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    Laudato Sì / Trivelle NO

    Manuale di sopravvivenza per italiani

    che non vogliono morire fossili

    a cura di

     Angelo Consoli Alfonso Pecoraro Scanio

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    MMXVI

     Aracne editrice int.le S.r.l.

    [email protected]

    via Quarto Negroni,  Ariccia (RM)

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    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

    con qualsiasi mezzo, sono permessi.

    I edizione: aprile 

    CommonsCreative

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    Indice

      Presentazione Alfonso Pecoraro Scanio, Angelo Consoli

      Guida alla lettura

    Parte IUn nuovo modello energetico

    per un mondo senza fossili

      La Terza Rivoluzione Industriale: verso una nuova coscienza biosferica Jeremy Rifkin

      Sviluppo di sistemi intelligenti per la de–carbonizzazione del-l’energia: programmare un futuro rinnovabile per cambiarela società

     Livio de Santoli

    Parte IILa verità su questo referendum

        Referendum: le ragioni delle regioni Piero Lacorazza

      Fermare le trivelle vecchie e nuove! Enzo Di Salvatore

     

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      Lobby del petrolio: a volte tornano Rita Pennarola

      Le ragioni del Sì secondo Greenpeace: accelerare la transizio-ne energetica e l’uscita dai fossili

     Andrea Boraschi

      Votare S per uscire dal “petrolitico” Angelo Consoli

      La questione petrolifera e il referendum del  aprile Luca Pardi

      La vera posta in gioco del referendum anti trivelle Dario Faccini

      Gli scrocconi del fossile Angelo Parisi

      L’intensità occupazionale dell’energia di Terza RivoluzioneIndustriale in un mondo senza fossili

     Angelo Parisi, Antonio Parisi

      Decarbonizzare o trivellare? questo è il dilemma. . .

     Mario Agostinelli

    Parte IIILe tecnologie energetiche

    del futuro nel presente

      Oltre la crisi: l’Italia leader del solare Alfonso Pecoraro Scanio

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      I diritti ambientali del Cittadino Europeo e la Convenzionedi Aarhus

     Liliana Digiacomo

      Senza le donne non c’è “Quorum” Antonella Galeone

      Il S dell’elemento femminile per la tutela di Madre Terra Mirella Batini

      L’enciclica Laudato si’: uno sguardo nuovo sul rapporto frauomo e creato

     Don Virginio Colmegna

      La conversione ecologica per salvare l’uomo e la biosferaGiampiero De Meo

      Vota S se vuoi vivere. Considerazioni esistenziali sul votocontro i fossili nel mondo che cambiaSergio Di Cori Modogliani

    Parte VIEconomia digitale

      Software libero: l’energia delle idee nell’economia della con-divisioneCono Cantelmi

      L’economia digitale e circolare a Roma. L’esperienza dei Ro-ma Makers

     Leonardo Zaccone

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        Il Modulo Eco: gli studenti protagonisti dell’architettura so-stenibile e della rigenerazione urbana

     Francesco Fulvi

    Parte VIIIEconomia e biosfera

    agricoltura, pesca e turismo

        Proteggere le risorse del mare dai fossili

     Rosalba Giugni

        Un Piano Olivicolo Mediterraneo. La diplomazia dell’olio dioliva per una geopolitica di pace

     Angelo Guarini

        L’olivo–terapia: valorizzare le risorse della terra e la culturacontadina col turismo dell’ulivo

     Letizia Cuonzo

        L’amore, ingrediente principale di una cucina che nobilital’uomoSimone Salvini

        Ambiente e agricoltura: la sfida per un nuovo modello disviluppoGianluca Carrabs

        Decarbonizzazione e tutela del lavoro, pilastri di una agricol-tura di Terza Rivoluzione IndustrialeYvan Sagnet 

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    Laudato Sì / Trivelle NO 

    ISBN 978-88-548-9244-6DOI 10.4399/97888548924461pag. 13–14(aprile 2016)

    Presentazione A P S, A C∗

    Questa opera collettiva, a dispetto del suo titolo, e anche delle cir-costanze in cui viene pubblicata, non è un  instant book di quelli chedurano solo una stagione perché legati a un evento particolare, ma èun vero e proprio manifesto collettivo del nuovo mondo, di un futuro

    solare, digitale, ad alta intensità di lavoro, che dia spazio alla creativitàdegli italiani, valorizzando le risorse naturali e quelle umane di unpaese che è molto più avanti della sua classe dirigente.

    Certo, l’occasione di pubblicazione è data dal referendum del  aprile, ma dire   all’abrogazione della norma che prolunga le con-cessioni per alcuni impianti di estrazione, è solo l’occasione, il primopasso per dire a questo mondo nuovo, che in Italia già esiste, ma nonè conosciuto perché i suoi attori lavorano nell’ombra e nell’isolamen-

    to. Con questo libro vogliamo cominciare a far uscire allo scopertole realtà che stanno già fabbricando la Terza Rivoluzione Industriale(TRI) in tutti i settori che stanno preparando l’Italia del futuro. UnaItalia che non è e non può essere fossile.

    Quello del  aprile è un referendum fra due visioni contrappostedel nostro futuro.

    Una, quella del fronte del   o dell’astensione, che non riescea vedere un futuro senza i fossili in una edizione trogloditica dellasindrome di Stoccolma (che porta ad amare i propri carnefici), ed èrassegnata a rimanere in un’era fossile che ormai possiamo definireil “petrolitico”, e l’altra di chi, come noi sostenitori della TRI e dellavisione rifkiniana dell’economia, crede in un futuro solare, in una mo-derna economia digitale e della condivisione, circolare e collaborativa,e in un futuro senza fossili.

    Un futuro senza fossili che gli italiani vogliono fortemente. Nonci pigliamo in giro. Su tanti altri temi siamo un paese spaccato, ma

     Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde. Angelo Consoli,Presidente CETRI-TIRES, Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale.

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      Alfonso Pecoraro Scanio, Angelo Consoli

    quando si tratta di dire  ai fossili e  al solare, gli italiani sono tuttid’accordo. Lo dimostra il sondaggio annuale di IPR Marketing che daun lato certifica un favore per l’energia solare stabilmente oltre l’%

    dei consensi (Fig.  ) mentre il favore verso il petrolio è stabilmenteattestato intorno all’% (e gli altri fossili seguono a ruota Fig. ). Maper un futuro solare ci vuole un piano energetico nazionale che vadain quella direzione e che organizzi la transizione da subito. E il primopasso in questa direzione è votare   al referendum del  aprile.

    Figura . Le fonti di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare.

    Figura . Il favore degli italiani per le energie rinnovabili. I trend.

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    del gruppo che ha promosso il quesito referendario ai sensi dell’articolo della Costituzione, che non è esagerato definire “storico” visto che èil primo che viene indetto per volontà dei Consigli regionali. Il contri-

     buto successivo non poteva che essere del giurista Enzo Di Salvatore,che è l’autore di tutti i quesiti referendari anche quelli su cui non sivoterà perché il governo si è rimangiato le norme in questione, come adesempio il principio di strategicità, indifferibilità, urgenza, pubblica utilità,che rappresentava l’anima stessa del decreto legge “Sblocca Italia” (poiLegge n /), o come la possibilità di esproprio già prima dell’e-sito delle attività di prospezione e ricerca, la facoltà di asservire quotesproporzionate di territorio per costruire infrastrutture funzionali agli

    impianti ed alle attività di trasformazione e trasporto degli idrocarburial di fuori delle aree di concessione, e il trasferimento del diritto didecisione al Presidente del Consiglio, al termine di una procedura–farsache escludeva l’intesa tra Stato ed Enti locali in sede di Conferenza deiServizi. Quindi si può dire che, costringendo il governo a fare una pre-cipitosa marcia indietro, la strategia referendaria ha già vinto. Adessoperò bisogna stravincere, e per farlo bisogna abrogare l’unica norma cheil Governo non si è “rimangiato” (quella sul rinnovo automatico delleconcessioni), votando Sì il  aprile. Nello stesso capitolo il contributodella giornalista Rita Pennarola ci ricorda che la storia della corruzione“fossile” si ripete dal CIP  all’odierno scandalo del petrolio in Basilicata.E per difendere un modello energetico e economico che genera inqui-namento e corruzione, stanno circolando menzogne, manipolazioni emistificazioni da parte di operatori interessati pseudo indipendenti chedifendono interessi gas–petroliferi consolidati, spacciati come “interessedi tutti” quando ormai è chiaro che sono solo interessi di pochi, comespiega magistralmente il contributo di Andrea Boraschi, Direttore della

    campagna “Clima e Energia” di Greenpeace, che smonta con grandis-sima abilità le “balle” del fronte del NO e denuncia anche una precisastrategia di marketing on line che garantisce loro una circolazione smi-surata. Il contributo successivo di Angelo Consoli, ci esorta a uscire dal

     petrolitico, e inquadra esattamente la questione del rapporto fra fontifossili e solari dal punto di vista economico, affrontando, dati di fatto allamano, la problematica dei costi effettivi e non dichiarati, e la proclamata“necessità” del gas metano come fonte di transizione verso un futurorinnovabile, per giungere alla conclusione che la migliore transizioneverso le rinnovabili sono le. . . rinnovabili.

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    I due contributi successivi di Luca Pardi e di Dario Faccini di ASPO–Italia (Sezione italiana dell’Associazione internazionale chestudia il picco del petrolio), sono fondamentali per capire le conse-

    guenze su scala planetaria, e su scala nazionale dell’esaurimento dellefonti energetiche non rinnovabili. I contributi di ASPO Italia rappre-sentano una miniera preziosissima di dati e informazioni utilissimea smontare le argomentazioni pretestuose dei sostenitori dei fossilie a relativizzare l’impatto della eventuale chiusura (a termine) dei  impianti estrattivi oggetto del referendum.

    Con i successivi contributi degli omonimi Angelo e Antonio Pa-risi (il primo ingegnere energetico molto portato per l’economia, il

    secondo economista con un’ampia comprensione delle questioni ener-getiche) si svela la vera ragione per cui gli “scrocconi” delle lobbyfossili vogliono prolungare le concessioni oltre il periodo di scadenza:per evitare di pagare le royalties. Infatti, non solo in Italia imponiamole royalties più basse del mondo, ma permettiamo una “franchigia”annuale sotto la quale le  royalties non si pagano, per cui se si vuoleevitare di pagare, basta mantenere le estrazioni al di sotto di quellafranchigia. Perciò bisogna allungare i tempi anche oltre la scadenzatrentennale della concessione.

    Nel secondo articolo si parla dell’intensità occupazionale del mo-dello energetico rinnovabile di terza Rivoluzione Industriale a frontedi quello fossile che in realtà non crea ma distrugge lavoro per unità dienergia prodotta. Il raff ronto fra i due modelli non lascia alcun dubbiosul fatto che se si vuole creare lavoro, gli impianti fossili vanno chiusi.

    Mario Agostinelli conclude questo capitolo mettendo in risaltocome nelle nostre strategie energetiche è venuto il tempo delle sceltenette: o perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione (in ossequio agli

    impegni presi a Parigi) o continuare a estrarre fossili e emettere gas aeff etto serra.Nella successiva P III innanzitutto Alfonso Pecoraro Scanio ci

    ricorda che le tecnologie per lo sfruttamento della radiazione solareistantanea in tutte le sue forme (vento, calore, biomassa, moto ondosoetc) godono del favore quasi unanime degli italiani, anche se la politicalo dimentica e le ostacola in tutti i modi possibili. Subito dopo NicolaConenna fisico e presidente della HU — The Hydrogen Universityanalizza i sistemi di accumulo che permettono di stabilizzare i flussienergetici rinnovabili sia per il settore residenziale che per quello della

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    mobilità con particolare riferimento all’idrogeno che è la tecnologiapiù vicina ai processi naturali. Ma qual’è il reale contributo e che talitecnologie forniscono al mix energetico e ai consumi elettrici del

    Paese? Assolutamente sorprendente: oltre il  % dei consumi elettrici,con un contributo importante del settore eolico come ci dice il focusspecifico a cura del segretario dell’ANEV, Davide Astiaso Garcia.

    Nella P IV si aff ronta il problema sanitario, cominciando conun contributo di altissimo profilo scientifico, di ISDE–Italia Mediciper l’Ambiente, che è il risultato di un lavoro collettivo dei dottoriGentilini, Romagnoli, Laghi, Di Ciaula e Migaleddu, che spiega qualisono gli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo delle attività di

    perforazione, trivellazione, esplosioni, emissioni in aria e immissioniin acqua e terra di sostanze velenose, cancerogene, tossiche necessarieallo sfruttamento delle fonti fossili. Nel successivo articolo AngeloBarbato e Eloisa Fioravanti disegnano lo scenario “Malattia Zero” incui il modello distribuito della TRI viene applicato alla sanità in unapartita a tutto campo in cui qualunque attività economica deve esserecondotta in modo da minimizzare o annullare impatti negativi sullasalute, e in cui ciascun cittadino diventa “medico” e partecipa in questovero e proprio “Commons della salute” di ispirazione Rifkiniana.Il capitolo si conclude con il contributo del dottor Andrea Gardini,co–fondatore di Slow Medicine, che ci fa ripercorrere le interrelazionidel concetto di sostenibilità con la salute pubblica in un articolo riccoe documentato.

    La P V ci descrive l’abbandono dei fossili dal punto di vistadelle organizzazioni della società civile, cominciando con i consuma-tori, il cui interesse votare Sì e a determinare le scelte energetiche delpaese viene aff ermato da parte di due guru del movimento italiano dei

    consumatori, come Elio Lannutti della ADUSBEF e Rosario Trefilettidella Federconsumatori in un articolo a doppia firma. Seguono le pro-poste per la resurrezione di Brindisi formulate da Marzia Mastrorilliinsieme a tutto il gruppo NAC (No Al Carbone) attivissimo nella cittàdal porto a corna di cervo, massacrata da una industrializzazione scel-lerata che ha devastato le sue risorse naturali e la sua bellezza, senzaperò riuscire a ucciderla del tutto, come dimostra la commoventeesperienza del Retake della storica spiaggia di Santa Apollinara, orga-nizzato proprio dai NAC brindisini in un simbolico passaggio dallaprotesta alla proposta. Segue una riflessione della professoressa Liliana

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    Di Giacomo del Movimento Federalista Europeo sulla necessità diapplicare la Convenzione di Aarhus che impone la consultazione e ilcoinvolgimento dei cittadini in tutte le scelte implicanti un impatto

    sull’ambiente, convenzione che troppo spesso viene convenientemen-te ignorata o dimenticata o ancora peggio ridotta a una farsa svuotatadi ogni contenuto reale come nel caso del gasdotto TAP in Puglia.E sempre dalla Puglia viene il contributo successivo dell’avvocato

     Antonella Galeone che ci ricorda come le donne possano farci rag-giungere il “quorum”. Altro contributo al femminile per una societàsenza trivelle ci viene dalla professoressa Mirella Batini, animatricedell’agguerritissimo gruppo Fratellanza Donne di Genova. In questo

    capitolo non poteva mancare il contributo dei cattolici, che l’enciclica Laudato si’ (richiamata anche nel nostro titolo), ha trasformato nei piùstrenui avvocati di un nuovo rapporto fra l’uomo e il creato, nostra“casa comune”. Ce lo ricorda nel suo contributo don Virginio Col-megna, “prete di strada” e eroe dell’accoglienza di quella Casa dellaCarità che a Milano salva dalla strada e dalle malattie della spietata so-cietà fossile centinaia di persone. Quelle persone che Papa Francescochiama “scarti umani” di una “economia che uccide”. L’imprenditorecattolico Giampiero De Meo, sempre a proposito dell’Enciclica ciricorda come in essa il Papa auspichi il superamento del modello eco-nomico fossile attraverso quella “conversione ecologica” che Rifkindefinisce una nuova coscienza biosferica nella sua narrazione TRI. Ilcapitolo si chiude con il contributo dello scrittore e blogger SergioDi Cori Modigliani, che spiega come votare Sì a questo Referendumsia il primo passo per indirizzare la nostra vita verso il necessario eurgentissimo cambiamento esistenziale. Vivere per lavorare o lavo-rare per vivere? Fare energia per la vita dell’uomo o mettere la vita

    dell’uomo al servizio dell’energia? Il fronte del Sì insomma ha anchele sue ragioni esistenziali.La P VI ci porta sul terreno dell’economia digitale dove il

    fondatore del movimento degli hacker calabresi e teorico del soft-ware libero Nuccio Cantelmi ci ricorda che solo fuori da un sistemaproprietario che ingabbia le idee, queste ultime possono diventareenergia. E leggere il suo contributo ci fa pensare che per andare versoun modello distribuito solo nel campo dell’energia ma anche in quellodell’informazione, è necessario superare i limiti dell’economia pro-prietaria, dei recinti, dei divieti, dell’esclusione, per diventare inclusivi

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    e portatori sani di idee e di azioni vitali nella nuova economia digitale.Come racconta Leonardo Zaccone, co–fondatore dei “Roma Makers”,una storia di riscatto sociale attraverso la manifattura digitale, di ser-

    vizi alla comunità e formazione nelle scuole che anticipa un futuroche in molte scuole romane è già presente. Così come è il presentedell’imprenditoria moderna l’esperienza della manifattura digitaledell’architetta e imprenditrice Michela Montanini che a Parma si èinventata un nuovo prodotto e un nuovo mercato proprio grazie allastampa D. E anche a Taranto, il movimento dei Makers e dell’econo-mia digitale rappresenta la speranza del dopo ILVA, come ci spiegaGaetano L’Assainato presidente della CNA jonica e iniziatore di un

    progetto di economia digitale che è nato intorno agli Arduino day, esi sta sviluppando come  aggregatore di start up visionarie che fannoriferimento a nuovi prodotti e servizi perfettamente integrati nelledinamiche dell’economia circolare. Centri di ricerca visionari come ilCETMA di Brindisi forniscono la “materia prima” per nuovi prodotti,oggetti e servizi ottenuti con nuovi materiali provenienti dal riciclo dimateria e nuovi processi produttivi digitali e circolari, che significanosperanza per chi è atterrito dalla fine catastrofica del moloch dell’in-dustria dell’acciaio. Un modo gioioso e creativo di rispondere SI! nonsolo al quesito referendario, ma anche alla angosciosa domanda: “C’èvita dopo l’ILVA?”.

    Ma questa nuova economia digitale ha bisogno di una nuova mo-neta digitale, una nuova etica e un nuovo quadro di norme. Ce neparlano rispettivamente Stefano Cappon animatore dell’esperienzadel Tibex, la moneta parallela digitale accreditabile con una App sullosmartphone, Antonio Persici della fondazione IES, Impresa Etica eSostenibile, e l’avvocato siciliano Carmelo Giurdanella, che identifica i

    punti critici dell’attuale legislazione e propone le necessarie modificheper la rapida espansione dell’economia digitale e dell’internet dellecose.

    La P VII ci dice come la digitalizzazione dell’economia nonpuò essere sostenuta da modelli formativi e educativi obsoleti, compe-titivi e antiquati nati nella seconda rivoluzione industriale. L’appren-dimento in una società collaborativa, condivisiva e digitale non puòpiù essere basato su criteri individualistici e competitivi. Il primo con-tributo in tal senso ci vine da Valentina Intra e il gruppo del SolarLab dell’Istituto Natta di Bergamo. Leggete con quanta padronanza

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    terminologica e con quanta passione questi ragazzi e ragazze per lamaggior parte non ancora maggiorenni parlano di solare termodina-mico, fotovoltaico, sistemi di accumulo, trasmissione in rete. E leggete

    con quanta passione parlano dell’energia solare come di una ener-gia di pace nel cui segno creare rapporti e condividere conoscenzecon coetanei di paesi, culture e religioni diverse, ma che condividonolo stesso sole. Mentre il petrolio e i fossili rimangono una causa dimorte, guerre, divisioni, soff erenze umane e terrorismo, quelle solarisono fonti di pace, e fratellanza come dimostra il loro progetto “NewEnergy & Young Minds”. Ma le nuove tecnologie energetiche di ori-gine solare possono anche contribuire a creare e dimostrare nuovi

    paradigmi nell’educazione ambientale, come dimostra l’intervista aKamil Jelinek dell’innovativa azienda Horizon. Far giocare un bambi-no con una automobilina a idrogeno telecomandata con una app chetrasforma lo smartphone in un telecomando giroscopico, racchiudein se tutti i principali messaggi dell’economia digitale e dell’energiasostenibile della TRI e dimostra quanto si possa diventare creativiquando si abbandonano i paradigmi del pensiero e dell’educazionefossile.

    Infine in questo capitolo, l’architetto Francesco Fulvi ci parla dellaesperienza del modulo ecosostenibile progettato e realizzato a scopodidattico dimostrativo dai suoi studenti a Parma.

    La P VIII ci parla di risorse naturali agricoltura, turismo, mare.Rosalba Giugni, Presidente di Mare Vivo, ricorda a tutti l’importanzaper l’essere umano del suo “grande fratello blu” anche come risorsaeconomica, evitando di indulgere nella contrapposizione fra scenarimarini o alpini incontaminati e la retorica fossile, come se solo que-st’ultima fosse portatrice di benefici economici. È stupefacente per

    esempio l’idea dell’olivicoltore pugliese Angelo Guarini, che, dallasua azienda agricola che conta ben . piante a Fasano (Brindisi),immagina un grande piano olivicolo mediterraneo usando l’olivocome metafora di pace lanci una nuova diplomazia dell’olio di olivaper uscire dalla geopolitica “di guerra” del petrolio che permetta alsettore dell’olio di oliva tutto intero, (compreso quello tunisino) diconquistare una quota più ampia dell’attuale ,% del mercato globaledei grassi da cucina, magari ai danni dell’olio di palma.

    Sempre l’olio di oliva è alla base di un nuovo turismo agricolo,una vera e propria olivoterapia di cui ci parla l’imprenditrice/filosofa

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    Letizia Cuonzo Lonardelli di Bitonto (BA) che ospita ogni anno turistitedeschi ben lieti di partecipare alla festa del raccolto delle olive e allaloro molitura, secondo il principio di far viaggiare il consumatore

    al prodotto e non solo il prodotto al consumatore. Una iniziativadi mutuo interesse perché da un lato destagionalizza il turismo perl’economia locale, e dall’altro soddisfa le esigenze di un turismo invena di esperienze originali, veraci e non preconfezionate.

    Ma i prodotti della terra hanno bisogno di una guida per essereveicolati all’uomo. Simone Salvini (chef vegano reso celebre dall’imi-tazione di Maurizio Crozza nella versione Germidi Soia) ci ricorda chequella guida è il cuoco e che la cucina ayurvedica invita a cucinare e

    mangiare tenendo in considerazione l’impatto che questi atti hannosul pianeta e sugli altri esseri viventi e ci parla di cibo e energia secondoil principio per il quale l’energia deve servire la terra e l’agricoltura el’uomo. Riflessione rilanciata dal contributo di Yvan Sagnet, ingegnerecamerunese che guidò la “Rivolta di Boncuri a Nardò” nel , chedopo quattro anni passati a tutelare la vita degli “invisibili” delle cam-pagne, oggi propone un nuovo sistema di certificazione dei prodottiagricoli secondo i principi dello slogan di Carlo Petrini “Buono Pulitoe Giusto” in cui “pulito” significa decarbonizzare i processi di pro-duzione agricola, e “giusto” significa verificare se il pomodoro dellanostra passata che stiamo acquistando sia stato raccolto da uno schiavoo un essere libero. In altre parole certificare non solo il contenuto

     biologico di un prodotto, ma anche il suo contenuto carbonico e ilsuo contenuto etico, (insomma una sorta di “marchio energ–etico”).Gli fa eco il contributo di Gianluca Carrabs, ambientalista storico cheha diretto per molti anni l’agenzia per lo sviluppo dell’agro alimentaredelle Marche (ASSAM), che propone un nuovo modello di svilup-

    po basato su una agricoltura sostenibile e rispettosa della biosfera.Chiude questo capitolo il contributo di Piera Petrucciani economistadella Confesercenti che dimostra come il settore turistico, numeri allamano, sia di gran lunga più significativo di quello petrolifero.

    La P IX ci parla di economia circolare. Massimo Piras che coor-dina l’Alleanza per l’Economia Circolare (A.C.E. un raggruppamentodi soggetti dell’associazionismo e del volontariato), spiega come l’E-conomia Circolare rappresenti la nuova frontiera di Rifiuti Zero inomaggio all’idea che non si può cambiare paradigma energetico eal tempo stesso continuare la folle corsa consumistica a svuotare le

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    miniere (e i pozzi di idrocarburi) e a riempire le discariche. Si trattadi un cambiamento che non necessita grandi finanziamenti ma uncambiamento di mentalità che implica il coinvolgimento dei cittadi-

    ni e della comunità. Un cambiamento che ci racconta Laura Buff a,Eco designer e operatrice del riciclo creativo, con le esperienze diT–Riciclo, Alter–Equo e R(h)me Made, che in modo silenzioso, giàda anni stanno dando nuova vita alla materia sottratta alle discari-che o all’inquinamento ambientale, facendola diventare “oggetti deldesiderio” con un loro mercato sempre più ampio.

    Chiude il capitolo il contributo di ISDE, che dopo aver spiegatoper anni ad orecchie spesso non ricettive, che discariche e inceneritori

    sono dannosissimi per la salute, nella proposta di modelli virtuosi dicomunità come quelli dell’economia circolare in cui il digitale e l’eco-nomia della condivisione ridefiniscono completamente le attività ne-cessarie al benessere collettivo e quelle che invece vanno abbandonateperché dannose e comunque superate dal progresso tecnologico.

    Le conclusioni del lavoro sono state affidate al contributo del registaThomas Torelli, visionario autore del film Un Mondo Nuovo (appunto!)che ci indica la via del riscatto nel ritorno alla filosofia di vita degli“American Natives” che il colonizzatore occidentale ha sterminato a mi-lioni senza riuscire però ad uccidere la loro antica saggezza che vedevanella nostra terra non una eredità da dai nostri genitori ma un prestitodai nostri figli a cui dobbiamo restituirla nelle condizioni miglioripossibile. Thomas Torelli ci invita a diventare “Nativi della Terra”per salvare la razza umana dall’estinzione sul pianeta mettendo fineall’inquinamento, alla desertificazione, e a ogni tipo di devastazione.Dunque anche alle trivelle!

    Buona lettura!

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    UN NUOVO MODELLO ENERGETICOPER UN MONDO SENZA FOSSILI

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    ISBN 978-88-548-9244-6DOI 10.4399/97888548924463pag. 27–42(aprile 2016)

    La Terza Rivoluzione IndustrialeVerso una nuova coscienza biosferica

     J R ∗

    L’era del petrolio è agli sgoccioli e con essa il capitalismo di deriva-zione fossile. Si tratta della crisi irreversibile della seconda rivoluzioneindustriale sia sul piano ecologico che su quello economico e sociale.L’economia mondiale basata sui fossili sta rallentando, la produttivitàè in calo, e la disoccupazione rimane ostinatamente alta in ogni paese.Contemporaneamente, la diseguaglianza fra ricchi e poveri è al suopicco storico. Nel  la ricchezza cumulativa delle   persone piùricche della terra era pari al reddito cumulativo della metà più povera

    della razza umana. Nel  il numero di persone la cui ricchezza com- binata equivaleva alla metà più povera della razza umana era sceso a.

    Questa drammatica realtà economica adesso si aggrava a causadella rapida accelerazione del cambiamento climatico. Generato dallecrescenti emissioni di gas a eff etto serra dovuti alle attività industriali.Gli eff etti più disastrosi di questo cambiamento climatico si avvertonosoprattutto nei paesi in via di sviluppo.

    I climatologi spiegano che l’uso sconsiderato di combustibili a ba-

    se di carbonio ha spinto i livelli di CO molto al di sopra di quantoi vecchi modelli avessero pronosticato. Ciò fa pensare che nel  l’aumento di temperatura sulla terra avrà superato di gran lunga i  °C e forse persino i  ,  °C e oltre, portando a temperature che nonsi vedevano da milioni di anni (non dimentichiamo che l’uomo cosìcome lo intendiamo è la specie più giovane, presente sulla terra daappena . anni circa), con conseguente alterazione del ciclo idro-geologico del pianeta. La terra è un pianeta ricco d’acqua. Nel corso

    ∗ Testo elaborato con il contributo di Angelo Consoli.

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    delle ere geologiche i vari ecosistemi terrestri si sono sviluppati indiretto rapporto con l’andamento delle precipitazioni. Ogni aumentodi temperatura pari a  °C produce un aumento del % nella capacità

    dell’atmosfera di assorbire umidità. Ciò determina un radicale muta-mento del modo in cui l’acqua si distribuisce: le precipitazioni si fannopiù intense, ma la loro durata e la loro frequenza si riduce.

    Gli ecosistemi terrestri non possono adattarsi a questa sconvolgentealterazione del ciclo idrico del pianeta in tempi così brevi e accusanouna crescente situazione di stress, sfiorando già, in qualche caso, il col-lasso. La destabilizzazione delle dinamiche degli ecosistemi terrestriha ormai indirizzato la biosfera verso il sesto episodio di estinzione de-

    gli ultimi  milioni di anni della vita sulla terra.I biologi ci avvertonoche entro la fine di questo secolo potremmo assistere all’estinzione dimetà delle specie terrestri e all’inizio di una nuova era sfavorevole allavita, che potrebbe durare milioni di anni.

    Nell’era della seconda rivoluzione industriale la concentrazione diCO nell’atmosfera, è salita da  a  PPM (Parti Per Milione), enel , ha superato  PPM.

    Contemporaneamente, la diseguaglianza fra ricchi e poveri è al suopicco storico. Nel  la ricchezza cumulativa delle   persone piùricche della terra era pari al reddito cumulativo della metà più poveradella razza umana. Nel   il numero di persone la cui ricchezzacombinata equivaleva alla metà più povera della razza umana erasceso a  . Una simile disparità di reddito è insostenibile da tutti ipunti di vista, anche su quello ambientale e della salute.

    Infatti mentre milioni di occidentali soff rono di malattie dovuteall’ipernutrizione e al consumo di carne, nei paesi sottosviluppati milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione e mal-

    nutrizione e centinaia di migliaia di esseri umani fuggono (e spes-so muoiono) nel tentativo di sfuggire alla povertà e ai conflitti perl’accaparramento delle risorse naturali. Ecco perché Papa Francescosi riferisce a questa economia come “L’Economia che uccide”. (cit.http://www.edizpiemme.it/libri/papa–francesco–questa–economia– uccide).

    Ma bisogna capire che questa “Economia che uccide” è la conse-guenza diretta del modello energetico basato sulla combustione difonti energetiche fossili, un processo ad altissima entropia fisica esociale e anche ad altissima intensità di capitali che ha concentrato la

    http://www.edizpiemme.it/libri/papa/T1/textendash%20francesco/T1/textendash%20questa/T1/textendash%20economia/T1/textendash%20uccidehttp://www.edizpiemme.it/libri/papa/T1/textendash%20francesco/T1/textendash%20questa/T1/textendash%20economia/T1/textendash%20uccidehttp://www.edizpiemme.it/libri/papa/T1/textendash%20francesco/T1/textendash%20questa/T1/textendash%20economia/T1/textendash%20uccidehttp://www.edizpiemme.it/libri/papa/T1/textendash%20francesco/T1/textendash%20questa/T1/textendash%20economia/T1/textendash%20uccide

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    ricchezza e il potere economico e politico nelle mani di pochissimigruppi finanziari e energetici globali.

    Se potessimo sfruttare lo , per cento dell’energia solare che rag-

    giunge la Terra, avremmo una quantità di energia sei volte superiorea tutta l’energia oggi utilizzata nell’economia globale. in violazionedelle quali ha prosperato tutta l’economia fossile della seconda rivo-luzione industriale. Sulla base di questa considerazione ispirata alleleggi della termodinamica che non sono un’opinione, si può osservareche sta emergendo un nuovo paradigma economico che si avvia acambiare radicalmente il modo in cui organizziamo la vita economicasul pianeta.

    L’Unione europea si sta imbarcando in un audace nuovo corso chetra il  e il   mira a creare un mercato unico integrato ad altatecnologia per il  mo secolo, in grado di unire i suoi   milionidi cittadini e  Stati membri, rendendo l’Europa potenzialmente lospazio commerciale più produttivo al mondo. Il piano si chiama Eu-ropa Digitale. La visione europea di una economia digitale  green èstata abbracciata anche dalla Cina e altre nazioni in via di sviluppo suscala mondiale. La digitalizzazione dell’Europa implica molto di piùche fornire banda larga universale, la connessione Wi–Fi gratuita, eun flusso di Big Data. L’economia digitale rivoluzionerà ogni settorecommerciale, comporterà stravolgimenti nel funzionamento di quasitutti i settori, porterà con sé nuove opportunità economiche mai vistein passato, ridarà lavoro a milioni di persone, e creerà una società piùsostenibile basse emissioni di carbonio per mitigare il cambiamentoclimatico. Ancora più importante, è il fatto che questa nuova narra-zione economica si accompagna a una nuova coscienza biosferica,mentre la razza umana comincia a percepire la Terra come una comu-

    nità indivisa. Stiamo cominciando a assumerci le nostre responsabilitàdi protettori degli ecosistemi planetari che supportano la vita.

    La Terza Rivoluzione Industriale

    Oggi l’Europa e il mondo stanno ponendo le basi per la Terza Rivo-luzione Industriale. La comunicazione digitalizzata e interattiva diInternet sta convergendo con un’Internet dell’energia rinnovabile di-gitalizzata, un’Internet dei trasporti automatizzati a guida GPS e della

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    logistica, per la creazione della infrastruttura di una super–Internetdelle Cose (IdC). Nell’Internet delle cose, ci saranno sensori integratiin tutti i dispositivi e apparati, che permetteranno loro di comunicare

    tra loro e con gli utenti di Internet, che fornisce fino ai dati mo-mento sulla gestione, alimentazione, e lo spostamento delle attivitàeconomiche in una Europa digitale intelligente.

     Attualmente,  miliardi di sensori sono collegati a flussi di risor-se, depositi, sistemi stradali, linee di produzione di fabbrica, reti ditrasmissione di energia elettrica, uffici, case, negozi, e veicoli, e ten-gono sotto costante controllo le loro condizioni, le loro prestazionie l’alimentazione del “Big Data” nell’Internet, della comunicazione,

    dell’energia e di trasporti e logistica. Entro il  , si stima ci sarannopiù di . miliardi di sensori che collegheranno l’ambiente umanoe naturale in una rete intelligente globale distribuita. Per la prima voltanella storia, l’intera razza umana potrà collaborare direttamente, inuna interazione capace di democratizzare la vita economica.

    In questa economia digitale allargata, imprenditori privati collegatinell’Internet delle Cose possono utilizzare il Big Data e sistemi dianalisi avanzati per lo sviluppo di algoritmi per accelerare l’efficienza,aumentare la produttività e ridurre drasticamente il costo marginaledi produzione e distribuzione di beni e servizi, rendendo le impreseeuropee più competitive in un emergente mercato globale post–carbon.

    Il costo marginale di alcuni beni e servizi in un’Europa digitalepotrebbe perfino arrivare a zero, consentendo a milioni di prosumer connessi nell’Internet delle cose di produrre e scambiare beni tra loro,in modo quasi gratuito. La generazione digitale sta già producendo econdividendo musica, video, notizie sui blog, informazione sociale,e–books gratuiti, corsi universitari on–line aperti, e altri beni virtuali

    a costi marginali prossimi allo zero. Il fenomeno del costo marginalequasi zero ha messo l’industria musicale in ginocchio, ha scosso l’in-dustria televisiva, ha buttato fuori dal mercato giornali e riviste, e haazzoppato il mercato dell’editoria libraria.

    L’abbassamento drammatico del costo marginale non si limitaall’industria dell’informazione ma è riuscito a superare il muro invali-cabile dell’economia reale, e dunque estendersi ai settori dell’energiae della produzione di beni e servizi fisici. L’Internet delle Cose, cheè in continua evoluzione, permetterà ad aziende convenzionali, cosìcome milioni di  prosumer , di generare e distribuire la propria ener-

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    volte superiore a tutta l’energia oggi utilizzata nell’economia globale.Come la radiazione solare, il vento è onnipresente e soffia ovunquenel mondo, anche se la sua forza e la frequenza variano. Uno studio

    della  Stanford University sulla capacità eolica mondiale ha conclusoche se riuscissimo a sfruttare il   per cento della forza del ventodisponibile, potremmo generare sette volte più elettricità di quellaattualmente consumata dall’intera economia globale. L’Internet dellecose consentirà alle imprese e ai prosumer di monitorare il loro consu-mo di energia elettrica negli edifici, ottimizzare l’efficienza energetica,e condividere le eccedenze di elettricità verde prodotta localmente suscala nazionale e continentale.

    L’Internet dell’Energia si basa su cinque pilastri fondamentali, iquali devono essere introdotti simultaneamente se si desidera che ilsistema operi in modo efficiente.

    In primo luogo, l’introduzione di tariff e vantaggiose e altri incentivi,per incoraggiare i pionieri a trasformare edifici e siti di loro proprietàin impianti di micro generazione distribuita di energia. Le tariff eincentivanti garantiscono un reddito superiore al valore di mercatoper l’energia rinnovabile generata localmente e immessa in rete.

    In secondo luogo, la ristrutturazione secondo criteri di efficienzaenergetica degli edifici e di tutte le altre infrastrutture per renderli piùefficienti, e l’installazione di impianti di energia rinnovabile, (solare,eolica, etc) per generare energia per il consumo immediato o perl’immissione nella rete elettrica con relativa compensazione.

    In terzo luogo, l’installazione di tecnologie di accumulo energetico,come l’idrogeno, le celle a combustibile, le batterie, il ri–pompaggioidrico etc, sia negli impianti locali di produzione che lungo le retielettriche in modo tale da dare continuità ai flussi di elettricità verde

    intermittente e stabilizzarne picchi.In quarto luogo, l’installazione di contatori avanzati in ogni edificio,e l’introduzione di altre tecnologie digitali per trasformare la reteelettrica dalla connessione servo–meccanica a quella digitale capacedi gestire una molteplicità di piccoli impianti di energia rinnovabilegenerata localmente in modo distribuito.

    In quinto luogo, bisogna prevedere l’allestimento nei parcheggidi stazioni di ricarica per veicoli elettrici e a idrogeno alimentate

    .   https://news.stanford.edu/pr//pr–  states–renewable–energy– .html.

    https://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.htmlhttps://news.stanford.edu/pr/2015/pr/T1/textendash%2050states/T1/textendash%20renewable/T1/textendash%20energy/T1/textendash%20060815.html

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    dall’internet dell’energia rinnovabile che possano non solo acquistarema anche erogare elettricità alla rete elettrica.

    La progressiva introduzione e integrazione dei suddetti cinque

    pilastri trasforma la rete elettrica da sistema centralizzato e alimentatoda fonti fossili e nucleare, a un sistema distribuito alimentato dalleenergie rinnovabili. In questo nuovo sistema, ogni azienda, ogni quar-tiere, ogni abitazione, diventano produttori e consumatori di energiaelettrica, condividendo il loro surplus con tutti gli altri sull’Internetdell’energia in una rete intelligente che sta cominciando ad estendersiattraverso nazioni e continenti.

    La democratizzazione dell’energia sta costringendo le società elet-

    triche a ripensare le loro pratiche commerciali. Un decennio fa, quasitutta l’elettricità tedesca era prodotta da quattro gigantesche aziendeelettriche a integrazione verticale, (E.ON, RWE, EnBW e Vattenfall).

    Oggi, queste aziende non sono più gli arbitri esclusivi della produ-zione di energia. Negli ultimi anni, I cittadini in campagna come incittà, e le piccole e medie imprese (PMI), hanno creato cooperativeelettriche in tutta la Germania. Praticamente tutte le cooperative elet-triche sono riuscite e garantirsi i finanziamenti tramite prestiti a bassotasso d’interesse da parte delle banche per l’installazione di impiantiper la produzione di energia solare, eolica e altre energie rinnovabiliprodotte localmente. Oggi, la maggioranza dell’elettricità verde chealimenta la Germania viene generato da piccoli produttori associati incooperative elettriche. Le quattro grandi società elettriche del paeseproducono meno del  per cento dell’elettricità verde che sta portandola Germania nella Terza Rivoluzione Industriale.

    Mentre queste compagnie elettriche tradizionali integrate vertical-mente si sono dimostrate molto efficaci nella generazione di energia

    elettrica a buon mercato dai combustibili fossili tradizionali e da nu-cleare, non sono state in grado di competere efficacemente con lecooperative elettriche locali le cui attività hanno saputo creare econo-mie di scale in modo “laterale” anziché centralizzato e si sono dunquerivelate più adatte a gestire l’energia prodotta da migliaia di piccoliproduttori in ampie reti collaborative. Peter Terium, Presidente dellasocietà energetica tedesca RWE, riconosce la massiccia transizionein atto in Germania dall’energia centralizzata all’energia distribuita edice che le grandi aziende elettriche e energetiche devono adeguarsi al fatto che, a lungo termine, i guadagni nella produzione di elettricità conven-

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     zionale saranno notevolmente inferiori a quanto abbiamo visto negli ultimianni.

    In altre parole, le società elettriche trarranno beneficio dalla gestio-

    ne virtuosa del consumo di energia, e dunque dal fatto di venderemeno anziché più elettricità, al contrario di quanto accade oggi.

    L’internet dei trasporti automatizzati a guida gps e della logistica

    La convergenza fra l’Internet della Comunicazione e l’Internet del-l’Energia rende possibile la costruzione e la graduale introduzione

    dell’Internet dei Trasporti Automatizzati e della Logistica. L’insieme diquesti tre Internet rappresenta rappresenta il cuore della piattaformadell’Internet delle Cose per la gestione, l’energia e la movimentazionedei beni e delle merci in un’economia di Terza Rivoluzione Industriale.Milioni di posti di lavoro saranno necessari nei prossimi  anni perprodurre allestire e installare le stazioni di ricarica per automobili,autobus e camion, i sensori e tutti i dispositivi attraverso le reti dellalogistica per permettere fabbriche, magazzini, grossisti, dettagliantie agli utenti finali di avere i dati il più aggiornati possibile, sui flussilogistici che riguardano le filiere produttive, lper garantire il transitoautomatizzato delle merci, lungo i corridoi logistici aggregati in retidi collaborazione per portare tutte le loro attività in uno spazio logi-stico condiviso per ottimizzare la spedizione delle merci, sfruttandole economie di scala laterali. Ad esempio, migliaia di magazzini ecentri di distribuzione possono creare cooperative per condividerespazi inutilizzati, consentendo ai trasportatori di eff ettuare prelievi,trasporti e consegne secondo i percorsi più efficienti.

    L’Internet dei Trasporti Automatizzati e della Logistica trasformaradicalmente anche l’idea stessa che abbiamo della mobilità. I giovanidi oggi stanno cominciando a utilizzare la tecnologia di comunica-zione mobile e la nascente guida GPS per trasporti automatizzatie l’Internet della logistica per trovare guidatori disponibili a off rirepassaggi per qualunque destinazione in servizi di condivisione deiveicoli.

     Attualmente ci sono un miliardo di automobili, autobus e camionin circolazione nel traffico in dense aree urbane di tutto il mondo la cuiproduzione di massa di questi ha divorato ingenti quantità di risorse

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    naturali della Terra., e continua a bruciare anche enormi quantità dipetrolio tanto da farne il terzo principale contributore alle emissionidi gas a eff etto serra, dopo il settore delle costruzioni e quello della

    produzione di carni bovine con le relative pratiche zootecniche.La transizione a lungo termine dalla proprietà di veicoli all’accesso

    a servizi di mobilità con veicoli senza guidatore sui sistemi stradaliintelligenti trasformerà radicalmente il modello commerciale dell’in-dustria dei trasporti. Le grandi case automobilistiche di tutto il mondoprodurranno un minor numero di veicoli nel corso dei prossimi  anni, ma riusciranno a compensare le perdite riposizionandosi comeaggregatori nell’Internet del Trasporto Automatizzato Globale e della

    Logistica e nella gestione di servizi avanzati di mobilità e logistica.

    La fabbrica diff usa

    Praticamente ogni settore sarà rivoluzionato dalla piattaforma del-l’Internet delle Cose e dalla transizione verso la Terza RivoluzioneIndustriale.

     Ad esempio, una nuova generazione di micro produttori sta comin-ciando a collegarsi alla nascente Internet delle Cose, aumentando no-tevolmente la produttività, riducendo i costi marginali, e conseguendola capacità di essere concorrenziali con quelle imprese manifatturiereglobali, organizzate intorno a economie di scala integrate verticalmen-te che un tempo sembravano invincibili. Sto parlando della stampa D,il modello di produzione manifatturiera che accompagna l’economiadell’Internet delle Cose.

    Nella stampa D, un programma informatico istruisce un braccio

    collegato a materiale da fusione in cartuccia o filamento, a costruire,all’interno di una stampante un prodotto fisico, strato dopo strato,creando un oggetto completo, dotato perfino di parti mobili, che allafine viene estratto dalla stampante. Come il “replicatore” nella serie te-levisiva Star Trek, la stampante può essere programmata per produrreuna varietà infinita di prodotti. Le stampanti sono già producendo pro-dotti di gioielleria e aerei di ricambio per protesi umane, e anche partidi auto e gli edifici. E le stampanti economiche vengono acquistati daproduttori amatoriali interessati a stampare le proprie componenti eprodotti. Il consumatore comincia a cedere il passo al prosumer  mentre

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    un numero crescente di persone cominciano a diventare produttori /consumatori dei propri manufatti.

    La stampa tridimensionale diff erisce dalla produzione centralizza-

    ta convenzionale in molti modi rilevanti. Per cominciare, c’è pococoinvolgimento umano a parte la programmazione informatica. Ilsoftware fa tutto il lavoro, e dunque è più appropriato definire tutto ilprocesso come “manifattura digitale”.

    Il processo di produzione di stampa   D è organizzato in modocompletamente diverso rispetto al processo di produzione della primae della seconda rivoluzione industriale. Il processo di fabbricazionetradizionale è un processo sottrattivo. Le materie prime vengono ta-

    gliate molate, e poi assemblate per fabbricare il prodotto finale. Inquesto processo, una notevole quantità di materiale va sprecato enon entra nel prodotto finale. Il processo di stampa tridimensionale,al contrario, è manifattura digitale  additiva. Il software istruisce il braccio della stampante a immettere il materiale fuso per costruire ilpezzo aggiungendo strato su strato, e il prodotto viene creato comeun tutt’uno. La manifattura digitale additiva utilizza un decimo dellamateria prima usata nella fabbricazione sottrattiva, dando alla stampa D una supremazia assoluta in termini di efficienza e produttività. Lastampa D è destinata a crescere ad un tasso annuo vertiginoso del% tra il  e il .

    Uno stampatore D locale può anche alimentare il suo laboratoriodi fabbricazione con energia elettrica verde da fonti rinnovabili, ge-nerata in loco da cooperative di produttori locali. Le piccole e medieimprese in Europa e altrove stanno già cominciando a collaborarecooperative elettriche regionali verdi per sfruttare i vantaggi delle eco-nomie di scala laterali. Con il costo dei combustibili fossili centralizzati

    e l’energia nucleare in costante aumento, si avvantaggiano le piccole emedie imprese in grado di alimentare le loro fabbriche con le energierinnovabili il cui costo marginale è quasi gratuito.

    La convergenza dell’Internet della Comunicazione, quello dell’E-nergia Rinnovabile, e quello dei Trasporti Automatizzati e della Lo-gistica in un unico sistema operativo diventa il cervello globale perl’infrastruttura cognitiva dell’Internet delle Cose. Questa nuova piat-taforma digitale cambia radicalmente il nostro modo di gestire, dareenergia, e provvedere alla mobilità dell’attività economica attraversole diff erenti filiere a valore aggiunto e le reti che compongono l’eco-

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    nomia globale. La piattaforma digitalizzata dell’Internet delle Cose èil cuore della Terza Rivoluzione Industriale.

    L’integrazione in una infrastruttura dell’Internet delle Cose a livello

    locale darà ai piccoli infocostruttori un ulteriore definitivo vantaggionei riguardi delle imprese centralizzate del XIX e XX secolo integrateverticalmente: essi potranno alimentare i loro veicoli con energiarinnovabile il cui costo marginale è quasi zero, riducendo in modosignificativo i costi logistici lungo la filiera di approvvigionamento edi consegna dei loro prodotti finiti per gli utenti.

    La Conferenza COP  sul Clima che si è tenuta a dicembre a Parigi ha visto l’adesione unanime a aff ermazioni di principio (ad

    esempio sulla natura antropica delle emissioni climalteranti) ma hacontinuato a fissare obiettivi intorno a una serie di parametri di riferi-mento, chimici e quantitativi, (come l’aumento dell’efficienza ener-getica, la riduzione di emissioni di CO e di altri gas responsabili delriscaldamento globale, e un aumento delle energie rinnovabili.) men-tre la discussione globale sul clima è ancora lontana dalla proposta diadottare modelli economici totalmente nuovi ispirati dal paradigmafossile anziché da quello solare.

    Purtroppo, senza una visione economica e un piano di sviluppoper la transizione delle nazioni partecipanti in un’era post–carbonio, igoverni sono riluttanti a impegnare i propri paesi per questi parametridi riferimento in un periodo in cui il PIL sta rallentando, la produt-tività è in calo, e la disoccupazione resta alta. In queste condizioni èmolto probabile che tali parametri di riferimento vengano percepi-ti come punizioni che serviranno solo a restringere ulteriormentele loro economie. Le nazioni del mondo sarebbero molto più pro-pense a prendere impegni in funzione degli obiettivi proposti dalla

    Conferenza dell’ONU sul clima se tali impegni fossero correlati adun nuovo paradigma economico che può aumentare la produttività,creare nuove opportunità economiche e occupazionali, e garantireuna società più vivace e sostenibile, permettendo la transizione delleloro economie dall’energia fossile a base di carbonio verso le energierinnovabili. Questa visione ora sta prendendo piede in Germania e inaltri paesi sviluppati dell’Europa Nord–Occidentale.

    In un’economia completamente digitalizzata, la produttività estre-ma, innescata dalla ottimizzazione dell’efficienza energetica aggregatanella gestione delle attività economiche, nel loro approvvigionamento

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        Jeremy Rifkin

    energetico e nella loro movimentazione rende necessarie quantitàinferiori di informazioni, energia, risorse materiali, manodopera esforzi logistici necessari per produrre, immagazzinare, distribuire, con-

    sumare e riciclare beni e servizi economici a costo marginale quasizero. Il progressivo spostamento dalla proprietà all’accesso in una cre-scente Economia della Condivisione significa anche che più personecondividono meno prodotti –la base della economia circolare — esignificativamente questo contribuirà a ridurre il numero di nuoviprodotti venduti, con conseguente riduzione delle risorse utilizzate edella immissione in atmosfera terrestre di gas responsabili del riscal-damento globale. In altre parole, la spinta propulsiva verso una società

    costo marginale quasi zero e la condivisione di energia verde quasigratuita e di prodotti riciclati e servizi ridistribuiti nell’Economia dellaCondivisione permette di conseguire l’economia più ecologicamenteefficiente possibile.

    La spinta a verso il costo marginale zero è il punto di riferimentofondamentale per la creazione di un futuro sostenibile per la razzaumana sulla terra.

    Il paradigma della Terza Rivoluzione Industriale trasforma gli obiet-tivi della conferenza ONU sul clima di Parigi (la COP ) da misurepercepite come punitive a un percorso virtuoso verso un’era economi-ca post–carbon più prospera e più sostenibile perché ad alta intensitàdi lavoro e a bassa intensità di capitali.

    Una nuova infrastruttura intelligente, costituita da una internetdella comunicazione interattiva, dell’Energia, e dei Trasporti sta co-minciando a diff ondersi reticolarmente, come il Wi–Fi, da regione aregione, attraversando i continenti e collegando società in una vastarete neurale globale.

    La connessione di ogni persona con ogni cosa (l’internet delle cose)è un evento che comporta radicali trasformazioni nella storia umana,permettendo la nostra specie di empatizzare e socializzare come inuna unica grande famiglia per la prima volta nella storia.

    La biosfera è il sistema integrato di supporto vitale di vita e checomprende lo strato periferico del pianeta Terra con la sua atmosfe-ra circostante Dalle profondità marine fino alle altezze atmosfericheovunque esistano forme di vita, là è la biosfera. Si tratta di una guai-na che si estende solo circa  miglia dal fondo dell’oceano, abitatoda forme di vita più primitive, alla stratosfera. All’interno di questo

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     La Terza Rivoluzione Industriale  

    stretto ambito, i processi biologici e geochimici della Terra interagi-scono continuamente in una complessa coreografia che determina ilpercorso evolutivo della vita sul pianeta.

    Stimolare nuove opportunità economiche e occupazione di mas-sa nell’emergente economia digitale

    L’Unione Europea è potenzialmente il più grande mercato unico delmondo, con   milioni di consumatori dei propri Stati Membri, ealtri  milioni di consumatori nei Paesi associati nelle regioni del

    partenariato del Mediterraneo e del Nord Africa. La realizzazione diuna piattaforma dell’Internet delle Cose per una Terza RivoluzioneIndustriale, che colleghi l’Europa e le sue regioni di partenariato in ununico spazio economico integrato, consentirà a imprese tradizionalicosì come a prosumer  di produrre e distribuire informazioni, energierinnovabili, prodotti stampati in D, e un vasta gamma di altri prodottie servizi a basso costo marginale nel mercato tradizionale, e a costomarginale quasi zero nell’Economia della Condivisione, con enormi

     benefici economici per la società.La realizzazione dell’infrastruttura per l’Internet delle Cose per

    una economia digitale di Terza Rivoluzione Industriale richiederàun significativo investimento di fondi pubblici e privati, così comeè avvenuto nella Prima e nella Seconda Rivoluzione Industriale. Gliinvestimenti europei su progetti infrastrutturali nel   hanno su-perato i   miliardi Euro, e in gran parte sono stati utilizzato perla manutenzione dell’obsoleta piattaforma tecnologica della secondarivoluzione industriale, e che ha già raggiunto da tempo i limiti del

    suo potenziale produttivo. Se solo venticinque per cento di questi fon-di fossero reindirizzati destinandoli alla creazione dell’infrastrutturadell’Internet delle Cose In ogni singola regione dell’Unione Europea,l’Unione Digitale diventerebbe realtà entro il .

    La rete di comunicazione UE dovrà essere aggiornata con l’inseri-mento della banda larga universale e la connessione Wi–Fi gratuita.L’infrastruttura energetica dovrà essere trasformata da quella pre-disposta per idrocarburi e energia nucleare a quella per le energierinnovabili. Milioni di edifici dovranno essere resi energeticamenteefficienti e convertiti in mini centrali di energia rinnovabile dotate di

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      Jeremy Rifkin

    appositi impianti. L’idrogeno e le altre tecnologie di accumulo ener-getico dovranno essere costruiti in ogni livello dell’infrastruttura pergarantire continuità al flusso di energia rinnovabile per sua natura

    discontinua. La rete elettrica dell’Unione Europea dovrà essere trasfor-mata in Internet dell’energia digitale intelligente in grado di gestireil flusso di energia prodotta da milioni di micro impianti energetici

     green. Il settore dei trasporti e logistica dovrà essere digitalizzato etrasformato in una rete a guida GPS automatizzata senza conducen-ti su strade sistemi ferroviari  smart . L’introduzione del trasporto aidrogeno e elettrico richiederà l’installazione di milioni di stazioni diricarica. E dovranno anche essere costruite strade intelligenti, dotati

    di milioni di sensori, per la fornitura in tempo reale di informazionisui flussi di traffico e sul trasporto merci.La creazione della infrastruttura dell’Internet delle Cose per la

    Terza Rivoluzione Industriale richiederà l’impegno attivo di quasitutti i settori commerciali, stimolerà l’innovazione commerciale, pro-muoverà le piccole e medie imprese (PMI), e darà lavoro a milioni dipersone per i prossimi  anni. Le società di produzione e distribuzio-ne dell’energia elettrica, l’industria delle telecomunicazioni, l’edilizia,il settore dell’informatica, l’industria elettronica, quella dei trasporti edella logistica, il settore manifatturiero, l’industria medica e biologica,la grande distribuzione all’ingrosso come al dettaglio, tutti dovrannoessere coinvolti. Molte delle aziende leader di oggi, così come nuovisoggetti commerciali, contribuiranno a creare e gestire la piattafor-ma dell’Internet delle cose, consentendo a milioni di altre impresedi dimensioni piccole, medie e grandi, imprese senza scopo di lucro,e prosumer , di produrre e utilizzare energia rinnovabile, trasporti elogistica, e un numero incalcolabile di altri beni e servizi a basso co-

    sto marginale nell’economia tradizionale come nell’Economia dellaCondivisione a basso o nullo costo marginale.Operai generici e operai qualificati, professionisti e lavoratori della

    conoscenza dovranno essere impiegati in ogni regione d’Europa perla costruzione e la gestione delle tre Internet che compongono lapiattaforma digitale di un’economia Terza Rivoluzione Industriale.Trasformare il regime energetico europeo da combustibili fossili enucleare alle energie rinnovabili è operazione ad altissima intensità dilavoro e richiede dunque milioni di lavoratori i cui profili professionalisono ancora tutti da formare, e genererà migliaia di nuove imprese.

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     La Terza Rivoluzione Industriale  

    La riconversione energetica di centinaia di milioni di edifici esistentiin micro impianti energetici verdi e la costruzione di milioni di nuoviedifici a energia positiva sarà impresa che richiederà anch’essa decine

    di milioni di lavoratori e aprirà nuove opportunità imprenditorialiper le imprese del risparmio energetico (come ad esempio le ESCO),imprese dell’edilizia  smart  e produttori di elettrodomestici verdi a

     basso consumo. Altrettanto numerosi posti di lavoro e nuove impresesaranno necessarie per l’installazione di tecnologie per l’idrogeno ealtre tecnologie di accumulo nell’intera infrastruttura economica pergestire il flusso discontinuo di elettricità verde. La riconfigurazionedella rete elettrica europea in un Internet dell’Energia genererà mi-

    lioni di posti di lavoro di installatori e darà vita a migliaia di start–updell’energia e produzione pulite. E, infine, ri–orientare il settore deitrasporti dal motore a a scoppio verso la mobilità elettrica e a idro-geno richiederà il rifacimento della rete stradale continentale paeseper paese, e relativa infrastruttura di rifornimento. L’installazione dimilioni di stazioni di ricarica lungo le strade e in ogni parcheggio èuna attività ad alta intensità di manodopera che richiede una forzalavoro considerevole e qualificata.

    La massiccia costruzione dell’infrastruttura dell’Internet delle Coseper una Terza Rivoluzione Industriale in tutte le località e le regionid’Europa stimolerà un aumento di lavoro salariato di massa che avràuna durata di almeno  anni e attraverserà due generazioni.

    In un saggio futurista scritto più di   anni fa per i suoi nipoti, John Maynard Keynes, immaginava un mondo in cui le macchineavrebbero liberato l’uomo dalla fatica di produrre beni e servizi per ilmercato capitalistico e gli avrebbero permesso di dedicarsi in profon-dità alle cose veramente importanti nella vita, agli aff etti, alle attività

    culturali nell’economia sociale e al perseguimento di obiettivi più altie trascendenti.Questa potrebbe rivelarsi la sua previsione economica più azzeccata. A questo punto sarà necessario impegnare l’umanità in un colossale

    sforzo di riqualificazione della forza lavoro esistente e di sviluppo deiprofili professionali e delle le nuove categorie produttive e opportuni-tà commerciali necessari a facilitare la costruzione della piattaformamondiale dell’Internet delle Cose. Contemporaneamente, gli studentidovranno essere formati per le nuove competenze professionali neces-sarie a coprire le opportunità di lavoro che si apriranno nell’economia

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      Jeremy Rifkin

    sociale. Si tratta di uno sforzo erculeo, ma la razza umana si è giàmostrata capace di sforzi simili in passato, in particolare nel rapidopassaggio da un’economia agricola a un modo di vita industriale tra il e il .

    In sintesi, la costruzione di una infrastruttura dell’Internet dellecose intelligente e digitalizzata in tutta l’Unione europea, e nelle regio-ni di partenariato mediterraneo, e a livello globale, e genererà nuoveopportunità di commerciali sia per l’economia di mercato tradiziona-le che per l’Economia della Condivisione la condivisione economia,aumenterà vertiginosamente la produttività, darà lavoro a milioni dipersone, e creerà una società post–carbon ecologicamente orientata.

    L’impiego di milioni di lavoratori stimolerà anche il potere d’acquistoe generare nuove opportunità di economiche e nuovi posti di lavorosupplementari per rispondere all’aumento della domanda dei consu-matori. Gli investimenti in infrastrutture creano sempre un eff ettomoltiplicatore che si riverbera in tutta l’economia nel suo complesso.

    L’alternativa di rimanere intrappolati nel tramonto della secondarivoluzione industriale, con minori opportunità economiche, un ral-lentamento del PIL, diminuzione della produttività, l’aumento delladisoccupazione, e un ambiente sempre più inquinato è totalmenteimproponibile, e metterebbe il mondo su un percorso di stagnazioneeconomica e di declino della qualità della vita dei suoi cittadini.

    Siamo all’alba di una nuova promettente era economica, con be-nefici di vasta portata per l’umanità. Ora è necessario un impegnoglobale per l’introduzione graduale della piattaforma dell’Internetdelle cose e per facilitare la transizione verso una società digitalizzataa costo marginale zero, se vogliamo scongiurare il catastrofico cam- biamento climatico e creare una società più prospera, più umana, ed

    ecologicamente sostenibile, in cui il cittadino e l’essere umano ritorni-no al centro dell’azione economica conformemente all’insegnamentodell’enciclica Laudato si’ con un graduale processo di “conversione eco-logica” ( Laudato si’ pag.  versi  – ) verso una nuova coscienza

     biosferica.Il primo passo verso questa nuova economia digitale di Terza Ri-

    voluzione Industriale e ad alta intensità occupazionale è l’abbandonodi un obsoleto modello fossile basato su perforazioni, estrazioni etrivellazioni di combustibili fossili.

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    ISBN 978-88-548-9244-6DOI 10.4399/97888548924464pag. 43–56(aprile 2016)

    Sviluppo di sistemi intelligentiper la de–carbonizzazione dell’energia

    Programmare un futuro rinnovabile per cambiare la società

    L  S∗

    Il ruolo strategico della pianificazione energetica

    Il futuro in campo energetico si basa su una programmazione a me-dio–lungo termine che promuova l’uso intelligente delle nuove tec-nologie e una consapevolezza e una responsabilità più forte delleistituzioni e degli individui.

    Questa programmazione deve oggi individuare in modo chiarole forme di una transizione verso un modello energetico diverso;nonostante l’intensificazione degli sforzi da parte della comunità tec-nico–scientifica, comunque, ancora non si è giunti ad una definizionecondivisa di questo modello. Si è però certi che esso debba aff rontarein modo innovativo ed unitario l’interazione tra consumi elettrici, ter-mici e dei trasporti, debba considerare come priorità le diff erenti op-zioni sulle reti e sull’accumulo per creare quella flessibilità necessariaad una coerente penetrazione delle energie rinnovabili e, soprattutto,

    diventi parte integrante di un nuovo modello economico e sociale.Le ultime barriere interposte verso una de–carbonizzazione del-

    l’energia e dell’economia sembrano ormai universalmente superate,anche se su tempistiche e road–map per un definitivo progressivo ab-

     bandono delle fonti fossili non c’è una condivisione e soprattutto unastrategia certa. In definitiva manca un ripensamento e una riproget-tazione del sistema energetico sia dal lato della produzione che dallato dei consumi e mancano le regole da seguire per un completo e

    ∗ Delegato per l’energia, Sapienza — Università di Roma, e presidente AiCARR.

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    definitivo abbandono delle modalità e delle procedure di un modellonon più sostenibile.

    Esistono tuttavia degli elementi comuni che, in mancanza di un

    quadro organico, delineano le caratteristiche delle mutazioni profon-de cui andiamo incontro (comunità dell’energia, smart cities, energyunion e mercato comune dell’energia, ecc.) e dal punto di vista ope-rativo sono state avanzate alcune linee programmatiche che possonoessere considerate un punto di partenza: revisione della struttura ta-riff aria per abbassare i costi delle bollette, innovazione delle reti perintensificare lo sviluppo della generazione distribuita, superamentodella logica dei grandi impianti di produzione favorendo lo sviluppo

    di distretti energetici ambientali locali, incentivazione dell’efficien-za energetica. Le grandi reti energetiche integrate con quelle delletelecomunicazioni e dei trasporti costituiscono l’asse portante delrilancio del Paese, sul piano della crescita e dell’occupazione. Il set-tore energetico–ambientale può essere di supporto a tutti gli altrisettori produttivi: dell’edilizia, delle agro–energie, della manifattura,della chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti e quindi con questi deveessere integrato. Il mondo industriale, soprattutto delle PMI, devepartecipare attivamente alla modificazione del sistema industriale ri-convertito alle tecnologie del nuovo modello in tema di occupazionee di produzione.

    Il primo cambiamento è quello del coinvolgimento operativo diogni individuo nei programmi e nelle decisioni sul tema dell’energia.Cambiare il modello energetico significa cambiare la società, perchédefinisce un ruolo nuovo per l’individuo, per cui egli deve esserepositivamente e volontariamente costretto ad un atteggiamento piùconsapevole ed attivo sia come consumatore (smart users), sia come

    produttore ( prosumers).La sensibilizzazione delle comunità locali sul tema dell’energiapermetterebbe il raggiungimento di un elevato grado di sicurezzaenergetica nell’approvvigionamento, l’ottenimento di risultati signifi-cativi dal punto di vista ambientale, il risparmio in termini di bolletteenergetiche, e in ogni caso la rifondazione della stessa società sulla

     base di rinnovati rapporti interpersonali più responsabili.

    . Livio de Santoli, A. Consoli, Territorio Zero, Minimumfav,

     .. Livio de Santoli, Le Comunità dell’Energia, Quodlibet, 

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    Sviluppo di sistemi intelligenti per la de–carbonizzazione dell’energia  

    Molti studi descrivono il potenziale inespresso dell’Italia nel settoredell’energia, partendo dalla stima del mercato dell’efficienza energe-tica, inteso come ammontare degli investimenti potenzialmente ne-

    cessari al raggiungimento degli obiettivi del pacchetto Clima–Energiadella UE. Il nostro Paese, benché presenti una filiera piuttosto matura,è caratterizzato da un quadro economico e finanziario inefficace  .

    Gli strumenti per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili

    Dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo /, che recepisce

    quanto disposto dalla UE in tema di efficienza energetica in edilizia,quest’ultima rappresenta una priorità anche nel nostro Paese, in lineacon la SEN Strategia Energetica Nazionale ().

    Visto che i risultati, a dispetto delle enormi potenzialità del settoredell’efficienza energetica, sono molto scarsi, quali devono essere lelinee strategiche contemplate da una programmazione finalmenteefficace? Potremmo riassumerle in alcuni punti programmatici, chedevono trovare spazio in un documento strategico nazionale.

    a)   Una road–map verso una diminuzione dei consumi energeti-ci. Nel   si prevede una domanda pari a circa la metà delpotenziale espresso dalle rinnovabili  ed è fatto ormai consolida-to quello dell’attuale disaccoppiamento tra crescita e consumi,come l’esempio della Cina sta dimostrando compiutamente;

    b)  una elettrificazione spinta del sistema energetico nazionale. Siprevede in un futuro prossimo un incremento significativo del-l’uso del vettore elettrico, diventato elemento di sostenibilità

    ambientale in quanto integrabile con tutte le fonti di energia

     . Il potenziale dell’energia come driver di sviluppo riguarda il mondo delle imprese,del sindacato, delle istituzioni, coinvolgendoli strutturalmente sulle tematiche riguardanti:gli strumenti ICT connessi con i servizi energetici, gli strumenti per considerare la sosteni-

     bilità come vantaggio competitivo (diagnosi energetica, efficienza nei processi produttivi,ecosostenibilità come elemento chiave nella valutazione delle scelte aziendali) e i modellidi business degli operatori dei servizi energetici (nuovi soggetti nel mercato dell’efficienzaenergetica e nuovi strumenti innovativi di finanziamento e di contratto).

    . Mariana Mazzucato, Lo stato innovatore, Laterza,  

    . Cfr ENEA, Pathways for a Deep Decarbonization in Italy, 

    . Cfr. WEO World Energy Outlook, 

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      Livio de Santoli

    primaria, soprattutto rinnovabili. È un vettore che consenteapplicazioni di efficienza energetica e risparmio anche negli usidomestici, quantitativamente rilevanti. Inoltre ha un elevato gra-

    do di compatibilità con tutte le tecnologie ICT e perfettamenteintegrabile con la generazione distribuita;

    c)   il completamento del programma basato sulla generazionedistribuita dell’energia e una progressiva ( – ) de–car-

     bonizzazione dell’energia in tutti i macrosettori di consumo(energia elettrica, energia termica, trasporti). È ormai un datodi fatto che la quota di rinnovabile sul totale dei consumi (e inparticolare sulla domanda elettrica) ha raggiunto livelli molto

    elevati (rispettivamente circa il  % e il %), e questo senzauna modifica sostanziale dell’assetto energetico che invece do-vrebbe essere radicalmente modificato per uno sviluppo dellerinnovabili ancora più incisivo. È anche un fatto oggettivo larapida diminuzione delle ore di funzionamento delle centralitradizionali (ridotte mediamente a  ore/anno) dovuta allainesorabile penetrazione della generazione distribuita dell’ener-gia: tra il  ed il  si è avuto un incremento dei sistemi diautoproduzioni pari a +%;

    d)  una rapida evoluzione dei sistemi di accumulo. A partire dagliultimi decenni del secolo scorso il settore dell’accumulo elet-trochimico ha preso vitalità soprattutto grazie all’adozione dinanotecnologie per caratterizzare i materiali degli elettrodi, che

    Figura . Previsione di elettrificazione dei consumi finali nei vari scenari ( – %),

    ENEA, Pathways for a deep decarbonization of energy, .

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    Sviluppo di sistemi intelligenti per la de–carbonizzazione dell’energia  

    hanno dato il via a innovazioni tecnologiche radicali: a ioni dilitio, a sodio–zolfo, al cloruro di sodio — nichel, ecc. Sono statirecentemente inseriti nel mercato sistemi di accumulo modu-

    lari a partire da   kWh di capacità studiati recentemente perle residenze fino a  kWh con costi contenuti. Inoltre c’è daesplorare il potenziale di accumulo del vettore idrogeno. Oltrea rendere programmabili eolico e fotovoltaico, gli accumulimodificheranno in misura rilevante la situazione attuale, anchesotto il profilo del rischio: l’evento estremo che la regolazionedovrà risolvere, non sarà più il blackout , ma il burnout  (evitareche nello stesso istante troppi accumuli immettano energia in

    rete);e)   lo sviluppo di una mobilità sostenibile (elettrica e a idrogenosoprattutto nella sua forma di miscela gassosa);

     f  )   la connessione delle reti dell’energia con le reti informatiche(Virtual Power Plant  VPP, l’uso dell’energy cloud, Internet of Things).

    Lo sviluppo di sistemi intelligenti per l’energia

    Il modello energetico attuale si basa sull’uso di fonti fossili (carbone,petrolio, gas) e sulle infrastrutture capaci di trasportare tali fonti sugrandi distanze. Caratteristica fondamentale del modello è la centra-lizzazione della produzione dell’energia elettrica in grandi centraletermoelettriche, affidando l’affidabilità e la flessibilità dell’intero si-stema alle caratteristiche favorevoli del petrolio in termini di densitàenergetica (circa    kWh/kg). La flessibilità, in particolare, si rife-

    risce alla disponibilità della fonte fossile a far fronte alla domandaesattamente quando e dove essa viene formulata.

    È possibile creare un modello ugualmente, se non più, flessibile, basato sull’energia rinnovabile che è tipicamente non programmabilee che assume generalmente bassi valori di densità energetica?

    Molti studi sono stati fatti di recente sulle caratteristiche che deveavere un sistema completamente rinnovabile, sulle ricadute che tale

    . Ad esempio cfr. Lund H, Mathiesen BV. Energy system analysis of   % renewableenergy systems — the case of Denmark in years   and . Energy / ; :  –  ; Cosic´

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    un approccio inter–settoriale complesso (Smart Energy Systems SES).Il modello energetico senza fonti rinnovabili prevede che le quantità

    annue di energia prodotte (dalle fonti primarie) e utilizzate dai macro

    centri di consumo del riscaldamento, dell’elettricità e trasporti uti-lizzino sistemi schematizzati concettualmente seguendo modificheincrementali del grado di efficienza energetica:

    a)   il sistema base tradizionale, in cui le richieste di energia vengo-no soddisfatte dalle centrali termoelettriche e dalle fonti fossili(gas, olio combustibile) tramite generatori di calore (riscalda-mento) o direttamente da combustibili (trasporti);

    b)  il sistema che utilizza sistemi CHP, nell’ipotesi in cui questi for-niscono tutta l’elettricità necessaria e parte del riscaldamento;c)   il sistema che utilizza completamente i sistemi CHP, nell’ipotesi

    in cui non solo l’elettricità ma anche tutto il riscaldamento (peresempio attraverso l’uso delle pompe di calore elettriche) vienefornito ai centri di macro consumo.

    In questa configurazione (in tutti e tre i casi) il sistema dei trasporticontinua ad utilizzare unicamente prodotti raffinati del petrolio. Intali modelli comunque i miglioramenti in termini di efficienza com-plessiva possono produrre riduzioni progressive fino a circa il  % intermini di consumo di fonte fossile.

    Inoltre, in questi modelli è possibile integrare fino al   –  % dienergia da fonte rinnovabile affinché non ci siano influenze negativesulla rete elettrica dovute alle fluttuazioni tipiche di sorgenti nonprogrammabili. Come è noto, progressivamente all’uso di fonti rinno-vabili si nota una riduzione sempre più marcata in termini di consumo

    di fonte fossile, cosa che comporta un notevole miglioramento intermini di efficienza energetica. Inoltre l’introduzione della microco-generazione (generazione combinata di energia elettrica e termicaper usi locali) e delle pompe di calore di larga scala permetterebbe un

    . B.V. Mathiesen, H. Lund, D. Connolly, H. Wenzel, P.A. Østergaard, B. Möller, S.Nielsen, I. Ridjan, P. Karnøe, K. Sperling, F.K. Hvelplund, Smart Energy Systems for coherent % renewable energy and transport solutions, Applied Energy  ()

    . Lund H, Andersen AN, Østergaard PA, Mathiesen BV, Connolly D. From electricity

    smart grids to smart energy systems — a market operation based approach and understanding .Energy ;: – .

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    utilizzo anche più significativa delle fonti rinnovabili elettriche (%)senza penalizzare l’efficienza complessiva del sistema. Questo anchese il sistema dei trasporti dovesse continuare ad utilizzare unicamente

    prodotti raffinati del petrolio.Quote superiori di energia da fonti rinnovabili comportano mo-

    difiche sostanziali della struttura del modello energetico e devonopoter permettere anche l’inserimento di quote di rinnovabili termichecoerenti con le richieste di energia complessive. Se la penetrazionedi energia rinnovabile non programmabile deve poter approssimareil %, devono essere accuratamente scelte appropriate tecnologiedi accumulo di energia capaci di creare nuove forme di flessibilità

    anche su grande scala

    .Nella generazione distribuita dell’energia si sostituisce la grandecentrale termoelettrica con una serie di centrali più piccole localizzatesul territorio; i sistemi di accumulo dell’energia elettrica devono esserein grado di supportare l’inserimento delle rinnovabili e devono, inuna fase di transizione, essere progettati e realizzati anche su grandescala a servizio delle reti elettriche principali.

    Su larga scala ( MW e oltre), al momento sono presenti solodue tecnologie di accumulo, il pompaggio di acqua in bacini per laproduzione successiva di energia idroelettrica PHES (con rendimentidell’ordine %) e l’aria compressa CAES (con rendimenti del %),ma altre soluzioni sono presenti sul mercato soprattutto su media epiccola scala, e sono oggetto di studi per aumentarne l’efficienza ediminuirne i costi (batterie elettrochimiche, volani, idrogeno prodottoda rinnovabile elettrica per produzione di energia termica).

    Sul lato del settore di consumo dei trasporti, studi specifici sonostati recentemente condotti per individuare nella mobilità elettrica

    forme di accumulo elettrico costituito direttamente dalle vetture (lacosiddetta modalità vehicle–to–grid, V G), oppure in cui l’idrogenoviene proposto in miscela con il metano (l’idrometano, HNG) co-me alimentazione dei veicoli ma anche della micro–CHP. L’uso

    . Stadler I. Power grid balancing of energy systems with high renewable energy penetrationby demand response. Utilities Policy ;: – .

    . Lund H, Kempton W. Integration of renewable energy into the transport and electricitysectors through V  G. Energy Policy ; :  – ; Pillai JR, Bak–Jensen B. Integration of  

    vehicle–to–grid in the western Danish power system, 

    ;:

     – 

    . B. Nastasi, L. de Santoli, A. Albo, D. Bruschi and G. Lo Basso. RES Availability

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    Sviluppo di sistemi intelligenti per la de–carbonizzazione dell’energia  

    dell’idrogeno diventerà sempre più importante all’aumentare dellaquota di rinnovabile elettrica del sistema, anche perché attraverso glielettrolizzatori è possibile far fronte, oltre al fabbisogno termico attra-

    verso sistemi di produzione combinata ( power–to–gas), anche quellodel settore trasporti con combustibili derivati da biomasse.

    Lo sviluppo del modello non deve però essere limitato al solo aspet-to, seppur rilevante, dell’energia elettrica, ma occorre considerareanche il settore termico, combinando i macro settori di consumodel calore, dell’elettricità e comprendendo ovviamente anche quellodei trasporti. Una prima opzione per combinare energia elettrica etermica (o raff reddamento) è quello di considerare pompe di calore

    (anche su larga scala) e CHP utilizzati in reti di teleriscaldamento incui siano compresi appropriati sistemi di accumulo termico.Le fonti energia utilizzabili in una fase di transizione verso il nuovo

    modello distribuito faranno uso ovviamente di biomasse e biogasper usi termici (cogenerazione, teleriscaldamento ma anche usi localiper l’industria e le aziende agricole), in un ambito di utilizzo localeper la valorizzazione di risorse territoriali. In questa strategia rien-trano ovviamente i sistemi di riscaldamento/raff reddamento localiche devono prevedere immediatamente una elettrificazione via viacrescente dell’utenza (civile ed industriale) agevolata da una idoneatariff azione e dagli obblighi comunitari verso gli edifici nZEB (nearlyZero Energy Buildings). In particolare i programmi devono includerele grandi potenzialità connesse con una riqualificazione dell’ediliziaesistente su scala urbana e sub–urbana, anche spinta. In particolare,occorre considerare in maniera contestuale le disposizioni riguardantila riduzione dei consumi conseguenti al miglioramento termofisicodell’involucro edilizio (direttiva EPBD, Energy Performance of Building 

     Directive) la quota di energia da fonte rinnovabile assegnata, l’efficienzaenergetica dei sistemi impiantistici e la interconnessione con edifici

     Assessments for Eco–fuels Production at Local Scale: Carbon Avoidance Costs Associated to aHybrid Biomass/H   NG–based Energy Scenario. Energy Procedia  ()  – ; L. deSantoli, G. Lo Basso and D. Bruschi. Energy characterization of CHP fuelled with hydrogenenriched natural gas blends. Energy  ()  – .

    . Juul N, Meibom P. Optimal configuration of an integrated powe