Le relazioni significative (sintesi)

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Le Relazioni SignificativeLe Relazioni Significative

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Le Relazioni Significative (*)Le Relazioni Significative (*)

Lo psicologo americano indaga sulla natura intrinsecamente socievole del cervello umano, e su come le relazioni interpersonali plasmano la mente e influiscono sul corpo. “In questo libro vorrei sollevare il sipario su una scienza emergente, che quasi ogni giorno fornisce spunti di grande interesse sui nostri rapporti interpersonali. La scoperta fondamentale di questa disciplina è che siamo programmati per connetterci.”

Daniel Goleman, già professore di psicologia a Harvard, è autore di Intelligenza Emotiva (1996), oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Ha avuto il grande merito di aver contribuito a sviluppare un atteggiamento culturale più rispettoso e favorevole alle emozioni.

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• La neuroscienza ha scoperto che la struttura stessa del nostro cervello lo rende socievole, inevitabilmente soggetto a un profondo legame cervello-cervello ogniqualvolta entriamo in contatto con un'altra persona. Questo ponte neurale ci porta a influenzare sia il cervello, sia il corpo di ogni persona con cui interagiamo, e viceversa.

• Perfino gli incontri più banali fungono da regolatori nel cervello, poiché provocano in noi le emozioni più diverse, alcune piacevoli, altre meno. Più forte è il legame emotivo con una persona, maggiore sarà l'intensità reciproca. Gli scambi più potenti avvengono con le persone con cui trascorriamo gran parte del nostro tempo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, soprattutto con coloro a cui teniamo di più.

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Le Relazioni Significative (*)Le Relazioni Significative (*)

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Le Relazioni in Crisi (*)Le Relazioni in Crisi (*)

Analisi di luci e ombre delle relazioni di oggi (nella coppia, in famiglia, sul lavoro, nella scuola nella sanità…) e proposta di strumenti conoscitivi e comunicativi che consentono di comprendere meglio sia i rischi sia le opportunità dei nuovi modi di relazionarsi.

Enrico Cheli , sociologo e psicologo, insegna "Sociologia delle relazioni interpersonali" e "Teorie e tecniche del counseling" all'Università di Siena, di cui è stato ProRettore per la cooperazione, la pace e l'intercultura. Ha fondato e diretto la Scuola di Dottorato di ricerca "Studi per la pace e risoluzione dei conflitti" e attualmente dirige Master e Corsi di Perfezionamento sulle abilità prosociali, l'intelligenza emotiva, la consapevolezza di sé e dell'altro, il benessere nelle organizzazioni (www.corem.unisi.it).

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• Se è vero che i rapporti interpersonali sono tra gli aspetti più importanti della vita di ognuno, è anche vero che spesso suscitano non pochi problemi e difficoltà. Certo, c'è chi dirà che è sempre stato così, ma oggi questo ingranaggio sembra incepparsi sempre più spesso: da alcuni decenni, infatti, sono radicalmente cambiate le aspettative reciproche su cui si fondano le relazioni e anche le modalità con cui tali relazioni si esplicano. E questo, sia nella vita privata sia in quella pubblica, sovvertendo valori e consuetudini vecchie di secoli.

• Di fronte a questa vera e propria rivoluzione le persone sono per lo più impreparate e affrontano le nuove situazioni con conoscenze e strumenti ormai obsoleti, che spesso accentuano la crisi invece di risolverla.

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Rivoluzione nella Relazione (*)Rivoluzione nella Relazione (*)

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• Mai come oggi l'umanità è stata così libera di vivere le relazioni sociali, mai prima vi era stata una tale libertà nell'esprimere le proprie emozioni e sentimenti.

• Possiamo discutere coi nostri genitori, insegnanti, superiori e anche contestarli, senza automaticamente essere messi al bando; Possiamo uscire dalle consuetudini e dai canoni sociali e "inventarci'' un nostro stile relazionale.

• Tutte queste cose rappresentano una vera e propria rivoluzione rispetto al passato, anche recente, quando la vita di relazione si svolgeva secondo regole e schemi prestabiliti e rigidi, cui dovevano conformarsi tutti i membri di una comunità;

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Evoluzione delle Relazioni (*)Evoluzione delle Relazioni (*)

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• Nonostante questa maggiore libertà (e in parte proprio a causa di essa) il disagio psicosociale e il malessere esistenziale sono sempre più diffusi nella società contemporanea e tra le cause principali vi è proprio l'insoddisfacente qualità delle relazioni interpersonali, sempre meno rassicuranti e sempre più conflittuali, nella coppia, in famiglia, a scuola, sul lavoro.

• Le relazioni interpersonali sono tra i fattori che più incidono, nel bene o nel male, sul nostro benessere psicofisico e possono farci sentire entusiasti, felici, realizzati oppure amareggiati, irritati, depressi, finanche a determinare l'insorgere di vere e proprie patologie psicosociali, psicoemotive, psicosomatiche.

• La qualità delle relazioni influenza il nostro grado di , soddisfazione o insoddisfazione nella vita privata.

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Qualità delle Relazioni (*)Qualità delle Relazioni (*)

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• I segnali in tal senso purtroppo non mancano: il senso di identità e i ruoli sociali e sessuali sono in profonda crisi mentre aumentano i conflitti e le separazioni nella coppia e la famiglia appare sempre più fragile; diminuiscono la solidarietà e la coesione sociale mentre crescono la solitudine e l'individualismo; si riduce l'autorevolezza degli insegnanti e la loro capacità di gestire la classe mentre crescono la demotivazione e il bullismo; aumentano patologie lavorative quali lo stress, il mobbing, il burnout; il rapporto tra cittadini e istituzioni è sempre più improntato alla sfiducia, e l’ordine sociale ne risente sotto molti aspetti.

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I Segni della Crisi (*)I Segni della Crisi (*)

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• Tuttavia, per quanto più tumultuoso e doloroso, il modo attuale di vivere le relazioni è, a detta di molti, più giusto e soprattutto potenzialmente più appagante e sano di quello del passato, perché ci offre una maggiore libertà, che va saputa gestire, certo, ma che rappresenta una conquista preziosissima per l'evoluzione e la realizzazione dell'essere umano.

• Uno degli assunti chiave è che la nuova libertà vada saputa gestire, e che a tal fine occorrano adeguati "strumenti" conoscitivi, operativi e di consapevolezza che mettano le persone in grado di orientarsi nelle nuove modalità di relazione e di affrontare costruttivamente i molti conflitti e paradossi che le caratterizzano.

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Strumenti per Orientarsi (*)Strumenti per Orientarsi (*)

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• Purtroppo né la famiglia né la scuola si sono finora prese cura di aggiornare i loro saperi e i loro "programmi" educativi per tenere conto di queste nuove esigenze comunicativo-relazionali, e i risultati negativi di questa disattenzione sono fin troppo evidenti. Ne sono chiari esempi la freddezza e l'impersonalità - quando non il sospetto e l'acidità - delle relazioni sul posto di lavoro, spesso caratterizzate da conflitti latenti tra colleghi, da invidie e gelosie, da rapporti di pura facciata o addirittura da dinamiche vessatorie.

• La situazione non è migliore nella scuola, dove insegnanti e allievi continuano a non comprendersi, ad avere interessi e motivazioni divergenti, a non collaborare, e dove ancora esistono troppe situazioni di disagio psicosociale, dall'isolamento al bullismo.

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Effetti del disorientamento (*)Effetti del disorientamento (*)

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Cosa sta accadendo ? (*)Cosa sta accadendo ? (*)

• La nostra civiltà si definisce "tecnologicamente avanzata", ma è poco più che analfabeta sul piano comunicativo-relazionale.

• Le conoscenze scientifiche e gli strumenti operativi per affrontare in modo nuovo e più costruttivo le relazioni interpersonali già esistono ma, nonostante l'urgenza, non si sono ancora adeguatamente diffusi nella società e così gli individui, i gruppi, le organizzazioni non hanno per ora alcun know-how per sfruttare le nuove potenzialità che si dischiudono; al contrario, sono spesso vittime inermi dei molti effetti collaterali negativi.

• Nonostante ci si trovi nel bel mezzo di una vera e propria rivoluzione, solo pochi sembrano averne colto la portata.

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Leadership senza conflitti (*)Leadership senza conflitti (*)

• Riconoscere all'altro la sua integrità è l'unico modo per evitare di imporgli il potere; al contempo è opportuno porsi come un catalizzatore di risorse più che un direttore di subordinati, solo così è possibile esercitare una leadership senza conflitti.

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Convergenza di Linguaggi (*)Convergenza di Linguaggi (*)

• Oggi fare l'insegnante è divenuto più difficile, poiché sono profondamente cambiati i linguaggi e gli interessi degli studenti e soprattutto è cambiato il modo di gestire la classe e la disciplina. Nonostante alcuni insegnanti vi facciano ancora ricorso, le modalità severe e autoritarie del passato sono ormai inaccettabili e sostanzialmente inefficaci.

• Si tratta di modalità che partono dal presupposto che debba essere solo ed esclusivamente l’allievo ad adeguarsi ai linguaggi, ai contenuti, ai punti di vista proposti/imposti dagli insegnanti e dai programmi scolastici.

• Non c’è nessuna reciprocità, e cioè che docenti, stili e metodi si adattino a loro volta agli studenti e alle loro peculiarità.

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Su cosa convergere (*)Su cosa convergere (*)

• Tale concezione asimmetrica della relazione non è ormai più compatibile con i diritti democratici dell'individuo e tanto meno con i nuovi valori e le nuove concezioni dell’essere umano e della vita sociale che stanno emergendo in questi ultimi decenni.

• Inoltre non è neppure compatibile con le moderne teorie scientifiche sulla didattica e sull'apprendimento, che sottolineano la necessità di puntare ad uno sviluppo della consapevolezza, della responsabilità e dell'autonomia dell’allievo più che ad un suo indottrinamento meramente nozionistico.

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• Entrambe queste due modalità, seppur per strade diverse, evitano infatti di entrare realmente in contatto con gli studenti e di confrontarsi comunicativamente con loro:

1.la modalità autoritaria lo fa creando una distanza di status, reagendo punitivamente e aggressivamente ai comportamenti devianti e allo scarso profitto e quindi costruendo di fatto un muro alla comunicazione;

2.La modalità laissez faire opera distogliendo l'attenzione dai problemi, ignorando messaggi e segnali provenienti dagli studenti e quindi rinunciando all' insostituibile ruolo di guida proprio dell' insegnante.

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Da un eccesso all’altro (*)Da un eccesso all’altro (*)

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• Le due modalità esaminate non sono le uniche possibili e sono state elaborate negli ultimi decenni nuove e più costruttive modalità di gestione della classe.

• Il processo evolutivo è tuttora in corso, nel senso che nessun modello educativo realmente innovativo si è ancora affermato.

• Alcune principi comuni della nuova educazione

1.Il rispetto delle singole individualità nei percorsi educativi.

2.Lo sviluppo dell'autodeterminazione e della responsabilità.

3.Lo sviluppo della consapevolezza e dell'autoconsapevolezza.

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Principi su cui convergere (*)Principi su cui convergere (*)

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• Plasmare l'allievo secondo l'ideale dell' insegnante oppure su una dottrina o ideologia, cioè educare nella vecchia accezione, è irrispettoso perché significa negare ciò che lui è (seppure in potenza) e convincerlo di essere qualcun altro, o peggio, qualcos'altro.

• Non c'è da meravigliarsi che qualunque cosa l'uomo faccia, costretto in questa identità che non è la sua, si riveli in profondità insoddisfacente, generando un senso di frustrazione, di disagio, di incompletezza; in superficie l'individuo può anche apparire molto gratificato, salvo rivelare una mancanza di connessione con le proprie reali aspirazioni, che ha ormai dimenticato ma che continuano a essere presenti a livello inconscio, nelle radici del suo essere.

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L’insoddisfazione nell’essere qualcun altro (*)L’insoddisfazione nell’essere qualcun altro (*)

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• L'intelligenza non è unica ma molteplice: oltre all'intelligenza verbale e logico-matematica - le sole riconosciute dall'istruzione scolastica tradizionale - vi sono altre intelligenze: spaziale, cinestetica, musicale, interpersonale e intrapersonale, non meno importati per uno sviluppo armonico dell'individuo.

• La modalità con cui percepiamo la realtà e costruiamo mappe mentali non è uguale per tutti: vi sono persone prevalentemente visive, auditive o cenestesiche ed a seconda delle modalità con cui viene effettuata la spiegazione una categoria sarà a proprio agio e le altre a disagio.

• Una scuola realmente democratica dovrebbe tenere presente i vari fattori di differenziazione degli individui.

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Dalla ricerca dell’uniformità alla Dalla ricerca dell’uniformità alla valorizzazione dell’individualità (*)valorizzazione dell’individualità (*)

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• Significa imparare a prestare attenzione a se stessi e agli altri al di là degli schemi consueti, saper ampliare la propria "visuale" in modo da vedere (e magari prevenire) fraintendimenti e blocchi della comunicazione o almeno, se non prevederli, sapersi rendere conto di ciò che sta realmente accadendo mentre interagiamo, e non di ciò che dovrebbe accadere in base alle nostre aspettative ed ai nostri schemi.

• Significa comunicare con efficacia, comprendere l'altro nelle sue inevitabili diversità, gestire costruttivamente i conflitti e vivere pertanto relazioni soddisfacenti.

• La consapevolezza è anche alla base del metodo scientifico e tutte le grandi innovazioni e rivoluzioni scientifiche sono nate da un andare oltre gli schemi consueti.

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Sviluppare consapevolezza (*)Sviluppare consapevolezza (*)

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• Sono sempre più numerosi gli studiosi convinti che i presupposti del successo scolastico non siano da ricercare solo nella dotazione cognitiva o nel possesso delle fondamentali abilità strumentali, quanto soprattutto nella padronanza di alcune capacità emotive e sociali, tra cui la sicurezza di sé e l’interesse, la conoscenza delle aspettative altrui nei propri riguardi il controllo degli impulsi negativi, la capacità di aspettare e di rivolgersi agli insegnanti per chiedere aiuto, l’espressione dei bisogni soggettivi, la capacità di stabilire rapporti autentici e cooperativi.

• Ne deriva la necessità di interpretare le dinamiche relazionali presenti nel gruppo-classe prestando particolare attenzione a quelle meno visibili ed esplicative.

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I rapporti tra gli studenti (*) I rapporti tra gli studenti (*)

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• Può manifestarsi in varie forme: dirette o indirette, basate sulla violenza fisica o su quella verbale. Quello diretto si basa su comportamenti apertamente violenti, di tipo fisico (spinte, pugni, calci, ecc..) e/o verbale (umiliare con insulti, sarcasmo o derisione). Quello indiretto è invece più subdolo e consiste nella manipolazione dei rapporti di amicizia della vittima al fine di portarla all’isolamento sociale. Quest’ultima forma è più difficile da individuare perché non lascia segni evidenti sul corpo.

• Il bullo trae gran parte del suo potere dall’appoggio dei complici e dal vuoto che gli altri fanno attorno alla vittima, per il timore di diventare a loro stessi vittime. Il bullo ed i suoi complici sono in genere pochi ma ben coesi, mentre il resto della classe non ha la consapevolezza di essere, se coalizzati, più forti.

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Il Bullismo (*)Il Bullismo (*)

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• I cambiamenti dei modelli educativi e reIazionali all'interno della scuola e l'impostazione multidisciplinare dei nuovi programmi spingono sempre più gli insegnanti nella direzione di una responsabilità condivisa, di un lavoro di squadra.

• In una gestione del lavoro sempre più complessa e controversa, il rapporto con i colleghi viene messo a dura prova, e diviene determinante facilitare, attraverso appropriati strumenti, un buon clima di collaborazione all'interno del corpo docente, che è non solo un ingrediente indispensabile per il raggiungimento delle finalità formative che la scuola intende perseguire, ma anche un fattore rassicurante e motivante per gli studenti e per i loro genitori.

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Rapporto tra insegnanti (*)Rapporto tra insegnanti (*)

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• Molti insegnanti ne sono consapevoli, e sanno anche che un buon clima lavorativo è basilare per il proprio benessere personale; tuttavia sono spesso scoraggiati dalle difficoltà del relazionarsi, del comprendersi, del superare costruttivamente i conflitti che inevitabilmente si manifestano con i colleghi su vari piani: didattico ("abbiamo modi troppo diversi di concepire l'insegnamento"); relazionale ("i colleghi non mi sono simpatici"); culturale ("abbiamo valori e stili di vita troppo diversi").

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Rapporto tra insegnanti (*)Rapporto tra insegnanti (*)

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• La capacità di accettare, comprendere e rispettare le diversità. Ognuno ha le proprie idee (credenze) e i propri metodi (modelli di comportamento), e quasi sempre pensa che siano gli unici e i migliori; il segreto per instaurare buone relazioni e superare i conflitti sta invece nella capacità di concepirli in termini relativistici. Comprendere le regole e i modelli degli altri ci aiuta ad accettarli meglio ed evitare inutili sprechi di tempo e di energia. Se ci relazioniamo solo secondo i nostri modelli, senza conoscere e rispettare quelli altrui, i conflitti degenereranno inevitabilmente in scontri, poiché a nessuno piace essere prevaricato.

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Risolvere i conflitti : Tolleranza (*)Risolvere i conflitti : Tolleranza (*)

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• Quando l'atmosfera è serena e le finalità chiare, ognuno è più aperto e disposto a dare il meglio di sé. È vero che alle volte basta la presenza di uno o due colleghi troppo polemici per guastare l'esito di una riunione; tuttavia è anche vero che ne sono sufficienti uno o due positivi e decisi per neutralizzare il loro impatto e riportare l'armonia nel gruppo.

• Spesso i disfattisti e i troppo polemici non sono realmente negativi, ma sono piuttosto prigionieri di abitudini e paure. Se si comprende che il loro attacco è un grido di dolore personale e una implicita richiesta di attenzione, si può scegliere di trasformarlo in uno stimolo positivo per la discussione oppure emarginarlo, evitando che inquini troppo il clima del gruppo.

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Confronto, dialogo, fiducia, Confronto, dialogo, fiducia, condivisione (*)condivisione (*)

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• E’ necessaria una adeguata preparazione nei campi della comunicazione interpersonale, della relazione, della gestione delle emozioni e dei conflitti. Finora nessuno ha provveduto a inserire nei curricula formativi degli insegnanti tali importanti qualità; né la scuola né l'università hanno pensato a dare loro una qualsivoglia preparazione in tali campi e sarebbe pertanto opportuno inserire questi temi come prioritari nei programmi di formazione e aggiornamento.

• Parallelamente sarebbe opportuno che in ogni scuola vi fossero almeno un paio di docenti con una preparazione un po’ più appropriata sulle tecniche di facilitazione delle riunioni e gestione dei conflitti.

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Competenza interpersonale (*)Competenza interpersonale (*)

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EA Quiz VFEA Quiz VFAmbiti delle Domande dei #FeedbackProfAmbiti delle Domande dei #FeedbackProf

• Generalizzazione delle domande create dagli studenti sulle criticità che osservano (o non osservano) a scuola

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EA Quiz VFEA Quiz VFAmbiti delle Domande dei #FeedbackProfAmbiti delle Domande dei #FeedbackProf

• Generalizzazione delle domande create dagli studenti sulle criticità che osservano (o non osservano) a scuola