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le piante officinali www.orodialoe.it SCHEDE TECNICHE Richiede suoli freschi, profondi, fertili, di medio impasto; è sensibile alle gelate, ai forti venti ed agli stress idrici prolungati, ma anche alle piogge persistenti (specialmente in fioritura e durante la maturazione dei frutti). Impianto Modalità: Semina diretta, meccanica, a file, con seminatrici per cereali o di precisione. Profondità: 2 - 3 cm circa. Epoca: Autunnale nelle aree mediterranee, primaverile negli ambienti temperati (marzo-maggio, il più anticipatamente possibile). Sesti: Tra le file 35-40 cm, utilizzando 10- 12 kg di “seme”/ha. Densità finale: 30- 35 piante/m2. Per ottenere una coltura uniforme di aneto è utile, subito prima della semina,

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le piante officinali

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SCHEDE TECNICHE

Richiede suoli freschi, profondi, fertili,

di medio impasto; è sensibile alle

gelate, ai forti venti ed agli stress idrici

prolungati, ma anche alle piogge persistenti

(specialmente in fioritura e

durante la maturazione dei frutti).

Impianto

Modalità:

Semina diretta, meccanica, a file, con

seminatrici per cereali o di precisione.

Profondità: 2 - 3 cm circa.

Epoca:

Autunnale nelle aree mediterranee,

primaverile negli ambienti temperati

(marzo-maggio, il più anticipatamente

possibile).

Sesti:

Tra le file 35-40 cm, utilizzando 10-

12 kg di “seme”/ha. Densità finale: 30-

35 piante/m2.

Per ottenere una coltura uniforme di

aneto è utile, subito prima della semina,

lavare il “seme” in acqua corrente ed

asciugarlo all’aria.

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

AnetoA

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50-60 kg/ha di N

60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8

q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Eccessive somministrazioni di azoto sono

da evitare, perché la coltura tende all’allettamento

e la resa in olio essenziale diminuisce

sensibilmente.

Irrigazione:

Necessaria nella fase vegetativa fino

alla fioritura.

Avversità e Parassiti:

Parassiti fungini, larve di lepidotteri

(in campo) e coleotteri (in magazzino).

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

Manuale o meccanica, adoperando

le comuni mietitrebbiatrici per cereali

semimeccanica (sfalcio, pre-essiccazione

in campo o al chiuso e successiva

trebbiatura meccanica).

Sulla base delle nuove acquisizioni sui

tempi balsamici della pianta, l’epoca di

raccolta più consigliabile coincide con la

fase di “maturazione lattea” dell’ombrella

centrale della pianta: l’aneto infatti produce

la maggior quota di olio essenziale nel

periodo compreso tra l’apertura dei fiori e

la loro sfioritura; l’accumulo dell’olio essenziale

continua fino alla maturazione lattea

dei frutti, epoca che quindi sembra la più

adatta per effettuare la raccolta.

Aneto

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”)

e ombrelle intere.

Usi:

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per cibi conservati)

• Ind. cosmetica (saponi e profumi)

• Ind. alimentare (liquori, vermouth)

La pianta contiene buone quantità di olio

essenziale, presente soprattutto nelle

ombrelle e nei frutti. Nell’olio di aneto sono

stati individuati oltre 100 componenti.

UTILIZZAZIONI

Terreni leggeri, ben drenati, ricchi di

sostanza organica e di calcare. Non tollera

suoli troppo argillosi e ombreggiamento.

Teme le gelate tardive.

Impianto

Modalità:

Semina diretta a file, su terreno ben

preparato.

Si consiglia di utilizzare per la semina i

semi più grandi, provenienti dalle ombrelle

centrali della pianta, dato che la densità

iniziale di investimento e l’energia germinativa

sembrano direttamente collegate

con le dimensioni del seme.

Epoca:

Primaverile (marzo-aprile)

Sesti:

Tra le file 50 - 70 cm, distribuendo

10-12 kg/ha di seme; densità: 10-12

piante/mq.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Anice Verde

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50-60 kg/ha di N

60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8

q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Necessaria nella fase vegetativa fino

alla fioritura.

Avversità e Parassiti:

Parassiti fungini, larve di lepidotteri

(in campo) e coleotteri (in magazzino).

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

• manuale

• meccanica, adoperando le comuni

mietitrebbiatrici per cereali

• semimeccanica (sfalcio, pre-essiccazione

in campo o al chiuso e successiva

trebbiatura meccanica).

epoca:

Estate (agosto-settembre, circa 30

gg dopo la fioritura).

Resa:

Fino ad 1 t/ha di frutti.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”).

Usi:

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per cibi conservati)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(liquori, dolciumi, caramelle).

Poiché il seme perde rapidamente l’aroma,

sia nelle preparazioni domestiche che

nelle utilizzazioni industriali deve venire

utilizzato rapidamente e macinato immediatamente

prima del consumo.

UTILIZZAZIONI

Assenzio Gentile

Preferisce terreni leggeri e ben

drenati, esposti al sole. Non tollera i

ristagni d’acqua che provocano, frequentemente,

il marciume dei rizomi.

Impianto

Modalità:

Porzioni di rizoma, divisione dei

cespi (per divisione del cespo madre

che può darne fino a 30 e successivo

trapianto in buchetta)

Seme:

Quasi mai, data la bassa fertilità

delle piante e l’insufficiente germinabilità

che di norma non consentono l’ottenimento

di colture uniformi e sufficientemente

fitte.

Epoca:

Autunno o fine inverno (rizomi).

Aprile-maggio (piantine alte circa 10 cm).

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

Sesti:

Rizomi: vengono posti, in gruppi di 3-

4, sul fondo di solchi distanti 40-50 cm e

profondi 10-15 cm e ricoperti poi con 5-

7 cm di terreno; si adoperano circa 2-3

t/ha di rizomi..

Densità:

12-13 piante mq.

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Pur essendo una pianta perenne, il ciclo

colturale dell’assenzio gentile è annuale,

poiché la grande quantità di biomassa

prodotta dalla pianta al primo anno ne

influenza negativamente lo sviluppo al

secondo anno

s www.orodialoe.itentile

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 60-80 kg/ha di N

100-120 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K2 O

In copertura: 60-80 kg/ha di N,

corrispondenti, in biologico, a:

600-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 9-10

q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Solo di soccorso durante il periodo

estivo.

Avversità e Parassiti:

Crittogame (soprattutto a carico

dei rizomi) e insetti.

Resa:

Prodotto verde 15- 23 t/ha, prodotto

secco 3-5 t/ha (resa del 20-25%). Resa in

olio essenziale sul secco: 0,5-0,7%.

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

manuale, falciando la pianta ad un’altezza

tale da non asportare la porzione

basale del fusto che è priva di foglie e

perciò senza valore commerciale.

Una raccolta anticipata (inizio della fioritura)

permette di ottenere olio essenziale

con basso contenuto di tujone.

epoca:

Estate (piena fioritura)

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Piante intere e sommità fiorite.

Se le sommità fiorite non sono destinate

alla distillazione, vengono riunite in mazzetti

ed essiccate all’aria e all’ombra; questo

trattamento viene ancora oggi seguito

per ottenere un prodotto adatto all’aromatizzazione

del vermut.

Usi:

• Industria farmaceutica

(correttivo del sapore di molti medicinali)

• Industria alimentare

(preparazione di vermut e bibite analcoliche).

UTILIZZAZIONI

Borragine

Pur adattandosi a tutti i tipi di terreno,

predilige terreni ben drenati e in

pieno sole.Teme le gelate.

Impianto

Modalità:

Semina diretta, manuale o meccanica,

a prof. < 0.5 cm, a spaglio o a file continue

(distribuendo 1 g di seme per un

metro di fila), o a postarelle distanti 25-

30 cm.

Epoca:

Autunnale nelle zone più calde ed

aride, primaverile nelle aree più temperate.

Sesti:

A file, 25-40 cm tra le file e 15-20

sulla fila. Investimento totale in campo:

20-30 piante/mq a file, di più a spaglio.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 40 - Le Piante Officinali

Borragine

Lavorazioni:

Preparazione del letto di semina:

lavorazione a 30-35 cm dopo la raccolta

della coltura precedente

Scerbature meccaniche (2-3) nell’interfila

non appena la coltura raggiunge i

20-25 cm di altezza.

Concimazione:

all’impianto: 50 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

50-100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

Irrigazione:

Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:

Funghi (oidio), insetti.

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

manuale (taglio a circa 5-10 cm dal

terreno).

epoca:

piante intere: Aprile-maggio

infiorescenze: Giugno-agosto

Resa:

Infiorescenze: 0,5-1 t/ha

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Usi:

• domestico

(culinario; diversi piatti tradizionali)

• industria farmaceutica

(fonte di acido linolenico)

Calendula

Si adatta a quasi tutti gli ambienti ed

i terreni; predilige le esposizioni soleggiate

ed i terreni ricchi di sostanza

organica, ben aerati e sufficientemente

umidi, purché senza ristagni.

Impianto

Modalità:

Semina diretta, anche meccanica, o

trapianto di piantine già radicate in

vivaio..

Epoca:

Semina diretta in autunno o primavera

(aprile).

Trapianto alla fine dell’inverno (climi

caldi) o in aprile-maggio (climi freddi).

Sesti:

70 cm tra le file, distribuendo 2-3

kg/ha di seme.

Densità:

5-7 piante/mq.

L’adozione di densità più elevate inibisce

la formazione delle ramificazioni laterali, e

quindi determina una minore produzione

di fiori.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 42 - Le Piante Officinali

Calendula

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, sarchiatura meccanica

tra le file e scerbature sulla fila.

Concimazione:

all’impianto: 50 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

50-100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

La calendula è piuttosto esigente in fosforo

e potassio, che stimolano la produzione di

capolini e ne incrementano le dimensioni; la

concimazione azotata deve invece essere

moderata, perché tende ad allungare il

ciclo vegetativo ed a far produrre una maggiore

quantità di foglie invece che di fiori.

Irrigazione:

Solo di soccorso. Fasi di massimo fabbisogno:

emergenza e formazione del

capolino. Da evitare con fioritura in atto.

Avversità e Parassiti:

Funghi (oidio e ruggini), insetti (afidi).

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità: Generalmente manuale, recidendo

il capolino appena sotto il ricettacolo.

Data la forte scalarità di fioritura della

specie, la raccolta viene effettuata in più

riprese; se le piante sono lasciate in buone

condizioni, è possibile raccogliere continuamente

anche per parecchi mesi.

epoca: Maggio-giugno (inizio fioritura)

Resa:

6-10 t/ha di capolini freschi; 1,5-2,5

t/ha di secco.

Il prodotto raccolto va essiccato rapidamente

ma con cura (brevi esposizioni intorno agli

80°C), in modo da evitare che si decolori e

quindi si deprezzi commercialmente. Dopo

l’essiccazione si ottiene una “droga” assai

igroscopica (che cioè tende ad assorbire umidità

dall’ambiente), motivo per cui si consiglia

di confezionarla subito o di porre molta

attenzione alle condizioni di conservazione.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Capolini.

Usi:

• industria alimentare

(coloranti naturali; preparazione di liquori)

• industria cosmetica

(creme emollienti, lozioni e unguenti)

• industria farmaceutica

(antisettici, cicatrizzanti e antiinfiammatori locali)

UTILIZZAZIONI

Camomilla

Si adatta molto bene a tutti i tipi di

terreno, specialmente se leggeri.

Impianto

Modalità:

Semina diretta, meccanica, superficiale,

a spaglio o a file con seminatrici

di precisione.

Trapianto di piantine già radicate in

semenzaio.

Epoca:

Primaverile (marzo) nelle aree più

settentrionali.

Autunnale in ambienti più caldi.

Sesti:

30-50 cm tra le file, distribuendo 1-3

kg/ha di seme, in modo da assicurare

un investimento di 20-25 piante/ mq.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Le operazioni di semina dovrebbero venire

effettuate tenendo conto dell’estrema piccolezza

del seme; per incorporare uniformemente

quest’ultimo al terreno è pertanto

necessario miscelarlo con materiale

avente granulometria e peso specifico

simili (ad es. segatura di legno).

L’operazione va eseguita su terreno ben

livellato e amminutato e preferibilmente

seguita da rullatura della superficie, in

modo da facilitare l’adesione del seme al

terreno e da evitare che questo venga

disperso dal vento. La semina a file offre il

vantaggio di determinare un notevole

risparmio di seme e consente l’uso delle

seminatrici a rullo, che evitano di dover

ricorrere alla rullatura post-semina.

Camomilla

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Su terreni leggeri, rullatura post-semina.

Con coltura in atto, una o più lavorazioni

superficiali a scopo diserbante.

Concimazione:

all’impianto: 40 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 300-400 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

L’elemento maggiormente determinante la

produzione di capolini è l’azoto, che però

manifesta effetti ancora più vistosi se somministrato

insieme al fosforo e al potassio.

Irrigazione: Dopo la semina; in seguito,

secondo necessità.

Un intervento irriguo al momento della fioritura

permette di ritardare la formazione del seme e

di eseguire una raccolta supplementare.

Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto

peronospora), insetti (afidi).

Resa: In aree meridionali, da 1,5 a 5t di capolini

freschi/ha.Capolini essiccati 0,7-0,9 t/ha

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità: Manuale (con forbici o pettini

da mirtillo);

meccanica (macchine munite di pettini

che strappano il capolino dalla pianta).

Uno dei principali problemi della coltura è

la sua forte scalarità di maturazione, così

che su una stessa pianta si trovano fiori a

tutti gli stadi di sviluppo. Questo può costituire

un inconveniente per la raccolta, che

fino a qualche tempo fa veniva effettuata

integralmente a mano. L’applicazione

anche alla camomilla della raccolta meccanica,

tuttavia, ha dato risultati eccellenti.

Dopo la raccolta, le sommità fiorite vengono

fatte essiccare all’aria e all’ombra,

oppure in essiccatoi ad aria forzata.

epoca: Maggio.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Capolini.

Usi:

• domestico

(calmante, blando sedativo)

• industria farmaceutica

(sedativo, antinfiammatorio)

• industria cosmetica

(creme, detergenti, profumi, shampoo)

• industria alimentare

(bevande, dolci, gelati, liquori e vermouth).

Fra tutte le piante medicinali la camomilla

comune è forse la più popolare e le sue

proprietà calmanti e sedative sono note

fin dai tempi più antichi.

UTILIZZAZIONI

Cardo Mariano

Si coltiva in ambienti asciutti e in

pieno sole, anche aridi e sassosi, dal

livello del mare fino a 700-1100 m di

altezza.

Impianto

Modalità:

Semina diretta a file

Epoca:

Primavera (aprile) o autunno.

La temperatura ottimale di germinazione

del seme è intorno ai 22°C, mentre il processo

germinativo si arresta a temperature

inferiori a 10°C; per questo motivo, la

semina viene normalmente effettuata nel

periodo primaverile o, negli ambienti a

temperature più miti, in quello autunnale.

Sesti:

70-80 cm tra le file, utilizzando 4-5

kg/ha di seme.

Densità: 5-7 piante/mq.

E’ opportuno non superare tali valori per

evitare che le piante producano capolini di

dimensioni ridotte.

Coltura annuale o biennale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 46 - Le Piante Officinali

Cardo Mariano

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50 kg/ha di N

50 kg/ha di P2 O5

50 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 3-5

q/ha di guano oppure 3-5 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Eccessive somministrazioni di azoto sono

da evitare, perché la coltura tende all’allettamento

e la resa in olio essenziale diminuisce

sensibilmente.

Irrigazione:

Non necessaria.

Avversità e Parassiti:

Funghi (oidio e Botrytis), coleotteri.

Resa:

Circa 1,5 t/ha di frutti

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità: Meccanica (con comuni mietitrebbiatrici).

epoca: Estate.

L’operazione si effettua quando i frutti

hanno assunto un colore nero uniforme e le

piante sono sufficientemente disidratate,

affinché le macchine mietitrebbiatrici possano

lavorare correttamente.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate: Frutti, molto più

raramente le foglie e le radici.

Usi:

Domestico

(i capolini venivano, fino a qualche tempo fa,

cotti come i carciofi, mentre le foglie giovani,

private delle spine,si consumavano come insalata).

• industria farmaceutica

(estrazione della silimarina)

• industria cosmetica

(lozioni, pomate)

I frutti del Cardo Mariano vengono utilizzati

in fitoterapia per il trattamento delle

disfunzioni epatiche; il principio attivo

responsabile delle proprietà epatoprotettive

della pianta, presente in diversi formulati

commerciali, è costituito dalla silimarina,

un complesso flavonico contenuto nel

seme in percentuale variabile dall’1.5 al

3%, costituito da una miscela di tre flavoni

isomeri (silibina, silidianina, silicristina).

UTILIZZAZIONI

Cicoria

I suoli più adatti alla coltivazione

della cicoria sono quelli profondi, di

tessitura media e ben drenati; terreni

con oltre il 30% di argilla causano alle

piante problemi nell’emergenza e difficoltà

durante l’estirpamento, con elevate

perdite (10-20%) dovute alla rottura

della parte distale della radice.

Impianto

Modalità:

Semina diretta, manuale o meccanica,

molto superficiale (circa 0.5-1 cm).

Epoca:

Marzo-aprile.

Una semina precoce consente alla coltura

di allungare il ciclo, mentre una semina

posticipata mette al riparo dalle gelate e

riduce il periodo della prefioritura.

Sesti:

45-50 cm tra le file

Densità:

Finale: 14-16 piante/m2.

Coltura annuale o poliennale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 48 - Le Piante Officinali

Cicoria

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm di profondità.

Concimazione:

all’impianto: 40-50 kg/ha di N

40-50 kg/ha di P2 O5

40-50 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 6-8

q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Normalmente, la coltura non necessita di

apporti supplementari di elementi fertilizzanti:

l’arricchimento del terreno in

sostanza organica ed in azoto, infatti, non

sempre garantisce rese quanti-qualitative

più elevate, mentre, per altro verso, costituisce

un rischio per lo stato sanitario di

tuberi e fittoni. Sempre per questo motivo

va considerata con cautela la precessione

con colture miglioratrici (leguminose).

Irrigazione: Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto marciumi radicali).

Raccolta:

modalità: Meccanica, adoperando le

medesime attrezzature adoperate per

la bietola, opportunamente regolate.

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca: settembre

La cicoria non presenta, durante il periodo invernale,

una interruzione fisiologica della crescita,

attività che viene semplicemente rallentata.

Quindi è possibile, almeno in teoria, ritardare la

raccolta delle radici fino a che le condizioni climatiche

lo consentono.

Resa: Fino a 50 t/ha di radice fresche.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Radice.

Usi:

• Domestico

(preparazione di surrogato del caffe)

• Industria alimentare

(estrazione dell’inulina).

L’inulina è un polisaccaride del fruttosio, utilizzato

dall’industria alimentare come base

per la preparazione di surrogati di caffè e

per la produzione di sciroppi di fruttosio,

impiegato dall’industria dolciaria come dolcificante;

dopo idrolisi, può anche essere fermentata

per ottenere alcool ed altri prodotti.

Dopo l’estrazione dell’inulina dalle radici,

sono disponibili delle polpe (disidratate o

surpressate) simili a quelle prodotte con la

barbabietola da zucchero, e utilizzabili

nell’alimentazione dei ruminanti.

UTILIZZAZIONI

www.orodialoe.it

Coriandolo

Vegeta bene in tutte le aree a clima

temperato. Si adatta a tutti i tipi di terreno,

ma cresce particolarmente bene

in quelli sabbiosi.

Impianto

Modalità:

• Semina diretta, meccanica, con

seminatrici per cereali o di precisione,

ad una profondità di 1,5 - 2,5 cm circa.

• Trapianto di piantine già radicate in

semenzaio.

La semina diretta consente un notevole

risparmio di tempo e manodopera, ma

deve venire effettuata con seme di buona

qualità ed altamente germinabile.

Epoca: Autunnale (spec. trapianto),

primaverile (marzo-aprile).

Negli ambienti mediterranei, in regime

asciutto, i risultati migliori sono stati ottenuti

seminando direttamente in campo

intorno alla prima decade di gennaio. In

aree più temperate, la semina autunnale

può venire eseguita solo adoperando cultivar

resistenti al freddo.

Sesti:

Per produrre seme: 50-60 cm tra le

file; 20 cm tra pianta e pianta, distribuendo

20-25 kg/ha di seme.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Densità: 50 piante/mq

Una maggiore fittezza conduce alla formazione

di piante con semi piccoli, a

causa dell’elevata competizione intraspecifica.

A volte, per portare le piante alla densità

voluta, può essere opportuno effettuare

un diradamento quando hanno raggiunto

i 10-20 cm di altezza.

TECNICHE COLTURALI

Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm in

pre-impianto. Con coltura in atto, 2-3

erpicature diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5

in copertura: 40-60 kg/ha di N

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-

15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha di

fosfato naturale.

Poco esigente in potassio, la pianta è invece

piuttosto esigente in fosforo. L’azoto

deve venire somministrato con cautela,

perché un eccesso di questo elemento

può favorire l’allettamento nella fase di

sviluppo dei frutti.

Irrigazione:

Utile nelle fasi di fioritura e formazione

dei semi, per evitare la “stretta”.

Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto

marciumi radicali e oidio), insetti.

Resa: 1 - 1,5 t/ha di seme.

Raccolta:

modalità: • manuale

• meccanica (mietitrebbia)

• semimeccanica (sfalcio,

essiccazione, trebbiatura).

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca: Giugno-luglio.

Data la forte scalarità di maturazione

della specie, la raccolta manuale è quella

che consente la maggiore uniformità e le

migliori caratteristiche qualitative del prodotto.

Essa si esegue raccogliendo le

ombrelle appena tendono a maturare,

recidendole insieme al loro peduncolo. In

seguito vengono fatte essiccare e i semi

separati dai peduncoli tramite battitura.

Su superfici molto estese, in cui la raccolta

manuale è antieconomica, si sfalciano le

piante alla base, si lasciano essiccare in

campo (possibilmente su teloni) e successivamente

si trebbiano. La raccolta con

mietitrebbie, se il prodotto non è perfettamente

maturo, può provocare ingolfamenti

della macchina; d’altra parte, tempi di

attesa troppo lunghi portano ad una diminuzione

del prodotto, dato che i semi

maturi si distaccano con facilità.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”).

Usi: Domestico

(aromatizzante per alimenti, prep. del curry)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(liquori, vermouth).

• Industria chimica “fine”

(estrazione dell’acido petroselinico).

UTILIZZAZIONI

Cumino

Spontaneo in terreni freschi e permeabili,

si adatta ai terreni argillosi di

origine alluvionale ma preferisce quelli

più fertili e leggeri, con buona disponibilità

idrica. La pianta richiede temperature

miti durante la fase vegetativa

per almeno 3-4 mesi.Teme le gelate.

Impianto

Modalità:

Semina diretta a file.

Epoca:

Primavera (aprile) o autunno.

Sesti:

Tra le file 40-45 cm, distribuendo 8-

10 kg/ha di seme.

Densità:

50 piante/mq, ma può aumentare.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 52 - Le Piante Officinali

Cumino

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50 kg/ha di N

60-80 kg/ha di P2 O5

60-80 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 7-9

q/ha di guano oppure 6-8 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Resa:

1,2-2 t/ha di frutti.

Raccolta:

epoca:

Luglio-settembre (inizio imbrunimento

ombrelle).

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

Generalmente manuale.

Le piccole dimensioni della pianta (15-30

cm di altezza) fanno sì che la raccolta

manuale assicuri generalmente risultati

migliori di quella meccanica. Le ombrelle si

raccolgono quando cominciano ad ingiallire,

prima della loro completa maturazione

per evitare che i semi si disperdano. Dopo

il taglio, vengono di solito legate in piccoli

mazzi e poste ad essiccare in locali asciutti

e ventilati; il seme viene poi allontanato

per sbattimento o trebbiatura.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti.

Usi:

Alimentare

(preparazione di liquori, aromatizzante)

Il frutto (“seme”) del cumino è l’ingrediente

base di tutti i tipi di curry e chili. Esso

contiene circa il 10% di olio volatile e

un'essenza il cui principio attivo più

importante è l'aldeide cuminica. Ha proprietà

aperitive, digestive e carminative

(riduce i gas intestinali).

UTILIZZAZIONI

www.orodialoe.it

Finocchio da seme

Vegeta bene in tutte le aree a clima

temperato. Largamente coltivato e diffuso

in tutti i Paesi temperati fino ad

altitudini superiori a 1000 m. Si adatta a

tutti i tipi di suolo, purché non eccessivamente

sabbiosi o soggetti a ristagno

idrico. Il pH ottimale varia tra 4,8 e 8,3.

Impianto

Modalità: Semina diretta, meccanica,

con seminatrici per cereali o di precisione,

ad una profondità di 2 cm circa.

Trapianto di piantine già radicate in

semenzaio.

Bisogna prestare una certa attenzione alla

scelta del materiale di propagazione, preferibilmente

acquistando semi (=frutti)

certificati: seme autoprodotto in azienda

può infatti provocare difformità della coltura.

Se il seme è ancora immaturo, inoltre,

si possono avere fenomeni di dormienza.

Il seme dei tipi “dolci” è più grosso, di

colore verde chiaro-grigiastro, con costolature

evidenti; il seme dei finocchi spontanei

e dei tipi amari (per lo più perenni) è

più piccolo e più scuro..

Epoca: Autunnale (spec. trapianto)

primaverile (da febbraio a maggio, evitando

le gelate).

Sesti: 50-60 cm tra le file; 10-20 cm

tra pianta e pianta, distribuendo 4-6

kg/ha di seme.

Densità: 10-20 piante/mq.

Coltura annuale o biennale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Finocchio da seme

Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm in

pre-impianto. Con coltura in atto, 2-3

erpicature diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K2 O

in copertura: 60-80 kg/ha di N

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 15-

20 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha di

fosfato naturale.

La coltura è piuttosto esigente in fosforo; gli

apporti di azoto devono invece essere relativamente

limitati, per evitare un eccessivo

sviluppo delle foglie a scapito del seme.

Irrigazione:

Utile nelle fasi di fioritura e formazione

dei semi, per evitare la stretta.

Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto

marciumi radicali e oidio), insetti.

Resa: 1 - 1,5 t/ha di seme; in conduzione

biennale, rese inferiori al 1°anno

e superiori al 2°.

Secondo la Farmacopea Ufficiale, il contenuto

in umidità dei semi non deve superare

il 10%; se alla raccolta tale valore viene

superato, si procede all’essiccazione, naturale

o artificiale; in quest’ultimo caso, la

temperatura di essiccazione non deve

superare i 35-40%, perché con valori

superiori si alterano le caratteristiche

organolettiche dei semi.

CURE COLTURALI

Raccolta: epoca: Settembre-ottobre

(prima delle piogge).

modalità:

• manuale (2-3 interventi)

• meccanica (mietitrebbia)

• semimeccanica (sfalcio, essiccazione,

trebbiatura).

Data la forte scalarità di maturazione

della specie, la raccolta manuale è senz’altro

preferibile per ottenere un prodotto

della migliore qualità; la raccolta meccanica

può venire effettuata su coltivazioni

piuttosto estese, ma richiede una pianificazione

accurata e, spesso, deve essere

seguita da un’essiccazione del prodotto

all’aria (e, dato il periodo, al coperto) per

assicurarne la conservabilità. Il momento

migliore viene a cadere alla fine dell’estate,

quando il colore dei primi frutti vira

verso il giallo chiaro e le costolature sono

ben evidenti.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”).

Usi: Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(liquori, vermouth).

• Industria chimica “fine”

(estrazione dell’anetolo).

L’olio essenziale si trova per il 60 % nei

frutti e per la restante parte nelle ombrelle

e nelle parti verdi della pianta, da cui

viene estratto per distillazione in corrente

di vapore.

UTILIZZAZIONI

Iperico

Allo stato spontaneo predilige le

stazioni soleggiate ed aride del piano

basale, collinare e montano, mentre in

coltivazione non ha speciali esigenze di

terreno; cresce bene su terreni calcarei,

ma anche su quelli silicei ed acidi,

tollera quelli argillosi, ma nel caso di

semina diretta necessita di un terreno

leggero, privo di infestanti perenni e

senza ristagni di acqua.

Impianto

Modalità:

• Semina diretta (solo in presenza di

terreni in situazione ottimale di tessitura

e giacitura) con macchine seminatrici

adatte, ricoprendo il seme di terra e quindi

compattandolo mediante rullatura.

• Trapianto.

Il trapianto consente risultati più sicuri e

produzioni più elevate rispetto alla semina

diretta e assicura una buona produzione

di fiori già al primo anno.

Sesti:

40-60 cm tra le file, distribuendo 3

kg/ha di semente (germinabilità 70%).

Coltura annuale o biennale

(solo eccezionalmente poliennale)

A causa delle malattie fungine alle

quali può essere soggetto, l’iperico non

deve mai essere coltivato in successione

a se stesso, se non dopo parecchi anni.

TECNICHE COLTURALI

Epoca:

Semina diretta: fine estate-autunno

tardo-estiva o autunnale.

Trapianto: aprile/maggio, in dipendenza

del clima, Nelle aree più calde e

asciutte anche nel periodo autunnale.

La semina nel periodo estivo-autunnale

permette al seme una sorta di “stratificazione

naturale”, per mezzo della quale l’umidità

e le basse temperature invernali

sbloccano la fase di dormienza. In questo

caso l’emergenza avverrà nel periodo di

marzo-aprile.

Nel caso della semina diretta si consiglia

comunque di pretrattare il seme stratificandolo

in sabbia umida alla temperatura

di 0-5°C per una settimana oppure prerefrigerandolo

per 7 giorni a 4°C.

Densità: 50-66 piante/mq.

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Lavorazioni:

Aratura autunnale a 30-35 cm di

profondità, seguita da un’erpicatura e,

in caso di semina diretta, una rullatura.

Concimazione:

all’impianto: 70-100 kg/ha di P2 O5

180-200 kg/ha di K2 O

in copertura: 100-150 kg/ha di

N, preferibilmente in tre interventi: tre

settimane dopo l’emergenza o il trapianto;

alla chiusura della fila; dopo il

primo taglio.

Alcuni autori sostengono che la concimazione

azotata abbasserebbe il tasso di

ipericina nelle piante e favorirebbe le

malattie fungine.

Avversità e Parassiti:

Funghi, insetti.

Raccolta:

modalità:

Manuale o meccanica (su grandi

superfici si adottano le falciacaricatrici).

Poiché i fusti non contengono ipericina, si

consiglia di tagliare a 20 cm dal suolo al

primo raccolto e ancora più in alto in

quelli successivi, quando la pianta raggiunge

altezze più elevate e forma steli più

legnosi.

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca: Massima fioritura (70% dei fiori

aperto): al primo anno, dalla fine di giugno

ai primi di luglio (se si semina o trapianta

in autunno), dalla fine di luglio all’inizio di

agosto (se si trapianta in marzo/aprile),

fino a settembre/ottobre (se si semina in

aprile/maggio). Dal secondo anno in poi la

prima fioritura si avrà in giugno/luglio e la

seconda in settembre.

Resa:

Piante intere 25-55 q/ha di droga

secca al 1°anno; 15-70 q/ha di droga

secca al 2° anno.

Sommità fiorite 15-30 q/ha di droga

secca al 1° anno; 5-55 q/ha di droga

secca al 2°anno.

L’estrema variabilità delle rese al secondo anno

è legata all’incidenza negativa delle malattie

fungine,che possono falcidiare la coltura.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Piante intere e sommità fiorite .

Usi:

• industria alimentare

(preparazione di liquori)

• industria cosmetica

(lozioni e oli solari, prodotti astringenti e

tonificanti)

• industria farmaceutica

(tranquillanti e antidepressivi naturali;

antisettici; cicatrizzante e antiinfiammatorio

locale).

UTILIZZAZIONI

Issopo

Predilige terreni calcarei e asciutti,

ma si adatta anche ad altri tipi di suolo,

purché ben esposti e soleggiati. Tollera

la siccità.

Impianto

Modalità:

• Divisione dei cespi

• Talee erbacee

• Seme (semenzaio a prof. <1 cm e

successivo trapianto; 2 g di seme permettono

di impiantare 1 mq di semenzaio).

Epoca:

Divisione dei cespi: marzo-aprile

talee: fine estate

seme: preparazione dei semenzai in

febbraio e trapianto in maggio; da 1 mq

di semenzaio si ottengono piante per

100 mq a dimora.

La messa a dimora delle talee o delle porzioni

di cespo nel periodo tardo estivoautunnale

è preferibile in ambienti caratterizzati

da estati calde e siccitose.

Sesti:

50-60 cm tra le file.

Densità:

4-6 piante/mq.

Coltura poliennale (5-6 anni)

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Iss www.orodialoe.it

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm di profondità.

Annualmente, 2-3 erpicature diserbanti

nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 70-90 kg/ha di P2 O5

70-90 kg/ha di K2 O

in copertura: 30-40 kg/ha di N, alla

ripresa vegetativa.

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 6-8

q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Quasi mai necessaria.

Avversità e Parassiti:

Funghi (ruggine, oidio).

Resa:

3-4 t/ha di prodotto fresco al primo

anno, 8-10 t/ha (totale dei due sfalci) al

secondo anno e nei successivi.

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

Manuale (taglio della parte erbacea

evitando quella più lignificata).

epoca:

Giugno- luglio (inizio fioritura)

Al primo anno d’impianto si effettua un

solo raccolto; negli anni successivi (particolarmente

se si interviene con l’irrigazione)

è possibile avere una seconda fioritura a

fine estate e pertanto saranno possibili

due raccolte (giugno e ottobre).

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Foglie, sommità fiorite e parti erbacee.

Usi:

Alimentare

(liquori; pianta aromatica da condimento)

industria farmaceutica

(principi attivi tossifughi e anticatarrali).

UTILIZZAZIONI

Lavanda

Vegeta bene in terreni asciutti, calcarei

e relativamente profondi; tollera

male i terreni acidi mentre si adatta

bene a quelli alcalini.

Impianto

Modalità:

• Talea erbacea o legnosa

• Seme (raram.).

L’uso del seme viene limitato, ovviamente,

alle varietà di lavanda fertili; il cosiddetto

“lavandino”, costituito dagli ibridi sterili di

Lavandula officinalis x Lavandula spica,

viene propagato esclusivamente per talea.

Per facilitare il radicamento delle talee

vengono talvolta adoperati dei prodotti

ormonici (IBA, NAA, 2,4-D, IAA).

Epoca:

Primavera (talee radicate),

autunno (se non ci sono gelate).

Sesti:

File distanti 1,5-2 m.

Densità:

1-2 piante/mq. .

Coltura poliennale (da 6 a 10 anni)

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 60 - Le Piante Officinali

Lavanda

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50-60 kg/ha di N

50-60 kg/ha di P2 O5

50-60 kg/ha di K2 O

in copertura: 60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O

60-70 kg/ha di N

(in primavera di ogni anno)

E’ opportuno non eccedere nelle concimazioni

azotate, perché quantitativi di azoto

troppo elevati possono provocare l’allettamento

delle infiorescenze, con conseguenti

difficoltà nella raccolta meccanica.

corrispondenti, in biologico, a:

300-600 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 4-6

q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Necessaria solo in vivaio.

Avversità e Parassiti:

Funghi (marciumi radicali, oidio),

insetti.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Infiorescenze.

L’aroma della lavanda deriva dal suo olio

essenziale, concentrato soprattutto nei peli

ghiandolari posti nel calice dei fiori.

Usi:

• Domestico

(profumante per biancheria)

• Industria cosmetica

(profumi di vario tipo, deodoranti e saponi).

UTILIZZAZIONI

Raccolta:

epoca:

Piena fioritura-inizio sfioritura (il

70% dei fiori aperto) .

modalità:

Manuale o meccanica, impiegando

falcia-legatrici o falcia-caricatrici.

E’ consigliabile recidere le infiorescenze e

una piccola parte del fusto erbaceo,

lasciando intatte le porzioni legnose della

pianta. Nel prodotto raccolto devono essere

presenti pochissime foglie, che deprezzano

la qualità dell’olio essenziale.

Resa:

• Infiorescenze: fino a 5-7 t/ha nella

lavanda vera, 12-15 t/ha negli ibridi.

• Fiori sgranati: 1-1.5 t/ha.

CURE COLTURALI

Liquirizia

Terreni di tipo argilloso-siliceo e calcareo,

da poco a mediamente fertili, di

piano e di collina, profondi e permeabili.

Su terreni salsi, la coltura produce

radici mediamente più sottili, con un

maggiore contenuto in zuccheri.

Per i primi 2 anni, può essere coltivata in

consociazione con specie erbacee a ciclo

autunno-vernino da raccogliere verso la

fine della primavera (ad esempio orzo da

raccogliere alla maturazione cerosa).

Impianto

Modalità:

Per porzioni di rizoma (prelevate in

autunno, da piante madri che abbiano

almeno 3 anni di età e conservate in

sabbia poco umida), deponendo circa

10-15 q/ha di rizomi a 20-30 cm di

profondità.

Epoca:

Autunno-primavera.

Sesti:

60-70 cm tra le file e 40-50 cm sulla

fila.

Coltura poliennale (circa 4 anni)

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 62 - Le Piante Officinali

Liquirizia

Lavorazioni:

Aratura a 35-40 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 70-80 kg/ha-1 di P2 O5

70-80 kg/ha-1 di K2 O

40-60 kg/ha-1 di N (starter).

in copertura: solo in caso di carenza,

apporto supplementare di P2 O5.

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-

15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha di

fosfato naturale.

Irrigazione:

Indispensabile al primo anno; secondo

la necessità, da ripetere per tutto il

periodo estivo.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto marciumi radicali

e oidio), insetti.

Resa:

18-20 t ha-1 di radice fresca (50% di

umidità), (raccolta spontanea: 1-3 t ha-1).

CURE COLTURALI

Raccolta:

modalità:

• rimozione della parte aerea

• scavo e raccolta delle radici e degli

stoloni, estratti dal terreno mediante

aratura a 40-60 cm di profondità (aratro

o ripuntatore).

epoca:

Ottobre-novembre (dopo le prime

piogge, all’ingiallimento delle foglie

prima del riposo vegetativo).

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Radici.

Usi:

Domestico

(bastoncini da masticare)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali o principio

attivo con effetti espettoranti, anti-infiammatori

ed antispasmodici)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi).

• Industria alimentare

(succo tal quale o glicirrizina per la produzione

di caramelle, bibite, dolci, gelati e prodotti

da forno; additivo della birra scura; rinforzante

dell’aroma del cacao).

• Manifattura dei tabacchi: additivo

di concia.

UTILIZZAZIONI

Malva

Predilige terreni leggeri e ben esposti;

resiste poco alla siccità.

Impianto

Modalità:

• Semina diretta, meccanica o manuale,

distribuendo 10 kg/ha di seme.

• Trapianto di piantine ottenute in

semenzaio.

Epoca:

• Semina diretta a fine aprile, o in

autunno nelle aree mediterranee

• Trapianto in aprile-maggio, dopo 60-

70 giorni dall’emergenza delle plantule.

I semenzai vanno preparati alla fine dell’inverno

ponendo a germinare 1g di

semente per m2 (si ottengono circa 300

piantine utili).

Sesti:

50-70 cm tra le file, utilizzando 5-6

kg/ha di seme; trapianto a 30 cm sulla fila.

Densità:

10 piante/mq.

Se si preferisce ottenere un’abbondante

produzione di fiori anziché di foglie, è

opportuno ridurre la densità di investimento

del 20-25%.

Coltura annuale nei paesi freddi,

biennale in quelli caldi

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 64 - Le Piante Officinali

Malva

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Sarchiature diserbanti tra le file (motocoltivatore

o zappatrice) e manuali

sulla fila, una subito dopo l’impianto e

una o due con la coltura in atto.

Concimazione:

alla semina o al trapianto:

70-80 kg/ha di N

70-80 kg/ha di P2 O5

70-80 kg/ha di K2 O

in copertura:

50-60 kg/ha di N (primavera

del secondo anno).

corrispondenti, in biologico, a:

600-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 9-10

q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Subito dopo la semina o il trapianto e

poi secondo necessità (una o più irrigazioni

di soccorso durante il periodo estivo).

Avversità e Parassiti:

Attacchi fungini (ruggine e oidio).

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca:

Fiori: estate (giugno-luglio) del

secondo anno; in condizioni favorevoli

è possibile effettuare una seconda raccolta

40-50 gg dopo la prima.

Foglie: estate (massimo rigoglio vegetativo)

fin dal primo anno; si effettuano di

solito due raccolte.

modalità:

manuale o meccanica (solo per le

foglie).

Resa:

Fiori: 0,5-0,8 t/ha di fresco (0,1-0,2

t/ha di secco).

Foglie e cimette: da 3-4 t/ha (2 raccolti

all’anno) a 4-6 t/ha (4 raccolti

all’anno).

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Foglie, fiori e occasionalmente radici.

Usi:

• Industria farmaceutica

(emollienti, antinfiammatori, antispasmodici)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(liquori, vermouth).

UTILIZZAZIONI

Marrubio

Terreni asciutti, ben drenati e in

pieno sole.

Impianto

Modalità:

Semina diretta, divisione delle radici.

Epoca:

All’inizio dell’autunno nelle aree

mediterranee

Divisione delle radici in primavera.

Sesti:

60 cm tra le file, lasciando circa 50

cm tra pianta e pianta.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 66 - Le Piante Officinali

Marrubio

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50-80 kg/ha di N

Il Marrubio presenta esigenze in elementi

nutritivi piuttosto ridotte, per cui in genere

si avvantaggia delle concimazioni somministrate

alle colture precedenti. Prima dell’impianto

possono comunque essere utili

delle leggere concimazioni azotate, da

somministrare preferibilmente in forma

organica.

Raccolta:

modalità:

Manuale, recidendo la pianta una

decina di centimetri più in basso dei

fiori inferiori ed evitando di raccogliere

le parti lignificate della base.

epoca:

Fiori: quando sono ancora in bocciolo.

Resa:

20-40 q.li/ha di sommità fiorite secche.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”).

Usi:

• Industria farmaceutica

(principi attivi espettoranti e tossifughi)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(liquori, vermouth).

Sia il marrubio che i preparati medicinali

che da esso derivano possiedono un sapore

estremamente sgradevole. E' questa

una delle cause della sua assenza in cucina,

ma anche del suo limitato impiego nel

campo della medicina vegetale. Per queste

due ragioni spesso viene utilizzato in combinazioni

alcoliche, in quanto l'alcool oltre

ad estrarre i principi terapeutici (altrimenti

poco solubili in acqua), riesce ad ovviare,

in parte, al disgustoso sapore.

UTILIZZAZIONI

Origano

Vanno evitati terreni con ristagni frequenti.

Si adatta anche a suoli tendenzialmente

argillosi e ricchi di calcare.

Impianto

Modalità:

• Talea erbacea

• Divisione dei cespi

• Seme (raram.)

La propagazione per seme, pur essendo

teoricamente possibile, è poco diffusa per

le piccole dimensioni dei semi e per la loro

scarsa germinabilità, perché genera colture

assai difformi e perché ritarda di almeno

un anno l’entrata in produzione.

Epoca:

Primavera e autunno

L’impianto primaverile è preferito nelle

aree più temperate (centro e nord Italia) e

al Sud se si opera in irriguo; nelle aree

mediterranee in genere si attua l’impianto

autunnale quando la coltivazione viene

fatta in asciutto, in modo da consentire

alla coltura di usufruire delle piogge

autunnali ed invernali.

Coltura poliennale (5-6 anni)

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:

(aree mediterranee): 100-140 cm

tra le file 30-60 cm sulla fila investimento

totale in campo: 2 - 3 piante/mq

(aree temperate): 45-60 cm tra le

file 30-40 cm sulla fila investimento

totale in campo: 5 - 8 piante/mq.

Nelle aree temperate è possibile infittire un

po’ gli impianti perché in genere non si

hanno problemi di competizione per l’acqua.

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 68 - Le Piante Officinali

Origano

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 100-120 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K2 O

40-60 kg/ha di N (starter)

in copertura: 40-60 kg/ha di N alla

ripresa vegetativa.

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 500-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 15-20 q/ha di guano oppure 10-15

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

Resa:

1° anno: 2 t/ha di biomassa fresca

2° anno e successivi: fino a 10 t/ha.

Con l’invecchiamento, gli impianti tendono

a lignificare e le produzioni, pur mantenendosi

quantitativamente piuttosto elevate,

perdono in qualità per effetto dell’incremento

della frazione legnosa a scapito

delle infiorescenze e delle foglie. Per questo,

è meglio non prolungare la durata dell’impianto

oltre il 4° anno o, altrimenti, effettuare

un’operazione di “ringiovanimento”

eliminando con la zappa la frazione più

lignificata dei cespi (quella centrale) e

lasciando vegetare la parte periferica.

CURE COLTURALI

Irrigazione:

Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Raccolta:

modalità:

• manuale

• meccanica (falciatrici)

epoca:

Fioritura (maggio-giugno).

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Sommità fiorite (foglie+infiorescenze).

Usi:

Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinale)

• Industria cosmetica

(saponi e profumi)

• Industria alimentare

(antiossidante e antimicrobico).

L’olio essenziale, estremamente aromatico,

viene estratto per distillazione in corrente di

vapore a partire da materiale vegetale sia

fresco che secco. Se ne trova in maggiore

quantità nelle infiorescenze (circa il 2,5 %),

meno nelle foglie e in tracce negli steli.

UTILIZZAZIONI

Psillio

Vegeta bene su suoli sabbiosi.

Impianto

Modalità:

Semina diretta a file.

Epoca:

• Primaverile (marzo-aprile).

• Autunnale (novembre-dicembre).

Sesti:

30-35 cm tra le file; 20 cm sulla fila.

Densità:

20 piante/mq.

Coltura annuale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 70 - Le Piante Officinali

Psillio

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5

in copertura: 50-60 kg/ha di N

in primavera.

corrispondenti, in biologico, a:

300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8

q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato

naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

Irrigazione:

Non necessaria.

Avversità e Parassiti:

Funghi, insetti.

Resa:

0,5 - 1 t/ha di frutti

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Frutti (comunemente detti “semi”).

Usi:

• Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica

(formulati dietetici, principi attivi regolatori

dell’intestino).

Il seme di psillio contiene al suo interno

notevoli quantità di mucillagini, sostanze

dotate della proprietà di rigonfiarsi ed

aumentare di volume a contatto con l’acqua.

Questa caratteristica ne fa una ricercatissima

materia prima per numerosi

integratori alimentari utili nelle diete dimagranti

e nel trattamento di alcune disfunzioni

intestinali: una volta ingerite, infatti, le

mucillagini dello psillio aumentano fino a

10-14 volte il loro volume iniziale, fenomeno

che favorisce il senso di sazietà.

UTILIZZAZIONI

Rosmarino

Si adatta a tutti i tipi di suolo, particolarmente

delle fasce costiere, purché

ben drenati.

Impianto

Modalità:

• Talea semilegnosa (radicata in

vivaio)

• Divisione dei cespi

• Seme (raram.)

Epoca:

Primavera, autunno.

La propagazione per seme viene effettuata

in primavera (marzo-giugno), distribuendo

10 kg di seme/ha, quasi sempre a spaglio.

La moltiplicazione per talea viene invece

effettuata prelevando, in luglio-agosto, talee

di legno semimaturo lunghe circa 10 cm e

scegliendo preferibilmente i rami che non

hanno fiorito (in caso contrario vanno eliminati

tutti i fiori ed i loro steli fino alla parte

fogliosa). Le talee possono venire trattate

con ormoni rizogeni (IBA allo 0,4 - 0,5 %) e

vengono successivamente piantate in letto

freddo (torba e sabbia). Una volta radicate,

si invasano in contenitori di 7-8 cm, si fanno

svernare in cassone e si mettono a dimora

nella primavera successiva. Nelle zone a

clima mite, è possibile mettere le talee direttamente

a dimora in autunno.

Coltura poliennale (fino a 10 anni)

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:

60-200 cm tra le file 50-80 cm sulla

fila.

Dato il notevole sviluppo raggiunto dalla

specie, è consigliabile impiantare a sesti

piuttosto larghi. Una buona pratica

potrebbe essere quella di utilizzarla come

bordura o siepe, con notevoli vantaggi

anche estetici.

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

www.orodialoe.itsmarino

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 50-70 kg/ha di N

100-150 kg/ha di P2 O5

100-150 kg/ha di K2 O

annualmente: 50-70 kg/ha di N

(alla potatura)

corrispondenti, in biologico, a:

500-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-

12 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha di

fosfato naturale, scorie Thomas, sali di

K, borlande (se necessario).

Viene considerata una specie poco esigente,

per cui la concimazione di mantenimento

nella maggior parte dei casi non

viene, in realtà, effettuata. Un eccesso di

fertilizzazione azotata, tra l’altro, può

avere ripercussioni negative sulla sintesi

delle essenze aromatiche e può predisporre

la pianta ad attacchi parassitari.Se le

piante vengono sfruttate commercialmente,

tuttavia, sono consigliabili leggere concimazioni

azotate alla potatura primaverile.

Irrigazione:

Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Potatura:

Annualmente, allontanamento dei rami

più vecchi, fino a metà della loro lunghezza.

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca: Per uso domestico, tutto l’anno

Per l’estrazione dell’olio essenziale,

in primavera-estate.

modalità:

• manuale (forbici)

• meccanica, (falciatrice).

L’uso della falciatrice non permette alla

pianta di assumere il caratteristico notevole

sviluppo, per cui spesso si preferisce

operare la raccolta manuale con forbici,

che lascia la pianta in buone condizioni di

integrità. In ogni caso è bene rapportare

l’entità della raccolta allo sviluppo ed al

vigore della pianta: dopo una raccolta

abbondante è bene ridurre i tagli per i

due anni successivi.

Resa: 1° anno: 2-4 t/ha di biomassa fresca.

2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate: Sommità fiorite

(foglie + infiorescenze), foglie.

Usi:

•Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)

• Industria cosmetica

(saponi, profumi, deodoranti)

• Industria alimentare

(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).

• Industria chimica

(estrazione della canfora).

La distillazione dell’olio essenziale viene

eseguita da luglio a settembre, dopo la fioritura,

togliendo le parti legnose dal materiale

da distillare. Utilizzando le foglie

essiccate si ottiene l’essenza più fine.

UTILIZZAZIONI

Salvia officinale

Specie tipicamente mediterranea, si

adatta anche a terreni tendenzialmente

argillosi e ricchi di calcare, purché non

soggetti a ristagni frequenti.

Impianto

Modalità:

• Talea semilegnosa (radicata in

vivaio)

• Divisione dei cespi

• Seme (raram.)

La semina diretta viene effettuata piuttosto

raramente, a causa della difformità

della coltura e del ritardo dell’entrata in

produzione. Si preferisce di solito l’impianto

per talee radicate, effettuato prelevando

in luglio-agosto dei segmenti di stelo

lunghi 7-8 cm, da piantare successivamente

in letto freddo (torba e sabbia) in modo

da metterli a dimora una volta radicati,

nell’aprile successivo. Questo procedimento,

anche se più lento, offre le migliori

garanzie di riuscita; negli ambienti più

caldi è tuttavia possibile mettere le talee a

dimora direttamente in campo nel periodo

autunno-invernale (ottobre-gennaio).

Epoca:

Primavera, autunno.

Coltura poliennale (5-6 anni)

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:

50-60 cm tra le file 25-40 cm sulla fila

Man mano che si aumenta la densità

d’impianto aumenta anche l’ombreggiamento

delle foglie inferiori, che possono

ingiallire e cadere provocando una diminuzione

della resa per pianta.

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Salvia Officinale

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5

100-150 kg/ha di K2 O

50-70 kg/ha di N (starter)

annualmente: 80-100 kg/ha di P2 O5

80-100 kg/ha di K2 O

(in unica soluzione alla

ripresa vegetativa)

100 kg/ha di N

(50% alla ripresa vegetativa,

50% dopo il 1° sfalcio).

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 600-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

La concimazione azotata incrementa il

peso dei cespi, determinando la produzione

di un maggior numero di foglie, anche

se spesso di dimensioni inferiori. Nessun

effetto viene segnalato sulla percentuale e

le caratteristiche qualitative dell’olio essenziale.

In conduzione irrigua, la concimazione

azotata è indispensabile per ottenere

produzioni abbondanti.

Resa:

1° anno:2-4 t/ha di biomassa fresca.

2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.

CURE COLTURALI

Irrigazione:

Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

La pratica dell’irrigazione, pur se non

strettamente indispensabile, permette di

ottenere produzioni abbondanti, consentendo

ad esempio di fare due sfalci: uno ai

primi di giugno in piena fioritura e l’altro,

di sole foglie, a ottobre inoltrato.

Avversità e Parassiti:

Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Raccolta:

(una all’anno, due se si irriga)

modalità:

• manuale

• meccanica (falciatrice)

Il taglio dei fiori avviene a circa 10-20 cm

sotto di essi, mentre le foglie si tagliano a

15-20 cm da terra.

epoca: Fioritura (giugno).

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Sommità fiorite (foglie+infiorescenze),

“cimette” (apici degli steli con

foglie).

Usi:

•Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)

• Industria cosmetica

(saponi, profumi, dentifrici, deodoranti)

• Industria alimentare

(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).

UTILIZZAZIONI

Salvia Sclarea

Preferisce terreni relativamente fertili

di natura calcarea. Vegeta bene nei

terreni leggeri e tollera quelli acidi;

teme i ristagni.

Impianto

Modalità:

Semina diretta a file.

Epoca:

Primavera (aprile-maggio) o inizio

dell’autunno.

Sesti:

50 cm tra le file, distribuendo 15

kg/ha di seme .

Densità:

10-12 piante/mq.

Coltura biennale o poliennale

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

- 76 - Le Piante Officinali

Salvia Sclarea

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 100 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

100 kg/ha di K2 O

in copertura: 80-120 kg/ha di N in

primavera del secondo anno.

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto:600-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12

q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,

sali di K, borlande (se necessario).

Irrigazione:

Solo di soccorso; la pianta è estremamente

aridoresistente.

Avversità e Parassiti: Funghi (marciumi

radicali, oidio), insetti.

Resa:

Infiorescenze: fino a 10 t/ha di fresco,

2.5-3 t/ha di secco.

La pianta fresca possiede un odore forte e

pungente, non sempre gradevole, che

comunque scompare durante la distillazione

ed è del tutto assente nell’olio essenziale,

caratterizzato invece da un aroma

fresco e piacevole, con note dolci-amare.

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca:

Infiorescenze: per distillazione in estate,

8-10 gg dopo la piena fioritura; per uso

erboristico prima che i fiori schiudano.

modalità:

Manuale o meccanica con barra falciante

(può determinare la presenza di

una quantità eccessiva di foglie, che

deprezzano l’olio essenziale).

L’olio essenziale diminuisce e si altera in

poco tempo, per cui è opportuno distillare

il prodotto immediatamente dopo la raccolta.

Se invece il prodotto viene destinato

all’erboristeria, le infiorescenze vengono

riunite in mazzetti e fatte essiccare all’aria

e all’ombra, preferibilmente su telai.

Successivamente possono essere conservate

in vasi di vetro al riparo dall'umidità.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Fiori e foglie.

Usi:

• Industria cosmetica

(fissativo per cosmetici)

I semi immersi in acqua producono una

mucillagine che tradizionalmente viene

impiegata per rimuovere i corpi estranei

dagli occhi: il seme viene introdotto nell’angolo

della palpebra inferiore, e la

mucillagine da esso prodotta aderisce ai

corpi estranei permettendone con facilità

l’allontanamento. Da qui il nome inglese

della pianta, "clary", derivato da"clear eye"

(“vista chiara”) .

UTILIZZAZIONI

Timo

Esige esposizioni soleggiate e clima

da temperato (alla semina) a caldo

(durante lo sviluppo vegetativo).

Predilige suoli di natura calcareo-argillosa,

con pH da neutro a sub-alcalino

(7-8).Teme i ristagni.

Impianto

Modalità:

• divisione dei cespi

• talea erbacea

• seme (semenzaio, raramente semina

diretta).

La propagazione per seme, pur essendo

teoricamente possibile, è poco diffusa per

le piccole dimensioni dei semi e per la loro

scarsa germinabilità, perché genera colture

assai difformi e perché ritarda di almeno

un anno l’entrata in produzione. Può

invece venire ipotizzata la semina in

semenzaio, da effettuarsi nel periodo estivo

disponendo il seme (0,5-1 g/mq) a

profondità non superiori a 1 cm, e trapiantando

successivamente (settembreottobre)

in campo le piantine ottenute.

Più comunemente si ricorre all’impianto

per talee erbacee, ottenute prelevando dei

segmenti di vegetazione lunghi 5-8 cm,

munite di una porzione del ramo portante,

a partire dai germogli laterali non fioriferi

delle piante madri.

Densità:

15 - 20 piante/mq

Coltura poliennale (3-4 anni)

TECNICHE COLTURALI

Epoca:

Divisione dei cespi in marzo-aprile,

con trapianto direttamente a dimora.

Talea in marzo-aprile, con trapianto

in cassoni freddi (torba e sabbia in

parti uguali); trapianto in campo nell’autunno

successivo.

Seme in aprile-giugno (semenzaio);

trapianto dopo 60-90 gg (sett.-ott.).

L’impianto primaverile è preferito nelle

aree più temperate (centro e nord Italia) e

al Sud se si opera in irriguo; nelle aree

mediterranee in genere si attua l’impianto

autunnale quando la coltivazione viene

fatta in asciutto, in modo da consentire

alla coltura di usufruire delle piogge

autunnali ed invernali.

Sesti: 30-40 cm tra le file e 10-20 cm

sulla fila.

Dosi di seme (semenzai):

0.5-1g/mq (1 mq di semenzaio:

circa100 mq a dimora).

TECNICHE COLTURALI

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Lavorazioni:

Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicature

diserbanti nell’interfila.

Concimazione:

all’impianto: 40-50 kg/ha di P2 O5

40-50 kg/ha di K2 O

40-50 kg/ha di N (starter)

in copertura: 40-50 kg/ha di N

(alla ripresa vegetativa).

corrispondenti, in biologico, a:

all’impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,

più 4-5 q/ha di guano oppure 4-5 q/ha di

fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,

borlande (se necessario).

in copertura: 300-500 q/ha di letame

maturo.

E’ una specie poco esigente, anzi troppo

azoto può danneggiare la produzione,

dando luogo ad un eccessivo rigoglio vegetativo

ed alla produzione di una droga

poco aromatica.

Irrigazione:

Indispensabile al primo anno; secondo

la necessità, da ripetere per tutto il

periodo estivo .

Avversità e Parassiti:

E’ soggetto ad attacchi fungini.

Resa: 5-6 t/ha di biomassa/anno, con

umidità 65%; massime rese: 3° anno.Dopo

3-4 anni è necessario sostituire le piante.

CURE COLTURALI

Raccolta:

epoca:

Fioritura (giugno-luglio).

modalità:

meccanica (falciatrici)

Adoperando la raccolta manuale, il taglio

viene effettuato recidendo la parte erbacea

della pianta 5-10 cm sotto i fiori. Se si

utilizzano le falciatrici, si esegue lo sfalcio a

5-10 cm dal suolo. Per ottenere il prodotto

erboristico, la biomassa tagliata viene essiccata

(in ambienti ombreggiati e ventilati),

battuta e successivamente vagliata.

CURE COLTURALI

Parti utilizzate:

Foglie e parte erbacea della pianta.

Usi:

domestico

(aromatizzante per alimenti)

• industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali e principi

attivi con proprietà antisettiche e balsamiche)

• industria cosmetica

(saponi e profumi)

• industria alimentare

(antiossidante e antimicrobico).

L’olio essenziale si ottiene per distillazione

in corrente di vapore a partire da materiale

vegetale sia fresco che secco (è presente

in quantità maggiore nelle foglie,

seguite dai fiori e dagli steli), e secondo la

Farmacopea Ufficiale deve essere contenuto

nel prodotto in percentuale non inferiore

all’1,2%.

Il Timo è inoltre una pianta spiccatamente

mellifera, e quindi ci sono buone possibilità

economiche per le due attività consociate.

UTILIZZAZIONI

- 80 - Le Piante Officinali

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

Presentazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

Le officinali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7

Il mercato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10

Prospettive future, vantaggi e vincoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12

Le piante officinali in ambiente mediterraneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 17

Piante officinali in Sicilia: prospettive di valorizzazione . . . . . . . . . . . . pag. 19

Saperi,Aromi, e Colori Mediterranei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 28

Schede tecniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 31

Aneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 33

Anice verde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 35

Assenzio Gentile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 37

Borragine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 39

Calendula . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 41

Camomilla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 43

Cardo Mariano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 45

Cicoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 47

Coriandolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 49

Cumino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 51

Finocchio da seme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 53

Iperico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 55

Issopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 57

Lavanda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 59

Liquirizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 61

Malva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 63

Marrubio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 65

Origano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 67

Psillio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 69

Rosmarino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 71

Salvia Officinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 73

Salvia Sclarea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 75

Timo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 77

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 79

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