LE AVVENTURE DELLA MIA VITA

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GEMELLAGGIO PROGETTO “ARTE SENZA FRONTIERE” Anno Scolastico 2014/15 Scuola primaria “San Francesco d’Assisi” Altamura (Bari) – ITALIA Colegio Público "Gloria Fuertes" Montequinto-Dos Hermanas (Sevilla) - SPAGNA LE AVVENTURE DELLA MIA VITA PRIMO CAPITOLO AUTORI: ANTONIO S., MARIA, MARTINA, MICHELE R., VITTORIA 4º D Sono Carlo Levi e sono nato in una famiglia abbastanza ricca. Io sono ebreo e la mia più grande passione è la pittura e per seconda la politica. Ho studiato molto e mi sono laureato in medicina, non ho mai fatto il medico ma l’assistente. Il mio lavoro mi piace molto, anche perché così mi sento utile perché aiuto le persone malate a guarire. Sono stato arrestato nel 1934 a causa della mia lotta antifascista. Il fascismo era un partito politico fondato in Italia da Benito Mussolini che, tra il 1922 e il 1943, si è trasformato in dittatura di governo. Io ero molto contrario perché odio la guerra e ho lottato per la giustizia e la libertà. Stare in carcere è stato per me molto faticoso e mi sono sentito molto triste. Un giorno, nel 1935, mi hanno mandato al confino in Lucania, cioè in Basilicata.

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GEMELLAGGIOPROGETTO “ARTE SENZA FRONTIERE”

Anno Scolastico 2014/15

Scuola primaria “San Francesco d’Assisi”Altamura (Bari) – ITALIA

Colegio Público "Gloria Fuertes"Montequinto-Dos Hermanas (Sevilla) - SPAGNA

LE AVVENTURE DELLA MIA VITA

PRIMO CAPITOLO

AUTORI: ANTONIO S., MARIA, MARTINA, MICHELE R., VITTORIA 4º D

Sono Carlo Levi e sono nato in una famiglia abbastanza ricca.Io sono ebreo e la mia più grande passione è la pittura e per seconda la politica.Ho studiato molto e mi sono laureato in medicina, non ho mai fatto il medico ma l’assistente.Il mio lavoro mi piace molto, anche perché così mi sento utile perché aiuto le persone malate a guarire.Sono stato arrestato nel 1934 a causa della mia lotta antifascista. Il fascismo era un partito politico fondato in Italia da Benito Mussolini che, tra il 1922 e il 1943, si è trasformato in dittatura di governo. Io ero molto contrario perché odio la guerra e ho lottato per la giustizia e la libertà.Stare in carcere è stato per me molto faticoso e mi sono sentito molto triste.Un giorno, nel 1935, mi hanno mandato al confino in Lucania, cioè in Basilicata.Ci sono rimasto per un anno e per me è stato un anno molto significativo.Sono andato a finire ad Aliano. Aliano è un piccolo paesino in cima ad una collinetta, è stato la mia prigione perché non mi potevo muovere ma mi ha consentito di conoscere tanta gente come il dottor Milillo e Rocco Scotellaro.

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In questo paese, le persone che incontravo mi guardavano con occhi stupiti perché erano sorpresi di vedere una persona come me molto ricca in un piccolo paese così povero e non capivano come avessi potuto rinunciare alla mia vita di Torino, città importante e molto più grande. Mi sono da subito incuriosito per la vita che si conduceva in quei luoghi. La vita era povera e faticosa e per guadagnare denaro, gli uomini e le poche donne, erano costretti a lavorare nei campi sotto il sole bollente.La maggior parte delle donne erano casalinghe e la politica era riservata solo agli uomini. La descrizione di alcuni momenti della loro vita è riprodotta nelle scene che troviamo nel mio dipinto “Lucania ‘61”.Lucania ‘61 è un quadro lungo 18 metri e largo 3 metri, e ha quattro tele che si uniscono e formano un unico lungo quadro in cui mostro che la gente andava a lavoro in groppa ai muli; nelle case-grotta c’era un unico letto in cui dormiva tutta la famiglia e sotto al letto conservavano il cibo e i bimbi piccoli li facevano dormire nei cassetti dei comò oppure in ceste di vimini sospese al soffitto e vicine al letto così la mamma poteva allattarli senza doversi alzare dal letto. Ho riprodotto anche scene di politica e i politici li ho rappresentati affacciati a una finestra, lontani dal mio amico Rocco Scotellaro che invece parlava in piazza, tra la povera gente. Questo voleva significare che i politici erano molto lontani dalla vita reale della gente povera.Infine ho riprodotto la morte del mio carissimo amico Rocco, circondato dalla sua mamma e dalla mia, anche se loro erano già morte. Le opere che ho lasciato a Matera nel museo di Palazzo Lanfranchi sono tante e tra queste ci sono le mie preferite: “Michelino” un ragazzino che indossava sempre una giacchetta verde scuro molto larga, “Il dottor Milillo” che è subito diventato mio amico, anche se devo dire che non era molto bravo, “Il pastore con l’agnello sul collo” un altro ragazzo del paese che faceva il pastore e che aveva preso il posto di suo padre ammalato lasciando la scuola, e poi il mio autoritratto L’anno dopo, cioè nel freddo dicembre del 1943, ho scritto un libro molto famoso e forse lo conoscete anche voi: “Cristo si è fermato ad Eboli”.

Mentre uscivo per avere l’ispirazione per continuare a scrivere il mio libro mi sono seduto su una panchina e affianco a me ho trovato un volantino.Era sicuramente scivolato dal mio vecchio libro d’arte.C’era scritto: “A Siviglia, nel Museo delle Belle Arti, sarà allestita la mostra delle opere del noto pittore Bartolomeo Esteban Murillo”, siete tutti invitati”.Incuriosito, mi sono chiesto chi fosse e come mai mi ritrovavo quell’invito nel mio libro. Ho subito deciso di scoprire qualcosa in più …

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