L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6...

104
L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia

Transcript of L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6...

Page 1: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia

Page 2: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Il presente rapporto è stato realizzato dalla Camera di Commercio di Vibo Valentianell’ambito del progetto F.P 2011-2012 “Blue economy Calabria – Osservatorio economicodella filiera del mare” avvalendosi della collaborazione tecnica di CAMCOM - Camere diCommercio d’Italia - Universitas Mercatorum, Società Consortile a Responsabilità Limitata, edi CONTESTI srl, società specializzata nel campo delle analisi territoriali e dello sviluppolocale e del supporto informativo dell’Azienda Speciale per il Porto di Vibo Valentia (in breveA.S.PO. Vibo Valentia).

In particolare, i capitoli 2 e 3, incluso l’aggiornamento dei dati macroeconomici all’anno2013, sono stati redatti da un gruppo di lavoro di CAMCOM, composto da AlessandroRinaldi, Fabio Di Sebastiano e Marco Pini, con la collaborazione di Adriano Scaletta.

I restanti capitoli sono da attribuire al gruppo di lavoro di CONTESTI srl, composto daGiuseppe Farace, Alfredo Fortunato, Giovanni Fortunato, Vito Nardi, CarmelofrancescoOriglia e Alessandra Perri.

Il lavoro di coordinamento e di indirizzo della Camera di Commercio di Vibo Valentia è statosvolto da Maurizio Caruso Frezza, responsabile Area Promozione e Direttore operativodell’A.S.PO. Vibo Valentia, con l’assistenza dei collaboratori Rossella Lorusso e AntonioFlorestano.

Direzione di progetto Fondo Perequativo : Donatella Romeo e Luigia Caglioti (S.G. CCIAAVibo Valentia)

Altre collaborazioni camerali: Francesco Lombardi e Emanuela Greco, Uffici Ragioneria eProvveditorato CCIAA Vibo Valentia.

Page 3: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

SOMMARIO

1. Premessa 4

2. L’economia del mare: un inquadramento 6

3. Il ruolo dell’economia del mare nella provincia di Vibo Valentia 11

3.1 Il valore aggiunto e l’occupazione...................................................................................11

3.2 Le imprese.......................................................................................................................17

3.3 La competitività internazionale.......................................................................................21

4. La dotazione infrastrutturale 24

4.1 Il porto di Vibo Marina....................................................................................................24

4.2 Le attività portuali...........................................................................................................28

4.2.1 Commerciale.............................................................................................................28

4.2.2 Peschereccia.............................................................................................................29

4.2.3 Nautica di diporto e trasporto marittimo passeggeri..............................................30

4.3 I porti turistici..................................................................................................................32

5. Il sistema “allargato” dell’economia del mare 34

5.1 Fisionomia e consistenza.................................................................................................34

5.2 Specializzazioni territoriali..............................................................................................45

5.3 Performances economico-finanziarie.............................................................................56

5.3.1 Fatturato ed addetti.................................................................................................56

5.3.2 Indicatori di bilancio.................................................................................................57

5.3.3 Indici di redditività....................................................................................................60

6. Il nucleo di economia del mare 64

6.1 Metodologia d’identificazione e risultati........................................................................64

6.2 Interrelazioni tra filiere...................................................................................................73

6.3 Mappatura degli attori socio-istituzionali.......................................................................75

7. Potenzialità e vincoli della Blue Economy vibonese 78

8. Considerazioni conclusive ed indicazioni di policy 83

Bibliografia e sitografia di riferimento 93

Page 4: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Allegati 94

1. PREMESSA

Il presente lavoro s’inserisce nell’ambito del progetto, cofinanziato sul Fondo Perequativo2011-2012 di Unioncamere “Blue Economy Osservatorio economico della filiera del mare”,realizzato congiuntamente dalle Camere di Commercio di Vibo Valentia, Crotone eCatanzaro.

Il progetto ha l’obiettivo di formare una base informativa e conoscitiva sull'economia delmare a livello regionale che, partendo dalle realtà produttive delle Camere di Commercioaderenti, consenta di disporre negli anni a venire di uno strumento economico-statistico diriferimento operativo per la programmazione e l'attuazione di interventi di sviluppo delcluster marittimo regionale.

Scopo del rapporto è la ricostruzione dei cluster marittimi provinciali e delle loro specificità,elemento fondamentale per poter sviluppare adeguate politiche di coinvolgimento delsistema produttivo locale incentrato sull’economia generata dal mare e per evidenziare lelinee di sviluppo della portualità regionale.

Il report è articolato in otto capitoli, incluso il presente. Nel secondo capitolo viene esploratoil ruolo del mare e delle attività economiche ad esso collegate nello sviluppo dei territori e siesamina il problema della perimetrazione delle attività economiche relative alla BlueEconomy facendo riferimento, in particolare, al Secondo Rapporto sull’Economia del Mare diUnioncamere.

Il terzo capitolo è dedicato all’analisi del ruolo dell’economia del mare nella provincia di ViboValentia. Vengono esaminati: i) il peso dell’economia del mare provinciale in termini divalore aggiunto ed occupazione; ii) la consistenza imprenditoriale delle filiere afferenti allaBlue Economy vibonese; iii) il valore e la dinamica delle esportazioni delle principali filierelegate all’economia del mare.

Nel quarto capitolo è riportata una descrizione del sistema infrastrutturale presente sulterritorio provinciale. L’analisi verte sulle caratteristiche dei porti presenti, sulle peculiaritàdelle attività portuali e sulle connessioni con il sistema produttivo.

Il quinto capitolo mira a verificare la presenza di significativi addensamenti territorialinell’ambito del “sistema allargato” dell’economia del mare vibonese. A tal fine si èproceduto, tramite apposite rappresentazioni cartografiche, all’analisi della distribuzione diimprese e addetti dell’economia del mare per comune e all’individuazione dellespecializzazioni comunali più rilevanti. Vengono, inoltre, prese in considerazione leperformance economico-finanziarie del sistema produttivo provinciale della Blue Economycon riferimento ai principali indicatori di bilancio ed indici di redditività.

Nel sesto capitolo si dà corso: i) alla delimitazione territoriale dell’economia del mare localee la georeferenziazione del nucleo delle attività economiche legate al mare; ii) alla

Page 5: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

mappatura degli attori rilevanti (istituzioni, associazioni ecc.) collegati alla Blue Economy; iii)alla descrizione delle interrelazioni tra le filiere della Blue Economy ovvero con settoridell’economia provinciale che evidenziano specifiche connessioni a livello territoriale.

Nel settimo capitolo si riporta il quadro dei punti di forza e di debolezza della Blue Economyprovinciale sulla base del lavoro di ricerca condotto. L’analisi così effettuata ha lo scopo diformulare ipotesi di intervento che facilitino i processi di sviluppo del cluster marittimoprovinciale e di valutare la coerenza di tali ipotesi con alcune specifiche di misure di policygià in atto potenzialmente in grado di impattare positivamente sul sistema territoriale.

Infine, nell’ultimo capitolo si espongono le risultanze più significative emerse dall’analisicondotta e le eventuali indicazioni di policy più pregnanti.

Completano lo studio i principali riferimenti bibliografici e sitografici consultati e gli allegatistatistici e metodologici.

Page 6: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

2. L’ECONOMIA DEL MARE: UN INQUADRAMENTO

La società contemporanea di questo inizio di XXI secolo ha sviluppato sensibilità nuoverispetto al passato, affermando progressivamente al suo interno modelli di sviluppo centratisull’idea di sostenibilità.

Già sul finire del Novecento, le prime avanguardie civili cominciarono a porre alla ribalta lanecessità di immaginare modelli di produzione e di consumo più attenti alle esigenze e agliequilibri naturali del Pianeta. L’incremento demografico, la crescente urbanizzazione, iprocessi migratori, l’inquinamento atmosferico, la riduzione della biodiversità, l’erosionedelle foreste e dei ghiacciai, sono solo alcune delle conseguenze di un cambiamento indottodalla mano dell’uomo e concorrono tutte all’avanzamento della nuova cultura dellasostenibilità, nella sua triplice dimensione sociale, ambientale ed economica. Proprio perl’impatto e la visibilità diretta che tali fenomeni hanno sulle popolazioni, queste ultimericonoscono sempre più l’esigenza di modificare i propri comportamenti adeguandoliall’ambiente circostante.

Nessuno però vive “sul mare”, un ambiente per definizione più “infinito”, per certi versi piùmisterioso perché un po’ più sconosciuto. Per questo se la protezione della natura tende adindentificarsi con i suoi fenomeni di superficie, la sostenibilità dell’ecosistema marino hafatto invece più fatica ad affermarsi.

D’altronde, fino all’inizio del secolo scorso il mare era considerato lo spazio rischioso chedoveva inevitabilmente essere attraversato per raggiungere luoghi lontani e la pesca eraun’attività povera e faticosa, necessaria per la sopravvivenza delle persone che vivevanosulle coste. Mareggiate e maremoti erano eventi imprevedibili e spingevano le popolazioniverso l’entroterra, lontano da quei pericoli che nella storia avevano portato disastri edevastazioni. Anche per questo sin dai tempi antichi il dominio militare e commerciale delmare era una condizione indissolubile per l’egemonia sugli altri popoli.

Risale alla seconda metà del Novecento la “scoperta” del mare come spazio di vita daproteggere, valorizzare ed utilizzare con una pluralità di funzioni, grazie al progressoscientifico e tecnologico che ha permesso di conoscerne a fondo le sue dinamiche, le suepotenzialità, i movimenti e le innumerevoli forme di vita che lo popolano.

L’Italia, con i suoi 7.500 Km di coste al centro del Mediterraneo, è da sempre condizionatadalla presenza del mare dal punto di vista climatico, culturale ed economico. Sono 15 leregioni italiane che si affacciano sul mare e più di 600 i comuni.

L’accresciuta consapevolezza del ruolo strategico e sempre più diversificato del mare per isistemi economici nazionali ha persuaso gli operatori economici a porre maggiore attenzionealle opportunità da esso provenienti. Unioncamere ha così concentrato i propri studi sullafiliera del mare, cominciando a raccogliere sistematicamente informazioni sia in terminicomplessivi che nelle diverse espressioni che la compongono. D’altronde, sono 57 su 105 leCamere di commercio italiane che insistono su territori costieri.

Attraverso la conoscenza approfondita del fenomeno è possibile impostare linee di sviluppoconsapevoli delle opportunità e dei vincoli a cui sono sottoposte le attività imprenditoriali

Page 7: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

legate al mare. Per queste ragioni Unioncamere ha promosso ad aprile dello scorso anno i“1mi Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare”, volti proprio adintraprendere l’approfondimento necessario per governarne lo sviluppo1, partendo daun’ampia analisi economica dell’economia del mare realizzata nel “Secondo Rapportosull’Economia del Mare”2. L’obiettivo dichiarato è la promozione di una strategia comune econdivisa con diversi stakeholder che conduca poi all’attivazione di politiche mirate. E perribadire l’importanza dell’obiettivo, cercando di fare il punto sulla situazione, ad ottobrescorso è stata realizzata la “Seconda Tappa degli Stati Generali delle Camere di Commerciosull’Economia del Mare”, occasione in cui si è approfondita l’analisi sulla cantieristica e lasostenibilità ambientale.

L’economia del mare, tuttavia, come molti dei fatti sociali che si manifestano nella societàcontemporanea, è un concetto dai confini semantici piuttosto sfumati. È noto a tutti, comegià anticipato, che si tratta di un fenomeno che influenza il sistema produttivo nel suocomplesso (specialmente per un Paese come l’Italia), ma è anche vero che è alquantocomplicato individuarne una metrica che permetta di isolarlo dal resto dell’economia.

Emblematiche al riguardo sono le definizioni più utilizzate per descrivere il fenomeno. Traqueste compare, ad esempio, quella del Maritime Industry Museum at Fort Schulyler (StateUniversity of New York Maritime College Campus), che elenca le seguenti attività: servizi diaccesso ai porti, quelli legati alla movimentazione delle merci, servizi di trasporto passeggeri,la navigazione interna, la costruzione e riparazione di imbarcazioni, l’istruzione e laformazione nautica, la pesca, l’attività di assicurazione, la comunicazione e le filiereinnovative del turismo nautico e della tutela ambientale3.

È evidente che progettare una politica di sviluppo di un settore economico significa anzituttoaccordarsi su cosa si intende per il fenomeno oggetto di attenzione, per promuovere(specialmente se lo si vuol fare con un approccio aperto alla partecipazione di una pluralitàdi attori) ed esplicitare al meglio il suo valore reale, per affermarne poi il riconoscimentoformale a livello istituzionale.

1 In realtà, già nel 2010 Unioncamere si era cimentata nello studio dell’economia del mare, cfr. Ministero dellePolitiche Agricole Alimentari e Forestali, Unioncamere, Retecamere, Istituto G. Tagliacarne, RapportoSistemaMare. Imprese, filiere e territori, febbraio 2010.2 Unioncamere, CamCom, Secondo Rapporto sull’Economia del Mare, 2013.3 “The Maritime Industry is much more than deep – sea merchant fleet. It includes tug and barge operations,port and terminal operations, pilotage, freight forwarding, chartering, intermodal services, admiralty law,passenger and excursion services, Great Lakes and inland waterways shipping, shipbuilding and repair, navalarchitecture and maritime engineering, seaman training, Government programs and shipping, vesselclassification, marine insurance, communications, recreational boating, and much more….”,http://www.sunymaritime.edu/Maritime%20Museum/.

Page 8: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Per queste ragioni è intervenuta recentemente anche la Commissione Europea4 -riconoscendo nell’economia del mare le potenzialità a sostegno dello sviluppo economico -che si è cimentata in una misurazione della cosiddetta “Blue Economy”, proprio conl’obiettivo di promuovere una politica marittima integrata, finalizzata al conseguimento degliobiettivi della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.Questo intervento della Commissione ha avuto il merito di portare alla ribalta un settoreeconomico ancora sottovalutato, anche se ne emerge un’interpretazione piuttostostringente e spesso concentrata su attività prettamente innovative (come ad esempio lebiotecnologie marine), a discapito di una visione più ampia che sia in grado di abbracciaretutte le attività legate al mare.

Nel 2013 Unioncamere, attraverso il Secondo Rapporto sull’Economia del Mare, presentatocome già detto in occasione dei “1mi Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economiadel Mare”, ha adottato un approccio capace di osservare a 360 gradi l’economia del mare, inmodo da poterne cogliere in pieno il suo valore e ruolo nel tessuto economico-produttivo.Sono state così considerate tutte le sue espressioni, da quelle più tradizionali come la pesca,la cantieristica o i trasporti, a quelle più innovative come la ricerca, le biotecnologie marine ole attività di tutela degli ecosistemi marini, nonché - e in aggiunta rispetto al Rapporto del2010 - ad una concezione più completa del turismo5.

Da questa attività di ricognizione complessiva del sistema economico marino, approfonditafra l’altro fino al massimo livello classificatorio delle attività economiche6, l’economia delmare si compone di sette settori principali:

- filiera ittica: comprende le attività connesse alla pesca, la lavorazione del pesce e lapreparazione di piatti a base di pesce, includendo anche il relativo commercioall’ingrosso e al dettaglio;

- industria delle estrazioni marine: riguarda le attività di estrazione di risorse naturalidal mare, come ad esempio il sale, piuttosto che petrolio e gas naturale con modalitàoff-shore. Si tiene a precisare che per questo settore le stime si sono dovute fondaresu alcune ipotesi tali da consentire di individuare all’interno dell’attività estrattivaquella riconducibile al mare7;

4 European Commission, Blue Growth. Opportunities for marine sustainable growth, Communication from theCommission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and theCommittee of the Regions, Brussels, 13.9.2012. I dati sulla quantificazione economica della Blue Economy inEuropa presenti nella Comunicazione sono ripresi dallo studio Blue Growth. Scenarios and Drivers forSustainable Growth from Oceans, Seas and Coasts, ECORYS, Deltares, Oceanic Développement (for theEuropean Commission) Rotterdam/Brussels, 13 July 2012.5 Nel Rapporto Sistema Mare del 2010 il turismo era circoscritto essenzialmente alle attività degli stabilimentibalneari, mentre nella nuova visione del 2013 si tiene conto anche delle attività di alloggio, ristorazione,sportive e ricreative, connesse sempre all’ambito marino.6 Una volta delineata la visione “allargata” dell’economia del mare, è stato necessario applicare unadattamento statistico che ha comportato l’individuazione delle attività economiche fino ad un livello didettaglio corrispondente alla quinta cifra della classificazione Istat della attività economiche (Ateco 2007). Unoperazione tassonomica che, se per alcune attività non ha previsto particolari difficoltà, per altre ha richiesto laformulazione di ipotesi in grado di estrapolare dall’attività classificata la parte legata al mare.

Page 9: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

- filiera della cantieristica: racchiude le attività di costruzioni di imbarcazioni da diportoe sportive, cantieri navali in generale e di demolizione, di fabbricazione di strumentiper navigazione, di istallazione di macchine e apparecchiature industriali connesse e,infine, l’attività di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di natanti;

- movimentazione di merci e passeggeri via mare: fa riferimento a tutte le attività ditrasporto via acqua di merci e persone, sia marittimo che costiero, unitamente allerelative attività di assicurazione e di intermediazione degli stessi trasporti e servizilogistici;

- servizi di alloggio e ristorazione: sono ricomprese tutte le attività legate allaricettività, di qualsiasi tipologia (alberghi, villaggi turistici, colonie marine, ecc.) equelle chiaramente relative alla ristorazione, compresa ovviamente anche quella sunavi;

- ricerca, regolamentazione e tutela ambientale: include le attività di ricerca e svilupponel campo delle biotecnologie marine e delle scienze naturali legate al mare più ingenerale, assieme alle attività di regolamentazione per la tutela ambientale e nelcampo dei trasporti e comunicazioni. Inoltre, in questo settore sono presenti anche leattività legate all’istruzione (scuole nautiche, ecc.);

- attività sportive e ricreative: ricomprende le attività connesse al turismo nel campodello sport e divertimento, come i tour operator, guide e accompagnatori turistici,parchi tematici, stabilimenti balneari e altri ambiti legati all’intrattenimento edivertimento (discoteche, sale da ballo, sale giochi, ecc.).

Una volta delineata la visione dell’economia del mare, il passo successivo è stato quello diadattarla dal punto di vista statistico cercando di individuare, sulla base della più recenteclassificazione Istat della attività economiche (Ateco 20078) alla quinta cifra, le attività piùespressive di questi sette settori di cui si compone9. Una operazione tassonomica che, se peralcune attività non ha previsto particolari difficoltà, per altre ha richiesto la formulazione diipotesi in grado di estrapolare dall’attività classificata la parte legata al mare. Tali ipotesihanno preso in considerazione, in alcuni casi, specifici indicatori ad hoc 10 e, in altri, lalocalizzazione geografica dell’attività, come, ad esempio le attività legate al turismo (alloggio

7 Ipotesi che, se viste alla luce dell’esiguità dei valori assoluti sottostanti, inducono ad un a certa cautela iltrattamento dei dati stimati per questo settore, soprattutto a livello territoriale.8 L’Ateco 2007 è la classificazione ufficiale delle attività economiche adottata dall'Istituto Nazionale di Statistica(Istat) per le rilevazioni statistiche nazionali di carattere economico. L’Ateco 2007 è la versione italiana dellaNomenclatura delle Attività Economiche (Nace) adottata dall'Eurostat nella sua versione più recente (rev. 2),adattata dall'Istat, nelle sue voci di maggior dettaglio, alle caratteristiche specifiche del sistema economicoitaliano. L’Ateco 2007 è infatti perfettamente sovrapponibile alla Nace fino alla quarta cifra di dettaglio (615settori), laddove per la quinta e sesta cifra le attività rappresentano una specificazione italiana.9 Per l’analisi dettagliate delle attività economiche selezionate si rimanda all’Appendice.10 Ad esempio, la quota parte del valore della produzione di piatti pronti riconducibile a quelli di pesce è statastimata tenendo conto anche del rapporto che sussiste tra il consumo di pesce e quello di carne. Oppure,riguardo alla fabbricazione di strumenti ottici, di misura, controllo e precisione, la quota parte ascrivibile almare è stata stimata sulla base delle tavole input-output, analizzando le interrelazioni tra questo settore equello della costruzione di “altri mezzi di trasporto” che include navi e imbarcazioni.

Page 10: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

e ristorazione assieme a quelle sportive), per le quali sono state considerate solo quellepresenti nei comuni costieri. D’altra parte, il passaggio dalla classificazione ufficiale Istatdelle attività economiche (Ateco), per una precisa tassonomia delle attività espressivedell’economia del mare, si rivela indispensabile ai fini di una coerente stima dei principaliaggregati economici con i quadri della contabilità nazionale. Tale operazione favorisceperaltro anche l’integrazione dei dati stimati con tante altre informazioni desumibili dallebanche dati sia camerali sia esterne (Istat, Eurostat, associazioni di categoria, ecc.), spessoarticolate secondo la logica della classificazione Ateco.

L’economia del mare però non si esaurisce solo nelle attività che rientrano direttamente nelperimetro di definizione, ma produce degli effetti indiretti in diverse altre attivitàeconomiche, tanto a monte quanto a valle della filiera. È questa una convinzione che haspinto Unioncamere a stimare un moltiplicatore delle attività appartenenti all’economia delmare, uno strumento in grado di calcolare quanti euro si generano sul resto dell’economiaper ogni euro prodotto da questo settore.

Senza entrare nel dettaglio metodologico per cui si rinvia al già citato Secondo Rapportosull’Economia del Mare11, in questa sede è utile tenere in considerazione che a fronte di unmoltiplicatore pari a 1,9 per l’Italia, lo stesso assume un valore di 1,5 nel Mezzogiorno. AlSud il settore dell’economia del mare non riesce ad avere una forza di attivazione come nelresto del Paese, perché sconta in parte una maggiore “inclinazione” verso comparti chehanno un coefficiente moltiplicativo meno elevato, come ad esempio la ricerca, laregolamentazione e la tutela ambientale. In pratica, 1,5 sta a significare che per ogni euro divalore aggiunto prodotto dall’economia del mare del Meridione se ne attivano sul restodell’economia altri 1,5 euro come effetto indotto.

Va sottolineato inoltre che non prevedendo valutazioni inerenti la spesa turistica o di altranatura12, né gli investimenti, l’approccio seguito in questo studio si pone sul lato dell’offerta,con la sola eccezione per l’analisi dell’export che è espressione della domanda estera.

In conclusione, una siffatta misurazione dell’economia del mare fornisce un quadrodettagliato a livello provinciale, consentendo in tal modo di osservare le linee di continuità ele differenze esistenti tra i vari territori, in termini di dotazioni iniziali e opportunitàpotenziali. Attraverso questa attività di elaborazione e di analisi dei dati statistici e la messaa sistema delle risorse e dei progetti già promossi dalla rete camerale, sarà possibile cosìorientare l’economia del mare verso uno sviluppo integrato e sostenibile.

11 Unioncamere, CamCom, op.cit. pag.41 e ss.12 Un esempio può essere fornito dalla spesa annua sostenuta dai proprietari di imbarcazioni (armatori) per ladisponibilità – con i loro ospiti “a bordo” (familiari e amici) - e per l’utilizzo sia nella località di abitualeormeggio (home port e territorio circostante) sia in altre località “di transito” (normalmente le destinazionidelle “crociere”) diverse da quella dell’abituale ormeggio (fuori home port), pari a circa 1,5 miliardi di euro nel2012, secondo il Rapporto sul turismo nautico 2013 (Osservatorio Nautico Nazionale) realizzato da Provincia diGenova, UCINA – Confindustria Nautica, Accademia Italiana della Marina Mercantile e, per l’Università deglistudi di Genova, DIEM – Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi e CERIST – Centro di Ricerca perl’Innovazione e lo Sviluppo del Turismo.

Page 11: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

3. IL RUOLO DELL’ECONOMIA DEL MARE NELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA

3.1 IL VALORE AGGIUNTO E L’OCCUPAZIONE

La divisione dell’Italia tra Nord e Sud che caratterizza spesso e un po’ tropposemplicisticamente l’economia del Paese, perde efficacia man mano che si restringe il raggiod’osservazione a contesti territoriali specifici. Già dagli anni Settanta del secolo scorso, lascoperta della cosiddetta Terza Italia fece emergere quei distretti industriali che hannorappresentato il fenomeno di maggiore vitalità economica delle ultime decadi delNovecento. La sponda tirrenica del Mezzogiorno, che comprende quindi la Calabria, ènotoriamente esclusa dal fenomeno dei distretti, ma non per questo è priva di alcune nicchiedi mercato particolarmente promettenti, tra le quali inevitabilmente si annoverano leattività legate al mare.

Come si è visto, l’economia del mare si compone di sette settori principali, che in lineagenerale sono animati da attività economiche riconducibili quasi esclusivamente ad impreseprivate e solo in minima parte da istituzioni pubbliche13. Il valore aggiunto e l’occupazionesono i due indicatori principali per descrivere le dimensioni economiche di un determinatofenomeno: ebbene, in Italia, nel 2011 le attività riconducibili all’economia del mare hannoprodotto complessivamente un valore aggiunto di oltre 41 miliardi di euro, con un’incidenzasul totale dell’economia pari al 2,9%, a cui corrisponde un’occupazione di circa 800milapersone, corrispondenti al 3,2% dell’occupazione complessiva del Paese.

Si tratta di cifre importanti, non solo in termini assoluti, ma soprattutto se comparate conaltri settori dell’economia: basti pensare che, sempre a livello nazionale, nel comparto deltessile il valore aggiunto arriva a grandezze pari a poco più della metà (21 miliardi di euro divalore aggiunto corrispondenti all’1,5% del totale economia) di quanto prodottodall’economia del mare; cifre equivalenti più o meno a quelle del settore delletelecomunicazioni (22 miliardi; 1,6%), oppure al settore del legno, carta ed editoria, in cui ilvalore della produzione (poco meno di 15 miliardi; 1%) equivale a circa un terzo di quellorealizzato dalla stessa blue economy.

Le proporzioni sono simili anche per quanto riguarda gli occupati, visto che l’occupazionenell’economia del mare supera di 200mila unità quella dell’intero settore della chimica,farmaceutica, gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi (600mila occupati; 2,4%del totale economia) e più di 160mila quella riconducibile ai servizi finanziari e assicurativi(circa 640mila; 2,6%).

Dal punto di vista territoriale, i dati sul valore aggiunto e l’occupazione dimostrano che,nonostante la posizione geografica, il Mezzogiorno non primeggia nell’economia del mare.Un dato questo che denota un evidente sottoutilizzo delle risorse potenziali, dovuteprobabilmente al ritardo infrastrutturale del Sud Italia ovvero - leggendolo in modo piùpropositivo - corrispondente ad un formidabile potenziale di sviluppo.

13 Le istituzioni pubbliche sono formate essenzialmente dalla marina militare, dalle capitanerie di porto assiemealle autorità portuali, e dalle attività previdenziali/assicurative dei marittimi.

Page 12: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Basti considerare che soltanto un terzo dei 41 miliardi di euro di valore aggiunto provenientidall’economia del mare nazionale si concentra nelle regioni del Sud (meno di 14 miliardi),mentre la regione Calabria, nonostante i suoi 780 km di costa, copre soltanto il 2,7% deltotale, pari ad appena 1,1 miliardi di euro (l’8% del Mezzogiorno).

Più elevata invece è la quota di occupati nell’economia del mare del Mezzogiorno, dove siconcentra il 39% (313mila unità) del totale nazionale, così come è più alta la quota assorbitadalla Calabria, pari al 3% (25mila occupati).

Scendendo a livello provinciale, con particolare riferimento alla provincia di Vibo Valentia, èbene premettere innanzitutto che si tratta del territorio più ridotto dal punto di vistadell’estensione geografica fra tutte le province calabresi. Il valore aggiunto complessivoprodotto dalle imprese nell’economia del mare nella provincia di Vibo Valentia è pari a 138,7milioni, una quota davvero minima se comparata non solo all’intero ammontare nazionale(0,3%), ma anche a quello del Mezzogiorno (appena l’1%), nonché al totale regionale(12,5%). I circa 3mila occupati rappresentano sostanzialmente la stessa incidenza del valoreaggiunto sia rispetto al dato nazionale (0,4%), sia rispetto al Mezzogiorno (1%), sia seconfrontati con i valori regionali (12,4%).

Tabella 1 Valore aggiunto e occupati dell'economia del mare, per settore

Anno 2011 (valori assoluti)

Filieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Movimentazionedi merci e

passeggeri viamare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Ricerca,regolament.

e tutelaambientale

Attivitàsportive ericreative

Totaleeconomiadel mare

Valore aggiunto (milioni di euro)

Vibo Valentia 15,3 4,1 7,2 9,6 78,4 16,1 7,9 138,7

Calabria 85,3 20,3 75,4 146,3 448,3 249,0 80,9 1.105,5

Mezzogiorno 1.412,9 468,6 1.134,5 1.852,9 4.644,8 3.524,6 839,2 13.877,5

ITALIA 3.098,8 2.460,2 6.579,1 6.404,5 12.779,6 7.420,8 2.518,1 41.261,1

Occupati (migliaia)

Vibo Valentia 0,5 0,0 0,2 0,2 1,6 0,3 0,3 3,1

Calabria 3,2 0,1 2,4 3,4 9,2 3,9 2,8 24,9

Mezzogiorno 54,8 2,0 28,9 33,5 109,5 59,7 24,7 313,3

ITALIA 95,2 7,9 135,4 91,9 286,7 118,6 61,5 797,2

Fonte: Unioncamere-CamCom

Muovendoci all’interno dei settori che costituiscono l’economia del mare, si scorgono deglielementi interessanti per comprendere la direzione verso cui indirizzare le politiche disviluppo, proprio nell’ottica di valorizzare il potenziale rilevato e colmare il gap ad oggiesistente in termini di dotazioni infrastrutturali e offerta di servizi adeguati allo sviluppoimprenditoriale di questo particolare segmento dell’economia.

Tuttavia, per comprendere più a fondo il fenomeno, è utile continuare a comparare i datiprovinciali con quelli regionali, di ripartizione geografica e nazionali, alternando i due

Page 13: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

indicatori utilizzati fin qui (valore aggiunto ed occupazione). Non sono poche, infatti, leinformazioni inaspettate che emergono osservando i dettagli della distribuzione settoriale.

A tal fine può tornare utile suddividere i sette settori dell’economia del mare in tre blocchiideali: un primo gruppo costituito dalle attività legate al turismo (alloggio e ristorazione) edivertimento assieme a quelle connesse alla ricerca, più orientato all’innovazione, all’utilizzo“dolce” del territorio e allo sviluppo di attività con un impatto ambientale maggiormente“regolabile”; un secondo blocco di settori più “pesanti” come la cantieristica, i trasporti el’estrazione di materiali dalle acque e dai fondali marini; un terzo blocco, mono-settoriale,riconducibile alla filiera ittica, che comprende, come già precisato, sia la pratica della pescain senso stretto che le attività di trasformazione e commercio del pesce.

Osservando i dati con questa lente interpretativa emerge allora un sistema mare italianoparticolarmente vivace nei settori innovativi: un terzo dei 41 miliardi di euro prodottidall’economia del mare è infatti riconducibile ad attività di alloggio e ristorazione (31%; quasi13 miliardi di euro) che rappresentano i comparti “core” del turismo, seguiti dal cosiddetto“terziario avanzato” (ricerca, regolamentazione e tutela ambientale), che incide per quasi unquinto del valore aggiunto complessivo (18%; più di 7 miliardi di euro), mentre è moltodistanziato il contributo proveniente dl settore delle attività sportive e ricreative (6%, pari a2,5 miliardi di euro).

In totale questo primo blocco rappresenta più della metà del valore aggiunto complessivorealizzato dall’economia del mare italiana (55%, 22,7 miliardi di euro) e quasi il 60% degli800mila occupati, pari a 467mila unità, suddivise rispettivamente in 287mila impiegate nelturismo (36%), 119mila nella ricerca e tutela del territorio (15%) e 62mila nel compartosportivo e ricreativo (8%).

A fronte di questa ripartizione media nazionale, il Mezzogiorno, come la provincia di ViboValentia, si distingue per esibire un peso maggiore all’interno dell’economia del mareesercitato da questi tre settori (che formano il primo blocco di attività, anzi descritto), intermini di valore aggiunto quanto di occupati. Se infatti al Sud il valore aggiunto aggregato diturismo, ricerca-tutela ambientale e attività sportive e ricreative (9 miliardi di euro) è pari al65% del totale dell’economia del mare della ripartizione (ben 10 punti percentuali in piùdella quota media nazionale), a livello regionale supera il 70% (778 milioni di euro) fino asfiorare il 74% a Vibo Valentia (102 milioni di euro). Guardando poi all’occupazione, il peso diquesti tre settori sull’economia del mare è ancora più accentuato: essi assorbono il 62% deglioccupati del sistema mare del Meridione (194mila unità), il 64% riguardo alla Calabria(16.000) e addirittura il 72% nella provincia di Vibo Valentia (2.200).

Tabella 2 Valore aggiunto e occupati dell'economia del mare, per settore

Anno 2011 (composizioni percentuali)

Page 14: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Filieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Movimentazionedi merci e

passeggeri viamare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Ricerca,regolament

. e tutelaambientale

Attivitàsportive

ericreative

Totaleeconomiadel mare

Valore aggiunto

Vibo Valentia 11,0 3,0 5,2 6,9 56,6 11,6 5,7 100,0

Calabria 7,7 1,8 6,8 13,2 40,5 22,5 7,3 100,0

Mezzogiorno 10,2 3,4 8,2 13,4 33,5 25,4 6,0 100,0

ITALIA 7,5 6,0 15,9 15,5 31,0 18,0 6,1 100,0

Occupati

Vibo Valentia 14,9 0,3 6,6 6,7 52,1 10,4 9,1 100,0

Calabria 12,7 0,4 9,6 13,5 36,8 15,5 11,3 100,0

Mezzogiorno 17,5 0,6 9,2 10,7 34,9 19,1 7,9 100,0

ITALIA 11,9 1,0 17,0 11,5 36,0 14,9 7,7 100,0

Fonte: Unioncamere-CamCom

Entrando nel merito dei singoli settori, nella provincia di Vibo Valentia il primo assoluto,quello di alloggio e ristorazione, copre quasi il 57% del totale del valore aggiunto (78 milionidi euro) prodotto dall’economia del mare provinciale e il 52% (1.600 persone) in termini dioccupati; ben oltre i valori rispettivi del 41% e del 37% relativamente alla Calabria, del 33 edel 35% del Mezzogiorno e del 31 e del 36% dell’Italia.

Il secondo settore di questo blocco prevalente è quello della ricerca e della tutelaambientale, che realizza circa 16 milioni di euro di valore aggiunto per 300 occupati, paririspettivamente al 12 e al 10% del totale economia del mare provinciale (23% in Calabria,25% nel Mezzogiorno e 18% in Italia per quanto riguarda il valore aggiunto; 16, 19 e 15% perl’occupazione).

Sono meno allineati invece i dati relativi a valore aggiunto e occupazione per quantoriguarda il settore delle attività sportive e ricreative, dove l’incidenza dei relativi occupati sultotale dell’economia del mare a Vibo Valentia è superiore sia alla media del meridione(7,9%) che a quella nazionale (7,7%).

Il secondo blocco, composto dai settori della cantieristica, della movimentazione di merci epersone e dall’industria estrattiva, pur essendo potenzialmente oggetto di grandiinnovazioni, rappresenta l’anima più tradizionale dell’economia del mare, certamente quellapiù pesante e, inevitabilmente, la più “rigida”. È noto infatti che si tratta di settori con la piùalta concentrazione di imprese di grandi dimensioni, come emerge d’altronde con grandeevidenza dal dato sull’occupazione.

Ogni 100 euro di valore aggiunto realizzati a livello nazionale dall’economia del mare, 37sono riferibili a questo secondo blocco, pari in valori assoluti a 15 su 41 miliardi, a fronte di30 occupati ogni 100 unità. Più nello specifico, dei 15 miliardi di euro di valore aggiuntocomplessivo prodotto da questo secondo blocco, 13 miliardi sono equamente suddivisi tracantieristica e trasporti marittimi (entrambi intorno al 16% del totale del sistema mare),mentre è molto più marginale il contributo proveniente dall’industria estrattiva (6%).

Page 15: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Distribuzioni queste che sono ancora più accentuate per quanto concerne gli occupati: dei235mila complessivi (a livello nazionale) sempre di questo secondo blocco, soltanto 8mila(1% del totale dell’economia del mare) sono occupati nel settore dell’estrazione marina,mentre gli altri si dividono (in modo meno bilanciato rispetto al valore aggiunto) nei 135miladella cantieristica navale (17%) e nei 92mila della movimentazione di merci e persone (12%).

A livello di ripartizione geografica e regionale le proporzioni sono tra loro più o meno simili,ma molto inferiori rispetto al dato italiano: la quota del valore aggiunto riferibile a questisettori aggregati (cantieristica, movimentazione merci ed estrazione marina) si aggira infatti,rispettivamente, tra il 25% per il Mezzogiorno (pari 3,5 miliardi di euro) e il 22% per laCalabria (pari 242milioni di euro) dei rispettivi totali dell’economia del mare e dunque dai 12ai 15 punti percentuali in meno rispetto alla distribuzione nazionale. Un gap meno evidentesi osserva invece tra gli occupati, la cui quote si riducono rispetto al valore Italia di 9 puntinel Mezzogiorno (pari al 21%, 64mila unità) e di 6 punti in Calabria (24%, 6mila unità).

A differenza del dato nazionale, tuttavia, tanto nel Mezzogiorno quanto in Calabria, il pesodella movimentazione di merci e persone supera il settore della cantieristica sia in termini divalore aggiunto (13% per entrambe i trasporti; tra il 7 e l’8% la cantieristica), sia in termini dioccupati (rispettivamente 11 e 14% in trasporti; 9 e 10% la cantieristica).

Se il peso del valore aggiunto e dell’occupazione di questo secondo blocco, costituito comedetto dalla cantieristica e dai trasporti (oltre all’industria estrattiva), sul totale dell’economiadel mare al Sud e in Calabria è molto al di sotto della media nazionale, nella provincia di ViboValentia questo fenomeno è ancor più accentuato, visto che unitamente considerati, questitre settori incidono, rispettivamente, soltanto per il 15% (21 milioni di euro) e per il 14%(appena 400 occupati) sul totale dell’economia del mare. Anche nella provincia di ViboValentia, sul piano della produzione sono i trasporti marittimi a registrare l’ammontare piùelevato di valore aggiunto (circa 10 milioni di euro) rispetto sia alla cantieristica (poco più di7 milioni), che all’industria estrattiva (4 milioni), mentre sul piano del lavoro, molto ridotto, idue settori principali si distribuiscono equamente gli occupati, con 200 unità ciascuno(residuale l’occupazione afferente l’industria estrattiva).

Veniamo così all’ultimo settore, quello della filiera ittica. A livello nazionale, il valoreaggiunto prodotto da questo settore è pari a 3 miliardi di euro, l’8% del sistema mare, conun coinvolgimento complessivo di 95mila occupati (pari al 12%). Il dato del Mezzogiornoquesta volta non presenta sorprese: quasi la metà del valore della produzione realizzata daquesto settore in Italia proviene proprio dalle regioni del Sud (1,4 miliardi di euro su 3miliardi), spiegando il 10% dell’economia del mare della ripartizione. Sono oltre la metà deltotale nazionale, invece, i lavoratori coinvolti in attività legate alla pesca nelle regioni del Sud(55mila su 95mila), che incidono per il 18% sul totale occupati nell’economia del maremeridionale (18%).

L’economia del Mezzogiorno, dunque, gira ancora molto intorno al settore piùintrinsecamente legato al mare, ma ciò non vale per la regione Calabria, che fa registrarevalori proporzionalmente più simili al dato nazionale piuttosto che a quello di area. Il valoreaggiunto complessivo realizzato dalla filiera ittica è infatti pari all’8% del complessivo sistemamare regionale (85 milioni di euro) e i corrispondenti occupati incidono per il 13% (3mila).

Page 16: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

In questo quadro regionale, rappresenta un’eccezione proprio la provincia di Vibo Valentia,che invece sul piano del valore aggiunto fa registrare performance superiori non solo a livelloregionale, ma anche a quello meridionale. Con una produzione aggregata di 15 milioni dieuro, infatti, la filiera ittica copre l’11% del valore aggiunto dell’economia del mareprovinciale, laddove la media regionale si ferma al 7,7%, quella meridionale al 10,2% e quellanazionale al 7,5%. I circa 500 occupati nella filiera ittica nella provincia di Vibo Valentiaspiegano il 15% dell’occupazione complessiva dell’economia del mare provinciale, quando lamedia regionale e nazionale non va oltre i 12/13 punti percentuali.

In pratica, quindi, grazie alla discreta attrattività che ancora esercita sul piano turistico, ViboValentia è infatti caratterizzata da un’economia del mare concentrato sul turismo (alloggio eristorazione), che però, come è noto, soffre di una debolezza strutturale legata allastagionalità – una precarietà che del resto la accomuna al secondo settore più incisivo,specie in termini occupazionali, che è rappresentato dalla filiera ittica.

Figura 1 Incidenza % del valore aggiunto e degli occupati dell’economia del mare sul totaleeconomia

Anno 2011 (incidenze percentuali sui totali economia di ciascun territorio)

Fonte: Unioncamere-CamCom

Ciò non toglie che dai dati sul valore aggiunto e sugli occupati si possano scorgere deglielementi significativi ai fini delle politiche di sviluppo. Rapportando i dati aggregatidell’economia del mare con i rispettivi totale economia, si scopre, innanzitutto, che laprovincia di Vibo Valentia è la prima in Calabria per incidenza del valore aggiunto sul totaleeconomia provinciale (6,4%), così come in termini di occupati (8,1%). Su scala nazionale, laprovincia di Vibo Valentia si posiziona al 18° posto su scala nazionale, sia per il peso delvalore aggiunto (il dato per l’Italia è di 2,9% e la prima provincia è Livorno con 15,7%), sia perquello degli occupati pari all’8,1% (3,2% in Italia, 14,6% a Olbia-Tempio che è la provincia conla maggiore incidenza).

Page 17: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

All’interno del Mezzogiorno, la provincia di Vibo Valentia si colloca al 6° posto per quel checoncerne il valore aggiunto (preceduta soltanto da Olbia-Tempio, Ogliastra, Trapani, Messinae Taranto) e all’8° per il numero di occupati (preceduta nell’ordine da Olbia-Tempio, Trapani,Ogliastra, Agrigento, Oristano, Messina e Siracusa).

Alla luce di questi dati, è indispensabile conoscere più approfonditamente le leve operativedel cambiamento, vale a dire quel tessuto imprenditoriale protagonista nell’economia delmare della provincia di Vibo Valentia. Procedendo analogamente a quanto fatto finora,seguiremo anche nel prossimo paragrafo un confronto continuo con i dati nazionali,meridionali e regionali.

3.2 LE IMPRESE La capacità produttiva e occupazionale dell’economia del mare è il frutto del lavoro di unamoltitudine di imprese che, ciascuna per le proprie competenze, contribuiscono a generarevalore aggiunto e ad offrire occupazione per questo importante segmento economico delPaese.

Alla fine del 2012 in Italia sono quasi 211mila le imprese dell’economia del mare iscritte neiRegistri delle Imprese delle Camere di commercio italiane, pari al 3,5% del totale nazionale,di cui più dei tre quarti (162mila unità) concentrate nei 645 comuni costieri della nostraPenisola.

Nel Secondo Rapporto sull’Economia del mare pubblicato da Unioncamere nel 2013, è stataproposta una lettura che metteva a confronto i dati sulle imprese con quelli relativi al valoreaggiunto e all’occupazione. Sebbene questi ultimi due aggregati comprendano anche unaminima parte di attività riconducibili alla Pubblica amministrazione (marina militare,capitanerie di porto, autorità portuali, attività previdenziali e assicurative dei marittimi)14,sono emersi interessanti spunti di riflessione.

In particolare, nel Rapporto è stata proposta un’ulteriore suddivisione dei sette settori inaltri tre gruppi: il primo è caratterizzato dai settori che contribuiscono maggiormente allanumerosità imprenditoriale dell’economia del mare e meno in termini di valore aggiunto eoccupati (ne fanno parte la filiera ittica e le attività sportive e ricreative); il secondo, invece,raccoglie i settori che contribuiscono sostanzialmente in egual misura alla dimensioneimprenditoriale, economica ed occupazionale (servizi turistici e cantieristica); il terzo, infine,è composto dai settori che svolgono un ruolo di maggiore spessore sul piano produttivo eoccupazionale rispetto alla numerosità delle imprese (industria estrattiva, trasporti marittimie ricerca-tutela ambientale).

Tabella 3 Imprese registrate dell'economia del mare, per settore e localizzazione comunale

Dati al 31 dicembre 2012 (valori assoluti)

14 All’interno dell’economia del mare la Pubblica amministrazione, in termini di valore aggiunto, incide appenaper il 7% circa.

Page 18: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Filieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Moviment.di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Ricerca,regolament.

e tutelaambientale

Attivitàsportive ericreative

Attivitàmarine nonclassificabili

Totaleeconomiadel mare

Imprese nei comuni costieri

Vibo Valentia 112 3 26 34 412 18 98 9 712

Calabria 1.340 103 637 283 3.339 237 1.237 231 7.407

Mezzogiorno 13.964 477 8.298 4.721 29.939 2.114 12.337 3.399 75.249

ITALIA 27.156 704 19.333 11.220 67.166 3.803 26.423 6.649 162.454

Imprese nei comuni non costieri

Vibo Valentia 41 0 7 3 0 1 1 5 58

Calabria 480 1 108 40 0 29 22 167 847

Mezzogiorno 6.344 11 2.173 876 4 377 389 1.925 12.100

ITALIA 14.477 25 12.797 6.642 12 2.504 2.946 9.011 48.413

Totale imprese

Vibo Valentia 153 3 33 37 412 19 99 14 770

Calabria 1.820 104 746 323 3.339 266 1.259 398 8.254

Mezzogiorno 20.309 489 10.471 5.597 29.943 2.491 12.726 5.324 87.350

ITALIA 41.633 729 32.130 17.862 67.178 6.307 29.369 15.660 210.867

Fonte: elaborazioni CamCom su dati Unioncamere-Infocamere

La classificazione funziona discretamente anche nel Mezzogiorno e fornisce una letturainteressante per le sue evidenti implicazioni di policy, specialmente se utilizzata nell’analisi diuna realtà economica come quella meridionale, diffusamente caratterizzata da uno scarsodinamismo imprenditoriale e un cronico problema di tipo occupazionale. Torneremo alla finedel paragrafo su questa classificazione e sul suo grado di adattamento all’economia del marevibonese.

Considerate le dimensioni ridotte della Provincia di Vibo Valentia, sia dal punto di vistaterritoriale che inevitabilmente da quello imprenditoriale, prima di entrare nel meritodell’economia provinciale è utile descrivere la distribuzione delle imprese per settori neiterritori più vasti a cui appartiene. L’analisi quantitativa di un numero non elevato di casi,infatti, può essere meglio argomentata se collocata all’interno di un contesto più ampio.

Osservando allora il tessuto imprenditoriale meridionale dell’economia del mare, dai datiemerge anzitutto che su 100 imprese italiane di questo tipo, ben 41 sono registrate nelleCamere di commercio del Meridione, per un totale complessivo di oltre 87mila imprese.Ricalcando la classificazione utilizzata nel paragrafo precedente, di queste oltre la metà(45mila) appartiene ai settori del primo gruppo, quello costituito prevalentemente daicomparti core del turismo (30mila), dall’intrattenimento e lo sport (quasi 13mila) e in misuraminore dal settore della ricerca e della tutela ambientale (oltre 2mila).

All’interno dell’economia del mare, circa un’impresa su quattro (24,1%) in Italia fa parteinvece del raggruppamento dei settori più “pesanti”, quello che comprende cantieristica,trasporti e industrie estrattive, per un totale di oltre 50mila attività, concentrateprevalentemente nel settore della cantieristica (32mila, pari al 15% del totale imprese

Page 19: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

dell’economia del mare) e nella movimentazione di merci e persone (18mila, pari al 8%),mentre è più marginale, al solito, l’industria estrattiva (meno di 800 imprese, lo 0,3% deltotale). Nel Mezzogiorno, le imprese appartenenti a questo raggruppamento arrivano arappresentare un quinto del totale dell’economia del mare (16-17mila, pari al 19% del totalemeridionale delle imprese dell’economia del mare) e sono distribuite in modo piuttostosimile alla media nazionale, con una prevalenza nella cantieristica (10mila, pari al 12% deltotale), seguita dalla movimentazione delle merci (5-6mila, 6%) e da una quota ancoraresidua dell’industria estrattiva (500 imprese, lo 0,6%).

Scendendo nell’analisi dell’economia del mare della Calabria, le imprese appartenenti aquesti tre settori, cantieristica, movimentazione merci e industria estrattiva, rappresentanoil 14% (poco più di mille unità) del totale regionale imprenditoriale dell’economia del mare,con proporzioni che si articolano nel seguente modo: oltre 700 imprese nella filiera dellacantieristica (9%); più di 300 nella movimentazione di merci e persone (4%); un centinaionell’industria estrattiva (oltre l’1%).

Figura 2 Struttura settoriale delle imprese dell'economia del mare

Anno 2012 (composizioni percentuali)

Fonte: elaborazioni CamCom su dati Unioncamere-Infocamere

Per quanto riguarda la filiera ittica, infine, tutte le aree territoriali considerate presentanoun’incidenza delle imprese appartenenti a questo segmento dell’economia del mare chevaria dal 20% a livello nazionale (42mila imprese) e nel caso della Calabria (1.800), al 23% delMezzogiorno (20mila). Non si registra dunque una sproporzione del settore al Sud (dovecomunque si concentra quasi la metà di questo tipo di imprese) rispetto alle altre aree delPaese. Ciò è dovuto alla presenza nel computo delle imprese della filiera ittica di quelleattività impegnate nella trasformazione del pesce, che non è obbligatoriamente legata allapresenza del mare. Non sorprende neanche, quindi, l’assenza di un’eccessiva variazione

Page 20: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

sull’incidenza percentuale delle imprese insediate nei comuni non costieri tra dato nazionale(35%), Mezzogiorno (31%) e Calabria (26%).

A questo punto, il quadro descritto fornisce gli elementi per agevolare finalmente la letturadei dati relativi al tessuto territoriale vibonese, che si compone di quasi 800 impreseappartenenti all’economia del mare, di cui soltanto una sessantina insediate nei comuni noncostieri (quasi tutte appartenenti alla filiera ittica). Coerentemente con quanto emersonell’analisi del valore aggiunto e dell’occupazione, gran parte delle imprese dell’economiadel mare di Vibo Valentia opera nel settore turistico (oltre 400; 54%), seguito dalla filieraittica (circa 150; 20%) e dalle attività sportive e ricreative (quasi 100; 13%), mentre sono piùmarginali, sotto le 50 unità, tutti gli altri settori.

Figura 3 Incidenza % delle imprese registrate al 31 dicembre 2012 sul totale delle impreseregistrate

Fonte: elaborazioni CamCom su dati Unioncamere-Infocamere

Pesca e turismo sono i volti prevalenti del tessuto imprenditoriale del sistema mare dellaprovincia di Vibo Valentia, considerando che quasi 9 imprese dell’economia del mare su 100in questa provincia operano nel campo della filiera ittica o in quello dell’alloggio-ristorazionee attività sportive e ricreative.

Considerando infine il peso delle imprese dell’economia del mare sul complessivo tessutoimprenditoriale del territorio, emerge anche in questo caso, come per il valore aggiunto el’occupazione, un’economia vibonese particolarmente legata al mare: nella graduatoriaitaliana la provincia di Vibo Valentia si colloca infatti al 25° posto assoluto (con un indice parial 5,8%) e all’8° posto tra quelle del Mezzogiorno (dietro Olbia-Tempio, Messina, Trapani,Sassari, Napoli, Carbonia-Iglesias e Ogliastra), di nuovo al di sopra quindi alle altre quattroprovince calabresi.

Page 21: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

3.3 LA COMPETITIVITÀ INTERNAZIONALE Come si è visto, la cosiddetta blue economy comprende un universo di attività molto ampio,anche perché, pur essendo legato al mare, non coinvolge soltanto attività imprenditorialiinsediate sulle coste. Gli effetti della produzione e dei servizi erogati in ambiti connessi almare in sostanza possono riflettersi anche su popolazioni e territori da esso molto distanti.Da sempre, d’altronde, il mare mette in connessione mondi e culture lontani, che hannosviluppato costumi, abitudini e lingue diverse.

Osservandoli sotto questo punto di vista, i mercati internazionali legati ad attività connesseal mare assumono un fascino particolare e diventa determinante in un mondo globalizzatoanalizzarne le dimensioni e osservarne i meccanismi, per poterne cogliere le miglioriopportunità. Facendo ancora riferimento al “Secondo Rapporto sull’Economia del Mare” diUnioncamere, le transazioni commerciali internazionali riferibili all’economia del marepossono assumere principalmente due forme: in primo luogo il mare può essere inteso comeluogo in cui si veicola il valore, ovvero dove avviene il trasporto dei prodotti da un paeseall’altro; in secondo luogo, esso è fonte di risorse, che saranno prima generate in valore esuccessivamente veicolate attraverso la commercializzazione, direttamente o dopo avereprovveduto alla fase di trasformazione.

Per quanto riguarda la funzione di veicolazione commerciale del valore delle produzioni, ilperimetro di analisi non può che coincidere con l’attività del settore dei trasporti marittimi.Dopo secoli di dominio assoluto tra le vie di comunicazione, negli ultimi decenni la maggiorediversificazione delle modalità di trasporto con cui le imprese possono commerciare(stradale, ferroviaria e aerea), ha posto la navigazione via mare in una posizione dicomprimario, seppur ancora di fondamentale rilevanza, specialmente per quanto riguarda iltrasporto delle merci.

Negli ultimi anni, in Italia, l’incidenza percentuale dei commerci via mare sul totale esportatoè cresciuta sensibilmente, passando dal 23,8% del 2001 al 27,9% del 2012; il peso relativoalle importazioni invece è aumentato ad un ritmo ancora più elevato (dal 26,4 al 34,7%),ampliando il differenziale di specializzazione con i flussi in uscita.

La modalità di trasporto marittima ha ovviamente grande impatto sulle destinazioni extra-comunitarie: l’export italiano che passa per il mare valicando i confini dell’Unione Europearisulta pari, nel 2012, a oltre 98 miliardi di euro, rappresentando oltre la metà (54,5%) dellemerci complessivamente esportate extra-UE. Ancora oggi, le imprese italiane esportanoprincipalmente negli Stati Uniti, seguiti a grande distanza da potenze marittime emergenticome la Turchia e la Cina. In generale, quasi tutte le grandi economie che registrano un fortesviluppo economico (i cosiddetti BRICS) si collocano nelle prime venti posizioni dellagraduatoria dell’export italiano.

In questo quadro, i trasporti commerciali via mare verso i Paesi del Mediterraneo assumonoovviamente un ruolo centrale e fanno registrare una crescita dai 27 miliardi di euro del 2007ai 32 miliardi del 2012, nonostante le performance negative o solo lievemente positive diSpagna e Francia. Considerando il forte aumento della domanda che si registra in paesi comela Turchia e i grandi cambiamenti che stanno interessando le regioni del Nord Africa, non c’è

Page 22: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

dubbio che il Mediterraneo rappresenta un enorme potenziale ancora tutto da scoprire. Allaluce di questa situazione (qui solo parzialmente accennata) e data la loro posizione, leregioni del Mezzogiorno d’Italia si trovano ad affrontare delle sfide importanti in questosettore.

Tabella 4 Esportazioni delle attività core della filiera ittica* e di quella cantieristica**, persettore

Anno 2012 (valori assoluti e percentuali)

Filiera itticaFiliera dellacantieristica

Totale filiera ittica ecantieristica

Totale economia

Valori assoluti (milioni di euro)

Vibo Valentia 4,6 0,0 4,6 35,6

Calabria 7,0 3,3 10,3 374,0

Mezzogiorno 108,1 193,4 301,5 46.425,8

ITALIA 511,7 2.626,8 3.138,4 389.725,0

Incidenze % su export totale economia

Vibo Valentia 12,9 0,0 12,9 100,0

Calabria 1,9 0,9 2,8 100,0

Mezzogiorno 0,2 0,4 0,6 100,0

ITALIA 0,1 0,7 0,8 100,0

* Corrispondenti ai gruppi di attività economica 03.1 (pesca), 03.2 (acquacoltura) e 10.2 (lavorazione e conservazione di pesce, crostacei emolluschi) della classificazione Ateco 2007.

** Corrispondenti ai gruppi di attività economica 30.1 (costruzioni di navi e imbarcazioni) e 30.2 (costruzioni di imbarcazioni da diporto esportive) della classificazione Ateco 2007.

Fonte: elaborazioni CamCom su dati Istat

In linea generale, dei sette settori che definiscono l’economia del mare, soltanto trepresentano traccia di flussi commerciali in senso stretto, che comportano cioè lamovimentazione di merci: si tratta della filiera ittica, della cantieristica e dell’industria delleestrazioni. Quest’ultima nell’analisi dell’economia del mare calabrese e vibonese è esclusaper la sua scarsa o nulla incidenza nel tessuto imprenditoriale.

Nel 2012, in Italia, le esportazioni nei due settori considerati, cantieristica e filiera ittica,ammontano a oltre 3 miliardi di euro, pari ad appena lo 0,8% del totale export riferitoall’intera economia, distribuiti tra l’84% imputabile alla cantieristica ed il restante 16% allafiliera ittica. In particolare, la cantieristica, da sempre un vanto della nostra economia, stasubendo negli ultimi anni la forte concorrenza proveniente dai paesi emergenti,specialmente per quanto riguarda la produzione di grandi barche e di navi. Resiste invece ilcomparto del lusso e la produzione di piccoli scafi realizzata da imprese di piccole e mediedimensioni.

Il Mezzogiorno fa registrare 301 milioni di euro di valore aggiunto attribuibile all’export,poco meno di due terzi provenienti dalla cantieristica e per il restante 36% dalla filiera ittica.

Page 23: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Il peso sul totale dell’economia è addirittura inferiore a quello nazionale, pari ad appena lo0,6%.

Entrando nel merito della Calabria, il valore delle esportazioni ammonta a soli 10 milioni dieuro, corrispondenti al 3,4% del totale del Sud e allo 0,3% del valore nazionale. Si inverteinvece la suddivisione tra comparti: ogni 10 euro di export totale dei due settoridell’economia del mare in Calabria 7 sono ascrivibili alla filiera ittica e 3 a quelli dellacantieristica.

Si giunge così alla provincia di Vibo Valentia, che con i suoi 4,6 milioni di euro di valore delleesportazioni dell’economia del mare, copre quasi la metà del corrispondente totaleregionale, dimostrando una dinamicità non indifferente. Le esportazioni del sistema maredella provincia si concentrano interamente nella filiera ittica, che rappresenta addirittura idue terzi dell’export complessivo calabrese in questo specifico comparto. Ma il dato piùeclatante è il peso del valore delle esportazioni dell’economia del mare sul totale provincialedelle vendite estere, che è pari addirittura al 12,9%, più del quadripolo rispetto a quello dellaCalabria (2,8%) e addirittura 20 volte il livello medio meridionale (0,6%). Ovviamente si trattadi risultati relativi, perché dietro a questo dato si nasconde il basso livello di esportazioni checomplessivamente l’economia vibonese è capace di generare (appena 36 milioni di euro,neanche il 10% regionale e lo 0,1% del Sud).

In conclusione, alla luce di quanto emerso nei paragrafi precedenti, lo scarso dinamismoimprenditoriale e la bassa produttività della provincia di Vibo Valentia possono essereaffrontate intervenendo laddove si scorgono potenzialità che suscitano interesse anche negliinvestitori esteri. In quest’ottica all’interno dell’economia del mare è la filiera ittica ilcomparto che attualmente presenta le maggiori potenzialità di sviluppo e sulla quale quindisono auspicabili interventi di sostegno e valorizzazione.

4. LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE

4.1 IL PORTO DI VIBO MARINA

Il porto di Vibo Valentia, noto anche come Porto Santa Venere, è un importante centroindustriale, commerciale e turistico e rappresenta uno dei porti strategici di rilievo perl’economia calabrese, insieme ai porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Gioia Tauro,Crotone e Corigliano.

Page 24: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

In base all’attuale sistema di classificazione vigente in Italia (Legge 84/1994), il porto di ViboValentia rientra nei porti marittimi nazionali, in particolare nella categoria dei porti dirilevanza economica internazionale.

Il porto è collocato nella parte meridionale del Golfo di S. Eufemia ed è protetto a ponenteda un molo foraneo a gomito e a levante da un molo di sottoflutto a due braccicompletamente banchinato (banchina Generale Malta e Molo Cortese). Internamente albacino portuale ci sono varie banchine (Fiume, Tripoli, Bengasi, Papandrea e Buccarelli)destinate sia alle operazioni commerciali, militari che di diporto. In particolare dalla radicedella banchina Generale Malta verso la banchina Fiume ci sono vari pontili galleggiantidestinati alle imbarcazioni da diporto.

Figura 4 – Il porto di Vibo Valentia

Fonte: A.S.PO. Vibo Valentia (2014)

Il fondale marino è sabbioso con batimetriche che variano da 1 a 11,5 metri. I ventidominanti sono quelli di libeccio e ponente nel periodo autunno-inverno e grecale e levantenel periodo primaverile-estivo. I venti del III e IV quadrante producono nel bacino unfenomeno di risacca.

Figura 5 – Principali caratteristiche del porto di ViboValentia

Collegamenti turistici Isole Eolie566

7 banchine per operazioni commerciali, di cui 6 sul molo di foraneo, per una lunghezza complessiva di circa 1 km

1 banchina di sottoflutto per una lunghezza di circa 300 metri

11 metriFondo marino sabbioso

Profondità fondali e principali caratteristiche

Numero di banchine e caratteristiche

Numero di posti barca Principali collegamenti

Servizi portuali

Page 25: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Fonte: ns. elaborazioni

Il Porto è gestito per quanto attiene le funzioni amministrative, di polizia e di sicurezza qualeAutorità marittima dalla Capitaneria di Porto che ha sede nel porto. Opera inoltre per i solicompiti di programmazione, coordinamento e promozione riconosciuti ai sensi dell’art. 14della legge 84/94 in materia portuale, l’Azienda Speciale per il Porto, costituita dalla Cameradi Commercio di Vibo Valentia alla fine del 2009 con lo scopo di promuovere lo sviluppo delsistema produttivo portuale di Vibo Marina.

Gli ormeggi sono destinati agli arrivi delle navi mercantili, delle unità di pesca e da diporto,dalle unità istituzionali e/o di servizio. Il numero degli accosti disponibili sono 10 per unalunghezza complessiva di 1.652 mt; di questi 2 sono destinati al pescato e 2 ai prodottipetroliferi, mentre gli altri sono rivolti rispettivamente ai servizi passeggeri, allamovimentazione delle merci, all’ormeggio delle navi militari, del naviglio pesca ed unità

Superficie di piazzali per il deposito di merci allo scoperto di 5400 mqun distributore (Esso) di benzina e gasolio sulla banchina Generale

Malta, un distributore (Agip) sulla banchina Pola e un distributore (Agip) sulla banchina Fiume

illuminazione banchine tramite proiettori su pali o altri supporti metallici

Scali di alaggio interni fino a 30 tonnellateGru mobile fino a 41 tonnellateRiparazione motori e scafi tutti i tipi; e riparazioni elettriche ed

elettroniche rimessaggio all'aperto/copertoSorveglianza, pilotaggio, sommozzatori, ormeggiatori, servizi

antincendio, ritiro rifiuti, servizi igienici e docce, servizio meteo, rifornimento alimentare.

Page 26: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

istituzionali di servizio. Dai recenti dati Istat (2013) sul trasporto marittimo15, seppure per ilporto di Vibo Valentia la serie storica si ferma al 2007, emerge che la movimentazione merciannua16 è pari all’incirca ad un milione di tonnellate, di cui 981mila è imputabile al trasportodi merci tra porti nazionali (merce in navigazione di cabotaggio).

Gli sbarchi sono stati complessivamente 962mila tonnellate, di cui 900mila relativa a mercerinfusa liquida di 1 livello, 106mila a rinfusa solida e 45mila alla categoria “Altro carico”.Rispetto al 2005 si è registrato un lieve calo delle merci trasportate, frutto del decrementodelle rinfuse sia liquide che solide; da segnalare l’aumento del trasporto delle merci afferentialla tipologia “Altro carico” (da 7mila a 45mila) e degli sbarchi connessi al trasporto dellemerci in navigazione di cabotaggio (da 897mila a 906mila)

Tabella 5 Porto di Vibo Valentia: merce nel complesso della navigazione (000 tonnellate)

2005 2006 2007

Merce nel complesso della navigazione

Sbarchi 954 957 962

Imbarchi 176 135 89

Totale 1.131 1.093 1.051

15 L’indagine sul trasporto marittimo realizzata dall’Istat ha per oggetto la navigazione marittima a scopo dicommercio, cioè il trasporto di merci e di passeggeri effettuato a fronte del pagamento del nolo o del prezzodel passaggio. L’indagine ha carattere censuario e l’unità di rilevazione è la nave mercantile, cioè qualunqueimbarcazione adibita al trasporto marittimo; sono escluse le navi da pesca, le navi officina per il trattamentodel pesce, le navi da trivellazione e da esplorazione, le navi adibite a servizi portuali, le draghe, le navi per laricerca e le imbarcazioni utilizzate unicamente a fini non commerciali. L’insieme di tutti gli arrivi e di tutte lepartenze presso i porti italiani costituisce l’universo di eventi di interesse per la rilevazione. L’indagine soddisfale esigenze conoscitive della direttiva europea n. 2009/42/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 6maggio 2009.16 Per “merce” si intende il “peso dei beni trasportati inclusivo del loro immediato imballaggio, ma al netto delmezzo di trasporto, sia esso un contenitore, un automezzo o un mezzo trainato, insieme al peso degliautomezzi nuovi e degli animali vivi che non vengono trasportati in automezzo. Nel totale delle merci sonoincluse quelle trasportate verso impianti off-shore o recuperate dai fondi marini e scaricate nei porti (come ilpetrolio estratto da piattaforme off-shore), ma sono esclusi i depositi e i rifornimenti messi a disposizione dellenavi (bunkeraggio)” (Istat, 2013).

Page 27: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

di cui cabotaggio

Sbarchi 897 931 906

Imbarchi 171 127 75

Totale 1.067 1.057 981

Merce nel complesso della navigazione per tipo di carico

Contenitori _ _ _

Rinfusa liquida 1livello

906 937 900

Rinfusa solida 218 141 106

Ro-Ro _ _ _

Altro carico 7 15 45

Totale 1.131 1.093 1.051

Fonte: elaborazione su dati Istat (2013)

Il traffico commerciale in arrivo è costituito prevalentemente dai prodotti petroliferi raffinatidestinati ai depositi costieri presenti nella zona di Vibo Marina, mentre il traffico in partenzaè rappresentato essenzialmente da prodotti industriali provenienti dalla limitrofa area per gliinsediamenti produttivi. Le altre tipologie merceologiche trattate sono i macchinarimetalmeccanici per il settore petrolchimico, materie prime e prodotti finiti a base di mineralinon metalliferi, altra merce sfusa di varia tipologia.

Oltre alle attività commerciali all’interno del porto è presente un consistente movimento diimbarcazioni da diporto - in particolare nel periodo estivo - che usufruiscono dei serviziessenziali, come l’accoglienza ed il rifornimento di carburante, e specialistici come quelliassistenza tecnica e riparazione meccanica e cantieristica.

4.2 LE ATTIVITÀ PORTUALI

4.2.1 Commerciale

Il bacino portuale di Vibo accoglie navi che trasportano e depositano prevalentementeprodotti petroliferi raffinati, meccanici, per l’industria cementizia e altra merce sfusa di variatipologia, tra cui materie prime agricole.

Dai dati forniti dalla Capitaneria di porto è emerso che nel 2013 sono attraccate 175 navi, dicui 162 per il traporto di carburanti e 11 per il trasporto di manufatti per il compartomeccanico. In media approdano 15 navi cisterna al mese (Tabella 6).

Rispetto al 2009 si è registrata complessivamente una contrazione di approdi del 3,3% e ciòè connesso al fatto che, ad esclusione dei prodotti petroliferi, le tipologie di prodottomovimentate nel porto vibonese risentono della congiuntura economica nazionale edinternazionale. In particolare si è ridotto l’imbarco di cemento sfuso e di clinker in bulk e ciòè imputabile alla chiusura dello stabilimento di Porto Salvo dell’Italcementi S.p.A localizzatoa circa 2 km dal porto. Nel 2013 è continuato, tuttavia, l’approdo di clincker per la societàCalce Meridionale S.p.A localizzata nell’area industriale di Marcellinara della provincia diCatanzaro. In calo anche l’attività di trasporto di prodotti meccanici (-35,3%); in mediaapproda una nave al mese.

Page 28: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Tabella 6 Navi in arrivo per tipologia di prodotto (2009-2013)

2009 2010 2011 2012 2013 Var. % 2009-2013

Prodotti petroliferi 150 148 166 133 162 8,0

Prodotti meccanici 17 23 20 11 11 -35,3

Prodotti per l'industria cementizia 7 9 9 4 1 -85,7

Altri prodotti 7 3 1 -85,7

Totale 181 183 195 148 175 -3,3

Fonte: Elaborazioni su dati Capitaneria di Porto

Variazioni positive si riscontrano nel trasporto e deposito dei prodotti petroliferi: da 150 navirilevate nel 2009 si è passati a 162 nel 2013 (+8%) con un attracco medio di 13 navi cisterneal mese (Tabella 7).

Tabella 7 Tonnellate di merci in arrivo per tipologia di prodotto (2009-2013)

2009 2010 2011 2012 2013Var. %

2009-2013

Prodotti petroliferi 869.851 806.046 670.041 572.962 655.830 -24,6

Prodotti per l'industria cementizia 51.903 51.331 67.425 29.964 7.596 -85,3

Prodotti meccanici 4.877 6.040 5.811 4.083 5.764 18,2

Altri prodotti 522 1.500 - - 2.040 290,6

Totale 927.154 864.917 743.278 607.009 671.229 -27,6

Fonte: Elaborazioni su dati Capitaneria di Porto

La rilevanza del trasporto dei prodotti petroliferi nel porto vibonese è rinvenibile ancheosservando i dati sul gettito derivante da imposte e tasse. Secondo i dati forniti dall’Ufficiodelle Dogane di Reggio Calabria - Sezione Operativa Territoriale di Vibo Valentia, nel 2012,ultima annualità per cui sono disponibili i dati complessivi, le accise riferite ai prodottipetroliferi ammontano a circa 445 milioni di euro. Le altre entrate fiscali riguardano le tasseportuali (per un importo 230mila euro) e le tasse per ancoraggio ed esami (8,2mila euro).Nella tabella che segue viene riportata la dinamica di tali valori nel periodo 2006-2013.

Tabella 8 Dati relativi all’attività petrolifera nel Porto di Vibo Valentia nel periodo 2006-13(numeri indice 2006=100)

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013*

Accise 104,0 98,9 99,0 93,6 98,7 99,9 56,4

Tasse portuali 100,9 101,3 97,8 97,3 76,9 90,3 73,7

Tasse di ancoraggio e per esami 324,1 66,8 46,5 195,4 79,7 56,2 268,3

Page 29: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

* Per il 2013 i valori si riferiscono al primo semestre

Fonte: Elaborazioni su dati Agenzia delle Dogane di Reggio Calabria - Sezione Operativa Territoriale di Vibo Valentia

4.2.2 Peschereccia

L’attività peschereccia è una componente rilevante del porto e dell’intera filiera ittica. ViboMarina rappresenta, infatti, uno dei poli ittici di riferimento maggiore sul versante tirrenicocalabrese che si caratterizza per la presenza di diverse attività connesse alla pesca: dallapesca all’allevamento ittico, dalla trasformazione manifatturiera del pescato alla suaconservazione attraverso la catena del freddo, dal trading internazionale allacommercializzazione all’ingrosso su tutto il mercato regionale17.

Per quanto riguarda l’attività peschereccia, dai dati sulla consistenza della flotta impegnatanelle “pesche speciali”18 emerge che nel compartimento marittimo di Vibo Valentia19 èpresente un’elevata concentrazione di imbarcazioni marittime: 43 sono complessivamente leimbarcazioni, con una lunghezza media di 6,4 metri ed un GT di 1,6 (Tabella 9). Ogniimbarcazione è autorizzata a praticare in media 3,75 sistemi di pesca; una quota consistenteè autorizzata alla pesca con attrezzi da posta, 40 con il palangaro, 26 con la circuizione, 22con la sciabica, 14 con le lenze, 4 con la ferrettara e 1 con l’arpione.

Tabella 9 Consistenza della flotta calabrese (2010)

N.Imbarcazioni GT Medio GT Totale LFT media

Corigliano 66 1,7 112,2 7,2

Crotone 37 4,3 159,1 9,4

Reggio Calabria 3 1,3 4 5,7

Gioia Tauro 5 1,6 5 5,1

Vibo Valentia 43 1,6 70,1 6,4

Fonte: Ponticelli, Pagano, Scalise (2010)

Accanto all’attività di pesca tradizionale è sviluppato anche l’allevamento in maricultura dispecie ittiche per il segmento dell’industria alberghiera e della ristorazione (bar, ristoranti eristorazione collettiva) ed in particolare del tonno rosso che viene lavorato negli stabilimentivibonesi ed esportato principalmente verso i mercati asiatici.

La commercializzazione di una quota consistente del pescato locale avviene attraverso ilmercato ittico, costruito nel 1966, che si sviluppa su una superficie di 600 mq ed è gestito dal

17 Cfr. Azienda speciale per il Porto di Vibo Valentia, Camera di Commercio di Vibo Valentia (2012). 18 Nella categoria della “pesche speciali” vi rientra la pesca di specie ittiche marine di piccola taglia o dinovellame; per maggiori informazioni cfr. Ponticelli, Pagano, Scalise (2010). 19 La caratteristica della flotta di Vibo Valentia è quella della dispersione territoriale: gli approdi e i luoghi disbarco comprendono anche porti dell’Alto Tirreno cosentino.

Page 30: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

operatore privato nel Porto di Vibo Marina che oepra in concessione sul demaniomarittimo20.

4.2.3 Nautica di diporto e trasporto marittimo passeggeri

Una realtà in continua espansione è rappresentata dalla “nautica da diporto”, ovvero dallanautica per fini sportivi e ricreativi, senza fini commerciali. Dai recenti dati forniti dalMinistero delle infrastrutture e dei trasporti (2013) emerge che al 31 dicembre 2012 lacapacità ricettiva è rappresentata da 389 posti barca, di cui 359 per navi a motore e 30 pernavi a vela (Tabella 10).

Tabella 10 – Consistenza del naviglio da diporto iscritto negli uffici marittimi per classi dilunghezza e per compartimento marittimo (31/12/2012)

A vela (con o senza motore ausiliario) A motore

Fino a10,00

m

da 10,01a 12,00

m

da 12,01a 18,00

m

Totale Fino a10,00 m

da 10,01a 12,00

m

da 12,01a 18,00

m

da18,01 a

24 m

Totale

Vibo Valentia

5 10 15 30 258 63 36 2 359

Gioia Tauro

- - - - 18 4 5 4 31

Reggio Cal.

9 17 29 55 226 29 10 3 268

Corigliano Cal.

- 1 - 1 2 1 1 - 4

Crotone 4 13 4 21 218 27 20 3 268

Fonte: elaborazioni su dati Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013)

L’analisi per compartimento marittimo e classi di lunghezza mette in risalto che il 72% delnaviglio a motore è di piccole dimensione (fino a 10,00 metri), il 17,5% ha una lunghezzacompresa fra 10 e 12 metri ed il 10% fra 12 e 18 metri. Per quanto riguarda il naviglio a velala metà delle navi ricade nella classe di lunghezza 12,01 e 18,00 metri, il 33% nella classe 10e 12 metri ed infine il 16,7% nella prima classe (Figura 6).

Figura 6 – Porto Vibo Valentia: consistenza % del naviglio da diporto iscritto negli ufficimarittimi per classi di lunghezza e per compartimento marittimo (31/12/2012)

20 Cfr. Ittical (2008).

Page 31: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Fonte: elaborazioni su dati Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013)

Dall’analisi del numero dei posti barca per capitaneria di porto emerge che nella provincia diVibo Valentia sono disponibili 2.939 posti barca di cui il 75% connessi al porto turistico, pocomeno di un quinto all’approdo turistici ed il 5% a punti di ormeggio. L’analisi per classi dilunghezza mette in risalto come una quota considerevole ricade nella classe fino a 10 m.(Tabella 11).

Tabella 11 - Numero di posti barca per capitaneria di porto, tipologia di struttura e classi dilunghezza (31/12/2012)

Tipologia di struttura Classi di lunghezza in metri Totali

Portoturisti

co

Approdoturistico

Puntodi

ormeggio

Fino a10,00 m

da 10,01 a24 m

oltre 24m

Vibo Valentia

2.213 566 160 2.084 797 58 2.939

Gioia Tauro - - 206 171 35 - 206Reggio Calabria

447 210 85 699 42 1 742

Corigliano Calabro

260 405 95 572 178 10 760

Crotone 580 340 455 947 428 - 1.375Calabria 3.500 1.521 1.001 4.473 1.480 69 6.022Fonte: elaborazioni su dati Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013)

Il sistema portuale vibonese è il punto di imbarco principale della Calabria per i collegamenticon le Isole Eolie, tradizionale meta del turismo nel Basso tirreno. Il trasporto dei passeggeriavviene tramite motonavi (capienza media di 340 passeggeri) che giungono nell’arcipelagosiciliano con circa due ore di navigazione.

Page 32: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

4.3 I PORTI TURISTICI

Oltre al porto di Vibo Valentia, il sistema portuale provinciale conta altre due infrastrutture avocazione prevalentemente turistica localizzate a Tropea e a Pizzo.

Il porto di Tropea si compone di un molo di sopraflutto di 500 m e di una diga di sottofluttodi 210 m. Sono presenti 3 pontili sul lato interno del molo di sottoflutto, mentre sul molo disopraflutto sono stati installati 6 pontili galleggianti. Nel complesso vi sono 513 posti barcacon lunghezza massima di 50m.

La Società “Porto di Tropea spa” gestisce parte del molo sopraflutto, l’area riservata aldiporto. La banchina commerciale utilizzata per l’ormeggio di navi per passeggeri, e deipescherecci, viene gestita direttamente dal ministero dei Trasporti e, quindi, dallaCapitaneria di Porto oltre al lato interno del primo pontile galleggiante a partire dalla radicedel molo sopraflutto. Il fondo marino è sabbioso e la profondità dei fondali varia in banchinada 2,5 a 4,5 m.

Figura 7 Porto di Tropea

Fonte: Regione Calabria (2012)

Nel porto sono disponibili i seguenti servizi ed attrezzature: distributore di benzina e gasolio,scalo d’alaggio, gru mobile, travel lift da 50 t, rimessaggio all’aperto e al coperto, riparazionescafi e motori, riparazione elettriche ed elettroniche, ormeggiatori, sommozzatori.

Page 33: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Il porticciolo di Pizzo è costituito da un pontile (molo “Pizzapundi”) in cemento armato dicirca 100 m con prolungamento di ulteriori 50 m di massi naturali che si diparte dallaRotonda Gagliardi e da una scogliera posta a sud del bacino portuale.

La profondità del fondale nei pressi del pontile varia da 1 a 2 m. Il pontile è sprovvisto diidoneo banchinamento e può ospitare fino a 35 posti barca.

Figura 8 Porticciolo di Pizzo

Fonte: Regione Calabria (2012)

Page 34: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

5. IL SISTEMA “ALLARGATO” DELL’ECONOMIA DEL MARE

5.1 FISIONOMIA E CONSISTENZA

Nel rapporto sull’economia del mare in Italia redatto dall’Unioncamere con il contributo diCamcom – Universitas Mercatorum (2013) è stata definita, attraverso la selezione dei singolicodici ATECO-ISTAT 2007 a cinque cifre, la composizione delle filiere della Blue Economy. Leclassi di attività economica individuate, che in maniera diretta o indiretta evidenzianoconnessioni con l’economia del mare, sono complessivamente 69 (Allegato 1a), di cui:

- 11 appartenenti alla filiera ittica;

- 6 appartenenti all’industria delle estrazioni marine;

- 11 appartenenti alla filiera della cantieristica;

- 10 appartenenti alla movimentazione di merci e passeggeri via mare;

- 9 appartenenti ai servizi di alloggio e ristorazione;

- 9 appartenenti al comparto ricerca, regolamentazione e tutela ambientale;

- 13 appartenenti alle attività sportive e ricreative.

Applicando la perimetrazione definita da Camcom – Universitas Mercatorum al contestodella provincia di Vibo Valentia i codici di attività presenti risultano complessivamente 40(Allegato 1b). Di seguito, sulla base dei dati forniti da Camcom, viene riportata l’analisi delleconsistenze e della distribuzione territoriale di imprese e addetti del sistema “allargato”dell’economia del mare della provincia di Vibo Valentia.

Il sistema “allargato” dell’economia del mare della provincia di Vibo Valentia conta 701imprese attive, pari al 5,8% dell’intero sistema imprenditoriale provinciale. Oltre la metàdelle aziende, opera nel comparto dei servizi di alloggio e ristorazione ed è, quindi,fortemente legata allo sviluppo del settore turistico. Poco più di un quarto della BlueEconomy locale è costituita dalle imprese della filiera ittica, nella quale rientrano sia leattività connesse alla pesca, all’acquacoltura e alla maricoltura che la trasformazione deiprodotti e la vendita all’ingrosso e al dettaglio. Relativamente meno consistenti sono icomparti che fanno riferimento alle attività sportivo-ricreative (8,1%), alla cantieristica(4,1%), alla movimentazione di merci e passeggeri via mare (4%) ed alle attività di ricerca,regolamentazione e tutela ambientale (3%) (Tabella 12).

Per dare un quadro sintetico della distribuzione territoriale delle imprese afferentiall’economia del mare si fa riferimento al codice di litoraneità dell’Istat che definisce icomuni italiani: i) “costieri”, se hanno parte del territorio comunale bagnato dal mare; ii)“con superficie entro 5 chilometri dalla costa”; iii) “non costieri”, il cui territorio è distantedalla costa più di cinque chilometri.

Sulla base di tale classificazione, si evince come nei comuni costieri (appena 9 su 50 totali) leimprese della Blue Economy rappresentino una parte rilevante dell’intero sistema produttivo(11%), mentre tale quota risulta essere di gran lunga meno significativa nei comuni noncostieri (1,8%), che assommano oltre il 60% dei comuni della provincia, e nei comuni con

Page 35: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

parte di territorio entro 5 km dalla costa (0,8%). Nei comuni costieri la distribuzione perfiliera segue sostanzialmente l’andamento provinciale con un sovradimensionamento delleimprese operanti nei servizi di alloggio e ristorazione (63,9%) e un sottodimensionamentodella filiera ittica (14,9%). Nei comuni non costieri la quasi totalità delle imprese della BlueEconomy afferisce alla filiera ittica: il dato è ascrivibile, in massima parte, alle micro-impreseattive nel commercio al dettaglio ambulante di prodotti alimentari e bevande. Anche neicomuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa il peso della filiera ittica è rilevante(61,5%): per queste aree valgono le medesime considerazione fatte per i comuni non costiericon una sottolineatura della presenza di alcune importanti realtà imprenditoriali dedite allalavorazione, conservazione e trasformazione del pesce. Si segnala, inoltre, una quotatutt’altro che trascurabile (23,1%) di aziende attive nella movimentazione di merci epasseggeri via mare.

Tabella 12 Imprese attive nella Blue Economy vibonese per grado di litoraneità del comune dilocalizzazione e filiera (v.a.) (%)

Filieraittica

Industria delle

estrazioni

marine

Filieradella

cantieristica

Movimentazione di mercie passeggeri

via mare

Servizi dialloggio eristorazio

ne

Attività diricerca,

regolamentaz. e tutelaambientale

Attivitàsportiv

e ericreati

ve

Economiadel Mare

% TotaleEconomia

v.a. %v.a.

% v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %v.a.

%v.a.

%. %

Comuni costieri

8914,9

20,3

254,2

24 4,0 38363,9

19 3,257

9,5

599

100 11,0

Comuni con parte di territorio entro 5 Km dalla costa

861,5

00,0

17,7

3 23,1 00,0

1 7,7 00,0

13

100 0,8

Comuni non costieri

8494,4

00,0

33,4

1 1,1 00,0

1 1,1 00,0

89

100 1,8

Economia del Mare

18125,8

20,3

294,1

28 4,0 38354,6

21 3,057

8,1

701

100 5,8

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

La figura seguente mostra la distribuzione delle imprese afferenti all’economia del mare asecondo del grado di litoraneità del comune di localizzazione. Dai dati si evince come oltrel’85% delle Blue Economy vibonese abbia sede lungo la costa, a fronte del 12,7% localizzatonelle aree interne e dell’1,9% nei comuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa.Focalizzando l’attenzione sulle diverse filiere, emerge che l’industria delle estrazioni marine,i servizi di alloggio e ristorazione e le attività sportivo-ricreative si localizzano esclusivamentenei comuni costieri, mentre la filiera ittica si caratterizza per una presenza più uniforme: il49,2% nei comuni costieri, il 46,4% nei comuni costieri e il 4,4% nel ristretto numero dicomuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa.

Page 36: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 9 Imprese attive nella Blue Economy vibonese per filiera e grado di litoraneità delcomune di localizzazione (%)

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Il sistema produttivo dell’economia del mare vibonese dà occupazione a 2.671 addetti, parial 9,4% degli occupati totali. Nei comuni costieri tale quota sale al 15%, mentre èrelativamente inferiore nei comuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa (5,7%) e neicomuni dell’entroterra (1,1%).

Anche per ciò che riguarda gli addetti, si conferma il primato dei servizi di alloggio eristorazione che impiegano oltre il 60% degli occupati della Blue Economy. Una quotaconsistente (23,3%) è assorbita dalla filiera ittica. Seguono le attività sportivo-ricreative(4,4%), la movimentazione di merci e passeggeri via mare (4,3%), le attività di ricerca,regolamentazione e tutela ambientale (2,9%) e la filiera della cantieristica (2,3%) (Tabella13).

Sia nelle zone costiere che nelle aree interne la distribuzione degli addetti per filiera non sidiscosta significativamente dai valori registrati per le imprese attive. E’, invece, differente lacomposizione dell’occupazione nei comuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa: inquesto caso la quasi totalità degli addetti è impiegata nella filiera ittica per la già evidenziatapresenza di alcune importanti imprese di medie dimensioni operanti nella lavorazione,conservazione e trasformazione di pesce.

Page 37: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Tabella 13 Addetti della Blue Economy vibonese per grado di litoraneità del comune dilocalizzazione e filiera (v.a.) (%)

Filieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Movimentazione di merci e

passeggeri viamare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economia delMare

% TotaleEconomia

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %. %

Comuni costieri 351 14,7 2 0,1 56 2,3 110 4,6 1.673 70,1 76 3,2 118 4,9 2.386 100 15,0

Comuni con partedi territorio entro 5 Km dalla costa

177 96,7 0 0,0 1 0,5 4 2,2 0 0,0 1 0,5 0 0,0 183 100 5,7

Comuni non costieri

95 93,1 0 0,0 5 4,9 1 1,0 0 0,0 1 1,0 0 0,0 102 100 1,1

Economia del Mare

623 23,3 2 0,1 62 2,3 115 4,3 1.673 62,6 78 2,9 118 4,4 2.671 100 9,4

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Questo elemento influenza la composizione percentuale degli addetti a seconda del grado dilitoraneità del comune di localizzazione nell’ambito della stessa filiera. Nei comuni con partedi territorio entro 5 km dalla costa a fronte della presenza del 4,4% delle aziende attive vi èuna concentrazione di addetti notevolmente superiore (28,4%), indice di una dimensionemedia d’impresa significativamente maggiore. Nelle aree interne accade esattamente ilcontrario: il 46,4% delle imprese attive impiegano solamente il 15,4% degli addetti, con unadimensione media di poco superiore all’unità (Figura 10).

Prendendo in considerazione l’intero sistema produttivo dell’economia del mare vibonese,quasi il 90% dell’occupazione è impiegata in realtà imprenditoriali con sede nei comunicostieri, il 6,9% nei comuni con parte di territorio entro 5 km dalla costa ed il 3,8%nell’entroterra.

Page 38: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 10 Addetti della Blue Economy vibonese per filiera e grado di litoraneità del comune dilocalizzazione (%)

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Per focalizzare maggiormente lo studio sulla dimensione territoriale, è utile osservare comesi distribuiscono le imprese e gli addetti della Blue Economy a livello comunale21.

21 I dati per singolo comune e filiera dell’economia del mare sono illustrati negli Allegati 2a, b e c.

Page 39: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 11 Comuni della provincia di Vibo Valentia

Zaccanopoli

Sorianello

Dasà

IonadiSan Costantino Calabro

Francica

San Gregorio d'Ippona

Spilinga

Spadola

Simbario

Nardodipace

Fabrizia

DinamiAcquaro

Arena

Gerocarne

Soriano Calabro

Pizzoni

Vazzano

FilogasoSant'Onofrio

StefanaconiCessaniti

Zungri

Filandari

Rombiolo

Limbadi

Joppolo

Drapia

Parghelia

Zambrone BriaticoMaierato

Capistrano

Brognaturo

Polia

Filadelfia

Mileto

Mongiana

Vibo Valentia

Serra San Bruno

Nicotera

Ricadi

Tropea

Vallelonga

San Nicola da Crissa

San Calogero

FrancavillaAngitola

Pizzo

Monterosso Calabro

Fonte: nostra elaborazione

Dall’analisi emerge come nel capoluogo vibonese si concentri la percentuale più elevata siadi imprese (21,7%) che di addetti (26,7%). Seguono i comuni di Ricadi, con il 18,5% delleimprese e il 18,6% degli addetti, e di Tropea, nel cui territorio si addensano il 15,5% delleiniziative imprenditoriali che impiegano il 14,7% degli occupati del settore. Da segnalareanche il dato di Pizzo che ospita poco più di un’azienda su 10 e quasi il 9% dei lavoratori dellaBlue Economy provinciale. In riferimento all’occupazione, concentrazioni apprezzabili si registrano a Briatico (5,6%), Parghelia (4,4%), Zambrone (4%) eNicotera (3,4%). Relativamente alle imprese, in aggiunta ai comuni costieri appena citati che fanno rilevare percentuali del

tutto simili a quelle degli addetti, si segnala anche il dato di Soriano Calabro (2,4%)

Page 40: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Da menzionare, infine, il caso di Maierato che registra la presenza del 6,3% degli addettidell’economia del mare provinciale, in gran parte impiegati nella filiera ittica, a fronte dello0,7% delle imprese, indice di una dimensione aziendale nettamente superiore alla mediaprovinciale.

Figura 12 Distribuzione % imprese e addetti della Blue Economy per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Di seguito si riportano le mappe della distribuzione percentuale di imprese e addetti a livellocomunale per singola filiera della Blue Economy22.

La filiera ittica è il segmento produttivo più capillarmente diffuso nell’intero territorioprovinciale. Se si guarda alle imprese, Mileto si distingue per la concentrazione più elevata,pari al 16,6%, seguito da Vibo Valentia (13,8%), Tropea (12,2%), Pizzo (11,6%) e SorianoCalabro (9,4%). Valori più contenuti si evidenziano a San Calogero (5,5%), Ricadi (4,4%),Nicotera (3,9%), Filadelfia, Gerocarne e Maierato (2,2%) (Figura 13).

Focalizzando l’attenzione sull’occupazione, emerge il primato di Maierato nel cui territorioopera oltre un quarto degli addetti della filiera. Una percentuale rilevante è ospitata anche aVibo Valentia (23,9%) e a Pizzo (15,9%). Nella classe di comuni con valori tra il 5 e il 10% siposizionano Tropea (8,3%), Mileto (5,5%) e Nicotera (5,3%).

Il fatto che alcuni comuni dell’entroterra registrino un’elevata concentrazione di imprese, acui fa da contraltare una più modesta percentuale di addetti, è spiegabile, per come giàevidenziato, con la presenza di micro-imprese attive nel commercio ambulante di prodottialimentari e bevande.

22 Nelle cartine il colore bianco contraddistingue quei comuni che, sulla base dei dati forniti da Camcom, nonevidenziano la presenza di alcuna impresa.

Page 41: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 13 Distribuzione % imprese e addetti della filiera ittica per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

La presenza dell’industria delle estrazioni marine risulta contenuta con sole due impreseattive localizzate entrambe nel capoluogo.

Anche per la filiera della cantieristica Vibo Valentia presenta gli ispessimenti imprenditorialipiù significativi, con il 55,2% delle aziende ed il 71% degli addetti. A Pizzo si localizza unquinto delle imprese che impiega il 14,5% degli occupati. Una sola impresa si registra,rispettivamente, nei comuni di Filogaso, Gerocarne, Jonadi, Joppolo, Maierato, Nicotera eRicadi; anche se nel solo caso di Jonadi si ha una quota di addetti non trascurabile (4,8%)(Figura 14).

Figura 14 Distribuzione % imprese e addetti della filiera della cantieristica per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Page 42: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Le attività di movimentazione di merci e passeggeri via mare sono localizzate in 7 comuni.Vibo Valentia predomina, ancora una volta, sia per le imprese (46,4%) che per gli addetti(49,6%). Seguono Briatico dove è localizzato il 14,3% di imprese che offre occupazione ad unaddetto su 4 e Tropea che mostra la stessa concentrazione di aziende di Briatico incidendo inmisura lievemente inferiore, però, sugli occupati (18,3%). Per ciò che concerne le imprese, sisegnala anche il dato di Ricadi (10,7%), mentre a Cessaniti, Jonadi, Soriano Calabro e Zungririsulta attiva rispettivamente una sola azienda (Figura 15).

Figura 15 Distribuzione % imprese e addetti della movimentazione di merci e passeggeri via mare per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Come già evidenziato, il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione è localizzatoesclusivamente nei comuni marini ed, in particolare, nelle rinomate località turistiche dellaCosta degli Dei. Al vertice della graduatoria troviamo Ricadi dove si concentrano il 29,5%delle aziende ed una quota altrettanto significativa di addetti (31,5%). Tropea registra unapercentuale di addetti ed imprese di poco superiore al 17%, mentre a Vibo Valentia il 16,2%delle imprese occupa un addetto su 5. Nel comune di Pizzo ha sede poco più del 10% delleimprese, con una dimensione media inferiore a quella provinciale, data la minore incidenzadell’occupazione (7,4%) (Figura 16).

In riferimento agli addetti, valori tra il 5 e il 10% si registrano a Parghelia (6,8%), Briatico(6,5%) e Zambrone (6,1%). Relativamente alle imprese, insieme ai comuni appena citati chemostrano le medesime concentrazioni evidenziate per gli occupati, si segnalano Nicotera(4,2%) e Joppolo (2,9%).

Page 43: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 16 Distribuzione % imprese e addetti dei servizi di alloggio e ristorazione per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale sono fortemente concentrate nelcapoluogo in cui ha sede quasi il 62% delle aziende del settore che offre occupazioneall’85,9% degli addetti. A Briatico e Tropea sono localizzate 2 imprese, mentre una solaimpresa risulta attiva rispettivamente nei comuni di Brognaturo, Limbadi, Pizzo e Ricadi.Relativamente agli addetti, solamente Tropea raggiunge una quota apprezzabile sul totaleprovinciale, di poco superiore al 5% (Figura 17).

Figura 17 Distribuzione % imprese e addetti delle attività di ricerca, regolamentazione etutela ambientale per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Page 44: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

L’insediamento delle attività sportive e ricreative provinciali appare strettamente correlato aquello del comparto dei servizi di alloggio e ristorazione. Vibo Valentia ospita il 37% delleimprese provinciali a fronte di una incidenza sull’occupazione pari al 42,4%; segue Tropeacon poco meno di un’impresa su 4 ed il 23,7% degli addetti. Addensamenti significativimostrano anche Ricadi, con il 12% delle aziende e degli occupati, e Nicotera, dove ha sedepoco più di un’impresa su 10 che impiega il 6% degli addetti. Da segnalare anche il dato diBriatico che copre una quota di imprese e addetti del settore di poco superiore al 5% ( Figura18).

Figura 18 Distribuzione % imprese e addetti delle attività sportive e ricreative per comune

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

5.2 SPECIALIZZAZIONI TERRITORIALI

Page 45: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

I dati su addetti e unità locali disaggregati per comune consentono di individuare le areemaggiormente specializzate nell’economia del mare.

Per ogni comune è stato calcolato l’indice di specializzazione produttiva nella Blue Economysu base provinciale23. Tale indicatore fornisce una misura della rilevanza del settoreproduttivo, in termini di addetti, sull’intero sistema imprenditoriale di uno specifico comunein rapporto a quanto avviene a livello provinciale. Aree con valori assoluti molto diversi traloro possono avere indici di specializzazione molto simili. Coefficienti maggiori di 1 indicanouna specializzazione nella Blue Economy del comune in oggetto superiore alla mediaprovinciale.

Nella tabella seguente sono riportati i comuni con indice di specializzazione superiore ad 1.Parghelia si colloca al vertice della graduatoria con un coefficiente pari a 5,82 e 118 addettiimpiegati nella Blue Economy. Seguono Ricadi che registra un indice di specializzazione pari a4,29 con 557 addetti impiegati nell’economia del mare e Briatico che mostra un coefficientedi 3,50 con 149 occupati. Alti indici di specializzazione si segnalano per Zambrone (3,14),Tropea (2,66) e Maierato (2,58). Vibo Valentia, città capoluogo, nonostante registri il valoreassoluto più elevato in termini di addetti impiegati dalla Blue Economy (712), evidenzia unaspecializzazione solo leggermente superiore alla media provinciale (1,04).

Focalizzando l’attenzione sul grado di litoraneità dei comuni, si evince come tutti le areemaggiormente specializzate nella Blue Economy sono territori costieri ad eccezione delcomune di Maierato che si trova, comunque, in prossimità della costa e che sicontraddistingue per la presenza di alcune importanti realtà imprenditoriali dedite allalavorazione e conservazione di prodotti ittici.

Nell’Allegato 3 sono riportati gli indici per tutti i comuni vibonesi e per filiera.

Tabella 14 Comuni con indice di specializzazione produttiva nella Blue Economy superiorealla media provinciale

23 L’indice di specializzazione produttiva è calcolato, ex D.M. 21 aprile 1993 “Determinazione degli indirizzi e dei parametridi riferimento, da parte delle regioni, dei distretti industriali” in attuazione dell’art. 36 della legge 317/91, mediante laseguente formula: CL= (COMadd, Ecomar. / PROVadd, Ecomar.) / (COMadd, tot. / PROVadd, tot. )

dove:

COMadd,Ecomar. - indica gli addetti nella Blue Economy in un comune;

PROVadd, Ecomar. - indica gli addetti nella Blue Economy nella provincia di Vibo Valentia;

COMadd, tot. - indica gli addetti totali in un comune;

PROVadd,tot. - indica gli addetti totali nella provincia di Vibo Valentia.

Page 46: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

ComuneAddetti

Blue EconomyAddetti Totali

Indice di specializzazione subase provinciale

Parghelia 118 215 5,82

Ricadi 557 1378 4,29

Briatico 149 451 3,50

Zambrone 106 358 3,14

Tropea 392 1562 2,66

Maierato 168 690 2,58

Joppolo 24 168 1,51

Nicotera 91 725 1,33

Vibo Valentia 712 7271 1,04

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

La Figura 19 mostra la mappa dei comuni vibonesi suddivisi in quattro classi in base al valoreassunto dall’indice di specializzazione rispetto alla media provinciale. Il colore bianco indical’assenza di attività imprenditoriali connesse al mare.

Figura 19 Comuni per indice di specializzazione produttiva nella Blue Economy

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Nella prima classe sono compresi i comuni a cui è associato un indice di specializzazione finoa 0,5 (pari complessivamente a 22); nella seconda classe i 2 comuni con un indice compreso

Page 47: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

tra 0,5 ed 1; nella terza classe i 5 comuni con un coefficiente compreso tra 1 e 3; nella quartai comuni maggiormente specializzati con un indice superiore a 3.

Sulla base dei valori scaturenti dall’indicatore adottato, si connota come sistema territorialemaggiormente specializzato nella Blue Economy l’area della Costa degli Dei.

Di seguito, si riportano le mappe raffiguranti il livello di specializzazione comunale per filiera.

Per quanto detto in precedenza, la filiera ittica è quella maggiormente “spalmata” sulterritorio provinciale. Alla prima classe afferiscono 19 comuni che registrano un indice dispecializzazione fino ad 1; alla seconda classe 8 comuni con coefficiente compreso tra 1 e 3;il solo comune di Maierato presenta un indice superiore a 3 collocandosi nella terza classe(Figura 20).

Figura 20 Comuni per indice di specializzazione produttiva nella filiera ittica

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

L’industria delle estrazioni marine è presente solo nel territorio del comune di Vibo Valentiache evidenzia un coefficiente di specializzazione pari a 3,9 (Figura 21).

Page 48: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 21 Comuni per indice di specializzazione produttiva nell’industria delle estrazionimarine

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Relativamente alla filiera della cantieristica, si evince come 3 comuni ricadano nella primaclasse registrando un indice di specializzazione fino a 1; 5 comuni afferiscano alla seconda

Page 49: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

classe con coefficiente compreso tra 1 e 3; il solo comune di Filogaso24, evidenziando unindice di specializzazione superiore a 3, componga la terza classe (Figura 22).

Figura 22 Comuni per indice di specializzazione produttiva nella filiera della cantieristica

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Per ciò che riguarda la movimentazione di merci e passeggeri via mare, Briatico (15,84) è, digran lunga, il comune più specializzato dell’area. Segue Tropea con un indice più che triplorispetto alla media provinciale. Vibo Valentia (1,93), Cessaniti (1,42) e Zungri (1,06) sono glialtri comuni che mostrano valori superiori ad 1 (Figura 23).

24 Il dato di Filogaso è attribuibile alla presenza di un’unica azienda afferente alla filiera della cantieristica.

Page 50: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 23 Comuni per indice di specializzazione produttiva nella movimentazione di merci epasseggeri via mare

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Page 51: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

La filiera dei servizi di alloggio e ristorazione è quella più consistente in termini di impreseattive ed addetti della Blue Economy vibonese. Come prevedibile, le specializzazionicomunali sono localizzate esclusivamente lungo la costa.

Alla prima classe con indice di specializzazione fino ad 1 afferiscono 2 comuni; nella secondaclasse ricadono 2 comuni con coefficiente compreso tra 1 e 3; nella terza classe sonopresenti 3 comuni che registrano un indice compreso tra 3 e 5; dell’ultima classe fanno parte2 comuni (Parghelia e Ricadi) che mostrano un coefficiente superiore a 5 (Figura 24).

Al fine di fornire un quadro d’insieme del comparto turistico provinciale, nel Box che segue,sono riportati i principali dati sui movimenti turistici nel Vibonese nel periodo 2008-2012.

Figura 24 Comuni per indice di specializzazione produttiva nei servizi di alloggio eristorazione

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Page 52: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Box 1 Focus sui movimenti turistici nella provincia di Vibo Valentia

Nel 2012 sono stati registrati poco meno di 300.000 arrivi negli esercizi ricettivi della provinciadi Vibo Valentia, con un tempo medio di permanenza leggermente superiore a 7 giorni.

L’area si conferma meta preferita per gli stranieri che rappresentano quasi il 35% del flussoturistico nella provincia ed evidenziano un soggiorno medio di 8,5 giorni, a fronte di un valoreper i turisti italiani pari a 6,5.

Poco meno di 9 turisti su 10 scelgono di soggiornare in un albergo. Concentrando l’analisi sultempo di permanenza, emerge come chi preferisce un esercizio extra-alberghiero (campeggi,villaggi, B&B, agriturismi, ecc.) opti per vacanze più lunghe (in media 8,6 giorni) rispetto aiclienti degli alberghi (poco meno di 7 giorni). Le differenze sono più nette se si consideranosolamente i turisti italiani: poco più di 6 giorni il tempo di permanenza medio per chisoggiorna in un albergo, a fronte degli 8,5 per chi preferisce un esercizio extra-alberghiero.

Arrivi e presenze nella provincia di Vibo Valentia per tipologia di esercizio e provenienza (2012)

Tipologia di esercizioMondo Paesi esteri Italia

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Esercizi ricettivi 299.963 2.154.703 100.051 858.119 199.912 1.296.584

Esercizi alberghieri 258.833 1.801.002 88.956 757.384 169.877 1.043.618

Esercizi extra-alberghieri 41.130 353.701 11.095 100.735 30.035 252.966

Fonte: Istat (2013)

Focalizzando l’attenzione sulla serie storica, nel quinquennio 2008-2012 gli arrivi registratinella provincia di Vibo Valentia mostrano un aumento dell’1,6%. Il trend mostra una certastabilità, solamente nel 2010 si registra una flessione su base annua (-3,8%). Nel complesso,l’andamento dei flussi turistici rilevato nel vibonese evidenzia una performance migliorerispetto alla media calabrese (-1,2%) e sostanzialmente analoga a quella del Mezzogiorno(+1,5%).

Arrivi per territorio – anno base= 2008 (2008-2012)

Page 53: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Fonte: Istat (2013)

Sono 7 i comuni nei quali si riscontra la presenza di imprese dedite alle attività di ricerca,regolamentazione e tutela ambientale. I comuni che ricadono nella prima classe con indicedi specializzazione fino ad 1 sono 4; un solo comune registra un coefficiente compreso tra 1e 3; sono 2 i comuni (Brognaturo25 e Vibo Valentia) che presentano le specializzazioni piùelevate (Figura 25).

Figura 25 Comuni per indice di specializzazione produttiva nelle attività di ricerca,regolamentazione e tutela ambientale

25 Il dato elevato è spiegabile per la presenza di un’unica realtà imprenditoriale inserite in un contestoeconomico-produttivo di dimensioni molto contenute.

Page 54: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Anche le attività sportivo-ricreative sono localizzate esclusivamente lungo la costa. Joppolo(5,72), Tropea (4,30) e Briatico (3,19) sono i comuni che presentano il grado dispecializzazione più elevato. Zambrone, Ricadi e Nicotera evidenziano, comunque, un indicepiù che doppio rispetto alla media provinciale attorno alla quale si situano Vibo Valentia(1,65) e Parghelia (1,12) (Figura 26).

Figura 26 Comuni per indice di specializzazione produttiva nelle attività sportive e ricreative

Page 55: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

5.3 PERFORMANCES ECONOMICO-FINANZIARIE

I dati di fonte AIDA-Bureau Van Djik consentono di delineare un quadro aggiornatorelativamente alle performance economico-finanziarie del sistema produttivo dell’economiadel mare vibonese26. Più in dettaglio, le informazioni disponibili riguardano:

- fatturato e addetti;

- indicatori di bilancio;

26 Le informazioni riguardano 173 imprese afferenti alla Blue Economy, quasi esclusivamente società di capitali.I dati sulle imprese totali fanno riferimento a 2.549 aziende. L’estrazione delle imprese della Blue Economy èstata condotta sia sul codice Ateco primario che sui codici Ateco secondari.

Page 56: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

- indici di redditività.

5.3.1 Fatturato ed addetti

Relativamente al fatturato, i due terzi delle imprese della Blue Economy vibonese dichiaranel 2012 un fatturato minore di 500.000 euro, il 16,2% tra 500.000 e 1 milione di euro, il9,8% tra 1 e 2 milioni di euro, il 7,5% oltre 2 milioni di euro. Rispetto al totale delle imprese,si evidenzia un sottodimensionamento della classe inferiore (66,5% a fronte del 74%dell’intero sistema produttivo) e un leggero sovradimensionamento della classe superiore(7,5% a fronte del 5,3% del sistema imprenditoriale nel complesso) (Tabella 15).

Focalizzando l’attenzione sulle diverse filiere, emerge come i) all’industria delle estrazionimarine afferiscano imprese ricadenti esclusivamente nelle classi inferiori; ii) la filiera dellacantieristica si caratterizzi per una distribuzione più omogenea tra le varie classi di fatturatoe denoti la percentuale maggiore di imprese ricadenti nella classe di fatturato più elevata(12,9%); iii) le imprese che movimentano merci e passeggeri via mare e quelle dedite adattività sportivo-ricreative ricadano, in gran parte, nella classe di fatturato minore; iv) leaziende attive nella ricerca, regolamentazione e tutela ambientale dichiarino un fatturatominore di 500.000 euro o compreso tra 1 e 2 milioni di euro.

Tabella 15 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di fatturato (migliaia di euro) (%)(2012)

Minore di 500Da 500 a

1.000Da 1.000 a

2.000Oltre 2.000 Totale

Filiera ittica 73,0 10,8 5,4 10,8 100,0

Industria delle estrazioni marine 75,0 25,0 0,0 0,0 100,0

Filiera della cantieristica 45,2 25,8 16,1 12,9 100,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

87,5 6,3 6,3 0,0 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 61,9 20,6 12,7 4,8 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

66,7 0,0 33,3 0,0 100,0

Attività sportive e ricreative 84,2 5,3 0,0 10,5 100,0

Economia del mare 66,5 16,2 9,8 7,5 100,0

Totale imprese 74,0 12,6 8,2 5,3 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Esaminando la struttura occupazionale, si può evidenziare come l’economia del marevibonese sia costituita, in gran parte, da piccolissime imprese: poco più dell’80% delleaziende impiega al massimo 5 dipendenti. L’intero sistema produttivo provinciale sicaratterizza per una struttura ancora più pulviscolare con oltre la metà delle imprese cheoccupano un unico addetto (Tabella 16). A livello di filiera, l’industria delle estrazioni marinesi contraddistingue per la quota più elevata con imprese con oltre 10 addetti (20%).

Tabella 16 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di addetti (%) (2012)

Uguale ad 1 Da 1 a 5 Da 6 a 10 Oltre 10 Totale

Filiera ittica 54,5 29,5 9,1 6,8 100,0

Industria delle estrazioni marine 40,0 40,0 0,0 20,0 100,0

Filiera della cantieristica 36,1 36,1 13,9 13,9 100,0

Page 57: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

42,9 28,6 21,4 7,1 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 34,0 47,7 11,9 6,4 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

33,3 33,3 16,7 16,7 100,0

Attività sportive e ricreative 40,6 50,0 3,1 6,3 100,0

Economia del Mare 37,6 43,5 11,3 7,5 100,0

Totale imprese 53,0 36,1 6,5 4,3 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

5.3.2 Indicatori di bilancioLa situazione dell’utile netto non sembra particolarmente rosea. Oltre la metà delle impresedell’economia del mare evidenziano una perdita netta: per poco più di un quinto delcampione la perdita supera 50.000 euro, mentre per quasi un’azienda su 3 il saldo negativo ècompreso tra 0 e 50.000 euro. Il 38,5% delle imprese registra un utile netto compreso tra 0 e50.000 euro e poco meno di un’impresa su 10 dichiara un guadagno netto superiore a50.000 euro (Tabella 17). La distribuzione del totale delle imprese provinciali èprevalentemente concentrata nelle due classi centrali.

Tabella 17 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di utile netto (000 euro) (%) (2012)

Minore di -50 Da -50 a 0 Da 0 a 50 Oltre 50 Totale

Filiera ittica 16,7 8,3 58,3 16,7 100,0

Industria delle estrazioni marine 0,0 100,0 0,0 0,0 100,0

Filiera della cantieristica 21,4 7,1 42,9 28,6 100,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

25,0 56,3 18,8 0,0 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 21,6 33,3 37,3 7,8 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

66,7 33,3 0,0 0,0 100,0

Attività sportive e ricreative 10,0 35,0 50,0 5,0 100,0

Economia del Mare 20,5 31,6 38,5 9,4 100,0

Totale imprese 7,0 42,5 44,4 6,1 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Una voce importante delle passività aziendali è rappresentata dal capitale sociale, ovverol’ammontare di denaro, beni o crediti versato dai soci al momento della costituzionedell’impresa ed eventualmente soggetto a ricapitalizzazioni nel corso del tempo. Quasi il 40%delle imprese afferenti alla Blue Economy registra un capitale sociale inferiore a 10.000 euro;il 27,8% tra 10.000 e 50.000 euro; il 13,3% tra 50.000 e 100.000 euro e il 19,1% oltre 100.000euro. Nel confronto con l’intero sistema produttivo, assistiamo ad un sottodimensionamentodelle classi inferiori (67,6% contro 81,5% fino a 50.000 euro) e un sovradimensionamentodelle classi superiori (32,4% contro 18,4% oltre 50.000 euro). A livello di filiera, sicontraddistinguono per una quota rilevante di imprese con oltre 100.000 euro di capitalesociale quella cantieristica (29,2%) e quella ittica (21,7%) (Tabella 18).

Tabella 18 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di capitale sociale (000 euro) (%)(2012)

Page 58: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Minore di 10 Da 10 a 50 Da 50 a 100 Oltre 100 Totale

Filiera ittica 30,4 17,4 30,4 21,7 100,0

Industria delle estrazioni marine 0,0 40,0 0,0 60,0 100,0

Filiera della cantieristica 37,5 20,8 12,5 29,2 100,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

33,3 22,2 27,8 16,7 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 40,6 30,8 10,5 18,0 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

33,3 33,3 16,7 16,7 100,0

Attività sportive e ricreative 56,3 28,1 6,3 9,4 100,0

Economia del Mare 39,8 27,8 13,3 19,1 100,0

Totale imprese 51,3 30,2 10,0 8,4 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Relativamente al patrimonio netto, si denota una distribuzione delle imprese della BlueEconomy meno concentrata nelle due classi centrali rispetto all’intero sistemaimprenditoriale provinciale. In particolare, dalla tabella seguente emerge che:

a. le imprese dell’economia del mare dichiaranti un patrimonio netto compreso tra 0 e500.000 euro sono poco più del 70% a fronte di oltre l’86% del totale delle imprese;

b. la quota di imprese con patrimonio netto negativo è invece pari all’11% cui fa dacontraltare il dato dell’intero sistema produttivo pari al 6,1%;

c. la percentuale di imprese più patrimonializzate è del 16,4% per la Blue Economy esolamente del 6,3% per il totale delle imprese.

Focalizzando l’analisi sulle filiere, emerge la quota rilevante di imprese con oltre 500.000euro di patrimonio netto afferenti ai servizi di alloggio e ristorazione (25%) (Tabella 19).

Tabella 19 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di patrimonio netto (migliaia dieuro) (%) (2012)

Minore di 0 Da 0 a 50 Da 50 a 500 Oltre 500 Totale

Filiera ittica 5,3 63,2 21,1 10,5 100,0

Industria delle estrazioni marine 20,0 0,0 60,0 20,0 100,0

Filiera della cantieristica 3,3 33,3 46,7 16,7 100,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

16,7 27,8 44,4 11,1 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 14,7 32,4 27,9 25,0 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

33,3 0,0 66,7 0,0 100,0

Attività sportive e ricreative 9,5 66,7 19,0 4,8 100,0

Economia del Mare 10,9 41,0 31,7 16,4 100,0

Page 59: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Totale imprese 6,1 55,8 31,8 6,3 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Esaminando il totale delle attività, che, in massima parte, comprendono tutte leimmobilizzazioni aziendali si evince come il 42,3% delle imprese della Blue Economy registriattività totali comprese tra 100.000 ed 1 milione di euro. Seguono le imprese che registranoimmobilizzazioni comprese tra 1 e 5 milioni di euro (24,3%) e le imprese con attività totaliper meno di 100.000 euro (26,6%). Poco più di un’impresa su 10 dichiara attività totali peroltre 5 milioni di euro. In relazione all’intero sistema imprenditoriale, si nota un nettosottodimensionamento della classe inferiore compensato da una quota più elevata diimprese ricadenti nelle fasce più alte. Alcune filiere si contraddistinguono per la presenza dioltre la metà del campione nelle due classi superiori: la filiera della cantieristica (53,9%) e iservizi di alloggio e ristorazione (51,1%) (Tabella 20).

Tabella 20 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di attività totali (migliaia di euro)(%) (2012)

Minore di 100Da 100 a

1.000Da 1.000 a

5.000Oltre 5.000 Totale

Filiera ittica 27,3 27,3 27,3 18,2 100,0

Industria delle estrazioni marine 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0Filiera della cantieristica 7,7 38,5 38,5 15,4 100,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

18,8 68,8 12,5 0,0 100,0

Servizi di alloggio e ristorazione 17,0 31,9 36,2 14,9 100,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

0,0 66,7 0,0 33,3 100,0

Attività sportive e ricreative 40,0 55,0 0,0 5,0 100,0

Economia del Mare 21,6 42,3 24,3 11,7 100,0

Totale imprese 32,5 44,9 17,2 5,5 100,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

5.3.3 Indici di redditività

Per analizzare nello specifico le performance economico-finanziarie delle imprese della BlueEconomy vibonese, è opportuno prendere in esame alcuni indici di redditivitàtradizionalmente utilizzati nelle analisi di bilancio: il ROI (Return On Investment), il ROE(Return On Equity), il ROS (Return On Sales) e l’EBITDA (Earnings before interest and tax).

Il ROI indica la redditività operativa dell’azienda, in rapporto ai mezzi finanziari impiegati. Inaltre parole consente di misurare il ritorno finanziario dell’iniziativa che per esseresoddisfacente deve risultare superiore contemporaneamente al tasso di remunerazioneatteso dall’azionista ed al costo medio del denaro in prestito (mezzi finanziari di terzi). Lamisura ottimale dell’indice, oltre che essere influenzato sensibilmente dal settore diriferimento, dipenderà dal livello corrente dei tassi di interesse.

Il 40% del campione delle imprese afferenti all’economia del mare evidenzia un indicenegativo e poco più di un’impresa su 4 mostra un valore compreso tra 0 e 5%. Segnali

Page 60: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

positivi giungono dal 12,3% del campione che registra un indice compreso tra 5% e 10% e dal21,5% che evidenzia le performance migliori con valori superiori al 10% (Tabella 21).

Nel triennio 2010-2012, il valore dell’indice per l’economia del mare segna un lievissimoaumento (+0,5), a fronte di un decremento di pari proporzioni che interessa l’intero sistemaproduttivo provinciale. Positività non trascurabili si riscontrano per le attività sportivo-ricreative (2,9) e per la filiera ittica (+2,8), mentre segnali negativi giungono dal segmentodella ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (-8,7), dalla movimentazione di merci epasseggeri via mare (-7,5) e dalla cantieristica (-4,9).

Tabella 21 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di ROI (%) (%) (2012)

Minore di -5 Da -5 a 0 Da 0 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 Totale

Variaz.Filiera

2012/2010Filiera ittica 14,3 14,3 14,3 14,3 42,9 100,0 2,8

Industria delle estrazioni marine - - - - - - -

Filiera della cantieristica 22,2 11,1 33,3 11,1 22,2 100,0 -4,9Movimentazioni merci e passeggeri via mare

33,3 16,7 16,7 16,7 16,7 100,0 -7,5

Servizi di alloggio e ristorazione 14,3 25,0 35,7 17,9 7,1 100,0 1,4Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 100,0 -8,7

Attività sportive e ricreative 15,4 23,1 15,4 0,0 46,2 100,0 2,9

Economia del Mare 18,5 21,5 26,2 12,3 21,5 100,0 0,5

Totale imprese 19,7 23,9 20,9 13,6 21,8 100,0 -0,3

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Rispetto alla totalità del sistema produttivo non si segnalano differenze significative. A livellodi filiera è opportuno menzionare l’andamento positivo delle imprese dedite alle attivitàsportivo-ricreative (46,2% con indice superiore al 10%) e quelle della filiera ittica (42,9%).

Il ROE indica la redditività del patrimonio netto, ovvero il ritorno economicodell’investimento effettuato dai soci dell’azienda.

Anche se è fortemente influenzato dal settore di riferimento, l’indice è buono se superaalmeno di 3 - 5 punti il tasso di inflazione. Considerando che nel 2012 il tasso di inflazionemedio annuo è stato del 3% (Istat, 2013), performance soddisfacenti fanno registrare leimprese che ricadono nelle due classi superiori. Per le imprese della Blue Economy vibonesetale quota è di poco inferiore al 40% del campione, costituita, in gran parte, da aziende conindice superiore al 10%. Analizzando i singoli segmenti produttivi, si evidenziano gliandamenti positivi dell’industria delle estrazioni marine (la totalità nella classe superiore,anche se sottorappresentata all’interno del campione) e della filiera ittica (58,3%) (Tabella22).

Dal 2010 al 2012, la redditività del patrimonio netto della Blue Economy provinciale subisceuna modesta flessione (-0,4), lievemente più marcata per il totale dell’economia (-1). Lafiliera ittica è quella che evidenzia il risultato migliore (+11,3), mentre forti decrementicontraddistinguono le attività sportivo-ricreative (-27,3), la movimentazione di merci epasseggeri via mare (-26,2) e il settore della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

Page 61: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

(-15,8).

Tabella 22 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di ROE (%) (%) (2012)

Minore di -5 Da -5 a 0 Da 0 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 TotaleVariaz.Filiera

2012/2010Filiera ittica 8,3 0,0 33,3 0,0 58,3 100,0 11,7

Industria delle estrazioni marine 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 100,0 -

Filiera della cantieristica 21,4 7,1 21,4 14,3 35,7 100,0 -1,3Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

56,3 6,3 12,5 0,0 25,0 100,0 -26,2

Servizi di alloggio e ristorazione 30,0 18,0 26,0 0,0 26,0 100,0 -0,2Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 -15,8

Attività sportive e ricreative 25,0 10,0 5,0 15,0 45,0 100,0 -27,3

Economia del Mare 30,4 11,3 20,0 4,3 33,9 100,0 -0,4

Totale imprese 27,1 14,2 15,1 7,5 36,1 100,0 -1,0

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Il ROS misura la redditività delle vendite in termini di gestione caratteristica (redditooperativo). È un indicatore influenzato dal settore in cui opera l’azienda (industria ocommercio) e può risultare inoltre condizionato in positivo o in negativo dalla politica degliammortamenti adottata.

Dalla tabella seguente si evince come una parte importante delle imprese della BlueEconomy vibonese (46,7%) presenti un ROS negativo o pari a zero, mentre le performancemigliori (ROS superiore a 5%) si registrano in circa un’azienda su 4. Focalizzando l’attenzionesulle filiere, si segnalano la totalità delle attività di ricerca, regolamentazione e tutelaambientale e la quota molto consistente di imprese dedite alla movimentazione di merci epasseggeri via mare (64,3%) che evidenziano indici molto negativi (Tabella 23).

Nel triennio preso in esame, il ROS dell’economia del mare vibonese rimane sostanzialmentestabile così come quello dell’intero sistema imprenditoriale. Preoccupanti diminuzioniriguardano le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (-38,2) e lamovimentazione di merci e passeggeri via mare (-23,5).

Tabella 23 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di ROS (%) (%) (2012)

Minore di -5 Da -5 a 0 Da 0 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 TotaleVariaz.Filiera

2012/2010Filiera ittica 16,7 8,3 75,0 0,0 0,0 100,0 1,2

Industria delle estrazioni marine 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 -

Page 62: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Minore di -5 Da -5 a 0 Da 0 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 TotaleVariaz.Filiera

2012/2010Filiera della cantieristica 15,4 7,7 53,8 15,4 7,7 100,0 0,0Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

64,3 14,3 21,4 0,0 0,0 100,0 -23,5

Servizi di alloggio e ristorazione 32,6 16,3 34,9 11,6 4,7 100,0 0,0Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 -38,2

Attività sportive e ricreative 33,3 5,6 38,9 0,0 22,2 100,0 0,3

Economia del Mare 35,0 11,7 39,8 6,8 6,8 100,0 0,2

Totale imprese 22,8 14,1 38,3 9,3 15,6 100,0 -0,3

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

L’EBITDA presenta distorsioni minori rispetto al ROS, in quanto è un indice della gestionecaratteristica dell’azienda prima delle politiche di ammortamento e al lordo del costo deldebito. L’EBITDA è spesso rapportato alle vendite, dal momento che la redditività èfortemente influenzata dal settore di appartenenza dell’impresa.

Poco meno del 40% delle aziende dell’economia del mare mostrano un indice superiore al10% e, quindi, performance più che discrete, mentre segnali fortemente negativi giungonoda poco più di un’impresa su 4 (Tabella 24).

A livello di filiera, le imprese che mostrano le performance migliori sono quelle dei servizi dialloggio e ristorazione (50%) e quelle dell’industria cantieristica (46,2%).

Considerando il triennio 2010-2012, l’indice del totale della Blue Economy vibonese nonmostra variazioni significative. La filiera della cantieristica registra i segnali più incoraggianti(+3,3), mentre rilevano, ancora una volta, flessioni marcate i comparti della movimentazionedi merci e passeggeri via mare (-44,3) e della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale(-22,7).

Tabella 24 Imprese della Blue Economy vibonese per classe di EBITDA/vendite (%) (%) (2012)

Minore di -5 Da -5 a 0 Da 0 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 Totale

Variaz.Filiera

2012/2010Filiera ittica 18,2 0,0 18,2 54,5 9,1 100,0 0,3

Industria delle estrazioni marine 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 -

Filiera della cantieristica 7,7 0,0 30,8 15,4 46,2 100,0 3,3Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

56,3 6,3 6,3 6,3 25,0 100,0 -44,3

Servizi di alloggio e ristorazione 20,5 0,0 9,1 20,5 50,0 100,0 -2,7Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

33,3 0,0 33,3 0,0 33,3 100,0 -22,7

Page 63: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Attività sportive e ricreative 22,2 0,0 11,1 27,8 38,9 100,0 1,0

Economia del Mare 24,8 1,0 13,3 21,9 39,0 100,0 0,3

Totale imprese 17,1 6,6 18,2 19,4 38,6 100,0 -0,8

Fonte: elaborazioni su dati AIDA – Bureau Van Djik (2013)

Page 64: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

6. IL NUCLEO DI ECONOMIA DEL MARE

6.1 METODOLOGIA DI IDENTIFICAZIONE E RISULTATI

Nel capitolo precedente è stato descritto ed analizzato nel dettaglio il sistema “allargato”dell’economia del mare vibonese, ovvero il complesso delle attività economiche collegate, avario titolo, alla risorsa mare ed identificate dalla perimetrazione proposta da Camcom(Allegato 1a). Se, da un lato, tale classificazione offre una visione completa dell’aggregato“economia del mare”, dall’altro, quando l’analisi viene condotta su scala sub-provinciale ocomunale, la metodologia va adattata alle specificità del contesto e focalizzatamaggiormente sulla dimensione territoriale oggetto di studio.

Il passo analitico successivo consiste, dunque, nell’individuazione del “nucleo” della BlueEconomy vibonese, ovvero l’insieme ristretto delle attività economiche presenti sulterritorio provinciale maggiormente connesse alla risorsa mare.

La selezione delle imprese appartenenti al “nucleo” della Blue Economy è stata effettuatasulla base dei seguenti criteri:

1. attività economiche strettamente legate alla risorsa mare (ad es. pesca, costruzione diimbarcazioni da diporto e sportive, trasporto marittimo di passeggeri/merci, ecc.);

2. attività economiche collegate alla risorsa mare secondo il vincolo localizzativo (ad es.alberghi, ristoranti, intermediari dei trasporti, attività di club sportivi, ecc.); in taleambito sono state prese in esame, mediante georeferenziazione, le iniziativeimprenditoriali collocate entro 5 km dalla costa;

3. attività economiche non riconducibili alle categorie precedenti che evidenziano legamicon l’economia del mare, in particolare attraverso la descrizione dell’oggetto sociale cherichiama esplicitamente la risorsa mare (ad es. un esercizio commerciale alimentarespecializzato nella vendita di prodotti ittici conservati).

Applicando tale metodologia, il “nucleo” della Blue Economy vibonese, risulta composto da601 imprese, con una riduzione rispetto alla consistenza del sistema “allargato” di poco piùdel 15%.

Il passaggio dal sistema “allargato” a quello “ristretto” non ha influito sulla numerosità deicodici Ateco a 5 cifre a cui afferiscono le imprese selezionate: i 40 codici Ateco a 5 cifrepresenti nel sistema “allargato” risultano presenti anche nel “nucleo” (Allegato 4).

Page 65: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

La figura seguente illustra la localizzazione delle imprese del “nucleo” della Blue Economy27,mentre negli Allegati 5a, b e c sono riportati le numerosità delle imprese (valori assoluti epercentuali) per comune e filiera.

Figura 27 Localizzazione delle imprese del “nucleo” della Blue Economy

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Rispetto al sistema “allargato” la struttura del “nucleo” è ancora più sbilanciata verso ilcomparto dei servizi di alloggio e ristorazione che giungono a coprire quasi i due terzi deltotale. Seguono la filiera ittica (16,9%) e le attività sportive e ricreative (9,3%). Menoconsistenti sono i segmenti della movimentazione di merci e passeggeri via mare (4,3%),dell’industria cantieristica (3,2%), della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (2,7%),e dell’industria delle estrazioni marine (0,3%).

27 La mappa è il risultato di un processo di localizzazione puntuale delle singole iniziative produttive effettuatosu piattaforma informatica di georeferenziazione sulla base degli elenchi delle aziende forniti da Camcom.

Page 66: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Di seguito, si riportano le mappe raffiguranti la localizzazione delle imprese del “nucleo”delle singole filiere della Blue Economy vibonese.

Le imprese della filiera ittica sono 102, pari al 56,4% delle aziende della filiera del sistema“allargato”. Nell’ambito della Blue Economy, il segmento si conferma quello con più“ramificazioni” verso l’entroterra e che “risente” maggiormente del passaggio dal sistema“allargato” a quello “ristretto” (Figura 28).

Figura 28 Localizzazione delle imprese del “nucleo” della filiera ittica

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Le 2 imprese del sistema “allargato” dell’industria delle estrazioni marine entrano tutte a farparte del “sistema ristretto” (Figura 29).

Page 67: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 29 Localizzazione delle imprese del “nucleo” dell’industria delle estrazioni marine

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Il “nucleo” dell’industria cantieristica è costituito da 19 aziende, in calo del 35% rispetto allaconsistenza della filiera nel sistema “allargato” (Figura 30).

Page 68: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 30 Localizzazione delle imprese del “nucleo” della filiera della cantieristica

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Le imprese attive nella movimentazione di merci e passeggeri via mare afferenti al “nucleo”sono 26, la maggior parte delle quali localizzate nei pressi dell’area portuale di Vibo Marina.La contrazione rispetto al sistema “allargato” è minima (-7,1%) (Figura 31).

Page 69: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 31 Localizzazione delle imprese del “nucleo” della movimentazione di merci epasseggeri via mare

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Con 380 imprese attive, i servizi di alloggio e ristorazione rappresentano la componentemaggioritaria del “nucleo” della Blue Economy vibonese. Sono solamente 3 le aziende delsettore che non entrano a far parte del sistema “ristretto” (Figura 32).

Page 70: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 32 Localizzazione delle imprese del “nucleo” dei servizi di alloggio e ristorazione

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Le imprese attive nel campo della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale sono 16 afronte delle 21 costituenti il sistema “allargato”, con una contrazione del 24% (Figura 33).

Page 71: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 33 Localizzazione delle imprese del “nucleo” delle attività di ricerca, regolamentazionee tutela ambientale

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Le attività sportivo-ricreative del “nucleo” della Blue Economy fanno contare 56 iniziativeimprenditoriali localizzate prevalentemente nelle immediate vicinanze della costa (Figura34).

Page 72: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 34 Localizzazione delle imprese del “nucleo” delle attività sportive e ricreative

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Page 73: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

6.2 INTERRELAZIONI TRA FILIERE

Una delle peculiarità dell’economia del mare è la sua essenza di rete, ovvero la capacità digenerare interconnessioni più o meno evidenti tra le sue componenti e tra queste el’ambiente economico esterno (Censis, 2012). Un’analisi approfondita della Blue Economyvibonese non può, dunque, prescindere dallo studio delle modalità e dell’intensitàdell’interazione tra i vari segmenti produttivi che la compongono.

Sulla base dell’intera attività di ricerca sin qui condotta, è stata costruita una matrice cheintende rappresentare le connessioni esistenti tra le filiere dell’economia del mare dellaprovincia di Vibo Valentia. Le connessioni rappresentano la capacità della singola filiera diprodurre gli input per un altro settore “a valle” ovvero di generare investimenti e domanda“a monte”. Ogni legame può assumere gradi d’intensità da 1 a 3.

In sostanza, la matrice va interpretata nel seguente modo:

- lungo le righe, vengono individuate le relazioni “serventi” (a valle) fra ciascun comparto:ad esempio, la presenza di un sistema della cantieristica nautica crea le condizioninecessarie ad un aumento di competitività nel settore della pesca, della diportistica e/odella movimentazione via mare di merci o passeggeri;

- lungo le colonne, vengono invece individuate le relazioni “di fabbisogno” (a monte) diciascun comparto. Ad esempio, per favorire un efficace sviluppo del sistema della pescaè necessario fare riferimento a servizi di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Prendendo in considerazione le connessioni “a valle” (totali di riga), emerge come nelvibonese il comparto ittico e quello della ricerca/regolamentazione mostrino il maggiornumero di legami interfiliera (4) e la più elevata intensità (7).

La filiera ittica si pone a “servizio” di diversi settori e, in particolare, produce beni intermediessenziali alle attività ristorative con riferimento sia al pescato fresco che alla lavorazione econservazione dei prodotti ittici. Altri collegamenti, anche se meno intensi, sono quelli con icomparti delle attività di ricerca/regolamentazione, con le attività sportive e ricreative e conl’industria cantieristica.

Il comparto della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale concorre a definire il campodi azione della filiera ittica, della movimentazione di merci e passeggeri via mare e delleattività sportivo-ricreative. In misura minore, esso influenza anche l’industria delle estrazionimarine.

Anche i comparti della movimentazione merci e passeggeri e delle attività sportive ericreative presentano il medesimo numero di connessioni “a valle” contraddistinte, però, dauna rilevanza lievemente minore (6). Si segnala, inoltre, per il comparto dellamovimentazione di merci e passeggeri via mare una specifica connessione provinciale extra-economia del mare che fa riferimento all’industria metalmeccanica: una parte importantedella movimentazione dei carichi nel porto di Vibo Marina costituisce, infatti, materia primaper le aziende del settore.

L’industria cantieristica si presenta fortemente correlata alle attività della pesca ed a quellericreative e sportive per la parte riferibile alla diportistica, garantendo la fornitura di

Page 74: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

imbarcazioni, macchinari, attrezzature e servizi connessi. Le attività ristorative, d’altra parte,evidenziano la massima intensità di connessione con le attività sportivo-ricreative ed, inmisura leggermente inferiore, “interagiscono” con il comparto della movimentazione dimerci e passeggeri via mare.

Il comparto meno interconnesso “a supporto” del sistema dell’economia del mare viboneseè quello delle estrazioni marine, che evidenzia pochi e deboli legami con le altre filiere.

Tabella 25 Matrice delle interrelazioni tra filiere della Blue Economy

Filiere

Filie

ra it

tica

Indu

stri

a de

lle e

stra

zion

i mar

ine

Filie

ra d

ella

can

tier

isti

ca

Mov

imen

tazi

oni d

i mer

ci e

pas

segg

eri v

ia

mar

e

Serv

izi d

i allo

ggio

e r

isto

razi

one

Att

ivit

à di

ric

erca

, reg

olam

enta

zion

e e

tute

la a

mbi

enta

le

Att

ivit

à sp

orti

ve e

ric

reat

ive

Tota

le C

onne

ssio

ni/

Som

ma

delle

inte

nsit

à

Filiera ittica 4/7

Industria delle estrazioni marine 2/2

Filiera della cantieristica 3/5

Movimentazioni di merci e passeggerivia mare 4/6

Servizi di alloggio e ristorazione 3/5

Attività di ricerca, regolamentazione etutela ambientale 4/7

Attività sportive e ricreative 4/6

Totale Connessioni/ Somma delle intensità 5/7 1/1 3/3 3/5 3/6 4/7 5/9

Fonte: nostra elaborazione

Con riferimento alle connessioni “a monte”, le attività sportive-ricreative e il comparto itticosono i segmenti che risultano ricevere maggiori input di produzione, beni e servizi intermedidagli altri comparti (totale di colonna); in particolare, ambedue le filiere presentano 5connessioni con intensità pari rispettivamente a 9 e a 7.

Per le attività sportivo-ricreative le interrelazioni più forti fanno riferimento allamovimentazione di merci e passeggeri via mare, alle attività ristorative, a quelle di ricerca e

Page 75: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

regolamentazione e all’industria cantieristica. Gli ultimi due segmenti citati rappresentano icomparti da cui risulta servita maggiormente la filiera ittica.

Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione è legato soprattutto alla filiera ittica, allamovimentazione di passeggeri via mare e alle attività sportive e ricreative.

Le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale presentano connessioni “amonte” con 4 comparti: filiera ittica, industria delle estrazioni marine, movimentazione dimerci e passeggeri via mare e attività sportivo-ricreative.

Considerando l’insieme delle connessioni “a monte” e “a valle” delle filiere, emerge come leattività sportive e ricreative, la filiera ittica e il comparto della ricerca, regolamentazione etutela ambientale costituiscano i segmenti produttivi connotati dalla maggiore intensitàmedia di connessione nell’ambito della Blue Economy della provincia di Vibo Valentia.

Per contro, l’industria delle estrazioni marine, per quanto già evidenziato nel rapporto,riveste un ruolo marginale nel quadro della Blue Economy provinciale. Le interrelazioniindividuate riguardano solamente le attività di ricerca, regolamentazione e tutelaambientale.

6.3 MAPPATURA DEGLI ATTORI SOCIO-ISTITUZIONALI

Al fine di delineare un quadro completo del sistema dell’economia del mare vibonese si èritenuto utile mappare la presenza degli attori socio-istituzionali più rilevanti sul territorio.

All’interno del territorio provinciale sono state censite 32 organizzazioni che, a vario titolo,svolgono attività legate alla Blue Economy ().

Quasi il 38% degli attori individuati è riconducibile alla sfera istituzionale, ovvero è compostoda enti pubblici impegnati in fondamentali attività di regolamentazione e controllo (GuardiaCostiera, Guardia di Finanza, ecc.) o di promozione economica (Camera di Commercio,Azienda Speciale per il porto di Vibo Valentia, Consorzio Sviluppo Industriale per la Provinciadi Vibo Valentia28). Inoltre, si segnala la presenza del Parco Marino Regionale Costa degliDei29, ente la cui mission precipua è la tutela del territorio, dell’Istituto Tecnico Nautico di

28 Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Vibo Valentia, istituito ai sensi della Legge regionalen. 38 del 21/12/2001, è finalizzato a promuovere nella provincia vibonese le condizioni necessarie per la nascitae lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi. Il Consorzio gestisce gli agglomeratiindustriali “Aeroporto” e “Porto Salvo”, quest’ultimo a pochi chilometri dal porto di Vibo Marina, dotati delleinfrastrutture primarie e secondarie per l’operatività e l’insediamento delle imprese, mentre è in fase dicompletamento l’infrastrutturazione dell’agglomerato “Valle del Mesima”.Il Consorzio eroga alle aziende un setdiversificato di servizi che vanno dalla consulenza agli insediamenti all’istruttoria di progetti; dalla logistica allalocazione di superfici aperte; dall’erogazione di acqua potabile e industriale alla gestione del servizio fognario edepurativo. All’interno degli agglomerati, attualmente, risultano insediate un centinaio di imprese, di cui alcunedi grandi dimensioni, afferenti prevalentemente ai settori industriali della metalmeccanica, dei materiali perl’edilizia e dell’agroalimentare.29 Istituito con l.r. n.13 del 21 aprile 2008, il Parco Marino Regionale Fondali di Capocozzo – S. Irene – ViboMarina – Pizzo Calabro – Capo Vaticano e Tropea", essendo promosso da un Comitato di Gestione provvisorio,è attualmente in fase costitutiva. Creato per perseguire le finalità di tutela e salvaguardia dell’area marinaconosciuta come Costa degli Dei, il parco si sviluppa su un’area di notevole interesse paesaggistico calabrese,ricadente nei comuni di Pizzo Calabro, Vibo Valentia, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea e Ricadi. L’area in

Page 76: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Pizzo, ora Istituto Omnicomprensivo30 che forma specifiche figure professionali da impiegarenella Blue Economy.

Tabella 26 Comuni della provincia di Vibo Valentia per tipologia di attori socio-istituzionalilegati alla Blue Economy

ComuneIstituzioni/Enti

pubbliciAssociazioni

sportive

Associazione dipromozione

sociale/ tutelaambientale

Associazioni di

categoria

Totale

Briatico - 1 - - 1

Nicotera 2 - - - 2

Parghelia - - 1 - 1

Pizzo 4 - 2 - 6

Ricadi - - 1 1 2

Tropea 2 - 1 - 3

Vibo Valentia 5 6 6 2 19

Totale Prov. VV 13 7 11 3 34

Fonte: nostra elaborazione su diverse fonti

oggetto è interessata dalla presenza di tre SIC: il Sito di Interesse Comunitario "Fondali di Capocozzo − S. Irene",il Sito di Interesse Comunitario "Fondali di Pizzo" e il Sito di Interesse Comunitario "Fondali di Capo Vaticano".Insieme costituiscono un sistema omogeneo, esempio fra i più belli del mediterraneo, caratterizzato dallapresenza di specie animali e vegetali di notevole interesse naturalistico, culturale, educativo e ricreativo. IFondali del parco sono caratterizzati da una estesa prateria di Posidonia climax, ad alta biodiversità, importantenursery per pesci anche di interesse economico, e per la salvaguardia delle coste dall’erosione, sottoposta afenomeni di regressione e ad alto grado di vulnerabilità legato alla pesca abusiva con reti a strascico, anchesotto costa, all’inquinamento organico da scarichi di impianti fognari a mare, e ad ancoraggio su boe fisse.Caratteristica peculiare di questi fondali è la presenza di secche rocciose con andamento sub-parallelo allacosta. Incantevole è il degrado roccioso: la secca infatti muore sul fondale sabbioso, franando bruscamente.Innumerevoli sono i buchi, gli anfratti, gli archi naturali e le spaccature nella roccia. Interessanti sono leimmersioni, non solo per le specie ittiche presenti, ma anche per la presenza di reperti di archeologiasubacquea. (Fonte: http://pmrcostadeglidei.weebly.com/) Il Parco opera anche come capofila del Gruppod’Azione Costiera (GAC) Costa degli Dei che, costituito nel 2011, riunisce rappresentanti del settore della pesca,rappresentanti di altri settori economici ed organismi pubblici, e la cui strategia si propone di contribuire adinnescare processi di sviluppo durevoli e in grado di innalzare la competitività territoriale delle aree di pesca.30 L’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo (oggi Istituto Tecnologico - Trasporti e Logistica), denominato IstitutoOmnicomprensivo dal momento in cui ad esso è stata accorpata la sezione commerciale dell’I.T.C. “G.Galilei” diVibo. La scuola media statale "A. Anile" di Pizzo e le scuole primaria e infanzia del paese, nasce con la “RealeScuola Nautica e di Costruzioni”, istituita nel 1867 su decreto del re Vittorio Emanuele II e intitolata al capitanoFamà di Bruno, morto nella battaglia navale di Lissa (1866). Attualmente l’offerta formativa dell’istituitocomprende 2 indirizzi di studio legati strettamente alla Blue Economy: perito per il trasporto marittimocorrispondente al titolo di “aspirante al comando di navi mercantili” previsto dal Codice della Navigazione eperito per gli apparati di impianti marittimi corrispondente al titolo di “aspirante alla direzione di macchina dinavi mercantili” previsto dal Codice della Navigazione (Fonte: http://www.omnipizzo.altervista.org)

Page 77: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Costituiscono oltre un terzo degli operatori le associazioni senza fini di lucro che hanno comescopo la promozione sociale e la tutela ambientale del territorio. Le associazioni dedite allapratica e alla diffusione di attività sportive legate al mare come il nuoto, la vela e la pescaamatoriale, sono 8 e rappresentano il 25% del totale degli attori classificati. Risultano inoltreattive 3 associazioni di categoria, impegnate nel promuovere e rappresentare le istanza delcomparto pesca.

Dai dati sulla localizzazione, emerge come il comune di Vibo Valentia ospiti il 53,1% degliattori censiti. Seguono, poi, a netta distanza il comune di Pizzo con il 18,8% ed il comune diTropea con il 9,4%. A Ricadi e Nicotera hanno sede due operatori, mentre uno soltanto èsituato a Briatico e Parghelia.

Nella figura seguente si riporta la localizzazione degli attori socio-istituzionali legati alla BlueEconomy censiti nella provincia di Vibo Valentia.

Figura 35 Localizzazione degli attori socio-istituzionali della provincia di Vibo Valentia legatialla Blue Economy

Fonte: nostra elaborazione su diverse fonti

Page 78: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

7. POTENZIALITÀ E VINCOLI DELLA BLUE ECONOMY VIBONESE

La Blue Economy vibonese riveste un ruolo primario nell’ambito del sistema socioeconomicoprovinciale e regionale, per la presenza sia di risorse naturali e infrastrutturali strategicheche di capacità imprenditoriali e produttive con rilevanti potenzialità.

Dal punto di vista della dotazione infrastrutturale, un fattore decisivo per lo sviluppodell’economia locale è rappresentato dal sistema portuale, comprendente il portoindustriale-turistico di Vibo Marina ed i due porti turistici di Tropea e Pizzo.

Il Porto di Vibo Marina, come evidenziato nel “Piano di sviluppo economico-produttivotriennale 2012-2014” dell’Azienda Speciale per il Porto di Vibo Marina, è una delleinfrastrutture economiche più importanti della provincia e al centro delle strategie disviluppo economico e sociale nel medio-lungo periodo. Gli elementi che hanno favorito losviluppo delle attività portuali sono rinvenibili principalmente nella posizione geografica delporto rispetto ai mercati di riferimento e nella polifunzionalità; il porto non ha solo unavocazione commerciale ma anche turistica e ittica e gioca un ruolo cruciale per la filieracantieristica.

Tuttavia, il Piano triennale evidenzia come tali comparti abbiano operato finora in manieranon integrata e sinergica e ciò ha di fatto trasformato il vantaggio competitivo derivantedalla polifunzionalità in un vincolo. Sono presenti, inoltre, criticità infrastrutturali,istituzionali e finanziarie che hanno rallentato l’affermazione del Porto di Vibo ValentiaMarina nel sistema portuale nazionale. Le prime sono imputabili alla carenza di spazi ebanchine idonee alle moderne tipologie di traffico e di rapida movimentazione di merci; allamancanza di aree destinate all’attività di trasporto dei passeggeri (come ad esempio aree diaccoglienza), di banchine tecnologicamente attrezzate e di altre infrastrutture per lacantieristica navale e per la pesca, oltre che di un moderno ed efficace water frontfunzionale al turismo nautico e croceristico.

Le criticità istituzionali sono strettamente connesse al rinnovo dell’ordinamento nazionaledelle attività portuali verso la definizione di un nuovo quadro di riferimento regolamentare,operativo, trasparente ed omogeneo del sistema portuale. Un’enunciazione codificata eomogenea delle tariffe applicate dalle Autorità portuali per i servizi offerti, ad esempio,contribuirebbe a creare una prospettiva chiara per gli operatori che intendono investire inattività connesse alla risorsa mare. La revisione dell’attuale assetto legislativo dovrebbeessere orientato anche all’ampliamento delle funzioni attribuite all’Autorità Marittima, cheai sensi della legge 84/94 possiede competenze dirette per le attività di programmazione,gestione e amministrazione ma non per il marketing commerciale ed istituzionale.

Page 79: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

A tal proposito nel documento di pianificazione e programmazione per il biennio 2012-2014predisposto dall’Azienda Speciale per il Porto di Vibo Valentia (A.S.P.O. di Vibo Valentia) asupporto dell’azione della Camera di Commercio e degli altri Enti territoriali locali sisottolinea come sia necessario “disporre di una struttura che nel campo del marketingcommerciale e istituzionale, sia in grado di valorizzare le risorse locali, di metterle fra loro “asistema” in modo che possano congiuntamente aumentare e rafforzare le attività presenti inloco, oltreché richiamarne di nuove. L’Autorità Marittima, di fatto, non ha le competenzeprofessionali ed istituzionali per svolgere queste attività, dati i numerosi compiti, legatisoprattutto alla sicurezza ed il controllo degli attracchi, che deve comunque svolgere perlegge. L’ASPO può bene integrare queste competenze andando a svolgere funzioni dipromozione di interventi economici volti allo sviluppo del porto e del suo sistema produttivo,di coordinamento della coesione delle varie competenze istituzionali e di attivatore diinvestimenti pubblici, privati e misti pubblico-privati” (p. 20).

Anche da un punto di vista finanziario sono state riscontrate delle criticità connesse allagestione “centralizzata”; in particolare, il trasferimento delle entrate del Porto di ViboMarina verso gli organi centrali ministeriali e il ri-trasferimento annuale, comunque minimo,attraverso i comuni programmi di gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria, rendepoco agevole l’amministrazione complessiva dell’infrastruttura e allunga i “tempi” con effettinegativi sul bilancio.

Nell’ultimo decennio gli attori istituzionali locali hanno messo in campo diversi interventi perpotenziare il ruolo del porto; la Camera di Commercio, ad esempio, ha incoraggiato esostenuto la costituzione dell’ASPO, avvenuta nell’ottobre del 2009, come centro operativodi coordinamento delle progettualità e delle attività relative al rilancio e valorizzazionedell’area portuale di Vibo Marina, facendosi carico di proporre o supportare studiprogettuali importanti come quelli per:

- il prolungamento del molo di sopraflutto;

- il potenziamento dei collegamenti tra le aree industriali ed il porto anche in ad unapossibile attivazione di servizi ro-ro tipo “autostrada del mare”;

- la riqualificazione funzionale ed architettonica dell’area muro paraonde del MoloGenerale Malta e della banchina Cortese per lo sviluppo di un water front attrezzato efortemente attrattivo per il turismo nautico e crocieristico e per servizi ricreativi e dicommercio al consumo;

- la progettazione di una stazione marittima con scuola di formazione profesisonale edarea direzionale in grado di offrire servizi logistici agli operatori portuali dei settoriturismo, nautica e pesca;

- la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale lungo costa che unisca i poli di Vibo Marinae Pizzo.;

- la riqualificazione funzionale delle aree ex-Saima.

Il Porto ha ospitato, inoltre, diversi eventi fieristici: dal 2008 l’Ente Camerale, insieme allaCapitaneria di Porto e alla Consulta Economica Portuale Santa Venere, organizza la “Fiera

Page 80: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Nautica della Calabria” per promuovere l’immagine e le potenzialità del Porti di Vibo Marinae dell’intero comparto nautico-cantieristico regionale. Nello specifico la Fiera ha lo scopo di:i) favorire la commercializzazione dei prodotti e servizi per la nautica da diporto; ii)promuovere l’offerta di prodotti e servizi connessi alla risorsa mare; iii) sostenere edincoraggiare le relazioni produttive e commerciali tra imprese del settore nautico regionale,nazionale ed estero in un’ottica di filiera. Nei vari anni sono state organizzate diversemanifestazioni (sportive, gastronomiche, promozionali, ecc.) per far conoscere e vivere ilporto di Vibo e questa azione ha incoraggiato l’iniziativa locale associativa che con leistituzioni locali hanno consentito di sviluppare ulteriormente la visibilità dell’area portualecome palcoscenico ricreativo per il tempo libero e lo shopping.

Obiettivo fondamentale, deve, tuttavia divenire l’attivazione di interventi di ampiavalorizzazione in chiave di marketing territoriale dell’intera area costiera sviluppando inparticolare progetti in grado di creare forti interconnessioni funzionali, sia con le altreinfrastrutture di trasporto, in particolare con l’Aeroporto di Lamezia terme, che con gli altricentri regionali ad alta densità demografica ed economica.

E’ questo, d’altra parte, un aspetto generale della regione. L’assenza di un collegamentointermodale e l’isolamento gestionale e organizzativo dei porti della regione rappresentano,infatti, le criticità più rilevanti del sistema portuale calabrese. L’Amministrazione regionalepunta a rimuovere tali problematicità secondo le linee strategiche e operative definite nel“Master Plan per lo sviluppo della portualità calabrese”. I porti calabresi attualmenteoperano senza una logica di sistema, condizionando negativamente lo sviluppo dell’attivitàdiportistica nella regione. Nonostante la posizione geografica baricentrica della Calabriarispetto al Mediterraneo, la regione non dispone di un sistema di infrastrutture adeguato ecompetitivo, in grado di rispondere in modo qualificato alla domanda di diportismo.

Gli interventi di riqualificazione e ammodernamento delle infrastrutture portuali dellaregione sono orientati a colmare i ritardi esistenti, anche se, come evidenziato nel “MasterPlan”, solo “una politica di valorizzazione integrata che miri alla riqualificazione,potenziamento e creazione di nuove infrastrutture, allo sviluppo delle professionalitànecessarie e, conseguentemente, ad una gestione manageriale adeguata” consentiranno difar emergere le potenzialità della portualità calabrese.

Il Porto di Vibo Marina è stato individuato nel “Master Plan” come uno dei 4 poli del sistemacrocieristico del bacino del Mediterraneo, in particolare per gli itinerari del MediterraneoCentro-occidentale che interessano il Mar Tirreno e le coste della Spagna. Ciò favorirà nonsolo l’inserimento della struttura portuale vibonese nelle rotte nazionali ed internazionali maavrà effetti diretti anche sull’industria turistica locale. Come si evidenzia nel documento “ iporti turistici presuppongono sempre uno sviluppo elevato dell’industria turisticacomplessiva, con un’offerta a terra (e nel retroterra) storico – culturale, paesaggistico –ambientale, gastronomica e di servizi ricettivi molto variegata. Nel percorso di progettazione

Page 81: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

e di costruzione dei porti turistici è necessario pertanto tenere presente che, ferma restandola garanzia di una organizzazione infrastrutturale e gestionale che ne assicuri la massimafunzionalità, siano quanto più possibile integrati con i retroterra territoriali ed urbani. Unporto turistico è, per sua natura, uno “spazio di relazione”, ha le caratteristiche di una“piazza”, dove anche chi non dispone di un ormeggio può ricercare funzioni commercialicollegate alla pesca, o a servizi pubblici e collettivi che costituiscono una vera estensione diservizi urbani”.

Ciò vale anche per le attività nautiche, un settore che nel Porto di Vibo Marina riveste unruolo cruciale e che è in continua espansione. Gli interventi di ammodernamentodell’infrastruttura sono finalizzati a rimuovere le carenze di tale comparto, ed in particolarequelle connesse alla logistica di tutti quei servizi tecnici e commerciali di interesse per idiportisti e tali da spingerli ad allungare il periodo di permanenza31.

Un punto di forza della Blue Economy vibonese è rinvenibile nel patrimonio ittico. Ilcomparto della pesca, nato dalle antiche tradizioni delle tonnare che operavano inparticolare nelle aree di Pizzo e di Bivona, è uno dei settori strategici sia per l’economialocale che regionale, in quanto strettamente connesso all’industria alimentare, ristorativa eturistica. Tale comparto potrebbe assumere un peso ancor più consistente in seguito allaprogrammazione e attuazione di interventi orientati a rimuovere le criticità attuali, fra cui:l’obsolescenza delle attrezzature nautiche per la pesca; insufficiente strutturazione dellafiliera e mancanza di coordinamento e comunicazione con il contesto economico eistituzionale; disaggregazione dell’offerta e bassa capacità di penetrazione dei mercati.

Quest’ultimo aspetto rappresenta un vincolo non solo per le imprese del cluster marittimoma per tutto il settore produttivo vibonese e calabrese, che si caratterizza per la presenzadiffusa di imprese di piccole dimensione e scarsamente integrate secondo una logica difiliera. Difatti, le micro-imprese sono sovente sottoposte ad una doppia penalizzazione: nonpossono beneficiare né delle economie di scala, proprie delle imprese di grandi dimensioni,né delle economie di rete e di integrazione, specifiche dei sistemi interconnessi di piccoleimprese.

Le direttrici delineate dall’ASPO nel Piano triennale 2012-2014 sono orientate areinterpretare il ruolo e le funzioni del porto per creare un’infrastruttura capace di trainarela Blue economy locale e divenire un fattore di coesione economica territoriale. Tuttavia, lasua capacità di traino è fortemente condizionata dall’asset organizzativo e gestionale dellastruttura, dalla mission e dalla sua capacità di interagire sia con gli operatori esteri che conquelli locali.

Un ruolo strategico giocano anche le policy regionali e nazionali che devono contribuire daun lato a rimuovere gli ostacoli e dall’altro a potenziare i punti di forza per far sì che la BlueEconomy possa acquisire un maggior peso e ruolo nell’economia locale e regionale.

31 Cfr. (2002), Camera di Commercio di Vibo Valentia, il Sistema produttivo portuale di Vibo Marina, a cura di M.Caruso Frezza, M.A. Ferri e M. Elmi

Page 82: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Figura 36 Matrice SWOT della Blue Economy vibonese

In tale ambito di interesse è l’iniziativa dei Gruppi d’Azione Costiera (GAC)32, promossi eattuati da partenariati costituiti fra soggetti pubblici rappresentativi del territorio,organizzazioni di produttori della pesca, soggetti privati singoli o associati, imprese diacquacoltura e di trasformazione e altri operatori economici. I GAC sostengono larealizzazione di interventi sia strutturali che immateriali e promozionali finalizzati avalorizzare le aree costiere e i prodotti della pesca e dell’acquacoltura; preservarel’occupazione nel settore ittico; promuovere la qualità dell’ambiente costiero. I comuni

32 I GAC vengono finanziati attraverso il Programma Operativo FEP – Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013,nell’ambito dell’“Asse Prioritario 4” per lo sviluppo sostenibile delle zone di pesca.

Page 83: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

costieri della provincia di Vibo ricadono nel GAC “Costa degli Dei” che interessa la costatirrenica vibonese, nonché quella tirrenica catanzarese33.

8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ED INDICAZIONI DI POLICY34

Nel presente report sono stati illustrati i principali risultati dell’attività di ricerca condottacon l’obiettivo di definire una perimetrazione dell'economia del mare vibonese, checonsenta di fare riferimento ad uno strumento economico-statistico per la programmazionee l'attuazione di interventi di sviluppo del cluster marittimo regionale.

Si tratta di un filone di studio e ricerca che negli ultimi anni sta suscitando un crescenteinteresse, sia a livello nazionale che comunitario, per la rilevanza che i cluster del marerivestono a supporto dello sviluppo economico ed occupazionale.

In particolare, la Commissione europea, nella comunicazione del 13 settembre 2012 “BlueGrowth. Opportunies for marine sustainable growth”, ha evidenziato come i compartieconomici connessi al cluster marittimo abbiano generato occupazione per quasi 5 milioni dipersone ed un valore aggiunto di circa 500 miliardi di euro, stimando che nel 2020dovrebbero assumere valori pari rispettivamente a 7 milioni e 600 miliardi di euro circa.

In Italia, in base ai dati presentati nel “Secondo rapporto sull’economia del mare”, le attivitàeconomiche riconducibili alla Blue Economy nel 2011 hanno prodotto una ricchezza di 41miliardi di euro e dato occupazione a circa 800 mila unità.

Nella realtà vibonese l’economia del mare ha generato un valore aggiunto di 138,7 milioni dieuro, pari al 12,5% della ricchezza prodotta da tale comparto a livello regionale; sul versanteoccupazionale il numero di addetti afferenti al sistema del mare sono circa 3mila, poco più diun decimo di quelli regionali.

In questo quadro, il lavoro realizzato può rappresentare una base di partenza importante perdisegnare gli ambiti settoriali di intervento delle politiche a favore dell’economia del mare.Difatti, consente di indentificare quali siano i comparti e le eventuali connessioni di filiera edi sistema della Blue Economy; e ciò non è banale, nel momento in cui, anche per via deicrescenti limiti e vincoli di bilancio, il policy maker decide di intervenire a favore del settore,complessivamente considerato ovvero in ambiti più ristetti e in specifici contesti territoriali.Ciò consente di definire azioni più mirate ed efficaci. E’ importante, infatti, che leAmministrazioni approntino politiche e strumenti congrui con i fabbisogni effettivi dellefiliere del mare che si intendono sostenere. Politiche indiscriminate, standardizzate, unicheper tutte le attività e in tutti i contesti territoriali sono spesso poco utili. Sono necessariepiuttosto politiche e strumenti tarati sulle specificità e sulle caratteristiche delle diversematrici “settori del mare – territori di insediamento”. Di conseguenza, ciò “costringe” le

33 Si veda: www.ittical.eu/i-gac/presentazione-dei-gac.html34 Si fa presente che quanto espresso in questo capitolo è frutto delle riflessioni condotte dal gruppo di lavorosulle criticità ed i punti di forza dell’economia del mare vibonese e regionale e, pertanto, in questa sede,rimanendo nell’ambito nei limiti propri di un rapporto di analisi come questo, non vengono ad essereimpegnate le scelte strategiche ed operative presenti e future dell’Ente camerale.

Page 84: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Amministrazioni pubbliche a conoscere in dettaglio i fabbisogni espliciti e latenti deidifferenti ambiti di intervento, le loro criticità e potenzialità. Solo la conoscenzaapprofondita dei loro bisogni può consentire alle istituzioni l’individuazione di progettistrategici di alto impatto sul tessuto delle attività economiche del mare e finalizzare conrigore le risorse pubbliche, evitando così il rischio di mettere in essere progetti con effettisocioeconomici limitati.

Su un piano più concreto, ad esempio, nel caso di interventi di incentivazione alle imprese, laperimetrazione della Blue Economy consente di fare riferimento in maniera oggettiva allaclassificazione Ateco-Istat per l’individuazione delle attività economiche ammissibili. Infunzione degli obiettivi di sviluppo che si vogliono conseguire e delle strategie e dellepolitiche che si intendono implementare, le Amministrazioni pubbliche possonoagevolmente identificare l’insieme delle attività legate all’economia del mare, le singolefiliere (Filiera ittica, Industria delle estrazioni marine, Filiera della cantieristica, Servizi dialloggio e ristorazione, ecc.) o specifiche categorie di attività economica.

Oltre a questo aspetto di carattere metodologico, nell’ambito dello studio, si possono poirintracciare degli elementi su contenuti e forme di sostegno per il rafforzamento dei sistemidell’economia del mare provinciale e regionale. Ovviamente, in coerenza con gli obiettividell’indagine e la tipologia dei soggetti coinvolti, si tratta di indicazioni che riguardano inparticolare la sfera economico-produttiva dell’economia del mare, anche se interseca altriambiti (istituzionale, sociale, ecc.).

Emergono, nello specifico, alcuni spunti su cui ragionare per poter delineare e attuarepolitiche di intervento a sostegno dell’economia del mare, relativamente sia alle condizionidi contesto che al sistema delle imprese marittime.

Riqualificare le infrastrutture portuale e creare un sistema portuale regionale

Come evidenziato nel “Master Plan per lo sviluppo della portualità calabrese” della RegioneCalabria: “Negli ultimi decenni le attività turistico ricreative e quelle diportistiche hannoassunto un peso sempre maggiore fino a diventare una delle componenti fondamentalidell’intero comparto turistico di tutte le zone costiere dei paesi del Mediterraneo […] laCalabria nel suo complesso, fino ad oggi, non sono stati in grado di rispondere con unaadeguata e competitiva offerta; infatti la maggior parte delle disponibilità si riferisce adaccosti di fortuna, spesso localizzati in infrastrutture prive di servizi […] e di idoneeattrezzature per l’attracco, l’alaggio e la riparazione delle imbarcazioni”.

L’Azienda speciale per il Porto di Vibo Valentia ha individuato nel documento diprogrammazione per il biennio 2012-2014 delle direttrici strategiche e operative perrimuovere le carenze esistenti e creare un’infrastruttura che possa contribuire in modorilevante allo sviluppo economico e occupazionale dell’area. La strategia di interventogenerale per il potenziamento e lo sviluppo del porto di Vibo è quella di intensificare la suavocazione di infrastruttura polifunzionale, promuovendo quegli interventi infrastrutturali cheassicurino uno sviluppo equilibrato tra i principali segmenti di traffico, ovvero commerciale,crocieristico, peschereccio e diportistico.

Page 85: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Il processo di riqualificazione del sistema portuale vibonese deve essere supportato, inoltre,dall’individuazione di un modello di governance che, sulla base delle normative vigenti,definisca ed implementi gli strumenti e le strategie per rilanciare la Blue Economy a livellolocale partendo dal porto.

Accanto a politiche orientate a riqualificare i sistemi portuali regionali sarebbe auspicabileperseguire politiche di sviluppo che favoriscano la creazione di un sistema portuale regionaleintegrato, ovvero la realizzazione di connessioni strategiche e funzionali fra i porti calabresi.Ciò favorirebbe la definizione di un modello di gestione unitario, la creazione di un sistema diservizi omogeneo e di alta qualità, soprattutto con riferimento al diporto nautico, unapianificazione integrata delle attività, condizioni indispensabili per attrare nuovi turisti econquistare nuovi mercati35.

Sostenere l’integrazione fra i principali nodi di trasporto

Lo sviluppo della portualità deve rientrare in un progetto di più ampio respiro volto allarealizzazione di un sistema logistico integrato fra i principali nodi di trasporto: per quanto unporto possa avere una dotazione infrastrutturale ineccepibile, questa può essere resamaggiormente produttiva se connessa con le altre infrastrutture di mobilità. Ciò vale nonsolo per i porti commerciali ma anche per i porti turistici, che generano impatti sul contestosociale ed economico solo se correlati con i principali nodi di trasporto terrestri checonsentono di accedere ai servizi turistici e alle eccellenze culturali e ambientali36.

In tale direzione si muovono ad esempio i progetti di promozione messi in campo dalleistituzioni vibonesi per potenziare il marketing territoriale, come ad esempio gli accordi tra ilPorto e l’aeroporto di Lamezia Terme per ampliare l’offerta dei servizi di trasporto.

Incentivare le reti di imprese

La creazione di reti fra imprese della stessa filiera e di filiera diverse rappresenta uno deicardini su cui intervenire per rendere maggiormente competitive le attività produttivevibonesi collegate alla risorsa mare. La ridotta dimensione aziendale insieme alla scarsapropensione a collaborare ha rappresentato finora un fattore frenante per lo sviluppocompetitivo delle aziende. Le singole imprese, com’è noto, non possono fare riferimento ad

35 “L’integrazione tra porti vicini, infatti, evita la dispersione delle risorse, la duplicazione delle iniziative edottimizza l’utilizzo dell’esistente sul territorio di riferimento. In proposito, le Regioni del Sud Italia hannoavviato iniziative tese al potenziamento dei trasporti quali la costituzione dell’Autorità Portuale del Levante, ingrado di integrare i porti di Bari, Manfredonia e Monopoli, per l’integrazione anche merceologica che in alcunetipologie di merci ha un aspetto rilevante. Sempre a titolo indicativo anche la Regione Campania utilizza unsistema portuale, costituito da Napoli e Salerno che con l’azione di Logistica, unica agenzia regionale per lapromozione della logistica, imposta la strategia per lo sviluppo dei traffici containerizzari e Ro Ro; anche laRegione Sicilia sta avviando l’integrazione tra Catania, Ragusa e Siracusa con l’intento di offrire una rete basatasull'offerta dei principali segmenti dell'attività marittima, dunque, non soltanto il classico commercio, ma ancheturistico derivante dal passaggio delle crociere, o dal solo traffico containers, o anche dal cabotaggio e daldiporto” (Lunghi, 2013). 36 Cfr. A.S.PO. Vibo Valentia, Piano di sviluppo economico-produttivo triennale 2012-2014, a cura di A.Cozzo, M.Caruso Frezza, D. Romeo .

Page 86: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

accumuli organizzativi e imprenditoriali in grado di consentirne il “salto” gestionale,economico e produttivo. Per crescere e divenire maggiormente competitive, le impresedovranno perseguire anche la via della rete, della collaborazione strategica con le altreimprese locali e con quelle esterne. In tal senso, un’indicazione di intervento per rafforzare ilsistema delle imprese connesse alla risorsa mare, riguarda la promozione di reti settoriali eintersettoriali. La densità di tali relazioni è sovente all’origine del successo delle attivitàimprenditoriali che, proprio grazie alle reti, possono godere di economie di agglomerazione,di scopo, di specializzazione, migliorando così sia le performance economico-produttive siale capacità competitive. Peraltro, la formalizzazione di modalità di cooperazione fra impreseè stata disciplinata negli ultimi anni, in risposta alle esigenze delle aziende di fare riferimentoa strumenti normativi flessibili, quali il contratto di rete37

I terreni più fertili per avviare forme di cooperazione tra le imprese sono da individuareprioritariamente in quelle misure che possono contribuire ad abbattere i costi aziendali,aumentando la forza contrattuale dei singoli, oppure di raggiungere nuovi e più vasti mercatidi sbocco. Ad esempio, per l’acquisto collettivo di materie prime e servizi reali; perprogettare e realizzare percorsi formativi per imprenditori e dipendenti; per attivare processicongiunti di innovazione di prodotto, di processo, tecnologica ed organizzativa; perpromuovere e commercializzare i prodotti e i servizi (attraverso la partecipazione a fiere, larealizzazione di campagne di comunicazione integrata, ecc.).

Si tratta di interventi che le imprese singolarmente considerate possono perseguiredifficilmente, per via dei limiti dimensionali che le caratterizzano e, conseguentemente, perla carenza di risorse finanziarie, organizzative e manageriali.

Rafforzare il ruolo delle istituzioni intermedie

La promozione e la creazione di coalizioni tra imprese e amministrazioni pubbliche, diistituzioni intermedie specificamente tarate sullo sviluppo ed interconnessione delle attivitàeconomiche afferenti alla risorsa mare, rappresenta un’altra politica pubblica da sostenereper favore il rafforzamento delle industrie del cluster marittimo.

Gli incentivi alla creazione e allo sviluppo di reti tra le imprese e le istituzioni locali/regionalisono strumenti decisivi anche nelle politiche a sostegno del settore della Blue Economy cheoltre a favorire il consolidamento delle imprese esistenti, possono contribuire a sostenerel’individuazione e lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali e promuovere la nascita diattività economiche innovative connesse alla risorsa mare, come visto ad esempio nel casodei Gruppi di Azione Costiera (GAC) promossi a valere del PO FEP 2007-2013.

Promuovere azioni di sistema

La via interna ed esterna al rafforzamento degli operatori economici della Blue Economyvibonese, ed in generale di quelli calabresi, passa poi per la programmazione e l’attivazionedi mirate azioni di sistema, in primo luogo di carattere informativo e di coinvolgimento degli

37 Cfr. Decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n.33, art. 3, commi 4-ter e 4-quater, e s.m.i. recante la disciplina del contratto di rete.

Page 87: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

attori interessati proprio sulle politiche e sugli interventi che si intendono attivare, comevisto ad esempio nel caso dei Gruppi di Azione Costiera (GAC) promossi a valere del PO FEP2007-2013.

L’esperienza maturata in diversi ambiti settoriali, infatti, insegna che un prerequisitoindispensabile per il successo delle politiche è insito nell’effettiva capacità dei soggettidestinatari di conoscere e di sapere utilizzare i servizi e gli incentivi offerti. Senza questacapacità, il rischio è che le politiche siano inefficaci e che risorse pubbliche vadano disperse.Soprattutto le piccole imprese, come quelle del cluster marittimo, esprimono normalmenteuna debole domanda effettiva di servizi e una bassa partecipazione a sistemi diincentivazione, testimoniata dall’insufficiente utilizzo dell’offerta potenziale di servizidisponibile. Nella realtà, accade spesso che le imprese che più avrebbero bisogno diutilizzare i servizi e le risorse messe a disposizione dalle politiche pubbliche per rafforzare leloro capacità competitive, sono quelle che meno vi fanno ricorso, in quanto meno dotatesotto il profilo delle competenze interne e di reti relazionali. Viceversa, le imprese piùstrutturate, ossia quelle che meno avrebbero bisogno di aiuti pubblici, sono quelle chesfruttano più intensamente gli incentivi. In questo quadro uno strumento “generalista” che,ad esempio, potrebbe essere “veicolato” a sostegno del settore del mare è rappresentatodagli incentivi previsti dalla Zone Franche Urbane (ZFU).

Individuate con Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, le ZFU sono delle areeall’interno degli agglomerati urbani interessate da fenomeni di degrado sociale e/oeconomico. In tali aree, per far fronte a tali problematicità, è stato previsto un intervento asupporto delle micro e piccole imprese (avviate a partire dal 1° gennaio 2008) attraverso laconcessione di incentivi e agevolazioni fiscali e previdenziali, riguardanti l'esenzione percinque anni dalle principali imposte (sui redditi, IRAP e ICI), nonché l'esonero dal versamentodei contributi previdenziali.

Le ZFU in Calabria sono localizzate nelle città di Corigliano Calabro, Cosenza, Crotone,Lamezia Terme, Reggio Calabria, Rossano e Vibo Valentia.

Il bando per l’attuazione dell’intervento in favore delle micro e piccole imprese localizzatenelle Zone Franche Urbane (ZFU) della Regione Calabria è stato adottato con decretodirettoriale MISE del 13 gennaio 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27gennaio 2014 (con scadenza fine aprile 2014). La dotazione finanziaria complessiva per laCalabria è di circa 55 milioni di euro, di cui 6,5 destinati alle ZFU della citta di Vibo Valentia.

Page 88: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

APPENDICE

Aggiornamento dei dati macroeconomici relativi all’economia del mare nella provincia diVibo Valentia al 31/12/2013

L’analisi che segue vuole essere un aggiornamento dei dati al 2013 in coerenza con il “TerzoRapporto sull’Economia del Mare” (realizzato da Unioncamere-SI.Camera 38) presentato loscorso 30 aprile a Gaeta in occasione degli “Stati Generali delle Camere di Commerciosull’Economia del Mare”. Entrando nel merito dei dati, nel 2013 risultano registrate sulterritorio nazionale circa 180mila imprese riconducibili all’economia del mare, pari a circa il3% del totale delle imprese dell’intera economia.

La provincia di Vibo Valentia nel proprio tessuto imprenditoriale presenta 767 impresecollegate all’economia del mare. In termini assoluti il dato non sembra particolarmentesignificativo ma se ponderato alle dimensioni economiche della provincia, risulta inveceessere di rilievo. Infatti in termini di incidenza sul totale dell’economia, tali impreserappresentano il 6% del totale imprenditoriale provinciale.

Un dato significativamente maggiore rispetto a quello della regione Calabria, dovel’incidenza si ferma al 4,1% del totale delle imprese (il dato regionale è in linea con la mediaMezzogiorno e superiore a quella nazionale). Nel dettaglio dei singoli settori, nella provinciadi Vibo Valentia il maggior numero di realtà della blue economy appartiene al settore deiservizi di alloggio e ristorazione legati al turismo marino (450 imprese), seguito da quellodella filiera ittica (130) e dal settore delle attività sportive e ricreative 39 (98).

In termini percentuali, dalla distribuzione delle filiere considerate si evince come il settoredei servizi di alloggio e ristorazione comprenda il 58,6% del totale delle imprese riconducibiliall'economia del mare della provincia. Il secondo comparto, in termini di numerosità, èquello della filiera ittica con il 17%, mentre le attività sportive e ricreative rappresentano il12,8% del totale imprenditoriale del sistema mare di Vibo Valentia. I restanti settori sonopresenti con quote non particolarmente significative. La composizione delle impreseregistrate rispecchia la vocazione della provincia di Vibo Valentia verso un’economia del

38 Cfr. Unioncamere-SI.Camera, “Terzo Rapporto sull’Economia del Mare”, Roma, 2014. Si precisa che il perimetro delle attività economiche collegate all’economia del mare non è stata alterata rispetto all’edizione del “Secondo Rapporto sull’Economia del Mare”. L’unica differenza risiede nel fatto che i dati sulle imprese per l’anno 2013 presentati nel Terzo Rapporto sull’Economia del Mare non prevedono l’ambito delle “non classificate”, in quanto quest’ultime sono state attribuite ai vari settori di attività economica attraverso procedimento di stima statistica.

39 Si ricorda che riguardo ai servizi di alloggio e ristorazione e alle attività sportive e ricreative sono state prese in considerazioni le imprese localizzate nei comuni costieri, come proxy del turismo marino.

Page 89: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

turismo e un’economia ittica più tradizionale, entrambe accomunate da forti elementi distagionalità.

Imprese registrate nelle filiere dell'economia del mare a Vibo Valentia, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (valori assoluti e incidenze percentuali)

Vibo Valentia CALABRIA Mezzogiorno ITALIA

Filiera ittica 130 1.278 16.596 33.952

Industria delle estrazioni marine 3 102 353 528

Filiera della cantieristica 32 634 8.885 28.139

Movimentazione di merci e passeggeri via mare 34 262 4.386 11.017

Servizi di alloggio e ristorazione 450 3.529 31.779 71.845

Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale 20 263 2.292 5.915

Attività sportive e ricreative 98 1.298 13.047 28.188

TOTALE ECONOMIA DEL MARE 767 7.366 77.338 179.584

Incidenza % totale economia 6,0 4,1 3,9 3,0

Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

Confrontando le risultanze della provincia di Vibo Valentia con quelle della regione Calabriaemergono alcune differenze, quali un peso maggiore, nella media regionale, sia del settoredelle attività sportive e ricreative (17,6% contro il 12,8% della provincia) sia del settore dellaricerca, regolamentazione e tutela ambientale (3,6 contro 2,6%).

Struttura settoriale delle imprese dell'economia del mare nella provincia di Vibo Valentia, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (composizioni percentuali)

Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

Page 90: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione, anche se rimane quello predominante anche alivello regionale, ha un peso minore rispetto alla provincia di Vibo Valentia (47,9 contro 58,6%); mentre riguardo al settore della filiera ittica, il peso è pressoché identico sia a livello provinciale che regionale.

In termini di valore aggiunto prodotto, nel corso del 2013 l'economia del mare pesasull’intera economia della provincia di Vibo Valentia per un 6,6% del totale (141,2 milioni dieuro in termini assoluti prodotti dalla blue economy). Una percentuale che èconsiderevolmente superiore a quella nazionale (dove questo comparto contribuisce per il3%) e a quella regionale (3,8%). Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione ha prodotto 80milioni di valore aggiunto nel corso del 2013 e costituisce il comparto che più ha contribuitoalla produzione complessiva del sistema mare della provincia. Il settore dell'attività diricerca, regolamentazione e tutela ambientale ha prodotto un valore aggiunto di 16,6 milionidi euro; quello della filiera ittica di 15,7 milioni di euro e, infine, il settore dellamovimentazione di merci e passeggeri via mare 10,5 milioni di euro.

Valore aggiunto ai prezzi di base correnti nelle filiere dell'economia del mare nella provincia di Vibo Valentia,in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (valori assoluti in milioni di euro e incidenze percentuali)

Vibo Valentia CALABRIA Mezzogiorno ITALIA

Filiera ittica 15,7 86,5 1.435,4 3.146,9

Industria delle estrazioni marine 3,9 19,2 444,4 2.340,1

Filiera della cantieristica 6,4 67,8 1.015,5 5.916,4

Movimentazione di merci e passeggeri via mare 10,5 157,2 1.995,1 6.933,4

Servizi di alloggio e ristorazione 80,0 453,2 4.716,6 12.933,1

Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale 16,6 255,8 3.618,2 7.632,6

Attività sportive e ricreative 8,1 83,2 858,3 2.583,3

TOTALE ECONOMIA DEL MARE 141,2 1.122,9 14.083,6 41.485,7

Incidenza % totale economia 6,6 3,8 4,4 3,0

Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

La distribuzione percentuale del valore aggiunto mostra come il settore dei servizi di alloggioe ristorazione contribuisca per il 56% al prodotto totale del sistema mare della provincia diVibo Valentia nel 2013. Il secondo comparto della relativa graduatoria è il settore dellaricerca, regolamentazione e tutela ambientale con l'11,8% del totale.

La filiera ittica pesa per l'11,1% e il settore della movimentazione di merci e passeggeri viamare per il 7,4%. In maniera analoga, anche a livello regionale si conferma il primato delsettore dei servizi di alloggio e ristorazione (40,4% del totale prodotto del sistema mare dellaCalabria), mentre la seconda quota di composizione del valore aggiunto, pari al 22%,appartiene alla ricerca, regolamentazione e tutela ambientale; il terzo settore per la regioneCalabria, con una quota del 14%, diventa la movimentazione di merci e passeggeri via mare.Questi esiti mostrano come i comparti della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale e

Page 91: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

dei trasporti marittimi, a fronte di un numero di imprese relativamente inferiore ad altrisettori producano un valore aggiunto maggiore.

Struttura settoriale del valore aggiunto prodotto dall'economia del mare nella provincia di Vibo Valentia, inCalabria, nel Mezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (composizioni percentuali)

Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

Nel 2013, nella provincia di Vibo Valentia il comparto dei servizi di alloggio e ristorazioneconta 1.670 occupati (su un totale provinciale nell’economia del mare di 3.158), mentre nellafiliera ittica si registrano 455 occupati e nel settore dell’attività di ricerca, regolamentazionee tutela ambientale 333 occupati. In generale, l'economia del mare, nella provincia di ViboValentia incide sull’economia complessiva provinciale in termini di occupazione, per l’8,5%.Un risultato decisamente maggiore rispetto all'incidenza a livello nazionale che si ferma al3,3%. A livello regionale, invece, l'insieme delle filiere del mare incidono per il 5,1% deltotale degli occupati.

Occupati nelle filiere dell’economia del mare a Vibo Valentia, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (valori assoluti e incidenze percentuali)

Vibo Valentia CALABRIA Mezzogiorno ITALIA

Filiera ittica 455 3.103 53.872 93.464

Industria delle estrazioni marine -- 102 1.920 7.456

Filiera della cantieristica 204 2.402 28.802 135.347

Movimentazione di merci e passeggeri via mare 202 3.268 32.569 89.625

Servizi di alloggio e ristorazione 1.670 9.482 113.687 296.657

Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale 333 4.020 61.889 123.204

Attività sportive e ricreative 286 2.908 25.297 63.075

TOTALE ECONOMIA DEL MARE 3.158 25.284 318.036 808.827

Incidenza % totale economia 8,5 5,1 5,6 3,3

(--) Dato statisticamente non significativo. I totali comprendono comunque anche i dati non significativi.Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

Page 92: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

La distribuzione percentuale mostra come nella provincia di Vibo Valentia, nel 2013, il 52,9%degli occupati nel sistema economico marino sia impiegato nel settore dei servizi di alloggioe ristorazione. Nella filiera ittica il 14,4% del totale, mentre il 10,6% è occupato nel settoredella ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. Nella regione Calabria si registra unadistribuzione dei lavoratori nei settori dell'economia del mare significativamente diversarispetto alla provincia di Vibo Valentia. Nel 2013, a livello regionale, infatti, il 37,5% èimpiegato nei servizi di alloggio e ristorazione; il 15,9% nel settore della ricerca,regolamentazione e tutela ambientale; il 12,9% nel settore della movimentazione di merci epasseggeri via mare; il 12,3% nella filiera ittica e l'11,5% nelle attività sportive e ricreative.

Struttura settoriale degli occupati dell'economia del mare nella provincia di Vibo Valentia, in Calabria, nelMezzogiorno e in Italia

Anno 2013 (composizioni percentuali)

Fonte: Unioncamere-SI.Camera, Terzo Rapporto sull’Economia del Mare, 2014

Da questi risultati, riassumendo, si può argomentare come nella provincia di Vibo Valentia,nel 2013, in termini di numerosità delle imprese registrate e degli occupati i settorifondamentali siano i servizi di alloggio e ristorazione e la filiera ittica. Mentre osservando lacomposizione del valore aggiunto prodotto si osserva che i due comparti che contribuisconoin maniera sostanziale al totale prodotto nella provincia sono ancora una volta i servizi dialloggio e ristorazione, assieme, questa volta, al settore della ricerca, regolamentazione etutela ambientale. In generale, riepilogando, nel territorio vibonese, l'economia del marerappresenta: il 5,6% del totale delle imprese registrate; il 6,6% del valore aggiunto totaleprodotto; l'8,5% del totale degli occupati.

Page 93: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO

ASSOPORTI e CENSIS, La portualità come fattore di sviluppo e modernizzazione. Analisi dell’impattoeconomico e occupazionale dei porti commerciali italiani, 2008.

Azienda Speciale per il Porto di Vibo Valentia, Piano di sviluppo economico-produttivo triennale 2012-2014, a cura di A Cozzo, M.Caruso Frezza, D.Romeo

Camera di Commercio di Crotone, “Infrastrutture, leva per lo sviluppo del territorio. Proposte dellatask force per il sistema infrastrutturale provinciale”, Quaderni n° 1, 2011

Camera di Commercio di Reggio Calabria, L’economia del mare in provincia di Reggio Calabria, 2012.

Camera di Commercio di Vibo Valentia, Il sistema produttivo portuale di Vibo Marina, 2002 a cura diM.Caruso Frezza, M.Ferri,M.Elmi

CNEL, “Il sistema portuale italiano tra esigenze di riforma e difficoltà congiunturali”, Atti di Convegno,Roma 3 febbraio 2009

Commissione Europea, Libro Blu “Una politica marittima integrata per l'Unione europea”, 2007

Commissione Europea, “Blue Growth. Opportunities for marine sustainable growth”, 2012

Federazione del Mare – Censis (2011), IV Rapporto sull’economia del mare, 2011, Franco Angeli

Ferrero G., Fortezza F., “Processi di creazione del valore e sistemi locali di imprese nel settore dellanautica da diporto”, Piccola Impresa/ Small Business, n. 3, 2005, pp. 73-107.

ISMEA, Il settore ittico in Italia, Check up 2008, Roma, 2009.

Lunghi, “I porti italiano: lo stato dell’arte e le prospettive di sviluppo”, 2013, www.contabilita-pubblica.it

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Relazione sull’attività delle Autorità Portuali”, 2013www.mit.gov.it

Regione Calabria, “Master Plan per lo sviluppo della portualità calabrese”, 2012

Retecamere e Istituto Tagliacarne, Rapporto SistemaMare. Imprese, filiere e territori, MiPAF, 2010

SRM, Trasporto marittimo e sviluppo economico. Scenari internazionali, analisi del traffico eprospettive di crescita, 2012, Giannini Editore

The European House – Ambrosetti, “Il rilancio della portualità e della logistica italiana come levastrategica per la crescita e la competitività del paese”, 2013

Unioncamere, “Stati generali dell’Economia del Mare delle Camere di Commercio”, 2012

Unioncamere, Camcom Universitas mercatorum, Secondo rapporto sull’economia del mare, 2013

UnionTrasporti e ISNART, Portualità turistica e commerciale: fruizione e qualità dei servizi nellosviluppo del sistema portuale, 2009.

http://www.ittical.eu

Page 94: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

http://www.omnipizzo.altervista.org

http://pmrcostadeglidei.weebly.com

ALLEGATI

Allegato 1a Perimetrazione della Blue Economy: le attività economiche in base allaclassificazione Ateco 2007

SettoreCodice

Ateco 2007(5 cifre)

Descrizione attività

Filiera ittica

03.11.0 Pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi03.21.0 Acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare e servizi connessi

10.20.0Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura eccetera

10.41.3 Produzione di oli e grassi animali grezzi o raffinati10.85.0 Produzione di pasti e piatti pronti (preparati, conditi, cucinati e confezionati)32.12.2 Lavorazione di pietre preziose e semipreziose per gioielleria e per uso industriale46.38.1 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca freschi46.38.2 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca congelati, surgelati, conservati, secchi46.38.3 Commercio all'ingrosso di pasti e piatti pronti47.23.0 Commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi47.81.0 Commercio al dettaglio ambulante di prodotti alimentari e bevande

Industria delle estrazioni marine

06.10.0 Estrazione di petrolio greggio06.20.0 Estrazione di gas naturale07.10.0 Estrazione di minerali metalliferi ferrosi

07.29.0 Estrazione di altri minerali metalliferi non ferrosi

08.12.0 Estrazione di ghiaia, sabbia; estrazione di argille e caolino

08.93.0 Estrazione di sale

Filiera della cantieristica

26.51.1 Fabbricazione di strumenti per navigazione, idrologia, geofisica e meteorologia26.70.1 Fabbricazione di elementi ottici e strumenti ottici di misura, controllo e precisione30.11.0 Cantieri navali per costruzioni metalliche e non metalliche30.12.0 Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive

33.15.0Riparazione e manutenzione di navi commerciali e imbarcazioni da diporto (esclusi i loro motori)

33.20.0 Installazione di macchine ed apparecchiature industriali38.31.2 Cantieri di demolizione navali

46.14.0Intermediari del commercio di macchinari, impianti industriali, navi e aeromobili, macchine agricole, macchine per ufficio, attrezzature per le telecomunicazioni, computer e loro periferiche

46.69.1 Commercio all'ingrosso di mezzi ed attrezzature di trasporto

46.69.9Commercio all'ingrosso di altre macchine e attrezzature per l'industria, il commercio e la navigazione

47.64.2 Commercio al dettaglio di natanti e accessoriMovimentazioni di merci e passeggeri via mare

50.10.0 Trasporto marittimo e costiero di passeggeri50.20.0 Trasporto marittimo e costiero di merci50.30.0 Trasporto di passeggeri per vie d'acqua interne (inclusi i trasporti lagunari)50.40.0 Trasporto di merci per vie d'acqua interne52.22.0 Attività dei servizi connessi al trasporto marittimo e per vie d'acqua52.24.2 Movimento merci relativo a trasporti marittimi e fluviali52.29.1 Spedizionieri e agenzie di operazioni doganali52.29.2 Intermediari dei trasporti, servizi logistici65.12.0 Assicurazioni diverse da quelle sulla vita

Page 95: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

SettoreCodice

Ateco 2007(5 cifre)

Descrizione attività

77.34.0 Noleggio di mezzi di trasporto marittimo e fluvialeServizi di alloggioe ristorazione

55.10.0 Alberghi55.20.1 Villaggi turistici

Servizi di alloggioe ristorazione

55.20.2 Ostelli della gioventù55.20.4 Colonie marine e montane

55.20.5Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence, alloggio connesso alle aziende agricole

55.30.0 Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte

55.90.2 Alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero56.10.1 Ristorazione con somministrazione; ristorazione connessa alle aziende agricole56.10.5 Ristorazione su treni e navi

Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

72.11.0 Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie

72.19.0Altre attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria

84.12.3Regolamentazione dell'attività degli organismi preposti alla gestione di progetti per l'edilizia abitativa e l'assetto del territorio e per la tutela dell'ambiente

84.13.5Regolamentazione degli affari e servizi concernenti la costruzione di opere per la navigazione interna e marittima

84.13.6 Regolamentazione degli affari e servizi concernenti i trasporti e le comunicazioni84.22.0 Difesa nazionale

85.32.0Istruzione secondaria di secondo grado di formazione tecnica, professionale e artistica (istituti tecnici, professionali, artistici, ecc.)

85.53.0 Autoscuole, scuole di pilotaggio e nautiche94.99.6 Attività di organizzazioni per la promozione e la difesa degli animali e dell'ambiente

Attività sportive e ricreative

77.21.0 Noleggio di attrezzature sportive e ricreative79.11.0 Attività delle agenzie di viaggio79.12.0 Attività dei tour operator

79.90.1Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio

79.90.2 Attività delle guide e degli accompagnatori turistici93.12.0 Attività di club sportivi93.19.1 Enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi93.19.9 Attività sportive nca93.21.0 Parchi di divertimento e parchi tematici93.29.1 Discoteche, sale da ballo night-club e simili93.29.2 Gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali93.29.3 Sale giochi e biliardi93.29.9 Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca

Fonte: Unioncamere, Camcom Universitas Mercatorum (2013)

Page 96: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Allegato 1b Attività economiche del “sistema allargato” della Blue Economy vibonese

SettoreCodice

Ateco 2007(5 cifre)

Descrizione attività

Filiera ittica

03.11.0 Pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi

03.21.0 Acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare e servizi connessi

10.20.0Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura ecc.

46.38.1 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca freschi46.38.2 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca congelati, surgelati, conservati, secchi47.23.0 Commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi47.81.0 Commercio al dettaglio ambulante di prodotti alimentari e bevande

Industria delle estrazioni marine

08.12.0 Estrazione di ghiaia, sabbia; estrazione di argille e caolino

Filiera della cantieristica

30.11.0 Cantieri navali per costruzioni metalliche e non metalliche30.12.0 Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive

33.15.0Riparazione e manutenzione di navi commerciali e imbarcazioni da diporto (esclusi i loro motori)

33.20.0 Installazione di macchine ed apparecchiature industriali

46.14.0Intermediari del commercio di macchinari, impianti industriali, navi e aeromobili, macchine agricole, macchine per ufficio, attrezzature per le telecomunicazioni, computer e loro periferiche

46.69.9Commercio all'ingrosso di altre macchine e attrezzature per l'industria, il commercio e la navigazione

47.64.2 Commercio al dettaglio di natanti e accessori

Movimentazioni di merci e passeggeri via mare

50.10.0 Trasporto marittimo e costiero di passeggeri50.20.0 Trasporto marittimo e costiero di merci52.22.0 Attività dei servizi connessi al trasporto marittimo e per vie d'acqua52.29.2 Intermediari dei trasporti, servizi logistici77.34.0 Noleggio di mezzi di trasporto marittimo e fluviale

Servizi di alloggioe ristorazione

55.10.0 Alberghi55.20.1 Villaggi turistici

55.20.5Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence, alloggio connesso alle aziende agricole

55.30.0 Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte

55.90.2 Alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero56.10.1 Ristorazione con somministrazione; ristorazione connessa alle aziende agricole

Attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale

72.11.0 Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie

72.19.0Altre attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria

85.32.0 Istruzione secondaria di secondo grado di formazione tecnica, professionale e artistica

85.53.0 Autoscuole, scuole di pilotaggio e nautiche

Attività sportive e ricreative

77.21.0 Noleggio di attrezzature sportive e ricreative79.11.0 Attività delle agenzie di viaggio79.12.0 Attività dei tour operator

79.90.1Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio

93.19.1 Enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi93.19.9 Attività sportive nca93.21.0 Parchi di divertimento e parchi tematici93.29.2 Gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali93.29.3 Sale giochi e biliardi93.29.9 Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat-ASIA e Infocamere (2013)

Page 97: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Allegato 2a Imprese del “sistema allargato” dell’economia del mare” per comune e filiera (valori assoluti)

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazioni marine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economiadel Mare

Acquaro 1 - - - - - - 1Briatico 3 - - 4 22 2 3 34Brognaturo 1 - - - - 1 - 2Cessaniti 1 - - 1 - - - 2Dinami 2 - - - - - - 2Fabrizia 2 - - - - - - 2Filadelfia 4 - - - - - - 4Filogaso 1 - 1 - - - - 2Francavilla A. 1 - - - - - - 1Francica 1 - - - - - - 1Gerocarne 4 - 1 - - - - 5Jonadi 2 - 1 1 - - - 4Joppolo - - 1 - 11 - 1 13Limbadi - - - - - 1 - 1Maierato 4 - 1 - - - - 5Mileto 30 - - - - - - 30Monterosso C. 1 - - - - - - 1Nardodipace 1 - - - - - - 1Nicotera 7 - 1 - 16 - 6 30Parghelia 3 - - - 24 - 1 28Pizzo 21 - 6 - 43 1 2 73Ricadi 8 - 1 3 113 1 7 133San Calogero 10 - - - - - - 10San Costantino C. 1 - - - - - - 1Serra San Bruno 2 - - - - - - 2Sorianello 3 - - - - - - 3Soriano C. 17 - - - - - - 17Spilinga 2 - - 1 - - - 3Tropea 22 - - 4 67 2 14 109Vazzano 1 - - - - - - 1Vibo Valentia 25 2 16 13 62 13 21 152Zambrone - - - - 25 - 2 27Zungri - - - 1 - - - 1Totale 181 2 29 28 383 21 57 701

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 2b Imprese del “sistema allargato” dell’economia del mare” per comune e filiera(% riga)

Page 98: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazioni marine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economiadel Mare

Acquaro 100 - - - - - - 100Briatico 8,8 - - 11,8 64,7 5,9 8,8 100Brognaturo 50,0 - - - - 50,0 - 100Cessaniti 50,0 - - 50,0 - - - 100Dinami 100 - - - - - - 100Fabrizia 100 - - - - - - 100Filadelfia 100 - - - - - - 100Filogaso 50,0 - 50,0 - - - - 100Francavilla A. 100 - - - - - - 100Francica 100 - - - - - - 100Gerocarne 80,0 - 20,0 - - - - 100Jonadi 50,0 - 25,0 25,0 - - - 100Joppolo - - 7,7 - 84,6 - 7,7 100Limbadi - - - - - 100 - 100Maierato 80,0 - 20,0 - - - - 100Mileto 100 - - - - - - 100Monterosso C. 100 - - - - - - 100Nardodipace 100 - - - - - - 100Nicotera 23,3 - 3,3 - 53,3 - 20,0 100Parghelia 10,7 - - - 85,7 - 3,6 100Pizzo 28,8 - 8,2 - 58,9 1,4 2,7 100Ricadi 6,0 - 0,8 2,3 85,0 0,8 5,3 100San Calogero 100 - - - - - - 100San Costantino C. 100 - - - - - - 100Serra San Bruno 100 - - - - - - 100Sorianello 100 - - - - - - 100Soriano C. 100 - - - - - - 100Spilinga 66,7 - - 33,3 - - - 100Tropea 20,2 - - 3,7 61,5 1,8 12,8 100Vazzano 100 - - - - - - 100Vibo Valentia 16,4 1,3 10,5 8,6 40,8 8,6 13,8 100Zambrone - - - - 92,6 - 7,4 100Zungri - - - 100 - - - 100Totale 25,8 0,3 4,1 4,0 54,6 3,0 8,1 100

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 2c Imprese del “sistema allargato” dell’economia del mare” per comune e filiera(% colonna)

Page 99: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazioni marine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economiadel Mare

Acquaro 0,6 - - - - - - 0,1Briatico 1,7 - - 14,3 5,7 9,5 5,3 4,9Brognaturo 0,6 - - - - 4,8 - 0,3Cessaniti 0,6 - - 3,6 - - - 0,3Dinami 1,1 - - - - - - 0,3Fabrizia 1,1 - - - - - - 0,3Filadelfia 2,2 - - - - - - 0,6Filogaso 0,6 - 3,4 - - - - 0,3Francavilla A. 0,6 - - - - - - 0,1Francica 0,6 - - - - - - 0,1Gerocarne 2,2 - 3,4 - - - - 0,7Jonadi 1,1 - 3,4 3,6 - - - 0,6Joppolo - - 3,4 - 2,9 - 1,8 1,9Limbadi - - - - - 4,8 - 0,1Maierato 2,2 - 3,4 - - - - 0,7Mileto 16,6 - - - - - - 4,3Monterosso C. 0,6 - - - - - - 0,1Nardodipace 0,6 - - - - - - 0,1Nicotera 3,9 - 3,4 - 4,2 - 10,5 4,3Parghelia 1,7 - - - 6,3 - 1,8 4,0Pizzo 11,6 - 20,7 - 11,2 4,8 3,5 10,4Ricadi 4,4 - 3,4 10,7 29,5 4,8 12,3 19,0San Calogero 5,5 - - - - - - 1,4San Costantino C. 0,6 - - - - - - 0,1Serra San Bruno 1,1 - - - - - - 0,3Sorianello 1,7 - - - - - - 0,4Soriano C. 9,4 - - - - - - 2,4Spilinga 1,1 - - 3,6 - - - 0,4Tropea 12,2 - - 14,3 17,5 9,5 24,6 15,5Vazzano 0,6 - - - - - - 0,1Vibo Valentia 13,8 100 55,2 46,4 16,2 61,9 36,8 21,7Zambrone - - - - 6,5 - 3,5 3,9Zungri - - - 3,6 - - - 0,1Totale 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 3 Comuni della provincia per indici di specializzazione nelle filiere della BlueEconomy

Page 100: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

ComuneEconomi

a delmare

Filieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Parghelia 5,82 0,63 - - - 8,98 - 1,12Ricadi 4,29 0,40 - 0,33 0,54 6,46 0,26 2,44Briatico 3,50 0,30 - - 15,84 4,09 1,61 3,19Zambrone 3,14 - - - - 4,82 - 2,68Tropea 2,66 1,51 - - 3,31 3,11 0,93 4,30Maierato 2,58 11,00 - 0,66 - - - -Joppolo 1,51 - - 2,72 - 1,91 - 5,72Nicotera 1,33 2,07 - 0,63 - 1,17 - 2,32Vibo Valentia 1,04 0,93 3,90 2,76 1,93 0,80 3,35 1,65Pizzo 0,66 1,19 - 1,09 - 0,55 0,19 0,25Brognaturo 0,62 1,34 - - - - 10,68 -Soriano Calabro 0,41 1,75 - - - - - -Mileto 0,38 1,62 - - - - - -Spilinga 0,30 1,11 - - 0,86 - - -Nardodipace 0,26 1,11 - - - - - -San Calogero 0,23 0,99 - - - - - -Dinami 0,19 0,83 - - - - - -Sorianello 0,18 0,76 - - - - - -Filogaso 0,17 0,36 - 3,63 - - - -Gerocarne 0,15 0,52 - 1,32 - - - -Vazzano 0,15 0,63 - - - - - -Fabrizia 0,10 0,42 - - - - - -Francavilla A. 0,10 0,42 - - - - - -Cessaniti 0,09 0,13 - - 1,42 - - -Jonadi 0,06 0,09 - 1,36 0,24 - - -Filadelfia 0,06 0,27 - - - - - -Acquaro 0,06 0,26 - - - - - -Monterosso C. 0,06 0,24 - - - - - -Zungri 0,05 - - - 1,06 - - -San Costantino C. 0,04 0,18 - - - - - -Francica 0,03 0,15 - - - - - -Serra San Bruno 0,02 0,10 - - - - - -Limbadi 0,02 - - - - - 0,70 -

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 4 Attività economiche del “nucleo” della Blue Economy vibonese per filiera (*) e criterio di riferimento (**)

Page 101: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Criterio FilieraCodice Ateco

2007Descrizione attività

Criterio 1

A

03.11.0 Pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi03.21.0 Acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare e servizi connessi

10.20.0Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura ecc.

46.38.1 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca freschi46.38.2 Commercio all'ingrosso di prodotti della pesca congelati, surgelati, conserv.47.23.0 Commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi

C

30.11.0 Cantieri navali per costruzioni metalliche e non metalliche30.12.0 Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive33.15.0 Riparazione e manutenzione di navi commerciali e imbarcazioni da diporto 47.64.2 Commercio al dettaglio di natanti e accessori

D

50.10.0 Trasporto marittimo e costiero di passeggeri50.20.0 Trasporto marittimo e costiero di merci52.22.0 Attività dei servizi connessi al trasporto marittimo e per vie d'acqua77.34.0 Noleggio di mezzi di trasporto marittimo e fluviale

G 93.29.2 Gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali

Criterio 2

B 08.12.0 Estrazione di ghiaia, sabbia; estrazione di argille e caolino

E

55.10.0 Alberghi55.20.1 Villaggi turistici

55.20.5Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence, alloggio connesso alle aziende agricole

55.30.0 Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte55.90.2 Alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero56.10.1 Ristorazione con somministrazione; ristorazione connessa alle aziende agr.

G

77.21.0 Noleggio di attrezzature sportive e ricreative79.11.0 Attività delle agenzie di viaggio79.12.0 Attività dei tour operator

79.90.1Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio

93.19.1 Enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi93.19.9 Attività sportive nca93.21.0 Parchi di divertimento e parchi tematici93.29.3 Sale giochi e biliardi93.29.9 Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca

Criterio 3

A 47.81.0 Commercio al dettaglio ambulante di prodotti alimentari e bevande

C

33.20.0 Installazione di macchine ed apparecchiature industriali

46.14.0Intermediari del commercio di macchinari, impianti industriali, navi e aeromobili, macchine agricole, macchine per ufficio, attrezzature per le telecomunicazioni, computer e loro periferiche

46.69.9Commercio all'ingrosso di altre macchine e attrezzature per l'industria, il commercio e la navigazione

D 52.29.2 Intermediari dei trasporti, servizi logistici

F

72.11.0 Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie

72.19.0Altre attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria

85.32.0Istruzione secondaria di secondo grado di formazione tecnica, professionale e artistica (istituti tecnici, professionali, artistici, ecc.)

85.53.0 Autoscuole, scuole di pilotaggio e nautiche

Fonte: nostra elaborazione

Legenda:

(*) Filiere: A Filiera Ittica, B Industria delle estrazioni marine, C Filiera della cantieristica, D Movimentazione dimerci e passeggeri via mare, E Servizi di alloggio e ristorazione, F Attività di ricerca, regolamentazione e tutelaambientale, G Attività sportive e ricreative.

Page 102: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

(**) Criterio 1: attività economiche strettamente legate alla risorsa mare (ad es. pesca, costruzione diimbarcazioni da diporto e sportive, trasporto marittimo di passeggeri/merci, ecc.);

Criterio 2: attività economiche collegate alla risorsa mare secondo il vincolo localizzativo della distanza di 5 kmdalla costa (ad es. alberghi, ristoranti, intermediari dei trasporti, attività di club sportivi, ecc.) il cui elenco èottenuto mediante georeferenziazione

Criterio 3: attività economiche non riconducibili alle precedenti che evidenziano legami con l’economia del mareattraverso altri elementi (ad esempio, imprese il cui oggetto sociale richiama esplicitamente la risorsa mare).

Allegato 5a Imprese del “nucleo” dell’economia del mare per comune e filiera(valori assoluti)

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazioni marine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economiadel Mare

Briatico 3 - - 3 22 2 3 33Cessaniti 1 - - 1 - - - 2Dinami 1 - - - - - - 1Filadelfia 2 - - - - - - 2Francavilla A. 1 - - - - - - 1Jonadi - - - 1 - - - 1Joppolo - - 1 - 11 - 1 13Limbadi - - - - - 1 - 1Maierato 4 - 1 - - - - 5Nicotera 7 - - - 16 - 6 29Parghelia 3 - - - 24 - 1 28Pizzo 21 - 6 - 43 1 2 73Ricadi 8 - 1 3 111 1 7 131Serra San Bruno 1 - - - - - - 1Soriano C. 1 - - - - - - 1Spilinga 2 - - 1 - - - 3Tropea 22 - - 4 66 2 14 108Vibo Valentia 25 2 10 12 62 9 20 140Zambrone - - - - 25 - 2 27Zungri - - - 1 - - - 1Totale 102 2 19 26 380 16 56 601

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 5b Imprese del “nucleo” dell’economia del mare per comune e filiera(% riga)

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazioni marine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz. di merci epasseggerivia mare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz.e tutela

ambientale

Attivitàsportive

ericreative

Economiadel Mare

Briatico 9,1 - - 9,1 66,7 6,1 9,1 100

Page 103: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Cessaniti 50,0 - - 50,0 - - - 100Dinami 100 - - - - - - 100Filadelfia 100 - - - - - - 100Francavilla A. 100 - - - - - - 100Jonadi - - - 100 - - - 100Joppolo - - 7,7 - 84,6 - 7,7 100Limbadi - - - - - 100 - 100Maierato 80,0 - 20,0 - - - - 100Nicotera 24,1 - - - 55,2 - 20,7 100Parghelia 10,7 - - - 85,7 - 3,6 100Pizzo 28,8 - 8,2 - 58,9 1,4 2,7 100Ricadi 6,1 - 0,8 2,3 84,7 0,8 5,3 100Serra San Bruno 100 - - - - - - 100Soriano C. 100 - - - - - - 100Spilinga 66,7 - - 33,3 - - - 100Tropea 20,4 - - 3,7 61,1 1,9 13,0 100Vibo Valentia 17,9 1,4 7,1 8,6 44,3 6,4 14,3 100Zambrone - - - - 92,6 - 7,4 100Zungri - - - 100 - - - 100Totale 17,0 0,3 3,2 4,3 63,2 2,7 9,3 100

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)

Allegato 5c Imprese del “nucleo” dell’economia del mare per comune e filiera(% colonna)

ComuneFilieraittica

Industriadelle

estrazionimarine

Filiera dellacantieristica

Movimentaz.di merci e

passeggeri viamare

Servizi dialloggio e

ristorazione

Attività diricerca,

regolamentaz. etutela

ambientale

Attivitàsportive ericreative

Economiadel Mare

Briatico 2,9 - - 11,5 5,8 12,5 5,4 5,5Cessaniti 1,0 - - 3,8 - - - 0,3Dinami 1,0 - - - - - - 0,2

Page 104: L’economia del mare della provincia di Vibo Valentia · L’economia del mare: un inquadramento 6 ... Nel secondo capitolo viene esplorato il ruolo del mare e delle attività economiche

105

Filadelfia 2,0 - - - - - - 0,3Francavilla A. 1,0 - - - - - - 0,2Jonadi - - - 3,8 - - - 0,2Joppolo - - 5,3 - 2,9 - 1,8 2,2Limbadi - - - - - 6,3 - 0,2Maierato 3,9 - 5,3 - - - - 0,8Nicotera 6,9 - - - 4,2 - 10,7 4,8Parghelia 2,9 - - - 6,3 - 1,8 4,7Pizzo 20,6 - 31,6 - 11,3 6,3 3,6 12,1Ricadi 7,8 - 5,3 11,5 29,2 6,3 12,5 21,8Serra San Bruno 1,0 - - - - - - 0,2Soriano C. 1,0 - - - - - - 0,2Spilinga 2,0 - - 3,8 - - - 0,5Tropea 21,6 - - 15,4 17,4 12,5 25,0 18,0Vibo Valentia 24,5 100 52,6 46,2 16,3 56,3 35,7 23,3Zambrone - - - - 6,6 - 3,6 4,5Zungri - - - 3,8 - - - 0,2Totale 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: elaborazioni su dati Istat – ASIA e Infocamere (2013)