Le Due Vie Della Semiotica

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Semiotica

Semiotica strutturale

Ferdinand de Saussure

Langue e parole

Il linguaggio è uno strumento complesso e può essere analizzato da molteprospettive diverse. De Saussure fissa per primo il concetto che la linguisticacome la semiotica devono costruire il proprio oggetto e per mettere ordine nelcampo si sofferma su due concetti fondamentali per tutta la semiotica: la parole intesa come realizzazione individuale del segno linguistico e dall’altra la langue,intesa come parte sociale del linguaggio.De Saussure propone un modello di comunicazione circolare: un concetto èassociato ad una immagine acustica che viene prodotta da un impulso cerebrale;il suono si propaga dal soggetto che lo ha emesso fino al soggetto che lo sente e lointerpreta associando a quel suono il proprio senso. In generale i suoni (fonie)sono quasi sempre simili ma non identici in quanto espressione individuale e lostesso vale per i sensi. Tra l’altro il legame tra il suono ed il senso è del tuttoarbitrario. A questo modello di affianca strettamente quello della costruzione delsegno formato da significato( concetto) e significante (immagine acustica). Daqui scaturisce un modello che rappresenta al meglio i campi di pertinenza dellalangue e della parole:

fonia significante(fonazioni) (immagine acustica)

segno

senso significato(significazione) (concetto)

parole langueatto linguistico/esecuzione classi/sistema

Fonie e sensi, in quanto atti concreti e soggettivi rientrano nella sfera della

Parole, mentre significati e significanti in quanto classi e patrimonio condiviso diuna collettività sono Langue. I concetti generali e immutabili di langue siconcretizzano attraverso atti di parole.La langue è:esterna all’individuo, fatto socialeun oggetto separato dalla paroledi natura omogeneaoggetto di natura concreta.

La linguistica esterna e la linguistica interna

La parole è subordinata alla langue. Dalla dicotomia si può immaginare unalinguistica di langue e una di parole. In effetti Saussure ipotizza una linguistica

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esterna che studia le circostanze entro cui una lingua si è sviluppata (storia,politica,geografia), mentre quella interna studia i meccanismi propri del sistema.

La semiologia

La lingua è un sistema di segni, al pari di altri sistemi di segni: sarà opportuno

quindi studiarla comparandola con altri sistemi di segni. Da qui la definizionedella scienza specifica: semiotica.

Il segno linguistico. L’arbitrarietà e la linearità

Il segno linguistico unisce un segno e una immagine acustica attraverso il legamedell’ASSOCIAZIONE. Il segno unisce un concetto e un’immagine acustica (che nonè il suono ma la rappresentazione mentale di quel suono). Per cui il segno èl’unione di quelli che de Saussure chiama SIGNIFICATO (concetto) eSIGNIFICANTE (immagine acustica). Il segno ha due caratteri primordialiARBITRARIETÀ: tra significati e significanti non ci sono legami naturali; ciò è

supportato dal fatto che per indicare il [cane] si possa dire cane,

dog, chien, perro… Le eccezioni parziali riscontrabili sono leonomatopee e le esclamazioni.

CARATTERE LINEARE: il significante, essendo suono (anche immaginato) si puòmisurare solo con la sua estensione lineare (linea deltempo)

Immutabilità e mutabilità del segno

Nonostante il principio di arbitrarietà stabilito da de Saussure i segni linguisticisono refrattari ai cambiamenti. Questo perché

1.  Proprio perché il segno è arbitrario, non c’è nessun ragionevole motivo dicambiarlo (perché dog al posto di cane?)

2.  I segni linguistici sono innumerevoli, è complicato(impossibile) cambiarlitutti.

3.  La lingua appartiene alla massa, questo significa che i cambiamentidevono essere condivisi da tutti.1 

In contemporanea, però, il tempo che passa assicura sì la conservazione dellatradizione, ma anche le mutazioni: ciò non contraddice il concetto precedente. Ineffetti secondo de Saussure è la lingua che si trasforma nel tempo ma non sono isoggetti a cambiarla; inoltre non cambia mai solo il significante ma anche esoprattutto il legame tra significato e significante.

Sincronia e diacronia

Nello studio della linguistica non si può fare a meno di prendere inconsiderazione l’asse della simultaneità e l’asse delle successioni. Da queste dueprospettive si genera la linguistica sincronica e quella diacronica. A prima sioccupa di aspetti statici, la seconda degli aspetti evolutivi, e quindi investe la

 parole.

Linguistica Sincronica

È la linguistica più astratta e complicata: stabilisce i principi fondamentali deglistati delle lingue. De Saussure si sofferma solo sugli aspetti di IDENTITÀ EVALORE e sui RAPPORTI SINTAGMATICI E RAPPORTI ASSOCIATIVI.

1 Questa affermazione cozza con la realtà odierna dei mutamenti veloci passatiattraverso i mass media

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Identità e valore

L’identità tra due elementi non è data dalla materialià degli elementi (nonpronunciamo mai lo stesso suono perfettamente identicamente), ma dallerelazioni che intrattengono con altri elementi del sistema, dalla posizione e dalledifferenze che li caratterizzano, cioè dal valore.

VALORE: se si smarrisce un pezzo degli scacchi possiamo sostituirlo conqualunque altra cosa perché noi gli attribuiamo il valore che aveva quel pezzo.Secondo de Saussure la lingua è un sistema di valori, cioè un sistema di elementiche intrattengono relazioni.

Rapporti sintagmatici e rapporti associativi 

La lingua dunque è basata su rapporti e differenze, che esistono in due sferedistinte della nostra attività mentale: il carattere lineare della lingua, chedetermina rapporti sintagmatici in presentia e che, secondo de Saussure, sonopiù riconducibili alla sfera della langue , e la memoria, che determina rapportiassociativi in absentia .

Arbitrarietà verticale e arbitrarietà orizzontale

Conoscendo il concetto di valore possiamo comprendere meglio quello diarbitrarietà. Per arbitrarietà verticale si intende il fatto che non ci siano ragioniparticolari per cui un concetto sia definito da una parola piuttosto che daun’altra. Per arbitrarietà orizzontale invece si intende il fatto che in un sistemalinguistico i rapporti tra un significante e gli altri significanti sono arbitrari(initaliano nonesiste distinzione tra i breve e i lunga, mentre in inglese modifica ilsenso della parole ship/sheep). Lo stesso accade con i significati. In italianofoglio e foglia sono distinti, in francese c’è solo fuille. Dipende dal diverso valoreche le lingue associano ai termini, dal sistema culturale. Peraltro bisogna tenerepresente dei limiti dell’arbitrarietà: le lingue hanno dimostrato di avere tracceconsistenti di iconicità (motivazione).

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Louis Hjelmslev.

Premesse teoriche

Hjelmslev sviluppa il suo pensiero partendo dal CLG di De Saussure. Per lui la

lingua è una totalità autosufficiente, che deve essere analizzata come una entitàautonoma di dipendenze interne, cioè una struttura. Usando un metodostrutturale si inizia lo studio scientifico della linguistica: è una scelta arbitraria.Hjelmslev ritiene che ci siano delle costanti nei fatti linguistici e che quindivadano affrontate con il principio empirico: la teoria dovrà essere coerente,esauriente e semplice., passando dall’essere induttiva all’essere deduttiva.Hjelmslev costruisce la teoria semio‐linguistica chiamata glossematica: prediligela deduzione (parte da teorie per applicarle poi ai testi), insiste sulla forma,considera la forma linguistica anche del contenuto, considera il linguaggio comeun sistema semiotico formato da piani differenti.

I cinque tratti fondamentali dei linguaggiHjelmslev parla dell’incredibile complessità dei linguaggi: è attraverso illinguaggio, con la formulazione dei pensieri, che l’uomo comprende sé stesso e ilmondo che lo circonda; è la dote caratteristica dell’umanità. Eppure ritiene chesia possibile riscontrare tratti generali comuni a tutti i linguaggi. Intantodistingue tra linguaggio naturale e linguaggi ristretti: il linguaggio naturale è unmetalinguaggio, poiché è solo con questo che possiamo spiegare i linguaggiristretti (formule matematiche, musica, pittura) e non viceversa. I tratti distintividi ogni lingua sono:

1.  La lingua è costituita da espressione e contenuto.2.  La lingua è costituita dall’asse del processo e da quello del sistema.3.  Espressione e contenuto sono legati dalla commutazione.4.  La lingua è caratterizzata da relazioni di reggenza e di combinazione.5.  Tra espressione e contenuto non c’è una relazione biunivoca.

Espressione e contenuto

Hjelmslev riprende la teoria saussuriana e insiste sul legame inscindibile tra idue aspetti del segno: come le facce di uno stesso sottile foglio. ChiamaESPRESSIONE e CONTENUTO quello che Saussure chiamava significante esignificato. Il segno saussuriano diventa FUNZIONE SEGNICA.

Materia, forma, sostanza

Hjelmslev studia la funzione segnica elaborando il modello della stratificazionedel linguaggio. Partendo dalle teorie saussuriane afferma che esiste una materiaamorfa dalla quale le lingue ritagliano i propri significati e valori: la materiaviene articolata dalla forma che la rende sostanza e questo accade sia sul pianodell’espressione che su quello del contenuto. Infatti, la materia dell’espressione èuna massa di suoni inarticolati che vengono articolati in modi diversi a secondaanche delle lingue (differenze fonetiche nelle varie lingue). Per il contenutoaccade lo stesso, con spostamenti di contenuto a seconda delle lingue. La formadel contenuto articola la materia secondo schemi lessicali e solo attraversoquesta segmentazione noi percepiamo la sostanza del contenuto.Cioè, accade che

la sostanza del contenuto si comprende solo attraverso una lessicalizzazione (

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che non è la realtà, ma ciò che noi ne cogliamo attraverso il linguaggio).si puòschematizzare così:

MATERIAESPRESSIONE =SOSTANZA

FORMA

FUNZIONE SEGNICAFORMA

CONTENUTO =SOSTANZAMATERIA

La funzione segnica è una relazione formale interna che guarda all’esterno versole sostanze, ponendosi quindi ad un livello formale: cioè non influenza lesostanze con le quali si manifestano i segni.Esempi:sostanza dell’espressione(lingua naturalevoce; pitturapennellate;musicanote)Forma dell’espressione (lingua naturalesistema fonologico, sistemamorfologico, sistema sintattico)Forma del contenuto (linguaschema lessicale)Sostanza del contenuto (percezione del mondo attraverso lo schema lessicaledella forma).Cioè, la sostanza dell’espressione e quella del contenuto si capiscono soloproiettando la forma sulla materia. La sostanza ha molteplici livelli: ad esempiola sostanza fonica ha il livello fisico, fisiologico, auditivo…così anche la sostanzadel contenuto, con la differenza che i livelli sono gli apprezzamenti collettivi, cioèil valore che una comunità da ad un contenuto.

L’organizzazione dei piani: le figure del contenutoLa glossematica indica come si possano analizzare nello stesso modo il pianodell’espressione e quello del contenuto. Quindi, se per l’espressione ci sono leunità minime (i suoni) così dovrebbe essere anche per il contenuto, cioè ci sonounità minime di contenuto che combinandosi fra loro generano concetti.Hjelmslev le chiama figure: le figure (unità minime prive di senso) formano isegni. Questo perchè è necessario avere a disposizione figure che combinandosifra loro formino sempre nuovi segni. Questa idea è basata sul principiolinguistico della doppia articolazione: a l b e r o non significa niente, macombinandosi le particelle insieme formano albero. Ci sono elementi di secondaarticolazione (privi di significato) e di prima articolazione (dotati di significato)

Gli assi dei linguaggi: il sistema e il processo

Il secondo tratto fondamentale dei linguaggi è la presenza dei due assi: processoe sistema. Il primo è un asse orizzontale che va verso destra, il secondo è un asseverticale che lo interseca. Sull’asse del processo si instaurano relazionisintagmatiche in praesentia, su quello del sistema si instaurano relazioniparadigmatiche in absentia. È fondamentale ricordare che nel processo glielementi hanno una posizione reciproca ben precisa e che entrambi gli assi fannoparte dell’aspetto formale del segno.

La commutazione

La relazione tra il piano dell’espressione e quello del contenuto è lacommutazione, il terzo tratto fondamentale dei linguaggi e che riguarda l’asse

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del sistema. Quando cambiando elementi sul piano dell’espressione si hannocambiamenti anche sul pianodel contenuto si dirà che siamo i fronte ad unamutazione e che l’elemento che ha portato il cambiamento è una invariante; se ilcambiamento dell’espressione non cambia il cambiamento di senso siamo difronte ad una sostituzione e l’elemento è una variante. ( mutazioneLuca

mangia il gelato/Luca getta il gelato; sostituzione Luca pronunciatocorrettamente /Luca pronunciato con la c aspirata toscana). Quando lamutazione è sull’asse del processo si parla di permutazione, perché investerelazioni sintagmatiche ( il gelato mangia Luca).

La reggenza e la combinazione

Quarto tratto fondamentale del linguaggio: tra le unità linguistiche ci sonorelazioni di reggenza e combinazione: reggenza è quando una unità presupponeper forza un’altra( q è sempre seguita da u) combinazione quando due elementisi possono combinare liberamente (t può seguire o precedere n). Lo stessoaccade sul piano del contenuto: il gelato mangia luca è semanticamente

incompatibile.

La non conformità dei piani 

Quinto tratto dei linguaggi: la non conformità esatta tra elementi del pianodell’espressione e elementi del piano del contenuto. È tipica dei linguaggilinguistici, mentre invece in quelli non linguistici si ha conformità perfetta.

Non conformità cane= c a n e = ????I sistemi simbolici sono monoplanari, hanno la conformità dei piani e la noncommutabilità: sono la logica, e la matematica. I sistemi biplanari, o sistemi di

segni, hanno la non conformità tra i piani e la commutabilità.Si può aggiungere la categoria dei sistemi semio‐simbolici, in cui cioè i piani sonoconformi ma gli elementi commutabili: movimento della testa verticale =sì/movimento della testa orizzontale = no.

Dalle semiotiche denotative alle semiotiche connotative

La funzione segnica è anche chiamata da Hjelmslev denotazione: la semiotica diquesto tipo è denotativa. Però ci sono elementi connotativi: se dico cane intendoil mammifero domestico, se dico casa, indico l’abitazione, ma se dico segugio odimora indico un particolare tipo di cane e una elevata cultura del parlante…iconnotatori che indica Hjelmslev sono:

•  diverse forme stilistiche•  diversi stili•  diversi valori di stile•  diversi mezzi•  diversi toni•  diversi idiomi tra cui

o  vernacolio  lingue nazionalio  lingue regionalio  fisionomie

Hjelmslev insiste molto sulle connotazioni stilistiche che riguardano la sfera delparlante. I connotatori possono trovarsi nei piani della semiotica (espressione econtenuto) e nei piani del linguaggio (forma e sostanza).

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Roland Barthes

Algidras Julien Greimas

Semantica strutturale

Riprendendo il parallelismo tra piano espressivo e piano del contenutoipotizzato da Hjelmslev, ritiene che si possa descrivere il piano del significatoattraverso unità di contenuto (sèmi) così come si fa con la fonologiaindividuando unità di espressione (fèmi). Tanto che:

LivelloProfondo: fèmi

Piano dell’espressioneLivelloSuperficiale fonemi sillabe

fonemi realizzatiPiano della manifestazione

Sememi realizzati

Livello enunciatiSuperficiale sememi semantici

Piano del contenutoLivello

Profondo sèmi

Il carattere minimale del sèma è relativo e si fonda sul criterio della pertinenzadella descrizione: non si possono fare cataloghi finiti di sèmi.Lessema: unione di più sèmi. Modello virtuale della significazione che si realizzasotto forma di sememi.Semema: somma di sèmi nucleari (costatanti e invarianti) e sèmi contestuali(classemi). Il semema è un effetto di senso che dipende dal contestoSm = Ns + Cs

Progetto semiotico

1.  La centralità del livello immanente: a un livello profondo si possonoindividuare strutture semantiche generali in grado di generare i segnicome vengono manifestati. Dunque, riprendendo Hjelmslev, la semiotica alivello immanente (forma o Langue)

2.  Il passaggio dai segni ai testi: bisogna porre l’attenzione sui sistemi eprocessi della significazione. Per descrivere il piano del contenuto(semantica) bisogna passare dai segni isolati ai testi.

3.  Il “mondo naturale” come linguaggio: introducendo il concetto disemiotica del mondo naturale istituisce una correlazione tra diversisistemi linguistici; il mondo esterno è un insieme di natura e cultura.

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4.  La vocazione scientifica della semiotica: la semiotica è una gerarchia dimetalinguaggi; lingua‐oggetto/metalinguaggio descrittivo/linguaggiometodologico/linguaggio epistemologico

Percorso generativoPartendo dal livello immanente Greimas pensa ad un sistema semanticoorganizzato per livelli di profondità che abbiano un meccanismo generativo:elementi più profondi generano elementi più superficiali secondo regole diconversione. Generazione del senso. 

Percorso generativo

Componente sintattica Componente semantica

Livello SINTASSIProfondo FONDAMENTALE

SEMANTICAFONDAMENTALEStrutture

semio-narrative

Livello SINTASSINARRATIVA

Superficiale SUPERFICIALE

SEMANTICANARRATIVA

Strutturediscorsive 

SINTASSIDISCORSIVA

DiscorsivizzazioneAttorializzazione

Temporalizzazionespazializzazione

SEMANTICADISCORSIVATematizzazione

Figurativizzazione

Strutture semio‐narrative: il livello profondo.

Quadrato semiotico: struttura elementaredella significazione; schema generale dellearticolazioni possibili di una categoriasemantica.

S1 e S2: contrarietàS1 e ~S1, S2 e ~S2: contraddittorietàS1 e ~S2, S2 e ~S1: complementarietà

Il quadrilatero semiotico introduce anche prodotti, i cosiddetti meta‐concetti,che sono dei composti. Tra questi, i più importanti sono:S1 e S2né S1 né S2Per esempio, dalla coppia di concetti opposti maschile e femminile, si puòottenere:S1: maschileS2: femminile

~S1: non maschile~S2: non femminile

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S1 e S2: maschile e femminile, cioè ermafrodite, bisessualené S1 né S2: né maschile né femminile, asessuatoQuindi, applicando al quadrato semiotico il concetto di valore saussuriano si hauna struttura differenziale, un quadro formale per la comprensione di unacategoria semantica.

Quadrato: modello semantico (semantica fondamentale)struttura unacategoria semantica(descrizione tassonomica)

MA ANCHEModello sintattico (sintassi fondamentale) consente

operazioniIl quadrato dunque delinea le condizioni embrionali della narrativa.In questo Greimas prende spunto dalle teorie di Levi‐Strauss e dalla sua analisidei miti tebani: le contraddizioni generano narrazioni

Strutture semio‐narrative: il livello superficiale.

Il primo meccanismo di conversione consiste nel passaggio dall’astrazione delquadrato alle azioni umane. Le relazioni nel quadrato si trasformano in azioni‐volizioni dei soggetti e i valori si trasformano in oggetti che sono uniti o separatidal soggetto: la narratività è la sequenza organizzata di situazioni e azioni, tant’èvero che per Greimas il senso può essere colto solo attraverso la suanarrativizzazione. La sua teoria prende ispirazione dal lavoro di Proppsull’analisi della fiaba popolare russa restringendone ulteriormente i termini.Individua dunque degli attanti narrativi, ( da non confondere con gli attori, cheintervengono nelle strutture discorsive) cioè tipi narrativi generali, che agiscono

reciprocamente. Alla base di tutto c’è un contratto tra il Destinante(il re) cherichiede una certa azione al Destinatario (eroe): i due attanti sono sempre inrelazione ad un oggetto. I ruoli attanziali vengono sempre ricoperti dagli attori,ma non in modo univoco: può succedere anche che un attore ricopra più ruoli o,viceversa, che più attori abbiano lo stesso ruolo attanziale. L’attore incarnaanche un ruolo tematico, che cambia nel testo narrativo: il povero diventa ricco,il prigioniero libero… e contemporaneamente si trasformano i ruoli patemici (datriste a felice…). Gli attanti fondamentali SOGGETTO e OGETTO siinterdefiniscono tra loro, cioè il soggetto è tale solo in relazione all’oggetto.Questo perché il soggetto si unisce ad un oggetto‐valore, cioè ad un oggetto

investito di un certo valore. A questo proposito è chiarificante il saggio di Flochsulla valorizzazione dell’automobile che usa sempre il quadrato semiotico. Glioggetti valorizzati sono quelli che effettivamente scatenano la narrazione, o

prescrizioni interdizioni

Non‐prescrizioni

Non‐ingiunzioni

ingiunzioni

Non‐interdizioni

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meglio il rapporto del soggetto con l’oggetto; la narrazione è costituita daenunciati di stato e enunciati del fare. Questi si organizzano in base sempre asoggetto ed oggetto: l’enunciato di stato indica il rapporto di congiunzione ∩ o

disgiunzione ∪ del soggetto con l’oggetto. Di conseguenza l’enunciato del faresarà caratterizzato dalle azioni che fa il soggetto per provocare la congiunzione e

la disgiunzione dall’oggetto. Per Greimas quindi la narrazione è un susseguirsi dicambiamenti di stato. Come si è detto questa teoria muove dagli studi di Proppsulle fiabe popolari russe, e proprio qui sta il suo limite: un tale schema narrativonon si può applicare a testi complessi o a conversazioni. Secondo Greimas ladimensione cognitiva degli attanti si spiega con la teoria delle modalità. L’attopragmatico, cioè, è composto da una performanza (far‐essere) e una competenza(essere del fare) che presuppongono anche la manipolazione (far fare) e lasanzione ( essere dell’essere). Dunque la competenza può essere ancherappresentata come una sequenza di DOVERE‐VOLERE‐SAPERE‐POTERE.Secondo questo schema emerge come i personaggi abbiano PROGRAMMI

NARRATIVI che indicano gli scopi e le azioni dei soggetti e si esprimono cometrasformazioni congiuntie o disgiuntive. La dilatazione dei PN di base insottoprogrammi, i PN d’uso, è ciò che crea l’intreccio e la suspence.

Strutture discorsive

Il passaggio dalle strutture narrative a quelle discorsive è chiamatoCONVOCAZIONE: questo perché si opera una vera e propria convocazione diconoscenze e competenze. Alla base della convocazione c’è una mediazione traun enunciato e l’enunciazione che questo presuppone sempre. L’enunciazione èpresente sempre nell’enunciato, anche se non è percepibile se non attraversominime tracce, le MARCHE. Dunque il soggettio proietta al di fuori del suo IO‐

QUI‐ORA operando un DEBRAYAGE ( di volta in volta attanziale, spaziale otemporale); il processo inverso si chiama EMBRAYAGE.

Le passioni.

Gli ultimi lavori di Greimas indagano l’aspetto delle passioni, perché in definitivale azioni narrative dipendono dall’essere dei soggetti. Greimas analizzadettagliatamente i lessemi delle passioni, ma la fase più interessante è il loroposizionamento nel quadrato semiotico, determinato e controllato dallacategoria timica, cioè l’opposizione tra atteggiamenti positivi ( euforia) e negativi(disforia). Esprimendo giudizi di valore, la categoria timica ASSIOLOGIZZA unacategoria. Gli investimenti assiologici determinano le pulsioni profonde e quindi

a livello semio‐narrativo di superficie si trasformano in azioni, desideri…A livellodiscorsivo si ha invece la definizione di ruoli patemici. Allo schema narrativo sipuò così affiancare un analogo passionale:contatto‐manipolazione costituzionecompetenza disposizioneperformanza patemizzazioneconseguenza emozionesanzione moralizzazione.

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Sviluppi della semiotica generativa

La sociosemiotica

Negli ultimi anni la semiotica si è evoluta investendo altri settori. Ad esempio lasocio semiotica indaga la dimensione sociale della discorsività, cioè si rivolge al

livello immanente (semio‐narrativo e discorsivo) dei testi per individuarne leimplicazioni sociali.In sintesi l’idea è di studiare i temi classici della sociologia(moda, televisione, giornalismo) in chiave semiotica. In effetti i due campi diazione sono strettamente connessi, tanto che alcuni autori sostengono che lasemiotica sia tutta sociosemiotica.Si sono create due tendenze di applicazionedella sociosemiotica: la sociosemiotica spettacolare, che studia come la società siriflette nei testi e di conseguenza si modifica, e la teoria dell’azione‐manipolazione, in cui si studia come i soggetti si costruiscono all’interno deidiscorsi. Inoltre non va dimenticato l’interesse della semiotica per il sistema deidiscorsi sociali (giornalistico, scientifico, pubblicitario…) che occupano spazionella semisfera (l’universo semiotico all’interno del quale circolano testi).

La sociosemiotica come semiotica spettacolare.

Tra la realtà e i discorsi che la raccontano si presuppone che ci sia un rapportospeculare e che specchiandosi nei discorsi la società si modifica. Questo filoneconsidera i fenomeni sociali come dei linguaggi essi stessi; in altre parole per lasemiotica la realtà sociale non è immediata, quanto piuttosto la manifestazionedi oggetti costruiti, discorsi e testi. Rimandando a Barthes ad esempio la moda e idiscorsi sulla moda non sono due entità separate, perché la mods si costruisceall’interno dei discorsi. Dunque ogni realtà empirica viene considerata un testo ecome tale ha codici e regole; in sostanza c’è un continuo scambio tra realtà e testi

e la sociosemiotica studia lo spazio sociale di significazione, cioè lo spazioall’interno del quale io sociale si costituisce mentre si pensa.

La sociosemiotica come teoria dell’azione‐manipolazione

I testi sono uno spazio di interazione: questo filone della sociosemiotica indagacome all’interno dei dialoghi si modifica la competenza reciproca dei soggetti. Èall’interno del discorso che si costruiscono le identità dei soggetti. A taleproposito Landowski parla di una semiotica delle situazioni, intendendo che ilcontesto è costruito dal discorso, e i soggetti interagiscono attraverso i linguaggi.Ma ancora più a monte esiste un problema di veridizione: riprendendo Greimas,lo spazio cognitivo circonda il piano pragmatico e indirizza le azioni che vi si

svolgono. Cioè il far‐credere e il far‐fare sono i prodromi del contratto cheinduce il fare e l’essere.

Il sistema dei discorsi sociali.

Risulta quindi, dai presupposti indicati, un quadro dei discorsi sociali all’internodel quale i testi percorrono traiettorie che cambiano il sistema.Dunque ènecessario secondo Semprini fare attenzione alle condizioni di manifestazionedei discorsi: nella pubblicità si è visto (Benetton e Co‐operative Bank) che idiscorsi pubblicitari hanno invaso altri campi e li hanno modificati. È soprattuttonel campo pubblicitario che si presta sempre più attenzione alla costruzionedella legittimità discorsiva, cioè della credibilità, ma attraverso percorsi

inconsueti e che poco hanno a che fare con l’oggetto pubblicizzato.

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Il discorso pubblicitario

Analisi del tipo di consumo proposto dai testi pubblicitari. Quello pubblicitario èun campo fertile per l’indagine semiotica, da Barthes in poi, attraverso Eco eFloch.Le analisi di Eco degli anni 60, in particolare, hanno messo in evidenzacome i messaggi pubblicitari si strutturino in livelli complessi costringendo il

pubblico a cooperare, vanificando così la tesi dei persuasori occulti. Nell’analisisociosemiotica si insiste sul fatto che la pubblicità fa parte del contesto sociale eche ne modifica le dinamiche, rappresentandone, costruendone e contribuendo amodificarne i modelli collettivi. Per cui ci si concentra sugli aspetti immateriali esimbolici degli oggetti pubblicizzati (valorizzazioni di Floch) e sulle strutturediscorsive (messa in scena dei rapporti sociale e creazione dell’essere).

Il discorso giornalistico

Settore di alto interesse in tutti i suoi canali (radio, tv internet, giornali…), havisto iniziare l’analisi dal linguaggio specifico della carta stampata. È importantesottolineare che sia la stampa che la tv usano molto la tematizzazione creandodelle isotopie al loro interno; si creano poi processi di fidelizzazione attraverso lacreazione di una identità ben riconoscibile: attraverso stili e rubriche fisse.Nell’ottica greimasiana però l’importante è tenere presente che il discorsogiornalistico è una traduzione di discorsi del mondo esterno e produce effetti disenso. Da qui risulta evidente come non si possa parlare di obbiettivitàgiornalistica. Un altro fattore interessante per la sociosemiotica sono le passioniche giocano un ruolo fondamentale nel discorso giornalistico. Dunque lacredibilità e l’obiettività sono di volta in volta fondate sul contratto di veridizionetra pubblico e giornale, in una coincidenza di passioni e stati modali.

Il discorso politico

Anche in questo caso la semiotica si è dapprima concentrata sull’analisi dellinguaggio specifico( il politichese). La peculiarità del discorso politico è che nontraduce una realtà esterna ma la crea e la trasforma. In questa interazione traprassi e comunicazione l’opinione pubblica riveste sempre più un ruoloimportante, in quanto oggetto semiotico che si costruisce nei discorsi e cheagisce nella prassi. Per Landowski si può analizzare l’O.P. solo attraverso idiscorsi, individuandolo come attante e ponendolo sul quadrato semiotico:O.P.= destinante O.P.=anti‐destinanteLa politica segue l’O.P. la politica delude l’O.P.

O.P.=non‐anti‐destinante O.P.=non‐destinanteLa politica sfida l’O.P. la politica affronta l’O.P.Più recentemente si è notato come l’opinione pubblica, vera o presunta che sia,non è più il destinante del discorso politico, che viene sempre più coinvolto einfluenzato da movimenti che hanno più a che fare con le passioni.

Lo spazio

Il lavoro principale sulla semiotica dello spazio è di Lévi‐Strauss, cheattraverso l’analisi della struttura di un villaggio indigeno ne individua isignificati sociali. Non è corretto distinguere tra spazio naturale e spaziocostruito, perché in realtà lo spazio si risemanrtizza continuamente a seconda

degli utenti, e qui entra in gioco la soggettività dello spazio: chi entra nello spaziointeragendoci lo vive e lo interpreta secondo schemi culturali. I cosiddetti

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territori del sé hannno precise caratteristiche: hanno riserfve di ordinegerarchicoe sono oggetto di continue rivendicazioni. Questo porta allaconsiderazione narrativa dell’interazione soggetto‐spazio: il soggetto cerca lospazio in quanto oggetto di valore. La sociosemiotica è dunque interessataall’efficacia simbolica dei luoghi e ai modi in cui lo spazio agisce sui soggetti

(come l’urbanistica di una città agisce sui comportamenti sociali).

L’estesia

Partendo dalla semiotica delle passioni introdotta da Greimas si è iniziato aconsiderare gli aspetti corporei della significazione. Si ipotizza dunque che ilsenso ed i sensi siano legati come la significazione e la percezione. L’estesia(percezione) è analizzata partendo da testi di Tournier e Calvino, in cui Greimasrinviene la presa estetica, ovvero una particolare relazione percettiva trasoggetto e oggetto che coinvolge attraverso la percezione estetica dell’oggetto isentimenti e le disposizioni del soggetto.Ampliando questa teoria Landowskiipotizza che il senso si basa su fenomeni di contagio estesico: si passa così da un

modello di giunzione (il soggetto che si unisce o si divide dall’oggetto) ad unmodello di unione( gli attanti sono compresenti: il riso sfrenato, il desidero) incui i corpi sono i conduttori di delle passioni. Un ulteriore contributo in questosenso lo porta Lévi Strauss nella sua indagine dei riti sciamanici. Il canto dellosciamano per aiutare la partoriente è la rappresentazione simbolica del parto. Ineffetti lo sciamano istituisce un vero e proprio processo di significazione tra ilcanto (espressione) e il corpo della donna (contenuto). La conseguenza ultimadella teoria dell’estesia è l’analisi del corpo come luogo del timismo profondo,poiché è attraverso il corpo che si entra in relazione con il mondo.

Il corpo

I sensi sono determinati culturalmente: non si può pensare ad un corpospontaneo e immediato e solo successivamente coinvolto nelle trasformazionisociali. Si parla quindi di corpo‐in‐società, imprescindibile dalla corporeità; ineffetti la comunicazione (la significazione) passa attraverso il corpo primaancora che attraverso le parole. Barthes individua il soggetto come corpo aventesignificati sociali, modificato dalla storia e dalla cultura. Nella stria i modellicorporei sono cambiati; attualmente si rimuove il corpo vecchio per rimuoverel’idea della morte; i corpi belli sono giovani e snelli. ISi parla di intercorporeità: ilcorpo dell’altro è specchio e modello per sé stessi. Per Volli il corpo è scritto, nelsenso che ogni modificazione e ogni cura che lo altera è un segno che modifica il

rapporto con la società. Ci sono scritture e interpretazioni diverse a secondasempre delle culture e delle società in cui i corpi si muovono. Il corpo è unsistema di significazione progettato attraverso cui mostriamo noi stessi. Più direcente, a partire dagli anni 80 si è iniziato a considerare il corpo sia come unsubstrato della semiosi sia come una figura semiotica. Nel primo caso il corpopartecipa alla costruzione della significazione perché substrato della semiosiprofonda; nel secondo il corpo diventa una figura del discorso. Da qui lo studio diFontanille introduce l’imperfezione del corpo come base dei lapsus: se nelloschema narrativo l’attante è perfettamente padrone del corpo che esegue ilprgramma narrativo senza errori l’azione umana corporea è imperfetta perchésoggetta alle passioni. Dunque il lapsus è la tensione tra le diverse direzioni deldiscorso.

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Semiotica interpretativa

Charles Sanders Peirce

La teoria della conoscenza: verso una semiotica cognitiva.

Contro il nominalismo e l’intuizionismo

Ci sono due punti attorno a cui si articola la teoria della conoscenza di Peirce: lacritica del nominalismo e il rifiuto dell’intuizionismo. Il nominalismo è la teoriasecondo cui i concetti generali esistono come operazioni mentali slegati dallarealtà. P lo contesta dicendo che la scienza sperimentale crede nell’esistenza dileggi oggettive; i principi interni alla mente non possono essere universali etrasmissibili; il nominalismo confligge con l’evoluzionsmo. Rifiuta l’intuizionismocartesiano che dice che la conoscenza della realtà è diretta e immediata: se laconoscenza è basata sul segno è per forza di cose mediata. Per P. l’intuizione èuna cognizione NON determinata da una cognizione precedente. La conoscenza

procede per ipotesi e assestamenti, cioè una integrazione di dati a partire daelementi discontinui. Se non si può ipotizzare la conoscenza intuitiva ne derivache ogni cognizione è determinata da cognizioni precedenti; se l’introspezioneinterna non presuppone una conoscenza intuitiva allora ogni introspezione sibasa su eventi esterni; non esiste pensiero se non in segni. Dunque per P. ilpensiero è INFERENZIALE e l’inferenza è descritta dai tre precedenti requisiti.

Deduzione, induzione abduzione

La struttura generale dell’inferenza è così rappresentabile:CASO: AREGOLA: Se A allora BRISULTATO: BCombinando i tre elementi, a seconda di quale sia l’ultimo dei tre nella seriaabbiamo: DEDUZIONE, INDUZIONE ABDUZIONE.Deduzione: REGOLA‐CASO‐RISULTATO. È un sillogismo che si limita a calcolareconseguenze logiche piuttosto certe.( Se un uomo è governatore riceve grandionori.Mario è governatore. Mario riceve grandi onori).Induzione: CASO‐RISULTATO‐REGOLA. Partendo da un dato e un risultato si creala regola, ma con un certo rischio (Mario è governatore. Mario riceve grandionori. Chi è governatore riceve grandi onori).Abduzione: RISULTATO‐REGOLA‐CASO. È un ragionamento più rischioso, è una

scommessa (Mario riceve grandi onori. Chi è governatore riceve grandi onori.Mario è governatore).L’abduzione regola ogni forma di indagine L’abduzione ha un carattere diretroduzione e di spiegazione causale. L’abduzione spiega i fatti ma non formanecessariamente una regola univoca per il loro funzionamento. Il termine medio,cioè l’istituzione di una regola è alla base del ragionamento deduttivo. Partendodal tipo di regola intermedia istituita si trovano:Abduzione del primo tipo: conseguenza automatica o quasiAbduzione del secondo tipo: si parte da una serie di conoscenze e a quelle si legala nostra inferenza.Abduzione del terzo tipo: regole del tutto nuove, le vere idee rivoluzionarie.

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La semiosi: Oggetto, Segno, Interpretante.

Come abbiamo visto per Peirce la conoscenza passa attraverso il segno, non èimmediata, ma mediata dalla semiosi. La novità consiste nella rottura delmodello diadico proposto da Saussure e tutta la semiotica derivante a favore diun modello triadico in cui tutti gli elementi sono presenti contemporaneamente:

SEGNO‐OGGETTO‐RAPPRESENTANTE.Tutto parte dalla realtà esterna: l’oggetto., come primo motore della semiosi(anche definito oggetto dinamico nel senso della realtà effettiva). Il segno mediatra la realtà (oggetto) e l’interpretante. Per fare ciò il segno coglie certi aspetti(ground) della realtà, ma non tutti quanti. P. divide il segno nei due piani dirapresentamen (significante) e oggetto immediato (contenuto). Ma l’unico modoper capire l’oggetto immediato è attraverso un interpretante, cioè un altro segnoche si avvicini un po’ di più al segno di partenza. Siccome dunque ci si avvicinaalla conoscenza per passaggi successivi la semiosi è illimitata per definizione.P. definisce in modo triadico anche la c.d. fuga degli interpretanti: c’è un

interpretante immediato, un interpretante dinamico e un interpretante logico‐finale.Ma l’unico interpretante che possa essere veramente definito come finale,cioè non sia segno di niente altro, è il cambio di abito interpretativo. Così P. fondail pragmaticismo (in opposizione con il pragmatismo sottilmente diverso diJames): il significato di un concetto è l’insieme dei suoi effetti concepibili.Per P. un segno è qualcosa che per qualcuno rapresenta qualcos’altro sotto uncerto aspetto.

La classificazione dei segni: icone, indici, simboli

A grandi linee si possono sintetizzare tre classi di segni per P., fondata sullarelazione tra segno e oggetto. L’ICONA è correlata al suo oggetto per un carattere

di similarità (motivazione di somiglianza): ritratti, onomatopee…L’INDICE è un segno che si riferisce all’oggetto per contiguità( la firma, la foto).IL SIMBOLO è un segno che si riferisce all’oggetto in modo del tutto arbitrario (aparte i casi di iconicità).

Umberto Eco

Il Trattato di semiotica generale: la teoria dei codici.

Eco sintetizza le due correnti della semiotica, anche se si pone più in relazionecon il pragmaticismo cognitivo di Peirce. Nel TSG Eco distingue i due campi dellasemiotica: teoria dei codici e teoria della produzione segnica.Tutto muove dalla

funzione segnica. Partendo dall’esempio del bacino e delle lampadine Ecodefinisce il concetto di codice.Lampadine Stati dell’acqua Risposte del destinatarioAB Livello critico EvacuazioneBC Livello d’allarme Stato d’allarmeCD Livello di sicurezza Stato di riposoAD Livello di insufficienza immissione

1.Una serie di segnali regolati da leggi combinatorie interne2.Una serie di stati dell’acqua3.Una serie di possibili risposte comportamentali del destinatario4.una regola che associa alcuni elementi del sistema1con quelli del sistema 2 o 3.Solo quest’ultimo è un codice, costituito da s‐codici.

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Funzione segnica, denotazione, connotazione

Partendo dalla definizione di codice Eco elabora meglio il concetto di funzionesegnica riprendendo Hjelmslev: si ha funzione segnica quando un’espressione ècorrelata a un contenuto ed entrambi gli elementi diventano funtivi dellacorrelazione. Un segno non è un’entità fisica e la funzione segnica stabilisce una

correlazione astratta; un segno non è un’entità semiotica fissa. Dunque i segnisono risultati provvisori di regole di codifica e stabiliscono relazioni transitorie.Ad esempio con l’espressione /piano/ indichiamo molti contenuti diversi: unprogetto, un livello, lentamente, lo strumento musicale…Da qui, riprendendoHjelmslev e Barthes, considera la superelevazione dei codici, il caso, cioè, in cuioltre al primo codice che stabilisce un significato(denotazione), se ne innesta unsecondo che veicola un altro significato (connotazione). La connotazione ènecessariamente successiva alla denotazione.

Le interazioni dei codici: le decodifiche aberranti 

Il testo è un insieme di codici e sottocodici, che possono essere diversi tramittente e destinatario. In questo caso si possono avere delle aberrazionicomunicative. Studiando le decodifiche aberranti si trova:

1.  Incomprensione del messaggio per totale carenza di codice:l’informazione arriva come segnale fisico ma non ha significato per ildestinatario

2.  Incomprensione del messaggio per disparità di codici: incomprensione osignificato culturalmente diversi.

3.  Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali: ildestinatario condivide il codice e capisce il messaggio, ma lo riconduce alsuo orizzonte modale anche quando palesemente in conflitto.

4.  Rifiuto del messaggio per delegittimazione dell’emittente: c’è completacomprensione del messaggio ma per il sistema di credenze deldestinatario si opera un completo stravolgimento del senso

I primi due casi si spiegano con l’ipotesi deficitaria e l’ipotesi differenziale, cioènel primo caso l’incomprensione è spiegata con la presenza di classi subalterneculturalmente e socialmente svantaggiate e quindi non in possesso deglistrumenti decodificatori adeguati. Per la seconda ipotesi il problema non èl’ampiezza delle competenze culturali, quanto i differenti orientamenti dellacultura colta e di quella popolare: la prima ha un orientamento metalinguistico,la seconda è più legata a significati particolaristici. Per il terzo e quarto caso Ecoparla di guerra semiologica.

Dal modello semantico dizionariale al modello enciclopedico.

Lo spostamento di Eco verso la semiotica interpretativa avviene su due versanti:lo studio del significato e lo studio dell’attività interpretativa. Per lo studio delsignificato delinea un modello semantico a istruzioni enciclopediche. Partendoda Hjelmslev e dalla sua idea di forme del contenuto (fattori minimi di senso)individua due problemi: il problema dell’interpretazione delle figure delcontenuto (che significa maschio?) e il problema della limitatezza dell’inventario(quanto deve essere limitato?). Messa in discussione delle semantiche a tratti afavore della semantica a enciclopedia: questa pensa il significato del terminecome l’insieme di tutti gli interpretanti relativi al termine stesso. Si passa così daun modello che rimaneva nell’ambito linguistico a uno che sconfina nel campodella conoscenza del mondo. Alla base di questo modello ritroviamo il principio

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di interpretanza di Peirce. C’è da sottolineare che l’enciclopedia è un postulatosemiotico, perché non tutto possiedono tutta l’enciclopedia. Le connotazioni poisi modulano a seconda del contesto e delle circostanze.

La cooperazione interpretativa

Si ipotizza che due persone che comunicano devono lavorare intorno a nuclei dienciclopedia. per comunicare si deve attivare la stessa porzione enciclopedica equindi ci deve essere cooperazione; d’altra parte la comunicazione è anchestrategia: per far arrivare un certo messaggio devo dire una cosa in un certomodo. Eco quindi i concentra sul rapporto tra testo e destinatario e ipotizza cheil testo postula il suo destinatario come condizione indispensabile per la propriacapacità comunicativa.

Il Lettore Modello.

Benchè Eco parta dall’analisi di testi narrativi si può applicare il modello a tutti itesti. La constatazione primaria è che ciascun testo è peno di implicito e non

detto, e questo è il primo sforzo cooperativo che deve attuare il lettore. Il vuotoesiste per due ragioni: la prima è per economia, la seconda è perché il testo lasciaal lettore l’interpretazione, che non sarà casuale:;si parla di strategia proprioperché la generazione implica il prevedere le interpretazioni possibili. Ogni voltache si costruisce un testo lo si fa pensando ad un destinatario modello. Eprevedere un lettore modello significa in qualche modo costruirlo, orientarlo,educarlo.

La manifestazione lineare e le circostanze di enunciazione

Il lavoro del lettore inizia dalla superficie espressiva del testo. Le circostanzedell’enunciazione danno informazioni sull’emittente, sul contesto, sull’atto

linguistico. Nel caso della comunicazione verbale le informazioni sonoimmediate, quando si legge un testo invece si compiono scelte interpretative piùcomplesse.

Codici e sottocodici: le sceneggiature (frames)

L’interpretazione parte da un dizionario di base e da una competenzaenciclopedica, come abbiamo visto. Nello stesso modo il lettore sa decodificareanche ipercodificazioni, come le espressioni fatte: c’era una volta mi indica che siparla di un evento collocato in un passato vago, che i fatti narrati non sono realiche ‘emittente sta raccontando una favola. Ma ancora più interessante è latecnica dei frames, o sceneggiature. Ciascuno di noi ha esperienze di determinatesituazioni e a quelle facciamo riferimento durante l’interpretazione di testi,situazioni stereotipe che ci aiutano a capire dai dettagli. Queste sonosceneggiature comuni. Eco individua poi le sceneggiature intertestuali, i casi incui un testo ne presuppone un altro, o l’interpretazione di un testo dipenda dellaconoscenza di un precedente, oppure anche quando un commento musicale ci faintuire il mood di una scena di un film.

Il topic e l’isotopia

Durante l’interpretazione il destinatario attiva solo una parte delle proprietàenciclopediche di un termine. La selezione che viene operata magnificando

alcune proprietà e narcotizzandone altre è compiuta in base al topic, che è unascelta pragmatica che consiste nello stabilire di che cosa stiamo parlando. Serveda una parte a limitare la semiosi, dall’altro a orientare le attualizzazioni

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semantiche. Disambiguare significa scegliere un topic, e non è sempre facile.Sulla base del topic il lettore stabilisce i livelli di isotopia, ovvero la coerenzainterpretativa; non vanno confuse le due cose: il topic è un fenomeno pragmatico(scelgo il contesto) mentre l’isotopia è un fenomeno semantico (scelgo ilsignificato adeguato al contesto di quel determinato termine). Esistono isotopie a

disgiunzione paradigmatica( diversi significati di una stessa espressione) eisotopie a disgiunzione sintagmatica ( si disambigua solo controllando il contestodella frase).

Le strutture narrative: fabula e intreccio

Passando dal piano discorsivo al piano narrativo Eco riprende la distinzione trafabula e intreccio proposto dai formalisti russi.La distinzione nasce dallasemplice constatazione che nella narrazione l’ordine cronologico (fabula) el’ordine del racconto (intreccio) non coincidono. Così ci troviamo di solito inmedias res oppure incontriamo molti flashback nel racconto. Le storie sicostruiscono solo con la narrazione.

Previsioni e passeggiate inferenziali.

Alla base di tutta la teoria interpretativa c’è l’inferenza: quando scegliamo untopic facciamo un’inferenza, una scelta che potrebbe anche essere sbagliata.Interpretando non facciamo altro che previsioni su quello che può accadere neltesto. È evidente nel parlato, ma ancora di più nell’interpretazione di testi scritti:questo anche perché il testo scritto gioca molto sulla gestione delle previsioniattraverso i segnali di suspence. Eco chiama questo fenomeno (di uscire dal testoe fare previsioni in base alla esperienza del letore) passeggiate inferenziali.

Uso e interpretazione.

Sulla dicotomia uso/interpretazione Eco tornerà più volte. Il testo si puòinterpretare ma solo secondo delle linee suggerite dal testo stesso; setravalichiamo comunque i confini interpretativi del testo lo stiamo usando. A taleproposito Eco distingue tre tipi di intenzioni:

1.  Intentio auctoris: ciò che vuole dire l’autore2.  Intentio operis: ciò che vuole dire l’opera3.  Intentio lectoris: ciò che il lettore fa dire al testo in base ai propri sistemi

di riferimentoL’interpretazione è l’intentio operis, ed è sostenuta dal testo. Se prevale invecel’intentio lectoris allora si sconfina nell’uso del testo.

La natura contrattuale del significato

Tipi cognitivi e contenuto nucleare

Studiando i processi cognitivi Eco ipotiza che il significato si può delineare solosu successive negoziazioni. La percezione, o meglio l’inferenza percettiva è unaprecondizione della semiosi. Anche sulla base della percezione ci formiamo deglischemi detti Tipi Cognitivi, grazie ai quali riconosciamo le occorrenze concrete. ITC sono pertinenza del soggetto singolo, ma possono essere costruiti ancheintersoggettivamente o interpretati collettivamente. È questa interpretazionecollettiva, cioè la costruzione di interpretanti,che viene chiamata Contenuto

Nucleare. Oltre a questi si postula anche la presenza di un Contenuto Molare, unaconoscenza allargata e molto specifica. La conoscenza va avanti peraggiustamenti e negoziazioni successive, come si vede dal caso dell’ornitorinco.

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La negoziazione del significato nelle traduzioni 

Eco analizza la traduzione, sia propriamente detta (italiano‐inglese) cheintersemiotica (romanzo‐film) dette trasmutazioni o adattamenti. Tradurresignifica partire da un testo e costruirne uno nuovo che mantenga il più possibilegli stessi valori sintattici, semantici, stilistici, ecc.; questo significa che ogni

traduzione è, anche minimamente, infedele in base alla negoziazione deltraduttore. Entrano in gioco molteplici fattori: il testo originale con la suaintentio operis, quella dell’autore, i substrati culturali dell’autore ma anche deltraduttore, e così via. Eco conclude che se anche le lingue sonoincommensurabili però sono comparabili e che si possono trovare forme disegmentazione semantica che possono essere sufficientemente compatibili.