Le creature del mondo delle prime...

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1 Le creature del mondo delle prime nebbie I DRAGHI La storia di queste creature è insieme gloriosa e triste. Dopo la creazione dei tre esseri (che si ribellarono poi a Lui divenendo i Nemici, chiamati l’Urlante, il Grande e il Potente), dopo la creazione dell’universo, del mondo delle prime nebbie e degli animali non senzienti, il Grande Dio della Luce creò la coppia di draghi bianchi primigenia. Queste due possenti e stupende creature, che mutavano a piacere la loro forma da umana a draconica, si amarono sin dal primo istante della loro esistenza. Nella forma umana l’uomo, chiamato l’Antico, appare come un saggio, rassicurante, forte e dotato di un fascino paterno; la donna, chiamata la Signora, appare come una donna solare (prima della vendetta, che poi narrerò) e di una bellezza che non ha mai avuto pari in tutto l’universo (e questa è rimasta, incontaminata). Dopo qualche secolo i draghi bianchi, tutti discendenti dell’Antico e della Signora, forti della loro immortalità, possanza, sapienza e del loro micidiale soffio ghiacciato, signoreggiavano in lungo e in largo su una regione sempre più estesa del mondo, portando ordine, forza e armonia. Fu allora che il Grande Dio della Luce creò gli uomini, e li affidò alla custodia dei draghi, e fu così che l’Impero nacque, con la nascita dell’uomo. I draghi bianchi giurarono fedeltà al primo imperatore, Ha I, che, paradossalmente, era signore solo della sua sposa e dei figli che ella gli avrebbe generato. Da allora, nei secoli, i draghi bianchi immortali e la gran parte degli uomini mortali, costruirono ed estesero l’impero.

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Le creature del mondo delle prime nebbie

I DRAGHI

La storia di queste creature è insieme gloriosa e triste.

Dopo la creazione dei tre esseri (che si ribellarono poi a Lui divenendo i Nemici, chiamati l’Urlante, il

Grande e il Potente), dopo la creazione dell’universo, del mondo delle prime nebbie e degli animali non

senzienti, il Grande Dio della Luce creò la coppia di draghi bianchi primigenia.

Queste due possenti e stupende creature, che mutavano a piacere la loro forma da umana a draconica, si

amarono sin dal primo istante della loro esistenza.

Nella forma umana l’uomo, chiamato l’Antico, appare come un saggio, rassicurante, forte e dotato di un

fascino paterno; la donna, chiamata la Signora, appare come una donna solare (prima della vendetta, che

poi narrerò) e di una bellezza che non ha mai avuto pari in tutto l’universo (e questa è rimasta,

incontaminata).

Dopo qualche secolo i draghi bianchi, tutti discendenti dell’Antico e della Signora, forti della loro

immortalità, possanza, sapienza e del loro micidiale soffio ghiacciato, signoreggiavano in lungo e in largo

su una regione sempre più estesa del mondo, portando ordine, forza e armonia.

Fu allora che il Grande Dio della Luce creò gli uomini, e li affidò alla custodia dei draghi, e fu così che

l’Impero nacque, con la nascita dell’uomo.

I draghi bianchi giurarono fedeltà al primo imperatore, Ha I, che, paradossalmente, era signore solo della

sua sposa e dei figli che ella gli avrebbe generato.

Da allora, nei secoli, i draghi bianchi immortali e la gran parte degli uomini mortali, costruirono ed

estesero l’impero.

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Un numero crescente di uomini scelsero di allontanarsi dai confini imperiali che si estendevano di anno in

anno e di non sottomettersi, ma sembrava, a quei grandi, un’inezia.

Venne costruito l’unico Tempio del Grande Dio della Luce, perfettamente al centro della capitale, Lumen la

Splendida, nel tempio avevano accesso solo i draghi bianchi (ovviamente in forma umana), e una volta

all'anno l’imperatore e il gran sacerdote, e là, nel tempio, il Grande Dio della Luce parlava loro faccia a

faccia.

Esistevano e continuano ad esistere molti santuari, ma in essi c’è solo una presenza raccolta e occultata del

Grande Dio, invece, nell'unico tempio, Dio parla faccia a faccia.

Trascorsero i millenni, l’impero estese i suoi confini oltre ogni dire, prosperò anche l’ordine dei cavalieri di

draghi bianchi, nel quale ogni cavaliere era in sintonia con il suo drago, in un rapporto paritario, l’unico

gerarca riconosciuto dai cavalieri era l’Imperatore, e l’Antico era la cavalcatura personale dell’imperatore.

Nessuno osava domandare alla Signora di diventare suo cavaliere e la Signora, libera e forte, si guardava

bene dall’offrirsi.

...tutto questo finché giunse l’ombra.

In decenni di trame, servendosi delle sue creature oscure, come i vampiri, e seducendo uomini disposti a

vendersi, il Potente riuscì a conquistare l’anima dell’imperatore Iaar XXXI.

Mai come allora l’impero fu potente e mai come allora iniquo.

I draghi bianchi si rifiutavano di compiere il male, ma l’Imperatore aveva molti altri scagnozzi,

e i draghi non se ne andarono.

Perché avevano giurato.

Ma al Potente mancava l’ultima impresa per dominare il mondo delle prime nebbie attraverso l’Imperatore

che ormai era divenuto il suo fantoccio:

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distruggere il Tempio del Grande Dio della Luce.

Solo il possente soffio ghiacciato dell’Antico poteva fare questo.

L’Imperatore diede ordine al suo destriero di compiere il sacrilegio.

L’Antico rispose: “Altezza, non tradirò Dio. Io vi disobbedisco.”

L’imperatore alzò la spada: “e allora muori, traditore!”

L’Antico prese forma umana, piegò un ginocchio e abbassò il capo,

nella posizione che aveva adottato, quasi undici millenni prima,

per giurare fedeltà al primo Imperatore,

e attese la morte.

Iaar XXXI alzò la spada…

Ma la Signora non era del parere.

Ancora in forma draconica la Signora, presa dall’ira, sputò il primo soffio di fuoco (e non di gelo) di un

drago travolgendo l’imperatore e tutta la sua scorta.

Assunta la forma umana si avvicinò al suo sposo.

“Mia signora, era l’Imperatore…”

“Gli uomini hanno tradito la causa, mio sposo, sono indegni di questo mondo, vanno sterminati.”

“Ma il Grande Dio della Luce li ha eletti!”

“Il Grande Dio della Luce ha sbagliato.”

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Davanti al suo sposo, costernato per questa bestemmia, la Signora si avvicinò e, dopo averlo baciato,

riprese la forma draconica, sempre maestosa, ma da quel momento nera più della notte, e spiccò il volo.

I draghi, da allora, si divisero.

Chi scelse la Signora

assunse il colore nero e sputò fiamma invece che gelo, i draghi neri persero anche il potere di guarire

uomini e draghi versando il proprio sangue, che restò invece nelle capacità dei draghi bianchi.

L’impero crollò, il Potente prese possesso di Lumen e cinse il Tempio di una scorta formidabile, perché

nessuno più vi accedesse.

La Sposa Imperatrice, portando in grembo il discendente dell'Imperatore, era fuggita il giorno prima,

avvisata dalla sua Veggente, e aveva fatto perdere le tracce.

Uno sparuto gruppo di sopravvissuti tra legionari, templari, draghi bianchi e loro cavalieri, si disperse per

organizzare la resistenza, nell’attesa del ritorno di un erede al trono.

I draghi neri, al seguito della Signora, giurarono di sterminare l’umanità, ma non si schierarono con i

nemici, che odiano quanto gli uomini.

Così, fino ad oggi, i draghi neri combattono sia gli uomini (per uomini qui si intendono anche elfi e nani)

che i Nemici e le loro creature.

I draghi neri hanno nel sangue l’antica nobiltà:

non si dilettano, come gli orchi, a torturare, tengono fede alla parola data, ma restano persuasi che l’unico

modo per correggere quello che loro chiamano il grande errore di Dio, al quale paradossalmente restano

devoti rispettando santuari e luoghi sacri, sia di sterminare la razza umana, donne, vecchi e bambini

compresi.

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In questo, evidentemente, sono osteggiati dai draghi bianchi.

Il paradosso di questa guerra è che draghi neri e draghi bianchi continuano a riconoscersi come fratelli,

e un drago nero sa che l’uccisione di un drago bianco provoca dolore alla sua Signora, che ne è madre o

antenata, e così vale per i draghi bianchi rispetto all’Antico.

Per questa ragione un drago non uccide mai un altro drago (fanno eccezione i degenerati, che

descriveremo dopo, ma che, in un certo senso, non sono da considerarsi pienamente draghi).

Avvenne un giorno, 5 secoli dopo la caduta di Lumen, che Syntium, splendido drago bianco, venisse ucciso

per errore da un drago nero, che stava per bruciare un intero villaggio.

Syntium infatti si era frapposto con il suo corpo, salvando il villaggio ma sacrificando così la propria vita.

Al funerale, presieduto dal Gran Sacerdote della Chiesa del Grande Dio della Luce,

partecipò lo stesso Antico e nel bel mezzo del rito, nello stupore e nel silenzio irreale dell’intera assemblea,

planò la Signora di fronte al santuario, presa la forma umana attraversò lo spazio sacro

e depose una rosa nera sulla salma di Syntium (quando muoiono i draghi assumono sempre la forma

umana) poi camminò verso l’Antico che le disse: “Mia sposa, non ho mai smesso di attenderti”.

La Signora, come cinque secoli prima, gli posò le labbra in un bacio autentico e poi sussurrò: “Tornerò, mio

sposo… quando avrò ucciso l’ultimo uomo”

e riprese il volo.

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