Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

31
Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008

Transcript of Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Page 1: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Le biotecnologie

Prof. Elisa PrearoLST 2007/2008

Page 2: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Fermentazioni Selezione artificiale di animali e piante

Tradizionali

Ingegneria genetica (DNA ricombinante) Clonazione Cellule staminali Terapia genica OGM agricoli e animali Bioremediation

Innovative

Page 3: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Ingegneria geneticaIngegneria genetica

Utilizza la tecnica del DNA ricombinante:

isolo brevi segmenti di materiale genetico di interesse mediante gli enzimi di restrizione o con la transcrittasi inversa li moltiplico ne studio la sequenza nucleotidica li trasferisco nel genoma dell’ospite ne controllo l’incorporazione e l’espressione nel DNA dell’ospite

Page 4: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

DNA RICOMBINANTE

Le nuove tecnologie partono da esperimenti effettuati su batteri e virus intorno al 1975

Successivamente si scoprì che i geni si spostano naturalmente da una posizione all’altra del cromosoma

Tratti di DNA prelevati da fonti diverse vengono modificati, ricombinati e poi inseriti in altre cellule dove verranno espressi

Batteri e virus sono attualmente i principali vettori per trasferire geni

Page 5: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

PLASMIDE

Elemento genetico extranucleare formato da un DNA (contiene da 2 a 20 geni) che si replica autonomamente rispetto al cromosoma dell’ospite

Circolari ed autoduplicanti, possono essere presenti anche in più copie

Spesso portano geni particolari

Page 6: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Plasmide F e Plasmide R

Plasmide F: identificato in E. coli contiene 25 geni, alcuni per la produzione di pili, strutture proteiche a forma di bastoncino.

Plasmide R: contiene geni per la resistenza ai farmaci. Sintesi di enzimi che distruggono il farmaco o ne riducono gli effetti

Duplicazione a “cerchio rotante”

Page 7: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Coniugazione

Trasferimento di materiale genetico (plasmide) mediante contatto cellula (donatrice) – cellula (ricevente)

F+ F-

F+ F+

Page 8: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Duplicazione a “cerchio rotante”

Page 9: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.
Page 10: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Alla fine della coniugazione entrambe le cellule possiedono il plasmide

Page 11: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

I VIRUS

Non si sa se considerarli vivi o no. Sono costituiti da un CAPSIDE proteico e all’interno hanno un acido nucleico.

Infettano solo le cellule dotate di recettori per le proteine del capside

Privi di dispositivi metabolici, sono parassiti obbligati

Posseggono i geni per “lisare” (demolire) la cellula ospite. Ma non sempre lo fanno

Page 12: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

CICLO LITICO E LISOGENO

Ciclo lisogeno: batteriofagi temperati o profagi. Assomigliano ai plasmidi

Page 13: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Il DNA del virus si integra con quello dell’ospite e questo si replica normalmente

Page 14: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Trasduzione batterica

Trasferimento di DNA batterico da una cellula ad un’altra per mezzo di un virus

Generalizzata (frammenti a caso) e specializzata (trasportano un segmento preciso)

Page 15: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Trasduzione specializzata: il batteriofago lambda

Temperato. Può trasportare i geni dell’operone lattosio e rendere una cellula batterica in grado di utilizzare il lattosio come nutriente. Assomiglia alla coniugazione ma il vettore del DNA è un virus

Page 16: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Virus nelle cellule eucariote

Alcuni virus possono essere integrati ne DNA degli eucarioti: i PROVIRUS quando sono integrati

Provirus a DNA e virus a RNA o retrovirus Virus s DNA: possono iniziare un ciclo litico o integrarsi Retrovirus: possiedono un enzima nel capside, la

transcrittasi inversa, che passa nell’ospite insieme al RNA del virus. Qui copia l’RNA virale, ottenendo un DNA complementare; da esso si origina poi dopo molti passaggi un DNA a doppio filamento, che viene successivamente integrato nel DNA dell’ospite.

Non sempre i provirus provocano danni, possono però interferire con l’espressione genica dell’ospite

Page 17: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Fago Virus dell’influenza

Page 18: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Virus HIV

Page 19: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Trasposoni

Segmenti di DNA che sono in grado di “saltare” da una zona all’altra del cromosoma. Sono caratterizzati da un gene che codifica per la trasposasi, che catalizza l’inserzione in un nuovo sito. La copia non comporta la scomparsa dal sito di partenza. Nei procarioti e negli eucarioti

Semplici: corti e solo i geni necessari alla trasposizione. Identificabili perché provocano mutazioni

Complessi: portano più geni e sono individuabili perché esprimono i loro geni.

I geni per la resistenza ai farmaci sono trasposoni e così si spiega la velocità della loro propagazione.

I trasposoni degli eucarioti sono simili, ma molti prima sono copiati in RNA, poi ancora in DNA prima di essere trasposti.

Page 20: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.
Page 21: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

DNA ricombinante

Ingegneria genetica. In molti casi si utilizzano i plasmidi, i virus e i trasposoni. Scopi: ottenere piccoli segmenti di DNA, sequenziarli ed identificarne i geni specifici. Non necessariamente nell’ordine: dipende dallo scopo della ricerca

Per ottenere delle sequenze di DNA di interresse utilizzo gli enzimi di restrizione che sono in grado di tagliare il DNA tra basi contigue precise

Page 22: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Come ottenere piccoli frammenti: gli enzimi di restrizione

L’enzima di restrizione è un particolare tipo di endonucleasi che è in grado di riconoscere specifiche sequenze di basi lungo il filamento di Dna, e di "tagliare" esattamente in corrispondenza di queste sequenze.

Gli enzimi di restrizione sono ritenuti essere una sorta di sistema immunitario dei batteri. Essi attaccano solamente il DNA esterno, ad esempio di un virus, perché il DNA dei batteri presenta una metilazione, che lo rende inattaccabile dai propri enzimi

La caratteristica che rende importanti questi enzimi per lo studio del DNA è che ognuno di essi riconosce, lega e taglia il DNA in una sequenza ben precisa detta sequenza di riconoscimento. Ad esempio, EcoRI (isolato da Escherichia coli) riconosce la sequenza GAATTC, mentre BamHI (isolato da Bacillus amyloliquefaciens H) la sequenza GGATCC.

Page 23: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

La sequenza di nucleotidi staccati viene detta “sticky” (appiccicosa) o estremità coesiva, che può riattaccarsi spontaneamente mediante legami idrogeno. L’enzima DNA-ligasi completa la ricucitura.

Page 24: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Ricombinazione

Il fatto importante è che le estremità coesive complementari possono appaiarsi con altri segmenti di DNA tagliati dallo stesso enzima di restrizione.

Il DNA di qualsiasi vivente può essere ridotto in piccoli frammenti e manipolato. I frammenti possono essere separati con l’elettroforesi su gel ed analizzati

Page 25: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Come ottenere copie multipleClonazione di DNA

Si isola il DNA che si vuole prendere in esame e un plasmide si tagliano entrambi con lo stesso enzima di restrizione che

crea estremità coesive sia nel DNA che nel plasmide, il segmento di DNA viene mescolato col plasmide tagliato.

Le estremità coesive del plasmide si appaiano con quelle delle estremità complementari del frammento di DNA di interesse

l’enzima DNA-ligasi unisce le due molecole di DNA. Il risultato è un plasmide ricombinante. Tale plasmide viene quindi inserito in un batterio. A questo punto ha inizio l’effettiva clonazione del gene. Il

batterio, con il suo plasmide ricombinante inizia a riprodursi

Page 26: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

La PCR è una tecnica che prevede l’amplificazione di una sequenza specifica di DNA

Ingredienti:

Sequenza da amplificare NTP : nucleotidi, come ATP, CTP, GTP, TTP) Primers (inneschi): sequenze complementari agli estremi 5’ e 3’ del segmento da riprodurre TAQ polimerasi: una DNA-polimerasi estratta dal batterio termofilo Termus aquaticus per la reazione di allungamento

Page 27: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

La PCR avviene in una serie di cicli composti da tre fasi:

1. nella prima abbiamo la denaturazione del DNA, fase che avviene ad alte temperature, circa 94 °C

2. una fase di annealing, appaiamento, in cui i primer si appaiano ai filamenti complementari che avviene a 50- 60 °C

3. una fase di extension, in cui la TAQ polimerizza usando come stampo la sequenza specifica, che avviene a circa 70°C

Queste fasi vengono ripetute circa 20 – 30 volte in modo da avere circa 1.000.000 di copie

Page 28: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Kary Mullis – premio Nobel 1993 per la chimica

CycleSequencing.zip

Reazione a catena della polimerasi.zip

Page 29: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

30 SECONDI 94°C30 SECONDI 50-60°CQUALCHE MIN 72°C

STRUMENTO IN GRADO DI VARIARE CICLICAMENTE LA

TEMPERATURA IN MODO AUTOMATICO

TRA LE VARIE FASI DI OGNI CICLO DI PCR

Page 30: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Le reazioni nel termociclatore

Page 31: Le biotecnologie Prof. Elisa Prearo LST 2007/2008.

Gli enzimi di restrizione tagliano il DNA in zone specifiche, i frammenti creati da diversi enzimi di restrizione dello stesso tratto di DNA possono essere sovrapposti e ricomposti come un puzzle.

Possono essere marcati con fluorescina già durante la PCR e letti poi da un sequenziatore che si avvale di un software specifico.Il sequenziatore si avvale di un microcapillare che permette di determinare la sequenza nucleotidica di un frammento di DNA mediante rilevazione della fluorescenza. Dopo la migrazione elettroforetica, il campione colpito da una sorgente luminosa (laser ad Argon) emette una fluorescenza che viene rivelata da un sensore. Il segnale elaborato da un opportuno software mostra in forma grafica a quattro colori la sequenza del DNA in esame. La marcatura, che avviene nel corso di una P.C.R. lineare, permette di marcare il DNA sia in 5' (utilizzando primer marcati ) sia al 3' (utilizzando terminatori marcati). Il risultato di questa reazione produrrà dei frammenti di DNA, nei quali le differenti basi (G, A, T, C) saranno identificate da quattro diversi colori. Ciascun colorante reagisce alla luce emettendo una propria fluorescenza, ciò permette di correre le quattro reazioni come se fossero un unico campione.

Sequenziamento