarsicon esperienze umane quali la soffe-renza, la malattia, l’invecchiamento, lamorte.

Alla base ci possono essere pregres-se esperienze di perdite e di abbando-ni riattivanti dolore e angoscia non su-perati che frappongono distanza perproteggersi da situazioni altamentedebilitanti sul piano emotivo.

La notizia di una malattia dagli esi-ti incerti - come è il cancro - ripresen-tifica l’irreparabile e l’imponderabile acui taluni rispondono o con la fuga ocon l’accelerazione della fine vivendo-

ne anticipatamente la scomparsa. Nel-l’una o nell’altra eventualità il com-portamento di coloro che non reggonol’attesa, l’evoluzione delle cure, l’even-tuale condivisione verso l’aggrava-mento rivela l’insostenibilità del pre-sente e la negazione della realtà.

Non di rado più stretta è la relazio-ne antecedente la malattia, più desta-bilizzante può essere la perdita perchéla scomparsa dell’altro porta via la par-te di se stessi depositata in chi primac’era. La morte della persona amica ecara coincide allora con la propria, equalcosa muore per sempre.

Quando questa parte sog-gettiva perisce si piange lapersona che l’altro rendevapossibile essere. Si piangedunque per se stessi primache per l’altro. Questo in-genera dolore, disperazionee smarrimento che possonoessere anticipati rispettoal decesso reale e compli-care il naturale processo dellutto.

Non è per insensibilità,per egoismo o per superfi-cialità che le persone sieclissano davanti alla ma-lattia altrui.

Nella facile collusionecon le promesse di benes-sere e di lunga vita paven-tate dalla ricerca e dalla me-dicina, la diagnosi di cancro

spiazza e svela un’umanità senza piùcontatti con la natura e con l’universaleprocesso verso l’inorganico. La cono-scenza di sé inizia nel momento in cuisi incontra e non si nega il limite, e ildialogo con il fine vita passa anche at-traverso la malattia non elusa e affet-tivamente sostenuta.Polvere sì, ma polvere innamorata.

La Dr.ssa Marianna Burlando operacome psicologa presso il Serviziodi Oncologia Medica dell’Ospedale “F. Ferrari” di Casarano. Per contattarla, telefonare allo 0833 508445

Un’anima che ha avuto un dio per carcere,vene che a tanto fuoco han dato umore,midollo che è gloriosamente arso,il corpo lasceranno, non l’ardore,saranno cenere, ma avranno sentimento,polvere saranno, ma polvere innamorata.

FRANCISCO DE QUEVEDO