Le opportunità del digitale Manager guardando al...

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GENNAIO 2017 ANNO LXX Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). Contratti dei dirigenti a confronto 5 M€ Fondirigenti per la formazione digitale dei manager Confermate per il 6° anno le quote associative Le opportunità del digitale Manager guardando al futuro

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GENNAIO 2017 ANNO LXX

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5 M€ Fondirigenti per la formazione digitale dei manager

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Le opportunità del digitaleManager guardando al futuro

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DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Romano AmbrogiPresidente ALDAI

Innovazione digitaleL’industria va: facciamo posto per i manager alla guida

Buon anno a tutti i soci, a tutte le colleghe ed i colleghi, che raggiungiamo ormai anche attraverso l’edizione digitale di "Dirigenti Industria". Si tratta di un passo, deciso e necessario, per adeguare la nostra comunicazione ai tempi e alle esigenze dei manager. Ma i contenuti vogliono continuare la tradizione di aggiornamento professionale e di riflessione seria e pacata sul ruolo del manager nell’impresa e nella società.Per questo motivo, questo numero tratta ampiamente di vari aspetti dell’evoluzione industriale in atto e delle ripercussioni sulla vita di ciascuno di noi. Ci auguriamo che la crisi di gover-no trovi rapidamente un esito per permettere di continuare quanto proposto dal piano “Industria 4.0”, che ha riscosso un ampio consenso tra le forze politiche e la società civile, e di dare attuazione concreta e positiva alle prime misure del pia-no già inserite nella legge di bilancio, approvata a tempo di record prima delle dimissioni del governo Renzi.Si tratta infatti, come ribadito da tutti, di affrontare una sfida ineludibile per l’economia e la società italiana, che è chiama-ta a svolgere il proprio ruolo primario in un’Europa, smarrita e divisa sì, ma comunque ancora polo imprescindibile degli equilibri globali, non solo per il proprio peso economico, ma per la sua tradizione culturale.E di cultura appunto si tratta, quando si vuole affrontare con-sapevolmente e fattivamente una rivoluzione, quale quella che le tecnologie digitali hanno provocato, nel modo di inten-dere e di fare industria.Abbiamo esperienza di quanto le nuove tecnologie hanno rivoluzionato l’informazione, la comunicazione, la finanza, il tempo libero, i nostri stessi rapporti interpersonali, ma è giun-to il momento di misurarci da professionisti con la rivoluzione della manifattura, dei servizi industriali e un vero e proprio cambiamento di assetto dell’ecosistema economico.

DITORIALEe

La nostra Associazione ha già dedicato ampio spazio a questa rivoluzione culturale, collaborando con importanti partners attivi nella nostra Lombardia e intende quindi dare ora il pro-prio contributo alla Commissione Industria, istituita da Feder-manager per portare pro-attivamente i manager a interagire con la politica.Occorre saper dimostrare il valore dell’esperienza collettiva di chi ha guidato le imprese italiane, collaborando lealmente e con sacrificio con gli imprenditori, ottenendo di mantenere il secondo posto europeo nella manifattura a fronte di una flessione marcata delle grandi imprese nazionali. Occorre riaf-fermare nei fatti e nella proposizione intelligente e costruttiva il ruolo del manager, che stenta invece a trovare posto nelle strategie delle nostre imprese. Occorre soprattutto dar prova di una grande flessibilità e in-traprendenza nel liberarsi da tanti condizionamenti del siste-ma Italia ai quali ci siamo adattati e che sono un freno per lo sviluppo della nostra professione.Il momento storico che stiamo vivendo impone scelte co-raggiose di governance anche alla nostra organizzazione, a partire dall’ALDAI, che con i colleghi delle altre Associazioni lombarde deve inaugurare una nuova stagione della rappre-sentanza, basata sul confronto esterno con le forze vive che in Lombardia esprimono il meglio del genius loci della nostra gente, senza timori e vecchi pregiudizi, senza difese anacroni-stiche di situazioni irripetibili, senza atteggiamenti da nobili decaduti, potremo effettivamente costituire un’attrattiva per tanti colleghi alla ricerca di un ambito dove esprimere una passione civile e una competenza preziosa.Il rinnovamento della nostra rappresentanza passa innanzi-tutto da un atteggiamento di apertura e di confronto con la realtà in rapido divenire. Apprezzando le tecnologie per quan-to esse possano essere utilizzate ad un nuovo modo di essere dirigenti. ■

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DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017DI

ommarioSGENNAIO 2017 ANNO LXX

EDITORIALE 1 L'industria va: facciamo posto per i manager alla guida Romano Ambrogi

FOCUS 4 Le opportunità del digitale richiedono visione Franco Del Vecchio

6 Industria 4.0: istruzioni per l'uso Sergio Terzi

8 Industry 4.0: rischi e opportunità Luca Luchesini

10 Dove va la Digital Transformation? Paolo Pedronetto

MANAGEMENT 12 Mi metto in proprio. Come faccio…? E per la pensione...? Pierluigi Brigante

13 Vortice adotta Tecnologie Internet of Things Bruno Lodi

NOTIZIE DA FEDERMANAGER 14 Lotta all'evasione fiscale, la grande assente Mario Cardoni

NOTIZIE CIDA 16 Manager, guardando al futuro Giuseppe Roma

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO 18 Rinnovo quota associativa 2017

SERVIZI AGLI ASSOCIATI 22 Un'opportunità per i giovani e il loro futuro Chiara Tiraboschi

27 Leader in campo Giancarlo Civita

FORMAZIONE30 Impresa in azione Francesco Dindo Giovanni Carnaghi

32 Sostegno alla formazione per la trasformazione digitale Silvia Romagnoli

LAVORO34 XX Convegno Scuola-Lavoro Mario Giambone

SINDACATO36 Contratti a confronto Servizio Sindacale ALDAI

FOCUS

Industria 4.0

A CENTRO RIVISTA

INSERTO ASSIDAI WELFARE 24

VITA ASSOCIATIVA39 ABCDigital: i giovani insegnano il Web agli over 60 Giovanni Frangi

ASPETTI LEGALI40 Un approccio strategico e sistematico in tempo di crisi Antonio Ferraguto

CULTURA E TEMPO LIBERO42 Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luce Silvia Bolzoni

44 Storia della carta moneta Luigi Lanfossi

CULTURA FINANZIARIA43 Cambiare prospettiva per affrontare l'incertezza Giorgio Bensa

45 I libri del mese • Il futuro che (non) c'è recensione di Franco Del Vecchio • Magnificat per solisti e coro recensione di Gianni Fossati

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DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ella prima metà del 1800 il treno cambiò il mondo ren-

dendo possibile viaggi e trasporti prima impensabili. Gli innovatori promuoveva-no gli investimenti per lo sviluppo del-

le reti ferroviarie, mentre i conservatori erano contrari. Certo il treno e gli altri moderni mezzi di trasporto hanno con-tribuito alla chiusura degli allevamenti dei cavalli da traino e hanno distrutto l’artigianato delle carrozze, ma hanno creato un’industria che dà lavoro a molte più persone. Proprio in quel periodo gli

scettici sostenevano che il treno facesse male alla salute. Ma sappiamo bene cosa è accaduto in un paio di secoli e vedia-mo bene ora come è cambiata l’Italia con l’alta velocità; peccato solo essere arrivati con 25 anni di ritardo rispetto alla Francia, alla Spagna ed altri Paesi. Quanto turismo e quanta efficienza del Paese abbiamo perso nel frattempo! L’impatto delle tecnologie abilitanti digi-tali può essere in qualche modo assimi-lato all'esempio del trasporto ferroviario. Probabilmente ancor più distruttivo per la tradizionale concezione del lavoro e ben più innovativo per il sistema econo-mico e sociale. Dopo un solo ventennio è radicale e planetario l’impatto della

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OCUS - INDUSTRIA 4.0

Le rivoluzioni industriali comportano cambiamenti culturali e organizzativi che portano con sé inevitabili problemi, ma anche grandi opportunità. Industria 4.0 ha aperto un dibattito sul futuro del lavoro, strumentalizzato da chi preferisce prospettare scenari apocalittici invece di cercare le opportunità di sviluppo per l’industria e l’economia. Il progresso è inarrestabile e il lavoro ci sarà, in qualche parte del mondo, per chi cavalcherà l’innovazione e spero che ciò possa realizzarsi proprio in Italia.

Franco Del Vecchio Coordinatore GdL Progetto Innovazione ALDAI - Segretario CIDA Lombardia – [email protected]

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DI 5DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

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telefonia digitale e mentre ora altre tec-nologie informatiche e di telecomunica-zione aprono nuove prospettive per l’in-dustria, che l’Italia, deve cogliere per far nascere opportunità di sviluppo in que-sto momento di cambiamenti epocali. Lo scorso anno ALDAI ha organizzato in occasione dell’assemblea di maggio il convegno “Industry & People 4.0” e nel corso dell’anno si sono susseguiti incontri, seminari e convegni sull’im-patto delle tecnologie sul lavoro. Alcuni titoli, come ad esempio: “La rivoluzione tecnologica 4.0: sta scomparendo il la-voro?“ hanno voluto porre in risalto i rischi delle nuove tecnologie piuttosto che delinearne le opportunità, risultan-do diseducativi e irresponsabili, perché è responsabilità della classe dirigente, in senso lato, analizzare e sostenere le ini-ziative a vantaggio della società.Provo allora ad analizzare l’impatto del-le nuove tecnologie dal punto di vista del progresso e dell’evoluzione sociale, ricordando gli effetti delle innovazioni per la società. L’uomo ha cercato nei se-coli di soddisfare i propri bisogni, prima quelli primari: il cibo, gli indumenti per proteggersi dal freddo, etc. Sviluppate le tecniche per soddisfare i bisogni primari, l’uomo si è potuto de-dicare ad altri bisogni: scrittura, arte, etc. continuando naturalmente ad occuparsi di bisogni primari, ma con crescente effi-cacia. Il lavoro agricolo, che rappresenta-va fino a due secoli fa l’occupazione prin-cipale della società, si è gradualmente ridotto a favore di nuove opportunità di lavoro nell’industria manifatturiera che, producendo anche mezzi agricoli, ha permesso di aumentare la produttività agricola, migliori raccolti con minor im-piego di persone. Un bene o un male? O meglio, a parte le passioni e le scelte di vita personali, sarebbe possibile tornare a lavorare i campi con buoi e aratro?

Le innovazioni hanno la caratteri-stica di essere irreversibili.Negli anni Ottanta Steve Jobs collegò il mouse al computer. Gli scettici com-

mentarono che il “gadget” non aveva prospettive di utilizzo nel business, ma Steve nel 1982 ragionava pensando con certezza che il computer sarebbe diven-tato in pochi anni non più grande di un libro, per offrire nuove applicazioni e strumenti alle persone. Lavorando in quel periodo in Apple, come direttore marketing Italia, ho capito quanto fosse importante la visione per accelerare i processi d’innovazione.Steve mi diceva: “No, Franco, in Apple non produciamo computer a minor costo per gestire la contabilità, qui creiamo strumenti per soddisfare i bisogni che le persone ancora non conoscono, strumenti per cambiare il mondo. Potete immaginare la moti-vazione per chi ha lavorato in Apple in quel periodo pionieristico. Oggi non c’è computer senza mouse o le sue evolu-zioni touchpad e touchscreen. I personal computer hanno contribuito a rendere le persone più efficaci nel lavoro e nelle attività personali, creando una nuova in-dustria con milioni di posti di lavoro so-prattutto nel software e nei servizi, con-tribuendo sostanzialmente al progresso.

Non viviamo per lavorare, lavoria-mo per soddisfare i nostri bisogni e desideri.È profondamente sbagliato analizzare l’impatto delle nuove tecnologie esclusi-vamente in funzione dei posti di lavoro

che distruggeranno e creeranno. La mag-giore produttività del Piano Industria 4.0 ridurrà certamente l’occupazione delle persone impegnate in lavori ripetitivi, sia manuali sia intellettuali, ma aumenterà la produzione e il valore generato per la col-lettività, creando al tempo stesso nuove opportunità di lavoro più qualificato. Più valore per la collettività e più possibilità di esprimere le proprie passioni.La storia ci insegna che in prospettiva la società sarà sempre meno impegnata a soddisfare bisogni primari grazie agli aumenti di produttività possibili con l’automazione, e sempre più assetata di bisogni secondari, offrendo alle persone nuove opportunità di realizzazione per-sonale e vita migliore.In conclusione una riflessione obbliga-ta nell’era globale: in qualche parte del mondo chi ha visione e parte per primo agendo proattivamente ottiene mag-giori benefici, in termini di sviluppo di nuovi business e occupazione. Tutti gli altri, che si limiteranno a difendere lo status quo o reagire timidamente alle pressioni competitive, perderanno fat-turato e ridurranno costi e occupazione nella speranza di sopravvivere.I tedeschi e gli americani hanno iniziato prima di noi a definire gli standard Indu-stry 4.0, a sviluppare dispositivi, know how, sistemi e architetture, creando nuove opportunità di lavoro e sviluppo. Cerchiamo di non perdere il treno. ■

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a nuova rivoluzione industriale – trainata dalla drastica evoluzione delle tecnologie digitali – è ormai alle porte (e alla portata delle ta-sche) delle nostre imprese nazio-

nali, dalle grandi alle piccole e medie. In particolare, l’evoluzione del paradigma di Internet – con le sue diverse decli-nazioni (IoT, Cloud, Big Data, ecc.) – sta comportando un mutamento radicale delle aspettative del mercato, abili-tando nuove forme di business e po-nendo nuove sfide alle imprese.Lo scenario è intrinsecamente com-plesso e, anche se la tecnologia ci è divenuta sempre più familiare, nessuno può dire di avere a che fare con cose semplici e scontate. Soprattutto nessu-no ha davvero in mano tutte le rispo-ste e non si può non constatare come la rapida evoluzione della tecnologia informatica abbia colto numerose im-prese – e anche molte persone – impre-parate. Secondo i dati dell’ultima ricer-ca (2015-2016) del nostro Osservatorio Smart Manufacturing - Industria 4.0, su un campione di 305 imprese industriali oltre una realtà su tre (38%) ha dichia-rato di non sapere nulla dell’evoluzio-ne digitale in atto nel manifatturiero,

una azienda su due (47%) ha iniziato a documentarsi, mentre meno di una impresa su cinque (18%) ha dichiarato progetti concreti di digitalizzazione in ambito industriale. La ricerca, distribuita sull’intero territorio nazionale, tra grandi e piccole imprese manifatturiere, su tut-ti i settori dell’industria nazionale pre-senta uno scenario da pieno Digital Divide, soprattutto se si considera che il resto del mondo è da almeno cinque anni che parla e dibatte di una nuova in-dustria digitalmente evoluta, sotto l’egi-da del brand globale germano-centrico di Industrie 4.0. Lasciando alle spalle gli anni della crisi nera del manifatturiero, e considerando

che la disponibilità di tecnologia digitale è distribuita ormai a livello globale, i mo-tivi di tale vuoto non possono che stare nella vera risorsa critica delle aziende, il capitale umano. D’altronde la cosa non è nuova: il Digital Divide che spacca l’Italia in isole non connesse, si trova anche tra generazioni e livelli sociali, combinandosi nei fattori socio-demo-grafici del nostro Paese. Siamo il Paese europeo con il minor numero di mil-lenials (ragazzi e ragazze che hanno attraversato in pieno il cambiamento tecnologico e che sono stati investiti dalla rivoluzione digitale, diventandone i primi protagonisti ed essendone oggi i principali utilizzatori) e contemporanea-

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OCUS - INDUSTRIA 4.0

Industria 4.0: istruzioni per l’uso Il mestiere tramandato per secoli di generazione in generazione, va oggi reinventato ad ogni rivoluzione tecnologica

Sergio Terzi *[email protected]

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mente siamo la nazione europea con una delle più basse percentuali di lau-reati (indicatore tipicamente utilizzato come variabile proxy del livello cultura-le, tecnologico e manageriale delle im-prese).Saper guardare la situazione attuale con realismo non vuol dire automaticamen-te accettare lo status quo. Una delle più grandi qualità del genere umano è quel-la di saper adattarsi ai cambiamenti e gli italiani hanno una massiccia dose di flessibilità nel proprio sangue. Perché il cambiamento avvenga, occorre però che sia deciso e consapevole. In que-sto contesto, non si può che applaudire di fronte alle proposte avanzate recente-mente dal Governo con il Piano Naziona-le Industria 4.0, che ha messo al centro la questione formazione ed educazione.Le nuove tecnologie digitali applicate al manifatturiero richiedono certamen-te livelli formativi e culturali superiori, sull’adozione delle tecnologie in primis, ma anche sul conseguente utilizzo. Il Paese ha bisogno di persone che sap-piano chiamare le cose con il nome giusto, oltre che di professionalità che sappiano governare l’evoluzione in atto, sapendo discernere rapidamen-te le opportunità dalle false promesse.Come attori del mondo della formazio-ne universitaria e professionale siamo convinti che il rigore metodologico che si applica nello sviluppo delle tec-nologie deve andare di pari passo con la capacità di mettere a terra l’innova-zione, per offrire valore concreto al mer-cato. Abbiamo bisogno di tecnici forti delle proprie competenze (che devo-no essere sempre più multidisciplinari),

ma anche di manager che abbiano la capacità di visione e di conduzione dell’azienda allineata al contesto di oggi.Il Piano Nazionale Industria 4.0 ha po-sto una forte attenzione al tema del-la consapevolezza e della formazio-ne per l’industria moderna. Lo ha fatto toccando tutti i livelli della formazione professionale, partendo dalle scuole su-periori, fino ai percorsi di dottorato e alla formazione executive. Tra i diversi piani di politica industriale in corso di svilup-po a livello globale (dalla Germania di Industrie 4.0, agli Stati Uniti di Smart Manufacturing, alla Cina di Made in Chi-na 2025), il piano italiano è uno di quelli che – almeno nelle sue indicazioni pro-grammatiche, dovremo poi aspettare la reale ricaduta a terra – pone maggior enfasi all’education and training.Il Politecnico di Milano – nelle sue di-verse anime ed espressioni e conscio dalla propria rilevanza istituzionale – è appieno inserito in questo movimen-to di evoluzione, contribuendo a for-mare una parte rilevante dei tecnici e degli esperti che il mercato richiede. Non sta a me assumermi il merito della costante dedizione dei colleghi dei di-versi dipartimenti alla causa di una for-mazione aggiornata, multidisciplinare e internazionale, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti e nella considerazione di numerose famiglie del nostro Paese (e non solo). Come non sta a me prendermi il merito dei numerosi laboratori e spazi di collaborazione che l’Ateneo propone ai propri allievi e a tutti gli operatori in-dustriali. Posso in parte prendermi l’onore (e l’o-nere) delle attività formative in ambito

Industria 4.0 che stiamo svolgendo per il mercato degli executive e dei manager di impresa, forti della nostra esperienza tecnologica e di management. Primi in Italia, al MIP abbiamo promosso il pri-mo ciclo intensivo di formazione (boot camp) sulle tecnologie dell’industria avanzata nel nostro prestigioso MBA, collaborando fin dalle fasi progettuali con importanti aziende tecnologiche. Con la prossima primavera, saremo la prima Business School di Italia a lancia-re sul mercato della formazione open manageriale un Percorso Executive in Manufacturing Management - Indu-stria 4.0 (16 giornate di formazione in 6 mesi), unendo un team di esperti dei no-stri dipartimenti a vocazione industriale (Gestionale, Meccanica, Elettronica e Informatica) e di testimonial aziendali, utilizzando anche i nostri laboratori di Additive Manufacturing, Digital Manu-facturing, Internet of Things. Questo sarà un nostro ulteriore contributo alle istruzioni per l’uso della rivoluzione in-dustriale 4.0 del nostro Paese. Prima di avventurarsi nei territori ine-splorati è bene prepararsi raccogliendo le informazioni disponibili sulle espe-rienze esistenti, sulle soluzioni, le pro-spettive e i possibili rischi. Anche i più esperti devono confrontarsi, perché c’è sempre da imparare. ■

OCUS - INDUSTRIA 4.0

* Professore Associato, Politecnico di Milano, Manufacturing Group. Co-direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 e Direttore della Management Academy del MIP, Graduate School of Business del Politecnico di Milano.

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ifficile sintetizzare in po-che battute i temi trattati nel convegno-dibattito te-nutosi il 4 novembre 2016 presso la sede nazionale

Federmanager di Roma sulle misure per “Industry 4.0” previste nella legge di Stabilità 2017, ma ci proveremo comun-que. Nella sessione plenaria di apertura, qualificati esponenti della maggioranza e del governo hanno illustrato le princi-pali linee del piano e hanno risposto alle domande della sala. Successivamente, le quattro sottocommissioni (Energia, Infrastrutture e Logistica, Siderurgia e Industry 4.0) si sono riunite in parallelo per approfondire e dibattere l’attuale te-sto governativo.Ci concentriamo sulla plenaria, data la generalità dei temi trattati.  Nel saluto di apertura il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla ha sottolineato il dop-pio ruolo della Federazione: da un lato, portatrice delle istanze e delle compe-tenze della categoria, dall’altro, vettore di comunicazione nel mondo dell’im-presa e tra gli associati delle iniziative

istituzionali in tema di politica industria-le, laddove queste accolgano il nostro contributo.Il DG Mario Cardoni ha poi sottolinea-to la peculiarità del tessuto industriale italiano, in cui il 95% delle imprese ha meno di dieci dipendenti e ha reiterato la piena disponibilità di Federmanager ad agire come “portatore di cultura digi-tale” nel sistema.Lorenzo Basso (deputato PD) ha quin-di presentato l’indagine conoscitiva sui temi Industry 4.0 della X Commissione Attività Produttive della Camera, le cui conclusioni hanno ispirato il programma di governo. Caso rarissimo nella legisla-tura Renzi, la relazione finale è stata ap-provata all’unanimità, segno che esiste una consapevolezza “tripartisan” sulle sfide cui va incontro il sistema produtti-vo italiano. In estrema sintesi: la Germa-nia è partita nel 2011 a definire politiche e strumenti, in largo anticipo sui partner europei. La Francia sta seguendo con un programma di forti incentivi fiscali, e l’Italia punta a velocizzare il processo di adozione delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli di business nel tessuto produttivo italiano, conscia che molte aziende non ce la faranno a gestire la

transizione e sperando che quelle che invece sapranno adattarsi potranno pro-sperare e salvaguardare l’occupazione e il benessere generale del Paese. Carat-teristico della trasformazione digitale è infatti il materializzarsi dei cambiamen-ti con una scala temporale non lineare, fatale per chi si limita a stare a vedere. Si pensi a quanto successo all’industria dei telefoni cellulari o della fotografia, in cui i vecchi attori dominanti hanno avuto qualche anno di tempo prima che smartphone e foto digitali prendessero piede, dando la falsa impressione che non fossero poi una minaccia così grave, ma quando sono decollati il margine di reazione era ormai nullo. Antonio Calabrò (Direttore Generale del MiSE) è poi entrato nel merito delle singole misure: a fianco dei precedenti superammortamenti, si introduce ora un iperammortamento orizzontale mi-rato a tutte le tecnologie “Industry 4.0”. Non si sono scelti specifici settori o fi-liere, sia per motivazioni giuridiche at-tinenti alla legislazione UE, sia perché il precedente approccio “semiverticale” di Industria 2015 non ha funzionato bene. Sono inoltre previsti fondi per creare i cosiddetti “digital hub” e “competence

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Industry 4.0: rischi e opportunitàLuca Luchesini Consigliere ALDAI e componente della Sotto-commissione Federmanager Industry 4.0

Alcuni momenti del convegno-dibattitotenutosi presso la sede nazionale di Federmanager.

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center” digitali, contenitori territoriali in cui dovrebbero incontrarsi competenze e risorse di università, imprese e, perché no, competenze manageriali cui Feder-manager si candida a contribuire. Non è quindi un piano per tutti, ma mirato a imprese che hanno idee precise su sfide e opportunità del digitale e alme-no parte dei mezzi con cui farvi fronte. Il valore complessivo di “Industry 4.0” è stimato in circa 14 miliardi di euro nel periodo 2017-2024, cui il governo spera si aggiunga una massa di investimento privato intorno ai 20 miliardi di euro.Domenico Siclari (Professore e Respon-sabile affari legislativi e parlamentari, Ministero dell'Economia e delle Finanze) ha infine illustrato le misure fiscali a so-stegno della reindustrializzazione digi-tale. Ci sono detrazioni fiscali potenzia-te per investimenti fino a un milione di euro in PMI innovative da parte di inve-stitori individuali, imprese e fondi, l’as-sorbimento delle perdite delle start-up da parte di società sponsor, e infine l’e-liminazione della tassazione sui capital gain su investimenti a medio lungo ter-mine, misura questa volta ad incremen-tare l’afflusso del risparmio privato per il finanziamento delle nuove imprese.

Insomma, un piano tutto sommato cre-dibile, al quale Federmanager si appre-sta a dare il suo contributo di competen-za e conoscenza. Rimane ancora molto da capire su che tipo di Lavoro 4.0 (e quindi dirigenza 4.0) sarà necessario in questa nuova realtà, come in tutte le fasi di rapida tra-

sformazione si sommano segnali positivi e aspetti più inquietanti. Se guardiamo alla trattativa recentemente conclusa con i metalmeccanici, è certo che wel-fare, remunerazione e formazione conti-nuano ad essere i temi su cui ogni sinda-cato che si rispetti deve focalizzare la sua attenzione, pena l’irrilevanza. ■

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uali sono gli effetti   della trasformazione digitale nel-le imprese? Quali i processi aziendali sono più impatta-ti  oggi  e quali lo saranno in

futuro? Quali competenze deve mettere in campo il dirigente  oggi  per guidare con successo l'evoluzione dell'impresa di fronte alle sfide della rete e dei nuovi paradigmi organizzativi?L’interesse verso la trasformazione digi-tale del Paese è ultimamente cresciuto in modo significativo. Al tempo stesso le ricerche ci collocano agli ultimi posti in Europa nell'implementazione ed utilizzo delle tecnologie e individuano la neces-sità di creare infrastrutture, investimenti e cultura digitale. In questo ambito i diri-genti sono chiamati a confermare la loro leadership e il loro ruolo trainante per lo sviluppo.Per fare il punto sulle trasformazioni in atto è stato creato l’anno scorso il La-boratorio Digital Transformation, nell’ambito delle iniziative del gruppo ALDAI Mind the Gap, presieduto da Elena Toffetti. L’obiettivo è di offrire ai di-rigenti un supporto per comprendere la portata dei cambiamenti nel campo del-la rivoluzione digitale in modo semplice, oggettivo e indipendente. Il Laboratorio promuove occasioni di scambio tra gli associati con gli esperti di settore e con i gruppi tematici di ALDAI per supportare l’aggiornamento dei colleghi finalizzato ad ottenere una maggiore consapevo-lezza e spendibilità nel mercato del la-

voro. In questo ambito è stata promossa una ricerca tra i dirigenti ALDAI i cui ri-sultati sono stati esposti nel corso di un convegno il 10 novembre 2016. Le risposte di oltre 120 colleghi dirigenti confermano alcune aree di attenzione nella capacità di sviluppare in tempi rapidi una strategia digitale: solo un dirigente su due (il 52%) ritiene che la trasformazione digitale impatterà signi-ficativamente il business della propria impresa nei prossimi 12 mesi, mentre il 73% dei rispondenti ritiene che il suc-cesso dell’impresa dipenderà in misura maggiore dagli aspetti economici e di mercato rispetto agli investimenti in tecnologie digitali. La strategia digitale costituisce oggi una priorità per il 64% dei dirigenti che lavorano nelle grandi imprese, ma solo per il 7% dei colleghi delle aziende fino a 50 dipendenti: que-sta significativa differenza tra grandi e piccole imprese caratterizza buona parte delle risposte al questionario e si riflette sui livelli di implementazione del digitale, che per le piccole imprese rima-ne in media di 35 punti inferiore rispetto alle grandi. Dal punto di vista professionale, i pareri dei dirigenti concordano, indipendente-mente dalla dimensione aziendale: circa il 90% afferma che per portare avanti il proprio lavoro si devono sempre più utilizzare gli strumenti digitali e il 65% ritiene che la propria crescita professio-nale sia sempre più legata alle capacità di cavalcare le potenzialità del digitale. Inoltre il 59% ritiene il livello di cono-scenza degli strumenti digitali adeguato al raggiungimento dei propri obiettivi.

Infine solo il 15% del totale (ma il 30% dei dirigenti delle piccole imprese) ritie-ne che la trasformazione digitale abbia un effetto limitato nel proprio campo. Per quanto riguarda la domanda “a cosa servano gli strumenti digitali”, i dirigen-ti ritengono che accelerino i processi (83%), riducano i costi (71%), e in minor misura (57%) siano in grado di semplifi-care la struttura aziendale. Secondo l’opinione dei dirigenti i pro-cessi più impattati oggi dall’innovazio-ne digitale sono, nell’ordine, Marketing, Logistica, Finanza e Controllo, Vendite. La percezione dell’impatto nei prossimi due anni (in giallo nel grafico di questo articolo) sarà ancor più rilevante per le Vendite, la Logistica e il Post Vendita. Si conferma anche in questo caso il diva-rio fra grandi e piccole imprese dove i progressi, per quanto rilevabili, non rag-giungono mai un livello di implemen-tazione accettabile, rimanendo sempre al di sotto del 50% dei pareri favorevoli espressi.

Conclusioni In accordo con altre indagini e osser-vatori di settore, la ricerca sembra con-fermare la distanza verso un approccio strategico della trasformazione digitale in linea con lo sviluppo e gli obiettivi di business dell’impresa: permane l’opinio-ne che gli strumenti digitali siano più un supporto ai processi che un reale moto-re per lo sviluppo e la crescita del busi-ness delle imprese. Le piccole imprese hanno notevoli mar-gini di miglioramento: è possibile che in molti casi permanga una situazione

q

OCUS - INDUSTRIA 4.0

Paolo Pedronetto Coordinatore del Laboratorio Digital Transformation, nell'ambito del GdL ALDAI Mind the Gap - [email protected]

ALDAI - Mind the GapDove va la Digital Transformation? Un'opportunità da saper cogliere I dirigenti alla guida del cambiamento

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DI 11DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

OCUS - INDUSTRIA 4.0

di incertezza, dovuta alla scarsa cono-scenza delle potenzialità del digitale unita a una percezione di alto rischio: non sembra si siano ancora consolidati modelli di riferimento che consentano una razionale presa di decisione e di in-vestimento. D’altro canto, la ricerca sottolinea la consapevolezza dei dirigenti verso l’im-portanza del digitale, sia per il raggiun-gimento degli obiettivi sia per la propria crescita personale. È un’opportunità fon-damentale per dare impulso alla trasfor-mazione e allo sviluppo delle imprese.Su queste motivazioni, occorre lavorare per costruire quelle competenze di “le-adership digitale” che supportino e ag-giornino l’esperienza e la professionalità di ciascuno, consentendo di prendere le decisioni strategiche e di essere rilevanti per il business dell’impresa.Si tratta non solo di conoscere l’ABC de-gli strumenti digitali, ma anche di saper comunicare e gestire comunità di prati-

ca, di motivare personale multiculturale e remotizzato, di curare personalmente la reputazione dell’azienda che è sem-pre meno guidata dai canali ufficiali di comunicazione, di avere la capacità di porre le domande giuste che facciano emergere le opportunità di business attraverso l’utilizzo dei nuovi strumenti digitali. Tutto questo si realizza nella capacità di essere proattivi nell’apprendimento e nell’aggiornamento permanente. In una organizzazione digitale, in prospettiva, diventerà essenziale riconoscere che le fonti della leadership non sono soltanto le responsabilità conferite dall’organiz-zazione, ma la capacità del dirigente di trasmettere la sua esperienza attraver-so nuove modalità di comunicazione e strumenti di lavoro. I colleghi del Laboratorio, che hanno contribuito alla realizzazione della ri-cerca, si sono specializzati sui temi della trasformazione digitale, in linea con le

proprie esperienze e interessi e sono a disposizione per organizzare e promuo-vere iniziative di approfondimento e di confronto:

Marketing, Communications, Digital Strategy: Diva De Franco, Dorotea Satey, Anna Ponticiello

Sales & Business Development, Channel management: Giovanna Cozzi

Smart Manufacturing, Logistics: Bruno Lodi, Emanuele Vercesi

Finance, Planning & Administration: Ornella Ragazzo

Strategy & Operations, IoT: Paolo Milani

Human Resources, Smart Working: Paolo Pedronetto. ■

Marketing

Logistica

Finance

Vendite

Admin

Produzione

Ricerca

Acquisti

Post vendita

Risorse umane

GRANDI PICCOLE

0% 0%20% 20%40% 40%60% 60%80% 80%

54,1% 30,8%

52,5% 38,5%

50,8% 23,1%

49,2% 30,8%

49,2% 23,1%

46,7% 23,1%

46,7% 15,4%

45,9% 30,8%

45,1% 38,5%

35,2% 0,0%

64,8% 38,5%

65,6% 38,5%

59,0% 38,5%

64,8% 46,2%

57,4% 38,5%

51,6% 30,8%

54,9% 15,4%

53,3% 30,8%

56,6% 46,2%

43,4% 15,4%

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DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

i l perdurare dell’instabilità eco-nomica del nostro Paese e gli

onerosi costi del personale hanno pro-dotto non solo uno scarso incremento dell’occupazione, ma – in diversi casi – una riduzione della forza lavorativa nelle imprese.A subirne i danni sono stati molti gio-vani, che faticano a trovare occupazioni stabili e, non di meno, il personale di-rigente che, attraverso ristrutturazioni aziendali, è stato privato di garanzie fu-ture o, addirittura, estromesso dal mon-do del lavoro.Una simile situazione, magari a pochi anni dal possibile pensionamento, ge-nera sconforto e disillusione (oltre che problemi economici), ma qualcosa biso-gna fare per raggiungere la meta.“Mi metto in proprio”: questo proponi-mento appare sempre più ricorrente, sia nei giovani, sia nei manager ad un passo dal pensionamento, considerato che le prospettive di garanzia nel lavoro subordinato non sono sinonimo di con-tinuità.Già agli inizi del duemila ricorreva fre-quente una tesi per cui il lavoro sarebbe stato nel futuro un’opportunità, da co-

gliere secondo occasioni individuali, ma che non si sarebbe tradotto più in garan-zia per il futuro!In effetti, usufruendo delle normative at-tuali, è possibile affrontare in autonomia un progetto per il futuro, finalizzato a traghettarci fino al pensionamento.Prima di avventurarsi in progetti che porterebbero a forti delusioni, sarà im-portante fare un’analisi delle proprie competenze acquisite nelle precedenti esperienze lavorative, contemperata con le nostre aspirazioni e obiettivi da raggiungere; nondimeno, dovremo es-sere consapevoli del nostro livello di flessibilità a condizioni di criticità pro-prie o del mercato, ma, soprattutto, do-vremo essere portatori di idee: in un mercato che si evolve freneticamente, il risultato sarà obbligatoriamente subor-dinato alla qualità delle idee che mette-remo in gioco! Le scelte di autoimprenditorialità sono di diversa natura, compatibili con le no-stre esperienze trascorse e con le nostre aspirazioni e obiettivi da raggiungere.Un primo passo sarà proporsi attraverso una collaborazione coordinata e conti-nuativa verso imprese che richiedono specifiche competenze amministrative, commerciali o tecniche al di fuori dell’or-ganizzazione interna. Il contratto, in for-

ma scritta, ne disporrà termini e condi-zioni.In alternativa ad un rapporto cosiddetto “parasubordinato”, la scelta potrà essere indirizzata ad una vera e propria attività in proprio, attraverso l’apertura di una posizione Iva, in qualità di lavoratore autonomo, anche iscritto in albi profes-sionali, o quale prestatore di servizi o commerciante di beni o prodotti.Questo percorso, propriamente im-prenditoriale, potrà essere definito, fiscalmente, secondo la tipologia di contribuente appartenente al regime cosiddetto “forfetario” o al regime “sem-plificato/ordinario”.Il regime forfetario, modificato nell’anno 2006, pone dei limiti di ricavo secondo la tipologia merceologica e, automati-camente, una percentuale forfetaria di redditività da calcolarsi sui ricavi.La scelta del regime forfetario esclude l’obbligo di una gestione contabile/am-ministrativa e una tassazione forfetaria particolarmente ridotta, sostitutiva di Irpef, addizionali e Irap.Laddove l’attività generi un fatturato oltre i limiti del regime forfetario, sarà applicabile il regime semplificato o ordi-nario, con obbligo della gestione ammi-nistrativa e contabile e imposte determi-nate secondo schemi fiscali in vigore. ■

ANAGEMENTm

Pierluigi Brigante Studio Brigante

Mi metto in proprio Come faccio…? E per la pensione...?

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DI 13DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Vortice adotta TecnologieInternet of Things

vortice è un gruppo che opera nella ventilazione residenziale,

commerciale ed industriale, con circa 300 dipendenti nel mondo, di cui 160 a Tribiano (Milano).Con l’obiettivo di gestire al meglio i lead-times di fornitura delle parti pla-stiche stampate ad iniezione, così da poterne ridurre livelli di stock e costi di trasformazione, lo scorso anno l’azienda ha lanciato un progetto per innovare le modalità di approvvigionamento.L’idea di base è stata quella di definire un “parco presse” virtuale distribuito su più fornitori, il cui carico di lavoro è ottimiz-zato in modo integrato da Vortice stessa, mentre in origine gli acquisti erano ge-stiti in modo tradizionale, a lotti singoli su fornitori predefiniti e gestionalmente autonomi. Inoltre, il nuovo modello con-sente anche la gestione centralizzata sia della materia prima sia degli stampi con relativa manutenzione.Il Project Leader dell’iniziativa, Clau-dio Bruggi, Purchasing Director dell’a-zienda, ci ha detto che tecnicamente il progetto prevede la strumentazione mediante sensori degli stampi e delle presse, per creare in logica Industrial Internet of Things (IIoT), una rete di og-getti intelligenti e comunicanti – fra loro e con il sistema centrale di controllo – di-stribuita su più siti e più imprese (Vortice ed i fornitori coinvolti).Il progetto sta procedendo con succes-so: sono stati coinvolti alcuni fornito-

ri – scelti con attenzione fra quelli già utilizzati – un primo gruppo di stampi è stato strumentato e la nuova gestione è già stata rilasciata per la produzione di alcune parti.In questo modo i primi risultati concreti – in termini di ottimizzazione di lead-ti-mes e di riduzione delle scorte – sono stati raccolti, in tempi stretti e con in-vestimenti relativamente piccoli, grazie anche ai bassi costi raggiunti dalla sen-soristica necessaria. Tali risultati stanno dando ulteriore spinta a procedere nel progetto, allargandolo e scalandolo dimensionalmente, anche in base alle risorse che l’azienda è interessata a de-dicare.Vortice non ha trovato particolari dif-ficoltà tecnologiche nello sviluppo del

progetto, pur non essendo un'azienda “a vocazione digitale”; per implementar-lo essa ha però dovuto anche ripensare dalla base la propria gestione, e proprio qui si sono incontrati gli scogli più duri. In breve, i principali fattori che hanno portato al successo sono stati la forte sponsorship della Direzione Generale, la cultura di gestione di progetti multi-disciplinari già propria dell’azienda, la capacità di creare e valorizzare un team di collaboratori che è via via cresciuto grazie al continuo apprendimento “on the job”, ed infine l’attenta gestione della pianificazione da parte del Project Leader, che ha permesso di raggiunge-re man mano gli obiettivi programmati, così da tenere alta la motivazione della squadra.Sul piano manageriale, secondo Bruggi gli skills più significativi da mettere in campo sono, oltre a quelli organizzativi e di processo che permettono di intera-gire con le varie altre funzioni coinvolte, il project management, con particolare attenzione al tempo, e la negoziazione, essenziale per far convergere su obietti-vi condivisi funzioni eterogenee ed indi-pendenti come i fornitori. Oltre a ciò, a livello personale un progetto come que-sto richiede di tenere sempre viva la vo-glia di mettersi in gioco e di valutare con attenzione e senso critico le novità che l’evoluzione continuamente propone: ciò costa fatica, ma lo sviluppo persona-le che ne viene costituisce un patrimo-nio che resta al manager e sicuramente vale gli sforzi richiesti. ■

ANAGEMENTm

Ne parliamo con il responsabile del progetto Claudio Bruggi, Ingegnere e Purchasing Director Vortice Elettrosociali S.p.A.

Bruno Lodi Temporary Manager area Direzione Generale e Digitalizzazione Processi Industriali, partner Manager AssociatiSocio ALDAI

Claudio Bruggi.

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OTIZIE DAn

DI14 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

a prossima Legge di Bilancio, Euro-pa permettendo, non si annuncia agevole. Dobbiamo soffermarci su almeno tre temi presenti sui quali siamo molto sensibili.

Il primo si chiama politica industriale. Fi-nalmente tornata nelle priorità dell’agen-da di governo, visti gli scarsi effetti pro-dotti dalle iniziative a sostegno della domanda interna (a partire dagli ormai famosi 80 euro), oggi tenta di dare nuovo respiro all’offerta e quindi all’impresa, puntando l’indice su ricerca e sviluppo e sugli investimenti volti alla diffusione di tecnologia digitale. L’obiettivo è anche dare ossigeno a Indu-stry 4.0, che è un progetto di modernizza-zione della nostra manifattura su cui an-che noi come Federazione stiamo recitando un ruolo importante: in questo piano strategico le competenze manage-riali sono protagoniste! In secondo luogo, compare in manovra il capitolo della produttività e alcuni im-portanti miglioramenti della disciplina introdotta lo scorso anno per incentiva-re il welfare aziendale. Finalmente, que-ste misure coinvolgeranno anche la no-stra categoria, seppur in maniera

contenuta, costituendo comunque un bel segnale di apertura su un tema cen-trale nelle nostre politiche contrattuali e di sviluppo associativo. Ancora si torna a parlare di pensioni e questa volta non per introdurre l’ennesi-mo contributo di solidarietà (che final-mente siamo riusciti a scongiurare) ma con una serie di buoni propositi: consen-tire il cumulo gratuito tra diverse gestio-ni pensionistiche, o l’ottava salvaguardia per i cosiddetti esodati (probabilmente l’ultima), o ancora la R.I.T.A., che non è un nome proprio di persona, ma una rendita integrativa temporanea antici-pata che consentirà, ricorrendone i re-quisiti, il riscatto totale o parziale della posizione accumulata nel fondo di pre-videnza complementare con aliquote fi-scali molto agevolate. Quanto all’APE, la formula attuativa dell’anticipo pensionistico che doveva rappresentare la risposta ai danni pro-dotti dalla legge Fornero con il brusco innalzamento dell’età pensionabile, ci lascia invece assai perplessi sulle sue reali possibilità di riuscita. Di fronte ad altre misure per niente condivisibili (come l’aumento della 14ª mensilità), ri-teniamo che si realizzerà una crescita del peso delle prestazioni assistenziali cari-cate impropriamente sull’Inps e che nul-

lla hanno a che fare con le pensioni vere, vale a dire quelle finanziate da contributi effettivamente versati all’Istituto. Parlia-mo di una quota che ormai supera di gran lunga il 50% delle prestazioni ero-gate dall’Inps che vanno per lo più a van-taggio di quelle categorie sfuggenti al fi-sco – e quindi anche allo stesso Inps – e di cui poi si chiede a noi di pagare il con-to! Un risultato da ascrivere alla vecchia concertazione che ci auguravamo ormai superata e, invece, pare tornata recente-mente di moda.Chi sembra farla franca anche questa volta sono sempre loro: gli evasori, quel-li che di fatto mettono le mani nelle ta-sche degli onesti cittadini che fanno il proprio dovere e pagano anche per loro. Se pensiamo che in base al rapporto Eu-rispes 2016 si stima che il sommerso del Pil nel nostro Paese ammonterebbe a 540 miliardi di euro, al netto delle attivi-tà malavitose, all’appello non risponde un fiume di nostri connazionali. Basta guardare poi i dati impietosi che annual-mente il Ministero snocciola sulle dichia-razioni dei redditi presentate: su 8.000 Comuni italiani, solo 550 si sono attivati nelle lotta all’evasione fiscale. La risposta qual è? La solita. Una volta si chiamava condono, ora volontary disclo-sure. Non ci siamo proprio! ■

Lotta all’evasionefiscale, la grande assenteMario Cardoni Direttore Generale Federmanager

Per opportuna conoscenza si comunica che sulla Gazzetta Ufficiale del 23 novembre 2016 è stato pubblicato il Decreto 17 novembre 2016 con il quale il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha fissato, in via definitiva, nella misura dello 0,0% l’aumento di perequazione automatica delle pensioni per l'anno 2015. Tale dato conferma la misura indicata, in via previsionale, a decorrere dal 1° gennaio 2016 per cui non ci saranno conguagli a tale titolo sulle pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2017.Lo stesso decreto indica in via previsionale, sempre nella misura dello 0,0%, l’incremento percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2016 da riconoscere sulle pensioni dal 1° gennaio 2017, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l'anno successivo.

Decreto del Ministero dell'Economia sulla perequazione automatica delle pensioni

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Segnala le donnedi merito e talento

Vogliamo promuovere una realtà sempre più popolata di modelli del merito e del talento.

Donne che rappresentino modelli positivi di management per diffondere e innescare un circolo virtuoso

e costruire una realtà migliore.

Pensaci un attimo, chi ti viene in mente fra le tue conoscenze?Bastano cinque minuti per regalare un’opportunità alla collega meritevole.

Seguici su Twitter:#MeritoeTalento

@Invia subito una e-mail

Segnalaci la donna dirigente di azien-da industriale della Lombardia che ri-tieni meritevole, inviando una e-mail entro il 31 gennaio 2017 a:[email protected] il nome, cognome, indirizzo e-mail e la motivazione in uno dei sei ambiti proposti.La giuria prenderà in esame le donne segnalate da uomini e donne dirigenti Federmanager Lombardia.

Paola PoliCoordinatrice Gruppo Minerva ALDAI

Vogliamo far emergere 18 eccellenze in sei settori del management:1. innovazione2. gestione economica3. gestione collaboratori4. lancio di nuovi business5. giovani potenziali (non ancora dirigenti)6. diversity best practice

MINERVA

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DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

el 70º anniversario della CIDA, la Confederazione

Italiana Dirigenti e Alte Professionali-tà, ho condiviso con i partecipanti del convegno, organizzato presso la sede del Parlamento, le riflessioni sui cam-biamenti epocali e sul ruolo del mana-gement per delineare alcune scelte di campo in grado di animare le azioni per il futuro.L’effetto combinato di globalizzazione e innovazione digitale sta producendo grandi cambiamenti, che generano seri problemi da superare e grandi oppor-tunità da non lasciarsi sfuggire. In una tale logica scegliere quale riferimento la dimensione europea rappresenta una risposta alle grandi contraddizioni che, in questo momento storico, investono il mondo dell’impresa, delle istituzioni e la società.Alimentare con proposte ed idee la ri-generazione di una prospettiva europea rappresenta quel tipo di “utopia concre-ta” di cui oggi si sente grande bisogno, perché sarebbe anacronistico pensare solo in termini nazionali. Ci sono, infatti, fenomeni economici e sociali che indi-cano come la globalizzazione abbia ef-fetti ambigui. Non si tratta di un proces-so lineare, ma di un’evoluzione storica che subisce contraccolpi e crisi, spasmi espansivi o recessivi, in una sequenza difficilmente programmabile.I manager ricoprono posizioni di re-sponsabilità e devono essere sensibili nel rimuovere gli effetti negativi del nuovo ciclo, conferendo un nuovo senso alla costruzione europea.

Gestire la globalizzazioneLa globalizzazione quindi va gestita per ridurre effetti indesiderati e gli impat-ti negativi sui processi di migrazione e

polarizzazione. In particolare le ricadute sociali di uno sviluppo diseguale.L’Europa rappresenta la dimensione più adeguata per poter gestire in maniera competitiva la mondializzazione dell’e-conomia. Se guardiamo, infatti, a due macro aree geografiche del mondo non possiamo che attribuire una potenziale capacità competitiva solo alla dimen-sione continentale. L’economia di Cina, Corea e Giappone sommano un Pil di 16.125 miliardi di dollari (2014), l’Ameri-ca del Nord ha un Pil di 20.508 miliardi di dollari, l’Unione Europea 18.495 miliardi di dollari. Si tratta pertanto di tre merca-ti di dimensioni simili e nessun singolo stato europeo è in grado di sostenere, da solo, la competizione con queste re-altà, neppure la Germania con un Pil di 3.960 miliardi di euro.Ma anche le dinamiche demografiche del futuro indicano la necessità di una integrazione continentale. Al 2050 la popolazione urbana sarà del tutto mag-gioritaria, ma mentre la popolazione residente nelle città dei Paesi sviluppati passerà da 980 milioni a 1.114 milioni, quella dei Paesi meno sviluppati quasi raddoppierà dai 2,9 miliardi ai 5,2 miliar-di di residenti. L’Europa resterà pratica-mente stabile con 600 milioni di residen-ti urbani, a fronte dell’Asia che passerà da 2 a 3,3 miliardi di residenti nelle città e l’Africa da 455 milioni a 1,4 miliardi.

Manager per l’innovazioneLe due grandi rivoluzioni della nostra epoca – globalizzazione e tecnologie di-gitali – implicano la continua necessità di innovare. Innovare nella produzione industriale, nel creare lavoro con i servi-zi, nel rendere prestazioni pubbliche alle persone e alle comunità.L’Italia in particolare ha la necessità di ac-crescere la capacità innovativa, visto che il fatturato proveniente dalle innovazio-ni nell’industria e nei servizi rappresenta

l’11%, a fronte di una media europea più elevata, come pure le imprese italiane che hanno adeguato la propria organiz-zazione utilizzando soluzioni software restano a una quota relativamente bas-sa, pari al 19%.La presenza dei manager nelle imprese e nelle istituzioni è il principale driver per promuovere l’innovazione. Ma pur-troppo la logica con cui le organizzazio-ni stanno reagendo al terremoto di que-sti anni, è prevalentemente difensiva e centrata sul downgrading. Bisogna in-vece invertire la tendenza a “tagliare” o a dequalificare la struttura occupazionale.Tra il 2011 e il 2015 in Europa i mana-ger si sono ridotti da 12,8 a 12,5 milioni e anche in Italia si è passati da 896mila a 786mila, anche se nei primi mesi del 2016 si assiste a una inversione di ten-denza, con un recupero a 836mila occu-pati. La tendenza alla riduzione riguarda pressoché tutti i Paesi europei ad ecce-zione del Regno Unito che, non a caso, nel periodo della crisi ha visto crescere di quasi l’8% il suo Pil in termini reali. Per i manager europei, e ancor più per quelli italiani, l’innovazione costituisce la principale sfida del futuro.

La futura struttura del lavoroSecondo una importante ricerca di CEDEFOP, istituzione dell’Unione Euro-pea specializzata negli studi sulla forma-zione e sul lavoro, nei prossimi dieci anni il mercato del lavoro subirà una radicale trasformazione.Crescerà sia la fascia delle alte profes-sionalità (manager, professional, tecnici +7%) sia quella più bassa delle profes-sioni elementari (+6% al 2025) mentre assisteremo a una riduzione di circa il 3% del grande strato intermedio (opera-tori di macchine, lavoratori nei servizi e nel commercio, artigiani, ecc.).Sempre secondo CEDEFOP, l’Italia è il

n

OTIZIEn

Giuseppe Roma Sociologo

Manager, guardando al futuroRelazione per il 70º Anniversario CIDA

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DI 17DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Paese che registra le maggiori necessi-tà di manager se intende riprendere un cammino di crescita nei prossimi dieci anni. In particolare i maggiori fabbiso-gni sarebbero concentrati nelle funzioni gestionali, amministrative e di accesso ai mercati, nel settore turistico-com-merciale mentre, sia per l’Italia sia per la Germania, si assisterebbe a una tenden-ziale riduzione delle funzioni dirigenziali legate alla produzione di beni o servizi.La sfida del cambiamento si vince con imprese medio grandi gestite da ma-nager. In Italia le medie imprese sono 18.548 contro le 54.039 della Germania, le 27.132 inglesi e le 19.324 francesi; men-tre le 3.093 grandi imprese italiane si confrontano con le 10.719 tedesche, le 6.141 inglesi e le 4.179 francesi.Sono 24.100 le imprese italiane con più di dieci addetti con almeno un dirigen-te, pari al 12% delle imprese, cioè un dirigente ogni otto imprese. I manager sono mediamente solo 3,3 per azienda in Italia, il valore più basso in Europa.Il Pil europeo ha rallentato, e se si vuo-le tornare a crescere dovranno crescere pure i dirigenti del 7,2% al 2025 e in Ita-lia del 29,5%.

Sviluppare la comunità dei manager con l’Osservatorio europeoL’insieme di queste riflessioni strutturali porta alla necessità di sviluppare la co-munità dei manager europei, che hanno bisogno di parlare lo stesso linguaggio e condividere una omogenea scala di va-

OTIZIE CIDAn

lori per praticare l’etica della responsabi-lità ed esercitare una effettiva funzione dirigente nelle imprese, nelle istituzioni e nel sociale.Le principali sfide riguardano innan-zitutto la necessità di aggiornamento delle competenze per aumentare la competitività, l’utilizzo di tecnologie abilitanti ICT, nuovi modelli manageriali per far emergere il talento delle orga-nizzazioni. Le sfide riguardano anche l’eguaglianza di opportunità fra uomini e donne; nell’area manageriale infatti restano ancora molto forti le discrimina-zioni di genere.Al fine di rafforzare la presenza dei ma-

nager nell’Unione Europea, proprio dalla partnership fra CIDA e CEC può nascere il progetto per realizzare un Osservatorio europeo sul management che possa portare a una comparazione fra i diversi skill, rendere sistematico il monitoraggio degli andamenti occu-pazionali e contrattuali, l’avanzamento delle politiche di genere e per le nuove generazioni, offrendo materiali utili per la convergenza fra manager pubblici e privati, per rafforzare i principi di etica professionale e per accrescere la reputa-zione di una classe dirigente che voglia andare al di là dei propri legittimi inte-ressi per contribuire al bene comune. ■

Andamento dei manager occupati (N.I. 2011 = 100)

Fonte: elab. RUR su dati Eurostat, 2016

UE 28

Italia

Germania

Francia

Spagna

UK

115

110

105

100

95

90

85

80

75

70

130120110100

908070605040302010

0-10-20

2011 2012 2013

3,6 716,8 16,5

-13,7-5,8

-9,3

14,69,6

13,7

40,7

-10,1-10,6

13,2

-0,9

11,6 10,2

30,4

125,1

2014 2015

20152008

CEO Amm./Vendita Prod./Servizi Turismo/Comm.

...ma i Quadri tengono1.250

1.200

1.150

1.100

Quadri (in migliaia)

Variazione percentuale dei manager al 2025 Italia Germania Francia Spagna UK

Fonte: Cedefop, 2016

-20,0

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Servizio sindacaleAssistenza sanitaria integrativaConsulenza previdenziale e fiscaleCopertura assicurativa “Polizza Tutela Legale”Network professionaleOrientamento e formazione managerialeValorizzazione delle competenze

...e ancoraConsulenza sui Fondi di previdenza complementare.Verifiche e conteggi sulle competenze di fine rapporto.Ricevimento della rivista “Dirigenti Industria”.Rivista digitale per i colleghi in servizio e senior.Consulenze in ambito formativo e di orientamento utili a fornire strumenti tecnici per rapportarsi al mercato del lavoro (valorizzazione del CV, utilizzo efficace della propria rete di contatti, potenziamento del network).Servizio Orientamento Multibrand.Servizio Tutoring.Sportello per la Consulenza Assicurativa Praesidium.Convenzioni sanitarie.Convenzioni formative.Convenzioni con le Università.Convenzioni commerciali.

Convenzioni con:Società per percorsi di outplacement.Assocaaf per compilazione dei Modelli 730 e Unico.50&Più Enasco per invio telematico domanda di pensione all’INPS e altre prestazioni.50&Più Servizi Srl per gli adempimenti del rapporto dei collaboratori familiari.50&Più Caaf per l’assistenza nell’iter della dichiarazione di successione.

Per aggiornare i dati anagrafici e di contatto:www.aldai.it area riservataCodice Utente: codice FedermanagerPassword: codice fiscale al primo accesso

Rinnovo quotadai forza alle tue idee

Per un manager preparato alle nuove realtà

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Termine e modalità di pagamentoEntro mercoledì 15 marzo 2017 tramite:addebito diretto in conto - mandato per addebito diretto SEPA (modello scaricabile dal sito ALDAI).

Oppure:bollettino di c/c postale salvo casi di deleghe aziendali e addebito diretto sul conto;bonifico bancario (nuovo codice IBAN IT50Z0335901600100000129106) indicando nella causale cognome, nome e numero di tessera o data di nascita;delega aziendale (modello scaricabile dal sito ALDAI).

a ssociativa 2017

Il Consiglio Direttivo, nella riunione del 15 dicembre 2016, ha confermato per il sesto anno consecutivo gli importi delle quote associative.Nella stessa riunione è stato approvato il bilancio preventivo con il potenziamento degli investimenti per le iniziative di sviluppo associativo e di comunicazione digitale per meglio soddisfare le diverse aspettative degli associati ed allargare il dialogo all’intera categoria.

Quote associative 2017euro 240,00 - dirigenti in servizioeuro 120,00 - dirigenti in pensioneeuro 112,00 - dirigenti in pensione ante 1988

Un segnale di solidarietà nei confronti dei colleghi che hanno perso il lavoro: ALDAI dimezza la quota associativa (€ 120,00) dei dirigenti inoccupati che autocertificano un reddito inferiore a € 50.000 annui (modello scaricabile dal sito).Euro 30,00 contributo una tantum per chi si iscrive per la prima volta.

dai forza alle tue idee e alle tue aspettative

precursore consapevole del cambiamento

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DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

BANCA GENERALI:10 ANNI DA REGINA

TRA LE BANCHE IN BORSA Solitamente non mi soffermo a parlare dei risultati importan-ti che Banca Generali ha ottenuto in questi anni ma direi che, questo compleanno, vale un approfondimento. È un traguardo raggiunto con professionalità consistenti che hanno creato valore e distinguo tra gli operatori del settore ed i numeri lo dimostrano... ...Anniversario d’eccezione per Banca Genera-li che ha da poco celebrato i 10 anni di quota-zione in Borsa, forte di una serie di primati che ne fanno la migliore testimonial di Piazza Affari stessa. Nel novembre del 2006 si affac-ciava infatti a Palazzo Mezzanotte una gio-vane matricola nell’affollato panorama delle banche, accompagnata per mano da un azio-nista blasonato come Generali che ne offusca-va quasi le dinamiche operative. Il prezzo di 8 euro allora, in un momento comunque positi-vo per i listini mondiali da diverso tempo, era apparsa a qualche critico del tempo come una valutazione troppo ottimistica, visto il con-fronto con le numerose realtà concorrenti in ambito finanziario e la storia troppo recente che non era in grado di fornire numeri particolarmente brillanti. Le masse si aggiravano intorno ai 17 miliardi, l’utile non arrivava ai 2 milioni e la rete era rappresentata da oltre 2.500 profili di pro-venienza quanto mai eterogenea come dimostravano i portafogli medi inferiori ai 7 milioni. Ebbene, a 10 anni di distanza a leggere l’ultimo bilancio di Banca Generali e le valutazioni di mercato abbiamo un quadro ben diver-so. I profitti hanno superato lo scorso anno i 200 milioni, le masse i 45 miliardi all’ultima trimestrale, e le masse medie gestite dai 1.750 consulenti-private banker della società triestina superano i 25 mi-lioni, livello che le pone sul gradino più alto del mondo Assoreti, dove stacca concorrenti storici blasonati e del 50% la media del set-tore. La crescita che ha contraddistinto questa corsa inarrestabile non è ovviamente passata inosservata agli occhi attenti degli inve-stitori. Il titolo è infatti salito di oltre il 320% (quotazioni all'inizio di Dicembre) garantendo un dividendo medio sulla base del prezzo nell’ordine del 5-6% ogni anno. Nello stesso periodo l’indice Ftse Mib ha perso il 40% circa,  e quello che racchiude tutte le banche italiane l’80%, rivelando un cambiamento epocale negli equilibri finanziari di Piazza Affari.

Banca Generali è oggi infatti la sesta banca per capitalizzazione, tra le top per redditività e profitti così come per le valutazioni di solidità: non avendo debiti in bond verso la clientela, mai emesso aumenti di capitale, ed avendo praticamente zero sofferenze. L’ec-cellenza nel business e la capacità di innovarsi sono spesso state sottolineate anche dall’azionista stesso che ne riconosce il ruolo distintivo nel mondo del risparmio. La comunità finanziaria ha

accolto con entusiasmo i primi 10 anni della banca del Leone che per l'occasione ha or-ganizzato una serata d'eccellenze a Palazzo Mezzanotte con i testimonial Alex Del Piero e lo chef stellato Davide Oldani. Nella pre-sentazione agli investitori poi è stata chiara la strategia di voler guardare avanti in modo incisivo. Nonostante il delicato cambio di go-vernance, la scorsa primavera il Direttore Ge-nerale Gian Maria Mossa ha saputo imprime-re nuova forza allo sviluppo commerciale con una raccolta che in 11 mesi s'è avvicinata ai 5 miliardi, crescendo del 24% ad un nuovo re-cord. L’evoluzione dei servizi ha invece inne-scato da qualche anno un’accelerazione verso il wealth management e la digitalizzazione

dei processi che ne fanno un modello unico teso all’universo del “private”. E proprio in questa direzione si inserisce la sfida princi-pale della società guidata da Mossa con il lancio dietro l’angolo, a inizio 2017, del nuovo modello di servizio (Bg Personal Advisory). Un salto in avanti che proietta l’attenzione del mercato sulle pro-spettive future per provare a scrivere altri 10 anni di successi.

Rimango a disposizione per chi volesse informazioni ai miei recapiti: Grazia Mallus cell.: 335.6749622e-mail: [email protected]

Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sot-toscrizione nonché il Prospetto pubblicato e disponibile presso la sede della società, i soggetti incaricati della distribuzione e sul sito internet www.animasgr.it. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. Il valore dell’investi-mento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rim-borso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito.

MESSAGGIO PUBBLICITARIO.

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DI 21DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

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DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

l fine di dare un aiuto con-creto e mirato ai giovani,

figli e nipoti dei dirigenti iscritti all’Asso-ciazione, ALDAI-Federmanager ha dato il via da qualche anno ad ”ALDAI YOUNG” una linea dedicata di specifiche pensate e realizzate per fornire ai ragazzi opportunità, stimoli e momenti di condivisione.Nello specifico, grazie alla   pluriennale e proficua collaborazione con l'Agenzia per il Lavoro Randstad, ALDAI sta nuova-mente organizzando anche per il prossi-mo gennaio 2017 un corso di orienta-mento alla scelta post diploma.Il corso è valido ai fini dell’alternan-za scuola-lavoro (ai sensi della Legge 107/2015) ed è rivolto ai figli e nipoti dei

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Chiara Tiraboschi GiornalistaResponsabile Servizio Comunicazione e Marketing ALDAI

ALDAI Young

Un’opportunità per i giovanie il loro futuro Al via il corso di orientamento alla scelta post diplomavalido ai fini dell’alternanza scuola-lavoro (ai sensi della Legge 107/2015)

nostri soci che, terminate le superiori, si troveranno di fronte alla scelta di capire quale strada voler intraprendere.Il percorso,   svolto interamente da do-centi professionisti di  Randstad, preve-de tre tappe concentrate sulle seguenti tematiche: l’orientamento attitudinale, l’orientamento alla scelta post – diploma e al mercato del lavoro e l’orientamento di trasferibilità. Qualora interessati, vi invitiamo a darce-ne comunicazione tramite mail a: [email protected]à nostra premura contattarvi e for-nirvi tutte le informazioni in merito alle modalità di partecipazione e di paga-mento. Il corso è rivolto ai figli e ai nipoti dei dirigenti ed eventualmente, in caso di richiesta specifica, anche ai loro com-pagni di scuola che volessero partecipa-re all’iniziativa.

aEcco a cosa serve

il futuro: a costruire il presente con veri

progetti di vita

La prima edizione dell'iniziativa, previ-sta per gennaio, ha registrato un'am-pia adesione.A seguito delle numerose richieste si propone una seconda edizione per il mese di febbraio. Gli incontri si terranno in ALDAIvia Larga 31 - Milano, nei giorni di:

giovedì 9 febbraio 2017

mercoledì 15 febbraio 2017

mercoledì 22 febbraio 2017

dalle ore 15,00 alle ore 17,00.

Le aule prevedono un minimo di sette e un massimo di venti partecipanti e il costo a persona per l’intero percorso è di 97,60 euro. ■

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ANNO 3 NUMERO 6

Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

“Il contributo Assidai rateizzato: una svolta epocale per il Fondo”Il direttore Rossetti: “Rispondiamo alle esigenze degli iscritti con una grande novità, già accolta con favore”

lA pAROlA Al pREsidENtE

L a rateizzazione del contributo annuale? “L’idea nasce dal-le esigenze di molti

iscritti: è una svolta gestiona-le epocale”. La domiciliazio-ne bancaria dei pagamenti? “è condizione essenziale per accedere alla rateizzazione e dà garanzia totale sulla conti-nuità di copertura Assidai”. I nuovi incentivi previsti dalla Legge di Bilancio per il welfa-re aziendale? “Molto positivi, finalmente il Governo pone l’accento, in modo importan-te, su un tema cruciale per il futuro del nostro Paese”. Così Marco Rossetti, direttore di Assidai, commenta le ultime novità che riguardano il Fon-do sanitario integrativo.Anziché versare il contributo annuale di adesione ad Assi-dai in un’unica soluzione, si passa a quattro rate trime-strali. Come è nata l’idea di un cambiamento così radicale?Diversi iscritti, negli ultimi anni, ci avevano segnalato che versare il contributo in un’unica soluzione risulta-va essere piuttosto gravo-so. Una problematica che

avevamo ben presente, so-prattutto a fronte della cri-si economica che il Paese sta attraversando ormai da anni, ma di difficile soluzio-ne sia in ambito creditizio che assicurativo. Come noto Assidai, per l’adempimento dei propri scopi istituziona-li, ricorre al mercato assicu-rativo che pretende il versa-mento del premio da parte del Fondo anticipatamente e in un’unica soluzione. Nel corso del tempo abbiamo provato a verificare alcu-ne soluzioni con il mercato creditizio ma senza grandi risultati, fino al momento in cui ci siamo convinti che era arrivato il momento che Assidai si facesse carico di questa tematica oramai non più procrastinabile. Molti iscritti, infatti, ci segnalava-no che non riuscivano più ad affrontare economicamente il versamento del contributo in un’unica soluzione, causa per la quale alcuni non han-no più rinnovato l’iscrizione al nostro Fondo.Quindi come vi siete mossi?Abbiamo trovato interna-

mente le risorse economiche: ci faremo, infatti, carico del costo finanziario dell’ope-razione. Per minimizzare il rischio assicurativo abbiamo comunque scelto di consen-tire la rateizzazione solo a chi effettua il versamento del contributo attraverso la do-miciliazione bancaria.

>>> Continua a pagina 2

Le ultime settimane hanno portato novità positive per Assidai, per i suoi iscritti e, in generale, per la sanità integrativa in Italia. Una delle più importanti è si-curamente la rateizzazione del contributo annuale di adesione al nostro Fondo per i Piani Sanitari Individuali: un’idea nata dalle esigenze manifestate da molti iscritti, che non riuscivano più ad affrontare il versamento in un’unica soluzione a fine anno. Passare a quattro rate con cadenza trimestrale è una svolta cruciale per Assidai, che ha richie-sto un grande lavoro di cui siamo orgogliosi. Per usufruire di questa possibilità, tuttavia, bisogna scegliere il canale della domiciliazio-ne bancaria, che a sua volta offre vantaggi in termini di garanzia della copertura Assidai, di comodità e tracciabilità del contributo versato.Altra novità di rilievo è l’accelerazione impressa dal Governo al welfare aziendale. Grazie agli incentivi previsti dalla Legge di Bilancio 2017 sono stati alzati i limiti reddituali per le age-volazioni a 80mila euro e l’importo dei premi potenzialmente detassati. Uno scenario certa-mente favorevole per i fondi sanitari integra-tivi che, in Italia, acquistano sempre più peso come elemento a supporto della sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Non solo: in futuro, come affermato dal professor Marco Leonardi nell’intervista in ultima pagina, gli incentivi potrebbero essere ulteriormente po-tenziati. A vantaggio anche del nostro settore.Buona lettura.

www.assidai.it

lorena capoccia

di Tiziano neviani - PresidenTe assidai

salute

qualitàassistenza

welfare

benefit

Marco rosseTTi, direTTore assidai

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Pantone Orange 021 C Pantone 418 C

C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75

www.assidai.it

“l’impegno del governo per la sanità integrativa è fondamentale:noi però puntiamo a un’estensione degli incentivi per tutti i cittadini”Come vi aspettate che verrà accolta la novità?Con grande entusiasmo e i primi segnali vanno in questo senso. è una svolta epo-cale: ora ci aspettiamo di aumentare il nu-mero dei nostri iscritti sia riavvicinando al Fondo chi non riusciva più a rinnovare l’i-scrizione, sia suscitando l’interesse di altri manager e di conseguenza aumentando il numero degli iscritti a Federmanager. Perché scegliere la domiciliazione bancaria, in generale, oltre che per accedere alla ra-teizzazione? Perché dà garanzia di copertura. Ricordia-mo infatti che le prestazioni che vengono effettuate nel periodo di morosità non sono garantite. Procedere, quindi, con l’addebito bancario permette di evitare eventuali di-menticanze per il versamento del contribu-

to garantendo la continuità di copertura da un anno all’altro. Inoltre non è necessario recarsi presso gli sportelli bancari per ese-guire il versamento con evidenti vantaggi di comodità, oltre che di tracciabilità e si-curezza. Con la nuova Legge di Bilancio c’è un’ulte-riore spinta allo sviluppo del welfare azien-dale. Siamo sulla strada giusta? Direi proprio di sì. Dal nostro punto di vi-sta, dare incentivi alle aziende per puntare su sistemi di sanità integrativa è fonda-mentale: l’obiettivo, e la nostra ambizione, è che gli incentivi stessi vengano allargati, oltre che ai lavoratori, a tutti i cittadini e soprattutto a inoccupati e pensionati, che ne avrebbero più bisogno. Questo è l’unico sistema per contenere la spesa sanitaria so-

stenuta di tasca propria dai cittadini (anche detta “out of pocket”, ndr) in un momento in cui molte persone stanno rinunciando ad alcune tipologie di cure, probabilmente a causa della perdurante crisi finanziaria. In particolare si è registrata una maggiore flessione per le spese odontoiatriche, le vi-site specialistiche, la diagnostica e la pre-venzione. Siamo inoltre soddisfatti, nello specifico, che nella Legge di Bilancio 2017 siano stati aumentati i plafond per le aziende anche se auspichiamo che questo limite venga ulte-riormente incrementato per comprendere all’interno della manovra stessa i colleghi dirigenti che vorrebbero aumentare la con-tribuzione proprio ai fondi di assistenza sanitaria.

>>> continua dalla prima pagina - Intervista al direttore Rossetti

per usufruire del frazionamento gli iscritti devono sceglierela domiciliazione bancaria. una soluzione coraggiosa per assidai che, dopo anni di lavoro, l’ha totalmente autofinanziata grazie a efficienze interne

La possibilità di suddi-videre in quattro rate trimestrali il contributo 2017 per tutti coloro che

scelgono la domiciliazione ban-caria. è questa la grande novità che Assidai offre agli iscritti ai Piani Sanitari Individuali per il 2017; iscritti che, da anni, chie-devano di poter frazionare il versamento.Grazie a un intenso lavoro di contrattazione con il mercato creditizio e assicurativo oltre a

per il 2017 l’impegno nell’ero-gare la quota dell’Iva non più rimborsata dal Fasi dal primo gennaio 2015, sempre nei limiti dei massimali e delle prestazio-ni previsti dal piano sanitario dell’iscritto. Tutto ciò comporta un aggravio di costi non indif-ferente per il bilancio tecnico di Assidai ma è intenzione del Fondo sostenere gli iscritti nel rimborso di spese importanti,

che nel caso, per esempio, di interventi chirurgici diventano rilevanti. Per maggiori informazioni su come iscriversi ai Piani Sa-nitari o rinnovare la propria iscrizione è a completa dispo-sizione il Customer Care As-sidai al numero 06 44070600 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00.

QuAttro rAte per IL contrIbuto 2017una riorganizzazione dei pro-cessi interni, il Fondo è riuscito finalmente a trovare una solu-zione, totalmente autofinan-ziata, che consente di allegge-rire lo sforzo economico dei manager iscritti, distribuendolo su quattro rate con le seguenti scadenze: 31 dicembre 2016, 31 marzo 2017, 30 giugno 2017 e 30 settembre 2017. Una svolta voluta fortemente dal Consiglio di Amministrazione di Assidai poiché permette a molti iscrit-ti (in particolare pensionati) di conciliare i versamenti per il rinnovo dell’iscrizione al Fondo con le spese correnti e straordi-narie da sostenere alla fine di ogni anno.Va ribadito, tuttavia, che bi-sogna scegliere il canale della domiciliazione bancaria per aderire alla rateizzazione: uno strumento che garantisce sicu-rezza, tracciabilità, e continuità di copertura, visto che in caso di morosità Assidai non procederà con il rimborso delle spese me-diche sostenute. Per quanto riguarda il livello delle prestazioni offerte, in-vece, Assidai conferma anche

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www.assidai.it

Legge dI bILAncIo, turbo AL weLFArealzati i limiti reddituali per le agevolazioni a 80mila euro e l’importo dei premi potenzialmente detassati

Il Governo punta ancora sul welfare aziendale. La Legge di Bilancio 2017, in-fatti, ha rafforzato le già

significative novità introdotte nei mesi scorsi, segnando un ulteriore passaggio verso l’af-fermazione del welfare azien-dale come fulcro della contrat-tazione nazionale, territoriale e aziendale. Una leva da aziona-re per incentivare la competi-tività delle imprese, ma anche una solida base di partenza per una ulteriore valorizzazione del ruolo dei fondi sanitari in-tegrativi come Assidai.

I fondi sanitari diventano protagonistiGrazie alla nuova normativa, i fondi sanitari non sono più solo “un’opzione”, che dipendenti e manager possono attivare, ma il punto di incontro tra azienda e lavoratori con potenziali e si-

gnificativi vantaggi economici per entrambi. Su questo tema va evidenziata una importante modifica all’articolo 51, comma 2 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che estende la pos-sibilità di convertire i premi di risultato a favore dell’utilizzo di strumenti di welfare per godere del regime di totale detassazio-ne (in pratica non si paga nep-pure l’imposta sostitutiva del 10%). Tra questi strumenti ven-gono citati i contributi a forme pensionistiche complementari, quelli per l’assistenza sanitaria ma soprattutto, recita testual-mente la legge, “i premi versa-Esempio /1

IPOTESI DI BASE

• Reddito imponibile: 50.000 euro• Premio monetario: 4.000 euro• Contributo c/azienda: 28%• Contributo c/dipendenti: 10,49%• Aliquota Irpef media: 30,28%• Imposta sostitutiva: 10%

= Nel 2016, il lavoratore di questo esempio ha ricevuto un premio di risultato di 4.000 euro e grazie alla norma presente nella scorsa Legge di Stabilità ha ricevuto in busta paga più 363 euro rispetto al 2015. Anche nel 2017, riceverà un premio di risultato di 4.000 euro. Rispetto al 2015, riceverà altri 363 euro, per un totale di 726 euro in più in busta paga 5

2015 2016 (*) 2017

Costo azienda 5.120 5.120 5.120

Contributi c/o azienda 1.120 1.120 1.120

Premio lordo 4.000 4.000 4.000

Contributi c/o dipendente

- 420 - 420 - 420

IRPEF - 1.084 - 542 -

Imposta sostitutiva - - 179 - 358

Netto in tasca 2.496 2.859 3.222

Differenzarispetto al 2015

- + 363€ + 726€

(*) Nel 2016, solo 2.000 euro beneficiano dell’imposta sostitutiva al 10%

ti dal datore di lavoro a favore della generalità dei dipendenti o di categorie di dipendenti per prestazioni, anche in forma as-sicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti del-la vita quotidiana o aventi per oggetto il rischio di gravi pato-logie”. Oppure, ancora, i sussidi occasionali concessi dal datore di lavoro per rilevanti esigenze personali e familiari del singolo dipendente. A tal proposito, va ricordato che la copertura della cosiddetta Long Term Care (l’e-ventuale non autosufficienza) è uno dei punti di forza di Assi-

dai e, dallo scorso anno è este-sa, peraltro, anche al coniuge dell’iscritto/a. Benefici per tutti: dipendenti, imprese e StatoL’intervento del Governo chia-risce inoltre che il welfare aziendale può essere stabilito non soltanto dalla contratta-zione di secondo livello ma anche dai contratti collettivi nazionali, sia del settore pri-vato sia pubblico. Prende così forma uno scenario che pre-senta vantaggi per tutti i sog-getti coinvolti: i dipendenti, le aziende e lo Stato. I primi, coperti da contratti aziendali, godono di un aumento netto della busta paga perché rispet-to alla Legge di Stabilità 2016 si aumenta la quota di pre-mio tassata al 10% e il limite di reddito. Tutto ciò è positivo anche per le aziende, poiché la tassazione ridotta opera solo con veri incrementi della produttività e dell’efficienza, di cui beneficia innanzitutto l’impresa stessa; senza conta-re che se il premio viene con-vertito in previdenza comple-mentare il costo per l’azienda è zero. Infine, di questo circolo virtuoso beneficia anche lo Stato, perché si mette in moto un meccanismo integrativo e sussidiario, rispetto alle politi-che sociali nazionali, dei piani contrattuali di welfare.

InfografIca2

“l’impegno del g Un esempio pratico

prodUttività e welfare contrattUale

QuAttro rAte per IL contrIbuto 2017

Aumenta la detassazione del salario di produttività: potranno avvalersene i lavoratori che guadagnano fino a 80mila euro di reddito annuo con un tetto di 4mila euro di premio se coinvolti nell’organizzazione aziendale.

Questa misura: • Favorisce la produttività, spostando la contrattazione laddove

si possono operare scambi positivi tra aumenti di efficienza e incrementi salariali.

• Consente risparmi fiscali alle aziende e aumenta i salari dei lavoratori raggiunti da contrattazione aziendale.

Esempio /1

IPOTESI DI BASE

• Reddito imponibile: 50.000 euro• Premio monetario: 4.000 euro• Contributo c/azienda: 28%• Contributo c/dipendenti: 10,49%• Aliquota Irpef media: 30,28%• Imposta sostitutiva: 10%

= Nel 2016, il lavoratore di questo esempio ha ricevuto un premio di risultato di 4.000 euro e grazie alla norma presente nella scorsa Legge di Stabilità ha ricevuto in busta paga più 363 euro rispetto al 2015. Anche nel 2017, riceverà un premio di risultato di 4.000 euro. Rispetto al 2015, riceverà altri 363 euro, per un totale di 726 euro in più in busta paga 5

2015 2016 (*) 2017

Costo azienda 5.120 5.120 5.120

Contributi c/o azienda 1.120 1.120 1.120

Premio lordo 4.000 4.000 4.000

Contributi c/o dipendente

- 420 - 420 - 420

IRPEF - 1.084 - 542 -

Imposta sostitutiva - - 179 - 358

Netto in tasca 2.496 2.859 3.222

Differenzarispetto al 2015

- + 363€ + 726€

(*) Nel 2016, solo 2.000 euro beneficiano dell’imposta sostitutiva al 10%

Esempio /1

IPOTESI DI BASE

• Reddito imponibile: 50.000 euro• Premio monetario: 4.000 euro• Contributo c/azienda: 28%• Contributo c/dipendenti: 10,49%• Aliquota Irpef media: 30,28%• Imposta sostitutiva: 10%

= Nel 2016, il lavoratore di questo esempio ha ricevuto un premio di risultato di 4.000 euro e grazie alla norma presente nella scorsa Legge di Stabilità ha ricevuto in busta paga più 363 euro rispetto al 2015. Anche nel 2017, riceverà un premio di risultato di 4.000 euro. Rispetto al 2015, riceverà altri 363 euro, per un totale di 726 euro in più in busta paga 5

2015 2016 (*) 2017

Costo azienda 5.120 5.120 5.120

Contributi c/o azienda 1.120 1.120 1.120

Premio lordo 4.000 4.000 4.000

Contributi c/o dipendente

- 420 - 420 - 420

IRPEF - 1.084 - 542 -

Imposta sostitutiva - - 179 - 358

Netto in tasca 2.496 2.859 3.222

Differenzarispetto al 2015

- + 363€ + 726€

(*) Nel 2016, solo 2.000 euro beneficiano dell’imposta sostitutiva al 10%

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Welfare24I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i

Il Sole 24 Ore Radiocor Agenzia di Informazione Registrato al n. 185 del 16.5.2014 presso il Tribunale di Milano Direttore responsabile: Lorenzo Lanfrancone

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il punto di vista

Dalle analisi Bankita-lia sappiamo che negli ultimi anni, complici la contrazione dei fatturati ma soprattutto la sfidu-cia verso la possibilità di

una ripresa economica, gli strumenti di incentivazione della produttività sono stati gradualmente tralasciati dalle im-prese italiane. Pertanto, bene ha fatto il governo con questa manovra a con-fermare l’utilizzo della leva fiscale per

sostenere la premialità e, soprattutto, a detassarla ulteriormente quando essa è tradotta in welfare. Ci piace pensare che la Legge di Bilan-cio 2017 alimenterà la propensione de-gli imprenditori verso l’investimento in welfare aziendale in modo da agire più decisamente a livello di contrattazione di lavoro, e stabilizzare, per tutti i set-tori, il riferimento a sanità e previdenza integrative. Entrambe, più di altri tipi di benefit pur graditi, sono da considerare

i pilastri su cui costruire una società più sana e un’economia più competitiva.Rendiamo queste misure il più possibi-le strutturali e dotiamole progressiva-mente di autonomia rispetto al sistema dei premi di risultato: ne deriverà sicu-ramente un vantaggio condiviso e un nuovo modello di “welfare community” che corrisponde al disegno di Federma-nager e delle più moderne politiche di relazione industriale già in atto in altri Paesi.

per unA weLFAre coMMunItY dI steFAno cuzzILLA, presIdente FederMAnAger

“uno stIMoLo per LA sAnItà IntegrAtIvA”il professor marco leonardi (consigliere economicodella presidenza del consiglio): “la legge di bilancio potenzia gli incentivi sul welfare”

“La filosofia è quel-la dell’anno scor-so, fornire un incentivo che si

inquadra nella contrattazione di secondo livello. Visto il suc-cesso ottenuto nella Legge di Bilancio 2016, abbiamo deciso di potenziare le misure previ-ste sia per quanto riguarda i tetti salariali sia per l’importo dei premi potenzialmente de-tassati convertendoli in wel-fare”. A parlare è Marco Leo-nardi, professore associato di Economia Politica presso l’U-niversità di Milano. Leonardi è consigliere economico della Presidenza del Consiglio alle riforme del mercato del la-voro ed insieme al professor Tommaso Nannicini (ordina-rio alla Bocconi di Milano) è uno dei membri di spicco della squadra del Governo su que-sto settore.

Professore, quale è lo spirito di questa riforma in un perio-do non facile per l’economia italiana e per le fasce più de-boli per la popolazione? L’idea è quella di alleggerire la pressione in un momento in cui i salari nazionali non possono dare grandi soddi-sfazioni dal punto di vista economico. Questo, oltre che per le aziende private, potreb-be valere anche per il settore pubblico: è indubbio che avere un welfare detassato anziché un salario tassato può essere una prospettiva interessan-te per tutti. Basta svolgere una facile simulazione sulla conversione di un premio di 2mila euro per capire l’utilità di questa misura. In futuro volete puntare ul-teriormente sullo sviluppo, attraverso adeguati incentivi, del welfare aziendale?Certamente sì, è una strada che vogliamo percorrere an-che se quanto fatto nell’ulti-mo anno, specie per quanto riguarda le grandi aziende, è già molto importante. In que-sto momento come possibili sviluppi vedo sicuramente il settore pubblico, che è anco-ra poco sviluppato. E poi c’è il tema delle piccole aziende dove si potrebbe pensare di introdurre un po’ di decon-

tribuzione per le imprese che mettono a punto piani di par-tecipazione per il personale. Ecco, questa è una cosa che si potrebbe fare a breve, magari con un emendamento all’at-tuale Legge di Bilancio. Quanto introdotto a livello di welfare aziendale favorisce anche lo sviluppo della sanità integrativa in Italia?Direi proprio di sì. A tale pro-posito vorrei sottolineare un aspetto legato all’attuale Legge di Bilancio che forse è passato in secondo piano. Attualmente, i contributi ver-sati dai lavoratori dipendenti ai fondi integrativi del Ser-vizio sanitario nazionale (in conformità di contratto o di accordo o regolamento azien-dale, ndr) sono deducibili dal

reddito per un importo com-plessivamente non superiore a 3.615,20 euro. Ecco, se il la-voratore decide di convertire il premio in sanità integra-tiva, l’importo non intacca il massimale previsto dal 730. Mi sembra si tratti di una no-vità non da poco, che aiuterà ulteriormente lo sviluppo di questo settore.

Se il lavoratore dipendente decide di convertire il premio in Sanità integrativa l’importo non intacca il maSSimale di 3.615,20 euro previSto dal 730 per la deducibilità fiScale di queSte SpeSe

marco leonardi > Docente di Economia Politica

Marco Leonardi è professore asso-ciato di Economia Politica presso l’Università Statale di Milano. Lau-reato in Bocconi con il massimo dei voti, 44 anni, Leonardi è un grande esperto di tematiche del mercato del lavoro (su questo tema è consi-gliere economico della Presidenza del Consiglio) e vanta una profonda esperienza internazionale in ambi-to accademico.

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DI 27DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ERVIZI AGLI ASSOCIATIsLeader in campo Programma di “manutenzione” delle competenze trasversali del manager 4.0 Giancarlo Civita Socio e Tutor ALDAI

Etica d’ImpresaLa storia occidentale ha insegnato che società civile ed imprenditoria sono cre-sciute in sistemi sociali radicati a fonda-menti morali ben precisi. Anche le reli-gioni hanno influenzato la morale, per far funzionare al meglio il mondo degli affari. Correttezza, rigore morale, qua-lità, etica e deontologia, sono stati tra i principali valori di riferimento. Veri mo-tori per un sano sviluppo della società e dell’economia moderna. Da diversi anni, sembra che si siano confusi (ed a volte persi), molti valori e princìpi etici. Per fortuna ci sono molti esempi di aziende virtuose, che mantengono alto il valore etico del fare impresa, e fon-dano i propri comportamenti su solidi

princìpi. Risultando vincenti nel tempo. Una disarmonica corsa alla globalizza-zione sta producendo una squilibrata polarizzazione della società civile. Nuovi poveri, forzati a sacrificare, oltre al be-nessere, valori come libertà e dignità. Nella società ed, in parte, nell’impresa, quanto si è diffuso l’errato concetto: ”vali per quello che hai” molto più di: “vali per quello che sei”? La morale, l’etica, la deontologia, quanto sono state sacrifi-cate per raggiungere uno scopo, “a tutti i costi”?In alcuni casi, pochi o tanti che siano, tutto ciò che è ritenuto utile è stato de-finito “morale”. Nessun valore è più fine a se stesso e senza prezzo, come i sani princìpi vor-rebbero. Quanto si sta radicando, o si è radicata, questa corrosione della co-scienza morale?

E questo, quanto può aver contribuito a portarci dove siamo?Una parte della società e dell’economia sembrano alle corde perché hanno per-so alcuni riferimenti etici, sostituendoli con idoli materiali di dubbia moralità. Una delle conseguenze di questo mate-rialismo malato è stata la ricerca compul-siva di avere, possedere, il più possibile.

Avere a tutti i costiLa minore disponibilità economica per molti e la smania di “avere a tutti i costi”, ha portato a nuove logiche commerciali. Su questi presupposti si è diffuso il low cost. Il low cost ha dominato per molto tempo ed ancora ha un ruolo economi-co di rilievo. Questo ha penalizzato la qualità. Dall’alimentazione alla sanità; dai trasporti alle vacanze; dalla scuola alla formazione. Coltivazioni intensive, scarso rispetto per i cicli della terra: tutto deve essere prodotto presto ed a costi inferiori. E così per il mare e per i cieli. Gandhi, inascoltato, diceva: “Sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l’ingordigia di pochi”. Quale prezzo pagheranno le prossime generazioni per queste scelte?La politica risolve sempre meno i proble-mi dei cittadini. Si generano populismi che non fanno meglio. Nel campo del lavoro si va da “soluzioni” precarie come i voucher fino a fenomeni di neo-schia-vismo come il caporalato. In nome della globalizzazione mangiamo alimenti che percorrono migliaia di chilometri in con-tainer, per nave o in aereo: avvelenando l’ambiente prima e la nostra salute poi.

LEADER IN CAMPO ›››

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DI28 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ERVIZI AGLI ASSOCIATIs

Persino nel nome di Dio si arriva a com-piere stragi. L’esasperazione delle persone, l’incertez-za per i propri figli, la disillusione conti-nua alimentano rabbia e paura. Dove ci porta questa strategia?In positivo, e questo dà fiducia, si assiste ad una lenta, ma crescente, nuova ricer-ca di qualità, per la quale si è disponibili a pagare il giusto prezzo. Anche se, pur-troppo, non tutti possono permetterse-lo. La qualità come scelta esistenziale, ancor prima che come scelta materiale. Ci sono diffusi segnali di un’inversione di tendenza. Nascono così le coltivazioni non intensive e gli acquisti a km 0. Molti giovani lasciano i call center per tornare a mestieri abbandonati, per riscoprire il loro immutato valore. Il coraggio di que-ste scelte visionarie sarà vincente.Per questa sfida, l’impresa si dovrà far trovare pronta a fornire il proprio con-tributo di valori. Un Rinascimento anche imprenditoriale. Dove essere è più im-portante di avere. Dove le persone sono più importanti delle cose.

Le persone e le coseUno specifico valore, da recuperare e/o da rafforzare, è la cura delle competen-ze delle persone che vivono in azienda. La formazione come processo continuo

ed integrato e non come spot occasio-nale. La cifra del ciclo economico dei nostri giorni, è la velocità delle sfide che le aziende ed i propri dipendenti, a tutti i livelli, devono continuamente affron-tare. Velocità che non consente errori e deve garantire il successo. Chi è chiama-to ad essere protagonista è il gruppo di manager che deve realizzare le strategie aziendali, per assicurare sviluppo e be-nessere alla società.Usando una metafora sportiva, un atleta si allena a lungo tra una performance e l’altra. La fase di allenamento è irrinun-ciabile, anche quando le gare sono rav-vicinate. Senza allenamento adeguato, si rischia di perdere la gara successiva. Nes-sun atleta rinuncia alla “manutenzione” delle proprie risorse, fisiche e mentali.Un mio allenatore diceva: “Bisogna alle-nare prima l’uomo e poi l’atleta”. Ho impa-rato nel tempo quanto fosse una grande verità, non solo in campo sportivo. Della “manutenzione” fa parte anche l’analisi delle performance precedenti, per capi-re cosa ha funzionato e cosa deve essere migliorato; con un continuo allenamen-to mirato alle necessità. Chi potrebbe pensare che una macchina da corsa non sia oggetto di revisione e manutenzione completa tra una gara e l’altra?Ci fideremmo di più a salire su un aereo,

“Possano le vostre scelte esprimere

le vostre speranze,non le vostre paure”

Nelson Mandela

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sapendo che riceve revisione periodica, o su un aereo sapendo che la compa-gnia risparmia sulla manutenzione? E la “manutenzione” delle competenze e della salute psico-fisica dei piloti? Per noi viaggiatori quanto conta? Voglia-mo che la compagnia aerea investa in questo o lo riteniamo un optional? Alla velocità delle sfide aziendali, spesso, troppo spesso, non si affianca, con me-todo, il criterio sportivo, dei piloti o delle macchine; per la “manutenzione” delle competenze delle persone coinvolte in azienda. In particolare dei propri ma-nager, a cui è delegata la responsabilità di gestire le risorse aziendali in maniera efficiente ed efficace. L’alibi più frequen-te è “non c’è tempo”; “non ci sono i soldi”; “ora abbiamo altre priorità”, o altre tristi e miopi scuse. Domanda: quanto spen-de all’anno un’azienda per la manuten-zione dei propri impianti produttivi? E quanto spende, la stessa azienda, nello stesso anno, per la “manutenzione” delle competenze dei propri manager? La ri-sposta “misura” la scala di valori che gui-da quell’azienda.Si scopre che l’azienda dà più valore alle cose che alle persone, che quelle cose utilizzano. Un rovesciamento della scala dei valori tra persone e cose, che spesso si è dimostrata debole e pericolosa.Con l’iniziativa: Leader in campo: ma-nutenzione delle competenze tra-sversali del manager 4.0 (vedi box a pagina 29), ALDAI intende dare, tra le tante iniziative, un ulteriore contributo di esperienza e testimonianza, rivolto ai giovani manager, dirigenti e quadri direttivi in servizio, per un costruttivo confronto su cruciali competenze tra-sversali (vedi articoli sullo stesso tema sul numero di luglio e dicembre 2016).Non sarà un corso di formazione, propria di specifici corsi proposti da scuole qua-lificate. Ogni partecipante avrà un ruolo attivo, per favorire lo scambio di espe-rienze e competenze. Un’officina delle competenze. Si tornerà a casa con una “cassetta per gli attrezzi” in parte nuo-va ed in parte rinnovata ed aggiornata; pronta all’uso dal giorno dopo, in azien-da e, forse, non solo. ■

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ERVIZI AGLI ASSOCIATIsLEADER IN CAMPO

Per motivi organizzativi e di gestione dell'aula il numero consentito sarà di 15 partecipanti.

Info e modalità di prenotazione: www.aldai.it

Riteniamo che le persone siano fatte per essere amate

e le cose siano fatte per essere usate.

TEMI E CALENDARIO 2017Il manager ed il leader – il management – la leadership.

CAPO, MANAGER, LEADERdue incontri • giovedì 16 febbraio • martedì 21 febbraio

LEADERSHIPquattro incontri• martedì 28 febbraio; • martedì 7 marzo• martedì 14 marzo• martedì 21 marzo STRATEGY EXECUTION due incontri • martedì 28 marzo • martedì 4 aprile

1

2

3

DestinatariGiovani dirigenti e quadri direttivi, max 50 anni, in servizio.

Modalità di partecipazionePer ogni tema, sarebbe poco efficace partecipare solo ad una delle due giornate e non all’altra. Sarebbe come vedere solo un tempo di un film…Ovviamente è anche possibile iscriversi al tema 1 ed al tema 2, che richie-dono sei incontri in sei settimane consecutive. Il primo ed il terzo tema si svilupperanno, ciascuno, in due incontri in due settimane consecutive. Il tema della Leadership richiederà invece quattro incontri, in quattro set-timane consecutive.

ARGOMENTI DI OGNI TEMA

Il primo tratterà del capo, del manager e del leader. Semplici ed efficaci tools per fare di un capo un buon manager. Cosa distingue un capo da un manager? E da un leader? Quali sono le competenze “base” di un buon manager? Quali “segreti” fanno di un manager un buon manager?

Il secondo focalizzerà le caratteristiche del leader e la leadership.Lo stile di leadership più efficace e la leadership come leva gestionale.È meglio un Leader democratico o autoritario?Quando si parla di Leadership come leva gestionale?Cosa differenzia un leader da un manager?Qual è la competenza principale di un manager? E di un leader?

Il terzo tema affronterà la strategy executionConsentirà di mettere in pratica quanto sviluppato nei primi due temi.Perché le strategie non sempre funzionano?Qual è la chiave del successo della strategia?La realizzazione della strategia si può “misurare”?

A queste e ad altre domande si darà risposta, scambiandosi le reciproche esperienze. Mettendo a fattore comune le best practices e le proprie com-petenze.

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Gli incontri, che si svolgeranno dalle ore 17,30 alle ore 20,00 circa in ALDAI, avranno cadenza settimanale a partire da febbraio 2017 per otto settimane.

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DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ORMAZIONE

Impresa in azione

i mpresa in azione è un programma di educazione imprenditoriale che

offre agli studenti delle Scuole Superiori una formula di apprendimento pratico per acquisire e potenziare le competen-ze imprenditoriali quali creatività, de-terminazione, leadership, teamworking, gestione progetti, comunicazione. Il pro-getto è accreditato dal MIUR come per-corso di Alternanza Scuola-Lavoro.Impresa in azione è sviluppato da Junior Achievement Italia, organizzazione non

profit che raggiunge ogni anno più di 28.000 studenti tra i 16 e i 19 anni delle scuole italiane. I programmi didattici gratuiti diffondo-no competenze economico-imprendito-riali, finanziarie e tecnico-scientifiche, in appoggio ai docenti interni alle scuole e grazie al supporto di esperti d’azienda, volontari, manager di imprese ed orga-nizzazioni.VISES, Onlus di riferimento di Federma-nager, dedica particolare attenzione al diritto dei giovani a ricevere una istruzio-ne adeguata e propone strumenti atti a facilitare il loro positivo inserimento nel

mondo del lavoro. VISES-Gruppo Milano avvia la collaborazione con JA Italia ade-rendo da quest'anno al progetto Impre-sa in azione, per mettere a disposizione come esperti d’azienda delle scuole su-periori della Lombardia le competenze dei propri soci, dirigenti d’azienda desi-derosi di indirizzare pro-bono le proprie professionalità nel sociale. Le imprese JA sono “mini-imprese” co-stituite da una classe o da un gruppo di studenti di 3ª, 4ª o 5ª sia di Istituti Tecnici sia Istituti Professionali o di Licei. Noi di VISES-Gruppo Milano abbiamo deciso di prendere parte attiva al programma

Giovanni Carnaghi Consigliere ALDAI

Francesco DindoCoordinatore Vises - Gruppo Milano

Un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro che offre l ‘opportunità di trasmettere ai giovani la nostra cultura di impresa

in collaborazione con

Gli studenti organizzano e gestiscono la mini-impresa seguendo la JA Roadmap.La JA Roadmap indica la sequenza dei passi da compiere:– dalla validazione dell'idea (che aiuta a definire la propria idea innovativa di business) alla costituzione della mini-impresa,

che opera concretamente in “ambiente didattico protetto” (capitale sociale massimo 1.000 €);– a seguire la gestione finanziaria, la produzione, il marketing &vendite;– infine la competizione, che prevede la partecipazione ad una fase finale di competizione regionale tra le differenti scuole,

e la certificazione finale, che rappresenta un opportuno momento di esame finale su quanto appreso dal progetto.

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DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ORMAZIONE

Il Gruppo Seniores Edison (GSE) e l’Associazione Lombarda Dirigenti di Aziende Industriali (ALDAI)bandiscono un concorso per l’assegnazione di due Borse di studio intitolate a:

“Ing. Giacomo Bonaiuti”Le Borse di studio, finanziate dalla famiglia Bonaiuti, da GSE e da ALDAI,sono del valore di euro 4.000 ciascuna.

27a Borsa di studio “Ing. Giacomo Bonaiuti”BANDO DI CONCORSO 2017

Possono candidarsi alla Borsa di studio gli studenti iscritti all’anno accademico 2016-2017 alla facoltà di Chimica, Chimica Industriale, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Ingegneria Chimica presso le Università della Regione Lombardia. Il Regolamento completo è stato pubblicato a pagina 21 della rivista di dicembre ed è consultabile e scaricabile dal sito www.aldai.it. Si ricorda ai partecipanti che la domanda di ammissione al concorso deve essere redatta in carta protocollo semplice completa di indirizzo, recapito telefonico ed informatico. La documentazione deve pervenire entro venerdì 17 febbraio 2017, con il consenso al trattamento dei dati personali secondo il D. Lgs. 196/03.

Inviare la documentazione a: ALDAI - Gabriella Canuti - Borsa di studio “ing. Giacomo Bonaiuti” via Larga 31 - 20122 Milano - indirizzo e-mail: [email protected]

Bando completo a pagina 21 - Dirigenti Industria - dicembre 2016

Impresa in azione dopo aver partecipato quale giudici della competizione lom-barda tra le Imprese JA, a conclusione delle JA Roadmap dello scorso anno scolastico.Questo ci ha permesso di provare con mano quanto il progetto aiuti i giovani a stimolare il proprio senso di iniziativa e ad entrare in una mentalità imprendito-riale, aspetti entrambi molto importan-ti per avvicinarsi in maniera positiva al mondo del lavoro. Opereremo quest’an-no come esperti d’azienda/tutor azien-dali per seguire le scuole che supportia-mo nello svilupparsi delle JA roadmap lungo l’intero anno scolastico. Il tutor aziendale incontra gli studenti almeno una volta al mese e li aiuta nel loro progetto mettendo a disposizione le proprie competenze professionali... e non solo (...il ruolo viene definito con tocco più affettuoso “dream coach” per sottolineare i contributi valoriali di visio-ne, di ispirazione e di impegno che tanto si ha bisogno di testimoniare e trasferire ai giovani).

Intendiamo proporre questa iniziativa a tutti i colleghi che possano essere interessati perché la riteniamo molto valida e stimolante. Per avere più informazioni su questo progetto e per proporsi come Tutor Aziendali entro gennaio 2017, per questo anno scolastico, scrivete a:[email protected] e sarete ricontattati. ■

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DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ORMAZIONE

Sostegno alla formazione per la trasformazione digitale

ondirigenti ha pubblicato il 30 no-vembre 2016 il terzo avviso 2016 finalizzato a promuovere la cultura digitale dei manager per la competi-tività delle imprese.

In chiusura anno 2016 Fondirigenti ha deciso di promuovere un nuovo Avviso, impegnando 5 milioni di euro a favore delle imprese aderenti, per favorire la preparazione “digitale” dei manager. In sinergia con il Piano Nazionale Indu-stria 4.0 predisposto dal Governo, l’ar-gomento dell’Avviso riguarda specifica-mente la diffusione della cultura digitale attraverso Piani formativi aziendali fina-lizzati allo sviluppo di competenze spe-cifiche per la trasformazione digitale.I Piani formativi dovranno essere pre-sentati in forma singola per affermare la centralità delle imprese nella realizza-zione delle attività e nell’individuazione dell’offerta formativa più rispondente alle proprie esigenze.Gli interventi formativi potranno riguar-dare lo sviluppo di competenze digitali per:

Il termine ultimo per la ricezione dei Piani è fissato entro e non oltre le ore 13.00 del 2 marzo 2017.

Informazioni e chiarimenti sulla presen-tazione potranno essere richiesti trami-te e-mail, attraverso l’indirizzo di posta elettronica dedicato: [email protected].

I quesiti saranno accettati fino alle ore 13.00 del 24 febbraio 2017.

Si ricorda che l’Avviso è una procedura selettiva e, in quanto tale, le iniziative verranno sottoposte ad una valutazione formale, da parte della struttura del Fon-do, e di merito, da parte di una Commis-sione di valutazione esterna. Al termine della procedura di valutazione, la Com-missione provvederà alla stesura di una graduatoria secondo il punteggio otte-nuto dai Piani. Nel corso del 2017 saran-no promossi nuovi Avvisi a favore della crescita manageriale e competitiva delle aziende. La tempistica di pubblicazione e i temi saranno diffusi dal Fondo con sufficiente anticipo per consentire la più ampia partecipazione degli aderenti. ■

Silvia RomagnoliServizio Orientamento e Formazione ALDAI

progettare e realizzare un piano azien-dale di trasformazione digitale; innovare i processi produttivi; utilizzare dati e informazioni come ri-

sorse per il business; garantire la sicurezza e privacy dei dati

e delle informazioni aziendali; gestire o avviare processi di commer-

cializzazione on-line; gestire o migliorare la propria e-repu-

tation o promuovere prodotti, servizi, progetti, eventi.

Saranno esclusi dal finanziamento in-terventi formativi che non siano stretta-mente collegabili ai suddetti temi, così come i Piani che riguarderanno unica-mente un training che non sia inquadra-bile in processi di innovazione digitale in ambito Industria 4.0 e di miglioramento delle performance aziendali.Il finanziamento massimo ammissibile per ciascun Piano formativo non potrà superare 15.000 euro.La compilazione dei Piani, secondo la modulistica predisposta dal Fondo, dovrà essere effettuata esclusivamen-te online, sul sito web di Fondirigenti, attraverso l’area riservata alle Aziende/Parti Sociali Proponenti.

In chiusura anno 2016 Fondirigenti ha deciso

di promuovere un nuovo Avviso, impegnando 5 milioni di euro a favore delle imprese

aderenti, per favorire la preparazione “digitale”

dei manager

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Per ulteriori informazioni o per ricevere il depliant informativo del corso rivolgersi alla

Segreteria Corsi ANIMP (Manuela Corbetta)dalle ore 9.00 alle ore 13.00

Tel. 02.6710.0740 ext 7 - Fax 02.6707.1785e-mail: [email protected]

oppure consultare il sito www.animp.italla voce FORMAZIONE.

La partecipazione ai corsi ANIMP prevede l’assegnazione di CREDITI FORMATIVI da parte dell’Ordine degli Ingegneri

Comunichiamo che, su nostra richiesta, la Direzione ANIMP ci ha confermato

che ai Soci ALDAI che si iscriveranno ai corsi promossi dall’ANIMP

a titolo individuale verranno concesse le stesse agevolazioni praticate ai loro iscritti.

La prefabbricazione nella costruzioneA cura di ANIMPMilano, 14 febbraio 2017

Il corso è rivolto a dipendenti di imprese appaltatrici medie e grandi che desiderano acquisire o ampliare la conoscenza di base sulla prefabbricazione nell’ambito della realizzazione di un impianto.• Project manager• Construction manager• Project engineer manager• Planner

Conoscenze essenziali di project management per la gestione operativa dei progettiA cura di ANIMPMilano, 21-22-23 febbraio 2017

Il corso è stato ideato e messo a punto per preparare il personale con esperienza di lavoro in funzioni aziendali specialistiche, che deve essere inserito in un team di lavoro per la realizzazione di un progetto, ma anche per il personale assunto da poco tempo in Azienda e che deve essere introdotto rapidamente nel processo operativo.

Corso professionale sul project management (IPMA competence baseline)A cura di ANIMP-IPMAITALYMilano, 1º modulo 2-3-4 marzo 2º modulo 16-17-18 marzo 2017

Il corso è destinato a persone che operano nei settori industriali, nei servizi e negli enti pubblici (quali manifatturiero, telecomunicazioni, informatico, impiantistico, infrastrutture, banche, assicurazioni, sanità, pubblica amministrazione,..) e che hanno qualche conoscenza dei concetti su cui si fonda la “Gestione per Progetto” acquisita tramite lo studio teorico e/o la partecipazione attiva, operando all’interno di team di lavoro, alla realizzazione di un progetto.Il corso fornisce a ciascun partecipante, qualora fosse interessato alla Certificazione professionale di Project Manager secondo la metodologia IPMA, le conoscenze di base sulle quali si articola la Certificazione ANIMP-IPMA (Italian Certification Body).

Constructability: ingegneria e procurement “construction oriented” A cura di ANIMPMilano, 9 marzo 2017

Il corso è rivolto a dipendenti di EPC Contractor e di Imprese Appaltatrici piccole, medie e grandi che desiderano acquisire o ampliare la conoscenza di base della impostazione e gestione della Constructability nella realizzazione di progetti. Il corso è rivolto pertanto a:• Project Engineer• Project Control Coordinator • Planing Engineer• Construction Manager• Construction Supervisor• Project Manager• Proposal Manager• Construction Engineer

Corsi di Formazione ANIMPfebbraio-marzo 2017

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DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

AVOROl

uesto il tema del 20° Conve-gno Scuola-Lavoro, indetto dalla Federazione Maestri del Lavoro Consolato Provin-ciale di Milano, che si è tenu-

to con il mondo della scuola, giovedì 17 novembre 2016, presso la prestigiosa Sala delle Conferenze di Assolombarda. La manifestazione ha registrato la con-sueta interessata partecipazione di nu-merosi convenuti distribuiti fra pubblico e operatori dell’area scolastica. Un folto gruppo di studenti, di insegnanti e di fa-miliari, ha garantito un attento interesse alle argomentazioni trattate. Rilevante e significativo il patrocinio attribuito all’e-vento da parte del Comune di Milano, del Ministero dell'Istruzione Università e della Ricerca (Ufficio Scolastico per la Lombardia A.T. Milano) e Città metropo-litana di Milano. Non sono poi mancate varie sponsorizzazioni da parte di Azien-

de ed Associazioni, tra le quali la CIDA, la nostra Confederazione di Manager ed Alte Professionalità, che è stata rappre-sentata nella persona dell’attuale Segre-tario regionale Franco Del Vecchio. Dal punto di vista pratico tali graditi so-stegni economici, hanno contribuito a rendere possibile, anche per quest’anno, il conferimento di premi distintivi attri-buiti a studenti che hanno preso parte al 19º Concorso indetto nel quadro della tradizionale attività “Maestri del Lavoro milanesi nelle scuole”. Quindi preziosa l’attenzione che le realtà operative della laboriosa Milano dedicano a tale enco-miabile iniziativa che, ci si augura, possa continuare ad essere svolta.All’evento, quindi, è stata abbinata la premiazione degli studenti delle Scuo-le secondarie di primo e secondo gra-do che hanno partecipato con propri elaborati, le cui selezioni e valutazioni sono state effettuate da una qualificata Giuria composta da insegnanti e do-centi presieduta da Massimo Manzoni,

XX ConvegnoScuola-Lavoro

impegnato e competente Coordinatore del “Gruppo Scuole” del Consolato pro-vinciale di Milano. Meritano, inoltre, un particolare ringra-ziamento i colleghi “Maestri” che si sono prodigati a partecipare ad incontri nei vari Istituti, nel corso dell’anno scolasti-co 2015-2016, determinando il notevole risultato di incontrare 414 classi e 500 docenti, per complessivi 8.388 studenti!

qMario Giambone Maestro del Lavoro e Consigliere ALDAI

"Il futuro dei giovani tra innovazione, ecosviluppo e tradizione: quali spazi possibili e nuove opportunità offrono organizzazione e tecnologia nel mondo del lavoro alle nuove generazioni? Modelli di consumo, sistemi di sviluppo ecosostenibili e nuove professionalità”

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AVOROlCifra che, se sommata agli incontri svolti dall’inizio di questo millennio, ammon-ta all’incredibile numero complessivo di 116.770 giovani avvicinati. Incredibile a dirsi, ma questi incontri hanno creato altrettante occasioni per “trasmettere” ed esternare quei principi fondamentali di valori essenziali, quali perizia, laboriosità e buona morale, che sono la base della “missione” che i Mae-stri del Lavoro si sono posti fin dalla loro costituzione, quali esempi da trasmette-re al mondo giovanile.La parte conclusiva ha visto la consegna dei singoli attestati ai vincitori e, come di consueto, è culminata con la gioiosa allegria giovanile. Non sono mancati, tuttavia, i momenti di ampia riflessione su quanto ci si aspetta da questi anni di profonda trasformazione della società ormai con nuove esigenze e differenti costumi e stili di vita. Questo infatti è stato il tema affrontato dal Conduttore Giorgio Fiorini, che ha posto in evidenza come alla Federazione dei Maestri viene riconosciuta la missio-ne di promuovere ed elevare la cultura

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del lavoro, basata sul merito, preparazio-ne, aggiornamento continuo, ma anche favorire l’inserimento degli studenti nei settori produttivi. Tali propositi hanno avuto sviluppo at-traverso tutti gli interventi succedutisi, dai quali non sono mancate “voci” dub-biose su come la trasformazione della tecnologia possa limitare una legittima speranza di trovare occupazioni future. Il tema è stato riassunto nell'intervento del rappresentante “padrone di casa” Amedeo Veglio appartenente all’Area Formazione Scuola-Università e Ricerca Assolombarda. Non sono mancate, però, anche consi-derazioni positive basate sulla capacità di saper affrontare le immancabili mu-tazioni che caratterizzano proprio il per-corso dell’umanità. Avere fiducia in sé stessi e non trascurare il desiderio della conoscenza, come ha raccomandato il Console Alberto Mattioli, a cui sono seguite le esortazioni di Franco Del Vec-chio che ha stimolato i giovani ad impe-gnarsi nelle applicazioni innovative e ad avere fiducia nel progresso tecnologico

confidando nella possibilità di costi- tuire il nuovo management necessario alle prossime imprese, interpretando appunto lo “spirito Leonardesco” che ca-ratterizza la "milanesità", di cui essi sono testimoni. La parola poi a Don Walter Manzoni, responsabile del “Servizio per la vita so-ciale e il lavoro” della Diocesi di Milano il quale ha esortato i giovani ad affrontare l’evoluzione del sentimento umano non come una “sfida” tra generazioni ma va-lorizzando la sapienza, confidando nella forza della giovinezza come guida alla ricerca innovativa per rendere più vivibi-le il nostro mondo, considerandolo pa-trimonio inestinguibile quale dono da salvaguardare, quindi accettare il rischio ma anche amare le proprie idee.Il monito da trasmettere ai giovani, in sintesi, è di dare senso pratico alle legit-time aspettative, senza abbattersi alle prime difficoltà – che immancabilmen-te potrebbero presentarsi di fronte alle realtà operative – e non rinunciare mai alla propria personalità confondendosi nella massa per nascondersi. ■

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DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

DURATA Quadriennale Quadriennale

TRATTAMENTO ECONOMICO

T.M.C.G. (Trattamento Minino Complessivo di Garanzia) € 66.000 annui per i dirigenti assunti o nominati dal 1° gennaio 2015 su 13 mensilità.

Disciplina transitoria: per i dirigenti che abbiano maturato nell’azienda, con la qualifica di dirigente, una anzianità superiore a dodici mesi alla data del 1° gennaio 2015, il parametro di TMCG, a valere dall’anno 2015, è determinato aumentando il TMCG di € 63.000,00 di 1/72 di € 17.000,00 (arrotondato a € 236,00) per ogni mese di anzianità di servizio, nell’azienda e con la qualifica di dirigente, maturata alla data del 1° gennaio 2015.

Il TMCG comprende tutti gli elementi che compongono la retribuzione ad esclusione di:MBO, gratifiche una tantum, importo aggiuntivoper rimborso spese non documentabili.

Minino contrattuale mensile.

Dal 1° luglio 2013 il minimo contrattualemensile è pari a € 3.890,00 lordi per 14 mensilità.

Sono previsti incrementi retributivi dal:1° gennaio 2017 € 80,001° gennaio 2018 € 100,001° dicembre 2018 € 170,00

Eventuale elemento di maggiorazione(congelato in cifra fissa dal 1 luglio 1995).Eventuale aumento retributivo contrattuale.Eventuali importi ad personam.

SCATTI DI ANZIANITÀ

Aboliti nel 2004 - norma transitoria per i dirigenti in servizio alla data del 24 novembre 2004.

Aboliti dal 1 luglio 2004.

RETRIBUZIONE VARIABILE

Obbligatoria per chi è al minimo di TMCG. Possibile, non normata.

FERIE E FESTIVITÀ35 giorni escluse le domeniche e le festività infrasettimanali.

30 giorni escluse le domeniche + quattro giorni di permesso retribuito per sostituzione ex festività soppresse + 4 novembre retribuito.

FORMAZIONEEnte coinvolto: Fondirigenti.Contributo aziendale: 0,30% delle retribuzioni.

Ente coinvolto: Fondir.Contributi previsti € 129,12 a carico azienda e altrettanto a carico dirigente.

MALATTIA12 mesi + 6 mesi di aspettativa non retribuita con decorrenza anzianità.

240 giorni + 180 giorni in caso di terapie salvavita, più 6 mesi di aspettativa non retribuita.

INDACATOs

C.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE PRODUTTRICI BENI E SERVIZI

30 DICEMBRE 2014

C.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE DEL TERZIARIO,DELLA DISTRIBUZIONE E DEI SERVIZI

21 LUGLIO 2016

Contratti a confronto

Proseguendo nell’esercizio iniziato con il confronto tra il CCNL Nazionale Dirigenti Industria ed il contratto Fiat, proponiamo ora il confronto del testo di riferimento con il CCNL Nazionale Dirigenti Commercio.Le tabelle che seguono, fornite essenzialmente per evidenziare i principali scostamenti tra i due testi, non hanno pretesa di esaustività: una loro versione più dettagliata sarà disponibile sulla rivista digitale.In sintesi, per punti, si può commentare quanto segue: Il CCNL Commercio anticipa una serie di strumenti

di “welfare”, non presenti nel testo dell’Industria, che testimoniano il crescente impegno dei nuovi testi contrattuali verso gli strumenti indiretti di supporto all’attività lavorativa dei dirigenti. Esistono ancora sostanziali differenze nel trattamento

economico, in quanto il CCNL Commercio ha mantenuto

incrementi retributivi nel periodo di vigenza, che sono invece del tutto spariti nel testo dell’Industria. Gli scatti di anzianità, presenti nell’Industria come

un residuo “storico” in fase di eliminazione, sono stati completamente aboliti nel testo del Commercio. La retribuzione variabile, della quale il testo dell’Industria

ha prefigurato l’obbligatorietà almeno per i soggetti al minimo contrattuale, non è specificamente normata nel CCNL Commercio, dove rimane facoltatitiva. Nel Contratto del Commercio, ugualmente,

è assente il riconoscimento dell’indennità di trasferta.Le differenze evidenziate e qualcun’altra minore non smentiscono il sostanziale parallelismo di approccio tra i due testi e si configurano come elementi sostanzialmente accessori, che non configurano una valutazione particolarmente differenziata dei due accordi.

Servizio Sindacale ALDAI

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DI 37DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

COPERTURE ASSICURATIVE

Obbligo per la parte datoriale di assicurazione per infortunio anche non in occasione di lavoro e malattia professionale.Per morte o invalidità permanente tale da ridurre in misurasuperiore ai 2/3 la capacità lavorativa per cause diverseda quella dell’infortunio comunque determinato e damalattia professionale:a) una somma, in aggiunta al trattamento di liquidazione,pari a € 150.000,00 quando il dirigente non abbia figli a carico né coniuge ovvero € 220.000,00 se con figli o coniuge a carico.Il dirigente concorre al costo del premio con l’importo di €150,00 annui.

Obbligo per la parte datoriale di assicurazione per infortunio anche non in occasione di lavoro e malattia professionale.

TRASFERIMENTODEL DIRIGENTE

Intrasferibilità: donna 50 anni, uomo 55 anni. Se il dirigente, entro 60 giorni dalla comunicazione del trasferimento, risolve il rapporto per mancata accettazione, ha diritto oltre al TFR, ad un trattamento pari all’indennità sostitutiva del preavviso spettante in caso di licenziamento ed a una indennità supplementare pari ad 1/3 del preavviso maturato; il preavviso dovuto dal dirigente è pari a 15 giorni.

Intrasferibilità uomo/donna: 60 anni. Se il dirigente, entro 60 giorni dalla comunicazione del trasferimento, risolve il rapporto per mancata accettazione, ha diritto, oltre al tfr, all’indennità sostitutiva del preavviso spettante in caso di licenziamento, solo se c’è un effettivo detrimento.

TRASFERTA

Rimborso delle spese documentate di viaggio, vitto e alloggio nei limiti della normalità.Per ogni periodo di trasferta non inferiore a 12 ore, nell’arco temporale di 24 ore dalla partenza, è corrisposto un importo aggiuntivo in cifra fissa per rimborso spese non documentabili, pari ad € 85,00.

Rimborso delle spese di viaggio e di ogni spesa in esecuzione del mandato; rimborso delle spese a piè di lista (o equivalente da convenire) e delle piccole spese non documentabili. Per missioni superiori a 12 giorni accordi diretti tra datore di lavoro e dirigente.

TRASFERIMENTO PROPRIETÀ AZIENDA

Nel caso in cui il trasferimento di proprietà determini un pregiudizio per i diritti acquisiti dal dirigente, lo stesso può, entro 180 giorni dal trasferimento, risolvere il rapporto di lavoro con diritto ad un trattamento pari ad 1/3 dell’indennità sostitutiva di preavviso spettantein caso di licenziamento; il preavviso dovuto dal dirigente è pari a 15 giorni.

Nel caso in cui il trasferimento di proprietà determini una situazione di detrimento professionale per il dirigente, lo stesso può risolvere il rapporto di lavoro entro 6 mesi con diritto all’indennità sostitutiva del preavviso spettante in caso di licenziamento.

PREVIDENZACOMPLEMENTARE

PREVINDAIContributo azienda: 4%contributo a carico dirigente: 4% con massimale di € 150.000.Contributo minimo annuo a carico azienda di € 4.800,00 (retribuzione di riferimento € 120.000,00) dal 2013 per dirigenti con anzianità superiore ai 6 anni.

FONDO MARIO NEGRI Il contributo ordinario a carico del datore di lavoro è pari all’11,88% e all’1% a carico del dirigente nel 2016.Il contributo integrativo a carico del datore di lavoro è pari all’2,03% nel 2016(totale contributo annuo a carico azienda € 8.238,24)Il contributo è calcolato su una retribuzione convenzionale annua di € 59.224,54.Il contributo ordinario a carico del datore di lavoro per i dirigenti di prima nomina è ridotto ed è pari al 3,97% nel 2016.Sono previsti incrementi contributivi per 2017 e 2018 (vedi CCNL).

PREVIDENZAINTEGRATIVA

Non prevista. ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTOREIl contributo a carico del datore di lavoro è di € 4.803,05 annui.Il contributo a carico del dirigente è di € 464,81 annui.Per le assunzioni con agevolazioni contributive L’azienda versa il solo contributo a copertura dei rischi assicurativi.

INDACATOsC.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE PRODUTTRICI

BENI E SERVIZI30 DICEMBRE 2014

C.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE DEL TERZIARIO,DELLA DISTRIBUZIONE E DEI SERVIZI

21 LUGLIO 2016

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DI38 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA

FASIIl contributo a carico del datore di lavoro è pari a € 1.872,00 per i dirigenti in servizio.Il contributo dovuto dal dirigente in servizio è pari a € 960,00.Il contributo a carico del datore di lavoro per i dirigenti pensionati è pari a € 1.272,00.

FONDO MARIO BESUSSO Il contributo a carico del datore di lavoro è pari a 5,50% per i dirigenti in servizio.Il contributo dovuto dal dirigente in servizio è pari a 1,87% (€ 859,08).Il contributo a favore della gestione pensionati a carico del datore di lavoro è pari a 2,51% nel 2016 e a 2,56% dal 1º gennaio 2018.Il contributo totale annuo a carico azienda è pari a € 3.679,80.Il contributo è calcolato su una retribuzione convenzionale annua di € 45.940,00.

INFORMAZIONE / CONSULTAZIONE DEI DIRIGENTI

Incontri RSA-Impresa con periodicità almeno semestrale. Non prevista.

RISOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO

COLLEGIO ARBITRALEIndennità supplementare stabilita in relazione all’anzianità di servizio:• fino a due anni: 2 mensilità• fino a sei anni: da 4 a 8 mensilità • fino a dieci anni: da 8 a 12 mensilità • fino a quindici anni: da 12 a 18 mensilità • oltre quindici anni: da 18 a 24 mensilità.

Abolizione tabella età.Inapplicabilità per i casi di licenziamento collettivo.

COLLEGIO ARBITRALEIndennità supplementare stabilita in relazione all’anzianità di servizio:• fino a 4 anni: da 4 a 8 mensilità• oltre 4 e fino a 6: da 6 a 12 mensilità • oltre 6 e fino a 10: da 8 a 14 mensilità • oltre 10 e fino a 15: da 10 a 16 mensilità • oltre 15 anni: da 12 a 18 mensilitàSe il dirigente ha un’anzianità nella qualifica e nella stessa azienda superiore a 12 anni, l’indennità è aumentata in relazione all’età se compresa tra i 50 e l’età per il pensionamento di vecchiaia.

PREAVVISO

LICENZIAMENTOMisura stabilita in relazione all’anzianità di servizio:• fino a 6 anni di anzianità: 6 mesi• fino a 10 anni di anzianità: 8 mesi• fino a 15 anni di anzianità: 10 mesi• oltre i 15 anni: 12 mesi

DIMISSIONIUn terzo del preavviso di licenziamento:• fino a 6 anni di anzianità: 2 mesi• fino a 10 anni di anzianità: 2 mesi e 20 gg• fino a 15 anni di anzianità: 3 mesi e 10 gg• oltre 15 anni di anzianità: 4 mesi

LICENZIAMENTOMisura stabilita in relazione all’anzianità di servizio:• fino a 4 anni di servizio: 6 mesi• fino a 10 anni di servizio: 8 mesi• fino a 15 anni di servizio: 10 mesi• oltre i 15 anni di servizio: 12 mesiPer il dirigente licenziato in possesso dei requisiti di legge per aver diritto alla pensione di vecchiaia il preavviso di cui sopra è sostituito da un preavviso unico di 30 giorni più le eventuali mensilità necessarie per accedere al trattamento pensionistico.

DIMISSIONIMisura stabilita in relazione all’anzianità di servizio:• fino a 2 anni di anzianità: 2 mesi• fino a 5 anni di anzianità: 3 mesi• oltre 5 anni di anzianità: 4 mesi

Il preavviso decorre dal primo giorno del mese successivo.Voucher aziendale di € 5.000 netti per outplacement in caso di licenziamento.

GSR-FASI In corso di rinegoziazione. Non prevista.

AGEVOLAZIONI ED INCENTIVAZIONI

Non previste. Sono previste specifiche agevolazioni di contribuzione per i Fondi contrattuali nell'assunzione di dirigenti con meno di 48 anni di età e di dirigenti disoccupati con età da 55 anni. A titolo sperimentale è introdotta la contribuzione ridotta per dirigenti neo assunti o neo nominati dal 1º ottobre 2016, con retribuzione lorda omnicomprensiva non superiore a € 65.000 annui. È stato anche previsto un incentivo alla ricollocazione di dirigenti di età non inferiore a 48 anni.

INDACATOsC.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE PRODUTTRICI

BENI E SERVIZI30 DICEMBRE 2014

C.C.N.L. DIRIGENTI AZIENDE DEL TERZIARIO,DELLA DISTRIBUZIONE E DEI SERVIZI

21 LUGLIO 2016

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DI 39DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ITA ASSOCIATIVAv

Nome Scuola Telefono Indirizzo LocalitàIIS Mk Gandhi 0362/942223 Via Foscolo,1 Besana in BrianzaIIS A. Volta Lodi 0371/35115 Via Papa Giovanni XXIII, 9 Lodi - MelegnanoLSS E. Vittorini 02/474448 Via Donati, 5/7 MilanoItis Cannizzaro 02/9303576 Via R. Sanzio, 2 RhoLSS Donato Bramante 02/97290563 Via Trieste, 70 MagentaIIS Codogno 0377/34997 Viale Resistenza, 11 CodognoIIS C. Varalli 02/89540272 Via Ulisse Dini, 7 MilanoCFP Galdus 02/49516000 Via Pompeo Leoni, 2 MilanoIIS Luigi Einaudi Magenta 02/97297101 Via Mazenta, 51 MagentaITC E LS Iris Versari 0362/549563/66 Via Calabria, 24 Cesano MadernoITT Ettore Molinari 02/2820786 Via Crescenzago, 110 MilanoIIS Cremona-Zappa 02/606601 Viale Marche, 71 MilanoIIS Eugenio Montale 02/6122340 Via Gorki, 100 Cinisello BalsamoITC A. Mapelli 039/833353 Via Parmenide, 18 MonzaIIS Emilio Alessandrini 02/9466306 Via Einaudi, 3 AbbiategrassoIIS Inveruno 02/97288182 Via Marcora, 109 InverunoLiceo Scientifico e Classico E. Majorana 0362/625661 Via Gaetana Agnesi, 20 DesioITC Nizzola 02/90961521 Via Pietro Nenni, 10 Trezzo sull’AddaLiceo Carlo Porta 039/2023118 Via della Guerrina, 15 MonzaIIS M. Bassi 0362/326102-3-4 Via Briantina, 68 SeregnoIIS C.E. Gadda 02/9183246 Via Leonardo Da Vinci, 18 Paderno DugnanoIIS Oriani-Mazzini 02/719130 Viale Liguria, 21 MilanoLiceo Artistico Brera 02/86455280 Via Papa Gregorio XIV, 1 MilanoLiceo Maffeo Vegio 0371/420361 Via Carducci, 3 LodiITI P. Hensemberger 039/324607 Via Berchet, 2 MonzaIIS Mosè Bianchi 039/235941 Via Minerva, 1 MonzaLiceo Classico e Musicale Statale B. Zucchi 039/323434 Piazza Trento e Trieste, 6 MonzaIstituto Istruzione Superiore Calvino Statale 02/57500115 Via Guido Rossa Rozzano Istituto Maria Consolatrice Paritario 02/67100149 Via Melchiorre Gioia, 51 MilanoLiceo Machiavelli Statale 02/7539901 Via Rivoltana, 93/B PioltelloIstituto Gonzaga Paritario 02/6693141 Via Vitruvio, 41 MilanoLiceo Classico Statale Beccaria 02/344815 Via Carlo Linneo, 5 MilanoIIS E. Torricelli Statale 02/89511344 Via U. Dini, 7 MilanoLiceo Scientifico Statale Vittorio Veneto 02/405007 Via Angelo De Vincenti, 7 MilanoLiceo Scientifico Statale Donatelli Pascal 02/70126738 Viale Campania, 6 MilanoLiceo Statale G.B. Vico 02/4580920 Viale Italia, 26 CorsicoLiceo Statale Virgilio 02/7382515 Piazza Ascoli, 2 Milano

ABCDigital: i giovani insegnano il Web agli over 60Sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione all’uso del tablet

Giovanni Frangi Responsabile VISES - ProgettoABCDigital - [email protected]

c ome abbiamo avuto modo di illustrare nella precedente edi-

zione della rivista, questo progetto è promosso da Assolombarda, supporta-ta dalle maggiori società di informatica e si prefigge il duplice scopo di aumen-tare il livello di digitalizzazione degli over 60 istruendoli all’uso del tablet e di offrire agli studenti delle scuole su-periori l’opportunità di sperimentare opportunità di alternanza scuola-lavo-ro, come previsto dalla legge definita della “Buona Scuola”.Dopo il notevole successo dell’iniziativa nei due anni precedenti, anche durante l’anno scolastico 2016/17, VISES conti-nua ad essere partner di Assolombar-da nel fornire trainer e tutor aziendali a supporto dello svolgimento dei corsi. In una riunione tenutasi il 9 novembre 2016, a cui sono stati invitati i soci di ALDAI, abbiamo avuto una notevole partecipazione e ben 27 nostri colleghi hanno aderito all’iniziativa candidando-si come trainer e tutor aziendale nello svolgimento dei corsi. A questi colle-ghi sono state affidate le scuole delle province di Milano, Monza e Brianza e Lodi che hanno aderito all’iniziativa per quest’anno scolastico e lavoreranno a fianco degli studenti seguendoli nel loro impegno nel programma di alternan-za scuola-lavoro. Ogni scuola definirà il suo programma a seconda delle proprie necessità organizzative e in funzione del numero di classi che riuscirà ad organiz-zare, comunque le sei lezioni di tre ore cadauna che prevede lo svolgimento del corso, verranno tenute orientativamen-te tra febbraio e aprile 2017.Tutti i soci ALDAI che volessero parteci-

pare a questi corsi di digitalizzazione in qualità di allievo, trovano nella tabella le scuole che parteciperanno al program-ma ABCDigital con i relativi riferimenti, potranno quindi contattare direttamen-te l’istituto più vicino alla sua zona di re-sidenza per definire tutti i dettagli. ■

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DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Gestione e recupero del credito

Un approccio strategico e sistematico in tempo di crisi

SPETTI LEGALIa

a crisi finanziaria di questi anni ha portato, tra le sue conseguenze ine-vitabili, la dilazione significativa dei tempi di pagamento delle forniture o, in casi sempre più frequenti, l’in-

terruzione totale dei pagamenti, con evidenti effetti a “catena”: pagamenti slittati o non eseguiti affatto hanno ac-cresciuto il fabbisogno finanziario delle aziende, aumentando il grado di rischio di insolvenza.Pertanto, mentre da una parte fare cre-dito alla clientela rimane una necessità e un’opportunità di sviluppo del business, dall’altra parte, in un contesto di rischio permanente di pagamenti ritardati o mancati, diventa essenziale per chi dirige l’azienda assumere una posizione decisa ed impostare una strategia chiara di ge-stione del credito in sofferenza.Spesso l’esigenza di ridurre i costi azien-dali, unita alla percezione comune di un eccessivo costo di accesso alla giustizia, delle lungaggini burocratiche ad essa connesse e della perdita di controllo dell’andamento delle azioni di recupe-ro dei crediti affidate a soggetti esterni all’azienda, hanno scoraggiato la scelta di pianificare una strategia di lungo pe-riodo di recupero dei crediti insoluti.

Ne consegue, tuttavia, che una com-ponente fondamentale dell’equilibrio finanziario aziendale viene spesso igno-rata, tralasciata o affrontata in maniera occasionale, con importanti conseguen-ze negative per l’azienda: sia in termini di immediata diminuzione dei flussi fi-nanziari a breve termine per i crediti non riscossi, sia di politica del credito troppo contratta, proprio per la mancanza di una strategia di gestione delle fasi suc-

cessive all’insolvenza, che impedisce lo sviluppo dell’azienda a lungo termine.Raccogliendo l’esperienza dei dirigenti coinvolti a vario titolo nella gestione del credito, è apparso evidente che accetta-re una tale sfida è stato uno dei fattori vincenti per affrontare la crisi di liquidità di cui sta soffrendo la nostra economia d’impresa.La gestione e il recupero dei crediti in sofferenza, strutturata e sistematica, affidata integralmente ad uno Studio Legale altamente specializzato, ben or-ganizzato e dotato di sistemi gestionali moderni e condivisibili via web con l’a-zienda, si è rivelata vincente, permetten-do a chi dirige l’azienda: la verifica tem-pestiva delle azioni in corso e dei risultati raggiunti; la pianificazione costante di flussi di cassa attendibili; l’impostazione di una strategia del credito di più ampio respiro, con impatto positivo sullo svi-luppo commerciale dell’azienda; la rea-lizzazione di un concreto aumento delle disponibilità finanziarie derivanti da un efficace recupero del credito, che se im-postato sistematicamente produce sem-pre saldi, tra benefici e costi, altamente positivi per l’azienda.Va, inoltre, sottolineato che la scelta manageriale di impostare una strategia sistematica di recupero dei crediti incari-cando un Legale esterno, non comporta la decisione di interrompere il rapporto commerciale col cliente debitore mo-roso: affidandosi ad un soggetto terzo qualificato, in costante coordinamento con le sue risorse interne, l’azienda ma-nifesta la serietà della propria organizza-zione e, innanzitutto, l’esigenza di ripri-stinare i rapporti commerciali su basi di reciproca affidabilità.Il debitore è costretto a confrontarsi con regole da rispettare e non può più confi-

lAntonio Ferraguto Avvocato del Foro di Milano

In un contesto di rischio permanente di pagamenti ritardati o mancati, diventa essenziale per chi dirige l’azienda assumere una posizione decisa ed impostare una strategia chiara di gestione

del credito in sofferenza

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SPETTI LEGALIadare nell’inerzia del proprio creditore in caso di inadempimento delle sue obbli-gazioni, finendo spesso col modificare in senso positivo il proprio atteggiamento. Soltanto laddove questo ripristino del rapporto si riveli impraticabile, si proce-de con il mero recupero dell’insoluto: in questo modo, comunque, gli operatori meno affidabili sono messi nella con-dizione di non avere una “franchigia” di credito da utilizzare nei confronti dei vari fornitori, rendendo di fatto un servi-zio all’intero mercato di riferimento.Va, infine, sottolineato che ulteriore van-taggio della gestione del credito è la possibilità, a fronte di almeno un tentati-vo di pignoramento negativo o dell’am-missione del debitore ad una procedura concorsuale, di portare immediatamen-te in detrazione l’IVA relativa ai crediti non recuperati, oltre alla possibilità di dedurre fiscalmente la parte di credito non incassata: agevolazioni queste che cu-mulate in un intero esercizio fiscale co-stituiscono già, di per sé, un importante vantaggio finanziario per chi decide di accedere ad una politica di recupero si-

stematico del credito in collaborazione con un soggetto esterno qualificato.In conclusione, dunque, uno degli ele-menti fondamentali dell’equilibrio finan-ziario di un’azienda oggi e del successo manageriale dei suoi dirigenti è certa-mente l’impostazione di un'adeguata e tempestiva strategia di gestione del credi-to: sia in termini amministrativi ordinari, creando un processo “fluido” di relazio-ne col cliente, organizzando e gesten-do efficaci sensori, capaci di orientare e monitorare le scelte ed i comportamenti delle aree funzionali più coinvolte (com-merciale, finanziaria, logistica) affinché le loro decisioni/azioni siano coordinate e coerenti con gli obiettivi e le strategie

aziendali, sia in termini di recupero siste-matico e tempestivo dello scaduto rima-sto insoluto.Fondamentale, in questo processo, è l’apporto di soggetti esterni altamente qualificati, che per capacità di coinvol-gimento nella gestione, per conoscenza delle dinamiche interne alle imprese e per altissima qualificazione professio-nale, possano essere considerati veri e propri “partner”, in grado di supportare i dirigenti delle varie funzioni aziendali nelle loro decisioni e valutazioni, fornen-do loro anche un sostegno concreto in termini di aumento delle disponibilità fi-nanziarie derivanti da un'efficace azione di recupero. ■

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Uno degli elementi fondamentali dell’equilibrio finanziario di un’azienda oggi e del successo manageriale dei suoi dirigenti è certamente

l’impostazione di un'adeguata e tempestiva strategia di gestione del credito

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ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luceSilvia Bolzoni

q uando si parla di ’700 e di Venezia, si sta già parlando di Vedutismo. E di Canaletto, che se ne fu la stella più ful-gida, non fu la prima a brilla-

re. Le radici più lontane del Vedutismo s’intravvedono già alla fine del ’400, nel ciclo delle “Storie della reliquia della Vera Croce” per la Scuola di San Giovan-ni Evangelista. Nei dipinti di G. Bellini, Processione in Piazza San Marco del 1496, e di V. Carpaccio, Miracolo della Croce a Rialto del 1494, la vena narrativa dialo-ga con la resa spaziale in cui la storia è ambientata, dettagli e architetture as-sumono un ruolo nuovo, con realistici scorci della città che si fanno protagoni-sti. Processioni e feste fanno da pretesto a sempre più accurate descrizioni degli edifici fino ad approdare a uno dei gran-di capolavori di L. Carlevarijs (Udine, 1663 - Venezia, 1730), uno dei padri del Vedutismo. È il 1709 quando Federico IV di Danimarca visita la Serenissima e l’o-pera che celebra l’avvenimento segna la piena maturità del pittore e la stagione

Il Gruppo Cultura, proseguendo negli incontri di “preparazione alle mostre”, desidera incontrare il ’700 per la prima volta approfittando della mostra “Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luce” organizzata dalle Gallerie d’Italia. Ci aiuterà nel percorso la dottoressa Silvia Bolzoni, studiosa e grande esperta del periodo. Al solito alla preparazione farà seguito la visita per chi ne vorrà approfittare.

d’oro del Vedutismo veneziano. Poco prima, nel 1703, aveva licenziato pres-so l’editore G.B. Finazzi, Le Fabbriche e Vedute di Venetia disegnate, poste in pro-spettiva e intagliate da Luca Carlevarijs, un’opera che conteneva 104 acqueforti di grande rigore prospettico, pietra mi-

liare nella storia dell’incisione. Verso la metà degli anni ’20, irrompe sulla scena Giovanni Antonio Canal (Venezia 1697-1768). La committenza iniziò a preferirlo al Carlevarijs, ormai giunto alla fine della propria parabola, e già intorno al 1730 la bottega di Canaletto è nutrita di nume-rosi artisti per soddisfare le tante com-missioni, provenienti in gran parte dalla clientela inglese. Il tramite di queste è Joseph Smith, ambasciatore inglese e mecenate. Dai primi capolavori degli anni ’20 del museo Thyssen di Madrid come La piazza San Marco fino alle ul-time tele, la continuità qualitativa delle opere è una costante che solo il nipote, Bernardo Bellotto (Venezia, 1722 - Varsa-via, 1780) riuscì a mantenere. Figlio della sorella maggiore di Canaletto, Bellotto fu ammesso a soli 16 anni nel-la Fraglia dei pittori veneziani, prova del precoce talento dimostrato. Certamente

Canaletto, "La piazza san Marco", olio su tela, 1723.

Bernardo Bellotto, "Canal Grande verso sud est", 1758 circa.

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DI 43DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

ULTURA FINANZIARIAcCambiare prospettivaper affrontare l’incertezza

l e obbligazioni sono state a lun-go considerate un investimento sicuro; all’interno di un portafo-glio avevano il duplice ruolo di generare reddito, tramite il flusso

cedolare, e di offrire un’efficace diversi-ficazione rispetto alle oscillazioni di atti-vi più rischiosi come le azioni. Tuttavia, l’adozione di politiche monetarie forte-mente espansive a supporto della cre-scita, dopo la grande crisi finanziaria del 2008, ha determinato un contesto del tutto nuovo per gli investitori, con tassi di interesse nulli o addirittura negativi per ampi segmenti del mercato obbliga-zionario. Le incognite e i rischi connessi ai cambiamenti che verranno introdotti dalla nuova amministrazione negli Stati Uniti, alle trattative tra il Regno Unito e

l’Unione Europea ed al prossimo ciclo elettorale in Europa contribuiscono ad esacerbare ulteriormente una situazio-ne piuttosto complessa. In USA e UK in particolare i governi han-no mostrato di voler adottare politiche economiche e fiscali che possano pren-dere il testimone da quelle monetarie: queste probabilmente determineranno una risalita del deficit e dell’inflazione e di conseguenza un eventuale aumento dei tassi di interesse nel corso dei prossi-mi mesi potrebbe portare a significative perdite nel prezzo dei titoli obbligazio-nari a tasso fisso. Ci troviamo quindi in un frangente delicato; le obbligazioni non sono più in grado di generare reddi-to e rischiano, nel caso di rialzi dei tassi, di perdere valore.Se lo scenario si è modificato in modo tanto radicale, occorre accettare un vero e proprio cambio di prospettiva nelle ri-

sposte. È necessario pensare a strategie di investimento più complesse ed evo-lute, che siano in grado di generare ren-dimenti positivi sfruttando approcci di tipo “opportunistico”, che modificano di-namicamente la composizione del por-tafoglio in funzione delle condizioni del mercato, oppure prendere in conside-razione orizzonti di investimento di più lungo periodo, sia per poter sopportare la volatilità di investimenti con un profilo di rischio superiore rispetto al passato a parità di obiettivo di rendimento, sia per sfruttare le opportunità offerte da attivi meno liquidi e cogliere premi al rischio non legati alle asset class tradizionali. Una prospettiva di questo tipo potrebbe dunque interpretare correttamente un nuovo contesto di mercato dalle impre-vedibili evoluzioni e permettere di dare risposte adeguate e soddisfacenti nel tempo. ■

Giorgio Bensa

si formò nella bottega dello zio ed è al-trettanto certo che ben presto, soffocato dall’ingombrante presenza, si allontanò da Venezia per non farvi più ritorno. Si aprirono per lui le porte di una carriera internazionale: viaggiando, riuscì a trova-re una propria cifra stilistica lontana da quella dello zio, soprattutto in una luce – fredda e tagliente – che si sposava assai bene con i paesaggi nordici delle corti di Vienna, Dresda e Varsavia. Con l’allonta-namento del nipote e la prematura scom-

parsa di M. Marieschi (altro talentuoso ve-dutista che morì a soli 32 anni), Canaletto rimase padrone assoluto della laguna. Dopo di lui, solo F. Guardi toccherà punte di pura poesia con le sue nebbie e i suoi sfumati. Al volgere del secolo, il Veduti-smo tramonta, lentamente, come la città stessa che, con il trattato di Campoformio del 1797, perde ogni peso politico ma entra a tutti gli effetti nel mito. La mostra “Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce” che viene allestita in questi mesi alle Gal-

lerie d’Italia (25 novembre 2016 - 5 mar-zo 2017), pone il focus sui due maggiori esponenti del Vedutismo, ripercorre i passi di quella che fu già allestita a Torino nel 2008 (sono entrambe curate da Anna Bozena Kowalczyk) e ospita circa 100 opere, molte mai esposte prima in Italia. Un’occasione unica per porre in dialogo le due grandi tele di Canaletto e quella di Bellotto presenti alla Pinacoteca del Ca-stello Sforzesco con un più vasto catalo-go degli stessi autori. ■

1 – Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luceL’incontro si terrà in ALDAI - Sala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milanogiovedì 9 febbraio 2017 alle ore 15,30

MODALITÀ DI PRENOTAZIONE PER I DUE INCONTRIGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “Eventi”, selezionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti all'evento”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la pre-notazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto "1. Bellotto e Canaletto" - "2. Mercato obbligazionario".

✔ 2 – Mercato obbligazionario L’incontro si terrà in ALDAI - Sala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milanomartedì 7 febbraio 2017 alle ore 17,30

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DI44 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Storia della carta monetaLuigi Lanfossi

o gni giorno usiamo oggetti o strumenti di cui, a volte, non

conosciamo la storia, i materiali o il la-voro necessari alla loro realizzazione. Tra questi, le più diffuse, amate e desiderate, sono sicuramente le banconote. L’incon-tro di febbraio offrirà alcuni spunti per conoscere l’origine e la produzione di banconote e di altri documenti cartacei, genericamente chiamati cartevalori – ti-toli azionari, assegni, francobolli – che oggi, in alcuni casi, stanno per essere sop-piantati da nuovi strumenti e tecnologie. Un mondo parallelo e non secondario, le-gato al mondo delle cartevalori, è quello della falsificazione, tema serio ma anche con spunti di simpatica leggerezza.Dal vocabolario Treccani: carte-valóri s. f. pl. - termine generico con cui comune-mente si designano sia i biglietti di banca e di Stato, i titoli del debito pubblico, le marche da bollo, la carta bollata, i fissati bollati, le cambiali, i francobolli, le carto-line postali, ecc., sia i titoli azionari e ob-

Nell’ambito della collaborazione con Luigi Lanfossi (e quindi con il “Museo della stampa d’arte di Lodi“) con il quale abbiamo avuto un bellissimo incontro sulle prime edizione dei “Promessi Sposi”, il Gruppo Cultura vuole portarne a maggior conoscenza l’attività proponendo questo incontro su “La storia della carta moneta” con la speranza di ulteriore collaborazione.

Mario Garassino

denaro ottenendo in cambio “ricevute” (note di banco) che valevano quanto il denaro depositato. L’emissione delle banconote dovrebbe corrispondere a effettivi depositi di me-talli preziosi. Perciò, in tutti i Paesi è pre-rogativa esclusiva della Banca Centrale dello Stato. In Italia la prima serie di ban-conote, approvata il 26 settembre 1745, fu emessa dalle Regie Finanze di Torino il 1º gennaio 1746.

I francobolliIl francobollo deve la sua origine “leg-gendaria” all’abilità di due fidanzati: questi riuscivano a scambiarsi messaggi romantici senza pagare la tariffa postale che allora doveva essere corrisposta al ricevimento. L’imbroglio, scoperto da Sir Rowland Hill, portò a una riforma delle Poste inglesi. Nel 1837, Hill introdusse tariffe basse e uniformi, legate al peso e non alla distanza, favorendo l’aumen-to del traffico postale. Il pagamento dell’importo doveva essere anticipato all’atto della spedizione e per attestar-ne l’avvenuto pagamento fu introdotto

Il Penny Black, primo francobollo della storia.

bligazionari di società o enti, e le marche mediante cui si effettuano i versamenti di quote e contributi assicurativi, ecc. Raro l’uso del singolare carta-valore.

Origini delle banconoteLa moneta è lo strumento di pagamento comunemente utilizzato per le transa-zioni economiche (compravendita). In origine, la moneta era in metalli preziosi, poi per ragioni di praticità diventa anche in materiale cartaceo; nel mondo con-temporaneo ormai si sta diffondendo sempre più la moneta elettronica. In Cina la cartamoneta era già utilizzata nel XIII secolo. Marco Polo (1254-1324) ne “Il Milione” descrisse come si produ-ceva la cartamoneta durante il regno di Kublai Khan. In Occidente la cartamoneta, o banco-nota, nasce per rispondere alle esigenze di praticità legate all’intensificarsi degli scambi commerciali intorno al XIV se-colo. I mercanti, invece di far viaggiare grosse quantità di monete metalliche – operazione scomoda e pericolosa – de-positavano presso un banco il proprio

Hill progettò il primo francobollo utilizzando come soggetto il profilo

della Regina Vittoria

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DI 45DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

L’incontro si terrà in ALDAI - Sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomartedì 7 febbraio 2017 alle ore 15,30

MODALITÀ DI PRENOTAZIONEGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “Eventi”, sele-zionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti all'evento”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invi-tiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e con-ferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto "Storia carta moneta".

l’uso di etichette adesive da applicare sulla corrispondenza e annullate con un timbro indelebile. Hill progettò il primo francobollo utilizzando come soggetto il profilo della Regina Vittoria, stampato in calcografia su fondo costituito da losan-ghe molto fitte per evitare contraffazio-ni. Nel 1840 fu emesso il primo franco-bollo al mondo, in nero, del valore di un penny, passato alla storia come Penny Black.

Vero o falso?Il «rovescio» delle cartevalori è il mon-do della falsificazione. L’aspirazione alla ricchezza con il dolo ha ispirato celebri sketch televisivi e memorabili scene ci-nematografiche. Nell’immaginario degli italiani, forse il film che più di tutti è di-

venuto l’icona di questi maldestri tenta-tivi è “La banda degli onesti” (1956), con Totò e Peppino De Filippo. Possiamo a ragione considerare involontaria prota-gonista del film anche la celebre banco-nota da 10.000 lire, apparsa per la prima volta nel 1948. ■

ULTURA E TEMPO LIBEROcI libri del mese

Che cosa hanno in comune i processi di trasformazione che segnano questo primo scorcio di secolo? Una chiave di lettura efficace per spiegare e unifica-re fenomeni tanto complessi è offerta dall’evoluzione demografica: con la sua capacità di interpretare i mutamenti profondi che rivoluzionano i rapporti tra le generazioni, la vita dei singoli e le loro interazioni, dimostra come solo ponen-do le persone al centro dell’attenzione si possa produrre vera crescita. La sfida sta nel mettere in relazione positiva da un lato l’aggiunta di qualità alla nostra vita, dall’altro la realizzazione di un nuovo benessere condiviso, per tutti e a tutte le età, misurabile non solo in termini di ricchezza materiale. Per produrre scelte, individuali e collettive, che aumentino la possibilità di vivere meglio domani, dobbiamo dotarci oggi di strumenti di lettura adeguati e funzionali all’elabora-zione di proposte e soluzioni concrete. Ogni capitolo del libro racconta, sotto un’angolatura differente, la storia di un futuro che c’è. A condizione di destina-re più spazio e risorse alla realizzazione dei nuovi desideri collettivi anziché alla salvaguardia di vecchie certezze indivi-duali.

Franco Del Vecchio

Mercoledì 19 ottobre 2016 Alessandro Rosina ha partecipato all’incontro del Gruppo ALDAI Progetto Innovazione condividendo le prospettive demografi-che e stimolando le riflessioni sulle im-plicazioni derivanti della combinazione di longevità e riduzione delle nascite, che minacciano la sostenibilità del siste-ma economico e di welfare italiano.Mentre un tempo era naturale e logico

Alessandro Rosina e Sergio SorgiIL FUTURO CHE (NON) C’È Costruire un domani migliorecon la demografiaUniversità Bocconi EditoreDisponibile on-line e nelle migliori libreriePagine 163 - euro 16,00

osservare il passato per trarre utile in-segnamento per il presente e il futuro, perché per secoli non si erano verificati significativi cambiamenti, ai giorni no-stri è necessario sviluppare una visione del futuro per trarre vantaggi personali, aziendali e del Paese; perché anticipare il futuro genera vantaggio competitivo e permette di evitare errori irrimediabili.Nel corso dell’incontro ALDAI Alessan-dro Rosina ha richiamato alcuni passag-gi del libro “Il futuro che (non) c’è”, realiz-zato insieme a Sergio Sorgi, e presentato proprio ad inizio ottobre 2016.Il libro esplora le conseguenze di un pro-cesso apparentemente inarrestabile che richiede una rigorosa pianificazione di interventi per valorizzare tutte le catego-rie nelle diverse fasce d’età per evitare, ad esempio, lo squilibrio fra contributi e spe-sa in welfare. Il libro tratta appunto di wel-fare, lavoro, cultura, mercato, democrazia, innovazione e sviluppo sostenibile. Temi che evocano comunemente preoccupa-zione e timori per l’incertezza che carat-terizza il futuro, nell’immaginario comu-ne. Eppure è piuttosto facile capire quali saranno i cambiamenti demografici che condizioneranno la vita dei nostri figli e ni-poti; basta avere passione ardente di futu-ro piuttosto che timore del cambiamento.

segue ›››

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DI46 DIRIGENTI INDUSTRIA GENNAIO 2017

Un libro che non vuole indurre a no-stalgia e accompagna l’autrice in una sorta di caleidoscopio fotografico che ricostruisce puntualmente, senza pro-tagonismi, la realtà di un movimento collettivo di sinistra nato in quegli anni. Un trentennio di crescita del turbo-capi-talismo, sino alla globalizzazione, e della sua massima convergenza con la demo-crazia rappresentativa, con l’affermarsi del welfare e la diffusione di un relativo benessere del quale la Consolo coglie acutamente le conseguenze sul piano politico, culturale e degli stili di vita.Questa nuova opera si caratterizza an-che per la nitidezza dei ricordi che nulla concede all’improvvisazione, con acco-stamenti intriganti alla vita familiare e ai compagni di viaggio. Balza evidente l’in-teresse per la storia politica del nostro Paese e della nostra città che cattura l’at-tenzione del lettore sin dalle prime bat-tute e ci introduce subito in un mondo tanto lontano ma ancora ricco di richia-mi storici. Un modello di testimonianza, un saggio che si segnala per l’estrema cura della ricostruzione. Un libro che si fa leggere come un romanzo, ma che ha la solidità di una rigorosa indagine pro-spettica che potrà indurre a spingere il pensiero oltre l’evidenza nel ricomporsi di una complicata navigazione. E varrà ancora la pena di leggere queste pagine che così riccamente attestano impegno e passione nutrita di cultura.Un libro colto di agevole lettura che non indulge allo snobismo e alla prosopopea per ritrovare e ritrovarsi magari con un pizzico di rimpianto.

Gianni Fossati

Parlare di una generazione tutta milane-se che ha condiviso impegno, speranze, illusioni per un cambiamento epocale, con il privilegio di aver vissuto in prima persona la trama multiforme di un tap-peto che immaginava straordinario, vuol dire anche interrogarsi più in generale sull’incanto del nuovo culturale, politico, sociale dell’immediato dopoguerra e le riflessioni, soprattutto critiche, che ne sono seguite.Qualche anno fa, nella pagina della cultura del Corriere della Sera, Alberto Bevilacqua ricordava come “ci sono libri che valgono per un titolo che definisce il loro contenuto con un’esattezza implaca-bile”: quello di Patrizia Consolo è molto di più, una sorta di “heri dicebamus” che riprende il grande paradigma di storia, politica, arte, cultura e ambiente. Un esercizio non solo di stile, perché questi

Patrizia ConsoloMAGNIFICAT PER SOLISTI E CORO 1950-1980 Diario critico di noi e di loroEdizioni Clichypagine 137 - euro 12,00

argomenti frantumati ma presenti alla memoria possono suscitare un po’ di in-vidia per aver avuto a portata di mano tanto mondo che non stava alla finestra, parlava chiaro, si confrontava anche con asprezza e ricercava un futuro marcato da solidarietà ed etica civile. Un periodo in cui la “politica pop” non era ancora un’espressione utilizzata nel linguaggio comune per definire il feno-meno della popolarizzazione dell’infor-mazione e della comunicazione politica attraverso forme di spettacolarizzazione e personalizzazione di cui i media sono i motori, ma di cui i politici sono entu-siasti attori, spesse volte con il ruolo di mere comparse.Forse per questo l’autrice richiama la memoria di un redattore del Corriere della Sera, Luciano Magrini che uscì da via Solferino nel novembre del 1925 in seguito alla estromissione dei fratelli Albertini insieme ad Einaudi, Emanuel e Parri. Magrini, repubblicano, dopo la Liberazione fu deputato alla Costituen-te, redattore della Voce Repubblicana, sottosegretario al Ministero del Lavoro.Nella sua introduzione, lo storico e po-litologo Giorgio Galli sottolinea il valore aneddotico del volume dell’autrice ma anche quello di una storia dal basso, del-la quasi quotidianità, ricca di eventi e di riflessioni; quella di un periodo cruciale per il quale l’economista Jean Fourastié ha coniato la definizione di “ Trenta Glo-riosi” prendendo spunto dalle “Tre Glo-riose”, le ultime tre giornate del luglio 1830 nelle quali fu rovesciata la monar-chia borbonica e il ramo Orléans chiuse la restaurazione e risvegliò la Francia.

COME INVIARE UN TESTO ALLA REDAZIONE DI "DIRIGENTI INDUSTRIA" IN TRE DOMANDE

1) Quale formato è idoneo? Formato word (.doc)2) Quante battute compongono una pagina della

rivista? 3.500 battute spazi compresi3) Come si contano eventuali occhielli, box e

immagini da inserire nel testo? Se sono previsti occhielli, box, immagini e

foto il numero delle battute va ridotto in modo proporzionale

Per l’ottimizzazione dei tempi e per non creare disguidi nell’iter della lavorazione tecnica della rivista invitiamo cortesemente ad inviare alla Redazione i testi in versione definitiva. Il titolo

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VADEMECUM PER GLI AUTORI

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Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federazione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzionali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti indu-striali, l’Associazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamen-te, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale;

il Servizio FASI/ASSIDAI che fornisce consulenza ed assistenza in merito alla stesura ed alla presentazione delle pratiche di rimborso oltre che di iscrizione ai due Fondi; il Servizio Orientamento e Formazione per i dirigenti interessati:

alla ricerca di nuove opportunità professionali, al bilancio delle competenze e ai percorsi formativi di sviluppo professionale, all’analisi delle criticità manageriali con il “Tutoring” dei colleghi Senior al Servizio Multibrand e alle iniziative di riqualificazione e ricollocazione per i dirigenti inoccupati.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

APERTURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 12.30e dalle 13.30 alle 17.30

SITO WEB www.aldai.itPEC [email protected]

ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Servizi e contattiALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALIPresidenzaPresidente: Romano Ambrogi - [email protected]: Silvana Menapace - [email protected]: Bruno Villani - [email protected]: Elisabetta Borrini

Direzione - [email protected]: Annalisa Sala - [email protected] sindacali su appuntamentoSegreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204 Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.208

Servizio Sindacale - [email protected] BertolottiPREVIO APPUNTAMENTO PER TUTTE LE CONSULENZEConsulenze sindacaliCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected] previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.303° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30Consulenze previdenza complementare / INPS - Rosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00Consulenze convenzione ENASCO / INPS - Silvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.003° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensione con telematica Inps

Consulenze fiscali - Nicola Fasano - martedì pomeriggio

Segreteria sindacaleFrancesca Sarcinelli 02.58376.222 - 02.58376.221Maria Caputo 02.58376.225

Servizio FASI/ASSIDAICristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected]

Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] DEGLI ISCRITTI SU APPUNTAMENTOTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 17.00

Servizio Orientamento e FormazioneSilvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected]

Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Bitetti - [email protected]

Giordano Bergomi 02.58376.235 Stefano Corna 02.58376.234 Viviana Cernuschi 02.58376.227Laura De Bella 02.58376.231

Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected]: Luigi Napoli

ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Fabio Pansa Cedronio

Redazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Canuti 02.58376.237

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DIRIGENTI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia Lavoro - [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Francesco Castelletti - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 20 DICEMBRE 2016

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati in possesso - DLGS 196/2003 (Tutela Dati Personali) che sono utilizzati al solo scopo di inviare il mensile “DIRIGENTI INDUSTRIA”, nonché la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo direttamente a:Arum – Via Larga, 31 – 20122 Milano

Per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del DLGS 196/2003 inviare un fax al numero02.5830.7557 o inviare una e-mail a: [email protected] indicando un recapito presso cui essere contattati.

Dichiarazione di tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28 della Legge 23 dicembre 96 n. 650:n. 29.900 copie.

Costo abbonamento 11 numeri: euro 15,00.

Il pagamento della quota associativa ALDAIcomporta automaticamente la sottoscrizionedell’abbonamento a “DIRIGENTI INDUSTRIA”.

DIRETTORE RESPONSABILE Romano Ambrogi

COORDINATORE DELLA RIVISTA E DEGLI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE ALDAI Franco Del Vecchio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Gabriella Canuti

COMITATO DI REDAZIONE Romano Ambrogi, Giuseppe Aldeghi, Michela Bitetti, Gabriella Canuti, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Mario Giambone, Silvana Menapace, Fabio Pansa Cedronio, Annalisa Sala, Chiara Tiraboschi, Bruno Villani

SOCIETÀ EDITRICE ARUM Srl, Via Larga 31, 20122 Milano Partita IVA 03284810151Tel. 02.5837.6237 - Fax 02.5830.7557PEC: [email protected] al Registro Nazionale della Stampa con il numero 5447, vol. 55, pag. 369, del 20.11.1996.Società soggetta alla direzione e coordinamento dell’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali).

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art.1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano euro 1,03.Autorizzazione del Tribunale di Milano, 20 novembre 1948, numero 891.

STAMPARotolito Lombarda SpA - Pioltello - Milano www.rotolitolombarda.it

ART DIRECTIONCamillo Sassi - [email protected]

PER INSERZIONI PUBBLICITARIE Contattare:[email protected]

FORMATO DELLE INSERZIONIPagina intera 210x297 mmMezza pagina verticale 100x297 mmMezza pagina orizzontale 210x145 mmPiedino interno 60x190 mmAllegato - formato da definireInserto Pubblicitario IP - formato da definire

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Franco Del Vecchio, Sergio Terzi, Luca Luchesini, Paolo Pedronetto, Pierluigi Brigante, Bruno Lodi, Mario Cardoni, Giuseppe Roma, Chiara Tiraboschi, Giancarlo Civita, Francesco Dindo, Giovanni Carnaghi, Silvia Romagnoli, Mario Giambone, Giovanni Frangi, Antonio Ferraguto, Silvia Bolzoni, Giorgio Bensa, Luigi Lanfossi, Gianni Fossati

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