Lobsang Rampa - 3) Storia Della Mia Vita

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    (3) STORIA DELLA MIA VITA (1960)

    (Si tratta di un libro in cui la struttura autobiografica, riguardante gli anni successivi ai primi venti, che

    erano stati oggetto de "Il terzo occhio", viene utilizzata some supporto per tutta una serie di notizie e

    temi di grande interesse.)

    ANTICHE CIVILTA' ED ALIENI

    3-27 Si tratta di un'esperienza che ebbi alcuni anni fa, quando ero nel Tibet e studiavo presso la

    Lamaseria del Chakpori. La mia guida, il Lama Mingyar Dondup, un suo collega, veramente

    un mio intimo amico di nome Jigme, e io, eravamo sul tetto del Chakpori, sulla Montagna di Ferro

    a Lhasa, nel Tibet. Era una notte davvero gelida, con quasi quaranta gradi sotto zero. Eravamo

    sul tetto per uno scopo particolare, come aveva precisato in modo energico il Lama Mingyar

    Dondup. In quel momento stava fra noi, in apparenza saldo come la stessa montagna, mentre

    indicava in alto una stella lontanissima, un mondo rosso all'aspetto: "Fratelli miei, quella la stellaZhoro, un pianeta antichissimo, uno dei pi antichi di questo particolare sistema. Adesso sta

    approssimandosi al termine della sua lunga durata". Si volse verso di noi, dando la schiena al

    vento tagliente, e disse: "Avete studiato molto in materia di viaggio astrale. Ora ci recheremo

    insieme in viaggio astrale su quel pianeta. Lasceremo qui i nostri corpi su questo tetto spazzato dal

    vento e saliremo al di l dell'atmosfera, al di l perfino del Tempo". Cos dicendo fece strada

    attraverso il tetto fin dove c'era un esiguo riparo offerto dalla sporgenza di una cupola. Ci

    avvolgemmo strettamente nelle nostre vesti e ci prendemmo per mano. Sapevamo che stavolta

    non si trattava di un normale viaggio astrale, in quanto non capitava spesso che lasciassimo i

    nostri corpi esposti in quel modo all'inclemenza del tempo. Quando il corpo in una condizione

    disagiata, l'io riesce a spostarsi pi lontano e pi velocemente, nonch a ricordare maggiori

    particolari. Ci si rilassa e si mette il corpo a suo agio soltanto per brevi viaggi attraverso il mondo.

    La mia Guida disse: "Ora allacciamo le nostre mani e proiettiamoci insieme al di l di questa

    Terra. Tenetevi vicino a me e stanotte andremo lontano e avremo esperienze eccezionali". Ci

    sdraiammo e ci mettemmo a respirare nel modo comunemente accettato per liberarci ai fini del

    viaggio astrale. Ero conscio del vento che urlava attraverso le corde delle Bandiere della

    Preghiera, che sventolavano impazzite sulle nostre teste. Poi, tutto a un tratto, ci fu uno strattone e

    non avvertii pi le punte penetranti del vento rigido. Mi trovai a galleggiare, come se fossi in una

    dimensione temporale diversa, al di sopra del mio corpo, e tutto fu calmo. Il Lama Mingyar

    Dondup stava gi dritto nella sua forma astrale e, nel guardare in basso, vidi che anche il mio

    amico Jigme stava abbandonando il suo corpo. Ci mettemmo in piedi ambedue e stabilimmo un

    collegamento per unirci alla nostra guida, il Lama Mingyar Dondup. Questo collegamento,denominato ectoplasma, viene prodotto dal corpo astrale attraverso il pensiero. E' la materia da cui

    i medium traggono manifestazioni spiritiche. Completato il legame, ci librammo verso l'alto, su

    nel cielo notturno; io, sempre curioso, guardai in gi. Sotto di noi ondeggiavano le nostre Corde

    d'Argento, quelle corde senza fine che nel corso dell'esistenza tengono unito il corpo fisico a

    quello astrale. Continuammo a volare sempre pi in alto. La Terra si allontanava. Potevamo

    vedere la corona del sole far capolino dall'altra parte dell'estremo rilievo della Terra, dove doveva

    trovarsi il mondo occidentale, quel mondo che avevamo visitato in lungo e in largo sotto forma

    astrale. Salimmo ancora e poi potemmo scorgere i contorni degli oceani e dei continenti nella

    parte illuminata dal sole. Dal nostro punto d'osservazione il mondo somigliava ormai a una luna

    crescente, ma con l'Aurora Boreale che mandava fiamme da un polo all'altro. Seguitammo a

    spostarci, sempre pi velocemente, finch non superammo la velocit della luce, in quantoeravamo spiriti incorporei, librandoci sempre in avanti, avvicinandoci quasi alla velocit del

    pensiero. Nel guardare avanti vidi un pianeta enorme, minaccioso e rosso, proprio di fronte a me.

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    Stavamo cadendo su di esso a una velocit che non possibile valutare. Sebbene avessi molta

    esperienza in fatto di viaggi astrali, avvertii gli spasimi della paura. La forma astrale del Lama

    Mingyar Dondup sorrise telepaticamente e disse: "Lobsang, se dovessimo andare a sbattere contro

    quel pianeta, non farebbe male n a loro n a noi. Lo attraverseremmo da parte a parte, senza

    ostacoli". Finalmente ci trovammo a fluttuare sopra un mondo rosso e desolato; rocce rosse, sabbia

    rossa in un mare rosso privo di onde. Mentre scendevamo verso la superficie di questo mondo,

    scorgemmo strane creature simili a enormi granchi che si spostavano pigramente lungo il bordodell'acqua. Ci fermammo su quella spiaggia di rocce rosse e osservammo l'acqua, immobile,

    mortale, su cui c'era una schiuma rossa e puzzolente. Mentre guardavamo, la superficie torbida si

    incresp con riluttanza, si aggrinz di nuovo e ne emerse uno strano essere assurdo, altrettanto

    rosso, con una pesante corazza e con articolazioni fuori del comune. Si lamentava come se fosse

    stanco e depresso e, raggiunta la sabbia rossa, si lasci cadere sul ciglio del mare senza onde. Sulle

    nostre teste un sole rosso fiammeggiava cupo, gettando ombre spaventose di color rosso sangue,

    sgradevole e vistoso. Intorno a noi nulla si muoveva, non c'era segno di vita all'infuori delle strane

    creature munite di guscio, che giacevano mezze morte sul terreno. Sebbene fossi nel corpo astrale

    rabbrividii di inquietudine mentre mi guardavo insistentemente in giro. Un mare rosso sul quale

    galleggiava una spuma rossa, rocce rosse, sabbia rossa, esseri rossi dentro una conchiglia e

    soprattutto un sole rosso simile alle ultime scintille di un fuoco morente, un fuoco che tremolavanel nulla. Il Lama Mingyar Dondup disse: "Questo un mondo in agonia. Qui non esiste pi

    rotazione. Questo mondo galleggia abbandonato nel mare dello spazio, un satellite di un sole

    morente, che sul punto di crollare e di diventare cos una stella nana senza vita, senza luce, una

    stella nana che alla fine entrer in collisione con un'altra stella, dal che nascer un altro mondo. Vi

    ho portato qui perch su questo mondo c' ancora vita di grado elevato, una vita che qui allo

    scopo di fare ricerche e indagini su fenomeni di questa fatta. Guardatevi in giro". Si volt e con la

    mano destra indic un punto molto lontano, dove scorgemmo tre immense torri che arrivavano

    fino al cielo d'un rosso intenso, proprio in cima alle quali tre luccicanti sfere di cristallo ardevano e

    pulsavano di una luce chiara e gialla, come se fossero vive. Mentre stavamo l stupiti, una delle

    luci cambi, una delle sfere assunse un intenso colore blu elettrico. Il Lama Mingyar Dondup

    disse: "Venite, stanno dandoci il benvenuto. Scendiamo nel suolo fin dove essi vivono in una

    camera sotterranea". Ci avviammo insieme verso la base di quella torre e poi, fermandoci sotto la

    struttura, vedemmo un ingresso solidamente difeso da una porta fatta di un metallo insolito che

    luccicava e spiccava come una cicatrice su quella terra rossa e brulla. Lo attraversammo, poich

    metallo, rocce o qualsiasi cosa non costituiscono impedimento per i corpi astrali. Passammo

    dall'altra parte e percorremmo corridoi rossi di fredda roccia, finch alla fine non arrivammo in

    una vastissima sala, una sala accerchiata da diagrammi e mappe, nonch da inconsueti macchinari

    e strumenti. Nel centro c'era un lungo tavolo, al quale .erano seduti nove uomini molto anziani,

    tutti diversi l'uno dall'altro. Uno era alto e sottile, con la testa allungata, a forma di cono. Invece un

    altro era basso e dall'aspetto assai robusto. Ciascuno di quegli uomini era diverso. Capimmo che

    ogni uomo apparteneva a un pianeta diverso, a una razza diversa. Esseri umani? Moltoprobabilmente sarebbe stato meglio definirli umanoidi. Erano tutti esseri umani, ma qualcuno era

    pi umano degli altri. Ci rendemmo conto che tutti e nove guardavano fissi nella nostra direzione.

    "Ah," disse uno telepaticamente "abbiamo visitatori che vengono da molto lontano. Vi abbiamo

    visto atterrare qui, alla nostra stazione di ricerca, quindi vi diamo il benvenuto". "Rispettabili

    Padri," disse il Lama Mingyar Dondup "vi ho portato due uomini che hanno appena conseguito lo

    stato lamaico e che sono studenti coscienziosi nella ricerca della conoscenza". "Sono davvero i

    benvenuti," disse l'uomo alto, il quale sembrava essere il capo del gruppo. "Faremo di tutto per

    aiutarli, come gi ti abbiamo aiutato con gli altri in precedenza". Questa per me era una novit sul

    serio, perch non avevo alcuna idea che la mia guida effettuasse viaggi astrali di quella

    dimensione attraverso gli spazi celesti. L'uomo pi basso mi stava osservando e sorrise, dicendo

    nella lingua universale della telepatia: "Constato, giovanotto, che sei assai disorientato dalladiversit del nostro aspetto esteriore". "Rispettabile Padre," risposi, alquanto intimidito dalla

    disinvoltura con cui egli aveva indovinato i miei pensieri, pensieri che avevo cercato di

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    nascondere con tutte le mie forze. "A dire il vero, le cose stanno cos. Rimango stupito di fronte

    alla disparit di dimensioni e di forma che c' fra di voi, quindi ho pensato che non potevate essere

    tutti uomini provenienti dalla Terra". "La tua intuizione stata giusta," disse l'uomo basso "Noi

    siamo tutti umani, ma a causa dell'ambiente abbiamo in un certo senso modificato le nostre

    sagome e la nostra struttura; tu per puoi renderti conto che lo stesso accade sul tuo pianeta, dove

    nel territorio del Tibet vi sono alcuni monaci che voi adibite al servizio di sorveglianza e che sono

    alti due metri. Invece in un'altra parte di quel mondo c' gente alta non pi della met, che voichiamate pigmei. Entrambi sono esseri umani; entrambi sono in grado di riprodursi, a prescindere

    da qualsiasi differenza di struttura, in quanto siamo tutti esseri umani fatti di molecole di carbonio.

    Qui, in questo Universo particolare, tutto dipende dalle molecole fondamentali di carbonio e di

    idrogeno, dato che questi due elementi sono i mattoni che compongono la struttura del vostro

    Universo. Noi, avendo viaggiato in altri Universi molto al di l di questo settore particolare delle

    nostre nebulose, sappiamo che gli altri Universi impiegano materiali diversi. Alcuni usano il

    silicio, altri il gesso o altre cose, ma sono diversi dalla gente di questo Universo e ci rendiamo

    conto con rincrescimento che i nostri pensieri non sempre collimano con i loro". "Ho portato qui

    questi due giovani lama," disse il Lama Mingyar Dondup "affinch possano vedere le fasi della

    morte e della rovina in un pianeta che ha esaurito la sua atmosfera e nel quale l'ossigeno di

    quell'atmosfera si combinato con i metalli, per bruciarli e per ridurre tutto a una polvereimpalpabile". "Cos stanno le cose," disse l'uomo alto. "Vorremmo far presente a questi giovani

    che ogni cosa che nasce deve morire. Ogni cosa vive per lo spazio di tempo assegnatole e tale

    spazio di tempo costituito da un numero di unit di vita. Una unit di vita in ogni creatura

    vivente costituita da un battito cardiaco di quella creatura. La vita di un pianeta costituita da 2

    miliardi e 700 milioni di battiti cardiaci, dopo di che il pianeta muore, ma dalla morte di un

    pianeta ne nascono altri. Anche un essere umano vive per 2 miliardi e 700 milioni di battiti

    cardiaci, e altrettanto avviene all'insetto pi insignificante. Un insetto che vive soltanto

    ventiquattro ore ha, durante quel tempo, 2 miliardi e 700 milioni di battiti cardiaci. Un pianeta -

    beninteso, ci sono delle differenze - ma un solo pianeta pu avere un solo battito cardiaco in

    27.000 anni, dopo di che su quel mondo ci sar uno sconvolgimento mentre esso si prepara per il

    battito cardiaco successivo. Tutta l'esistenza quindi," prosegu "ha il medesimo spazio di tempo,

    ma alcune creature vivono secondo livelli che differiscono da quelli delle altre. Creature che

    vivono sulla Terra, come l'elefante, la tartaruga, la formica e il cane, vivono tutte lo stesso numero

    di pulsazioni cardiache, ma hanno tutte il cuore che batte a velocit diverse, quindi sembra che

    vivano o di pi o di meno". Jigme e io trovammo l'argomento estremamente interessante, in

    quanto ci spiegava ci che avevamo intuito nella nostra terra natia del Tibet. Al Potala avevamo

    sentito parlare della tartaruga che vive per tanti anni e degli insetti che vivono soltanto una sera

    d'estate. Adesso eravamo in grado di constatare che le loro percezioni dovevano essere state

    accelerate per procedere di pari passo con i loro cuori che si muovevano velocemente. L'uomo

    basso, che sembrava osservarci con molta approvazione, disse: "S, non solo questo, ma molti

    animali rappresentano diverse funzioni del corpo. Per esempio, la mucca, come ognuno puvedere, semplicemente una ghiandola mammaria che cammina, la giraffa un collo, un cane -

    beh, chiunque sa qual il pensiero fisso di un cane - che fiuta il vento per informarsi, dato che la

    sua vista tanto debole, un cane pu essere quindi considerato un naso. Altri animali presentano

    affinit analoghe alle diverse parti anatomiche. Il formichiere del Sudamerica pu essere

    paragonato a una lingua". Per un po' conversammo telepaticamente, apprendendo molte cose

    inconsuete, apprendendo con la velocit del pensiero come si fa nel mondo astrale. Poi alla fine il

    Lama Mingyar Dondup si lev in piedi e disse che era ora di partire.

    AURA

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    3-18 Il compito della mia vita, l'avevo saputo fin dall'inizio, aveva a che fare con l'aura umana, quellaradiazione che circonda interamente il corpo umano e che con il fluttuare del suo colore mostra

    all'Esperto se una persona o non onesta. In base ai colori dell'aura si potrebbe vedere ci che

    affligge una persona malata. Ognuno avr notato il velo che circonda un lampione in una notte di

    nebbia. Pu anche darsi che qualcuno abbia notato la ben nota 'scarica a corona' che certe volte

    proviene dai cavi d'alta tensione. L'aura umana in certo qual modo analoga. Essa mostra la forza

    vitale all'interno. Gli artisti del passato dipingevano attorno alla testa dei santi un alone, o aureola.Perch? Perch essi erano capaci di vedere l'aura di quelle persone. Fin dalla pubblicazione dei

    miei primi due libri mi ha scritto gente da ogni parte del mondo, e taluni sono anche in grado di

    vedere l'aura. Anni fa un certo dottor Kilner, ricercatore presso un ospedale di Londra,

    scopr che in determinate condizioni poteva vedere l'aura. Vi scrisse un libro. La scienza

    medica non era pronta per una scoperta del genere, quindi tutto ci che egli aveva scoperto fu

    messo a tacere. Anch'io, a modo mio, compio ricerche e prevedo uno strumento che consentir a

    qualsiasi medico o scienziato di vedere l'aura di un'altra persona e di guarire malattie

    'incurabili' mediante vibrazioni ultrasoniche.

    3-21 Io scrivo la verit affinch pi tardi possa far progredire la causa in favore dell'aura umana.

    Immaginiamo per un momento (cosa che avverr) che un paziente entri nello studio di un medico.

    Costui non si preoccupa di porre domande di sorta, ma si limita a tirare fuori uno specialeapparecchio fotografico e a riprendere l'aura del paziente. Entro un minuto o gi di l, questo

    medico non chiaroveggente ha in mano una fotografia a colori dell'aura del suo paziente. La

    esamina, ne studia le striature e le sfumature di colore, esattamente come uno psichiatra esamina la

    registrazione delle onde cerebrali di un soggetto malato mentalmente. Il medico generico, dopo

    aver confrontato la fotografia a colori con diagrammi tipo, mette per iscritto una serie di cure

    ultrasoniche e spettrografiche che ripareranno i difetti riscontrati nell'aura del paziente. Si tratta di

    cancro? Sar curato. Di tubercolosi? Anch'essa sar curata. Vi sembra ridicolo? Bene, non molto

    tempo fa era 'assurdo' pensare di inviare onde radio da una parte all'altra dell'Atlantico. 'Assurdo'

    pensare di volare a pi di cento miglia all'ora. Il corpo umano non reggerebbe allo sforzo,

    dicevano. 'Assurdo' pensare di andare nello spazio. Le scimmie lo hanno gi fatto. Ed ecco questa

    mia 'assurda' idea.Io l'ho vista in funzione!

    3-26 L'aura pu rivelare l'intero profilo anamnestico di una persona. Nello stabilire ci che manca

    nell'aura e riparando alla carenza per mezzo di speciali radiazioni, possibile far guarire la gente.

    SUPER-IO

    3-65 All'esterno della caserma sostavano tre carri per il trasporto di truppe. Non ci crederete, ma

    quaranta soldati e io con loro ci ammassammo in uno di essi, i rimanenti si arrampicarono a bordodegli altri due veicoli e partimmo, sobbalzando pericolosamente lungo la strada che portava alla

    stazione. Stavamo talmente pigiati che a malapena riuscivo a respirare. L'autista del nostro carro

    sembrava ammattito, nel sorpassare di molto gli altri due. Guidava come se tutti i diavoli del

    comunismo gli fossero alle calcagna. Nella parte posteriore ondeggiavamo e venivamo sballottati,

    obbligati a stare tutti in piedi perch non c'era spazio per sederci. Carambolammo gi per la strada

    a velocit pazzesca, si ud lo stridio acuto dei freni schiacciati troppo bruscamente e il carro slitt

    di sbieco. Il fianco di fronte a me si squarci in una pioggia di scintille nell'attimo in cui

    entravamo in collisione con un massiccio muro di pietra. Grida, urla e bestemmie, un vero e

    proprio mare di sangue, poi mi trovai a volare attraverso l'aria. Volai e riuscii a vedere sotto di me

    il carro fracassato, ormai in preda alla furia del fuoco. Una sensazione di caduta, uno schianto

    rovinoso e il buio. "Lobsang!" chiam una voce prediletta, la voce della mia Guida, il LamaMingyar Dondup. "Stai molto male, Lobsang, il tuo corpo ancora sulla Terra, ma sei qui con noi

    in un mondo al di l di quello astrale. Stiamo cercando di aiutarti, perch il tuo compito sulla Terra

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    non finito". Mingyar Dondup? Assurdo! Era stato ucciso a tradimento dai comunisti quando

    stava tentando di negoziare un accomodamento pacifico nel Tibet. Avevo visto le spaventose

    ferite infertegli quando fu pugnalato alla schiena. Beninteso lo avevo incontrato diverse volte da

    quando era partito per i Campi Celesti. La luce colp i miei occhi chiusi. Credetti di essere di

    nuovo di fronte a quella parete della Lubianka e che i soldati mi colpissero di nuovo in mezzo alle

    spalle con le canne dei loro fucili. Ma questa luce era diversa, non faceva male agli occhi; doveva

    essersi trattato di una associazione di idee, pensai stupidamente. "Lobsang, apri gli occhi eguardami!" La voce gentile della mia Guida mi riemp di calore e trasmise un brivido di piacere in

    tutto il mio essere. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Scorsi il Lama chino su di me. Aveva un

    aspetto migliore di quello che gli avevo mai visto sulla Terra. Il suo volto sembrava senza et, la

    sua aura presentava i colori pi puri senza traccia delle passioni degli abitanti della Terra. La sua

    veste color zafferano era fatta di una materia che non apparteneva alla Terra, rifulgeva

    concretamente come se fosse pervasa di vita propria. Mi sorrise e disse: "Mio povero Lobsang, la

    crudelt dell'uomo verso i suoi simili nel tuo caso stata veramente esemplificata, poich tu sei

    sopravvissuto a ci che avrebbe ucciso chiunque altro svariate volte. Tu sei qui per riposarti,

    Lobsang. Per riposarti in quella che chiamano la 'Terra della Luce Dorata'. Qui ci troviamo al di l

    della fase della reincarnazione. Qui operiamo per aiutare gli abitanti di molti altri mondi, non

    solamente di quello chiamato Terra. La tua anima contusa e il tuo corpo gravementedanneggiato. Dobbiamo rappezzarti, Lobsang, perch il compito deve essere portato a termine e

    non c' nessuno che ti potrebbe sostituire. Diedi un'occhiata intorno a me e constatai che mi

    trovavo in quello che in apparenza era un ospedale. Dal punto in cui ero potevo scorgere fuori un

    terreno erboso con zone alberate, potevo vedere da lontano animali che pascolavano o che si

    trastullavano. A quanto pareva c'erano daini e leoni, e tutti quegli animali che sulla Terra non

    potevano vivere pacificamente insieme, l erano amici che facevano capriole come membri di

    un'unica famiglia. Una lingua ruvida mi lecc la mano destra, che pendeva inerte dal bordo del

    letto. Girati gli occhi, vidi Sha-Lu, l'enorme gatto guardiano del Chakpori, uno dei miei primi

    amici. Mi strizz l'occhio e sentii che mi veniva la pelle d'oca dappertutto, mentre mi diceva:

    "Lobsang, amico mio, sono lieto di vederti di nuovo, anche se per poco. Tu dovrai tornare sulla

    Terra per un po', dopo che sarai andato via di qui, poi nel giro di pochi anni tornerai fra noi per

    sempre. Un gatto parlante? Il linguaggio telepatico del gatto lo conoscevo bene e lo capivo in

    pieno, ma questo gatto qui proferiva veramente le parole, non trasmetteva semplicemente dei

    messaggi telepatici. Un rumore di risa soffocate mi fece alzare gli occhi verso la mia Guida, il

    Lama Mingyar Dondup. Si stava divertendo sul serio - alle mie spalle - pensai. Avvertii di nuovo

    un formicolio alla testa; Sha-lu stava dritto sulle zampe posteriori, con i gomiti appoggiati a fianco

    a me. Lui e il Lama guardarono verso di me, poi tra di loro; ridendo entrambi. Ridevano entrambi,

    lo giuro! "Lobsang," disse la mia Guida "tu sai che la morte non esiste, tu sai che al momento di

    lasciare la Terra a seguito della cosiddetta 'morte', l'Io si dirige verso quel livello in cui lui o lei

    riposano per un po' prima di reincarnarsi in un corpo che offrir le occasioni per apprendere altre

    lezioni e per progredire sempre di pi in alto. Qui ci troviamo a un livello da cui non c'reincarnazione. Noi viviamo qui, come tu ora ci vedi, in armonia, in pace e con la facolt di

    recarci ovunque e in qualunque momento per mezzo di quello che tu definiresti 'viaggio super-

    astrale'. Qui gli animali e gli esseri umani, nonch altre specie, discorrono per mezzo sia della

    favella che della telepatia. Ci serviamo della parola da vicino, della telepatia da lontano". Potevo

    sentire a distanza una musica dolce, una musica che riuscivo a capire perfino io. Da una parte

    all'altra i luminosi colori del cielo passavano veloci e fluttuavano come per accompagnare la

    musica. Qui, in questo magnifico paesaggio, il verde era pi verde e l'acqua pi azzurra. Qui

    nessuna malattia contorceva gli alberi, n le foglie appassivano per il carbonchio. Qui c'era

    soltanto la perfezione. Perfezione? Allora, che ci stavo a fare qui? Ero penosamente molto lungi

    dall'essere perfetto, come ben sapevo. "Hai combattuto una bella battaglia, Lobsang, e ti trovi qui

    in vacanza e per ricevere incoraggiamento, avendone diritto per via dei risultati ottenuti". La miaGuida, mentre parlava, sorrideva con benevolenza. Mi appoggia all'indietro, poi saltai in piedi per

    lo spavento: "Il mio corpo, dove il mio corpo terrestre?" "Calma, Lobsang, calma," rispose il

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    Lama "Riposati e ti faremo vedere di pi quando avrai pi forza". Lentamente la luce della stanza

    si affievol da un color oro in una nebbia violacea riposante. Avvertii una mano fresca e forte sulla

    mia fronte e una zampa morbida e pelosa appoggiata sulla palma della mia mano destra, poi pi

    nulla. Sognai che ero di nuovo sulla Terra. Guardai in basso, privo di emozioni, mentre i soldati

    russi setacciavano attentamente fra i rottami dell'autocarro, estraendo cadaveri bruciati e mutilati.

    Vidi un uomo guardare in alto e puntare il dito. Le teste si alzarono in risposta ai suoi cenni e mi

    misi a guardare anch'io. Era il mio corpo fracassato, pencolante sulla sommit di un alto muro. Ilsangue mi scorreva dalla bocca e dal naso. Osservai mentre il mio corpo veniva rimosso dal muro

    e messo in un'ambulanza. Mentre l'autovettura si dirigeva verso l'ospedale, mi librai in alto e vidi

    tutto. La mia Corda d'Argento era intatta, notai; splendeva come le nebbie azzurre del mattino

    nelle valli. I portaferiti russi tirarono fuori la barella senza una particolare attenzione. Procedendo

    a sobbalzi, la portarono dentro una sala operatoria e fecero ruzzolare il mio corpo su un tavolo. Le

    infermiere tagliarono via i miei vestiti macchiati di sangue e li gettarono nel bidone dei rifiuti.

    Fecero le fotografie con un apparecchio radiografico e vidi che avevo tre costole rotte, una delle

    quali mi aveva perforato il polmone sinistro. Il mio braccio sinistro era rotto in due punti, mentre

    la mia gamba sinistra si era rotta di nuovo al ginocchio e alla caviglia. La punta spezzata della

    baionetta di un soldato mi era penetrata nella spalla sinistra, mancando per un pelo un'arteria

    vitale. Le chirurghe sospirarono rumorosamente, non sapendo dove cominciare. Mi sembrava digalleggiare sopra il tavolo operatorio, osservando, chiedendomi se la loro abilit sarebbe stata

    all'altezza di rattopparmi. Un leggero strattone alla mia Corda d'Argento e mi trovai a librarmi

    attraverso il soffitto, a vedere, passando, i degenti nei loro letti nelle corsie soprastanti. Mi spostai

    lentamente in alto e via, fuori nello spazio, fuori fra le stelle infinite, al di l dell'astrale, attraverso

    un livello eterico dietro l'altro, finch non giunsi di nuovo alla 'Terra della Luce Dorata'. Sussultai,

    cercando di scrutare attraverso la nebbia color porpora. "E' tornato." disse una voce gentile e le

    nebbie si dissolsero, facendo di nuovo posto alla magnifica Luce. La mia Guida, il Lama Mingyar

    Dondup, era in piedi accanto a me, guardando in basso. Sha-lu era sdraiato sul letto accanto a me,

    ronfando sommessamente. Nella stanza c'erano altri due Nobili Personaggi. Quando li vidi,

    stavano guardando fuori dalla finestra la gente che andava e veniva parecchi metri pi sotto.

    Essendo restato senza fiato per la sorpresa, si voltarono e mi sorrisero: "Sei stato male cos

    gravemente" disse uno "che temevamo che il tuo corpo non avrebbe resistito". L'altro, che io

    conoscevo bene nonostante la posizione elevata che aveva occupato sulla Terra, prese le mie mani

    fra le sue: "Tu hai sofferto troppo, Lobsang. Il mondo stato troppo crudele con te. Ne abbiamo

    discusso e abbiamo l'impressione che forse ti piacerebbe ritirarti. Se tu proseguissi, per te ci

    sarebbe molta pi sofferenza. Puoi abbandonare il tuo corpo in questo istante e rimanere qui per

    l'eternit. Preferiresti fare cos?" Il cuore mi balz nel petto. La pace dopo tutte le mie sofferenze.

    Sofferenze che, se non fosse stato per il mio addestramento duro e particolare, avrebbero posto

    fine alla mia vita da diversi anni. Un addestramento speciale. S, a quale scopo? Affinch potessi

    vedere l'aura della gente, affinch potessi ispirare l'idea di indirizzare la ricerca nel campo

    dell'aura. Se invece mi arrendevo, chi avrebbe continuato il compito? "Il mondo stato troppocrudele con te. Non ti sar addossata nessuna responsabilit se rinunci". Dovevo rifletterci bene.

    Nessuna responsabilit, da parte degli altri, ma per tutta l'eternit avrei dovuto vivere con la mia

    coscienza. Che cosa era la vita? Appena alcuni anni di infelicit. Ancora qualche anno di

    patimenti, di sofferenze, di incomprensione, poi, sempre che avessi compiuto tutto ci che era

    nelle mie possibilit, la mia coscienza sarebbe stata in pace. Per l'eternit. "Onorevole Signore,"

    risposi "tu mi hai dato facolt di scelta. Svolger l'incarico fintantoch il mio corpo rester tutto

    d'un pezzo. In questo momento molto instabile." aggiunsi. Sorrisi felici di approvazione furono

    scambiati fra gli uomini riuniti. Sha-lu ronf sonoramente e in segno di affetto mi mordicchi per

    scherzo. "Il tuo corpo terrestre, come dici, in uno stato deplorevole per via di ci che ha patito."

    disse l'Insigne Uomo. "Prima che tu prenda una decisione definitiva, dobbiamo dirtelo. Abbiamo

    individuato un corpo in Inghilterra, il cui possessore impaziente di abbandonarlo. La sua aurapossiede un'armonica fondamentale della tua. Pi tardi, se le circostanze lo renderanno necessario,

    puoi subentrare nel suo corpo". Per poco non caddi dal letto, preso dall'orrore. Io subentrare in un

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    altro corpo? La mia Guida rise: "Via, Lobsang, dove finito tutto il tuo addestramento? E'

    semplice come indossare la veste di un altro. Poi, allo scadere di sette anni, il corpo sarebbe tuo,

    tuo molecola per molecola, con le stesse identiche cicatrici cui sei tanto affezionato. Da principio

    sarebbe una cosa un po' insolita, come quando hai indossato per la prima volta abiti occidentali.

    Me lo ricordo bene, Lobsang". L'insigne Uomo intervenne di nuovo: "Tu hai facolt di scelta, mio

    caro Lobsang. Tu puoi abbandonare il tuo corpo in questo momento con coscienza tranquilla e

    rimanere qui. Se per ritorni sulla Terra, non ancora il momento per il cambiamento dei corpi.Prima che tu prenda una decisione, ti dir che se tu ritorni tornerai fra la sofferenza,

    l'incomprensione, lo scetticismo e l'odio effettivo, in quanto esiste una forza del male che cerca di

    impedire tutto ci che valido in relazione all'evoluzione dell'uomo. Dovrai rivaleggiare con le

    forze del male". "La mia decisione presa." Risposi "Mi avete consentito di scegliere. Continuer

    finch il mio incarico non compiuto, e se dovr assumere un altro corpo, ebbene, cos sia".

    3-122 (Di nuovo nella Terra della Luce Dorata:)" Il tuo corpo attuale prossimo alla fine della sua

    esistenza utile, e quanto abbiamo predisposto in vista di questo evento deve realizzarsi. Questo

    un incontro importante," disse "perch dobbiamo programmare il tuo avvenire. Dobbiamo

    vedere in che modo si pu dare impulso alla ricerca sull'aura umana, in quanto abbiamo notato che

    sulla Terra, quando si accenna all'aura, la maggior parte della gente cerca di cambiare argomento".

    Avanzammo lungo il sentiero finch non scorgemmo di fronte a noi un Palazzo di unabellezza cos incomparabile che involontariamente mi fermai senza fiato per il piacere. Sembrava

    che i muri fossero fatti di cristallo purissimo, con delicate gradazioni color pastello e tinte tenui

    che cambiavano quando le si guardava. Il sentiero era soffice sotto i piedi e la mia Guida non ebbe

    bisogno di sollecitarmi per convincermi a entrare. Entrammo e fu come se ci trovassimo in un

    grande Tempio, un Tempio senza zone d'ombra, incontaminato, con un'atmosfera che induceva

    semplicemente a pensare che quella era la Vita. Attraversammo il corpo principale dell'edificio,

    finch non giungemmo fino a quella che sulla Terra avrei definito la stanza dell'Abate. Qui

    regnava una semplicit confortevole, c'era un'unica raffigurazione della Grande Realt. Qua e l

    lungo le pareti c'erano piante viventi e dalle ampie finestre era possibile spingere lo sguardo su

    una splendida distesa erbosa con zone alberate. Ci sedemmo su cuscini disposti sul pavimento,

    come si usava nel Tibet. Mi sentivo a casa mia, quasi soddisfatto. Ero sempre turbato dai ricordi

    del mio corpo lasciato sulla Terra, in quanto fintantoch la Corda d'Argento si manteneva intatta,

    sarei dovuto ritornare. L'Abate - lo chiamer cos anche se il suo grado era molto pi elevato - si

    guard intorno e poi parl: "Da qui abbiamo seguito tutto ci che ti accaduto sulla Terra.

    Vogliamo innanzi tutto ricordarti che tu non soffri per effetto del Karma, ma al contrario tu stai

    agendo come uno strumento della nostra indagine. Il tuo corpo attuale ha troppo sofferto ed

    sul punto di non funzionare pi. Abbiamo stabilito un contatto con l'Inghilterra. Questa persona

    desidera lasciare il suo corpo. L'abbiamo fatta venire sul piano astrale e abbiamo discusso insieme

    dell'argomento. E' molto impaziente di andarsene e far tutto quello che chiediamo. Su nostro

    ordine ha cambiato il suo nome in uno pi adatto per te. La sua esistenza non stata felice: ha

    interrotto di sua volont i rapporti con i parenti. Non si mai fatto degli amici. E' su una tuaarmonica. Per il momento non parliamone, in quanto pi tardi, prima che tu prenda il suo corpo,

    vedrai appena qualcosa della sua vita. Presentemente il tuo compito di riportate il tuo corpo nel

    Tibet affinch possa essere conservato. Grazie ai tuoi sforzi e ai tuoi sacrifici hai accumulato del

    denaro; te ne occorrer un po' di pi per pagarti le spese di viaggio. Te lo guadagnerai grazie alle

    tue continue fatiche. Ma per il momento sufficiente. Per un giorno goditi la tua permanenza qui,

    prima di ritornare nel tuo corpo".

    3-133 Le giornate immediatamente successive furono convulse, per ottenere i visti di transito, per

    compiere gli ultimi preparativi, per imballare e rispedire le mie cose agli amici di Shanghai.

    Impacchettai accuratamente la mia sfera di cristallo e la rimandai l per usarla in futuro, come feci

    con i miei documenti cinesi che, tra parentesi, un certo numero di persone responsabili hanno

    ormai visto.3-135 Fui contento di andarmene da Kalimpong e di entrare nel mio paese, il Tibet. Mi aspettavano e

    venni accolto da un gruppo di alti lama travestiti da monaci mendicanti e da mercanti. La mia

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    salute stava peggiorando rapidamente, ebbi perci frequentemente bisogno di fare sosta e di

    riposarmi. Finalmente, dopo una decina di settimane, arrivammo in una lamaseria isolata in alto

    sull'Himalaya, che dominava la valle di Lhasa, una lamaseria talmente piccola e inaccessibile che i

    comunisti cinesi non se ne preoccupavano. Per qualche giorno mi riposai, cercando di riacquistare

    le mie forze, mi riposai e meditai. Ero di nuovo a casa e felice per la prima volta in tanti anni.

    Sembrava che gli inganni e i tradimenti degli Occidentali non fossero altro che un incubo

    malefico. Ogni giorno gruppetti di uomini venivano da me, per riferirmi gli avvenimenti del Tibete per ascoltarmi quando descrivevo loro lo strano mondo sgradevole fuori dei nostri confini.

    Assistevo a tutti i servizi di culto, trovando conforto e sollievo negli atti rituali che ben conoscevo.

    Eppure ero un uomo speciale, un uomo che era sul punto di morire e di tornare a vivere. Un uomo

    che era in procinto di affrontare una delle esperienze pi strane che possa capitare in sorte a una

    creatura vivente. Ma era una cosa tanto strana? Molti degli Adepti pi insigni lo facevano

    passando da un'esistenza all'altra. Il Dalai Lama in persona lo faceva, insediandosi di volta in volta

    nel corpo di un neonato. Ma nel mio caso la differenza consisteva nel fatto che io stavo per

    subentrare nel corpo di un adulto e per plasmare il suo corpo nel mio, mutando non soltanto l'Io

    ma tutto intero il corpo molecola per molecola. Quantunque non fossi cristiano, per gli studi

    compiuti a Lhasa avevo dovuto leggere la Bibbia cristiana e seguire le lezioni sull'argomento.

    Sapevo che nella Bibbia si afferma che il corpo di Ges, il figlio di Maria e di Giuseppe, fuadottato dallo 'Spirito del Figlio di Dio' e divenne Cristo. Sapevo anche che nell'anno 60 d.C. i

    sacerdoti cristiani si erano accordati per bandire determinati insegnamenti di Cristo. Fu interdetta

    la reincarnazione, fu interdetta l'adozione del corpo degli altri, insieme a molti altri argomenti

    insegnati da Cristo.

    3-138 appoggiandosi a un bastone entr nella mia stanza. Il suo volto era segnato da molta

    sofferenza, le sue ossa sporgenti erano coperte soltanto da una pelle tesa come la pergamena

    avvizzita. Mi accorsi che era cieco e mi alzai per prendergli il braccio. Le sue orbite mandavano

    rossi bagliori di rabbia e i suoi movimenti erano insicuri, come coloro che hanno perduto la vista

    da poco. Lo feci sedere accanto a me e gli tenni la mano con delicatezza, pensando che in quella

    terra invasa non avevamo ormai nulla con cui alleviare la sua sofferenza e attenuare il dolore delle

    sue orbite infiammate. Sorrise mestamente e disse: "Tu ti stai chiedendo, Fratello, che ne stato

    dei miei occhi. Mi trovavo sulla Via Santa, prosternandomi davanti a un santuario. Alzandomi in

    piedi fissai il Potala e per sfortuna un ufficiale cinese si trovava nella mia linea visiva. Mi ha

    accusato che lo stavo fissando con arroganza, che lo guardavo in modo offensivo. Mi hanno legato

    con una corda alla parte posteriore della sua macchina e mi hanno trascinato sul terreno della

    piazza. Sono stati radunati degli spettatori, poi di fronte a loro mi hanno cavato gli occhi e me li

    hanno gettati. Il mio corpo, come tu di certo puoi vedere, presenta molte ferite mezze guarite.

    Sono stato portato qui da altri e adesso sono contento di salutarti". Appena si apr la veste rimasi

    senza fiato per l'orrore, in quanto il suo corpo era un'informe massa rossa dopo essere stato

    trascinato per la strada. Conoscevo bene quell'uomo. Sotto di lui, in qualit di accolito, avevo

    studiato argomenti relativi allo spirito. Lo avevo conosciuto quando divenni un lama, poich, erastato uno dei miei mallevadori. Egli era stato uno dei lama quando ero sceso gi sotto il Potala per

    affrontare la Cerimonia della Piccola Morte. Ora sedeva accanto a me e io sapevo che la sua morte

    non era lontana. "Tu hai viaggiato molto, hai visto e sopportato molte cose." disse "Adesso il mio

    ultimo compito nella presente Incarnazione di aiutarti a ottenere, per mezzo della Cronaca

    dell'Akasha, qualche idea dell'esistenza di un certo inglese, il quale molto ansioso di separarsi

    dal suo corpo dove probabilmente tu subentrerai. Tu avrai soltanto qualche vaga traccia, in quanto

    ci vuole molta energia e noi siamo entrambi gi di forze". Fece una pausa, poi con un debole

    sorriso prosegu: "Lo sforzo far cessare questa mia esistenza presente, ma sono felice di avere

    questa occasione di acquistare merito grazie a quest'ultimo incarico. Grazie a te, Fratello, per

    avermene data la possibilit. Quando tornerai qui dal Viaggio Astrale, io sar morto al tuo fianco".

    3-141 "Fratello, vogliamo andare?" Ci sedemmo insieme nella posizione del loto e meditammo suquanto ci accingevamo a compiere. Con lo strattone tutt'altro che spiacevole che sovente

    accompagna questi momenti di liberazione, il lama cieco - adesso non pi cieco - e io ci

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    liberammo dei nostri corpi terreni nella libert di un altro piano. "E' bello vedere di nuovo," disse

    il lama "infatti la vista si apprezza soltanto quando la si perduta". Continuammo a galleggiare

    insieme, lungo il sentiero ben noto fino al posto che chiamavamo il Palazzo dei Ricordi. Entrando

    in silenzio, vedemmo che altri erano intenti a fare ricerche per mezzo della Cronaca dell'Akasha,

    ma ci cheessi vedevano era invisibile per noi, come le nostre visioni lo sarebbero state per loro.

    "Da dove incominciamo, Fratello?" disse il vecchio lama. "Non occorre essere indiscreti," risposi

    "ma dovremmo accertare che tipo d'uomo costui con il quale abbiamo a che fare". Per un po' franoi cadde il silenzio, mentre si formavano immagini nitide e chiare affinch le esaminassimo.

    "Ehi!" esclamai facendo un salto per lo spavento. E' sposato. Come devo comportarmi? lo sono un

    monaco celibe! Io mi ritiro". Mi voltai assai allarmato e mi fermai alla vista del vecchio

    letteralmente rosso dalle risate. Per un certo tempo la sua ilarit fu cos grande che gli impediva

    semplicemente di parlare. " Vedi, Fratello coloro che ci guidano e ci assistono ci avevano

    pensato. Tu e la signora potete vivere insieme in una condizione di cameratismo, del resto i nostri

    monaci e le nostre monache non vivono talvolta sotto lo stesso tetto? Non andiamo a cercare

    difficolt dove non esistono. Proseguiamo con la Cronaca". Vidi l'uomo il cui corpo si sperava

    che avrei preso. Con interesse crescente lo osservai mentre stava preparando un'apparecchiatura

    chirurgica. Con mia grande gioia, era evidente che certamente sapeva ci che stava facendo, era

    un tecnico competente e feci involontariamente un cenno di approvazione mentre lo guardavooccuparsi di un caso dopo l'altro. La scena si spost e fummo in grado di vedere la citt di Londra,

    in Inghilterra, proprio come se fossimo in mezzo alla folla. Gli enormi autobus rossi

    rumoreggiavano per le vie, infilandosi nel traffico, emergendone e trasportando parecchie persone.

    A un tratto si ud un urlo infernale e lamentoso e vedemmo la gente che si precipitava a ripararsi in

    strane costruzioni di pietra erette nelle vie. Ci furono le incessanti esplosioni dei proiettili antiaerei

    e i caccia attraversarono il cielo rombando. Istintivamente ci abbassammo, mentre le bombe

    cadevano fischiando da uno degli aerei. Per un attimo ci fu un silenzio di quiete, poi uno scoppio

    tremendo. Gli edifici saltarono in aria e ricaddero ridotti in polvere e macerie. Gi nei profondi

    sottopassaggi della ferrovia sotterranea la gente viveva una strana esistenza trogloditica, andando

    nei rifugi di notte e uscendone al mattino come talpe. A quanto sembrava vi abitavano intere

    famiglie, dormendo su cuccette improvvisate e cercando di ottenere un po' di riserbo appendendo

    coperte a qualsiasi sporgenza si presentasse nelle pareti lisce rivestite di mattonelle. Mi sembrava

    di stare su una piattaforma di ferro che dominava le cime dei tetti di Londra, con una chiara veduta

    dell'edificio che la gente chiama il 'Palazzo'. Un aeroplano isolato si tuff dalle nubi e tre bombe

    caddero velocemente sulla dimora del re d'Inghilterra. Mi guardai intorno. Una persona, quando

    vede attraverso la Cronaca dell'Akasha, vede nella veste del personaggio principale, sicch il

    vecchio lama e io vedevamo entrambi come se fossimo tutti e due il protagonista. Mi parve di

    essere su una scala antincendio, che si protendeva attraverso tutti i tetti di Londra. In precedenza

    avevo visto cose del genere, ma dovetti spiegarne l'uso al mio compagno. Poi cominciai a capire:

    lui - la figura che stavo osservando - era addetto alla ricognizione aerea allo scopo di dare

    l'allarme a quelli di sotto in caso di minaccia di un imminente pericolo. Suonarono di nuovo lesirene per il cessato allarme e vidi che l'uomo scendeva, togliendosi l'elmetto d'acciaio delle

    squadre della protezione antiaerea. Il vecchio lama si rivolse a me con un sorriso: "Questo molto

    interessante, non mi sono occupato dei fatti avvenuti in Occidente, mi sono limitato a quelli del

    nostro paese. Adesso capisco che cosa vuoi dire quando affermi che 'una sola immagine vale mille

    parole'. Dobbiamo guardare di nuovo". Tornando a guardare la Cronaca, vedemmo le vie di

    Londra sotto l'oscuramento, percorse da automobili con le luci anteriori schermate. La gente

    andava a sbattere contro i pali e si urtava. Sui treni della sotterranea, prima che uscissero

    all'aperto, le luci normali venivano spente e si accendevano delle lugubri lampadine azzurre. I

    fasci di luce dei riflettori frugavano il cielo notturno, illuminando a volte i fianchi scuri dei palloni

    di sbarramento. Vedemmo l'uomo scendere dal treno e camminare nelle vie immerse nel buio,

    finch non giunse a una grossa costruzione piena di appartamenti. Lo vedemmo entrare, ma nonentrammo con lui, osservammo invece la scena animata che si svolgeva all'interno. Le case erano

    distrutte dalle bombe e gli uomini scavavano ancora, allo scopo di recuperare vivi e morti. Il

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    lamento delle sirene interruppe le operazioni di soccorso. In alto nel cielo i bombardieri nemici

    furono intercettati dai riflettori incrociati, come tignole che svolazzano alla luce di una lampada.

    Uno scintillio da uno dei bombardieri richiam il nostro sguardo curioso, poi ci rendemmo conto

    che era emesso dalle bombe mentre precipitavano. Una cadde esplodendo nel fianco della grossa

    costruzione adibita ad appartamenti. Ci fu un lampo abbagliante e una pioggia di mura che

    crollavano a pezzi. La gente si rivers fuori dall'edificio, uscendo nell'incerta sicurezza delle vie.

    "Vogliamo spostarci un po' in avanti nel tempo?" chiese il mio compagno "Non occorre cheguardiamo tutto, poich siamo entrambi debilitati". Acconsentii con la massima prontezza. Avevo

    bisogno semplicemente di conoscere quale tipo di persona fosse quella da cui stavo per prendere le

    consegne. Per me non c'era alcun interesse a ficcare il naso negli affari di un altro. Ci spostammo

    lungo la Cronaca, ci fermammo a titolo di prova, poi ci spostammo ancora. La luce del mattino era

    offuscata dal fumo di diversi incendi. Le ore notturne erano state un inferno. Sembrava che mezza

    Londra fosse in fiamme. L'uomo scendeva per la via ingombra di macerie, una via che aveva

    subito un pesante bombardamento. Davanti a una barricata provvisoria un poliziotto della riserva

    lo ferm: "Non potete andare oltre, signore, gli edifici sono pericolanti". Vedemmo arrivare

    l'amministratore delegato e parlare con l'uomo la cui esistenza stavamo osservando. Detta una

    parola al poliziotto, si abbassarono per superare la corda di recinzione e si avviarono insieme

    verso il fabbricato in rovina. L'acqua schizzava su tutto uscendo dai tubi rotti. L'impianto idraulicoe i fili elettrici erano inestricabilmente aggrovigliati, come una matassa di lana con cui si sia

    divertito un gattino. Una cassaforte si reggeva in precario equilibrio, ancora tentennante proprio

    sull'orlo di una grande buca. Cenci fradici sbattevano squallidamente al vento, mentre dagli edifici

    contigui scendevano frammenti di carta bruciata che sembravano fiocchi di neve nera come il

    carbone. Io che avevo visto la guerra e la sofferenza pi di quanto ne sapesse la maggior parte, ero

    ancora nauseato dalla distruzione insensata. La Cronaca prosegu... La disoccupazione, a Londra

    durante la guerra! L'uomo cerc di arruolarsi come poliziotto della riserva. Inutilmente. Sui suoi

    documenti sanitari era assegnato alla quarta categoria, non idoneo a prestare servizio. Adesso,

    sfumato il suo impiego, a causa della caduta della bomba, percorse a piedi le vie in cerca di lavoro.

    Tutte le ditte si rifiutarono di assumerlo. Sembrava che non ci fosse speranza, nulla che

    illuminasse il buio dei suoi momenti difficili. Alla fine, capitato per caso in una scuola per

    corrispondenza con la quale aveva studiato - e dove aveva lasciato un'impressione favorevole per

    la sua prontezza mentale e per il suo spirito di iniziativa, gli venne offerto un impiego presso i loro

    uffici del periodo bellico fuori Londra. "E' un bel posto." disse l'uomo che aveva fatto l'offerta.

    "Per andarci prendi l'autobus della linea verde. Parla con Joe, dovrebbe essere l verso l'una,

    altrimenti gli altri penseranno a te. Portati tua moglie e fate una gita. Io stesso ho cercato di

    farmici mandare". In realt il villaggio era un letamaio! Di sicuro non il 'bel posto' che gli avevano

    fatto credere. L si costruivano aeroplani, venivano collaudati e mandati in altre parti del paese. La

    vita in un istituto per corrispondenza era veramente noiosa. A quanto vedevamo, osservando la

    Cronaca dell'Akasha, essa consisteva nel leggere moduli e lettere inviate dalla gente e poi

    consigliare quale corso per corrispondenza dovesse scegliere. Udimmo uno strano rumore,simile a un motore difettoso di motocicletta. Mentre stavamo a guardare, comparve uno strano

    aeroplano, senza pilota n equipaggio. Tossicchi convulsamente, il motore si arrest e l'aeroplano

    si tuff ed esplose proprio a fior di terra. "Quello era l'aeroplano automatico tedesco." dissi al

    vecchio lama. "Sembra che i V.1 e i V.2 siano state cose sgradevoli". Un altro aeroplano senza

    pilota arriv quasi sopra la casa dove abitavano l'uomo e sua moglie. Sfond le finestre su un lato

    della casa e le fece saltare via sull'altro, spaccando un muro. "Non sembra che abbiano molti

    amici." disse il vecchio lama. "Ritengo che posseggano facolt mentali che l'osservatore

    superficiale potrebbe lasciarsi sfuggire. Mi sembra che vivano insieme pi come fratello e sorella

    che come marito e moglie. Questo dovrebbe consolarti Fratello!" disse il vecchio ridendo sotto i

    baffi. La Cronaca dell'Akasha prosegu, facendo il ritratto della vita di un uomo alla velocit del

    pensiero. Tuttavia riuscimmo a spostarci da un settore all'altro, ignorando determinate parti ovedendo di volta in volta altri episodi. L'uomo si accorse che una serie di coincidenze avevano

    fatto indirizzare i suoi pensieri sempre pi verso l'Oriente. I 'sogni' gli avevano fatto vedere la vita

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    del Tibet, sogni che in realt erano viaggi astrali compiuti sotto il controllo del vecchio lama. "Una

    delle nostre difficolt di importanza molto secondaria" mi disse il vecchio "era dovuta al fatto che

    egli voleva usare la parola 'maestro' ogni volta che parlava con uno di noi". "Beh," risposi " questo

    uno degli errori comuni degli Occidentali, a loro piace adoperare qualsiasi nome che implichi

    potere sopra gli altri. Che cosa gli hai detto?" Il vecchio sorrise e disse: "Gli ho fatto un

    discorsetto, ho cercato anche di fargli fare meno domande. Ti dir cosa ho detto, perch utile per

    dedurre il suo intimo carattere. Ho detto: Questo un termine che assai odioso a me e a tutti gliabitanti dell'Oriente. La parola 'maestro' presuppone che si in cerca del dominio sugli altri, che si

    in cerca della supremazia su coloro che non hanno diritto di usare il titolo di 'maestro'. Il maestro

    di scuola si sforza di inculcare il sapere nei suoi alunni. Per noi 'maestro' significa Maestro di

    Conoscenza, una fonte della conoscenza, ovvero uno che ha dominato le tentazioni della carne.

    Noi - gli ho detto - preferiamo la parola Guru, o Adepto. Infatti nessun Maestro, nel senso che noi

    diamo alla parola, cercherebbe mai di influenzare uno studente, n di imporgli le sue opinioni

    personali. Nell'Occidente esistono determinati gruppetti e culti, che ritengono di possedere essi

    soltanto la chiave per entrare nei Campi Celesti. Alcune religioni ricorrono alla tortura allo scopo

    di aggiudicarsi convertiti. Gli ho ricordato una scritta scolpita su una delle nostre lamaserie: 'Mille

    monaci, mille religioni'. "Sembrava che seguisse il mio discorso molto bene," disse il vecchio

    lama "cos gli offrii qualcosa di pi, con l'idea di battere il ferro finch caldo. Gli dissi: In India,in Cina e nell'antico Giappone, l'aspirante studente si sieder ai piedi del suo Guru in cerca di

    informazioni, senza porre domande, poich lo studente saggio non fa mai domande per paura di

    essere mandato via. Fare una domanda per il Guru la prova inequivocabile che lo studente non

    ancora pronto a ricevere le risposte alle sue domande. Alcuni studenti hanno atteso fino a sette

    anni per ottenere informazioni, per ottenere la risposta a una domanda non formulata. Durante

    questo periodo lo studente si occupa delle esigenze fisiche del Guru, bada ai suoi vestiti, al suo

    cibo e alle poche altre necessit che egli ha. Per tutto il tempo drizza le orecchie per avere

    informazioni, perch ricevendo informazioni, ascoltando forse quelle che vengono date ad altre

    persone, l'accorto studente pu dedurre, pu trarre conclusioni, e quando il Guru nella sua

    saggezza vede che lo studente progredisce, quel Guru, nel suo momento buono personale, nella

    sua maniera adatta personale, interroga lo studente e, se si accorge che una parte della conoscenza

    immagazzinata dallo studente difettosa o incompleta, allora il Guru, sempre nel suo momento

    opportuno, pone riparo alle omissioni e alle lacune. "In Occidente la gente dice: 'Adesso dimmi

    questo. Madame Blavatsky ha detto... Il 'vescovo Ledbetter dice... Billy Graham dice... Tu che

    dici? ... Credo che tu abbia torto!'. Gli Occidentali fanno domande per il gusto di parlare, non

    sapendo quello che vogliono dire, ma quando capita che un Guru risponda cortesemente a una

    domanda, immediatamente lo studente discute e dice: 'Oh, gi, ho sentito il tal dei tali dire questo

    o quello, o qualche altra cosa'. Se lo studente pone una domanda al Guru, ci deve sottintendere

    che lo studente non conosce la risposta, ma ritiene che la conosca il Guru, e se lo studente mette

    immediatamente in discussione la risposta del Guru, ci dimostra che lo studente ignorante e ha

    delle idee preconcette e assolutamente errate in fatto di correttezza e di comuni regole del viverecivile. Io ti dico che l'unico modo per ottenere risposta alle tue domande consiste nel far s che le

    tue domande siano spontanee e nel raccogliere informazioni, nel dedurre e inferire, poi a tempo

    debito, purch tu abbia il cuore puro, sarai in grado di effettuare il viaggio astrale e le forme pi

    esoteriche di meditazione, e ti sar cos consentito di consultare la Cronaca dell'Akasha che non

    pu mentire, non pu rispondere fuori del contesto, non pu fornire un'opinione o informazioni

    distorte da prevenzioni personali. Qual l'unico modo per progredire? Consiste nell'attendere e

    nel guardare. Non c' altro modo, non c' modo di forzare il tuo sviluppo, tranne che su invito

    espresso di un Guru il quale ti conosca bene, e quel Guru, conoscendoti bene, accetterebbe il tuo

    sviluppo se te ne ritenesse degno". "Questo interessante." disse il vecchio lama, richiamando

    la mia attenzione su una scena della Cronaca "Questo ha richiesto molta preparazione, ma quando

    si reso conto della sua desiderabilit, non ha fatto alcuna obiezione". Osservai la scena con unacerta perplessit, poi le idee mi si chiarirono. Gi! Quello era l'ufficio di un procuratore legale.

    Quel foglio era un atto unilaterale per il cambio del nome. S, era giusto, me ne ricordavo, aveva

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    cambiato il suo nome, perch quello precedente aveva le vibrazioni sbagliate, come indicato dalla

    nostra Scienza dei Numeri. Lessi con interesse il documento e mi accorsi che non era del tutto

    esatto, sebbene fosse abbastanza fedele. Di sofferenza ce n'era molta. La visita fattagli da un

    dentista provoc molto danno, che lo obblig a ricoverarsi in una clinica per sottoporsi a

    un'operazione. A parte l'interesse tecnico, osservai il procedimento con molta attenzione. Egli -

    cio l'uomo la cui vita stavamo osservando - ebbe l'impressione che il suo datore di lavoro fosse

    uno sconsiderato. Noi, che lo stavamo a guardare, avemmo la stessa sensazione e tanto il vecchiolama che io fummo contenti che l'uomo notificasse la cessazione del suo rapporto di lavoro con la

    scuola per corrispondenza. Il mobilio venne caricato su un furgone, una parte di esso fu venduta, e

    l'uomo e sua moglie lasciarono la zona per trasferirsi in un distretto del tutto nuovo. Per un certo

    periodo abitarono nella casa di una strana vecchia, che 'prediceva la fortuna' e che aveva un

    concetto sbalorditivo della propria importanza. L'uomo tent pi volte di ottenere un lavoro,

    qualsiasi cosa gli desse la possibilit di guadagnare denaro onestamente. Il vecchio lama disse:

    "Ora ci avviciniamo al punto cruciale. Come noterai, egli inveisce continuamente contro il destino.

    Non ha pazienza e temo che morir in modo violento se non ci affrettiamo". "Che cosa vuoi che

    faccia?" domandai "Tu sei il pi autorevole," disse il vecchio "ma vorrei che tu lo incontrassi sul

    piano astrale e vedere cosa ne pensi". "Certamente," fu la mia risposta "andremo insieme". Per un

    attimo mi immersi nei miei pensieri, poi dissi: "A Lhasa sono le due del mattino. In Inghilterrasaranno le otto di sera, perch il loro tempo resta indietro rispetto al nostro. Aspetteremo e ci

    riposeremo tre ore, poi lo porteremo su fino al piano astrale". "S." disse il vecchio lama "Dorme

    in una camera da solo, cos possiamo farlo. Per ora riposiamoci, perch siamo stanchi".

    Ritornammo nei nostri corpi, seduti fianco a fianco, nella tenue luce delle stelle. Il vecchio

    lama rise sommessamente e disse: "Quanto mi sembra strano che quelli che stanno fuori del nostro

    paese non riescano a capire il viaggio astrale! Quanto strano che lo pensino frutto di fantasia.

    Non si potrebbe dir loro che anche la sostituzione del corpo di una persona con quello di un'altra

    somiglia semplicemente a un guidatore che cambia un'automobile con un'altra? Sembra

    inconcepibile che gente che ha raggiunto il loro progresso tecnico sia tanto cieca nei riguardi delle

    cose dello spirito". Avendo molta esperienza del mondo Occidentale, risposi: "Ma gli Occidentali,

    tranne una ristrettissima minoranza, non hanno inclinazione per le cose dello spirito. Tutto quello

    che vogliono sono la guerra, il sesso, il sadismo e il diritto di ficcare il naso negli affari degli

    altri". Giudicai che in Inghilterra dovessero essere circa le undici. Scossi gentilmente il vecchio

    lama che si era un po' assopito: "E' l'ora per il viaggio astrale." dissi. "Per me sar l'ultima volta,"

    rispose "perch non torner di nuovo nel mio corpo". Lentamente, senza affrettarci affatto,

    entrammo nello stato astrale. Giungemmo tranquillamente in quella casa in Inghilterra. L'uomo

    dormiva, un po' agitato, con un'espressione di estremo scontento sul suo viso. La sua forma astrale

    avvolgeva il suo corpo fisico senza dar segno di volersene ancora separare. "Vieni?" domandai

    stando nel piano astrale "Vieni?" ripet il vecchio lama. Adagio, quasi con riluttanza, la forma

    astrale dell'uomo si sollev al disopra del suo corpo fisico. Si alz e vi galleggi sopra, mettendosi

    con la testa in corrispondenza dei piedi del corpo fisico, come si fa. Il corpo astrale oscillava e simuoveva a scatti. L'improvviso fragore di un treno lanciato a velocit per poco non lo rimand nel

    suo corpo fisico. Poi, come per una improvvisa decisione, la sua forma astrale si inclin

    verticalmente e stette dritta davanti a noi. Stropicciandosi gli occhi come uno che si desta, ci fiss.

    "Allora vuoi lasciare il tuo corpo?" domandai. "S, detesto stare qui!" esclam con impeto. Ci

    guardammo reciprocamente. A me sembrava un uomo molto incompreso. Un uomo che, in

    Inghilterra, non avrebbe avuto successo, ma che nel Tibet non se ne sarebbe lasciata sfuggire

    l'occasione. Rise con irritazione: "Sicch tu vuoi il mio corpo! Bene, ti accorgerai dello sbaglio. In

    Inghilterra non conta quello che sai, conta chi conosci. Non riesco ad avere un lavoro, non riesco a

    ottenere neanche il sussidio di disoccupazione. Vedi tu se puoi far meglio!" "Calmati, amico,"

    disse il vecchio lama "tu non sai con chi stai parlando. Pu darsi che sia stata la tua aggressivit a

    impedirti di trovare un impiego". "Dovrai farti crescere la barba," dissi "perch se occupo il tuocorpo, il mio gli sar presto sostituito e io devo portare la barba per nascondere le ferite alle mie

    mascelle. Puoi fartela crescere?" "S, signore," rispose "mi far crescere la barba". "Benissimo."

  • 7/28/2019 Lobsang Rampa - 3) Storia Della Mia Vita

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    dissi "Torner qui tra un mese e assumer il tuo corpo, dandoti la libert, in modo che il mio corpo

    possa in seguito rimpiazzare quello che prender. Dimmi," domandai "come sei stato avvicinato la

    prima volta dalla mia gente?" "Da molto tempo, signore," disse "detesto la vita in Inghilterra, la

    sua ingiustizia, i suoi favoritismi. Per tutta la vita mi sono interessato al Tibet e ai paesi

    dell'Estremo Oriente. Per tutta la vita ho fatto 'sogni' in cui vedevo, o mi sembrava di vedere, il

    Tibet, la Cina e altri paesi che non riconoscevo. Qualche tempo fa fui spinto da un impulso a

    cambiare il nome con un atto giuridico, cosa che ho fatto". "S." osservai "so tutto al riguardo, main che modo sei stato avvicinato recentemente, e che cosa hai visto?" Ci pens un po', poi disse:

    "Per raccontarvelo dovrei farlo a modo mio, e qualche informazione che posseggo sembra che sia

    errata se si tiene conto di quanto ho appreso ultimamente". "Benissimo," risposi " dimmelo a

    modo tuo e dopo potremmo correggere eventuali idee sbagliate.Devo arrivare a conoscerti meglio

    qualora debba prendere il tuo corpo, e questo uno dei modi per farlo". "Forse posso cominciare

    dal primo 'contatto' effettivo. Cos riesco meglio a raccogliere le mie idee. Rose Croft a Thames

    Ditton" incominci "era un posticino veramente grazioso. Era una casa arretrata rispetto alla

    strada, con un giardino sul davanti, un giardinetto, e uno molto pi grande sul retro. Sul lato

    posteriore della casa c'era un terrazzo da cui si godeva una bella vista da una parte all'altra della

    campagna. Di solito trascorrevo un sacco di tempo nel giardino, specie in quello sul davanti,

    perch era trascurato da un po' di tempo e io stavo cercando di metterlo in ordine. Si era lasciatacrescere l'erba, tanto che era alta diversi piedi e quello di estirparla era diventato il problema

    principale. Ne avevo tagliato gi la met con un vecchio coltello indiano dei Gurkha. Era un

    lavoro faticoso perch dovevo mettermi sulle mani e sulle ginocchia, colpire l'erba con forza e

    affilare la lama su una pietra dopo qualche colpo. Mi interessavo anche di fotografia e da qualche

    tempo stavo cercando di riprendere un gufo che viveva su un vecchio abete l vicino, un abete

    tutto rivestito di edera rampicante. La mia attenzione venne distratta da qualcosa che svolazzava

    su un ramo non molto lontano dalla mia testa. Guardai su ed ebbi la grata sorpresa di scorgere un

    giovane gufo, che si agitava qua e l, avvinghiato al ramo e accecato dalla viva luce del sole.

    Senza far rumore posai il coltello che stavo usando e entrai in casa per andare a prendere una

    macchina fotografica. Con quella in mano e con l'otturatore pronto, tornai verso l'albero in

    silenzio, facendo pi piano possibile, mi arrampicai sul ramo. Mi muovevo lentamente con

    circospezione. L'uccello, incapace di vedermi in piena luce ma avvertendo la mia presenza, si

    allontan ancora di pi verso l'estremit del ramo. Io, senza pensare assolutamente al rischio, mi

    spostai sempre pi in avanti e a ogni mio movimento l'uccello si allontanava sempre pi finch

    non arriv quasi alla fine del ramo, che ormai si stava curvando troppo pericolosamente sotto il

    mio peso. Tutto a un tratto feci un movimento brusco, si ud uno schianto secco e la fragranza del

    legno ridotto in polvere. Il ramo era marcio e cedette sotto di me. Venni scaraventato a faccia in

    avanti verso terra. Mi parve di metterci un'eternit a cadere da quei pochi metri d'altezza. Mi

    ricordo che mai l'erba mi apparve pi verde, sembrava pi grande del naturale, riuscivo a

    scorgerne ogni singolo filo con i suoi piccoli insetti. Mi ricordo perfino che una piccola coccinella

    scapp via spaventata al mio arrivo, poi sopravvenne una luce colorata e poi divenne tutto nero.Non so quanto tempo rimasi sotto i rami del vecchio abete come una massa informe e senza vita,

    ma in un attimo mi resi conto che stavo guardando le cose con una percezione maggiore di quella

    che avevo avuto in precedenza. I colori erano nuovi e vivi in modo sbalorditivo. Mi alzai in piedi

    circospetto e mi guardai intorno. Stupefatto dall'orrore vidi che il mio corpo giaceva a terra. Non si

    vedeva sangue, c'era di sicuro la dimostrazione di un brutto bernoccolo proprio sopra la tempia

    destra. Ero pi che sconvolto, in quanto il corpo respirava rumorosamente e mostrava segni di

    grande sofferenza. 'La morte,' pensai 'sono morto; ormai non torner pi indietro'. Vidi una corda

    sottile come un filo di fumo che saliva dal corpo, dalla testa del corpo fino a me. La corda non si

    muoveva, non palpitava e mi sentii sopraffare dal panico. Mi chiesi cosa dovessi fare. Mi

    sembrava di aver messo le radici in quel punto per la paura, o forse per qualche altra ragione. Poi

    un movimento improvviso, l'unico movimento in quel mio strano mondo, attrasse il mio sguardo eper poco non urlai, o mi sarei messo a urlare se avessi avuto la voce. Camminando in mezzo

    all'erba mi si stava avvicinando la figura di un lama tibetano che indossava la veste color zafferano

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    dell'Ordine Superiore. I suoi piedi erano a diversi pollici dal terreno e tuttavia veniva verso di me

    con calma. Lo guardai al colmo dello stupore. Venne verso di me con la mano tesa e sorridendo.

    Disse: 'Non hai nulla da temere. Qui non c' niente di cui preoccuparti'. Ebbi l'impressione che le

    sue parole appartenessero a una lingua diversa dalla mia, forse era tibetano, ma lo capivo, eppure

    non avevo udito alcun suono. Non c'era assolutamente alcun rumore. Non riuscivo a udire neanche

    il canto degli uccelli o il sibilo del vento fra gli alberi. 'S,' disse, indovinando i miei pensieri 'noi

    non usiamo la lingua parlata, bens la telepatia. Io ti sto parlando per mezzo della telepatia'. Ciguardammo l'un l'altro contemporaneamente e poi il corpo che giaceva a terra fra di noi. Il

    tibetano alz di nuovo lo sguardo su di me, sorrise e disse: 'Sei sorpreso della mia presenza? Sono

    qui perch sono stato attirato verso di te. Ho lasciato il mio corpo in questo particolare istante e

    sono stato attirato a te perch le tue particolari vibrazioni vitali sono un'armonica fondamentale di

    una persona per conto della quale agisco. Ecco perch sono venuto, sono venuto perch voglio il

    tuo corpo per una persona che deve continuare a vivere nel mondo Occidentale, in quanto ha da

    svolgere un compito che non tollera interferenze'. Lo guardai sbalordito. L'uomo era matto

    dicendo che voleva il mio corpo! Anch'io lo volevo, era il mio corpo. Non avrei permesso a

    nessuno di togliermi la mia propriet a quel modo. Ero stato scacciato dal veicolo fisico contro la

    mia volont e volevo tornarvi. Ma evidentemente il tibetano capt i miei pensieri. Disse: 'Quali

    prospettive hai? Disoccupazione, malattia, infelicit, un'esistenza mediocre in un ambientemediocre, poi in un futuro non tanto lontano la morte e il dover ricominciare tutto daccapo. Hai

    fatto niente nella vita? Hai fatto niente da esserne orgoglioso? Riflettici'. Ci pensai bene, pensai al

    passato, alle frustrazioni alle incomprensioni, all'infelicit. Egli si intromise: 'Vorresti avere la

    soddisfazione di sapere che il tuo Karma stato cancellato, che tu hai contribuito a un'operazione

    di sommo vantaggio per l'umanit?' Dissi: 'Veramente, non ne so nulla, l'umanit non stata

    troppo buona nei miei riguardi. Perch dovrei preoccuparmene?' Lui disse: 'No, su questa Terra tu

    sei accecato nei riguardi della realt. Tu non sai quello che dici, ma con il trascorrere del tempo,. e

    in una sfera diversa, ti renderai conto delle occasioni che hai perduto. Voglio il tuo corpo per un

    altro'. Dissi: 'Beh, che cosa dovrei fare in questo caso? Non posso andarmene eternamente a zonzo

    come un fantasma, n possiamo avere tutti e due lo stesso corpo'. Vedete, io presi tutto questo

    assolutamente alla lettera. C'era in quell'uomo qualcosa che imponeva rispetto, qualcosa di

    assolutamente sincero. Io non misi in dubbio neanche per un momento che egli potesse prendere il

    mio corpo e lasciarmi andare in qualche altra parte, ma volevo saperne di pi, volevo conoscere

    ci che stavo per fare. Mi sorrise e in tono rassicurante disse: 'Tu, amico mio, avrai la tua

    ricompensa, tu ti sottrarrai al tuo Karma, tu andrai in una diversa sfera di attivit e i tuoi peccati

    saranno cancellati a causa di quanto stai facendo. Ma il tuo corpo non pu essere preso senza il tuo

    consenso'. Veramente l'idea non mi piaceva affatto. Avevo avuto il mio corpo per circa

    quarant'anni e mi ci sentivo abbastanza attaccato. Non mi piaceva l'idea che qualcuno prendesse il

    mio corpo e se lo portasse via. Inoltre, che avrebbe detto mia moglie, vivendo con un estraneo e

    non sapendone niente? Mi guard di nuovo e disse: 'Non hai alcun pensiero per l'umanit? Non sei

    desideroso di fare qualcosa per riscattare i tuoi errori, per dare uno scopo alla tua mediocreesistenza? Chi ci guadagna sarai tu. La persona per la quale agisco subentrer in questa tua

    difficile esistenza'. Mi guardai intorno, guardai il corpo che stava fra noi e pensai: 'Bene, che mi

    importa? E' stata una vita dura. Ne esco bene'. Allora dissi: 'Sta bene, fammi vedere in che posto

    andr, e se mi piace dir di s'. Istantaneamente ebbi una visione splendida, talmente splendida che

    non ci sono parole per descriverla. Ero pienamente soddisfatto e dissi che sarei stato disposto,

    molto disposto, ad avere la mia liberazione e ad andarmene il pi presto possibile". Il vecchio lama

    si fece una risatina e disse: "Dovevamo dirgli che non si trattava di una cosa rapida a quel punto,

    che tu saresti dovuto venire di persona prima di prendere una decisione definitiva. Dopo tutto, per

    lui si trattava di una piacevole liberazione, per te di sofferenze". Li guardai entrambi:

    "Benissimo," osservai alla fine "torner fra un mese. Se a quell'epoca avrai la barba, e se sei sicuro

    al di l di qualsiasi dubbio di volere andare sino in fondo, io ti liberer e ti far continuare il tuoviaggio". Sospir soddisfatto e un'espressione beata gli si diffuse sul volto, mentre si ritirava

    lentamente nel corpo fisico. Il vecchio lama e io ci sollevammo e tornammo nel Tibet. I

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    messaggeri si addentrarono negli alti territori di montagna, diretti alla Nuova Dimora per portare

    la mia conferma scritta che avrei svolto il compito come veniva richiesto. Il tempo passava. Mi

    riposai molto, pi di quanto avessi mai fatto in precedenza nella vita. Poi, poco prima che il mese

    terminasse, poco prima che dovessi andare in Inghilterra, fui di nuovo convocato d'urgenza nella

    Terra della Luce Dorata. Seduto di fronte a tutti quegli Alti Personaggi, mi venne l'idea alquanto

    irriverente di trovarmi in una sala operativa come durante i giorni di guerra! Il mio pensiero venne

    captato dagli altri e uno di loro, sorridendo, disse: "Certo, sono istruzioni. E qual il nemico? LaPotenza del Male, che vuole impedire che il nostro compito sia portato a termine". "Incontrerai

    molta opposizione e molta diffamazione." disse uno "Durante il passaggio i tuoi poteri

    metapsichici non saranno n alterati n perduti in nessun modo." disse un altro. "Questa la tua

    ultima Incarnazione." disse la mia amata Guida, il Lama Mingyar Dondup "Quando giungerai al

    termine di questa esistenza che stai adottando, tornerai allora a casa, da noi". Era tipico della mia

    Guida, pensai, concludere con una nota ottimistica. Proseguirono dicendomi che cosa stava per

    accadermi. Tre lama mi avrebbero accompagnato in Inghilterra in viaggio astrale e avrebbero

    eseguito praticamente l'operazione di separare l'uno dalla Corda d'Argento e di attaccarci l'altro -

    io! La difficolt stava nel fatto che il mio corpo, tuttora nel Tibet, doveva rimanere collegato

    poich volevo che le 'molecole della mia carne' venissero successivamente trasferite. Cos tornai

    sul mondo e insieme a tre compagni mi diressi verso l'Inghilterra in stato astrale. L'uomo stavaaspettando: "Sono deciso ad andare fino in fondo." disse. Uno dei lama che era con me si rivolse

    all'uomo e disse: "Devi lasciarti cadere con violenza da quell'albero, come successe la prima volta

    che ti abbiamo avvicinato. Devi subire una scossa dura, perch la tua Corda saldamente

    attaccata". L'uomo si sollev a pochi piedi di altezza dal suolo e poi si lasci andare, cadendo a

    terra con un tonfo soddisfacente. Per un attimo sembr che il Tempo stesso si arrestasse. Un'auto

    che era passata velocemente si ferm di botto, un uccello in pieno volo si ferm

    improvvisamente... e rimase in aria. Un cavallo che trainava un furgone si arrest con due zampe

    sollevate e non cadde. Poi, il movimento rientr nella nostra facolt percettiva. L'auto si rimise in

    moto di scatto, a una velocit di circa 35 miglia orarie. Il cavallo part al trotto, l'uccello che si

    librava in alto riprese il suo volo. Le foglie stormirono e l'erba si incresp in piccole onde al soffio

    del vento. Dirimpetto, davanti al locale Cottage Hospital, arriv un'ambulanza e si ferm. Ne

    scesero due infermieri, si diressero verso la parte posteriore e tirarono fuori una barella su cui c'era

    una vecchia. Con comodo gli uomini manovrarono per mettersi in posizione e la portarono dentro

    l'ospedale. "Ah!" disse l'uomo "Lei va all'ospedale, io vado verso la libert". Guard su e gi per

    la strada, poi disse: "Mia moglie, lei sa tutto di questa faccenda. Gliel'ho spiegato e lei

    d'accordo". Lanci un'occhiata alla casa e precis: "Quella la sua stanza, la tua l. Adesso sono

    pi che pronto". Uno dei lama afferr la forma astrale dell'uomo e fece scivolare una mano lungo

    la Corda d'Argento. Sembrava che la stesse legando come si lega il cordone ombelicale di un

    bambino appena nato "Pronti!" disse uno dei sacerdoti. L'uomo, liberato dalla sua Corda di

    collegamento, fluttu via insieme al sacerdote che lo assisteva. Io avvertii un dolore bruciante, un

    tormento assoluto che non voglio pi provare, poi il lama pi anziano disse: "Lobsang, riesci aentrare in quel corpo? Ti aiuteremo". Il mondo spar nel buio. Ci fu una sensazione di vischiosit

    rossonera, una sensazione di soffocamento. Sentivo che venivo compresso, imprigionato in

    qualcosa di troppo piccolo per me. Esplorai qua e l nell'interno del corpo, sentendomi come un

    pilota cieco in un aeroplano molto complicato, che si chiede come farlo funzionare. "Che

    succeder se adesso faccio fiasco?" pensai tra me miseramente. Preso dalla disperazione, toccai e

    andai a tentoni. Alla fine vidi dei guizzi rossi, poi qualcosa di verde. Rassicurato, intensificai i

    miei sforzi e poi fu come aprire una tenda. Riuscivo a vedere!La mia vista era esattamente quella

    di prima, potevo vedere le aure delle persone che passavano per la strada. Ma non potevo

    muovermi. I due lama stavano in piedi accanto a me. Da quel momento in poi, come dovevo

    constatare, riuscii a vedere tanto le figure astrali che quelle fisiche. Potevo inoltre tenermi anche

    pi in contatto con i miei compagni nel Tibet. I due lama stavano esaminando preoccupati ilmio stato di rigidit, la mia incapacit di muovermi. Disperatamente mi sforzai pi volte,

    rimproverandomi aspramente per non aver cercato di scoprire e di controllare alcuna. differenza

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    tra un corpo orientale e uno occidentale. "Lobsang! Le tue dita si contraggono!" mi fece notare

    uno dei lama. Esaminai la situazione e feci esperimenti con urgenza. Un movimento sbagliato

    provoc una momentanea cecit. Con l'aiuto dei lama uscii di nuovo dal corpo, lo guardai e vi

    rientrai con cautela. Questa volta ebbi pi successo. Potevo vedere, potevo muovere un braccio e

    una gamba. Con uno sforzo immenso mi alzai sulle ginocchia, vacillai, barcollai e ricaddi bocconi.

    Come se stessi sollevando l'intero peso del mondo, mi alzai in piedi tremando. Dalla casa usc di

    corsa una donna, che chiese: "Che hai fatto, adesso? Dovresti venire dentro e metterti sdraiato".Mi guard e sul volto le si dipinse un'espressione allarmata, tanto che per un momento credetti che

    si mettesse a urlare per un attacco isterico. Si domin, mi mise un braccio intorno alle spalle e mi

    aiut a superare il tratto erboso. Un viottolo di ghiaia, un gradino di pietra, poi varcammo una

    porta di legno ed entrammo in un piccolo ingresso. Da qui in poi fu veramente difficile, perch

    c'erano molti gradini da salire e io ero ancora molto insicuro e molto impacciato nei miei

    movimenti. La casa in realt era formata da due appartamenti e quello che dovevo occupare io era

    di sopra. Sembrava una cosa molto strana entrare in una casa inglese in quel modo, arrampicarsi

    sui gradini piuttosto ripidi, reggersi alla ringhiera per evitare di cadere all'indietro. Avevo

    l'impressione che i miei arti fossero simili alla gomma, come se non ne avessi il pieno controllo, il

    che era esatto, in quanto mi ci vollero alcuni giorni per acquistare la completa padronanza di quel

    corpo nuovo ed estraneo. I due lama indugiarono vicino a me, mostrandosi molto preoccupati, manaturalmente non c'era nulla che potessero fare. Presto mi lasciarono, promettendomi di tornare

    nelle ore piccole notturne. Entrai lentamente nella camera da letto a me destinata, incespicando

    come un sonnambulo, muovendomi a scatti come un fantoccio meccanico. Con un senso di

    sollievo mi buttai sul letto. Almeno, mi consolai, adesso non posso cadere! Le finestre davano sia

    sulla parte anteriore che su quella posteriore della casa. Girando la testa verso destra potevo

    gettare lo sguardo sul giardinetto di fronte, sulla strada, sul piccolo Cottage Hospital dall'altra

    parte, una visione che nelle mie attuali condizioni non trovavo confortevole. Sull'altro lato della

    camera c'era la finestra da cui, girando la testa a sinistra, potevo vedere l'estensione del giardino

    pi grande. Era trascurato, vi cresceva erba comune ammassata come in un pascolo. Alcuni

    cespugli separavano il giardino di una casa da quella accanto. All'estremit del tratto erboso vi era

    una frangia di alberi sparpagliati e una recinzione di filo spinato. Al di l potevo scorgere i

    contorni di costruzioni rurali e un branco di mucche che pascolava nelle vicinanze. Fuori dalla

    finestra potevo udire delle voci, ma erano delle voci talmente 'inglesi' che mi riusciva quasi

    impossibile capire di cosa si parlasse. L'inglese che avevo sentito prima era stato per lo pi

    americano e canadese, mentre qui lo strano accento di questi uomini dalle cravatte coi colori delle

    loro scuole o associazioni mi confondeva. Mi resi conto che avevo difficolt nel parlare. Quando

    ci provavo emettevo soltanto un sordo gracidio. Le mie corde vocali sembravano ingrossate,

    strane. Imparai a parlare lentamente e a preparare quello che stavo per dire. Tendevo a dire 'cha'

    invece di 'J', pronunciando 'chon' per John ed errori simili. A volte mi riusciva difficile capire ci

    che io stesso stavo dicendo! Quella notte i lama tornarono di nuovo in viaggio astrale e

    scacciarono allegramente il mio abbattimento dicendoti che ormai per me il viaggio astralesarebbe stato ancora pi facile. Mi parlarono inoltre del mio corpo vuoto tibetano conservato al

    sicuro in una bara di pietra, sotto la continua sorveglianza di tre monaci. Le ricerche compiute

    nell'antica letteratura, mi dissero, dimostravano che sarebbe stato facile farmi riprendere il mio

    corpo, ma che il trasferimento completo avrebbe richiesto un po' pi di tempo. Per tre giorni

    rimasi nella mia camera, a riposare, a esercitarmi nei movimenti e ad assuefarmi al cambiamento

    di vita. La sera del terzo giorno camminai barcollando nel giardino per controllare il corpo, anche

    se inspiegabilmente in certi momenti un braccio o una gamba non ubbidivano ai miei ordini.

    3-80 In tutta la storia contenuta in tutte le grandi opere religiose del mondo si sono avute versioni alle

    quali qualcuno ha prestato fede, ma che altri, dotati di maggior discernimento, hanno considerato

    come leggende, leggende destinate a nascondere una determinata conoscenza che non dovevacapitare per caso a nessuna persona indegna, perch una conoscenza del genere pu essere

    pericolosa in simili mani. Tale la storia o la leggenda di Adamo ed Eva nel Giardino dell'Eden,

  • 7/28/2019 Lobsang Rampa - 3) Storia Della Mia Vita

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    in cui Eva fu tentata da un serpente e in cui lei mangi il frutto colto dall'Albero della Conoscenza;

    essendo poi stati tentati dal serpente e avendo mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza, si

    guardarono l'un l'altro con insistenza e si accorsero di essere nudi. Avendo conseguito questa

    conoscenza proibita, non fu pi loro consentito di rimanere nel Giardino dell'Eden. Beninteso, il

    Giardino dell'Eden quella beata terra dell'ignoranza, dove non si ha paura di niente perch non si

    capisce niente, dove si imbecilli a tutti gli effetti. Ma ecco qui la versione pi esoterica della

    storia. "Un uomo e una donna non sono soltanto e semplicemente una massa di protoplasma, dicarne tenuta in piedi da uno scheletro osseo. L'uomo , o pu essere, una cosa molto pi

    importante di quella. Qui su questa Terra non siamo altro che dei fantocci del nostro Super-Io,

    quel Super-Io che provvisoriamente risiede nella sfera astrale e che si procura esperienza

    attraverso il corpo di carne che il fantoccio, lo strumento di quello astrale. I fisiologi hanno

    sezionato il corpo dell'uomo e hanno ridotto ogni cosa a una massa di carne e ossa. Possono

    discutere di questo o di quell'osso, possono discutere dei vari organi, ma sono tutte cose materiali.

    Essi non hanno scoperto, n hanno mai tentato di scoprire, le cose pi segrete, le cose intangibili,

    le cose che indiani, cinesi e tibetani conoscono da secoli e secoli prima del cristianesimo. La

    colonna vertebrale veramente una struttura importante. Essa ospita il midollo spinale, senza il

    quale si paralizzati, senza il quale si inutili come esseri umani. Ma la colonna vertebrale

    ancora pi importante. Proprio nel centro del nervo spinale, il midollo spinale un tubo che siestende in un'altra dimensione. E' un tubo su cui la forza, nota come la Kundalini, una volta

    destata, si pu propagare. Alla base della colonna vertebrale si trova quello che gli Orientali

    chiamano il Fuoco del Serpente. E' la sede stessa della vita. Nell'Occidentale di tipo medio questa

    forza inattiva, addormentata, quasi paralizzata dal disuso. In effetti come un serpente

    attorcigliato alla base della colonna vertebrale, un serpente dal potere immenso, che tuttavia, per

    svariati motivi, non pu per il momento fuggire dai suoi confini. Questa figura mitica di serpente

    nota come Kundalini: negli Orientali che ne sono consapevoli la forza del serpente pu salire

    attraverso il canale del nervo spinale, salire dritto fino al cervello e oltre, arrivando fino alla sfera

    astrale. Man mano che sale, la sua poderosa energia rende attivo ciascuno dei chakra, o centri di

    forza, quali l'ombelico, la gola e diverse altre parti. Quando questi centri si destano, una persona

    diventa piena di vitalit, potente, dominante. Avendo il completo controllo della forza del

    serpente, possibile compiere quasi tutto. E' possibile spostare le montagne, o camminare

    sull'acqua, levitare, oppure lasciarsi seppellire nella terra in una cassa sigillata da cui si uscirebbe

    vivi in qualsiasi determinato momento. Cos la leggenda ci dice che Eva fu tentata da un serpente.

    In altre parole, in qualche modo Eva riusc a sapere qualcosa in merito alla Kundalini. Ella fu in

    grado di sciogliere il potere del serpente attorcigliato alla base della sua colonna vertebrale, e

    quello si alz e si sollev attraverso la colonna vertebrale, dest il suo cervello e le diede la

    conoscenza. Ecco perch nel racconto si pu affermare che ella si cib dell'Albero della

    Conoscenza, ovvero del frutto di quest'ultimo. Ella ottenne questa conoscenza, grazie alla quale

    poteva vedere l'aura, la forza che circonda il corpo umano. Ella poteva vedere l'aura di Adamo, i

    suoi pensieri e le sue intenzioni, e anche Adamo, essendo tentato da Eva, ottenne il risveglio dellasua Kundalini, sicch egli poi pot vedere Eva come ella era. La verit che ciascuno guardava

    fisso l'aura dell'altro, scorgendo la nuda forma astrale dell'altro, la forma liberata dal corpo umano,

    sicch poteva vedere tutti i pensieri dell'altro, tutti i suoi desideri, tutta la sua conoscenza, che non

    doveva corrispondere al livello evolutivo di Adamo e Eva. Gli antichi sacerdoti sapevano che

    sotto determinate condizioni l'aura era visibile, essi sapevano che la Kundalini poteva essere

    ridestata dal sesso. Cos in tempi remoti i sacerdoti insegnarono che il sesso era peccaminoso, che

    il sesso era la radice di tutti i mali, e poich Eva tent Adamo il sesso fu la rovina del mondo. Essi

    insegnarono questo perch a volte, come ho detto, il sesso pu stimolare la Kundalini che nella

    maggior parte delle persone se ne sta inerte alla base della colonna vertebrale. La forza della

    Kundalini attorcigliata gi in basso, una forza formidabile, che dal modo in cui avvolta a

    spirale rassomiglia a una molla d'orologio. Come una molla d'orologio che si srotolaimprovvisamente, pu arrecare danno. Questa forza particolare situata alla base della colonna

    vertebrale e in parte, in effetti, dentro gli organi della riproduzione. Gli Orientali se ne rendono

  • 7/28/2019 Lobsang Rampa - 3) Storia Della Mia Vita

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    conto; alcuni induisti si servono del sesso nelle loro cerimonie religiose. Usano una diversa forma

    di manifestazione sessuale, nonch una diversa posizione sessuale per ottenere risultati specifici, e

    questi risultati li ottengono. Gli antichi, secoli e secoli fa, adoravano il sesso. Si interessavano del

    culto fallico. Nei templi si celebravano determinate cerimonie che facevano rivivere la Kundalini e

    questa, a sua volta, dotava una persona di chiaroveggenza, di telepatia e di molti altri poteri

    esoterici. Il sesso usato a proposito e in un certo modo nell'amore pu suscitare le vibrazioni di

    una persona. Pu far s che quello che gli Orientali definiscono il Fiore di Loto si apra e abbracci ilmondo dello spirito. Pu far s che la Kundalini agiti e ridesti determinati centri. Ma non si deve

    mai approfittare del sesso e del