LE CARATTERISTICHE DELL OCCUPAZIONE A ROMA...Le aratteristi he dell’o upazione a Roma –...

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Ragioneria Generale I Direzione Sistemi informativi di pianificazione e controllo finanziario U.O. Statistica LE CARATTERISTICHE DELLOCCUPAZIONE A ROMA Anni 2008-2015

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LE CARATTERISTICHE

DELL’OCCUPAZIONE A ROMA

Anni 2008-2015

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 1

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Indice

L’occupazione nei settori ............................................................................................................ 3

Gli occupati nel Terziario avanzato ............................................................................................. 8

La composizione del lavoro secondo le professioni ................................................................... 11

Il lavoro a tempo parziale nella crisi: l’effetto sostituzione ........................................................ 16

Il lavoro atipico: incidenza e dinamiche .................................................................................... 19

L’area grigia del lavoro intermittente ....................................................................................... 28

Pubblicato nel mese di dicembre 2016

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Città metropolitana di Roma Capitale – 2015

1.540.387 Occupati nei Servizi e nel Commercio

87,0% Incidenza degli occupati nei Servizi e nel Commercio sul totale degli occupati

22,3% Incidenza degli occupati nel Terziario avanzato sul totale degli occupati

14,8% Incidenza degli occupati nel Terziario avanzato sul totale degli occupati – Italia

19,5% Peso delle Alte specializzazioni sul totale delle professioni

54,5% Tasso di femminilizzazione delle professioni non qualificate

21,1% Occupati in part time sul totale degli occupati

+44,4% Incremento del part time nel periodo 2008-2015

71,2% Part time involontario sul totale

11,6% Incidenza del lavoro atipico sul totale degli occupati

12,1% Atipici effettivi e potenziali sulla popolazione attiva

I numeri più significativi

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La struttura occupazionale romana si caratterizza per una marcata prevalenza del settore economico

Terziario1 che impiega un segmento di lavoro molto rilevante. Più del 75% degli occupati si colloca in

attività economiche incluse nei servizi: includendo anche il commercio la quota sale all’87% con un picco

del 95,2% fra le donne (Tab. 1).

Tab. 1 – Occupati secondo il settore di attività economica e il sesso. Città metropolitana di Roma Capitale. Anno 2015

Attività economica Maschi Femmine Totale

v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura, silvicoltura e pesca 10.770 1,1 1.607 0,2 12.377 0,7

Industria in senso stretto 90.872 9,3 31.248 3,9 122.121 6,9

Costruzioni 90.312 9,2 5.314 0,7 95.627 5,4

Commercio 120.385 12,3 89.040 11,2 209.425 11,8

Alberghi e ristoranti 73.241 7,5 50.004 6,3 123.245 7,0

Trasporto e magazzinaggio 77.174 7,9 26.034 3,3 103.208 5,8

Servizi di informazione e comunicazione 76.343 7,8 41.456 5,2 117.799 6,7

Att. finanziarie e assicurative 29.580 3,0 30.806 3,9 60.386 3,4

Att. immobiliari, serv. alle imprese e altre att. profess. e imprendit. 147.265 15,1 129.228 16,3 276.493 15,6

PA, difesa 110.389 11,3 66.944 8,4 177.334 10,0

Istruzione, sanità, assist.sociale 76.803 7,9 174.442 22,0 251.244 14,2

Altri servizi collettivi e personali 74.463 7,6 146.790 18,5 221.253 12,5

Totale Servizi (escl. Commercio) 665.258 68,1 665.704 84,0 1.330.962 75,2

Totale Servizi (incluso Commercio) 785.643 80,4 754.744 95,2 1.540.387 87,0

Totale 977.597 100,0 792.913 100,0 1.770.512 100,0 Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat – RCFL

Si tratta di percentuali ben maggiori di quelle rilevate a livello nazionale, dove la parte di occupati che si

dedica ad attività terziarie (incluso il commercio) si ferma al 69,6% (Tab. 2).

1 Sono inclusi nel Terziario: il Commercio, gli Alberghi e ristoranti, il Trasporto e magazzinaggio, i Servizi di informazione e

comunicazione, le Attività finanziarie e assicurative, le Attività immobiliari, i servizi alle imprese e le altre attività professionali e imprenditoriali, la Pubblica amministrazione e la Difesa, l’Istruzione, la sanità e l’assistenza sociale, i Servizi alle persone e alle collettività

L’occupazione nei settori

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Tab. 2 – Occupati secondo il settore di attività economica. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Attività economica Città metropolitana di

Roma Italia

Agricoltura, silvicoltura e pesca 0,7 3,8

Industria in senso stretto 6,9 20,1

Costruzioni 5,4 6,5

Commercio 11,8 14,2

Alberghi e ristoranti 7,0 5,9

Trasporto e magazzinaggio 5,8 4,6

Servizi di informazione e comunicazione 6,7 2,5

Att. finanziarie e assicurative 3,4 2,9

Att. immobiliari, serv. alle imprese e altre att. profess. e imprendit. 15,6 11,2

PA, difesa 10,0 5,8

Istruzione, sanità,assist.sociale 14,2 14,7

Altri servizi collettivi e personali 12,5 7,9

Totale 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Nel complesso, tutte queste attività nel 2015 hanno impiegato nella città metropolitana di Roma più di un

milione e 500mila persone e più di 1 milione nella sola Capitale (1 milione 104mila).

In particolare nell’area romana rispetto alla media nazionale sono più sviluppate le attività che ruotano

intorno ai servizi alle imprese, all’intermediazione finanziaria e alla compravendita di immobili, quelle

legate alla pubblica amministrazione e ai servizi sociali, oltre alle attività dei servizi di informazione e

comunicazione dovute anche alla presenza di importanti centri di produzione e trasmissione

radiotelevisiva.

Fra il 2008 e il 2015, come si è visto nella descrizione del quadro generale e delle tendenze del mercato del

lavoro a Roma, l’andamento dell’occupazione a nell’area romana ha visto fasi di moderato restringimento

della base occupazionale e fasi più recenti contraddistinte da una parziale ripresa.

In ogni caso, pur tenendo conto degli aggiustamenti dovuti all’allineamento delle registrazioni in anagrafe a

seguito dei controlli post-censuari2, nel complesso in ambito provinciale l’ammontare degli occupati fra i

due anni di riferimento è cresciuto, sebbene in maniera piuttosto disomogenea fra i settori economici

(Graf. 1).

2 Vedi approfondimento “Le tendenze del mercato del lavoro a Roma negli anni della crisi. L’andamento dell’occupazione e le

differenze di genere ed età”

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Graf. 1 – Variazione percentuale dell’occupazione secondo il settore di attività. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008-2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

A Roma i settori che hanno sofferto maggiormente la crisi occupazionale, sia in termini assoluti che relativi,

nel corso degli ultimi 7 anni sono stati l’industria (-17,1%, pari a -25mila persone), i trasporti (-13,8%, pari a

-16mila persone) e l’edilizia (-10%, pari a -10mila persone). Quest’ultimo comparto, le cui attività sono

tradizionalmente piuttosto rilevanti nell’area provinciale romana, ha subito tuttavia un arretramento meno

marcato di quanto avvenuto a livello nazionale, dove si è registrato un crollo del settore pari a -24 punti in 7

anni (più di 460mila persone). Anche il commercio ha perso una certa quota di addetti, sebbene in quantità

notevolmente più ridotta dei settori precedenti (-1,9%, pari a -4mila persone).

Fra i comparti in attivo si segnalano le attività di cura, i servizi personali e collettivi e gli alberghi e ristoranti

(rispettivamente +42,2% e +37,4%), ossia attività economiche generalmente a bassa qualificazione del

lavoro e spesso svolte da lavoratori stranieri . A seguire si registrano incrementi positivi anche in settori che

mediamente vantano un’occupazione con profili professionali più qualificati quali i servizi alle imprese

(+22,6%), le attività finanziare e assicurative (+16,7%) e i servizi di comunicazione (+13,2%).

Il terziario, escluso il commercio, del resto, è l’ambito economico che sembra aver mantenuto un

andamento più costante rispetto agli altri settori produttivi: dopo aver subito un arretramento (2008-

2009), ha stabilizzato lievi incrementi occupazionali per tutto il periodo, contrastando così le tendenze

molto negative del settore manifatturiero ed edilizio, che hanno fatto registrare arretramenti molto

consistenti che non sembrano interrompersi neanche negli anni più recenti (Graf. 2).

-26,2

-17,1

-13,8

-10,0

-1,9

0,6

8,2

13,2

16,7

22,6

37,4

42,2

-4,4

-10,1

-7,8

-24,1

-7,5

2,5

-9,3

2,5

-0,3

11,1

15,0

24,7

-30,0 -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Industria in senso stretto

Trasporto e magazzinaggio

Costruzioni

Commercio

Istruzione,,sanità,assist.sociale

PA, difesa

Servizi di informazione e comunicazione

Att. finanziarie e assicurative

Att. immobiliari, serv. alle imprese

Alberghi e ristoranti

Altri servizi collettivi e personali

Italia Città metropolitana di Roma

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Graf. 2 – Tassi di crescita annua dell’occupazione secondo il settore di attività. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008-2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Altrettanto problematica appare l’evoluzione dei tassi di crescita nel commercio, che hanno presentato un

andamento altalenante, con una parziale ripresa nel 2014, seguita da un nuovo arretramento nel 2015, cui

è corrisposto nel complesso un bilancio negativo in relazione all’intero periodo 2008-2015.

Le dinamiche occupazionali maschile e femminile hanno differito sia in termini generali che in riferimento ai

settori produttivi: la distribuzione della manodopera rispetto al sesso permane piuttosto disomogenea e in

taluni casi il differenziale si rafforza nel tempo (Tab. 3).

-40,0

-30,0

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

2008-2009 2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014 2014-2015

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Servizi e altre attività

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Tab. 3 – Occupati secondo l’attività economica e il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008 e 2015

Attività economica 2015 % di donne nel settore

Maschi Femmine 2008 2015

Agricoltura, silvicoltura e pesca 1,1 0,2 34,1 13,0

Industria in senso stretto 9,3 3,9 26,6 25,6

Costruzioni 9,2 0,7 5,9 5,6

Commercio 12,3 11,2 39,1 42,5

Alberghi e ristoranti 7,5 6,3 47,2 40,6

Trasporto e magazzinaggio 7,9 3,3 23,7 25,2

Servizi di informazione e comunicazione 7,8 5,2 31,0 35,2

Att. finanziarie e assicurative 3,0 3,9 30,5 51,0

Att. immobiliari, serv. alle imprese e altre att. profess. e imprendit. 15,1 16,3 47,4 46,7

PA, difesa 11,3 8,4 39,3 37,8

Istruzione,sanità, assist.sociale 7,9 22,0 69,5 69,4

Altri servizi collettivi e personali 7,6 18,5 69,4 66,3

Totale 100,0 100,0 43,0 44,8 Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Le distanze più grandi continuano a registrarsi da un lato nei settori dei servizi alla persona, nella sanità,

assistenza sociale e istruzione – dove è concentrato gran parte del lavoro delle donne –, dall’altro

nell’industria e nelle costruzioni – dove prevale l’occupazione maschile –. Basti pensare che solo il 5,6%

dell’occupazione nell’edilizia è ricoperta da donne, mentre circa il 70% del lavoro di cura nella sua

accezione più ampia è al contrario svolto da personale femminile.

Se da un lato questi livelli di segmentazione orizzontale mostrano un mercato del lavoro tuttora fortemente

differenziato e rafforzano l’idea dell’esistenza di due mercati distinti, essi hanno tuttavia comportato un

diverso effetto della recessione economica sui due bacini di occupati: nel corso del periodo 2008-2015 il

lavoro maschile ha perso molti occupati, concentrati in segmenti che hanno subito un arretramento

consistente e sembra aver recuperato posizioni solo negli anni più recenti, per effetto di un aumento degli

occupati nei servizi alle imprese e nei servizi alla persona (Tab. 4).

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Tab. 4 – Occupati secondo il settore di attività economica e il sesso. Variazioni assolute e percentuali. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008 e 2015

Attività economica Maschi Femmine

var. assolute var. % var. assolute var. %

Agricoltura, silvicoltura e pesca -283 -2,6 -4.102 -71,9

Industria in senso stretto -17.193 -15,9 -7.983 -20,3

Costruzioni -9.660 -9,7 -994 -15,8

Commercio -9.536 -7,3 5.529 6,6

Alberghi e ristoranti 25.894 54,7 7.625 18,0

Trasporto e magazzinaggio -14.220 -15,6 -2.337 -8,2

Servizi di informazione e comunicazione 4.540 6,3 9.174 28,4

Att. finanziarie e assicurative -6.391 -17,8 15.019 95,1

Att. immobiliari, serv. alle imprese e altre att. professionali e imprenditoriali 28.613 24,1 22.336 20,9

PA, difesa 10.836 10,9 2.584 4,0

Istruzione,sanità, assist.sociale 647 0,8 732 0,4

Altri servizi collettivi e personali 26.887 56,5 38.748 35,9

Totale 40.135 4,3 86.330 12,2 Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Allo stesso tempo l’occupazione delle donne ha tenuto un andamento nel complesso più saldo, con

incrementi significativi nei settori tradizionalmente femminili, ma anche in ambiti a più alta

professionalizzazione come le attività finanziare ed assicurative e i servizi alle imprese.

La dinamicità dei segmenti produttivi che operano nell’ambito dei servizi più evoluti e specializzati che,

come si è visto, appare a Roma più accentuata che nel resto del Paese conferma una caratteristica che ha

contraddistinto il mercato del lavoro locale per la sua diffusa e solida rete di aziende di servizi definita di

Terziario avanzato3 che, oltre a rappresentare un fattore di traino delle dinamiche occupazionali, è anche

la ragione di una spiccata specializzazione delle professioni verso l’impiego di personale altamente formato

e con livelli e competenze particolarmente elevate.

Nonostante il clima economico sfavorevole, l’incidenza dell’occupazione in questi comparti resta a Roma

sensibilmente superiore alla media nazionale, attestandosi nel 2015 sul 22,3% del complesso degli occupati

a fronte del 14,8% raggiunto nel totale Italia (Tab. 5).

3 In linea con la letteratura internazionale, si considera Terziario avanzato l’insieme delle attività economiche appartenenti a quello

che viene generalmente indicato come “Financial & Business Services Sector”, che comprende un eterogeneo panorama di servizi, fra cui principalmente: servizi finanziari e assicurativi, servizi di conoscenza, servizi operativi.

Gli occupati nel Terziario avanzato

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Tab. 5 – Incidenza dell’occupazione nel terziario avanzato. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2011 e 2015

Terziario avanzato

2011 2015

Città metropolitana

di Roma Italia

Città metropolitana

di Roma Italia

Incidenza del terziario avanzato sul totale dell'occupazione 21,2 14,1 22,3 14,8

Incidenza del terziario avanzato sull'occupazione nel terziario (esclusa PA e commercio) 34,4 29,4 34,1 29,5 Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Gli addetti che lavorano in questo ambito nell’area romana sono più di 393mila, con un incremento fra il

20114 e il 2015 di oltre 43mila unità, pari al +12,3% (Tab. 6).

Tab. 6 – Occupati nel terziario avanzato secondo il settore di attività. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2011 e 2015

Attività economica 2011 2015 Variazione %

Attività immobiliari 15.537 22.136 42,5

Servizi alle imprese 181.028 186.996 3,3

Attività video-cinematografiche, radiotelevisive e stampa 24.911 32.286 29,6

Informatica e attività connesse 48.655 58.534 20,3

Intermediazione monetaria e finanziaria 36.552 39.382 7,7

Assicurazioni e fondi pensione 17.616 21.004 19,2

Ricerca e sviluppo 14.249 14.791 3,8

Servizi culturali 12.192 18.651 53,0

Totale 350.740 393.780 12,3

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

La quota maggioritaria di questi occupati si colloca nel vasto universo dei servizi alle imprese (47,5% del

totale), ma anche l’informatica e le attività legate alla produzione audio-video e alla comunicazione

raccolgono un bacino di occupati di oltre 90mila persone (23,1%), facendo registrare negli ultimi tre anni

una decisa ripresa nella crescita di lavoro che segue ad un prolungato periodo di restringimento della base

occupazionale.

Come si è accennato la composizione per tipologia professionale degli occupati in questi settori si distingue

per un’elevata presenza di figure a medio-alta qualificazione, soprattutto professioni intellettuali,

scientifiche e di elevata specializzazione, dirigenti e imprenditori e professioni tecniche, ricoperte dal 71,8%

degli occupati nel terziario avanzato a Roma e dal 70,6% nella media in Italia (Tab. 7).

4 Si è preso come riferimento l’anno 2011 per questioni legate all’omogeneità dei dati di comparazione, essendo stata introdotta

solo a partire dal 2011 nella Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat la nuova classificazione delle attività economiche ATECO 2007.

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Tab. 7 – Occupati nel terziario avanzato secondo la professione. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Professione Città metropolitana di

Roma Italia

Dirigenti e imprenditori 4,9 2,4

Alte specializzazioni 36,3 31,2

Professioni tecniche 30,6 37,1

Impiegati 19,5 20,0

Prof. qual. servizi 2,4 2,4

Operai spec.,artig. e agric. 1,1 1,3

Operai semiqualificati 0,7 1,4

Professioni non qualificate 4,4 4,3

Totale 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

L’incidenza delle professioni più qualificate nel terziario avanzato appare significativamente più alta di

quella rilevata sul totale degli occupati: il divario è particolarmente evidente a Roma in riferimento alle alte

specializzazioni, che raggiungono il 36,3% contro un’incidenza del 19,5% rilevata fra gli occupati in tutti i

settori (Graf. 3).

Graf. 3 – Professioni altamente qualificate nel terziario avanzato e nel totale degli occupati. Valori

percentuali. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Il trend degli ultimi anni oltre ad evidenziare uno scarto piuttosto significativo fra l’incremento di occupati

registrato a Roma (+12,3%) e la media nazionale (+3,1%), mostra una dinamica delle professioni molto

diversa fra i due ambiti territoriali, con una diminuzione piuttosto omogenea a livello nazionale – con la sola

eccezione delle alte specializzazioni e delle professioni non qualificate – e un incremento generalizzato a

Roma, dove alla drastica riduzione di impiegati e addetti ai servizi con una qualifica corrisponde un

4,9

36,3

30,6

2,4

31,2

37,1

3,8

19,5

17,8

2,7

14,0

17,7

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0

Dirigenti e imprenditori

Alte specializzazioni

Professioni tecniche

Dirigenti e imprenditori

Alte specializzazioni

Professioni tecniche

Cit

tà m

etr

op

oli

tan

a d

i Ro

ma

Ital

ia

Totale occupati

Terziario avanzato

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incremento notevole di dirigenti e di alte specializzazioni, affiancate tuttavia da un incremento non

trascurabile anche di professioni poco o per nulla qualificate (Tab. 8).

Tab. 8 – Occupati nel terziario avanzato secondo la professione. Variazioni percentuali 2011-2015. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia

Professione Città metropolitana di Roma Italia

Dirigenti e imprenditori 130,1 -14,6

Alte specializzazioni 32,3 20,2

Professioni tecniche 2,3 -1,5

Impiegati -15,4 -5,9

Prof. qual. servizi -4,0 -9,9

Operai spec.,artig. e agric. 30,6 -18,7

Operai semiqualificati 9,9 -18,3

Professioni non qualificate 75,3 24,5

Totale 12,3 3,1

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat – RCFL

La tendenza alla crescita del peso delle figure professionali non qualificate sembra aver contaminato tutti i

settori produttivi anche in una realtà come quella romana, contraddistinta da un’incidenza superiore a

quella nazionale delle professioni tecniche e ad alta specializzazione.

Queste figure, sommate ai dirigenti e agli imprenditori, raggiungono infatti a Roma il 41% degli occupati

contro il 34,4% rilevato nel totale Italia (Tab. 9 e

Graf. 4).

Tab. 9 – Occupati secondo la professione. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Professione Città metropolitana di Roma Italia

Dirig. e imprenditori 3,8 2,7

Alte specializzazioni 19,5 14,0

Prof. tecniche 17,8 17,7

Impiegati 14,3 11,4

Prof. qual. servizi 18,1 18,9

Operai spec.,artig. e agric. 8,3 15,1

Operai semiqual. 3,6 8,1

Professioni non qual. 12,8 11,0

Forze armate 1,9 1,1

Totale 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

La composizione del lavoro secondo le professioni

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Graf. 4 – Occupati secondo la professione. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale, Regione Lazio e Italia. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Nel dettaglio, buona parte delle figure professionali ad elevata specializzazione sono collocate nelle attività

di insegnamento, nelle società di marketing, nella progettazione di software, in campo medico e negli studi

tecnici professionali (architetti, avvocati).

La maggiore diffusione di queste tipologie di occupazione trova riscontro nei livelli di istruzione degli

occupati romani, fra i quali il peso dei titoli di studio più alti è visibilmente superiore a quello rilevato nella

media nazionale (Graf. 5).

Graf. 5 – Occupati secondo il titolo di studio. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0

Dirig. e imprenditori

Alte specializzazioni

Prof. tecniche

Impiegati

Prof. qual. servizi

Operai spec.,artig. e agric.

Operai semiqual.

Professioni non qual.

Forze armate

Città metropolitana di Roma Regione Lazio Italia

0,3

1,8

20,3

4,3

43,2

5,1

25,1

0,6

3,1

28,6

7,4

39,4

4,3

16,8

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

Nessun titolo

Lic. elementare

Lic.media o avviamento professionale

Qualifica professionale

Diploma superiore

Laurea breve

Laurea e oltre

Italia Città metropolitana di Roma

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 13

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Accanto a queste tipologie di impiego ad alta professionalizzazione, come accennato, sussistite tuttavia a

Roma una vasta area di attività che necessita di figure professionali con scarsa qualificazione, che

comprende le attività di servizio alle famiglie, i servizi di manutenzione e pulizia degli impianti e degli uffici,

il facchinaggio, le attività di guardiania (vedi Tab. 9 e

Graf. 4).

Proprio queste tipologie professionali hanno fatto registrare a Roma fra il 2008 e il 2015 un incremento

molto significativo pari al +54,9% (oltre 80mila addetti in più), che contribuisce a sbilanciare pesantemente

gli aumenti di occupati verso qualifiche tendenzialmente medio-basse, nonostante l’importante

accrescimento riscontrato nelle professioni intellettuali e scientifiche (alte specializzazioni) (Tab. 10).

Tab. 10 – Occupati secondo la professione. Valori assoluti e percentuali. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008 e 2015

Professione Valori assoluti Variazioni 2008-2015

2008 2015 v.a. %

Dirig. e imprenditori 69.866 66.859 -3.007 -4,3

Alte specializzazioni 266.365 344.744 78.379 29,4

Prof. tecniche 370.069 315.132 -54.937 -14,8

Impiegati 252.988 252.992 4 0,0

Prof. qual. servizi 266.703 320.050 53.347 20,0

Operai spec.,artig. e agric. 167.610 146.707 -20.903 -12,5

Operai semiqual. 73.618 63.696 -9.922 -13,5

Professioni non qual. 146.677 227.183 80.506 54,9

Forze armate 30.149 33.148 2.999 9,9

Totale 1.644.045 1.770.510 126.465 7,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Accorpando infatti le prime tre tipologie che descrivono professioni di carattere imprenditoriale,

dirigenziale o con uno specifico profilo tecnico-scientifico, si osserva che gli aumenti registrati (+20mila 435)

sono decisamente inferiori a quelli avvenuti fra le categorie operaie o non qualificate (+49mila 681) e ancor

meno se a questi si aggiungono anche gli addetti ai servizi mediamente qualificati (+103mila). In particolare,

appare vistoso il calo delle professioni tecniche che hanno perso più di 54mila addetti e dei profili

dirigenziali e imprenditoriali (-3mila), attribuibili prevalentemente alla crisi del commercio e dell’edilizia.

Il trend dell’area romana risulta sostanzialmente in linea con quello nazionale che, tuttavia, negli

andamenti negativi assume una portata notevolmente più ampia (Graf. 6).

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Graf. 6 – Occupati secondo la professione. Variazioni percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

In particolare, la contrazione occupazionale di dirigenti e imprenditori è stata decisamente più drastica a

livello nazionale, mentre il ridimensionamento delle professioni tecniche (-14,8% a Roma e -18,7% in Italia)

e dei profili operai (specializzati e semiqualificati) (-12,5% a Roma e -20,6% in Italia) è stata più simile nei

due riferimenti territoriali, seppure con una perdita più elevata di figure maggiormente specializzate

registrata nell’ambito nazionale.

La diminuzione delle figure più qualificate e dei tecnici ha penalizzato a Roma sia gli uomini che le donne.

Tra queste ultime, in particolare, si registra un calo notevole nella categoria di dirigenti e imprenditori

(-2.237), che colpisce una categoria professionale già notoriamente appannaggio prevalentemente

maschile (Tab. 11).

Tab. 11 – Occupati secondo la professione e il sesso. Variazioni assolute e percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale

Professione

Variazioni 2008-2015

Assolute Percentuali

Maschi Femmine Maschi Femmine

Dirig. e imprenditori -770 -2.237 -1,6 -10,9

Alte specializzazioni 34.074 44.306 25,0 34,0

Prof. tecniche -13.724 -41.214 -6,8 -24,5

Impiegati -15.510 15.514 -14,9 10,4

Prof. qual. servizi 7.867 45.480 5,6 35,8

Operai spec.,artig. e agric. -10.225 -10.677 -6,9 -54,9

Operai semiqual. -9.350 -571 -13,2 -19,1

Professioni non qual. 45.438 35.068 78,6 39,5

Forze armate 2.335 664 7,7 100,0

Totale 40.135 86.330 4,3 12,2

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

-4,3

29,4

-14,8

0,0

20,0

-12,5

-13,5

54,9

9,9

-44,2

30,8

-18,7

3,1

14,6

-20,6

-5,7

18,5

2,7

-60,0 -40,0 -20,0 0,0 20,0 40,0 60,0

Dirig. e imprenditori

Alte specializzazioni

Prof. tecniche

Impiegati

Prof. qual. servizi

Operai spec.,artig. e agric.

Operai semiqual.

Professioni non qual.

Forze armate

Città metropolitana di Roma Italia

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 15

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Allo stesso tempo è assai consistente la fuoriuscita di donne dalle professioni tecniche medio-alte (-41.214),

laddove il lavoro maschile segna la contrazione più significativa sia in termini assoluti che percentuali tra gli

impiegati: il lavoro impiegatizio, dunque, continua ad essere il riferimento quasi obbligato per le donne con

medio-alta qualifica, dal momento che nel periodo di riferimento l’occupazione femminile di questo tipo è

aumentata del +10,4%.

Ma la quota preponderante di incrementi per il lavoro femminile si è concentrata nelle professioni con alta

specializzazione, trainata dalle assunzioni di insegnanti, in quelle a media qualificazione dei servizi, con

45mila occupate in più (+35,8%) e nelle attività non qualificate, che risulta lo sbocco professionale per oltre

35mila donne (+39,5%).

D’altra parte, come si è visto, il lavoro non qualificato ha costantemente attratto occupati provocando una

lievitazione di addetti collocati ai livelli più bassi nella gerarchia delle professioni adottata in sede

internazionale, che ha spostato gli equilibri e modificato la composizione professionale complessiva degli

occupati, specchio certamente parziale e non esaustivo, ma significativo delle dinamiche economiche di un

territorio (Tab. 12).

Tab. 12 – Occupati secondo la professione e il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008 e 2015

Professione

Maschi Femmine Totale

2008 2015 2008 2015 2008 2015

Dirig. e imprenditori 5,3 5,0 2,9 2,3 4,2 3,8

Alte specializzazioni 14,5 17,4 18,4 22,0 16,2 19,5

Prof. tecniche 21,5 19,2 23,8 16,0 22,5 17,8

Impiegati 11,1 9,1 21,1 20,7 15,4 14,3

Prof. qual. servizi 14,9 15,1 18,0 21,8 16,2 18,1

Operai spec.,artig. e agric. 15,8 14,1 2,8 1,1 10,2 8,3

Operai semiqual. 7,5 6,3 0,4 0,3 4,5 3,6

Professioni non qual. 6,2 10,6 12,6 15,6 8,9 12,8

Forze armate 3,2 3,3 0,0 0,1 1,8 1,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Altrettanto indicativa è l’osservazione dei cambiamenti delle quote di donne occupate nelle singole

professioni (tasso di femminilizzazione), che cristallizza una spartizione fra i sessi dei ruoli e delle

prerogative esercitate nell’ambito lavorativo. In tal senso fra il 2008 e il 2015 si evidenzia una riduzione

piuttosto visibile di donne occupate in posizioni apicali, passata dal 29,5% al 27,4%, così come è diminuita

l’incidenza delle donne fra le professioni tecniche (Graf. 7).

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 16

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Graf. 7 – Tassi di femminilizzazione delle professioni. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008 e 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Si nota, al contrario, l’aumento della componente femminile fra le professioni intellettuali, scientifiche e di

elevata specializzazione che, come si è visto in precedenza, sono composte a Roma soprattutto da

insegnanti di scuola primaria e secondaria.

Professioni impiegatizie e lavori poco qualificati mantengono tuttavia il loro ruolo di percorso preferenziale

per le donne occupate, laddove queste ricoprono nei due anni di riferimento quote di circa il 60% di tutti gli

occupati di tali categorie (rispettivamente 58,9% e 65% per gli impiegati e 60,6% e 54,5% per i non

qualificati).

Un fenomeno molto rilevante che ha caratterizzato l’andamento del mercato del lavoro italiano durante gli

anni della crisi è stata la massiccia sostituzione di lavoro a tempo pieno con occupazioni in part time,

dinamica che ha avuto un impatto rilevante anche nell’area romana.

A tale proposito bisogna infatti ricordare che in Italia la recessione economica non ha prodotto un

adeguamento immediato dell’occupazione all’andamento del prodotto. L’adeguamento dei livelli

occupazionali ai più bassi livelli di attività è stato molto graduale ed ha comportato in molti casi una

contrazione degli occupati, ma spesso le aziende hanno fatto ricorso alla riduzione dell’orario di lavoro,

attenuando – almeno in una prima fase – l’impatto sui bilanci delle famiglie.

29,5

48,945,5

58,9

47,7

11,6

4,1

60,6

0,0

27,4

50,6

40,3

65,0

54,0

6,03,8

54,5

2,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0 2008 2015

Il lavoro a tempo parziale nella crisi: l’effetto sostituzione

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 17

Ragioneria Generale - I Direzione “Sistemi informativi di pianificazione e controllo finanziario” U.O. Statistica

Si tratta del cosiddetto labour hoarding5, per cui le imprese nel corso delle crisi cercano di non disperdere il

capitale umano accumulato evitando, almeno inizialmente, i licenziamenti soprattutto del personale più

qualificato. Tale obiettivo si raggiunge riducendo il monte ore lavorate, da un lato diminuendo gli

straordinari o aumentando l’incidenza dei contratti part time, dall’altro ricorrendo all’utilizzo della Cassa

integrazione6.

In effetti, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, il peso delle posizioni di lavoro a tempo parziale

ha fatto registrare un incremento molto consistente, arrivando a superare il 21% nell’area romana e il 18%

nella media nazionale e – in termini numerici – coinvolgendo oltre 373mila lavoratori a Roma e più di 4

milioni 166mila in Italia (Tab. 13).

Tab. 13 – Occupati per tipo di orario di lavoro. Valori assoluti e composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008 e 2015

Orario

Città metropolitana di Roma Italia

2008 2015 2008 2015

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Tempo pieno 1.385.415 84,3 1.397.105 78,9 19.783.552 85,7 18.298.335 81,5

Part time 258.630 15,7 373.405 21,1 3.306.796 14,3 4.166.418 18,5

Totale 1.644.045 100,0 1.770.510 100,0 23.090.348 100,0 22.464.753 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Più del 90% dell’intero incremento occupazionale registrato a Roma fra il 2008 e il 2015 è riconducibile a

lavoro in orario ridotto, che è infatti aumentato nella misura del 44,4% (+114mila persone) (Tab. 14).

Tab. 14 – Occupati per tipo di orario di lavoro. Variazioni assolute e percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia

Orario Città metropolitana di Roma Italia

var. assolute var. % var. assolute var. %

Tempo pieno 11.690 0,8 -1.485.217 -7,5

Part time 114.775 44,4 859.622 26,0

Totale 126.465 7,7 -625.595 -2,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

A livello nazionale, peraltro, a fronte di una riduzione complessiva di circa 625mila posti di lavoro si osserva

una perdita di lavoro a tempo pieno di quasi 1 milione e 500mila occupati, sostituiti solo parzialmente da

un incremento di 859mila occupati in part time (+26% in sette anni).

5 Per un’analisi dettagliata di tali dinamiche si veda CNEL – Rapporto sul mercato del lavoro 2010-2011, a cura del prof. Carlo

Dell’Aringa 6 Sull’andamento della CIG si veda l’approfondimento “Le tendenze del lavoro a Roma negli anni della crisi. Il ricorso alla cassa

integrazione”

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 18

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Ciò conferma che l’osservazione della variazione complessiva del numero di lavoratori occupati senza una

lettura contestuale delle caratteristiche del lavoro ci dice poco sulle tendenze del mercato del lavoro:

quello che è avvenuto negli ultimi anni è stata una ripartizione del monte ore lavorate fra una platea ampia

di lavoratori, che in molti casi hanno visto ridotto il loro orario di lavoro con conseguenze anche rilevanti in

termini retributivi e previdenziali.

La riduzione dell’orario di lavoro, che tradizionalmente ha riguardato nella maggior parte dei casi la

componente femminile, si è estesa in maniera molto significativa anche agli occupati uomini, elemento che

conferma quanto il calo delle attività di molte realtà produttive abbia comportato l’adeguamento al ribasso

del monte ore lavorato e, di conseguenza, delle ore lavorate pro-capite (Tab. 15).

Tab. 15 – Occupati per tipo di orario di lavoro e sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008 e 2015

Orario

Città metropolitana di Roma Italia

2008 2015 2008 2015

Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine

Tempo pieno 93,0 72,7 88,8 66,7 94,7 72,2 91,5 67,5

Part time 7,0 27,3 11,2 33,3 5,3 27,8 8,5 32,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

% part time sul totale 25,3 74,7 29,4 70,6 22,1 77,9 26,8 73,2

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

La quota di lavoro in part time ha raggiunto a Roma nel 2015 l’11,2% per gli occupati di sesso maschile a

Roma e l’8,5% a livello nazionale. Parallelamente anche per le donne le occupazioni a tempo parziale hanno

avuto un’impennata, raggiungendo il 33% circa del totale sia nell’area romana che nell’ambito nazionale.

Il fatto che in questo contesto il part time costituisca una soluzione di ripiego per il lavoratore, o meglio una

soluzione obbligata, è confermato dai dati sulla scelta del tempo parziale e su quanto incida il ‘part time

involontario’ sull’ammontare complessivo di questa tipologia di lavoro.

Nel 2015 solo il 23,5% degli occupati in orario ridotto a Roma e il 29,2% in Italia ha scelto di lavorare meno

ore e la percentuale sale rispettivamente al 27,7% e al 33,7% nel caso delle occupate donne (Tab. 16).

Tab. 16 – Scelta del part time secondo il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Scelta del part time Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Part time volontario 13,3 27,7 23,5 16,9 33,7 29,2

Part time involontario 81,0 67,2 71,2 75,5 59,6 63,9

Altro o non sa 5,7 5,1 5,3 7,6 6,7 6,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 19

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Al contempo le fila degli occupati part time involontari sono cresciute del 103% nell’area romana e del

100,4% in Italia che, in termini numerici, equivale a 134mila 900 individui in più a Roma e +1milione

332mila nella media nazionale (Tab. 17).

Tab. 17 – Scelta del part time secondo il sesso. Variazioni percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia

Scelta del part time Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Part time volontario -27,5 -6,0 -10,4 -28,2 -21,2 -22,4

Part time involontario 130,1 91,7 103,0 133,2 88,1 100,4

Altro o non sa -7,7 -41,5 -33,7 -19,0 -33,2 -29,6

Totale 67,5 36,6 44,4 53,1 18,3 26,0 Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

L’incremento del part time involontario è particolarmente evidente fra gli uomini a livello nazionale con

+133,2 %, pari a 482mila unità.

Colpisce la riduzione molto significativa anche del part time volontario delle donne (-21,2% in Italia e

-6% a Roma), che sembrano scegliere di caricare ulteriormente i propri tempi di vita già ampiamente e

severamente divisi fra lavoro e cura dei figli e della famiglia, per far fronte alle difficoltà economiche del

proprio contesto familiare, in molti casi penalizzato dalla perdita del lavoro o dal ridimensionamento di

orario di uno o più componenti.

Il lavoro atipico, nel passaggio attraverso le dinamiche recessive che hanno condizionato il mercato del

lavoro negli ultimi anni, ha mostrato tutta la sua fragilità esponendo i soggetti occupati in queste tipologie

al ciclo economico in maniera molto più intensa dei lavoratori con maggiori garanzie contrattuali. Il risultato

è stato una modifica dell’incidenza dei lavori flessibili sul complesso degli occupati, poiché le prime

posizioni lavorative colpite dalla crisi e dai tagli occupazionali operati dalle aziende sono state proprio

quelle dei lavoratori più precari.

Nella categoria del lavoro atipico, utilizzando i dati della Rilevazione continua sulle Forze di lavoro dell’Istat,

si includono tutti i lavoratori che, per la durata limitata nel tempo delle occupazioni o per la modalità di

impiego flessibile, si distinguono sia dal lavoro dipendente a tempo indeterminato che dal lavoro autonomo

‘tradizionale’ – libere professioni e imprenditoria –. Fanno dunque parte di questo aggregato i lavori con

contratto alle dipendenze a tempo determinato e i contratti di collaborazione, sia nella pubblica

amministrazione che presso le aziende private.

Nel complesso, attualmente i contratti atipici riguardano nella città metropolitana di Roma circa 205mila

persone, nel 76,2% dei casi lavoratori a tempo determinato e nel 23,8% collaboratori.

Il lavoro atipico: incidenza e dinamiche

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 20

Ragioneria Generale - I Direzione “Sistemi informativi di pianificazione e controllo finanziario” U.O. Statistica

La contrazione del lavoro atipico ha comportato una diminuzione molto consistente dell’incidenza di queste

tipologie occupazionali sul totale degli impieghi. A Roma il peso del lavoro atipico sull’occupazione totale è

passato dal 12,5% del 2008 al 10,9% del 2014, per risalire all’11,6% nel 2015. A livello nazionale l’incidenza

è rimasta simile, pur in presenza di una diminuzione del numero di occupati che ha colpito tanto il lavoro

standard quanto quello flessibile (Tab. 18, Tab. 19 e Graf. 8).

Tab. 18 – Occupati secondo la tipologia di occupazione e il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008 e 2015

Tipologia di occupazione

Città metropolitana di Roma Italia

2008 2015

2008 2015

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Atipico 12,5 10,4 13,1 11,6 11,9 10,9 13,9 12,2

Standard 87,5 89,6 86,9 88,4 88,1 89,1 86,1 87,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Graf. 8 – Incidenza del lavoro atipico. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008-2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

12,5

11,010,9 10,9

11,8

11,3

10,9

11,6

11,9

11,011,2

11,8

12,2

11,6

11,9

12,2

10,0

10,5

11,0

11,5

12,0

12,5

13,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Città metropolitana di Roma Italia

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Tab. 19 – Occupati secondo la tipologia. Variazioni assolute e percentuali. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008-2015

Tipologia di occupazione

Città metropolitana

di Roma Italia

var.

assolute var. %

var.

assolute var. %

Atipico 252 0,1 -8.886 -0,3

Standard 126.212 8,8 -616.709 -3,0

Totale 126.465 7,7 -625.595 -2,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

I contratti che hanno fatto registrare un drastico ridimensionamento sono stati a Roma quelli dei

collaboratori, che precedentemente avevano visto nell’area romana una diffusione sensibilmente più

elevata che sul piano nazionale. Questi risultati confermano le previsioni formulate già sul finire del 2008 a

proposito dei rischi della perdita del lavoro a cui sarebbero stati soggetti, per effetto del clima recessivo, gli

occupati in forme atipiche e soprattutto i collaboratori, che dal punto di vista contrattuale sono i più deboli,

poiché formalmente inquadrati nella forma di lavoratori autonomi nonostante spesso le loro prestazioni si

configurino piuttosto come lavoro parasubordinato, in quanto determinato nei modi, nei tempi e nelle

caratteristiche dal solo datore di lavoro e perciò privo dell’autonomia formale su cui dovrebbe fondarsi.

In tal senso la compressione delle opportunità generali di collocazione sul mercato del lavoro ha esposto

questi soggetti ad una vulnerabilità molto più elevata e a ricadute economiche piuttosto immediate.

Nonostante l’incidenza del lavoro atipico sia tuttora più elevata fra le donne che fra gli uomini, la dinamica

del periodo 2008-2015 ha segnato una diminuzione molto significativa del peso di tali occupazioni sul

lavoro femminile, passato dal 15,3% di inizio periodo al 13,1% del 2015 (Graf. 9).

Graf. 9 – Incidenza del lavoro atipico per sesso. Città metropolitana di Roma Capitale. Anni 2008-2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

10,4

9,0 8,8

9,8 10,0

9,4

10,010,4

15,3

13,6 13,7

12,3

14,113,7

12,1

13,1

12,5

11,010,9 10,9

11,8

11,310,9

11,6

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

12,0

13,0

14,0

15,0

16,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Maschi Femmine Totale

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In termini di variazione percentuale la diminuzione ha interessato esclusivamente le donne (-3,7 punti

percentuali a Roma e -8,3 in Italia) a cui si è affiancato un incremento del lavoro standard, cresciuto a Roma

soprattutto per la componente femminile (+15,1%) (Tab. 20).

Tab. 20 – Occupati secondo la tipologia e il sesso. Variazioni percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia

Tipologia di occupazione

Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Atipico 4,4 -3,7 0,1 8,2 -8,3 -0,3

Standard 4,3 15,1 8,8 -6,8 2,9 -3,0

Totale 4,3 12,2 7,7 -5,3 1,2 -2,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Queste dinamiche hanno comportato un sostanziale rovesciamento degli equilibri rispetto all’inizio del

periodo considerato. Attualmente, infatti, rispetto al 2008 tanto a livello locale che nazionale, il lavoro

flessibile appare diversamente ripartito fra i sessi e la quota prevalente al momento è maschile: a Roma nel

2015 il 49,4% degli impieghi atipici viene svolto infatti da uomini (il 52,2% in Italia), a fronte del 47,4% del

2008 (48,1% in Italia) (Tab. 21).

Tab. 21 – Occupati secondo la tipologia e il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anni 2008-2015

Tipologia di occupazione

Città metropolitana di Roma Italia

2008 2015 2008 2015

Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine

Atipico 47,4 52,6 49,4 50,6 48,1 51,9 52,2 47,8

Standard 58,4 41,6 56,0 44,0 61,4 38,6 59,1 40,9

Totale 57,0 43,0 55,2 44,8 59,9 40,1 58,2 41,8

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Un’analisi più dettagliata delle tipologie lavorative che evidenzia le posizioni professionali, descrive un

quadro molto interessante sulle dinamiche del lavoro avvenute in questo periodo.

Fra il 2008 e il 2015 si può osservare una notevole riduzione delle collaborazioni che si affianca ad un

corrispondente incremento del lavoro dipendente a tempo determinato (Tab. 22).

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Tab. 22 – Occupati secondo la posizione lavorativa. Valori assoluti e variazioni 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale

Tipologia lavorativa 2008 2015 var. assolute

T.determinato 136.454 156.343 19.889

T.indeterminato 1.126.839 1.218.977 92.138

Autonomo 312.369 346.443 34.074

di cui:

Imprenditore 641 14.838 14.197

Libero professionista 15.333 140.183 124.850

Lavoratore in proprio 120.273 178.850 58.577

Socio cooperativa 160.581 2.169 -158.412

Coadiuvante azienda familiare 2.125 10.403 8.278

Collaboratori 68.383 48.746 -19.637

Totale 1.644.045 1.770.509 126.464

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Il lavoro standard (dipendenti a tempo indeterminato e autonomi), al contrario, fa registrare incrementi

piuttosto consistenti. All’interno del lavoro autonomo, inoltre, si riscontra un vero e proprio travaso di

figure lavorative fra le diverse tipologie, poiché si può osservare una notevolissima riduzione delle figure di

socio di cooperativa, che sembrano essere confluite verso la tipologia dei liberi professionisti e in parte dei

lavoratori in proprio.

Tuttavia è importante sottolineare che disaggregando le dinamiche secondo la cittadinanza dei lavoratori

emerge come sia le variazioni positive del complesso degli occupati (+7,7%), sia quelle riguardanti il lavoro

standard – e in particolare il lavoro dipendente a tempo indeterminato – riguardino esclusivamente la

componente straniera, che ha fatto registrare un aumento degli impieghi di questo tipo dell’82,6% a fronte

di una diminuzione fra i lavoratori italiani del -0,5% (Tab. 23).

Tab. 23 – Occupati secondo la tipologia di occupazione e la cittadinanza. Variazioni percentuali 2008-2015. Città metropolitana di Roma Capitale

Tipologia di occupazione Cittadinanza

Totale Italiano Straniero

Dipendente a tempo indeterminato -0,5 82,6 8,2

Dipendente a tempo determinato 5,5 151,9 14,6

Collaboratore -35,8 191,9 -28,7

Autonomo 5,5 133,5 10,9

Totale -0,4 93,1 7,7

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Fa eccezione solo il lavoro dipendente a tempo determinato e il autonomo, cresciuti anche fra gli occupati

di origine italiana (+5,5%), in quest’ultimo caso soprattutto per effetto dell’incremento del numero di liberi

professionisti e di lavoratori in proprio, probabili trasformazioni del lavoro in collaborazione.

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 24

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Il lavoro non standard, pur interessando trasversalmente tutto il mondo del lavoro, coinvolge in maniera

particolarmente accentuata le fasce di età più giovani: nella città metropolitana di Roma il lavoro atipico è

svolto prevalentemente da persone di età compresa fra 25 e 39 anni (52,9%) (Tab. 24).

Tab. 24 – Occupati secondo la tipologia e l’età. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Età Città metropolitana di Roma Italia

Atipico Standard Totale Atipico Standard Totale

15-24 13,5 1,5 2,9 18,1 2,2 4,1

25-39 52,9 28,7 31,5 45,0 29,7 31,5

40-54 26,3 49,0 46,4 28,8 48,1 45,7

>54 7,3 20,8 19,2 8,0 20,1 18,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

In particolare, se si considerano gli occupati per fasce di età più ridotte e il peso della tipologia del lavoro

svolto, è molto evidente come fra i giovani fino ai 24 anni il lavoro flessibile sia nettamente prevalente e

superi il 53% delle occupazioni, per scendere poi gradualmente sino ai minimi registrati fra i lavoratori più

anziani (Graf. 10).

Graf. 10 – Incidenza del lavoro standard e atipico per età. Città metropolitana di Roma Capitale. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

La permanenza in occupazioni non standard con quote significative fino alla soglia dei 35 anni dimostra

come l’utilizzo di queste tipologie di impiego non riguardi solo il momento dell’approccio al mercato del

lavoro in quanto canale d’ingresso, ma si estenda ad età e soggetti diversi che continuano a trovarsi in una

condizione di precarietà lavorativa anche ben oltre i primi anni di esperienza lavorativa.

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 > 64

Atipico

Standard

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 25

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Nella maggior parte dei casi gli occupati atipici sono impiegati a Roma in professioni di tipo tecnico o

impiegatizio (30,4%), mentre a livello nazionale questi si ripartiscono fra le collocazioni di occupati

qualificati nei servizi, di impiegati e di operai (Tab. 25).

Tab. 25 – Occupati atipici secondo la professione e il sesso. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Professione

Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Dirigenti e imprenditori 1,0 0,8 0,9 0,8 0,3 0,6

Alte specializzazioni 16,5 24,7 20,7 8,6 17,8 13,0

Prof. tecniche e impiegati 27,9 32,9 30,4 19,0 26,6 22,6

Prof. qual. servizi 19,0 27,6 23,4 16,5 31,9 23,9

Operai 19,7 1,1 10,3 31,4 7,7 20,1

Professioni non qual. 14,2 12,8 13,5 22,7 15,6 19,3

Forze armate 1,7 0,1 0,9 0,8 0,1 0,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Nettamente superiore a Roma rispetto alla media nazionale è il peso delle professioni che prevedono

un’elevata specializzazione: queste coinvolgono il 20,7% degli occupati atipici romani, contro il 13,%

rilevato nel totale Italia.

Si tratta, come si è visto, prevalentemente di professioni legate all’insegnamento, particolarmente diffuse

tra le donne fra le quali le alte specializzazioni raggiungono infatti il 24,7% a Roma e il 17,8% nella media

nazionale. A seguire nelle professioni più qualificate si trovano gli specialisti dell’informatica e dello

sviluppo di software, fra i quali al contrario la componente maschile appare predominante.

La durata delle occupazioni atipiche costituisce una misura particolarmente interessante nella valutazione

di quanto gli impieghi a termine si perpetuino più o meno lungamente nel tempo, delineando la

permanenza in una condizione di instabilità lavorativa e dunque potenzialmente critica per i soggetti

interessati. In media nell’area metropolitana di Roma la durata più frequente delle occupazioni atipiche è

piuttosto elevata e superiore ai 3 anni (32,2%) (Tab. 26).

Tab. 26 – Durata del contratto degli occupati atipici. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Durata Città metropolitana

di Roma Italia

Meno di un mese 4,6 7,3

Da 1 a 5 mesi 18,6 25,7

Da 6 a 11 mesi 13,6 13,9

Da 1 a 2 anni 20,5 18,8

Da 2 a 3 anni 10,5 10,1

Oltre 3 anni 32,2 24,3

Totale 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat – RCFL

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 26

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Quasi il 43% dei contratti ha una durata superiore ai 2 anni e se ciò da un lato configura una posizione

parzialmente vantaggiosa per i lavoratori che possono contare su una condizione occupazionale che potrà

permanere più a lungo nel tempo, dall’altro, posticipando la scadenza del contratto, sposta in avanti negli

anni il momento di un’eventuale conclusione o rinnovo, intercettando soggetti man mano di età più

matura, che dunque finiscono per rimanere ‘intrappolati’ nella condizione di precarietà per periodi di

tempo piuttosto prolungati.

Del resto, anche i contratti di breve durata (da 1 a 5 mesi) sono fra i più diffusi, raggiungendo il 18,6% a

Roma e il 25,7% in Italia.

Come si è visto, soprattutto nell’area romana il lavoro atipico non sembra interessare solo le categorie più

marginali del lavoro o impieghi di bassa collocazione nella gerarchia professionale, ma al contrario è una

forma di impiego molto comune proprio nei ruoli che prevedono un’alta qualificazione e spesso un titolo di

studio elevato.

L’incidenza dei titoli di studio superiori risulta più alta fra gli occupati atipici a Roma e – anche se in misura

più ridotta – nella media nazionale (Tab. 27 e Graf. 11).

Tab. 27 – Occupati secondo la tipologia di lavoro e il titolo di studio. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Titolo di studio Città metropolitana di Roma Italia

Atipico Standard Atipico Standard

Lic. elem. o meno 1,1 2,2 4,0 3,6

Form.medio/bassa 20,7 25,1 34,2 36,2

Diploma superiore 47,9 42,6 39,8 39,3

Oltre diploma 30,3 30,1 22,0 20,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Graf. 11 – Occupati secondo la tipologia e il titolo di studio. Composizione percentuale. Città metropolitana di Roma Capitale. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

1,1 2,2

20,725,1

47,9

42,6

30,3 30,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Atipico StandardLic. elem. o meno Form.medio/bassa Diploma superiore Oltre diploma

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Nell’area romana più del 78% degli occupati atipici ha una formazione medio-alta (diploma superiore e tutti

i titoli superiori) contro il 72,8% dei lavoratori di tipo standard. Inoltre, considerando i titoli di studio più

elevati in termini disaggregati secondo il sesso, appare evidente come le donne con contratti atipici vantino

una formazione visibilmente migliore sia delle loro colleghe con contratti standard che dei lavoratori atipici

dell’altro sesso (Graf. 12).

Graf. 12 – Occupati con formazione medio-alta* secondo il sesso e la tipologia. Valori percentuali. Città metropolitana di Roma Capitale. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat – RCFL *Formazione medio-altra= diploma di scuola superiore di 4-5 anni che permette l’iscrizione all’Università e tutti i titoli successivi

Tuttavia, nonostante il livello di formazione raggiunto sia molto spesso elevato, la collocazione

professionale degli occupati atipici non sempre corrisponde al livello di istruzione conseguito, che non

sembra quindi costituire un elemento sufficiente a garantire né una stabilità lavorativa in termini

contrattuali né un inserimento adeguato ai titoli posseduti.

L’analisi delle professioni degli occupati con titoli di studio universitario o post-universitario fa emergere

come i ruoli più qualificati siano svolti più spesso dagli occupati standard piuttosto che dagli atipici che, al

contrario, sono più frequentemente impiegati con funzioni di impiegato, cioè in una posizione meno

corrispondente alla specializzazione acquisita (Graf. 13).

69,0

21,9

77,6

38,4

73,2

27,0

83,1

34,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

Diploma e oltre Laurea e oltre Diploma e oltre Laurea e oltre

Maschi Femmine

Standard Atipico

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Graf. 13 – Occupati atipici e standard secondo il titolo di studio e la professione. Città metropolitana di Roma Capitale. Anno 2015

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

A fronte del 59,5% degli occupati standard con alta formazione impiegato in professioni qualificate, la

quota di occupati atipici inserita in ruoli di questo tipo raggiunge il 53,3%. Allo stesso tempo il 42,7% degli

atipici con formazione post-diploma è occupato con funzioni esecutive, svolte al contrario dal 36,8% dei

lavoratori standard con la stessa formazione. Anche la quota di atipici con titoli di studio medio-alti

impiegati in lavori non qualificati è superiore a quella rilevata fra gli occupati standard con lo stesso livello

di istruzione e raggiunge il 2,7% contro l’1,7% dei secondi.

Fra i possessori della sola licenza elementare appare ulteriormente evidente il vantaggio dei lavoratori

standard che, anche per fattori legati all’età, hanno la possibilità di svolgere professioni imprenditoriali o di

responsabilità nonostante la bassa formazione più spesso degli atipici con questo livello di istruzione; questi

ultimi accedono quindi più frequentemente alle professioni meno qualificate (84,5%) nei settori dei servizi,

nel commercio e nella ristorazione.

Per ottenere un quadro più completo di quale sia la reale consistenza del segmento atipico del mercato del

lavoro bisogna tuttavia tenere conto che queste occupazioni, per definizione intermittenti e discontinue,

comportano frequenti interruzioni del rapporto di lavoro, che possono alterare la valutazione della sua

reale entità. Una misura più aderente alla realtà si ottiene conteggiando, oltre agli atipici occupati al

momento dell’intervista, anche tutte le persone che nel corso dell’anno hanno perso un lavoro temporaneo

e sono disponibili a lavorare.

Questi soggetti, che vengono annoverati fra le persone in cerca di occupazione o fra gli inattivi poiché si

trovano in un momento di fermo lavorativo più o meno prolungato, in realtà si possono considerare a tutti

gli effetti parte integrante di questo mondo ai fini della misurazione del bacino effettivo e potenziale del

lavoro atipico.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Atipico Standard Atipico Standard Atipico Standard Atipico Standard

Licenza elementare Form. Medio-bassa Diploma Oltre diploma

Prof. qualificate Impiegati esecutivi Operai Prof. non qualificate

L’area grigia del lavoro intermittente

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Le caratteristiche dell’occupazione a Roma – 2008-2015 Pag. 29

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Nell’area metropolitana di Roma si tratta di oltre 34mila persone che sono in condizione di forzata

inoccupazione a causa della scadenza di un contratto non rinnovato o perché il progetto su cui erano

impegnati è terminato (Tab. 28).

Tab. 28 – Lavoratori atipici effettivi e potenziali. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Anno 2015

Condizione Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Atipici 101.306 103.784 205.089 1.427.177 1.304.417 2.731.595

Atipici in condizione di inoccupazione forzata 20.755 14.089 34.844 301.014 259.533 560.547

Totale atipici effettivi e potenziali 122.061 117.873 239.933 1.728.191 1.563.950 3.292.142

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Tenendo conto anche di questa componente, quindi, l’area dei lavoratori flessibili nella città metropolitana

di Roma si espande a 239mila persone, pari al 12,1% della popolazione attiva. Parallelamente a livello

nazionale si conteggiano 560mila persone in condizione di inoccupazione e la loro inclusione fa lievitare

l’ammontare del lavoro atipico a 3milioni 292mila soggetti, pari al 12,9% della popolazione attiva.

Negli anni fra il 2008 e il 2015, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, si è assistito un incremento

consistente dei lavoratori atipici non occupati (+35,1% nell’area romana e +31,2% sul piano nazionale), in

gran parte uomini (Tab. 29).

Tab. 29 – Lavoratori atipici effettivi e potenziali. Città metropolitana di Roma Capitale e Italia. Variazioni percentuali 2008-2015

Condizione Città metropolitana di Roma Italia

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Atipici occupati 4,4 -3,7 0,1 8,2 -8,3 -0,3

Atipici in condizione di inoccupazione forzata 88,1 -4,6 35,1 43,9 19,0 31,2

Totale atipici effettivi e potenziali 12,9 -3,8 4,0 13,1 -4,6 3,9

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - RCFL

Considerata secondo questa impostazione, la complessiva area del lavoro atipico appare cresciuta sia

nell’area metropolitana di Roma che nella media nazionale: eppure la disaggregazione nelle sue

componenti mostra un aspetto altrimenti non considerabile, che quantifica una criticità legata alla perdita

dell’occupazione per quei numerosi soggetti che dopo essere fuoriusciti dallo stato di “occupato” sono

confluiti fra le fila dei disoccupati o degli inattivi disponibili a lavorare, proprio per effetto dell’intermittenza

delle prestazioni lavorative di tipo flessibile.