Referendum scuola, se 2 milioni di firme vi sembrano poche ......governo Renzi hanno deciso di...

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1 Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016 Appunti Effelleci Mantova agenzia di informazione settimanale giovedì 7 luglio 2016 040/2016 Redazione: via Argentina Altobelli 5 46100 Mantova * tel. 0376 202218 / 202224 / 202225 fax. 0376 320453 email: [email protected] * sito: www.cgil.mantova.it/FLC | sito regionale: www.flccgil.lombardia.it | sito nazionale: www.flcgil.it pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/57550287042/?fref=ts profilo twitter @flcmantova Referendum scuola, se 2 milioni di firme vi sembrano poche. Una parte a rischio, i promotori rinviano la consegna Comunicato stampa del Comitato Referendario Scuola Pubblica. 05/07/2016 L'impegno è stato - e continua a essere - così profondo e diffuso che rischiare di vanificarlo per errori di forma o per troppa fretta, sarebbe davvero imperdonabile. Per questo motivo, i promotori dei 4 quesiti abrogativi della "cattiva scuola" del governo Renzi hanno deciso di posticipare di qualche giorno la decisione sulla consegna delle firme in Cassazione, inizialmente prevista per oggi, martedì 5 luglio. Il risultato è notevole: siamo riusciti a raccogliere circa 2 milioni di firme complessive sui 4 quesiti. La soglia minima di 500.000 firme a quesito non garantisce margini di sicurezza, nonostante questi numeri. Una parte dei moduli arrivati al comitato nazionale infatti presenta degli errori formali, quali la non certificazione o la mancata autenticazione. Il grande sforzo e l'enorme lavoro delle decine di migliaia di militanti in tutta Italia - a cui va il sentito grazie degli organizzatori - giocoforza hanno presentato anche margini di errori e inesattezze a cui è possibile rimediare, ma con un po' di tempo in più. Le difficoltà della raccolta firme, le cui modalità sono stabilite per legge con un meccanismo ottocentesco (per citare le parole del Comitato dei referendum contro l'Italicum) non hanno di certo aiutato. Non possiamo inoltre dimenticare che ci sono moltissime altre firme raccolte e rimaste ancora nelle sedi sindacali o dei comitati locali che non sono pervenute a Roma in tempo utile. Considerando che nella conta della Cassazione si perde generalmente una percentuale del totale delle firme raccolte per errori di questo tipo, i promotori hanno deciso di non correre il rischio. D'altronde il numero di firme già raccolte e la mobilitazione vissuta nei territori, nonostante l'ostilità del "palazzo" e l'indifferenza dei mezzi di informazione, conferma la bontà delle rivendicazioni e delle proteste dell'autunno scorso contro la "cattiva scuola" del governo Renzi. Chi la scuola la vive e ha a cuore il presente e il futuro per i propri figli non accetta che essa venga trasformata in un luogo di alternanza fra scuola e lavoro, dove il preside-manager abbia la possibilità di valutare e scegliere i docenti e dove le scuole paritarie abbiano diritto ai finanziamenti che invece potrebbero migliorare le precarie condizioni di molti istituti pubblici e dove vengano abolite democrazia e contrattazione. Per tutti questi motivi la campagna di raccolta firme continua con ancora più convinzione e nei prossimi giorni verranno diffuse le modalità e i tempi. Il Comitato Referendario Scuola Pubblica

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Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016

Appunti Effelleci Mantova

agenzia di informazione settimanale

giovedì 7 luglio 2016

040/2016

Redazione: via Argentina Altobelli 5 – 46100 Mantova * tel. 0376 202218 / 202224 / 202225 – fax. 0376 320453 email: [email protected] * sito:

www.cgil.mantova.it/FLC | sito regionale: www.flccgil.lombardia.it | sito nazionale: www.flcgil.it

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Referendum scuola, se 2 milioni di firme vi sembrano poche. Una parte a rischio, i promotori rinviano la consegna

Comunicato stampa del Comitato Referendario Scuola Pubblica.

05/07/2016

L'impegno è stato - e continua a essere - così profondo e diffuso che rischiare di vanificarlo per errori di forma o per troppa fretta, sarebbe davvero imperdonabile. Per questo motivo, i promotori dei 4 quesiti abrogativi della "cattiva scuola" del governo Renzi hanno deciso di posticipare di qualche giorno la decisione sulla consegna delle firme in Cassazione, inizialmente prevista per oggi, martedì 5 luglio.

Il risultato è notevole: siamo riusciti a raccogliere circa 2 milioni di firme complessive sui 4 quesiti. La soglia minima di 500.000 firme a quesito non garantisce margini di sicurezza, nonostante questi numeri. Una parte dei moduli arrivati al comitato nazionale infatti presenta degli errori formali, quali la non certificazione o la mancata autenticazione. Il grande sforzo e l'enorme lavoro delle decine di migliaia di militanti in tutta Italia - a cui va il sentito grazie degli organizzatori - giocoforza hanno presentato anche margini di errori e inesattezze a cui è possibile rimediare, ma con un po' di tempo in più. Le difficoltà della raccolta firme, le cui modalità sono stabilite per legge con un meccanismo ottocentesco (per citare le parole del Comitato dei referendum contro l'Italicum) non hanno di certo aiutato.

Non possiamo inoltre dimenticare che ci sono moltissime altre firme raccolte e rimaste ancora nelle sedi sindacali o dei comitati locali che non sono pervenute a Roma in tempo utile. Considerando che nella conta della Cassazione si perde generalmente una percentuale del totale delle firme raccolte per errori di questo tipo, i promotori hanno deciso di non correre il rischio. D'altronde il numero di firme già raccolte e la mobilitazione vissuta nei territori, nonostante l'ostilità del "palazzo" e l'indifferenza dei mezzi di informazione, conferma la bontà delle rivendicazioni e delle proteste dell'autunno scorso contro la "cattiva scuola" del governo Renzi. Chi la scuola la vive e ha a cuore il presente e il futuro per i propri figli non accetta che essa venga trasformata in un luogo di alternanza fra scuola e lavoro, dove il preside-manager abbia la possibilità di valutare e scegliere i docenti e dove le scuole paritarie abbiano diritto ai finanziamenti che invece potrebbero migliorare le precarie condizioni di molti istituti pubblici e dove vengano abolite democrazia e contrattazione.

Per tutti questi motivi la campagna di raccolta firme continua con ancora più convinzione e nei prossimi giorni verranno diffuse le modalità e i tempi.

Il Comitato Referendario Scuola Pubblica

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Rassegna stampa

Raggiunta quota 530.000 firme, contro la Buona scuola si può chiedere un referendum

Quattro quesiti per abrogare i poteri dei presidi, l'alternanza scuola-lavoro, il buono scuola per le private e i comitati di valutazione per i premi ai docenti

07/07/2016

Corrado Zunino Repubblica,it

ROMA - Le firme ci sono, più del mezzo milione necessario. E sembrano tutte buone, certificate. I quattro quesiti per abrogare, nei suoi passaggi più importanti, la Legge "La buona scuola", la contestata 107, domani mattina alle nove saranno portati in Corte di Cassazione. Nella giornata di lunedì sono arrivate nella sede romana della Cgil scuola, la Federazione dei lavoratori della conoscenza al secondo piano di via Leopoldo Serra 31, quarantamila firme raccolte in diversi comuni italiani e non ancora inviate al Comitato promotore insediato a Trastevere. In periferia, molti non avevano capito che domenica 3 luglio era una data spartiacque. E le ultime firme - decisive - sono arrivate posticipate di due giorni. Il conteggio di ieri sera, definitivo, dava 530.000 firme acquisite, al netto delle undicimila non vidimate dai municipi e quindi non utilizzabili. I numeri sono apparsi sufficientemente sicuri per portare in Cassazione una richiesta di referendum abrogativo senza rischi. I quattro quesiti che vengono proposti, per chiedere la cancellazione di quattro articoli di legge, sono: i poteri dei dirigenti scolastici, l'alternanza scuola-lavoro, il buono scuola per le private e i comitati di valutazione per l'assegnazione dei premi ai docenti più meritevoli. Il centro della Buona scuola, ecco. Non sarà necessario riaprire i banchetti per una settimana, come inizialmente previsto: gli scatoloni con le firme possono essere portati in Suprema Corte. In attesa dell'ultimazione della raccolta firme per i due comitati per il "sì" e per il "no" al referendum costituzionale (che, comunque, è già stato fissato per via parlamentare), ad oggi sono approdati in Cassazione i tre requisiti per abrogare pezzi del Jobs Act (cancellazione dei voucher per il lavoro accessorio, reintegro in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende sopra i cinque

dipendenti, reintroduzione della piena responsabilità solidale negli appalti) e i quattro della Buona scuola. Non sono state raggiunte firme sufficienti (devono essere, appunto, 500.000) per abrogare la legge elettorale detta Italicum e per due quesiti ambientali (trivelle e inceneritori).

Fonte;

http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/raggiunta-quota-530-000-firme-contro-la-buona-

scuola-si-puo-chiedere-un-referendum.flc

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IN EVIDENZA

Procedure assegnazione docenti dalle scuole agli ambiti. Esiti positivi dal confronto politico

Create le condizioni per un confronto negoziale basato sull'imparzialità e la trasparenza delle procedure. Esclusa la possibilità per i dirigenti scolastici di agire la cosiddetta chiamata diretta

dei docenti prevista dalla legge 107 sulla scuola. 07/07/2016

FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola - SNALS Confsal COMUNICATO

SEQUENZA SULLE MODALITÀ DI ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI DA AMBITO A SCUOLA, CI SONO LE CONDIZIONI PER UNA POSITIVA CONCLUSIONE

L'incontro in sede politica del 6 luglio 2016 al MIUR ha permesso di definire le condizioni per giungere alla positiva soluzione di un accordo sulla sequenza contrattuale per l'assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole. Questi in sintesi gli elementi su cui si fonderà l'elaborazione del CCNI, frutto di un difficilissimo confronto:

trasparenza della procedura

oggettività dei requisiti considerati funzionali all'attuazione dell'offerta formativa

garanzia di requisiti definiti su una tabella titoli individuata a livello nazionale senza alcuna discrezionalità della procedura

Si avvia così a conclusione un difficile e impegnativo percorso, per il quale si ipotizza una definitiva chiusura in tempi brevi; percorso aperto con l'accordo sulla mobilità territoriale dei docenti e che ha valorizzato ancora una volta il ruolo della contrattazione nell'affrontare e superare le più evidenti criticità della legge 107/2015, a partire dalla chiamata diretta. Roma, 7 luglio 2016

FLC CGIL, Domenico Pantaleo CISL Scuola, Maddalena Gissi UIL Scuola, Giuseppe Turi SNALS Confsal, Marco Paolo Nigi

Mobilità scuola 2016/2017: i posti disponibili dopo i trasferimenti provinciali della scuola secondaria di secondo grado

Pubblicati i trasferimenti provinciali. Dopo la fase A risultano disponibili 29.423 posti comuni e 3.691 posti di sostegno.

04/07/2016

Il 4 luglio 2016 è avvenuta la pubblicazione dei risultati dei movimenti per la fase A della scuola secondaria di secondo grado. I docenti interessati possono prendere visione dell‘esito della domanda (provinciale, di trasferimento o di mobilità professionale) su Istanze online: accedere alla propria pagina personale, fare click in alto a destra su ―Altri servizi‖ e quindi ―Mobilità in organico di diritto‖. Coloro che hanno presentato domanda hanno comunque ricevuto una comunicazione di avviso nella propria casella di posta.

Sulla base dei dati riepilogativi forniti dal Miur abbiamo effettuato una prima elaborazione sulla situazione dei posti disponibili dopo la fase provinciale: risultano disponibili per le fasi successive: 29.423 posti comuni (di cui 2.046 accantonati per gli assunti da concorso nelle fasi B e C e 2.716 per i passaggi interprovinciali) e 3.691 posti di sostegno (di cui 103 accantonati per gli assunti da concorso nelle fasi B e C e 545 per i passaggi interprovinciali).

In allegato la situazione complessiva e quella suddivisa per provincia e per classe di concorso/tipo di posto.

elaborazione flc cgil riepilogo situazione organico scuola secondaria di ii grado 2016 2017 dopo i trasferimenti fase a luglio 2016

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Organici ATA: richiesta unitaria al MIUR di un tavolo politico di confronto

La richiesta, indirizzata al Gabinetto del Ministro e al Sottosegretario Faraone, punta all’integrazione di circa 9000 posti ripartiti fra i diversi profili.

07/07/2016

FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno inviato una lettera al Ministero per ottenere la neutralizzazione, come già avvenuto per l‘anno in corso, dei tagli dei 2020 posti previsti dalla legge di Stabilità 2015 e per avere la garanzia del recupero dei posti necessari al funzionamento delle scuole per l‘anno scolastico 2016-2017.

La lettera sottolinea come lo schema di Decreto ministeriale sull‘organico triennale del personale ATA allegato alla Circolare diffusa il 30 giugno 2016 non offra nessuna garanzia sulla tenuta complessiva delle dotazioni organiche per l‘anno prossimo.

Da qui la necessità di un confronto politico specifico e di merito che avvenga quanto prima con l‘obiettivo di integrare le dotazioni organiche almeno nella quota attualmente funzionante pari a circa 9000 posti ripartiti tra i diversi profili ATA.

Ciò anche in presenza di un incremento della popolazione scolastica e dell‘aumento dei carichi di lavoro conseguente alle misure della legge 107/2015.

____________________

Roma, 6 luglio 2016

Dott. Alessandro Fusacchia Capo di Gabinetto del Ministro

dell‘Istruzione, Università e Ricerca On. Davide Faraone

Sottosegretario di Stato MIUR

Oggetto: Richiesta attivazione confronto su organici personale ATA

Lo schema di Decreto Ministeriale allegato alla circolare n. 17763 della Direzione Generale MIUR per il Personale Scolastico, diffusa il 30 giugno scorso, conferma purtroppo il taglio di 2.020 posti ATA, in applicazione di quanto previsto dalla Legge di Stabilità per il 2015, pur in presenza di un incremento della popolazione scolastica e del potenziamento dell‘offerta formativa erogata dalle scuole con l‘attuazione della Legge 107.

Nonostante le richieste avanzate dalle scriventi OO.SS. di fornire già in sede di definizione dell‘organico di diritto le opportune garanzie di tenuta complessiva delle dotazioni organiche per il prossimo anno scolastico, la citata circolare non fornisce alcuna assicurazione circa la possibilità di recupero dei posti necessari al funzionamento delle scuole attraverso l‘adeguamento dell‘organico di diritto alle situazioni di fatto, limitandosi soltanto a un generico rinvio.

Come già avvenuto in sede di organico di fatto per l‘a.s. 2015/16, e senza attendere la fine di agosto, è invece necessario garantire, fornendo apposite istruzioni alle Direzioni Regionali, l‘integrazione delle dotazioni organiche, almeno nella quota attualmente funzionante, pari a circa 9.000 posti ripartiti tra i diversi profili ATA.

Convinti che la funzionalità delle scuole, compresi i servizi generali, amministrativi e ausiliari, debba essere al centro delle politiche di codesta Amministrazione, chiedono urgentemente l‘attivazione di un tavolo per definire quanto in oggetto

FLC CGIL Domenico Pantaleo

CISL Scuola Maddalena Gissi

UIL Scuola Giuseppe Turi

SNALS Confsal Marco Paolo Nigi

GILDA Unams Rino Di Megli

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NOTIZIE DALLA FLC NAZIONALE

In ricordo di Eli Wiesel

Ci lascia all'età di 87 anni. Fu testimone della Shoah e premio nobel per la pace.

04/07/2016

Si è spento il 2 luglio scorso Eli Wiesel, premio nobel per la pace e attivista infaticabile per i diritti umani. Con lui si spegne un altro testimone della Shoah. Wiesel infatti fu deportato nel 1944 insieme alla sua famiglia. Sopravvisse a Buchenwald e riuscì a ricongiungersi dopo la guerra con due sorelle. I genitori e l‘altra sorella furono uccisi.

In questi giorni in cui la follia umana non ci risparmia efferatezze e ferocia, vogliamo ricordarlo con un brano tratto da un suo romanzo che descrive con pennellate essenziali l‘agghiacciante montare della paura delle vittime di un pogrom.

Leggi l'approfondimento di Edizioni Conoscenza.

Preoccupanti fenomeni di xenofobia a Verona

Solidarietà alle RSU dell’Enaip Veneto.

05/07/2016

Gravi atti d‘intolleranza si sono manifestati a Verona, il 9 giugno scorso, davanti i cancelli del CSF ―Dino Coltro‖. Davanti la sede del centro di formazione professionale un gruppo di una trentina di neo nazisti appartenenti a Forza Nuova, scortati dalla polizia, si sono presentati inscenando una indegna provocazione contro gli studenti in gran parte di origine straniera. Solo l‘intervento diretto del personale dell‘istituto e la grande responsabilità degli studenti ha evitato di arrivare allo scontro fisico.

Il dialogo interetnico, l‘accoglienza e la multiculturalità sono valori assunti da tempo dai lavoratori del CFP per trasmetterli agli alunni quotidianamente attraverso le normali attività didattiche ed extra-didattiche a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua e dalla religione.

La FLC CGIL esprime solidarietà a tutti gli alunni del CFP e apprezzamento per la maturità dimostrata non reagendo alle provocazioni.

Esprimiamo il nostro sostegno alle RSU, alle lavoratrici e ai lavoratori del CSF ―Dino Coltro‖ di Verona per l‘opera meritoria che svolgono contro l‘intolleranza attraverso la quotidiana integrazione delle differenze etniche e culturali respingendo con sdegno ed intransigenza qualsiasi rigurgito fascista.

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NOTIZIE DALLA FLC REGIONALE Lombardia

Gli istituti professionali statali cancellati in Lombardia?

Per l’Assessore Valentina Aprea 70.000 tra docenti, dirigenti scolastici e personale ATA degli istituti professionali statali non servono.

05/07/2016

A cura della FLC CGIL Lombardia

L‘assessore Aprea non è d'accordo con la revisione dei percorsi d'Istruzione Professionale prevista dalla legge 107/15? Lo dica chiaramente anche nella sua regione.

Siamo rimasti sconcertati anche noi della FLC CGIL Lombardia, dopo le affermazioni dell‘Assessore Valentina Aprea durante il convegno ―Accendere i fari sull‘Istruzione e Formazione Professionale‖ organizzato dall‘associazione Treelle tenutosi a Torino il 23 giugno scorso. Mai, infatti, nel suo territorio di appartenenza l'assessore aveva azzardato proposte tese a smantellare l'esperienza degli istituti professionali statali. Noi siamo propensi a credere che quanto si sta elaborando a livello nazionale sul riordino del sistema d'istruzione professionale, nelle "segrete stanze" del Ministero, stia creando un certo nervosismo nel nostro assessore, soprattutto le elaborazioni che riguardano il sistema d'Istruzione e Formazione Professionale.

Ci viene da pensare che certe affermazioni siano frutto di una preoccupazione di quanto prevede la Riforma Costituzionale del titolo V relativa alle competenze su Istruzione e Formazione Professionale su cui i cittadini dovranno esprimersi nel Referendum costituzionale di quest‘autunno. Non è un segreto, infatti, che nella prossima revisione costituzionale sia previsto il passaggio della IeFP a livello di competenza statale. Di certo è che la situazione nazionale è molto diversificata pur essendo il Titolo V della Costituzione chiaro. Crediamo sia necessario garantire in tutto il territorio nazionale esigibilità del percorso di Istruzione e Formazione Professionale.

È utile ricordare che gli istituti professionali accolgono in Lombardia migliaia di studenti, circa il 13% del totale. Una utenza, con debolezze già in uscita dalla scuola media e con percentuali significative di ragazzi che presentano un ritardo negli studi oltre che una presenza di molti alunni stranieri, a cui bisogna dare una risposta di istruzione e formazione professionale non finalizzata solo alla qualifica professionale.

Bisogna poi ricordare che lo sviluppo dell‘istruzione tecnica e professionale in Lombardia, sostenuto anche dall‘esperienza dei Poli tecnici professionali di questa regione, prevede il pezzo degli Istituti professionali statali.

L'assessore, lo ribadiamo, abbia il coraggio di affrontare nella "sua" regione la questione della prossima e possibile modifica della Costituzione, che potrebbe portare la competenza per le ―norme generali e comuni‖ della IeFP a livello statale.

Questa eventualità può rappresentare o no un‘occasione per superare l‘anomalia di un doppio sistema professionalizzante di secondo ciclo? Davvero non si può discutere con pacatezza sulla eventuale confluenza verso un sistema unitario tra IP e IeFP, con erogazione dei percorsi da parte degli Istituti Professionali Statali e da parte delle istituzioni formative?

Se si aprirà un confronto costruttivo e non solo propagandistico, la FLC CGIL Lombardia è pronta a parteciparvi portando all'attenzione dell'assessore le sue proposte prioritarie e qualificanti finalizzate al rilancio della Istruzione professionale e conseguentemente della IeFP.

Non crediamo a spot generici e provocatori che riguardano tra l‘altro 70.000 tra insegnati, dirigenti scolastici e personale amministrativo, tecnico, ausiliario degli istituti professionali statali.

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HANNO SCRITTO, HANNO DETTO

Economia

L'Italia non riparte, bisogna investire sul lavoro

05 luglio 2016 ore 14.45

Sanna (Cgil) a RadioArticolo1: "Da tempo diciamo che non si può più contare sulla domanda estera, per tanti anni traino della crescita precrisi. Al di là della propaganda dell'esecutivo il paese non si riprende, si rischia una grande stagnazione"

―Al di là della propaganda del governo, l'economia italiana non riprende e si prefigura una grande stagnazione. In verità, la ripresa non è mai cominciata e recuperare i livelli pre-crisi sarà molto difficile. Il voto pro Brexit è quel che manca all'Europa, perché il Regno Unito non ha subito l‘austerity, non è dentro l'area euro, non è nel fiscal compact o nell'Euro plus. Il problema è che la governance economica europea non rappresenta una vera alternativa a un processo di crescita e sviluppo; dunque, è quello che ha fatto dire oltremanica restiamo inglesi e basta". Così Riccardo Sanna, coordinatore Area politiche di sviluppo Cgil ai microfoni di RadioArticolo1.

―Il sistema bancario europeo è molto fragile – ha affermato l‘esponente Cgil –, perché lo è il sistema di regole d‘intervento a sostegno dell'economia, e di conseguenza, anche della finanza al servizio dell'economia. Le banche sono sotto attacco perché sanno benissimo che le regole Ue non permettono di rafforzare i capitali nè la tenuta del sistema bancario nazionale ed europeo. Il primo impatto della Brexit si è avuto sulla sterlina, ma subito dopo sulle banche di tutto il continente. Anche qui, il problema è l'infrastruttura di regole e la governance economica europea che non dà respiro nè speranza, ma è di nuovo vittima di oligarchie e tecnocrazia. Il nostro sistema bancario è abbastanza solido in una fase ordinaria, ma la crisi è un qualcosa di strutturale, per cui servono interventi straordinari, non a caso, in queste ore, anche premier e ministro dell'Economia stanno tentando di avere l'autorizzazione per creare un grande scudo di salvataggio delle banche. Il problema è che anche se l'avessimo, un minuto dopo come faremmo a far ripartire l'economia?‖

―Da tempo, la Cgil ha detto che non si poteva più contare sulla domanda estera – ha aggiunto il sindacalista –, per tanti anni il traino della crescita italiana prima della crisi. Così come, da tempo, abbiamo detto che la crisi di domanda globale si sommava a una crisi dell'offerta della qualità delle produzioni, e questo si vede nel grado di penetrazione delle importazioni, cioè il fatto che le nostre imprese non riescono a rispondere ai consumi e alla domanda nazionale, per cui il governo ha cercato di riorientare l'economia verso la domanda interna, erogando incentivi a pioggia, con tantissime risorse disperse. Basti pensare agli sgravi contributivi per le assunzioni, che si sono rivelate nella maggior parte dei casi trasformazione di contratti a tempo determinato, con pochissima occupazione aggiuntiva. In questa fase, il problema sta negli investimenti, che le imprese non fanno‖.

―Gli incentivi non sono la stessa cosa degli investimenti – ha proseguito Sanna –, perché l'incentivo è un credito a prescindere dal risultato, mentre l‘investimento è un vincolo, un allargamento della base produttiva, che si è ridotta di oltre venti punti dal livello del 2007, per cui dare incentivi non garantisce un buon esito. Sono stati programmati e spesi oltre 18 miliardi, ma il risultato è poco più di 100.000 posti davvero aggiuntivi: se facciamo una banale divisione, ci accorgiamo che si potevano spendere assai meglio quei 60.000 euro per occupato aggiuntivo. Il punto sta nella capacità dello Stato d‘intervenire in economia e generare la giusta via degli investimenti, creando settori e mercati adeguati ad agganciare quell‘innovazione che in tutto il mondo sta producendo nuovi posti di lavoro e ne distrugge degli altri; ecco, allora, che resta del tutto attuale anche la nostra idea d‘investire nei beni comuni, nell'innovazione sociale, ritrovando così l'obiettivo della piena occupazione‖.

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Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016

―Il problema è che lo scenario globale è molto incerto – ha spiegato il dirigente sindacale –, ci sono forti tensioni geopolitiche, c'è una svalutazione di materie prime e beni energetici, che è ciò che trascina di più in deflazione. Però, è anche vero che la domanda estera netta italiana mediamente è più bassa, e in termini aggregati è negativa; abbiamo delle eccellenze, ma non bastano per incidere sulle esportazioni, mentre la domanda interna, che dovrebbe compensare, ricomponendo la crescita nazionale, non lo fa. Quindi, domanda estera meno 0,2%, domanda interna 0,2%, siamo pari, stiamo a zero, e ciò che trascina quel ‗rimbalzino‘ congiunturale del Pil sono le scorte, dunque, non abbiamo bisogno di nuovi consumi, abbiamo bisogno di nuovi investimenti. Ciò che manca è una vera politica industriale che guardi al futuro e crei occupazione: in altri Paesi è stata fatta e la disoccupazione è stata dimezzata. Naturalmente, tutto questo richiede di scommettere sul lavoro, che dovrebbe essere un progetto europeo. Se lo si facesse, si scongiurerebbero tutti i nazionalismi, compreso quello che ha portato alla Brexit, e in Italia lo si può fare, bisognerebbe solo utilizzare meglio le risorse a disposizione‖.

―Il nodo fondamentale è la dinamica salariale ferma da troppo tempo, – ha osservato ancora Sanna – come sostengono anche Ocse e Fmi. Il governo non lo ha capito e tenta d‘indebolire l‘istituto del contratto collettivo nazionale di lavoro - che finora ha garantito quei pochi consumi che abbiamo -, e il neopresidente di Confindustria propone lo scambio salario-produttività. In realtà, i salari reali in Italia sono aumentati molto meno che in passato, e non riescono a scongiurare la deflazione. Questo è un messaggio che ci viene anche da Bce e Banca d'Italia. Il punto su cui sbaglia Boccia è che rovescia il paradigma, ci vuole produttività da redistribuire sul salario, ma se si aumentano i salari reali, si genera anche maggiore produttività. Nel 2015 la produttività è stata zero, secondo Confindustria il salario dovrebbe crescere zero? Direi di no, se aumentano i salari reali e aumenta l'occupazione, il modo per aumentare i redditi da lavoro, di sicuro avremo più investimenti. Quel che non funziona da noi è la produttività del capitale, non quella del lavoro‖.

―Bisogna tornare al Piano del lavoro della Cgil – ha concluso Sanna –, investire sul lavoro, attraverso investimenti pubblici che generano investimenti privati. Puntare nei settori in cui l'innovazione da sola non genera abbastanza posti di lavoro, dove c'è una rivoluzione tecnologica. Occorrono regole, politiche, fondi pubblici da indirizzare verso la green economy, i beni comuni - welfare, patrimonio artistico-culturale, ambiente - e una ricaduta fortissima nei settori privati, moltiplicando ricchezza e di conseguenza posti di lavoro. Si pensi alla qualità delle costruzioni, del trasporto pubblico integrato, in generale dei servizi pubblici. Tutto ciò significa generare uno shock nell'economia attraverso l‘intervento pubblico, che può moltiplicare investimenti, capitale, consumi, posti di lavoro, e di conseguenza aiutare le imprese a crescere. Un intervento pubblico del genere dovrebbe avere una politica economica ad hoc. Noi registriamo con favore che con la contrattazione territoriale si fanno tantissimi accordi. Quindi, a livello di economie locali vi sono forti istanze di sviluppo, ma non basta, bisogna farlo a livello nazionale, se non europeo. Però, non ci arrendiamo e siamo sicuri che, oltre all‘analisi, non sbagliamo nemmeno le ricette‖.

LEGGI ANCHE Cgil: dopo la Brexit la Ue continua a balbettare

Il governo faccia i conti con la realtà

Almanacco dell'economia (pdf)

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/cgil-ripartiamo-dal-piano-del-lavoro

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RASSEGNA STAMPA

"Così quei sei anni di tagli hanno impoverito la scuola”

La Corte dei conti sul periodo 2008-2014: insegnanti diminuiti del 9% e stipendi da 1.300 euro al mese. Con la riforma l’inversione di rotta

06/07/2016

Corrado Zunino ― La repubblica.it‖

La Corte dei conti parla molto di scuola, e in maniera dettagliata, nell‘ultima relazione sul pubblico impiego. Denuncia l‘impoverimento strutturale dell‘Istruzione, almeno fino al 2014. Con un lavoro chiuso lo scorso maggio, le sezioni riunite in sede di controllo hanno preso in esame i sei anni della più grande crisi del dopoguerra, dal 2008 al 2014, sovrapponendoli nello specifico alle tre stagioni del ―taglione‖ da 8 miliardi alle scuole realizzato dai ministri Tremonti-Gelmini e alle due legislature di ferrea austerity di Monti e Letta. Dice la Corte dei conti: l‘accorpamento delle scuole italiane ha tolto all‘istruzione un dirigente scolastico ogni tre, ora sono 7.440. Per risparmiare 63 milioni da questa voce, solo nel Lazio si sono perse 109 autonomie. In tutto, da 50mila plessi scolastici ne sono rimasti 41 mila. «Novemila edifici non sono più scuole», precisa il sindacato Anief. In quel periodo — sei anni, appunto — sono usciti dalla scuola quasi centomila dipendenti, mai sostituiti: l‘8,1 per cento del totale. Gli insegnanti in sei anni sono scesi del 9,2 per cento, i docenti di religione del 10,9. Sono invece cresciuti in maniera forte, sempre fino al 2014, gli insegnanti di sostegno, nel tentativo di mettere rimedio a un ritardo atavico: all‘ultima data considerata erano 75.314, il 48 per cento in più. E sono saliti — questo non si era mai detto — tecnici, amministrativi e bidelli: del 12,2 per cento.

Il lavoro dei giudici contabili presenta la questione scuola in un quadro generale che consente di sfatare alcuni miti. Innanzitutto, quello della pletora di dipendenti pubblici in Italia. I lavoratori del pubblico impiego italiano sono 3 milioni e 340 mila. Un numero che rappresenta il 72 per cento di quello dei dipendenti di Stato tedeschi, il 63 per cento di quelli inglesi, il 60 per cento dei francesi. Solo la Spagna ne ha meno.

Sul fronte dei tagli, poi, gli 8,7 miliardi sottratti al settore in Italia, pari al 5,1 per cento del Pil, sono inferiori a quelli attuati nel resto dell‘Europa del Sud: l‘8 per cento in Spagna, oltre il 16 per cento in Portogallo, il 23 in Grecia.

Gli occupati della scuola coprono la fetta più grande della Funzione pubblica italiana: il 32 per cento. Tuttavia, nei sei anni horribiles il milione abbondante (in discesa) dei dipendenti dell‘Istruzione ha visto la sua retribuzione in calo rispetto al costo della vita. Significativamente. La spesa generale per gli stipendi è scesa del 16 per cento, da 33,5 a 28,2 miliardi. La busta paga media di un insegnante con dieci anni di anzianità, nel 2014, era di 1.280 euro il mese. Metà di quella un preside, un sesto di quella di un dirigente statale di primo livello. Gli stipendi di amministrativi, tecnici e ausiliari, poi, sono da soglia di povertà: 22.000 euro lordi all‘anno.

In un passaggio, la Relazione 2016 riconosce che, nel novembre scorso, la Buona scuola ha immesso in cattedra 47mila nuovi docenti «in relazione alla creazione dell‘organico dell‘autonomia scolastica», invertendo sì la tendenza del taglio sul personale, «ma non riuscendo a sanare le limitazioni di organico determinate nei sei anni precedenti».

http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/cosi-quei-sei-anni-di-tagli-

hanno-impoverito-la-scuola.flc

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Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016

Riforma, Renzi: abbiamo gestito la protesta, basta interpretazioni macchiettistiche

A sentire parlare il premier di scuola, non sembra vi siano ripensamenti: la maggioranza del PD intende andare avanti con la riforma. 06/07/2016 Alessandro Giuliani (La tecnicadellascuola.it )

A sentire parlare il premier di scuola, non sembra vi siano ripensamenti: la maggioranza del PD intende andare avanti con la riforma.

Matteo Renzi ammette, il 4 luglio, durante l'attesa Direzione del Pd, che lo scorso anno la protesta è stata massiccia. Ma siccome il suo partito ha deciso di ―tenere duro‖, di non cedere alla contestazione, contro merito, dirigenti con super poteri, albi territoriali, chiamata diretta e via dicendo, oggi più che ieri non sembra esserci alcuna intenzione di ravvedersi. Né di cambiare rotta di qualche grado.

―Quando qualcuno contesta sulla scuola, dobbiamo notare come oggettivamente si sia prodotta una frattura nel maggio del 2015 – ricorda Renzi - e come questa frattura sia stata gestita dal Pd, di come la discussione abbia prodotto passi in avanti, di come la percentuale di quelli che hanno fatto‖ le prove ―Invalsi sia aumentata a dismisura‖.

Francamente, il riferimento alle prove nazionali standard realizzate nelle scuole nel corso di quest‘anno, non comprendiamo quanto possa essere associato come esempio per giustificare l‘inconsistenza del malcontento per l‘approvazione della riforma, se non nel fatto che aumentando il numero di adesioni alle prove Invalsi si vuole intendere che la protesta è ormai scemata.

Renzi torna poi a confermare quanto detto da tempo: ―sul tema della scuola si gioca parte importante del futuro del nostro Paese". Il presidente del Consiglio racconta quindi un aneddoto, riguardante la conclusione degli studi da parte di uno studente disabile della scuola superiore. Facendo intendere che questa esperienza, a lieto fine, il suo conseguimento della maturità, incarni in qualche modo la dimostrazione del livello di alta qualità della scuola italiana.

―Oggi a Gela – racconta il premier - si è diplomato Samuele, un ragazzo autistico che ha avuto la forza e il sostegno delle persone che stavano con lui. Quando uno come Samuele arriva al diploma noi, nel preoccuparci di come garantirgli un domani dobbiamo essere anche orgogliosi della scuola italiana e non cedere ad una interpretazione macchiettistica‖. Per poi concludere: ricordate, ad ogni buon contro, che ―abbiamo messo 3 miliardi sulla scuola‖.

Francamente, riteniamo che a ―cadere‖ nell‘interpretazione ―macchiettistica‖ sia stato però proprio Renzi. Perché ridurre le problematiche o i pregi dell‘istruzione italiana al raggiungimento del diploma di maturità di un ragazzo autistico, appare fuorviante. Perché, invece, il premier, non si è soffermato sui problemi generalizzati delle nostre scuole? Avremmo preferito, decisamente, che avesse speso due parole sul precariato che non si riduce, sugli stipendi fermi da sei anni, sui finanziamenti ancora dimezzati per il miglioramento dell‘offerta formativa. O, più semplicemente, sulle difficoltà che sta incontrando l‘applicazione della Legge 107/2015, ad iniziare dall‘attuazione più che ―mitigata‖ della chiamata diretta.

Proprio a scuola, gli insegnanti, che sono oggi tra i meno pagati dell‘area Ocse, ci hanno insegnato che il confronto aperto è l‘arma migliore per vincere la diffidenza. Potremmo anche sbagliarci, ma dire che ―dobbiamo essere orgogliosi per la scuola italiana‖, senza però entrare nel merito delle questioni aperte, non appare una scelta orientata al confronto. Mentre, sembra porre le basi per alimentare il solco del dissenso verso l‘attuale Governo. http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/riforma-renzi-abbiamo-gestito-la-protesta-basta-interpretazioni-macchiettistiche.flc

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Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Accadeva 150 anni fa ….

Il mattino del 17 luglio 1866 iniziò il bombardamento contro i forti di Motteggiana (Mn), di Rocchetta e di Bocca di Ganda, un fatto d‘arme che l‘Esercito del Regno d‘Italia, nato nel 1861, condusse contro la testa di ponte di Borgoforte, costruita dagli austriaci pochi anni prima. Il fatto si inserisce nel quadro della III^ guerra d‘indipendenza che il re Vittorio Emanuele II° volle per portare a termine l‘unificazione del regno con l‘annessione del Veneto e di parte della provincia di Mantova ancora governata dagli austriaci.

Un cronista dell‘epoca racconta il lavoro sorprendente condotto in poco tempo dai nostri per predisporre l‘attacco: ―scavarono sottoterra polveriere con loro vie coperte, si costruirono terrapieni …lavoro faticoso a causa del terreno, dove acquitrinoso, dove sdrucciolo, pericoloso perché soggetto in gran parte ai tiri del nemico‖. Per la battaglia dice: ‖La scena di questo combattimento non si ritrae: lo striscio e il scibilo dei fuochi, lo irrompere di quattro forti, il greve tuono di otto batterie, lo schianto delle granate che rovinano, esplodono, scagliando al cielo, quasi macigni, i pezzi di quei muri che sembravano poc‘anzi sfidare l‘eternità; case quinci e quindi incendiate; un paese senz‘anima viva, sotto baleni e fulmini, adombrato da vortici di fumo e di polvere‖.

Il governatore di Mantova, Sztankovics, la sera del 17 convocò un consiglio di guerra con cui ordinò di far saltare tutto quanto rimaneva dei forti. Vennero rasi al suolo i forti Rocchetta e Bocca di Ganda mentre quello di Borgoforte fu risparmiato. ―Secondo la ricostruzione di Roberto Segre, ciò avvenne per l‘opera coraggiosa di un abitante di Borgoforte, che, per preservare il paese dai danni dell‘esplosione, aveva tagliato, con indubbio coraggio, la miccia‖.

Le truppe italiane erano stata battute il 24 giugno a Custoza e lo saranno il 20 luglio, per mare, a Lissa mentre il fatto d‘arme del 17 luglio a Borgoforte fu vittorioso. Le otto batterie dell‘Artiglieria italiana, posizionate nel paese poi chiamato Motteggiana e in quello di Villa Saviola spararono, nei giorni 17 e 18 luglio ―6 533 colpi a cui gli austriaci risposero con 4600 – 4700 colpi. Da una sponda all‘altra del Po erano ―volati‖ quasi 12.000 colpi di cannone e, se si aggiungono quelli sparati il giorno 5 luglio, il totale arrivò a 28 000‖.

Dopo l‘annessione, sancita dal plebiscito del 21 ottobre 1866, operò una commissione governativa che rivisitò tutti i nomi dei paesi e dei Comuni, effettuando diverse variazioni sulla base delle indicazioni espresse dai consigli comunali interessati. Per quanto riguarda il Mantovano fu modificato il nome del comune di Castellaro in Castel D‘Ario, Borgoforte in destra Po divenne Motteggiana; alla denominazione del comune di Pieve fu aggiunto ―di Coriano‖, quello di Mulo divenne Villa Poma e l‘altro di Quattro Ville fu trasformato in Virgilio; per Borgofranco si specificò ―sul Po‖, Carbonara ―di Po‖, San Benedetto ‖Po‖ e Serravalle ―a Po‖, mentre a Poggio venne aggiunto ―Rusco‖ e a San Giorgio ―di Mantova‖ .

A Sailetto fu inaugurato nel 1887 un Monumento in onore dei 20 caduti nelle operazioni militari contro il sistema difensivo austriaco di Borgoforte, indicati per grado e comune di nascita o di residenza.

Prof.ssa. Carla Bignotti

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A SERMIDE DAL 5 ALL’8 LUGLIO ARRIVA LA TENDA ROSSA

COS’È LA TENDA ROSSA La Tenda Rossa indica la volontà di "occupare" e presidiare un territorio per far conoscere

l'attività del sindacato e dare supporto ai lavoratori e lavoratrici ma soprattutto per sottolineare

che la FLAI CGIL in determinate realtà “ci mette le tende” finché non saranno risolti problemi e

difficoltà presenti.

In questo modo le grandi e piccole vertenze di un territorio, di una realtà produttiva o di un’area

più vasta troveranno casa nella tenda rossa della FLAI La Tenda sarà il luogo d’incontro e dibattito di tutti coloro che vogliono vivere il proprio territorio

confrontandosi su temi che riguardano il mondo del lavoro ma anche questioni di carattere

generale quali ad esempio la legalità.

Con la tenda rossa la FLAI CGIL è sindacato di strada e sindacato di piazza con la volontà di

essere sempre più vicina ai lavoratori ed ai loro problemi.

PERCHÉ A SERMIDE A giugno 2011 la FLAI di Mantova organizzò un convegno dal titolo “STOPcaporalato” nel quale

si denunciavano problematiche legate al fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare che

stavano interessando anche il nostro territorio. Con questa iniziativa la FLAI insieme alla CGIL hanno raggiunto un primo risultato con il riconoscimento che il caporalato e l’intermediazione di

manodopera diventassero reato penale (art. 603 bis - codice penale).

Ad agosto 2013, nell’ambito della campagna degli “Invisibili delle campagne di raccolta” abbiamo

organizzato 2 giornate nelle quali abbiamo distribuito ai lavoratori presenti nel territorio di Sermide

bottiglie d’acqua e una maglietta della FLAI CGIL per denunciare che il fenomeno del lavoro

irregolare stava radicandosi in particolare nel territorio di Sermide.

Nel 2016 pensiamo che il problema non si sia risolto e che, anzi, abbia assunto dimensioni più

importanti. Abbiamo denunciato situazioni di lavoratori sfruttati, sottopagati o addirittura non

pagati. Lavoratori depredati della loro dignità e della possibilità di poter vivere una vita onesta

insieme alle loro famiglie.

COSA SI FARÀ IN QUESTE GIORNATE Sotto la Tenda si alterneranno dibattiti, distribuzione di materiale informativo, consulenza

sull’attività sindacale e di servizio della FLAI e della CGIL, musica, cucina.

I lavoratori, i cittadini e i datori di lavoro (se vorranno) potranno informarsi e confrontarsi con noi.

Un occhio di riguardo verrà dato ovviamente ai lavoratori dell’agricoltura su questioni quali i diritti,

i minimi contrattuali, le ore di lavoro da fare, come devono essere controllate e retribuite, la salute

e la sicurezza.

La volontà è di fare emergere le situazioni di sfruttamento ma anche evidenziare che ci sono

aziende sane.

Per questo come FLAI riteniamo utile l’istituzione di un luogo legale e trasparente d’incontro tra

domanda e offerta di lavoro, così come il potenziamento della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità

in modo tale che i datori di lavoro possano accedere ad un riconoscimento di corretto utilizzo

della !manodopera secondo i Contratti di lavoro e leggi.

FLAI MANTOVA ' 0376 202251-2-3-4 ; [email protected]

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GLI APPUNTAMENTI DELLA TENDA piazzetta Gonzaga - Sermide

MARTEDI 5 LUGLIO ore 11.00

Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa

ore 21.00

Concerto del gruppo PEOPLE OF THE SUN

MERCOLEDI 5 LUGLIO ore 9-12

La CGIL presenta i propri servizi Distribuzione di materiale informativo dei servizi:

• Patronato INCA: pensioni, malattie, infortuni

• Servizio fiscale CAAF: elaborazione modello 730, unico

• Ufficio Stranieri: pratiche di ricongiungimento, permessi di soggiorno

• Sunia: problematiche legate alla casa

Saranno presenti funzionari dei servizi a disposizione per eventuali chiarimenti

ore 21.00

Concerto del gruppo GHB GREATEST HITS BAND

GIOVEDI 5 LUGLIO ore 21.00

Buffet internazionale: sotto la stessa tenda, attorno allo stesso tavolo si

potranno gustare piatti delle cucine del mondo

VENERDI 5 LUGLIO ore 9.30

Il Direttivo della FLAI a porte aperte. La FLAI di Mantova riunisce il

proprio direttivo a Sermide. Lo faremo a porte aperte dando a tutti la possibilità di

ascoltare e di poter intervenire.

La Tenda rimarrà aperta tutti i giorni dalle 9 alle 22.

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FLAI MANTOVA ' 0376 202251-2-3-4 ; [email protected]

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Appunti Effelleci Mantova n.40 del 7 luglio 2016

Ultime notizie dal sito dell’ AT di Mantova Ultime comunicazioni http://www.istruzione.lombardia.gov.it/mantova/

6 Lug 16 - Scuola secondaria di I grado: rettifica della ripartizione posti di sostegno assegnati in organico di diritto per l’a.s. 2016-17

Rettificati i posti di sostegno assegnati per l‘a.s. 2016-17 alle scuole medie dell‘IC di Castellucchio.

4 Lug 16 - Movimenti provinciali nella scuola secondaria II grado dal 1° settembre 2016 (prima fase)

Pubblicazione dei movimenti all‘interno della provincia del personale docente di ruolo della scuola secondaria di II grado, dal 1° settembre 2016.

1 Lug 16 - Scuola Primaria: consolidamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto a.s. 2016-17

Entro l‘8 luglio i dirigenti restituiscono all‘UST il modello compilato con i dati richiesti.

30 Giu 16 - Consolidamento organico di diritto alla situazione di fatto del personale docente degli istituti di istruzione di 2° grado – A.S. 2016-17

I dirigenti scolastici restituiscono, compilato e sottoscritto, l‘allegato modello A, il giorno 14 luglio dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle ore 15.00 alle 17.00, tramite raccomandata a mano a questo UST MN, ufficio organici.

30 Giu 16 - Programmazione di Regione Lombardia: politiche per l’innovazione dei sistemi di istruzione e il sostegno all’apprendimento degli studenti

Politiche attive del lavoro a favore degli studenti, apprendistato, per il conseguimento del diploma, alternanza scuola-lavoro, percorsi ITS e IFTS a.s. 2016-17

30 Giu 16 - Consolidamento organico di diritto alla situazione di fatto del personale docente degli istituti di istruzione di 1° grado – A.S. 2016-17

I dirigenti scolastici restituiscono, compilato e sottoscritto, l‘allegato modello 1 per ciascuna scuola, il giorno 8 luglio 2016 dalle 9.30 alle 13.30 tramite raccomandata a mano a questo UST MN, ufficio organici.

28 Giu 16 - Organico Diritto secondaria 1° grado e disponibilità posti dopo movimenti prima fase 0 e A

Organico di diritto secondaria primo grado, modello 2 e disponibilità dei posti per le fasi successive B-C-D della mobilità.

28 Giu 16 - Aggiornamento delle GAE personale docente per il triennio 2014-17

Le domande dovranno essere presentate esclusivamente mediante modalità telematica, tramite la funzione ―Istanze on line‖, entro le ore 14.00 del giorno 8 luglio 2016.

27 Giu 16 - Ripartizione posti di sostegno assegnati in organico di diritto per l’a.s. 2016-17

Ripartizione posti di sostegno assegnati alla provincia di Mantova in organico di diritto per l‘A.S. 2016-17.

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Consulenza mese di luglio ed agosto 2016

La consulenza riservata agli iscritti Flc Cgil ed a chi intende iscriversi nel periodo dall’ 11 luglio al 31 agosto si effettuerà esclusivamente presso la sede di Mantova, solo per appuntamento, in Via Argentina Altobelli N° 5 nei seguenti giorni:

Mattino:

Lunedì Martedì, Mercoledì dalle 9 alle 12 Giovedì Venerdì

Fuori dagli orari indicati risponderemo solo per mail al

seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]

La consulenza presso le sedi periferiche di Asola, Castiglione d/s , Suzzara, Ostiglia e Viadana

è sospesa dal 9 luglio al 31 agosto.

La consulenza presso la sede di Mantova è sospesa dal 13 al 20 agosto.

Notizie ed aggiornamenti alle pagine:

www.flcgil.it sito nazionale

www.cgil.mantova.it/FLC sito provinciale

www.flccgil.lombardia.it sito regionale

pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/57550287042/?fref=ts

pagina Facebok https://www.facebook.com/flcmantova/?fref=ts

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Giovedì 7 luglio … dal Mattinale della Cgil SULLE PRIME PAGINE ORRORE A FERMO. Una foto notizia domina oggi le prime pagine dei quotidiani nazionali: un uomo che abbraccia una donna e sorride. Si chiamava Emmanuel Chidi Namdi, aveva 36 anni, era nigeriano, scampato ai massacri di Boko Haram. E’ stato ucciso in Italia, a Fermo, da un ultrà di destra della locale squadra di calcio perché ha difeso da insulti razzisti la moglie Chimlary, 26 anni. L’avevano chiamata scimmia. Oggi si riunisce il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Il presidente della Comunità di Capodarco, don Vinicio Albanesi, si costituirà parte civile. Tra i tanti commenti al grave fatto di Fermo (Buccini sul Corriere della Sera, Gramellini su La Stampa, ecc) da segnalare la riflessione di Angelo Mastrandrea sul manifesto: Il razzismo a bassa intensità. CORRUZIONE CONTINUA. Molti i titoli anche oggi sui nuovi casi di corruzione e tangenti nella politica italiana. Dopo le rivelazioni sul ministro Alfano (di cui le opposizioni chiedono le dimissioni) ieri è stata la volta di Milano: arresti per gli appalti a Expo. I soldi finiti nelle casse dei clan mafiosi. Su La Stampa parla Raffaele Cantone: “Non mi pento su Milano capitale morale, dice, ma il potere opaco è a Roma” (intervista di Guido Ruotolo, p.2 e 3). Per Repubblica lo scandalo che ha coinvolto gli esponenti di primo piano del Nuovo Centro Destra (Ncd) è diventato ormai una vera mina per il governo, mentre a Milano l’inchiesta è sulle infiltrazioni mafiose nell’Expo. “La cricca del Viminale pilotava lavori e nomine”. Ma Alfano non lascia. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi fa sapere che non cadrà nel trabocchetto dei giochi di palazzo e che se si dovesse andare alla crisi l’unica via d’uscita sarà quella del voto. Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, parla anche su Repubblica: “Senza l’anticorruzione avrebbero fatto più affari” (Liana Milella, p.12) EFFETTO BREXIT. Dopo il tonfo in Borsa si registra un rimbalzo del Monte dei Paschi di Siena, ma la situazione rimane molto preoccupante. Oggi la decisione di Mps sull’aumento di capitale. Non c’è ancora un problema di stabilità del sistema creditizio italiano, ma gli effetti a catena dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa e del nuovo ruolo che giocherà la City di Londra sono ancora tutti da verificare. Il Corriere della Sera parla di “attacco di Renzi” sulle banche. Per il presidente del Consiglio, i risparmiatori sono comunque tutelati, ma il vero problema è quello dei derivati all’estero. Sul Sole 24 ore interessante l’intervista a Jamie Dimon (di Jp Morgan) che parla dell’ingresso dello Stato nelle banche quando le circostanze speciali lo rendano necessario (Isabella Bufacchi). Su La Stampa scrive Mario Deaglio che parla dell'urgenza di una operazione verità sulle banche. Sulle banche, il ruolo della finanza e soprattutto la necessità ripensarne i fondamenti, da segnalare sul sito di Radio Articolo 1 il podcast della trasmissione di ieri “L’Europa brucia” condotta da Stefano Milani. Interviste ad Andrea Baranes, Fondazione Banca Etica e portavoce di Sbilanciamoci, Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil e Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse. Per riascoltare la trasmissione è disponibile il podcast: http://www.radioarticolo1.it/audio/2016/07/06/28873/brexit-banche-e-mercati-leuropa-brucia-intervengono-a-baranes-a-megale-a-gurria LA GUERRA DI TONY. Dopo sette anni di indagini e 13 anni dalla guerra, sono stati pubblicati i 12 volumi sull’inchiesta sull’intervento in Iraq della Gran Bretagna allora guidata da Tony Blair. Il risultato è molto chiaro: l’invasione dell’Iraq, voluta dagli Usa di Bush e appoggiata appunto dagli inglesi, non era l’ultima possibilità rimasta. E molte delle informazioni che sono state usate per decidere erano false. Gran Bretagna e Usa, a quel tempo, scavalcarono l’Onu. Ora l’ex premier si difende: “Ho fatto la cosa giusta”. Lo dice rispondendo alle domande di Enrico Franceschini su Repubblica (p.2).