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Le nuove Linee Guida di ANCI Lombardia: verso un Sistema di
Gestione della Prevenzione Corruzione (SGPC)
Ermelindo Lungaro
Formatore Anticorruzione e D.lgs. 231/01
Pag. 2
• Approccio sistemico delle nuove linee guida
• Strutture delle nuove linee guida
• La gestione del rischio corruzione
• Mappatura dei processi
• Valutazione dei rischi
• Rischi e misure di prevenzione della corruzione
• L’attuazione, la vigilanza e il riesame dei PTPC
• Q&A
Agenda
Pag. 4
► L’ANCI Lombardia con la collaborazione di Avviso Pubblico nel 2013 aveva già elaborato delle Linee Guida Anticorruzione che si era, in quella fase, limitate ad tradurre in termini operativi i nuovi obblighi introdotti dalla Legge 190/12 e dal PNA.
► Nel 2015 durante lo svolgimento del progetto Agenda 190 ci siamo resi dell’opportunità di promuovere all’interno delle Amministrazioni Comunali un cambio di approccio.
► Passare da un approccio «meramente adempitivo» ad un approccio consapevole della valenza organizzativa e valoriale della prevenzione della corruzione.
► Le strategie di prevenzione della corruzione devono essere pensate come un Sistema di Gestione, come peraltro già indicato dal PNA con espresso riferimento alla norma UNI ISO 31.000:2010 «Principi e linee guida per la gestione del rischio»
Genesi delle nuove Linee Guida ANCI Lombardia
Pag. 5
► Prendendo come riferimento la futura norma ISO 37001 «Anti-bribery management systems», la cui pubblicazione è previste per la fine del 2016, ci siamo concentrati su come adattare i seguenti elementi al contesto normativo e organizzativo delle aggregazioni di Comuni (es. Comunità Montane, Unioni di Comuni, Gestioni associate):
Politica anticorruzione e obiettivi
Analisi del contesto esterno e interno
Valutazione del rischio e identificazione delle misure specifiche
Programmazione del sistema, delle attività e delle misure di prevenzione
Monitoraggio dell’attuazione del Sistema e del livello di rischio
Riesame e miglioramento continuo
► La determinazione n. 12/2015 di ANAC «Aggiornamento 2015 al PNA» ha ribadito l’urgenza di un cambio di rotta e confermato il nostro nuovo approccio.
Genesi delle nuove Linee Guida ANCI Lombardia
Pag. 6
Il cambio di rotta di ANAC
► La stragrande maggioranza delle amministrazioni ha adottato almeno a livello formale un proprio PTPC, confermando che vi è stato un buon livello di applicazione della norma.
► La qualità dei PTPC è generalmente insoddisfacente per i seguenti aspetti:
Ridotto coinvolgimento degli Organi di Indirizzo Politico (Giunta e Consiglio)
Analisi del contesto esterno assente o inadeguata
Analisi del contesto interno che non ha consentito una mappatura puntuale dei processi relative alle aree «obbligatorie» e/o «ulteriori»
Valutazione del rischio carente a causa della difficoltà di identificare i comportamenti a rischio e di un applicazione formale dell’allegato 5 del PNA
Mancata programmazione delle misure generali e assenza di misure specifiche
Assenza di un efficace coordinamento con il Piano delle Perfomance
Poca attenzione alla descrizione delle attività di monitoraggio del PTPC
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Dal PTPC al SGPC di ANCI Lombardia
► Le nuove linee guida non sono delle norme tecniche ma fornisco indirizzi e strumenti per immaginare un Sistema di Gestione Prevenzione Corruzione (SGPC) che verrà descritto dalle Amministrazioni Comunali nei loro PTPC.
► Un sistema di gestione, nel linguaggio internazionale della qualità, è un complesso di regole, competenze e prassi messe insieme per raggiungere un risultato.
► Quando oggi si parla di un Piano Nazionale Anticorruzione, si parla in effetti di istituire e fare funzionare quel sistema di gestione diretto a eliminare o limitare, all’interno di un’organizzazione, di qualunque dimensione, il rischio di corruzione.
► Da solo un sistema di gestione, come d’altro canto la stessa legge dello Stato, certo non è sufficiente per risolvere il problema della corruzione, la quale dipende dall’impegno di ciascuno e di tutti per creare una cultura della legalità.
Ma può contribuire a creare questa cultura, costruendo una struttura proattiva in cui inquadrare alcune scelte organizzative.
8
ISO 14001
Environment Management
Systems
Sinergie fra i sistemi di gestione
Gli standard per i sistemi di gestione sono allineati agli altri standard più diffusi (ISO 9001, ISO 14001, ISO 50001, etc)
ISO ha identificato nella HLS la struttura e il voabolario di riferimento univoco per tutti I futuri sistemi di gestione
SGPC di ANCI Lombardia è allineato alla HLS
Struttura comune delle norme ISO 37001
Anti-bribery management
systems SGPC “ANCI Lombardia”
Linee Guida Anticorruzione
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SISTEMA DI GESTIONE
PER LA PREVENZIONE DELLA
CORRUZIONE
La visione del SGPC secondo ANCI Lombardia
11
La nozione di corruzione ai sensi del PNA
► ANAC con la determinazione n. 12/2015 ha confermato la definizione contenuta nel PNA, non solo più ampia dello specifico reato di corruzione e del complesso dei reati contro la pubblica amministrazione, ma coincidente con la “maladministration”, intesa come assunzione di decisioni (di assetto di interessi a conclusione di procedimenti, di determinazioni di fasi interne a singoli procedimenti, di gestione di risorse pubbliche) devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari.
► Questo comporta una maggior attenzione riguardo ad atti e comportamenti che, anche se non consistenti in specifici reati, contrastano con la necessaria cura dell’interesse pubblico e pregiudicano l’affidamento dei cittadini nell’imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse.
Una nozione cosi ampia di corruzione obbliga ad un ripensamento della Strategia di prevenzione della corruzione in ottica di sistema
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La Struttura delle nuove linee guida
La struttura dei sistemi di gestione prevede 4 fasi strutturate (Pianificazione, Attuazione, Monitoraggio e Riesame) secondo lo schema HLS. Il sistema implementato adeguatamente con il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali (RPC, OIV, Dirigenti, Responsabili PO), è volto al miglioramento continuo delle strategie di prevenzione della corruzione.
Organizzazione della
sistema di prevenzione,
definizione della
Politica Anticorruzione
e del PTPC
Attuazione delle
misure di
prevenzione
Verifica dell’efficace
attuazione/adeguatezza
delle misure di prevenzione
Riesame del sistema
e miglioramento del
PTPC Do - Attuazione
Plan - Pianificazione
Check - Monitoraggio
Act -Riesame
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Elementi Sistema di Gestione della Prevenzione della Corruzione
Prendendo spunto dallo schema HLS della normativa ISO qui di seguito si riportano gli elementi del SGPC:
SG
PC
Comprensione del contesto interno ed esterno
Leadership, ruoli e responsabilità
Politica e definizione degli obiettivi strategici
Mappatura dei processi e valutazione del rischio
Programmazione operativa degli obiettivi e delle misure di prevenzione
Azioni di supporto (competenze, comunicazione e formazione)
Controllo Interno
Valutazione delle Performance
Monitoraggio, riesame e miglioramento continuo
COMMITMENT
REGOLE E SANZIONI
OBIETTIVI
CONTROLLO SULLE ATTIVITA’
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Elementi Sistema di Gestione della Prevenzione della Corruzione
Il successo del SGPC dipende dalla sua capacità di integrarsi con il Modello Organizzativo pre-esistente che consente all’Amministrazione di funzionare
SG
PC
Comprensione del contesto interno ed esterno
Leadership, ruoli e responsabilità
Politica e definizione degli obiettivi strategici
Mappatura dei processi e valutazione del rischio
Programmazione operativa degli obiettivi e delle misure di prevenzione
Azioni di supporto (competenze, comunicazione e formazione)
Controllo Interno
Valutazione delle Performance
Monitoraggio, riesame e miglioramento continuo
•DUP o Altri documenti
programmatici
•Regolamenti, •Codice di
Comportamento e Regolamento
disciplinare
•Piano delle Performance
Regolamento dei controlli interni
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Elementi Sistema di Gestione della Prevenzione della Corruzione
Il PTPC è il documento che mette in relazione il SGPC con il Modello Organizzativo
SG
PC
Comprensione del contesto interno ed esterno
Leadership, ruoli e responsabilità
Politica e definizione degli obiettivi strategici
Mappatura dei processi e valutazione del rischio
Programmazione operativa degli obiettivi e delle misure di prevenzione
Azioni di supporto (competenze, comunicazione e formazione)
Controllo Interno
Valutazione delle Performance
Monitoraggio, riesame e miglioramento continuo
•DUP o Altri documenti
programmatici
•Regolamenti, •Codice di
Comportamento e Regolamento disciplinare
•Piano delle Performance
Regolamento dei controlli interni
•PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE
DELLA CORRUZIONE
Pag. 16
Il Sistema di Gestione per la prevenzione della Corruzione
1. Pianificazione 2. Attuazione 3. Monitoraggio 4. Riesame
3.1 Piano di Vigilanza
Anticorruzione
3.2 Monitoraggio flussi e
svolgimento Audit
3.4 Adeguamento post
Audit
1.1 Individuazione
delle aree di rischio e
indicatori di anomalia
1.2 As Is e Gap Analysis
1.3 Approvazione del PTPC e del Codice
Etico e di Comportamento
2.1 Attuazione Action
Plan
2.3 Circolare Flussi
informativi e reporting RPC
2.2 Piano di
Comunicazione e Formazione
4.1 Aggiornamento normativo e/o
organizzativo del PTPC
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Il ruolo degli organi di indirizzo politico
► ANAC ribadisce il ruolo degli organi di indirizzo nella prevenzione della corruzione e raccomanda alle amministrazioni e agli enti di prevedere, con apposite procedure, la più larga condivisione delle misure con gli organi di indirizzo, sia nella fase dell’individuazione, sia in quella dell’attuazione.
► Gli organi di indirizzo potrebbero elaborare una «Politica Anticorruzione», che definisca:
Gli obiettivi strategici in materia di anticorruzione al fine generare valore per l’Ente (maggiore efficienza complessiva, risparmio di risorse pubbliche, riqualificazione del personale, incremento delle capacità tecniche e conoscitive).
La strategia di coordinamento fra i Comuni aggregati per la prevenzione della corruzione in gestione associata (es. elaborazione di un unico PTPC, definizione di misure ulteriori comuni, coordinamento fra gli RPC, ecc.) e/o nei Piani d’ambito
L’organizzazione del sistema di prevenzione della corruzione (es. staff da assegnare al RPC, eventuale individuazione di referenti per la prevenzione della corruzione, flussi informativi fra gli RPC delle Società partecipate e il RPC del Comune, ecc.)
Misure di prevenzione della corruzione nei confronti delle Società concessionarie (es. obbligo adozione Modello 231) e/o partecipate (es. protocolli di legalità)
► Il Documento Unico di Programmazione (DUP) è il documento strategico in cui potrebbero essere inseriti gli obiettivi e contenuti della Politica Anticorruzione.
Pag. 19
Il processo di gestione del rischio di corruzione
Le principali fasi del processo di gestione del rischio sono rappresentate in maniera sintetica nella figura seguente.
A queste fasi, vanno aggiunte, in linea con le indicazioni della norma internazionale UNI ISO 31000:2010, le fasi trasversali della comunicazione e consultazione nonché del monitoraggio e riesame.
• DEFINIZIONE DEL CONTESTO ESTERNO: caratteristiche dell’ambiente esterno (es. variabili culturali, criminologiche, sociali ed economiche del territorio) che possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi all’interno dell’Ente.
• DEFINIZIONE DEL COSTESTO INTERNO: organi di indirizzo, struttura organizzativa, ruoli e responsabilità; politiche, obiettivi, e strategie; risorse, conoscenze, sistemi e tecnologie; qualità e quantità del personale; cultura organizzativa, con particolare riferimento alla cultura dell’etica; sistemi e flussi informativi, processi decisionali (sia formali sia informali); relazioni interne ed esterne.
• VALUTAZIONE DEL RISCHIO: applicare in modo concreto la metodologia presentata nell’allegato 5 del PNA (tali indicazioni non sono strettamente vincolanti) per evitare di identificare misure generiche
• TRATTAMENTO DEL RISCHIO: teso a individuare i correttivi e le modalità più idonee a prevenire i rischi, sulla base delle priorità emerse in sede di valutazione degli eventi rischiosi ed in particolare misure adeguatamente progettate, sostenibili e verificabili
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Analisi del contesto interno ed esterno
► Contesto esterno. Diffusione di fenomeni criminali che possono essere favoriti o favorire la corruzione (evasione fiscale, riciclaggio, mafie, corruzione, ecc.), contesto socio-economico, lobbies, aspettative dei portatori di interesse (utenti, aziende, ecc …)
► Contesto interno. Comprendere l’organizzazione, i vincoli a livello di risorse finanziarie/umane, di competenze e/o di risorse informatiche, i macro-processi esternalizzati (es. Società in house, concessionarie, ecc.) o le funzioni eventualmente oggetto di riallocazione per riforme normative (es. Provincie), la mappa delle partecipate, ecc.
► Contesto interno nelle aggregazioni di Comuni. Gli enti che aderiscono all’aggregazione sono parte del contesto interno dell’aggregazione, che va intesa come un unico modello di governance e/o sistema di organizzazioni pubbliche. Per tale motivo è’ importante:
► definire la «geografia» dei macro-processi gestiti dall’aggregazione;
► considerare la struttura organizzativa e le caratteristiche dei singoli Enti, con particolare attenzione agli uffici che fungono da capo-fila delle convenzioni.
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Differenza fra Processo e Procedimento
I termini processo e procedimento spesso vengono usati come sinonimi, per indicare le attività svolte dagli uffici di una pubblica amministrazione.
Si tratta invece i due termini che indicano cose diverse:
► Procedimento = sequenza di atti (documenti) tra loro autonomi, scanditi nel tempo e destinati allo stesso fine, cioè alla emanazione di un provvedimento finale.
► Processo = l’insieme delle risorse strumentali e dei comportamenti che consentono di attuare un procedimento
Procedimenti
PROCESSO
Differenza fra Processo e Procedimento
• «Sotto» ogni procedimento ci deve essere un processo, che consente di attuare il procedimento
• Un singolo processo può essere associato a diversi procedimenti.
PROCESSO DI AUTORIZZAZIONE
Permesso circolazione in ZTL
Occupazione di suolo pubblico
Autorizzazione paesaggistica
Permesso di costruire
Mappatura dei processi e Mappatura dei Procedimenti
La mappatura dei procedimenti:
• tiene conto dei vincoli di legge: Amministrazioni Comunali diverse, tendenzialmente, mapperanno nello stesso modo i procedimenti
• è orientata all’utente/cittadino
• definisce gli obiettivi, le modalità di avvio, le tempistiche e le responsabilità per la realizzazione delle attività
• non identifica le relazioni fra i procedimenti
La mappatura dei processi:
• E’ specifica dell’organizzazione
• fornisce informazioni rilevanti per la gestione del rischio di corruzione: momenti decisionali, criteri di scelta, conseguenze delle scelte, controlli, informazioni, flussi di comunicazione
• descrive le relazioni fra procedimenti e altri processi
Mappatura dei procedimenti (art. 35, comma 1 del d.lgs. 33/2013):
include informazioni che servono agli utenti
descrizione del procedimento e i riferimenti normativi;
unità organizzativa responsabile dell'istruttoria;
Nome del responsabile del procedimento,
per i procedimenti ad istanza di parte, gli atti e i documenti da allegare all'istanza
Modalità con le quali gli interessati possono ottenere le informazioni relative ai procedimenti in corso che li riguardino;
Termini di avvio e conclusione del procedimento;
Strumenti di tutela riconosciuti dalla legge in favore dell'interessato
Nome del soggetto a cui è attribuito, in caso di inerzia, il potere sostitutivo
Risultati delle indagini di customer satisfaction
Mappatura Tabellare dei processi :
include elementi rilevanti per l’analisi del rischio
Responsabilità Uffici coinvolti INPUT OUTPUT Flusso del processo -Sequenza attività Scelte Criteri di scelta Conseguenze delle scelte Tempi Vincoli Risorse Informazioni Comunicazione Tracciabilità Controlli interrelazioni con altri processi
AREA SPECIFICA
•Processo n+1
•SETTORI COINOLTI INTERNI E/O ESTERNI
•PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI
Mappatura dei processi
Tipologia di rischio
corruzioneFocus corruzione passiva Tipo/Processi Manuale Processi Modello 231 Norme di Legge Procedure
1
Esecuzione delle
convenzioni con l'ATO per
la gestione di reti, impianti e
altre dotazioni patrimoniali
strumentali all'erogazione del
servizio idrico integrato (es.
scelta degli interventi a
favore dei Comuni,
rendicontazione verso l'ATO
e gestione di eventuali
ispezioni/istruttorie).
- Corruzione passiva e
attiva
Elaborazione/aggiornamento del
Budget annuale degli investimenti
Valutazione tecnico/economica per
le opere/interventi richiesti dai
Comuni nell'ambito della voce di
spesa di Manutenzione straordinaria
all'interno del Piano di Ambito
Prioritizzazione delle opere/interventi
a favore dei Comuni nel rispetto del
Piano di Investimenti
Esecuzione di lavori, per voci di
spesa previsti ma extra budget e poi
compensati con altre opere
Iter autorizzativo per varianti con
l'ATO a favore di alcuni Comuni
Inteventi di manutenzione ordinarie
(es. estensione e/o sostituzione di
rete)
PRODUTTIVI:
Progettazione e Direzione
lavori
SUPPORTO:Predisposizio
ne consuntivi e
aggiornamenti PST
SI (solo per le varianti)
Gli unici criteri sono in
Convezione (in attesa
dell'Autority AEEGSI)
PROCEDURA DI
GESTIONE E
AGGIORNAMENTO DEL
PST
2
Negoziazione e/o stipula ed
esecuzione delle
convenzioni con Comuni
Soci per interventi di
manutenzione straordinaria
e/o ampliamenti sulla rete
fognaria, realizzazione di
impianti/reti idriche e/o altre
opere (es. Case dell'Acqua)
e/o con soggetti privati (es.
Caseificio)
- Corruzione passiva e
attiva
Gli allacciamenti particolari e/o opere
particolaro sono valorizzati tramite un
preventivo analitico valorizzato sulla
base di Listini ufficiali e/o prezzi di
mercato (ovvero con mark up sulle
spese generali)
Listino Regione
Piemonte per lavori di
ampliamento/allacciamen
to
Tariffe ATO per il
servizio idrico integrato
INVENTARIO DELLE AREE A RISCHIO 190
DESCRIZIONE ATTIVITA'
SENSIBILI
Per la mappatura dei processi si dovrà partire dalle Aree Generali indicate dal PNA al fine di individuare eventuali altre Aree Specifiche
AREA GENERALI
•Processo n.1+1
•SETTORE COINOLTO INTERNO E/O ESTERNO
•PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI
1) Gestione del personale
2) Appalti pubblici
3) Provvedimenti ampliativi con effetto economico diretto e/o indiretto (es. autorizzazioni. concessioni)
4) Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;
5) Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;
6) Incarichi e nomine;
7) Affari legali e contenzioso.
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Principali novità ANAC
Con la det. 12/2015 al PNA, ANC ha in parte superato la metodologia di analisi del rischio
contenuta nell’allegato 5 del PNA, proponendo, in nuce, una strategia di analisi del rischio
basata su due elementi:
► I fattori di rischio: «Al fine di evitare l’identificazione di misure generiche» ANAC
raccomanda di «considerare per l’analisi del rischio anche l’individuazione e la
comprensione delle cause degli eventi rischiosi, cioè delle circostanze che favoriscono
il verificarsi dell’evento»
► Le Anomalie: «Per comprendere meglio le cause e il livello di rischio, le
amministrazioni possono fare riferimento sia a dati oggettivi (per es. i dati giudiziari), sia
a dati di natura percettiva»
In base a questo nuovo approccio, l’analisi del rischio diventa un processo che considera
► I fattori di rischio che definiscono la probabilità di base del verificarsi di eventi di
corruzione
► Le Anomalie, rilevabili attraverso attività di monitoraggio, che aumentano la probabilità
di base
Considerare i fattori di rischio e le anomalie, potrebbe essere sufficiente per un adeguata
analisi del rischio. Si potrebbe ignorare l’impatto della corruzione che (essendo sempre
elevato e difficilmente misurabile) non sempre è utile per definire le priorità di trattamento.
30
Metodologia – Macro fattori di rischio e di anomalia
Nelle Linee Guida, ANCI Lombardia ha individuato
► 12 macro Fattori di Rischio, che risultano essere statisticamente associati alle situazioni a rischio di corruzione e che possono favorire gli eventi di corruzione
► 8 Macro Indicatori di Anomalia, che, qualora rilevati in un processo, possono essere sintomatici di una situazione a rischio già in atto
Durante l’attività di mappatura dei processi occorre con il coinvolgimento del personale dell’Ente
associare i fattori di rischio e gli indicatori di anomalia applicabili e/o adattarli alle specificità
interne
31
Metodologia – Macro fattori di rischio
► Carenze/ingerenze di indirizzo: I ruoli di indirizzo non intervengono
adeguatamente nel processo (es. mancata definizione degli obiettivi che devono
essere raggiunti, ingerenza da parte dell’organo politico)
► Carenze gestionali: I ruoli gestionali non intervengono adeguatamente nel
processo (es. mancata analisi dei fabbisogni, scarsa progettualità, mancata
pianificazione con conseguente necessità di lavorare spesso "d'urgenza«, ecc.)
► Carenze operative: I ruoli operativi non intervengono adeguatamente nel
processo (es. a causa di carenza di competenze e/o di organico, ecc.)
► Controparti/relazioni: il processo richiede una relazione con soggetti (pubblici
o privati) esterni all'organizzazione, che possono interferire con le scelte dei
ruoli di indirizzo (es. partenariato pubblico/privato)
► Carenze Organizzative: Il processo non è supportato da una chiara/adeguata
definizione dei ruoli e delle responsabilità (es. mancata segregazione dei
compiti e/o rotazione del personale, assenza di job description/mansionari,
assegnazione di deleghe/responsabilità non allineate alle mansioni)
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Metodologia – Macro fattori di rischio
► Carenza di controllo: I controlli sull'indirizzo, la gestione e l'esecuzione del processo sono assenti o non adeguati rispetto ai rischi individuati
► Informazioni: I soggetti che intervengono nel processo possono entrare in possesso di dati o informazioni, che possono essere utilizzati per ricavare un vantaggio personale o avvantaggiare altri soggetti
► Interessi: Il processo può danneggiare o favorire in modo rilevante interessi privati
► Opacità: Le scelte compiute nel corso del processo non sono adeguatamente giustificate e/o documentate
► Regole: Il processo è regolato da «rules» (norme, regolamenti, procedure) poco chiare o presenta margini di discrezionalità a causa dell’assenza di «rules».
► Rilevanza economica: Al processo sono destinate ingenti risorse finanziarie da Bilancio
► Monopolio interno: Il processo coinvolge sempre gli stessi soggetti interni/esterni all'organizzazione e/o non esiste condivisione delle competenze.
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Metodologia – Macro indicatori di anomalie
► Arbitraritetà: Le scelte compiute nel corso del processo sembrano arbitrarie, se messe in relazione con gli obiettivi del processo
► Frazionamenti: Il procedimento è stato frazionato/ripetuto e il frazionamento/la ripetizione appare anomale rispetto ad altri procedimenti simili
► Monopolio esterno: Il processo coinvolge sempre gli stessi soggetti esterni all'organizzazione
► Near Miss: Nella gestione del processo si sono evidenziati casi di ricorsi che non hanno prodotto effetti, ecc.
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Metodologia – Macro indicatori di anomalie
► Reati pregressi: Nella gestione/conduzione del processo si sono già verificati, in precedenza, dei casi di corruzione e/o di figure sintomatiche dell’eccesso di poteri
► Reclami: La gestione/conduzione del processo genera contenziosi, ricorsi, lamentele sul servizio, ecc
► Tempistiche: Le tempistiche di avvio, sviluppo e conclusione dei procedimenti all’interno del processo sembrano anomale, se confrontate con le tempistiche medie previste per il procedimento
► Variabilità: L'output di del processo subisce delle modifiche, successive alla conclusine del processo (es. annullamento in autotutela, gare pubbliche revocate, varianti in corso d’opera, ecc.)
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Misure di prevenzione obbligatorie
Le misure generali (Cfr. Tavole PNA) si classificano in:
► Trasparenza
► Codice di comportamento
► Rotazione del personale
► Gestione del conflitto di interesse
► Conferimento ed autorizzazione incarichi
► Inconferibilità/incompatibilità per incarichi/particolari posizioni dirigenziali
► Formazione di Commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento incarichi in caso di condanna contro la PA (solo per la PA)
► Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (solo a livello di PA controllante)
► Formazione del personale
► Patti di integrità negli affidamenti
► Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile (solo per la PA)
► Monitoraggio dei tempi procedimentali e dei rapporti Amministrazione/soggetti esterni (solo per la PA)
La vera sfida contenuta nel PNA è quella di andare oltre le misure obbligatorie per cercare
concretamente di ridurre il rischio corruzione, senza burocratizzare la gestione dei procedimenti
pubblici
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Le misure di prevenzione ulteriori specifiche, secondo le best practice, si potrebbero ispirare ai seguenti standard di controllo interno, ad esempio utilizzati per la costruzione dei Modelli 231
•Il protocollo si fonda sulla separazione delle attività tra chi autorizza, chi esegue e chi controlla.
•Segregazione •dei compiti
•Il protocollo si fonda sull’esistenza di disposizioni aziendali e/o di procedure formalizzate idonee a fornire principi di comportamento, modalità operative per lo svolgimento delle attività sensibili, nonché modalità di archiviazione della documentazione rilevante.
•Procedure
•Il protocollo si fonda sul principio secondo il quale i poteri autorizzativi e di firma devono essere: i) coerenti con le responsabilità organizzative e gestionali assegnate, prevedendo, ove richiesto, indicazione delle soglie di approvazione delle spese; ii) chiaramente definiti e conosciuti all’interno della Società.
•Poteri •autorizzativi e •di firma
•Il protocollo si fonda sul principio secondo cui: i) ogni operazione relativa all’attività sensibile sia, ove possibile, adeguatamente registrata; ii) il processo di decisione, autorizzazione e svolgimento dell’attività sensibile sia verificabile ex post, anche tramite appositi supporti documentali; iii) in ogni caso, sia disciplinata in dettaglio la possibilità di cancellare o distruggere le registrazioni effettuate.
•Tracciabilità
Misure di prevenzione ulteriori
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Le aree a rischio con la relativa misurazione e gli interventi utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi devono essere previsti nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione.
Al fine di fornire alcuni spunti utili per alcune delle area sensibile «generali» indicate da ANAC, sono di seguito indicati alcuni esempi di misure ulteriori utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi.
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Affidamento di
lavori, servizi e
forniture
► Restrizione del mercato nella definizione delle
specifiche tecniche, attraverso l'indicazione
nel disciplinare di prodotti che favoriscano una
determinata impresa.
► Determinazioni di indizione con
puntuale motivazione di eventuali
specifiche tecniche richieste nel caso
di specie
► Elusione delle regole di affidamento degli
appalti, mediante l’improprio utilizzo del
modello Procedurale dell’affidamento delle
concessioni al fine di agevolare un particolare
Soggetto
► Determinazioni di indizione delle
procedure di affidamento con puntuale
esplicitazione delle ragioni di fatto e di
diritto a base della scelta dello
strumento concessorio
► Definizione dei requisiti di accesso alla gara e,
in particolare, dei requisiti tecnico-economici
dei concorrenti al fine di favorire un’impresa
(es.: clausole dei bandi che stabiliscono
requisiti di qualificazione);
► Determinazioni di indizione delle
procedure di gare e, quindi, di
approvazione dei bandi, con puntuale
indicazione delle ragioni a base delle
eventuali specifiche di requisiti
richieste
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
39
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Affidamento di
lavori, servizi e
forniture
► Uso distorto del criterio dell’offerta
economicamente più vantaggiosa, finalizzato
a favorire un’impresa;
► Determinazioni di indizione delle
procedure di gare e, quindi, di
approvazione dei bandi, con puntuale
indicazione delle ragioni di fatto, diritto
a base del criterio di aggiudicazione
prescelto
► Mancato rispetto dei criteri indicati nel
disciplinare di gara cui la commissione
giudicatrice deve attenersi per decidere i
punteggi da assegnare all'offerta, con
particolare riferimento alla valutazione degli
elaborati progettuali
► Stesura di modelli di verbale impostati
schematicamente attraverso l'utilizzo
della parte del disciplinare di gara
recante I criteri di assegnazione dei
punteggi
► Mancato rispetto dei criteri di individuazione e
di verifica delle offerte anormalmente basse,
anche sotto il profilo procedurale.
► Esplicitazione dei passaggi procedurali
all'interno dei verbali
► Abuso nell’utilizzo della procedura negoziata
► Determinazioni di indizione della
procedura negoziata con indicazione
delle ragioni di fatto e diritto a base
della scelta Procedurale
40
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Affidamento di
lavori, servizi e
forniture
► Abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei
casi previsti dalla legge al fine di favorire
un’impresa;
► Determinazioni di indizione delle
procedure di gare e, quindi, di
approvazione dei bandi, con puntuale
indicazione delle ragioni di fatto, diritto
a base del criterio di aggiudicazione
prescelto
► Abuso del provvedimento di revoca del bando
al fine di bloccare una gara il cui risultato si
sia rivelato diverso da quello atteso o di
concedere un indennizzo all’aggiudicatario;
► Puntuale indicazione delle ragioni
sopravvenute a base della revoca
all'interno del relativo Provvedimento
► Mancanza di sufficiente precisione nella
pianificazione delle tempistiche di esecuzione
dei lavori, che consenta all'impresa di non
essere eccessivamente vincolata ad
un'organizzazione precisa dell'avanzamento
dell'opera, creando in tal modo i presupposti
per la richiesta di eventuali extraguadagni da
parte dello stesso esecutore.
► Monitoraggio del numero di richieste di
integrazione del corrispettivo (per
ciascun lavoro e per totale lavori)
41
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Affidamento di
lavori, servizi e
forniture
► Ammissione di varianti in corso di esecuzione
del contratto per consentire all’appaltatore di
recuperare lo sconto effettuato in sede di gara
o di conseguire extra guadagni;
► Monitoraggio del numero di richieste di
variante (per ciascun lavoro e per
totale lavori)
► Pressioni dell'appaltatore sulla direzione dei
lavori, affinché possa essere rimodulato il
cronoprogramma in funzione dell'andamento
reale della realizzazione dell'opera.
► Monitoraggio del numero di richieste di
rimodulazione del cronoprogramma
(per ciascun lavoro e per totale lavori)
► Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a
una gara volti a manipolarne gli esiti,
utilizzando il meccanismo del subappalto
come modalità per distribuire i vantaggi
dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;
► Monitoraggio, previa definizione
casistiche più sensibili anche a fronte
esperienze in materia da parte di
autorità/enti
► Condizionamenti nelle decisioni assunte
all'esito delle procedure di accordo bonario,
derivabili dalla presenza della parte privata
all'interno della Commissione
► Monitoraggio su numero e condizioni
accordi bonari
42
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Affidamento di
lavori, servizi e
forniture
► Ammissione di varianti in corso di esecuzione
del contratto per consentire all’appaltatore di
recuperare lo sconto effettuato in sede di gara
o di conseguire extra guadagni;
► Monitoraggio del numero di richieste di
variante (per ciascun lavoro e per
totale lavori)
► Pressioni dell'appaltatore sulla direzione dei
lavori, affinché possa essere rimodulato il
cronoprogramma in funzione dell'andamento
reale della realizzazione dell'opera.
► Monitoraggio del numero di richieste di
rimodulazione del cronoprogramma
(per ciascun lavoro e per totale lavori)
► Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a
una gara volti a manipolarne gli esiti,
utilizzando il meccanismo del subappalto
come modalità per distribuire i vantaggi
dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;
► Monitoraggio, previa definizione
casistiche più sensibili anche a fronte
esperienze in materia da parte di
autorità/enti
► Condizionamenti nelle decisioni assunte
all'esito delle procedure di accordo bonario,
derivabili dalla presenza della parte privata
all'interno della Commissione
► Monitoraggio su numero e condizioni
accordi bonari
43
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Acquisizione e
progressione del
personale
► Previsione di requisiti di accesso
“personalizzati” ed insufficienza di meccanismi
oggettivi e trasparenti idonei a verificare il
possesso dei requisiti attitudinali e professionali
richiesti in relazione alla posizione da ricoprire
allo scopo di reclutare candidati particolari;
► Previsione di una disciplina sul tema dei
profili professionali in base a requisiti
attitudinali e professionali
► Abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato
al reclutamento di candidati particolari;
► Relazione a base della programmazione
fabbisogno del personale con
indicazione Delle esigenze a base
dell'inserimento di determinate categorie
e profili professionali
► Irregolare composizione della commissione di
concorso finalizzata al reclutamento di candidati
particolari;
► Disciplina per la nomina e
funzionamento della Commissione di
concorso che preveda una supervisione
terza rispetto ai Componenti
► Inosservanza delle regole procedurali a
garanzia della trasparenza e dell’imparzialità
della selezione, quali, a titolo esemplificativo, la
cogenza della regola dell'anonimato nel caso di
prova scritta e la predeterminazione dei criteri di
valutazione delle prove allo scopo di reclutare
candidati particolari;
► Esplicitazione delle regole di selezione
nei bandi di selezione; esplicitazione nei
verbali del rispetto dei passaggi formali
44
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Acquisizione e
progressione del
personale
► Progressioni economiche o di carriera
accordate illegittimamente allo scopo di
agevolare dipendenti/candidati particolari;
► Previsione di una disciplina generale dei
casi di progressione, a partire da criteri
nei contratti decentrati, con conseguenti
provvedimenti attuativi
► Motivazione generica e tautologica circa la
sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo
scopo di agevolare soggetti particolari.
► Determinazioni di indizione procedura
recanti attestazioni dei Direttori
competenti circa ragioni di necessità
45
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Emissione di
provvedimenti
amministrativi
ampliativi della
sfera giuridica
dei destinatari
privi di effetto
economico
diretto
► Abuso nell’adozione di provvedimenti aventi
ad oggetto condizioni di accesso a servizi
pubblici al fine di agevolare particolari soggetti
(es. inserimento in cima ad una lista di
attesa);
► Adozione di regolamenti, criteri o
relativi Aggiornamenti
► Abusi nel rilascio di permessi di costruire
► informatizzazione del processo a
garanzia tracciabilità dei passaggi e di
resa trasparente delle ragioni a base di
ciascuno
► Abusi all'interno dei procedimenti funzionali
all'adozione di atti di governo del territorio
► Pubblicazione in tempo reale di tutti I
documenti in materia
► Infiltrazioni criminali nell'ambito di
procedimenti complessi attuativi di strumenti
di governo del territorio (CDSR)
► Stipula protocollo di legalità con la
Prefettura di Milano
46
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Emissione di
provvedimenti
amministrativi
ampliativi della
sfera giuridica dei
destinatari privi di
effetto economico
diretto
► Irregolarità che possano mettere in pericolo la
sicurezza dei lavoratori all'interno di cantieri in
fase attuativa di strumenti di governo del
territorio (CDSR)
► Potenziamento dell'attività
dell'Osservatorio Cantieri di cui al
Protocollo 14 dicembre 2007
► Abuso nel rilascio di autorizzazioni in ambiti in
cui il pubblico ufficio ha funzioni esclusive o
preminenti di controllo al fine di agevolare
determinati soggetti (es. controlli finalizzati
all’accertamento del possesso di requisiti per
apertura di esercizi commerciali).
► Monitoraggio controlli
► Corresponsione di tangenti per ottenere
omissioni di controllo e “corsie preferenziali”
nella trattazione delle proprie Pratiche
► Intensificazione dei controlli a campione
da parte di ciascuna direzione sulle
dichiarazioni sostitutive di certificazione e
di atto notorio rese ai rispettivi servizi ai
sensi degli artt. 46-49 del d.P.R. n. 445
del 2000 (artt. 71 e 72 del d.P.R. n. 445
del 2000)
► Promozione o implementazione di accordi
di collaborazione per l’accesso alle
banche dati istituzionali contenenti
informazioni e dati relativi a stati, qualità
personali e fatti di cui agli artt. 46 e 47 del
d.P.R. n. 445 del 2000
47
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Emissione di
provvedimenti
amministrativi
ampliativi della
sfera giuridica dei
destinatari privi di
effetto economico
diretto
► Corresponsione di tangenti per ottenere
omissioni di controllo e “corsie preferenziali”
nella trattazione delle proprie pratiche
► Informatizzazione dei processi, con
connessi effetti in termini di tracciabilità
flussi e sequenza cronologica delle
pratiche e della loro trattazione
► Richiesta e/o accettazione impropria di regali,
compensi o altre utilità in connessione con
l'espletamento delle proprie funzioni o dei
compiti affidati;
► Adozione codice di comportamento
comunale secondo le indicazioni del DPR
n. 62/2013 nonché della Conferenza
unificata 24 luglio 2013
► Ambiti in cui il pubblico ufficio ha funzioni
esclusive o preminenti di controllo (ad es.
controlli finalizzati all’accertamento del possesso
di requisiti).
► Monitoraggio controlli
Emissione di
provvedimenti
amministrativi
ampliativi della
sfera giuridica dei
destinatari con
effetto economico
diretto
► Rilascio di concessioni edilizie con pagamento di
contributi inferiori al dovuto al fine di agevolare
determinati soggetti.
► informatizzazione del processo a
garanzia tracciabilità dei passaggi e di
resa trasparente delle ragioni a base di
ciascuno
48
Rischi e misure di prevenzione ulteriori
Aree Sensibili Rischi specifici Misure di Prevenzione
Emissione di
provvedimenti
amministrativi
ampliativi della
sfera giuridica dei
destinatari con
effetto economico
diretto
► Riconoscimento indebito di contributo economico
a cittadini non in possesso dei requisiti di legge
al fine di agevolare determinati soggetti;
► Relazione sull'attuazione delle previsioni
Regolamentari
► Riconoscimento indebito dell’esenzione dal
pagamento della tariffa di un servizio comunale
al fine di agevolare determinati soggetti;
► Relazione sull'attuazione delle previsioni
regolamentari
► Uso di falsa documentazione per agevolare
taluni soggetti nell’accesso a benefici economici;
► Intensificazione dei controlli a campione
da parte di ciascuna direzione sulle
dichiarazioni sostitutive di certificazione e
di atto notorio rese ai rispettivi servizi ai
sensi degli artt. 46-49 del d.P.R. n. 445
del 2000 (artt. 71 e 72 del d.P.R. n. 445
del 2000)
► Promozione o implementazione di accordi
di collaborazione per l’accesso alle
banche dati istituzionali contenenti
informazioni e dati relativi a stati, qualità
personali e fatti di cui agli artt. 46 e 47 del
d.P.R. n. 445 del 2000
Pag. 50
La comunicazione e la formazione
L’adozione del PTPC ed i suoi aggiornamenti devono essere adeguatamente pubblicizzati dall’Ente sul
sito internet ed intranet, nonché mediante segnalazione via mail a ciascun dipendente e collaboratore.
Analogamente in occasione della prima assunzione in servizio e/o sottoscrizione di contratti di
collaborazione con l’Ente.
All’interno del PTPC dovranno essere pianificati, in modo coordinato/integrato con la Programmazione
esistente, percorsi formativi, destinati al personale dell’Ente che prevedano almeno:
► Formazione generale a tutto i dipendenti sulle competenze (es. forme di“tutoraggio” per l’avvio al
lavoro in occasione dell’inserimento in nuovi settori lavorativi ) e sui temi dell’etica e della legalità.
► Formazione specifica ai seguenti soggetti:
– RPC (es. sessioni formative ad hoc sulle tecniche di risk management e internal audit, anche
attraverso iniziative di training on the job o coaching)
– referenti , individuati nel PTPC , che sono tenuti a relazionare al RPC
– personale coinvolto nelle aree a più elevato rischio di corruzione (es. focus group, laboratori
didattici, ecc.) e formazione sulle misure obbligatorie/ulteriori (es. codice di comportamento,
conflitto d’interesse, whistleblowing, ecc.).
Per l’erogazione delle sessioni formative, gli Enti possono avvalersi del supporto di ANCI Lombardia
che ha progettato appositi moduli per soddisfare i vari bisogni delle Amministrazioni Comunali
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Gli strumenti per la vigilanza
Al fine di poter assolvere ai propri compiti in modo pieno, il RPC deve svolgere in maniera autonoma un attività di monitoraggio.
Nell’ambito dei “Sistemi 231” ad esempio l’OdV ha autonomia di vigilanza e il CdA gli assegna le risorse umane/finanziarie necessarie allo svolgimento dei suoi compiti.
Le attività di vigilanza potrebbero essere pianificate dal RPC, coordinandosi con gli altri attori del Sistema di Controllo Interno (es. OIV ecc) all’interno di un programma annuale di vigilanza in cui siano identificate le aree a rischio/controlli oggetto di verifica, le tempistiche e gli strumenti di vigilanza, quali ad esempio:
•Audit •Auto Valutazione
Per audit (o verifica ispettiva) si intende un’attività di verifica indipendente svolta internamente all’Ente al fine di accertare, mediante selezione di un campione di transazioni, la compliance delle attività svolte da personale e collaboratori rispetto a quanto prescritto dal PTPC e dalla normativa di riferimento in materia di anticorruzione.
Per Auto Valutazione si intende un questionario di autovalutazione compilato dal personale coinvolto nelle aree a rischio al fine di identificare:
► eventuali modifiche delle aree a rischio e/o dell’amministrazione;
► livello di percezione della corruzione/valore dell’integrità e livello di conoscenza delle misure di prevenzione;
► anomalie e criticità nella gestione dei processi.
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L’importanza dei flussi informativi verso il RPC
Giunta
Revisore dei Conti
OIV
RPC
•Flussi informativi
continuativi
•Settori/Uffici dell’Amministrazione
Giunta
•Flussi informativi
•periodici
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Il riesame del PTPC
Per garantire l’efficace attuazione e l’adeguatezza del PTPC, è necessario definire un processo di
monitoraggio e aggiornamento del documento stesso. La responsabilità del monitoraggio del PTPC
sono attribuite al RPC, che entro il 15 dicembre di ogni anno deve predisporre una relazione sulle
attività di monitoraggio svolte e gli esiti rilevati, anche avvalendosi della collaborazione della
cittadinanza.
Il sistema di monitoraggio sull’implementazione delle misure, deve essere definito in modo tale
che consenta al RPC di monitorare costantemente “l’andamento dei lavori” e di intraprendere le
iniziative più adeguate nel caso di scostamenti.
Nell’ambito delle risorse a disposizione dell’amministrazione, il monitoraggio deve essere attuato
mediante sistemi informatici. Questi infatti consentono la tracciabilità del processo e la verifica
immediata dello stato di avanzamento.
L’aggiornamento annuale del Piano, segue la stessa procedura seguita per la prima adozione del
P.T.P.C., e deve tener conto dei seguenti fattori:
►normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti;
►nuovi orientamenti giurisprudenzali
►normative sopravvenute che modificano le finalità istituzionali e/o nuovi indirizzi dell’amministrazione
controllante (es.: acquisizione di nuove competenze);
►emersione di rischi non considerati in fase di predisposizione del PTPC;
►nuovi indirizzi o direttive contenuti nel PNA e/o nelle Linee Guida ANAC