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Le fonti archivistiche 35 LE FONTI ARCHIVISTICHE 1. Il contesto storico Le vicende dell’Italia nel corso della seconda guerra mondiale determinano una situazione istitu- zionale particolarmente complessa, che si riflette direttamente e indirettamente sullo stato attuale delle fonti archivistiche. Dopo l’8 settembre del 1943, il sovrano con il governo legittimo lasciano la capita- le e si trasferiscono a Brindisi e poi a Salerno, mentre al nord con la creazione della Repubblica socia- le italiana si ricostituiva un governo fascista. La Presidenza del consiglio e i ministeri, la Segreteria par- ticolare del duce e tutto l’apparato centrale dello Stato e del Partito nazionale fascista che aveva sede a Roma vengono trasferiti al nord e dislocati in diverse località: viene organizzato un massiccio trasferi- mento degli archivi di questi organismi nelle nuove sedi. L’ordinamento della Repubblica sociale ita- liana introduce delle sostanziali modifiche nell’apparato amministrativo e militare, in particolare per quanto attiene alla costituzione della Guardia nazionale repubblicana, ai servizi di polizia, agli organi- smi del partito, alla costituzione di bande e formazioni para-istituzionali con il compito di contrastare i partigiani e svolgere funzioni di ordine pubblico. Ai prefetti, ora denominati capi provincia, subentra- no persone estranee alla carriera e anche questori e funzionari di polizia vengono, almeno in parte, sosti- tuiti con persone di provata fede fascista. Per vari organismi centrali dello Stato, tuttavia, le funzioni permangono sostanzialmente inalterate e, pertanto, si rileva nelle carte conservate una sostanziale con- tinuità. L’invasione dei tedeschi nell’Italia settentrionale comporta la presenza di uffici e organismi militari tedeschi nel territorio nazionale e un diverso ordinamento amministrativo nella zona del Litorale adriatico e nelle province di Trento, Bolzano e Belluno. Nell’Italia meridionale, in gran parte occupata dalle potenze alleate, opera il Governo militare alleato (AMG) che garantisce un ruolo formale al governo del Regno del sud. Con la liberazione di Roma, il 4 giugno del 1944, il governo dell’Italia libera torna nella capitale, ove riprende regolar- mente l’attività della Presidenza del consiglio, dei ministeri e degli altri organi centrali dello Stato. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, manca la documentazione che costituisce i precedenti ammi- nistrativi perché trasferita nella RSI; di ciò risente anche l’immediato avvio delle restituzioni dei beni ai cittadini ebrei, come si evince dai verbali del commissario dell’Egeli. Il progressivo avanzamento al nord della linea del fronte porta, in coincidenza della data di liberazione delle diverse città italia- ne, all’estensione del governo di Roma e dell’Amministrazione militare alleata, mentre nelle città a nord della linea gotica i capi provincia, prima della fine delle ostilità, venivano sostituiti da prefetti politici scelti dai Comitati di liberazione nazionale; dopo la fine della guerra si ebbe il ripristino generale dei prefetti di carriera: le istituzioni locali avevano di massima mantenuto le stesse deno- minazioni e le stesse funzioni, ma ora vengono sostituite le persone preposte ai vari uffici. Per quan- to attiene alla gestione dei beni ebraici, l’avanzamento della linea del fronte comporta il trasferimento di beni e pratiche di gestione presso istituti che si trovino in località della RSI. Alla fine della guerra, dopo il 25 aprile del 1945, le operazioni di recupero degli archivi degli organi centrali dello Stato sono variamente fortunose: basti pensare che va disperso l’archivio del Gabinetto del Ministero dell’interno, mentre un nucleo di fascicoli relativi alla discriminazione degli ebrei è stato in anni recenti ritrovato nella zona di Merano, andando così a integrare la parte più con- sistente già acquisita dall’Archivio centrale dello Stato. I documenti più rilevanti degli organi cen- trali dello Stato, recuperati al nord, restano a disposizione delle autorità angloamericane che ne microfilmano le parti ritenute di maggiore interesse. Un archivista di Stato fa da tramite, per l’utiliz- zazione di questi documenti da parte degli uffici italiani, tra i ministeri e le autorità angloamericane che li detengono. Solo nel 1947, con la firma del trattato di pace, il governo italiano riprende il pieno possesso dei propri archivi. Contrariamente a quanto sembrava deciso in un primo momento, gli archivi della Commissione alleata di controllo non vengono lasciati in Italia, ma vengono portati a Washington. L’amministrazione archivistica italiana ne sta completando l’acquisto in microfilm per l’Archivio centrale dello Stato: della cospicua parte già acquisita è in corso l’elaborazione di uno strumento di ricerca informatico. A seguito di inevitabili dispersioni e distruzioni accidentali, connesse alle vicende belliche e alle operazioni di trasferimento e di recupero, e di distruzioni intenzionali in conseguenza dei mutamenti politici, la documentazione di tutto il periodo bellico e in particolare quella della RSI ha subito gravis- simi depauperamenti e si presenta, pertanto, molto frammentaria e lacunosa.

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Le fonti archivistiche 35

LE FONTI ARCHIVISTICHE

1. Il contesto storico

Le vicende dell’Italia nel corso della seconda guerra mondiale determinano una situazione istitu-zionale particolarmente complessa, che si riflette direttamente e indirettamente sullo stato attuale dellefonti archivistiche. Dopo l’8 settembre del 1943, il sovrano con il governo legittimo lasciano la capita-le e si trasferiscono a Brindisi e poi a Salerno, mentre al nord con la creazione della Repubblica socia-le italiana si ricostituiva un governo fascista. La Presidenza del consiglio e i ministeri, la Segreteria par-ticolare del duce e tutto l’apparato centrale dello Stato e del Partito nazionale fascista che aveva sede aRoma vengono trasferiti al nord e dislocati in diverse località: viene organizzato un massiccio trasferi-mento degli archivi di questi organismi nelle nuove sedi. L’ordinamento della Repubblica sociale ita-liana introduce delle sostanziali modifiche nell’apparato amministrativo e militare, in particolare perquanto attiene alla costituzione della Guardia nazionale repubblicana, ai servizi di polizia, agli organi-smi del partito, alla costituzione di bande e formazioni para-istituzionali con il compito di contrastare ipartigiani e svolgere funzioni di ordine pubblico. Ai prefetti, ora denominati capi provincia, subentra-no persone estranee alla carriera e anche questori e funzionari di polizia vengono, almeno in parte, sosti-tuiti con persone di provata fede fascista. Per vari organismi centrali dello Stato, tuttavia, le funzionipermangono sostanzialmente inalterate e, pertanto, si rileva nelle carte conservate una sostanziale con-tinuità. L’invasione dei tedeschi nell’Italia settentrionale comporta la presenza di uffici e organismimilitari tedeschi nel territorio nazionale e un diverso ordinamento amministrativo nella zona delLitorale adriatico e nelle province di Trento, Bolzano e Belluno.

Nell’Italia meridionale, in gran parte occupata dalle potenze alleate, opera il Governo militarealleato (AMG) che garantisce un ruolo formale al governo del Regno del sud. Con la liberazione diRoma, il 4 giugno del 1944, il governo dell’Italia libera torna nella capitale, ove riprende regolar-mente l’attività della Presidenza del consiglio, dei ministeri e degli altri organi centrali dello Stato.Nella maggior parte dei casi, tuttavia, manca la documentazione che costituisce i precedenti ammi-nistrativi perché trasferita nella RSI; di ciò risente anche l’immediato avvio delle restituzioni dei beniai cittadini ebrei, come si evince dai verbali del commissario dell’Egeli. Il progressivo avanzamentoal nord della linea del fronte porta, in coincidenza della data di liberazione delle diverse città italia-ne, all’estensione del governo di Roma e dell’Amministrazione militare alleata, mentre nelle città anord della linea gotica i capi provincia, prima della fine delle ostilità, venivano sostituiti da prefettipolitici scelti dai Comitati di liberazione nazionale; dopo la fine della guerra si ebbe il ripristinogenerale dei prefetti di carriera: le istituzioni locali avevano di massima mantenuto le stesse deno-minazioni e le stesse funzioni, ma ora vengono sostituite le persone preposte ai vari uffici. Per quan-to attiene alla gestione dei beni ebraici, l’avanzamento della linea del fronte comporta il trasferimentodi beni e pratiche di gestione presso istituti che si trovino in località della RSI.

Alla fine della guerra, dopo il 25 aprile del 1945, le operazioni di recupero degli archivi degliorgani centrali dello Stato sono variamente fortunose: basti pensare che va disperso l’archivio delGabinetto del Ministero dell’interno, mentre un nucleo di fascicoli relativi alla discriminazione degliebrei è stato in anni recenti ritrovato nella zona di Merano, andando così a integrare la parte più con-sistente già acquisita dall’Archivio centrale dello Stato. I documenti più rilevanti degli organi cen-trali dello Stato, recuperati al nord, restano a disposizione delle autorità angloamericane che nemicrofilmano le parti ritenute di maggiore interesse. Un archivista di Stato fa da tramite, per l’utiliz-zazione di questi documenti da parte degli uffici italiani, tra i ministeri e le autorità angloamericaneche li detengono. Solo nel 1947, con la firma del trattato di pace, il governo italiano riprende il pienopossesso dei propri archivi. Contrariamente a quanto sembrava deciso in un primo momento, gliarchivi della Commissione alleata di controllo non vengono lasciati in Italia, ma vengono portati aWashington. L’amministrazione archivistica italiana ne sta completando l’acquisto in microfilm perl’Archivio centrale dello Stato: della cospicua parte già acquisita è in corso l’elaborazione di unostrumento di ricerca informatico.

A seguito di inevitabili dispersioni e distruzioni accidentali, connesse alle vicende belliche e alleoperazioni di trasferimento e di recupero, e di distruzioni intenzionali in conseguenza dei mutamentipolitici, la documentazione di tutto il periodo bellico e in particolare quella della RSI ha subito gravis-simi depauperamenti e si presenta, pertanto, molto frammentaria e lacunosa.

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2. Istituzioni e archivi

In base alla legge archivistica 30 settembre 1963, n. 1409, ora confluita nel testo unico 29 ottobre1999, n. 490, gli uffici dello Stato versano i loro documenti ai competenti Archivi di Stato quarant’an-ni dopo l’esaurimento degli affari e, precisamente, la Presidenza del consiglio, i ministeri e altri orga-nismi centrali all’Archivio centrale dello Stato, gli uffici periferici agli Archivi di Stato, istituiti in ognicapoluogo di provincia. Gli enti pubblici conservano ognuno il proprio archivio storico anteriore al qua-rantennio; le istituzioni private conservano i propri archivi e, nel caso siano stati dichiarati di notevoleinteresse storico, debbono garantirne la conservazione e l’accesso per scopi di ricerca.

La ricostruzione delle vicende relative alle persecuzioni subite dagli ebrei in Italia richiede l’ana-lisi di fonti archivistiche italiane, soprattutto del Ministero dell’interno – con i dipendenti uffici delleprefetture e delle questure – , dell’allora Ministero delle corporazioni poi dell’Economia nazionale, delMinistero delle finanze – con le dipendenti intendenze di finanza – del Ministero degli affari esteri edell’allora Ministero della guerra, ma anche fonti tedesche, inglesi, americane e svizzere. La bibliogra-fia sulla persecuzione, sull’internamento e il lavoro coatto e quella sulla deportazione e i campi di ster-minio è ricchissima. Incredibilmente esigua è invece la bibliografia specifica sul tema delle spoliazio-ni, anche se notizie indirette possono ricavarsi dai testi che analizzano gli altri aspetti della politica raz-ziale del fascismo: per questa ragione la Commissione non ha allegato alla relazione una bibliografia,per la quale, invece, si rinvia alle note dei vari capitoli.

Fin dall’inizio dei suoi lavori la Commissione ha rivolto la sua attenzione al recupero di leggi eregolamenti e, soprattutto, delle disposizioni di carattere interno, all’individuazione delle fonti archivi-stiche e all’analisi delle procedure amministrative applicate nella gestione dei beni eccedenti, ai sensidel rdl 9 febbraio 1939, n. 126, e nella gestione e destinazione dei beni sequestrati e di quelli confisca-ti, ai sensi del dlg, 4 gennaio 1944, n. 2, preceduto dall’ordinanza di polizia n. 5 del 30 novembre 1943,firmata dal ministro Buffarini Guidi, in base alla quale veniva disposto per tutti gli ebrei la destinazio-ne ai campi di concentramento e il sequestro immediato dei beni in attesa della confisca nell’interessedella RSI; infine, alle restituzioni.

In una prima fase, la Commissione si è rivolta all’Amministrazione archivistica dello Stato pervalutare quali e quante fonti relative all’acquisizione dei beni di cittadini ebrei da parte di organismipubblici e privati nell’arco di tempo compreso tra il 1938 e il 1945 fossero conservate negli Archividi Stato o fossero note alle soprintendenze archivistiche che esercitano la vigilanza sugli archivi nonstatali.

L’istituto che conserva la documentazione più cospicua relativa ai temi connessi con l’applicazio-ne delle leggi razziali è l’Archivio centrale dello Stato in cui si trovano serie, soprattutto del Ministerodell’interno, relative alle persecuzioni subite dagli ebrei, alle pratiche di discriminazione in applicazio-ne delle norme del 1938-1939, al lavoro obbligatorio, all’internamento durante gli anni dellaRepubblica sociale italiana. È andato perduto – come si è detto – l’archivio del Gabinetto dall’unifica-zione del Regno al 1945 (RSI), ma si conserva il suo archivio a partire dal giugno 1944 e con la docu-mentazione cospicua, ancorché lacunosa proprio per gli anni che interessano, della Direzione generaledella pubblica sicurezza e quanto rimane della Direzione generale della demografia e razza il fenome-no è sufficientemente attestato.

I comuni e le prefetture avevano collaborato nella realizzazione del censimento degli ebrei del 1938e disponevano pertanto delle liste degli ebrei nei rispettivi territori e della documentazione connessaall’operazione. Le prefetture, organi a competenza generale e referenti, sul territorio, della Direzionegenerale demografia e razza, potevano acquisire direttamente o indirettamente notizie relative a tutti gliaspetti della politica razziale. Le prefetture e le questure, cui afferivano informazioni e accertamentisulle persone e quindi anche sugli ebrei, erano impegnate, nella RSI, nell’allestimento dei campi di con-centramento e delle località di internamento, gestiti direttamente dalle autorità italiane. Per quanto attie-ne al tema specifico della gestione dei beni eccedenti, in base alle disposizioni del 1939, erano impe-gnati in particolare i consigli provinciali dell’economia, gli uffici tecnici erariali, gli uffici delle impo-ste dirette, le intendenze di finanza. Per la gestione dei beni sequestrati o confiscati in base alle normedel 1944, la competenza spettava in maniera specifica alle prefetture e alle intendenze di finanza. Questeultime corrispondevano sistematicamente con il Ministero delle finanze e con l’Egeli (Ente gestione eliquidazione immobiliare), l’ente pubblico istituito nel 1939 per la gestione dei beni eccedenti rispettoalle quote consentite agli ebrei e che, nella RSI, gestisce i beni mobili e immobili confiscati e una partelimitata di quelli sequestrati. L’Egeli, mediante apposita convenzione, poteva delegare la gestione dei

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beni a istituti di credito pubblici o privati. Di qui l’estremo interesse, ai fini dell’individuazione dellefonti, degli archivi di queste banche.

L’applicazione delle leggi razziali, in considerazione della loro progressiva pervasività, almeno perquanto riguarda l’interdizione dall’esercizio di attività professionali, imprenditoriali, finanziarie e com-merciali, l’allontanamento dagli uffici statali e dagli enti locali, nonché dalle scuole di ogni ordine e gradopuò aver lasciato traccia documentaria in tutti gli uffici della pubblica amministrazione, negli istituti ban-cari, nelle compagnie di assicurazione, negli enti previdenziali e assistenziali, in ogni tipo di istituzionepubblica o privata. Questo aspetto della legislazione razziale ha prodotto danni morali e patrimoniali dif-ficilmente quantificabili e, sicuramente, non compensati in maniera adeguata dalla reintegrazione nelposto di lavoro e dall’eventuale recupero, a fini previdenziali e pensionistici, dei periodi di persecuzione.

Erano state, all’epoca, impartite disposizioni alle conservatorie delle ipoteche, agli uffici del registro,ai consigli provinciali dell’economia e del lavoro (subentrati alle camere di commercio) e ai consigli pro-vinciali dell’economia corporativa, alle banche, alle compagnie di assicurazioni e, in genere, a tutti gli uffi-ci che per le loro funzioni potessero avere dati utili, al fine di fornire notizie e informazioni necessarie perla ricostruzione più accurata possibile della situazione patrimoniale e creditizia nonché delle attività pro-duttive degli ebrei e procedere, quindi, all’applicazione delle leggi razziali con maggiore efficacia.

Poiché tutti gli uffici dello Stato, tutti gli enti pubblici, tutte le istituzioni pubbliche o private di-spongono di un proprio archivio, la potenziale esistenza di fonti documentarie è di proporzioni vastissi-me.

Di fatto, rispetto alla situazione dei beni ebraici, il quadro delle fonti si è rivelato molto complesso,articolato e frammentario. Quantitativamente è emerso un insieme imponente di fonti documentarie, main considerazione delle vicende di cui si è detto all’inizio, si tratta nella maggior parte dei casi di fontilacunose; di massima, cioè, mancano serie complete o nuclei organici di documentazione, tali da con-sentire una sistematica ricostruzione dei fatti avvenuti. La frammentarietà delle fonti si evince con cer-tezza per la frequenza dei casi in cui, rispetto al carteggio di un ufficio con altri enti, costituito ovviamentedalle minute delle lettere spedite e dagli originali delle lettere ricevute, non si ritrovano, se non raramen-te, negli archivi di quegli enti né gli originali, corrispondenti alle minute dell’ufficio considerato, né leminute corrispondenti agli originali. Per contro, si ritrovano saltuariamente ma frequentemente negliarchivi di uffici periferici statali, nei comuni, nelle sedi delle banche disposizioni minute e comunicazio-ni che attestano, attraverso una fitta corrispondenza, un complesso apparato burocratico a sostegno del-l’imponente insieme di funzioni derivanti dall’applicazione delle leggi razziali in ordine alla gestione deibeni ebraici, operante – come attestano gli ultimi decreti di confisca del 24 aprile 1945 – senza soluzionidi continuità. Ne consegue una particolare difficoltà per ricostruire i vari tasselli di procedure estrema-mente complesse, caratterizzate da una normativa molto dettagliata, ma tale da provocare incerte inter-pretazioni con conseguenti richieste di chiarimenti e che, comunque, si realizza in concreto nelle varieprovince secondo prassi difformi. La Commissione ha cercato di dare conto di ciò, rilevando insieme allaricostruzione del fenomeno nelle sue linee generali, una vasta casistica di situazioni particolari.

L’analisi delle procedure e indagini a più vasto raggio sulle fonti hanno consentito di individuarele istituzioni pubbliche e private coinvolte nel sistema della gestione dei beni eccedenti, dei sequestri edelle confische, delle vendite mentre solo fonti indirette attestano i furti e le asportazioni di beni a qual-siasi titolo. Si è delineata, sotto il profilo archivistico, una situazione diversa per quanto attiene ai benidei cittadini ebrei trattati in base alla legge del 1939, la cui gestione spettava all’Egeli, rispetto al trat-tamento praticato in base al decreto legislativo del 4 gennaio 1944, n. 2, e alle azioni in danno del patri-monio già perpetrate in alcune città, per esempio Roma, anche prima dell’emanazione di quel provve-dimento, o successivamente, al di fuori dell’applicazione della normativa.

Documentazione relativa alla gestione dei beni eccedenti per gli anni 1938-1943 e alle relativerestituzioni può trovarsi negli archivi delle banche delegate dall’Egeli, nei fondi Servizio beni ebraici eEgeli conservati presso l’Archivio centrale dello Stato, in serie delle Intendenze di finanza versate aicompetenti Archivi di Stato o ancora depositate presso le sedi delle stesse Intendenze, ove ancora esi-sta documentazione dell’epoca. Per l’attività di retrocessione degli immobili, iniziata presso l’ufficioEgeli di Roma a partire dall’autunno del 1944 si veda il capitolo “L’abrogazione delle leggi razziali:l’Egeli e le restituzioni”.

Molto più complessa è la situazione relativa agli anni della RSI. La dichiarazione contenuta nelpunto 7 del manifesto di Verona – decisa in data 14 novembre 1943 in occasione del Congresso del par-tito fascista – stabiliva che “gli appartenenti alla razza ebraica” venissero qualificati stranieri e apparte-nenti a una nazionalità nemica. Con l’ordinanza, n. 5, del 30 novembre Buffarini Guidi disponeva l’in-vio di tutti gli ebrei nei campi di concentramento e il sequestro immediato dei loro beni, in attesa di esse-

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re confiscati nell’interesse della Repubblica sociale italiana. Il dlg 4 gennaio 1944, n. 2, stabiliva la con-fisca dei beni ebraici. Mentre i capi delle province intervengono immediatamente con i decreti di seque-stro, prima e dopo l’emanazione del decreto legislativo, in applicazione delle leggi di guerra, dal momen-to che gli ebrei sono stati dichiarati appartenenti a una nazionalità nemica, o in applicazione dell’ordi-nanza di Buffarini Guidi, i primi decreti di confisca vengono emanati soltanto all’inizio del marzo 1944.

In materia di sequestri erano competenti le Prefetture che organizzarono Uffici per la gestione deibeni ebraici; i capi delle province potevano nominare dei sequestratari, persone o enti, di loro fiducia.La gestione dei beni non avveniva secondo una determinata procedura e pertanto ha seguito percorsidiversi; ne consegue che non è facile reperire la documentazione relativa, che può aver subito distru-zioni accidentali o intenzionali. Non è possibile allo stato attuale ricostruire un elenco completo deidecreti di sequestro. Esistono dati parziali nelle carte delle prefetture, negli archivi di eventuali entisequestratari, nei fascicoli processuali – quando il sequestratario sia stato accusato di essersi indebita-mente appropriato dei beni affidati alla sua custodia –, nelle carte dell’Egeli che ebbe l’incarico di prov-vedere alle restituzioni non solo dei beni confiscati che gestiva direttamente o attraverso le banche dele-gate, ma anche di quelli con gestione extra Egeli, che in sostanza erano i beni sottoposti a sequestro, oanche negli archivi delle banche delegate dall’Egeli per quei casi in cui risultarono incaricate di gesti-re anche beni sequestrati. Non sembrano essere molti i decreti di sequestro trasformati in confisca e,pertanto, si può rilevare che la situazione dei beni sequestrati rappresenti nel suo complesso un feno-meno difficile da ricostruire. Dall’archivio dell’Egeli risulta che la documentazione per attestare taligestioni presentava, già all’epoca, lacune incolmabili.

Per i beni sottoposti a decreto di confisca, la gestione era affidata all’Egeli, unitamente alle ban-che delegate. Le competenze, dopo l’emanazione del decreto di confisca da parte dei capi provincia,passavano alle Intendenze di finanza che conferivano con il Ministero delle finanze e con l’Egeli. Titoli,depositi e valori potevano restare negli istituti in cui si trovavano, con apposito vincolo, qualora l’Egelinon ne facesse esplicita richiesta agli istituti stessi per far fronte a necessità di gestione. La serie deidecreti di confisca è conservata nel fondo Servizio beni ebraici del Ministero delle finanze, conservatopresso l’Archivio centrale dello Stato. Anche se il settore delle confische è attestato con documenta-zione adeguata, restano dei problemi di non facile interpretazione. Spesso passava molto tempo tra l’e-manazione del decreto di confisca e la sua trasmissione agli uffici finanziari e all’Egeli. Chi si occupa-va dei beni in quel lasso di tempo? Risulta dai decreti di confisca che il capo provincia poteva anchedare in consegna a persone o a enti diversi dall’Egeli parte dei beni confiscati. Nel caso del Credito fon-diario del Monte dei paschi di Siena, istituto delegato dall’Egeli per la gestione dei beni confiscati inToscana, risulta che, a fronte di 142 decreti di confisca non vi sia stata alcuna presa di possesso da partedell’istituto bancario e quindi nessun conseguente obbligo di restituzione. La documentazione sullerestituzioni è frammentaria e non consente di rapportare le somme erogate ai decreti di confisca o alnumero di posizione conferito dall’Egeli, se non saltuariamente. Nelle carte di alcune prefetture si tro-vano verbali di consegna, nella documentazione delle banche possono trovarsi quietanze e ricevute oregistrazioni di varia natura.

Beni, frutto di sequestri o di furto, sono stati ritrovati nel corso del 1945 presso la sede in Valdagnodella Direzione generale della pubblica sicurezza e notizie di beni trafugati e sul loro fortunoso percor-so emergono, in maniera saltuaria e frammentaria, da molte fonti, in particolare dagli uffici per lagestione dei beni ebraici istituiti presso le prefetture, da fonti giudiziarie, da testimonianze diverse. Siveda in proposito il capitolo su “Furti e saccheggi”. In alcune città, per esempio Firenze non si è pro-ceduto a trasformare i decreti di sequestro in confische – che risultano poco numerose – e, pertanto, lagestione dei beni risulta affidata pressocché interamente al sequestratario Martelloni, sottoposto a pro-cesso alla fine della guerra. Vedi in proposito il capitolo su Firenze.

3. Fonti statali nazionali conservate presso l’Archivio centrale dello Stato e negli altri Archivi storici

L’Archivio centrale dello Stato, oltre alle serie già ricordate del Ministero dell’interno conserva,per la ricerca sulla politica razziale, gli archivi della Presidenza del consiglio dei ministri, dellaSegreteria particolare del duce, dell’Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo, del Ministeroper la cultura popolare, del Ministero della pubblica istruzione, in particolare della Direzione generaleantichità e belle arti e, nel suo ambito, corrispondenza dell’Ufficio per il recupero delle opere d’arte edel materiale bibliografico.

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Non è risultata utile la documentazione del Ministero dell’industria, commercio e artigianato, lacu-nosa e solo in parte adeguatamente inventariata. Troppo frammentaria è anche la superstite documenta-zione del Partito fascista repubblicano e della Guardia nazionale repubblicana.

Due soli fondi sono specificamente rilevanti ai fini della ricostruzione della situazione dei beniebraici: il Servizio beni ebraici del Ministero delle finanze con documenti dal 1938 al 1945 e l’Egeli,con documenti dal 1938 al 1945 per quel che riguarda la gestione dei beni ebraici nel regno d’Italia epoi nella Repubblica sociale italiana, dal giugno 1944 (data della liberazione di Roma) al 1957, per quelche riguarda le restituzioni, proseguendo per la conclusione delle questioni pendenti, fino alla liquida-zione definitiva dell’Ente nel 1997. A seguito della conclusione del procedimento di liquidazione ilMinistero del tesoro ha versato le carte dell’Egeli all’Archivio centrale dello Stato, insieme ad un altrofondo che ha dei collegamenti con il trattamento dei beni ebraici, l’Azienda rilievo alienazione residua-ti (Arar). Per i beni gestiti dall’Egeli e, per suo conto, dalle banche convenzionate, la documentazione,ancorché incompleta, consente di delineare il procedimento dell’acquisizione e della gestione, mentrerisulta più frammentariamente attestata la fase delle restituzioni, che incluse anche – ove fosse possibi-le recuperare la relativa documentazione – la restituzione dei beni sottoposti a sequestro.

La Commissione ha deciso di costituire una banca dati con i dati ricavabili dai decreti di confiscadel Servizio beni ebraici del 1944-1945: la serie è articolata per provincia, ogni decreto può riferirsi auna o a più persone, per una stessa persona possono essere stati emanati più di un decreto: poiché idecreti erano emanati dal capo provincia e poi trasmessi alle intendenze di finanza che li comunicava-no al Ministero delle finanze e all’Egeli, si è potuta operare una verifica e un’integrazione dei dati dellaserie conservata presso l’Archivio centrale dello Stato con quelli rilevati dalle carte delle prefetture ver-sate negli Archivi di Stato e trasmesse in copia alla Commissione; una ulteriore verifica è stata esegui-ta su una rubrica alfabetica coeva, conservata nello stesso fondo Servizio beni ebraici: in tal modo si èpotuta quantificare, sia pure approssimativamente, l’entità delle lacune. Per notizie più puntuali sullabanca dati, vedi il capitolo seguente e l’Appendice. Non è stato possibile, invece, allo stato attuale del-l’individuazione delle fonti, procedere a una ricostruzione sistematica dei decreti di sequestro, di cui sirilevano puntuali elenchi o tracce sporadiche negli archivi delle prefetture e in quelli di alcune banche.

Vari riscontri per i decreti di sequestro e di confisca sono stati fatti anche sulla Gazzetta ufficialedella RSI, di cui però non si conserva la serie completa.

Decreti prefettizi di revoca dei decreti di sequestro e di confisca o provvedimenti di carattere gene-rale che ne annullavano l’efficacia furono certamente emessi per tutta la parte del territorio nazionaleinteressata al fenomeno, anche se risultano solo per poche prefetture. A fronte della serie organica, anchese non completa, dei decreti di confisca della RSI, conservata nel fondo Servizio beni ebraici pressol’Archivio centrale dello Stato, nessuna fonte, invece, elenca sistematicamente le persone destinatariedelle restituzioni, anche se si trovano saltuariamente verbali di restituzione, ricevute, quietanze o altro.Per questa ragione è parso opportuno procedere, presso l’Archivio centrale dello Stato, a un’ulteriorebanca dati dei nominativi che risultano nel fondo Egeli dalle liste di persone a cui le banche, che aveva-no operato per conto dell’Ente, andavano stimando quanto era dovuto in base ai calcoli eseguiti dallestesse banche in cui si teneva conto anche di quanto ad esse spettasse per le spese di gestione: si tratta dielenchi parziali, le cui cifre discendono da calcoli eseguiti secondo criteri non uniformi e che, tuttavia,vengono a costituire un primo nucleo di informazioni che potrebbe essere ulteriormente arricchito da unconfronto puntuale con dati in possesso delle banche che dispongono di una consistente documentazio-ne dell’epoca, come ad esempio l’Istituto San Paolo di Torino o la Banca agricola mantovana.

L’Archivio storico della Camera dei deputati ha segnalato i fondi relativi alla Consulta nazionalee alla Costituente.

L’Archivio storico del Ministero degli affari esteri ha segnalato le serie Affari politici e Affarigenerali del Gabinetto.

4. Fonti statali periferiche conservate negli Archivi di Stato

Dagli Archivi di Stato sono pervenute notizie specifiche sui beni ebraici, presenti in fondi archi-vistici talora lacunosi e frammentari, in altri casi consistenti e organici, come ad esempio il fondoPrefettura di Milano o di Bologna, in altri infine non adeguatamente inventariati o non ordinati, comenel caso di Venezia.

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In particolare il fondo Prefettura è segnalato dagli Archivi di Stato di Alessandria, Arezzo, Asti,Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Como, Cremona, Ferrara, Forlì, Genova, Gorizia, Grosseto,Imperia, L’Aquila, La Spezia, Lucca, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Perugia, Pisa,Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Siena, Torino, Trieste, Varese, Venezia, Vercelli,Vicenza, Viterbo.

Il fondo Questura risulta ad Ancona, Arezzo, Ascoli Piceno, Bari, Bologna, Campobasso, Como,Cuneo, Ferrara, Grosseto, Latina, Macerata, Padova, Pavia, Pesaro, Piacenza, Trento, Venezia.

Il fondo Intendenza di finanza risulta soltanto per Bari, Cuneo, Savona, Torino, Vercelli.Arezzo conserva in microfilm la Delegazione provinciale dell’Alto commissariato per le sanzioni

contro il fascismo. Trieste conserva il fondo Commissariato generale del governo per il territorio diTrieste. Firenze indica la Corte di assise (processo Martelloni) e Trieste la Corte di appello. Varese ilComitato provinciale di liberazione nazionale e l’Ente comunale di assistenza. Bari, Bergamo e Goriziasegnalano la Camera di commercio ivi depositata. Bari, Livorno, Mantova, Roma, Terni e Veneziasegnalano fonti catastali; Chieti, Roma e Trieste l’Ufficio tecnico erariale. Padova conserva il fondoEgeli; Ferrara e Terni indicano l’archivio storico comunale ivi depositato e Mantova l’archivioScalcheria.

Gli Archivi di Stato, in genere, hanno segnalato le serie relative alla politica razziale, esemplifican-do la tipologia dei documenti e inviando copie, talora di intere serie, a volte solo di documenti ritenutirilevanti. Ne consegue che la ricerca, in alcuni Archivi di Stato, potrebbe essere utilmente continuata.

5. Versamento dei fascicoli concernenti cittadini di origine ebraica ordinato nel 1961

Il quadro delle fonti presenti ora negli Archivi di Stato non ha rivelato un incremento di nuovi ver-samenti decisamente cospicuo rispetto alla situazione delineatasi negli anni 1961-1962, a seguito delledisposizioni impartite dalla Presidenza del consiglio e trasmesse dal Ministero dell’interno, con circola-re n. 30/61 del 20 giugno 1961, ai suoi uffici periferici e all’amministrazione archivistica, all’epocainquadrata nella Direzione generale dell’amministrazione civile. Nella nota del 6 giugno 1961, n.793/168, della Direzione generale pubblica sicurezza alla Direzione generale amministrazione civile silegge “La Presidenza del consiglio dei ministri […] ha ora impartite istruzioni perché venga dato sen-z’altro corso al versamento agli Archivi di Stato dei fascicoli personali relativi a cittadini di origine ebrai-ca, non sembrando più opportuno, per le note considerazioni, ritardare l’adozione del provvedimento piùvolte, e anche di recente, sollecitato dall’Unione delle comunità israelitiche italiane”; si precisa infine cheil carteggio in questione è da considerare “materiale documentario di interesse storico”. Spetta ai diret-tori degli Archivi di Stato concordare con le prefetture e con le questure le modalità del versamento “chedovrà essere effettuato in ogni caso”. Con successiva circolare n. 32/61 del 31 agosto la Direzione gene-rale dell’amministrazione civile chiarisce ai direttori degli Archivi di Stato, ai prefetti e ai questori che ilversamento deve riguardare non solo i fascicoli personali degli ebrei, “ma l’intera documentazione sullacampagna razzista, tuttora esistente presso le prefetture e le questure”, con l’esclusione tuttavia dei fasci-coli relativi ai campi di concentramento, in cui furono deportati i cittadini ebrei “tenuto conto che taledocumentazione è ancora oggetto di corrente consultazione da parte delle persone interessate, che hannoin corso pratiche di risarcimento nei confronti del Governo federale di Bonn”. L’espressione è non privadi ambiguità, dal momento che non fa alcun riferimento ai campi di concentramento gestiti dalle autori-tà italiane. L’adempimento alle disposizioni fu sufficientemente tempestivo, in particolare da parte delleprefetture. Diverse prefetture e questure, però, versarono agli Archivi di Stato pochi faldoni, con docu-mentazione frammentaria, relativi agli ebrei e, in più di un caso, si rispose che non c’era più documen-tazione: risultava, per esempio, dispersa la documentazione delle questure di Caserta, L’Aquila, Lucca ePisa; la Questura di Napoli consegnava 95 fascicoli rilevando che la documentazione anteriore al 1941era distrutta. La Prefettura di Venezia trasmetteva tutta la documentazione di cui disponeva, salvo quel-la denominata “Beni ebraici” perché pervenivano continue richieste da vari enti, specie dall’Intendenzadi finanza: procederà al versamento di queste carte nel 1972. Per Bolzano, ove si trovava il campo di con-centramento di Gries, la Questura comunicava che tutta la documentazione riguardava i campi di con-centramento e, pertanto, non ritenne di procedere al versamento.

Gli atti di questa operazione, da cui saltuariamente risultano elenchi di nominativi ebrei ed elen-chi più o meno dettagliati della documentazione versata, sono ora conservati presso l’Archivio centra-le dello Stato; i documenti versati dalle prefetture e dalle questure si trovano nei competenti Archivi diStato.

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Le fonti archivistiche 41

6. Uffici centrali e periferici dello Stato, enti pubblici e istituzioni private

In considerazione dell’assenza negli Archivi di Stato di fonti che presumibilmente avrebberodovuto esserci, la Commissione ha scritto al Ministero dell’interno, ottenendo la consegna in copia dipochi fascicoli del Gabinetto, alle prefetture, alle questure, al Ministero delle finanze e alle intendenzedi finanza, al Ministero del tesoro nonché ai commissari di governo delle province autonome di Trentoe Bolzano e al presidente della Giunta per la Regione autonoma della Valle d’Aosta, al Comando gene-rale dell’Arma dei Carabinieri, all’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’esercito, all’Amministra-zione delle poste e, per le Camere di commercio, sono stati esaminati i dati in possesso del Ministeroindustria commercio e artigianato, oltre a specifiche indagini mirate presso alcune Camere, come adesempio quelle di Milano e di Roma.

Per quanto attiene alle opere d’arte confiscate, poiché nella RSI si decise, a un certo punto, dinon procedere alla vendita di quelle riconosciute di interesse storico, al fine di non disperdere il patri-monio artistico, ma di darle in consegna alle Soprintendenze territoriali dell’allora Ministero per l’e-ducazione nazionale, la Commissione ha scritto alle attuali Soprintendenze ai beni archeologici,architettonici, artistici e storici per verificare se conservino documenti utili per la ricostruzione diquei beni. Per i risultati di tale indagine si rinvia al capitolo specifico sull’“Asportazione di beni arti-stici, culturali e religiosi”. La Commissione è altresì entrata in contatto con la Commissione inter-ministeriale per il recupero delle opere d’arte presso il Ministero degli affari esteri, ottenendo di con-sultarne la documentazione acquisita, tra cui, oltre alla corrispondenza con il dr. Rodolfo Siviero,sono stati esaminati il fascicolo Comunità israelitica-Commissione per la restituzione del materialeartistico e bibliografico recuperato che include il verbale di consegna di oggetti di culto al rabbinocapo della Comunità israelitica di Roma; fascicoli relativi alle comunità israelitiche di Firenze,Livorno, Milano, Merano, Bolzano, Trieste, Roma, Roma-Collegio rabbinico (riconsegna delle 54casse contenenti libri); il fascicolo Sequestro oggetti ebraici e i fascicoli Riccardo M. Luzzatto,Guido Bedarida e Edwin Lombroso, Guido Orvieto.

La Commissione, nell’ambito della collaborazione richiesta all’Amministrazione archivisticadello Stato, ha scritto alle Soprintendenze archivistiche che esercitano la vigilanza sugli archivi non sta-tali, vale a dire sugli archivi degli enti pubblici e sugli archivi privati, ottenendo alcune segnalazioni:documenti utili, specie per l’internamento degli ebrei, si conservano nei comuni abruzzesi, come infor-ma la Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo, mentre quella per la Lombardia segnala documenticomunali sul censimento degli ebrei, su alcune proprietà, su disposizioni normative. Per le banche e leassicurazioni, i cui archivi rientrano nella vigilanza delle soprintendenze, la ricerca è stata coordinatarispettivamente dall’ABI (Associazione bancaria italiana) e dall’ANIA (Associazione nazionale fra leimprese assicuratrici).

La Commissione ha scritto all’Istituto nazionale per il movimento di liberazione in Italia per rac-cogliere eventuali dati di quell’istituto e degli altri istituti storici della Resistenza.

Si è rivolta naturalmente all’Unione delle comunità ebraiche italiane, che ha fornito un regestoparticolareggiato della documentazione utile alla Commissione. Alcuni commissari hanno svoltoricerche dirette nell’archivio dell’Unione. Alcune Comunità, Ferrara, Firenze, Livorno, hanno svol-to ricerche nei propri archivi per conto della Commissione, che ha altresì acquisito documenti incopia dalle Comunità di Parma, di Casale Monferrato, di Livorno e dati su Trieste e Merano, oltrea indicazioni su manoscritti e stampe della Biblioteca della Comunità israelitica. Dalla FondazioneCentro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) ha ottenuto, tra l’altro, copie di circola-ri e disposizioni applicative della legislazione antiebraica nella RSI emanate dalla Confederazionefascista delle aziende di credito e delle assicurazioni, di una importante relazione dell’Egeli del1945, del fascicolo Cariplo della Comunità israelitica di Milano, di vari fascicoli concernenti vicen-de individuali.

La Commissione ha scritto alla SIAE (Società italiana autori editori), ricevendo una relazione sulcomportamento dell’ente nei confronti degli ebrei, in materia di diritto d’autore.

La corrispondenza della Commissione con la Procura militare è stata avviata in occasione del-l’intervista al procuratore generale militare di Roma pubblicata su “Il Messaggero” del 20 maggio1999 circa l’archiviazione di fascicoli processuali relativi a crimini di guerra per sapere se da taledocumentazione potevano emergere dati su episodi di spoliazioni di beni mobili a danno degli ebreieffettuate da militari tedeschi o della RSI. Da una serie di lettere inviate alle singole autorità giudi-ziarie militari sono emersi per Roma dati, peraltro noti, relativi ad Herbert Kappler, colpevole anche

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di “requisizione arbitraria” per i 50 chili di oro chiesti alla Comunità ebraica della città; per Torinosi rilevano pochi dati tra cui un riferimento contenuto in una sentenza al saccheggio della Sinagogadel giugno 1944.

Nel Resoconto dei lavori della Commissione si è data notizia dei criteri seguiti per stabilire i con-tatti con tutte queste istituzioni, della corrispondenza intrattenuta con le stesse, della metodologia adot-tata. La Commissione ha così acquisito una cospicua quantità di documenti in copia, articolati per pro-venienza, che ha costituito – unitamente alle banche dati elaborate preso l’Archivio centrale dello Stato– la base per tutta la ricerca.

7. Banche

Dalla documentazione dell’Egeli sono emersi i nomi delle istituzioni bancarie cui l’ente delegavala gestione dei beni; dalla banca dati dei decreti di confisca elaborata presso l’Archivio centrale delloStato sono state individuate banche e assicurazioni depositarie di titoli di credito, depositi e polizze assi-curative. Attivando un rapporto di collaborazione con le banche, la Commissione ha promosso un cen-simento per conoscere quali documenti relativi al periodo considerato e al tema in esame si trovanopresso gli archivi storici delle banche e un incontro con i rappresentanti degli istituti bancari. Hannorisposto 24 banche, alcune delle quali dispongono di archivi consistenti.

A causa di scarti di documentazione, per l’inadeguato stato di ordinamento e inventariazionedei fondi o per una risistemazione delle carte talora basata su codici interni e non sui nominativi,solo in pochi casi è stato fornito un riscontro, peraltro parziale, rispetto all’elenco dei nominativi diebrei cui erano stati confiscati titoli di credito e depositi inviato dalla Commissione: è stata rileva-ta una corrispondenza di 7 nominativi su 50 dalla Banca agricola mantovana; una rettifica su 3nominativi è venuta dalla Cassa di risparmio di Venezia che però non dispone della relativa docu-mentazione; qualche notizia viene dalla Banca popolare di Milano che dà conto anche di qualchedato reperito nella ex Banca agricola milanese; risposte puntuali ed esaurienti vengono invece dallaBanca commerciale italiana, specie per i nominativi e per i dati sui beni sequestrati, mentre nonrisultano rilevate le cassette di sicurezza e, a volte, mancano anche i titoli a custodia; qualche datoinfine è fornito dalla Banca di Legnano. È indubbio che dalla documentazione delle banche posso-no rilevarsi dati più consistenti.

In ogni caso sia la documentazione mandata in copia, sia la segnalazione di serie importanti –come può rilevarsi dai dati che di seguito sommariamente si riportano – ha fatto emergere una quanti-tà davvero cospicua di documentazione in possesso delle banche che, ove fosse possibile proseguirel’indagine avviata dalla Commissione, dovrebbe essere analiticamente schedata per integrare le banchedati relative alle confische e alle restituzioni elaborate presso l’Archivio centrale dello Stato e per avvia-re un’indagine specifica sui sequestri e blocchi dei beni da integrare con i dati delle prefetture. Le ban-che hanno dato un’attiva collaborazione e, talora, hanno avviato il riordinamento delle carte o ricercheproprie in merito, a seguito delle richieste della Commissione.

Particolarmente cospicua risulta la documentazione conservata presso la Banca agricola man-tovanache, tra l’altro conserva 296 pratiche di amministrazione dei beni ebraici – operava infattiper conto dell’Egeli – riguardanti decreti di confisca, verbali di presa in consegna e di riconsegnadei beni, decreti di dissequestro, atti di compravendita di beni sequestrati, apertura di cassette disicurezza.

La Banca commerciale italianaha inviato una relazione puntuale e interessante materiale incopia. In particolare segnala, oltre ai verbali del Comitato della direzione generale e a corrispondenzadi Raffaele Mattioli con il governatore della Banca d’Italia Azzolini, il fondo Servizio filiali italianeche riveste particolare importanza: disposizioni normative, confische, risarcimento danni di guerra,pratiche per la restituzione di beni presso la banca stessa asportati dai tedeschi, rapporti con le autori-tà germaniche. La corrispondenza con le filiali consente di rilevare molti dati sulla situazione dei beninelle diverse province dell’Italia settentrionale sia in ordine alle confische di attività e di beni che allerestituzioni.

La Banca nazionale del lavoroinvia un elenco sommario di documenti relativi alla gestione perconto dell’Egeli, tramite la Sezione autonoma di credito fondiario. In particolare si fa riferimento agliimmobili sequestrati nelle Marche, in Abruzzo e in Umbria.

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Le fonti archivistiche 43

La Banca popolare di Novarafornisce dati su depositi e cassette di sicurezza; segnala, tra l’al-tro, l’apertura forzata di cassette di sicurezza da parte dei tedeschi che asportarono beni, mai più resti-tuiti, e l’elenco degli ebrei nella città e nella provincia individuati dalla questura per operare il bloc-co dei beni.

Qualche documento è stato inviato dalla Banca regionale europea,mentre la Banca di Romasem-bra non disporre di documentazione utile.

Il Banco ambrosiano-venetoinforma che nessuna delle banche in esso confluite operò per contodell’Egeli e, per quanto attiene a eventuali provvedimenti di confisca, non risultano agli atti notizie.

Il Banco di Napolioperò per conto dell’Egeli, ma nel 1995 ha consegnato all’Ispettorato genera-le per la liquidazione degli enti disciolti del Ministero del tesoro la relativa documentazione.

Il Banco di Sicilia, che pure operò per conto dell’Egeli, non conserva documentazione in merito.Solo quanto risulta dai verbali del Consiglio di amministrazione costituisce per la Bi.Pop. Cassa

di Risparmio di Reggio Emilia traccia dei rapporti con l’Egeli.Cospicua è invece la documentazione della Cassa di risparmio delle provincie lombarde, che

operò per conto dell’Egeli. Oltre alla documentazione relativa alla gestione dei beni confiscati, conser-va documenti interessanti circa i rapporti con il dr. Martelloni, ex commissario prefettizio per gli affa-ri ebraici della provincia di Firenze, 7 verbali relativi all’inventario delle 11 casse di beni che ilMartelloni trasportò da Firenze a Milano e il verbale di consegna alla Comunità israelitica di Firenzedei valori di proprietà ebraica trasportati dal Martelloni a Milano. Conserva inoltre documenti relativialla gestione di beni ebraici confiscati e affidati al Monte dei pegni di Milano: sono stati acquisiti docu-menti in copia relativi alla valutazione di beni mobili confiscati, un elenco dei consegnatari dei benimobili e corrispondenza con l’Egeli.

Notizie utili, anche in tema di restituzioni, provengono dalla Cassa di risparmio di Biella eVercelli.

La Cassa di risparmio di Bologna, che operò per conto dell’Egeli, ha dati sulla restituzione di pro-prietà confiscate conclusa nel 1948.

Invece la Cassa di risparmio di Gorizia, che pure operava per conto dell’Egeli, conserva solodocumenti relativi ai beni dei sudditi nemici e a beni derivanti da espropri fiscali.

Documentazione relativa alla gestione per conto dell’Egeli è stata inviata dalla Cassa di risparmiodi Parma e Piacenza.

Un elenco dettagliato dei documenti relativi ai beni ebraici è stato redatto dalla Cassa di rispar-mio di Torino, ove si trova corrispondenza relativa ai decreti di confisca e alle cassette di sicurezza, cor-rispondenza relativa a Torino, Asti e Aosta con le autorità statali locali.

La Cassa di risparmio di Triesteha inviato notizie puntuali e copie di documenti di notevole rilie-vo riguardo ai beni sequestrati dai tedeschi, al dissequestro dei beni, al recupero di somme sequestratedai tedeschi, ai rapporti con la Comunità israelitica, agli accertamenti relativi a 5 casse di preziosi.

Elenchi di ebrei divisi per mestiere e per ordine alfabetico risultano dai documenti inviati dallaCassa di risparmio di Veneziaunitamente a pratiche relative alle confische e ad altra rilevante corri-spondenza.

Una limitata documentazione viene inviata dalla Cassa di risparmio di Verona.Documentazione su sequestri e confische di beni mobili appartenenti ad ebrei e sulla restituzione

è stata trasmessa dal Credito italiano, che conserva inoltre corrispondenza con la Banca d’Italia diTrieste e con la Oberkasse des Obersten Kommissars in der Operationzone Adriatisches Künstenland,oltre a tre verbali relativi all’apertura di cassette di sicurezza, un elenco di ebrei risultante da un bloc-co dattiloscritto su veline di 3.420 nominativi, una pratica intestata “Azionisti di razza ebraica” utileanche per le questioni della nominatività dei titoli azionari, della denuncia di azioni, del trasferimentodi azioni di società commerciali.

L’ Unicredito conserva documenti su Trieste, corrispondenza con la Banca d’Italia e con le suc-cursali, in particolare di Fiume Pola, Udine, documentazione sul contenzioso; di particolare interesse lacorrispondenza con le autorità germaniche e un elenco di consegna ai tedeschi di valori contenuti in cas-sette di sicurezza intestate a ebrei.

L’ Istituto italiano di credito fondiariooperava per conto dell’Egeli. Oltre ai verbali del Consigliodi amministrazione da cui si evincono i dati sulle restituzioni e ai bilanci degli anni 1941-1944, con-serva libri di registrazione contabile relativi a beni ebraici, beni alleati e beni nemici.

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Mediovenezieconserva documentazione relativa ai rapporti con l’Egeli e notizie sui beni ebraici aFiume.

Di dimensioni notevoli l’archivio del Monte dei paschi di Siena che comprende un settore relati-vo all’Egeli, fascicoli intestati ai proprietari dei beni sequestrati e un repertorio dei beni ebraici seque-strati. Il Credito fondiario del Monte era incaricato nella RSI della gestione dei beni confiscati per tuttala Toscana.

Molto rilevante è anche la documentazione del Credito fondiario dell’Istituto San Paoloche ope-rava per conto dell’Egeli. Tra le serie di maggior interesse segnala la gestione dei Beni ebraici seque-strati e dei Beni ebraici confiscati, Pratiche relative alla presa di possesso dei beni eccedenti, Rubrichedei beni sequestrati e confiscati. Sulla base della documentazione del San Paolo IMI è stato pubblicatoil volume a cura di F. Levi, Le case e le cose, che attraverso l’esame dei decreti di confisca e la cospi-cua documentazione relativa alla gestione per conto dell’Egeli, costituisce uno dei pochi testi specifi-camente dedicati alle spoliazioni subite dagli ebrei.

A seguito di ricerche fatte svolgere direttamente presso alcune delle più importanti banche, sonostati acquisiti dalla Commissione altri numerosi e rilevanti nuclei di documentazione.

8. Banca d’Italia

Parallelamente è stata eseguita una ricerca su tutti i fondi conservati presso l’Archivio storicodella Banca d’Italia. Nel capitolo dedicato alla Banca d’Italia si dà conto puntualmente delle unitàarchivistiche, articolate per fondi, che riguardano il tema dei beni ebraici: non esiste una serie speci-fica per l’applicazione dei provvedimenti razziali e, pertanto, le notizie vanno ricercate trasversal-mente nelle varie serie relative agli anni che interessano. Oltre alla documentazione che riguarda spe-cificamente la Banca d’Italia vi è rilevante documentazione sulle aziende di credito italiane e suisequestri operati negli ultimi anni di guerra. Si indicano in questo capitolo i fondi utilizzati nellaricerca: Disposizioni di servizio (Numeri unici), Direttorio-Azzolini, Direttorio-Introna, Direttorio-Moltrasio, Segretariato-Consiglio superiore, Vigilanza sulle aziende di credito, Ispettorato per ladifesa del risparmio e l’esercizio del credito, Rapporti con l’Interno, Rapporti con l’Estero, Studi,Beneduce, Rapporti con l’Interno-Stanze di compensazione, Segretariato, Personale, Segreteria par-ticolare, Consorzio sovvenzioni su valori industriali (CSVI), Ufficio speciale di coordinamento,Filiali della Banca d’Italia.

9. Assicurazioni

Con il coordinamento dell’ANIA la Commissione ha promosso un censimento presso le assicu-razioni, in quanto le polizze rientravano tra i beni sequestrati o confiscati o perché, nel caso dellepolizze sulla vita il rapporto assicurativo può essere rimasto “senza seguito” quando i titolari sianostati destinati ai campi di sterminio. Al censimento ha fatto seguito un incontro con i responsabili dialcune società.

Su 246 imprese cui è stato inviato il questionario, 115 hanno risposto ma solo 6 casi risultanointeressanti per i lavori della Commissione, in quanto nella maggior parte dei casi le imprese nonoperavano negli anni 1938-1945 o non si occupavano delle assicurazioni sulla vita; in ogni casorisulta destinata al macero gran parte della documentazione relativa ai contratti. Sotto il profiloarchivistico, il censimento ha evidenziato una presenza di fonti solo sporadica. Anche per le 6imprese che rivestono interesse si conserva documentazione in quantità modesta. L’Alleanza assi-curazioni, che operava solo nel ramo vita, era all’epoca in una situazione di bassa produzione: granparte del suo archivio è andato al macero e, per un certo numero di scatoloni contenenti documen-tazione per gli anni 1938-1945, non risulterebbero carte idonee a ricostruire rapporti contrattuali. LaAXA Assicurazioni conserva casualmente documentazione residuale relativa a polizze vita per glianni 1938-1945, ma non risultano nominativi di ebrei. La GAN Assicurazioninon dispone più didocumentazione dell’epoca. L’INA (Istituto nazionale assicurazioni) conserva scarsa documentazio-ne dell’epoca, difficilmente utilizzabile. La Riunione adriatica di sicurtà, che conserva un più con-sistente archivio, ancorché frammentario e lacunoso, dispone di documentazione relativa alle poliz-ze rimaste senza seguito, che include anche contratti di assicurazione sulla vita stipulati nel perio-

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Le fonti archivistiche 45

do 1921-1943, da cui è emerso un caso di polizza non pagata a un cittadino ebreo, mentre non hadocumentazione sugli effetti dei decreti di confisca, previsti dalla normativa del 1944. Anche leAssicurazioni generalidispongono di un più consistente archivio, che ha loro consentito di assu-mere su supporto magnetico i dati relativi a polizze rimaste senza seguito dal 1942 al 1966, per-mettendo così di effettuare accurati riscontri: ne è emersa una lista di una sessantina di polizze sti-pulate da cittadini ebrei non liquidate su circa 25.000 contratti analizzati. La società non disponeinvece di documentazione specifica sugli effetti della normativa del 1944 in materia di confische,salvo tracce sporadiche.

10. Linee di ricerca e questioni non risolte

Come si è detto, la documentazione relativa alle restituzioni è estremamente frammentaria elacunosa. Ancora più difficile si è rivelata la possibilità di ricostruire le vicende occorse ai beni gesti-ti dai sequestratari, i cui nominativi risultano saltuariamente e ancor più saltuarie sono le notizie circala loro attività. Seguire il percorso dei beni trafugati è impresa ancora più ardua: preziosi dunquesono i riferimenti ai libretti postali, il cui uso era consentito sotto il controllo delle autorità, ma chein caso di avvio ai campi di concentramento e di deportazione potevano essere sottratti ai proprieta-ri. Numerose tracce documentarie attestano con certezza furti e sottrazioni “illegali” (in quanto noncontemplate dalle leggi in materia emanate dalla RSI), ma difficile è ipotizzarne l’entità, sicuramen-te cospicua per quanto riguarda gioielli, mobilia, argenteria, suppellettili, denaro liquido, beni cioè difacile asporto.

Parimenti difficile è la ricerca nell’ambito del risarcimento per danni di guerra, ove non è esclusoche possano trovarsi richieste presentate da cittadini ebrei. La documentazione del Ministero del teso-ro e dei suoi uffici periferici in materia, solo in limitata misura è presente negli Archivi di Stato e,comunque, non dispone in genere di adeguati strumenti di ricerca. Né è stata avviata alcuna ricerca nelladocumentazione relativa alla gestione dei beni dei cittadini di nazionalità nemica sottoposti a decreti disequestro ai sensi della normativa di guerra, per verificare se vi si trovino cittadini ebrei.

Anche la situazione dei beni degli ebrei nell’area del Mediterraneo (Rodi, Albania, Libia,Spalato, Lubiana, Nizza e Atene) amministrata o comunque occupata o controllata dal Regno d’Italia,non è stata in questa fase della ricerca affrontata per la difficoltà di reperimento di idonee fonti archi-vistiche.

Da questa vasta indagine sulle fonti statali e non statali sono emerse molte notizie, ma – salvola serie dei decreti di confisca, alcune serie delle prefetture o della Banca d’Italia e alcune serie pres-so istituti bancari, come il San Paolo IMI, il Monte dei paschi di Siena, la Banca commerciale ita-liana, l’Istituto di credito fondiario mantovano – nessuna fonte si è rivelata complessivamente orga-nica e completa, tale da consentire una sistematica ricostruzione dei fatti avvenuti. Ne consegue chesarebbe stato necessario sempre l’esame incrociato delle diverse fonti centrali e locali, statali e nonstatali. In considerazione dei tempi di lavoro troppo brevi, la Commissione ha diretto le sue ricer-che incrociando talora i dati di diverse fonti, per esempio Egeli, Servizio beni ebraici e prefetture,oppure prefetture, questure e istituti bancari; in altri casi, invece, ha preferito l’analisi settoriale mapiù analitica della documentazione di una singola istituzione, come per esempio nel caso dellaBanca d’Italia; in altri ha promosso un primo sondaggio, come nel caso di alcune delle istituzionibancarie dianzi citate; in altri, infine, ha privilegiato l’indagine territoriale, come nel caso di Parma,in cui la pluralità delle fonti e alcuni aspetti significativi, come ad esempio l’elevato numero di ebreistranieri, hanno consentito di rappresentare il fenomeno nella sua dimensione locale. Analogamentesi è proceduto a una indagine specifica per Firenze, ove, come si è detto, i decreti di sequestro nonfurono trasformati in confisca, e per Roma, di cui risulta, allo stato attuale, impossibile una rico-struzione puntuale di quanto fu sottratto agli ebrei, al di là ovviamente del noto episodio della con-segna dell’oro ai tedeschi.

Si è trattato dunque di una ricerca particolarmente complessa, proprio in ragione della grandequantità di documentazione emersa, ma al tempo stesso della sua incompletezza, della mancanza di ade-guati strumenti di ricerca e delle notevoli difficoltà logistiche che sempre si incontrano quando si deb-bono anche eseguire ricerche su carte ancora affidate all’amministrazione attiva.

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Banche dati elaborate presso l’Archivio centrale dello Stato 47

BANCHE DATI ELABORATE PRESSO L’ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO

Banca dati dei decreti di confisca

1. Servizio beni ebraici

L’analisi delle carte della serie Servizio beni ebraici del Ministero delle finanze1, ha costituito ilpunto di partenza del lavoro svolto presso l’Archivio centrale dello Stato.

L’attuazione dei provvedimenti per la “Difesa della razza italiana”2 in ordine ai patrimoni immo-biliari e alle aziende di proprietà di cittadini italiani classificati di “razza ebraica” fu affidata nel 1939all’Ufficio di coordinamento tributario e di studi legislativi, poi ufficio studi legislativi dellaDirezione generale per il coordinamento tributario e affari generali e personale, del Ministero dellefinanze.

Della documentazione prodotta da questo ufficio, in seguito all’espletamento delle funzioni neces-sarie per l’attuazione dei provvedimenti, rimangono nell’attuale serie Servizio beni ebraici soltanto 92buste articolate in due nuclei dei quali il primo (bb. 1-45) conserva documenti di diversa natura e il car-teggio con le intendenze di finanza dal 1938 al 1945, relativi quindi sia alla gestione dei beni ecceden-ti in base al rdl 9 febbraio 1939, n. 126, sia alla gestione dei beni confiscati in base al dlg 4 gennaio1944, n. 2; il secondo nucleo (bb. 46-92) si riferisce ai fascicoli relativi ai decreti di confisca emanatidai capi provincia, a partire dai primi mesi del 1944.

Il lavoro ha interessato l’esame del secondo nucleo documentario, bb. 46-92 e le pratiche conte-nute nella b. 16, per la creazione di una banca dati complessa e articolata attraverso la quale è possibi-le richiamare e variamente incrociare i diversi dati rilevati.

La decisione di servirsi prioritariamente di questa fonte è nata da valutazioni relative alla omoge-neità della documentazione che poteva consentire una rilevazione sistematica di dati relativi alle perso-ne colpite da decreto di confisca e alla natura dei beni confiscati: di fatto l’identificazione dei dati haposto varie difficoltà.

Si tratta di fascicoli organizzati per città e, all’interno, ordinati alfabeticamente per cognome del-l’intestatario della pratica di confisca. Ciascun fascicolo contiene una copia del decreto di confisca ema-nato dal capo provincia, la trascrizione del decreto eseguita presso il Ministero delle finanze e docu-mentazione eterogenea relativa alla fase immediatamente precedente l’emanazione del decreto e ine-rente soprattutto a denunce dei beni posseduti. Da questa serie, le province interessate al provvedimen-to di confisca risultano 443.

La schedatura analitica e sistematica di questa documentazione ha portato alla costituzione dellabanca dati nella quale è stata attribuita centralità al decreto di confisca identificato però attraverso ilnumero e la data di protocollo assegnati dal Ministero delle finanze. Non è stato possibile utilizzarecome chiave primaria il numero del decreto della prefettura poiché i capi provincia delle singole città

1 ACS, MF, SBE.2 Rdl 17 novembre 1938, n. 1728 e rdlg 9 febbraio 1939, n. 126.3 A queste vanno aggiunte Firenze e Perugia. Per le provincie di Firenze e Perugia non sono stati trovati decreti, ma da alcu-ni elenchi risultano avvenute, rispettivamente, 34 e 16 confische relative a:

Firenze: Mortara Amalia fu Aristide in Wolf; Pesaro Virginia fu Isacco; Valensin Maria Luisa fu Giorgio; Orvieto Adolfofu Samuele; Sierra Luisa fu Giacomo in Morpurgo; Rubitschek Fanny fu Samuele; Del Mar Claudia Ernesta Maria (dettaMaria) fu Samuele; Curiel Aldo fu Enrico; Coen Porzia fu Cesare; Coen Mario fu Roberto; Coen Graziella fu Giuseppe; CoenGuido fu Dante; Coen Franca fu Renato; Coen Flora fu Cesare; Coen Elena fu Sabato; Neppi Giuseppina fu Clemente inCassato; Gallighi Daniele fu Davide; Baquis Mario di Enrico; Vigevani Mario fu Settimo; Sadun Enrico fu Ugo; CoenGiuseppina di Leonardo; Genazzani Filiberto di Fernando; Norsa Pia fu Angelo in Fiandra; Valobra Alessandro fu Pacifico;Luisada Carlo di Lincoln; Camerino Leone fu Samuele; Nissim Vera di Emanuele; Ancona Giacomo fu Moisè Mario; OrvietoGino fu Giacomo; Luzzatti Silvio fu Giuseppe; Coen Giuseppe fu Alfredo; Attal Piero Luigi di Alberto; Arbib Elia fu Leone.

Perugia: Ayò Valentina fu Dattilo; Coen Carlotta; Coen Livia ed Albertina; Coen Enrico; Saralvo Ada; Coen Armando eGiuliano; Carruba Corrado; Ayò Fernanda; Carruba Enrico; Dessau Bernardo e Foster Emma; Ottolenghi Anna in Mortara;Pincherle Bruno; Pavia Arturo; Sonnino Guido e Angelo; Servadio Ruggero, Servadio Ida ved. Sadur; Servadio Aroldo;Sinigaglia Clara fu Flaminio; Servadio Cesare fu Giuseppe; Veneziano Benedetto.

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procedevano conferendo ai decreti una numerazione propria secondo la sequenza dei provvedimentiemanati localmente e, pertanto, decreti di province diverse possono recare lo stesso numero4.

La necessità di individuare in maniera univoca le singole pratiche ha perciò richiesto di utilizzareil numero di protocollo del Ministero delle finanze che dà luogo ad una sequenza numerica progressi-va unica ai decreti inviati dalle singole intendenze di finanza. La sequenza, tuttavia, ha dei salti dovutisia alla scomparsa di alcuni decreti, per esempio quelli di Perugia o di Firenze, sia al fatto che alcuninumeri di protocollo dovevano riguardare corrispondenza e non singoli decreti.

La schedatura dei dati anagrafici ha posto il problema dell’omonimia. Una stessa persona puòfigurare in più di un decreto ma, al tempo stesso, la ricorrenza dello stesso cognome e nome per per-sone diverse è frequente. Per la mancanza o incompletezza di dati, per la pluralità di elementi riferi-ti ad uno stesso nominativo (presenza di molteplici indirizzi di domicilio e/o di residenza), per la fre-quenza di famiglie con lo stesso cognome residenti nello stesso stabile, si sono resi necessari nume-rosi controlli. Anche l’incerta interpretazione della grafia degli impiegati del Ministero delle finanzenel redigere gli atti di ogni singola pratica ha contribuito a rendere ulteriormente difficile la rileva-zione dei dati.

Come elementi costitutivi della banca dati, oltre all’indicazione del numero e della data di proto-collo del Ministero delle finanze e al cognome e nome dell’intestatario del decreto, sono stati rilevatianche i seguenti dati:

– per il decreto prefettizio: numero, data, provincia di emanazione, numero e data del decreto direvoca, se presente;

– per le persone fisiche: oltre al cognome e nome dell’intestatario del decreto, gli eventuali datirelativi alla paternità, maternità, luogo e data di nascita, nazionalità, professione, indirizzo di residenzae/o domicilio, cognome e nome del coniuge; sono stati rilevati i cognomi e nomi di tutte le persone cita-te nel decreto, con i rispettivi eventuali dati anagrafici;

– per le persone giuridiche: nome e ragione sociale dell’azienda e, laddove presenti, dati relativial titolare dell’azienda e all’amministratore, indirizzo.

A volte un decreto si riferisce a più persone, a volte una persona risulta in decreti diversi.Il numero di fascicoli intestati ad aziende è esiguo; ma va rilevato che, nel caso di piccole azien-

de quali botteghe artigiane o di commercio al minuto, il decreto risulta intestato al proprietario.In questa serie Servizio beni ebraici colpisce l’assenza di pratiche relative ad alcune grandi città

facenti parte della Repubblica sociale italiana o la loro estrema esiguità5. Singolare è il caso di Roma,di difficile ricostruzione, perché non sono state reperite fonti adeguate: nella serie Servizio beni ebrai-ci risultano solo 11 decreti di confisca, datati tutti tra il 26 e il 28 aprile 1944.

Considerazione a parte meritano invece le province di confine in cui le questure controllavano eostacolavano l’espatrio clandestino tentato da numerosi cittadini italiani di “razza ebraica”: in questicasi i beni confiscati consistono per lo più in denaro contante, preziosi e valigie la cui descrizione inmerito alla quantità, alla tipologia e al valore è contenuta nei verbali di sequestro.

2. Prefetture

Terminata la schedatura della serie Servizio beni ebraici, sono emerse lacune che hanno resonecessario operare un confronto con la documentazione conservata presso gli Archivi di Stato.

Gli Archivi di Stato sono stati incaricati di individuare tutta la documentazione relativa all’appli-cazione delle leggi razziali e, in particolare, alla situazione dei beni dei cittadini ebrei e di inviare incopia alla Commissione quella più rilevante.

I documenti pervenuti, per lo più provenienti da prefetture, questure e intendenze di finanze, hannorichiesto, ai fini dell’integrazione della banca dati, una preliminare selezione all’interno di una moleeterogenea di carte per individuare quegli atti ufficiali che potessero colmare le lacune o comunquecompletare le informazioni del Servizio beni ebraici già acquisite.

Rispetto all’esigenza di confronto e integrazione delle informazioni della banca dati, gli Archividi Stato che hanno inviato documentazione utile all’integrazione della banca dati sono quelli di:

48 Rapporto generale

4 Ad esempio il decreto 100 compare nelle prefetture di Genova, Grosseto, Verona, Bologna, Ferrara e Milano.5 Cfr. tabella 1.

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Banche dati elaborate presso l’Archivio centrale dello Stato 49

Alessandria6, Arezzo, Asti, Bergamo, Bologna, Brescia, Como, Cremona, Cuneo, Ferrara, Forlì,Macerata, Mantova, Milano, Novara, Padova, Parma, Pisa, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Savona,Siena, Torino, Trieste, Varese, Vercelli.

Dalla collazione del materiale raccolto e opportunamente selezionato sono state individuate nuovetipologie documentarie: decreti di sequestro, decreti di revoca e atti di privazione giuridica degli effet-ti dei decreti di sequestro e di confisca, verbali di riconsegna dei beni7.

Per rendere la banca dati duttile e idonea ad includere nuove e differenti tipologie documentarieanche di provenienza diversa e per facilitarne la consultazione è stato necessario dare una nuova strut-turazione alle informazioni: invece di considerare come elemento aggregante il decreto di confisca (oeventuale altro atto ufficiale) si è ritenuto opportuno conferire centralità al dato anagrafico delle perso-ne o delle ditte e legare ad esso gli altri nuclei di informazioni relativi al decreto di confisca, ai beniinteressati, all’eventuale decreto di revoca.

Il materiale trasmesso dagli Archivi di Stato riflette situazioni diverse quanto a tipologia di docu-menti, organicità delle serie, stato di ordinamento e inventariazione, criteri di selezione adottati dai variarchivisti.

Anche la documentazione dei fascicoli dei decreti di confisca emanati da diversi capi provincianon è affatto omogenea in merito al numero, alla qualità e alla tipologia dei dati: se per alcune provin-ce, per esempio Alessandria, i fascicoli sono organizzati e strutturati con una successione di carte abba-stanza lineare e ordinata e presentano informazioni sufficientemente complete e chiare, per altre pro-vince, per esempio Como, i documenti forniscono dati estremamente frammentari e di difficile inter-pretazione.

Utile si è rivelato il confronto dei dati anagrafici che in moltissimi casi ha reso possibile, oltreall’integrazione di informazioni già presenti nella banca dati, anche lo scioglimento di precedenti casidi omonimia8.

3. I decreti di confisca e le tipologie di beni

L’esame comparato dei fascicoli della serie Servizio beni ebraici – all’interno dei quali risultanosempre copia del decreto di confisca, frequentemente carte relative a denunce, raramente le praticheinteressanti i ricorsi – ha consentito di ripercorrere e di ricostruire l’iter seguito dalle pratiche relativealla confisca di beni:

1. denuncia/e di possesso di beni da parte di cittadini italiani di “razza ebraica” inoltrata/e alle pre-fetture da parte di persone fisiche e/o giuridiche;

2. decreto/i di confisca emanato/i dal capo della provincia competente e riprodotto in molteplicecopia per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, per la trascrizione e la registrazione presso laConservatoria delle ipoteche, per l’esproprio all’Egeli, per l’attività di controllo e autorizzazione alMinistero delle finanze;

3. richiesta di cessione dei beni con validità di immediato trasferimento e gestione da partedell’Egeli;

4. eventuale ricorso contro il decreto di confisca da parte del soggetto interessato al Ministerodelle finanze;

5. provvedimenti in merito ai ricorsi da parte del Ministero delle finanze indirizzati alle prefetture;

6 In ASAl, Prefettura,serie Ebrei, si conserva alla b. 8 il fascicolo intitolato “Apertura di cassette di sicurezza in locazio-ne agli ebrei” contenente oltre a documentazione relativa alle operazioni di apertura delle cassette anche decreti di confi-sca, in gran parte presenti nel fondo MF, SBE, b. 16.7 Per i verbali di riconsegna, corredati della documentazione relativa alla tipologia e al valore, la schedatura non è stata pos-sibile in quanto l’assenza di riferimenti puntuali e sistematici ai beni rilevati nella banca dati ha, di fatto, reso estremamenteincerto ogni tentativo di operare un confronto con i decreti di confisca. Un consistente numero di riconsegne è presente nelladocumentazione degli Archivi di Stato di Cuneo, Savona e Torino.8 L’inserimento dei dati dei decreti di confisca rilevati dalla documentazione degli Archivi di Stato ha posto una questione dinatura tecnica. Per rendere immediatamente visibile la provenienza di questi decreti si è ritenuto di far seguire al numero deldecreto la sigla della provincia. Inoltre, mentre per i decreti della serie Servizio beni ebraici risultano la data e il numero diprotocollo del Ministero delle finanze per quelli provenienti dagli uffici locali questo dato, ovviamente, manca.

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6. eventuale decreto di rettifica o di annullamento ad opera delle prefetture.Raramente si trova un decreto di sequestro poi convertito in decreto di confisca. Per esempio a

Milano, su 2640 decreti schedati, circa 200 risultano essere decreti di sequestro, poi convertiti in con-fisca. Tuttavia, risultando difforme il comportamento dei capi delle province, solo da un’analisi a tap-peto di tutte le carte rimaste degli Uffici per la gestione dei beni ebraici istituiti presso le Prefetture sipotrebbero rilevare i decreti di sequestro e quanti di essi siano stati convertiti in confisca.

L’esame comparato dei fascicoli della serie Servizio beni ebraici con quelli di fondi provenientidagli Archivi di Stato ha messo in evidenza che i decreti di revoca emanati dai prefetti sono presentisolo presso le carte delle prefetture conservate presso gli Archivi di Stato. Ciò indica probabilmente chenon ne era previsto l’invio al Ministero delle finanze.

Per l’acquisizione dei dati relativi ai beni oggetto di confisca si è ritenuto opportuno predisporreuna griglia per tipologie:

1. beni immobili urbani2. terreni e fabbricati rurali3. attività4. beni mobili5. crediti6. varieLa schedatura dei beni immobili richiedeva informazioni precise e puntuali: nei fascicoli sono

frequentemente presenti descrizioni non chiare o molto approssimative degli immobili. Tuttavia ifascicoli spesso contengono anche estratti catastali (di cui si avvalevano a volte gli impiegati delMinistero delle finanze) dai quali si evince per gli edifici urbani il valore imponibile, per i terreni eper gli edifici rurali il reddito agrario e il reddito dominicale: a questi valori si è fatto riferimento anchenella banca dati.

In relazione alla voce beni mobili, in cui sono stati ricondotti beni eterogenei, dalle suppellettilidomestiche ai preziosi, dagli oggetti d’arte agli effetti personali, i fascicoli possono fornire indicazioniestremamente generiche e sommarie o lunghi e minuziosi elenchi dettagliati redatti sulla base di verba-li di ricognizione, o di confisca. Solo raramente è stato possibile riportare nella banca dati l’esatto valo-re del bene interessato e, quando presente, si è registrato anche il nome della persona o ente detentore.Nella tipologia dei beni mobili sono confluiti anche i valori e i preziosi acquisiti attraverso la confiscadi cassette di sicurezza le cui pratiche risultano separatamente raggruppate all’interno di un appositofascicolo conservato nella b. 16.

Quanto alla tipologia dei crediti si tratta di: depositi bancari, depositi postali, titoli a custodia, azio-ni e polizze assicurative. L’indicazione della tipologia del credito include, ove possibile:

– per il deposito: numero di conto corrente o di libretto, importo, istituto detentore;– per i titoli e le azioni: il tipo, la serie e l’anno di emissione, la quantità, il valore nominale o com-

plessivo, l’istituto o la registrazione sul Libro dei soci della società emittente;– per le polizze: il numero e l’istituto.Sono stati censiti 17743 beni.Da alcuni prospetti dei beni confiscati, purtroppo molto lacunosi, trasmessi dall’Egeli al

Servizio beni ebraici, si è potuto rilevare – grazie ai confronti resi possibili dall’elaborazione dellabanca dati – che l’Egeli registrava i beni confiscati su tre colonne cui corrispondevano tre distintecategorie: beni immobili e mobili, depositi presso terzi, aziende. Conferiva un numero di posizionealla persona con il bene o i beni di sua proprietà riconducibili a ciascuna delle tre categorie, indicatinelle rispettive colonne. Se un solo bene apparteneva a più persone, un unico numero di posizione siriferiva a tutti i proprietari e al loro bene. A un solo numero di posizione potevano corrispondere beniconfiscati con vari decreti. Nei prospetti, suddivisi per provincia, non sono mai riportati numero edata dei decreti di confisca. Vi risultano anche beni sottoposti a sequestro, da cui si evince che peruna stessa persona potevano sussistere in parallelo una parte di beni confiscati e una parte di benisequestrati. Da documenti dell’Egeli risulta che i fascicoli relativi a beni ebraici confiscati eranonumerati da 1 a 8112.

Il fatto che, a seconda delle finalità, la materia risulti all’epoca trattata tenendo conto del decretooppure dei nomi delle persone o, infine, dei beni confiscati a loro volta disaggregati o aggregati inmaniera diversa rende difficilissimo ogni tentativo di analisi comparata di elenchi e tabelle contenentidati quantitativi.

50 Rapporto generale

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Banche dati elaborate presso l’Archivio centrale dello Stato 51

4. Servizio beni ebraici: rubrica e registro di protocollo dei decreti di confisca

Nella serie Servizio beni ebraici sono stati reperiti due registri: una rubrica alfabetica, intestata“Nominativi ebraici” e un piccolo registro di protocollo, intestato “Segreteria. Beni ebraici. Registrodecreti, n. 21”. Non sono stati reperiti gli eventuali precedenti 20 piccoli registri di protocollo.

Dall’analisi attenta dei due registri risulta che la rubrica alfabetica – che riporta i nominativi di per-sone o ditte intestatarie dei decreti o citate in decreti relativi a più persone – si riferisce ai decreti di con-fisca, a partire dall’inizio e cioè dai primi di marzo 1944. Le registrazioni terminano al 25 marzo 1945;i numeri di protocollo riportati vanno da 1 a 9128.

In effetti i nominativi registrati nella rubrica sono 8723, perché, come si è già accennato, i nume-ri di protocollo si riferivano probabilmente anche a una limitatissima corrispondenza inerente a decretigià esistenti. Il numero 8723 include anche nomi ripetuti, quando la stessa persona risulta in più decre-ti, in quanto non si procedeva a depennare i nomi già registrati trattandosi della rubrica collegata diret-tamente ai decreti.

Il numero 8723 pertanto è superiore al numero effettivo delle persone e anche al numero dei decre-ti registrati: si dovrebbe verificare se, all’epoca, la registrazione dei dati sia stata sempre eseguita.

Il piccolo registro di protocollo parte dall’8 marzo 1945 con il n. 9181 e termina al n. 9491, senzadata. C’è dunque un salto di 53 numeri rispetto all’ultimo nominativo registrato sulla rubrica che ha ilnumero di protocollo 9128. Le date si riferiscono all’arrivo del decreto di confisca al Ministero dellefinanze, mentre le date degli stessi decreti risalgono anche all’aprile 1944. Si tratta di registrazioni cor-rispondenti a nominativi di persone e ditte, cui corrisponde un minor numero di decreti, essendo alcu-ni decreti relativi a più persone. Sono circa 300 nominativi (qualche registrazione è relativa a corri-spondenza) di cui oltre la metà, 153, relativi a confische eseguite a Milano, 76 a Genova, 23 a Torino,13 a Padova, 7 a La Spezia, le altre ad Asti, Brescia, Como, Cuneo, Ferrara, Sondrio, Varese, Venezia.

Alcuni nominativi sono già presenti nella rubrica alfabetica, quando si tratti di persone che ave-vano subito un precedente decreto di confisca. Sommando i 300 nominativi, con queste cautele, agli8723 nominativi registrati nella rubrica, si arriva con certezza a circa 9000 nominativi, tra persone editte, destinatari di confische, che però includono anche nominativi duplicati.

La banca dati elaborata sui fascicoli della serie Servizio beni ebraici si riferisce a 6100 decreti perlo stesso arco cronologico della rubrica alfabetica, cui vanno aggiunti 1087 decreti recuperati in seriearchivistiche delle prefetture, trasmessi in copia dai rispettivi Archivi di Stato. Da un sondaggio effet-tuato sulla banca dati, tutti i nominativi presi dai 153 relativi a confische eseguite a Milano nei mesi dimarzo-aprile 1945 e individuati nel piccolo registro di protocollo risultano inseriti nella banca dati, sullabase dei documenti della prefettura, inviati dall’Archivio di Stato di Milano che dispone della serie deidecreti di confisca sostanzialmente completa. Risultano inseriti anche alcuni nominativi di Genova, masolo saltuariamente, non essendo completi i dati della prefettura inviati dall’Archivio di Stato di Genova.

Nella relazione dell’Egeli del maggio 1945, intitolata “L’Egeli e la sua attività”9, risultano 7847decreti di confisca. Il dato è sicuramente realistico rispetto alla documentazione esaminata.

La banca dati realizzata presso l’Archivio centrale dello Stato comprende 7187 decreti (6100 dellaserie Servizio beni ebraici, integrati con 1087 decreti inviati dagli Archivi di Stato), cui corrispondono7920 nominativi di persone e 230 di ditte, per un totale di 8150 nominativi, depurati dalle ripetizionidei nomi presenti in più decreti.

La differenza di circa 700 decreti si può facilmente spiegare con la dispersione dei relativi fasci-coli per la serie Servizio beni ebraici e con la frammentarietà di molte serie documentarie dellePrefetture. Non si può escludere la possibilità che, da ulteriori ricerche, possa emergere una parte alme-no dei circa 700 decreti non reperiti. Non è possibile ipotizzare quanti siano gli ulteriori nominativirispetto ai suddetti 8150.

Dal momento che la rubrica alfabetica del Servizio beni ebraici ha ampi spazi non utilizzati si puòsupporre che, per ragioni non ancora identificate, dal marzo 1945 la segreteria del Servizio beni ebrai-ci smise di compilare la rubrica alfabetica, conservando anche a parte i relativi fascicoli: nella serie deidecreti, infatti, mancano completamente i decreti degli ultimi due mesi, mentre sono casuali le lacuneper il periodo precedente.

9 Egeli, “L’Egeli e la sua attività”, relazione dattiloscritta, San Pellegrino, maggio 1945, conservata in copia in ACDEC, AG,AI, fasc. “Egeli”.

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Banca dati di restituzioni e saldi gestione

L’ultima fase del lavoro ha interessato l’inserimento dei dati sulle restituzioni e sui saldi di gestio-ne relativi ai beni gestiti dall’Egeli e extra Egeli. L’analisi è stata condotta limitatamente alle carte con-servate nel fondo Egeli conservato presso l’Archivio centrale dello Stato.

In questo fondo sono stati rinvenuti elenchi nominativi, prodotti dall’Egeli o dalle banche da essodelegate, con cadenza per lo più trimestrale o semestrale (a volte corredati anche da riepilogativi annua-li) che riportano i seguenti dati: cognome e nome, numero dell’unità immobiliare o di contabilità,importo e, in alcuni casi, paternità, cognome del coniuge e numero di posizione Egeli.

La schedatura di questi dati ha comportato la creazione di una nuova banca dati poiché l’incom-pletezza e l’approssimazione dei dati anagrafici non hanno consentito un collegamento sicuro e pun-tuale con i nominativi presenti nella banca dati delle confische.

Con il dllgt 5 ottobre 1944, n. 249, sono dichiarati privi di efficacia giuridica tutti i provvedimen-ti che limitano o annullano i diritti patrimoniali. L’approvazione del dllgt 5 ottobre 1944, n. 252, avevaaperto il delicato e difficile capitolo delle restituzioni dei beni posti sotto sequestro o confiscati, oltre aquelli eccedenti in base alla legge del 1939.

All’Egeli fu conferito il compito di gestire le restituzioni sia dei beni affidati alla sua gestione e aquella delle banche delegate sia di quelli extra Egeli, relativa cioè ai sequestri effettuati in base allalegge di guerra o alla circolare di Buffarini Guidi del 30 novembre 1943, n. 5, non seguiti da confisca,la cui relativa documentazione spesso non fu reperita.

La difficoltà estrema propria della materia delle restituzioni dei beni risulta evidente già da un rapi-do spoglio della scarsa corrispondenza conservata presso i vari Archivi di Stato. Nuclei consistenti didocumentazione, per esempio presso l’Archivio di Stato di Como, attestano i notevoli sforzi attuatidagli interessati e dai loro eredi al fine di rientrare in possesso dei beni sequestrati e gestiti dal Creditofondiario della Cassa di risparmio delle provincie lombarde su delega dell’Egeli. L’Archivio di Stato diTorino conserva, nel fondo Intendenza di finanza, Servizio danni di guerra, alla voce “Leggi razziali,Risarcimento per confisca beni ebraici”10, carte che attestano come solo pochissime istanze presentatesulla base della l 5 maggio 1946, n. 39311, risultino concluse con la concessione del risarcimento o delrigetto dell’istanza, mentre da altri documenti si evince che si sia verificato in molti casi un prosegui-mento della trattazione sulla base dell’iter legale proprio del risarcimento per danni di guerra non impu-tabili a persecuzione razziale12.

L’impossibilità di trattare in maniera unitaria dati parziali e per di più di diversa provenienza eincerta interpretazione ha consigliato di prendere in considerazione solo la contabilità dell’Egeli, con-tenuta nelle bb. 45 e 46 conservate presso l’Archivio centrale dello Stato nel fondo Egeli.

La b. 45 comprende 18 fascicoli il cui titolo è “Beni ebraici confiscati e sequestrati” con riportatol’anno di esercizio dal 1945-46 al 1956-57. La b. 46 comprende invece 5 fascicoli intitolati “Contabilitàregistrata” che riportano l’indicazione dell’anno di riferimento, dal 1946 al 1947. Ogni fascicolo con-tiene elenchi nominativi, mandati di pagamento, distinte di spesa, corrispondenza, quietanze, estrattimensili di vario genere.

Oltre a corrispondenza con il Ministero del tesoro, le prefetture, le intendenze di finanza e gli isti-tuti di credito, nei fascicoli sono presenti elenchi nominativi prodotti dall’Egeli o dagli istituti bancarida esso delegati con cadenze periodiche, per lo più trimestrali o semestrali, a volte corredati da riepilo-gativi annuali, mandati di pagamento, distinte di spesa, corrispondenza, quietanze, estratti mensili divario genere. Gli elenchi nominativi presentano talvolta il numero di contabilità, il numero di posizio-ne Egeli, il numero di unità immobiliare per le sezioni di credito fondiario, la cifra. Queste cifre sonoquindi riferibili a movimentazioni bancarie di varia natura quali: bonifici accreditati sui conti correntidei cittadini ebrei, compensi dovuti a gestori, spese sostenute dalle banche per l’immissione in posses-so dei beni che sarebbero dovuti rimanere a carico dell’Egeli o dello Stato, liquidazione di spese, spesesostenute per l’apertura di cassette di sicurezza, interessi maturati, spese già rimborsate o da stralciare

52 Rapporto generale

10 Regg. 3623-24, cartelle 3625-27.11 “Rivendicazione dei beni confiscati, sequestrati o comunque tolti ai perseguitati per motivi razziali sotto l’impero del sedi-cente governo della Repubblica sociale”.12 Nel caso di Torino per il tema delle restituzioni dei beni si rinvia a F. Levi (a cura di), Le case e le cose. La persecuzionedegli ebrei torinesi nelle carte dell’Egeli,1938-1945, Compagnia di San Paolo, Quaderni dell’Archivio storico, Torino, 1998.

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Banche dati elaborate presso l’Archivio centrale dello Stato 53

o da dedurre dai compensi, spese sostenute in seguito ai sequestri e alle confische, giustificativi dispesa, rendiconti, ordini di accreditamento, quietanze.

È presente molta corrispondenza che testimonia errori di contabilità avvenuti presso gli istitutibancari. Risultano inoltre ulteriori errori di trascrizione sia riguardo ai nomi che ai numeri di conto.

Le serie degli elenchi prodotti dai vari istituti non costituiscono un continuumunico e completo o,viceversa, pur offrendo una certa continuità di documenti, propongono a brevi intervalli di tempo e inrelazione allo stesso nominativo dati uguali o leggermente modificati o incompleti. Sarebbe utile unpuntuale confronto con la documentazione delle banche.

L’analisi delle carte dell’Egeli ha posto immediati problemi in relazione a soluzioni di continuitàdella documentazione, alla difficile possibilità di comparazione e collegamento con i dati presenti nellabanca dati delle confische a causa della estrema frammentarietà delle informazioni, all’interpretazionedei dati e delle annotazioni presenti sui documenti.

Dall’esame degli elenchi è stato possibile individuare con estrema certezza solo le seguenti infor-mazioni:

– dati anagrafici costituiti per lo più dal cognome e nome e solo raramente corredati dalla indica-zione della paternità o del cognome del coniuge;

– numero dell’unità immobiliare o di contabilità a volte completato dal numero di posizione Egeli;– somma stabilita per la restituzione.Emerge chiaramente la totale assenza di riferimenti ai decreti di sequestro o ai decreti confisca

relativi al bene/i interessato/i, la tipologia e la descrizione dei beni. L’impossibilità quindi di operaresicuri collegamenti ai beni attraverso la univoca individuazione dei corrispettivi decreti di confisca odei nominativi interessati ha indotto a procedere alla creazione di una autonoma banca dati che nonesclude l’eventualità di future integrazioni di dati che rendano possibile un raccordo con la banca datirelativa agli atti di confisca dei beni.

Per quanto attiene alla contabilità inerente alla gestione extra Egeli dei beni sequestrati e ai ver-bali relativi a tale gestione, la documentazione è lacunosa e frammentaria e potrebbe in parte essereintegrata – come si è già accennato in precedenza – con i documenti degli Uffici per la gestione dei beniebraici istituiti presso le Prefetture e con quelli delle banche delegate dall’Egeli.

La banca dati delle restituzioni e dei saldi gestione si riferisce a dati parziali e pertanto si propo-ne, esclusivamente, come mero sondaggio che dà conto dell’estrema difficoltà di ricostruire global-mente la situazione.

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Ancona – 18/07/44

Alessandria 216 30/04/45

Aosta 54 – /04/45

Arezzo – 01/06/44

Ascoli Piceno 4 20/06/44

Asti 27 – /04/45

Bergamo 70 30/04/45

Bologna 38 25/04/45

Brescia 47 30/04/45

Campobasso – 15/10/43

Chieti – 10/06/44

Como 99 30/04/45

Cuneo 15 – /04/45

Cremona 43 30/04/45

Ferrara 122 25/04/45

Firenze 34 26/07/44

Forlì 39 09/11/44

Frosinone – 31/05/44

Genova 914 30/04/45

Grosseto 54 17/06/44

Imperia 92 – /04/45

L’Aquila 9 01/06/44

La Spezia 3 30/04/45

Latina – 25/05/44

Livorno 99 20/07/44

Lucca – 10/09/44

Macerata – 02/07/44

Mantova 267 30/04/45

Massa – 10/04/45

Milano 2.640 30/04/45

Modena 144 25/04/45

Novara 86 25/04/45

Padova 174 30/04/45

Parma 18 25/04/45

Pavia 31 – /04/45

Perugia 16 20/06/44

Pesaro – 02/09/44

Pescara – 10/06/44

Piacenza 37 25/04/45

Pisa 4 05/09/44

Ravenna 10 05/12/44

Reggio Emilia 33 25/04/45

Rieti – 14/06/44

Roma 11 05/06/44

Rovigo 65 30/04/45

Savona 57 – /04/45

Siena 64 04/07/44

Sondrio 55 – /04/45

Teramo 1 18/06/44

Terni 1 15/06/44

Torino 547 30/04/45

Treviso 60 30/04/45

Varese 155 – /04/45

Venezia 648 30/04/45

Vercelli 107 – /04/45

Verona 268 30/04/45

Vicenza 9 30/04/45

Viterbo 1 09/06/44

54 Rapporto generale

TABELLA 1

Province Decreti Data Province Decreti Datadi confisca* di liberazione di confisca di liberazione

* I decreti di confisca censiti nella banca dati sono 7187. I dati della tabella includono l’indicazione delle confi-sche di Firenze e Perugia, di cui mancano i relativi decreti, e 251 decreti di sequestro convertiti in confisca, dicui circa 200 relativi a Milano.

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Le fonti archivistiche 55

ELENCO DELLE FONTI ARCHIVISTICHE CITATE

ARCHIVI DI STATO

ACS, Arar – Archivio centrale dello Stato, Ministero del tesoro, Ragioneria generale dello Stato, Ispettorato generale entidisciolti, Azienda rilievo alienazioni residuati (Arar)

ACS, Egeli – Archivio centrale dello Stato,Ministero del tesoro, Ragioneria generale dello Stato, Ispettorato generale entidisciolti, Ente gestione liquidazione immobiliare (Egeli)

ACS, INCE – Archivio centrale dello Stato,Istituto nazionale per i cambi con l’estero

ACS,MGG, RSI, Gabinetto – Archivio centrale dello Stato,Ministero di grazia e giustizia, RSI, Gabinetto

ACS,MI, Demorazza – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Direzione generale per la demografia e razza

ACS, MI, DG Amm.civ., div.ass. e benef. – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Direzione generale ammini-strazione civile, Divisione assistenza e beneficenza pubbliche

ACS, MI, DGPS, div. AAGGRR – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Direzione generale pubblica sicurez-za, Divisione affari generali e riservati

ACS.MI, Gabinetto – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Gabinetto

ACS, MI, Massime – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Direzione generale pubblica sicurezza, Divisioneaffari generali e riservati, Massime

ACS,MI, RSI, Segr. capo polizia – Archivio centrale dello Stato,Ministero dell’interno, Direzione generale pubblica sicurez-za, RSI, Segreteria del capo della polizia

ACS, MICA, Beni asportati dai tedeschi – Archivio centrale dello Stato,Ministero industria commercio e artigianato,Restituzione dei beni asportati dai tedeschi

ACS,MPI, DGAABBAA – Archivio centrale dello Stato,Mistero della pubblica istruzione, Direzione generale antichità e belle arti

ACS, MPI, DG Acc. e bibl. – Archivio centrale dello Stato,Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale accade-mie e biblioteche

ACS,PCM, Gabinetto – Archivio centrale dello Stato,Presidenza del consiglio dei Ministri, Gabinetto

ACS,RSI, PCM – Archivio centrale dello Stato,RSI, Presidenza del consiglio dei ministri

ACS,RSI, PCM, Barracu – Archivio centrale dello Stato,RSI, Presidenza del consiglio dei ministri, Segreteria Barracu

ACS,RSI, SPD, CR – Archivio centrale dello Stato,RSI, Segreteria particolare del duce, Carteggio riservato

ACS,SBE – Archivio centrale dello Stato,Ministero delle finanze, Direzione generale per il coordinamento tributario e affa-ri generali e personale, Servizio beni ebraici

ACS,SPD, CO – Archivio centrale dello Stato,Segreteria particolare del duce, Carteggio ordinario

ASAq, Prefettura – Archivio di Stato, L’Aquila, Prefettura

ASAt, Questura – Archivio di Stato, Asti, Questura

ASBl, Prefettura, Gabinetto - Archivio di Stato, Belluno, Prefettura, Gabinetto

ASBg,Prefettura, Gabinetto - Archivio di Stato, Bergamo, Prefettura, Gabinetto

ASBo,Prefettura, Archivio di Stato, Bologna, Prefettura

ASBo,Prefettura, Gabinetto - Archivio di Stato, Bologna, Prefettura, Gabinetto

ASBo, Prefettura, Ufficio amministrazione beni ebraici - Archivio di Stato, Bologna, Prefettura, Ufficio amministrazionebeni ebraici

ASBs, Prefettura, Gabinetto - Archivio di Stato, Brescia, Prefettura, Gabinetto

ASBz, IF, Danni di guerra – Archivio di Stato, Bolzano, Intendenza di finanza, Servizio danni di guerra

ASBz,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Bolzano, Prefettura, Gabinetto

ASBz,Questura – Archivio di Stato, Bolzano, Questura

ASCn, Questura – Archivio di Stato, Cuneo, Questura

ASCo,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Como, Prefettura, Gabinetto

ASCo,Questura – Archivio di Stato, Como, Questura

ASCr,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Cremona, Prefettura, Gabinetto

ASFe,Prefettura – Archivio di Stato, Ferrara, Prefettura

ASGe,Prefettura – Archivio di Stato, Genova, Prefettura

ASGo,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Gorizia, Prefettura, Gabinetto

ASGr,Prefettura – Archivio di Stato, Grosseto, Prefettura

ASLi, Questura – Archivio di Stato, Livorno, Questura

ASMi, Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Milano, Prefettura, Gabinetto

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ASMi, Prefettura, Varese – Archivio di Stato, Milano, Prefettura di Varese

ASMn, Amministrazione palazzo ducale – Archivio di Stato, Mantova, Amministrazione palazzo ducale

ASMn, Egeli – Archivio di Stato, Mantova, Banca agricola mantovana, Egeli

ASMn, Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Mantova, Prefettura, Gabinetto

ASPc,Questura – Archivio di Stato, Piacenza, Questura

ASPd,Egeli – Archivio di Stato, Padova, Gestione beni mobili e immobili di proprietà ebraica (Egeli)

ASPd,Prefettura – Archivio di Stato, Padova, Prefettura

ASPi,Prefettura – Archivio di Stato, Pisa, Prefettura

ASPr,Questura, Gabinetto – Archivio di Stato, Parma, Questura, Gabinetto

ASPv,Questura – Archivio di Stato, Pavia, Questura

ASRa,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Ravenna, Prefettura, Gabinetto

ASRE,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Reggio Emilia, Prefettura, Gabinetto

ASRm,Prefettura – Archivio di Stato, Roma, Prefettura

ASRm,Tribunale, Sezione fallimentare – Archivio di Stato, Roma, Tribunale, Sezione fallimentare

ASRm,UTE – Archivio di Stato, Roma, Ufficio tecnico erariale

ASSi,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Siena, Prefettura, Gabinetto

ASSp,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, La Spezia, Prefettura, Gabinetto

ASSv, Prefettura – Archivio di Stato, Savona, Prefettura

ASTn,Prefettura – Archivio di Stato, Trento, Prefettura

ASTn, Questura – Archivio di Stato, Trento, Questura

ASTo, IF – Archivio di Stato, Torino, Intendenza di finanza

ASTo,Prefettura, Vercelli – Archivio di Stato, Torino, Prefettura di Vercelli

ASTs,Comm. gen. gov. territorio Trieste – Archivio di Stato, Trieste, Commissario generale del governo per il territorio diTrieste

ASTs,Corte di appello – Archivio di Stato, Trieste, Corte di appello, Commissione per la restituzione dei beni mobili confi-scati a ebrei dalle autorità germaniche di occupazione

ASTs,Famiglia Casa – Archivio di Stato, Trieste, Famiglia Casa

ASTs,Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Trieste, Prefettura, Gabinetto

ASTs,UTE – Archivio di Stato, Trieste, Ufficio tecnico erariale

ASVr, Prefettura, Gabinetto – Archivio di Stato, Verona, Prefettura, Gabinetto

ARCHIVI DI AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E ISTITUZIONI PRIVATE, ARCHIVI PRIVATI EARCHIVI STRANIERI

ACDEC,AG, AI – Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano,Affari generali

ACDEC, Delasem - Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano, Delasem (Delegazione per l’assisten-za agli emigrati)

ACDEC, Emilio Canarutto– Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano,Emilio Canarutto

ACDEC,Lelio Vittorio Valobra– Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano,Lelio Vittorio Valobra

ACDEC, Massimo Adolfo Vitali - Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Massimo Adolfo Vitali

ACDEC, Nuove accessioni - Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano,Nuove accessioni

ACDEC, Umberto Secondo Sacerdote– Fondazione Centro documentazione ebraica contemporanea, Milano,UmbertoSecondo Sacerdote

Agenzia delle entrate, Direzione delle entrate per la provincia, Belluno

Agenzia delle entrate, Direzione delle entrate per la provincia autonoma, Trento, Servizio danni di guerra

Allied Control Commission, Italy,microfilm conservato presso la Direzione generale degli archivi, Roma

American Jewish Joint Distribution Committee

ARSLO, Adria – Archivio della Repubblica slovena, Lubiana,Adria

ARSLO,Tr avka K evtura– Archivio della Repubblica slovena, Lubiana,Tr avka Kevtura

AS Cariplo, Egeli – Cassa di risparmio delle provincie lombarde, Archivio storico, Milano, Egeli

AS Carive – Archivio storico del Monte di pietà e della Cassa di risparmio di Venezia, Venezia

AS Confindustria, Circolari – Confederazione generale degli industriali, Archivio storico, Roma, Circolari

AS Mediovenezie,Egeli – Mediovenezie, Archivio storico, Verona,Istituto di credito fondiario delle Venezie, Verona, Egeli

56 Rapporto generale

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Le fonti archivistiche 57

AS Zagabria,Banche– Archivio storico, Zagabria,Banche

ASAAGG – Assicurazioni generali, Archivio storico, Trieste

ASB, FI – Archivio di Stato (già cantonale), Bellinzona,Internati italiani

ASBAM – Banca agricola mantovana, Mantova, vedi Archivi di Stato ASMn

ASBCI, Carte di Raffaele Mattioli– Banca commerciale italiana, Archivio storico, Milano, Carte di Raffaele Mattioli

ASBCI, Circolari – Banca commerciale italiana, Archivio storico, Milano, Circolari

ASBCI, SFI – Banca commerciale italiana, Archivio storico, Milano, Servizio filiali italiane

ASBI, Direttorio-Azzolini– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Direttorio-Azzolini

ASBI, Ispettorato del credito– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Ispettorato del credito

ASBI, Raccolta normativa interna– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Raccolta della normativa interna

ASBI, Rapporti con il Tesoro– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma, Rapporti con il Tesoro

ASBI, Rapporti con l’Estero– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Rapporti con l’Estero

ASBI, Rapporti con l’Interno– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma, Rapporti con l’Interno

ASBI, Ufficio speciale coordinamento– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Ufficio speciale di coordinamento

ASBI, Vigilanza– Banca d’Italia, Archivio storico, Roma,Vigilanza

ASBNL, Archivio del personale – Banca nazionale del lavoro, Roma,Archivio del personale

ASBNL, Egeli – Banca nazionale del lavoro, Archivio storico, Roma,Divisione credito fondiario, Egeli

ASBNL, Ufficio titoli e borsa– Banca nazionale del lavoro, Archivio storico, Roma,Ufficio titoli e borsa

ASC, Governatorato, Gabinetto del sindaco– Archivio storico capitolino, Roma, Governatorato, Gabinetto del sindaco

ASCD, Consulta nazionale– Camera dei deputati, Archivio storico, Consulta nazionale

ASCIR – Commissione interministeriale per il recupero delle opere d’arte, Roma

ASCRPr, Conti bloccati 1945-1950– Cassa di risparmio di Parma, Archivio storico, Conti bloccati 1945-1950

ASCRPr, Pratiche ebrei– Cassa di risparmio di Parma, Archivio storico,Pratiche ebrei

ASCRPr, Sezione di credito agrario– Cassa di risparmio di Parma, Archivio storico,Sezione di credito agrario

ASCRPr, Verbali del consiglio di amministrazione – Cassa di risparmio di Parma, Archivio storico, Verbali del consiglio diamministrazione

ASCRTs, Segretariato generale– Cassa di risparmio di Trieste, Archivio storico,Segretariato generale

ASMAE, Affari politici – Ministero degli affari esteri, Archivio storico,Affari politici

ASMAE, RSI, DGAAGG– Ministero affari esteri, Archivio storico, RSI, Direzione generale affari generali

ASMAE, RSI, Gabinetto– Ministero affari esteri, Archivio storico, RSI, Gabinetto

ASMPS – Monte dei paschi di Siena, Archivio storico, Siena

ASSP,Egeli – Compagnia di San Paolo, IMI, Archivio storico, Torino, Egeli

ASSP,Egeli, GEC – Compagnia di San Paolo, IMI, Archivio storico, Torino, Egeli, Gestione beni confiscati

ASSP,Egeli, GES – Compagnia di San Paolo, IMI, Archivio storico, Torino,Egeli, Gestione beni sequestrati

ASUCI, Credito italiano 1894-1998, Ufficio azionisti– Unicredito, Archivio storico, Milano, Credito italiano 1894-1998,Ufficio azionisti

ASUCI, Filiali, Trieste, Ispettorato– Unicredito, Archivio storico, Milano,Filiali, Trieste, Ispettorato

AUCEI, Arar – Unione delle comunità ebraiche italiane, Archivio storico, Roma,Arar

AUCEI, UCII – Unione delle comunità ebraiche italiane, Archivio storico, Roma,Unione delle comunità israelitiche italiane

Bassani, famiglia, Verona, Archivio privato

Broggini Renata, Lugano, Archivio privato

Bundesarchiv, Berlino,R83, Adriatisches Küstenland

Bundesarchiv-Militärarchiv, Friburgo,RS2/21

CCIAA, Ancona – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Ancona, Archivio storico

CCIAA, Bolzano – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Bolzano, Archivio storico

CCIAA, Bolzano, Consiglio provinciale delle corporazioni – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato diBolzano, Archivio storico,Consiglio provinciale delle corporazioni

CCIAA, Bolzano, Registro delle imprese, Ditte cancellate – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato diBolzano, Archivio storico,Registro delle imprese, Ditte cancellate, 1925-1959

CCIAA, Frosinone – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Frosinone, Archivio storico

CCIAA, Milano – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Milano, Archivio storico

CCIAA, Perugia – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Perugia, Archivio storico

CCIAA, Pisa, Affari generali – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Pisa, Archivio storico, Affarigenerali

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CCIAA, Roma, Archivio di riposo– Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Roma, Archivio di riposo,titolo X-Industria; titolo XXIII-Registro delle ditte; Danni di guerra

CCIAA, Roma,Archivio storico– Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Roma, Archivio storico,Carteggio riservato

CCIAA, Torino, Registro ditte– Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Torino, Archivio Storico,Registro ditte

CCIAA, Trieste – Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Trieste, Archivio storico

Commissario del governo per la provincia autonoma, Bolzano,Atti amministrativi

Comune di Merano, Archivio storico

Comune di Quero, Archivio storico

Comune di Varese, Archivio storico

Comunità ebraica di Merano

Corpo guardie di confine, Lugano, Registri di frontiera di profughi accolti e respinti nel Canton Ticino e nella Mesolcina

Corte di appello, Trento

Corte di assise, Novara, Sezione speciale

Credito meranese per il commercio e l’industria, Merano

Curia vescovile, Lugano, Archivio storico, Mons. Felice Camponovo, Rifugiati

Curia vescovile, Lugano, Archivio storico,Vescovo Jelmini, Opere caritative

Ditta spedizioni Francesco Parisi, Trieste, Archivio privato

Dr avni Archiv U Rijeci, Ju-6 Rijeska, Prefektura

Historijski Archiv, Rijeka, Rijeska, Prefektura 1924-1945

Intendenza di finanza, Parma

Intendenza di finanza, Parma, Comitato provvisorio per la gestione dei beni ebraici

ISRCn,Camera di commercio– Istituto storico della Resistenza di Cuneo, Camera di commercio di Cuneo

Leo Baek Institute, New York, AR-C 1764

Lucca Manlio Fulvio, Archivio privato

Martinelli Mario, Capiago Intimiano, Archivio privato

NA, AMG – National Archives, Washington, Allied Military Government

Prefettura, Belluno, Gabinetto

Prefettura, Firenze, Ufficio affari ebraici

Questura, Genova

RAS, Archivio storico – Riunione adriatica di sicurtà, Archivio storico, Trieste

SBA, E 4264 1985/196 e 197– Schweizerisches Bundesarchiv, Berna,E 4264 1985/195 e 196, Personaldossier di ebrei ita-liani e stranieri

SBAAAS, Mantova – Soprintendenza ai beni artistici, architettonici, archeologici e storici, Mantova

Servizi demografici e anagrafe, Bolzano

Società di navigazione del Lloyd triestino, Trieste

Tribunale, Bolzano, Tribunale civile

Tribunale, Bolzano, Tribunale penale

Tribunale, Torino

Ufficio anagrafe, Merano

Ufficio del libro fondiario, Bolzano

Ufficio del libro fondiario, Chiusa

Ufficio del libro fondiario, Merano

Ufficio del territorio, Bolzano

Ufficio tecnico erariale, Bolzano

58 Rapporto generale