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Massimiliano Fabbri Matricola 10007386 Le metafore in politica La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora Prova Finale del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione A.A. 2005/2006 Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” Relatore: Professoressa Chiara Ottaviano

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Massimiliano Fabbri

Matricola 10007386

Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

Prova Finale del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione A.A. 2005/2006

Facoltà di Lettere e Filosofia

Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

Relatore: Professoressa Chiara Ottaviano

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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*Indice

Introduzione ....................................... .............................................................................. - 3 -

1. Lakoff e Johnson, la metafora: questione di pensier o e azione ........................... - 6 -

METAFORE DI ORIENTAMENTO............................................................................................ - 9 - METAFORE DI ENTITÀ E SOSTANZA .................................................................................... - 11 - METAFORE DEL CONTENITORE ......................................................................................... - 12 - PERSONIFICAZIONE ........................................................................................................ - 14 - METAFORE STRUTTURALI ................................................................................................ - 16 - DARE UN SENSO ALLE ESPERIENZE ................................................................................... - 17 - METTERE IN LUCE E NASCONDERE .................................................................................... - 18 - LE METAFORE CREANO LA REALTÀ .................................................................................... - 19 -

2. Le tecnologie caratterizzanti di Bolter ............ ..................................................... - 21 -

3. Gareth Morgan, le metafore applicate al mondo delle organizzazioni................ - 25 -

4. Metafore e comunicazione politica.................. ..................................................... - 29 -

LA POLITICA, LE PAROLE E IL SISTEMA DEI MEDIA ................................................................. - 30 - LA GUERRA................................................................................................................... - 34 - IL MONDO DEL CALCIO..................................................................................................... - 35 - LA BICICLETTA............................................................................................................... - 37 - LA CUCINA E IL CIBO ....................................................................................................... - 39 - VIAGGI, MEZZI DI TRASPORTO, CONDUCENTI E CONDOTTIERI.................................................. - 40 - COSTRUZIONI (PIÙ O MENO SOLIDE) .................................................................................. - 42 - MALATI (GRAVI), MEDICI E MEDICINE.................................................................................. - 43 - “SPALMARE LA MANOVRA”: NASCITA E MORTE DI UNA METAFORA ............................................ - 44 -

5. Contesti e metafore................................ ............................................................... - 47 -

Conclusioni ........................................ ............................................................................ - 50 -

Bibliografia....................................... .............................................................................. - 53 -

* In copertina: M. C Escher, Dragon, 1952.

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Introduzione

La metafora è il più ingegnoso e acuto, il più pellegrino e mirabile, il più gioviale e giovevole, il più facondo e fecondo parto dell’umano intelletto.

Emanuele Tesauro, Canocchiale

aristotelico, 1670.

La metafora è una figura retorica molto studiata fin dall’antichità. Negli ultimi vent’anni la

ricerca ha conosciuto un ulteriore incremento da parte di varie discipline, dalla linguistica alla

psicologia. Gli interrogativi più consueti sono: che cos’è il significato metaforico? Come fanno gli

ascoltatori ad afferrare così prontamente un significato metaforico come di fatto succede? Le

risposte non sono univoche: esistono numerose teorie e tutte vanno incontro a numerose obiezioni.

Non per niente un testo sulla filosofia del linguaggio come quello di William Lycan sottotitola

eloquentemente “Il lato oscuro”1 il capitolo che si occupa di questo particolare tipo di figure

retoriche.

La maggior parte degli studiosi sembra almeno concordare sul fatto che la metafora ha a che

vedere in qualche modo con il mettere in evidenza somiglianze tra cose o stati di cose2, ma le

convergenze finiscono qui: nonostante sia piuttosto semplice per qualsiasi ascoltatore rendersi conto

se una frase sia o no metaforica, il solo tentativo di stabilire dei criteri per identificare una metafora

all’interno di un discorso o di porre un semplice spartiacque tra frasi letterali e frasi metaforiche

risulta estremamente problematico. In poche parole è tuttora difficile anche solo definire quali siano

1 Cfr. William Lycan, Filosofia del linguaggio. Un’introduzione contemporanea, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2002, prima edizione 2000. p. 257. 2 Ibid., p. 258.

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le proprietà che fanno di una parola, o di un enunciato, una metafora.3 Alle teorie classiche, che

vedono la metafora come un fenomeno propriamente linguistico, si devono affiancare altre teorie

che considerano la metafora come una struttura portante del pensiero.4

Questo lavoro nasce da un corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’anno

2004/2005 del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione al centro del quale erano delle

riflessioni sull’uso del linguaggio metaforico impiegato in vari contesti, a partire dalle tesi di Lakoff

e Johnson che hanno segnato al loro apparire, negli anni Ottanta, una svolta nello studio di questo

tema antichissimo. Secondo i due ricercatori la metafora non è un fenomeno prettamente linguistico

e marginale, ma una questione di importanza centrale, forse addirittura la chiave, per dare

un’adeguata descrizione della struttura stessa del nostro sistema cognitivo e del fenomeno umano

della comprensione.

Nel capitolo 1 di questa ricerca si riassumono alcune delle tesi fondamentali di Lakoff e

Johnson che sono state tenute presenti durante tutto il lavoro; prima fra tutte la tesi secondo cui le

metafore sono in grado di creare la realtà.

Il capitolo 2 è dedicato invece ad un opera di David Bolter, intitolata L’uomo di Turing. Bolter

individua nella storia dell’umanità, dall’antichità ai nostri giorni, alcune tecnologie caratterizzanti

che a suo giudizio hanno fornito, in epoche diverse, le metafore fondamentali con le quali è stato ed

è interpretato il mondo.

Nel capitolo 3 analizzerò uno studio di Gareth Morgan il cui debito alle tesi di Lakoff e

Johnson pare evidente, in quanto il ricercatore propone metafore con le quali un manager di

successo può interpretare e rendere più efficienti le strutture delle moderne organizzazioni

aziendali.

Nel capitolo 4, in cui espongo il mio contributo originale di ricerca, ho raccolto e commentato

un certo numero di espressioni metaforiche emerse dalla mia indagine dedicata al linguaggio

politico italiano. Non si tratta, ovviamente, di un’indagine né sistematica né tanto meno esaustiva.

Ciò che ho raccolto è emerso dalla lettura delle cronache politiche di alcuni giornali a stampa e in

parte editi su internet dal mese di Luglio ai primi giorni del mese di Dicembre 2006. Dalle

numerose espressioni metaforiche raccolte ho tentato di rintracciare alcune unità tematiche in base

alle quali poter fare alcune riflessioni. All’interno di questo capitolo ho fatto precedere all’elenco

3 Cfr. Cristina Cacciari (a cura di), Teorie della Metafora. L’acquisizione,la comprensione e l’uso del linguaggio figurato, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1991, p. 4. 4 Ibid.

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delle citazioni metaforiche alcune indicazioni sulla comunicazione politica enunciate nel manuale di

Giampietro Mazzoleni dedicato a questa nuova disciplina.

L’ultimo capitolo, che può essere considerato come un’appendice, contiene alcune riflessioni

riguardo una serie di espressioni metaforiche che sono state utilizzate tra la fine del mese di Agosto

e l’inizio di Settembre nel caso di una specifica notizia di carattere scientifico: la cancellazione di

Plutone dal novero dei pianeti. Questo esempio, dunque, non riguarda direttamente il linguaggio

della politica, ma può essere utilizzato come spunto per successive analisi di tipo comparativo.

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1. Lakoff e Johnson, la metafora: questione di pens iero e

azione

… questo appunto è l’ufficio della metafora … traendo la mente, non men che la parola, da un genere all’altro, esprime un concetto per mezzo di un altro molto diverso, trovando in cose dissimiglianti la simiglianza.

Emanuele Tesauro, Cannocchiale

aristotelico, 1670

La metafora è sempre stata ritenuta di pertinenza del solo livello linguistico, una questione di

parole piuttosto che di pensiero o di azione. Lakoff e Johnson, due professori rispettivamente

dell’università di Berkeley e della Brown University, nel loro libro intitolato Metafora e Vita

quotidiana, edito negli Stati Uniti nel 1980, arrivano invece a dimostrare che le metafore non sono

un fenomeno che riguarda solamente il linguaggio; proprio analizzando il linguaggio dimostrano

che tutto il nostro sistema concettuale è di natura metaforica e che le metafore strutturano la nostra

conoscenza del mondo1.

Poiché molti concetti (come ad esempio il tempo, le emozioni, le idee) con cui abbiamo a che

fare durante le nostre esperienze sono per noi troppo poco delineati o di natura troppo astratta per

essere colti agevolmente, cerchiamo di comprenderli utilizzando altri concetti, più semplici, che

conosciamo in modo molto più chiaro grazie alla nostra diretta esperienza (orientamenti spaziali,

oggetti, sostanze). È questa la ragione per la quale Lakoff e Johnson sostengono che tutto il nostro

1 Cfr. Gorge Lakoff e Mark Johnson, Metafora e vita quotidiana, Milano, Bompiani, 1998, (1^ edizione Chicago, 1980).

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sistema concettuale è per natura metaforico e che tale sistema concettuale (metaforico) struttura la

nostra percezione, il nostro pensiero e la nostra azione. Secondo questa teoria le metafore non sono

sempre solo un fenomeno specificamente linguistico ma anche, e soprattutto, cognitivo; le

espressioni metaforiche che noi troviamo nel nostro linguaggio sono al contempo sia una

conseguenza che una premessa del nostro modo di ragionare. Il linguaggio, in questo caso, diventa

oggetto d’analisi proprio perché, essendo frutto e prodotto del nostro ragionamento, è in grado di

rivelarne la forma e la struttura.

Per dare l’idea di cosa può significare sostenere che un concetto è metaforico e che, come tale,

struttura una nostra attività quotidiana ecco un esempio:

o Le tue richieste sono indifendibili.

o Egli ha attaccato ogni punto debole della mia argomentazione.

o Le sue critiche hanno colpito nel segno.

[…]

o Se usi questa strategia lui ti fa fuori in un minuto.

o Egli ha distrutto tutti i miei argomenti.2

Il precedente insieme di frasi presuppone l’esistenza di un unico concetto alla base delle stesse,

tale concetto è: LA DISCUSSIONE È UNA GUERRA ed è di natura metaforica in quanto definisce una

realtà nei termini di un’altra. Si può notare che tali espressioni, del tutto comuni nel nostro

linguaggio, utilizzano termini di carattere bellico in un contesto in cui viene descritta una

discussione. Quello che Lakoff e Johnson sottolineano è che noi non solo parliamo delle discussioni

in termini di guerra, ma che durante una discussione noi immaginiamo e vediamo i due interlocutori

come due nemici che attaccano le rispettive posizioni, avanzano o retrocedono, fanno piani e

strategie, abbandonano una posizione indifendibile e cambiano tattica. Questo significa che, molte

delle cose che noi facciamo durante una discussione sono in parte strutturate dal concetto di guerra.

Si tratta di un combattimento verbale anziché fisico tuttavia alla fine abbiamo l’impressione di

vincere o di perdere. Il concetto metaforico LA DISCUSSIONE È UNA GUERRA è uno dei concetti propri

della nostra cultura e ha la capacità di strutturare le azioni che noi compiamo quando discutiamo.3

Adotterò, nei prossimi esempi, la convenzione introdotta dai due autori indicando in

MAIUSCOLETTO il concetto metaforico vero e proprio, di seguito saranno invece elencate le

2 Ibid., p. 22. 3 Ibid., p. 23.

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espressioni metaforiche ad esso collegate. Per Lakoff e Johnson dire metafora è sinonimo di

concetto metaforico ossia quella realtà che sta alla base del ragionamento e che produce, attraverso

il linguaggio, le varie espressioni metaforiche. Dobbiamo quindi distinguere nettamente tra

metafora (o concetto metaforico) ed espressioni metaforiche. Un concetto metaforico è una struttura

nascosta che lo studio delle espressioni linguistiche ci permette di scoprire. L’insieme delle

espressioni metaforiche è invece per così dire il sintomo, l’effetto del nostro modo di ragionare;

l’elemento tangibile e concreto proprio della comunicazione verbale, l’oggetto che possiamo

studiare ed analizzare. Lo studio delle metafore che compaiono nelle nostre espressioni linguistiche

ha consentito di scoprire che il nostro intero sistema concettuale è di natura metaforica e che, di

conseguenza, anche le nostre attività sono strutturate in maniera metaforica. Vediamo un altro

esempio.

IL TEMPO È DENARO, (UNA RISORSA LIMITATA, UNA MERCE PREZIOSA)

o Stai facendomi perdere del tempo.

o In questo modo risparmieremo alcune ore.

o Non ho tempo da dedicarti.

o Come avete impiegato il tempo in questi giorni?

o Questa gomma a terra mi è costata un’ora.

o Ho sprecato un sacco di tempo per lei.

o Non ho abbastanza tempo da dedicare a ciò.

[…]

o Non stai usando il tuo tempo in modo proficuo.

o Ho perso un sacco di tempo quando sono stato malato.

o Grazie per il tempo che mi hai concesso.4

I due ricercatori fanno notare che nella nostra cultura il tempo è denaro in molti modi diversi:

negli scatti delle telefonate, nei salari a ore eccetera. Si tratta di pratiche relativamente recenti nella

storia umana e non sono comuni a tutte le culture. Tali pratiche si sono costituite nelle moderne

società industriali finendo per strutturare profondamente le nostre attività quotidiane. “Nello stesso

tempo in cui noi agiamo come se il tempo fosse una merce pregiata, così concepiamo il tempo allo

stesso modo. […] noi utilizziamo la nostra esperienza quotidiana con il denaro, le risorse limitate, e

le merci pregiate per concettualizzare il tempo. Tale concettualizzazione del tempo non è l’unica

possibile per gli esseri umani; essa dipende dalla nostra cultura, vi sono culture in cui il tempo non è

4 Ibid., p. 26.

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nessuna di queste cose.”5

Lakoff e Johnson fanno riferimento, nei loro esempi, a casi tipici della lingua anglosassone e

non tutte le espressioni e le metafore della loro ricerca risultano perfettamente adeguate alla cultura

italiana. Ad ogni modo sulla scia degli esempi validi anche per la nostra cultura vengono in mente

molte frasi tipiche della lingua italiana che possono rientrare sotto il medesimo concetto metaforico:

o Posso rubarti cinque minuti?

o Non vorrei sottrarle altro tempo

o Mi ha portato via tutta la mattinata6

Nella lingua italiana alla metafora IL TEMPO È UNA MERCE PREZIOSA sembra nondimeno

aggiungersi il concetto che, come accade con le merci preziose, il tempo si può rubare.

METAFORE DI ORIENTAMENTO

Quelle che sono state esaminate nel precedente paragrafo sono metafore che strutturano un

concetto nei termini di un altro. Lakoff e Johnson chiamano le metafore che sfruttano questo

meccanismo metafore strutturali e le riprenderò più avanti. Un altro tipo di metafora è quello che

struttura un concetto (o un intero insieme di concetti) in funzione di un orientamento spaziale.

Questo genere di metafore (o sarebbe meglio dire concetti metaforici) ha a che fare con concetti che

derivano dalla costituzione stessa del nostro corpo e dal suo agire nell’ambiente fisico che ci

circonda: su/giù, dentro/fuori, davanti/dietro, profondo/superficiale, centrale/periferico. Le metafore

di orientamento danno ad un concetto un orientamento spaziale e servono da veicolo per

comprendere altri concetti in virtù del loro fondamento nell’esperienza.

L’orientamento su/giù emerge ad esempio dalla nostra esperienza diretta con il terreno, il

pavimento ed altre superfici orizzontali: noi siamo sulla terra, sul pavimento e così via. Le metafore

di orientamento non sono stabilite arbitrariamente, ma hanno una base sia nella nostra esperienza

fisica del mondo che nella nostra esperienza culturale. Per questo motivo possono variare da cultura

a cultura. Riporto alcuni esempi tratti dal lavoro di Lakoff e Johnson dove è indicato, per ogni

concetto metaforico, un breve accenno di come tale concetto possa avere le sue basi nella nostra

5 Ibid., p. 27. 6 Da qui in avanti per evidenziare i termini metaforici degli esempi da me introdotti utilizzerò il carattere sottolineato anziché il corsivo.

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esperienza fisica o culturale. I due studiosi fanno notare che questi accenni non pretendono di essere

definitivi, ma solo plausibili e stimolanti.7

CONTENTO È SU, TRISTE È GIÙ

o Mi sento su di morale.

o Ciò mi ha sollevato il morale.

o Il loro morale è alto.

o Mi sento giù. Sono depresso.

o Il suo morale è proprio basso in questi giorni.

o Sono caduto in una fase di depressione. Il mio morale è a terra.

Basi fisiche: La posizione a capo chino si associa generalmente con l’idea di tristezza e

depressione, la posizione a testa alta invece con uno stato emotivo positivo.

AVERE CONTROLLO O FORZA È SU, ESSERE SOGGETTI AL CONTROLLO O ALLA FORZA È GIÙ

o Io ho il controllo su di lei.

o Sono al culmine della situazione.

o Lui è in una posizione superiore.

o È al culmine del suo potere.

o È nelle alte sfere di comando.

o È nel più alto livello.

o Il suo potere sta crescendo.

o La sua forza è superiore alla mia.

o È sotto il mio controllo.

o È decaduto dal potere.

o Il suo potere è in declino.

o Egli mi è socialmente inferiore.

Basi fisiche: le dimensioni fisiche sono generalmente correlate con la forza fisica e il vincitore

nella lotta è generalmente sopra al vinto.

PIÙ È SU, MENO È GIÙ

o Il numero dei libri stampati ogni anno sta salendo.

o Il suo numero di matricola è alto.

o Le mie entrate sono salite lo scorso anno.

7 Lakoff e Johnson, op. cit., p. 30.

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o La quantità delle attività artistiche è scesa, lo scorso anno.

o Il numero di errori che ha fatto è incredibilmente basso.

o Le sue entrate sono crollate, lo scorso anno.

o È al di sotto del limite di età.

o Se avete troppo caldo abbassate il riscaldamento.

Basi fisiche: se si aggiunge una maggiore quantità di una data sostanza in un recipiente o più

oggetti in un mucchio, il livello sale.

RAZIONALE È SU, EMOTIVO È GIÙ

o La discussione è scaduta ad un livello emotivo, ma poi si è risollevata sul piano

razionale.

o Abbiamo accantonato i nostri sentimenti e abbiamo avuto una discussione di alto

livello intellettuale sulla questione.

o Non è riuscito a superare la sua emotività.

Basi fisiche e culturali: nella nostra cultura le persone si percepiscono come dotate di controllo

su animali, piante e ambiente fisico circostante, ed è precisamente la capacità razionale che solo gli

esseri umani posseggono a dare loro un controllo sugli altri animali. IL CONTROLLO È SU fornisce

quindi le basi per L’UOMO È SU e quindi per IL RAZIONALE È SU.

METAFORE DI ENTITÀ E SOSTANZA

Le metafore di orientamento forniscono alla nostra comprensione dei concetti una base molto

ricca. Sono concetti metaforici che fanno parte della nostra cultura e che ci aiutano a meglio

comprendere o a categorizzare esperienze, sensazioni, stati d’animo, idee o impressioni. Questo,

come abbiamo visto, avviene tramite l’associazione di concetti astratti ad un orientamento di tipo

spaziale. Le metafore di orientamento, però, non sono le uniche a fornirci basi per la comprensione

del mondo; ci sono altri tipi di metafore che utilizzano concetti ricavati direttamente dalla nostra

esperienza e anche queste sono, in un certo senso, dei collegamenti fra concetti nuovi e concetti

meglio conosciuti, derivati dal nostro interagire con il mondo. Sono quelle che Lakoff e Johnson

definiscono metafore ontologiche.

Queste metafore vanno al di là della connessione di un concetto con un puro orientamento

spaziale e sono: le metafore di entità e sostanza, le metafore del contenitore e quelle di

personificazione. Le metafore di entità e sostanza ci consentono di interpretare e di comprendere le

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nostre esperienze in termini di oggetti o sostanze. Lakoff e Johnson sostengono che quando

identifichiamo le nostre esperienze come entità oppure sostanze siamo in grado di “riferirci ad esse,

categorizzarle, raggrupparle, quantificarle, e in questo modo possiamo riflettere su di esse. […]

Come le fondamentali esperienze dell’orientamento spaziale umano danno luogo alle metafore di

orientamento, così le nostre esperienze con gli oggetti fisici (in particolare con i nostri corpi)

forniscono le basi per una gamma estremamente ampia di metafore ontologiche, cioè modi di

considerare eventi, necessità, attività, emozioni, idee ecc. come entità e sostanze.”8

L’INFLAZIONE È UN’ENTITÀ

o L’inflazione sta abbassando il nostro livello di vita.

o Se vi sarà ancora un aumento di inflazione, non riusciremo più a sopravvivere.

o Abbiamo bisogno di combattere l’inflazione.

o L’inflazione ci sta mettendo con le spalle al muro.

o L’inflazione sta falciando i redditi.

o Comprare appartamenti è il modo migliore per far fronte all’inflazione.

LA MENTE È UNA MACCHINA

o La mia testa oggi non funziona.

o Oggi sono un po’ arrugginito.

o Abbiamo lavorato tutto il giorno su questo problema e ora stiamo perdendo energia.

La metafora L’ INFLAZIONE È UN’ENTITÀ rende evidente che un’esperienza come quella

dell’aumento dei prezzi può essere idealmente materializzata come un entità che chiamiamo

inflazione. La materializzazione metaforica ci permette di riferirci all’esperienza stessa, di

evidenziarne determinati aspetti, di capirla, di agire rispetto ad essa ed eventualmente affrontarla in

termini razionali:

o Il debito pubblico è l’oggetto con il quale oggi dobbiamo confrontarci. (Intervento del

ministro Bersani alla trasmissione televisiva Ballarò del 19 Settembre 2006)

METAFORE DEL CONTENITORE

Un secondo tipo di metafore ontologiche è costituito dalle metafore del contenitore: le

8 Ibid., p. 45.

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sostanze, il nostro stesso corpo, il campo visivo e perfino stati o eventi possono essere considerati

come contenitori. Noi siamo esseri in grado di esperire eventi che avvengono dentro, o al di fuori di

noi. Ognuno di noi, in un certo senso, è un contenitore, dotato di una superficie che ne delimita i

confini, ognuno di noi possiede, naturalmente, la percezione di un orientamento spaziale dentro-

fuori. Noi proiettiamo questo orientamento dentro-fuori su tutti gli oggetti fisici che sono dotati di

una superficie che ne delimita i confini e li concepiamo come contenitori dotati di un interno e un

esterno. Anche l’ambiente in cui viviamo può essere concettualizzato come un entità dotata di

interno ed esterno. Possiamo immaginare ad esempio noi stessi dentro una stanza o dentro una

radura in un bosco. È chiaro che un luogo del bosco in cui gli alberi sono meno fitti non ha

intrinsecamente le caratteristiche per essere obiettivamente considerato un contenitore, ma questa è

una proprietà che noi proiettiamo su un’entità in relazione al nostro modo di agire rispetto alla

stessa entità. Una stanza oppure una radura in un bosco hanno infatti delle caratteristiche fisiche tali

per cui risulta abbastanza semplice considerarli come dei contenitori in quanto entrambi possiedono

qualcosa che può essere concepito come un confine naturale. Relativamente ad altri scopi o tipi di

approccio possiamo vedere il resto del bosco come un diverso tipo di contenitore esterno alla radura

e considerare ad esempio una persona dentro il bosco e fuori dalla radura. Possiamo anche pensare

ad entrambe le cose se consideriamo questa persona nell’atto di uscire dalla foresta ed entrare nella

radura.

Noi siamo in grado di concettualizzare come contenitori anche entità o sostanze non dotate di

confini fisici e di superfici concrete che possono, in un certo senso, costituire un contenitore; come

nel caso della seguente metafora:

IL CAMPO VISIVO È UN CONTENITORE

o Sta entrando nel mio campo visivo.

o Non posso vederlo, ci sono degli alberi in mezzo.

o È fuori di vista ora.

o È nel centro del mio campo visivo

o Non c’è nulla in vista.9

Gli esempi che seguono dimostrano che siamo in grado di considerare come contenitori anche

vari tipi di stati, situazioni ed esperienze:

9 Ibid., p. 51.

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o È in crisi.

o Siamo fuori dai guai ora.

o Sta uscendo dal coma.

o Sto lentamente tornando in forma.

o È entrato in uno stato di euforia.

o È caduto in una depressione.

o È finalmente uscito dallo stato catatonico in cui era dal momento in cui ha finito gli

esami.10

È facile, anche qui, aggiungere agli esempi di Lakoff e Johnson ulteriori casi, tratti dalla

cronaca politica, a cui sarà dedicato più specificamente il quarto capitolo:

o Nella Finanziaria non c’è mica posto per tutto. (R. Prodi, 24 Ottobre)11

o Rutelli: “Il programma si rispetta. Chi non è d’accordo esca dalla maggioranza”

(L’unità, 17 Luglio)12

o Chi rompe il patto sottoscritto con il resto dell’unione esce dalla sfera della politica

(Fausto Bertinotti, 17 Luglio)13

PERSONIFICAZIONE

Un ultimo genere di metafore ontologiche, che voglio qui considerare, è costituito da metafore

in cui entità o sostanze sono ulteriormente specificate come se fossero persone. Mediante questo

tipo di metafore tentiamo di comprendere una serie di esperienze, fisiche o astratte, in termini di

motivazioni, caratteristiche e attività umane. Metafore in cui, come dicono i due ricercatori,

“qualcosa di non umano viene visto come umano”:14

o La sua teoria mi ha spiegato il comportamento dei polli allevati in fattoria.

o Questo fatto mette in discussione le normali teorie

o La vita mi ha ingannato.

o L’inflazione sta mangiando i nostri profitti.

10 Ibid., p. 52. 11 Pensioni, Prodi: riforma entro Marzo; ala sinistra frena, REUTERS Italia,<http://today.reuters.it/news>, Martedì 24 Ottobre 2006 5:18. 12 L’Unità, 17 Luglio 2006, p. 7. 13 Occhiello su l’Unità, 17 Luglio 2006, p. 7. 14 Lakoff e Johnson, op. cit., p. 53.

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o La sua religione gli impone di non bere vini francesi di marca.

o L’esperimento di Michelson-Morley ha dato vita a una nuova teoria fisica.

o Il cancro alla fine ha avuto la meglio su di lui. 15

Ancora qualche esempio tratto dalla nostra cronaca:

o La TAV ha seccato i fiumi e le sorgenti.(Servizio tv su Le iene, 24 Ottobre 2006)16

o A un protocollo che dice che entro il 31 Marzo dobbiamo riformare il sistema si

ubbidisce (R. Prodi, Primo Ministro, 24 Ottobre 2006)17

Nelle metafore di personificazione non si ha un semplice trasferimento di generiche

caratteristiche umane su oggetti o entità astratte, ma vengono selezionati aspetti umani specifici.

o L’inflazione ha attaccato le basi della nostra economia.

o L’inflazione ci ha messo con le spalle al muro.

o Il nostro maggiore nemico, in questo momento, è l’inflazione.

o L’inflazione mi ha derubato dei miei risparmi.

o L’inflazione ha fatto nascere una generazione che sta più attenta ai soldi.

Possiamo notare da questo esempio che il concetto inflazione viene personificato, ma non

semplicemente in una metafora del tipo L’ INFLAZIONE È UNA PERSONA, bensì in una metafora più

specifica, ossia L’ INFLAZIONE È UN NEMICO. Ciò determina non solo una migliore comprensione di

un termine astratto come appunto inflazione, ma anche quali possano essere il nostro approccio e le

nostre azioni nei confronti dello stesso. Tramite la personificazione l’inflazione diventa dunque un

avversario pericoloso; ci può attaccare, derubare, colpire e perfino distruggere. La metafora

L’ INFLAZIONE È UN NEMICO induce un atteggiamento che giustifica o produce particolari azioni di

politica economica come una dichiarazione di guerra all’inflazione o una richiesta di spirito di

sacrificio nei confronti dell’inflazione. “Ciò che tutte queste metafore hanno in comune è di essere

estensioni di metafore ontologiche e di permetterci di dare un senso a fenomeni del mondo in

termini umani, cioè in termini che siamo in grado di comprendere sulla base delle nostre stesse

motivazioni, scopi e caratteristiche.”18

15 Ibid., pag. 53. 16 Le Iene, Italia 1, 24 Ottobre 2006, h 23:30 17 Pensioni, Prodi: riforma entro Marzo; ala sinistra frena, REUTERS Italia, cit. 18 Lakoff e Johnson, op. cit., p. 54.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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METAFORE STRUTTURALI

Ho riportato alcuni esempi di metafore basate su concetti fisici semplici come su/giù,

dentro/fuori, e di quelle basate su sostanze-contenitori. Queste costituiscono le basi del nostro

sistema di comprensione, ne costituiscono per così dire gli elementi fondamentali, i più elementari.

Secondo Lakoff e Johnson senza queste “non potremmo muoverci nel mondo, né potremmo

ragionare o comunicare”.19 Qualcosa di molto più elaborato possiamo fare con le metafore di entità

e sostanza e con quelle di personificazione, con le quali riusciamo ad elaborare in maniera più

approfondita astrazioni come ad esempio LA MENTE È UNA MACCHINA o L’ INFLAZIONE È UN NEMICO.

Questo procedimento ci consente di elaborare un concetto molto più accuratamente, ma è anche in

grado, in modo più o meno esplicito, di mettere in luce alcuni aspetti e di nasconderne altri.

Le metafore strutturali come LA DISCUSSIONE È UNA GUERRA sono concetti strutturati da altri

concetti e ci consentono di fare elaborazioni ancora più ricche e complesse. Poiché il

combattimento si trova ovunque nel regno animale e riguarda senz’altro anche l’animale uomo,

questa metafora ci permette di concettualizzare che cosa sia una discussione in termini di

qualcos’altro che comprendiamo più immediatamente: in questo caso un conflitto fisico. “Essendo

animali razionali abbiamo istituzionalizzato i nostri combattimenti in vari modi, uno di questi è la

guerra. […] È tuttavia parte dell’essere animali razionali cercare di ottenere ciò che vogliamo senza

assoggettarci ai rischi di un reale combattimento fisico. Come risultato noi esseri umani abbiamo

sviluppato l’istituzione sociale della discussione verbale. Abbiamo continuamente discussioni per

cercare di ottenere ciò che vogliamo, […]. Tali battaglie verbali sono in larga misura comprese

negli stessi termini delle battaglie fisiche.”20 I due ricercatori sostengono che non solo noi

comprendiamo una discussione nei termini di un combattimento, ma il modo stesso con cui la

discussione viene concepita, condotta e portata a termine avviene in base alla nostra conoscenza ed

esperienza del combattimento fisico.

Altre metafore strutturali importanti nella nostra vita sono IL TEMPO È UNA RISORSA e IL

LAVORO È UNA RISORSA21. Queste due metafore strutturali complesse sono fondate sull’esperienza

che noi abbiamo delle risorse naturali le quali sono, generalmente, materie prime che possiamo

consumare. Ma l’applicazione di un concetto complesso come quello di risorsa a due entità come il

19 Ibid., p. 84. 20 Ibid., p. 86. 21 Ibid., pp. 88, 89.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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tempo o il lavoro presuppone che entrambe le entità siano prima di tutto percepite come sostanze.

Queste due metafore strutturali, quindi, implicano, alla loro base, la presenza di due metafore

ontologiche semplici come UN’ATTIVITÀ È UNA SOSTANZA e IL TEMPO È UNA SOSTANZA. Queste due

metafore di sostanza rendono possibile che il tempo e il lavoro siano percepiti come materie

consumabili e dotate di un valore monetario. IL TEMPO È UNA RISORSA e IL LAVORO È UNA RISORSA

non sono due metafore universali, ma proprie della nostra cultura; inoltre, nonostante noi viviamo

letteralmente secondo queste due metafore, difficilmente tendiamo a percepirle come tali.

DARE UN SENSO ALLE ESPERIENZE

Vediamo ancora qualche esempio:

L’AMORE È UN VIAGGIO

o Guarda come siamo andati lontano.

o Siamo ad un bivio.

o Ora abbiamo solo da separare le nostre strade.

o Non possiamo tornare indietro ora.

o Questo rapporto non sta andando da nessuna parte.

o Siamo su un binario morto.

o La nostra relazione sta affondando.

LE TEORIE E GLI ARGOMENTI SONO COSTRUZIONI

o Sono queste le fondamenta della tua teoria?

o La teoria ha bisogno di maggiore sostegno.

o L’argomento è traballante.

o Abbiamo bisogno di più fatti o il nostro argomento crollerà.

o Ecco alcuni fatti che possono puntellare la teoria

LE IDEE SONO PIANTE

o Finalmente le sue idee hanno dato frutti.

o È una teoria che sta germogliando.

o Ci vorranno anni prima che questa idea maturi.

o Lei ha una fertile immaginazione.

LE IDEE SONO OGGETTI TAGLIENTI

o Questa è un’idea incisiva.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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o Ciò va dritto al cuore della questione.

o Quella fu un’osservazione tagliente.

o Lei ha fatto a fettine la sua argomentazione.

Come possiamo osservare, queste metafore, tramite le espressioni metaforiche ad esse

associate, definiscono concetti che fanno parte della nostra esperienza umana ma che non sono

facilmente comprensibili, in quanto di natura astratta. Lakoff e Johnson li chiamano tipi naturali di

esperienza22. Questi tipi naturali di esperienza come le idee o l’amore, ma anche il tempo, la

discussione, il lavoro, la felicità e altri ancora, non sono abbastanza delineati e non riescono ad

essere definiti in termini autonomi; perciò, per diventare comprensibili a noi stessi, richiedono una

definizione di tipo metaforico. Una definizione metaforica utilizza concetti di tipo più elementare,

come blocchi da costruzione, strutturati in modo sufficientemente chiaro da poter essere compresi

direttamente. Questi concetti elementari corrispondono a conoscenze dirette come quelle di

orientamento fisico, oggetti, sostanze, viaggi, guerra, cibi, edifici e così via, che sono sempre tipi

naturali di esperienza, ma sono concetti molto più semplici e tangibili in quanto derivano dalla

nostra esperienza fisica con il mondo. È questo ciò che fanno le metafore: spiegare le esperienze in

termini di altre esperienze o meglio, spiegare esperienze astratte in termini di esperienze più

concrete.

METTERE IN LUCE E NASCONDERE

Il meccanismo della metafora, che ci permette di comprendere un concetto nei termini di un

altro, comporta che alcuni aspetti di quel concetto vengono posti in luce, altri possono venire

nascosti. Dicendo “quell’uomo è un leone” posso evidenziare le doti di coraggio, fierezza, forza di

una determinata persona e che risultano affini a quelle del felino a cui l’ho accostato. Facendo

questo, però, posso mettere in un secondo piano o non far notare affatto che quella persona è magari

un delinquente, una persona di cui non ci si può fidare o magari, semplicemente, è fisicamente

basso di statura.

Quando, grazie alla metafora, viene concentrata l’attenzione su un aspetto specifico di un dato

fenomeno (per esempio l’aspetto combattivo di una discussione), non vediamo altri aspetti dello

22 Ibid., p. 150.

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stesso fenomeno che sono incompatibili con quella data metafora. Per esempio, nel mezzo della più

accesa discussione, quando pensiamo solo ad attaccare le posizioni del nostro oppositore o a

difendere le nostre, possiamo perdere di vista l’aspetto cooperativo della discussione stessa. Se

osservassimo le cose in modo differente potremmo vedere la persona che sta discutendo con noi

come una persona che ci sta dando il suo tempo (che è una merce pregiata), che desidera risolvere

un problema, che vuole collaborare con noi per giungere ad un risultato condiviso. Purtroppo,

quando siamo presi dagli aspetti combattivi, spesso perdiamo quelli cooperativi.23

Secondo i due studiosi, questo fenomeno del mettere in luce e nascondere avviene

“necessariamente”.24 Gli esempi esaminati in precedenza mostrano che i concetti metaforici

forniscono solo una comprensione parziale di ciò che sono la discussione, l’amore o il tempo,

nascondendo altri possibili aspetti di questi concetti. La strutturazione metaforica è solo parziale e

non totale anche perché, se così fosse, un concetto non sarebbe solamente compreso nei termini di

un altro, ma vi coinciderebbe completamente.

LE METAFORE CREANO LA REALTÀ

Come abbiamo visto, le metafore hanno il potere di illuminare e rendere significativi alcuni

aspetti della nostra esperienza. In particolare esse hanno il potere di mettere in rilievo e di

organizzare coerentemente aspetti astratti, ma comunque propri della natura umana. L’insieme delle

metafore che utilizziamo e che ci portiamo dietro nella nostra cultura, anche se non ce ne rendiamo

conto, struttura la nostra realtà attuale. Non solo: nuove metafore hanno il potere di creare nuove

realtà. “Ciò può avvenire quando cominciamo a comprendere la nostra esperienza in termini di una

metafora e diventa una realtà più profonda quando cominciamo ad agire in base ad essa.”25 Quando

una nuova metafora entra a far parte del nostro pensiero questa metafora modifica le nostre

percezioni e in seguito le nostre azioni. Molte delle rivoluzioni culturali nascono proprio

dall’introduzione di nuovi concetti metaforici e dalla perdita dei vecchi. Come esaminerò meglio

nel prossimo capitolo, l’occidentalizzazione della cultura mondiale nasce con la comparsa e

dall’introduzione in molti paesi della metafora IL TEMPO È DENARO; concetto sconosciuto nell’epoca

23 Ibid., p. 30. 24 Ibid., p. 29. 25 Ibid., p. 180.

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classica e in quella medioevale, ma anche tra molte società contemporanee.

Questa idea che le metafore possano creare realtà è in aperto contrasto con le tradizionali teorie

della metafora; queste concepivano la metafora come un fenomeno propriamente linguistico. Invece

secondo Lakoff e Johnson le metafore sono principalmente dei dispositivi che causano una

strutturazione del nostro sistema concettuale e delle azioni che noi compiamo. La metafora non

cambia la realtà, ma cambia ciò che è reale per noi, per la nostra cultura, per il nostro mondo. Le

metafore, in quanto fenomeni che riguardano il pensiero e l’azione, sono in grado di creare delle

realtà, specialmente delle realtà sociali. Queste realtà diventano una “guida per le nostre future

azioni. Tali azioni, naturalmente, corrisponderanno alla metafora. Ciò, a sua volta, rinforzerà il

potere della metafora di rendere l’esperienza coerente.”26 Metafora, pensiero e azione si integrano,

alimentano e modificano l’un l’altro in un ciclo continuo, per usare una metafora direi: come un

gatto (o un drago?) che si morde la coda. Questo meccanismo può anche fare in modo che le

metafore possono diventare profezie che si autodeterminano.

La metafora gioca un ruolo significativo nel determinare ciò che per noi è il reale, le nuove

metafore hanno implicazioni che danno un senso alla nostra esperienza allo stesso modo in cui lo

fanno le metafore convenzionali: esse forniscono una struttura coerente e sono in grado di mettere

in luce alcuni aspetti e di nasconderne altri. Le nuove metafore causano modifiche alla nostra realtà

soggettiva, nuove interpretazioni in base alle quali modifichiamo i nostri atteggiamenti e le nostre

azioni. Le nuove realtà fornite dalle metafore diventano nuovi strumenti con cui osservare il mondo,

ma anche strumenti in grado, consapevolmente o no, di modificarlo profondamente.

26 Ibid., p. 193.

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2. Le tecnologie caratterizzanti di Bolter

Lakoff e Johnson hanno dimostrato che la nostra esperienza fornisce le basi per costruire

metafore e che, tali metafore, strutturano a loro volta il nostro pensiero e la nostra conoscenza. Sono

molti gli insiemi di cose in base ai quali l’uomo costruisce le sue metafore; David Bolter ha studiato

in particolare come, nelle varie epoche storiche, alcune tecnologie o alcuni dati largamente

condivisi della conoscenza scientifica, hanno fornito le metafore fondamentali con cui interpretiamo

il mondo1. Bolter intitola il suo lavoro L’uomo di Turing, intendendo con ciò indicare l’uomo di

oggi, contemporaneo, quello ormai entrato nell’era del computer. Turing è stato un matematico e

logico che in un saggio del 1936 ha illustrato il funzionamento di una macchina logica, la macchina

di Turing appunto, completamente programmabile e in grado di svolgere dei compiti anche

complessi. La logica in base alla quale funzionava la teorica macchina di Turing rappresenta la

filosofia ancora valida per tutti i computer costruiti oggigiorno: non importa quale sia la complessità

del problema, tutti i problemi conosciuti e risolvibili da un algoritmo possono essere scomposti ad

un livello tale che una macchina di Turing è in grado di risolverli. Nessun computer finora costruito

possiede una logica di funzionamento che abbia superato la macchina di Turing. 2

La tesi di Bolter, il quale ha scritto questo saggio all’inizio degli anni Ottanta quando i personal

computer cominciavano a conquistare il mercato, è che le tecnologie in uso hanno influenzato, nel

corso della storia, il pensiero e gli atteggiamenti più generali dell’uomo. Secondo Bolter il computer

fornisce all’uomo contemporaneo le metafore fondamentali con cui concepire sé stesso e il mondo.

Per arrivare a questa conclusione Bolter ha individuato, anche per il passato, alcune tecnologie

1 J. David Bolter, L’uomo di Turing. La cultura occidentale nell’età del computer, Pratiche, Parma 1985. 2 Cfr. David Harel, Computer a responsabilità limitata. Dove le macchine non riescono ad arrivare, Torino, Einaudi, 2002, 1^ edizione 2000.

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caratterizzanti in grado di ridefinire profondamente il rapporto tra l’uomo e la natura. Una

tecnologia caratterizzante sviluppa legami con la scienza, la filosofia o la letteratura di una cultura,

ed è sempre disponibile a fungere da metafora, da esempio, da modello o da simbolo. “Questa

tecnologia assomiglia a una lente di ingrandimento che raccoglie e focalizza idee apparentemente

disparate di una cultura in un raggio luminoso e a volte penetrante. La tecnologia non provoca da

sola grandi mutazioni culturali, ma focalizza le idee spiegandole ed esemplificandole in modi nuovi

a un maggior numero di spettatori.”3

Ogni epoca ha avuto oggetti che hanno suscitato l’interesse dei pensatori; in ogni tempo c’è

stato un insieme di materiali, di tecniche e di strumenti che ha plasmato la cultura dell’uomo; per

l’epoca classica la tecnologia caratterizzante è stata quella manuale e artigiana. Il fuso a goccia e il

tornio da vasaio, con il loro semplice ma geniale moto rotatorio circolare, hanno affascinato e

influenzato il pensiero dei contemporanei. Nell’antichità, ad esempio, erano utilizzate analogie con

le tecniche di lavorazione della ceramica e della falegnameria per spiegare la creazione

dell’universo. Secondo Platone il mondo era un fuso rotante con otto spirali concentriche che

costituiscono le sfere celesti. Platone riserva, in questo sistema, un posto d’onore alle Parche che

tessono, misurano e alla fine tagliano il filo della vita. Platone nel Timeo fa nuovamente ricorso alla

tecnologia quando spiega l’ordine dell’universo parlando di un creatore del cosmo che, come un

abile artigiano, creò la sfera delle stelle fisse come fa un carpentiere con il legno sul tornio e

mescolò gli elementi metafisici così come un vasaio mescola l’argilla.4

Per l’epoca medioevale la transizione dall’epoca precedente è stata sottolineata soprattutto

dall’invenzione dell’aratro a versoio, della staffa e dalla rotazione delle colture, ma secondo Bolter

la tecnologia caratterizzante fu l’invenzione dell’orologio a pesi, che fornì una nuova metafora

tecnologica. Questa nuova creazione permise di vedere il mondo come un orologio. La forza della

metafora risiedeva nell’affascinante ciclicità dei movimenti dell’orologeria, nella loro regolarità e

nella loro indipendenza da forze esterne. L’orologio suggerì modelli di universo in cui gli

ingranaggi dell’orologio costituivano “l’analogia delle volteggianti sfere celesti”5; lo stesso

orologio, muovendosi autonomamente, poteva essere visto come un universo in miniatura. In epoca

moderna la metafora venne applicata anche al microcosmo degli animali e dei corpi degli uomini.

Cartesio e i filosofi meccanicisti diedero una completa e sistematica spiegazione della natura in

3 J. David Bolter, op. cit., p. 19. 4 Ibid., p. 31. 5 Ibid., p. 36.

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Le metafore in politica

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termini meccanicistici, appunto, ossia in termini di movimento e di interazione di materia a cui Dio

dava una “spinta” all’inizio della creazione. Sempre per Cartesio gli animali erano assimilabili a

macchine (e quindi prive di anima)6, per Leibniz Dio ha creato l’universo come un insieme di

sostanze individuali aventi in sé forza e movimento7; Dio stesso (che “agisce nella maniera più

perfetta”8) era pensato come un grande orologiaio che programmava all’inizio del tempo tutte le

sostanze autonome configurandole secondo un suo disegno prestabilito.

Queste tecnologie caratterizzanti, e le metafore scaturite da esse, secondo Bolter non

influenzano solamente il pensiero filosofico e le sue riflessioni, ma cambiano radicalmente l’intero

modo di pensare dell’uomo nei campi più diversi. Bolter analizza come sono cambiati i modi di

concepire lo spazio, il tempo, il linguaggio. Gli antichi, ad esempio, avevano una concezione della

misurazione del tempo molto soggettiva e diversa dalla nostra per l’assenza di orologi onnipresenti

e precisi: in genere gli antichi non consideravano il tempo come qualcosa che fosse suscettibile di

utilizzazione e tanto meno il tempo rappresentava la misura del risultato di un lavoro. “È difficile

immaginare un imprenditore ateniese intento a dedicare gran parte del suo impegno mentale a come

accrescere il suo profitto tramite un aumento della produttività.”9 Questo concetto necessita una

nozione di tempo che ha avuto origine nel medioevo e si è evoluta nei secoli fino ai nostri giorni.

Con l’invenzione dell’orologio meccanico, inventato intorno al 1300, e con il suo perfezionamento

avvenuto con l’introduzione del pendolo, nel diciassettesimo secolo, l’uomo imperniò le proprie

attività in base a suddivisioni del tempo non solo in ore precise e costanti, ma in minuti e anche in

secondi. Le funzioni umane cessano di svolgersi in ritmi naturali ma in tempi scanditi dalla nuova

tecnologia, a partire dal nutrirsi o coricarsi non quando si ha fame o si è stanchi, ma quando lo

stabilisce l’orologio.

La misura del tempo assunse ancora maggiore importanza quando, per misurare l’efficienza

delle macchine a vapore di Watt, si introdusse, come unità di misura, il “cavallo vapore” e di

conseguenza il concetto di potenza, come funzione del lavoro nell’unità di tempo.10 “Il tempo del

computer rappresenta il culmine di tale sviluppo, la nozione più astratta e matematica di tempo che

6 Cfr. Franco Restaino, Storia della Filosofia. 3.1 La filosofia moderna: Umanesimo, Riforma, Rivoluzione scientifica, Torino, UTET, 2003. 7 Ibid., p. 266. 8 Ibid., p. 288. 9 J. David Bolter, op. cit., p. 131. 10 Un cavallo vapore corrisponde alla potenza necessaria a sollevare un peso di 75 Kg di un metro in un secondo.

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mai sia stata incorporata in una macchina; esso porta la scala del tempo assai oltre il limite inferiore

della percezione umana, e rappresenta il trionfo finale della concezione europeo-occidentale, nella

quale il tempo stesso diventa un genere di consumo, una risorsa trasformabile, molto simile a quello

che per un ingegnere rappresentano l’acciaio o l’alluminio.”11

Il computer occupa una posizione molto rilevante all’interno della nostra cultura e, secondo

Bolter, rappresenta la tecnologia che, più di ogni altra, distingue la nostra epoca. Secondo il

ricercatore “Oggi il computer minaccia costantemente di evadere dallo stretto angolo degli affari

umani … per il quale fu costruito, per contribuire, al contrario, a una ridefinizione generale di

alcuni rapporti essenziali: il rapporto tra la scienza e la tecnologia, tra la conoscenza e la forza

tecnica e, in senso più ampio, tra il genere umano e il mondo della natura.”12 Per concludere con le

parole di Bolter “Il computer è l’equivalente contemporaneo dell’orologio e della macchina a

vapore degli ultimi sei secoli; è tanto importante per noi quanto la ruota del vasaio nel mondo

antico”13 non solo non potremo più vivere senza computer, ma “saremo trasformati dal fatto di

vivere con loro.”14

Certo non è affatto vero che solo i mutamenti tecnologici siano gli unici fattori in grado di

cambiare il modo di leggere la natura da parte dell’uomo, però, come abbiamo visto, le varie

tecnologie in ogni epoca forniscono affascinanti finestre attraverso le quali i pensatori possono

vedere sia il loro mondo fisico che quello metafisico. Lakoff e Johnson chiamerebbero queste

finestre, aperte dalla nostra esperienza, metafore ontologiche; Bolter, in un certo senso, fornisce

ulteriori argomenti che vanno a sostegno della teoria dei due ricercatori americani.

11 J. David Bolter, op. cit., p. 133. 12 Ibid., p. 16. 13 Ibid., p. 17. 14 Ibid., p. 18.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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3. Gareth Morgan, le metafore applicate al mondo de lle

organizzazioni

Se, come sostengono Lakoff e Johnson, il nostro sistema concettuale è di natura metaforica è

possibile anche che molte delle metafore con cui interpretiamo la realtà finiscano, senza che noi ne

siamo consapevoli, per imprigionare il nostro ragionamento. La realtà può essere concepita in modo

diverso a partire dalle metafore che sono utilizzate. È questa l’ipotesi da cui parte Gareth Morgan

che, in estrema sintesi, suggerisce di utilizzare metafore più efficaci in vista dei fini pratici che si

intendono raggiungere. In altre parole, diversi modi di vedere e concepire il mondo potrebbero

condurci a nuove interpretazioni della realtà e probabilmente a nuovi modi di gestirla e di

affrontarla. Nuove visioni che, fornendo una percezione dei problemi differente, possono produrre

strategie di azione differenti. Ecco allora che considerare le cose sotto un aspetto piuttosto che un

altro può farci ottenere diversi risultati. È possibile manipolare la realtà reinterpretandola sotto una

diversa luce metaforica. Ciò può servire a diversi scopi e può condurre su strade diverse nonostante

l’oggetto della nostra attenzione o il problema non siano oggettivamente cambiati. È questo,

appunto, il concetto che ha sfruttato Gareth Morgan in un libro che affronta il mondo delle

organizzazioni.1

Morgan sostiene che se consideriamo attentamente i procedimenti utilizzati dai manager di

successo nel comprendere e affrontare le varie situazioni con cui hanno a che fare, qualunque sia il

loro settore di attività, scopriremo che questo successo si fonda sulla capacità di leggere le

situazioni facendo riferimento a diversi scenari possibili, considerando semplicemente le stesse

situazioni da diversi punti di vista e conformando le successive azioni nella maniera più appropriata

1 Cfr. Gareth Morgan, Images. Le metafore dell’organizzazione, Milano, Franco Angeli, 1990.

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in base a tali letture. La loro capacità e il loro successo derivano perciò dalla loro flessibilità e dalla

loro abilità nell’adeguare l’approccio alle varie situazioni in base a queste nuove rappresentazioni

dei problemi. Il libro di Morgan “esplora e sviluppa l’arte di leggere e comprendere le

organizzazioni.”2 I processi organizzativi codificati dalle teorie formali di gestione delle imprese,

studiati e utilizzati normalmente dai manager, seguono una tecnica di approccio ai problemi che

resta ancorata ad un punto di vista fisso ed irremovibile. Il metodo ipotizzato da Morgan prevede

invece di affrontare problemi e situazioni applicando una teoria che deriva da nuove analisi o

letture, appunto, che risulta molto più efficace perché tiene in considerazione diverse e molteplici

interpretazioni della realtà; queste letture e queste interpretazioni sono di natura metaforica.

Morgan per introdurci nell’argomento, porta la nostra attenzione sul meccanismo della

rappresentazione parziale della realtà causato dalla metafora: mettendo il luce alcune caratteristiche,

le metafore forzano di conseguenza alcune interpretazioni, ma questo fenomeno fa in modo che altri

aspetti, magari molto importanti, possono essere messi in ombra, inibendo così altre interpretazioni

che potrebbero essere più efficaci. La premessa fondamentale su cui Morgan fonda tutto il suo libro

è che le attuali teorie sulle organizzazioni sono già, anche se non ce ne rendiamo conto, basate su

una lettura metaforica, queste teorie sono basate su una interpretazione meccanicistica che vede le

organizzazioni come se fossero macchine. Siamo abituati a considerare le organizzazioni come

macchine, macchine concepite per raggiungere scopi e obiettivi predeterminati e senza rendercene

conto siamo portati a pensare che debbano per forza comportarsi in modo efficiente. Come risultato

di questo modo di concepire le organizzazioni affrontiamo i problemi e gestiamo le organizzazioni

stesse in maniera meccanicistica, relegando in un ruolo secondario le valenze umane.

Morgan sembra fondare il suo lavoro sulla teoria concettuale della metafora di Lakoff e

Johnson applicandola al mondo delle imprese. Lo studioso scrive che: “le nostre teorie e le nostre

spiegazioni della vita organizzativa sono fondate su metafore che ci inducono a vedere e a

concepire le organizzazioni in modi diversi e parziali. La metafora è spesso considerata alla stregua

di un marchingegno per abbellire il discorso; il suo significato è, invece, di portata molto maggiore.

Infatti l’uso della metafora implica un modo di pensare e un modo di concepire che stanno alla base

del modo secondo cui noi comprendiamo in maniera più generale il mondo.”3 Scrive ancora che

“usando diverse metafore per capire il carattere complesso e paradossale della vita organizzativa, ci

mettiamo in grado di gestire e progettare le organizzazioni secondo metodologie che prima non

2 Morgan, op. cit., p. 16. 3 Ibid., pp. 17-18.

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Le metafore in politica

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avremmo nemmeno ritenuto possibili. Mentre alcune metafore ripropongono concezioni già

familiari, altre sono in grado di sviluppare intuizioni e prospettive abbastanza originali.”4

Secondo Morgan, (anche secondo Bolter, come abbiamo visto) “le macchine influenzano

oggigiorno ogni singolo aspetto della nostra esistenza”5, le macchine, oltre ad avere amplificato di

migliaia di volte la nostra capacità produttiva, hanno finito per condizionare ogni singolo aspetto

della vita umana. Le macchine hanno trasformato radicalmente i tradizionali metodi produttivi

comportando cambiamenti nel nostro stesso stile di vita, ma hanno anche condizionato

l’immaginazione, i pensieri ed i sentimenti degli uomini. “Gli scienziati sono venuti elaborando

interpretazioni meccanicistiche del mondo della natura e i filosofi e gli psicologi hanno prodotto

teorie di tipo meccanicistico per spiegare la mente ed il comportamento umani.”6 La macchina è

diventata la metafora capace di rappresentare l’uomo e la società umana e per questo motivo

abbiamo imparato a modellare il nostro mondo ispirandoci a modelli meccanicistici.

Quando si sostiene che ci aspettiamo che un’organizzazione funzioni come una macchina si

intende che siamo portati ad aspettarci che questa funzioni in modo routinizzato, efficiente,

affidabile e prevedibile. In alcune circostanze specifiche “una funzionalità di tipo meccanico può

essere la condizione ineludibile dell’efficienza. Ma in altre situazioni il meccanicismo può avere più

d’una conseguenza negativa. È perciò importante capire come e quando vale la pena sposare un

approccio di tipo meccanicistico.”7 Questo tipo di approccio sarà senz’altro utile in presenza di

compiti che rendono possibile l’utilizzo di macchine, ossia quando: il compito è molto chiaro,

l’ambiente è sufficientemente stabile da garantire che i risultati siano sempre appropriati, il prodotto

deve essere fatto in serie, la precisione è fondamentale e soprattutto quando le componenti umane

della macchina organizzativa sono docili e rispettano i compiti a loro assegnati.

“Alcune organizzazioni hanno ottenuto dei successi spettacolari avvalendosi del modello

meccanicistico, proprio perché si era in presenza delle condizioni citate”8 come ad esempio la

catena di fast food americana McDonald. Qui è stata meccanicizzata tutta la catena produttiva, ci si

rivolge ad un mercato di massa perfettamente delineato e si fornisce un prodotto regolare e costante

in ogni tempo e luogo. Gli stessi lavoratori, preferibilmente non sindacalizzati, sono reclutati tra la

4 Ibid., p. 18. 5 Ibid., p. 23. 6 Ibid., p. 24. 7 Ibid., p. 25. 8 Ibid., p. 42.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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popolazione studentesca, particolarmente disponibile “ad adattarsi al progetto organizzativo

dell’azienda.”9 A fronte dei successi conseguibili, le organizzazioni di tipo meccanicistico

presentano svariati limiti: si adattano difficilmente in caso di situazioni mutevoli, danno vita a “una

burocrazia ottusa e priva di senso della realtà”10 e hanno spesso effetti disumanizzanti specialmente

nei livelli più bassi della gerarchia organizzativa.

Le metafore che il lavoro di Morgan prende in considerazione per leggere in modo nuovo le

strutture organizzative aziendali sono molto varie. La concezione che cerca di vedere le

organizzazioni come organismi, ad esempio, ha già avuto effetti rimarchevoli e concentra

l’attenzione sul fatto che le organizzazioni possono essere di specie diverse e che, tra queste,

l’organizzazione di tipo burocratico è solamente una tra le tante esistenti e possibili. Specie diverse

hanno bisogni diversi e si adattano all’ambiente in modo diverso. Questo approccio permette inoltre

di studiare le fasi di nascita, di crescita e sviluppo o anche del declino e della morte delle varie

specie organizzative, nonché quali possano essere, tra le varie specie, le possibili relazioni.

Immaginando le organizzazioni come cervelli, invece, è possibile concentrare l’attenzione sui

processi e sui flussi delle informazioni; con questo approccio è possibile concepire lo sviluppo di

organizzazioni che richiedono un alto grado di flessibilità e di capacità innovativa. Altre metafore

provano a leggere le organizzazioni come se fossero sistemi culturali o politici o ancora, con una

maggiore astrazione, come se le organizzazioni fossero prigioni psicologiche dove le nostre azioni

sono prigioniere delle nostre stesse idee, consce o subconscie.

In generale il lavoro di Gareth Morgan, come egli stesso sottolinea, “aspira ad essere un trattato

sulla concezione metaforica delle organizzazioni”11 e vuole fornire contributi sia teorici che

pragmatici; le metafore utilizzate sono molto varie, ma, come viene suggerito, non sono le uniche

possibili; nuove metafore possono offrire nuovi spunti significativi. Il proposito è quello di fornire

un diverso modo di pensare, piuttosto che un numero, per forza di cose limitato, di sistemi analitici

precostituiti da applicare meccanicamente; “ricorrendo all’uso delle metafore – che condizionano in

maniera basilare il nostro modo di pensare – possiamo sfruttare la nostra capacità di pensare in

maniera creativa e, nel contempo, ordinata in modo da poter capire e gestire la multiforme

fenomenologia organizzativa.”12

9 Ibid., p. 42. 10 Ibid., p. 43. 11 Ibid., p. 22. 12 Ibid., p. 22

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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4. Metafore e comunicazione politica

Un obbietto rettamente illuminato dall’altro ti vibra come un lampo nell’intelletto, e la novità cagiona meraviglia, la qual è una riflessione attenta che t’imprime nella mente il concetto: onde tu sperimenti che le parole metaforiche più altamente scolpite ti rimangono nella memoria.

Emanuele Tesauro, Cannocchiale

aristotelico, 1670

Ho iniziato a lavorare sul tema al centro di questo capitolo leggendo quotidiani, settimanali e

news su internet alla ricerca di frasi metaforiche pronunciate da uomini politici o scritte da

giornalisti che si occupano di politica. A mano a mano che mi immergevo in questo lavoro di

ricerca mi accorgevo di scoprire esempi sempre più numerosi, bastava rileggere uno stesso articolo

dopo un po’ di tempo per trovare casi che prima mi erano sfuggiti. Anche mentre ascoltavo

distrattamente la radio o la televisione mi accorgevo della quantità di metafore che venivano

proferite e che prima non avevo mai notato. Ne ho trascritte alcune, e ad un certo punto ho iniziato a

notare una certa sistematicità, potevo iniziare a catalogarle sotto categorie diverse, e all’interno

delle stesse categorie potevo distinguere casi diversi e tipi diversi. A mano a mano che procedevo

con il lavoro mi apparivano più chiare le categorie, più visibile un possibile obiettivo. Alcuni tipi

erano più ricorrenti o interessanti ai fini di questo lavoro. Altri che in un primo momento mi erano

parsi interessanti e promettenti si sono rivelati fuorvianti o semplici casi isolati. Ad ogni modo

questa raccolta di espressioni metaforiche è frutto di un notevole intervento di scrematura e di un

tentativo di razionalizzazione. Ho fatto precedere la serie di espressioni raccolte da alcuni cenni

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sulla teoria della comunicazione politica perché ciò mi servirà per fare alcune riflessioni.

LA POLITICA , LE PAROLE E IL SISTEMA DEI MEDIA

La politica è attività discorsiva, tutto ciò che chiamiamo politica viene articolato tramite il

linguaggio e non è possibile separare la politica dalla parola. Secondo Mazzoleni1, riflettere sul

linguaggio della politica significa dare un senso alla politica stessa e cercare di capire che cosa la

contraddistingua da altre attività della vita umana. L’evento trae il proprio significato dal linguaggio

che lo descrive, pertanto “il linguaggio politico è la realtà politica”2. Per i destinatari finali della

comunicazione politica, infatti, l’esperienza riguardo gli eventi politici deriva dalla comunicazione

politica; la nostra cognizione della realtà politica si realizza fondamentalmente tramite il linguaggio

della politica e non deriva direttamente dagli eventi stessi. Per quanto riguarda i politici, invece, la

comunicazione politica è il mezzo e lo strumento per la legittimazione e la conferma del proprio

ruolo nella società, per la mobilitazione dei potenziali elettori e per la conquista del potere.3

L’analisi del linguaggio della politica rivela che la lingua dei politici (distinta dalla lingua

della politica che è tecnico-scientifica) è propriamente una lingua settoriale4 ossia una lingua

sostanzialmente priva di lessico specialistico. Una lingua settoriale non ha regole convenzionali

particolari e attinge parole, espressioni e metafore dalla lingua comune o da altre lingue speciali.5

Molto evidente è l’insieme dei termini, usati dal mondo della politica (di cui riporterò in seguito

numerosi esempi), che è mutuato dal mondo militare, un insieme di termini meno evidente proviene

ad esempio dal mondo della medicina. Relativamente recente è il linguaggio inaugurato da Forza

Italia nella campagna elettorale del 1994, derivato dal mondo dello sport italiano più popolare: il

calcio, il cui linguaggio è estremamente familiare a un pubblico molto vasto ed è stato perciò molto

efficace per veicolare un messaggio propagandistico. Altri tipi di analisi permettono di identificare

ed etichettare alcuni sottogeneri di linguaggio politico come ad esempio il sinistrese, il politichese,

1 Cfr. Gianpietro Mazzoleni, La comunicazione politica, Bologna, il Mulino, 1998. 2 Gianpietro Mazzoleni, op. cit., p. 137. 3 Ibid., pp. 137-138. 4 Ibid., p. 144. 5 Ibid., p. 144.

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il linguaggio femminista o quello leghista. Secondo Mazzoleni, diversamente dal sinistrese o dal

politichese, che sono ormai solamente linguaggi che identificano colui che li usa come membro di

una ristretta elite, i linguaggi femminista, leghista o ecologista, ad esempio, sono utilizzati sia come

strumenti di identificazione sia come mezzi per la formazione politica e per la mobilitazione dei

cittadini: sono strumenti di azione politica.6

In questa breve premessa sulla comunicazione politica non deve essere trascurato il ruolo dei

mezzi di comunicazione di massa i quali condizionano fortemente l’azione politica. Come sostenuto

sempre da Gianpietro Mazzoleni, il messaggio politico subisce, in seguito all’intrusione del sistema

dei media, apprezzabili influenze nelle modalità di produzione, di articolazione e di diffusione. Il

discorso politico era, in origine, elitario e costituiva una sorta di circuito chiuso: espresso da

soggetti politici (partiti, sovrani, governi, parlamenti) e destinato ad altri soggetti politici. La

dialettica tra le parti prevedeva una diffusione e un controllo del messaggio da parte degli stessi

soggetti che lo avevano prodotto. Nella società di massa si è venuto a costituire un nuovo soggetto

con il quale gli attori della politica devono fare i conti e al quale si devono adattare: è il sistema di

comunicazione di massa costituito dai giornali prima, poi dalla radio e infine dalla televisione.7 La

logica del nuovo soggetto, il sistema dei media appunto, segue la logica del mondo economico e

imprenditoriale secondo cui l’obiettivo primario è il successo nelle vendite e dei profitti; anche

quando l’unico prodotto che si vende è l’informazione. I principali effetti di questo progressivo

introdursi del sistema dei media nella sfera politica sono: la costruzione dell’agenda politica o

tematizzazione, la spettacolarizzazione e la frammentazione del messaggio politico.

La tematizzazione è un prodotto congiunto dell’interazione tra i media e la politica e consiste

nel potere dei media di condurre in primo piano un tema piuttosto che un altro e di condizionare, in

questo modo, il dibattito politico; è il potere di portare il tema specifico all’ordine del giorno,

aumentando cioè l’ordine di importanza di questo tema, all’interno dell’agenda politica, a volte per

il semplice fatto di rivolgergli attenzione. Un secondo effetto dei media sulla comunicazione

politica consiste nella spettacolarizzazione del discorso politico che è “un processo circolare ed un

prodotto congiunto dei media e dei politici: i primi drammatizzano la vita politica enfatizzandone

gli aspetti più ‘vendibili’, e gli attori della scena politica ‘stanno al gioco’, assumendo atteggiamenti

6 Ibid., p. 145. 7 Ibid., p. 112.

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e ricorrendo a strategie di comunicazione che assicurano l’attenzione dei media.”8 Le regole del

mercato impongono che l’informazione venga spettacolarizzata per essere appetibile dagli utenti

finali; gli attori della politica devono perciò adattarsi alla logica del mezzo di comunicazione per

mantenere la loro visibilità. Oggi nessun politico potrebbe più comunicare senza passare attraverso i

media, ma nessun politico può più comunicare efficacemente senza integrarsi nella logica imposta

dal sistema dei media, che è interessato soprattutto all’intrattenimento, al divertimento e al

sensazionale. Questa logica ha portato a “una mutazione quasi genetica del discorso politico”9: una

modulazione del messaggio politico sugli schemi linguistici preferiti dai media, un messaggio

sempre più spesso conformato per essere più agevolmente veicolato dai media per garantire più

possibilità di raggiungere il soggetto destinatario della comunicazione politica e cioè l’insieme dei

cittadini. La frammentazione del discorso politico, infine, è un processo, anche qui, congiunto

dell’azione dei media e dei politici. I primi, che hanno esigenze e vincoli legati alla produzione,

preferiscono una presentazione dei fatti e dei temi in “pillole” 10; il mondo politico si adegua a

questo fenomeno producendo messaggi semplici, battute ad effetto, slogan coniati da esperti

anziché comunicare utilizzando le tradizionali strategie discorsive. Il risultato è che questi pezzetti

di dichiarazioni, battute, brevi citazioni che “si adattano meravigliosamente al ritmo incalzante delle

news televisive”11 porta ad una apprezzabile banalizzazione dell’informazione politica.

Voglio sottolineare ancora tre aspetti particolari che interessano i media e la politica per poi

fare, alla fine del capitolo, alcune considerazioni. In primo luogo la presenza dei mezzi di

comunicazione di massa, come tramite fra emittente e ricevente del messaggio, causa una

fisiologica e sistematica distorsione del messaggio trasmesso. Il sistema dei media produce una

realtà costruita che si distingue dalla realtà oggettiva, ovvero il fatto in sé, e dalla realtà soggettiva,

ovvero il fatto così come ci appare. La realtà costruita è “il prodotto della attenzione e della

elaborazione da parte dei media di elementi della realtà oggettiva”; […] “possiamo affermare che

creazione è uguale a distorsione.” 12 Questa distorsione può essere involontaria oppure intenzionale.

La distorsione involontaria è quella fisiologica che avviene ogni volta che una certa realtà oggettiva

8 Ibid., p. 118. 9 Ibid., p. 116. 10 Ibid., p. 119. 11 Ibid., p. 119. 12 Ibid., pp. 81, 82.

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viene descritta da qualcuno e, appunto, costruita; nel processo di produzione dell’informazione

dipende da vincoli tecnici, fattori organizzativi o pratiche professionali. La distorsione intenzionale,

invece, si presenta in caso di partigianeria politica degli organi di informazione, ma anche, secondo

alcuni autori, quando i giornalisti, “rincorrendo spasmodicamente gli indici di ascolto o di vendita

dimenticano le regole dell’informazione nell’interesse pubblico.”13 Un secondo aspetto da

evidenziare è che i politici e il sistema dei media “sfruttano l’inclinazione del pubblico a credere

nelle cose più per quello che sembrano che per quello che sono”14. Per ultimo riassumo le regole

fondamentali per essere veramente persuasivi: 1) il messaggio deve attirare colui che lo riceve; 2) i

ragionamenti contenuti nel messaggio devono essere afferrati e compresi dal destinatario; 3) chi

riceve il messaggio deve assimilare gli argomenti contenuti in esso e accettarli come veri.15

Le espressioni metaforiche ben si adattano a tutto questo insieme di aspetti: la metafora, di per

sé, è in grado di comunicare concetti complessi e si adatta perfettamente ad una lingua, quella dei

politici, non specialistica; le metafore si adattano molto bene anche in considerazione dei tre effetti

mediatici sulla produzione del messaggio politico: esse hanno infatti un potente effetto

tematizzante, sono in grado di spettacolarizzare il singolo fatto o evento politico e si prestano ad

essere trasmesse in pillole o ad essere trasformate facilmente in slogan. I giornalisti sono contenti di

utilizzarle e i politici sembrano felici di fornirne in abbondanza. Le espressioni metaforiche

rispondono efficacemente anche a quegli aspetti mediatici che ho esaminato nel precedente

paragrafo, in particolare alle raccomandazioni suggerite per l’efficacia di un messaggio: hanno più

possibilità di passare indenni da eventuali effetti di distorsione provocati dal transito attraverso il

mondo dei media, forniscono una nuova realtà più vivida e concreta per il destinatario del

messaggio e sono comprese ed afferrate molto più facilmente di quanto non lo sia la realtà

oggettiva. Ecco probabilmente spiegato il motivo per cui i leader politici ne fanno così ampio uso.

13 Ibid., p. 82. 14 Ibid., p. 117, l’opera a cui fa riferimento Mazzoleni è di D.D.Nimmo e J.E.Combs, Mediated Political Realities, New York, Longman, 1990, p. 16. 15Ibid., p. 158, l’opera a cui fa riferimento Mazzoleni è di A.R.Pratkanis e E.Aronson, Psicologia delle comunicazioni di massa. Usi ed abusi della persuasione, Bologna, il Mulino, 1996, p. 33.

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LA GUERRA

La metafora LA DISCUSSIONE È UNA GUERRA, evidenziata da Lakoff e Johnson, trova infinite

esemplificazioni nella cronaca politica esaminata. Un caso esemplare è costituito dal seguente

articolo del settimanale “L’espresso” edito nel Luglio 2006 riguardante un’intervista al presidente

della Commissione Lavoro al Senato Tiziano Treu a proposito della discussione sulle

liberalizzazioni in corso al Parlamento. Occhiello, titolo e sottotitolo recitano:16

Primo piano/Guerra alle lobby

Autunno bollente. … A Settembre il governo Prodi dovrà lanciare l’offensiva.

Contro professioni, energia e municipalizzate.

Nella prima domanda il giornalista imposta subito l’intervista inquadrando la discussione

parlamentare come una vera e propria guerra. Nelle risposte del politico i termini che vengono

utilizzati sono molto violenti. La domanda dell’intervistatore, impostata in questi termini, sembra

strutturare le risposte dell’intervistato il quale, a sua volta, si esprime quasi come un veterano che

parla di strategie e di battaglie sanguinose:

D: Lei ha detto che pur di far passare il decreto si sdraierà sui banchi. Si aspetta una battaglia

cruenta?

R: Non sarà facile. Dovremo passare sotto le forche caudine del dibattito parlamentare. … Se

facciamo un passo indietro abbiamo già perso la guerra, la madre di tutte le battaglie si

combatterà … a Settembre. […] Già nel primo governo Prodi … provammo a fare qualcosa,

ma fummo ostacolati da più parti e respinti con perdite. […] Il fronte più importante è l’energia,

dove dovremo affrontare l’opposizione di qualche potere forte. […]

D: Terreno politicamente spinoso per il centrosinistra …

R: Quando affronteremo quel settore certamente ci sarà una significativa incursione in campi

attualmente controllati da giunte di centrosinistra. … sappiamo bene che non si può

liberalizzare senza fare operazioni strutturali, si rischia di devastare il territorio.

Questo genere di espressioni metaforiche è molto comune, ecco qualche altro esempio raccolto

su altri “fronti” durante la ricerca:

o Rosa nel pugno. È tregua quasi armata. (titolo su l’Unità, 10 Luglio, p. 10)

o Anna Finocchiaro, … [a]l consiglio nazionale DS, descrive la battaglia difficilissima che i

16 Colloquio con Tiziano Treu di Marco Damilano, L’espresso n. 27, 13 Luglio 2006, p. 32.

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senatori combattono ogni giorno per tenere Prodi al governo […] La deputata Jole

Santelli parla di “dichiarazione di resa” (Corriere delle Sera, 18 Luglio)17

o i leader dell’Unione stanno analizzando l’ipotesi di “allargare” le fila della coalizione.

(Corriere della Sera, 18 Luglio)18

o non abbiamo notizia di marce su Roma dei sindaci … reclutati dall’Anci, “braccio

armato” sul territorio della sinistra di governo. (la Padania online, 29 Ottobre)19

o LA GUERRA ALLA CAMERA (la Padania online, 29 Ottobre)20

o la manovra Prodi-Padoa-Schioppa si traduce in un massacro senza precedenti per le

casse degli enti locali. (la Padania online, 29 Ottobre)21

È una metafora solo a metà quella di Francesco Storace, ma volta a ridicolizzare gli interventi

economici della maggioranza:

o Solo l’Unione poteva colpire la Croce Rossa (F. Storace ex min. della Sanità, 2

Novembre)22

Sempre dal “fronte” dell’opposizione questa nota dallo stile tragicomico:

o La finanziaria di Prodi e dell’armata Brancaleone che lo tiene ancora a palazzo Chigi …

(la Padania online, 3 Novembre)23

IL MONDO DEL CALCIO

È noto che l’ex premier italiano ha fatto ampio uso di metafore calcistiche fin dal suo ingresso

in politica con il notissimo “scendo in campo” su cui molta ironia e satira fu anche spesa.

17 Andrea Garibaldi, Letta: convincere i moderati, la maggioranza va allargata, Corriere delle Sera, 18 Luglio 2006. 18 Francesco Verderami, Piano per accogliere i centristi, mediatori in campo, Corriere della Sera, 18 Luglio 2006. 19 Cesarino monti, Perché allora non scendono in piazza?, laPadania online,

<http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine>, 29 Ottobre 2006. 20 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, laPadania online, <http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine>, 29 Ottobre 2006. 21 Cesarino monti, Perché allora non scendono in piazza? , cit. 22 Laura Della Pasqua, Anche D’Alema chiede modifiche alla Finanziaria., IL TEMPO. it, <http://www.iltempo.it>, Venerdì 3 Novembre 2006. 23 Giacomo Stucchi, Un treno in corsa e senza controllo, laPadania online, <http://www.lapadania.com>, 03 Novembre 2006.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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Attualmente però l’uso di espressioni metaforiche mutuate dal mondo del calcio, favorito

probabilmente la scorsa estate dal contesto della vittoria dei mondiali, è sempre più ampio e

trasversale:

o in tutto questo giro, i medio piccoli [imprenditori] non vedono mai palla.(la Padania

online, 29 Ottobre)24

o Il risanamento dei conti è un vincolo, … ho l’ambizione di portare l’Italia non dico in

coppa Uefa ma almeno a metà classifica, ora è più sotto della Fiorentina. (R. Prodi,

Primo Ministro, 9 Ottobre)25

Prodi, nonostante il suo background a due ruote, in tempo di vittoria ai mondiali non ha

resistito al richiamo del calcio: l’ingresso “in campo” di Prodi è testimoniato anche dal disappunto

berlusconiano:

Berlusconi: “Prodi? Non sa nemmeno se la palla è rotonda o ovale. (occhiello su La Stampa,

12 Luglio, p. 2)

L’improvvisa passione prodiana per il mondo del calcio, però, sembra strutturare la

conseguente discussione politica generando visioni, reazioni e risposte coerenti con le sue nuove

metafore calcistiche:

o Manovra, le agenzie retrocedono Prodi in serie B (Il Giornale, 20 Ottobre)26

o Pensioni, Prodi: riforma entro Marzo; ala sinistra frena (Reuters, 24 0ttobre)27

Ecco altre metafore introdotte nel dibattito politico dalla “squadra” della maggioranza:

o Siamo come una squadra di calcio che parte da -26 [miliardi di deficit] (R. prodi, 13

Novembre)28

o Per riportare l’Italia in testa alla classifica, secondo Romano Prodi, bisogna dire basta

24 Gianluigi Paragone, L’elogio del profitto, laPadania online, <http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine>, 29 Ottobre 2006. 25 Finanziaria, per aziende vantaggi cuneo superiori oneri TFR, REUTERS Italia, <http://www.borsaitaliana.reuters.it>, Lunedì 9 Ottobre 2006 12:40 26 Risultato ottenuto con Google news ricercando la voce “Prodi” il 20 Ottobre 2006. 27 Pensioni, Prodi: riforma entro Marzo; ala sinistra frena, REUTERS Italia <http://today.reuters.it/news>, Martedì 24 Ottobre 2006 5:18. 28 È una similitudine, ma la cito perché questa esternazione del presidente del consiglio ha generato una lunga sequela di dichiarazioni in tema calcistico. Il testo è preso da: Amedeo La Mattina, Prodi riprende la frusta: l’Italia a rischio, La Stampa web, <http://www.lastampa.it>, 14 Novembre 2006.

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Le metafore in politica

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agli egoismi (La Stampa web, 14 Ottobre)29

o Clemente Mastella … consiglia di seguire l’esempio della Juventus: partita con forte

penalizzazione è già vicina al primo posto in classifica … [purché] “ciascuno giochi per

la squadra e con la squadra” (Ansa.it, 13 Novembre)30

Ed ecco altre risposte polemiche coerenti con le metafore calcistiche introdotte:

o Quando una squadra non vince per sei mesi, il primo ad essere cambiato è l’allenatore

(M. Lupi, Forza Italia, 13 Novembre)31

o La convinzione della CdL è che il destino del governo sia la retrocessione (Ansa.it, 13

Novembre)32

o Maroni: “sarà il governo Prodi a finire in serie C” (TG3, 13 Novembre, edizione delle 19)

LA BICICLETTA

Ho riportato molti esempi che testimoniano l’uso di metafore calcistiche da parte di tutti gli

schieramenti politici e che anche Prodi, soprattutto in seguito alla vittoria dei mondiali, se ne è

servito abbondantemente. Non dobbiamo dimenticare però che la vera passione di Prodi è la

bicicletta. Ecco un suo intervento precedente rispetto ai giorni dei campionati mondiali:

Il ruolo del ministro deve essere compreso nella sua luce, cioè come membro di una squadra

che deve soprattutto operare, mettere in atto le azioni. … [quindi:] testa bassa e pedalare (R.

Prodi, presidente del Consiglio, 24 Maggio)33

Il seguente intervento di Prodi, durante un’intervista al Corriere della Sera, è molto

esemplificativo: ci sono delle parti in cui il significato delle sue parole è letterale altre, sempre in

tema di ciclismo, in cui è evidente l’uso metaforico delle espressioni. È chiaro che Prodi, volendo

utilizzare concetti specifici e temendo di non essere compreso che dai soli appassionati, intende

29 Ibid. 30 Giovanni Graziani, Governo: squadra a -26? È polemica politico-calcistica, Ansa.it, <http://www.ansa.it>, 13 Novembre 2006 21:02. 31 Ibid. 32 Ibid. 33 Prodi: “Ministri parlino solo dopo decisioni”, Corriere della Sera.it Politica, <http://www.corriere.it>, 24 Maggio 2006.

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Le metafore in politica

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chiarirne il significato letterale prima di sfruttare il meccanismo metaforico:

Siamo chiari: se il mio governo rallenta l’azione riformista andrà a casa. Se la mantiene, con

senso di responsabilità, riceverà il plauso dell’opinione pubblica. Io sono un ciclista, la bici è il

mio simbolo. A buona andatura si resta saldi in sella, rallentando troppo si cade. Basta avere

buoni freni in curva. Ho imparato il ciclismo di velocità in pista dal grande Patrick Sercu, mi ha

insegnato il surplace, quando si attende lo scatto dell’avversario, in equilibrio alla partenza.

Bene, io credo che star fermi fa venire i crampi. Occorre scattare e provare a vincere. Il

surplace non paga. (Romano Prodi, Presidente del Consiglio, 7 Luglio)34

Nella prima parte del testo (i primi due periodi) Prodi introduce il contesto politico, l’oggetto

dell’argomentazione (nelle teorie della metafora questa parte sarebbe il topic). Nella successiva

porzione di testo si notano due alternanze consecutive tra significato letterale e significato

metaforico. Il terzo periodo, infatti, introduce un’altra realtà oggettiva, (“Io sono un ciclista, …”)

anticipando il concetto metaforico, ma esprimendo comunque una realtà oggettiva relativa alla

propria persona, in questo caso il fatto che egli è un ciclista; su questa realtà (il vehicle delle teorie

della metafora) noi andiamo a focalizzare l’attenzione. Prodi, nel quarto periodo e nel quinto, sfrutta

il meccanismo metaforico: ristruttura il problema delle riforme istituzionali e lo illustra come se

fosse una gara di ciclismo in cui si agisce in un certo modo e non in un altro ossia “andando avanti a

buona andatura” evitando di rallentare troppo, altrimenti “si cade”.

Proseguendo il suo intervento Prodi compie un’altra alternanza tra significato letterale e

significato metaforico. Questo ulteriore passaggio rivela un sottile ragionamento sottostante. Egli,

da esperto ciclista, sa ovviamente che esistono gare di inseguimento su pista in cui c’è una fase

particolare, il surplace, in cui i corridori, fisicamente, fermi ci stanno e come. A causa della

metafora ciclistica appena introdotta si creerebbe quindi lo spazio per un’eventuale obiezione del

suo interlocutore che potrebbe asserire che non è vero che nel ciclismo si deve sempre e solamente

avanzare (notare bene che tale obiezione verterebbe non precisamente sull’oggetto vero della

discussione, ossia le riforme istituzionali, ma sulla metafora stessa della gara ciclistica, che diviene

materialmente il nuovo oggetto dell’argomentazione). Prodi in sostanza sembra prevenire

l’eventuale obiezione del giornalista introducendo un’altra metafora; lo fa sottolineando, sempre da

esperto corridore (“ho imparato il ciclismo su pista da Patrick Sercu”) che lo stare troppo fermi,

come nel surplace, se non ti fa cadere “ti fa venire i crampi”. Il messaggio quindi è chiaro: bisogna

34 Gianni Riotta, No a maggioranze allargate. Colloquio con Romano Prodi, Corriere della Sera.it, 7 Luglio 2006.

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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andare avanti… con le riforme.

L’intervistatore dal canto suo, in seguito a questa argomentazione, è quasi forzato ad

inquadrare il tema delle riforme in una cornice fatta di questi termini ciclistici; si cala quindi più o

meno consapevolmente nell’ottica della metafora e pone la seguente domanda:

Il suo avversario, l’ex premier Silvio Berlusconi, sta facendo il suo surplace e si dice convinto

che lei andrà fuori pista alla finanziaria. (Gianni Riotta, Corriere della Sera.it, 7 Luglio)35

LA CUCINA E IL CIBO

Se le metafore belliche o calcistiche, ma anche quelle ciclistiche, sono diffusissime, non di

meno lo sono quelle collegate con il cibo o, più in generale, che hanno come sfondo l’ambito

dell’alimentazione. Sono metafore che hanno basi solidissime nella nostra esperienza diretta, ne

viene fatto abbondante utilizzo e continuamente ne vengono “sfornate” di nuove:

o È un conto da capogiro … quello che il Governo guidato da Romano Prodi sta per

servire agli italiani. (la Padania online, 29 Ottobre)36

o Il governo ne sta combinando di cotte e di crude. (la Padania online, 29 Ottobre)37

o Sul piatto – ha spiegato Michele ventura, relatore DS … - ci sono gli aiuti agli artigiani

(29 Ottobre)38

Nelle prossime citazioni possiamo vedere un altro esempio (in questo caso riguardante il cibo)

di come un nuovo termine metaforico, introdotto ex novo nel dibattito politico da Prodi, venga

usato dall’opposizione per contrattaccare:

o Lei sa come si fa la mozzarella? Si gira con pazienza e si forma una matassa. Diciamo

che io sto facendo una mozzarella. Se non riescono a cacciarmi via alla fine il paese

capirà le mie ragioni. (R. Prodi, Presidente del Consiglio, 16 Ottobre)39

35 Gianni Riotta, No a maggioranze allargate. Colloquio con Romano Prodi, cit. 36 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, cit. 37 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, cit. 38 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, cit. 39 Alessandro Balestri, Prodi: “Giornali e tv contro di me”, Corriere della Sera.it, <http://www.corriere.it>, 16 Ottobre 2006.

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o Dalla mortadella alla mozzarella (Panorama. it, 20 Ottobre)40

o la “mozzarella” è una pietanza complicata, rischia di essere insapore o d’inacidire. E i

piatti finora confezionati dal cuoco Prodi non sono piaciuti a diversi clienti ed anche ad

alcuni amici commensali del centro-sinistra. (aprile online, 21 Ottobre)41

o la mozzarella è allegoria del governo. Che Prodi dunque percepisce come cosa

estremamente fiacca, bolsa, di poco conto … Non si fatica ad immaginare il …

presidente del Consiglio che spappola, pesta, sfracella la compagine governativa

cambiandole i connotati. Rendendola matassa, una cosa aggrovigliata, confusa, senza

capo né coda che il casaro di Palazzo Chigi spiaccica sul piano di marmo (il Giornale.it,

25 Ottobre)42

Qualche altro esempio divertente:

o Certe volte Prodi sembra un po’ bollito. (Panorama. it, 20 Ottobre)43

o Nessuno può fare una frittata senza rompere le uova … è ora che i politici governino

anche scontentando, per fare il bene di tutti (R. Prodi, 12 Novembre)44

o A chi si riferiva parlando di Paese impazzito? «Alla maionese: quando l’olio e l’uovo

smettono di andare d’accordo impazziscono e così succede all’Italia: se ognuno dice la

sua e difende solo il proprio interesse il Paese impazzisce. E’ un termine serio, si

scompongono gli elementi del Paese. (Intervita a Romano Prodi, La Stampa web, 21

Novembre)45

VIAGGI, MEZZI DI TRASPORTO, CONDUCENTI E CONDOTTIERI

Molto diffuse, forse quelle che ho riscontrato con maggiore frequenza, le metafore che hanno

come sfondo il tema del viaggio e di tutto ciò con esso correlato:

o Fassino: “Ora s’avvia il Partito democratico” (titolo su l’Unità, 10 Luglio, p. 9)

o Ci sono tutte le ragioni perché il progetto del Partito democratico possa decollare. (P.

40 Giuliano Ferrara, Dalla mortadella alla mozzarella, Panorama. it, <http://www.panorama. it>, 20 Ottobre 2006. 41 Leo Sansone, Prodi, Marini e la “mozzarella”, aprile onLine.info, <http://www.aprileonline.info>, 21 Ottobre 2006. 42 Paolo Granzotto, La mozzarella di Prodi è la metafora del governo, il Giornale.it, <http://www.ilgiornale.it>, 25 Ottobre 2006. 43 Ibid. 44 Ugo Magri, Prodi: “L’Italia è un paese impazzito”, La Stampa web, <http://www.lastampa.it>, 12 Novembre 2006. 45 Carlo Bastasin, “Aiutare chi produce, punire chi evade”, La Stampa web, <http://la stampa.it> 21 novembre 2006.

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Fassino, l’Unità, 10 Luglio, p. 9)

o L’impressione è che l’Unione si stia muovendo … È a Settembre che palazzo Chigi

intravede una serie di passaggi insidiosi. (Corriere della Sera, 18 Luglio)46

o ora i sindaci si trovano di fronte al bivio tra dover scegliere di applicare l’addizionale

Irpef … o decidere a malincuore di tagliare i servizi.”47

o Svolta di De Michelis “Pronti per L’unione” (Titolo sul Corriere della sera)48

o Il passaggio a sinistra … non è così semplice perché … dobbiamo traghettare mezzo

milione di uomini e donne che hanno votato socialista … Bobo Craxi ha sbagliato

tattica: la sua è stata una corsa precipitosa … (De Michelis, 18 Settembre)49

o I tassisti hanno messo sotto il buon Pier Luigi Bersani (Panorama. it, 20 Ottobre)50

o Il dovere di governare non è il dovere di accontentare, ma è il dovere di dare un

indirizzo al Paese (R. Prodi, Primo Ministro, 9 Ottobre)51

o Completato l’iter della Finanziaria, il Governo ha intenzione di riformare il sistema

previdenziale. Gli alleati mettono però le mani avanti … E il cammino, per ora solo

annunciato, appare già in salita. (Reuters, 24 Ottobre)52

o … le misure annunciate in Commissione Bilancio alla Camera … assomigliano sempre

più ad un treno in corsa oramai senza controllo e destinato a schiantarsi da qualche

parte. (la Padania online, 3 Novembre)53

o Sono cinque anni che le ruote della giustizia vengono sgonfiate! … e la macchina [della

giustizia] non riesce ad andare avanti. (G. Caselli, Ballarò, 7 Novembre)54

In un paese di poeti, santi e navigatori, non stupisce l’interesse di Prodi anche per il mondo

della nautica:

o Non siamo come i passeggeri del Titanic che continuavano a divertirsi mentre la nave

affondava. La nostra nave è robusta, ma se non cambiamo direzione andremo in balia

46 Massimo Franco, Maggioranza allargata, la rottura di un tabù, Corriere della Sera, 18 Luglio 2006, p. 44. 47 Cesarino monti, Perché allora non scendono in piazza? , cit. 48 Elisabetta Soglio, Svolta di De Michelis - Pronti per l’Unione - , Archivio del Corriere della Sera, <http://archivio.corriere.it> 49 Ibid. 50 Giuliano Ferrara, Dalla mortadella alla mozzarella, cit. 51 Finanziaria, per aziende vantaggi cuneo superiori oneri TFR, REUTERS Italia, cit. 52 Pensioni, Prodi: riforma entro Marzo; ala sinistra frena, REUTERS Italia, <http://today.reuters.it/news>, Martedì 24 Ottobre 2006 5:18. 53 Giacomo Stucchi, Un treno in corsa e senza controllo, <http://www.lapadania.com>, 03 Novembre 2006. 54 Giancarlo Caselli ospite a Ballarò, Rai 3, 7 Novembre 2006 23:10.

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delle onde. (R. Prodi, 13 Novembre)55

o Questa Finanziaria - ha detto Romano Prodi - e' una di quelle che fanno cambiare

rotta, ed e' per questo che incontra dei problemi. (Ansa, 17 Novembre)

o Prodi: “abbiamo cambiato rotta all’Italia” (Titolo su La Stampa, 18 Novembre)

COSTRUZIONI (PIÙ O MENO SOLIDE)

Questi esempi li ho raggruppati sotto la categoria dell’edilizia e delle costruzioni in generale.

Ovviamente, per ogni argomento politico dibattuto, la maggioranza tenta di dare un’idea di

robustezza o di solidità, l’opposizione, riguardo gli stessi temi, ha l’interesse opposto e cerca di

veicolare un senso di instabilità delle strutture portanti e di mancanza di robustezza:

o Non penso a una casa dei moderati (W. Veltroni, l’Unità, 10 Luglio, p. 9)

o L’Italia dei valori è già pronta a entrare (A. Di Pietro, l’Unità, 10 Luglio, p. 9)

o L’obiettivo dovrebbe essere una stabilità cementata da una strategia moderata … [Ma]

qualunque ipotesi di allargamento dell’Unione rischia di terremotare Prodi. (Corriere

della Sera, 18 Luglio)56

o [Con questa finanziaria] si chiude la porta su un'altra possibilità di risanamento. …

[Prodi] dovrebbe avere il buon senso di restituire le chiavi di palazzo Chigi. (S.

Berlusconi, capo dell’Opposizione, 19 Ottobre)57

o Una manovra sgangherata (Il Giornale, 20 Ottobre)58

o Siccome la struttura traballa tutti pensano a riformare il sistema elettorale in quanto

questo costituisce le fondamenta di un sistema politico. … se non si ristruttura il sistema

avremo sempre questa struttura sgangherata. (G. Sartori, 23 Ottobre)59

o Forse qualcuno s’è messo in testa che il fine ultimo degli imprenditori, degli artigiani, di

chi insomma ha una partita IVA, sia tenere in piedi lo stato per un motivo etico (la

Padania online, 29 Ottobre)60

o in questo sgangherato Paese alla fine val la pena, negli enti locali, darsi a spese folli. (la

55 Prodi: “Siamo come una squadra di calcio che parte da -26 punti”, Il Sole 24 Ore.com, <http://www.ilsole24ore.com>, 13 Novembre 2006. 56 Massimo Franco, Maggioranza allargata, la rottura di un tabù, Corriere della Sera, 18 Luglio 2006, p. 44. 57 Conti Pubblici, Berlusconi: Prodi irresponsabile, se ne vada, LA7.it TEXT NEWS/POLITICA, <http://www.la7.it/news/testnews>, 19 Ottobre 2006 17:08. 58 Risultato ottenuto con Google news ricercando la voce “Prodi” il 20 Ottobre 2006. 59 G. Sartori ospite al quotidiano informativo televisivo Omnibus, La7, 23 Ottobre 2006 08:15 60 Gianluigi Paragone, L’elogio del profitto, cit.

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Padania online, 29 Ottobre)61

o Noi siamo alla base della piramide … se cede la base cede anche la piramide (W.

Veltroni, Sindaco di Roma, 29 Ottobre) 62

In occasione della discussione sulla Legge Finanziaria il ministro Padoa Schioppa si presenta

agli italiani come un esperto architetto o un abile muratore:

o I muri maestri e le fondamenta della finanziaria rimarranno intatti – spiega il ministro

dell’economia – qualche tramezzo sarà forse spostato e qualche stucco ritoccato e sarà

un fatto positivo. (Adnkronos, 27 Ottobre)63

o I paletti li ha fissati ieri Tommaso Padoa-Schioppa, ministro dell’Economia e delle

Finanze: gli emendamenti senza copertura non saranno ammessi. La manovra – ha

profetizzato – rimarrà così com’è nelle fondamenta. (Padoa Schioppa, 28 Ottobre)64

MALATI (GRAVI), MEDICI E MEDICINE

Un altro tema frequente è quello legato alle patologie, dalle semplici emicranie alle malattie

mentali:

o … prende corpo il timore che Prodi possa cadere quasi ogni giorno; oppure

sopravvivere magari anche dodici o diciotto mesi … (Corriere della Sera, 18 Luglio)65

o Mal di testa da conti per Romano Prodi (La Repubblica, 20 Ottobre)66

o Lo Stato … non riesce a dimagrire e che fa?, mette tasse, tasse e ancora tasse. (la

Padania online, 29 Ottobre)67

o pure le banche [sono] sorde quando si tratta di accompagnare con prestiti … gli

investimenti dei piccoli. (la Padania online, 29 Ottobre)68

61 Cesarino monti, Perché allora non scendono in piazza?, cit. 62 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, cit. 63 Finanziaria, Padoa-Schioppa: ”Sarà approvata cos’ com’è”, Adnkronos Economia, <http://www.adnkronos.it>, 27 Ottobre 2006. 64 Filippo Poletti, Il Governo dà i numeri: un call center per rispondere ai dubbi sulla finanziaria, cit. 65 Massimo Franco, Maggioranza allargata, la rottura di un tabù, cit. 66 Risultato ottenuto con Google news ricercando la voce “Prodi” il 20 Ottobre 2006. 67 Gianluigi Paragone, L’elogio del profitto, cit. 68 Gianluigi Paragone, L’elogio del profitto, cit.

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o Il risanamento dei conti è un vincolo … (R. Prodi, Primo Ministro, 9 Ottobre)69

o l’esecutivo appare paralizzato, … se davvero si intendesse porre mano al risanamento,

quanti avrebbero voglia di seguire la ricetta Padoa-Schioppa? (Corriere della Sera, 18

Luglio)70

o Berlusconi, il pronto soccorso del Governo Prodi (Titolo su Socialpress, 22 Ottobre)71

o L’Italia è un paese impazzito che non pensa più al domani (R. Prodi, 12 Novembre)72

o Pensate che si possa guarire senza prendere la medicina? … è ora che i politici

governino anche scontentando, per fare il bene di tutti. (R. Prodi, 12 Novembre)73

o Rapporto del Fondo Monetario Internazionale: la spesa pubblica [dell’Italia] è

intossicata (TG3, 13 Novembre, edizione delle 19)

Il ministro Padoa Schioppa, che abbiamo visto in precedenza presentarsi come architetto, veste

qui i panni del medico a cui ci si può, o meglio ci si deve, affidare ciecamente:

o Il paziente Italia è uscito dal reparto di terapia intensiva, ma non si è ancora ristabilito.

(min. Padoa Schioppa, discorso di presentazione della legge finanziaria al

Parlamento, 2 Ottobre)

o Padoa Schioppa si dice poco preoccupato dai mal di pancia parlamentari (Unità

online, 11 Ottobre)74

o L’evasione è una delle piaghe d’Italia … Ma penso che questa legislatura sia

sufficiente perché la piaga guarisca. (min. Padoa Schioppa, Unità online, 11

Ottobre)75

“S PALMARE LA MANOVRA ”: NASCITA E MORTE DI UNA METAFORA

Qui possiamo vedere in dettaglio come un termine metaforico viene introdotto nel dibattito

politico e come questo termine diventa esso stesso, e non il concetto che rappresenta, l’oggetto del

dibattito e il protagonista delle prime pagine dei giornali. All’origine del caso c’è una richiesta del

69 Finanziaria, per aziende vantaggi cuneo superiori oneri TFR, cit. 70 Francesco Verderami, Piano per accogliere i centristi, mediatori in campo, Corriere della Sera, 18 Luglio 2006. 71 Enrico Sabatino, Berlusconi, il Pronto Soccorso del Governo Prodi, <http://socialpress.it>, 22 Ottobre 2006. 72 Ugo Magri, Prodi: “L’Italia è un paese impazzito”, La Stampa web, <http://www.lastampa.it>, 12 Novembre 2006. 73 Ibid. 74 L’Unità online, Finanziaria più soft per i comuni, <http://www.unita.it>, 11 Ottobre 06 14:11. 75 Ibid.

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gruppo di Rifondazione comunista di spalmare, ossia dilazionare, le misure di risanamento

economico in due anni anziché chiedere agli italiani un sacrificio molto forte ripianando il bilancio

dello stato in un solo anno. Spalmare è un termine che il paese produttore della crema alla nocciola

più famosa al mondo conosce molto bene, ma riporta anche in mente il caso della legge spalma-

debiti varata ad hoc per le società calcistiche in crisi per scandali finanziari. E qui il cerchio si

chiude. Si torna ad utilizzare termini provenienti dal mondo del calcio. Come ha scritto Oliviero

Beha, in una accezione negativa, siamo in una fase di “calcistizzazione della politica” e anche che

questo è il paese “che ha in calciopoli la sua metafora”.76

Inizio la serie delle citazioni con due espressioni comparse sulla stampa alla fine dell’Agosto

2006 quando il verbo spalmare è già stato accettato sia dai politici che dal mondo dell’informazione

ed è ormai questo il termine oggetto di dibattito:

o Spalmare o non spalmare? Diluire tagli e riforme nell’arco di due anni o dare da subito

un segnale forte e chiaro di rigore? (Corriere della Sera.it, 28 Agosto)77

o Il Professore e la richiesta di spalmare i 35 miliardi in due anni: non si ridiscute tutto

ogni giorno. (Corriere della Sera.it, 28 Agosto)78

Dalla citazione seguente risulta invece chiaro che non tutti sono disposti ad accettare certe

visioni, Bersani intende infatti riportare il termine spalmare nel suo contesto specifico, perché forse

lo ritiene fuorviante:

Si spalma il cioccolato, non certe misure che sono necessarie. (min. Bersani, 28 Agosto)79

Ma Prodi non vuole caricare di troppi sacrifici gli italiani e sembra intenzionato a dare ascolto

all’estrema sinistra; egli continua ad usare la medesima espressione metaforica:

Spalmare la manovra da 35 miliardi [come chiede l’ala sinistra della maggioranza] è un’ipotesi.

(La stampa, 28 Agosto)80

76 Il blog Civico di Oliviero Beha, <http://www.behablog.it> . 77 Monica Guerzoni, Lite sulla Finanziaria, il premier frena Rifondazione, Corriere della Sera.it, <http://www.corriere.it>, 28 Agosto 2006. 78 Ibid. 79 Ibid. 80 Alessandro Barbera, Prodi: spalmare i tagli è un’idea, La stampa, 28 Agosto 2006, p. 1.

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Purtroppo la Commissione europea sembra non essere d’accordo con questa decisione di Prodi

e il Giornale ne dà notizia con questo colorito titolo:

La UE spalma Prodi sulla manovra: la Commissione dice no alla Finanziaria da 35 Miliardi in

due anni (il Giornale.it 29 Agosto)

Nel frattempo in Italia, nonostante la UE abbia espresso parere contrario, il dibattito continua:

Scontro tra spalmatori e rigoristi (La Stampa, Titolo in prima pagina, 29 Agosto)

Alla fine Prodi ha preso la sua decisione, concertandola con le varie forze della coalizione,

riducendo l’ammontare complessivo della manovra a 30 miliardi anziché 35, ma senza dilazioni:

La Finanziaria sarà di 30 miliardi, e non sarà alleggerita ulteriormente né spalmata su due

anni. (Romano Podi, Primo ministro, 1 Settembre)81

Prodi alla fine precisa:

È chiaro che se ‘spalmare’ significa mancare gli obiettivi che abbiamo è un verbo che non

accetto (R. Prodi, 4 Settembre)82

Sembra dunque che la metafora a questo punto non piacesse più e che Prodi se ne volesse

liberare. Probabilmente perché, con il procedere della discussione politica, il significato del termine

spalmare ha assunto una connotazione solamente negativa.

81 Prodi resiste a richieste UE e Sinistra: Finanziaria non cambia, La7.it, <http://www.la7.it/news>, 1 Settembre 2006 7:47 82 Finanziaria. Prodi: “A fine mese manovra condivisa. Se spalmare significa mancare gli obiettivi UE non lo accetto”, Rai24 News, <http://www.rainews24.it>, 4 Settembre 2006.

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5. Contesti e metafore

… anche se la maggior parte dei miei temi mi sembrano obiettivi e impersonali, ho constatato che quasi nessuno percepisce nello stesso mio modo ciò che si può osservare nel nostro ambiente.

M. C. Escher, Grafica e disegni, 2001.

Questo capitolo non riguarda specificamente il linguaggio della politica, ma espone un aspetto

particolare, emerso durante la ricerca, che potrebbe essere analizzato più profondamente in altri

studi comparativi: contesti diversi producono metafore diverse; queste ultime possono essere spie di

differenze più complesse e significative.

Il caso di cronaca a cui si fa riferimento è la notizia che riguardava Plutone, non più classificato

come “pianeta” da un gruppo di influenti scienziati astrofisici riunitisi in un congresso

internazionale tenutosi nella Repubblica Ceca. Il tema all’ordine del giorno presso l’opinione

pubblica italiana era in quel momento il processo sportivo relativo agli scandali del mondo del

calcio con le varie ipotesi di retrocessione per numerose squadre di serie A. Ecco come la Rai ha

titolato in Agosto la notizia scientifica su Plutone:

Plutone retrocesso in serie B senza aver fatto niente (tg3, 24 Agosto h. 19:00)

Ci si riferisce appunto al risultato della discussione del comitato scientifico riunitosi a Vienna

che ha in sostanza ridefinito le caratteristiche fisiche della classe dei pianeti e ha quindi decretato

che Plutone non si può più considerare un pianeta. Per comunicare la notizia viene però utilizzata

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una metafora calcistica: Plutone in serie B. Il mondo scientifico ed accademico, invece, vede la

decisione del comitato scientifico secondo una luce totalmente diversa:

Eliminare Plutone è un colpo di stato. […] John Gribbin, fortunato e prolifico divulgatore

scientifico, … dovrà anche lui aggiornare il suo Dizionario di cosmologia e astrofisica, non

foss’altro che per tener conto della “retrocessione” del Povero Plutone (Corriere scienze e

tecnologie, 26 Agosto, virgolette dell’autore)1

Il filosofo della scienza Giulio Girello, autore dell’articolo del Corriere della Sera, scrive la

parola golpe senza virgolette, mentre retrocessione con le virgolette. Dal suo personale punto di

vista dunque, sembra che sia più naturale considerare la decisione di quella commissione come un

colpo di stato piuttosto che come una retrocessione sportiva. Non tutto il mondo scientifico e

universitario resta però immune al richiamo della metafora calcistica, alla fine qualcuno si lascia

trascinare quando scrive:

Plutone come la Juventus. Ebbene sì, il piccolo corpo celeste e il grande club hanno fatto la

stessa fine: tutti e due in serie B. (Magazine UniBo.it, 8 Settembre)2

A questo punto ho voluto provare a confrontare le nostre metafore con quelle che hanno

utilizzato altrove. Ho fatto in proposito una piccola indagine su BBC News per vedere se

riscontravo anche in una emittente d’oltremanica metafore calcistiche su questa questione

planetaria. Ecco i risultati ottenuti:

1. Pluto loses status as a planet (BBC search, 25 Agosto) 3

2. Astronomers meeting in the Czech capital have voted to strip Pluto of its status as a

Planet. […]

3. Pluto – a ‘demoted planet’ […]

4. The vote [of the astronomers] had effectively been “hijacked” (BBC News, 25 Agosto)4

Di metafore calcistiche non ho trovato traccia (anche se non posso certo escludere che ne siano

1 Giulio Girello, La scienza dei Golpe, Corriere della Sera.it Scienze e tecnologie, <http://www.corriere.it>, 26 Agosto 2006. 2 Plutone è sempre lì, ma non è più tra noi. Intervista a G. Parmeggiani e F. Fusi, Magazine UniBo.it, <http://magazine.unibo.it>, 8 Settembre 2006. 3 BBC Search, <http://search.bbc.co.uk> 4 Paul Rincon. Science reporter. Pluto vote ‘hijacked’ in revolt, BBC News, <http://news.bbc.co.uk>, 25 Agosto 2006 08:31

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state prodotte), ma sembrerebbe che per gli inglesi sia più naturale parlare in termini di status

sociale o di gradi militari piuttosto che sportivi. La citazione numero 1 significa letteralmente che

Plutone perde il suo status di pianeta. To strip, nella frase numero 2, secondo il dizionario Garzanti,

significa svestire, denudare, privare, spossessare, togliere, strappare via. A me viene in mente il

gesto militaresco in cui i gradi cuciti sulla divisa vengono strappati via ad un militare degradato. In

ogni caso la frase 2 significa: “Il meeting degli astronomi nella capitale Ceca ha deliberato di

privare Plutone del suo status di pianeta”. Nella terza frase viene utilizzato il verbo to demote che

significa ridurre, retrocedere a una classe inferiore; è un verbo che, sempre sul dizionario Garzanti,

risulta appartenere al gergo militare; quindi la frase 3 significa: “Plutone – un pianeta degradato”.

L’ultima frase utilizza invece un verbo che forse è, al momento attuale, molto significativo per il

mondo anglosassone: to hijack significa infatti dirottare; dal punto di vista di un inglese quindi “il

voto su Plutone è stato dirottato”.

Credo di aver mostrato come un semplice dibattito scientifico abbia provocato, in seguito ad

alcuni concetti dominanti diversi nei vari contesti, una serie di interpretazioni metaforiche diverse

della medesima realtà oggettiva, generando nuove realtà soggettive. Plutone è sempre un corpo

celeste che ruota lento e indifferente, percorrendo la sua orbita fortemente ellittica intorno al sole;

qualcuno però lo vede in serie B, qualcun altro lo vede degradato. Altri, invece, lo immaginano

privato del suo status, vittima di un golpe o di un dirottamento.

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Conclusioni

Nel primo capitolo ho analizzato le teorie di Lakoff e Johnson e ho mostrato come le metafore

siano in grado di strutturare il nostro sistema concettuale e, di conseguenza, il nostro stesso modo di

comprendere la realtà. Nel secondo capitolo ho ricordato come David Bolter, forse partendo da

questa premessa, abbia teorizzato la presenza, nelle varie epoche storiche, di alcune tecnologie

caratterizzanti in grado di fornire le basi per la costruzione di metafore capaci di spiegare

l’universo intero e di dar conto di importanti mutamenti delle mentalità nel corso della storia

umana. Nel capitolo dedicato a Gareth Morgan si è evidenziato invece lo sfruttamento pragmatico

di una delle tesi centrali di Lakoff e Johnson, quella secondo la quale nuove metafore sono in grado

di creare nuove realtà. Morgan infatti ha tentato di dimostrare come si possa fare un uso strumentale

delle metafore nelle organizzazioni aziendali per trarne concreti vantaggi. Infine, nel quarto

capitolo, ho fornito numerosi esempi a dimostrazione del fatto che nel campo della comunicazione

politica è utilizzata una notevole quantità di espressioni metaforiche; ho tentato inoltre di dar conto

delle ragioni di una tale abbondanza.

Un dato certo è che la metafora occupa, all’interno della scena politica, un posto molto

rilevante. Gli interrogativi che sorgono sono però molteplici. Innanzi tutto: quali sono i concetti

metaforici maggiormente utilizzati? E come vengono utilizzati? Per spiegare concetti di difficile

comprensione, in quanto complessi o astratti, o in modo strumentale, per ottenere un vantaggio di

qualche tipo? La capacità di essere brillanti e creativi nell’invenzione di nuove metafore può essere

assunto come indice di qualità politiche? Ed è indice di cosa? Della capacità di saper meglio

spiegare o di sapere più efficacemente manipolare la realtà? O di essere forse più in sintonia con i

modi di sentire dell’italiano medio? Ad alcuni di questi interrogativi proverò a dare una risposta.

Molti dei concetti metaforici utilizzati dalla politica italiana si ritrovano fra quelli citati nel

lavoro di Lakoff e Johnson. Uno dei più sfruttati è quello della guerra come nella metafora LA

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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DISCUSSIONE È UNA GUERRA; tale guerra è spesso concepita in maniera davvero sanguinosa. In

Metafora e vita quotidiana ritroviamo altri temi, ricorrenti anche nel linguaggio politico italiano,

come quelli dei viaggi, delle malattie e dei cibi. L’analisi delle espressioni, per così dire

sintomatiche, che ho elencato nel quarto capitolo sembrano infatti rivelare alcuni concetti metaforici

soggiacenti collegati a questi temi quali ad esempio: I PARTITI POLITICI SONO MEZZI DI TRASPORTO e

il correlato I LEADER POLITICI SONO CONDUCENTI. Un altro concetto metaforico che sembra emergere

dall’analisi di diverse espressioni metaforiche è UNA NAZIONE È UN PAZIENTE. Probabilmente è

proprio sulla base di questo concetto che, come abbiamo visto, un ministro può vestire i panni del

medico intento a curare un paziente bisognoso, un membro della Maggioranza può vedere il proprio

paese come un malato che si sta riprendendo da una malattia contratta durante la precedente

legislatura oppure l’opposizione può argomentare immaginando lo stesso paziente Italia come un

malato grave ancora in prognosi riservata.

Altri concetti metaforici che paiono stare alla base delle espressioni metaforiche esaminate

sono: UNO STATO È UNA COSTRUZIONE (più o meno solida, secondo i punti di vista) e UN GOVERNO È

UNA CUCINA (più o meno genuina, secondo i vari assaggiatori); di conseguenza abbiamo anche: I

MINISTRI SONO COSTRUTTORI e I MINISTRI SONO CUOCHI (più o meno esperti).

È emersa una forte diffusione, nella comunicazione politica italiana, di espressioni metaforiche

mutuate dal mondo del calcio. Tali espressioni non trovano spazio fra quelle analizzate da Lakoff e

Johnson. Ho sottolineato questo aspetto anche nel capitolo quinto. Tutto ciò suggerisce l’ipotesi che

il calcio costituisca forse un elemento dominante tipico per il nostro paese.

Un altro aspetto emerso è che le espressioni metaforiche introdotte nella scena politica

sembrano alimentare discussioni più sui contenuti letterali, introdotti dalle espressioni stesse, che

sui temi concreti che esse tentano di descrivere. Questo aspetto si è notato in special modo in alcuni

esempi di metafore calcistiche, ma anche nel divertente caso della mozzarella di Prodi oppure in

quello della spalmatura del debito pubblico. Questi esempi evidenziano anche che non sempre i

concetti metaforici nuovi risultano essere di successo, anzi spesso questi si rivelano

controproducenti. Sembra in particolare che il capo del Governo in carica, con le sue metafore,

spesso si ritrovi ad offrire il fianco agli avversari.

In altre parole, l’intenzione iniziale di introdurre espressioni metaforiche per spiegare in modo

più comprensibile alcuni concetti, non sembra essere quella prevalente nello sviluppo successivo

dei temi nelle discussioni politiche. Insomma, la metafora, che sembrava poter essere utile per

chiarire concetti complessi e tentare di avvicinare il più possibile alla comprensione della realtà, nel

dibattito politico italiano, invece, sembra sortire un effetto opposto. Le metafore nella

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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comunicazione politica, così come emerge dall’osservazione degli esempi elencati, sembrano infatti

essere più frequentemente utilizzate dai politici con l’effetto di allontanare dalla realtà, o anche solo

di confonderla, con lo scopo principale di conquistare il consenso; preferibilmente screditando

l’avversario.

Questa riflessione sembra dare fiato a un famoso detrattore del linguaggio metaforico nel

ragionamento: Hobbes sosteneva che “le metafore […] sono come ignes fatui; ragionare su queste

equivale a perdersi fra innumerevoli assurdità e il loro risultato sono la contesa, la sedizione o il

disprezzo.”1 Utilizzare un aspetto messo in luce da una metafora per dare sostegno ad una posizione

politica o, più in generale, per fare da premessa in un’argomentazione sembra quindi allontanare,

piuttosto che avvicinare, alla verità dei fatti. Sarebbe interessante analizzare in modo più esteso

questa ipotesi, studiando il problema più approfonditamente dal punto di vista logico, se cioè le

argomentazioni politiche che usano espressioni metaforiche siano o meno ragionamenti logicamente

corretti o se non costituiscano in realtà delle vere e proprie fallacie2.

Un ultimissimo interrogativo: abbiamo visto come Morgan sfrutti il meccanismo metaforico

fornendo strumenti con cui un manager può interpretare, guidare e gestire un’organizzazione

conseguendo in tal modo vantaggi per sé e per la propria azienda; è possibile fare questo anche nel

campo della politica? Se la discussione politica potesse essere strutturata e pensata in termini

diversi, ad esempio come momento di collaborazione anziché sempre e solo come motivo di

competizione, il mondo sarebbe migliore? Ne trarrebbe forse vantaggio anche l’intero paese oltre

che il singolo soggetto politico?

Dato il nostro sistema politico bipolare, mi sento di suggerire ai futuri candidati alla guida di

qualche istituzione la mia personale metafora: quella del tandem. Tra i due contendenti chi vince le

elezioni ha il diritto e il dovere di sedersi davanti e di guidare il mezzo, ma entrambi, per un

vantaggio comune, hanno tutto l’interesse di pedalare!

1 Thomas Hobbes, Il Leviatano, Roma-Bari, Laterza, 2005, p. 40. 2 Una fallacia è un’argomentazione in cui le premesse, ad un attento esame, non sostengono logicamente la conclusione. Una fallacia molto frequente nelle discussioni politiche è quella cosiddetta ad hominem che è un attacco verbale in cui si aggredisce, anziché l’idea, la persona che la sostiene o che la difende; es.: “È falso, quell’uomo è un estremista”. Cfr. Irving M. Copi e Carl Cohen, Introduzione alla logica, Bologna, il Mulino, 1999, p. 167 e seg.

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Bibliografia

TESTI DI RIFERIMENTO:

- Bolter, J.David, L’uomo di Turing. La cultura occidentale nell’età del computer, Parma,

Pratiche, 1985.

- Cacciari, Cristina (a cura di), Teorie della Metafora. L’acquisizione,la comprensione e

l’uso del linguaggio figurato, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1991

- Copi, Irving M. e Cohen, Carl, Introduzione alla logica, Bologna, il Mulino, 1999.

- Harel, David, Computer a responsabilità limitata. Dove le macchine non riescono ad

arrivare, Torino, Einaudi, 2002.

- Lakoff, George e Johnson, Mark, Metafora e vita quotidiana, Milano, R.C.S. Libri

S.p.A., 2004.

- Lycan, William, Filosofia del linguaggio. Un’introduzione contemporanea, Milano,

Raffaello Cortina Editore, 2002.

- Mazzoleni, Gianpietro, La comunicazione politica, Bologna, il Mulino, 1998.

- Morgan, Gareth, Images. Le metafore dell’organizzazione, Milano, Franco Angeli,

1990.

- Restaino, Franco, Storia della Filosofia. Vol. 3.1 La filosofia moderna: Umanesimo,

Riforma, Rivoluzione scientifica, Torino, UTET, 2003.

GLI ARTICOLI UTILIZZATI SONO STATI TRATTI DAI SEGUENTI GIORNALI:

- L’espresso

- La Stampa

- Corriere della Sera

- L’Unità

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Le metafore in politica

La guerra, il calcio, il cibo e altro ancora

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SITI INTERNET VISITATI NEL PERIODO GIUGNO/DICEMBRE 2006

- Adnkronos Economia, <http://www.adnkronos.it>.

- Ansa.it, <http://www.ansa.it>.

- aprile onLine, <http://www.aprileonline.info>.

- Il blog civico di Oliviero Beha, <http://www.behablog.it>.

- Corriere della Sera.it, <http://www.corriere.it>.

- Archivio del Corriere della Sera, <http://archivio.corriere.it>.

- il Giornale.it, <http://www.ilgiornale.it>.

- La Padania online, <http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine>.

- Panorama.it, <http://www.panorama. it>

- Rai24 News, <http://www.rainews24.it>

- REUTERS Italia,<http://today.reuters.it/news>.

- LA7.it TEXT NEWS, <http://www.la7.it/news/testnews>.

- Socialpress, <http://socialpress.it>.

- Il Sole 24 Ore.com, <http://www.ilsole24ore.com>.

- La Stampa web, <http://www.lastampa.it>.

- IL TEMPO.it, <http://www.iltempo.it>.

- L’Unità online, Finanziaria più soft per i comuni, <http://www.unita.it>.

TRASMISSIONI TELEVISIVE CITATE:

- Ballarò, Rai 3

- Tg3, Rai 3

- Le Iene, Italia 1

- Omnibus, La7