Le parole per dirlo - Libri e adolescenza

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38 le relazioni degli affetti leggendo Sabato 14 maggio ho parte- cipato, a Parma, a un inte- ressante convegno intitola- to Adolescenza: tutti i nodi vengono al pettine. Si sono alternati medici, pedago- gisti e pediatri che hanno affrontato questo strampa- lato periodo della vita. Il mio intervento ha avuto come protagonista le attivi- tà per adolescenti con i libri e la progettazione di una biblioteca a scuola. Non la biblioteca polverosa e triste dell’immaginario collettivo, ma una biblioteca allegra e accogliente, nella quale i ragazzi possano incontrarsi e stare bene. Una biblioteca ideata non solo come am- biente per l’apprendimento ma come luogo dove leggere, ascoltare, pensare, viaggia- re con la fantasia così come ci suggerisce Emily Dickin- son: «Non esiste un vascel- lo veloce come un libro per portare in terre lontane». Effettivamente i ragazzi e le ragazze sembrano essere molto distanti dalle storie e dai racconti dei libri, essen- do più attratti dal mondo multimediale. Però se noi adulti – genitori, educatori, professori – pen- sassimo davvero il leggere come l’accesso a una visio- ne che altri hanno avuto, come l’atto dell’accoglienza dell’altro, saremmo anche capaci di realizzare attorno al libro spazi interessanti e coinvolgenti per gli adole- scenti. Leggere è dunque un fat- to evolutivo nel senso che, coinvolgendo tutta la per- sonalità del lettore, cresce con il suo sviluppo mentale e con l’ampliamento del- la sua esperienza. Infat- ti, credo sia fondamentale privilegiare il ruolo attivo delle ragazze e dei ragazzi che, attraverso la lettura, la scrittura creativa e altre tecniche espressive, posso- no parlare di sé, del proprio vissuto e dei propri bisogni. Affrontare la relazione edu- cativa con preadolescenti e adolescenti può essere mol- to impegnativo; soprattutto quando i ragazzi sembrano sopraffatti dalle loro stesse emozioni. Aiutarli a crescere significa anche aiutarli a trovare le parole con cui possano spie- gare chi sono e possano tro- vare un supporto per fare chiarezza nel proprio mon- do interiore. Le esperienze di lettura con adolescenti propongono percorsi aventi come tema e come scopo l’espressione e la rielaborazione delle emo- zioni che maggiormente ca- ratterizzano il loro vissuto, in una fase della vita fatta di ricerca, di incontri e di scontri, di cambi repentini, di confusioni. La letteratura per ragazzi offre occasioni preziose per Le parole per dirlo Libri e adolescenza Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

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Di Marina Zulian Adozione e dintorni - GSD Informa giugno-luglio 2011

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Sabato 14 maggio ho parte-cipato, a Parma, a un inte-ressante convegno intitola-to Adolescenza: tutti i nodi vengono al pettine. Si sono alternati medici, pedago-gisti e pediatri che hanno affrontato questo strampa-lato periodo della vita.Il mio intervento ha avuto come protagonista le attivi-tà per adolescenti con i libri e la progettazione di una biblioteca a scuola. Non la biblioteca polverosa e triste dell’immaginario collettivo, ma una biblioteca allegra e accogliente, nella quale i ragazzi possano incontrarsi e stare bene. Una biblioteca ideata non solo come am-biente per l’apprendimento ma come luogo dove leggere, ascoltare, pensare, viaggia-re con la fantasia così come ci suggerisce Emily Dickin-son: «Non esiste un vascel-lo veloce come un libro per portare in terre lontane».Effettivamente i ragazzi e

le ragazze sembrano essere molto distanti dalle storie e dai racconti dei libri, essen-do più attratti dal mondo multimediale. Però se noi adulti – genitori, educatori, professori – pen-sassimo davvero il leggere come l’accesso a una visio-ne che altri hanno avuto, come l’atto dell’accoglienza dell’altro, saremmo anche capaci di realizzare attorno al libro spazi interessanti e coinvolgenti per gli adole-scenti.

Leggere è dunque un fat-to evolutivo nel senso che, coinvolgendo tutta la per-sonalità del lettore, cresce con il suo sviluppo mentale e con l’ampliamento del-la sua esperienza. Infat-ti, credo sia fondamentale privilegiare il ruolo attivo delle ragazze e dei ragazzi che, attraverso la lettura, la scrittura creativa e altre tecniche espressive, posso-

no parlare di sé, del proprio vissuto e dei propri bisogni.

Affrontare la relazione edu-cativa con preadolescenti e adolescenti può essere mol-to impegnativo; soprattutto quando i ragazzi sembrano sopraffatti dalle loro stesse emozioni.Aiutarli a crescere significa anche aiutarli a trovare le parole con cui possano spie-gare chi sono e possano tro-vare un supporto per fare chiarezza nel proprio mon-do interiore.Le esperienze di lettura con adolescenti propongono percorsi aventi come tema e come scopo l’espressione e la rielaborazione delle emo-zioni che maggiormente ca-ratterizzano il loro vissuto, in una fase della vita fatta di ricerca, di incontri e di scontri, di cambi repentini, di confusioni.La letteratura per ragazzi offre occasioni preziose per

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Marina Zulianresponsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

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affrontare questi argomenti delicati.Generalmente le letture ad alta voce sono riservate ai bambini, ma invece anche i ragazzi possono apprezzare l’ascolto delle storie se lette ad alta voce con passione. Leggere insieme consente di instaurare una relazione profonda; consente inoltre di proporre storie e perso-naggi in cui specchiarsi e identificarsi, offrendo mes-saggi positivi, proponendo percorsi di ricerca, quesiti e possibili risposte.I percorsi di lettura con ra-gazzi possono essere pro-gettati attraverso bibliogra-fie su temi cruciali quali la propria storia, la crescita, la ricerca della propria identi-tà, la relazione con gli altri, le emozioni e le paure, il desiderio di autonomia e la fatica del crescere.È importante fare atten-zione a evitare stereotipi o luoghi comuni; affrontare particolari argomenti at-traverso i libri non significa raccontare per esempio sto-rie di adozione, di affido o di disagio, ma leggere sulle emozioni e sulle situazioni che possono emergere dal-le esperienze in questione. Quindi parlando di adole-scenti dobbiamo ricordarci di come sono realmente: illogici, disarmanti, impre-vedibili, originali.

Per offrire ai ragazzi occa-sioni di identificazione, di proiezione, di confronto tra il sé e il sé dell’altro, per dare loro la possibilità di esercitare la propria im-maginazione, per condivi-dere con i personaggi del-la storia emozioni, sogni, paure e speranze dobbiamo proporre loro libri adatti a quell’essere così mutevole e sensibile.

La storia di Mina è un dia-rio dove la protagonista racconta momenti della propria vita, del proprio rapporto con il mondo che la circonda e con la natu-ra che in qualche modo le è sempre vicina. Mina ri-flette sulle idee che le frul-

lano in testa insieme alle domande senza risposta, alle etichette che le danno i compagni, alle parole che non vengono capite. Nel suo grosso quaderno Mina scri-ve dell’adorato albero su cui si arrampica e su cui passa moltissimo tempo. Scrive delle passeggiate con la sua mamma e della nostalgia del suo papà, del nido di merli e degli uccellini appe-na nati. Scrive di giorno e di notte in una contrapposi-zione che sembra ricordare il disagio a scuola e la liber-tà tra le foglie. Scrive del-la difficoltà di avere degli amici della stessa età e di farsi capire dagli adulti che popolano la sua fantasiosa vita. Mina ci descrive anche

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il coraggio che bisogna darsi qualche volta e la passione con cui si possono superare le tristezze e le solitudini.Come prima cosa un ragaz-zo ha bisogno di affermare se stesso. La protagonista della storia esordisce pro-prio dicendo «Mi chiamo Mina e adoro la notte» e continua lasciando che il diario cresca come crescono i pensieri, gli alberi, gli ani-mali e la vita.La protagonista mette in fila dolci poesie, fantastici rac-conti, buffi nonsense come se dovesse mettere in fila tutte le esperienze dell’essere na-turalmente maldestro di un adolescente.Mina è paradossale, assur-da, così attenta e sensibile alla bellezza del mondo, al fascino dei particolari, che in una vita sono ciò che con-ta. Mina è fantasticamente illogica. Mina è disarman-

te nel suo gridare al letto-re, dicendo tutto quello che pensa, parlando di come per entrare in contatto è neces-sario mettersi in ascolto e leggere negli altri; ma Mina sa e ci dice che non è affatto necessario sapere tutto di una persona per amarla e capirla. Allo stesso modo non è ne-cessario sapere tutto di un adolescente per accettarlo e apprezzarlo.Auguro a tutti di incontrar-ne uno almeno una volta nella vita, o almeno di tro-vare un albero su cui sali-re e conquistare la propria illogicità.Stravaganti ma straordi-narie sono le attività che ogni tanto Mina ci suggeri-sce come “scrivete una fra-se che riempia una pagina intera” oppure “portate a spasso una linea” o ancora “fermatevi sotto un lampio-

ne. Danzate e brillate sotto il cono di luce”.

Riappropriamoci della pos-sibilità di essere anche un po’ meno efficaci e gustia-moci la possibilità di essere più creativi. Anche con i libri dobbiamo essere più liberi e disordinati; ai ragazzi e alle ragazze non vanno imposte letture, schede da riempire o sintesi da compilare. Come ci insegna Daniel Pennac in Come un romanzo i lettori, adolescenti e adulti, devono poter in qualsiasi momento appellarsi al decalogo dei diritti del lettore. Infatti, il significato peda-gogico della letteratura per ragazzi e per giovani adul-ti sta nell’atto del crescere leggendo: «[…] il senso pe-dagogicamente forte della lettura e della letteratura sta dunque nel suo potere di dilatare il tempo della

I diritti del lettore

Il diritto di non leggere

Il diritto di saltare le pagine

Il diritto di non finire un libro

Il diritto di rileggere

Il diritto di leggere qualsiasi cosa

Il diritto al bovarismo ( = la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni)

Il diritto di leggere ovunque

Il diritto di spizzicare

Il diritto di leggere ad alta voce

Il diritto di tacere

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vita» (Daniel Pennac.)Gli adolescenti vivono tem-po e spazio in maniera com-pletamente diversa rispetto ai bambini e agli adulti: a volte lo spazio si riempie di dimensioni fantastiche e il tempo si dilata e si restrin-ge in maniera incredibile.Anche nell’originale libro Il ragazzo che scrisse l’enciclo-pedia di se stesso si raccon-ta di una città speciale dove le cose accadono a un ritmo forsennato.Gabriel ha quindici anni ed è affascinato dall’ordine al-fabetico e dagli sterminati elenchi delle enciclopedie. Il protagonista è inten-zionato a scriverne una sull’argomento che meglio conosce: se stesso.Il formidabile ragazzo deci-de di trasferirsi a Summa, una città in cui lo scorrere del tempo segue ritmi sur-reali, estremamente accele-rati; qui potrà vivere tutte le esperienze che vale la pena raccontare e potrà speri-mentare il maggior numero di esperienze di vita che an-cora ignora; nel giro di po-chi giorni diventa direttore del giornale locale, si sposa, diventa padre.Questa incalzante avventu-ra altro non è che la storia di un ragazzo ansioso di cre-scere, di conoscere il suo fu-turo, di scoprire la propria strada, come tutti gli adole-scenti vorrebbero fare.

Ma che cosa significa diven-tare se stessi? Sicuramente una risposta universale non esiste. Ce lo spiega benissi-mo il protagonista di Un al-tro me, che con i brevi ma intensi racconti della sua settimana ci narra dei suoi quindici anni.

Non so perché sono così.Volete capire, chiedete spiegazioni.Vi rispondo: non lo so.Sono così.Non l’ho scelto. Non lo capisco neanch’io.Non so quel che sono.E ho paura. Paura di me.

Questo romanzo coraggioso e anticonvenzionale raccon-ta l’adolescenza di un ragaz-zo studioso ed educato che a volte si sente invisibile. Gli capita di rimanere sconvol-to dal rapporto con gli altri e dalla possibilità di essere rifiutato; spesso viene tor-mentato dalla solitudine, dal senso della diversità, dai dubbi, dalle paure.Il protagonista racconta la difficile esperienza del collegio, lontano da casa, senza nasconderci il dolore di voler essere altro da sé e la contraddizione continua dentro di sé.

Non ho ragione di avere paura.Ho centomila ragioni di avere paura...

Cammini su un sottile strato di ghiaccio,scivoloso e fragile.A ogni passo puoi cadere o sprofondare.È la vita...Volevo essere come tutti gli altri, giocare agli stessi giochi degli altri ...Non l’ho scelto.

In Operazione cambio vita, i ritmi e le atmosfere sono completamente diversi, ma altrettanto verosimili.Insieme ai cambiamenti fisici gli adolescenti si tro-vano a dover affrontare le pressioni sociali e la ricerca di una identità. Questo può essere un momento esaltan-te, in cui i giovani si entu-siasmano della loro trasfor-mazione e sperimentano nuove modalità espressive. Contemporaneamente gli stress psicologici imposti da tanti cambiamenti possono anche portare a improvvisi e bruschi sbalzi d’umore e a insicurezza emotiva.Afrodita Anders crede che la sua vita non sia affatto facile.Non solo deve vivere in una camera e in una casa stra-vagante e anticonformista, ma è anche costretta a in-dossare degli ampi panta-loni rossi e a sopportare di conseguenza le crudeli battute dei suoi compagni di scuola. All’inizio delle va-canze estive decide allora di ideare una vera e propria

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missione e si trasferisce im-provvisamente a casa della sua migliore amica. Nella sua operazione di cambio-vi-ta decide di cambiare nome, abbigliamento, modo di par-lare. Da quel momento farà tutto in maniera differente da prima, ma gli imprevisti

le faranno capire che molte cose sono differenti da come se le aspettava.Nel suo percorso la protago-nista apparentemente non è mai del tutto sola: geni-tori, insegnanti, coetanei e altri parenti possono essere di volta in volta una guida sicura e comprensiva oppu-re una fonte di richieste in-comprensibili.

Invece la protagonista in molte occasioni si sente ve-ramente sola e distante da tutti; a volte avverte di non potersi fidare di nessuno e di dover dirigere da sola il proprio cammino.La ragazza abbandona len-tamente il concetto di sé

costruito sull’opinione dei genitori per sostituirlo ad una considerazione di sé derivata dai giudizi dei coe-tanei, per la quale sono di fondamentale importanza l’aspetto fisico, l’attrazione sessuale, l’intelligenza; a volte può sentirsi valuta-ta negativamente e questo comporta inevitabilmente ansia e frustrazione.

Afrodita Anders cerca così di acquisire una propria identità attraverso una sperimentazione che le con-senta di provare a recitare una molteplicità di parti e a immedesimarsi in differenti ruoli. Contemporaneamen-te, avendo la possibilità di conoscere altre coetanee, la protagonista ha la possibili-tà di osservarle e di provare a imitarle.In queste situazioni se i genitori diventano esage-ratamente iperprotettivi, rischiano un’eccessiva op-posizione alle loro richieste e una chiusura totale dei figli. Le sperimentazioni e le identificazioni fanno sì che gli adolescenti abbiano una molteplicità di sfaccettatu-re anche a seconda dell’am-biente in cui si trovano: con grande stupore di inse-gnanti e genitori, succede che a casa un ragazzo può essere educato e riservato mentre a scuola essere in-disciplinato. Se genitori e insegnanti sono troppo oppressivi e os-sessionati dal rispetto delle regole e caricano di aspet-tative i propri figli e i propri allievi, non hanno l’oppor-tunità di accorgersi di come i ragazzi abbiano molto da dire, anche se spesso non riescono a trovare le parole giuste per raccontare il loro variegato mondo interiore.Gli adulti possono invece

Bibliografia

D. Almond, La storia di Mina, Salani, 2011.

D. Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli, 2003.

P. De Santis, Il ragazzo che scrisse l’enciclopedia di se stesso, Salani, 2010.

B. Friot, Un altro me, Topipittori, 2010.

K. Ehrhardt, Operazione cambio vita, San Paolo Edizioni, 2010.

B. Masini, Bambini nel bosco, Fanucci Editore, 2010.

G. Kujier, Il libro di tutte le cose, Salani, 2009

D. Gambetta, Viaggio di maturità, Edizioni EL, 2009.

A. Neri, Imparare a gestire i conflitti, Erickson, 2008.

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impostare la loro relazione sul rispetto, con autorevo-lezza e non con autorità.Quando un bambino sogna vuole diventare uguale ai propri genitori; quando poi diventa adolescente vuole esserne completamente di-verso; nel tempo diventerà un affascinante miscuglio che gli darà unicità come persona.

Per affrontare le insicu-rezze i ragazzi cercano di rivolgersi al gruppo di coe-tanei, ma spesso non sanno che possono anche cercare le proprie emozioni tra le pagine dei libri che parlano di storie di adolescenti; in mezzo a quanti vivono gli stessi problemi, i ragazzi e le ragazze possono esa-minare i vari aspetti dello sviluppo fisico e sessuale e sperimentare nuovi model-li comportamentali. Inevi-tabilmente, in questa fase, nascono conflitti tra gli ado-lescenti che mirano all’indi-pendenza e i genitori o altri adulti desiderosi di conser-vare il controllo.Ci sono molti modi di vi-vere l’adolescenza; poiché i ragazzi sono parte attiva e costruttiva della propria evoluzione, non si può con-siderare l’adolescenza in modo stereotipato come un periodo uguale per tutti senza scossoni o contrasse-gnato unicamente da ribel-lioni e conflitti.

Smarrimento, solitudine ma al tempo stesso ener-gia ed entusiasmo spingo-no a cercare una via di co-municazione con il mondo esterno, con gli altri: ed è proprio qui che gli adulti devono stare, nel conflitto e nell’ascolto. Anche gli adulti possono usare il libro per conosce-re meglio questo splendido universo in continua tra-sformazione: leggendo sto-rie di adolescenti o libri che parlano di adolescenti.

Nel libro Imparare a gestire i conflitti vengono presen-tate delle semplici attività da realizzare con piccoli gruppi.Il libro, le carte e i giochi sono adatti sia ai ragazzi che agli adulti: gli adole-scenti attraverso le attività proposte possono esprimere emozioni e interessi, ascol-tare le opinioni degli altri, sperimentare la negozia-zione e assumersi delle re-sponsabilità; i genitori, gli insegnanti e gli educatori imparano invece a cono-scere meglio il mondo dei giovani, acquisendo compe-tenze per affrontare i loro problemi relazionali.Le carte sono un modo utile e divertente per affrontare un argomento difficile come quello dei conflitti. Sono quaranta, come il classico mazzo di carte da gioco, ma al posto del Re di Cuori o

della Donna di Fiori si tro-vano il Bullo, la Sigaretta, l’Autorità, la Noia, l’Accor-do. Si tratta di un gioco ma allo stesso tempo di una ef-ficace strategia per propor-re attività educative e for-mative a preadolescenti e adolescenti. Un modo coin-volgente per stare in grup-po e affrontare alcuni temi delicati della vita quotidia-na, partendo dal presuppo-sto che le situazioni di con-flitto abbiano una funzione positiva nello sviluppo della personalità.

Se gli adulti riescono quindi a utilizzare la straordinaria capacità di accettare i ra-gazzi per quello che sono e si pongono nella dimensio-ne dell’accoglimento dell’al-tro, possono sicuramente riuscire a dare ai ragazzi la sicurezza di avere un punto di riferimento, non per eli-minare magicamente tutti i problemi ma per favorire la ricerca delle possibili so-luzioni.

Appuntamento alla prossi-ma cronaca dalla Biblioteca di BarchettaBlu.

Buone letture.