LEADER SI LEADER NO

2
RONCHI & PARTNERS STRATEGIES to COMPETE Business Design & Strategy Ronchi & Partners work in the marketing strategies consulting, specially focused on industrial branches with a high innovation level. Ronchi & Partners capitalize the twenty-year-experience of a management consulting team which distinguish itself by the complementary character of its competences, transparency, sense of ethics and responsibility in action. LEADERSHIP .. Ma ….. l’imprenditore (perché tale) … ….è un Leader ? La letteratura in materia di Leadership è vastissima e quindi prendo a prestito una delle tante citazioni che recita: “il leader deve essere in grado di immaginare gli scenari e convincere gli altri che la sua visione è da seguire” Quindi ….. Tutto nasce da una visione . Può sembrare banale, ovvio e scontato associare Parigi alla torre Eiffel. Se proviamo a tornare indietro nella memoria di oltre un secolo ci accorgiamo che poi tanto banale e scontato non lo è. Se Eiffel non avesse avuto questa “ futuribile e moderna visione nel voler realizzare un opera, intuendoche avrebbe sfidato le conoscenze dell’epoca , ritenuta ardita ed azzardata e nella totale diffidenza di tutti coloro i quali noi oggi chiamiamo Stackolders , oggi , Parigi sarebbe associabile ad una altro simbolo probabilmente rappresentante il passato remoto. Potremmo parlare di tante “visioni “ appartenute a soggetti del passato ma preferisco prendere in considerazione visioni più moderne di cui ne siamo fruitori (per lo meno coloro i quali sono genitori ) ovvero Disney nella sua modernissima “ visione” dei parchi giochi e tematici. All’inaugurazione del parco tematico Disneyword un giornalista chiese al figlio Roy se non fosse dispiaciuto del fatto che il padre non potesse vedere con i propri occhi questa meravigliosa realizzazione ottenendo come risposta che questo è un grande equivoco in quanto suo padre lo aveva già pre visto” nella sua mente è già ne aveva goduto” nell’immaginare di momenti di felicità e spensieratezza delle famiglie che avrebbero visitato con i loro bambini il suo parco divertimenti. Viene quindi da chiedersi calzando le scarpe di Eiffel e di tanti meno noti quanto grande e contagioso sia stato il suo “entusiasmoe quanta” audacia sociale e resistenza mentale ” abbia egli avuto in sé per superare e convincere gli altri passo dopo passo sino arrivare alla fine. Chissà quanta maturità” , empatiaed energia” egli ha speso e profuso per orientarei suoi collaboratori verso un obiettivo irto di rischi e trappolespingendoli a misurarsi su molte cose non note. Quanta passione” e coscienziositàavrà egli profuso agli altri per tale successo e quanta “perseveranza,senza passare a soluzioni di astuzia, avrà chiesto a sé stesso in un “equilibrio emotivo” non certo semplice. Viene ancora da chiedersi … quale sia stato il “modello di profittoche questi “Leader” avevano nella loro mente prima ancora di un banale conto o ritorno economico. Sono personalmente convinto che il vero modello nella loro mente sia stato il modello emozionale socialeovvero l’obiettivo di far scaturire una “emozione” in tutti coloro i quali avrebbero ammirato l’opera e, sopra tutto , tutti e non pochi” perché questa rappresenta lo sviluppo di una comunità di qualsiasi dimensione essa sia. Poco se ne parla del modello di profitto in un momento in cui ogni informazione verte solo ed esclusivamente all’ economia e capace unicamente di attenuare la speranza ed inibire i sogni. Ma ……. l’imprenditore (perché tale) …… è un Leader ? Se è vero che “ l’imprenditore” fa del “ rischio” il proprio mestiere significa dire, in altre parole, che egli è disposto a rischiare il tutto” nel senso più lato del concetto. Quindi egli dovrebbe avere una “visione” che fortemente dovrebbe “ sostenere” e dovrebbe essere disposto a giocarsi “il tutto” pur di realizzarla; quindi dovrebbe essere un vero “leader carismatico” capace di convincere”, anche in momenti così difficili, tutti gli stackholders (in particolare quelli sociali); quindi dovrebbe essere un leader a cui preme molto lo “sviluppo” della comunità ed il benessere, in particolare psicologico, dei suoi collaboratori e delle Risorse Umane più in generale. Se la sequenza logica espressa è corretta, potremmo quindi affermare che : L’imprenditore … perché tale …. E’… un Leader ! .( non solo formale).

Transcript of LEADER SI LEADER NO

Page 1: LEADER SI LEADER NO

RONCHI & PARTNERS

STRATEGIES to COMPETE

Business Design & Strategy

Ronchi & Partners work in the marketing strategies consulting, specially focused on industrial branches with a high innovation level. Ronchi & Partners capitalize the twenty-year-experience of a management consulting team which distinguish itself by the complementary character of its competences, transparency, sense of ethics and responsibility in action.

LEADERSHIP .. Ma ….. l’imprenditore (perché tale) … ….è un Leader ? La letteratura in materia di Leadership è vastissima e

quindi prendo a prestito una delle tante citazioni che recita:

“il leader deve essere in grado di immaginare gli scenari e convincere gli altri che la sua visione è da seguire” Quindi ….. Tutto nasce da una visione .

Può sembrare banale, ovvio e scontato associare Parigi alla torre Eiffel. Se proviamo a tornare indietro nella memoria di oltre un secolo ci accorgiamo che poi tanto banale e scontato non lo è. Se Eiffel non avesse avuto questa “futuribile e moderna visione “ nel voler realizzare un opera, “intuendo” che avrebbe sfidato le conoscenze dell’epoca , ritenuta

ardita ed azzardata e nella totale diffidenza di tutti coloro i quali noi oggi chiamiamo Stackolders , oggi , Parigi sarebbe associabile ad una altro simbolo probabilmente rappresentante il passato remoto. Potremmo parlare di tante “visioni “ appartenute a soggetti del passato ma preferisco prendere in considerazione visioni più moderne di cui ne siamo fruitori (per lo meno coloro i quali sono genitori ) ovvero Disney nella sua modernissima “ visione” dei parchi giochi e tematici. All’inaugurazione del parco tematico Disneyword un giornalista chiese al figlio Roy

se non fosse dispiaciuto del fatto che il padre non potesse vedere con i propri occhi questa meravigliosa realizzazione ottenendo come risposta che questo è un grande equivoco in quanto suo padre lo aveva già “ pre – visto” nella sua mente è già ne aveva “goduto” nell’immaginare di momenti di felicità e spensieratezza delle famiglie che avrebbero

visitato con i loro bambini il suo parco divertimenti. Viene quindi da chiedersi “ calzando le scarpe “ di Eiffel e di tanti meno noti quanto grande e contagioso sia stato il suo “entusiasmo” e quanta” audacia sociale e resistenza mentale ” abbia egli avuto in sé per superare e convincere

gli altri passo dopo passo sino arrivare alla fine. Chissà quanta “maturità” , “empatia” ed “energia” egli ha speso e profuso per “orientare” i suoi collaboratori verso un obiettivo irto di “rischi e trappole” spingendoli a misurarsi su molte cose non note. Quanta “passione” e “coscienziosità” avrà egli profuso agli altri per tale successo e quanta “perseveranza” ,senza passare a soluzioni di astuzia, avrà chiesto a sé stesso in un “equilibrio emotivo” non certo semplice. Viene ancora da chiedersi … quale sia stato il “modello di profitto” che questi “Leader” avevano nella loro mente

prima ancora di un banale conto o ritorno economico. Sono personalmente convinto che il vero modello nella loro mente sia stato il “modello emozionale sociale” ovvero l’obiettivo di far scaturire una “emozione” in tutti coloro i quali avrebbero ammirato l’opera e, sopra tutto , “tutti e non pochi” perché questa rappresenta lo sviluppo di una comunità di qualsiasi dimensione essa sia. Poco se ne parla del

modello di profitto in un momento in cui ogni informazione verte solo ed esclusivamente all’ economia e capace unicamente di attenuare la speranza ed inibire i sogni.

Ma ……. l’imprenditore (perché tale) …… è un Leader ? Se è vero che “ l’imprenditore” fa del “ rischio” il proprio mestiere significa dire, in altre parole, che egli è disposto a rischiare il “tutto” nel senso più lato del concetto.

Quindi egli dovrebbe avere una “visione” che fortemente dovrebbe “sostenere” e dovrebbe essere disposto a

giocarsi “il tutto” pur di realizzarla;

quindi dovrebbe essere un vero “leader carismatico” capace di “convincere”, anche in momenti così difficili,

tutti gli stackholders (in particolare quelli sociali);

quindi dovrebbe essere un leader a cui preme molto lo “sviluppo” della comunità ed il benessere, in particolare psicologico, dei suoi collaboratori e delle Risorse Umane più in generale.

Se la sequenza logica espressa è corretta, potremmo quindi affermare che :

L’imprenditore … perché tale …. E’… un Leader ! .( non solo formale).

Page 2: LEADER SI LEADER NO

RONCHI & PARTNERS

STRATEGIES to COMPETE

Business Design & Strategy

Ronchi & Partners work in the marketing strategies consulting, specially focused on industrial branches with a high innovation level. Ronchi & Partners capitalize the twenty-year-experience of a management consulting team which distinguish itself by the complementary character of its competences, transparency, sense of ethics and responsibility in action.

Appurato che l’imprenditore è un leader, la sua “responsabilità morale” nei confronti degli “altri” va molto al di là di

esprimere una leadership i cui valori sono stati più volte sino qui enunciati. Egli infatti ha la responsabilità morale e sostanziale di far trovare al momento stabilito tutte le risorse (di qualsiasi natura) in misura necessaria e sufficiente al sostegno della Sua Visione.

Se così non fosse, …. allora, non vi sarebbe neppure la Leadership.! Non vorrei però che quanto fino qui esposto creasse unicamente dei malintesi sul vero contenuto delle parole oggi abbondantemente e spesso impropriamente utilizzate e divenute un “gergo” di cui spesso non se ne conosce il vero significato o la riflessione sottesa.

Non vorrei che la Sua “visione” lasciasse il posto alla “negazione dell’etica” e che il “tutto” da giocarsi sia solo

quel poco rimasto non ancora messo al riparo;

non vorrei che il “carisma” lasciasse il posto al “potere” e sia utilizzato per imporsi sugli altri per far ricadere su

loro le cose di solito meno piacevoli;

non vorrei che leadership lasciasse il posto al “posizionamento sociale” ed inteso come l’unica possibilità di

mantenere lo status nella collettività a scapito della stessa;

non vorrei che questa leadership lasciasse il posto alla “astuzia “ premiando – si fa per dire - i collaboratori e gli

altri tutti che in lui hanno creduto, trasferendo loro alla occorrenza le Sue di lui proprie responsabilità e/o errori. Quindi provo a spostare il punto di vista sugli Imprenditori /operatori HR divenuti così specialisti in grado di analizzare e sintetizzare i “valori umani” ricercati attraverso modelli

virtuali capaci di individuare le micro specificità professionali alle quali, tuttavia nelle loro offerte , fanno da perentoria premessa le doti inscindibili di una solida e forte leadership. Non vorrei che agli operatori HR sfuggisse loro di focalizzare per primi i valori etici della imprenditoria confinando unicamente l’imprenditore come “cliente” a cui

fornire un servizio molto ricco di terminologie ed acronimi. Non vorrei …. che tanta Leadership e Talento ….. ……… venisse sciupato. Fortunatamente, il mio “Non Vorrei Che” è certamente una inutile preoccupazione.