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L'EDUCATORE COME ALLENATORE EMOTIVO CORSO FISM 2015-16 Dott.ssa Samuela Rubinato

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L'EDUCATORE

COME ALLENATORE EMOTIVO CORSO FISM 2015-16

Dott.ssa Samuela Rubinato

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Le emozioni:

Quali e quante emozioni provano i bambini?

Quali caratteristiche hanno?

Ekman, uno dei più noti studiosi di emozioni, parla di 6 reazioni emotive di base:

GIOIA RABBIA SORPRESA SOFFERENZA PAURA DISGUSTO

Le emozioni sono brevi, reattive, intense, transitorie.

Es. il pianto disperato del bambino quando la mamma se ne va; il pianto di rabbia quando qualcuno

gli porta via il suo amato ciuccio,ecc

Le emozioni sono INNATE, geneticamente programmate e sottendono un

BISOGNO.

Cosa significa?

Le emozioni nascono dal corpo ed hanno la funzione di segnalare al bambino

innanzitutto e poi a chi si prende cura di lui, uno stato interno di disequilibrio, di

frustrazione, di bisogno fisico o emotivo.

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Le emozioni

Sono generate da

stimoli esterni (es. un forte rumore; l'allontanamento della figura di

attaccamento; la perdita di un gioco; una caduta a terra...);

stimoli interni (bisogni fisiologici: fame, sete, bisogno di contatto fisico o

bisogni affettivi veicolati da pensieri e/o emozioni, motivazioni,

desideri, aspettative come ad es di essere sgridato o di dover fare

qualcosa che non si vuol fare...)

Le emozioni rappresentano la parte più arcaica e istintiva, innata, delle

nostre reazioni affettive, - servono ad attivare il bambino per la sua

sopravvivenza - con le sue forti e chiare componenti fisiologiche (la

risposta dell'amigdala) e comportamentali, di eccitazione e arousal

velocissimo (LeDoux, Goleman).

Sono funzionali ad attivare l'adulto affinchè si prenda cura del bambino

e che ne garantisca la sopravvivenza fisica e psichica.

Gli ormoni del b e della madre supportano la relazione di cura gen-b

Dott.ssa Samuela Rubinato Psicologa-Psicoterapeuta

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LE EMOZIONI

● Tutti gli studi più recenti nell'ambito della

psicologia dello sviluppo concordano sulla

fondamentale rilevanza delle emozioni

● Tronick e Trevarthen le considerano il “collante

delle prime forme di intersoggettività, fonti di

motivazione e di regolazione del

comportamento interpersonale infantile”

● Tronick: attraverso le emozioni il bambino e

l'adulto si coinvolgono in un sistema di

comunicazione affettiva (video)

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“Sapere di esistere mentalmente per i genitori

costituisce la sorgente di vita a cui il bambino attinge il

senso di sé (Vallino,1999)

DVD 3 Circolo della Sicurezza P

● Le competenze dell'educatore

– Sintonizzazione emotiva

– Mentalizzazione

– Funzione riflessiva

– Responsività

– (vedi dvd)

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INTENSITA', SVILUPPO, DINAMICA DELLE

EMOZIONI

Implicano uno STATO DELLA MENTE, caratterizzato da percezioni sensoriali,

aspettative, bisogni, pensieri, che portano ad un COMPORTAMENTO.

A volte il comportamento porta alla soddisfazione del bisogno per cui la

persona torna in stato di quiete emotiva, altre volte la persona attua

comportamenti (strategie di gestione emotiva) disfunzionali, cioè che non

portano alla risoluzione del problema o del bisogno in modo funzionale.

Conosci i modi in cui è bene gestire la paura, la tristezza, la vergogna, il

dolore...?

In quali modi controproducenti si può imparare a gestire queste emozioni? Ne

conosci qualcuno? Fai un esempio

(aggressività, passività-vittima, assertività)

Dott.ssa Samuela Rubinato Psicologa-Psicoterapeuta

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Il bisogno principale del bambino è sentirsi sentito,

compreso, sentire di esistere mentalmente per

l'altro significativo

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MOTIVAZIONI Perchè è importante tener conto delle emozioni dei bambini? Perchè sono al

centro della sua identità. Attraverso le emozioni del bambino noi arriviamo a

comprenere ciò che desidera, le sue aspirazioni, bisogni, frustrazioni, paure,

dell'idea che ha di sé ... tutto ciò che egli vive ed è, della sua identità più

profonda, le sue aspirazioni e attitudini.

Nelle situazioni quotidiane del nido l'educatrice dovrà concentrarsi sulle

modalità attraverso le quali aiutare i bambini ad essere se stessi, a sentirsi a

loro agio nel gruppo dei pari, con gli adulti e nell'ambiente nido, per favorire

lo sviluppo della capacità resiliente di stare nel mondo di resistere e di

affrontare le difficoltà.

La personalità del bambino viene modellata dall'esperienza interpersonale. Il

bambino impara a capire chi è, impara a divenire consapevole del proprio

mondo interno cioè ad ascoltarsi se fa l'esperienza di essere ascoltato,

impara ad accogliere se viene accolto, impara ad amarsi ed amare se fa

l'esperienza di sentirsi amato, impara a stimarsi se fa l'esperienza di essere

qualcuno, di essere capace, impara l'attenzione, impara la capacità di

controllare il proprio mondo interno in funzione di un adattamento positivo

(Modello Interpersonale di L. Benjamin, AT Socio-Cognitiva di Pio Scilligo).

E' importante parlare di emozioni per le loro implicazioni con lo sviluppo della

personalità e con lo sviluppo integrato del cervello, della mente, della

personalità, della salute mentale, delle capacità relazionali, della morale.

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MOTIVAZIONI

“La teoria dell'attaccamentod i Bowlby, gli studi più

recenti sull'empatia, le ricerche di Stern sulla nascita

del Sè nei bambini, la teoria della Funzione Riflessiva

e il rilevante contributo di Goleman sull'Intelligenza

Emotiva hanno aperto vasti e nuovi orizzonti alle

scienze della formazione, spingendo l'asse della

ricerca e del dibattito scientifico verso l'educazione

emotiva” (Mariani, Schiralli, 2012)

Si sta aprendo uno scenario di studi e di ricerche

completamente inediti: l'educazione, gli stili educativi,

le convinzioni circa qto sia meglio fare o non fare con i

b non possono più essere opinioni dettate dal senso

comune ma esistono ormai indicazioni inconfutabili ed

evidenze scientifiche (PET; REM): neuroscienze

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QUALE IDEA DI BAMBINO? Queste motivazioni sottendono un' IDEA DI BAMBINO che ha le basi nella

teoria dell'attaccamento, nel modello interpersonale, nel modello

psicodinamico (teoria delle relazioni oggettuali,nella teoria dello sviluppo

psicologico di Stern, nelle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze

(neuropsicologia dell'esperienza interpersonale di D. Siegel):

Il bambino nasce predisposto alla relazione (idea di bambino competente) e

dentro alla relazione con un altro significativo cresce e “fiorisce”, diviene se

stesso, diviene ciò che è chiamato ad essere. E' dentro ad una relazione che

impara chi è, definisce la sua identità, sviluppa le sue capacità cognitive,

emotive, morali ed interpersonali.

E' dentro a relazioni significative che il bambino si sente sentito e così conosce

se stesso, diviene consapevole del suo mondo interno, esplora sensazioni,

pensieri, immagini ed emozioni presenti dentro di sé (funzione riflessiva).

Impara a controllare le proprie emozioni, implusi per poter vivere relazioni

emotive soddisfacenti, per poter stare con gli altri e realizzare i propri bisogni

e aspirazioni sociali e relazionali.

Il bambino cresce sereno se è capace di ascoltare se stesso e il variegato

mondo delle sue emozioni, dei suoi desideri, bisogni e pensieri. Si sente

sicuro di sé se ha sviluppato strategie di coping, cioè di gestione efficace dei

suoi problemi emotivi, relazionali, sociali, cognitivi. Se sa condividere ed

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QUALE IDEA DI BAMBINO?

Le recenti ricerche di Tomasello (2006) sui

bambini hanno dimostrato la presenza della

capacità dei bambini ad entrare in sintonia con

l'adulto fin da pochi mesi (9).

Gli esseri umani sono programmati per

connettersi. La competenza di essere connessi

è molto più precoce di quanto si potesse

immaginare.

● Video tomasello sull'altruismo nei bambini

Dott.ssa Samuela Rubinato Psicologa-Psicoterapeuta

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FINALITA' Ciò che dobbiamo fare per i nostri bambini è aiutarli ad essere

consapevoli di ciò che sentono, pensano, provano , di ciò che è

già dentro di loro. Nel loro cuore c'è spontaneità, gioia, gioco,

capacità di vivere nel momento presente. Possiamo fare in modo

che non perdano il contatto con sé ma che crescano vicini al

loro cuore, al sentire e al sentirsi e che imparino a conoscere

senza temerlo il loro universo interiore. (Es. Cosa succede in un b non

consapevole di sé?ES del b che si separa e non piange sembra indifferente; il b adattato, che

asseconda e non sente i suoi desideri...tristezza, falso sè)

Tra gli obiettivi dell'educazione ci deve essere anche quello di insegnare

al bambino a guardare dentro di sé, ad essere cosciente e

consapevole dei prorpi processi mentali ed emozionali, a dare loro un

nome, a riconoscerli, senza temerli.

Questo permette al bambino di entrare in contatto con la propria

dimensione interiore e sacra, di esperire nel corpo, nel cuore, la

presenza di Dio in cui crede.

Questo crea le fondamenta sulle quali poi tutto il resto può crescere.

Dott.ssa Samuela Rubinato Psicologa-Psicoterapeuta

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OBIETTIVI Favorire nell'educatore lo sviluppo della competenza

emotiva e di strategie educative per favorirla nei

bambini.

Che cos'è la competenza emotiva?

Competenza emotiva:

l'insieme di capacità che riguardano

-l'espressione,

-la comprensione

-la regolazione delle emozioni in sé e negli altri

Vale a dire avere una “teoria della mente” con la quale

guidiamo il nostro agire nella relazione con gli altri e con

noi stessi

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LA COMPETENZA EMOTIVA La competenza emotiva si articola in numerose abilita',

quali:

● saper esprimere e riconoscere le emozioni proprie ed

altrui,

● la consapevolezza dei canali attraverso i quali le

emozioni vengono espresse e comunicate agli altri,

● la comprensione della natura delle emozioni,

● la comprensione dei vari tipi di cause,

● la capacità di mettere in atto strategie di regolazione

delle emozioni, come il sapere controllare o occultare

l'espressione dell'emozione provata in relazione al

contesto, ecc

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Il RUOLO DELL'EDUCATORE

... è fondamentale dentro a questo processo di promozione della

crescita del bambino. Il suo ruolo è quello dell'allenatore emotivo.

L'educatrice può fare molto aiutando i bambini a sentire e poi a

comprendere la loro unicità, il loro valore assoluto, i loro talenti,

senza alcun fine se non quello di stare bene con se stessi, di amarsi,

conoscere e rispettare i propri bisogni e imparare ad essere

responsabili della propria vita, a partire dalle più piccole cose.

L'educatore crea il clima emotivo del nido e condiziona le reazioni

emotive del bambino, e i suoi comportamenti. Lo stile educativo dell'

educatrice deve essere caratterizzato da accoglienza, amorevolezza,

pazienza, dolce fermezza, empatia e sintonia emotiva con il bambino,

che ha bisogno di sentirsi sentito per sentirsi sicuro.

Questo richiede nell'educatrice una buona capacità di autocontrollo

emotivo. Questo è di fondamentale importanza, perchè non possiamo

insegnare ai nostri bambini ciò che nemmeno noi sappiamo fare.

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IL RUOLO DELL'EDUCATORE

L'educatore deve essere dotato di competenza emotiva, cioè della

capacità di essere in contatto e consapevole di ciò lo abita, dei

pensieri, emozioni, bisogni che vive, in particolare di ciò che

vive nei confronti dei bambini, delle sue reazioni emotive, dei

suoi atteggiamenti, aspettative, pregiudizi e idee sui bambini e

sull'educazione che possono condizionare negativamente il suo

atteggiamento con il b. E' la capacità di esprimere ciò che vive

in modo assertivo, empatico e rispettoso.

E' la capacità di comprendere empaticamente il bambino,

coglierne il mondo interno, emozioni, vissuti, bisogni, pensieri e

di intervenire in modo sintonico.

E' la capacità di controllare il proprio mondo emotivo e di aiutare il

bambino a sua volta all'autocontrollo emotivo

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L'IDEA DI EDUCATRICE

Il nostro modo di essere educatrici è fortemente

influenzato dalla nostra storia, dalle nostre figure

educative e dal modo in cui noi abbiamo risposto alle

loro attese.

Nella relazione con i bambini l'educatrice porta

innanzitutto se stessa come

PERSONA

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LA RELAZIONE EDUCATRICE-BAMBINO

Una relazione educatrice-bambino caratterizzata da competenza

emotiva è la premessa essenziale per impostare un buon rapporto

col bambino, dentro al quale lui possa sperimentare fiducia e senso

di sicurezza.

L'educatrice deve vivere nella relazione le seguenti competenze:

-atteggiamento di accoglienza, amorevolezza, non giudizio

-capacità di comprendere le cause, i vissuti che generano nel b

emozioni, comportamenti (empatia, capacità di sintonizzarsi sul

mondo interno del bambino, teoria della mente, responsività)

-capacità di essere consapevole delle proprie emozioni, dei propri

pensieri, aspettative, idee sul bambino e sull'educazione, su

come dovrebbe comportarsi

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LA RELAZIONE EDUCATRICE-BAMBINO

-capacità di esprimere le proprie emozioni in modo semplice

e chiaro.

Apprenderanno che si possono vivere tutte le emozioni, belle

e meno belle, gioiose e dolorose, ma anche queste ultime,

se espresse con il cuore, non nuoceranno a nessuno, anzi

aiutano chi le prova a stare bene, chi le ascolta a sentirsi

utile.Impareranno dalle vostre azioni più che dalle parole.

-insegnare ai bambini che possono esprimere tutte le loro

emozioni, anche la rabbia o la paura.

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L'EDUCATORE COME ALLENATORE EMOTIVO

L'educatore allenatore emotivo ascolta,

conosce, comprende e da importanza agli

stati emotivi dei bambini; cerca di

comprenderne i motivi e allo stesso tempo è

fermo nel trasmettere le regole. Non dice al

bambino che cosa dovrebbe provare

facendolo così sentire sbagliato ed

incompreso ma lo aiuta a dare un nome alle

sue emozioni e a padroneggiarle.

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L'EDUCATORE COME ALLENATORE EMOTIVO

Dare cioè il permesso aI bambini di esprimere se stessi.

Questo li aiuterà ad allegerire il loro cuore e a sentirsi

coinvolti in una relazione profonda e intima con

l'educatrice.

Impareranno l'amore per la verità.

Poter sperimentare tutto questo crea le condizioni per

fare un'esperienza relazionale importante e proprio

perchè l'hanno sperimentata con voi potranno essere

fiduciosi e cercarla anche con gli altri, anzi favorirla....

Dott.ssa Samuela Rubinato Psicologa-Psicoterapeuta

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Un caso

La piccola Maria ha 2 anni. Mentre sta camminando in

salone e si sta dirigendo verso la cucinetta con il suo

bambolotto in mano, viene “travolta” da Gianluca, che

sta correndo in modo concitato.

Maria cade a terra e si mette a piangere.

Quale emozione prova Maria?

Qual è il suo bisogno?

Cosa fate?

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COMPITI PER CASA

● Portare casi di bambini durante il momento

dell'a separazione-ambientamento

● Portare casi di bambini con comportamenti per

noi difficili in qualche modo da “portare” e/o

gestire o semplicemente che “impegnano

particolarmente” dal punto di vista emotivo:

bambini con comportamenti aggressivi, sempre

in movimento, timidi, timorosi, che non vogliono

mangiare, che non giocano, che si tengono

distanti dagli altri o che si avvicinano a

chiunque, ecc ecc