LE CURE PARENTALI - safariravenna.it · Riccio: dopo una gestazione di 35 giorni nascono da 2 a 10...

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Per cure parentali (dal latino parents, che significa genitori) si intende l’atteggiamento di interesse che i genitori hanno verso i propri figli per un certo periodo di tempo. Non tutti gli animali si prendono cura della prole e adottano comportamenti difensivi nei confronti dei figli. A seconda del comportamento che adottano dopo il parto, gli animali possono essere suddivisi in due gruppi: 1) animali che generano molti figli e non se ne curano (strategia riproduttiva R). Si tratta in questo caso di specie che investono energia in una prole numerosa e in molti atti riproduttivi. Tendono a essere di taglia piccola e hanno vita breve; 2) animali che generano pochi figli e ne hanno cura (strategia riproduttiva K). Si tratta in questo caso di specie che vivono più a lungo e che investono energia in una prole meno numerosa in un arco più lungo di tempo. I Vertebrati ovipari depongono le uova nell’ambiente esterno e gli embrioni si sviluppano fuori dal corpo materno. Nei Pesci e negli Anfibi l’embrione si sviluppa molto rapidamente trasformandosi in una forma giovanile o in una larva capace di nutrirsi autonomamente. Nei Rettili e negli Uccelli l’embrione si sviluppa molto lentamente in un giovane individuo, in molti casi, senza passare attraverso lo stadio larvale. In questi organismi l’uovo è di notevoli dimensioni, in quanto immagazzina grandi quantità di sostanze di riserva, nutrimento del futuro embrione. Tartaruga: la femmina scava una buca sulla terraferma scegliendo un luogo caldo e umido, deponendo da due a più di duecento uova a seconda della specie (ne esistono più di 250). Le uova vengono quindi abbandonate al loro destino. Quando si schiudono i piccoli escono simili ai genitori, privi di protezione. Le tartarughe crescono con lentezza, raggiungendo la maturità solo dopo i 10 anni. Coccodrillo: la femmina depone da 20 a 80 uova, delle dimensioni di quelle di un’oca, sulla terraferma a una trentina di centimetri sottoterra. Poco prima di uscire dall’uovo i piccoli emettono dei suoni, udibili anche alle nostre orecchie, rivolti alla madre e ai fratelli. Per mamma coccodrillo quello è il segnale a cui risponde iniziando a scavare per facilitare la nascita. I piccoli rispondono emettendo lo stesso segnale e iniziando a muoversi per rompere il guscio. La nascita viene così sincronizzata e la presenza della madre garantisce ai piccoli una protezione dai predatori. Serpente: i serpenti si riproducono deponendo le uova (ovipari) o partorendo piccoli (vivipari), senza prestare, in entrambi i casi, alcun tipo di cure parentali alla discendenza. Fanno eccezione poche specie, in cui gli adulti sorvegliano le uova durante l’incubazione. Lo sviluppo è abbastanza rapido: in generale i piccoli raggiungono la maturità nell’arco di 1-5 anni. Rospo: le femmine depongono le uova all’interno di 2-4 cordoni mucillaginosi larghi anche 2 cm e lunghi 4-5 metri, che contengono fino a 7000 uova di colore nero, disposti parallelamente tra loro e che aderiscono alla vegetazione. Le uova si schiudono dopo circa 2-3 settimane e le larve del rospo sono di colore scuro, grigio-nero. Dopo circa 3 mesi le larve, con le sembianze degli adulti, lasciano finalmente l’acqua per iniziare la vita nella terraferma. Salamandra: la femmina rimane a stretto contatto con le uova per ben il 98% del tempo e le difende attivamente da tutti i potenziali predatori. L’aspetto più interessante è ciò che avviene nelle fasi successive alla schiusa: per circa sei settimane, infatti, la madre condivide il nido con i figli e li trasporta sul proprio dorso, rimanendo costantemente a contatto con loro. Questo prolungato contatto tra la madre e i piccoli, primo caso di vere e proprie cure parentali in questo gruppo di vertebrati, contribuisce a incrementare le loro probabilità di sopravvivenza. Fenicottero: i genitori scelgono con gran cura il luogo destinato alla nidificazione, dove costruiscono un nido di fango. La femmina depone in genere 1-2 uova; i genitori si alternano nella cova per circa un mese. Quando nascono, i piccoli vengono nutriti con una sostanza liquida rossastra molto nutriente, ricca di grassi e proteine, prodotta nel gozzo dei genitori e rigurgitata direttamente nel loro becco. A una settimana dalla schiusa i pulcini della colonia si radunano in gruppi, chiamati ‘asili’, nei quali resteranno finché non saranno in grado di volare a circa tre mesi di vita. Pinguino: durante la cova, che dura dai 30 ai 60 giorni, i genitori si alternano, a eccezione dei maschi dei pinguini imperatori che sono gli unici responsabili delle uova. In tutte le altre specie, mentre un genitore cova l’altro si procura il cibo in mare, in modo che le uova non vengano mai abbandonate. Oltre che dal freddo i genitori devono proteggere le uova anche dagli uccelli predatori e dagli stessi pinguini, che hanno la cattiva abitudine di rubare le uova degli altri. I pinguini si riconoscono tra loro attraverso dei segnali sonori e così si fanno riconoscere anche dai loro piccoli. Pellicano: nidifica sempre in grandi colonie in prossimità dell’acqua. Le grandi uova, dal caratteristico colore azzurrognolo, sono incubate da entrambi i genitori per circa 30 giorni. Al momento della nascita i piccoli sono completamente privi di pelo e ancora incapaci di aprire gli occhi. Solo al raggiungimento dei tre mesi di vita saranno in grado di procacciarsi autonomamente il cibo. Il raggiungimento dell’età adulta avviene solo a tre anni di età. Una caratteristica dei mammiferi, che non è comune tra gli animali in generale, è il lungo periodo di cure parentali. I piccoli vengono nutriti con il latte materno per settimane o anche mesi. Vengono mantenuti caldi, sicuri e protetti. Il periodo più lungo di cure parentali è di dieci anni o più nei grandi mammiferi, come gli elefanti, le grandi scimmie antropomorfe e l’uomo. Suricati: la gestazione dura circa 3 mesi e in questo periodo la futura mamma predispone la tana per il parto. Alla nascita i cuccioli, generalmente 4 per ogni parto, sono completamente ciechi e si nutrono del latte materno per 2 mesi. La mamma suricato è molto protettiva ed è interessante osservare come, quando deve necessariamente allontanarsi dalla tana per procacciare il cibo, essa affidi la tutela e il controllo dei piccoli a un altro fidato membro del gruppo. Riccio: dopo una gestazione di 35 giorni nascono da 2 a 10 piccoli; in media però sono tra 4 e 7, ciechi e sordi, allattati per la durata di 6 settimane, durante il giorno perché la notte la madre va in cerca di cibo. All’età di 3-4 settimane i cuccioli lasciano per la prima volta il loro nido, allontanandosi sempre più e incominciando a mangiare ciò che trovano. La madre non li accompagna alla ricerca del cibo! Coniglio: il parto avviene all’interno di una piccola tana creata dai genitori. Dopo una gestazione di una trentina di giorni la femmina dà alla luce dai 4 ai 12 cuccioli ciechi, nudi e completamente sordi. La coniglia non resta nel nido con i piccoli e allatta solo una o due volte al giorno, ma si mostra molto amorevole con loro; infatti questi saranno allevati per lungo tempo e protetti dagli attacchi di eventuali predatori. Marsupiali: il nome deriva da un termine latino che significa “borsa di pelle”. In gran parte dei 292 marsupiali la femmina ha una tasca (il marsupio) sul suo addome. Partoriscono un solo figlio che, quando viene alla luce, dopo 30-40 giorni di gestazione e di circa 1 grammo di peso, striscia nel marsupio materno dove rimane fino al 5°-6° mese. Dopo circa 6 mesi comincia a uscire dal marsupio per procurarsi il cibo; ritorna comunque nel marsupio tra una “gita” e l’altra. Zebra: la femmina partorisce per la prima volta all’età di 3 anni; dopo una gestazione di 53 settimane nasce un solo piccolo, che sgambetta subito dietro la madre, la quale non si dimostra molto vigile. Alla nascita le barrature sono di colore bruno chiaro, crescendo diventano bruno scuro, quasi nero. La durata della vita non supera i 28 anni. Al calare della notte, il mantello della zebra diventa mimetico. Leone: 15 o 16 settimane dopo l’accoppiamento, la leonessa partorisce dai 3 ai 6 piccoli. I leoncini nascono con gli occhi aperti e pesano circa 1kg. Prima del parto la madre sceglie un giaciglio appropriato, in modo da poter catturare la selvaggina senza allontanarsi dalla prole, anche se spetterebbe al maschio il compito di portare il cibo e di difendere la famiglia a prezzo della vita. A due mesi imparano a camminare e inizialmente miagolano come gatti. A 6 mesi cominciano a seguire la madre in brevi percorsi di caccia e vengono svezzati; verso la fine del primo anno di vita hanno raggiunto le dimensioni di un grosso cane. Risultano completamente sviluppati all’età di 6 o 7 anni. Elefante: la gestazione dura circa 21 mesi; viene partorito un piccolo che alla nascita pesa circa 120 kg. I parti gemellari sono molto rari. Le femmine partoriscono mediamente ogni 4 anni e il piccolo viene svezzato solo pochi mesi prima della nascita del successivo elefantino. Dopo mezz’ora dalla nascita il cucciolo di elefante è in grado di reggersi in piedi e per i primi 3 anni rimane sempre vicino alla madre, che lo allatta e lo protegge costantemente. I capezzoli della madre sono situati all’altezza del petto; questa è una particolarità tipica dell’elefante e abbastanza rara nei mammiferi a quattro zampe. L’uso della proboscide viene acquisito soltanto alcune settimane dopo la nascita. Primati: le cure parentali, soprattutto materne, sono molto diffuse tra i primati nelle prime settimane o mesi di sviluppo. I piccoli, a parte rare eccezioni, vengono trasportati quasi sempre dalle madri ancorati alla loro pelliccia. Le madri allattano i piccoli su richiesta, ovvero è il piccolo che decide quando nutrirsi. Il latte, ricco di zuccheri e povero di grassi e proteine, comporta una crescita piuttosto lenta. Il periodo di allattamento è generalmente abbastanza lungo. Si osservano due tipi di interazione madre-figlio nelle proscimmie: costruzione del nido e baby-parking. STRATEGIE riproduttive FECONDITÀ SELEZIONE NATURALE SOPRAVVIVENZA della PROLE CURE PARENTALI SUCCESSO riproduttivo LE CURE PARENTALI nel regno animale MAMMIFERI ANIMALI CHE DEPONGONO LE UOVA

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Per cure parentali (dal latino parents, che signifi ca

genitori) si intende l’atteggiamento di interesse che i genitori hanno verso i propri fi gli per un certo

periodo di tempo.Non tutti gli animali si

prendono cura della prole e adottano comportamenti

difensivi nei confronti dei fi gli.

A seconda del comportamento che

adottano dopo il parto, gli animali possono essere

suddivisi in due gruppi:

1) animali che generano molti fi gli e non se

ne curano (strategia riproduttiva R). Si tratta in questo caso di specie

che investono energia in una prole numerosa e in molti atti riproduttivi. Tendono a essere di taglia piccola e hanno vita breve;

2) animali che generano pochi fi gli e ne hanno cura (strategia riproduttiva K). Si tratta in questo caso di specie

che vivono più a lungo e che investono energia in una prole meno numerosa in un arco più

lungo di tempo.

I Vertebrati ovipari depongono le uova nell’ambiente esterno e gli embrioni si

sviluppano fuori dal corpo materno. Nei Pesci e negli Anfi bi l’embrione si sviluppa molto rapidamente trasformandosi in una forma giovanile o in una larva capace di nutrirsi autonomamente. Nei Rettili e negli Uccelli l’embrione si sviluppa molto lentamente in un giovane individuo, in molti casi, senza passare attraverso lo

stadio larvale. In questi organismi l’uovo è di notevoli dimensioni, in quanto immagazzina grandi quantità di sostanze di riserva, nutrimento del futuro embrione.

Tartaruga: la femmina scava una buca sulla terraferma scegliendo un luogo caldo e umido, deponendo da due a più di duecento uova a seconda della specie (ne esistono più di 250). Le uova vengono quindi abbandonate al loro destino. Quando si schiudono i piccoli escono simili ai genitori, privi di protezione. Le tartarughe crescono con lentezza, raggiungendo la maturità solo dopo i 10 anni.

Coccodrillo: la femmina depone da 20 a 80 uova, delle dimensioni di quelle di un’oca, sulla terraferma a una trentina di centimetri sottoterra. Poco prima di uscire dall’uovo i piccoli emettono dei suoni, udibili anche alle nostre orecchie, rivolti alla madre e ai fratelli. Per mamma coccodrillo quello è il segnale a cui risponde iniziando a scavare per facilitare la nascita. I piccoli rispondono emettendo lo stesso segnale e iniziando a muoversi

per rompere il guscio. La nascita viene così sincronizzata e la presenza della madre garantisce ai piccoli una protezione dai predatori.

Serpente: i serpenti si riproducono deponendo le uova (ovipari) o partorendo piccoli (vivipari), senza prestare, in entrambi i casi, alcun tipo di cure parentali alla discendenza. Fanno eccezione poche specie, in cui gli adulti sorvegliano le uova durante l’incubazione. Lo sviluppo è abbastanza rapido: in generale i piccoli raggiungono la maturità nell’arco di 1-5 anni.

Rospo: le femmine depongono le uova all’interno di 2-4 cordoni mucillaginosi larghi anche 2 cm e lunghi 4-5 metri, che contengono fi no a 7000 uova di colore nero, disposti parallelamente tra loro e che aderiscono alla vegetazione. Le uova si schiudono dopo circa 2-3 settimane e le larve del rospo sono di colore scuro, grigio-nero. Dopo circa 3 mesi le larve, con le sembianze degli adulti, lasciano fi nalmente l’acqua per iniziare la vita nella terraferma.

Salamandra: la femmina rimane a stretto contatto con le uova per ben il 98% del tempo e le difende attivamente da tutti i potenziali predatori. L’aspetto più interessante è ciò che avviene nelle fasi successive alla schiusa: per circa sei settimane, infatti, la madre condivide il nido con i fi gli e li trasporta

sul proprio dorso, rimanendo costantemente a contatto con loro. Questo prolungato contatto tra la madre e i piccoli, primo caso di vere e proprie cure parentali in questo gruppo di vertebrati, contribuisce a incrementare le loro probabilità di sopravvivenza.

Fenicottero: i genitori scelgono con gran cura il luogo destinato alla nidifi cazione, dove costruiscono un nido di fango. La femmina depone in genere 1-2 uova; i genitori si alternano nella cova per circa un mese. Quando nascono, i piccoli vengono nutriti con una sostanza liquida rossastra molto nutriente,

ricca di grassi e proteine, prodotta nel gozzo dei genitori e rigurgitata direttamente nel loro becco. A una settimana dalla schiusa i pulcini della colonia si radunano in gruppi, chiamati ‘asili’, nei quali resteranno fi nché non saranno in grado di volare a circa tre mesi di vita.

Pinguino: durante la cova, che dura dai 30 ai 60 giorni, i genitori si alternano, a eccezione dei maschi dei pinguini imperatori che sono gli unici responsabili delle uova. In tutte le altre specie, mentre un genitore cova l’altro si procura il cibo in mare, in modo che le uova non vengano mai abbandonate. Oltre che dal freddo i genitori devono proteggere le uova anche dagli uccelli predatori e dagli stessi pinguini, che hanno la cattiva abitudine di rubare le uova degli altri. I pinguini si riconoscono tra loro attraverso dei segnali sonori e così si fanno riconoscere anche dai loro

piccoli.

Pellicano: nidifi ca sempre in grandi colonie in prossimità dell’acqua. Le grandi uova, dal caratteristico colore azzurrognolo, sono incubate da entrambi i genitori per circa 30 giorni. Al momento della nascita i piccoli sono completamente privi di pelo e ancora incapaci di aprire gli occhi. Solo al raggiungimento

dei tre mesi di vita saranno in grado di procacciarsi autonomamente il cibo. Il raggiungimento dell’età adulta avviene solo a tre anni di età.

Una caratteristica dei mammiferi, che non è comune tra gli animali in generale, è il lungo periodo di cure parentali. I piccoli vengono nutriti con il latte materno per settimane o anche mesi. Vengono mantenuti caldi, sicuri e protetti. Il periodo più lungo di cure parentali è di dieci anni o più nei grandi mammiferi, come gli elefanti, le grandi scimmie antropomorfe e l’uomo.

Suricati: la gestazione dura circa 3 mesi e in questo periodo la futura mamma predispone la tana per il parto. Alla nascita i cuccioli, generalmente 4 per ogni parto, sono completamente ciechi e si nutrono del latte materno per 2 mesi. La mamma suricato è molto protettiva ed è interessante osservare come, quando deve necessariamente allontanarsi dalla tana per procacciare il cibo, essa affi di la tutela e il controllo dei piccoli a un altro fi dato membro del gruppo.

Riccio: dopo una gestazione di 35 giorni nascono da 2 a 10 piccoli; in media però sono tra 4 e 7, ciechi e sordi, allattati per la durata di 6 settimane, durante il giorno perché la notte la madre va in cerca di cibo. All’età di 3-4 settimane i cuccioli lasciano per

la prima volta il loro nido, allontanandosi sempre più e incominciando a mangiare ciò che trovano. La madre non li accompagna alla ricerca del cibo!

Coniglio: il parto avviene all’interno di una piccola tana creata dai genitori. Dopo una gestazione di una trentina di giorni la femmina dà alla luce dai 4 ai 12 cuccioli ciechi, nudi e completamente sordi. La coniglia non resta nel

nido con i piccoli e allatta solo una o due volte al giorno, ma si mostra molto amorevole con loro; infatti questi saranno allevati per lungo tempo e protetti dagli attacchi di eventuali predatori.

Marsupiali: il nome deriva da un termine latino che signifi ca “borsa di pelle”. In gran parte dei 292 marsupiali la femmina ha una tasca (il marsupio) sul suo addome. Partoriscono un solo fi glio che, quando viene alla luce, dopo 30-40 giorni di gestazione e di circa 1 grammo di peso, striscia nel marsupio materno dove rimane fi no

al 5°-6° mese. Dopo circa 6 mesi comincia a uscire dal marsupio per procurarsi il cibo; ritorna comunque nel marsupio tra una “gita” e l’altra.

Zebra: la femmina partorisce per la prima volta all’età di 3 anni; dopo una gestazione di 53 settimane nasce un solo piccolo, che sgambetta subito dietro la madre, la quale non si dimostra molto vigile. Alla nascita le barrature sono di

colore bruno chiaro, crescendo diventano bruno scuro, quasi nero. La durata della vita non supera i 28 anni. Al calare della notte, il mantello della zebra diventa mimetico.

Leone: 15 o 16 settimane dopo l’accoppiamento, la leonessa partorisce dai 3 ai 6 piccoli. I leoncini nascono con gli occhi aperti e pesano circa 1kg. Prima del parto la madre sceglie un giaciglio appropriato, in modo da poter catturare la selvaggina senza allontanarsi dalla prole, anche se spetterebbe al maschio il compito di portare il cibo e di difendere la famiglia a prezzo della vita. A due mesi imparano a camminare e inizialmente miagolano come gatti. A 6 mesi cominciano a seguire la madre in brevi percorsi di caccia

e vengono svezzati; verso la fi ne del primo anno di vita hanno raggiunto le dimensioni di un grosso cane. Risultano completamente sviluppati all’età di 6 o 7 anni.

Elefante: la gestazione dura circa 21 mesi; viene partorito un piccolo che alla nascita pesa circa 120 kg. I parti gemellari sono molto rari. Le femmine partoriscono mediamente ogni 4 anni e il piccolo viene svezzato solo pochi

mesi prima della nascita del successivo elefantino. Dopo mezz’ora dalla nascita il cucciolo di elefante è in grado di reggersi in piedi e per i primi 3 anni rimane sempre vicino alla madre, che lo allatta e lo protegge costantemente. I capezzoli della madre sono situati all’altezza del petto; questa è una particolarità tipica dell’elefante e abbastanza rara nei mammiferi a quattro zampe. L’uso della proboscide viene acquisito soltanto alcune settimane dopo la nascita.

Primati: le cure parentali, soprattutto materne, sono molto diffuse tra i primati nelle prime settimane o mesi di sviluppo. I piccoli, a parte rare eccezioni, vengono trasportati quasi sempre dalle madri ancorati alla loro pelliccia. Le madri allattano i piccoli su richiesta, ovvero è il piccolo che decide quando nutrirsi. Il latte, ricco di zuccheri e povero

di grassi e proteine, comporta una crescita piuttosto lenta. Il periodo di allattamento è generalmente abbastanza lungo. Si osservano due tipi di interazione madre-fi glio nelle proscimmie: costruzione del nido e baby-parking.

STRATEGIEriproduttive

FECONDITÀ

SELEZIONE NATURALE

SOPRAVVIVENZAdella PROLE

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