Le mani che nutrono

15
Le Mani che nutrono Sandra Salmaso Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante Rinforzare l’Identità e migliorare le relazioni col Buon Contatto Edizioni VIVIVITA

description

E' un piccolo omaggio alla grande necessità di tenerezza e comprensione in cui versano le relazioni umane. Scrivendo questo saggio Sandra Salmaso vuole invogliarci a scoprire come e perché il dare e ricevere contatto amorevole, in tutte le sue espressioni e possibilità, sia da stimolare e coltivare con cura e rispetto quale ingrediente fondamentale per la salute e la felicità.

Transcript of Le mani che nutrono

Page 1: Le mani che nutrono

Le Maniche nutrono

Sandra Salmaso

Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante

Rinforzare l’Identità e migliorare le relazioni col Buon Contatto

Edizioni VIVIVITA

Page 2: Le mani che nutrono

1

Indice

Presentazione 2

Prefazione 4

“Quando le mani toccano dalla pienezza del cuore...„ 5

Il Bisogno di Contatto 11

Cos’è il Buon Contatto… 13

Il Contatto e la Carezza 14

Attraverso la pelle s’impara l’amore 17

Oltrepassando l’infanzia: il contatto e gli adulti 24

L’importanza della stimolazione tattile 25nel bambino e nell’adulto

La pelle e le sue funzioni 27

Chi ha paura del contatto? Le ragioni... 30

I tre tipi di tocco fondamentali 32

I gesti affettivi archetipici 33

La Carezza 36

Gli Eco-fattori del Buon Contatto nelle Buone Relazioni 38

Come è nata l’Educazione al Contatto? 40

Una consapevolezza sempre maggiore... 43Verso il massaggio

A proposito dell’Identità (nuovi strumenti) 47

Come si può seguire una formazione 48in Educazione al Contatto?

Applicazioni dell’Educazione al Contatto 49

Bibliografia 52

Page 3: Le mani che nutrono

Presentazione di Sergio Signori

Cara Sandra,

con grande gioia ho assistito alla nascita di questo “libretto”, come tu lo chiami.Se può essere un “libretto” quanto a dimensioni, non lo è certo quanto a contenuto. È la sintesi di molti anni di tue intuizioni, di tua creatività, di espe-rienze “sul campo” (nazionale e internazionale) e tanto mi ha appassionato questa proposta che sono progressivamente entrato a dirigere con te la Scuola di Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante. Il metodo da te creato (concreta espressione della “Intelligenza affettiva” e del “fare sentito”) mi ha anche ispirato – almeno – due poesie che volentieri ti dono e che con orgoglio vedo pubblicate in queste pagine.Abbiamo incontrato un sentito interesse, cosa che auspicavamo da anni, da parte del mondo socio-sanitario e aumentano di anno in anno i professioni-sti della salute che frequentano i nostri corsi. Segno evidente che c’è un grande e sentito bisogno di “umanizzare con competenze affettive” anche le relazioni di cura e le prestazioni d’aiuto.Un auspicio-augurio:che la tua “creatura” si diffonda sempre più, come ampiamente merita e per il bene di noi tutti.E un altro:che tu abbia una piena consapevolezza che il tuo libro contiene un messag-gio di alta qualità umana e una concreta proposta per migliorare le relazioni, fornendo risorse e strumenti preziosi attraverso il “Buon Contatto”, da porta-re nella Vita, in tutti gli ambiti, in tutte le relazioni, in tutte le istituzioni.

Con sincero affetto e profonda riconoscenza

Sergio

2

Page 4: Le mani che nutrono

3

“La Carezza

illumina i nostri visi,

colora le nostre guance

e ci apre la strada

alla rinascita”

Page 5: Le mani che nutrono

4

In questo libro ho raccolto alcune osservazioni e alcune informazioni che, nel corso della mia vita, hanno parlato al mio cuore di mamma e di insegnante e mi sono state di grande aiuto.

È un piccolo omaggio alla grande necessità di tenerezza e comprensione in cui versano le relazioni umane.

Coltivo il sogno che l’Intelligenza affettiva possa venire appresa sin dal latte della mamma e diventi poi una materia scolastica da condividere conicoetaneieinfinepossaesserericonosciutacomefontedibenessereper le relazioni umane. L’intelligenza Affettiva è la capacità di scegliere il bene sempre, ciò che protegge la vita e le permette un sano sviluppo; è la capacità che ci orienta verso delle situazioni gradevoli e ci fa evitare ciò che è sgradevole.

L’Intelligenza Affettiva permette di cogliere la differenza fra un incontro nella tenerezza e un contatto senza delicatezza. Studiando ed insegnando la Biodanza ho potuto verificare quanto sia importante acquisire questacompetenza, l’Intelligenza Affettiva, anche nella pratica del Tocco e del Massaggio e ho creato un metodo - l’Educazione al Contatto - per integrare il Contatto, la Carezza ed il Massaggio.

L’Educazione al Contatto è un approccio basato sull’affettività e sull’autenticità che facilita in contesti sociali diversi e a tutte le età il recupero della funzione affettiva nei rapporti umani.

L’aumentatacoscienzacheunamorevolecontattofisicosiad’importanzavitale per salvaguardare una buona e sana crescita dei bambini e migliorare la qualità delle relazioni umane d’amore e d’amicizia deve spostarsi dalle ristrettenicchiescientificheediffondersi.

Abbiamo più che mai bisogno di conoscere e comprendere le esigenze del nostro corpo e del bisogno vitale che ha di vivere con pienezza.

Toccare ed essere toccati fa parte della nostra esperienza di crescita e di conoscenza del mondo senza la quale non possiamo diventare esseri umani sociali e socievoli.

Per queste ragioni il contatto “pelle a pelle” è d’importanza vitale: ricevere abbracci e carezze con benessere ci conferma che siamo amati e accettati; quando invece non possiamo toccare o non veniamo toccati ci sentiamo dolorosamente tristi, soli ed ansiosi.

Il mio obiettivo scrivendo questo piccolo libro è di invogliarvi ad andare incontro a voi stessi per riscoprire come e perché il dare e ricevere contatto amorevole, in tutte le sue espressioni e possibilità, sia qualcosa da stimolare e coltivare con grande cura e rispetto come un ingrediente fondamentale per la salute e la felicità.

Sandra Salmaso

Prefazione

Page 6: Le mani che nutrono

5

“ Quando le mani toccano dalla pienezza del cuore...„ a cura di Sandra Salmaso

Il senso del Tatto

Non tutti sanno... quanto vitale e importante è il senso del TATTO nel processo di crescita della vita umana. Possiamo vedere, ascoltare, pensare a qualcosa, ma è attraverso il tatto che questo qualcosa entra a far parte della nostra esperienza. Grazie a questo senso apprendiamo a ‘sentire’ chi siamo e a percepire il mondo attorno a noi, e ci compenetriamo alla realtà del vivente.

Il Tatto è il nostro collegamento con il mondo

Toccare, essere toccati generano sensazioni, emozioni e stati d’animo. Come esprime magistralmente F. Leboyer, innovativo pediatra francese:

“Ogni senso ci racconta il mondo, il proprio mondo, e intanto si fonde con gli altri sensi. Ciascun senso spinge le nostre frontiere un po’ più lontano, rendendo l’Universo più ricco e vario. Ma toccare è la vicinanza totale; è così che, semplicemente, tutto comincia”(1)

Siamo esseri SOCIEVOLI per natura e per sopravvivere e crescere bene abbiamo bisogno di Carezze.Il 13 aprile 2009 il quotidiano La Repubblica scrive in un articolo: “Una mano sfiora morbida la pelle. E il tocco diventa un brivido piacevole che risale fino al cervello. Sensazioni, provate da tutti, che viaggiano su treni di fibre, battezzati nervi C-tattili del piacere. La scoperta è di un gruppo di neuroscienziati capeggiato da Francis McGlone dell’azienda britannica Unilever, in collaborazione con l’Università svedese di Gothenburg e l’Università Usa del Nord Carolina. Ebbene i neuroscien-ziati hanno ora scoperto cosa c’è alla base del misterioso potere di una carezza: gli scienziati hanno trovato i nervi C-tattili, uno speciale gruppo di fibre nervose disposte su parti del corpo che siamo soliti sfiorarci o lasciarci carezzare e che consentono al cervello di sentire il piacere, carico di affetto, delle carezze. La loro esistenza spiega la propensione per coccole, carezze e massaggi. E spiega per-ché la nostra indole, innata, ci chiede e ‘gioisce’ di questo tipo di esperienze tattili. Le fibre C sono di fatto importantissime, spiega il neuroscienziato sulla rivista Na-ture Neuroscience, per mediare le relazioni affettive mamma-figlio o tra i partner,

5

Page 7: Le mani che nutrono

6

analizzando le reazioni nervose in un campione di 20 volontari sottoposti a stimoli tattili nella zona dell’avambraccio a differenti velocità, gli autori dello studio hanno concluso che la velocità ottimale con cui portare avanti una carezza per innescare l’attivazione dei nervi è di 4-5 centimetri al secondo. La stessa che, secondo i ricer-catori, adotterebbero le madri per coccolare i propri piccoli o le coppie di fidanzati per scambiarsi affettuosità.(2)

Quella che spontaneamente è sempre stata la migliore dimostrazione di affetto tra esseri umani , dare e ricevere carezze, oggi gode anche dell’ap-provazionedell’ambientescientifico.

Inambitoscientificounguidaluminosaèstatol’antropologoAsleyMon-tagu, a dimostrazione di quanto istintivo è nella donna e nella madre ado-perarsi per accudire, scrive: “…fu il dottor Fritz Talbot di Boston a portare l’idea di una « tenera, amorosa cura», non tanto a parole ma in pratica, riprendendola dalla Germania, dove era stato prima della grande guerra. In Germania il dottor Talbot aveva visitato la clinica pediatrica di DusseIdorf, dove il direttore, dottor Arthur Schlossmann, lo aveva accompagnato nelle corsie. Queste erano molto pulite e ordinate, ma ciò che più stimolò la cu-riosità del dottor Talbot fu la vista di una donna vecchia e grassa che teneva in braccio un bambino evidentemente affetto da morbillo. «Chi è quella?» chiese il dottor Talbot. «Oh, quella,» rispose Schlossmann,«è la Vecchia Anna. Quando per un bambino si è fatto tutto il possibile dal punto di vi-sta medico, e questo ancora non si riprende, allora ricorriamo alla Vecchia Anna, e lei ce la fa sempre.»(3)

EancoracitandoMontagu:“Allafinedeglianniventimoltiospedalipe-diatrici cominciarono a introdurre un regime regolare di assistenza materna ai ricoverati. Il dottor J.Brennemann stabilì nel suo ospedale la regola che ogni bambino doveva essere preso in braccio, portato in giro e «assistito maternamente» più volte al giorno.

Al Bellevue Hospital di New York, con l’introduzione dell’assistenza ma-terna ai ricoverati nei reparti pediatrici, intorno al 1938, il tasso di mortalità infantile scese nel giro di un anno dal 30-35% a meno del 10%. Si era sco-

6

Page 8: Le mani che nutrono

7

perto che cosa serviva al bambino per crescere bene: essere toccato con le mani, sollevato, accarezzato, abbracciato, vezzeggiato, anche se non veniva allattato al seno.

Sono la manipolazione, il sollevamento, l’accarezzamento, il vezzeggia-mento le cose che vorremmo sottolineare, perché a quanto pare, anche se mancano tante altre cose, queste sono le rassicuranti esperienze fonda-mentali che il bambino deve provare per sopravvivere abbastanza in salute. Privazioni sensoriali per altro verso estreme, come quelle della luce e del suono, possono essere superate, purché le esperienze sensoriali della pel-le siano mantenute.”(4)

In un altro paragrafo di questo fantastico libro Montagu riporta un epi-sodio che risale a Federico II (1194-1250), imperatore del Sacro romano impero e re di Germania, detto ai suoi tempi stupor mundi, cioè «meraviglia del mondo» (ma i suoi nemici gli davano soprannomi meno lusinghieri), si ricorda che: “... voleva scoprire che genere di discorsi avrebbero fatto e in che modo avrebbero parlato i bambini una volta cresciuti, se prima non avessero parlato con nessuno. Così ordinò a nutrici e balie di allattare i bambini, pulirli e lavarli, ma non chiacchierare assolutamente con loro, per-ché voleva sapere se essi avrebbero parlato in ebraico, che era la lingua più antica, o in greco o in latino o in arabo o magari nella lingua dei genitori che li avevano messi al mondo. Ma si diede da fare per niente perché tutti i bambini morirono, non potendo vivere senza le carezze e le facce allegre e le parole amorevoli delle loro nutrici. E così vengono chiamate swaddling songs (canzoni della fasciatura) quelle che le donne cantano mentre don-dolano la culla o mettono il bambino a dormire, senza le quali un bambino dorme male e non ha pace.

Non potendo vivere senza le carezze...”.(5) Questa osservazione costituisce la prima affermazione di cui si abbia noti-zia sull’importanza della stimolazione cutanea per lo sviluppo del bambino. Ma la consapevolezza di quanto sia importante è indubbiamente molto più antica.

Se per il neonato/a il buon contatto e le carezze sono una necessità pri-

7

Page 9: Le mani che nutrono

8

maria nell’adulto sono una necessità evolutiva.Come specie condividiamo il desiderio di stare vicini, di vivere la nostra

vita con gli altri, di toccare ed essere toccati, di amare ed essere amati, un desiderio condiviso nell’anima ma spesso rinnegato per osservare norme sociali restrittive e che portano a mantenere le distanze.

In Occidente l’educazione è stata per secoli basata sull’equivoco che il bambino si protegge “contenendo la sua espressione vitale per educarla” con il “No questo, e no quello...” così migliaia di bambini crescono attraver-so il dogma: “Non muoverti!”; “Non parlare!; “Non piangere!”; “Non tocca-re, non farti toccare!”…”Non..!”

Questo modo di fare impedisce lo sviluppo dell’Identità e dei suoi poten-ziali, mentre apprendiamo a reprimere gli istinti più salutari: cioè esprimerci con energia e vitalità; sentire il piacere di vivere attraverso il contatto con il mondo che ci circonda; esplorare l’ambiente circostante per rinnovarci; esprimere cura e affetto per chi amiamo; provare un senso di appartenenza per la Vita e l’Universo.

Attraverso secoli di repressione culturale all’espressione più autentica della Vita, il nostro istinto gregario al Contatto, che è una funzione arcaica edinnatadellaspecie,èdiminuitoesièquasiatrofizzato.Abbiamodimen-ticato la saggezza del nostro corpo che reclama il contatto affettuoso e l’amore.

Ci siamo trasformati in individui soli, isolati, affamati di carezze.

Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna d’incontrare un grande mae-stro dell’Alchimia della Vita, Rolando Toro Araneda, che con il suo sistema di esercizi ha diffuso nel mondo la possibilità di riscattare nuove forme di sensibilità alla Vita. Da un suo testo leggiamo: “Nella Biodanza si conside-ra la “funzione del Contatto” come terapeutica nella misura che il contatto corporale, e in speciale la carezza, attiva, mobilita, trasforma e rinforza la nostra identità. La nostra identità si proietta nella pelle, la nostra percezione di limite. Se il nostro limite corporale (la pelle) è insensibile, la nostra iden-

8

Page 10: Le mani che nutrono

9

tità vera è alterata, occulta o incarcerata. Trasformare la nostra pelle in un organo capace di proiettare e irradiare la nostra Identità, è d’importanza vitale. Se la muscolatura e la pelle (cenestesia e sensibilità tattile-erogena) formano un continente genuino, possiamo vincolarci autenticamente con altre persone e con l’universo e integrare vasti cicli di energia vitale.(6)

Alla luce dell’importanza di riappropriarci di una presenza sana nel mon-do l’educazione dovrebbe indirizzarsi a dire: “MUOVITI!”... “ESPRIMITI!”... “AVVICINATI!”...“TOCCA E LASCIATI TOCCARE!” .... “SENTI!”... Vale a dire: “VIVI!”

“Ogni corpo che non è accarezzato incomincia a morire. Le carezze riducono la tendenza all’autoritarismo, perché consentono

un’espansione del proprio limite corporale ed è più facile trascendere il proprio ego e aprirsi. Quando una persona si sente ricevuta si mette in fun-zione il suo sistema colinergico, agiscono le componenti inconsce, trionfa l’integrazione dell’identità, la sicurezza, mentre aumenta l’autostima.

Il proprio corpo, allora, è vissuto come qualcosa di piacevole, che dona e procura piacere. Gli stimoli tattili arrivano prima al talamo e all’amigdala, dando origine allo stato emotivo. Solo successivamente questi effetti arriva-no alla corteccia cerebrale.

La mancanza di carezze - viceversa - provoca serie distorsioni dell’imma-gine corporale. Essa ingenera sensi di inferiorità, e induce a “chiudersi”; a costruire realtà parallele a forte carattere di astrazione e di repressione dei bisogni vitali e organici.

Certi “comandi genitoriali” ricevuti durante l’infanzia, “non ti toccare lì!”, possono aver creato delle vere e proprie “zone morte”, zone tabù, insensi-bili al contatto e al piacere.

La relazione con il nostro corpo è condizionata dal contatto con l’altro. Se il nostro limite corporale è insensibile, la nostra vera identità risulta alte-rata, nascosta, bloccata.

Sia nelle relazioni affettive, amorose, che in generale la mancanza di carezze pregiudica, dunque, l’autostima; essa intacca il tono vitale e lo stato dell’umore, fino a produrre un affievolimento del piacere stesso di esistere.

9

Page 11: Le mani che nutrono

10

Trovare le strade perché tutta le persone abbiano accesso alle ca-rezze,daibambinifinoaglianziani,èl’unicocambiamentochahasenso.Se vogliamo essere terapeuti in una civiltà bellica come questa, dobbiamo essere agenti di un processo di umanizzazione, promotori e attori d’ Intelli-genza Affettiva che propone il Contatto nella sua espressione più evoluta: La Carezza.” (7)

La Carezza ci permettere di vivere connessi con noi stessi, con gli altri, con tutto ciò che ci circonda.

La Carezza ci pone in connessione con la pulsazione della Vita.

Bibliografia:

(1) Per una nascita senza violenza, Bompiani , 2000(2) Fonte: Accademia Sahlgrenska: http://www.sahlgrenska.gu.se/english Nature Neuroscience: http://www.nature.com/neuro/index.html ARTICOLI CORRELATI: 29284(3)(4)(5) Asley Montagu Il linguaggio della pelle Vallardi, 1989(6)(7) Rolando Toro Araneda Biodanza RED Edizioni, 2007

Page 12: Le mani che nutrono

11

Il Bisogno di ContattoLericercheeglistudiscientificisullacomprensionedella funzionedel

contatto e della carezza sono notevolmente aumentate negli ultimi cin-quant’anni.

Si è scoperto, infatti, che il BISOGNO DI CONTATTO ha solide basi nello sviluppo embriologico del feto.

Oggi si conosce la relazione tra la pelle, il tatto ed il sistema nervoso. È molto importante sapere che la pelle si forma verso la sesta settimana

di vita, dallo stessa struttura embrionale del sistema nervoso (l’ectoderma) per servire come “contenitore” ai vari segmenti: muscolare, viscerale, mo-torio ecc.

Questa continuità tra la pelle ed il sistema nervoso fa in modo che ciò che noisentiamosullasuasuperficiesiaimmediatamentetrasmessoadesso.

Il noto pediatra René Spitz ha scoperto che le carezze e le cure amore-voli, durante i primi mesi di vita, sono FATTORI DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA.

Le esperienze di calore, protezione e contatto che si sono impresse sulla nostra pelle durante la vita prenatale devono trovare continuità anche nella vita post-natale(*)affinchéilneonatosisviluppiediventiunbambinoedunadulto sano ed equilibrato.

Per questo è fondamentale che i genitori, o chi si occupa del neonato, siano capaci di comunicare un contatto di qualità affettiva.

Quando il palmo della mano si posa sulla pelle e accarezza dolcemente crea una ‘piccola culla’.

Così il massaggiare, il toccare con cura vuol dire creare una condizione che permetta un rilassamento piacevole generato da una gestualità sempli-ce ma con una alta qualità di contenimento affettivo, il cui massimo esempio é la carezza.

Ilcontattoumanoèunanecessitàfisiologica,comel’acquaeilcibo.AffinchéilContattochediamoericeviamosiabuonoetrasformiilnostro

essere in ben-essere è necessario che si accompagni a tenerezza e affetto, che sia sincero e desiderato. Un Buon Contatto è sempre in varia misura una espressione affettiva e questo perché nasce da una Connessione.

La Connessione è una comunicazione autentica tra la persona che dà e quella che riceve in un circuito in feedback attento alla reciproca

11

Page 13: Le mani che nutrono

12

presenza.Il Buon Contatto è un alimento indispensabile per uno sviluppo emozio-

nale sano della persona. Tutti abbiamo bisogno di contatto affettuoso e di carezze perché abbia-

mo bisogno di sentirci amati.Non esiste una tragedia umana peggiore che il sentirsi ignorati, il non

essere visti e amati, mentre se veniamo accarezzati con affetto ci sentiamo accettati e valorizzati.

Note:

(*) A questo proposito rimando alle ricerche di Jean Liedoff che ha coniato il “Principio del continuum” per de-scrivere la necessità di continuità tra la vita intrauterina e la vita post-natale

12

Page 14: Le mani che nutrono

13

Cos’è il Buon Contatto…“ Il vostro corpo è lo strumento della vostra anima;

sta a voi trarne meravigliose armonie o confusi rumori “ (K. Gibran)

Diane Ackerman(*),quandosiriferisceallecarezze,ledefinisceuna“delicatezza sinfonica”.

Sicuramente le carezze, come la musica, esprimono spesso ciò che le parole sono incapaci di esprimere…

Concepire l’atto di toccare come un gesto sentito, pieno di sfumature egradazioniaffettive,definiscelacarezzacomeunlinguaggiomeravi-gliosochecipermettedicomunicare,senzaparole,infinitesensazionied emozioni.

Le mani carezzevoli parlano e sono capaci di esprimere vicinanza, tenerezza, presenza, compassione, amorevolezza, affettuosità, deside-rio, passione...

Dopo avere divulgato per molti anni i principi della “tenera amore-volecura”eincontrandosempreladifficoltàdiunadefinizione“sana”per spiegare cosa è “contatto” ho scelto di usare per sempre queste duemagicheparoline“BuonContatto”perdefinireconimmediatezzaechiarezza una visione positiva e affettiva del contatto e da allora le cose sono cambiate!

“Il Buon Contatto è quel gesto che nasce da una percezione costante ed integrata di sé e dell’altro con presenza, empatia e affettività”

(Sandra Salmaso e Sergio Signori, 2008) Il Buon Contatto è la capacità di relazionarsi con gli altri con una qualità affettiva, di attenzione, protezione e rispetto.

Note:

*(Diane Ackerman, scrittrice, “Storia Naturale dei sensi”, Frassinelli, Milano 1992)

13

Abbiamo bisogno di Buon Contattoper crescere bene.

Page 15: Le mani che nutrono

Sandra Salmaso ha praticato la danza e l’espressione corporea sin dal 1980 e ha insegnato per una decina di anni l’Arte del Massaggio e la qualità del Tocco prima di incontrare la Biodanza ed il suo creatore il prof. Rolando Toro Araneda, con il quale si è formata come insegnante. Questo incontro con il maestro Rolando Toro ha generato una delle estensioni della Biodanza: l’Educazione al Contatto, che è diventata nel 1996 una specializzazione per gli operatori di Biodanza in tutto il mondo. Nel corso di molti anni di applicazioni ha messo a punto il programma della Scuola e ha iniziato a preparare operato-ri in grado di divulgare il Massaggio Biointegrante, incorporando la teoria della Biodanza con il massaggio tradizionale e le più recenti teorie sulla relazione tra la pelle ed il sistema nervoso. In preparazione della nascita del figlio Mi-chele ha cominciato a porre l’attenzione sulla genitorialità e con convinzione e passione a divulgare la necessità di riscattare il linguaggio tattile nelle relazioni umane. Per diffondere i principi del “Buon Contatto” ha dato vita all’efficace metodo chiamato “Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante”, che attualmente è strutturato in una Scuola biennale aperta a tutti. Oggi continua ad insegnare Biodanza, l’Educazione al Contatto e a seguire la Scuola di Bio-danza SRT * del Triveneto di cui è co-direttrice.

*Sistema Rolando Toro

Per avere informazioni sugli operatori certificati esulle iniziative della Scuola di Educazione al Contatto

e Massaggio Biointegrante rivolgersi a:

VIVIVITA soc. coop. a r.l.via Chiesanuova 242/B, 35136 PadovaE-mail: [email protected]: www.educazionealcontatto.it

e 12,00