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LA COMBUSTIONE
La combustione è una particolare reazione CHIMICA dettaesotermica, perché produce calore, che si sviluppa conl’ossigeno dell’aria e che, oltre che dar sviluppo di calore, ècaratterizzata dall’emissione di radiazioni luminose ofiamme.
La reazione tipica che sta alla base dei fenomeni d’incendioè sempre e solo la combustione.
La velocità di combustione è influenzata da molti fattori frai quali la composizione chimica, la concentrazione, lo statofisico delle sostanze in combustione.
Questo fenomeno si realizza quando si dispone di: uncombustibile, di un comburente e di un innesco (si parla dienergia di attivazione della combustione).
Le condizioni suddette, in pratica, si concretizzano nella presenza contemporanea di:
- un combustibile- un comburente (generalmente l’ossigeno dell’aria)- un innesco (che è una sorgente di calore, dotata di energia sufficiente e temperatura superiore a quella di accensione).
Il triangolo del fuoco
Combustibili
In prima approssimazione, proprio in base alla loro velocità dicombustione, è possibile caratterizzare le sostanze: si può parlarecosì di sostanze genericamente combustibili (con bassa velocitàdi combustione), infiammabili (con media velocità) e sostanzeesplosive (con alta ed altissima velocità).
Tuttavia, essendo la velocità un parametro di difficile confronto edifficilmente significativo per i non addetti, normalmente siricorre a parametri più facilmente individuabili quali: il calore dicombustione, la temperatura di combustione, la temperatura diinnesco (ignizione).
Calore di combustione
E’ il calore liberato nel corso della reazione di combustione (dettaanche ossidazione esotermica irreversibile). L’unità di misuradella quantità di calore sono la piccola e la grande caloria:
- Cal (caloria)- Kcal (chilocaloria)
Temperatura di combustione
E’ la temperatura massima che si raggiunge nella combustione diuna sostanza combustibile.Si riportano alcuni valori di detto fattore per alcune sostanze:
Idrogeno 2205 °CMetano 2050 °CBenzolo 2200 °C
Temperatura di ignizione o autoaccensione
E’ la temperatura minima alla quale deve essere portata una sostanza combustibile perché la sua combustione si inneschi e si auto sostenga senza ulteriori apporti di calore.Detto fattore è in diretta relazione con la velocità della reazione di combustione.Si riportano alcuni valori della temperatura di ignizione:
Olio minerale pesante 350 °CBenzina 260 °CFosforo giallo 30 °C
Queste temperature, per come è stata definita la temperatura di ignizione, dicono che, in assenza di fiamma o scintilla, occorre riscaldare le dette sostanze alle temperature indicate perché prendano fuoco.
Punto di infiammabilità
Per i combustibili liquidi è importante conoscere, oltre che la temperatura di ignizione, anche un altro fattore chiamato “punto di infiammabilità” (in inglese “flash point”).Lo stesso si definisce come la più bassa temperatura alla quale il liquido emette, sopra la superficie liquida, vapori che con l’ossigeno dell’aria possono dare miscele infiammabili mediante un innesco esterno.Risulta evidente che quanto più basso è il punto di infiammabilità di un liquido infiammabile, più grave è il pericolo di incendio che il liquido stesso presenta.
Classi di infiammabilità dei liquidi
Per questo, in tutte le legislazioni di prevenzione incendi e di sicurezza in uso presso i vari Paesi, i liquidi infiammabili sono divisi in più classi, ognuna delle quali è caratterizzata da una temperatura massima del punto di infiammabilità.
In Italia si segue la seguente classificazione:
LIQUIDI DI CATEGORIA “A”: quelli che hanno punto d’infiammabilità inferiore ai 21 °C
LIQUIDI DI CATEGORIA “B”: quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 21 e 65 °C
LIQUIDI DI CATEGORIA “C”: quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 65 e 125 °C
Classificazione degli inneschi
Gli inneschi possono essere classificati come segue:
FIAMME
Lampade scoperte, accendisigari e fiammiferi,fiamme libere e di saldatura, pareti calde (caldaie oaltro).
SCINTILLE
Elettricità statica, corti circuiti ed archi elettrici,fulmini, scintille da attrezzi ed utensili, impiantid’illuminazione difettosi.
MATERIALI CALDI
Materiali incandescenti, ceneri roventi, parti dimacchine surriscaldate, combustione spontanea.
La maggior parte di queste sorgenti di ignizione puòessere controllata stabilendo opportune norme interne disicurezza ed instaurando una rigorosa disciplina delpersonale, installando apparecchiature elettriche a tenutadi gas e vapori, distanziando opportunamente i luoghi ed ilocali dove possono esistere, sia pure momentaneamente,sorgenti di ignizione.
Una delle sorgenti di innesco meno conosciute e quindipiù subdole, è l’elettricità statica, che può causare gravidisgrazie ed è una delle sorgenti di ignizione di piùdifficile controllo; sono pochissime le operazioni nellequali non è presente.
L’elettricità statica si genera per attrito e scivolamento dimateriali isolanti, pulegge, cinghie, o per passaggio disolidi, liquidi o gas ad alta velocità, attraverso stretteaperture o condotte.
Il singolare fenomeno è avvertito dalle persone checalzano scarpe con suole di gomma: in tal caso sicaricano di elettricità statica nei loro movimenti epossono dar luogo a scintille avvicinandosi ad oggettimetallici messi a terra.
L’indossare tessuti di fibra sintetica può aggravare inmaniera allarmante la formazione di elettricità staticasulle persone.
La possibilità che si generino scintille causatedall’elettricità statica aumenta se l’aria ambiente presentaun’umidità inferiore al 50%.
Combustione dei sistemi gassosi
LIMITI DI INFIAMMABILITA’
Quando sia il comburente che il combustibile sono dei gas, una volta che inun sol punto di essi sono raggiunte le condizioni necessarie e sufficienti perla combustione, questa si propaga a tutto il sistema con una rapidità tale che,nella maggior parte dei casi, è preclusa ogni possibilità di attivo intervento.In tal caso si parla di fenomeni di:
deflagrazione
o peggio ancora di
esplosione.
QUANDO SI VERIFICANO ?
Quando la proporzione fra combustibile (gas) e comburente (aria) è compresafra due limiti ben precisi; in tali casi si creano quelle condizioni limite chepermettono, come si è detto, l’esplosione.
LIMITI
I limiti sono espressi sotto forma di percentuale (di gas rispetto all’aria).Si conoscono e si definiscono due limiti di infiammabilità per ogni gas ovapore combustibile e precisamente il limite inferiore ed il limite superiore,che rispettivamente corrispondono alla più bassa e alla più altaconcentrazione in volume del gas combustibile nella miscela al di sotto e aldi sopra della quale non è più possibile che l’ignizione iniziata in un punto diessa possa propagarsi a tutta la miscela presente.
L’ignizione di queste miscele è possibile solo quando la loro composizione ècompresa nei limiti di infiammabilità.
Definizione e designazionedelle classi di incendio
In base al tipo di combustibile sono state definite le seguenti classi:
CLASSE A
fuochi di materiali solidi, generalmente di natura organica, lacui combustione avviene con produzione di braci
LEGNO
CARBONE
CARTA
TESSILI
GOMMA
PLASTICHE
CLASSE B
fuochi di liquidi o di solidi che si possono liquefare
BENZINA
GASOLIO
KEROSENE
SOLVENTI INFIAMMABILI
GOMMA
PLASTICHE
CLASSE C
fuochi di gas infiammabili
METANO
ACETILENE
GPL
CLORURO DI VINILE
AMMONIACA
CLASSE D
fuochi di metalli e di sostanze chimichecontenenti ossigeno comburente
SODIO
POTASSIO
MAGNESIO
ALLUMINIO
PEROSSIDI
NITRATI
CLORATI
PERCLORATI
CLASSE E
incendi di apparecchiature elettriche
TRASFORMATORI
ARMADI ELETTRICI
QUADRI
INTERRUTTORI
CAVI
Carico d’incendio specifico
Carico d’incendiospecifico
Resistenza al fuoco
"Attitudine di un elemento da costruzione(componente o struttura) a conservare - secondoun programma termico prestabilito e per untempo determinato - in tutto o in parte: la stabilità"R", la tenuta "E", l'isolamento termico "I", cosìdefiniti:
- stabilità: attitudine di un elemento dacostruzione a conservare la resistenza meccanicasotto l'azione del fuoco;
- tenuta: attitudine di un elemento da costruzionea non lasciar passare nè produrre se sottopostoall'azione del fuoco su un lato fiamme, vapori ogas caldi sul lato non esposto;
- isolamento termico: attitudine di un elementoda costruzione a ridurre, entro un dato limite, latrasmissione del calore".
Pertanto:- con il simbolo "REI" si identifica un elementocostruttivo che deve conservare, per un tempodeterminato, la stabilità, la tenuta e l'isolamentotermico;- con il simbolo "RE" si identifica un elementocostruttivo che deve conservare, per un tempodeterminato, la stabilità e la tenuta;- con il simbolo "R" si identifica un elemento costruttivoche deve conservare, per un tempo determinato, lastabilità.In relazione ai requisiti dimostrati, gli elementistrutturali vengono classificati da un numero cheesprime i minuti primi.Per la classificazione degli elementi non portanti ilcriterio "R" è automaticamente soddisfatto qualorasiano soddisfatti i criteri "E" ed "I".
La resistenza al fuoco di una struttura
rappresenta la proprietà di un elemento da
costruzione di continuare ad esercitare la
sua funzione portante o di ostacolo alla
propagazione del fuoco e del calore per un
certo tempo, anche se sottoposto alle alte
temperature che si sviluppano durante un
incendio. Si parla infatti di resistenza al
fuoco di elementi portanti quali: i muri, i
solai, le travi, i pilastri ed anche di
resistenza al fuoco di elementi non portanti
quali: porte, controsoffitti, solai o pareti
con esclusiva funzione tagliafuoco.
SOSTANZE ESTINGUENTI
Acqua
E’ la più comune e diffusa sostanza estinguente,sia per la facile reperibilità sia per il costo(praticamente trascurabile).
Agisce sul fuoco per raffreddamento, separazionee diluizione:
- il raffreddamento si ha per: asportazione del calore richiesto perl’evaporazione dell’acqua;
- la separazione si ha per: formazione di uno strato impermeabile tra ilcombustibile ed il comburente, ciò è possibilesolamente quando il combustibile è più pesantedell’acqua e non è con essa solubile; infine,rimozione del combustibile dalla zona dicombustione.
- la diluizione si ha per:
a) diluizione dell’ossigeno dell’aria con il vapord’acqua (1 Kg di vapor d’acqua sviluppa ilvolume di 1,7 m3 di sostanze inerti al fuoco);
b) diluizione delle sostanze infiammabili solubiliin acqua (come alcool, aldeidi, ecc.)innalzandone la temperatura diinfiammabilità ed abbassandone la tensionedel vapore fino a che i vapori infiammabilifuoriuscenti dalla fase liquida non riesconopiù a formare con l’aria una miscelainfiammabile.
Nello spegnimento degli incendi, l’acqua puòessere usata sotto forma di:
- getto pieno
- spray
Il getto pieno, in genere, si usa quando l’incendio è così esteso da richiedere lunghe gettate, oppurequando è necessaria un’azione di penetrazioneall’interno del combustibile.
L’acqua sotto forma di spray, più o meno finemente nebulizzata, ogni qual volta èpossibile rappresenta l’uso più razionaledi questo estinguente.Infatti consente:
- minori consumi (maggioredisponibilità di riserva);
- di non avere impatti violenti eproiezione di sostanze incandescenti
- massimo effetto di raffreddamentoper evaporazione;
- massimo effetto di diluizione;- evita pericoli di traboccamenti ed in
genere tutti quei pericoli e danni connessicon un notevole apporto di acquaantincendio.
L’acqua, nella lotta contro gli incendi, puòessere utilmente usata sia come:
REPRESSIONE
- per incendi di sostanze solide combustibili(incendi di categoria “A”)- per incendi di liquidi infiammabili medi epesanti (poco volatili) soprattutto sotto formadi acqua nebulizzata
che come:
PROTEZIONE
- per proteggere dall’irraggiamento termicostrutture ed impianti- per la realizzazione di barriere dicontenimento o sbarramento- per la diluizione di spandimenti di liquidiinfiammabili idrosolubili
L’ACQUA NON DEVE ESSEREUSATA PER:
- incendi che coinvolgonoapparecchiature elettriche, infatti,essendo un’ottima conduttrice dienergia elettrica, si hannoinnanzitutto seri rischi dielettrocuzione per l’operatore;
- incendi di metalli (come sodio,potassio, alluminio puro, ecc.) chereagiscono violentemente conl’acqua.
- incendi di liquidi infiammabilinon miscibili e più leggeridell’acqua (benzina, gasolio, oliolubrificante, ecc.)
Le polveri estinguentiGli agenti estinguenti denominati genericamente“POLVERI ANTINCENDIO”, consistono in una misceladi polveri a base di bicarbonato di sodio o bicarbonato dipotassio, o solfato di ammonio o fosfato di ammonio, conadditivi vari che ne migliorano l’attitudineall’immagazzinamento, la fluidità, l’idrorepellenza e inalcuni casi la compatibilità con le schiume.
Gli additivi più comuni funzionano come rivestimentoesterno delle particelle delle polveri per renderle piùscorrevoli e resistenti all’impaccamento, dovutoall’umidità ed alle vibrazioni.
Tali additivi consistono soprattutto in stearati metallici,siliconi e cariche minerali come silice, calcio, carbonato dicalcio e fosfato di calcio.
Le polveri chimiche sono stabili sia alle basse che alle altetemperature.
Per quanto riguarda la tossicità, i componenti usati nellepolveri sono presentati come non tossici, tuttavia, lascarica di grandi quantità può causare difficoltàtemporanee di respirazione durante ed immediatamentedopo la scarica stessa.
PROPRIETÀ DI ESTINZIONE INCENDI E MECCANISMO DI AZIONE
Per quanto riguarda l’azione estintrice delle polveri, pur seil meccanismo d’azione non è conosciuto completamente, sipossono nondimeno elencare gli effetti principali che lestesse esplicano nell’estinzione di un incendio.
EFFETTO DI SOFFOCAMENTO
Consiste nell’impedire il contatto tra combustibile ecomburente.Viene ottenuto “spostando” (da cui anche il termine di“effetto di spostamento”) il comburente con un gas inerte.Ad esempio, nel caso d’impiego di bicarbonato di sodio,dalla reazione chimica si ha sviluppo di anidride carbonica(CO2) che esplica il suddetto effetto di soffocamento.
EFFETTO DI RAFFREDDAMENTO
Consiste nell’abbassare la temperatura del sistemaincendiato al di sotto della temperatura di accensione.
EFFETTO DI CATALISI NEGATIVA
Riduzione dei radicali che si formano negli incendi.
L’azione di estinzione delle polveri, malgrado gli studi, nonè ancor oggi univoca.
L’azione prevalente di estinzione delle polveri èverosimilmente dovuta ad un meccanismo chimico-fisico dirottura della reazione a catena della combustione, ma inogni caso si hanno anche le azioni di separazione, diluizione e raffreddamento.
Infatti la polvere, formando una densa nuvola, soffoca ilfuoco separando il combustibile dall’ossigeno; anchedepositandosi in strato sul combustibile, la polverecontribuisce ad impedire il contatto con l’ossigeno dell’aria.Inoltre alcune polveri, come il fosfato ammonicodecomposto dall’azione del calore, lasciano sulcombustibile un residuo vischioso che impedisce il contattocon l’ossigeno, estinguendo così la combustione eprevenendo nuove accensioni.
Il bicarbonato di sodio e di potassio, quando riscaldati, sidissociano in anidride carbonica e vapor d’acqua esottraggono calore alla combustione (raffreddamento).Per contro, l’anidride carbonica ed il vapor d’acquaprodotti, contribuiscono alla diluizione dell’ossigeno(soffocamento).
Usi e limitazioni
Le polveri sono idonee anche per estinguere liquidiinfiammabili, ma esse non producono una durevoleatmosfera inerte sopra la superficie di un liquidoinfiammabile; di conseguenza, il loro uso potrebbenon condurre alla completa estinzione se le sorgenti direignizione, come le superfici di metallo rovente,continuano ad essere presenti.
Essendo, dal punto di vista elettrico, nonconduttrici, le polveri possono essere utilmenteusate per incendi di impianti ed apparecchiatureelettriche sotto tensione.
Le polveri sono pure efficaci per incendi dicombustibili solidi, con l’ausilio supplementare digetti d’acqua per estinguere le braci che covano allabase.
Esistono altresì delle polveri speciali per incendi dimetalli, quali: magnesio, alluminio, litio, zirconio,potassio, calcio, titanio, sodio e bario.
Le polveri non devono essere usate suapparecchiature elettroniche dove sono installatidelicati componenti perché potrebbero renderel’installazione non operativa.
ANIDRIDE CARBONICA (CO2 )
Un altro agente estinguente comunemente impiegato nelleestinzioni degli incendi è l’anidride carbonica (CO2 ) che sfrutta laduplice azione di soffocamento e di raffreddamento.
Infatti, l’anidride carbonica immessa in un ambiente da proteggere,abbassa la concentrazione dell’ossigeno nell’aria, sostituendosi inparte ad esso fino a rendere impossibile il processo di combustione.
Inoltre, produce un sensibile raffreddamento delle sostanze incombustione provocato dalla rapida espansione e conseguenteevaporazione del gas: in tal modo assorbe dall’ambiente unanotevole quantità di calore.
Per la sua caratteristica di gas, inoltre, l’anidride carbonica presentaaltri aspetti positivi che altri prodotti estinguenti non hanno, eprecisamente:
- non bagna, non corrode né sporca, di conseguenza non alteraminimamente i materiali su cui viene impiegata;
- può essere usata con sicurezza su apparecchiature elettriche, nonessendo conduttrice;
- il suo impiego è consigliato specialmente nei laboratori doverisiedono apparecchiature delicate, sia per fragilità (ad es. vetreriedi laboratorio) come pure strumentazioni varie.
Essendo elettricamente non conduttore, l’anidride carbonica èlargamente usata negli incendi di impianti elettrici.
Usi e limitazioni
L’uso dell’anidride carbonica è indicato perincendi di locali chiusi, ove di trovinoapparecchiature molto delicate, oppure archivi oancora laboratori chimici, perché non provocadanni e, una volta evaporata, non lascia tracciasulle apparecchiature dove è stata usata.
All’aperto ovviamente si diluisce e si disperdevelocemente.
All’interno dei locali chiusi può dare luogoall’interno a soffocamento.
L’anidride carbonica non è un estinguente adattoper fuochi di tipo A (legna, carta, stoffe, ecc.)
ESTINTORICaratteristiche esteriori
SECONDO LA NORMATIVA, TUTTI I TIPI DI ESTINTORIDEVONO RIPORTARE BEN VISIBILI LE SEGUENTI DICITUREE SIMBOLI:
Il colore di tutti gli estintori deve essere il “ROSSO”.
Nei casi in cui l’estintore contenga come agente estinguente un gascompresso (es. CO2), l’estintore deve avere l’ogiva colorata, secondo leprescrizioni di legge.
L’estintore dovrà portare un’etichetta con su scritto:
1 - la parola “ESTINTORE”, tipo e carica, la classe d’incendioappartenente
2 - modalità d’uso ed eventuali simboli rappresentanti le classid’incendio per cui l’estintore è idoneo (vedi figure A-B-C-D-E)
3 - eventuali pericoli derivanti dall’uso dello stesso: per gliestintori ad idrocarburi alogenati è obbligatoria la menzione“l’utilizzazione di questo estintore può causare la formazionedi sostanze pericolose”
4 - indicazioni varie tra cui:- carica e propellente- temperature, limiti di utilizzazione, estremi dell’approvazione Ministeriale
5 - dati del responsabile dell’apparecchio: anno di fabbricazione(la posizione dei dati caratteristici varia da casa a casa, a liberascelta).
Estintoriportatili
Concepiti per essereportati ed utilizzati amano (hanno, prontiall’uso, una massanon superiore a 20Kg.)
Estintori nonportatili
(carrellati)
Montati su ruote osu carrelli econcepiti per esseretrainati a mano(hanno, prontiall’uso, una massanon superiore a 300Kg.)
Definizioni
I criteri per effettuare la sorveglianza, il controllo, larevisione ed il collaudo degli estintori sono indicatinella norma UNI 9994.La definizione dei termini succitati è contenuta nellanorma, tuttavia ai fini di una più rapida lettura edinterpretazione si considera:
Sorveglianza: misura di prevenzione atta alcontrollo periodico ed effettivo dell’estintore perrilevare e correggere eventuali non conformità.
Controllo: misura di prevenzione almeno semestraleatta a verificare l’efficienza dell’estintore tramitel’effettuazione di una serie di accertamenti tecniciindicati nella norma (verifica e pesata delle cariche edei propellenti, misurazioni manometriche, ecc.).
Revisione: misura di prevenzione di frequenzaalmeno pari a quella indicata nel prospetto, atta averificare, e rendere perfettamente efficientel’estintore, tramite l’effettuazione di una serie diaccertamenti ed interventi indicati nella norma tra iquali la ricarica (o sostituzione dell’agenteestinguente.
Ricarica
ESTINTORE Tempo max di revisionecon sostituzione della
caricaPolvere 36
Acqua o schiuma 18Anidride Carbonica 60Idrocarburi alogenati 72
Durata funzionamento
Massa o volumedell’agente estinguentecontenuto in kg o litri
Tempo max di revisionecon sostituzione della
carica
Minore o uguale a 3 6 secondiDa 3 a 6 9 secondiDa 6 a 10 12 secondi
Maggiore di 10 15 secondi
Estintore portatile a polvere
Manometro
Estintore portatile a CO2
DECRETO MINISTERIALE 10 MARZO 1998
ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
UBICAZIONE DELLE ATTREZZATURE DI SPEGNIMENTO
Gli estintori portatili devono:
essere ubicati preferibilmente lungo le vie di uscita
in prossimità delle uscite
dove si trovano le persone quando un incendio accade
Regole fondamentali perl’uso degli estintori
Per un efficace intervento con estintori portatili, dopo aver scelto iltipo più idoneo a disposizione e averlo attivato secondo leistruzioni d’uso, occorre:
1 - agire con progressione, iniziando lospegnimento dal focolaio più vicino sino araggiungere il principale, dirigendo il gettoalla base delle fiamme e avvicinandosiil più possibile senza pericoli per lapersona
2 - erogare con precisione, evitando glisprechi
3 - non erogare contro vento né contro lepersone
4 - non erogare sostanze conduttrici dellacorrente elettrica su impianti edapparecchiature in tensione.
Regole particolari perl’uso degli estintori
Nel caso di erogazione contemporanea con 2o più estintori, gli operatori devono agireparallelamente o fino a formare un angolomassimo di 90°.
Nel caso di erogazione su liquido infiammatoin recipiente aperto, operare in modo daevitare spandimenti di liquido infiammato,facendo rimbalzare l’estinguente sul latointerno del recipiente opposto a quello dierogazione.
Nel caso di erogazione su parti in tensione, aprescindere dalla scelta della sostanza (chenon deve risultare conduttrice), l’operatoredeve mantenersi a distanza di sicurezza dalleparti in tensione stesse.
Norme fondamentali del corretto utilizzo degli estintoriportatili per gli addetti antincendio.
Operare a giusta distanza per colpire il fuoco con un getto efficace. Questa distanzapuò variare a seconda della lunghezza del getto consentita dall’estintore, entro ivalori di 3 e 10 m compatibilmente con l’energia del calore irradiato dall’incendio.Inoltre va tenuto presente che all’aperto è necessario operare ad una distanzaridotta, quando in presenza di vento si possono verificare dispersioni del getto.
Dirigere il getto di sostanza estinguente alla base delle fiamme.
Non attraversare con il getto le fiamme, nell’intento di aggredire il focolaio più grosso,ma agire progressivamente, cercando di spegnere le fiamme più vicine per aprirsi cosìla strada per un’azione in profondità.
Una prima erogazione a ventaglio di sostanza estinguente può essere utile con alcunesostanze estinguenti a polvere per poter avanzare in profondità e aggredire da vicino ilfuoco.
Intervento contemporaneo con due o più estintori
Tutti gli estintori impiegati devono risultare adeguati al tipo di fuoco, anche se nonnecessariamente uguali fra loro: anzi l’azione coordinata dei due estinguenti diversirisulta in vari casi la più valida (una corferma di ciò viene data dalla grande efficaciadegli estintori “twin -agent”). Si può avanzare in un’unica direzione mantenendo gliestintori affiancati a debita distanza come è indicato nelle seguenti figure oppure si puòagire da diverse angolazioni. Intervenendo con questo secondo modo esiste però il
pericolo che il getto di un estintore proietti le fiamme o parte del combustibileincendiato contro un altro operatore, con conseguenze facilmente immaginabili: perevitare ciò si deve operare da posizioni che formino rispetto al fuoco un angolomassimo di 90°.
Pericoli e consigli di prevenzione durantelo spegnimento degli incendi
Di seguito saranno elencati alcuni criteri che si consiglia di seguire in caso di principiodi incendio.
Si affida al buon senso e all’accortezza dell’operatore individuare in ciascun caso lagravità della situazione e, conseguentemente, il comportamento da adottare, tenendonella massima considerazione come obiettivo principale la propria e altrui sicurezza.
Regole generali
Esaminare quale potrà essere il percorso di propagazione più probabile delle fiammee scegliere in conseguenza i punti di attacco. Facendo ciò si eviterà di venirsi atrovare in posizioni pericolose o addirittura circondati dalle fiamme.
Non procedere su terreno cosparso di sostanze facilmente incendiabili (segatura,carta, erba disseccata, sterpaglie ecc.).
Operare a distanza di sicurezza, compatibilmente con la lunghezza del getto chel’estintore è in grado di erogare. La distanza dovrà variare con le dimensionidell’incendio, cioè con la quantità di calore irradiato e con la lunghezza del gettoconsentita dall’estintore.
Durante lo spegnimento, avanzare dove è stato appena estinto il fuoco solo se èassolutamente esclusa la possibilità di riaccensione.
Non passare o sostare in vicinanza di recipienti chiusi contenenti liquidi o gas inquanto a causa del calore provocato dall’incendio può verificarsi una pericolosaelevazione di pressione nel loro interno con possibilità di scoppio.
Non avvicinarsi a recipienti aperti contenenti liquidi infiammabili, soprattutto quellia bassa temperatura di accensione (es.: benzina, kerosene, solventi): in occasione digrossi incendi, il calore irradiato può essere sufficiente a determinare l’innesco.
Mettere al corrente un’altra persona delle proprie intenzioni per ricevere soccorso incaso di necessità.
Fare attenzione alle superfici vetrate (porte, finestre, ecc.) che a causa del calore edella pressione generati dal fuoco possono improvvisamente scoppiare.
Sottrarsi a fumi sia assumendo posizioni particolari che evitando i luoghi dove essiristagnano.
Permanere nei locali solo il tempo indispensabile, (generalmente non più di 60s perlimitare al massimo il tempo di inalazione di gas e vapori tossici o asfissianti.
Raccomandazioni finali
Riassumiamo di seguito alcuni consigli di comportamento da tenere ben presenti unavolta che l’incendio sia stato domato.Bisogna in ogni caso:
Accertarsi che non permangono focolai nascosti o braci capaci di reinnescare il fuoco.
Controllare, prima di rendere agibili i locali colpiti dall’incendio:--che non siano presenti gas o vapori tossici o asfissianti provocati dalla combustione(nell’eventualità si dovrà provvedere con un abbondante ricambio d’aria);--che le strutture portanti non siano state lesionate.Questi accertamenti e controlli importantissimi, per incendi rilevanti sono demandati apersonale specializzato.
Incendio di liquidi in recipienti aperti
Qualora si verificasse un incendio di liquido infiammabile contenuto in un recipiente sidovrà:
Evitare nel modo più assoluto il rovesciamento del recipiente ciò provocherebbe lospandimento del liquido in fiamme, coinvolgerebbe nell’incendio tutti i materiali e lesostanze combustibili incontrati.
Intervenire con idonei estintori, operando in modo che il getto non causi proiezioni diliquido infiammabile al di fuori del recipiente.Per ottenere ciò con estintori a schiuma occorre dirigere il getto contro la parete internaopposta del recipiente.
Naspo
Le reti idriche con naspi vengono di solito collegate allanormale rete sanitaria, dispongono di tubazioni in gommaavvolte su tamburi girevoli e sono provviste di lance da 25 mm..con getto regolabile (pieno o frazionato) con portata di 50 lt/minad 1,5 bar.
L’idrante a muro UNI 45
PORTATA 120 LT/MIN
PRESSIONE RESIDUA 2 BAR AL BOCCHELLO
Le conseguenze di una mancata gestione della sicurezza
Gli idranti e i naspi antincendio devono essere
ubicati in punti visibili
accessibili
lungo le vie di uscita
ogni installazione di mezzi di spegnimento di tipo manuale deve essere evidenziata con apposita segnaletica
ATTENZIONE !!!
Prima di utilizzare l’acqua come agente di estinzione bisogna togliere tensione agli impianti elettrici (un addetto deve essere appositamente incaricato per tale compito).
L’uso dei naspi e degli idranti deve essere riservato al personale che è stato adeguatamente addestrato in corsi di formazione di almeno 8 ore.
ATTENZIONE !!!
al deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente
combustibili;
all’utilizzo di fonti di calore;
agli impianti ed apparecchi elettrici;
alla presenza di fumatori;
ai lavori di manutenzione e ristrutturazione;
ai rifiuti e scarti combustibili;
alle aree non frequentate.
ATTENZIONE !!!
al deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente
combustibili;
all’utilizzo di fonti di calore;
agli impianti ed apparecchi elettrici;
alla presenza di fumatori;
ai lavori di manutenzione e ristrutturazione;
ai rifiuti e scarti combustibili;
alle aree non frequentate.
ATTENZIONE !!!
al deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili
all’utilizzo di fonti di calore
agli impianti ed apparecchi elettrici
alla presenza di fumatori
ai lavori di manutenzione e ristrutturazione
ai rifiuti e scarti combustibili
alle aree non frequentate
La gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro
A lc u n e s e m p l ic i r e g o le p e r e f fe t t u a re u n a c o r r e t ta c h ia m a ta a l
PP rr oo nn tt oo II nn tt ee rr vv ee nn tt oo dd ee ii VV ii gg ii ll ii dd ee ll FF uu oo cc oo 11 11 55
I n n a n z i tu t toM a n t e n e r e la c a l m a
A s s ic u r a r s i c h e i l t e le f o n o p o s s a e f f e t t u a r e c h ia m a t e e s t e r n e
D i s e g u i to in d ic a r eG e n e r a l i t à d i c h i c h ia m a e p r o p r i o n u m e r o d i t e le f o n o
I n d ir iz z o e s a t t o
A t t iv i t à s v o l t a
N a t u r a d e l l ’ in c i d e n t e
P r o d o t t i p e r ic o l o s i
A lt e z z a d e l l ’ e d i f ic io
P e r c a s i g r a v i p r e v e d e r e la p o s s ib i l i tà d i im p ie g o d e l l ’ e l ic o t te r o .
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I n n a n z i t u t t oM a n t e n e r e l a c a l m a
A s s i c u r a r s i c h e i l t e l e f o n o p o s s a e f f e t t u a r e c h i a m a t e e s t e r n e
D i s e g u i t o i n d i c a r eG e n e r a l i t à d i c h i c h i a m a e p r o p r i o n u m e r o d i t e l e f o n o
I n d i r i z z o e s a t t o
A t t i v i t à s v o l t a
N u m e r o d e g l i i n f o r t u n a t i
T i p o d i i n f o r t u n i o
P e r c a s i g r a v i p r e v e d e r e l a p o s s i b i l i t à d i i m p i e g o d e l l ’ e l i c o t t e r o
L’evacuazioneL’ordine di evacuazione viene dato
esclusivamente dal Responsabile dell’emergenza
in occasione dello stato di allarme rosso che
preveda la necessità di portarsi in un luogo
sicuro. Si ricorda che in caso di nube tossica
avviene proprio il contrario (si rimane
all’interno degli edifici cercando di sigillare per
quanto possibile porte e finestre con stracci
bagnati, nastro adesivo, silicone e quant’altro).
L’evacuazione deve generalmente essere diretta
verso un luogo sicuro inteso come spazio a cielo
libero (piazzali, giardini, prati, ecc.). Per
particolari situazioni e qualora risulti possibile,
il luogo sicuro può essere considerato un
edificio attiguo.
Procedure di evacuazione per lavoratori, operatori
delle ditte di manutenzione,
clienti ed i visitatori
Punti di raccolta dopo l’evacuazione: luoghi sicuri esterni
agli edifici segnalati con colore verde
Per effettuare una corretta evacuazione seguire i segnali di
colore verde che portano verso luoghi sicuri
Abbandonare lo stabile con tempestività ma senza correre,
creare allarmismi, urlare, gridare mettendo in essere
situazioni di panico generalizzato
Non fermarsi in prossimità dell’uscita di emergenza
Non tornare indietro per nessun motivo
Durante l’evacuazione evitare di portare borse
ingombranti, ombrelli e altro materiale che possa essere di
ostacolo all’esodo.
Non cercare rifugio in vani e anfratti e nei gabinetti
Non usare gli ascensori
AttenzioneNel caso di lavoratori impegnati in
operazioni con impianti, materiali,
macchine ed attrezzature pericolose, se le
condizioni lo permettono, lasciare i posti di
lavoro in sicurezza (intercettare
combustibili, chiudere rubinetti delle
bombole, chiudere porte vani tecnici ove si
sta operando, ecc.).
In presenza di fumo o di fiamme coprirsi la bocca ed il volto con un
fazzoletto bagnato
Camminare abbassati
Fermarsi qualche istante e respirare distesi per terra
In presenza di fiamme e calore proteggersi la testa con indumenti di lana
o cotone bagnati
Attenzione
Saggiare le porte e le maniglie prima di aprirle: non aprire mai porte calde o con
maniglie calde!
Infatti in condizioni di totale chiusura di un locale, senza ventilazione e basso
contenuto di ossigeno un'immissione di aria può causare l'esplosione conosciuta come
backdraft.
Evacuazione in presenza di fumo(il fumo sale verso l’alto), fiamme e calore