Le Erbe, La Storia E La Salute

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Le erbe, la storia e la salute

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Le erbe, la storia e la salute

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Le erbe nell’antichità

Una antica leggenda narra che Esculapio, mitologico dio della medicina, avesse imparato l’arte del curare dopo aver visto che una pecora, ormai ridotta in fin di vita, si sforzò di mangiare un' erba selvatica, e dopo averlo fatto riprese forza e vigore. Nel corso della sua storia millenaria l’uomo ha sempre fatto ricorso alle piante medicinali per curare le proprie malattie.

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La cura delle erbe nella tradizione popolare

Attualmente l’uomo ricorre ancora alle erbe nonostante lo sviluppo della chimica e della scienza farmaceutica sembrano aver soppiantato questa antica arte.Il ricorso a farmaci di facile assunzione e rapida efficacia ha solo apparentemente fatto cadere in disuso i cosiddetti “rimedi della nonna” lenti ma efficaci, il patrimonio di conoscenze in materia di piante medicinali è rimasto sempre vivo nella tradizione popolare, tramandato oralmente di generazione in generazione.

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La medicina popolare (1)La medicina popolare considera il corpo e la psiche ed il comportamento dell’individuo un insieme indivisibile; infatti la parola farmaco indicava un rimedio sia per il corpo sia per l’anima. I farmaci erano anche gli scongiuri, gli incantesimi e anche la musica e la poesia erano intesi come farmaci per l’anima. La malattia è vista come qualcosa di estraneo all’uomo quindi l’uomo non può controllarla ma soltanto eliminarla, ad esempio i batteri e i virus sono visti ora come causa della malattia, ma per la medicina popolare erano la malattia stessa. Tutte le teorie della pratica medica popolare sono basate sull’esperienza, i rimedi preparati con le piante medicinali sono conosciuti fin dalla Preistoria e generalmente era la donna ad occuparsi della loro preparazione.

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La medicina popolare (2)Infatti mentre la donna si preoccupava del sostentamento della comunità attraverso la raccolta delle radici delle piante spontanee e dei frutti, l’uomo si dedicava alla caccia e alla pesca. In questo modo la donna acquisì un vasto patrimonio di conoscenze che si tramandarono di madre in figlia, e di questo ciò che ancora resta è custodito dalle singole comunità e confluisce anche nell’attuale pratica erboristica.

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La medicina popolare (3)Nella cura delle malattie si interveniva prima con rimedi riconosciuti a livello familiare, quando questi risultavano inefficaci si ricorreva a figure “specializzate” cioè alle cosiddette streghe guaritrici, maghi e stregoni ovvero coloro che guarivano anche attraverso particolari rituali, incantesimi e preghiere. I veri guaritori avevano speciali caratteristiche, cioè erano nati settimini o madri di gemelli oppure provenienti da famiglie tradizionalmente legate alla magia e alla capacità di curare. La presenza di queste figure è riscontrabile ancora oggi in alcune comunità rurali. La medicina popolare sopravvive all’affermazione della medicina ufficiale avvenuta all’inizio del Duecento e l’uso delle erbe medicinali continua per molti secoli.

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L’origine delle spezie (1)

Nell’antichità l’uso delle spezie era ritenuto importantissimo per la cura della salute. Con tale termine si indicano i prodotti vegetali, che provenivano da Paesi lontani e che quindi non erano facilmente reperibili.La rarità aumentava il loro valore: erano, quindi, una fonte di guadagno sia per i popoli che le producevano, sia per coloro che le commerciavano.

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L’origine delle spezie (2)Il transito delle spezie seguiva itinerari più o meno fissi, sia marittimi che terrestri, che nel corso della storia sono stati denominati vie delle spezie. Tra le più importanti vie citiamo la via della seta e la via transafricana, attive fin dall’antichità. Nel Medioevo, le Crociate intensificarono gli scambi commerciali con l’Africa settentrionale, il Medio Oriente e le Repubbliche Marinare, con in testa Venezia, si fecero carico dei trasporti delle spezie che da quelle fiorenti zone giungevano nei porti italiani e da qui in Europa.Alla fine del Quattrocento la scoperta dell’America fece conoscere all’Occidente nuove spezie che arricchirono le farmacopee e i ricettari degli speziali di nuovi e preziosi prodotti, come ad esempio la china.

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La medicina monastica (1)Nel Medioevo le piante coltivate erano usate per la composizione di medicamenti semplici, cioè realizzati con una sola pianta o composti, prodotti da piante diverse combinate tra loro.La tradizione continuò e venne incrementata nel Medioevo con l’istituzione dell’Hortus simplicium. L’hortus simplicium, il giardino dei medicamenti semplici, sorse presso i monasteri ed i conventi.

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La medicina monastica (2)

I monaci produssero dei cataloghi ragionati di tutte le erbe coltivate ed utilizzate, chiamati Hortuli.Gli hortuli erano raccolte di piante figurate in cui si descrivevano le caratteristiche e le virtù delle singole piante. In questo modo la conoscenza della medicina e dell’impiego delle piante officinali si diffuse rapidamente tra gli stessi ordini monastici.

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La fitoterapiaAgli inizi dell ‘800 l’uomo riuscì a individuare e poi isolare i principi attivi responsabili dell’azione terapeutica svolta dalle piante medicinali. Il passaggio ad una vera e propria industria chimica farmaceutica fu breve.Si realizzava, così, il sogno degli antichi alchimisti, impegnati a cercare l’ignota sostanza che valorizzava le piante sul piano farmacologico. Il preparato medicinale di origine vegetale arreca all’organismo un complesso di sostanze chiamato fitocomplesso: alcune sono le vere responsabili dell’azione farmacologica, altre contribuiscono potenziando l’assorbimento e l’attività delle prime, altre ancora evitano effetti collaterali.

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I processi di trasformazione del prodotto erboristico (1)

I processi di trasformazione delle piante medicinali in prodotti erboristici, nonostante siano passati secoli di storia, sono spesso rimasti invariati nel tempo.La scienza e la tecnologia, però, hanno contribuito notevolmente a migliorare la qualità di tali prodotti. Un tempo le piante si raccoglievano tutte allo stato spontaneo. Oggi la maggior parte vengono coltivate e le fasi di essiccazione, selezione e conservazione si avvalgono di processi tecnologici avanzati, in grado di assicurare la qualità e l’efficacia del prodotto.

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I processi di trasformazione del prodotto erboristico (2)

Le piante vengono sempre raccolte in un periodo dell’anno denominato tempo balsamico Dopo la raccolta, si seleziona la parte della pianta più aromatica o più ricca di principi attivi (foglia, frutto, seme, corteccia, ecc., talora la stessa pianta intera), ossia le sostanze responsabili dell’effetto salutare sull’organismo. Il prodotto selezionato può essere usato fresco o, come capita più spesso, essiccato.

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I processi di trasformazione del prodotto erboristico (3)

Le droghe, pertanto, nel significato originario del termine, indicano le parti della pianta che hanno subito il processo di essiccamento, ad esempio la corteccia della cannella o il frutto del pepe, ed in cui sono accumulate e concentrati i principi attivi.L’essicazione delle piante può essere fatta naturalmente all’aria, meglio al chiuso in ambienti asciutti e arieggiati al riparo dalla luce diretta o, più modernamente, in forni ad alta tecnologia.Una volta essiccate, le droghe possono essere usate tal quali, ad esempio quelle che si usano in cucina, o adoperate per realizzare le preparazioni erboristiche.