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LE STANZE D’ARAGONA Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala RIZZUTOGALLERY Palermo

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LE STANZE D’ARAGONA Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio

a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala

RIZZUTOGALLERY

Palermo

LE STANZE D’ARAGONA Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio

a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

LE STANZE D’ARAGONA

Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio

a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala un progetto promosso da RizzutoGallery e dal Comune di Palermo

in collaborazione con la Regione Siciliana ed ERSU Palermo

Capitolo II Inaugurazione venerdì 22 Maggio 2015, ore 19.00

RizzutoGallery Palermo

Sarà inaugurato venerdì 22 maggio 2015 ore 19.00 alla RizzutoGallery (Palermo, via

Monte Cuccio 30) il secondo appuntamento de “Le stanze d’Aragona” progetto dedicato alla

pittura contemporanea Italiana orientata verso le nuove tendenze dell’astrazione.

Promosso dalla RizzutoGallery e dal Comune di Palermo, in collaborazione con la Regione

Siciliana ed ERSU Palermo, “Le stanze d’Aragona” è una trilogia espositiva messa a punto

da due curatori - Andrea Bruciati ed Helga Marsala - che coinvolge trentadue artisti

italiani, tra giovani talenti e artisti internazionali, impegnati in una ricerca pittorica in cui

l’astrazione è protagonista. L’obiettivo è una ricognizione ragionata di una specifica parte

della scena pittorica italiana degli ultimi anni, inevitabilmente non esaustiva ma che

partendo da una prospettiva critica mira ad aprire un dibattito di spessore sulla

contemporaneità, la storia dell’arte recente e le direzioni future da immaginare.

“Le Stanze d’Aragona” - suddiviso in tre appuntamenti in programma tra marzo e

novembre 2015 - si articola in due prime mostre collettive negli spazi della galleria, con

otto artisti ciascuna, e una terza mostra in uno spazio espositivo istituzionale, che riunisce i

primi sedici artisti insieme ad altri sedici;

- la prima mostra, “Le Stanze d’Aragona – Capitolo I ” è stata ospitata alla RizzutoGallery

dal 12 marzo al 9 maggio 2015, con un coordinamento specifico di Andrea Bruciati, e

ha ospitato opere di: Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara

Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli e Serena Vestrucci;

- il Capitolo II si inaugurerà il prossimo 22 maggio ancora una volta alla RizzutoGallery

con una collettiva che coinvolgerà altri otto artisti: Giuseppe Adamo, Paola Angelini,

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

Jacopo Casadei, Stefano Cumia, Matteo Fato, Gaia Fugazza, Tiziano Martini,

Alessandro Roma. In questo secondo capitolo ancora “immagini d’astrazione che si

muovono nel solco dell’esperienza fisica, sensoriale, evocativa; artisti in cui l’elaborazione

del mondo passa attraverso forme non più narrative, né rappresentative, né estetiche

simboliste, romantiche, fantastiche o di taglio politico-sociale, superando al contempo il

più algido formalismo e giungendo – per sottrazione, sintesi, elevazione o rarefazione –

ad un’epifania visiva fatta di vibrazioni e di scambi osmotici tra la natura spazio e il

tempo dello sguardo, tre gli oggetti e le loro tracce ultime, tra la superficie come

dimensione epidermica ed il processo pittorico come elaborazione alchemica”;

- il Capitolo III, infine, sarà inaugurato a Settembre in uno spazio espositivo

istituzionale e vedrà coinvolti anche artisti italiani già riconosciuti a livello

internazionale, considerati riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni;

accanto ai sedici artisti già presentati, che torneranno con opere diverse, esporranno

anche: Stefano Arienti, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Giulio

Frigo, Andrea Grotto, Andrea Mastrovito, Maria Morganti, Marco Neri, Paolo

Parisi, Alessandro Pessoli, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Giovanni Sartori

Braido, Vito Stassi, Marco Tirelli, per un totale di 32 artisti, con oltre 50 opere

d’arte in esposizione.

La sede individuata per l’appuntamento conclusivo è il prestigioso Villino Favaloro (Palermo,

piazza Virgilio) gioiello dei Liberty palermitano, firmato dai due grandi architetti Giovan

Battista ed Ernesto Basile, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Uno spazio

incantato, di immenso fascino, impreziosito da affreschi e decorazioni d’epoca, immerso in un

giardino nel cuore del centro storico, e oggi in attesa di definitivi restauri. Grazie ad una

collaborazione con la Soprintendenza Regionale Beni Culturali e Ambientali di Palermo,

il Villino Favaloro sarà eccezionalmente ridestato dal suo sonno temporaneo, per accogliere

l’ultimo Capitolo de “Le stanze d’Aragona”.

La mostra finale sarà accompagnata da un ampio Catalogo, in cui raccogliere – accanto alla

documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla

pittura contemporanea.

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

Approfondimento

Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità, tantissimi sono gli stili,

gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle

emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico.

Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, concentrandosi su una pittura

dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale, in un dialogo nuovo e spesso audace con altri

linguaggi affini.

In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni

di isolamento e di mortificazione), questo vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-

critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e

di sistema, convinti che la grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non

sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resti qualcosa intorno a cui recuperare

consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di

veicolazione istituzionale e anche di mercato.

Nel corso dell’intero progetto sono previste attività culturali associate, serie di incontri e dibattiti

sull’arte contemporanea, e sul ruolo della pittura in particolare, che coinvolgeranno di volta in volta

artisti, galleristi, critici, collezionisti, docenti e altri professionisti del settore, e che saranno aperti a

studenti e cittadini che vorranno partecipare ad un confronto culturale autorevole e di ampio

respiro.

Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporta alla celebre “stagione

internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è

un caso. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le

stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale per l’arte contemporanea, ma

che da sempre è fucina di avanguardie e talenti straordinari, una grande Città capace di confrontarsi

con i più importanti centri dell’arte contemporanea nazionale.

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

LE STANZE D’ARAGONA - Capitolo II Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala In esposizione opere di: Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982) Paola Angelini (San Benedetto del Tronto. 1983) Jacopo Casadei (Cesena, 1982) Stefano Cumia (Palermo, 1980) Matteo Fato (Pescara, 1979) Gaia Fugazza (Milano, 1985) Tiziano Martini (Soltau, Germania, 1983) Alessandro Roma (Milano, 1977) Inaugurazione venerdì 22 maggio 2015, ore 19:00 fino al 4 luglio 2015 Orari: da giovedì al sabato, dalle 16 alle 20 gli altri giorni su appuntamento RizzutoGallery – Palermo Via Monte Cuccio 30 Per informazioni: Tel: +39 3471769901 [email protected] www.rizzutogallery.com Eva Oliveri +39 3483622577; [email protected] Tiziana Pantaleo +39 091 526843; [email protected]

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

Gli artisti della seconda mostra

22 maggio / 4 luglio 2015 Giuseppe Adamo

Giuseppe Adamo, nato ad Alcamo nel 1982, svolge la sua indagine pittorica in un territorio di confine tra figurazione e astrazione. Partendo da una ricerca sul tema del paesaggio, la sua pittura è scivolata progressivamente verso l’astrazione. Una pittura liquida, fatta di luci e ombre, trasparenze e spostamenti tonali, carica di elementi visivi vicini all’estetica digitale. Superfici come membrane traslucide attraverso le quali affiorano forme che richiamano il mondo minerale e vegetale, ottenute mediante un processo pittorico organico, che in un certo senso imita i processi generativi della natura. Ha esposto le sue opere in mostre personali a Zelle Arte Contemporanea (Palermo), Palazzo Cafisi (Favara), e alla

Galleria dell’Arco (Palermo), e in mostre collettive ai Cantieri Culturali alla Zisa (Palermo), Von Holden Studio (Palermo), Zelle Arte Contemporanea (Palermo), Museo Civico Castello dei Ventimiglia (Castelbuono), Palazzo della Cultura (Modica), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento). Vive e lavora a Palermo. Paola Angelini

Paola Angelini è nata nel 1983 a San Benedetto del Tronto, e oggi vive e lavora a Venezia. Nel 2011, dopo aver frequentato il laboratorio di Bjarne Melgaard tenuto presso il corso di Arti Visive all’Università IUAV di Venezia, ha esposto nel padiglione Norvegese della 54. Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia. La sua pittura è intesa come linguaggio, in cui la metodologia processuale e l’attenzione al contesto rende lo spazio pittorico luogo di relazione e confronto. Questo resta comunque uno spazio mentale, onirico, che pare separarsi in due: da una parte è maggiormente visionario e le immagini sono costruzioni talvolta legate ad avvenimenti o a elementi della realtà che sfiorano il campo simbolico e allegorico. L’altro è invece incentrato sulla rappresentazione del reale che le sta attorno, che spesso influenza i suoi lavori, e in cui è

minimo il processo di trasfigurazione, ma massimo è il filtraggio e la sublimazione che l’artista opera attraverso il suo stile e la sua pittura. La sua ricerca si focalizza sulla scelta precisa di indagare i limiti evidenti e non del mero fare pittorico. La tela è uno spazio in cui procede per stratificazioni di immagini, dove si rendono evidenti le falle e le possibilità di ricerca, in questo

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modo ogni nuovo dipinto rimane aperto al successivo. Realizzare delle immagini con la pittura ha la peculiarità di costruire all’interno di uno “spazio” bidimensionale, dove il limite e la possibilità infinita si toccano in un unico punto e questo genera una costante lotta interiore. Jacopo Casadei

Jacopo Casadei, nato a Cesena nel 1982, trasporta su tela l’eterna tensione tra astratto e figurativo. Presenze e colori evanescenti sono la rappresentazione di una continua evoluzione di stati emotivi. Il lavoro si condensa creando punti focali da cui si dipana un immaginario aulico e contemporaneamente rapido, lontano da qualsiasi archetipo formale. Flussi liberi pongono l’attenzione su differenti modalità descrittive; il pennello crea sedimentazioni tonali o grafie sottili a contenere l’evoluzione dell’immagine. La prassi pittorica "classica" per Casadei è un ricordo vago, che affiora appena dalle combinazioni cromatiche e dalla stesure calibrate. Accenni

ad una pittura tonale e a polverose atmosfere morandiane approdano spesso in esplorazioni vicine alla più recente ricerca di Tuymans. Casadei concentra in suo lavoro su un processo di abolizione formale formulando un personale diario emotivo. Stefano Cumia

Stefano Cumia è nato a Palermo nel 1980 e dopo la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti, nel 2007 si trasferisce a Milano, dove oggi vive e lavora. E’ tra gli artisti siciliani più coinvolgenti e sofisticati delle ultime generazioni, esponente di una new wave pittorica radicata nella grande tradizione italiana ed isolana. Negli ultimi anni la sua pittura si è sganciata dal rassicurante appiglio della rappresentazione, e si impone oggi in tutta la sua forza: pittura intesa come processo, indagine spaziale e studio del rapporto tra superficie, colore, gesto e forme assolute; E’ dunque la sintesi di un’astrazione che smette di indugiare sul reale e sulla narrazione, a favore di geometrie nette e cromatismi puri. Una

vera e propria riorganizzazione della sintassi pittorica attuata attraverso una serie di procedure “micro-tattiche” che hanno portato l’artista siciliano a concentrarsi sugli elementi che formano l’oggetto-tela e ad un lavoro di analisi volto alla materia pittorica in sé. Allontanandosi dall’aspetto narrativo, si sofferma sugli elementi strutturali, come il rapporto che c’è tra la tela e il telaio, la creazione di strati pittorici - intesi quasi geologicamente - la delimitazione degli spazi, la costruzione di un perimetro, la definizione di un campo di azione entro cui intervenire.

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Matteo Fato Matteo Fato è nato a Pescara nel 1979, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro, per anni strutturatosi intorno al potere e la valenza del segno, con un’eredità raccolta a piene mani dalla tradizione calligrafica orientale, si complica e si articola con una progressiva espansione dei linguaggi e delle dimensioni. La fragilità, l’errore, la caduta e il fallimento come folgorante condizione creativa. Ma anche come luogo della consapevolezza di sé. La sua ricerca si concentra sull’analisi dell’intesa tra immagine e puro segno, nell’attimo prima che questi diventi linguaggio riconoscibile. Un “bilico” rappresentativo in cui il linguaggio viene addomesticato e disciplinato affinché trovi posa sul limite della

realtà. Fino a pochi anni fa la sua ricerca si era sviluppata principalmente attraverso l’utilizzo del disegno, della pittura, dell’incisione e della video-animazione. Negli ultimi progetti sviluppati Fato ha avuto modo di confrontarsi con materiali prima considerati solo semplici supporti o strutture, che tendono ora a divenire linguaggio, trovando espressione in una progettualità site-specific. Gaia Fugazza

Gaia Fugazza è nata a Milano nel 1985, dopo la Laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, parte per Los Angeles dove frequenta la Mountain School of Arts. Dal 2007 al 2010 ha vissuto a Parigi collaborando con il collettivo di artisti La Générale en Manufacture. Nel 2014 ottiene un Master all’ UAL Chelsea dove viene premiata con la Vice Chancellor Scholarship. Oggi vive e lavora a Londra a e Milano. «Lo spazio geografico e l’idea di presenza hanno un ruolo molto importante e sono per me fondamentali per le mie ricerche. Di recente rifletto molto sul fatto che, nonostante i numerosi spostamenti dell’era contemporanea e l’immaterialità di Internet, le nostre vite sono definite da strutture architettoniche e da modalità sedentarie. Il mio lavoro vive di questa tensione, che

cerca di conciliare il desiderio di trovare conforto e libertà in uno ‘stato di natura’ con sempre meno oggetti, con quello di creare arte, che è invece legato alla produzione di oggetti fisici, che entrano per default nel reame delle società urbane. Dedico molto tempo alla sperimentazione sui materiali, soprattutto atipici per ottenere i colori per i mei dipinti, come: meduse, frutta, verdura, sassi ecc. Considero la realizzazione di un dipinto come una performance e il risultato come uno sfondo per un’altra».

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Tiziano Martini Tiziano Martini, nato a Soltau (Germania) nel 1983, ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel corso di Martelli e Bendini. Vive e lavora tra la Val di Zoldo, Milano e Lipsia. La ricerca di Tiziano Martini è equiparabile all’”eresia creatrice” del dottor Frankenstein: l’artista disseziona, estrae e ricuce, per ottenere non un reale inscritto in canoni normalizzati, ma per plasmare una nuova creatura, coagulazione concentrata di un processo di sintesi visiva. Il reale resta comunque il riferimento iniziale di Martini, che però viene sin da subito mediato da uno sguardo personale, che sporca la geometria del frammento visivo con impressioni, ricordi, brandelli captati casualmente, catturati dalla tela e sottoposti ad un forzato scontro reciproco; si delinea uno scenario pertanto, che non è

tentativo di mimesi con una natura ideale, ma una sorta di paesaggio psicologico, che registra il nomadismo di Martini, passato dalla quiete della Val di Zoldo al paesaggio urbano milanese, fino a quello tedesco di Lipsia. Il frammento visivo, tagliato e ricontestualizzato, va a definire una nuova immagine, che non si pone come rigidamente descrittiva, ma volutamente ambigua, apportatrice di un’estetica del dubbio, che porta il visitatore a soffermarsi su maglie di colore che interrompono un’apparente uniformità, raggrumazioni materiche, clash di linee spezzate, pop up che irrompono come lampi. L’ambiguità - intesa come apertura interpretativa - delle immagini di Martini rivela un continuo dialogo tra realtà e dimensione onirica, terrain vague dove ricordo, pulsione e reinterpretazione si fondono, e si pongono come strumenti di rilettura di un reale che, se approcciato solo con gli strumenti della visione euritmica e razionale, si rivela in tutta la sua povertà. Alessandro Roma

Alessandro Roma è nato nel 1977 a Milano; Oggi vive e lavora a Londra. In tutto il suo lavoro vi è un rimando al ruolo dell’artista come testimone di viaggi immaginari, autore di paesaggi fantastici in cui confluiscono spunti reali e memorie letterarie. I suoi collage e le sue composizioni sono spesso il risultato di un assemblaggio di frammenti che assumono completezza a uno sguardo lontano. Impagina atmosfere oniriche, facendo ricorso a stesure pittoriche, con sovrapposizioni e innesti di reperti fotografici o illustrazioni, prediligendo spesso spunti iconografici desunti dai più svariati repertori, dai maestri antichi alla contemporaneità.

Le storie che “inventa” sono caratterizzate da un approccio onirico innegabile, generatrici di narrazioni incorporate e percezioni plurali in cui l’immaginazione e la memoria si intrecciano. Creando dei paesaggi in cui si sovrappongono motivi floreali, vegetali, texture e tecniche, l’artista esplora i limiti della tradizione pittorica e sviluppa una riflessione sulla natura della percezione, interessandosi particolarmente alla comprensione della realtà. Il risultato è un forte equilibrio tra astrazione e figurazione: lo sguardo può facilmente perdersi, confondersi, ma l’occhio è in grado di concentrarsi su un punto, definire una forma, che può essere a volte letta come una reminiscenza sensoriale.

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

I Curatori

Andrea Bruciati (Corinaldo, 1968), laureato in Storia dell’Arte con una tesi su Lucio Fontana e Piero

Manzoni, è stato a capo della GC. AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (Go), dal

2002 al 2011. Attualmente ricopre il ruolo di direttore artistico di ArtVerona. Collabora con testate

specializzate e partecipa attivamente alla discussione sul ruolo di una rete nazionale di ricerca e

formazione, volta all’arte contemporanea. Si interessa a tal proposito anche della promozione

internazionale delle giovani generazioni che operano nella penisola (Premio MOROSO per l'Arte

Contemporanea; Argonauti; Painting Detours) e alla diffusione dei nuovi media (00 ITALIA: 100

masterpieces for a hypothesis of History). All’interno della programmazione museale ha ideato i

format:lab.it; video REPORT ITALIA; prima visione; 40; L’immagine sottile; Fruz; Past Forward; On

Stage; studiovisit e Where the West Ends. Fra le pubblicazioni più significative, si annoverano:

U_Move; Painting Codes; Love Addiction; Soft Cell; Arrivals and Departures_EURO; A Basic Human

Impulse; Ni Dieu Ni Maitre.

Helga Marsala (Palermo) è giornalista, critico d'arte contemporanea e curatore. Da molti anni

collabora con testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo come caporedattore per la piattaforma

editoriale Exibart. Oggi membro dello staff di direzione di Artribune, è responsabile di Artribune

Television e della redazione Sicilia. Svolge un’attività di approfondimento teorico attraverso saggi e

contributi critici all’interno di pubblicazioni e cataloghi d’arte e cultura contemporanee. È stata

curatore nel 2009 dell’Archivio SACS presso Riso, Museo d'arte contemporanea della Sicilia. Cura

progetti espositivi presso spazi pubblici e privati in Italia, seguendo il lavoro di artisti italiani ed

internazionali, specificamente delle ultime generazioni. Collabora, in veste di curatore indipendente,

con Riso e con la GAM - Galleria d’Arte Moderna di Palermo.

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Gli Artisti che hanno aderito al progetto (in ordine alfabetico)

Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982)

Paola Angelini (San Benedetto del Tronto. 1983)

Stefano Arienti (Asola, 1961)

Jacopo Casadei (Cesena, 1982)

Antonio Catelani (Firenze, 1962)

Manuele Cerutti (Torino, 1976)

Paolo Chiasera (Bologna, 1978)

Stefano Cumia (Palermo, 1980)

Matteo Fato (Pescara, 1979)

Giulio Frigo (Arzignano, Vicenza, 1984)

Gaia Fugazza (Milano, 1985)

Anna Gramaccia (Perugia 1980)

Andrea Grotto (Schio, Vicenza, 1989)

Tiziano Martini (Soltau, Germania, 1983)

Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978)

Cristiano Menchini (Viareggio, 1986)

Maria Morganti (Milano, 1965)

Lorenzo Morri (Jesi, 1989)

Marco Neri (Forlì, 1968)

Paolo Parisi (Catania, 1965)

Alessandro Pessoli (Cervia, 1963)

Barbara Prenka (Jakova, 1990)

Riccardo Previdi (Milano, 1974)

Pietro Roccasalva (Modica, 1970)

Alessandro Roma (Milano, 1977)

Giovanni Sartori Braido (Mestre, Venezia, 1989)

Vito Stassi (Palermo, 1980)

Massimo Stenta (Trieste, 1991)

Marco Tirelli (Roma, 1956)

Sulltane Tusha (Durazzo, 1988)

Serena Vestrucci (Milano, 1986)

Marco Useli (Nuoro, 1983)

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a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala

Le tre mostre

#1 - Prima mostra - dal 12 marzo al 02 maggio 2015 c/o RizzutoGallery – Palermo (via Monte Cuccio, 30)

1. Anna Gramaccia (Perugia, 1980) 2. Cristiano Menchini (Viareggio, 1986) 3. Lorenzo Morri (Jesi, 1989) 4. Barbara Prenka (Jakova, 1990) 5. Massimo Stenta (Trieste, 1991) 6. Sulltane Tusha (Durazzo, 1988) 7. Marco Useli (Nuoro, 1983) 8. Serena Vestrucci (Milano, 1986)

#2 - Seconda mostra - dal 22 maggio al 04 luglio 2015 c/o RizzutoGallery – Palermo (via Monte Cuccio, 30)

1. Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982) 2. Paola Angelini (San Benedetto del Tronto. 1983) 3. Jacopo Casadei (Cesena, 1982) 4. Stefano Cumia (Palermo, 1980) 5. Matteo Fato (Pescara, 1979) 6. Gaia Fugazza (Milano, 1985) 7. Tiziano Martini (Soltau, Germania, 1983) 8. Alessandro Roma (Milano, 1977)

#3 - Terza mostra – dal 12 settembre al 14 novembre 2015 c/o Villino Favaloro – Palermo (Piazza Virgilio)

1. Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982) 2. Paola Angelini (S. B. del Tronto. 1983) 3. Stefano Arienti (Asola, 1961) 4. Jacopo Casadei (Cesena, 1982) 5. Antonio Catelani (Firenze, 1962) 6. Manuele Cerutti (Torino, 1976) 7. Paolo Chiasera (Bologna, 1978) 8. Stefano Cumia (Palermo, 1980) 9. Matteo Fato (Pescara, 1979) 10. Giulio Frigo (Arzignano, Vicenza, 1984) 11. Gaia Fugazza (Milano, 1985) 12. Anna Gramaccia (Perugia 1980) 13. Andrea Grotto (Schio, Vicenza, 1989) 14. Tiziano Martini (Soltau, 1983) 15. Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) 16. Cristiano Menchini (Viareggio, 1986)

17. Maria Morganti (Milano, 1965) 18. Lorenzo Morri (Jesi, 1989) 19. Marco Neri (Forlì, 1968) 20. Paolo Parisi (Catania, 1965) 21. Alessandro Pessoli (Cervia, 1963) 22. Barbara Prenka (Jakova, 1990) 23. Riccardo Previdi (Milano, 1974) 24. Pietro Roccasalva (Modica, 1970) 25. Alessandro Roma (Milano, 1977) 26. Giovanni Sartori Braido (Mestre, 1989) 27. Vito Stassi (Palermo, 1980) 28. Massimo Stenta (Trieste, 1991) 29. Marco Tirelli (Roma, 1956) 30. Sulltane Tusha (Durazzo, 1988) 31. Serena Vestrucci (Milano, 1986) 32. Marco Useli (Nuoro, 1983)

Le attività culturali associate

Gli eventi espositivi avranno luogo in successione pressochè continua e ciascuna mostra resterà

aperta al pubblico - in giorni e orari stabiliti, e con ingresso gratuito –fino alla inaugurazione della

mostra successiva.

L’intero progetto si protrarrà complessivamente per otto mesi (da marzo a novembre 2015).

In questo lasso di tempo sono previste attività culturali collaterali – conferenze, dibattiti, visite

guidate delle mostre, etc. - che coinvolgeranno di volta in volta artisti, galleristi, critici, collezionisti,

docenti e altri professionisti del settore, e che saranno aperte a studenti e cittadini che vorranno

partecipare ad un confronto culturale finalizzato ad una riflessione ad ampio raggio sull’arte

contemporanea degli ultimi decenni.

Il 2015 sarà l’anno in cui la Palermo arabo-normanna verrà presumibilmente inserita nella lista

mondiale dell’Unesco e diventerà Patrimonio dell’Umanità. Una delle attività associate al Progetto

sarà la visita guidata attraverso gli undici edifici che tra Palermo ((Palazzo Reale, Cappella Palatina,

le chiese di San Giovanni degli Eremiti, di Santa Maria dell’Ammiraglio-Martorana, di San Cataldo e la

cattedrale di Palermo, il palazzo della Zisa, la Cuba e il Ponte dell’ammiraglio), Cefalù (Cattedrale e

Chiostro) e Monreale (Cattedrale e Chiostro) costituisco il percorso arabo-normanno.

Tale visita guidata – da svolgersi nel mese di settembre 2015, in occasione della grande mostra finale -

coinvolgerà gli artisti, i critici e gli ospiti più illustri che hanno partecipato al progetto, provenienti

da ogni parte d’Italia.

Previsti anche itinerari gastronomici per godere delle specialità della cucina siciliana e della

grande ricchezza di sapori ereditati dagli arabi, greci, latini, angioini, svevi e spagnoli.

“Le Stanze d’Aragona” sarà occasione per far conoscere e celebrare la bellezza delle materie prime

e della tradizione culinaria della Sicilia - e di Palermo in particolare - che, attraversata da molteplici

culture, è capace di raccontare quasi due millenni di vissuto enogastronomico.

LE STANZE D’ARAGONA Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala un progetto promosso da RizzutoGallery e dal Comune di Palermo in collaborazione con la Regione Siciliana ed ERSU Palermo RizzutoGallery – Palermo Via Monte Cuccio 30 Per informazioni: Eva Oliveri +39 348.3622577; [email protected] Tiziana Pantaleo +39 091 526843; [email protected] www.rizzutogallery.com