LE BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI IN ITALIA...LE BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI IN ITALIA 1.Premessa...

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Dipartimento Ambiente e Territorio LE BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI IN ITALIA A cura di Domenico di Martino Ottobre 2012

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Dipartimento Ambiente e Territorio

LE BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI IN ITALIA

A cura di Domenico di Martino

Ottobre 2012

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LE BONIFICHE DEI SITI CONTAMINATI IN ITALIA

1. Premessa 3

2. Quadro Normativo Europeo 4

3. Quadro Normativo Italiano 5

4. I Siti Contaminati in Italia 7

5. Schede inerenti i 57 siti d’interesse nazionale 10

6. Programma straordinario nazionale per il recupero

economico produttivo di siti industriali inquinati 26

7. Conclusioni 32

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1.Premessa

La bonifica dei siti contaminati è una materia molto attuale ed in continua evoluzione. Si occupa dei metodi di pulizia dei terreni contaminati e delle acque sotterranee e superficiali dalle più diverse sostanze. Sostanze soprattutto in fase liquida, che rilasciate nei terreni ne alterano le caratteristiche, compromettendone l’uso. Si definisce sito contaminato, il sito nel quale i valori della concentrazione delle sostanze contaminanti superano la concentrazione massima ammissibile (individuata dalla normativa UE e dal codice ambientale) e viene determinato con l’applicazione dell’analisi di rischio sito specifica. La questione bonifiche non può prescindere dal più ampio concetto di “danno ambientale” causato dagli inquinanti localizzati nelle aree di cui è nota la contaminazione e l’esigenza di una pronta bonifica. L’inquinamento di acque, aria, suoli e le conseguenti ricadute sanitarie sull’uomo, si estende infatti ben oltre quel 3% di territorio nazionale dichiarato inquinato. Tutti gli interventi governativi per le bonifiche, tramite accordi di programma, prevedono anche una quantificazione del danno ambientale sofferto dalla collettività. La presente analisi ha lo scopo di fare il punto su quella che è la situazione nel nostro Paese su tale tema. L’analisi è composta di varie parti, dapprima vengono sinteticamente richiamate le basi normative sull’argomento sia a livello comunitario che nazionale, successivamente viene valutata la situazione nazionale, con particolare riferimento ai siti d'interesse nazionale, dei quali, per ognuno, divisi per regione, viene riportata una scheda sintetica, nella quale si possono rintracciare i principali riferimenti normativi e le principali criticità ambientali che insistono sul territorio. Infine, l'analisi considera il programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo dei siti industriali inquinati, con particolare attenzione alle strategie di attribuzione dei fondi ed alla quantificazione di questi ultimi.

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2.Quadro Normativo Europeo

La gestione dei siti contaminati rappresenta uno dei maggiori problemi ambientali per i Paesi Europei. La rilevanza del problema si è concretizzata prima nella Strategia Tematica del Suolo (Soil Thematic Strategy) e poi nella recente proposta di Direttiva Europea sul Suolo (Soil Framework Directive), attualmente in discussione. La normativa comunitaria esistente interviene in molti aspetti inerenti la protezione del suolo, la Strategia Tematica sul Suolo fissa quattro obbiettivi:

-incrementare la consapevolezza della necessità di proteggere il suolo

-intensificare la ricerca sul suolo

-integrare la protezione del suolo nella formulazione e l’implementazione delle politiche nazionali e comunitarie in tema di agricoltura, sviluppo regionale, trasporti e ricerca

-mettere in atto una legislazione quadro per la protezione e l’uso sostenibile del suolo

Al fine di perseguire tali obbiettivi la Commissione Europea ha proposto nel settembre 2006 una Direttiva Quadro sul Suolo (Soil Framework Directive (SFD)). Tale direttiva richiede che gli Stati Membri adottino misure per la riduzione delle principali minacce del suolo. In tale documento, inoltre, si richiede di includere la protezione del suolo nelle politiche di settore, riempiendo i vuoti esistenti nella normativa comunitaria. In seguito al voto negativo del Parlamento nel dicembre 2007, la definizione della Direttiva Europea sul suolo sta seguendo un percorso controverso che vede gli Stati Membri schierati su due diverse posizioni. L’attuale presidenza ha reinserito in agenda la proposta di direttiva suolo e sta riavviando i lavori di negoziazione.

Di seguito, nella tabella sono riportate le principali norme europee, che seppur in maniera non specifica, trattano dell’argomento in esame:

Politica Agricola Comune (PAC) : misure ambientali in campo agricolo, sviluppo ruraleDirettiva Quadro Acque: piani per la gestione dei bacini fluviali, acque sotterranee (2000/60/CE)Legislazione sui nitrati, pesticidi ed inquinamento dell’ariaDirettiva Alluvioni (2007/60/CE)Legislazione sui rifiuti: applicazioni utili, riduzione del conferimento in discarica, rifiuti biodegradabili

3.Quadro Normativo Italiano

In Italia, le prime disposizioni normative per il risanamento ambientale risalgono alla metà degli anni ottanta, nello specifico con la legge n.394/1986 (disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale). Negli stessi anni sono stati emanati due decreti leggi convertiti dalle leggi n.441 del 1987 e 475 del 1988, adottati per fronteggiare le situazioni ei emergenza ambientale causate dallo

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smaltimento di rifiuti industriali ed urbani. In tali legge erano disciplinati l’individuazione ed il finanziamento di interventi di bonifica dei siti contaminati, affidano il tutto ad appositi piani regionali, malgrado non erano fissati i criteri per la redazione di tali piani. Il DM n.121 del 16 maggio del 1989 fissò per la prima volta tali criteri e le linee guida per l’elaborazione e la predisposizione dei piani di bonifica, a seguito di tale decreto furono emanate anche alcune leggi regionali per la disciplina degli interventi di bonifica. La prima normativa organica nazionale in tema di siti contaminati è il DM 471/99, regolamento attuativo dell’art.17 del Decreto Legislativo n.22 del 1997 (c.d. Decreto Ronchi). In tali norme veniva data una prima definizione di sito contaminato come sito in cui “le concentrazioni dei contaminanti superano i valori limiti”, quindi la normativa è fondata su criteri “tabellari” in cui la verifica dello stato di contaminazione si evince dal confronto con valori limite per il suolo e per le acque sotterranee. Il DM 471/99 consiste di 18 articoli e 5 allegati tecnici. Tra gli obbiettivi del decreto vi erano dunque quelli di fornire le definizioni uniche di sito, criteri di sicurezza bonifica fase d’emergenza ecc, stabilire criteri e procedure amministrative per l’attuazione degli interventi, definire i valori limite dei contaminanti, selezionare le tecnologie opportune alla bonifica ed infine indicare alcuni criteri per l’applicazione dell’analisi di rischio. L’entrata in vigore del Dlgs 152/06 ha radicalmente modificato l’approccio tecnico per l’individuazione e la gestione dei siti contaminati. Nello specifico, la definizione di sito contaminato e la necessità di un eventuale intervento subordinato al superamento delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), ovvero obbiettivi di bonifica determinati mediante l’applicazione di un’analisi di rischio-specifica, condotta secondo l’approccio stabilito dalla metodologia RBCA (Risk Based Corrective Action) dell’ASTM. I valori tabellari definiti dal DM 471/99 sono ripresi dal Dlgs 152/06, con una sola modifica inerente l’innalzamento del valore limite per i PCB per l’uso del suolo residenziale. Il decreto legislativo n 152/2006, in linea con quanto già stabilito nel Dm 471/99 (art.4, comma 2) prevede l’utilizzo dei valori di fondo (art.240, comma1, lettera b); tali valori sono sostitutivi dei valori di riferimento per terreni ed acque sotterranee, al di sopra dei quali è necessaria l’elaborazione dell’analisi di rischio sito-specifica. In riferimento a quest’ultima è opportuno tenere in considerazione le modifiche apportate alla Parte IV, Titolo V del DLgs 152/06 dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4, per le quali i valori di fondo stabiliti per le acque sotterranee validati dall’Autorità pubblica competente costituiscono gli obbiettivi di bonifica sito-specifici da rispettare al punto di conformità. Il decreto legge n.83 del 22 giugno 2012, convertito on Legge 134 del 7 agosto 2012 (G.U. 11 agosto 2012) contiene importanti novità normative, proponendosi, inoltre, l'obbiettivo di mettere in moto l'attuazione di Piani di gestione fermi da anni. Di seguito si richiamano le autorizzazioni introdotte dalla recente legge:

"Nel caso di attività di reindustrializzazione dei siti contaminati, anche di interesse nazionale, nonché nel caso di chiusura di impianti di raffinazione e loro trasformazione in depositi, i sistemi di sicurezza già in atto possono continuare ad essere esercitati senza necessità di procedere contestualmente alla bonifica, previa autorizzazione del progetto di riutilizzo delle aree interessate, attestante la non compromissione di eventuali successivi interventi di bonifica, ai sensi dell'art.242 del Dlgs. 3 aprile 2006, n.152 e successive modificazioni."

" Su richiesta della Regione interessata, con decreto del Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti gli Enti locali interessati può essere ridefinito il perimetro dei siti di interesse nazione, fermo restando che rimangano di competenza regionale le necessarie

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operazioni di verifica ed eventuale bonifica delle porzioni di siti che, all'esito di tale ridefinizione, esuli dal sito di interesse nazionale".

Infine, è opportuno notare come la valutazione del rischio ecologico, ad oggi, non è prevista dalla normativa.

Di seguito è riportato uno schema che illustra le procedure operative per la gestione dei siti contaminati:

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Siti Contaminati in Italia

Fonte Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare

I Siti di Interesse Nazionale:

La presenza dei siti contaminati è rilevante e documentata in Europa e in Italia. Negli Stati Membri della European Environment Agency (EEA) i siti da bonificare sono circa 250.000, migliaia di questi sono localizzati in Italia, e 57 di essi sono definiti di “interesse nazionale per le bonifiche” (SIN) sulla base dell’entità della contaminazione ambientale, del rischio sanitario e dell’allarme sociale (DM 471/1999). I 57 siti del “Programma nazionale di bonifica” comprendono aree industriali dismesse, aree industriali in corso di riconversione, aree industriali in attività, aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici e aree oggetto di smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi (art. 252 D.Lgs. 152/06). In tali siti l’esposizione alle sostanze contaminanti può venire da esposizione professionale, emissioni industriali e solo in ultimo da suoli e falde contaminate. Dall’esame dei dati e delle informazioni acquisite relativamente ai 57 Siti di Interesse Nazionale si ha una rappresentazione sufficientemente dettagliata del contesto economico produttivo ed ambientale dei principali siti industriali inquinati. Le informazioni disponibili definiscono i dati geo-morfologici dei siti, i settori produttivi presenti, il livello di infrastrutturazione, la tipologia di contaminazione (suolo, sottosuolo, falda), le tipologie di imprese presenti (Grandi Imprese - GI e Piccole Medie Imprese - PMI), i piani di recupero e bonifica eventualmente attivati e

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lo stato di realizzazione degli interventi. In Italia l’impatto sulla salute dei siti inquinati è stato oggetto di indagini epidemiologiche di tipo geografico nelle aree a rischio del territorio nazionale e di singole Regioni, come la Sardegna. In Italia, oltre a studi epidemiologici, è stata svolta una riflessione metodologica sul tema dello stato di salute delle popolazioni, che ha mostrato dati allarmanti. Ai sensi degli Artt. 17 e 18 del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22 (Decreto Ronchi), il Ministero dell’Ambiente ha individuato, tenendo conto della lista delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di cui alle Leggi 305/89 e 195/91, i Siti di Interesse Nazionale.

Il DM 471/99 (art.15, comma 1) e successivamente il Dlgs 152/06 all’Articolo 252 definiscono i seguenti criteri direttivi per la individuazione dei Siti di Interesse Nazionale

1. I siti di interesse nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali.

2. All'individuazione dei siti di interesse nazionale si provvede con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con le Regioni interessate, secondo i seguenti principi e criteri direttivi:

a) gli interventi di bonifica devono riguardare aree e territori, compresi i corpi idrici, di particolare pregio ambientale; b) la bonifica deve riguardare aree e territori tutelati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;

c) il rischio sanitario ed ambientale che deriva dal rilevato superamento delle concentrazioni soglia di rischio deve risultare particolarmente elevato in ragione della densità della popolazione o dell'estensione dell'area interessata;

d) l'impatto socio economico causato dall'inquinamento dell'area deve essere rilevante;

e) la contaminazione deve costituire un rischio per i beni di interesse storico e culturale di rilevanza nazionale;

f) gli interventi da attuare devono riguardare siti compresi nel territorio di più Regioni.

Per quel che concerne la perimetrazione dei SIN questa spetta al MATTM sentiti gli enti locali, la procedura di bonifica è attribuita alla competenza dello stesso Ministero, sentiti il Ministero delle attività produttive ed altri soggetti pubblici e privati (Regioni, Ispra, ISS, ARPA, ecc.) .

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I Siti di interesse regionale:

Sulla base delle segnalazioni pervenute dalle regioni, a valle della specifica richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico, è altresì compresa nel Progetto Strategico Speciale (PSS) “Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati”, una lista preliminare di Siti di Interesse Regionale, non esaustiva e che potrà essere completata a valle dell’approvazione del PSS – fatti comunque salvi gli esiti istruttori mediante i previsti meccanismi di concertazione tra le Amministrazioni Centrali e le Amministrazioni Regionali.

I siti della lista preliminare sono:- per la Regione Abruzzo – a) Agglomerato industriale di Pile, L’Aquila, b) Polo chimico industriale di Bussi sul Tirino, c) Nucleo industriale di Avezzano, d) Colleranesco - Area industriale, e) Area industriale di Chieti Scalo;- per la Regione Calabria – Agglomerato industriale Contrada Lecco a Rende, b) Agglomerato industriale di Saline Ioniche (RC);- per la Regione Emilia Romagna – a) Ravenna - ex impianto petrolchimico Sarom, b) Comacchio - ex Zuccherificio;- per la Regione Friuli Venezia Giulia – a) Aviano – Area contaminata “IN.FA”, b) Monfalcone - Area contaminata “Cassa di colmata”- per la Regione Lombardia – a) Cremona-Tamoil, b) castellana-Polo chimico ex Montedison, c)- per la Regione Marche – a) Ancona Senigallia - Sacelit Italcementi, b) Fermo – Sacomar, c) Ascoli Piceno - SGL Carbon;

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- per la Regione Molise – a) Contrada Vicende - nucleo industriale Bojano Campobasso, b) Campochiaro, c) Discarica di Bosco Monte, d) Campochiaro - S.Polo - nucleo industriale Bojano Campobasso, e) Pozzilli, f) Valle Sorda, g) Valle Biferno – discarica, h) Valle Biferno – inceneritore, i) Valle Biferno - ex Stefana; - per la Regione Piemonte – a) Siti Thyssen-Krupp e ILVA di Torino e aree limitrofe, b) Comprensorio Mirafiori FIAT, c) Area Stabilimento Embraco di Riva presso Chieri, d) Area Novelis di Borgofranco di Ivrea;- per la Regione Sardegna – a) Ottana e Bolotana - area industriale di Ottana, b) Sant'Antioco Località Ponti;- per la Regione Toscana – a) Agglomerato industriale della Piana di Scarlino (GR);- per la Provincia Autonoma di Trento – a) Area ex Alumetal, località Mori;- per la Regione Umbria – a) Comune di Piegaro - ex central Enel di Pietrafitta, b) Massa Martana - ex fornace Scarca, c) Cannara - ex Ferro Italia spa.

5.Schede inerenti i 57 siti d’interesse nazionale

REGIONE ABRUZZO

Sito di Interesse Nazionale “FIUMI SALINE E ALENTO”

Il Sito di Interesse Nazionale “Fiumi Saline e Alento”, incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01 è stato perimetrato con Decreto 3/3/2003, pubblicato su G.U. del 27/5/2003. L'intervento riguarda la bonifica ed il ripristino ambientale della fascia fluviale dei due corsi d'acqua, il Saline (circa 24 km di asta fluviale, comprensiva dei due fiumi che lo alimentano, per un totale di circa 850 ha) e l’Alento (circa 10 km per un totale circa di 282 ha). La superficie totale perimetrata del sito risulta essere di circa 1150 ha, più circa 400 ha di area a mare. Le principali criticità sono rappresentate dalla presenza di numerosi abbandoni di rifiuti e discariche abusive realizzate in aree che spesso risultano ex cave e da scarichi liquidi incontrollati lungo le aste dei due fiumi.

Sito Di Interesse Nazionale di “BUSSI SUL TIRINO”

Il 18 marzo 2008 si è svolta la prima conferenza di servizi aperta a tutti portatori di interesse, pubblici e privati, al fine della definizione preliminare e condivisa del perimetro del sito. Il Decreto di istituzione e perimetrazione del sito da bonificare di interesse nazionale in località “Bussi sul Tirino” del 29 maggio 2008 è stato pubblicato sulla G.U. n. 172 del 24.07.2008.

L’individuazione del sito è scaturita da indagini ambientale della Procura della Repubblica di Pescara, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, che hanno rintracciato uno sversamento di rifiuti contaminato da metalli pesanti, composti organoalogenati, IPA ed altre sostanze pericolose. Ulteriori discariche sono state individuate in prossimità del polo industriale di Bussi.

REGIONE BASILICATA

Sito di Interesse Nazionale “TITO”

Il sito di Tito è stato inserito tra gli interventi di interesse nazionale individuati dal Programma Nazionale di bonifica e ripristino ambientale elaborato ai sensi dell’art. 1, comma 3 della Legge 426/98. Con D.M.

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08/07/02 è stato definito, dopo una serie di riunioni con i Comuni, la Regione e l’ARPA della Regione Basilicata, il perimetro del sito di interesse nazionale. Le principali criticità ambientali presenti sul sito sono la presenza di rifiuti di diversa natura (speciali, pericolosi, assimilabili agli urbani) tra i quali amianto, fosfogessi, scorie e polveri derivanti dall’attività siderurgica, materie prime, prodotti e residui di lavorazione derivanti dalla produzione di concimi a base di fosforo. Si è inoltre rintracciata la contaminazione da triclotroetilene, ferro, manganese.

REGIONE CALABRIA

Sito di Interesse Nazionale “CROTONE – CASSANO – CERCHIARA”

Il Sito di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano - Cerchiara è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01. Con D.M. 26 novembre 2002 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1 comma 4 della Legge 426/98. Il perimetro comprende un territorio di circa 530 ha a terra e 1452 ha a mare (comprensivi di 132 ha di area portuale), nel quale sono incluse aree pubbliche ed aree private. Le principali criticità riguardano le contaminazioni da ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, calcare, pirite ed additivi, quarzite, fosforo e acido fosforico, radioisotopi naturali e metalli pesanti, dovuti principalmente all’attività svolta nello Stabilimento ex Pertusola Sud (ora Syndial).

REGIONE CAMPANIA

Sito di Interesse Nazionale “LITORALE DOMIZIO FLEGREO ED AGRO AVERSANO”

Il sito d’interesse nazionale del Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano è stato individuato come sito di bonifica di interesse nazionale dall’art. 1, comma 4 della Legge n. 426/98 ed è stato perimetrato con D.M. del 10.01.2000, pubblicato sulla G.U. n. 48 del 28.02.2000, e ampliato con D.M. del 08.03.2001, pubblicato sulla G.U. n. 123 del 29.05.2001, che ha aggiunto il territorio di altri due comuni per un totale di 61 comuni perimetrati. Nell'area perimetrata (186.000 ettari), è compresa parte della provincia di Caserta e parte di quella di Napoli. Nella perimetrazione è anche compresa la fascia costiera che si estende per circa 75 km lungo la costa e per 3 km verso il largo in direzione ortogonale alla costa medesima. Con Ordinanza n. 233 del 31 dicembre 2004 del Commissario di Governo per l’Emergenza Bonifiche e Tutela delle Acque nella Regione Campania è stata disposta la subperimetrazione dei 61 comuni le cui attività si sono concluse nel dicembre 2005 ed il documento finale è stato approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 28/02/06. Inoltre, con Decreto Ministeriale 31 gennaio 2006, la perimetrazione provvisoria del SIN è stata ulteriormente estesa con l’inserimento di 16 nuovi Comuni. Il Commissario di Governo, con nota del 20/12/2007, acquisita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare al Prot. 33415/QdV/DI del 27/12/07 ha trasmesso il documento di Subperimetrazione del Sito di Interesse Nazionale “Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano” relativo ai 16 comuni introdotti dal Decreto Ministeriale 31 gennaio. Le principali criticità ambientali riguardano lo smaltimento abusivo dei rifiuti solidi e liquidi e le contaminazioni da diossina.

Sito di Interesse Nazionale “NAPOLI ORIENTALE”

Il sito d’interesse nazionale di Napoli Orientale è stato individuato dall’art. 1, comma 4 della L. 426/98 e perimetrato con Ordinanza Commissariale del Sindaco di Napoli del 29.12.1999, pubblicato sulla G.U. n. 56

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del 08.03.2000. L’area perimetrata ha una estensione complessiva di circa 820 ha. Nella perimetrazione è compresa anche l’area marina antistante le aree industriali nel limite di 3.000 m dalla linea di costa. Il sito può essere suddiviso in cinque grandi sub-aree, rappresentate dal polo petrolifero (circa 345 ha), dalla zona Gianturco (di circa 175 ha), dalla zona Pazzigno(di circa 200 ha) e dalla fascia litoranea del quartiere S. Giovanni (di circa 100 ha). Le principali criticità ambientali riguardano le contaminazioni del suolo, del sottosuolo,delle acque superficiali e della falda, dovute a metalli pesanti, solventi clorurati, IPA, Idrocarburi Leggeri e pesanti.

Sito di Interesse Nazionale “AREE DEL LITORALE VESUVIANO”

Le Aree del Litorale vesuviano sono state inserite dall’art. 14 comma 1, lettera p-undecies, Legge 31 luglio 2002 n. 179 “Disposizioni in materia ambientale”, tra gli interventi di bonifica di interesse nazionale. Il S.I.N. “Aree del Litorale Vesuviano” è stato perimetrato, in un primo momento, dal Ministro dell’Ambiente con decreto del 27.12.2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 7.04.2005, comprendendo, parzialmente o totalmente, i seguenti territori comunali: Trecase, Boscotrecase, Terzigno, Boscoreale, S. Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Pompei.Tali aree sono caratterizzate da problematiche prevalentemente collegate alla contaminazione da abbandono incontrollato di rifiuti. In particolar modo per quel che concerne il territorio di Terzigno, comune ricadente anche nel Parco Nazionale del Vesuvio, si evidenzia che, nell’ambito dell’Emergenza rifiuti creatasi in Regione Campania, il decreto-legge 11 maggio 2007, n.61 recante “Interventi straordinari per superare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l’esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti” ha individuato, all’art.1, comma 1, fra i siti da attivare per la destinazione a discarica, proprio quello presso tale comune.

Sito di Interesse Nazionale “NAPOLI BAGNOLI COROGLIO”

Il sito di interesse nazionale “Napoli Bagnoli – Coroglio (aree industriali)”, è stato individuato dall’art. 114, comma 24 della Legge n. 388/2000 (Legge finanziaria 2001). Al suo interno occorre distinguere le aree (ex ILVA ed ex ETERNIT), di cui alle delibere Cipe del 13/04/94 e del 20/12/94 sottoposte a specifico procedimento amministrativo e di finanziamento di bonifica ai sensi del decreto Legge 20/09/96, n. 486, convertito con modificazioni nella Legge 18/11/96, n. 582, per le quali è stato approvato con decreto del 31-07-2003 il relativo piano di completamento della bonifica e del recupero ambientale. Il sito si estende per un totale di 906 ha tra aree pubbliche ed aree private.E’ stato perimetrato con D.M. 31/08/2001 G.U. n.250 del 26/10/2001. Le principali criticità ambientali rilevate riguardano la presenza di discariche abusive e la contaminazione della falda e dei sedimenti nell’area marino-costiera.

Sito di Interesse Nazionale “BACINO DEL FIUME SARNO”

Il sito del Bacino del fiume Sarno è stato individuato come di interesse nazionale con L. 266/05. Il Decreto di perimetrazione del sito da bonificare di interesse nazionale è stato pubblicato sulla G.U. n. 257 del 04.11.2006. Nell’area si rintraccia una situazione ambientale caratterizzata da uno stato di qualità delle acque superficiali fortemente compromesso dalle acque di scarico, scarsamente o per nulla sottoposte a processi di trattamento o ritenzione, derivanti da insediamenti civili, dagli insediamenti industriali e dall’attività agricola. Inoltre nell’area si assiste al frequente abbandono incontrollato in alveo di rifiuti di

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varia origine, che contribuisce ad aumentare il carico inquinante, ad instaurare precarie condizioni igienico-sanitarie e ad influire negativamente sia sull’aspetto idraulico che su quello paesaggistico.

Sito di Interesse Nazionale di “PIANURA”

Il MATTM ha predisposto il Decreto di istituzione e di perimetrazione del sito da bonificare di interesse nazionale, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 30 maggio 2008. Sul SIN sono in atto numerosi studi per l’identificazione delle cause precise che ne hanno causato una diffusa contaminazione ambientale nell'area denominata località Pisani, ricadente nel quartiere "Pianura" del Comune di Napoli confinante con i Comuni di Quarto e Pozzuoli. Inoltre, si evidenzia che con nota prot. 11439/QdV/DI del 19/05/2008 è stato trasmesso dall'ARPAC il Piano di Caratterizzazione dell'intero SIN approvato con prescrizioni dalla Conferenza di Servizi decisoria del 06/06/08.

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Sito di Interesse Nazionale “FIDENZA”

Il Sito di Fidenza è stato individuato ai sensi dell’art.1, comma 4, della Legge 426/98 e perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 16/10/2002. La bonifica risulta terminata.

Sito di Interesse Nazionale “SASSUOLO SCANDIANO”

Il Sito di Interesse Nazionale di Sassuolo-Scandiano è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01 e perimetrato con D.M. 26 febbraio 2003, pubblicato sulla G.U. n.121 del 27/05/2003. Il sito si compone di 23 aree nelle provincie di Modena e Reggio Emilia, tali aree sono identificabili, nella maggior parte dei casi, nelle pertinenze esterne agli stabilimenti ceramici, utilizzate in passato come discariche di scarti e/o rifiuti del ciclo produttivo delle piastrelle. Le criticità ambientali sono rappresentate da elevate concentrazioni di metalli, in particolare Piombo e per quel che concerne il sottosuolo e le acque contaminazioni da materiali a base silico-alluminosa, contenenti metalli pesanti ed alcalino-terrosi. La bonifica è in fase esecutiva.

REGIONE FRIULI-VENEZIA-GIULIA

Sito di Interesse Nazionale “TRIESTE”

Il Sito di Trieste è stato inserito “tra gli ulteriori siti di bonifica di interesse nazionale” dal D.M. 18 settembre 2001 n. 468; il D.M. 24 febbraio 2003, pubblicato sulla G.U. n.121 del 27 maggio 2003, ha definito il perimetro delle aree da sottoporre ad interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza d’emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività di monitoraggio. L’area comprende circa 500 ha di aree a terra e 1.200 ha di aree a mare ed è in parte pubblica, in parte privata (circa 350). Le contaminazioni derivano principalmente dalle attività industriali attive e pregresse, nonché dal riporto di materiali vari (tra i quali spesso rifiuti) per il recupero morfologico e per la bonifica idraulica di aree acquitrinose compresi gli specchi d’acqua sottratti alla laguna. Le criticità ambientali di maggior rilievo sono determinate dalle contaminazioni di seguito riportate:

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Sito di Interesse Nazionale “LAGUNA DI GRADO E MARANO”

Il sito Laguna di Marano Lagunare e Grado è stato individuato come sito di interesse nazionale dal “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”di cui al D.M. 18 settembre 2001, n. 468. La perimetrazione del SIN di Laguna di Marano Lagunare e Grado, sancita con D.M. del 24 febbraio 2003, comprende oltre ad un’ampia porzione della Laguna anche aree a terra sede di attività industriali ed aree agricole contermini alle aree industriali. Il sito ha un’estensione di circa 10.200 ha, di cui circa 3.500 ha a terra e 6.700 ha di laguna. La contaminazione è dovuta in gran parte alle attività industriali attive e pregresse nonché dal riporto di materiali vari (tra i quali spesso rifiuti) per il recupero morfologico e la bonifica idraulica di aree acquitrinose e di specchi d’acqua sottratti al mare. I principali fenomeni di inquinamento nelle aree a terra si riscontrano principalmente nell’area dello Stabilimento Caffaro di Torviscosa a causa della presenza di numerose discariche di rifiuti industriali. La tipologia di inquinanti rilevati nei terreni è prevalentemente costituita da metalli pesanti (mercurio, cromo, arsenico, piombo, zinco). Per quel che concerne le acque sotterranee si rileva una contaminazione diffusa dovuta principalmente a metalli pesanti e composti organici.

REGIONE LIGURIA

Sito di Interesse Nazionale “PITELLI”

L’art. 1, comma 4 della legge n. 426/98 ha individuato, all’art. 1, comma 4, tra gli altri, il sito di Pitelli (La Spezia) quale area industriale e sito ad alto rischio ambientale. Il sito è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10/01/2000. L’area è ubicata nella parte orientale del territorio del Comune di La Spezia e per una piccola porzione nel Comune di Lerici. La contaminazione deriva dalla presenza di numerose discariche nonché dalle attività industriali e portuali presenti sulla terraferma. Le principali criticità ambientali per le acque sotterranee sono dovute alla presenza di Manganese, Arsenico, PCB, Selenio, Mercurio, Cloroformio, Solfati e metalli pesanti. Per quel che concerne, invece, il suolo e sottosuolo, in questi si rileva una presenza al di sopra dei limiti consentiti di piombo, zinco, mercurio,

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arsenico, vanadio, idrocarburi, rame, cadmio, PCB, idrocarburi C>12 e IPA.

Sito di Interesse Nazionale “CENGIO E SALICETO”

Il sito di bonifica di “Cengio e Saliceto” è stato dichiarato Sito di Interesse Nazionale con la legge 426/98. La superficie occupata dall’insediamento industriale ex ACNA, comprensivo dell’area di discarica di Pian Rocchetta, è pari a circa 67 ettari. La grave compromissione della falda freatica sottostante l’insediamento, nonostante l’attivazione dagli Anni ’80 di un primo sistema di contenimento del percolato, ha fatto risentire i suoi effetti lungo oltre 70 km di asta del Fiume Bormida. Nell’area d’interesse sono presenti circa 400 pozzi, di cui 34 ad uso potabile e 100 sorgenti, di cui 59 potabili. Il Sito di Interesse Nazionale include sia aree di competenza pubblica che private. La contaminazione dell’area è dovuta alla presenza oltre i limiti di Metalli pesanti (Arsenico, Cromo, Mercurio, Nichel, Rame Piombo, Zinco) e composti organici tra cui Ammine aromatiche, Aromatici alogenati, Fenoli, Idrocarburi Policiclici Aromatici, PCB, Nitrobenzeni, Nitronaftaleni, Nitrobenzeni, diossine e furani. Il 23 gennaio 2007 è stato sottoscritto l’Accordo di Programma tra il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Piemonte per la bonifica ed il recupero ambientale ed economico della valle Bormida, con l’obbiettivo di contenere la diffusione degli inquinanti, riducendone la presenza ai valori limite consentiti al fine di evitare gli effetti dell’inquinamento sull’ambiente, nell’ottica del risanamento e del recupero del territorio.

Sito di Interesse Nazionale “COGOLETO STOPPANI”

Il sito di Cogoleto-Stoppani (complessivamente 46 ettari) è stato inserito nel Programma Nazionale di Bonifica e ripristino ambientale (D.M. 18/09/01 n. 468) di cui all’art. 1, comma 3 della Legge 426/98. In seguito, con nota n. 144034/1629 del 20/10/06, la Regione Liguria ha ufficialmente richiesto l’attivazione delle procedure necessarie per la dichiarazione dello stato di emergenza ai fini della nomina di un Commissario relativamente all’ex stabilimento Stoppani nel Comune di Cogoleto. Lo stato di emergenza è stato formalizzato con D.P.C.M. del 23/11/2006 pubblicato in G.U. in data 25/11/2006. In data 5 dicembre 2006, con Ordinanza n. 3554 “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare la grave situazione di emergenza determinata nello Stabilimento Stoppani sito nel Comune di Cogoleto in provincia di Genova”, pubblicato in G.U. in data 12/12/2006, è stato nominato il Commissario Delegato per il superamento dello stato di emergenza di cui alla precedente ordinanza. Il sito ha un’estensione complessiva di circa 212 ha di cui 45 ha di area a terra e circa 167 ha di area a mare, dell’area a terra 22,5 ha sono di competenza pubblica. La contaminazione prevalente è quella dovuta all’elevata concentrazione di cromo, sia per quel che concerne il suolo che le acque sotterranee.

REGIONE LOMBARDIA

Sito di Interesse Nazionale di “BRESCIA CAFFARO”

L'art. 14 della L. 179/02 ha aggiunto all'elenco dei Siti di bonifica di Interesse Nazionale, di cui alla L. 426/98, il Sito di “Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)”. Nell’area persiste un’ evidente contaminazione diffusa da metalli pesanti e PCB riscontrata nel territorio del Comune di Brescia, in particolare in prossimità dello stabilimento Caffaro, e soprattutto nel rinvenimento di elevate concentrazioni di PCB negli alimenti prodotti nella zona nonché nel sangue delle persone residenti. Tale

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presenza è stata ricondotta essenzialmente all’utilizzo irriguo delle acque delle Rogge (un sistema di canali naturali e artificiali che innervano l’intero Sito, per uno sviluppo lineare di circa 50 km, e nei cui sedimenti sono state riscontrate elevate concentrazioni di PCB), che determinano la distribuzione di materiale inquinato sui terreni utilizzati per la produzione dei vegetali destinati all’uso zootecnico.

Il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 24 febbraio 2003, ha definito una triplice e distinta perimetrazione del Sito che si sviluppa prevalentemente a sud dello stabilimento Caffaro, seguendo il sistema delle rogge.

Sito di Interesse Nazionale “LAGHI DI MANTOVA E POLO CHIMICO”

Il Sito di Interesse Nazionale di Laghi di Mantova e Polo Chimico è stato individuato come “sito di bonifica di interesse nazionale” con Legge 179/2002 ed è stato perimetrato con D.M. del 7 febbraio 2003, pubblicato sulla G.U. n. 86 del 12.04.2003. Il sito investe un territorio di circa 1027 ha di cui fanno parte aree pubbliche quali i Laghi di Mezzo ed Inferiore, la riserva naturale della “Vallazza”, alcuni tratti del fiume Mincio con le relative sponde, ed aree private quali l’area del Polo Industriale. Le principali criticità ambientali riguardano la contaminazioni del suolo da metalli, BTEXS, Idrocarburi leggeri e pesanti, e Diossine, mentre le acque di falda presentano una contaminazione da metalli, composti organici aromatici, composti alifatici clorurati cancerogeni, composti alifatici clorurati non cancerogeni IPA, MTBE, ETBE e idrocarburi totali.

Sito di Interesse Nazionale “PIOLTELLO E RODANO”

Il Sito di Interesse Nazionale di Pioltello e Rodano, in provincia di Milano, è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con la Legge 388/00 ed è stato perimetrato con D.M. 31/08/2001 pubblicato sulla G.U. n.252 del 29/10/2001. Il sito ha una estensione pari a circa 830.000 m 2, include interamente il Polo chimico ubicato al confine tra i territori comunali di Pioltello e di Rodano (localizzati a est del capoluogo di provincia), delimitato a nord dal tracciato ferroviario e a sud dalla SP 14 “Rivoltana”. Il Sito di Interesse Nazionale include 7 aree di proprietà di soggetti privati, oltre all’area ex-SISAS (305.800 m2), soggetta a Curatela fallimentare dal 2001. E’ inoltre presente una limitata porzione di area di competenza di RFI, interessata dall’intervento di quadruplicamento della linea ferroviaria Pioltello-Treviglio. Non sono presenti aree pubbliche. Per quel che concerne l’area ex-SISAS è stato sottoscritto un Accordo di Programma in data 21.12.2007,con il fine di perseguire i seguenti obiettivi:

- bonifica dell’area ex-SISAS (a partire dalla rimozione integrale dei rifiuti presenti nelle tre discariche), secondo il Progetto già autorizzato;

- riqualificazione urbanistica dell’area ex-SISAS, a seguito della bonifica dell’area medesima. Tale impegno scaturisce in seguito alla Procedura di Infrazione Comunitaria 1999/4797 ex articolo 228 CE.

Sito di Interesse Nazionale “BRONI”

Il Sito di Interesse Nazionale di Broni è stato inserito tra i siti d’interesse nazionale da bonificare con la legge n. 179 del 31.07.02 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 26 novembre 2002, pubblicato in GU del 29.01.03. Il sito occupa una superficie totale di circa 14 ha, è inquinato a causa della presenza di fibre di amianto e comprende le aree dell’ex Fibronit, dell’ex Ecored, della Fibroservice S.r.l.. Gli impianti presenti, attualmente dismessi, erano legati alla produzione di

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manufatti di cemento amianto (tubi, lastre per coperture, pezzi speciali, ecc.). Di seguito vengono riportate, per ciascun settore, le principali aziende presenti e la descrizione delle criticità: Il Comune di Broni interviene in sostituzione e ed in danno del soggetto inadempiente. La destinazione d’uso prevista è quella commerciale/industriale.

Sito di Interesse Nazionale “MILANO BOVISA”

Il sito di interesse nazionale di Milano-Bovisa è stato perimetrato con decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 08.07.02, pubblicato nella G.U. n. 232 del 03.10.02. Il sito ha una superficie di circa 420.000 mq. L’area perimetrata è stata sede sin dai primi del 1900 dell’officina del gas, acquistata di recente dal comune di Milano, ma in disuso dal 1994. Per quanto riguarda la contaminazione di suolo e sottosuolo si sono riscontrati superamenti diffusi dei limiti previsti per l’utilizzo residenziale – verde pubblico per i parametri di metalli pesanti (arsenico, rame, piombo e zinco), cianuri, fenoli, IPA, idrocarburi pesanti (C>12). Per quanto riguarda le acque di falda si rintraccia una contaminazione da organoclorurati cancerogeni, da Benzene, p-Xilene, Idrocarburi totali, benzo (a) pirene, CrVI e Manganese.

Sito di Interesse Nazionale “CERRO AL LAMBRO”

Il Sito di Interesse Nazionale di Cerro al Lambro è stato inserito tra i siti di interesse nazionale con il D.M. 468/2001 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 08/07/2002. Il sito è esclusivamente composto da area pubblica, in particolare da due porzioni denominate "Danelli" e "Montana", interessate dallo scarico abusivo di melme acide, derivanti dalla raffinazione degli oli usati e di terre decoloranti esauste. Il perimetro del Sito comprende esclusivamente un’area pubblica costituita da due porzioni, denominate "Danelli" e "Montana", interessate dallo scarico abusivo di melme acide, derivanti dalla raffinazione degli oli usati e di terre decoloranti esauste. In entrambe le aree sono state rintracciate molteplici sostanze in concentrazioni superiori alla vigente normativa in materia di bonifiche per i suoli a uso residenziale, in particolare si tratta di contaminazioni da metalli ed idrocarburi, fenoli e cadmio.

Sito di Interesse Nazionale “SESTO SAN GIOVANNI”

Il Sito di Interesse Nazionale di Sesto San Giovanni è stato inserito tra i siti di interesse nazionale con la Legge 388/00 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 31/08/01. Il perimetro comprende un territorio di circa 255 ha nel Comune di Sesto S. Giovanni (provincia di Milano), le aree private interessano 253 ha del sito. Nell’area si riscontra una grave situazione di compromissione ambientale dovuta a un diffuso inquinamento dei suoli da metalli pesanti, PCB, diossina e composti organici, mentre in riferimento alle acque di falda sussiste uno stato di contaminazione da nitrati, metalli (cromo totale, cromo esavalente, alluminio, ferro, nichel, piombo), toluene, idrocarburi e composti organo clorurati (cloroformio, 1,1-dicloroetilene, 1,2-dicloropropano, 1,1,2-tricloroetano, tricloroetilene, tetracloroetilene).

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REGIONE LAZIO

Sito di Interesse Nazionale “BACINO DEL FIUME SACCO”

L’area è interessata dall’emergenza ambientale ricadente all’interno del territorio del bacino del fiume Sacco. Il sito è stato perimetrato con DM 4352 del 31.01.08. La contaminazione dell’area è attribuibile alla percolazione di agenti chimici situati nell’area del Comune di Colleferro, occupata fino a trenta anni fa da un’industria chimica, e dove sono stati rinvenuti fusti interrati e scarti di lavorazioni. Si evidenzia che con DPCM 19 maggio 2005 è stato dichiarato, fino al 30 aprile 2006, lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel territorio del bacino del fiume Sacco e con successiva Ordinanza del Predente del Consiglio dei Ministri 10 giugno 2005, n. 3441 sono stati previsti interventi urgenti finalizzati al superamento della fase dell’emergenza nel territorio dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano della provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino della provincia di Frosinone. Il sito, è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale da bonificare di competenza del Ministero dell’Ambiente con la disposizione introdotta all’articolo 11-quaterdecies, comma 15 della legge n. 248/05.

Sito di Interesse Nazionale “FROSINONE”

Il sito è stato individuato come di Interesse Nazionale con D.M. 468/2001 ed è stato perimetrato con Decreto del 2/12/2002 – GU del 7/3/2003 - e Decreto del 23/10/2003 – GU del 2/2/2004. Nel SIN è possibile rintracciare 122 aree di discariche dismesse (generalmente di piccole dimensione e delimitate a RSU) dislocate su 89 Comuni della Provincia di Frosinone, per lo più attivate o ampliate ai sensi dell’art. 12 del DPR 915/82. Nel sito insiste una importante contaminazione sia per quel che concerne il suolo che per le acque di falda, tale contaminazioni sono caratterizzate principalmente da metalli pesanti, alifatici clorurati e composti aromatici.

REGIONE MARCHE

Sito di Interesse Nazionale “FALCONARA MARITTIMA”

Il Sito di Interesse Nazionale di Falconara Marittima è stato individuato come tale con Legge n. 179 del 31 luglio 2002 ed è stato perimetrato con decreto del Ministro dell’ambiente e tutela del territorio del 26 febbraio 2003. Il sito ha un’estensione di circa 100 ha a terra di cui fanno parte aree pubbliche ed aree private e l’area marina-costiera di ampiezza pari a circa 1200 ha. Sul sito sono presenti numerose attività, tra le quali la raffinazione e il deposito di prodotti petroliferi (Raffineria API di Ancona), che determinano differenti problematiche. Di conseguenza, suolo, sottosuolo e falda risultano fortemente contaminati da idrocarburi leggeri e pesanti, MTBE, metalli pesanti, IPA. Il Sito è altresì interessato dalla presenza di uno stabilimento industriale dismesso che produceva concimi fosfatici e dal relativo arenile prospiciente l’impianto. All’interno delle stesso Sito sono presenti inoltre altre Aziende con situazioni di inquinamento sia dei suoli (metalli pesanti e composti organici etc.) che delle acque di falda (principalmente da solventi clorurati).

Sito di Interesse nazionale del “BASSO BACINO DEL FIUME CHIENTI”

Il Sito di Interesse Nazionale del “Basso bacino del fiume Chienti” è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01. Con D.M. 26 febbraio 2003 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1 comma 4 della Legge 426/98. Il sito occupa un territorio pari a circa 2600 ha

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(più circa 1200 ha di aree a mare). Nel sito sono presenti numerose aree aziendali ed aree agricole-residenziali. Sono inoltre presenti tre aree di discarica. Il sito è interessato da una diffusa contaminazione della falda prevalentemente da composti organo alogenati.

REGIONE MOLISE

Sito di Interesse Nazionale “CAMPOBASSO – GUGLIONESI II”

Il sito è stato individuato con Decreto 16/10/2002, pubblicato su G.U. del 5/12/2002. L'area in oggetto era stata inizialmente autorizzata per la realizzazione di un impianto di selezione di RSU per il successivo processo di compostaggio, con annesso un impianto di allevamento di lombrichi da alimentare con il composto ottenuto dal trattamento dei rifiuti. La gestione impropria ed abusiva dell'impianto, con lo stoccaggio nell'impianto di quantitativi ingenti di rifiuti di provenienza civile ed industriale (RSU, fanghi di depurazione civile, di conceria, di natura agro-alimentare, di cartiere, eccetera), ha provocato l'inquinamento del sito. La principale criticità ambientale è rappresentata dalla contaminazione del suolo a causa di rifiuti di varia natura stoccati impropriamente.

REGIONE PIEMONTE

Sito di Interesse Nazionale “PIEVE VERGONTE”

Con legge 9 dicembre 1998, n. 426, il sito di Pieve Vergonte è stato inserito tra quelli la cui bonifica è stata ritenuta di interesse nazionale. Il sito è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del10/01/2000 pubblicato sulla G.U. n.46 del 25/02/2000. Il sito interessa le aree dello stabilimento di competenza Syndial (ex-Enichem) e Tessenderlo, il torrente Marmazza, il fiume Toce, il lago Mergozzo, parte del Lago Maggiore, l’intero territorio comunale di Pieve Vergonte e la conoide del torrente Anza. La superficie inclusa nel perimetro è pari a 15.150 ha, di cui 10795 di proprietà pubblica. Le principali criticità ambientali si concentrano nelle zone occupate dallo stabilimento Syndial e nelle aree lacuali.

Sito di Interesse Nazionale “BASSE DI STURA”

Il sito d’interesse nazionale “BASSE DI STURA”, individuato dal D.M. 468/01, è stato perimetrato con decreto del Ministro dell'ambiente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 04 ottobre 2002. Il sito” ha un’estensione di circa 135 ha, è compreso in una zona di parco fluviale (riva destra del fiume Stura di Lanzo) ed è interno al tessuto urbano della città di Torino. Il SIN “Basse di Stura” ricade nell’area del P.E.R.A. regionale (Piano Esecutivo di Recupero Ambientale) e corrisponde alla zona P17, destinata dal PRG di Torino a parco urbano e fluviale. L’area è stata oggetto di smaltimento anche abusivo di rifiuti industriali e non fin dal secondo dopoguerra. Le principali tipologie di rifiuti sono riconducibili alle attività siderurgiche, come sali da rifusione dell’alluminio e scorie di fonderia. Altre tipologie di rifiuti sono costituite da fanghi e morchie oleose, idrocarburi, etc. E’ possibile individuare 21 aree di competenza pubblica e privata, sulle quali insistono contaminazioni di vario tipo.

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Sito di Interesse Nazionale di “BALANGERO”

La ex miniera di amianto di Balangero e Corio, individuata tra i siti di bonifica di interesse nazionale con Legge 09.12.1998 n. 426 e perimetrata con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 10.01.2000 (G.U. del 19.02.2000), comprende un territorio montuoso di superficie pari a circa 310 ha situato a 30 km a nord-ovest di Torino ed un complesso industriale dismesso con superficie di circa 40.000 mq; all’interno della cava mineraria insiste un bacino lacustre con volume di invaso di circa 2 milioni di mc. La Legge 27 marzo 1992 n. 257 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto), all’art. 11, ha previsto il risanamento della miniera di Balangero e ne ha dettato le relative modalità di esecuzione. Ai sensi della predetta Legge, in data 29.12.1992, è stato sottoscritto un primo Accordo di Programma tra Ministero del Commercio, dell’Industria e dell’Artigianato, Ministero della Sanità, Regione Piemonte, Comunità Montana delle Valli di Lanzo, Comune di Balangero, Comune di Corio e Provincia di Torino. Il sito (terreni ed immobili) è di proprietà di R.S.A. srl, società a capitale pubblico costituita nel 1994 per il risanamento e lo sviluppo ambientale della ex miniera e riconosciuta, in data 19.01.2007, in house, mentre i beni mobili presenti nel sito (ad eccezione del frantoio mobile di proprietà della ditta M.C.S.) sono stati acquisiti a far data dal 1.07.08 dalla ditta Salpa srl.

Sito di Interesse Nazionale “CASALE MONFERRATO”

Il Sito di Interesse Nazionale di “Casale Monferrato” è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dalla Legge n. 426/1998. L’area all’interno del perimetro, definito dal decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 gennaio 2000, comprende il territorio di 48 comuni, dei quali 45 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e 1 in provincia di Asti per una superficie totale pari a circa 738,95 km2. Il sito è interessato dalla presenza diffusa di materiali da costruzione contenenti amianto, provenienti dallo stabilimento ex Eternit di Casale Monferrato, nelle forme più svariate: dalle lastre di copertura alle bordure per aiuole, recinzioni, vasche canne fumarie, ecc., oltre agli utilizzi impropri degli sfridi di lavorazione utilizzati come coibente in forma sfusa nei sottotetti di abitazioni o come stabilizzante nella pavimentazione di cortili e strade.

Sito di Interesse Nazionale “SERRAVALLE SCRIVIA”

Il sito di Serravalle Scrivia è stato inserito tra i siti da bonificare d’interesse nazionale con la legge n. 179 del 31.07.02 (Disposizione in materia ambientale) ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 07 febbraio 2003, pubblicato in GU del 12.04.03. Il sito comprende l’area dello stabilimento ex Ecolibarna. L’area in questione ha una superficie di circa 70.000 mq. L’area è stata già oggetto di un primo intervento di bonifica eseguito dalla ditta Castalia e gestito dal Dipartimento della Protezione Civile, che è ora praticamente fermo senza avere risolto completamente le problematiche presenti nell'area. Le principali criticità ambientali che interessano l’area sono dovute a contaminazioni da melme acide e discariche industriali.

REGIONE PUGLIA

Sito di Interesse Nazionale “BRINDISI”

L’art. 1 della Legge n. 426/98 ha individuato, al comma 4, tra gli altri, il sito di Brindisi quale “area”

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industriale e sito ad alto rischio ambientale. Il sito è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10/01/2000. Il sito perimetrato si affaccia sul Basso Adriatico con uno sviluppo costiero di circa 30 km. L’area marina compresa nel perimetro del sito raggiunge un’estensione di circa 56 km 2. Per quel che riguarda le aree a terra queste hanno una superficie pari a 5.734 ha di cui 3.818 ha di pertinenza pubblica e 1.916 ha privata. Le principali criticità ambientali, per quel che riguarda il suolo e sottosuolo, sono determinate dalle contaminazioni di Mercurio, Idrocarburi C>12 e C<12, Arsenico, Cadmio, Mercurio, Rame, Vanadio, BTEXS, IPA, 1,2dicloroetano, Clorobenzene. Invece, in relazione alle acque sotterranee, le contaminazioni riguardano Arsenico, Manganese, Ferro, Selenio, Nichel, Alluminio, Piombo, Fluoruri, Nitriti, Cobalto Selenio, Cromo VI, Boro, Fenoli, Idrocarburi totali, BTEXS, IPA, PCB, Idrocarburi alifatici alogenati, Clorobenzene, Alifatici clorurati, Anilina .

Sito di Interesse Nazionale “TARANTO”

L’art. 1 della Legge n. 426/98 ha individuato, al comma 4, tra gli altri, il sito di Taranto quale “area” industriale e sito ad alto rischio ambientale. Il sito è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10/01/2000. La superficie complessiva interessata è di circa 114,9 km 2 di cui 22,0 km2 di aree private e 10,0 km2 di aree pubbliche, cui si aggiungono 22,0 km2 (Mar Piccolo), 51,1 km2 (Mar Grande), 9,8 km2 (Salina Grande). Nel sito è possibile rintracciare differenti tipologie di aree, quali industria siderurgica (ILVA), Raffineria ENI (ex-AGIP), industria cementiera (CEMENTIR). Nell'area sono, inoltre, presenti industrie manufatturiere di dimensioni medio-piccole. Le criticità ambientali sono determinate dalla presenza nel suolo e sottosuolo di Antimonio, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo totale, Cromo esavalente, Mercurio, Piombo, Nichel, Zinco, Cianuri, Rame, Vanadio, Idrocarburi C<12 e C>12, IPA singoli e totali, Benzene, Xilene, Diossine. Per quel che concerne le acque sotterranee si rintraccia una contaminazione diffusa da Arsenico, Selenio, Alluminio, Arsenico, Ferro, Manganese, Nichel, Piombo, Cianuri, Cobalto, Cromo totale, Cromo esavalente, Cianuri, Solfati, Nitriti, BTEXS, Alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, IPA singoli e totali, Idrocarburi totali, MTBE. È da segnalare la presenza di concentrazioni significative di Coliformi totali .

Sito di Interesse Nazionale “MANFREDONIA”

Il sito di Manfredonia è incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale, di cui all’art. 1, comma 4 della Legge 9 dicembre 1998, n° 426 ed è stato perimetrato con decreto del Ministro dell’ambiente e tutela del territorio del 10 gennaio 2000, pubblicato nella G.U. n.47 del 26/02/2000. L’area perimetrata a terra è pari a circa 201 ha mentre l’area a mare è circa 8,6 km 2.Il sito si compone di aree pubbliche e private. Il sito è caratterizzato dalla presenza di alcune discariche non controllate di rifiuti urbani ed industriali. I contaminanti presenti nei suoli sono costituiti prevalentemente da benzene, etilbenzene, toluene, xilene, caprolattame, IPA, arsenico, mercurio, piombo e zinco mentre nelle acque di falda sono presenti benzene, etilbenzene, toluene, xilene, caprolattame, IPA, arsenico, mercurio, zinco, alluminio, nichel, piombo, nonché azoto ammoniacale.

Sito di Interesse Nazionale “BARI - FIBRONIT”

Il sito di interesse Nazionale di Bari - Fibronit è stato inserito tra i siti da bonificare d’interesse nazionale con il Decreto n. 468/2001 ed è stato perimetrato con DM del 08/07/2002 e pubblicato in G.U. n. 230 del 01/10/2002. La perimetrazione riguarda le aree interamente private dell’ex stabilimento di produzione di cemento-amianto Fibronit ed aree ad esso connesse e si estende per circa 150.000 m 2. Il Comune di Bari

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intende procedere alla realizzazione di un parco pubblico sull’intera area del sito, ricorrendo all’esproprio-acquisizione delle aree private residue. Le principali criticità ambientali riguardano l’ inquinamento da amianto per la presenza di manufatti, rifiuti, coperture e impianti contenenti amianto.

REGIONE SARDEGNA

Sito di Interesse Nazionale “AREE INDUSTRIALI DI PORTO TORRES”

Il Sito di bonifica “Aree industriali di Porto Torres” è stato inserito nell’elenco dei Siti di Interesse Nazionale dall’art. 14 della Legge 31 luglio 2002 n. 179. L’area potenzialmente inquinata è stata perimetrata, ai sensi dell’art. 1, comma 4 della Legge 426/98, con il Decreto del Ministro dell’Ambiente del 7 febbraio 2003. L’area perimetrata ha una superficie totale di oltre 4.600 ha. Con D.M. del 3 agosto 2005, pubblicato sulla G.U. n. 219 del 20.09.05, è stata altresì inserita nella perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale di Porto Torres, anche la Discarica di Calancoi (SS). Le principali criticità ambientali, per quel che riguarda il suolo ed il sottosuolo, che si riscontrano nell'area riguardano una compromissione connessa specialmente alla presenza di attività industriali in esercizio nonché di discariche non controllate di rifiuti tossico-nocivi e industriali speciali. Contaminazione da metalli pesanti BTEXS, idrocarburi Leggeri e pesanti, IPA, Alifatici clorurati cancerogeni. Per quel che concerne, invece, le acque di falda, l'area marino costiera e le aree fluviali si evidenzia una contaminazione di tipo diffuso da metalli, BTEXS, solventi clorurati, IPA, idrocarburi e clorobenzeni, con presenza di notevoli spessori di prodotto surnatante, talvolta è stata rinvenuta anche la presenza di sottonatante. La qualità delle acque dell’area marina risulta compromessa in quanto fortemente condizionata dai reflui industriali e civili. Inoltre, il Rio Mannu a causa dei numerosi processi produttivi industriali ed agricoli della zona, dei diversi scarichi di reflui urbani nonché dello scarico a mare di materiale di dragaggio del porto industriale, risulta fortemente contaminato.

Sito di Interesse Nazionale “SULCIS IGLESIENTE GUSPINESE”

Il sito è stato inserito tra i Siti d’Interesse Nazionale con il Decreto n. 468 del 18 settembre 2001 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 12.03.2003. E’ ubicato nella parte sud-occidentale della Sardegna e comprende 3 Province (di Cagliari, di Carbonia-Iglesias e del Medio Campidano) e 34 Comuni. È in fase di definizione la perimetrazione definitiva del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese” da parte della Regione Sardegna, in base a quanto previsto dal decreto di perimetrazione (Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 12.03.2003). Il D.P.C.M. del 21.12.07 ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale relativamente alle aree minerarie del Sulcis Iglesiente e del Guspinese attualmente incluse nel perimetro del Sito di bonifica d’Interesse Nazionale del Sulcis Iglesiente Guspinese. L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15.01.08 ha individuato il Commissario delegato nella persona del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna. Le principali criticità ambientali che si riscontrano sono dovute alla presenza di composti organici e di elevatissime concentrazioni di metalli pesanti in tutte le matrici ambientali (suoli, acque di falda, acque superficiali e sedimenti fluviali)

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Sito di Interesse Nazionale “LA MADDALENA”

Inserito tra i SIN con l’ ordinanza del Presidente del consiglio dei Ministri n. 3716 del 19 novembre 2008

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(Presidente del consiglio dei Ministri - Disposizioni urgenti di protezione civile) allo scopo di consentire lo svolgimento delle attività connesse al Vertice G8 (successivamente spostato a L’Aquila), comprende l'area dell'arsenale compresa tra il molo, le banchine antistanti l'autoreparto, Cala Camiciotto, Molo Carbone, la banchina ex deposito cavi Telecom e l'antistante specchio d'acqua. In accordo a quanto stabilito dalla stessa ordinanza all'art.12 i sedimenti non pericolosi contaminati da IPA, metalli pesanti, mercurio, Idrocarburi C<12, Idrocarburi C>12 e composti organicii volatili, una volta dragati, sono stati conferiti in apposite casse di colmata, stabilizzati e ad essi è stata applicata l’analisi di rischio allo scopo di valutare eventuali criticità in termini di rischio sanitario-ambientale.

REGIONE SICILIA

Sito di Interesse Nazionale “GELA”

Il Sito di Gela è incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale di cui all’art. 1, comma 4, della Legge 9 dicembre 1998 n. 426. Il sito è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10/01/2000. Il sito ha un’estensione complessiva di circa 671 Km2. E’ prevista l’estensione dell’attuale perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale di Gela ad alcune aree di competenza EniMed. Per quel che riguarda l'ambiente marino costiero si riscontra una contaminazione derivante dall’apporto di inquinamento veicolato dalla falda sottostante il polo petrolchimico in relazione al naturale deflusso idrogeologico della medesima verso il mare. Per quel che concerne, invece, il suolo e le acque di falda la contaminazione prevalente riguarda metalli (arsenico, vanadio, mercurio, nichel, ferro, manganese), ammoniaca, composti alifatici clorurati cancerogeni (in particolare 1,2 dicloroetano, 1,1 dicloroetilene e tricloroetilene, cloruro di vinile), composti alifatici alogenati cancerogeni, benzene etilbenzene, stirene, toluene, p-xilene, idrocarburi totali, IPA, solfati, MtBE, PCB, etc.

Sito di Interesse Nazionale “MILAZZO”

Con la Legge finanziaria 2006, l’area di Milazzo è stata inserita tra i siti di bonifica di interesse nazionale, perimetrato con D.M. del 11.08.06. Le aree a terra ricadenti nel perimetro del sito di interesse nazionale di Milazzo hanno un’estensione complessiva di circa 5 Km2, mentre le superfici a mare sono pari a circa 22 Km2. Le principali criticità ambientali che si riscontrano nel sito derivano dalla presenza di varie attività industriali poste in prossimità della zona costiera alcune delle quali fortemente inquinanti, oltre a discariche abusive ed abbandonate. In particolare, si rilevano consistenti contaminazioni da idrocarburi, metalli pesanti, BTEX, IPA.

Sito di Interesse Nazionale “PRIOLO”

Il Sito di Priolo è incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale di cui all’art. 1, comma 4, della Legge 9 dicembre 1998 n. 426. Il Sito di Interesse Nazionale di Priolo, perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10/01/2000 e con Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del 10/03/2006 copre una superficie di circa 58,15 km2 a terra e circa 102 km2 a mare. Per quel che concerne il polo industriale le principali criticità presenti sul sito riguardano la presenza diffusa di rifiuti, surnatante e vasche di fanghi. Invece, per quel che attiene l'area marina si registra inquinamento da petrolio, inquinamento termico, eutrofizzazione, contaminazione dei sedimenti da metalli pesanti, idrocarburi e solventi clorurati, oltre alla presenza di sfridi di cemento amianto e di materiale contenente amianto

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cementato sulla scogliera e/o nello specchio acqueo

Sito di Interesse Nazionale “BIANCAVILLA”

Il sito è stato inserito tra i siti d’interesse nazionale con il Decreto n. 468 del 18 settembre 2001 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 18/07/2002. Il sito ha una estensione di 330 ha ed è costituito da una cava ubicata vicino al centro abitato di Biancavilla. Le problematiche ambientali riguardano l’inquinamento da fibre anfiboliche di fluoro-edenite.

REGIONE TOSCANA

Sito di Interesse Nazionale “PIOMBINO”

Il sito di Piombino è stato individuato come sito di interesse nazionale dall’art.1, comma 4, della Legge 426/98 e perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10/1/2000. Le aree industriali in attività e dismesse hanno una estensione complessiva di circa 236 ha mentre le aree di colmata circa 567 ha e le discariche circa 48 ha. Per quanto riguarda l’area pubblica, questa interessa circa 90 ha alla quale si aggiunge l’area marino costiera prospiciente l’intero S.I.N. Le principali criticità ambientali che si rintracciano sul sito riguardano l'inquinamento atmosferico da polveri, IPA, benzene, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e l'inquinamento della falda (Arsenico, Cromo totale, Mercurio, Piombo, Rame e Zinco) e dei suoli (Arsenico, Cromo VI, Ferro, Manganese, Alluminio, Boro).

Sito di Interesse Nazionale “LIVORNO”

Il Sito di Livorno è stato compreso nel Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio del 18 settembre 2001, n. 468 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 24 febbraio 2003. L’area complessiva si estende per circa 20,074 Km2 suddivisi in 14,18 Km2 marini e di acque interne e 6,56 Km2. Il sito risulta inserito nel Piano d'area relativo all'area a rischio di incidente rilevante di cui al decreto del Presidente della repubblica n.175/1988 e successive modifiche ed integrazioni. A seguito del D.Lgs. del 7/01/95, n. 2 (recante modifiche al D.P.R. 175/88) il sito di Livorno è stato dichiarato "area critica ad alta concentrazione di attività industriali". Le maggiori criticità ambientali sono determinate dalle contaminazioni di Metalli (ferro, manganese, arsenico, alluminio e nichel), solfati, fluoruri, idrocarburi totali, IPA, cloruro di vinile, MTBE, composti alifatici clorurati, BTEX, cloroformio, 1,2-dicloroetano.

Sito di Interesse Nazionale “MASSA CARRARA”

Il sito di bonifica di interesse nazionale di Massa e Carrara è incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale di cui all’art.1, comma 4 della legge 9 dicembre 1998 n.426 ed è stato perimetrato con D.M. del 29 dicembre 1999. Il sito si estende per un totale di 3.539 ha di cui 1.648 ha di aree a terra e 1.891 ha di aree a mare. Le principali criticità ambientali riguardano la presenza di metalli, Ammoniaca, IPA, MTBE, BTEX, solventi clorurati, pesticidi clorurati e azotati nelle acque di falda e la presenza prevalente di metalli, sostanze organiche clorurate, pesticidi e loro metabolici, composti azotati, idrocarburi, IPA, fenoli nei suoli. Inoltre, per quel che concerne l'area marino costiera si segnala un'erosione costiera e rischio

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idraulico nel Porto di Carrara.

Sito di Interesse Nazionale “ORBETELLO – AREA EX SITOCO”

Il sito di Orbetello – Area ex Sitoco è stato individuato come sito di interesse nazionale dall’art.1, comma 4, della Legge 31 luglio 2002 n. 179 e perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 2/12/2002. La superficie perimetrata complessiva è di circa 34 ha. Con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 26.11.2007, il SIN è stato esteso sino a comprendere l’intero bacino lagunare (Laguna di Ponente e di Levante). In data 17.04.2008, è stata firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri l’Ordinanza n. 3067 “Ulteriori disposizioni concernenti gli interventi necessari per il completamento delle attività finalizzate al risanamento della laguna di Orbetello”. La situazione ambientale risulta dunque particolarmente compromessa, sia per le aree a terra dello stabilimento ex Sitoco sia per le aree lagunari ad esso prospicienti e non, che richiedono l’esecuzione di interventi di bonifica volti ad impedire la diffusione dei contaminanti nell’intera area lagunare, parte integrante della Riserva naturale regionale di Orbetello.

Sito di Interesse Nazionale “GROSSETO STRILLAIE”

Il Sito delle Strillaie è stato inserito tra i siti da bonificare di interesse nazionale con D.Lgs 152/06 ed è stato perimetrato con D.M. dell’11.08.06 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 02.11.06.

REGIONE UMBRIA

Sito di Interesse Nazionale “TERNI – PAPIGNO”

Il Sito di Interesse Nazionale di Terni-Papigno è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal D.M. 468/01. Con D.M. 8 luglio 2002 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1 comma 4 della Legge 426/98. Il sito ha un'estensione complessiva di circa 650 ha, in esso sono presenti aree di competenza dei soggetti pubblici e privati.

REGIONE VALLE D’AOSTA

Sito di Interesse Nazionale “EMARESE”

Emarese è stato inserito tra i siti d’interesse nazionale con il D.M. 468 /2001 ed è stato perimetrato con il D.M. del 26 novembre 2002 pubblicato sulla G.U. del 25/01/2003. La zona è caratterizzata dalla massiccia presenza di cumuli di materiale contenenti amianto. Il sito copre un'area complessiva pari a circa 148.899 m2. Il volume di materiale derivante da attività edilizie, terra di scavo e sterili di miniera è stato stimato a circa 500.000 m3.

REGIONE VENETO

Sito di Interesse Nazionale “VENEZIA PORTO MARGHERA”

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Il Sito di Interesse Nazionale di Venezia Porto Marghera è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dalla Legge 426/98. Con D.M.23 febbraio 2000 G.U. n. 52 del 3/03/2000 è stato individuato il perimetro del sito ai sensi dell'articolo 1 comma 4 della Legge 426/98. Il perimetro comprende un territorio di circa 3200 ha a terra, 350 ha di canali portuali e 2.200 ha di area lagunare, nel quale sono incluse aree pubbliche ed aree private. Nel sito si rintracciano l’area industriale, altre aree inquinate di tipo residenziale e agricolo, l’area lagunare prospiciente l’area industriale di Porto Marghera e alcune discariche . Le principali criticità ambientali presenti sul sito riguardano la contaminazione sia da metalli pesanti (As, Cd, Hg, e Pb) che microinquinanti organici, quali PCB, IPA e PCDD/F ecc.

Sito di Interesse Nazionale “MARDIMAGO CEREGNANO”

Il SIN di “Mardimago Ceregnano” è stato perimetrato con Decreto Ministeriale dell’8/07/02 pubblicato su G.U. del 30/09/02. La superficie totale del sito è pari a circa 75.000m2, di cui circa 37.000 m2 di proprietà Polaris, e 38.000 m2 di competenza pubblica. Le criticità ambientali che interessano l'area privata riguardano principalmente la presenza di varie tipologie di rifiuti interrati ed abbancati (fluff, Sali da conceria, resi da edicola, ecc) , invece, per quel che concerne l'area pubblica, questa è interessata da smaltimento abusivo di rifiuti.

PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO

Sito di Interesse Nazionale “BOLZANO”

Il sito di “Bolzano”, con estensione di circa 305.000 mq, è stato individuato come di Interesse Nazionale con DM 468/2001 ed è stato perimetrato con Decreto del 08.07.2002, pubblicato in GU del 04.10.2002. Il sito è suddiviso in 5 aree, di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano: Aluminia 1, Aluminia 2, Speedline, ENEL e Magnesio. Le aree, originariamente di proprietà privata, sono state successivamente espropriate dalla Provincia Autonoma di Bolzano, e quindi, previa bonifica e definizione di limitazioni di utilizzo, nuovamente cedute a privati.

PROVINCIA AUTONOMA TRENTO

Sito di Interesse Nazionale “TRENTO NORD”

Il Sito di Interesse Nazionale “Trento Nord” è stato inserito nel Programma Nazionale di Bonifica e ripristino ambientale dei siti di interesse nazionale, di cui all’art. 1, comma 3 della Legge 426/98 e perimetrato con Decreto emanato l’8 luglio 2002 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°232 del 3 ottobre 2002. L'inquinamento prevalente è costituito da I.P.A., solventi aromatici, fenoli, piombo totale, piombo organico e mercurio.

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6. Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati

La Delibera CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 relativa all’attuazione della politica regionale unitaria, comunitaria e nazionale, definita nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007 – 2013 prevede la definizione del Progetto Strategico Speciale (PSS) “Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati”. A questo PSS sono assegnate risorse pari a 2.149,269 milioni di euro per la realizzazione di interventi nelle Regioni del Mezzogiorno cui si somma l'ulteriore assegnazione di 409,731 milioni di euro a valere sulle risorse di interesse strategico nazionale per la Priorità 3 (in integrazione con la Priorità 7) del QSN. Con la stessa Delibera, per la realizzazione nel Centro-Nord del PSS sono, inoltre, state assegnate ulteriori risorse pari a 450 milioni di Euro a valere sul riparto risorse aggiuntive del Fondo per le aree sottoutilizzate recate dalla legge n.296/2006, art.1 comma 863, destinate all’attuazione di programmi e interventi per il conseguimento degli obiettivi del QSN nelle Regioni del Centro-Nord. Complessivamente le risorse assegnate al PSS, per i due ambiti territoriali, sono pari a 3.009 milioni di Euro. La responsabilità del PSS è attribuita, dalla medesima Delibera CIPE, al Ministero dello Sviluppo Economico d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Strategia e coerenza per l'assegnazione dei fondi:

Il PSS è stato definito tenendo conto delle indicazioni e priorità contenute nel Quadro StrategicoNazionale (QSN).In particolare, la sua strategia di intervento risulta coerente con le priorità 3 e 7

del QSN sebbene siano presenti linee di intervento in grado di contribuire al conseguimento degliobiettivi anche di altre priorità del Quadro.

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Il “Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” assume come punto di riferimento per le proprie strategie gli Orientamenti Strategici Comunitari per la politica di coesione (OSC). Infatti,il PSS persegue l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e favorisce le sinergie tra la dimensione economica, sociale e ambientale, in conformità alle Linee integrate per la crescita e l’occupazione dell’agenda di Lisbona rinnovata. In particolare il PSS, mediante interventi integrati per la realizzazione di infrastrutture e l’erogazione di servizi industriali nonché volti a restituire all’uso collettivo le aree industriali compromesse da inquinamento, concorrerà a migliorare la competitività del sistema produttivo regionale, anche al fine di favorire lo sviluppo sostenibile promuovendo l’imprenditorialità e l’attrazione di nuovi investimenti produttivi. Si tratta peraltro di finalità fortemente connesse con l’obiettivo OSC 1.2 “Rafforzare le sinergie tra tutela dell’ambiente e crescita”, nonché con l’obiettivo OSC 2.“Facilitare l’innovazione e promuovere l’imprenditorialità. Al rafforzamento della capacità amministrativa è infine rivolto l’obiettivo specifico II del PSS.

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Oltre ad operare in conformità con gli orientamenti strategici comunitari (OSC) ed a concorrere al conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona recepiti all’interno del PICO, il PSS interagisce con i Programmi Operativi Nazionali e Regionali in una prospettiva di massima integrazione, complementarità e sinergia. Nell’ambito della definizione delle procedure e dell’attuazione del PSS si potranno verificare le condizioni e le modalità per attivare misure e strumenti quali le Azioni integrate per lo sviluppo sostenibile previste dal PON Ricerca e Competitività 2007-2013.

Al fine di garantire un’effettiva integrazione delle politiche e delle diverse competenze istituzionalirelative alla competitività dei sistemi produttivi ed allo sviluppo economico dei siti industriali contaminati e, al tempo stesso, assicurare efficacia ed efficienza all’azione programmatica, sono state approntate di concerto tra le due amministrazioni interessate, MiSE e MATTM, soluzioni tecnico operative coerenti con la nuova disciplina prevista dal D.Lgs. 152/06, art. 252 bis, volte ad assicurare la gestione e il controllo degli interventi con il coinvolgimento delle Regioni interessate, pur nella necessaria autonomia e flessibilità dell’azione amministrativa. In coerenza con le finalità sopra descritte, il PSS potrà essere realizzato mediante l’approvazione di Protocolli d’Intesa Multiregionali, distinti per le Regioni del Centro-Nord e per le Regioni del Mezzogiorno. I Protocolli d’Intesa saranno siglati dai Ministeri e dalle regioni interessate e individuano gli obiettivi del programma, le modalità di attuazione, i criteri di selezione dei siti e di governance previsti nel Documento di Progetto. Inoltre, in sede di stipula di Protocolli d’Intesa potrà preliminarmente essere individuata l’eventuale attivazione delle misure e degli interventi previsti da altri programmi per lo sviluppo economico produttivo, l’innovazione e la ricerca e la bonifica dei siti contaminati, quali a titolo esemplificativo quelle previste dalle Azioni Integrate per lo sviluppo sostenibile del PON Ricerca e Competitività e dai Programmi Operativi regionali. L’attuazione dei Protocolli d’Intesa sarà affidata alla stipula di Accordi di Programma Quadro specifici per Regione, nel rispetto di quanto previsto dalla Delibera CIPE 21 dicembre 2007 sull’attuazione del QSN 2007/2013.

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LE DISPOSIZIONI FINANZIARIE

Il QSN ha esposto l’allocazione settoriale e territoriale del Fondo Aree Sottoutilizzate (di seguito FAS) secondo criteri di riparto che attribuiscono, per il PSS “Recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” 2007-2013 per le Regioni del Mezzogiorno, risorse pari a 2.559,000 milioni di Euro, di cui 2.149,269 come Riparto FAS Mezzogiorno e 409,731 come Risorse assegnate alle Priorità 3 del QSN per PSS da attuarsi nel Mezzogiorno, e, per il PSS “Recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” 2007-2013 per le Regioni del Centro Nord, risorse pari ad Euro 450.000.000, per un totale complessivo di 3.009.000.000 Euro. Trattandosi di programmazione fortemente integrata si è ritenuto opportuno integrare i due Programmi Attuativi in un unico documento, che assume dunque una valenza nazionale pur nella distinzione delle risorse dedicate ai diversi territori. Secondo quanto previsto dal QSN si espone nelle tabelle seguenti il piano di finanziamento del PSS “Recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” 2007-2013 per le Regioni del Mezzogiorno e del Centro Nord formulato sulla base delle risorse ad esso assegnate dalla Delibera CIPE del 21.12.2007 le cui disposizioni regolano l’impiego dei fondi destinati al finanziamento delle aree sottoutilizzate. La prima tabella, specifica, per l’intero periodo di programmazione, la distribuzione delle risorse assegnate per ciascun asse e macroambito territoriale (Mezzogiorno e Centro Nord). In particolare, per l’asse I relativo agli Interventi per la reindustrializzazione ed il recupero ambientale, si può stimare che l’incidenza degli interventi per la realizzazione di infrastrutture e l’erogazione di servizi industriali sia per Mezzogiorno e Centro Nord possa essere compresa tra il 30% ed il 15 % delle risorse previste per lo specifico asse. La seconda tabella riporta il profilo di spesa presunto ripartito in annualità delle risorse devolute alla Programmazione Unitaria per il PSS “Recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” 2007-2013. Non è previsto l’apporto al Programma di risorse FAS del periodo 1999- 2006. Nell’ambito di tali risorse si attingerà anche per la realizzazione delle previste misure di accompagnamento e di assistenza tecnica, che sono state commisurate in base alle disposizioni previste dalla citata delibera CIPE dicembre 2007.Per le suddette attività è prevista una dotazione di 70,8 Meuro (di cui 18 Meuro, pari al 4,00% delle risorse, attribuiti al PSS Centro Nord e 52,8 Meuro, pari allo 2,06% delle risorse, attribuiti al PSS Mezzogiorno) per finanziare le attività di preparazione, gestione, sorveglianza, valutazione, informazione e controllo del programma.

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7.Conclusioni

La questione bonifiche non può prescindere dal più ampio concetto di “danno ambientale” causato dagli inquinanti localizzati nelle aree di cui è nota la contaminazione e l’esigenza di una pronta bonifica. L’inquinamento di acque, aria, suoli e le conseguenti ricadute sanitarie, si estende infatti ben oltre quel 3% di territorio nazionale dichiarato inquinato. Tutti gli interventi governativi per le bonifiche, tramite accordi di programma, prevedono anche una quantificazione del danno ambientale sofferto dalla collettività. L’aspetto economico è importante soprattutto quando la volontà politica di risolvere il problema viene a mancare. Il fattore preoccupante è il progressivo esaurimento dei fondi statali a disposizione a seguito dei continui tagli di bilancio, testimonianza della mancanza di volontà politica nel perseguire gli originari obiettivi di tutela ambientale e sanitaria. In conclusione, le bonifiche vanno realizzate; possono favorire la ricerca e l’innovazione, creando occupazione e salvaguardando il territorio, le risorse naturali e la salute umana. Dunque, emerge la necessità di porre fine alla gestione commissariale ed emergenziale delle bonifiche, a vantaggio dell’elaborazione di un efficace Piano Nazionale per la bonifica dei siti nazionali e regionali inquinati. Il Piano dovrà prevedere nuovi investimenti produttivi e nuove infrastrutture con elevati standard di efficienza e sostenibilità ambientale, affiancati da attività di ricerca e da sistemi di monitoraggio e controllo della qualità ambientale dei siti e degli effetti sulla salute dei cittadini. Tutto ciò si realizza solo se vi è la certezza delle risorse finanziarie. A fronte quindi dell’inaridirsi delle risorse finanziarie pubbliche per le bonifiche e della persistenza di un quadro normativo che sembrerebbe favorire l’inazione, piuttosto che la soluzione dei problemi ambientali e sanitari causati dalle aree contaminate, il Governo non ha trovato di meglio che proporre l’ennesima sanatoria con la legge 13 del 2009, in particolare all’art.2 si riduce la complessa gestione degli interventi di bonifica e della pianificazione del futuro delle aree interessate a un condono tombale.