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Le tecniche di rappresentazione. Le componenti del disegno manuale

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Le componenti del disegno manuale

Il gesto, la forma, il contorno

Il gesto

Ogni qual volta tracciamo dei segni su un fogliocompiamo dei gesti, dei movimenti che il nostro cervelloprogramma per la mano. Occorre quindi imparare acontrollare questo movimento, questo gesto, in modoche attraverso il sistema muscolare, si possa esercitareuna forza corrispondente a quanto mentalmentestabilito. Chiunque non sia abituato al disegno si saràcertamente accorto quanto sia difficile far corrisponderel’idea che vogliamo rappresentare al risultato grafico.Solo con molto esercizio si riesce ad ottenere deirisultati apprezzabili, basta pensare a quante volte dabambini abbiamo “disegnato” una vocale prima diriuscire a realizzarla correttamente.Con I’esercizio si possono prima vincere gli iniziali timoriper il foglio bianco, per il segno da tracciare, sia con lapenna che con la matita; mentre successivamentepossiamo cercare di chiarire e controllare l’intenzioneche ci guida la mano. Il gesto, da incosciente, liberaesplicazione di un impulso interiore in cui istinto eintenzionalità si intersecano senza soluzione dicontinuità, diviene cosciente, controllato e permette diesprimere con chiarezza ciò che ci siamo proposti direalizzare.Dare un ritmo alle figure cercando di comporle sul foglio,suddividere la superfice in elementi semplici alla ricercadi temi più complessi, individuare le geometrie cheregolano la composizione, studiare come utilizzare lerisorse espressive che gli strumenti per disegnare ciforniscono è estremamente utile per la buona riuscitadi un disegno. Scegliere l’inchiostro di china o la matitacolorata. íl lapis o il pennello, disegnare a mano liberao con la riga e la squadra, scegliere un tipo di cartarispetto ad una altra è operazione spesso delicata edeterminante rispetto all’idea da trasmettere.

La forma

Noi percepiamo la forma di un oggetto, cioé lasommatoria delle sue qualità afferenti, attraverso ilnostro occhio.Le configurazioni che ne conseguono si riferiscono alsuo aspetto globale; aspetto non rivelato solo da ciòche si vede, dall’immagine che arriva al nostro cervello,ma anche dalla nostra memoria, dall’esperienza che èpresente nella formazione della visione.La vera forma trova la sua prima definizione nelle sueessenziali configurazioni spaziali. La geometria che si

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il contorno

Il contorno è una linea immaginaria che costituisce imargini di una figura, delineandone la forma, ed è ingenere un segno molto importante in quanto delimitadue spazi: lo spazio esterno e lo spazio interno. Ingenere è lo spazio interno quello che interessa di più,quello che denuncia una forma nota, ma può talvoltaanche interessare il negativo: con lo spazio esternocompletamente nero e la figura bianca, la formadisegnata acquisterà risalto.II disegno a solo contorno, anche se facile edimmediato, può però provocare delle ambiguità perchéspesso la forma non è così riconoscibile.Occorrerà allora integrarlo con altre linee onde renderlapiù comprensibile.L’esempio più classico è rappresentato dal cubo che,senza altre notazioni, appare visto dall’alto e quindi conlo spigolo centrale in avanti o visto con lo spigolocentrale arretrato.Il disegno a contorno trova una delle applicazioni piùsuggestive nel tracciamento dello “sky line”, la lineadel cielo,che divide in una visione panoramica ocomunque d’insieme, il costruito dallo sfondo.

nasconde dietro tutto ciò che vorremmo disegnare,rappresenta quindi i l momento principale percomprendere l’organizzazione spaziale dell’oggetto dariprodurre.Semplificare il disegno sarà d’ausilio per ritrovare, permezzo di forme che ci sono familiari, le proporzioni frale varie parti, come queste forme si organizzanogenericamente, in che rapporto stanno i particolari conil tutto.Si tratterà di conferire all’immagine una struttura chemetta in luce gli aspetti salienti dell’oggetto dadisegnare, riducendoli a schemi percettivi più semplicie di conseguenza più facilmente memorizzabili. Lanatura stessa ci mostra forme perfettissime organizzategerarchicamente e geometricamente regolate da leggimatematiche precise.È semplice comprendere la forma di una conchiglia, diun cristallo, di un fiore, perché è facile percepirne lastruttura elementare che li caratterizza, ma anchefenomeni naturali più complessi possono ricondursi astrutture semplici analizzando le forme geometricheelementari che li caratterizzano.

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82. Erich Mendelsohn. Schizzi di progetto per i grandi magazziniSchocken. 1926-2883. Paul Klee. La grande cupola84.Esempio di struttura ramificata a quattro per sei rami e a cinqueper cinque rami85.La figura costituita in maniera oggettiva da tre settori circolari nerie da tre linee angolari nere su sfondo completamente uniforme, inducealla percezione di un triangolo bianco sovrapposto ad un altro triangolo86. Rapporti geometrico-proporzionali della facciata di Palazzo Vecchioa Firenze87. Moduli compositivi e rapporti geometrici della facciata di S.MariaNovella a Firenze88.Michelangiolo Buonarroti. Studio per la facciata della chiesa diS.Lorenzo a Firenze89.Disegno assonometrico di un cubo, le campiture a tratteggio noneliminano completamente l'ambiguità della visione: lo spigolo centralepuò apparire o arretrato o aggettante rispetto a quelli laterali90. Il semplice disegno a contorno, in questo caso lo skyline diS.Gimignano, può fornire diverse informazioni sulle caratteristicheambientali del luogo91. Léon Krier. Prospettiva generale del quartiere "Città Nuova" adAlessandria. 1995

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Il volume: luci e ombre

Disegnare il volume di un determinato oggetto vuol diretracciare sul foglio a due dimensioni, una serie di segniche lo rappresentino e lo facciano vedere in tredimensioni.Le linee sono organizzate in maniera tale che lerelazioni che intercorrono fra loro, pur nonrappresentando in se stesse nessun oggetto specifico,richiamano alla mente un volume, trasmettendo unmessaggio convenzionalmente comprensibile a tutti.È comunque difficile tracciando il solo contorno, riuscirea rendere l’idea della terza dimensione. Poiché è laluce che colpisce l’oggetto da disegnare che lo rende“in rilievo”, si tratterà, attraverso tecniche varie, dievidenziare gli effetti che questa produce. Il chiaroscurodescrive quindi le variazioni della forma sotto I’effettodella luce.La luce è elemento molto importante nel disegno inquanto determina, col suo variare, una serieinnumerevole di immagini sempre diverse.Generalmente la luce naturale, che è quella chemaggiormente interessa nel disegno architettonico,provoca delle ombre non sempre definite, per leinnumerevoli riflessioni cui è sottoposta, mentre la luceartificiale provoca delle ombre più nette.Nei disegni in bianco e nero, al bianco della carta èaffidata in genere la massima luminosità mentre,attraverso campiture, dal grigio si arriva al nero usatoper le ombre più dense.Due sono i tipi di ombra: l’ombra “propria” dell’oggettoe l’ombra “portata” che questo provoca su un’altrasuperficie.Questa seconda ombra è sempre più scura della primache viene in genere attenuata dalla luce riflessa.Si ricorre spesso, all’impiego delle ombre nellarappresentazione architettonica, al fine di generare unavisione più vicina al reale, migliorando la qualitàdell’immagine visiva.Essa acquista così più realismo, più profondità,permettendo un maggior controllo dell’immaginestessa, per esempio, sia in fase di progetto di un edificioche in quello di analisi di un ambiente costruito.

93.M.C.Escher. Drie bollen I. In questo disegno l'effetto ditridimensionalità è suggerito dalla particolare conformazione dellasuperficie a reticolo95.A.Anselmi, Giovanni De Sanctis. Progetto per un asilo aGuidonia,1965. In questo disegno la volumetria dei corpi di fabbrica,facilmente scomponibili in solidi elementari è sottolineata dall'uso delchiaro-scuro e dall'effetto delle ombre portate96.Nel soggetto rappresentato il chiaro-scuro ottenuto con l'uso dellachina diluita, risulta più morbido rispetto a quello ottenuto con tratteggioincrociato97.Parlamento di Chandigar di Le Corbusier. Il disegno trattatoattraverso un morbido sfumato che ne mette in evidenza la volumetriae le articolazioni plastiche98. Franco Purini. La casa romana. Disegno architettonico in cuil'effetto di tridimensionalità è ottenuto attraverso un accurato e fittotratteggio

92.Sgrilli. Prospetto laterale e sezione longitudinale del Duomo diS.Maria del Fiore a Firenze

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99.Vista interna del progetto di un edificio multifunzionale. Lo studioe la rappresentazione delle ombre può avvenire anche attraversol'utilizzo di software di elaborazione tridimensionale100.Rudolf Schwarz. Progetto per un Festspielhaus, 1920. L'uso delleombre mette in risalto in maniera immediata l'articolata volumetriadel complesso architettonico

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Il tratteggio

Il tratteggio è una delle forme più diffuse per ottenerecampiture omogenee su una superficie di dimensionilimitate, e contemporaneamente diversità tonali tali dafornire un’idea esatta della forma disegnata.Esso è molto efficace, sia tracciato con l’ausilio dellariga e la squadra, sia realizzato a mano libera. Variandointensità del segno e distanza fra le righe, sarà possibileconferire rotondità alle superfici o profondità a corpi difabbrica, differentemente collocati rispetto al quadro diriferimento del disegno.II tratteggio a distanza regolare può essere incrociatoin vario modo onde ottenere moltissime tonalità: quantopiù vicine si tracciano le linee, tanto più intenso risulteràil grigio, fino ad arrivare al nero o ad altra tinta piena.Il procedimento grafico richiede prima di tutto undisegno di base a matita, morbida e sottile, per solicontorni; successivamente si procede all’individuazionedelle zone da campire. Stabilite le tonalità da usare, sipartirà dalle più scure per passare via via alle più chiare.Il contorno delle figure può anche essere trascurato,lasciando all’effetto ottico la definizione delle forme.Il tratteggio a distanza regolare sarà in genere moltoutile nel disegno tecnico di planimetrie, per evidenziarei corpi di fabbrica, nel disegno di coperture, a scaleinferiori all’1 a 100, nella rappresentazione dellamuratura sezionata, nelle ombre a 45° in planimetrie,prospetti, assonometrie.AI fine di conferire all’immagine una maggiore plasticità,il tratteggio a mano libera può diventare più irregolarefino ad incurvarsi in scarabocchi disposti irregolarmentesul foglio.II disegno a mano libera consente una infinita possibilitàdi segni i cui effetti vanno sperimentati di volta in volta.Ricordiamo qui solo alcuni dei più usati; oltre altratteggio a linee parallele o incrociate, al disegno ascarabocchio, molto efficace risultano il tratteggio a“ventaglini”, disposti irregolarmente sulla superficie dacampire, il tratteggio a “maglia” e a “molla” dispostoper file parallele all’occorrenza ondulate, e il disegno ascarabocchio continuo, utile per certi effetti planimetricidi aree verdi.

101.Piramide dei grigi. Un utile esercizio può essere quello di costruirsi,variando progressivamente la trama e l'intensità del tratteggio, unaserie di campiture di grigio intermedio, a partire da una casellatotalmente annerita affiancata ad una bianca102.Jan van Asperen. Maison du peuple ad Anversa. Prospettiva dellafacciata. L'uso del tratteggio, oltre a sottolineare le articolazioniplastiche della facciata, definisce ed individua la texture dei diversimateriali che la costituiscono

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103.Le Puy-en-Vélay. Dettaglio delle arcate del chiostro. Accuratitratteggi verticali suggeriscono la tridimensionalità degli elementi econtemporaneamente evidenziano il cromatismo e la trama degliapparati decorativi104.Gruppo TAU. Concorso per il quartiere della Villette a Parigi, 1975.Oltre alla definizione delle ombre, il tratteggio verticale del cielo èutilizzato per esaltare la verticalità degli edifici rappresentati105.Giovan Battista Piranesi. Capriccio con scalone. Il tratteggio sirivela uno strumento utile per l'immediata definizione delle volumetriearchitettoniche106.J.M.Olbrich. Studio per un padiglione di esposizione. In questavista prospettica, il tratteggio è utilizzato per definire forme, volumi,materiali, fino a sostituire il contorno stesso

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107.Prospettiva dell'interno di un edificio storicoristrutturato.Il tratteggio, in questo caso, sottolineal'andamento prospettico dei piani e delle superfici

108.Vista prospettica del centro storico diMontepulciano. L'adozione di una tramacaratteristica per le ombre portate migliora lapercezione delle volumetrie di un paesaggio urbano

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Il puntinato

La tecnica del puntinato estremamente semplice dalpunto di vista esecutivo, ma anche molto lunga dapraticare, si basa sulla campitura di superfici con puntiniimpressi I’uno vicino all’altro, in genere eseguiti conpennelli a punta sottile o con la penna a china del tiporapidograph.L’uso di questa penna è consigliabile per la regolaritàdei punti, quasi rotondi, che si possono ottenere graziealla sua estremità a tubo.Volendo realizzare delle superfici grigio scure o neresi tratterà di avvicinare i puntiní quasi a toccarsi fraloro o sovrapporsi. Per ottenere zone in ombra si puòricorrere anche a puntinature di diametro differenziato,sempre più grosso via via che ci avviciniamo al nero.Gli effetti saranno comunque diversi; nel primo casoavremmo un effetto più evanescente, accentuatodall’assenza delle linee di contorno: nel secondo casoI’effetto sarà in genere di maggior contrasto.Distribuendo regolarmente i punti sulla superficie èpossibile ottenere tonalità di grigio omogenee, moltoutili nel disegno di planimetrie, prospetti, piante ecc.

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109.Esercizi del Carpenter Center For The Visual Arts, CambridgeUSA. Addensamento e rarefazione su una stessa superficietrasmettono un senso di tridimensionalità110.Cupola di S.Maria del Fiore, Firenze111.Chiesa di Ronchamp di Le Corbusier. Campiture a puntinato stesecon accuratezza, producono immagini di forte realismo112.H.Poelzig. Secondo progetto per il Festspielhaus. Visioneprospettica che presenta un tratamento a minuscoli tratti chedefiniscono volumetrie e superfici113.Per definire le caratteristiche materiche delle superfici si può farricorso a penne di diverso spessore, come in questa rappresentazionedi un edificio religioso medioevale114. L'uso del puntinato accostato al tratteggio e alla matita sfumata,può produrre effetti di grande realismo, come in questa vista di unavia del centro storico di Firenze

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Lo sfumato

Mediante la tecnica della sfumatura a matita è possibileottenere risultati molto plastici; ombreggiando, infatti, ipassaggi di colore diventano impercettibili, senzastacchi netti fra una zona e la limitrofa, con gradualevariazione di tono dalla luce all’ombra.Tecnicamente si procede a stendere la matita, su undisegno su cui già sono stati tracciati i contorni,cominciando ad accennare le parti scure di maggiorrilevanza con tono molto leggero, via via che si passaa stendere i toni successivi si rinforzeranno anche quelligià tracciati.Con passaggi ripetuti e con crescente pressione deltratto nelle parti più scure, si arriva all’occorrenza allasaturazione del colore, penetrato in tutti i pori dellacarta.La matita và tenuta più sdraiata rispetto al disegno atratteggio, sfregandola su e giù in modo da evitaredelimitazioni lineari, facilitando il passaggio gradualedi tonalità. Si possono così campire superfici anche diuna certa estensione.Se si vuol dare l’impressione dell’atmosfera ènecessario ricorrere a passaggi ancora più fini, ottenibilisfregando la grafite sul foglio con le dita, con unbatuffolo di cotone, con la carta assorbente o conappositi “sfumini”, generalmente di carta; questi ultimi,tenuti come una matita, piatti o diritti, servono adistribuire ancora meglio la grafite.Poiché le matite morbide tendono a sbavare è sempreconsigliabile tenere un foglio sotto la mano che disegna,onde evitare che la grafite spanda fuori dai limiti stabiliti.

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115.Disegno di una formella in laterizio. L'effetto di rilievo della formellaè ottenuto tramite matita a sanguigna sfumata116.Leonardo da Vinci. Studio di panneggio. Lo straordinario realismodi questo disegno è dovuto alla morbidezza dei passaggi chiaroscuraliottenuti tramite l'uso di ombreggiature e lumeggiature117.Prospettiva del cortile di palazzo Strozzi a Firenze118.Biblioteca Nazionale, Firenze119.Joze Plecnik. Studio per un monumento a Vittorio Emanuele. Nellarappresentazione di architetture ambientate l'uso dello sfumato si rivelaefficace nella realizzazione di prospettive aeree

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I retini

Per ottenere delle campiture omogenee una delletecniche più efficaci è rappresentata dall’applicazionesul disegno dei retini: pellicole autoadesive per mezzodelle quali è possibile ottenere nelle copie eliografichetonalità di grigio sufficienti per la realizzazione di disegnidi architettura.I retini si dividono in due grosse categorie: tipograficie colorati, ambedue in genere usati su carta lucidaper la riproduzione del disegno.Nei primi una serie innumerevole di segni è riprodottaa stampa su una pellicola trasparente; linee parallele oincrociate più o meno sottili, puntinature di densitàdiverse, disegni fantasia che ripropongono in variomodo effetti grafici particolari, oppure elementi reali,come tetti, pavimenti, ecc...I secondi hanno tinte omogenee lucide ed opache (suquesti ultimi è anche possibile disegnare sia con il lapische con la china) e si possono usare direttamente peril colore che hanno o, più spesso, per la tonalità di grigioche danno una volta che il disegno è riprodottoeliograficamente.Per applicarli si procede al distacco del supportoprotettivo, ponendo successivamente la pellicola suldisegno e ritagliandola leggermente più grande delnecessario, con una lametta o un taglierino. Dopoaverla fatta aderire con la pressione della mano, conla punta del taglierino e l’ausilio di una squadretta èpossibile seguire i contorni del disegno per togliere leparti inutili, facendo però attenzione alla pressione dellalama sul foglio per non incidere o tagliare la carta.Per far aderire perfettamente la pellicola, bastastrofinare vigorosamente con un foglio pulito e unaspatola larga partendo dal centro della figura indirezione dei margini.Gli effetti che si possono ottenere sono molti sia usandoun unico tipo di retino che accopiandolo ad altri perevidenziare, ad esempio in un prospetto, ombre, cielo,porte, finestre; in questo caso, occorre fare attenzionea che il retino non prenda il soppravento sul disegnoconferendo alla immagine aspetti non desiderati.

120. The Mandala Collaborative, progetto per il centro nazionale dimusica a Teheran, 1970. Differenti retini aiutano nella definizione dellapianta, permettendo di individuare pavimentazioni e alberature

121. Esempi di utilizzo dei retini per la definizione volumetrica,planimetrico-urbanistica, e come campitura degli elementi sezionati

122. Disegno di un paesaggio con campiture realizzate attraverso retini di diverse tonalità

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Lo spruzzo

Campiture rapide e graficamente efficaci possonorealizzarsi con lo spruzzo. Questa tecnica richiede lacreazione di mascherine di carta, cartoncino, scotch oaltro, per coprire le parti che non s’intendono campire.Se vogliamo realizzare un disegno a più colori, dovremoritagliare tante mascherine quante sono le tonalitàdesiderate.Varie sono le tecniche per spruzzare il colore, ma varisono anche i risultati che si possono ottenere.Possiamo utilizzare il vaporizzatore a fiato, costituitoda due cannucce ad angolo retto, che si usa infilandouna estremità nella bottiglietta del colore, e soffiandocon una certa regolarità nell’altra.Una stesura del colore più omogenea può ottenersicon l’aerografo, senza dubbio il più sofisticato tra isistemi a spruzzo oggi in commercio. Due sono iprincipali vantaggi nell’uso di questo apparecchiorispetto alle altre tecniche; col variare della distanzadella punta dell’aerografo dalla superficie, l’operatorepuò produrre una vasta area di colore uniforme oppureuna linea sottilissima.A seconda della distanza dalla superficie si possonoottenere varie gradazioni di tono e si può passare daun colore ad un altro.Uno degli effetti caratteristici dell’aerografo è propriola sfumatura che permette di passare dai toni più chiaria quelli più scuri senza alcuna interruzione percettibilenella trama del disegno.L’uso della bomboletta spray permette la realizzazionedi ampie campiture di colore il. cui effetto grafico è ingenere intermedio fra quello ottenuto con ilvaporizzatore a fiato e quello realizzato con l’aerografo.

123.Stanley Tigerman, progetto Pensacola Place, 1973-76. Vistaprospettica.124.Karl von Kéler, casa d'appartamenti con negozi.125. Prototipo di automobile. L'uso dell'aerografo si presta inparticolare per la realizzazione di superfici metalliche e riflettenti126. Vista di un interno

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Acquerelli, pennarelli, matite colorate

La tecnica dell’acquerello permette di ottenere ampiecampiture con colori più sfumati, che conferiscono aldisegno una maggiore morbidezza rispetto alle altretecniche. I passaggi di tono all’interno dello stessocolore danno volume al disegno. Sovrapponendo piùvelature si definiscono ombre e volumetrie.Con i pennelli più grossi si coprono in genere di colorele zone più ampie, mentre con quelli a punta fine sidisegnano le forme e i particolari.Molta attenzione va posta nello scegliere il tipo di carta,che deve risultare resistente e brillante in modo daassorbire i colori senza farne perdere la lucentezza;essa dovrà essere inoltre abbastanza pesante, tantoda evitare che una volta bagnata si gonfi e si onduli.Lo stesso accorgimento va posto qualora si adoperinotinte coprenti come tempera, acrilici o olii.

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127. C.Moyaux.Facciata del Duomo diOrvieto. Disegno adinchiostro e acquerello128.W.Hablik. Salaespositiva del grossistadi carte da parati Soetje.Prospettiva dell'interno.129.Acquerello dellachiesa di S.Frediano aFirenze130. Particolare delprospetto del museoarcheologico a Monte-pulciano. Penna eacquerello131.J.F.Lewis. Thecourt of the Myrtles, TheAlhambra. Matita conlumeggiature bianchesu carta colorata132.Dettaglio dellafacciata della bibliotecadi Efeso. China e caffè133.Vista del centrostorico di Montepulcia-no. Matita e acquerello

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Effetti ancora diversi possono ottenersi con le matitecolorate. In questo caso i segni vengono usati comesottil i pennellate che, attraverso l’ intrecciomonocromatico o di più tinte, coprono la superficieinteressata con sfumature più o meno accentuate aseconda dell’intensità del colore e della pressione delsegno.

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134.M.Graves. Disegno per ilFargo-Moorhead CultureCenter Bridge, 1977. Matitecolorate su carta135.Facciata della chiesa deiSS.Apostoli, Firenze. Pastellia cera su carta136.F.L.Wright. Prospettiva delGuggenheim Museum. Matitecolorate su carta137.Matite colorate su carta dalucido

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Il pennarello passato sul disegno accostando un trattoall’altro, può dare buoni effetti. Se a punta medio fine,la fitta trama di linee può essere sfruttata perevidenziare la rotondità della superficie da coprire,mentre con la punta larga e non stondata si ottengonoin genere effetti di superficie piatta molto efficaci nellarealizzazione di piante a grande scala con arredamentointerno, oppure in sfondi di prospetti e prospettive.

138-139-140.Disegno a pantone di un oggetto di design141.Rappresentazione di un’architettura realizzata con pantoni

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Programmi di Paint e Fotoritocco

A questa categoria appartengono quei software chepermettono la creazione di immagini composte da unatrama di punti, dove ad ogni punto viene associato uncolore. Si tratta quindi di realizzare una sorta dimosaico, dove ad un numero maggiore di pixelcorrisponde un livello maggiore di definizione, in quantonell’immagine complessiva risultano indistinguibili ipunti che la compongono. La qualitá dell’immaginecreata dipende logicamente anche dal numero di coloriche appartengono alla “tavolozza” (alla PALETTE) chesi utilizza per comporre l’immagine. Se si realizzaun’immagine composta esclusivamente da tratti bianchie neri, i singoli punti potranno essere semplicementebianchi o neri, per cui per ogni punto sará sufficientesalvare questa informazione che puó essere ricondottaad un 1 oppure ad uno 0, a tale scopo per un’immaginemonocromatica il f i le conterrá informazionicorrispondenti ad un solo Bit per ogni punto. Salvandoinformazioni corrispondenti a 4 Bit per ogni pixel, laPalette a cui si fará riferimento potrá contenere fino a16 colori differenti, e se la quantitá di dati dovesse saliread 8 i colori tra cui scegliere saliranno a 256. Per avereuna tavolozza di 65.536 colori si dovranno salvare 16Bit di dati per ogni punto, mentre con 24 Bit si potrannoottenere oltre 16 milioni di colori, corrispondenti allagamma cromatica distinguibile da un occhio umano.Poiché le immagini, per essere visualizzate ad unaqualitá accettabile devono avere delle risoluzioni medieo alte (almeno 640x480 pixel perché la trama non risultieccessiva) e per essere stampate con un buon livelloqualitativo devono avere risoluzioni altissime, risultaevidente che la quantitá di dati necessari a costruireun file dipende direttamente dal numero di colori a cuifa riferimento la Palette.

La distinzione tra Paint e Fotoritocco consisteessenzialmente nella complessitá offerta dalprogramma, con Paint si indica un programma orientatoprevalentemente alla preazione di immagini ex-novo ealla loro modifica, con Fotoritocco si intende unprogramma il cui uso principale é quello di modifica eintervento su immagini fotografiche digitalizzate.I Paint della nuova generazione offrono delle funzioniavanzatissime per simulare strumenti artistici reali espesso permettono l’uso di componenti hardwarespecifiche (tavolette grafiche con stilo, per esempio). Isistemi di fotoritocco, invece tendono ad offrire funzionisempre piú potenti per la gestione di immagini di grandidimensioni. Inoltre, per l’enorme varietá di prodottinessuno si é affermato in modo definitivo sugli altri,

benché l’Adobe Photoshop (arrivato alla versione 7.0)risulti uno dei sistemi di maggiore potenza per l’utilizzoprofessionale.

142.Esempio di una stessa immagine a diversa risoluzione

143.Visualizzazione di una schermata di un software di foto ritocco

144.Visualizzazione di una schermata di un comune software di paint

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Programmi e applicazioni informatiche

I programmi di disegno vettoriale

Il formato bitmap non è l’unico modo per realizzareelementi grafici attraverso un elaboratore elettronico.Se in nel caso delle butmap il documentocorrispondente all’immagine archiviava una certaquantità di dati per ogni pixel che costituiva l’immaginestessa, nei formati VETTORIALI per ottenere una lineanon sono necessarie le informazioni relative a tutti isingoli punti che costituiscono la linea, ma è sufficienteche il programma archivi i dati relativi alle coordinateche definiscono nello spazio i due punti estremi cheidentificano la retta oltre ad alcuni dati aggiuntivinecessari a indicarne lo spessore e/o il colore.Il disegno vettoriale quindi è composto di punti che adifferenza delle bitmap non devono coprire la totalitàdel foglio rappresentato, ma semplicemente trovarsi inalcune posizioni strategiche.In questo modo una pagina 25x25 centimetri il cuicontenuto rappresenta una semplice linea retta nera(magari inclinata di 45°) scandita a 1200 Dpi e usandoun solo Bit per ogni pixel, richiederà per esserearchiviata (senza compressione) ben 16 Mb, la stessaimmagine, riprodotta vettorialmente, richiederà(compreso il riquadro di definizione del foglio 25x25)solamente da 1 a 5 Kbyte a seconda del formatospecifico usato (644 Byte per un Windows Metafile,4837 Byte per un .DXF).Le linee che compongono un disegno vettoriale portanocon se anche i valori relativi al loro spessore e al lorocolore, in questo modo, lo spessore della linea nondipende dalla risoluzione dell’immagine, per cui questo,a seconda delle impostazioni scelte, potrà esserescalato assieme all’intero quadro di lavoro oppurerimanere costante a prescindere da ingrandimenti eriduzioni.Per fare un esempio, se si ingrandisce un dettaglio diun’immagine bitmap, questa si “sgranerà”progressivamente fino a mostrare i singoli pixel che lacostituiscono, mentre un’immagine vettoriale, perquanto ingrandita non presenterà alcun pixel in quantoquesti non sono necessari alla sua definizione.Per queste ragioni il file vettoriale ha come qualità finale(dal punto di vista della risoluzione) la qualità finaledell’output di stampa, per cui permette di sfruttare almassimo le prerogative offerte da una stampante adalta risoluzione permettendo la realizzazione di lineesottilissime e curve pressoché perfette.

Le peculiarità di questo formato però non si limitanoalle particolarità della risoluzione. Quando si disegnaun elemento qualsiasi (una linea, una linea curva,un’ellisse, un rettangolo e così via...) questi elementimantengono sempre le proprie peculiarità, nel sensoche anche dopo l’archiviazione del file i singoli elementipermettono di essere modificati sfruttando lecaratteristiche proprie del loro genere (spessori dellalinea, livelli di curvatura, scalatura proporzionale). Nelformato bitmap questo non è possibile in quanto unqualunque elemento, una volta disegnato, diventa unasemplice sequenza di punti per cui a livello di ognisingolo pixel un’ellisse e una spezzata sonoesattamente la stessa cosa.Questo tipo di file risulta per tutte queste ragioniimpiegato in tutte quelle applicazioni di “disegnotecnico” o dove la rappresentazione si deve avvaleredi elementi scalabili e gestibili con estrema qualità efacilità.I programmi che fanno ampio uso di questi formati sonosuddivisibili in due categorie: i programmi di CAD equelli di DRAW.

145.Esemplificazione del concetto di formato vettoriale

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Programmi CAD

AUTODESK AUTOCAD - Si tratta del programma inassoluto più diffuso in questo campo, arrivato allaversionerinominata 2002. La versione standardpermette lo sviluppo di vettoriali 3D ed il loro trattamentodi renderizzazione, la gestione di immagini bitmap, utiliper la “ribattitura” di disegni esistenti. Esistono inoltrenumerosissimi programmi aggiuntivi che permettonodi orientare in modo decisivo l’Autocad a specificicompiti professionali.. Il formato utilizzato da questoprogramma è il .DWG, mentre sono supportate funzionidi esportazione in formato .DXF e .3DS che costituisceuno degli standard prevalenti di trasferimento dativettoriali.

BENTLEY MICROSTATION - E’ uno dei principaliconcorrenti di Autocad, arrivato alla versione 8.0, epermette la manipolazione di file bidimensionali etridimensionali. Si tratta di un programma nativodell’ambiente Unix e risulta particolarmente diffuso nelleapplicazioni ingegneristiche (specialmente nel camponautico). Il formato generato ha estensione .DGN, maè possibile esportare quanto realizzato anche informato .DWG e .DXF. Il programma supporta funzionidi renderizzazione e animazione. I requisiti di sistemasono generalmente inferiori rispetto all’Autocad.

Programmi di DRAW

COREL CORELDRAW - Si tratta di un programmamolto diffuso e che spesso è presente nei pacchettibundle, offre ottime prerogative di elaborazione ecreazione dei disegni. E’ fortemente orientato allapubblicistica e fornisce un livello di precisione piuttostobasso. Le versioni più recenti comprendono una seriedi programmi aggiuntivi per coprire una vasta gammadi applicazioni; tra i vari programmi del kit ne è presenteanche uno per la creazione di modelli solidi e la loroelaborazione fotorealistica. Il formato vettoriale nativoè il .CDR, ma sono supportate numerosi formati diesportazione (sia vettoriali che bitmap).

ADOBE ILLUSTRATOR - Si tratta di un altroprogramma nativo dell’ambiente Apple Macintosh, hacaratteristiche analoghe a quelle offerte dallla Corel,benchè una certa “pesantezza” in alcune operazioni lorendano poco elastico in mancanza di computerparticolarmente potenziati. 146-147-148-149.Interfaccia grafica relativa a: Autodesk Autocad,

Bentley Microstation, Corel Draw e Adobe Illustrator

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