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86 MANLIO PORCELLI* * Centro Altamurano Ricerche Speleologiche LE CAVETTE DI BAUXITE DI SPINAZZOLA NELLE IMMAGINI D’ARCHIVIO: UNA SCOPERTA CHE VIVE NEL RICORDO 1. Premessa In questo lavoro viene ripercorsa la vicenda degli scopritori delle cave di bau- xite rinvenute sulla murgia di Spinazzola, e sfruttate dagli anni ‘50 alla fine degli anni ’70. Ciò grazie alle notizie ed alla documentazione fornitami dall’Avv. Giovanni Cappiello (mio suocero) e dal Geom. Giuseppe Nanna che ringrazio, figli dei due scopritori Rag. Paolo Cappiello e Geom. Luca Nanna. Fig. 1 - L’Avv. Giovanni Cappiello con la figlia Giulia e il genero Manlio Porcelli in un recente sopralluogo sul sito delle cave di bauxite. Ricerche Speleologiche - Anno 2006 n. 1

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MANLIO PORCELLI** Centro Altamurano Ricerche Speleologiche

LE CAVETTE DI BAUXITE DI SPINAZZOLANELLE IMMAGINI D’ARCHIVIO:

UNA SCOPERTA CHE VIVE NEL RICORDO

1. Premessa

In questo lavoro viene ripercorsa la vicenda degli scopritori delle cave di bau-xite rinvenute sulla murgia di Spinazzola, e sfruttate dagli anni ‘50 alla fine deglianni ’70. Ciò grazie alle notizie ed alla documentazione fornitami dall’Avv.Giovanni Cappiello (mio suocero) e dal Geom. Giuseppe Nanna che ringrazio,figli dei due scopritori Rag. Paolo Cappiello e Geom. Luca Nanna.

Fig. 1 - L’Avv. Giovanni Cappiello con la figlia Giulia e il genero Manlio Porcelli in un recentesopralluogo sul sito delle cave di bauxite.

Ricerche Speleologiche - Anno 2006 n. 1

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2. La bauxite e i giacimenti della Murgia di Spinazzola

La bauxite (Al2O3 nH2O) deriva il suo nome da “Les Baux en Provence” loca-lità francese sui Pirenei in cui fu identificata per la prima volta, circa cento annifa. La bauxite è una roccia composta da diverse specie di minerali, tra i quali pre-valgono gli ossidi e gli idrossidi, di alluminio e di ferro (gibbsite, bohemite, dia-spro, cliachite).

La quantità di idrossido di alluminio varia dal 30 al 75 % ed a seconda di que-sta concentrazione, il minerale -e quindi il giacimento- acquista una certa impor-tanza dal punto di vista economico ai fini dell’estrazione dell’alluminio. La com-posizione delle rocce della cava di Spinazzola si aggira intorno al 70-75 % diidrossido di alluminio.

La formazione della bauxite origina dall’alterazione delle rocce calcaree adopera degli agenti atmosferici. Le acque meteoriche, ricche di anidride carboni-ca, dissolvono il carbonato di calcio di cui si compongono le rocce calcaree. Iminerali residuali, ossidi ed idrossidi di ferro ed alluminio, vengono trasportatidalle stesse acque meteoriche nelle depressioni del terreno, dove si accumulano,dando origine nel corso dei secoli ad ammassi di minerale, generando così i gia-cimenti.

Fig. 2 - Giacimenti di bauxite di Spinazzola. Cavità formatesi a seguito delle attività estrattive.

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Fig. 3 - Giacimenti di bauxite di Spinazzola. Area estrattiva delimitata da un muretto di protezione.

Fig. 4 - Versante interno di cava, in cui è visibile la via di accesso al fondo dell’area estrattiva.

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La formazione delle cave di bauxite di Spinazzola risale ad un periodo antichis-simo, quando nel periodo del Cretaceo le Murge si trovavano in un clima tropica-le umido e quindi con alta precipitazione piovosa. L’aspetto della bauxite puòvariare in diverse tonalità di colore: le bauxiti bianche, povere di SiO2 (Silice) ericche di Al2O3 (ossido di alluminio) servono per la preparazione di sali d’allumi-nio impiegati, per le loro proprietà battericide, nella composizione di alcuni sapo-ni detergenti; quelle ricche di SiO2 (Silice) e povere di Al2O3 (ossido di allumi-nio) vengono invece utilizzate in edilizia, come materiale refrattario; le bauxitirosse contenenti molto Fe2O3 (ossido di ferro) sono utilizzate per la lavorazionedell’allumina, dalla quale si ottiene l’alluminio. La cava di bauxite di Spinazzolarientra in queste ultime.

3. La scoperta dei giacimenti

La scoperta del giacimento di bauxite di Spinazzola, si deve ad un episodio for-tuito avvenuto nel 1935: durante una escursione, il Geom. Luca Nanna (Fig. 6) edil Rag. Paolo Cappiello (Fig. 5) commerciante, entrambi di Altamura, partiti dallamasseria “Cenzo Viti” sita in agro di Spinazzola nei pressi della localitàGaragnone, di proprietà di Giuseppe Incampo (soprannominato “u squerz”) notis-simo imprenditore agricolo di Altamura, salirono il costone posteriore alla masse-ria raggiungendo la pianura sovrastante, quando ad un tratto notarono alcune pie-tre di colore rossastro che avevano un peso superiore al normale.

Il Geom. Nanna, grazie alle sue conoscenze, intuì che tali rocce avrebbero potu-to contenere una percentuale rilevante di materiale da cui sarebbe stato possibile

Fig. 5 - Il Rag. Paolo Cappiello. Fig. 6 - Il Geom. Luca Nanna.

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estrarre l’alluminio. Alcuni campioni furono invia-ti a Genova dove vennero analizzati da un labora-torio specializzato in analisi minerarie, dalle qualirisultò che effettivamente contenevano un quantita-tivo rilevante di alluminio.

A seguito di questi risultati i due scopritori, indiverse occasioni, si recarono nella zona ingag-giando anche vari operai per condurre dei saggi alfine di individuare con maggiore sicurezza even-tuali sacche di minerale. Dopo parecchi sondagginel terreno delimitarono una vasta area in cui sitrovavano diversi giacimenti del minerale.

Fu pertanto necessario chiedere al Ministerodell’Industria e del Commercio un permesso diricerca per la concessione di sfruttamento del-l’area interessata che fu denominata “Il Cavone”,come ancor’oggi è conosciuta la zona.

Ottenuto il permesso di ricerca, furono contattate le aziende interessate allosfruttamento minerario. Fra queste, furono condotte delle trattative con la ditta“S.A.V.A. Società Alluminio Veneto per Azioni” con sede legale in Roma, ViaSallustiana 26 e con amministrazione e stabilimenti in Porto Marghera (VE). Conquesta venne stipulato un contratto per il passaggio dei diritti di sfruttamento deri-vanti delle concessioni minerarie ottenute dalla ditta “Luca Nanna & C.” diAltamura, in data 8 luglio 1948. Il permesso di ricerca e di sfruttamento minera-rio fu trasferito alla ditta S.A.V.A. con decreto del Ministero dell’Industria del 20giugno 1949.

Nel contratto fu previsto un premio nella misura di 75 lire per ogni tonnellata di mi-nerale estratto; tale somma seguiva l’oscillazione in borsa del franco svizzero, in quan-to la lira, nell’immediato dopoguerra, viveva un periodo di continua svalutazione.

4. L’attività estrattiva

La S.A.V.A. a seguito della ces-sione di sfruttamento, ha procedutodal 1950 al 1978 all’estrazione, delminerale. La modalità di estrazio-ne, consisteva nel delimitare insuperficie la sacca ricca di bauxite;si scavava quindi ad imbutolasciando un canale che partiva dalfondo ed arrivava fino alla superfi-

Fig. 7 - Giuseppe Incampo sopran-nominato “u squerz”.

Fig. 8 - Indicazione recante la dicitura “SAVA” esi-stente ancor’oggi nelle vicinanze del sito.

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Fig. 9 - Corrispondenza intercorrente fra la ditta “S.A.V.A.” e la ditta “Nanna” di Altamura.

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Fig. 11 - Panoramica dell’area di cava durante il periodo di attività estrattiva.

Fig. 10 - Bacino estrattivo visto dall’alto.

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Fig. 12 - Carrelli usati per il trasporto del materiale estrattivo.

Fig. 13 - Rotaie per lo scorrimento dei carrelli per il trasporto del materiale estrattivo.

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Fig. 14 - Parte superiore di un bacino estrattivo durante il periodo di attività della cava.

Fig. 15 - Versante di una collinetta della murgia. Panoramica dell’aera estrattiva.

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cie, al fine di consentire il trasporto del materiale estratto che veniva portato dalfondo dell’area estrattiva all’esterno, utilizzando dei carrelli spinti a mano chescorrevano su rotaie.

La materia prima da cui si ricava l’alluminio (metallo il cui utilizzo è ancor’og-gi largamente diffuso nella vita quotidiana) veniva quindi successivamente trasfe-rita sui camion per poi essere trasferita nel porto di Trani dove veniva imbarcatasu mezzi navali, diretta verso gli stabilimenti della S.A.V.A. che avevano sede aPorto Marghera (VE), luogo in cui avveniva la lavorazione del prodotto. Perl’estrazione del metallo la S.A.V.A. nei suoi stabilimenti utilizzava l’energia elet-trica prodotta da proprie centrali idroelettriche che aveva nel Trentino. Il giacimen-to di Spinazzola è stato per molto tempo il più importante d’Italia, e lo sfruttamentodella cava è durato circa trenta anni, fino al 1978. Nei primi anni ‘80 l’estrazione dellabauxite pugliese è andata in disuso per il sopraggiungere di materiale di provenienzaafricana, di gran lunga più puro, ed ottenibile a costi largamente inferiori.

Attualmente restano visibili le vecchie cave di bauxite con il loro colore rossa-stro, in gran parte integrate nel paesaggio dell’Alta Murgia, quale traccia dell’ope-rosità di imprenditori e lavoratori pugliesi che vi hanno lasciato un segno signifi-cativo del rinnovamento industriale di questa parte del nostro paese.

La zona delle cave non lascia indifferente chi le attraversa, cattura l’attenzionecon i suoi colori rossastri, con le sue forme, e la magica atmosfera quasi surreale.

5. Riferimenti iconografici

Figure 1-4, 8, 16-17, 19-20: Manlio Porcelli.Figure 5-7, 9, 10-15, 18: Archivio Cappiello.

Fig. 16 - Accumuli di bauxite ancora giacenti nelle vicinanze di un bacino estrattivo.

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Fig. 17 - La Masseria “Cenzo Viti” in agro di Spinazzola nei pressi della località Garagnone comesi presenta attualmente.

Fig. 18 - La Masseria “Cenzo Viti” in agro di Spinazzola nei pressi della località Garagnone comesi presentava in passato al momento dell’avvio delle attività estrattive.

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Fig. 19 - Segnaletica turistica del Parco dell’Alta Murgia indicante l’ubicazione delle vecchie cavedi bauxite.

Fig. 20 - Grandi accumuli di bauxite tutt’ora presenti nelle vicinanze di un bacino estrattivo.

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