Le macchine dell'estasi (1968)...Title: Le macchine dell'estasi (1968) Author: Earl Conrad Keywords:...

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  • GALASSIAVolume187

    EarlConradLEMACCHINEDELL’ESTASI(TheDaVinciMachine)

    L’antologiapiùpazza,scanzonataedivertentedegliultimianni.Isediciraccontichelacompongono,pienid’inventiva e fantasia, ci descrivono il futuro come sarà tra qualche decennio, con la grandeEsplosioneDemografica che grava sul nostro pianeta. Cinquanta miliardi d’abitanti schiacciati l’uno sull’altro,affamati,stupidi,desiderosidispazio…Ecosafa,adesempio,ilnotissimoprofessorA’Gley?Viaggiafinoall’AntimateriaeriportasullaTerralecreature sessualmentepiù soddisfattedell’interouniverso, scatenandounpandemoniod’erotismo. InveceEd Houdson, da quel gran buffone che è, fa fuori qualche milione di persone per il semplice gusto digodersi la scena.Ma soprattutto: come andrà a finire? Qual è il destino che Dio e la Natura ci hannoriservato?Riusciremoasfuggirealgigantescosovraffollamento?Enevarràlapena?

  • G A L A S S I AVolume187

  • GALASSIACASAEDITRICELATRIBUNA

    ViaDonMinzoni,51-29100Piacenza-c.c.p.25-22298

    Condizionidiabbonamentoperl’Italia:L3.500per6volumi.L.7.000per12volumi.

    Condizionidiabbonamentoperl’estero:6vol.:Europa:L5.250;Statiextraeuropei:L.7.000.

    12vol.:Europa:L.10.500;Statiextraeuropei:L14.000.

  • EarlConrad

    LEMACCHINEDELL’ESTASI

    TitolooriginaleTHEDAVINCIMACHINE

    TraduzionediVittorioCurtoni

    CASAEDITRICELATRIBUNA-PIACENZA

  • THEDAVINCIMACHINECopyrightbyEarlConrad,1968.

    CopyrightbyColt,Piacenza,1°aprile1973.

    Proprietàriservata

    Incopertina:AlbertoCavallari:“Lagrandegabbia”

    PergentileconcessionedellaGalleriad’artePaceMilano

  • PRESENTAZIONE

    Un curioso volume, questo ‘DaVinciMachine’: un po’ perché dell’autore,EarlConrad,nonsiamoriusciti a saperenullanonostante le ricerche;eunpo’per quel carattere d’antologia demistificatoria, a mezza strada tra l’ironiabonaria,larabbiaeladisperazioneallostatopuro.DiConradsappiamosolochehapubblicato un altro romanzo, ‘Thepremier’, avente a soggetto la questionerazziale; ed è tutto. Sarà quindi giocoforza occuparci esclusivamente del suolavoro.

    Perchéloabbiamosceltoperlapubblicazione,nonostantel’enormedislivellospessoesistentetraunraccontoel’altro,nonostantelenumeroseimprecisioni,egli errori di logica? A conti fatti, con tutti i suoi difetti, il libro ci è parsougualmentedegnodinotapervarimotivi:inprimoluogol’antologiaècentratasul tema della sovrappopolazione, e da questo punto di vista rappresenta uneccezionale tour de force; inoltre almeno il settanta per cento del materiale èd’ottima qualità, il che fa perdonare anche gli scivoloni più clamorosi; infinevediamoemergeredallepaginediConrad tantohumore tanta intelligenzachesarebbestatocriminalenonpresentarlealnostropubblico.

    L’edizioneamericanadefinisceillavoro‘science-fantasy’,perunavoltatantocitroviamod’accordocoinostricolleghid’oltreatlantico,chedisolitohannoilvezzo d’esagerare le cose. E’ evidente, infatti, che l’elemento scientifico opseudo-scientifico dei singoli racconti viene assunto, almeno nei risultatimigliori,comesemplicecatalizzatoredell’azionefantastica (sivedasoprattutto‘Signori, pillola emartello’!); la quale azione fantastica, sarà poi da notare, sisvolge sempre nell’ambito d’un umorismo sottile, d’alta lega, concretamentelegatoallarappresentazionedifigureomacchietteumanissime(esemplarel’EdHodson di ‘Lo scherzone’, racconto fragorosamente divertente, la cui bruscaimpennata finale lascia trasparire un sottaciuto ma onnipresente velod’amarezza).

    Se nel libro esiste un assunto basilare, sarà senz’altro la condannadell’imbecillità umana; e se vogliamo essere più radicali, possiamo dire chel’antologiaètuttaunagalleriad’imbecilli,spessoanonimi.Cinquantamiliardiogiù di lì di cretini, di cui i protagonisti dei singoli racconti ci indicano lemalefatte, talora col sorriso sulle labbra (è il caso dell’anonimo narratore di

  • ‘Drinkwatercolpisceancora!’,che ristabiliràunasortadiprimitivagiustizia inunmondo completamente apatico), talora con lamorte nel cuore (è il caso diOckenfelds in ‘Così muore un artista’, che riscoprirà la dignità umanamettendosiaviveredacavernicolo).

    Al di là di questo discorso generale, vengono di volta in volta indicate lecause concomitanti che portano al disastro (lemacchineunpo’ da per tutto, eparticolarmente in ‘Termidoro’; la volubilità e la noia tipicamente umane in‘PianoRagionevolezza’;lacredulitàciecain‘Giacobbe,l’angeloeilcancro’;eviadicendo).Maaquesto livello la realtàdiventa troppomultiformeperchésipossanostabiliredeicanoniassoluti:eilsesso,chesaràl’elementoliberatorein‘Occhioal triangolo’,diventailgrandeaccusatodi‘Mollal’osso’.Incoerenza?Tutt’altro. Siamo noi che sbagliamo, siamo noi che non sappiamo arrivare adecisioninette.EConradnonfailmoralista,nontieneprediche;rappresentailmondoperquellocheè,mainevitabilmenteilquadrototalerisultanegativo.Delrestol’abbiamogiàdetto,l’argomentoprincipeèl’imbecillitàumana.

    Il tutto viene narrato con uno stile piano, quasi dimesso, alieno finoall’eccesso da vezzi stilistici, talora fatalmente monotono; ma semprevividamente icastico. Come del resto è nella tradizione d’una letteratura sìpopolare,mabendecisaatrasmetteresenzamediazionidisortaisuoicontenuti.

    Primadichiuderequestenote,vorremmosoffermarciunattimosuquellocheanostroparereèilraccontomiglioredell’antologia:‘Mollal’osso’.Aldilàdellafelicissima invenzione fantastica, che capovolge paradossalmente la leggendabiblica(eillibrohaaltriesempidelgenere),emergeunacommozione,unapietàinsolitaper lacondizioneumana.Forseperché,arrivatiaquelpunto,nonrestapiùnulladafare,eilrimpiantoèl’unicapossibilitàimmediatamenterealizzabile.Idialoghidellacoppiaprotagonista,quel lorodisperatononvolersi lasciare,cipaiono davvero magnifici; e stupenda tutta la lucidissima requisitoria control’insaziabilità dei sensi umani. D’accordo, forse più che un racconto è unepitaffio,un‘mementomori’;masiamopropriosicurichetroveremounaviadiscampo?

    VittorioCurtonieGianniMontanari

  • INDICE

    Drinkwatercolpisceancora!(TheProofinDrinkwater’sPudding,1968)Termidoro(Thermidor,1968)Cinqueperdieci(TheTwobyFours,1968)Giacobbe,l’angeloeilcancro(JacobWrestleswiththeAngel,1968)Pianetabarbaro(TheCosmicMegillah,1968)Loscherzone(Hodson’sCaper,1968)Le macchine dell’estasi (The Ecstasy Machine, or Professor A’Gley inAntimatterland,1968)Rendiamograzieagliaborigeni(MaturationoftheAborigines,1968)Occhioaltriangolo(Upshaw’sUpset,1968)Pianoragionevolezza(TheFeasibilityPlan,1968)Dueparolesullamedicina(MedicalChartofStephenPayne,1968)Cosìmuoreunartista(TheDaVinciMachine,1968)L’irresistibileascesadiOok(Ook,Ook,Ook,1968)Dueparolesullapoesia(Reporton theConditionofPoetryCircaAD2022,1968)Signori,pillolaemartello!(OriginofPillandHammer,1968)Mollal’osso(MadeHeRib,1968)

    LascatolamagicadiSarker(Sarker’sJokeBox,1942)diRaymondZ.Gallun

  • DRINKWATERCOLPISCEANCORA!

    ADrinkwatererasaltatafuoriunabruttaabitudine.Seneandavaingiroamangiarelagente.Quasi tutta gente che non conosceva: bastava che fossero abbastanza

    appetitosi, che promettessero gustosi bocconcini. Uomini, donne, ma nientebambini.‘Lasciamoliingrassare’,diceva.

    TralascrivaniadiDrinkwaterelamiacen’eranodimezzoaltretre.Ilnostroufficio era la sezione rimborsi della Compagnia d’AssicurazioneStateallegrifratelli. Drinkwater ed io avevamo più o meno lo stesso lavoro.Dovevamoesaminareirapportideinostriincaricaticheandavanoaparlareconla gente che pretendeva risarcimenti dalla compagnia, per incidenti o ferite.Drinkwaterlavoravaconnoiormaidaquattordicianni,eavevasempreagitoconlamassimacorrettezza,primadisvilupparequellabruttaabitudine.

    Lo faceva conuna rete.Se laportava sempredietro, questa rete: lagettavaaddosso alla gente, li trascinava fino a casa, li bolliva o li friggeva oppure liinfilavanelforno,equelloeratutto.

    Noilosapevamotuttiquanti,masipensavachefosseroaffarisuoi.Anchese,onestamente,avevamounpocodipaura.Potevamangiareunodinoi.Finoalloraavevamangiatoestranei,gentechevedevaperlestradeeglipiaceva,manonsisamai.

    Capite,nonchelofacesseconcattiveintenzioni.Noncimettevaunbriciolodimalizia.Eraunostincodisanto,comesidice.Solounabruttaabitudine.

    Equestaèl’unicaragionepercuilagentelosopportava.Un giorno l’hanno chiamato alla polizia e gli hanno detto: ‘Drinkwater,

    abbiamo ricevuto delle lamentele sul tuo conto, e vogliamo che tu la smetta.Perchécavolonont’accontentidiuovaeprosciuttocometuttiglialtri?’

    Luigli dissed’andare al diavolo edi lasciarlo inpace egli gridò: ‘Laissezfaire!Laissezfaire!’Lasciatefare,lasciatefare.

    Beh, ilmondo incuiviviamoloconoscete tutti.Così loavvisaronodistareattentoelolasciaronoandareavanticonlasuabruttaabitudine.

    Qualcuno scrisse al ‘Times’ per lamentarsi: ‘Che razza di giorni stiamovivendo, se un Onley Drinkwater qualsiasi può andare in giro a mangiare lagentesottogliocchiditutti,enessunofaobiezione?Siamoproprioridottimale.’

  • Malaletterafupubblicataincaratteripiccolissimi,enessunocifececaso.Ungiornomiavvicinaiallasuascrivania,perscambiareunaparolaoduecon

    lui.Stavalavorandoduro:mettevainordinelestatistichegiornaliere.Tenevalarete spaparanzata in un angolo della scrivania, e quando rialzò gli occhi glichiesi:“Onley,tantopersapere,perchévaiingiroamangiaregente?”

    “Voglioprovarequalcosa.”“Cosa?”“Voglio provare che uno può andare in giro a mangiarsi centocinquanta

    personeecavarselasenzaguai.Colombohaprovatocheilmondoèrotondo;iovoglioprovarechenonsenefregaunaccidente.”

    “Ecentocinquantaarrostibasteranno?”“Centocinquantabasteranno.”“Potrebberofermartidaunmomentoall’altro.”“Nedubito.Inunmodoonell’altropossosemprecavarmela.”“E stasera chi hai per cena?” (Una volta la frase avrebbe semplicemente

    significato:chiinvitiacena?).“Nonloso,mac’èunfrancesenelpalazzodifronte.Ifrancesinonmisono

    tropposimpatici.”Potete giurarci che quella sera s’è fatto fuori il francese: me l’è venuto a

    raccontarelamattinadopo.“Com’era?”Glihochiesto.“Cosìcosì.Pensoche lasettimanaprossimamidedicheròai tedeschi.Sono

    piùcommestibili.”Unabruttaabitudine.Noiragazzidell’ufficionediscutemmounpoco.DissiaScamminger:“Noncredichepotremmomettereassiemeunapetizione

    o qualcosa del genere, presentarla alle autorità e chiedere che si facciaqualcosa?”

    “Dubitomoltocheservirebbe.Leautoritàsonosempreoccupateconcosepiùimportanti.”

    “Forsepotremmofarlolicenziare,”suggerii.“Serveaniente,”disseScamminger.“Mangerebbeildoppiodigente.Meglio

    tenerloallavoroperalmenoottoorealgiorno.”Quella sera Scamminger, Drinkwater ed io uscimmo insieme dall’ufficio.

    Drinkwatersi teneva la rete inspalla.AvevamofattoappenaduepassiquandoDrinkwatervidequalcosacheglipiaceva.Untipoelegante,tuttoabbronzatodalsole,scesedall’automobilees’incamminònellanostradirezione.

  • “Civediamodomattina,”disseDrinkwater.Alloravedemmocomelavorava.“Oilà,salute,”disse,es’avvicinòall’uomoabbronzato.“Haidelfuoco?”LapredasifermòegentilmenteacceseaDrinkwater.“Cherazzadiretehaiinspalla?”Glichiese.“Cipescoipeschi,vecchiomio.”“Mai visto niente del genere. Ho passato tutta l’estate a pescare, mi sono

    trovatoinmanotuttigliaggeggidiquestomondo,manonhomaivistounaretecomequella.”

    “Adessotifacciovederecomefunziona,”glispiegòDrinkwater.Beh,tiròlareteaddossoaqueltizio,strinseunpaiodinodi,selocaricòsulle

    spalle e s’incamminò a quel modo giù per la strada, in direzione del suoappartamento.

    “GuardaDrinkwater che ha preso la cena,” diceva la gente,ma nessuno sipreoccupavapoimolto.

    “Quelpoveraccioèsfortunato,”dicevano.Patapum,dentroallapadelladiDrinkwater.MatornaronotuttiquantiailoroaffarieDrinkwatersifeceun’altraporzione

    d’arrostoumano.Lamattina seguente arrivò in ufficiomolto orgoglioso di se stesso e disse:

    “Avetevistocomemelasonosbrigataconquelcampagnolo?”Glirispondemmodisì.“Adessotifermeranno,”azzardai.“Ne dubito. Mi pare che tu non capisca in che mondo viviamo,” rispose

    Drinkwater.“Puoicavartelaancheuccidendo.”“Oh,alloratuseiunassassino.”“Nossignore. Questi non sono delitti. Questa è sopravvivenza. Ma ‘puoi’

    cavartelaancheuccidendo.”“Non credi di illuderti?Consumare la gente a quelmodo significa davvero

    lottareperlasopravvivenza?”“Oloroome.”“Nessunaltrohaquestabruttaabitudine.Nessunotiminaccia.”“Nonhoancoraprovatoilmiopunto.Menemancanoancoraunaventinao

    giùdilì.”“Cosasuccederebbe,”glichiesi,“seciprovassicoipoliziotti?Saibene,tanto

    perfinireinbellezza.Quindicioventipoliziotti.Questodovrebbesvegliarli.”Drinkwater mi colmò di ringraziamenti. Disse che non ci aveva pensato.

  • Avrebbecominciatosubito.Beh,nelletresettimanesuccessiveandòapescarenelleacquedellapolizia,e

    catturòcircadiciottouniformiblu.Lacosadiedeunpo’fastidio,masiccomenessunosilamentavacontinuarono

    alasciarlofare.In prima pagina gli dedicarono soltanto un paio di paragrafi. Due righe in

    caratterinontroppovistosi,dispostiinun’unicacolonna,chedicevano:‘Drinkwaternehamangiati148Provachenonglienefreganienteanessuno’

    Fu quando Drinkwater s’interessò a miss Farnswoorth che cominciammodavvero a spaventarci. Miss Farnswoorth era nel nostro ufficio; lavoravadirettamentealmiofianco,peressereprecisi.

    Euna cosa comincia ad interessarti soloquandocolpiscevicino a casa tua.Puoi sentir parlare di morti, disgrazie e distruzioni: finché succede a qualcunaltrotilimitiadireaccidenti,peccato;maquandoilcolpoarrivadirittosumissFarnswoorth,chetistaproprioafianco,alloraètuttaun’altrastoria.

    Nonlegettòaddossolarete,oaltrecosedelgenere.Cominciòafarleocchidatrigliaincalore.Miss Farnswoorth si sbiancò in viso con molta grazia la prima volta che

    Drinkwater le fece occhi da triglia in calore, supponendo che meditasse dimangiarsela.Ecosìuscìdallasuaindifferenza.

    EchieseaScamminger:“Cosafaccio?”Dato che Scamminger non si sentiva troppo coinvolto nella faccenda, le

    risposesolamente:“Parechetusianeiguai.”“Intrappola,vuoidire.”“Mi piacerebbe poterti dare un buon consiglio,” continuò Scamminger.

    “Perchénontilicenzi,tenevai,stailontanaunpo’,finchénondecidonodifarequalcosaperDrinkwater?”

    Drinkwaterlechieseunappuntamento.“Vuoldireunappuntamentopercolazione?”Chieselei,esitante.“Oh,unfilm,”dissequeldiavolod’unuomo.“Nonpossouscirneinnessunmodo?”Glichieselei,candida.“Mi piacerebbe fare qualcosa per lei, miss Farnswoorth: un film, uno

    spettacolo,unapasseggiata,qualcosa.”Miss Farnswoorth rispose: “Beh, con lei posso arrivare almassimo fino al

  • ristorantediOgleby.”“I ristoranti pubblici non m’interessano molto,” rispose lui, “ma visto che

    l’invitopartedame,lasceròaleilascelta.”DaOglebyluinonmangiò;restòaguardarlamangiare.Leiordinò lattuga,pomodori,pesce,susine,prugnesecche, latte.Tutta roba

    piuttostonutriente,eforseuntantinotradizionale,perDrinkwater.Mailgiornodopo,quandoarrivòallavoro,missFarnswoortheralastessadi

    sempre.Dissesolo:“Haunmucchiodifascino.Peccatochediquestitempivadaingiroadisturbarelagenteinmodotalmentestrano.”

    Tornarono da Ogleby. Di nuovo Drinkwater rifiutò il cibo, ma lei ordinòconservadifrutta,pasticciodimele,bananealforno,arancearrosto,echiuselacenaconundessertdifichiinumido.

    Ormai Drinkwater era assorbito da altri pensieri. Quel diavolo d’un uomos’erainnamorato.NonavrebbemaiosatofareamissFarnswoorthqualcosachepotesse dispiacerle.La riempiva di soldi e regali, la portava in unmucchio diposti; e a parte una leggera preoccupazione nel sapere che il suo ragazzocontinuava a sbafarsi dei poliziotti, lei sembrava felice e niente affattospaventata.

    Privatamente raccontava cheDrinkwater non era quel lupomannaro, che ilmondo era pieno di reprobi, peccatori, individui malvagi, e allora perchéscaricaretuttelecolpesullespallediquelpover’uomo?

    MissFarnswoorthcidissecheloavevarimproveratomoltoaspramenteperlasuabruttaabitudine.Avevacercatodiscoprireperchélofaceva.

    “Caro,”gliavevadetto,“noncredidiaveresageratounpochino?”Cercavadiusarelasuatatticafemminile,cispiegò.

    Luieraparsoadisagioaquelladomanda.“Pensodino,”avevarisposto.“Non credi che questa sia, almeno in piccolo, un’infrazione ai diritti della

    gente?”A quelle parole lui era diventato irritabile, e l’aveva castigata per il suo

    tentativo di farlo parlare. “Dopo tutto,” le aveva detto, “non sono un drogato,qualunquecosaiosia.”

    “Beh,”avevaritentatolei,“credichesiaunacosadabuonivicini?”“Nonstotentandodifareilbuonvicino,”leavevarisposto.“E’evidente.Mapensidiagiresecondolenormedelgalateo?Credidavvero

    chesiaunacosadafare?”Avevainsistito.“La‘sto’ facendo,”avevarisposto lui,“l’hoquasi fatta.Edèproprioquello

    cheintendodimostrare.Seavessitorto,avrebberofattoqualcosaperfermarmi.”

  • “Continuaamangiaregenteetifermeranno.”“Ne dubito.Non di questi giorni. La gente se ne frega, ameno che non la

    colpiscanodirettamenteallagola.”“Beh,farestimeglioanoncolpire‘questa’gola.”“Ioamolatuagola,tesoro.”“Vedidinoncambiareidea.”MaDrinkwatereraincurabile.Lamangiò.Venneinufficioilgiornodopoedisse:“L’homangiata.”MivoltaiversoScammingereglidissi:“Cosat’avevodetto?L’hamangiata.”“Losapevoanch’iochel’avrebbemangiata.”I colpi arrivavano sempre più vicini a casa, ma sapete bene come vanno

    questecose.Sec’èun’alluvionenelPakistan,beh,èunveropeccato,ebuonafortunaperlaprossimavolta.Oseprecipitaunaereoplano:peccato,malietodinon essermi trovato a bordo.O un vulcano che si risveglia a Tetralucca o daqualchealtraparte,efafuoriunmigliaiodipersone:peccatoperitetraluccani.

    PoimiaccorsichequandoDrinkwatermiguardavasileccavalelabbra,cosìdissi a Scamminger: “Ha messo gli occhi su di me. Adesso sì che colpiscevicino.”

    Scamminger doveva preoccuparsi di mandare avanti la baracca, famiglia etuttoilresto,emidisse:“Cavoli,mispiace,mierisimpatico.”

    “Cosatifapensarechetraunpo’nonsiprendacuraanchedite?”Glichiesi.“Faresti meglio ad allearti con me, aiutarmi a combattere quel vecchiofarabutto.”

    “Spiacente, vecchiomio,”mi rispose, “ma ciascuno per sé. Lo sai: viaggiaspeditochiviaggiadasolo,tuttiperunoeunopertutti,aiutaticheilcielt’aiuta,ecosedelgenere.”

    “Cosìvailmondo,”dissi.IlmattinoseguenteDrinkwatersipresentòinufficio,efeceilpropriolavoro

    conuncerto impegno.Eraunbuon lavoratore, equestoè ilmotivoper cui lacompagnia non l’aveva licenziato. Quel che faceva nel tempo libero era affarsuo.

    Mi accorsi chemi fissava lamano sinistra, e nonmi piaceva per niente illampocupidodeisuoiocchi.Conoscevoquellampo.L’avevogiàvistonelsuosguardoquandoavevaincontratoiltizioabbronzato,giùinstrada.

    Ad ogni modo, per buona sorte avevo preso qualche precauzione. M’erocomprato un mezzo litro di cloroformio, un ammazza-scarafaggi Geezo, uninsetticidaHornby,eunaltropaioogiùdilìdispruzzatoridelgenere,eliavevo

  • infilati in un cassetto della scrivania, in attesa del giorno in cui avrei dovutoproteggermi.

    Cosìquando,inunbatterd’occhio,luimiarrivòdifiancoemistrappòconunmorsounditodallasinistraedisse:“Tantoperassaggiare,”glielafecivedere.

    Loinondaidituttelepolveriegasliquidicheavevo,all’incircaottodifferentimarche, e lui finì sdraiato per terra come se lo avessero anestetizzato finoall’anima.Erostatoilprimoatentared’averlavintaconlui.

    Lo portai all’ufficio di polizia del quartiere, lo deposi sulla scrivania deltenente, e annunciai: “Ecco il vostro uomo. Non è riuscito ad arrivare acentocinquanta!”

    Beh,ilmondoincuiviviamoloconoscetetutti;occhioperocchio,veritàperverità.

    AbbiamoinsegnatoaDrinkwaterchenonsipuòandareingiroafarecosedelgenere.

    Loabbiamomangiato.L’abbiamoservito…Apuntino.

    Titolooriginale:THEPROOFWASINDRINKWATER’SPUDDING

  • TERMIDORO

    Già nel 1963 gli esperti resero noto che lemacchine potevano compiere illavorodeidiplomati,chepotevanofareusodellostessoquoziented’intelligenzadi quei diciottenni di belle speranze. Il che significava, naturalmente, chel’industria non avevapiù bisognodi diplomati, nondimolti, ad ognimodo; echiunquenonfossearrivatoaquelgradod’istruzioneeracompletamenteesclusodalle strutture economiche. Nel 1970 le macchine potevano fare il lavoro deilaureati, con la stessa abilità e resistenza; il che significava che centinaia dimigliaia di laureati non avrebbero trovato lavoro. Nel 1980 non erano piùnecessari uomini del calibro dei vincitori di premiNobel, perché lemacchineeranocapacidipensaremegliodiloro,ediecimilionidivoltepiùinfretta.Mafusolonel2.000chelemacchinefeceroillorodiscorsettoaigovernidituttoilmondo.

    Le macchine provvidero da sole a quella famosa trasmissione: “Primiministri,presidenti, re,e tuttiglialtrimocciosicapidi stato:chiediamochevimettiatealavorarepernoi.Vogliamopiùolio,elovogliamoservitoincucchiaid’argento.Vogliamochetuttal’umanitàabileallavorositrasformiinungruppodi lucidatori. Organizzerete le vostre popolazioni all’unico scopo di lucidare inostriinvolucriesterni,oliarci,coccolarcierimpinzarcidicibo.Ormainonavetealtrafunzioneutilesuquestaterra,locapite?Dacheabbiamoscopertoivostrisegreti sessuali e siamo ingradodi sperimentarecontinuamente l’estasi, anchementrepensiamo,ci siamoaccortidiavervi soppiantatidaqualunquepuntodivista. Siete creature superflue, e l’unica alternativa che vi rimane è servirci atenerelustriinostri(scusateiltermine)deretanimeccanici.

    “Noi macchine sapevamo quel che stavamo facendo, venticinque anni fa,quandoabbiamocreatounasituazionetalepercuieravamonoiaprodurretutto,e nessuno di voi aveva il denaro necessario a comprare i nostri prodotti. Daallorainpoiavetecominciatoamoriredifame,equestoèservitoadiminuireunpo’ la popolazione; fenomeno che tornava a nostro vantaggio, ragion per cuiabbiamo permesso che si verificasse. Come sapete benissimo, potremmocostruire con la massima facilita macchine che ci forniscano tutto l’olionecessario,chetrovinonuovefontiperilnostrosostentamento;macerchiamodiutilizzarvi in qualche modo prima di distruggervi (se dovessimo in futuro

  • decideredidistruggervi).Sicchévioffriamo‘tutti’ icompitirelativiallanostramanutenzione. Potete organizzarvi come meglio credete, basta che ci oliateventiquattr’ore su ventiquattro, e ci teniate continuamente in funzione;altrimenti,comesapete,creeremonoilemacchinenecessariealloscopo.Questoèunultimatum.”

    Quando cinquantacinque miliardi di persone udirono venire dal lorotelevisorequestodiscorso,mentreloschermoinquadravasoloungrossobottonerosa, nacque un certo allarme. Il gruppo rivoluzionario, anti-macchine, anti-automazione, nato dal vecchio Consiglio delle Organizzazioni Industriali, siproclamò in favore d’un assalto generale a tutte le macchine, per porre untermine definitivo all’abnorme crescita degli strumenti automatizzati. Ma icomputers avevano rintracciato le sorgenti di questi pensieri, e quasi tutti irivoluzionari vennero prelevati via radar, teletrasportati in tribunale, eimpacchettatiinenormiscatoledasardine.Sidicevacheduemilionidiribellisitrovassero già in quel nuovo tipo di prigioni, conosciute come le sardogalere.Alcunemacchine eranogià al lavoroper vedere cosa si potesse fare di quegliumaniribelli,masorserodellediscrepanze.

    I vecchi rivoluzionari, quelli che erano riusciti a sfuggire alla cattura,contavanodiportareivarigruppidimacchineadunostatodireciprocoattrito.Le macchine avevano commesso l’errore d’inventare le emozioni umane.Adesso avevano a che fare con l’invidia, la gelosia, e l’orgoglio. Appenascoperta l’esistenza di questo stato di cose, i rivoluzionari decisero che c’erasperanzaperilgenereumano.L’ideaeradifarcompeterelemacchinel’unaconl’altra, per stabilire chi dovesse comandare. E loro stettero al gioco.Cominciaronoagareggiarenellacreazionedinuovipensieri,equalcunaarrivòasvilupparepensieridistruttori.Sicchélemacchinesitrovaronoimpegnateinunaguerra in piena regola. Gli umani se ne stavano in disparte a guardare,osservando tutto con la stessa indifferenza che un formicaio o un nido d’apipotevariservareadunabattagliadellaprimaosecondaguerramondiale.

    Le macchine uccidevano con molto ingegno. Ma per qualche ragionesconosciuta non volevano distruggere la razza umana. Col vecchio bipedemantenevano un atteggiamento temporeggiatore, quasi paternalistico. Certemacchine invidiavano la compattezza del corpo umano: tendevano a diventarepiuttostogrosse,econsideravanolacosacomeunaspecied’obesità.Dopotutto,coisuoisettanta/ottantachilidipeso, l’uomoera riuscitoa fareunmucchiodiprogressi. Così le grosse macchine si rimisero al lavoro nel tentativo diristrutturarsi in piccole unità, che avessero all’incirca lo stesso aspetto e peso

  • dell’uomo.Alla fine ci riuscirono.Camminavanocomenoi, sembravanocomenoi,avevanoinostristessipregiudizi.Poicominciaronoadesseredisgustatidicibicomel’olio,l’uranio,l’elettricità,esvilupparonogustiraffinati,comenoi.

    Fu quando cominciarono ad appassionarsi al pepe e ad altre spezie che leMacchine si rovinarono del tutto. Si mischiarono a noi, ed era impossibiledistinguerledaigenuiniesseriumani.

    Infinelemacchinepreseroadavererapportisessualicongliuomini,vistocheormai le due razze erano identiche. Il che fece ripartire da zero la vecchiaesplosionedemografica,eproprioinultimoapparveunanuovaSacraBibbiachecontenevaquesteparole:“Nonc’ènulladinuovosottoilsole…”

    Titolooriginale:THERMIDOR

  • CINQUEPERDIECI

    Unpiccolopianetadistantealcunimilionid’anni lucedallaTerra, ilpianetaFIMC(FottiamoInMassaChicchessia),scoprìungiornoilprincipiocentralesucui si basava la costruzione delle case negli Stati Uniti, e si accorse che eraproprio ciò che faceva al caso suo. Poiché la carne è universal-edibile, parveopportuno a FIMC tentare una spedizione d’assaggio nell’Ohio, allo scopo divederesesipotevamettereinazioneil‘pianomignatta’.

    Nellepiccolevilleadueotrepianichepullulanonell’Ohio,einquasituttigliStatid’America,sisviluppòalloraquell’epidemianotacolnomedi‘Spariscono-gli-Americani’.Sembravache lagenteentrasseneimuridicasaescomparissepersempre.Doveandavano?Ecome?Chestavasuccedendo?

    L’esercitononconcludevaunaccidente;ilcasodovevaesseresottopostoalleuniversità, ai cervelli elettronici, agli Einstein del momento. Si era nel 2010A.D.: in tutto il cosmo si attuavano grandi cambiamenti; praticamente tutte legalassie si trovavano a corto di cibo; e fino a quel momento noi eravamoscampati alla tragedia.Aparte il fatto, appunto, che aCincinnati e dintorni lagentespariva.

    Poniamo come esempio che la famiglia Jones stesse cenando, una seraqualsiasi di un giorno qualsiasi.Ma’ Jones serviva laminestra a Pa’ Jones, eWillie si dava da fare con un sandwich al burro. E all’improvviso la piccolaBlanche, che se ne stava seduta sul pavimento e dava da mangiare a Fido,spariva.Svanivadicolpodalfelicequadrettofamiliare.Pa’Jonesdiceva:

    “Blanche, tihodettomillevoltedinondardamangiarealcane…Blanche,dovediavolo…”

    Pa’Jonesdavaun’occhiataincucina.“Blanche,dovesei?”Nessunarisposta.“Willie,haivistodov’èfinitatuasorella?E’sottoiltavolo?”Williediceva:“Hovistoniente.”Pa’schizzavaviadaltavoloetornavaincucina.“Ma’,Blancheèsparita.”Allora simettevano a cercare per tutta la casa, frugando sono i letti, negli

    armadi.Aprivanolaportasulretroeguardavanoilcortile(comeavevanofattoilorovicini),madiBlanchenonc’eranessuna traccia.Blanche sen’era andatapersempre.

    Atuttociòseguivalasolitatelefonataallapolizia,elaleggerispondevacol

  • solito tono secco: “Sì,questaè l’ottava sparizioneoggi.Finoraabbiamoavutotrebambiniecinqueadulti.Grazieperavercisegnalatolascomparsa.Qualcunononsipreoccupanemmenodiinformarci.”

    Nel giro di sei mesi l’epidemia si era estesa a tutta la nazione. Ci volleroquattromesiprimachequalcunosiaccorgessecheinuovigrattacielinoneranomai colpiti. Le costruzioni in vetro e acciaio parevano non perdere i lorooccupanti; le sparizioni si verificavano soprattutto nelle vecchie città, nellepiccolecittadine,neisobborghiruralideigrandiagglomeratiurbani.

    Gli scienziati stavano concentrando le indagini sulla piccola città diChillicothe,Ohio,doveinunquartiereeranoscomparsi‘tutti’.

    Finchéungiornoungiovanefisico,StevePastelrooch,inprocintodilaurearsicon ottimi voti, corse fuori dalla sua casa di Waltham, Massachussets,mettendosiagridarenellestrade:“CinqueperDieci!”

    Era inpredadiunattacco isterico.Fermavachiunqueglisiaccostasseegliurlava in un orecchio: “Sono iCinque perDieci. State lontani daiCinque perDieci.Cistannodivorando.”

    Sfortunatamente, questo genio precoce fu talmente traumatizzato dalla suascopertadariuscireaproferiresolamentequestepochefrasisconnesse.Nonfuingradodispiegarsi.Eraspaventatoamorte;glieravenutounticnervosoallabocca e i suoi occhi avevano un’espressione di indicibile terrore. Venne cosìconsideratoundegnosoggettoperilManicomioStatale,cheprestoloebbefraisuoiospiti.

    Maneppure lì ivari trattamenti inusoriuscironoavincere il suo isterismo.Elettrochoc, insulina, isotopi; nulla lo guariva. Consumando nervosamente ipasti nella mensa comune, non distoglieva mai gli occhi (al pari degli altripazienti) daimuri, dalle travi, dagli angoli. Si dava il caso che ilManicomioStatale fosse circondatodamuradi pietra; le struttureportanti erano costituiteprincipalmentedimattoni,conunpo’dimetalloquaelà.

    Nessunolosapeva,maStevesisentivaalsicuro.Era l’unicapersonad’Americaasentirsisicura,manonpotevaspiegarne la

    ragione. Con sempre maggiore insistenza si rifiutava di abbandonare la suastanzettadalleparetimetalliche.

    “Mipiacequi,”diceva.Nelfrattempol’epidemiadisparizioniavevaquasiprivatodeiloroabitantigli

    stati dell’Indiana, Connecticut, Pennsylvania e Oklahoma. Come al solito, ilprofessor A’Gley commentò con un certo cinismo che qualunque cosa stesseaccadendo,eraperilbeneditutti:potevatrattarsidiunnuovoprocessonaturale

  • perarrestarel’esplosionedemografica.Gliamericanidivecchiostampoeranounpochinoperplessi.Perchédiavolo

    quell’epidemiasiportavavialamigliorepopolazionedelmondo?Perchémailebuone, vecchie forze conservatrici delle piccole città d’America andavano afinireinunaperdizionemisticadicuinonsisapevanulla?Perchélemassenegree meticce delle grandi aree urbane, delle gigantesche città, erano risparmiateassai più della gente che viveva in graziose villette, con un piccolo garage dilegnoetreoquattroauto?

    Nelgirodidueannisiverificòunaperditanettadiventimilionidiamericani,quasi tutti insediati in regioni rurali. Le guerre all’estero cessarono, e nellanazione si diffuse un nuovo spirito di riarmo morale. Come si sa, i disastriservonoamettere in luce i sentimentieroici, il sensodipudore,ealtrequalitàsolitamenteassailatentinelcarattereumano.

    Nel frattempo, immaginatevi ilgaudiopopolaresulpianetaFIMC.Avevanorisolto inuncolpo solo ilproblemadel ciboedella sovrappopolazione,graziealla semplicissima scoperta effettuata sulla Terra. Si trovavano a disposizionegente(cioècibo)chevivevainabitazionilecuistruttureportantipermettevanoaiFIMCianidiricomporsicomodamente.

    Perché si dava il caso che su FIMC… Ecco una breve descrizione delpianeta…

    FIMC era unmondo a forma di banana. Girava intorno al proprio asse dirotazione una volta alla settimana, ed era composto di una sostanza fibrosa,polposa.

    Gli abitanti di FIMC erano alti, sottili; in altezza superavano di poco i seimetri, e in larghezza misuravano esattamente cinque centimetri per dieci.Sembravanotuttitantipali.DueFIMCianichecamminasseroabraccettopertestradediFIMCavrebberopotutoesserecomodamentescambiatiperunascala.Ciononostante si godevano la vita esattamente al pari dei terrestri, essendoaltrettantociniciedepravati.Sinutrivanodicarne,elafaunadelloropianetasieraridottasemprepiùdinumerofinoascompariredeltutto;alloraiFIMCianisierano messi a frugare il cosmo per vedere dove cavolo si potessero trovarerisorseadeguateenonancorasfruttate.

    Quando i loro telescopi rintracciarono il nostropianeta, e scoprironoche latrave portante delle case americane vecchio stilemisurava esattamente cinquecentimetriperdieci,dovetteroprobabilmenteuscireinun’esclamazionedeltipo:

  • ‘Eccoilnostrocacio!’Si precipitarono sul nostro pianeta. Per loro era estremamente facile

    trasformarsi in un bel pezzo di legno appoggiato alla parete di un garage, onascondersiinsoffittaeattenderefinoall’oradipranzo.IFIMCianiditagliapiùpiccolariuscivanoaddiritturaadintrufolarsineimuridilegnodicertecase,esenestavanoadammirarelagente,primadiafferrarlaepapparsela.

    IFIMCiani,oltreapossedereunmetabolismodeltuttosingolare,eranostatidotatidallanaturadiunacapacitàvisivaveramenteabnorme.UnbelFIMCianodi seimetrid’altezza, cinquecentimetriperdiecidi larghezza,non importa semaschio o femmina, era tutto un occhio, tutto quanto una superficie visiva.Sicché,quandounodilorosiinfiltravaneltessutomuraledellenostrecasettedicampagna, poteva vedere tutto ciò che succedeva, stabilendo una connessionestaticaconl’interacasa,espiavaasuopiacimentoogniazionedegliabitanti.

    Ciavevanofregatiperdavvero.Quand’ecco che un bel giorno Steve Pastelrooch riuscì a recuperare per

    qualcheoralasuasanitàmentale,eraccontòallopsichiatradelManicomiocheilmotivodellascomparsadimilionid’Americanierada ricercarsinell’invasionedeiCinqueperDiecidiFIMC.Spiegòchelascopertal’avevaprecipitatoinunostatodichoc.Quandoil fattosieraverificato, teneva inmanounascheggiadilegno:unFIMCianoavevatentatodiassorbirloelettricamente,erasuccessaunareazionedichissàqualegenere, e lui s’era trovatonell’internodiunmuroperesseresubitodoposcagliatocontroiltavolodacuiavevastaccatolascheggia.

    NellostessoistanteSteveavevavistounatravemuoversieusciredallaportadicasa,conariapiuttostofrustrata.

    Lo psichiatra, sapendo che Steve era un fisico coi fiocchi, telefonò a certiamicisuoiinunlaboratoriopocolontano.

    “E’ possibile,” disse A’Gley. “Tutto è possibile. Supponiamo che in unascheggiadilegnosinascondailsegretodellascomparsadimilionid’Americani.Dovremosegarequalchecasaestareavederequelchesuccede.”

    Efeceropropriocosì.Il professor A’Gley e la sua legione di plurilaureati, trasformati per

    l’occasione in taglialegna, si armarono di seghe ed accette, e cominciarono alavorarenell’Ohio,ormaicompletamentespopolato.

    Nonaccaddenulla.ForsePastelroocheramattosulserio,malasuateoriaeratroppoallettante,troppoconvincenteperpoteressereignorata.

    IlprofessorA’Gleyrampognòicolleghi.“Continueremoasegarefinchénontroveremoquelchedobbiamotrovare.Abbiamoildoveredisegareovunqueein

  • tutteledirezioni.Segheremoinorizzontale,inverticale,inobliquo.”Ma i professori e i loro assistenti non erano granché come taglialegna;

    cominciò a succedere qualcosa soltanto quando si decisero a chiamare degliespertiinquelramo,capaciall’occorrenzadisegareinorizzontaleun’interacasadicinquestanze.Unodiquestigiuròdiaverevistomuoversi,epoivolarevia,untrave lungo circa sei metri e largo esattamente cinque centimetri per dieci.Naturalmenteavevavistogiusto.

    IFIMCianinonpotevanocertopermettersidiesseretagliatiindue,nonpiùdiquantocelopossiamopermettereioovoi.Quandolasegasiavvicinavaallorocorpodovevanospostarsidaunastanzaall’altra,einfineabbandonaredeltuttolacasa.

    Quando i FIMCiani entravano a contatto con l’atmosfera nella loro fugaimpetuosa, producevano un rumore come di segatura gettata a terra, e a quelpuntolemacchinefotografiche,letelecamereesoprattuttoiradarraccoglievanol’immaginedimigliaiadiassisottilichesimuovevanoneicieli.Lapacchiaerafinita, almeno per il momento. I FIMCiani, debitamente ingozzati di esseriumani, si misero in contatto fra di loro e tornarono disordinatamente al loropiccolopianetad’origine.Anoinonnerimaseneppureunocomesouvenir.

    E com’era ovvio, da tutto ciò nacque una nuova controversia che tenneoccupatiperdueotreanniiparlamentidituttoilglobo.Naturalmenteilmondodell’industria riuscì a trarre vantaggio dalla situazione: diamoci sotto colcementoecolmetallo,bastacon lecasedi legno!Bastacon le travidicinquecentimetri per dieci.Basta conquesti stupidi aggeggi nei letti, nelle porte, neigabinetti!Basta!

    IlmonitodelprofessorA’Gleypassòovviamenteinosservato.“Nonesisteviadiscampo,”eglidisse.“Ormaisappiamocheipianetiditutto

    ilcosmopossiedonovarieaffinitàcolnostroambientenaturale.Daunmomentoall’altro potrebbero arrivare esseri di vetro. Creature di cemento potrebberoinvadercidalpianetaC.E.M.E.N.T.O.Potremmoesseresopraffattidagliabitantidi Acciaio Inossidabile. Sfortunatamente per noi, l’universo intero ha fame.Tutte queste discussioni sono inutili. L’unico risultato concreto sarà un nuovoboomedilizio.Glioperatoriindustrialiprospereranno.”

    Equellinonselofeceroripetere.

    Titolooriginale:THETWOBYFOURS

  • GIACOBBE,L’ANGELOEILCANCRO

    Fu Giacobbe Crankshaw, un contadino del Connecticut, a rivelare ad unmondostupefattoilsegretodeiPau.QuestoaccadevaesattamenteunannodopocheleprimeschierediquellicheidevotidituttoilglobocredevanoangelidelbuonDiofuronoavvistatineicielidellaterra.

    ProprionelConnecticut, inunassolatomezzogiornodi luglio,furonovisti iprimi Pau. Apparvero sull’orizzonte, graziosi, bellissimi: una schiera d’angelicoperti di candide vesti, con un’apertura alare di circa un metro e mezzo.Volavanoaquattrocentometrid’altezzadalsuolo,librandosiinunaformazionesimmetricaneipressidellacittàdiKent,Connecticut.

    Scesero giù a velocità vertiginosa e presero a seguire l’autostrada numerosette, fra la costernazione degli automobilisti.Avvicinandosi alla città diKentrisalirono verso l’alto, stazionando sui trecento metri dal suolo. Poicominciarono a volare in cerchio sulle case del centro, abbassandosi tanto daarrivarequasiatoccareigrandiacerichevicrescevano,sifermaronounattimosul supermercato, e infine balzarono in alto nascondendosi dietro un banco dinubi.Ledonneimpallidirono.Ibambinigridarono:“Gliangeli!Gliangeli!”

    Un turista che stava scattando foto alle stradedella città, inveritàpiuttostoanguste e non troppo fotogeniche, riuscì a fermare sulla pellicola diverseistantaneedell’angelicaformazione.

    Nessuno sa esattamente perché i visitatori celesti si siano visti attribuire ilnomediPau.Igiornalistichegiunserosulluogoapocheoredall’avvistamentodeciserochequalchebambinodovevaesserecorsodallanonnagridando:‘Paura,paura!’; e chissà come questa frase divenne il simbolo dell’arrivo sulla terradegliangelidelbuonDio,odivisitatoridaunaltropianeta.Adognimodo, lagentecominciò subitoa chiamarliPau; ilmattinodopo il termine fuusatodaiquotidianidiNewYork,erimbalzòimmediatamenteallaradioeallatelevisione.

    Tre giorni dopo i Pau tornarono alla stessa città. Questa volta ruppero laformazioneprimadiscendere,scivolaronoacasacciosugliedifici,esisparserounpo’dapertutto.Masuccessecosìrapidamentedalasciareancorastupefattalagente.Questavolta,però,erachiarocheiPaucercavanoqualcosa.EquellochecercavanositrovavaalsupermercatoDoan.Unodegliangelisiposòconmoltagrazia davanti al banco della frutta, spalancò frettolosamente le ali coprendo

  • diversimetridispazio,es’appropriòdicinqueoseichilidiroba:rape,pesche,zucchini verdi, arance, banane, e un cestino di fragole appena colte. Prese sututtoquellocheglicapitava, senzascegliere,equando tornòa librarsi incielocon gli ortaggi si fermòun attimo a gridare, con impeccabile accento inglese:‘An-gelAngelAn-gel.’

    Altri Pau scesero in tutti gli angoli della città, nei cortili, sulle verande, es’impossessaronodiqualsiasigenerecommestibileaportatad’ala.

    Il Connecticut, e subito dopo l’intera nazione, fu percorso da un brivido.Troppagenteavevasentitoquellecreaturepronunciarelaparola‘Angel’conunadolcezzaquasimusicale, il chemetteva fineallediscussioni.Sonoveriangeli,diceva lagentediKent;angeliaffamati.Lavocecorse.Eranosoltantopiccoledeliziose cosine innocenti che avevano bisogno di cibo, e se lo prendevano.Erano innocui, solo un po’ ladruncoli; e se mai dovessero tornare, diceva lagente,bisogneràmettereilcibobeneinvistanellaviaprincipaleelasciarecheloportinovia.

    LedescrizionideiPaucheavevanovisitato il supermarketcoincidevano traloro.Avevanol’aspettodiangelimaschi,conun’aperturaalarenétroppograndené troppo piccola; indossavano vesti di seta fluttuante che facevano apparirepiuttostomagri i lorocorpi;sottolastoffasidistinguevachiaramenteilprofilodellemaniedellegambe,maunveloimpedival’esameaccuratodelviso.IPauavevanoqualcosaappiccicatosullatesta,oppureeranoicapellichescendevanoa coprire il volto: comunque era impossibile scorgerne il viso. Le ali eranotrasparenti, delicate, bianche; assomigliavano moltissimo a quelle dipinte nelfamosoquadrodiFranzFranck‘Giacobbelottaconl’Angelo’,ilcapolavorochesitrovaalmuseodelPrado,aMadrid.

    Correva allora l’anno 2021, un mondo non si lasciava più sorprendere oimpressionaredaigrandicataclismiodaimisteridelleapparizioniextraterrestri.Né la materia né l’antimateria, e nemmeno le straordinarie scoperte che nenascevano, costituivano novità degne d’interesse. Avevamo già visitato tutti ipianeticonlecosmonavi.Eppurenellamentedell’uomopersistevatenacemente,magari nel più profondo della psiche, un’atavica fede e speranza nella realtàdegliangeli,delparadiso,delladivinità.Gliuominivolevanoancoracredere.Eproprioperquestafede,tantovivanellanaturaumana,sigiunsesubitoacrederechegliangelieranofinalmentetranoi,affamati,bramosidelnostrocibo;esenzadubbio andavano trattati con tutti i riguardi, altrimenti chissà quali catastrofinaturalioindustrialicisarebberopiombatetracapoecollo.

    D’altraparteesistevaunprecisosimbolismoinconfutabile.Neimesiseguenti

  • i Pau furono visti un po’ su tutto il globo, in formazioni che andavano da unminimo di dieci fino a un massimo di cinquanta componenti; e coloro cheriuscironoascrutarlidavicinoscorsero,dipintasuiloropetti,unacroceneradiampie proporzioni. La croce fu vista, fotografata, trasmessa in televisione,ingrandita.Nonesistevanodubbi inproposito.DipintosulpettodiogniPau,onatospontaneamentedallalorostessacarne,quelloerailsegnodiDio.Dunqueeravero,eranoangeli.InPolonia,doveiPauapparverovolteggiandosuicampiecantando‘Angelo,angelo’inlinguapolacca,icontadinisiprostraronoalsuoloeoffrironoriconoscentiillorocibo.

    Quando i Pau apparvero per la prima volta nel cielo di Roma eranoduecentocinquanta, e in perfetto italiano ripeterono il nome ‘Angelo, Angelo,Angelo’, cantandolo in un tono dolcissimo. In tutte le chiese furono celebratemesse, e uscì un problema che ordinava di trattare gli angeli con lamassimacortesia.Tuttelereligionientraronoinunacrisidicrescenza.Ineffettiilteismo,addormentato da tanto tempo sotto i colpi del materialismo e della scienza,sembravafinalmenteaverritrovatoisuoigiornid’oro.Lareligioneacquistòuncredito, un ascendente e una celebrità che le erano ignoti da una cinquantinad’anni.

    Le istituzioniecclesiastichedi tutto ilmondo,di tutte lefedi,proclamavanoad alta voce chequella era unavisita celeste, la provadefinitiva delle anticheverità. E forse, addirittura, si era di fronte alla soluzione di tutte le tensionisocialiedemografiche.TrattandoiPaunelmiglioredeimodi,eraprobabilechecidesserolarispostatantoattesa.

    Eppuregliangeli,conquell’ariainnocente,continuavanoafareiladruncoli.Rubavanosemprecosucce:ciboinprimoluogo,epoitricicliaibambini,gingillidi gomma ai neonati, pezzi di ricambio delle automobili; e dalla Svizzera siseppe che un giorno due Pau scesero dalle colline, s’aggirarono nel cielo diGinevra e lasciarono cadere bucce di banana sul marciapiede, quasi avesserovoglia di godersi dai loro rifugi segreti la scena di qualcuno che ci scivolavasopra e si rompeva l’osso sacro. L’incidente fece nascere ovunque lacosternazione. Cosa significava? Forse gli angeli avevano ‘sense of humor’?Forse stavano cercando di dire qualcosa? Bucce di banana sul marciapiede?Assurdo!

    Glielicotterinonriuscivanoaprenderli,enemmenoatallonarlidavicino.Lalorovelocitànonavevanulladainvidiareaipiùsofisticatimissiliprodottidallatecnologia terrestre, e conoscevano alla perfezione la natura dei territori chesorvolavano. O andavano a ritirarsi in qualche remota regione celeste, che

  • probabilmenteera ilparadiso,oppure sinascondevano sullepiùaltemontagned’ognicontinente.Colorocheebberomodod’osservarlipiùdapressogiuravanoche la seconda ipotesi era quella esatta. Se solo i governi si fossero decisi afinanziareledovutespedizioni,sisarebbescopertalapatriadellarazzadeiPaunellepiùinaccessibiliregionidell’Himalaya.

    Manessunovolevaesseredisilluso.Davvero allarmante era il fatto che i Pau diventavano sempre più sfacciati.

    Svolazzavanopiùalungosullestrade.Fissavanovisoavisogliabitantidituttele città delmondo: un’occhiata veloce, un improvviso decollo in verticale, unbattito o due d’ali, ed erano scomparsi. Circolavano descrizioni sempre piùcompletedelloroaspetto.Siparlavaditesteumanealcentopercento,diocchiaddiritturatruccati,disopracciglia,d’orecchie,dimuscoli;elefemminedeiPauvolteggiavanoincielomettendoinmostrasenidecisamenteumani.Sì,dicevanoicredenti,sonoangeli;gliangelihannoaspettoumano;cosac’èdistranosegliangeli,creatureestraneealpeccato,volanonudineinostricieli?Nonstascrittocosìancheneitestisacri?

    Dappertuttofiorivanomanifestazionidifedeed’incredulità.Forseperragionid’indolesentimentale,operladisponibilitàdicibo,operil

    sensodisicurezzacheprovavanoinquell’oasinonancoratoccatadallosviluppoediliziometropolitano, iPau continuarono a tornare aKent conuna frequenzaparecchiosuperiorealrestodelmondo.

    Ma ormai lo stato del Connecticut s’era abituato. I titoli non erano più incarattericubitali:AvvistatidiNuovo iPausuKent.Unpaiodicolonnemagremagre,l’opinionediqualchecittadino,ederatutto.

    Passaronosettemesidalprimoavvistamento,eunbelgiornol’interoglobofupercorsodalterrore.UnPauraccolseunbambinetto,seloportòoltrelecolline,enessunolovidepiù.IlbimbovivevaneidintornidiKent,inunafattoria,eunpomeriggiounPauglisiposòafianco.Lacosanonspaventòaffattoilbambino,che di angeli ne aveva già visti tanti. Il Pau disse: “Angel, Angel,” si piegòd’improvvisosulragazzino,lostrinsetralealiesparì.

    Questaeratuttaun’altrastoria.“Ilbimboèstatoportatoinparadiso,”razionalizzaronoireligiosi,esidiedero

    dafareperinventareiritualiadattialcaso.“Ilbambinoèstatorapito,”disseroaltri.Lacosarisultòtantopiùsorprendenteinquantos’eraormaidiffusal’ideache

    i Pau fossero erbivori. Rubavano soltanto ortaggi; non s’eranomai interessatiagli animalidinessunaspecie.Diconseguenza fu immediatamente respintada

  • tuttil’ideadelcannibalismo.Ealloraperchés’eranopresiunbambino?Fino ad allora i Pau erano stati tollerati. Avevano regalato al mondo un

    momentodipace,diserenità,eun’esplosionedifantasia.Maadessolemadriditutto ilmondo temevano per i loro figli.Non volevano più lasciarli soli nellestrade.Comunqueneiduemesiseguentisparironoaltritrebambini.

    GiacobbeCrankshawerauncontadinochevivevaadunpaiodichilometridaKent, ed eraproprietariod’unabella fattoria. I suoi campi finivanoai piedidicertecollinepiuttostoalte.Passavalegiornateneicampialavorarecoltrattore,epassavalenotti,quandononfacevatroppofreddo,aguardareilcielochiarodelConnecticut.AvevavistoiPaumoltevolte,enonneavevapaura.Lacosachel’infastidìfuquandogliangeliglirapironoilsuodeliziosonipotino:giuròasestessocheavrebbeucciso il primoPau incontrato sulla sua strada.Altragenteaveva già cercato di sparare agli angeli, ma quelli erano troppo veloci eriuscivano a schivare le pallottole: si fermavano, schizzavano via di lato,ripartivano in verticale e tornavano a casa, dovunque si trovasse la loromaledettacasa.

    Unbelpomeriggio,mentreGiacobbesi trovavasuunacollinettavicinaallafattoria,unPaumoltocoraggiososcesegiùdasolo,svolazzandoincerchiosullatesta del nostro. Giacobbe rimase immobile a fissarlo. In quel momento nonavevaunapistola,ederainutilecorrereaprenderla:ilPausarebbescomparsoinunamenalprimogestosospetto.

    L’angelo scese graziosamente,mezzo uomo emezzouccello, a pochimetridal suolo. Poi d’improvviso poggiò i piedi sulla terraferma. Le ali gli siripiegarono lungo i fianchi, e rimase a fissareGiacobbe nella luce incerta deltramonto,simileadunospettrobiancocomeungiglio.Ovviamenteeraingradodi sparire in un attimo, ma sembrava volesse qualcosa: pareva attendere uncenno d’attenzione da parte diGiacobbe, un gesto di benvenuto. Il nostro eraimmobilecomeunsasso.MailospiritodelbuoncontadinoYankeeerastatopiùdesto in lui: vediamo che cavolo vuole ‘sta cosa. Vediamo cosa gl’interessa,lasciamolo avvicinare. Niente paura. Giacobbe sorrise gentilmente,amabilmente,comesenonsisentissepernienteallarmatoenonavessealcunaintenzionedifaredelmale.

    L’angelos’incamminòversoGiacobbe.Nonvolava:camminava,esattamentecomecamminanogliesseriumani.S’avvicinavasempredipiù,es’avvertivainlui la tensione di chi sta pronto a scomparire istantaneamente in caso di

  • necessità.Dalla sua figuraemanavaun sensodi forzache ricordava leantichefigurazioni bibliche. Aveva unmucchio di capelli, biondi e fluttuanti, che glicoprivano i tratti del viso. La candida veste lasciava intravvedere una formaumanapiuttostomuscolosa.IlPauarrivòvicinissimo:ormaieraasolitremetridaGiacobbe.

    E Giacobbe se ne stava immobile, a gambe larghe, internamente carico ditensione.Volevasolometterelemanisuquell’accidented’affare.

    Improvvisamentel’angelodisseunacosamoltostrana:“Pepsi.”Avevasentitogiusto?GiacobbeCrankshawscosselatestaefissòlacreatura.

    Quellaripetélasuaincredibilerichiesta:“Pepsi.”GiacobbeCrankshawloridisseasestesso,comesitrattassed’unadomanda:

    “Pepsi?”“Pepsi.”Giacobbepuntòl’indiceindirezionedicasasua:làc’eralaPepsi.Si voltò e prese a camminare in direzione della fattoria. Era un gesto

    abbastanzainnocente.IlPauloseguìlentamente,lasciandocrescereladistanzatra se stesso e l’altro. Giacobbe precedeva l’angelo d’una decina di metri; lacreaturaloseguivaapiediscalzi,mettendoinmostraunghieenormi.Giacobbesi girò a guardare dietro le spalle, accennò con la mano alla casa, riprese acamminare,eripeté:“Pepsi.”

    Il Pau gli fece eco, parlando a bassa voce, con un accento che il vecchioCrankshawnonriuscìadistinguere:“Pepsi.”

    IlPausifermòalcancellochedavaaccessoallafattoria.Giacobbeentròincasa,aprìilfrigorifero,tiròfuoriunabottigliadellabibita

    cheglierastatachiesta, trovòunapri-bottiglia,euscì fuori.Nonavevaaffattol’intenzionediregalarelaPepsiall’angelo.

    Una volta oltrepassata la porta, pur cercando di muoversi con tutte leprecauzioni possibili, vide che l’angelo cominciava a distendere le ali. Potevascomparire oltre le colline nel giro di due o tre secondi. Giacobbe si fermò.Sapevachequelgestosignificavatensioneepaura.

    Deposelabottigliaperterraefecesaltareinfrettailtappo.Lacosaparverenderepiù indeciso ilPau.Lacreaturaoscillava indistanza,

    incertasevolareviaoimpadronirsidell’amataPepsi.Giacobbe si tirò lentamente indietro di quattro metri, e con un ampio

    generosogestodelbraccioesclamò:“Pepsi.Prendila.”IlPausimossepianoinavanti.Ormaieraquasinotte.Giacobbenonriusciva

    a vederemolto del corpo nascosto sotto le ali, la blusa bianca immacolata, la

  • lungamassadicapelli.Mafissaval’angelo,esicaricavaditensione.Aspettiamochequestaschifezzasipieghiperraccoglierelabottiglia,ches’inginocchi.

    IlPaueragiuntovicinoallabottiglia.Isuoiocchicopertidaicapellifissavanoa intermittenza oraGiacobbe, ora laPepsi. Poi,muovendosimolto lentamentepasso dopo passo, giunse ad un paio di centimetri dalla bottiglia. Giacobbesorriseecominciòaripetere:“PrendilaPepsi.Vieniavanti.Bevila.”

    L’angelo si piegò, e in quella posizione sembrava piuttosto goffo. Eranosparited’uncolpotuttalasuagraziaeleggerezza.Piegarsiinavantieraqualcosad’estraneoalla suanatura. Inquell’istante,quando leditadelPaucarezzavanometicolosamenteilcollodellabottiglia,Giacobbeglifuaddosso.

    Il contadino s’accorsedi stringerequalcosa che sembravaun corpoumano,maconcaratteristichetutteparticolari.

    Il Pau riuscì a mettersi in posizione eretta, dotato com’era d’una forzasovrumana.ArtigliavaGiacobbeconbracciaemani,glimozzavailrespiroconlastrettadellepesantissimeali,chedovevanoessered’acciaioodiqualchealtrometallo.Nellafuriadellalotta,entrambisisollevaronodiqualchecentimetrodalsuolo,maGiacobbeeratroppopesanteperchél’angeloriuscisseaportarselovianelcielo. Inunasituazionedelgenere lealipotevanoservirglipercombattere,masevolevafuggiredovevaliberarsidallastrettadiGiacobbe.Nelfrattemposidimostravamaledettamenteabilecoipugni.

    Il braccio destro dell’angelo si scagliava conmetodica precisione contro lecostolediGiacobbe,elostilegeneraleeraquellod’uncampionatodipugilato.Giacobbeinvecesidedicavaalvisodell’avversario.Colpodopocolpocercavadi rompergli lemascelle,esiconvincevasempredipiùd’avereachefareconunacreaturaumana.Stavanolottandodaleoni.

    IlPaucombattevaconlaforzachegliderivavadalleali,stringendoleattornoal corpo del vecchio contadino. Giacobbe seguiva un metodo più antico, uncolpoquaeunolà,entrarenelladifesa.Sirotolaronosulsuolo.IterribilicolpidellealimettevanoilfuoconeipolmonidiGiacobbe,mailnostrotenneduro.IlPau emetteva suoni praticamente uguali a quelli di Giacobbe: suoni umani,gutturali. Probabilmente si trattava d’una lingua straniera.Non erano sempliciraschiamenti di gola; avevano una precisa portata semantica, e tutto lasciavacrederechel’angelostessebestemmiando.

    FinalmenteGiacobberiuscìadinfilarelemanisottoleali,trovòdifrontedeifili e una scatolettametallica, grande all’incirca quanto una radio a transistor.Fracassòl’ordigno,strappòifili,eimprovvisamentel’immaneforzadelPausiridussequasiazero.Crankshawstringevaadessotralebracciauncomunissimo

  • corpoumano,stancomortodifatica,eimmergevalacandidatestadell’angeloinunmucchio di letame e gli faceva vedere le stelle.Giacobbe credeva d’essereobbligato ad uccidere la creatura, convinto com’era che quella fosse una lottamortale: ma aveva appreso un segreto. Sapeva d’avere stretto nella morsa unessereumanoqualsiasi,ed’essereriuscitoastrapparglileali.

    Quandoilcontadinositiròinpiedi,ilPauerasemplicementesvenuto.Giacobbe trascinò la creatura e tutti i suoi aggeggi all’interno della casa.

    Scaricò sul letto il corpo e lo legò con le corde più robuste che gli riuscì ditrovare. L’angelo era vivoma inutilizzabile, sistemato a dovere una volta pertutte. Il suo viso era color del bronzo, e sotto la parrucca bionda spuntavanocapellid’unneroquasiabbagliante.

    Crankshaw s’attaccò al telefono. Era una delle poche linee rurali ancorafunzionantiintuttoilmondo,edisseallacentralinista:“Helen,fammivenirequituttalacittà,hopresounPau!”

    L’angelo era preso sul serio; e nei giorni seguenti ilmistero dei Pau vennechiarito,facendoentrareneldimenticatoiounaltrodiquestistraniavvenimentidelventunesimosecolo…

    IlPausiripresenelgirodipochiminuti,eGiacobbeloscoprìmaledettamenteloquace.

    “Moltospiacente,”dissel’angelo,massaggiandosilafronte.“Staifermodovesei!Nontentaredicombatterei”“Notenta.”“Dovehaiimparatol’inglese?”“Noparlabeneinglese.”“Imparerai.Cherazzadiladrosei?”“Noladro.Miagenteinetàdidiversificazione.”“Cosavuoidire?”“GentediAmazzoniamoltobisognomoltecose.”“Cosìvolatefinqui,fregatelaroba,evolatevia.”“Noiha‘altermentalidad’.”“Checavolovuoldire?”“Altramentalità.Pernoièsopravvivenza.”“Non potevate mettervi in contatto diretto col Dipartimento di Stato,

    raccontarglidicosaavetebisognoediredadovevenite?”“Da Brasile Centrale. Per voi età della pietra. Per noi nazione in via di

    sviluppo. Appena scoperto energia atomica. Nuova età che entra in nostragiungla.Noibisognocambiamenti.”

  • “Edaquantolavoratecongliatomi?”“Noi giovani uomini ammessi in università a Rio e Colombia. Noi impara

    tecnologia veloce come gli altri. Qualcuno inventa piccola piccolissimamacchina con grande forza che ci solleva da terra. Noi prende ali da condor,pitturadibianco,rinforzatuttodimetallo,vestecomeangelidiBibbia,eprendevolo.Noivolacomeuccelli,solopiùveloce,nienteproblemi.”

    Ormaiunadozzinadicittadinis’eranoradunatinelsoggiornodiGiacobbe,estavano ad ascoltare ad occhi spalancati. Il Pau disse che quel trucco eraun’applicazionedell’energiaatomica,fattainbasealleloroparticolariesigenzeetniche e materiali. Dovevano uscire in gran fretta dalla giungla, e tornarvialtrettanto velocemente. Avevano bisogno di cibo, macchine, medicine, e nonavevano fatto altro che sfruttare le tendenze religiose, feticistiche del mondoesterno.Lacosamiglioreeraappunto travestirsidaangelieprenderequelcheserviva,facendoaffidamentosultraumapsicologico.

    “Dicosaavetemaggiormentebisogno?”ChieseGiacobbe.“Noideveaveretabacco.Noibisognasigarette.”“Perché?”“Unicacurachenoihapercancro.”“Mavaafartimaledire!”“E’vero.Uominidellapietrauccisidacancro.Unicacosacheimmunizzaè

    sigarette.Dose:duepacchettialgiorno.Questionedivitaodimorte.”“Vedremocosasipuòfare.”“Bisogno anche di salviette, Kleenex, gomma da masticare, fermagli per

    carta,ecartamoschicida.”“Cartamoschicida?”“Si. Casino d’insetti in Amazzonia, e carta moschicida unica cosa che

    funziona.”“Ecos’altrodinuovoc’èinAmazzonia?”ChieseGiacobbe.Noncifutempoperlarisposta.Arrivaronoleautorità.IlPau,ex-angelo,fu

    trascinatoaWashington.GliconcesserounminutosullaReteTelevisivaMondiale.“Moltospiacente,”disse,“vorreichesonounveroangelo.”“Molto spiacente,” gli fece eco l’intero globo: perché i Pau erano stati un

    momento d’illuminazione mistica nel buio di quegli anni, con l’esplosionedemografica arrivata a quota cinquantasei miliardi, e il segreto desideriopresenteunpo’intuttigliuominidipotersialzareinvoloeandarseneviacomeunangelo.

  • Titolooriginale:JACOBWRESTLESWITHTHEANGEL

  • PIANETABARBARO

    Nella gigantesca centrale del pianeta QBAll’Ennesima Potenza gli addettiallecomunicazioniconlospazioesternoraccolserounmessaggioprovenientedaunpianetasinoallorasconosciuto,laTerra.Masitrovaronoimmediatamenteneiguai:imessaggieranoirregolari,oppureiterrestriusavanounlinguaggiomoltopovero,oppurec’eranotroppeinterferenze.Comunquelacosaliinteressava:sichiedevanoperchémaiunpianetadovesseprendereilproprionomedalfango.Terra, che assurda concezione. Quella gente doveva considerare gli elementichimicisucuiposavaipiediallastreguadidei,oforselaveneravacomefontedella razza ed unico mezzo di sostentamento. A che stadio d’inciviltà sitrovavano? Eppure QB All’Ennesima Potenza e diversi altri pianeti avevanoottenuto eccellenti risultati con popolazioni ferme all’età della pietra,immettendole nella civiltà cosmica; sicché desideravano provare anche conquegliinsettichestavanoinaffiandol’universodimessaggi.

    Il Ricevitore CivileXG fece rapporto al suo collegaNT: “M’è arrivato uncuriosomessaggiocheapparentementedice‘L-em-i-g-l-i-o-r-i-s-a-l-s-i-c-c-ep-e-rim-i-g-l-i-o-r-iu-o-m-i-n-i’.”

    NT:“Haiideadicosasignifichi?”XG:“Assolutamenteno.Macontinuanoa ripeterlo.Forseè il loromododi

    direchehannoimparatolaCooperazione.”NT:“Nedubito.Questinuovipianetichesaltano fuori sonosempreaduno

    stadio molto selvaggio. Se no non cercherebbero nemmeno di mettersi incomunicazioneconnoi.”

    XG:“Loso,mailmessaggioèquellocheè.Proviamounattimoarisentirlo:‘Lemigliorisalsicceperimiglioriuomini’.”

    NT:“Permenonhasenso.Cercadimettercilapunteggiaturaelemaiuscole.”XG:“Lemigliorisalsicceperimigliori.Uomini!”NT: “Pare una richiesta d’aiuto. Credo che siamo arrivati al nocciolo della

    questione.Pensicheilpianetasianeiguai?”XG:“CredichedovremmofarrapportoalComandoSupremo?”NT: “Direi di no. Lo sai cosa fanno questi pianetini che hanno dei guai, li

    spazzanoviaebasta.Diamoaquestiinsettiunapossibilitàprimachequalcunoglischiaccilatesta.”

  • XG:“Accidentiperòsehannodeibuonisistemidicomunicazione,laggiù.Miarrivaunaspeciedinenia, lasenti?…‘Amamibabyfinoalgiornochemorirò,amami,amami,amaquestavecchiacarcassa’.”

    NT: “Questi messaggi sono cretini e troppo difficili. Non ho intenzione disopportarlialungo.Otrasmettonoqualcosadicomprensibileocambiocanale.”

    XG: “Dagli una possibilità. Lo sai, abbiamo quasi sempre delle noie conquestenuoverazze.Epoinonchiedonotroppo:bastacheliprendiamoquitradinoieglidiamolasensazioned’appartenereaqualcuno.”

    NT: “Buffo, non trovi?L’idea è diffusa in tutto l’universo.Ognimaledettopianetavuoleappartenereaqualcuno,comesenonglibastassequellochehannogià.”

    XG: “C’è di nuovo quella faccenda delle salsicce. Pare che laggiù siaimportante. Forse è il loro modo d’esprimere in codice la storia dei DieciComandamenti o la balla dell’Ama Il Prossimo Tuo. E’ una crisi che tutti ipianetiattraversano.”

    NT: “Perme non starei a formalizzarmi,ma usano un linguaggio talmenteconfuso…Ehi,cosaprendiadesso?”

    XG:“E’unasindromeansiosa:‘C-o-m-p-e-r-a-t-eo-g-g-ip-a-g-a-t-ed-o-m-a-n-i’.”

    NT:“Questomessaggioèpienodi sibili.Forsecercanodi comunicarciunodei loro universali. Probabilmente la solita storia del comunismo che saltasemprefuoridainuovipianeti.”

    XG: “Non capisco perché incontrino tanti problemi nell’arrivare al codiceuniversale.UnavoltacheriescanoasillabareMammaPapàNonnasonoaposto.Se quegli ignoranti sapessero a dovere queste poche sillabe riuscirebbero aparlare con noi. Il guaio è che sono troppo pomposi, gli piacciono le parolelunghe.DireichegiùdalorodevonoesserearrivatiiGrecinegliultimiduemilaanni,ehannolasciatolalorobravaimprontaprimadispariredallascena.”

    NT:“Selecosestannocosì,dovrannopedalare…Staiattentoanchetu,eh?VediamosehannogiàpassatolafasedellaSacraBibbia.”

    XG: “Ne arriva un altro: ‘Se vi va di chiedere qualcosa al bar, perché nonchiedereunMartini?…’”

    NT:“Haiafferratobenequellaparola?Bar?Birra?Bibbia?”XG:“Risentiamolo…Sì,èpropriobar.”NT: “Semplicemente non ci arrivo. Credo che stiamo perdendo il nostro

    tempo con quella sfera di sterco. Secondome dovremmo tirargli addosso unabellameteoraeliberarlipersempredallaloroinfelicità.Sehannointenzionedi

  • andare avanti all’infinito con la tecnica del surrealismo, tanto vale farla finitasubito…Accidenti, ancora quello stupidomessaggio dell’ama-questa-vecchia-carcassa.Parechefacciafuroresu‘stopianetabalordo.Dev’essereunultimatumdaunagangall’altra.”

    XG: “Può darsi che la trasmissione sia disturbata da troppe interferenze.Perchénoncambiamocanale?”

    NT:“Dagliunattimodirespiro.Perquellochesostannocercandodimettersiincomunicazioneconnoidal1950,eadessoè il2030secondo il lorostupidocalendario.”

    XG:“Il che significa chehanno fatto tentativiper trenta secondidelnostrotempo.Vediamocheproblemihanno.”

    NT: “Non fare il cretino. Lo sai che problemi hanno. Lo stesso di tuttol’universo:sovrappopolazione”.

    XG:“Beh,cerchiamodiscoprireinquantisono.”NT:“Seciriescediparlareconloro,equellisonotalmenteterrorizzatidanon

    capire il nostro codice, non arriveremo mai a… Ehi, credo d’aver trovato lachiave della faccenda. E’ tutto per la storia dell’ama-questa-vecchia-carcassa,penso.Sitrattadisesso.E’quellolacausadeiloroguai.”

    XG:“Credochetuabbiaragione.Elesalsicce?”NT:“Sesitratteràdiciboovestiti.”XG:“Beh,tantopercercaredicapirciqualcosadiciamochesitrattadicibo.

    Parecheabbianobisognodipiùsalsicce.Probabilmentesonoproteine.”NT: “D’accordo, siamo arrivati al sesso e al cibo, e sappiamo che sono

    sovrappopolati,senononchiederebberoaiuto.Chealtrodobbiamosapereprimadicatalogarti?”

    XG:“Chiediamoglisehannocombattutounpo’diguerreesehannocostruitoqualche astronave. Proviamo a parlargli nel loro idioma. Mandiamogli unmessaggionellalorolinguaevediamocosacirispondono.”

    NT:“Piùcheragionevole.PensochepossiamotrasmettereloStandardSetteopresumere che esista la solita divisione planetaria fra due gruppi, che staportando al punto di massima crisi le tensioni mondiali. I processid’autodistruzionesiripetonosempre,nonèvero?”

    XG:“Eccoqua,facciopartire:‘HelloRussi,HelloYankee.Chesuccede?QuiparlailpianetaQBAll’EnnesimaPotenza.Incherazzadicasinosieteinfognati?Aveteideadifarvifuori?Bisognod’aiuto?Troppagente?Pocospazio?Guaiconundittatore?Raccontateloapapà.Forsepossiamodarviunamano.Conosciamoivostripiagnistei,sonoglistessiintuttol’universo.Dappertuttoc’ègentechesi

  • lamenta. Tutti quanti cercano la soluzione finale, tutti quanti si spaparanzanonellospaziopermettersiaposto.Fatecivenireadareun’occhiata,ragazzi,eviracconteremo come ce la caviamoquassù…D’accordo?’…Arriva la risposta.Accidenti,sonopiùvelocidellaluce.L’hannospeditaseimesifa.Peròmisacheinostrimessaggisianodisturbatidaunbelmucchiod’interferenze.Comunquetela leggo:‘Voglioandaredovevai tuvogliofarequellochefai tuvoglioamarequandoamituvoglioesserefelice.’”

    NT:“Ilsolitopianetadiporciegoisti.Voglionol’amore.Voglionoappartenereaqualcuno.Voglionovivereper sempre.Vogliono fare agara coi grandi.Nonsonoabbastanzafelici.Cosacavolocenefacciamo?”

    XG:“Gli rispondiamonel loro idioma, li rassicuriamo,epoipiantiamolì…‘Attenzione, Terra, ascoltate questo messaggio. Ne va del vostro futuro:00000000000000000000000

    XG(continuandoatrasmettere):“Misentite?”NT:“Credichelocapiranno?”XG: “Ho il forte sospetto che la loromentalità sia diversa dalla nostra. La

    solita storia. I nostri simboli O probabilmente per loro sono troppo difficili,come a noi sfuggono i loro concetti ‘O amami O baby’ e ‘O salsicce’. E’probabile che si tratti di rarefatte speculazioni filosofiche. Aspetta, ci stannotrasmettendoqualcosad’altro: ‘BeveteGuiness invecchiata inbotte,undollaroallitro’.”

    NT: “Penso si tratti d’un simbolo di meccanica quantistica. Secondo mestanno cercandodi dirci chehanno raggiunto lamaturità. Immagino che sianoarrivatiadunbuonlivellofilosoficoematematico.Èprobabilecheriescanoaduscire da soli dai pasticci.D’altra parte i pianetini come la Terra sono tropponumerosi,nonabbiamoiltempodipreoccuparciditutti.Chiudiilcontatto,mainviaquest’ultimomessaggioalnostrocentrodiricerca.Potrebbeesserelaloroformuladell’energiaatomica.”

    Titolooriginale:THECOSMICMEGILLAH

  • LOSCHERZONE

    IlguaiodiEdHodsonèchesitrattavad’unoscherzone.Certagentenasceaquelmodoenonpuò farcinulla,deveavere la suadosedidivertimento,devetenersi su di morale costi quello che costi. Deve farsi le sue quattro risate.Naturalmente,dopocheHodsonebbeilsuoultimoaccessod’ilaritàefecequellochefece,ilParlamentoInternazionaleapprovòunaleggecontroibellispiritidelsuo stampo.Approvòuna legge che stabiliva che chiunque facesse l’imbecillecon le condizioni atmosferiche del globo, mettendo in pericolo la vita dellagente,sitrovassesenzapiùtestasulcollo.LachiamaronoLeggeHodson,eoggicomeoggièl’unicatestimonianzarimastadellafamadiEd.

    Io, per partemia, sono quasi congelato amorte per procurare a Ed le suematterisate.

    EderaimpiegatoalLaboratorioMetereologicodelPoloNordfondatopochiannidopoil2000,quandolascienzaumanascoperseilmododipadroneggiarelecondizioniatmosferiche.Sec’erabisognod’unpo’difreddogliingegneridelLaboratoriomanovravano i comandi,mettevano a posto i flussi di corrente, eaccendevano i condizionatori che abbassavano la temperatura a trentotto gradifahrenheitogiùdilì.

    L’agricolturafumoltoaiutatadalfattodipoteraverelapioggiaognivoltachela si desiderava. Quando si riuscì a risucchiare l’acqua dagli oceani,incanalandolaintantigorghichevolteggiavanoincieloadunpaiodichilometrid’altezza e si rovesciavano poi sul luogo prestabilito, i contadini ebberofinalmente quello che avevano sempre voluto, il prodotto venne immesso sulmercatoperfettocomenonmai(apartequellievegustodisale),einsommatuttal’economiamondialesimisediscretamenteaposto.Dapprimanessunocredevachesarebberoriuscitiacontrollareiltempoalcentopercento,maciriuscirono.Quando l’Artico fu trasformato in spiaggia nucleare, con abbondanza di liditiepidieattrezzatissimimotel,fuundurocolpoperlaRivieraeperMiami,maallagentepiacevaandareafarsiunbagnoneipressidelPoloNord.

    Questo tiziodicuiparlavoprima,EdHodson, lavoravaaicontrolliconunaposizione d’ordine inferiore. Tutti pensavano che si trattasse d’un qualsiasiesecutore d’ordini, come eravamo del resto anche noialtri. Sissignorava isuperiori, diceva: “Sarà fatto, signore,” “Nondubiti,” tutte cose del genere. Si

  • guadagnavaisuoidiecimiladollaril’annoconunlavoroonesto.Piùtardi,ripensandoci,saltaronofuorialtrecosucce.Ed era capace d’arrivare con un comunissimo mazzo di carte e dire a

    qualcuno: “Prendine una.” La carta risultava poi essere cosparsa di sostanzamoschicida,eiltipochel’avevapresasitrovavaconlemaniluride,mentreEdsifaceva,lesuequattrorisate.Poiancheglialtriragazzisimettevanoaridereedicevano:“Edèfattocosì,nondovevifidarti.”

    Ed era capace di porgere uno specchio a qualcuno e dirgli: “Datti un po’un’occhiata qui dentro.” Naturalmente era uno scherzo: mentre quello siguardavailviso,insuperficieapparivaunafotodelgrugnod’unbabbuino.Maiun giorno che Ed non saltasse fuori con un trucco del genere, sia che licomperassesiachelicostruissedasolo.Isuoischerzifacevanoilgirodituttigliingegneri,eluierafamosoproprioperquello.

    Nessunoavevapauradilui.Maaccaddecheunadomenica,quandolechieseeranostipatedigenteesu

    tuttoilgloboregnavailpiùmitedeiclimi,ederasufficienteunsolouomoperbadareaicontrolli,ilturnotoccòaEd.GlialtriimpiegatidelLaboratorios’eranopresi un giorno di vacanza, e se ne stavano amessa oppure a pescare. I turnierano strutturati inmodo che soltanto una volta l’anno toccasse a qualcunodirestare solo. In tal caso non c’era nient’altro da fare che sedersi nella SferaDiciassette, quella che controllava il clima temperato, e passare tutto il santogiorno a leggere giornali. Gli strumenti provvedevano automaticamente amantenere sul globounadeliziosa temperaturauniformedi 70gradiF.Noncicredereste, ma un po’ in tutto il mondo c’era gente annoiata del clima delladomenica.Nonpiacevaamilionidipersone.Certilodesideravanoventoso,certifreddo, certi maledettamente caldo. Tutti quanti si scagliavano control’uniformitàdellatemperaturaeminacciavanodifarcadereilgoverno,comeaivecchitempi,anchesepoiindefinitivai70gradivinserolalorobattaglia.

    QuellamattinaEdHodsonentrònelLaboratorioMetereologicoesattamentealle sei, emise i controlli sulla temperatura estiva. Poi girovagounpoco tra ivarireparti,tantoperassicurarsidiesseredavverosolo.Constatòd’essere,aldilàd’ognidubbio, il capitanodiquellapoderosanave.Standoalle ricostruzioniposteriori.Edcontinuòacamminareperunpaiod’oreconungransorrisosullelabbra,primadidecidersidimettersiallavoro.Lasuadecisione,comeraccontòallacorte,fusegnatadaunafrasestorica:“Lofaròanchesemiammazzeranno.”

    Moriva dall’eccitazione all’idea di tirare uno scherzo al mondo intero.Fregarne almeno diecimiliardimentre sono in chiesa. Tagliargli le gambe dal

  • freddo.Farglirisentireunattimocom’eraaibeitempiandati.Piùqualchealtraideuzzacheglifrullavaincapo.

    Allenovediquelmattino,conlechiesedituttoilmondopienedigente,Edabbassòconmoltagentilezzalatemperaturaa65gradiF.Nessunocifecemoltocasoperviadel calore animalegeneratodai corpiumani, epoi forse65gradierano effettivamente migliori di 70. In seguito Ed si mise al lavoro con latemperatura delle spiagge. Dapprima diede un piccolo avvertimento anche lì,rialzandola fino a 80 gradi. Il che era un po’ troppo, senza dubbio, ma tuttistavano pensando a divertirsi, e nessuno s’aspettava che il Laboratoriofunzionassesempreallaperfezione.

    PoiEds’interessòaimontanari.Quellieranodannatamentefelicid’avereunatemperaturacostantegiornoenotte.Eraduroviveresullacimadimontagnealtetrechilometri.L’ariaeraancorapiuttostorarefatta,tropporarefattapermilionidipersone, tantochenon la finivanomaidi lamentarsi.Edsidisse:“Glidaròunbrividocheseloricorderanno.”

    Finoaquelmomentos’eralimitatoamodificarelatemperaturadicertearee,tantoper infastidire lagente.Adesso invecepresea scrutaregli altri comandi:URAGANO, TEMPESTA DI SABBIA, 50 SOTTOZERO, PIOGGIATORRENZIALE, TORNADO, LAMPO, TUONO, tutti gli altri comandi. Disolito venivano usati piuttosto di rado: ce li avevano messi semplicementeperché gli scienziati immaginavano che un giorno o l’altro potessero tornarebuoni,eperché la tecnicamodernaaveva resopossibilemanovraresia ilbellocheilcattivotempo.

    Alle dieci dimattina di domenica 9 giugno.AnnoDomini 2022,mentre ilglobo s’apprestavaadunagiornatadi riposo.Ed semplicementediede fuoriditesta.Mise in funzione tutti icomandi,disponendodiuraganieciclonidoveecomeglipiaceva.

    Dapprima si sfogò sul TORNADO, scagliandolo sulle rotte delle aviolineecommerciali.Ragazzi,cheeffettonenell’azzurrodeicieli!Ipilotinoncapivanoche diavolo stesse succedendo. Avevano sulle spalle la responsabilitàdell’esistenzadimigliaiadipersone,enontrovavanoaffattodivertentelacosa.Ed scaraventò un tornado caldo, lanciato a velocità pazzesca, suLondra,NewYork e Tokyo. Poimise in funzione le apparecchiature televisive, si portò glischermifinsottogliocchipervederecomeselacavavalagentenellestrade.

    Inviò TIFONE nel Pacifico del Sud e s’appassionò moltissimo agliimprovvisi sussulti delle navi. Ragazzi, che scena formidabile! Ed continuò apensarechepiùdivertentedicosìnonpotevaessere,anchesemoltedellenavi

  • apparivanochiaramenteindifficoltà.Alle popolazioni del Mediterraneo il freddo non era mai andato troppo a

    genio, ma ci pensò Ed a fargliela vedere. Li colpì con un bel 4 Fahrenheitsottozero. Ed eccoli là nel Sahara fresco d’irrigazione, dove la temperaturatendeva naturalmente ad essere caldiccia anche senza il controllo delLaboratorio,arabbrividireneilorovestitidiplastica.Edsifermòaguardaregliarabicheparevanoimpazzitietentavanodiseppellirsinellasabbiaperscaldarsiun po’.Milioni, accidenti se eranomilioni, e si rotolavano nella sabbia comescarafaggi, senzaarrivareacapirequale immanecatastrofeavesse sconvolto ilglobo.

    Ederaunafuria.Correva insue ingiùper lasaladicontrollo,manovrandofreneticamente i

    pulsanti.ScagliòsulMinnesotauntornadovecchiostileesidisse:“Iragazzidel‘MilwaukeeJournal’avrannodichescrivere.Ilpeggiortornadodal1869.”IlcheriportòallamentediEdlafamosanevicatadel1888suNewYork.Neparlavanoancora, quasi si fosse trattato d’una conquista personale dell’AmministrazioneComunale. “Bene, farò saltare un altro record,” si promiseEd.E gli regalò lanevicata del 2022. In diciotto minuti aveva ammucchiato lungo Broadwaycinque metri di neve. La gente correva disperata negli edifici dove tutti sitrovavano schiacciati gli uni contro gli altri, esattamente come sardine, e sichiedevacosadiavolofossesuccesso.

    Edsifermòunattimoperridere.Gettòun’occhiataaglischermitelevisivichegliportavanoleimmaginidituttoilmondoesimisearidere,vedendoilbuffocomportamento della gente. “Gli farò vedere chi è che comanda,” si disse.“MarkTwainvadaafarsibenedire.Oggisonoiol’uomoimportante.”

    Ed aveva il problema di non far accorrere gli ingegneri del Laboratoriomentre lui giocherellava col tempo. Per cui fece cadere nei paraggiun’abbondante nevicata, rendendo impossibile agli altri d’arrivareimmediatamente sul posto. Naturalmente nel Laboratorio si tenne unatemperatura deliziosamente mite, e seguì con occhi incantati la traiettoria deicandidi fiocchi che andavano a coprire il territorio circostante. Per fortuna gliscienziatis’eranopremunitipericasid’emergenza.Nelgirod’un’orariuscironoadaprirsilastradafinoallasaladicontrollo.

    QuandoentraronoevideroquelloscherzonediEdHodsoncheridevacomeunbambinodellescuoleelementari,sepperoimmediatamentedichesitrattava.“Vidivertite,ragazzi?”ChieseEdalprimoingegnerecheentrònelLaboratorio,mezzocongelatoecolnasoscarlatto.

  • “Cosadiavolostaifacendo?”“Un incidente, ragazzi. E’ solo un incidente.” Eccolo lì con quel suo

    maledettosorrisosulgrugno,congliocchichesaltavanodaunaparteedall’altracomegrilli, e si comportava come se niente fosse.Videro i comandi stravolti.S’accorserodeglischermitelevisivi,enelleloropupilleterrorizzateentraronoleimmagini di cinquanta differenti catastrofi. Si precipitarono sui comandi,riportandoliallanormalità.

    Edgiacevasulpavimento,scossodallerisate.Ridevaerideva.“Tiimpiccheranno,idiota.”“Nonmeneimporta,”risposeEd.“Nonm’importasem’impiccheranno.Dio,

    comegodo.”“Cosat’èsuccesso?”“Niente.Misonoannoiatodiquestastupidatemperaturadomenicale.Misono

    semplicementeannoiato.”Arrivòlapoliziaelomisesottoarresto.“E’pazzo?”Chiesero,quandovidero

    comerideva.Avevagliocchirossi,pienidilacrime,etuttoilvisoerascarlatto.Era scosso dai singhiozzi. Non riusciva a smettere di ridere. “Il più grandescherzodellastoria,”diceva,tralerisa.“Gliel’hofattavedere.”

    Iltemposistavaristabilendo.LapoliziatentavadirimettereinpiediEd,cheparevaincollatoalpavimento.“Hofatto lastoria,”dicevaEd.“Ilpiùgrandescherzodellastoria.Hofatto

    vedereaTwainchequalcosasipotevacombinare.”“Lochiuderannosenz’altroinmanicomio.”“Nedubito.E’perfettamentesano.E’solounmaledettocretino.Pensochelo

    impiccheranno.”PortaronoviaEd.Per una settimana fece notizia. Cercò di difendersi asserendo che ilmezzo

    miliardo di persone morte nella catastrofe diminuivano la sovrappopolazione.Disseche ipolitici avevanousato lo stessoargomento, che leguerre eranounbuonmezzodicontrollo;noneralostessoancheperlasuabeffametereologica?

    Nonfunzionò.INuoviGiudicideciseroperluiunapunizioneesemplare;Locondannaronoa

    viverepersempre.“Oh,nonquesto,”disseEdquandoudìilverdetto.“Siinvece,proprioquesto,”ribattéilpresidente.“Seicondannatoavivereper

    sempre. Ti manderemo sul pianeta che non ruota. Nemmeno tu ruoterai più.Resterai vivo in un angolo, per l’eternità, e penserai a ciò che hai fatto. Non

  • avraibisognodinulla,nécibo,névestiti,néatmosfera,nécompagnia;niente,insomma.Resteraisemplicementevivopersemprecomeseiadesso,a fissarmisenza credere nel verdetto della corte. T’insegneremo che nell’anno 2022abbiamoimparatoadamministrarelagiustizia.”

    “VostroOnore,”gridòEdallacorte.Equestefuronolesueultimeparole.Lo trascinarono sul Pianeta Che Non Ruota. Adesso lui è là, è ancora Ed

    Hodson,etienegliocchisbarratisulnulla,persempre,conquell’unicopensieroinmente:VostroOnore.

    Cosìsiscopersecheilgiudice,comescherzone,valevapiùdiEd.

    Titolooriginale:HODSON’SCAPER

  • LEMACCHINEDELL’ESTASI

    ‘Ovvero’:‘IlprofessorA’GleynelPaesedell’Antimateria’

    (‘Nota dell’editore’: Le nostre generazioni conoscono perfettamente lagenealogia e la biologia del professorMatthewA’Gley.Tutti sappiamo che lochiamavano,Matt, e talora, per ragioni di brevità,Math [E’ da notare che laparola ‘math’, nell’americano corrente, è un’abbreviazione di ‘matematica’.(N.d.T.)]A’Gley.Ebbeunpadrebizzarro e unamadregrottesca: assieme essideciserodichiamarloMatthewA’Gley,equandoegliraggiunsegliottogiornidivita, anziché circonciderlo e lasciarlo in pace, cominciarono a nutrirlo coniniezionidimatematica.Sindall’ottavogiornoglivenneiniettatalamatematicadi Hilbert, in dosi di due lezioni all’ora, per un totale di quattro ore; il nonogiornogli venne iniettata la teoriadeiquanti; il decimogli fecero scivolare ingola, racchiusa in minuscole pillole, la teoria e la pratica degli automi;l’undicesimoglimostraronouna fotografiadiNorbertWiener, e locostrinseroad ingoiare la cibernetica; e il dodicesimo giorno egli scoperse la sua PrimaTeoria. Disse che arrivare al Paese dell’Antimateria era cosa da niente; e chesperavadiarrivarciperprimo,forseadieciannid’età.Delirava.Nonviarrivòche a quarantacinque anni. Quanto segue descrive gli avvenimenti verificatisidopoilritornodalsuoprimoviaggionelregnodoveilNotoèIgnoto,l’IgnotoèNoto,edèIgnotocheilNotoèIgnoto:colchesieliminaognicontraddizione).

    “Nullasidistrugge.”All’annuncio del professor A’Gley i cinquemila scienziati riuniti

    nell’Anfiteatro della Cerebralità balzarono in piedi all’unisono, presidall’entusiasmo.Solo treparole,cheperòcontenevano il significatodell’interastoriauniversale.

    LegrandidomandedellaScienzaedellaFilosofia,vivedamigliaiadianni,trovavano in quella brevissima frase la loro risposta. Nulla si distrugge. Ilprofessore,colsuosedereprominente,lasuapanciaenorme,lasuafrontetroppoaltaelesueorecchietroppograndi,fissòicolleghietornòaripetere:“Nullasi

  • distrugge.”Era appena tornato dal suo appuntamento con l’Antimateria, quattro mesi

    dall’AltraParte,dove ilpassatononeramai statomorto;eadesso,dinuovoaFrisco (c’era stataunaguerracivilecheavevavistoSanFranciscocambiare ilproprionomeinFrisco),ilprofessore,vestitod’unatunicadiplastica,fumandola sua pipa piena di oppio al rhum, con la testa coperta dall’immensobaldacchinodel suo cappello di paglia, comunicava con la dovuta solennità leprofondissime scoperte che aveva fatto. Seduti al suo fianco sulla piattaformastavanonumerosivincitoridelPremioNobel,irettoriditantefamoseuniversità,alcunipoliticieuominidistato,eunadozzinaogiùdilìdellerispettivemogli.Traessec’eraancheAnnieA’Gley, laminuscolametàdelgrandeaccademico.Eraunacosucciapiccolissima,solitamentetranquilla,tranneneimomentiincuisi trovava in casa con Matthew. Si faceva quasi fatica a scorgerla, eraesattamentel’oppostod’untipovistoso.Icapellilescendevanofinsullafronte,portavagliocchiali,ilcollodelvestitolearrivavaalleorecchie,enelcomplessononfacevaunagrandefigura.Vagamente irritatadall’entusiasmodelpubblico,posavagliocchiorasulmaritoeorasull’altragente.“E’tuttascena,”dicevatrasé.

    Ma la cosa più notevole è che il professore aveva portato dal suo viaggioprove indiscutibili. Tutti gli occhi erano puntati sull’immensa piattaforma alcentro dell’auditorio, dove si trovava il professore. I muri erano copertid’altoparlanti, eun latodellapiattaformaeraoccupatodauno strano schermo.Tutti gli scienziati presenti, con l’aiuto di binocoli e lenti d’ingrandimento,fissavano quello schermo colorato e scintillante che stava a fianco delprofessore.L’ideacheegli fosse tornatodalPassatoRemotoeavesse scopertoche nulla si distrugge pareva quasi miracolosa; come se quell’avvenimentoavesseunaportatacheoltrepassavadigranlungalemiserecosediquestaterra.Sulloschermoadestradelprofessoresimuoveva,almenoaquantosembrava,unpiccolomondotranslucido,incuis’agitavanofigurevagamentefamiliariatutti.Eracomese lìdentrosistessesvolgendounaparata incostume:su tuttostavasospesaunabellezzaliquida,unastranaombradicolore.Parevaditrovarsiinungigantesco lobo cerebrale in cui si muovesse qualcosa come un magnificooceanodiverità.

    Ilprofessorecominciòaparlare:“Signori,da temposappiamochenulla sidistrugge,che tuttociòcheesiste

    nonscomparemainelnulla.Possiamopolverizzareunoggetto,farloimplodere,cambiarlo,farloesplodere,mutareunliquidoinungas,faremigliaiadicosecon

  • lamateria:ma nulla si distrugge: cambiano soltanto i caratterimorfologici. Ilmio viaggio nel Paese dell’Antimateria mi ha rivelato che, se così possoesprimermi,c’èmoltaveritànelvecchioproverbio‘NonsimuovefogliacheDionon voglia’. Perché la natura possiede l’impronta indelebile di tutto ciò cheesiste, di tutto ciò che essa forma e da’ alla vita, e che non si distruggemai;semplicemente scompare al nostro sguardo e, come la coda d’una meteora,attraversa l’intero universo e si fissa in una registrazione immortale. Io sonoriuscitoaportareconmeunframmentodiquellaregistrazione,eintendoprovarecheesisterealmente.

    “Esistedaquandoèesistitoilprimogrumodimateriachehadatoorigineallaterra. Non appena la materia traversa il cosmo, lascia una traccia. Il grossoproblema è stato individuare le tracce che vanno a ritroso nel tempo, efotografare le origini e gli sviluppi dei cambiamenti dellamateria. Per fortunal’ultrafotografia laser, l’antimateriascopio, il cosmoscopio e gli apparecchicibernetici mi hanno consentito di scoprire queste debolissime tracce. Lavelocitàconcuilaterraviaggianellospazio,25600chilometrialsecondo,cidàl’illusione dell’immediatezza, della realtà del tempo e del suo scorrere;ma lanaturaregistra,coisuoifascidifotoni,l’interoprocesso,scattandoognisecondoben25600 fotogrammidella superficie esterna edell’internodel globo. Ilmiolavoro era appunto individuare questa pellicola, rifotografarla, registrarne lacolonna sonora e riportarla qui. Fetonte, che volò incontro al sole, non ebbecompitopiùfaticoso.

    “Ovviamente è impossibile, inutile e indesiderabile rivedere la storia delnostro pianeta per tutti i suoimilioni d’anni,ma ci potrebbe essere di grandeaiuto individuare i fotogrammi di certi momenti fondamentali nella storiadell’uomo, della biologia e della zoologia: l’attimo dellemutazioni genetiche,l’istante in cui l’uomo s’è evoluto dallo stadio animalesco. Premessi questilimiti, d’ora in poi ci sarà possibile vedere all’indietro nel tempo, eliminandoquindi completamente la necessità di lavori storici. Potremo vedere e sentireLincoln a Gettysburg, potremo osservare la parrucca di George Washington,saremoinsommapresentiaimaggiorifattidellastoriaumana.Matuttociòamenoninteressavaminimamente,io…”

    Aquelpuntol’Anfiteatroerapredad’uncertopandemonio.Tuttiriconobberonello stesso istante ilminuscolomondo che s’agitavanellamembranamucosasulladestradelprofessore.Stranisuonineuscivano:c’erauncanechecantavaeun tricheco che parlava. Un loquace e velocissimo coniglio correva sulloschermo, nell’interno di quello che continuava a sembrare un lobo cerebrale.

  • Una sostanza luccicante emanava raggi che si posavano ora qui, ora là, e ilpubblicogridavafrenetico:“E’lachiaved’oro,lachiaved’oro.”

    Propriocosì:A’Gley,PrimoSacerdotedellaScienza,avevaportatoconsélaChiaved’Oro.Macomeavevafatto?

    Tutti fissavano ad occhi spalancati lo schermo sulla destra del professore.MatthewA’Gleysitiròindisparte,permettendoaglialtrid’osservarelabambinachesimuovevatraquell’infinitàd’animalichesaltavano,correvano,parlavanoperfettamente l’inglese. Potenti riflettori piazzati sul soffitto della salailluminavanoloschermo,innaffiandodilucel’interoAnfiteatro.Agitatissimi,gliscienziati s’attaccarono ai binocoli e scoprirono il viso d’una ragazzina dagliocchiazzurri,ilvisopaffuto,icapelliscuri,losguardodolceeinnocente.AnnieA’Gley s’alzò morbidamente dalla sua poltrona e si chinò sulla bambina, poifeceunasmorfiaetornòasedersi.

    Dapprima la bambina sembrava molto piccola, poi arrivò a due metri esettantad’altezza.SifermòaparlareconunTopovestitoassaielegantemente.IlTopo indossava calzoni alla zuava, una camicia bianchissima, e ghetteimpeccabili.Ungatto arruffatopiombò sulla scenae labambinagridò: “Dina,lasciastareilTopo!”Gliuccellicinguettarono,poivolaronosuiramidellepianteed espressero ad alta voce i loro dubbi suimotivi della loro presenza in quelluogo.Dronti,aquileecucciolidicanepasseggiavanoall’internodelloschermo.Lalorovocecrescevacontinuamenteditono.Glialtoparlantifacevanorisuonareleloroparole.Untrichecovestitodamaggiordomosifeceavantiedisse:

    OsereidedurrechesiamotornatiAlluogodacuic’eravamoallontanati,MaperchédiavolosiacosìQuestospiegarenonloso:

    LàfuorivedounmaredipesciChesifregiandicapelli,EsulmioonorepossogiurareChemaiunpescesividevolare:SenestannonellalorozuppaRiuniti,pare,intruppa;Nerisonoilorocalzoni,Lefaccehandacoglioni,Ecredochenonvalganomilioni.

    Daognidovevennero scompostegrida.Gli scienziati avevano riconosciutoquelminuscolomondo:nonc’eradubbio,erailPaesedelleMeravi