LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei...

5
LE RADICI DEL PRESENTE T. CHIAMBERLANDO, Lo specchio dei cieli © SEI 2011 On line p. 28, vol. 1 Il popolo Sei secoli prima di Cristo e circa 6 d.C. l’avventura dei Celti indoeuropei (Galli per i romani, Galati in Asia minore) portò alla loro prolungata integrazione con altre culture. Si stabilirono in una vasta area dalla Grecia all’Italia, dalla Spagna alle isole britanniche. I temerari guerrieri mi- nacciarono, nel 390 a.C., il potere di Roma guidati da Brenno. Erano sempre pronti alla guerra e all’avventura ma anche inclini a riunioni festose. I Celti erano rudi, ma fantasiosi e sorprendente- mente a loro agio con l’invisibile. Vivevano in villaggi d’altura fortificati, avevano un governo ari- stocratico gestito da famiglie importanti: i clan familiari erano responsabili del comportamento di quanti ne facessero parte. I “campi di urne” dell’Europa centrale (1200 a.C., grandi aree che custodivano urne con ceneri di defunti) e l’artigianato del ferro di Hallstatt in Austria, oltre che le ceramiche decorate di La Tène, testimoniano l’evoluzione di una civiltà a modo suo raffinata; i sontuosi corredi funerari dei capi-clan esprimevano credenze sull’Aldilà elaborate quanto quelle degli antichi Egizi. Le divinità Secondo i Celti tutte le divinità erano legate alla natura oltre che a esperien- ze (nascita, morte, guerra) e ai valori comunitari (onore del clan, coraggio, vincoli familiari, lealtà, compassione per i deboli…). La triade suprema comprendeva la Dea-Madre, essenza stessa della na- tura, datrice di vita e luce ma anche, al momento giusto, di tenebre (le difficoltà che fortificano); ella aveva molti volti. Lug era il Dio lumino- so dell’artigianato, della poesia, della musica e delle arti marziali; Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ebbero divinità immaginate in modo diverso a seconda delle tribù; alcune furono assimilate dai con- quistatori romani. Il tempo dei druidi e della natura I sacerdoti, o druidi propriamente detti, erano responsabili di riti propizia- tori, educatori dei giovani e guaritori. In tempi in cui vaste foreste di quer- ce ricoprivano l’Europa, essi si affermarono come “saggi della quercia”, uomini che possedevano un’intima conoscenza della natura che divenne simbolo di sapienza e salvezza per la comunità. Fonti irlandesi affermano che tutte le tribù avevano il loro albero sacro, capace di attirare energie di- vine portatrici di amore, forza e conoscenza. I Celti consideravano la terra come una porta sul “mondo degli dei”, che meritava il più profondo rispetto. I druidi erano guide spirituali, giudici, guide politiche, legislatori. Custodi dei valori tribali alla portata di tutti, lo erano anche di un sapere esoterico (cioè alla portata di pochi spiriti eletti) e di una religiosità più profonda e spirituale in cui le varie divinità erano intese come manifestazioni di un unico Dio. Un guerriero gallo, statuetta in bronzo, I secolo a.C. (Beauvais, Museo dipartimentale dell’Oise). 1 Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre I Celti

Transcript of LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei...

Page 1: LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ... l’equinozio

LE RADICI DEL PRESENTE

T. C

hia

mb

erla

nd

o, L

o sp

ecch

io d

ei c

ieli

© S

EI 2

011

On linep. 28, vol. 1

Il popoloSei secoli prima di Cristo e circa 6 d.C. l’avventura dei Celti indoeuropei (Galli per i romani, Galati in Asia minore) portò alla loro prolungata integrazione con altre culture. Si stabilirono in una vasta area dalla Grecia all’Italia, dalla Spagna alle isole britanniche. I temerari guerrieri mi-nacciarono, nel 390 a.C., il potere di Roma guidati da Brenno. Erano sempre pronti alla guerra e all’avventura ma anche inclini a riunioni festose. I Celti erano rudi, ma fantasiosi e sorprendente-mente a loro agio con l’invisibile. Vivevano in villaggi d’altura fortificati, avevano un governo ari-stocratico gestito da famiglie importanti: i clan familiari erano responsabili del comportamento di quanti ne facessero parte. I “campi di urne” dell’Europa centrale (1200 a.C., grandi aree che custodivano urne con ceneri di defunti) e l’artigianato del ferro di Hallstatt in Austria, oltre che le ceramiche decorate di La Tène, testimoniano l’evoluzione di una civiltà a modo suo raffinata; i sontuosi corredi funerari dei capi-clan esprimevano credenze sull’Aldilà elaborate quanto quelle degli antichi Egizi.

Le divinitàSecondo i Celti tutte le divinità erano legate alla natura oltre che a esperien-ze (nascita, morte, guerra) e ai valori comunitari (onore del clan, coraggio, vincoli familiari, lealtà, compassione per i deboli…).

La triade suprema comprendeva la Dea-Madre, essenza stessa della na-tura, datrice di vita e luce ma anche, al momento giusto, di tenebre (le

difficoltà che fortificano); ella aveva molti volti. Lug era il Dio lumino-so dell’artigianato, della poesia, della musica e delle arti marziali;

Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ebbero divinità immaginate in modo diverso a seconda delle tribù; alcune furono assimilate dai con-quistatori romani.

Il tempo dei druidi e della naturaI sacerdoti, o druidi propriamente detti, erano responsabili di riti propizia-tori, educatori dei giovani e guaritori. In tempi in cui vaste foreste di quer-ce ricoprivano l’Europa, essi si affermarono come “saggi della quercia”, uomini che possedevano un’intima conoscenza della natura che divenne simbolo di sapienza e salvezza per la comunità. Fonti irlandesi affermano che tutte le tribù avevano il loro albero sacro, capace di attirare energie di-vine portatrici di amore, forza e conoscenza. I Celti consideravano la terra come una porta sul “mondo degli dei”, che meritava il più profondo rispetto. I druidi erano guide spirituali, giudici, guide politiche, legislatori. Custodi dei valori tribali alla portata di tutti, lo erano anche di un sapere esoterico (cioè alla portata di pochi spiriti eletti) e di una religiosità più profonda e spirituale in cui le varie divinità erano intese come manifestazioni di un unico Dio.

Le divinitàSecondo i Celti tutte ze (nascita, morte, guerra) e ai valori comunitari (onore del clan, coraggio, vincoli familiari, lealtà, compassione per i deboli…).

La triade suprema comprendeva la tura, datrice di vita e luce ma anche, al momento giusto, di tenebre (le

difficoltà che fortificano); ella aveva molti volti.

Il tempo dei druidi e della naturaI sacerdoti, o tori, educatori dei giovani e guaritori. In tempi in cui vaste foreste di ce ricoprivano l’Europa, essi si affermarono come “saggi della quercia”, uomini che possedevano un’intima conoscenza della natura che divenne simbolo di sapienza e salvezza per la comunità. Fonti irlandesi affermano

Un guerriero gallo, statuetta in bronzo, i secolo a.C. (Beauvais, Museo dipartimentale dell’Oise).

1Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre

I Celti

Page 2: LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ... l’equinozio

LE RADICI DEL PRESENTE

T. C

hia

mb

erla

nd

o, L

o sp

ecch

io d

ei c

ieli

© S

EI 2

011

Un ruolo quasi sacerdotale era riservato anche ai bardi, musici e cantori dell’anima celtica, dei grandi avveni-menti e delle grandi virtù; la loro arte aveva talvolta lo scopo di “evocare gli dei perché addormentassero chi vive per condurlo nel Sid, luogo della pace” (S. Cap-pelletto). Nella famiglia druidica vi erano anche i vati, storici e indovini. Riti e sacrifici avvenivano all’aperto, in recinti e luoghi sacri immersi nella natura (boschi, grotte, monti…).

Epona, la dea dei cavalli e dei muli, stele di marmo,ii secolo d.C. (Budapest, Szépmuvézeti Mùseum).

Cerimonia druidica moderna a Stonehenge.

, -

menti e delle grandi virtù; la loro arte aveva talvolta lo scopo di “evocare gli dei perché addormentassero chi

-,

avvenivano all’aperto, in recinti e luoghi sacri immersi nella natura (boschi,

Epona, la dea dei cavalli e dei muli, stele di marmo, secolo d.C. (Budapest, Szépmuvézeti Mùseum).

Spiritualità e valoriI Celti credevano nella reincarnazione: ogni defunto, dopo un certo periodo, sarebbe rinato in un bimbo appena venuto al mondo, per apprendere la saggezza attraverso varie vite prima di rag-giungere l’Aldilà. I Celti credevano ciecamente nell’immortalità e in un Aldilà immaginato molto simile alla vita terrena. Essi avvertivano la presenza di Dio in ogni aspetto del creato e in ogni avvenimento. Per i Celti era importante non fare il male volontariamente e dare prova di coraggio anche accettando il dolore, inteso come parte di un Disegno superiore; spesso il male era iden-tificato con la viltà. I principi morali dei druidi non mancavano di profondità: lealtà, onestà, com-passione, cortesia erano per loro valori indispensabili per armonizzarsi con il creato, gli altri, se stessi e Dio. Gli eroi dei miti celtici ci appaiono spesso come personaggi tragici, alle prese con il dilemma della sofferenza eppure disposti ad accettare con fermezza ciò che non comprendono.I miti antichi diedero poi origine ai cicli cavallereschi dell’epica medievale di re Artù. Un mito particolarmente affascinante è legato al complesso megalitico di Stonehenge e fa parte della storia dei “Cavalieri della Tavola Rotonda”. Si narra come, in origine, le “grandi pietre” prove-nissero dall’Africa; un “popolo di giganti” le trasportò in Irlanda, poi il mago Merlino fece sì che giungessero in Inghilterra e che ospitassero la tomba di re Uther Pendragon, il padre di Artù. Ancora oggi, il suggestivo sito è anche chiamato “La danza dei giganti”.

2Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre

Page 3: LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ... l’equinozio

LE RADICI DEL PRESENTE

T. C

hia

mb

erla

nd

o, L

o sp

ecch

io d

ei c

ieli

© S

EI 2

011

L’apertura al cristianesimoLa saggezza dei Celti si esprimeva attraverso l’amore per la vita nella sua totalità; essi si senti-rono custodi del mondo e furono capaci di intuire l’esperienza religiosa come sostanza dell’esi-stenza, di percepire l’importanza del mistero nell’esistenza umana.

Venuti a contatto con il cristianesimo, i Celti accolsero spesso con entusiasmo la concezione cristiana di salvezza, chiara e concreta: il Figlio di Dio era anche uomo, circondato dai santi, anche loro uomini. Ogni essere umano era dunque chiama-to in Lui alla crescita, fino all’immortalità. Gesù appariva loro come il più straordi-nario dei combattenti, colpito dalla soffe-renza ingiusta e dall’abbandono e tuttavia glorioso. In base ai documenti che pos-sediamo, san Giovanni fu l’evangelista prediletto dai Celti, in quanto portatore evidente del messaggio “Dio è amore”. Il concetto del Dio “Uno e Trino” venne assimilato con entusiasmo, insieme a una consapevolezza profonda della tenerezza e della misericordia del Signore. Molte di-vinità celtiche erano già state adorate in triplice forma, e l’uomo era immaginato composto di spirito, anima e corpo, e il mondo di terra, mare e aria.

Il celta-gallico Ilario, vescovo di Poitiers, fu filosofo cristiano e definì nel suo De Trinitate un con-cetto di Santa Trinità che è attualmente parte integrante della teologia cristiana. I Celti cristiani seppero tendenzialmente affidare la mente al cuore, considerare l’intera esistenza con gli occhi trasfigurati della fede, nell’accoglienza spontanea della “dimensione-mistero”.

I Celti cristianiL’esistenza era considerata come un viaggio di cui alla fine si scoprirà il vero senso, era alimen-tata dall’amore e in cui era necessaria l’accettazione di ciò che non si può comprendere. Poco per volta antiche divinità divennero folletti, fate e spiriti della natura, in seguito scomparvero, e la Santa Vergine, gli angeli e i santi entrarono nella vita di uomini pronti ad aprire loro il cuore con lieta confidenza.Beltane divenne la festa dei santi Filippo e Giacomo. Samhani la festa d’Ognissanti, il solstizio d’estate corrispose al giorno di san Giovanni Battista, l’equinozio di primavera all’Annunciazio-ne. Grandi croci di pietra furono erette e antiche pietre-altare furono riconsacrate. Con il passare del tempo, rosari, adorazione perpetua, novene, riti di devozione al Sacro Cuore e all’Immacola-ta Concezione, tridui e pellegrinaggi sostituirono fonti sacre, falò e rituali magici.I pensatori cristiani di provenienza celtica, tuttavia, conservarono aspetti interessanti della cul-tura druidica: il libero arbitrio dell’uomo nella scelta tra bene e male fu messo in evidenza già in epoca molto antica, come anche l’esigenza di giustizia sociale e di una più equa distribuzione dei beni della terra. Questo antico mondo scomparve per ritornare soltanto attraverso le fiabe: ci lascia il suo deside-rio di mistero, la consapevolezza di quanto sia necessario aguzzare lo sguardo dello spirito per cogliere ciò che esiste, anche se non si tocca e non si vede.

Croce celtica di Muiredach e torre rotonda, Monasterboice, Irlanda.

3Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre

Page 4: LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ... l’equinozio

LE RADICI DEL PRESENTE

T. C

hia

mb

erla

nd

o, L

o sp

ecch

io d

ei c

ieli

© S

EI 2

011

La “festa di Halloween”La notte del 31 ottobre, terminato il raccolto, i Celti si riunivano sulle colline e nei boschi, accendendo il fuoco sacro per la festa di Samhain, Signore della morte; era la notte in cui si apriva un varco tra la dimensione dell’Aldilà e quella terrena; diveniva possibile l’incontro tra defunti e viventi, oltre che con esseri fatati appartenenti alla dimensione del mistero.Gli emigrati irlandesi esportarono la tra-dizione negli Stati Uniti, dando con il tempo origine a una festa di Halloween giocosa e priva della originaria dimen-sione spirituale, quasi a esorcizzare, al-leggerendole con “dolcetti e scherzetti”, questioni di vitale importanza come il rapporto tra i vivi e i loro cari già defun-ti, o la paura della morte.Oggi, diviene macabra e irriverente la manovra consumistica che fa leva sulla trasgressione a tutti i costi (un modo di-scutibile per riempire il vuoto di ideali e la noia) per agevolare la vendita di pro-dotti “horror” di pessimo gusto e ma-scherarsi, talvolta esaltando l’“oscurità”, quasi ammiccando al satanismo.

CHE COSA DICE…

La “festa di Halloween”

quasi ammiccando al satanismo.

Mettiti alla prova Rispondi.

• Quali aspetti della religiosità celtica possono aver aperto la via al cristianesimo?

• Qual era il rapporto tra uomo e natura, in base alla religione celtica?

• Chi erano i druidi e i bardi?

4Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre

Page 5: LE RADICI DEL PRESENTE p. 28, vol. 1 I Celti - SEI Editrice · Dagda il Dio degli inferi e dei misteri ultraterreni. I Celti, definiti da Cesare molto religiosi, ... l’equinozio

DOCUMENTI

T. C

hia

mb

erla

nd

o, L

o sp

ecch

io d

ei c

ieli

© S

EI 2

011

San Patrizio, grande monaco evangelizzatore, cantò così nell’inno celtico-cristiano Grido del Daino.

Spirito celtico e natura Io sorgo oggi Con la forza del cielo; luce di sole, fulgore di luna, splendore di fuoco, rapidità di lampo, velocità di vento, profondità di mare, stabilità di terra, saldezza di roccia.

I Celti convertiti al cristianesimo conservarono, dell’antica concezione della natura, l’idea che fosse un «messaggio di Dio», una porta spalanca-ta sul mistero; con il cristianesimo, ne intesero la bellezza come una prova dell’amore di Dio e un segno della sua presenza accanto alle creature. «La preghiera include tutto, poiché tutto ciò che esiste nella creazione è fratello o sorella…».

(a. Duncan, Cristianesimo celtico, Mondadori, Milano)

Lavora sul documento Rispondi e confrontati con i compagni.

• In quale occasione hai avuto un contatto entusiasmante con la natura?

• Quali emozioni e sentimenti hai provato?

• Trovi un collegamento tra la natura e in Dio? Quale?

Il menhir cristianizzato di San Uzec,sulla costa di Armor, in Bretagna.

5Unità 1 Indagini antiche, misteri di sempre