Le politiche locali dopo Parigi - speech

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Le Politiche Locali dopo la COP21 (Radici nel territorio e testa nel mondo) Speech dell’intervento al corso “L’ABC del buon amministratore ” del 26 febbraio a Bologna organizzato dalla scuola di Altra Amministrazione dell’associazione Comuni Virtuosi Le slide sono disponibili su slideshare , liberamente scaricabili e utilizzabili (licenza Common Creative). Alessandro Rossi ANCI Emilia Romagna - Politiche energetiche (N.B. se stai guardando questo documento su slide share per attivare i link devi scaricare il documento) ==o== La COP21 non ha detto nulla di nuovo rispetto a quello che sapevamo già. Ma ha creato una consapevolezza diversa e nuova all’interno della quale è più agevole agire a livello locale. Una premessa: perché Parigi è, in qualche modo, riuscita e Copenhagen è stata considerata un insuccesso? Metodo diverso su due fronti: 1) Copenhagen ha tentato di imporre vincoli cogenti alle parti, Parigi ha invitato a portare ognuno quello che poteva: gli INDC - Contributi Nazionali (come si usa ad una cena collettiva dove ciascuno porta qualcosa…). Contributi insufficienti, ma è stato definito un metodo per migliorare le cose nel tempo. È stato attivato un processo che potrà solo migliorare le cose. 2) Parigi: al momento di chiudere si è registrato uno stallo da cui era impossibile uscire con il metodo decisionale tradizionale. Sono stati messi in campo facilitatori che, utilizzando uno dei tanti metodi di facilitazione (in questo caso l’indaba ) hanno consentito di chiudere l’accordo con il consenso di tutti. Da questo due lezioni per il livello locale: il Comune non può incidere più di tanto (imponendo, regolando, incentivando) sulle abitudini di famiglie e imprese. Può solo creare le condizioni perché ognuno si attivi: empowerment, accompagnamento, sostegno, cittadinanza attiva… sono nuove forme di esercizio dell’azione amministrativa. Inserire tali elementi negli statuti o definire regolamenti adeguati è molto utile a stimolare e dare fiducia a tali comportamenti attivi. In caso di problemi o conflitti (e ce ne saranno sempre di più) è necessario usare metodologie che consentano di potenziare, integrandoli, gli strumenti democratici di cui disponiamo: la facilitazione è un mestiere che va conosciuto e riconosciuto come importante e che gli amministratori dovranno usare sempre di più, remunerandolo adeguatamente. I facilitatori sono coloro che possono far nascere nuovi comportamenti nella vostra comunità e modificare strutturalmente il difficile rapporto con l’amministrazione locale. Torniamo a Parigi e cerchiamo di ricostruire il quadro con l’aiuto di Kevin Anderson (Vice-direttore del Tyndall Center - UK), che è un climatologo particolare in quanto ha avuto un’esperienza decennale nell’industria petrolchimica, da cui ha tratto concetti e strumenti di concretezza e operatività pratica che spesso mancano a chi si è sempre occupato di sola ricerca e insegnamento. 1. Perché Parigi è importante: https://youtu.be/hRuzrFGfxes (1’) 2. Perché Parigi non è abbastanza: https://youtu.be/4tk6jalf6g8 (1’) 3. Speranza: https://youtu.be/BkU41EPbj3M (3’) 4. Agire a livello locale: https://youtu.be/SmCh_SVTm6c (1’)

Transcript of Le politiche locali dopo Parigi - speech

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

Speech dell’intervento al corso “L’ABC del buon amministratore” del 26 febbraio a Bologna organizzato

dalla scuola di Altra Amministrazione dell’associazione Comuni Virtuosi

Le slide sono disponibili su slideshare, liberamente scaricabili e utilizzabili (licenza Common Creative).

Alessandro Rossi – ANCI Emilia Romagna - Politiche energetiche

(N.B. se stai guardando questo documento su slide share per attivare i link devi scaricare il documento)

==o==

La COP21 non ha detto nulla di nuovo rispetto a quello che sapevamo già. Ma ha creato una

consapevolezza diversa e nuova all’interno della quale è più agevole agire a livello locale.

Una premessa: perché Parigi è, in qualche modo, riuscita e Copenhagen è stata considerata un insuccesso?

Metodo diverso su due fronti:

1) Copenhagen ha tentato di imporre vincoli cogenti alle parti, Parigi ha invitato a portare ognuno

quello che poteva: gli INDC - Contributi Nazionali (come si usa ad una cena collettiva dove ciascuno

porta qualcosa…). Contributi insufficienti, ma è stato definito un metodo per migliorare le cose nel

tempo. È stato attivato un processo che potrà solo migliorare le cose.

2) Parigi: al momento di chiudere si è registrato uno stallo da cui era impossibile uscire con il metodo

decisionale tradizionale. Sono stati messi in campo facilitatori che, utilizzando uno dei tanti metodi

di facilitazione (in questo caso l’indaba) hanno consentito di chiudere l’accordo con il consenso di

tutti.

Da questo due lezioni per il livello locale:

il Comune non può incidere più di tanto (imponendo, regolando, incentivando) sulle abitudini di

famiglie e imprese. Può solo creare le condizioni perché ognuno si attivi: empowerment,

accompagnamento, sostegno, cittadinanza attiva… sono nuove forme di esercizio dell’azione

amministrativa. Inserire tali elementi negli statuti o definire regolamenti adeguati è molto utile a

stimolare e dare fiducia a tali comportamenti attivi.

In caso di problemi o conflitti (e ce ne saranno sempre di più) è necessario usare metodologie che

consentano di potenziare, integrandoli, gli strumenti democratici di cui disponiamo: la facilitazione

è un mestiere che va conosciuto e riconosciuto come importante e che gli amministratori dovranno

usare sempre di più, remunerandolo adeguatamente. I facilitatori sono coloro che possono far

nascere nuovi comportamenti nella vostra comunità e modificare strutturalmente il difficile

rapporto con l’amministrazione locale.

Torniamo a Parigi e cerchiamo di ricostruire il quadro con l’aiuto di Kevin Anderson (Vice-direttore del

Tyndall Center - UK), che è un climatologo particolare in quanto ha avuto un’esperienza decennale

nell’industria petrolchimica, da cui ha tratto concetti e strumenti di concretezza e operatività pratica che

spesso mancano a chi si è sempre occupato di sola ricerca e insegnamento.

1. Perché Parigi è importante: https://youtu.be/hRuzrFGfxes (1’)

2. Perché Parigi non è abbastanza: https://youtu.be/4tk6jalf6g8 (1’)

3. Speranza: https://youtu.be/BkU41EPbj3M (3’)

4. Agire a livello locale: https://youtu.be/SmCh_SVTm6c (1’)

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

La cupola è una buona immagine per visualizzare l’agire del livello locale. Da sotto non possiamo incidere

più di tanto sulle scelte di chi (governi e aziende) opera a scala più vasta: livelli regionali, nazionali, europei,

globali. Ma abbiamo enormi margini di intervento sul territorio. Se ci concentriamo sul territorio scopriamo

che oggi abbiamo un enorme lavoro da fare per modificare il tessuto socio-economico nel quale siamo

immersi e renderlo diverso.

Inoltre la cupola è trasparente: vediamo tutto quello che succede fuori e possiamo agire di conseguenza.

Radici nel territorio e testa nel mondo. Sapere cosa succede a livello globale orienta le politiche locali.

Che fare?

SOST

ENB

ILE • Raccolta differenziata

• Cibo biologico

• Rinforzare gli argini

• Finanza etica

• Caldaia a condensazione

• Carbon neutral

• Innovazione, meritocrazia

RES

ILEI

NET

E • Riuso, rifiuti zero

• Produzioni locali, permacultura

• Ridare spazio al fiume

• Economia circolare

• Isolare la casa

• Post Carbon

• Invenzione, collaborazione

19 feb 2016 Campogalliano 5

Al di là della terminologia, la differenza semantica che si vuole mettere in risalto è questa: la sostenibilità è

un adeguamento del modello attuale, la resilienza è una riprogettazione di tutto quanto: unica possibilità

di garantire equilibrio e circolarità all’impiego di risorse, non il loro più o meno veloce consumo. Energia

come “allenamento” per i Comuni per capire come si fa. Perché intervenire sull’energia è - sulla carta - più

facile: ci sono i soldi della bolletta, ci sono forme di incentivazione, ci sono opportunità di lavoro da creare.

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

Consumi del territorio(inventario dei consumi del Patto dei Sindaci)

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~1/3 Imprese~1/3 Famiglie~1/3 Trasporti

19 feb 2016 Campogalliano

I consumi energetici che dipendono direttamente dall’ente Comune sono poco meno del 2%. Il resto è

quasi equamente distribuito tra consumi delle imprese, consumi residenziali, mobilità. Questo significa che

se il Comune vuole agire (e abbiamo visto l’importanza dei Comuni nel contesto globale) deve incidere su

famiglie, imprese e mobilità. Se non lo fa tutto accadrà, se accadrà, con una velocità molto più bassa di

quella necessaria, vanificando ogni possibilità di conferire resilienza al tessuto socio-economico locale in

tempi utili per sopravvivere agli eventi globali.

Esempio: gas naturale famiglie

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30%Quota di occupazione locale

(venditori & distributori + estrazioni nazionali: 10%)

Dove finiscono i soldi?

19 feb 2016 Campogalliano

35%Quota fossile di importazione

Quanta occupazione locale genera la bolletta del gas?

Anche oggi che il prezzo dei prodotti petroliferi è basso, oltre il 35% dei costi sostenuti dalle famiglie non

produce occupazione locale (e nemmeno nazionale), mentre genera danni ambientali e climatici che la

fiscalità generale è costretta a riparare: costi sanitari, emergenze, dissesti...

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

Dove finiscono i soldi in ERsolo abitazioni

• Spesa media famiglie in ER: 1.900 €/anno (ISTAT)

– 30%: genera occupazione locale

– 35%: sono i costi di importazione

– il resto sono imposte (invariante)

• In ER ci sono ~ 2 milioni famiglie

– Spesa totale famiglie 3,8 miliardi

• 1,3 miliardi di euro/anno

– Non producono occupazione locale (né nazionale)

– Producono danni sanitari e ambientali (e relativi costi)

19 feb 2016 Campogalliano 8

In prima approssimazione si può stimare che oltre 1,3 miliardi di euro siano spesi dalle famiglie di questa

regione per comprare derivati del petrolio dall’estero e produrre danni ambientali (aria, acqua, suolo…) e

climatici (danni da eventi estremi, carenza idrica, onde di calore…).

NOTA: non ce ne accorgiamo perché “siamo abituati così”. Già cambiare le percezioni è importante.

Confini nazionali

Bolletta fossile

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Fonti fossili €

Bolletta fossile

nazionale

~ +60Mld€(oggi in drastico calo)

Quota Bolletta Fossile

territoriale

~1.000 € /ab. /anno

19 feb 2016 Campogalliano

Visione

……………………………….

Assumere la transizione energetica nelle politiche locali

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Transizione

19 feb 2016 Campogalliano

Energia: Scenario Post Carbon

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Energia

I flussi economici si stabilizzano sul territorio

19 feb 2016 Campogalliano

Un tale flusso economico, costante anno per anno, è in grado di ripagare nel tempo investimenti in

efficienza energetica e fonti rinnovabili, che sono in grado di ridurre anche drasticamente la necessità di

importazione di fonti fossili. Se riusciamo a farlo (e sta già succedendo, ma con una velocità troppo bassa)

possiamo trattenere sul territorio quel flusso economico, pagando le imprese, gli artigiani e i professionisti

che quegli interventi realizzano. È economia circolare.

19 feb 2016 Campogalliano 12

La rappresentazione serve a descrivere un fenomeno in corso e potrebbe essere puntualmente errata

Perché ciò succeda il Comune deve sostenere una azione di riconversione dei consumi energetici, di

riduzione drastica (l’efficienza senza una attenta concentrazione sul risparmio porta ad un aumento dei

consumi: è il paradosso di Jevons dimostrato dai fatti).

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

19 feb 2016 Campogalliano 13

La rappresentazione serve a descrivere un fenomeno in corso e potrebbe essere puntualmente errata

Non esiste politica efficace senza organizzazione: Ufficio Politiche Energetiche (e resilienza…). È l’ufficio che

facilita le parti sociali (associazioni, ordini professionali, imprese…) a individuare le direzioni verso cui

andare. Lavoriamo sulla riconversione edilizia? Ci concentriamo sui condomini o puntiamo alle abitazioni

monofamiliari? Come facciamo vedere a tutti che su questa cosa siamo d’accordo? Come riusciamo a farla?

Cosa serve che faccia il Comune perché succeda davvero? Attenzione però: solo qualche Comune di grosse

dimensioni (indicativamente sopra i 30.000 abitanti) si può permettere un tale ufficio e in ER sono pochi. Gli

altri 300 non possono che realizzare l’ufficio in Unione, che è l’unica dimensione nella quale ciò è possibile.

Iniziative di piccoli comuni possono tutt’al più durare un mandato amministrativo, grazie a una forte

volontà politica, ma poi decadono al primo cambio di Giunta in quanto insostenibili.

16/11/2015 Domotica 2015 14

L’organizzazione risponde al bisogno di esercitare funzioni

ESEMPIO: Organigramma del Comune Valsamoggia (nuovo comune frutto di una fusione di 5 comuni che

dovendo fare un nuovo organigramma ha potuto introdurre un’innovazione così significativa) in cui l’ufficio

energia e resilienza è messo in staff al Sindaco per potergli garantire la possibilità di incidere,

modificandole, sulle politiche ordinarie. Poi non basta fare “la casella”, ma serve dotarla di personale

adeguato e in grado di essere efficace nel tempo. E per farlo mi devo dotare di politiche di bilancio (per

esempio: dedicare tutti o parte dei risparmi economici generati da quell’ufficio al funzionamento stesso

dell’ufficio, orientare una quota degli incentivi degli interventi di riqualificazione energetica, disporre di

indicatori sul livello occupazionale del territorio…) che mi consentano di dimostrare che senza quell’ufficio

non produco risparmi per l’ente, non genero lavoro sul territorio, non educo la collettività al risparmio di

risorse… .

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

19 feb 2016 Campogalliano 15

La rappresentazione serve a descrivere un fenomeno in corso e potrebbe essere puntualmente errata

Se devo agire sulla collettività come posso fare?

Il concetto di sportello è un concetto molto ampio e sta a rappresentare l’esercizio di un ruolo attivo del

Comune nel coinvolgimento di famiglie e imprese. Fornire informazioni alle famiglie, diffondere concetti

che il “mercato” non trasmette, sostenere processi di coinvolgimento, realizzare eventi (pochi, il meno

possibile, non episodici e inquadrati in un processo di maturazione collettiva chiaro e riconoscibile).

Densità

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Delega politica, ufficio politiche energetiche, Sportello Energia… : la stratificazione di tutti questi livelli

produce densità. Densità locale, in quanto da più soggetti (Comune, imprese, professionisti, cittadini)

dicono e sentono le stesse cose, densità orizzontale perché altri comuni possano adeguarsi per naturale

emulazione, densità verticale perché una forte coerenza del livello locale consente ai livelli sovraordinati di

essere più coraggiosi nel favorire il cambiamento necessario.

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

Progressione temporale

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Patto dei Sindaci ˜30% popolazione ~ 95% popolazione

Comuni con agenzia per l’energia o società in-house

45 comuni 72 comuni

Uffici pol. energetiche proattivi

~ 11% popolazione ~ 33 % popolazione ?

Assessori con delega esplicita all’energia

2 assessori ~80 assessori ?

Sportelli / Punti InfoEnergia per cittadini

~ 8% popolazione ~ 30% popolazione ?

Esperti in Rete - n. 36 persone

2012 2016

Questo è quello che è successo nel tempo in questa Regione. È successo perché c’è stata un’azione

sistemica svolta da ANCI e condivisa con tutti i livelli istituzionali, inclusiva di tutti i soggetti del territorio

che hanno a cuore le politiche energetiche e che sta continuando nel tempo per aumentare il livello di

densità e il grado di efficacia dei Comuni.

Uso razionale dell’Energia

1. Produzione energia da fonti rinnovabili

2. Efficienza energetica (consumare meno per fare le stesse cose)

3. Risparmio energetico (eliminare gli sprechi, modificare abitudini)

19 feb 2016 Campogalliano 18

1,2 e 3 si fanno sul territorioL’energia è un politica locale

I comuni, come la Regione con la riforma costituzionale in arrivo, non hanno competenze dirette in materia,

se non alcune residuali sulla autorizzazione o meno degli impianti. E comunque basate su regole e

procedure su cui il margine di intervento politico è sempre minore. Ma la gestione razionale dell’energia è

una politica territoriale a tutti gli effetti. E il territorio è il “core business” dei Comuni. In questo senso la

funzione energia è una funzione al pari di tutte le altre funzioni attribuite in passato ai comuni.

Se volete fare un paragone per avere un modello di riferimento, riflettete sulle politiche legate all’ICT: 30

anni fa i pochi comuni che avevano un CED si occupavano solo di garantire il funzionamento di alcune

procedure interne (bilancio e ragioneria, personale, anagrafe…). Oggi si parla di agenda digitale, di assessori

all’innovazione, di politiche digitali verso le imprese, le famiglie, di digital divide... E come tutte le politiche

innovative è trasversale a tutte le politiche ordinarie. Con l’energia siamo nel medesimo percorso

evolutivo, con la sola differenza che tutto deve avvenire in tempi molto più stretti. Non abbiamo decenni

davanti a noi ma solo qualche anno per riuscire ad invertire la rotta. Serve un’assunzione di responsabilità

sempre più chiara da parte dei comuni dell’esercizio della funzione energia. E ne troviamo anche traccia in

Le Politiche Locali dopo la COP21

(Radici nel territorio e testa nel mondo)

una Legge dello stato: l’art 71 L 221/2015 permette ai Comuni di darsi un atto di indirizzo per arrivare ad

una totale de carbonizzazione dell’economia locale (Oil Free Zone)

Funzione Energia in pillole

• Delega politicaIndividuazione ed esercizio attivo

• OrganizzazioneUnione, Definizione ufficio e attività

• TrasversalitàRiconoscimento di priorità e collaborazione

• MetodoPer garantire efficacia alle azioni

19 feb 2016 Campogalliano 19

Senza “Funzione” il Comune/Unione non esercita alcuna politica

Individuazione e esercizio attivo di una delega politica esplicita

Organizzazione: ufficio in Unione, definizione attività, definizione obiettivi annuali (PEG)

Trasversalità: riconoscimento che si tratta di una priorità che incide e trasforma tutte le politiche

ordinarie e serve collaborazione tra amministratori e settori per attuarla

Metodo: non ha senso che ognuno si inventi un metodo per il suo contesto. Esistono metodi ormai

consolidati che vanno solo attuati. Servono confronto e rete con altre realtà, perché ciò avvenga.

Senza Funzione Energia il Comune è un soggetto passivo e qualsiasi indirizzo politico rimane disatteso.

Contrapposizioni e competizione?

22/12/2014 CC Valsamoggia 21

Condivisione e collaborazione?

22/12/2014 CC Valsamoggia 22

Contrapposizione e competizione non servono a risolvere il problema

22/12/2014 CC Valsamoggia 23

Illusione Cornsweet

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UN CONSIGLIO - Per quanto possibile: sterilizzare la mitigazione e l’adattamento climatico dal conflitto

partitico. Litigate, anche furiosamente, su tutto il resto, ma mantenete il confronto aperto e sereno sugli

aspetti che riguardano ambiente e clima. Se no non succederà nulla di buono. In alcuni paesi questa è una

regola condivisa da tutte le forze politiche.

È difficile per tutti cambiare. Cross your arms: https://youtu.be/jm9vxWX-9qA

“È possibile, si possono fare errori, è un po’ scomodo all’inizio”