Le bugie di Renzi sul referendum

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RENZI, L'UOMO VOLUTO DA FORZA ITALIAPoco prima che Renzi scalciasse nel Pd e gli fosseaffidato il governo, i dirigenti di Forza Italia appuntavanoun documento riservato (niente file o digitale, madattiloscritto) col quale cercavano il successore diBerlusconi, a firma di Dell'Utri e Verdini.

Otto pagine più la copertina, titolo: "La Rosa Tricolore"(sempre lei, la rosa, mannaggia alle nostalgiemassoniche); sottotitolo: "Un Progetto per Vincere leelezioni politiche 2013". Dopo aver vagliato alcuni nomi,tutti scartati, si legge:

«Fermo restando che nessuno potrebbe svolgere questocompito meglio di Berlusconi ... Il solo giovane uomo checi fa vincere: Matteo Renzi».

Nome tra l'altro gradito alla Compagnia delle Opere eComunione e Liberazione, orfane di Lupi e Formigoni;alla finanza, le banche, J.P. Morgan... Trovato l'uomobastava sistemarlo nel posto giusto. Ringraziamo ilpresidente Napolitano per il gentile dono fatto agliitaliani.

LA DEMOCRAZIA E L'ARTO FANTASMALa sindrome dell'arto fantasma procura dolore allagamba anche quando è stata amputata. Quello che nonc'è fa comunque sentire la sua presenza; non si trattadell'ostinazione a non riconoscere la mutilazione, ilfastidio si sente ed è un fatto reale. Ma l'arto non c'è eanche questo è innegabile; dobbiamo allora supporreuna memoria che rimane nel corpo al di là di ogniragionevolezza. E vengo al punto. Con la politica siamoarrivati a forme paradossali: chiamiamo democrazia elibertà il nostro vivere civile, quando non sono che lamemoria storica di un arto fantasma. Un po' perabitudine e più spesso per indolenza ci siamoaccomodati su quelle stampelle. Come nell'apologo diJung, nel quale un bimbo col sacchetto di ciliegie siincammina dicendo: ne mangio una e conservo le altre amio papà, ne mangio un'altra e lascio il resto per il papà.Il bambino arriva a casa col sacchetto vuoto, ma con lacertezza di avere portato le ciliegie al padre. Lademocrazia non è un fantasma e il corpo senza la gambafa comunque fatica a reggersi in piedi; è interesse peròdi qualcuno continuare a far percepire la presenza diquello che non c'è. Questa volta è toccato a un ex partitodi sinistra corrotto e massone e a un'informazionealterata che lo supporta; giornalisti e intellettuali lacchèraccontano al popolo che non manca di nulla, cheviviamo in un regime democratico e che le riformeoligarchiche e autoritarie che vanno attuando lorafforzano. Quel tanto che basta per convincerlo a sentirel'arto anche quando gliel'hanno tagliato.

PERCHE' CANCELLARE IL CNELCon le parti sociali non si dialoga più, ecco perchéchiedono di abolire il CNEL. Un organo consultivomalvisto dai signori che muovono l'economia. Uncarrozzone (una carrozzetta più che altro che non incidesulle finanze pubbliche) per carità, ma cancellanoun'altra voce che rappresenta i lavoratori. C'è unaccanimento nei confronti delle tutele; Renzi ha giàcancellato l'articolo 18 e non sembra voler smettere nellostilicidio dei diritti degli italiani.

I QUESITI DEL REFERENDUM (così magari qualcunoli capisce)

- Vuoi votare per il senato o desideri che i senatori liscegliamo noi? Se voti sì il senato rimane ma non loelegge più il popolo italiano. Smaltito un poco, ok; i costiperò restano e amplificati: aerei per i senatori che sispostano dalle province e dai comuni, alberghi, autisti,portaborse. - Riforma del tito V: attualmente le aziende di stato sonomunicipalizzate, di proprietà dei comuni, lo stato non puòvederle. Vuoi che, come abbiamo fatto con Alitalia eTelecom, vendiamo ai nostri amici Enel, Finmeccanica ealtri enti in attivo che in mano ai privati peggioreranno ilservizio, aumenteranno le tariffe e lasceranno a casa ilavoratori (proprio com'è accaduto con Alitalia eTelecom)?

LA MASSONERIALa provincia toscana con il Palio, il Chianti, le sagre dipaese, il caciucco, il pimpero e un poco di massoneria.Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=HMc8aXMcTzI

DISTRARRE GLI ITALIANINessuno va al patibolo volentieri; per ammansire ilcondannato anche i crucchi dicevano di portarlo alledocce; prospettare il gas comporta qualche risentimentodifficile da gestire. Con le leggi fanno lo stesso; giornalie televisioni preparano l'elettorato, come hanno fatto coipessimi sindacalisti cancellando senza troppi malumorilo statuto dei lavoratori. I francesi conoscono laghigliottina e per quanto Hollande ci abbia provato, hatrovato ostacoli che l'hanno costretto a patteggiare.L'opinione pubblica in Italia è stata invecesufficientemente manipolata; i cattivi democratici sonostati strumentalizzati per creare diffidenza verso lademocrazia e i fannulloni per modificare i rapporticontrattuali. Siccome i politici si sono dimostratiinadeguati ci hanno pure convinti che l'incaglio delpaese sia la Costituzione. Hanno fatto in modo che ilcittadino riversasse lo sdegno nell'istituzione piuttostoche nei funzionari che l'hanno trascurata. I tempi sonomaturi e il popolo ammaestrato risponde come sa fare:licenziando non il pilota incapace, rottamandodirettamente la macchina.

IL CONSIGLIERE DEL PREMIER

Che strani personaggi ci sono nell'entourage delCazzaro. Cazzaro fino a un certo punto, perché a volte ècomodo passare da coglione.

Il signore della foto, oggi consigliere di Renzi è ungentiluomo che ha lavorato per la Cia (e non dietro lefile: ricordate Sigonella? Era l'interprete tra Reagan eCraxi, traducendo con qualche licenza personale quelche i due si dicevano; il nostro presidente del consiglionon si fidava e non l'avrebbe voluto sul suolo italiano). Haavuto anche un ruolo nella vicenda Moro, qualeconsulente di Cossiga e qualche altro incarico che fapensare: personaggio di rilievo del Sismi, partecipò alleindagini sull'attentato a Giovanni Paolo II dirottandol'attenzione su una pista bulgara; all'epoca di Mani Pulitelo ritoviamo con Di Pietro, chiamato più volteall’American Enterprise Institute. Ha avuto un ruolonell'Irangate, nella strage di Bologna, Israele... gli mancasolo l'incarico di consigliere per Basettoni e laconsulenza a Paperone. Renzi lo aveva già voluto aFirenze nel 2006, invitandolo a un evento a cui una spiadell’intelligence nordamericana non può mancare: "Ma ineoocon sono nati nel Chianti?". Ebbene, buona riformacostituzionale a tutti.

I COSTITUZIONALISTI BOCCIANO LA RIFORMA56 costituzionalisti hanno bocciato la costituzioneproposta col referendum; non so quanti siano imaneggioni della materia in Italia, ma a occhio e crocemi sembrano la totalità. In compenso Renzi fa i nomidegli "scienziati" (così li chiama) che si sono schierati afavore: cardiologi, geologi, un paio di gastroenterologi eun perito elettrotecnico. Lo dico a coloro che sono inassetto bellico per il grande cambiamento: questo quaprima o poi al posto del medico assumerà un sociologoal pronto soccorso pronto a farvi una diagnosi.

CHI C'E' DIETRO RENZI"La riforma costituzionale (incoraggiata da J.P. Morgannel rapporto stilato dalla sua banca il 28 maggio 2013;andate a leggervi la parte nominata 'debolezza deigoverni rispetto al parlamento') Napolitano-Renzi-Boschiè una cura motivata dalla convinzione che il maledell'Italia sia un eccesso di democrazia. I cittadiniconterebbero troppo, il parlamento sarebbe troppoincisivo, i diritti dei lavoratori troppo garantiti, gli entilocali più vicini al territorio (le regioni) troppo potenti.Ecco dunque la ricetta: far votare meno i cittadini (peresempio togliendo loro il potere di eleggere il Senato,che tuttavia continuerà a fare le leggi), far contare meno iloro voti (a questo serve l'Italicum), accentrare tutti ipoteri in capo al governo di Roma (ecco il nuovo Titolo Vdella Costituzione), e così via. Nel momento in cui gliitaliani sono chiamati a decidere se dar corso o meno aquesta cura da cavalli, hanno il diritto di conoscere i titolie il curriculum dei medici che la propongono [...]L'articolo completo alla pagina: http://www.huffingtonpost.it/…/napolitano-riforma-jp-morgan…

NON E' VERO CHE VOGLIONO TAGLIARE I COSTIDELLA POLITICADicono: sforbiciando i senatori lo stato ridurrà le spese.Bastava tagliare del 30% le retribuzioni dei parlamentarie si sarebbe riparmiato molto di più; ma non è stato fatto.Il problema non è quello, ma è un linguaggio che piaceagli italiani e porta consensi e voti. Tra uno slogan el'altro, Renzi non dice che ha graziato di 95 miliardi dieuro i gestori di slot e videopoker; di quelle tasse evasee condonate sono rientrate nelle casse statali solo 126milioni (neanche lo 0,5%). Come i manifesti con cui hatappezzato le città (vuoi meno senatori?) che dribblanola corretta formulazione: vuoi votare anche per il senato olasciare che dividiamo tra noi quelle poltrone? Non solola riforma porta alla deriva oligarchica, ma la proterviacon la quale viene presentata tradisce un'intenzionedemagogica. E dalla demagogia il passo versol'autocrazia e il fascismo è breve. Un fascismo snello,moderno, tecnologico, televisivo che mostra il voltoautoritario nella mancanza di contrappesi nelle istituzionie nella limitazione dell'esercizio del voto. Togliete lamaschera populista a Renzi e trovate le banche(qualcuno dice la Morgan), Confindustria, le mafie(cos'era quella cosa del ponte di Messina se non unarichiesta di "sì" in cambio di soldi alla macchinaelettorale in grado di procurarglieli in Sicilia eCalabria?). Fate voi. Ha cancellato l'articolo 18, ha ridottofortemente i servizi della sanità, ha assorbito nellamaggioranza gli ex berlusconiani Alfano e Verdini,l'ultimo dei quali con una condanna a due anni perconcorso in corruzione (e se passa il referendum saràricordato come uno dei padri costituenti), ha dato facoltàalle banche di espropriare la casa senza iter giuridico(sette rate e ve la portano via), ha alzato del 5% icontributi inps (tasse, per capirci). La demagogia è fattadi parole e Renzi non le mantiene; dal ponte, allarottamazione, all'ultima trovata pubblicitaria: se nonpassa il referendum vado via, anzi no mi fermo ancora unpo'. Che credibilità ha questa banda di teppisti algoverno, che peraltro non abbiamo votato, per alterarequarantasette articoli (su 139) della Costituzione?

COME BERLUSCONI, IL PONTE ALLA MAFIAAndare a chiedere i voti per il referendum alla mafia e inquel modo: vi faccio il ponte, ovvero vi darò i soldi,chiarisce bene la natura di questo picciotto delle lobbyche si trova chissà come a fare il primo ministro.

IL FINANCIAL TIMES SCARICA RENZI"What Italy needs is not more laws more rapidly passedbut rather fewer and better laws".

Tony Barber (sul Financial Times del 4 ottobre 2016).

Dopo averlo appoggiato, prende le distanze da Renzi escrive che le sue riforme sono un ponte verso il nulla (ioavrei detto they are shit, non ho il dono della diplomazia).

IN ITALIA RENZI PREMIA I BANCHIERI COI SOLDIPUBBLICIAccade qualcosa di curioso nel Vietnam; lo stato hacondannato a morte tre banchieri nell'ultimo periodo. Unpaio attendono la pena capitale per aver sottratto 25milioni di dollari dalla banca statale; coloro che li hannofavoriti devono scontare decenni di carcere. Sorteanaloga ha vuto l’ex Capo Regionale della VietnamDevelopment Bank, condannato a morte per una truffa da93 milioni di dollari. L’agenzia stampa Tuoi Tre scriveinoltre di collaboratori messi all’ergastolo per avertaciuto su prestiti fasulli in cambio di un anello o di unamacchina. Pur con tutte le distanze che vanno prese, èevidente che il legislatore vietnamita conosca il valoredel potlatch. In Italia il nostro meraviglioso primoministro Renzi ha ribadito che le banche, come le altreimprese, sono vittime del sistema e della crisi; regalandoloro -come fossero delle onlus- decine di miliardi di eurodi proprietà di contribuenti inconsapevoli e involontari.

NON HA UNA LEGITTIMAZIONE POPOLAREDunque: è arrivato in parlamento senza consultazionepopolare, ma raccogliendo consensi alle feste di partito;ha indebolito la forza contrattuale dei lavoratori; stasvendendo quel che rimane della sanità a privati didubbia provenienza, appalti a personaggi limpidi comele mutande in un novantenne; ha favorito le banche (lanorma del DL 83/2015 - art. 12 dà luogo all'espropriodiretto da parte del creditore); nelle scuole consente lachiamata diretta ai dirigenti (con conseguenteanticamera dei professori con prosciutti e mozzarelle); hadetassato il gioco d'azzardo (contrattando un forfaitridicolo: 500 milioni, 160 dei quali ancora da recuperare;al netto di una supermulta iniziale di 95 miliardi), la cuiattività non è proprio nelle mani dello stato; vuole un

senato non elettivo, popolato da coloro che su baseregionale esercitano con disinvoltura il voto di scambio;ha abbassato la pena (da un minimo di quattro a unmassimo di dieci anni, riducibili a un terzo col ritoabbreviato) modificando l'articolo 416 ter, proprio per ilreato di voto di scambio; promette 80 euro ai pezzenticome il peggior malavitoso a caccia di voti; ebbene apensare male viene da dire che le cosche abbiano messoil loro picciotto al governo. E' ora che Renzi vada a casa.

IL GRANDE AFFABULATOREC'è una tecnica banale nella comunicazione, si tratta diripetere continuamente un messaggio per farlo sembrarevero. Si parla appunto di pubblica opinione, di doxa enon di scienza. Sono decenni che chi sta al governo siserve di questa ordinaria funzione del linguaggio etuttavia i risultati si vedono, onore al merito quindi.Questa volta è il turno di Matteo Renzi, consacrato primoministro sulla richiesta di uno svecchiamento della classepolitica e con la promessa di rinnovare un paese cheristagna nell'economia, nella ricerca, nella cultura, nellavoro. L'attuale premier non è stato eletto con unaconsacrazione popolare, ma non mi dilungo; ilmeccanismo parlamentare è quello e se c'è unamaggioranza nelle camere si va avanti con la legislatura.Il sistema di per sé non è male, non lo contesto, sono leaberrazioni che fanno pensare. Non puoi pretendere dicambiare la costituzione di un popolo se prima quelpopolo non ti ha mandato in parlamento. C'è un limite atutto, anche all'arroganza. Veniamo al cazzaro, l'aggettivonon è mio, se l'è guadagnato sul campo; provate ascrivere la parola cazzaro su google e viene fuori il suonome. Succede quando usiamo le parole per convinceree persuadere e non per dire la verità. Renzi avevapromesso di cambiare il paese e molti in buonafededopo Berlusconi, Bossi, Dalema e la Banda Bassotti glihanno creduto. La richiesta in particolare era di unamaggiore serenità sul lavoro, che per come è statoconcepito negli ultimi venti anni ha massacrato lefamiglie. Ebbene il governo Renzi ha cancellato le ultimetutele rimaste (dalla prima corrosione di Treu) e diritti, ilJob act si è rivelato una truffa. Nelle cooperative, nelle

imprese e nelle multinazionali, i lavoratori vengonolicenziati e riassunti aggirando l’articolo 18. Per ilavoratori a tempo indeterminato, finiti gli sgravi fiscalialle aziende (lo stato ha regalato 22 miliardi di euro alleimprese) i contratti a tutele crescenti si sono trasformatiin precarietà e in voucher; in sostanza lavoro nerolegalizzato. Di fatto l’articolo 18 dello statuto deilavoratori è morto. Le imprese hanno più libertà nellicenziare; tutto viene esternalizzato, mentre le aziendericevono soldi pubblici e ammortizzatori sociali cheusano per ridurre salari e diritti. La riforma non ha creatooccupazione, ed è irritante che il premier insista con labugia; ha piuttosto amplificato la precarietà a sistema.Inutile dire che ha calcato la mano del fisco anche suirisparmi, detassando il gioco d'azzardo (indovinate nellemani di chi; parliamo di milardii di euro). Renzi è a capodi un governo di prestigiatori; va in televisione araccontare illusioni sulla crescita, mentre ladisoccupazione sale e le famiglie soffocano nellaprecarietà. Non credo sappia cosa significhi vivere conl'ansia di perdere il poco; la vede solo lui la crescita,l'Istat e i giornali compiacenti. Il cazzaro è oltrettuttoresponsabile dei tagli alla sanità e ai trasporti, tutte coseche sviliscono diritti e salari e peggiorano i servizi. Stasvendendo tutto quello che è pubblico: scuola, sanità etrasporti compresi; ha salvato le banche con i soldi dellacollettività e (lo dimostra nei fatti) è legato alle peggiorilobby presenti sul territorio.

Con quella faccia da bravo ragazzo, neanche tropposveglia nell'espressione, va comunque in televisione,

presenzia convegni, si affaccia alle manifestazioniripetendo che gli italiani si stanno arricchendo. Io non hola televisione in casa, il messaggio mi arriva forse piùchiaro. Ora sta propinando la litania delle riformecostituzionali, altra bugia. Riforma dopo riforma l'Italia vasempre peggio; meglio sarebbe stato applicarla lacostituzione (art. 36 "Il lavoratore ha diritto ad unaretribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suolavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e allafamiglia...") che mettere le mani con quella protervianella carta dei diritti. Se passa Verdini sarà tra i padricostituenti e la signora Boschi la madre; non mi pareabbiamo la statura intellettuale e morale di De Gasperi,Togliatti, Terracini, Saragat, Benedetto Croce. La riformala vuole Confindustria, non dimenticatelo. Lo dico confranchezza: non credetegli vi sta fregando.

LA BUONA SCUOLAUn'ordinaria vicenda italiana, nessun reato per carità. Main politica una certa accortezza è dovuta; la moglie diRenzi va a insegnare per chiamata diretta del preside esiamo alle solite, con annesso legittimo disappuntopopolare. Questa signora avrà sicuramente qualitàstraordinarie e i titoli, il dubbio rimane sul direttoredidattico. Non sembra diversa come condotta dalmalcostume locale di un funzionario che concede unfavore al potente senza che l'abbia chiesto. Per blanderagioni di opportunità non si convoca a ricoprire un ruolopubblico e in quel modo la moglie del primo ministro;come pure per le medesime ragioni il politico e laconsorte si accodano con i normali cittadini. E' un fatto disensibilità e delle volte è richiesto un passo indietro. Maniente di nuovo, in Italia c'è chi salta la fila laddovepotrebbe risparmiarselo; lo stipendio di insegnante è unvezzo per alcuni ma una necesssità per altri. Solitomalcostume, stessa volgarità dell'italiano medio emediocre con il lacchè di fianco e la consorte al seguito.

LA LORENZIN E IL GIORNO DELLA FERTLITA'Dopo la raccolta delle fedi in epoca fascista e l'elemosinaalle famiglie, siamo arrivati alla raccolta del seme, il

fertility day. Non ho ben capito se la ministra Lorenzininviti alla donazione per la patria, non specificacomunque le modalità del prelievo. Vorrei ricordarle chei tempi sono cambiati e non distilliamo birra a suopiacimento. E per essere chiaro: Mussolini partecipavaalla raccolta del grano; la ministra che fa, si ferma nellepiazze e la prende alla spina?

LA CRISI CHE NON C'E'Esistono due crisi economiche; la prima è legataall'economia reale, alla produzione e al consumo edipende dall'equilibrio tra la domanda e l'offerta. E'molto rara in quanto la piccola impresa può sbagliare ilprodotto e non incontrare la risposta del pubblico,mentre la grande industria (la cui attività passiva o attivaha effettive ripercussioni nel pil) ha strategie dimarketing, dispone di indagini, di una strategicadistribuzione sul territorio e di una macchina persuasivatale da indurre comunque a consumare la merce. Crea ladomanda rendendo appetibile ciò che esce dalle suefabbriche. La pubblicità in particolare risulta unostrumento fortemente persuasivo. L'altra crisi è quellapericolosa, nascosta in un meccanismo che gravita suldebito pubblico ed è all'origine della sofferenzadell'economia reale. Mi spiego con un esempio: sestampo banconote sono un falsario e la legge mi punisce;le banche erogano il credito ma con denaro privo dicopertura. Stampano e prestano carta che non ha valoreperché non è garantita da una ricchezza reale.L'equilibrio entra in cortocircuito quando le aziende e irisparmiatori chiedono la convertibilità dei depositi; insostanza: quando rivogliono i soldi. Scoprono allora chenei cavò delle banche non c'è che una minima parte delcapitale promesso. La gente corre agli sportelli; non puòperò rientrare in possesso delle somme depositate,semplicemente perché quel denaro non esiste. La falladell'ingranaggio è questa. Alle banche convienestampare sempre più denaro, prestarlo e creare debito;l'inflazione che si riflette sull'andamento economico èl'interesse sul quale accumulano il capitale. Fa in modoche i soldi valgano sempre meno; le aziende chiudono, lefamiglie sono al collasso eppure gli istituti privati che

coniano le banconote continuano a trarne profitto. Com'èconsuetudine, alle crisi i governi rispondonoinflazionando la moneta; dicono per rimanere competitivisui mercati internazionali, in realtà corrono in aiuto degliistituti bancari. L'inflazione è l'interesse che paghiamoloro, ma è presentata come qualcosa di ineluttabile. Lebanche non falliscono, si ristrutturano; falliscono icorrentisti, coloro che hanno acquistato titoli spazzatura,quelli che hanno in mano obbligazioni fantasma ederivati. A pagare sono i soliti noti che tra una crisi el'altra vedono sparire i risparmi, svalutare le proprietà.Come le banche non sono associazioni che adulterano lamoneta, così pure il fatto che sottraggano i depositi aicorrentisti non è un'appropriazione indebita. La leggelegittima l'illecito, ma tutti sanno che dietro a quell'abusonel diritto si nasconde il furto, mascherato dallamacchinosità di un congegno programmato da ungruppo di imbroglioni che da sempre stampa emagheggia soldi. Statisti come Lincoln, Kennedy (chemuore il 22 novembre per un'insolita combinazione,esattamente 53 anni dopo jekill, quando una manciata dibanchieri, da Morgan, a Rokfeller a Aldrich si riunì insegreto per dar vita alla banca centrale americana) oanche Aldo Moro (con la banconota delle 500 lire, fattaprodurre dal ministero del tesoro, che portò nelle cassepubbliche oltre 400 miliardi) hanno coniato banconote distato. Quel che è accaduto dopo è storia. La strategiadella tensione comincia in Italia con le bombe in trebanche (due a Milano e una a Roma); Pasolini lo avevacapito e lo stava scrivendo. Termina per una stranacoincidenza col trattato di Maastricht. Ma ovviamentesono fatalità che distraggono l'opinione pubblica daquello che è un banale principio di buon senso: seguire isoldi lungo la catena. Come hanno fatto Falcone eBorsellino. Capire come nascono e dove vanno significacomprendere quello che sta accadendo e non solo a cosanostra.

I SOLDISul sito della Banca d'Italia si legge che è un entepubblico; frase equivoca, pubblico non vuol dire statale.Per il 94% è in mano a azionisti privati, tra cui Unicredit e

San Paolo. Le banche (non fa eccezione quella italiana,ora filiale della BCE), sono imprese private, stampanosoldi senza che abbiano una reale copertura in oro (nonpiù del 10%), così com'era consuetudine diciamo dalleRepubbliche Marinare in poi (che passarono dai semplicidepositi alle riserve frazionarie); emettono un debito e suquello fanno profitti. In sostanza diffondono carta che nonha valore, eppure i cittadini pagano loro un interesse perogni banconota stampata. I soldi sono un debito el'inflazione è l'interesse che paghiamo alle banche; se igoverni volessero estinguerlo non ne rimarrebbero incircolazione. Dalla Reserve in poi, nata sull'isola Jekyll il22 novembre 1910, quando un gruppo di banchieri siriunì in segreto pianificando quella che sarebbediventata la Fed. Thomas Jefferson aveva visto lontano; ibanchieri avrebbero stampato denaro e con esso debitopubblico, con conseguente svalutazione della moneta edelle proprietà, trasformando la politica nell'ancella diuna banca centrale. Follow the money, diceva GiovanniFalcone quando andava a caccia di delinquenti;seguendo i soldi come il formaggio per il topo si capisceforse qualcosa della storia recente.

I SOLDI DELLE BANCHEGuardate una banconota in euro; in alto, dove compare lascritta BCE c'è il marchio © di copyright.Una banconota èsolo un pezzo di carta. E' un simbolo e siamo d'accordo,ma non basta a spiegare la relazione che ha con le cosesignificandole tanto da poterle comprare. Se è subentrataalla merce e consente lo scambio deve contenere unsignificato. Al principio era l'oro, ad ogni banconotacorrispondeva una certa quantità che ne garantiva ilvalore; poi è avvenuto un incidente che ha consentito allebanche di stampare cartamoneta con una copertura realeminima. Come una cambiale che continua a passare dimano in mano senza mai estinguere il debito. Su ognibanconota emessa da imprese private lo stato paga gliinteressi e più la carta viene stampata più alimenta ildebito pubblico. Non ci pensiamo, ma i soldi sono debitopubblico. Per coprire tale debito i governi si rivolgonoalle banche che stampano altre banconote producendoancora interessi e nuovo debito. Se regalano carte di

credito e concedono prestiti a cittadini dichiaratamenteinsolventi una ragione pure ci sarà. Ebbene: leggete cosac'è scritto sulla banconota delle 500 lire, "di stato". Qual èla didascalia oggi?

IL DEBITO PUBBLICO E LE BANCHEVolete comprare qualcosa: andate in banca, mettonoun'ipoteca su un bene, ad esempio la terra e vi danno ledieci monete di cui avete bisogno. Le banche sonocomprensive ma vogliono pur sempre qualcosa incambio, diciamo una moneta all'anno. Il debito che avetecontratto con la stessa è ora di undici monete. A fine annovi recate in banca ma non le avete tutte e undici; vivengono allora incontro e trattengono solo la moneta diinteresse, rinviando al nuovo anno la riscossione deldovuto. Quindi: dalle dieci monete avete già sottrattoquella di interesse per il primo anno; rimane tuttaviaancora il debito complessivo delle dieci monete che sirinnova con una nuova moneta e dunque in tasca necontate nove. A queste nove bisogna però ancorasottrarre quella dell'interesse attuale; di anno in anno,una moneta alla volta la banca si è ripresa così il prestitoiniziale, le vostre dieci monete. Il problema è che orasiete senza terra, senza monete, ma con un debito che èrimasto inalterato nel tempo. Capite? Il debito alimentase stesso e produce sempre nuovo debito; analogamenteall'inflazione, che è l'interesse corrisposto annualmentealle banche. Qualcosa non quadra. Sul sito della Banca

d'Italia si legge che è un ente pubblico; frase equivoca,pubblico non vuol dire statale. Per il 94% è in mano aazionisti privati, tra cui Unicredit e San Paolo. Le banche(non fa eccezione quella italiana, ora filiale della BCE),sono imprese private, stampano soldi senza che abbianouna reale copertura in oro (non più del 10%), cosìcom'era consuetudine diciamo dalle RepubblicheMarinare in poi (che passarono dai semplici depositi alleriserve frazionarie); emettono un debito e su quellofanno profitti. In sostanza diffondono carta che non havalore, eppure i cittadini pagano loro un interesse perogni banconota stampata. I soldi sono un debito el'inflazione è l'interesse che paghiamo alle banche; se igoverni volessero estinguerlo non ne rimarrebbero incircolazione. Dalla Reserve in poi, nata sull'isola Jekyll il22 novembre 1910, quando un gruppo di banchieri siriunì in segreto pianificando quella che sarebbediventata la Fed. Thomas Jefferson aveva visto lontano; ibanchieri avrebbero stampato denaro e con esso debitopubblico, con conseguente svalutazione della moneta edelle proprietà, trasformando la politica nell'ancella diuna banca centrale. Follow the money, diceva GiovanniFalcone quando andava a caccia di delinquenti;seguendo i soldi come il formaggio per il topo si capisceforse qualcosa della storia recente.Guardate bene la foto; in alto, dove compare la scritta BCE c'è il marchio © di copyright