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Le tecniche didattiche e gli interventi a scuola per la dislessia e la disortografia Germana Englaro Tarcento, 10/02/2011

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Le tecniche didattiche e gli interventi a scuola per la dislessia e la disortografia

Germana Englaro

Tarcento, 10/02/2011

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Cos’è la dislessia

Disturbo evolutivo specifico a carico della lettura strumentale

Interessa la capacità di decodifica implicata nella lettura

La compromissione può interessare la correttezza, la velocità o entrambi gli aspetti

Il disturbo di lettura può avere ricadute secondarie sulla capacità di comprensione del testo letto in autonomia dal bambino

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Criteri diagnostici

Discrepanza fra livello intellettivo generale e abilità specifica

Esclusione di condizioni di svantaggio socio-culturale Esclusione di danni sensoriali Utilizzo di prove standardizzate e con validità

psicometriche Prestazioni significativamente inferiori alle attese sia

a livello statistiche che clinico La diagnosi può essere fatta a partire dalla fine del

primo ciclo della scuola primaria

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I campanelli d’allarme

Lettura più lenta delle attese e/o scorretta Tempi significativamente lunghi di

esecuzione di compiti che richiedono lettura autonoma di testi

Reazioni di disagio se richiesta lettura a voce alta

Difficoltà di comprensione del testo se la lettura viene fatta in autonomia

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Segnali precoci

Già dalla scuola dell’infanzia si possono rilevare indicatori precoci (ultimo anno)

Difficoltà di analisi e consapevolezza fonologica Difficoltà di discriminazione visiva Difficoltà nella denominazione rapida di oggetti Difficoltà nella sequenzialità sinistra-destra Ritardi del linguaggio (presunti o accertati)

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Cosa può fare la scuola

Segnalare le difficoltà alla famiglia inviando a servizi competenti per l’accertamento del disturbo

Strutturare una didattica che miri a valorizzare le risorse e compensi le difficoltà

Stesura del PEP (o PDP): programmazione della didattica funzionale alle caratteristiche del bambino

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Indicazioni generali (rif. Legge 170)

Dispensare dalla lettura a voce alta in classe Concedere tempi più lunghi per lo svolgimento di

attività (verifiche o altro) che richiedono la lettura di testi

Leggere le consegne al bambino prima dell’inizio dell’attività

Privilegiare, laddove possibile, le verifiche orali o le domande con risposte a scelta multipla

Ridurre il materiale da leggere per lo studio (creare brevi dispense che sintetizzino i capitoli dei libri o indicare le parti salienti con sottolineature)

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Per i bambini della primaria usare caratteri grandi (14-16), ben definiti e sufficientemente spaziati (riduzione dell’effetto crowding?)

Calibrare le richieste sulle reali potenzialità del bambino per motivare all’apprendimento ed evitare la frustrazione (che può generare evitamento)

Lingue straniere: ridurre le richieste tenendo conto che i dislessici possono risultare affaticati in compiti di letto-scrittura di lingue non trasparenti (inglese e tedesco) mentre possono avere prestazioni adeguati nell’apprendimento della grammatica (ricerche in corso)

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Il metodo di studio

Il primo strumento compensativo per un dislessico è un efficace metodo di studio

Stimolare la strutturazione di un metodo di studio funzionale al problema attraverso una riflessione metacognitiva:

Farsi un’idea generale sull’argomento Sottolineare le informazioni rilevanti Uso efficace degli appunti in classe Uso di schemi di sintesi Rielaborazione personale con simulazione

dell’esposizione orale soprattutto in vista delle interrogazioni

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Per i ragazzi più grandi o per profili gravi

Uso della sintesi vocale per lo studio a casa ma anche per il lavoro in classe laddove sia prevista ampia lettura di materiali

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L’identificazione precoce

Percorsi di screening sui bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia (sett-nov)

Individuazione di profili a rischio Progettazione di attività di potenziamento

dominio-specifiche Controllo degli esiti del potenziamento (mag)

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Attività utili all’infanzia

Potenziamento delle abilità fonologiche:bastimento carico di…, inizio e fine parola, esercizi di fusione e segmentazione sillabica e fonemica

Potenziamento delle abilità visive: riconoscimento e discriminazione visiva di oggetti, segni grafici, lettere

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Materiali utili per l’infanzia

Pronti per la prima! Giunti ScuolaMateriali IPDA – EricksonGiocare con le parole – EricksonAvviamento alla lettura – Erickson

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Materiali utili per la primaria

Dislessia e trattamento sublessicale - Erickson

Lettura e metacognizione - Erickson

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Materiali utili per la secondaria

Imparare a studiare 2 - Strategie, stili cognitivi, metacognizione e atteggiamento verso lo studio – Erickson

Abilità di studio livelli 1 e 2 – Erickson Nuova guida alla comprensione vol. 3 e 4 -

Erickson

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La disortografia

Disturbo Evolutivo Specifico dell’apprendimento a carico della componente ortografica della scrittura

E’ caratterizzato da numerosi errori nella scrittura di parole, frasi e periodi

Si parla di disturbo quando il numero di errori è significativamente superiore alle attese per classe ed età e rispetto al livello intellettivo

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Paolo, 10.8, V primaria

Face (pace)

Inseto

Azardo

Fratura

Svaco (svago)

Scerzo (scherzo)

Riscico (rischio)

TOT: 11 (media: 1)

Bucherzo (vugherzo) Simiaro (scimaro) Feniosto (fegnosto) Reduvre (reduve)

TOT: 7 (media: 3)

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Giani ha acuistato una pelle dorso Sul pavimento non cera la cera Venezia l’anno visitata una sola volta Cuando sono pasati un mucio dani di dimetica

facimente

Paolo non riesce ad avere una corretta rappresentazione ortografica delle parole che scrive

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I tipi di errore

Fonologici: non è rispettato il rapporto tra grafema e fonema (folpe per volpe, taolo per tavolo, simmia per scimmia)

Non fonologici: errori nella rappresentazione visiva della parola (in dietro per indietro, l’avato per lavato, lacqua per l’acqua, squola per scuola, o per ho)

Altri errori: omissioni e aggiunte di doppie e accenti

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Rapporto tra dislessia e disortografia

Sono due disturbi diversi e non necessariamente compresenti

Essere dislessici non vuol dire fare errori quando si scrive, essere disortografici non vuol dire avere difficoltà quando si legge

Spesso però i due problemi sono comorbili: 1. Processi cognitivi vicini2. Se un bambino fa fatica a leggere si espone poco

al materiale scritto3. Se un bambino fa fatica a scrivere non usa la

scrittura come traino per meglio padroneggiare i meccanismi della lettura

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Altri disturbi della scrittura

Disgrafia: disturbo che interessa la componente grafo-motoria della scrittura con ripercussioni sulla velocità e leggibilità della scrittura

Difficoltà di espressione scritta: difficoltà a livello di produzione spontanea di un testo (conoscenze in MLT, generazione di idee, pianificazione, stesura, revisione, monitoraggio online)

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Relazione fra questi disturbi

Un disortografico non deve necessariamente essere anche disgrafico, o viceversa

Un disortografico potrebbe avere difficoltà di autocorrezione se è anche disgrafico

Un disortografico commetterà errori durante la produzione spontanea del testo ma la capacità espressiva potrebbe risultare integra

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Tecniche didattiche

Concedere più tempo nella stesura di testi per stimolare la revisione autonoma

Evitare la sottolineatura dell’errore per non fissarlo in memoria

Di fronte a DSA conclamato non penalizzare gli elaborati per gli errori ortografici ma valorizzare i contenuti

Nei casi più gravi concedere l’uso del pc con correttore ortografico, sia per compiti a scuola che a casa

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Tecniche didattiche alternative

Cooperative learning: consente la compensazione del disturbo, la valorizzazione delle risorse del soggetto DSA, l’attivazione di atteggiamenti di cooperazione che migliorano il clima in classe

Peer tutoring: favorisce la collaborazione fra pari, consente la compensazione del disturbo

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Materiali utili

Recupero in ortografia – Erickson Divertirsi con l’ortografia - Erickson Lessico e ortografia – Erickson

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I DSA

Non esiste un profilo di DSA uguale ad un altro: ogni bambino ha una storia personale ed un profilo di funzionamento specifico

La scelta degli strumenti più idonei va quindi operata in funzione al profilo del soggetto

Fondamentale la collaborazione con specialisti che aiutino gli insegnanti nella stesura del PDP

Fondamentali i momenti di verifica in itinere per la misurazione dei cambiamenti e l’efficacia delle strategie attivate

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Riferimenti bibliografici

Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, a cura di C. Cornoldi, Il Mulino

In Classe ho un bambino che… L’insegnante di fronte ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, C. Cornoldi, S. Zaccaria, Giunti

Le difficoltà di apprendimento a scuola, C. Cornoldi, Farsi un’idea, Il Mulino

Materiali Erickson e Giunti citati nelle slides (per il potenziamento)

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Contatti

Germana Englaro

[email protected]

339 5489698

Via Moravia 2 – Tolmezzo

SDA Liripac Università di Padova