LE LEGATURE DI PREGIO DELLA BIBLIO- TECA QUERINIANA: … · del Museo del Risorgimento, della...

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Il 22 aprile scorso si è svolto con inizio alle ore 20.30, un incontro presso l'Emeroteca della Biblioteca Queriniana durante il quale sono stati presentati dal bibliofilo Federico Macchi i primi risultati del sistematico censimento delle legature di pregio dell'omonima Biblioteca. L'iniziativa, avviata nel mese di ottobre 2003, è parte inte- grante del censimento dei manufatti di pregio custoditi nelle istituzioni librarie milanesi e lombarde; questa ricerca avviata nel 1994, è stata portata a termine dallo stesso rela- tore nelle Biblioteche milanesi Braidense, dell' Università Cattolica, dell'Istituto Leone XIII, del Museo del Risorgimento, della Scienza e della Tecnica, della Trivulziana, della Sormani, dell' Universitaria di Pavia e del Seminario Arcivescovile di Milano. La ricerca e lo studio delle legature di pregio alla Biblioteca Queriniana sono stati resi possibili dalla dispo- nibilità del Direttore, dottor Aldo Pirola, dal dott. Ennio Ferraglio, responsabile dei Fondi Antichi, e dal dott. Filippo Giunta, alla cui collaborazione si deve la documen- tazione iconografica. Il Direttore della Biblioteca ha introdotto la relazione, ponendo in evidenza la novità di una ricerca volta alla conoscenza di un aspetto del libro fin qui poco conosciuto dagli addetti alla sua conservazio- ne, e quasi del tutto ignorato dai bibliofili. La vastità dei fondi Queriniani lasciavano presagire, come si è infatti verificato, nume- rosi ed importanti ritrovamenti. Ha poi preso la parola il relatore affermando che se molto si parla di libri, poco e non sempre benevol- mente si scrive di legature. Se il libro ha valore per il contenuto, di poco conto sembra essere la sua veste, generalmente ignorata (grae- cum est, non legitur). Il celebrato bibliotecario Gabriel Naudé (1780- 1844) puntualizzava che, per creare una buona biblioteca, tutte le risor- se dovevano essere destinate per l’acquisto di buoni libri provvisti di legature correnti: pura follia quindi acquisire quelle riccamente decora- te e provviste di preziosi orpelli. Fino al XIX secolo inoltre, esse erano chiamate semplicemente coperte. Nata per la necessità di proteggere il contenuto del libro, la legatura si è andata tuttavia trasfor- mando nel corso dei secoli per dare bellezza ai libri stessi, seguendo via via mode e stili: si è così passati dalle severe legature tardo gotiche con decorazione a secco, non in oro, alle classiche decorazioni rina- scimentali in oro, ai fastosi decori barocchi a ventaglio, a quelli a merletti del Settecento ed a quelli romantici dell'Ottocento. La legatu- ra rispecchia dunque l'evolversi degli stili nei secoli: se arricchita dal sigillo araldico, si propone come viva e spesso emozionante testimonianza storica. La cinquanti- na di esemplari oggetto di questo incontro, dopo una selezione che ha fatto necessariamente torto a molti di essi pur meritevoli di menzione, documentano l'evoluzione delle legature di pregio dal periodo rina- scimentale alla seconda metà del Settecento. Una testimonianza non certo esaustiva, ma comprendente un buon numero dei moduli stilisti- ci di questi secoli. L'oratore ha proseguito illustrando i materiali usati per la copertura. Il più comune è il cuoio: tra questi, particolarmente impiegato nelle legature di pregio, è il marocchino, pelle di capra a grani. Questa è la migliore pelle per la legatura del libro: morbida, resistente, facile da lavorare, conciata e colorata con sostanze vegetali, si presta ottima- mente alla decorazione in oro. Viene usata per le legature impor- tanti e di gran pregio: messali, anti- fonari, settimane sante, libri devo- zionali, testi di classici. Per le legature di minor pregio invece, viene utilizzata di solito la bazzana, pelle di montone di color naturale, liscia ma facile alle scre- polature ed alle graffiature, la vac- chetta ed il vitello dalla grana com- patta. Seguono la pergamena, pelle generalmente di agnello, macerata nella calce, raschiata, essiccata e quindi levigata, molto in uso duran- te il Medioevo e fino al Settecento, e la pelle di porco o di scrofa utiliz- zata sin dal Medioevo in area nor- dica ove restò in uso fino al Settecento: robusta, indistruttibile, 3 LE LEGATURE DI PREGIO DELLA BIBLIO- TECAQUERINIANA: PRIME VALUTAZIONI di Federico Macchi

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  • Il 22 aprile scorso si è svolto coninizio alle ore 20.30, un incontropresso l'Emeroteca della BibliotecaQueriniana durante il quale sonostati presentati dal bibliofiloFederico Macchi i primi risultatidel sistematico censimento dellelegature di pregio dell'omonimaBiblioteca. L'iniziativa, avviata nelmese di ottobre 2003, è parte inte-grante del censimento dei manufattidi pregio custoditi nelle istituzionilibrarie milanesi e lombarde; questaricerca avviata nel 1994, è stataportata a termine dallo stesso rela-tore nelle Biblioteche milanesiBraidense, dell' UniversitàCattolica, dell'Istituto Leone XIII,del Museo del Risorgimento, dellaScienza e della Tecnica, dellaTrivulziana, della Sormani, dell'Universitaria di Pavia e delSeminario Arcivescovile di Milano. La ricerca e lo studio delle legaturedi pregio alla Biblioteca Querinianasono stati resi possibili dalla dispo-nibilità del Direttore, dottor AldoPirola, dal dott. Ennio Ferraglio,responsabile dei Fondi Antichi, edal dott. Filippo Giunta, alla cuicollaborazione si deve la documen-tazione iconografica.Il Direttore della Biblioteca haintrodotto la relazione, ponendo inevidenza la novità di una ricercavolta alla conoscenza di un aspettodel libro fin qui poco conosciutodagli addetti alla sua conservazio-ne, e quasi del tutto ignorato daibibliofili. La vastità dei fondi

    Queriniani lasciavano presagire,come si è infatti verificato, nume-rosi ed importanti ritrovamenti. Ha poi preso la parola il relatoreaffermando che se molto si parla dilibri, poco e non sempre benevol-mente si scrive di legature. Se illibro ha valore per il contenuto, dipoco conto sembra essere la suaveste, generalmente ignorata (grae-cum est, non legitur). Il celebratobibliotecario Gabriel Naudé (1780-1844) puntualizzava che, per creareuna buona biblioteca, tutte le risor-se dovevano essere destinate perl’acquisto di buoni libri provvisti dilegature correnti: pura follia quindiacquisire quelle riccamente decora-te e provviste di preziosi orpelli.Fino al XIX secolo inoltre, esseerano chiamate semplicementecoperte. Nata per la necessità diproteggere il contenuto del libro, lalegatura si è andata tuttavia trasfor-mando nel corso dei secoli per darebellezza ai libri stessi, seguendo viavia mode e stili: si è così passatidalle severe legature tardo gotichecon decorazione a secco, non inoro, alle classiche decorazioni rina-scimentali in oro, ai fastosi decoribarocchi a ventaglio, a quelli amerletti del Settecento ed a quelliromantici dell'Ottocento. La legatu-ra rispecchia dunque l'evolversidegli stili nei secoli: se arricchitadal sigillo araldico, si proponecome viva e spesso emozionantetestimonianza storica. La cinquanti-na di esemplari oggetto di questo

    incontro, dopo una selezione che hafatto necessariamente torto a moltidi essi pur meritevoli di menzione,documentano l'evoluzione dellelegature di pregio dal periodo rina-scimentale alla seconda metà delSettecento. Una testimonianza noncerto esaustiva, ma comprendenteun buon numero dei moduli stilisti-ci di questi secoli.L'oratore ha proseguito illustrando imateriali usati per la copertura. Ilpiù comune è il cuoio: tra questi,particolarmente impiegato nellelegature di pregio, è il marocchino,pelle di capra a grani. Questa è lamigliore pelle per la legatura dellibro: morbida, resistente, facile dalavorare, conciata e colorata consostanze vegetali, si presta ottima-mente alla decorazione in oro.Viene usata per le legature impor-tanti e di gran pregio: messali, anti-fonari, settimane sante, libri devo-zionali, testi di classici.Per le legature di minor pregioinvece, viene utilizzata di solito labazzana, pelle di montone di colornaturale, liscia ma facile alle scre-polature ed alle graffiature, la vac-chetta ed il vitello dalla grana com-patta. Seguono la pergamena, pellegeneralmente di agnello, maceratanella calce, raschiata, essiccata equindi levigata, molto in uso duran-te il Medioevo e fino al Settecento,e la pelle di porco o di scrofa utiliz-zata sin dal Medioevo in area nor-dica ove restò in uso fino alSettecento: robusta, indistruttibile,

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    LE LEGATURE DI PREGIO DELLA BIBLIO-TECA QUERINIANA: PRIME VALUTAZIONIdi Federico Macchi

  • presenta un colore candido che conil tempo tende a diventare di coloravorio. Si presta bene a ricevere ildecoro a secco, meno quello in oro,mediante placche e rotelle, ferritipici delle legature di area tedesca. Né sono mancati riferimenti agliattrezzi in metallo utilizzati per ladecorazione, chiamati ferri, atti ariprodurre motivi in cavo o in rilie-vo. I punzoni venivano impressi amano, singolarmente con grandedispendio di tempo, direttamentesul cuoio inumidito con ferri riscal-dati (decorazione a secco) oppuremediante ferri impressi su di unasottilissima foglia d'oro fatta aderi-re al volume mediante un collante,l'albume d'uovo, previo un adegua-to riscaldamento dei ferri (decora-zione a caldo). Con maggioridimensioni si manifesta la placca,lastra metallica che per essereimpressa, necessita dell'ausilio diuna pressa o di un bilanciere. Perguadagnare tempo, allorché larichiesta di legature decorate sifece più viva, si ricorse alla rotella(fig. 1): attrezzo costituito da uncilindro metallico di vario spessoremunita di un lungo manico che nefacilita l'impiego mediante l'appog-gio sulla spalla in modo da ottenereun movimento continuo e correntesulla legatura: sulla superficiecurva della rotella è incisa in cavoo in rilievo la matrice di sottilifiletti o di motivi decorativi. Lapaletta è un altro strumento a formadi semiluna utilizzato per il decoro

    dei dorsi. I destinatari di questi manufattierano di solito sovrani, principi,aristocratici, dignitari di corte, pon-tefici, prelati di rango, bibliofili:personaggi che oltre a possederegusto e cultura, potevano disporredi molto denaro. I libri di per sé giàcari in quel tempo, diventavanooltremodo costosi se provvistianche di questo tipo di legatura,caratterizzato da pelli pregiate, dadecori eseguiti su foglia d'oromediante il lungo ed impegnativolavoro del legatore. Il loro valore èandato man mano aumentando nelcorso dei secoli: già nella secondametà dell'Ottocento si parlava diprezzi eccessivi pagati durante astee vendite pubbliche per questi pre-ziosi oggetti. È oggi sufficiente sfo-gliare un catalogo di vendita o fre-

    quentare mostre e mercati per con-statare l'elevato costo delle legaturedecorate.

    È stato di seguito introdotto unodegli argomenti di maggior interes-se della serata: l'individuazione delperiodo, del luogo e della bottegadi esecuzione. Fatta eccezione perle coperte che recano impresso ilnome del possessore, un motto,un'impresa, le legature stemmate oquelle firmate dal legatore, la ricer-ca per una collocazione cronologi-ca, stilistica, topografica o perun'attribuzione ad una bottega o aduna persona, può avvalersi di alcu-ni elementi indicativi quali i ferri,gli schemi compositivi della deco-razione, la tecnica, i materiali, lafiligrana delle carte di guardia ed ilconfronto con gli esemplari giàaccertati. Ci si trova di fronte aduna materia ostica, sfuggente, cherichiede approfondite conoscenzein ogni campo e che non si improv-visa per non cadere in errori gros-solani: ritenere ad esempio, vene-ziana o romana una legatura soloperché il libro è stato stampatorispettivamente a Venezia od aRoma.

    Successivamente, è stato preso inesame l'attuale stato degli studi inItalia rivolti a questa disciplina.Poco si è scritto sulla legatura ita-liana: nota è la scarsità di supporticritici per quanto riguarda ilSeicento ed il Settecento.

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    Fig.1 - Rotella per decorare i piatti delle lega-ture

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    L'attenzione degli studiosi, primofra tutti Tammaro de Marinis nelsecolo scorso, si è rivolta al perio-do rinascimentale. Non esiste anco-ra uno studio sistematico di legatorie botteghe del 600' e 700', a Roma,a Venezia ed a Napoli, mentre inFrancia si conosce pressochè tutto,ad esempio, su Macé Ruette o sulladinastia dei Padeloup. Da qualchetempo tuttavia anche in Italia si stamanifestando un risveglio di studida parte di singoli ricercatori e diéquipes di studiosi. Ne fanno fede ilavori pubblicati o patrocinati daalcune grandi biblioteche quali laCasanatense, la Vaticana el'Angelica di Roma, la Braidense diMilano, la Nazionale di Napoli edalcune importanti ma isolate pub-blicazioni a carattere monografico:ne completano il quadro, l'avviatocensimento delle legature medioe-vali conservate nelle bibliotecheitaliane, la fondazione dell'ARA(Associazione amici dellaRilegatura d'Arte) ed alcune recentiiniziative in campo accademico,quali le istituzioni di insegnamentisulla storia della legatura presso leUniversità di Udine e di Viterbo.Tali studi, resi noti negli ultimidieci anni, sono stati condotti conmetodi scientifici che tendono adavvalorare anche il lato tecnicodella legatura quali il materiale dicopertura, il tipo di supporto, i fer-magli, il fissaggio dei nervi. I cultori della legatura italiana, tri-butari da sempre di pubblicazioni

    di origine inglese e tedesca - bastipensare ai lavori di GeoffreyDudley Hobson sulle legatureromane a placchetta dette"Canevari", e di Ilse Schunke sulMaestro Farnese - da anni attendo-no una volgarizzaione di questosapere, reso noto in riviste specia-lizzate, conosciute pressoché esclu-sivamente in ambiente accademico. Dopo aver fornito queste informa-zioni preliminari, l'attenzione delrelatore si è rivolta alle legatureQueriniane. Un parziale censimentodescrittivo è stato realizzato nel1997 da Alessandra Vittici eBarbara Canotti che hanno segnala-to circa 300 manufatti dei secoliXVI-XVIII. La presente ricerca,estesa a tutte le legature dellaBiblioteca, ha cercato di identifica-re anche il periodo, il luogo e labottega di esecuzione dei circa 650esemplari provvisoriamente sele-zionati, prodotti tra il IX ed il XIXsecolo. Queste legature eseguite inFrancia, Germania, Inghilterra,Italia, Paesi Bassi, Spagna eSvizzera, sono caratterizzate dadiversi tipi di struttura e da nume-rosi stili: tra i primi, le legaturecarolinge e gotiche, tra cui quellechiamate monastiche, le bizantine,le archivistiche, quelle in tessuto edin carta decorata; tra le seconde, idecori di tipo moresco, architettoni-co, a griglia di S. Lorenzo, a corni-ci concentriche, aldino, a losanga-rettangolo, plateresco, a placca, amosaico, a centro ed angoli, alle

    armi, a seminato, à branchages,postfanfare, a ventaglio, di laurea, apizzo regolare, à la Du Seuil, rec-tangular style, rococò, impero. È pure stato possibile in alcunimanufatti accertare od ipotizzare ilnome o il soprannome del Maestrolegatore o della bottega: ad esem-pio, per l'Italia nel ‘500, la bottegadi "Pflug & Ebeleben" ed il"Maestro alla vignetta" a Bologna;il "Rosettenmeister" o "Maestroalla rosa", Andrea di Lorenzo ed il"legatore di Agnese" a Venezia;Niccolò Franzese a Roma; nel 600'la bottega dei Soresini e degliAndreoli a Roma. Per la Francia,nel 600' Le Gascon e la "bottegadei Caumartin" a Parigi; per laGermania nel 500', AndreasBernutz, Hans Cantzler, MathiasGärtner, Johannes Gerstenmaier,Jakob Holl, Caspar Horneffer, HansLientz, Severin Roetter, SimonThumni e diversi altri Maestri,individuati attraverso il riconosci-mento sulle rotelle e sulle placchedelle rispettive iniziali.

    Si è in seguito dato ampio spazioalle immagini delle legatureQueriniane, brillantemente realizza-te dal dott. Giunta, segretario del-l'associazione di bibliofili Bresciani"Misinta": una cinquantina i manu-fatti prodotti nel secoli XV-XVIII,selezionati per l'occasione, di cuisono state evidenziate le peculiaritàstrutturali, ornamentali e storiche.Sono state oggetto di commento le

  • seguenti legature eseguite:

    - nell'ultimo quarto del secolo XV,verosimilmente nell'Italia setten-trionale orientale1, con decoro ditipo moresco (De virtutibusBeatissimi doctoris Thome deAquinis quaestiones, ms. pergame-naceo del secolo XV, segnatura ms.A VI 21, fig. 2);

    - nel 1547 a Bologna dal Maestrodi "Pflug & Ebeleben"2. Questabottega fu il più importante atelierimpegnato nella realizzazione di

    legature artistiche a Bologna nelCinquecento ed uno di quelli cheoperò più a lungo, tra il 1530 ed il1570 ca.. Trasse la propria denomi-nazione da due cugini, rampolli dinobili famiglie sassoni, che compi-rono gli studi a Bologna verso il1540, Damian Pflug e Nikolaus abEbeleben. Entrambi fecero impri-mere sulle coperte dei loro libri, ilproprio nome, la data ed il luogodella legatura, come per l'esemplareconsiderato. Ebbero la maggiorparte dei propri clienti fra gli stu-denti tedeschi. Pflug commissionò

    tra il 1543 ed il 1545 sette legature,mentre trentacinque furono appron-tate per Ebeleben tra il 1543 e1548. Queste legature seguivanol'uso consueto a Bologna, di aversoltanto il centro dei piatti impres-so in oro, entro un riquadro decora-to secco. Lo stile della bottegaconobbe un radicale mutamentonegli anni Quaranta, periodo duran-te cui le loro legature bolognesiseguirono la moda delle legatureparigine a nastri intrecciati.Caratteristici della legaturaQueriniana per le legature bologne-

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    Fig.2 - Piatto anteriore e dettaglio della decorazione d’angolo.

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    si di questo periodo, i fregi a corol-la sormontata da un'estremità a reti-colo negli angoli esterni della cor-nice (Rhetoricorum ad C.Herennium libri III incertoAuctore…(et alia), corrigente PavloManvtio, Aldi filio, Venetiis,MDXLVI, segnatura 4° G VIII 16,fig. 3);

    - nel terzo quarto del secolo XVI, aRoma dalla bottega di NiccolòFranzese3 per un non meglio iden-tificato "H C". Originario diRheims (Francia), Franzese fu lega-tore vaticano dal 1556 al 1570,l’anno della scomparsa. Eseguì una

    quarantina di legature "Canevari",caratterizzate da una cornice conarabeschi e tipici, piccoli ferri e dauna placchetta centrale raffiguranteApollo e Pegaso. Successivamente,tra il 1547 ed il 1555, il periodo diispirazione francese, le sue legaturepresentarono cornici con interlazzie targhe quadrilobate nello spec-chio. Dal 1556, nella sua ultimafase stilistica protrattasi fino al1570 ca., produsse fastose legaturedi colore rosso acceso, con lussuo-se decorazioni dorate, come per l'e-semplare Queriniano. Sessantacirca i manufatti oggi censiti.Inusuale il testo stampato in area

    nordica (Biblia, Tiguri, C.Froschoverus 1548, segnaturaSalone N III 12, fig. 4);

    - verso la fine del XVI secolo, aStoccarda, da Wilhelm Funck4, allearmi del Wurttemberg. La placcafirmata "WF" consente l'attribuzio-ne a questo artigiano, attivo aStoccarda tra il 1555 ed il 1580 ca.,la cui legatura più antica nota risaleal 1555. I suoi attrezzi erano com-posti da 9 rotelle, 3 sole delle qualirecano il suo acronimo, e da 5 plac-che (Elogia in duas partes ….impe-ratorum, regum, ducum, aliorumHeroum…, auctore M. Ioanne

    Fig.3. Da sinistra a destra: piatto anteriore; particolare del decoro agli angoli con tipica corolla sormontata da frutto reticolato; piatto posteriore.

  • Croeselio, Ingolstadii, Ex officinaDavidis Sartorii, 1584, segnatura 4°A VIII 30, fig. 5);

    - nel primo quarto del secolo XVII,realizzata a Roma dalla bottegaSoresini5 con le armi di papa PaoloV (1605-1621). Alla fine delCinquecento e nei primi decennidel Seicento, la legatura romana siidentifica con la dinastia deiSoresini: Francesco, l'iniziatore, ilfiglio Prospero e il nipoteBaldassarre. Quest'ultimo fu attivodal 1590 al 1634 circa e primeggiòfra il 1605 e il 1621, anni nei qualilavorò per la famiglia Borghese. Le

    legature di Baldassarre Soresini,presentano una fitta decorazione inoro: la cornice è una larga borduracon fregi figurati, mentre il campocentrale, racchiuso sopra e sotto daarchi a volta, motivo predilettonella legatura romana del tempo, èdiviso in compartimenti decorativiriempiti con una miriade di ferri,spirali, foglie, squame, angiolettiseduti. Tra i ferri spiccano anchecornucopie intrecciate spirali conteste di delfino o di leone affronta-te, sfingi, erme, cariatidi, lumache,baldacchini. I ferri di BaldassarreSoresini sono di insuperabile perfe-zione sia per la bellezza del dise-

    gno sia per l'accuratezza dell'inci-sione (Gasp. Sciopii consiliumregium, Ticini, typis PetrisBartholi, 1619, segnatura Salone GVII 2, fig. 6);

    - non oltre il 1647 a Parigi, verosi-milmente dalla bottega di "LeGascon", alle armi della reginaCristina di Svezia (1626-1689).Figlia di Gustavo Adolfo Wasa diBrandeburgo, fu regina a soli seianni. Ricevette un'educazioneattenta alla vigoria fisica ed allavasta cultura. Soprattutto affascina-ta dalla cultura, fosse essa letterariae scientifica o politica, incominciò

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    Fig.4. Piatto anteriore; dettaglio del piatto anteriore con angolo del decoro ad arabeschi; decoro al centro del piatto anteriore.

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    Fig.5. Piatto anteriore, piatto posteriore e dorso di legatura germanica di Wilhelm Funck come da iniziali evidenziate nel dettaglio.

    Fig.6. Piatto anteriore, dettaglio della decorazione d’angolo e dorso.

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    giovanissima ad acquistare quadri,medaglie, manoscritti. Nel 1649abdicò in favore del cugino CarloGustavo. Legatura attribuibile allabottega parigina dell'ignoto artigia-no denominato "Le Gascon", attivotra il 1620 ed il 1650 ca., cui sonoattribuite alcune splendide legaturedecorate con ferri a filigrana. Eglisembra essere stato il primo a rico-prire di marocchino i contropiattidelle legature. I suoi manufatti, digrande eleganza, presentano piattiin marocchino di alta qualità, deco-rati con ferri finemente incisi; fuuno dei legatori più imitati dai suoicontemporanei. Esemplare storico:sul frontespizio campeggia l'iscri-

    zione a penna Presenté a saMajesté La Reine de Suede parmonsieur l’Eminentissime CardinalMazariny premier ministre du Roytres chrestien Le 2 janvier 1647.Altri dodici6 analoghi esemplariquelli censiti (Testo in greco,segnatura Salone L II 15, fig. 7);

    - verso la metà del secolo XVIII,verosimilmente eseguita a Brescia,alle armi del Cardinal Querini.L'originale impianto decorativosembra riferibile ad un'esecuzionelocale, bresciana quindi. I piattiornati con volute dorate nervate simanifestano inaspettatamente inquesto periodo: il relativo utilizzo

    si manifestò in effetti, sin dalla finedel Cinquecento su legature roma-ne e venete, a testimoniare il perdu-rare più a lungo di un dato decoronei centri minori (P. F. Fortunatus,Philosophia mentis methodice trac-tata, Brixiae, Joannes-MariaRizzardi, 1745, segnatura Salone 1°D V 4, fig. 8);

    - verso la metà del secolo XVIII,verosimilmente a Brescia. I fregi,non correnti, testimoniano una pro-babile esecuzione locale. Il decoroè di gusto romano, come suggeri-scono le testine classiche accanto-nate sui piatti ed al centro dei com-partimenti del dorso e la rotella

    Fig.7. Piatto anteriore, dorso, contropiatto anteriore con carta decorata a mano; frontespizio con dedica manoscritta.

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    gemmata sul labbro. Le carte diguardia goffrate sui contropiatti, lacui decorazione a rilievo ottenutada matrici in rame impresse a caldoimita quella dei broccati e dei tes-suti damascati del tempo, imprezio-siscono il volume (D. P. UldericiWeis Benedictini Ursinensis, Liberde emendatione intellectus humani,typis Christiani Stark Kauff,Burani, 1747, segnatura Salone 1°D V 14, fig. 9).

    L'oratore ha concluso la relazioneinvitando i bibliofili bresciani allaconoscenza della legatura, un'arte

    antica ma pressoché sconosciuta,non priva di fascino e di storia,attraverso le ricchezze della loroBiblioteca.Ha fatto seguito uno stimolantescambio di domande e risposte trail pubblico ed il relatore, sull'argo-mento della serata: i materiali uti-lizzati, la figura dei committenti, ilvalore delle legature nel mercatoantiquario. Il lungo incontro, duratoquasi tre ore, ha dimostrato l'inte-resse del pubblico per un aspettodel libro, a lungo ignorato, in Italia,attualmente in fervida fase diapprofondimento e di rivalutazione.

    Sollecitati dal relatore, due studiosidi fama internazionale, l'ingleseAnthony Hobson ed il tedescoKonrad von Rabenau (quest'ultimoha fatto visita alla Queriniana il 13ottobre u.s.) hanno fornito consi-glio ed aiuto nella decodificazionedi numerose legature. Nel frattem-po il censimento è proseguito finoal suo completamento: 950 legaturecirca sono state prese in esame ecommentate. Un secondo incontro,previsto per la fine del mese dinovembre del 2004, renderà noti irisultati definitivi dello studio.

    Fig.8. In senso orario: piatto anteriore; dettaglio del piatto anteriore e stemma di appartenenza al cardinal Querini al centro del piatto; carta colorataa mano ai contropiatti; dorso decorato, taglio e labbro di un piatto

  • Nell'ambito del programma diricerca delle legature di pregionelle Biblioteche lombarde, lo stu-dio delle legature continua allaBiblioteca Civica "A. Mai" di

    Bergamo, ove nel corso di unprimo sommario esame, sono emer-si manufatti analoghi a quelli repe-riti in Queriniana, prodotti dallestesse botteghe: una promessa per

    proficui scambi di osservazioni e diinedite considerazioni.

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    Fig.9. In senso orario: piatto anteriore; dettaglio del piatto anteriore e dorso con testine di gusto classico; spina superiore e decorazione con rotellagemmata sul labbro dei piatti; carta di guardia goffrata del contropiatto anteriore con decorazione floreale.

    1 A. HOBSON, studioso di legature rinascimentali italiane, lettera del 19.4.2004.2 A. HOBSON, La legatura a Bologna, in "A. Hobson - L. Quaquarelli, Legature bolognesi del Rinascimento", Bologna, Clueb, 1998, p.23-26.3 Apollo and Pegasus: an enquiry into the formation and dispersion of a Renaissance library, Amsterdam, Gérard Th. Van Heusden, 1975,p. 76-86.4 K. HAEBLER, Rollen- und Plattenstempel des XVI. Jahrhunderts. Unter Mitwirkung von Dr. Ilse Schunke, 2 vol., Leipzig, OttoHarrassowitz, 1928-1929, W.F. C., Stuttgart, p. 128-131.5 F. MACCHI - L. MACCHI, Dizionario illustrato della legatura, Milano, Edizioni Silvestre Bonnard, 2002, p. 439.6 S. LINDBERG, Queen Cristina bindings, in "Analecta Reginensia I. Queen Cristina of Sweden. Documents and studies", Stockholm,Magnus von Platen, 1966, p. 209, 211.