Le acque del Serio chiare, fresche E assai richieste e centraline 12 marzo 2016.pdf · tornano alla...
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34 L’ECO DI BERGAMO
SABATO 12 MARZO 2016
Focus Il Serio
La sigla Mdv
Minimo deflusso vitalea garanzia dell’ecosistema
Cos’è il minimo deflusso vitale?
Cosa si nasconde dietro la sigla
Mdv? Si tratta del quantitativo
di acqua rilasciata da una qualsi-
asi opera di captazione sull’asta
di un lago, fiume, torrente, o
qualsiasi corso d’acqua, in grado
di garantirne la naturale integri-
tà ecologica, seppure con popo-
lazione ridotta, con particolare
riferimento alla tutela della vita
acquatica. Il minimo deflusso
vitale è come una portata resi-
dua, in grado di permettere a
breve e a lungo termine, la
salvaguardia della normale
struttura naturale dell’alveo. In
altre parole, è il deflusso che in
un corso d’acqua deve essere
presente a valle delle captazioni
idriche al fine di mantenere
vitali le condizioni di funzionali-
tà e di qualità degli ecosistemi
interessati.
Quando l’imprenditore stringe un patto con la naturaVALLE SERIANA
Quando è in piena ru-moreggia paurosamente sotto le arcate del ponte Bellora. Ma il Serio nei secoli è stato più amico che nemico, oltre che al-leato di capitani d’industria e coraggiosi imprenditori.
«La via dei tessuti» – po-tremmo definirla così - scorre per un lungo tratto parallela al corso del fiume. Vertova, Gaz-zaniga, Cene, Albino sono solo alcune delle capitali tessili il cuidestino si è spesso incrociatocon le turbolenze, le inquietu-dini e anche i silenzi del Serio. Le acque hanno da sempre ali-mentato rogge, canali, deriva-
zioni. Nel tempo, il corso haperso della sua potenza, basti pensare che nei secoli passati venivano fatti scendere per «flottazione» - cioè con la forzadelle corrente - tronchi d’albe-ro a migliaia ogni anno. Ponte delle seghe, muri scrostrati, edifici fatiscenti sono ultime testimonianze di attività scom-parse.
L’Alta Valle è stata sede diforni e di officine per la lavora-zione del ferro, prima della fio-ritura dell’industria tessile -beneficata anche dal Serio e daicorsi d’acqua delle vallette col-laterali – divenuta volano dellosviluppo della valle e di gran
parte dell’economia della pro-vincia.
Sono molti i ricordi di gio-ventù, legati al fiume, di Giaco-mo Gusmini, al timone del-l’omonimo Lanificio-Feltrifi-cio di Cene con il fratello Mario.«Da ragazzino si faceva il bagnonel torrente Vertova affluente del Serio – dice -, con i compa-gni di scuola ci divertivamo an-che a pescare battendo sui sassiin modo da stanare i pesci».
«Certo, nel tempo l’aspettodel Serio è cambiato – aggiunge– e potremmo dire anche le suefunzioni. È stato importante per i sistemi antincendio, men-tre per quanto riguarda l’attivi-
nere il deflusso minimo vitale per il fiume».
Una delle turbine della Ma-nifattura di Cene ci appare ma-stodontica: è un impianto digrande potenza, ma attual-mente non è in funzione.
«È ferma per un semplicemotivo – prosegue Pezzoli -, non c’è acqua sufficiente a farlagirare. Noi sfruttiamo la cor-rente del fiume, ma se la porta-ta è ridotta non possiamo fare nulla. Una siccità come quella dello scorso anno non l’ho mai vista e ciò condiziona natural-mente anche la nostra attivi-tà». È questo l’incrocio fra sto-rie di acque e di uomini, un pat-to fra natura e lavoro, dove il fiume cede il suo corso, ma tal-volta può ergersi ad arbitro. E. R.
no dislivelli rilevanti, ad Alzanoil greto di allarga e i pianuraesaurisce la sua corrente. «Uti-lizziamo l’acqua per produrre energia necessaria per le lavo-razioni della filatura di cotone – aggiunge Pezzoli -. Ma biso-gna essere chiari su questo con-cetto: noi non tratteniamo l’ac-qua del fiume, la captiamo at-traverso le derivazioni, la inca-naliamo verso le turbine che generano energia e la restituia-mo al letto del fiume. È un’atti-vità monitorata attraverso pannelli di controllo della Pro-vincia e delle autorità compe-tenti, cui non sfugge nulla, per-ché dobbiamo sempre mante-
VALLE SERIANA
EMANUELE RONCALLI
Il fiume ha sete. Maanche l’industria e l’agricoltu-ra. Il corso del Serio vive peri-odi di siccità non solo d’estate,ma anche nella stagione fred-da, condizionando le attivitàproduttive. Lo sfruttamentodelle acque del fiume è inten-so, ma tutto avviene sotto rigi-di controlli. Nonostante ciò lerichieste di piccole derivazio-ni (fino a 3000 kW) non man-cano mai. Negli ultimi due an-ni la Provincia ha rilasciato al-tre 9 nuove concessioni idroe-lettriche per l’asta del Serio,che vanno ad assommarsi alle21 già in essere (tratto cremo-nese compreso) delle quali 17«piccole», senza dimenticarele altre derivazioni irrigue:una trentina lungo tutto il fiu-me, 5 in Bergamasca.
Numeri che dicono moltocirca l’importanza del corsodel Serio per quanto riguardail comparto energetico e indu-striale.
Al momento agli atti dellaProvincia non vi sono doman-de per sfruttamento ad uso ir-riguo-industriale, mentre perquanto riguarda le ultime 9nuove concessioni idroelettri-che, la maggior parte - 7 per laprecisione - sfruttano il de-flusso minimo vitale rilasciatoda sbarramenti esistenti, di-slocati fra Parre e Casnigo, conla garanzia di rilasciarlo im-mediatamente a valle dello
Le acque del Seriochiare, fresche E assai richiestePiccole derivazioni. Nell’ultimo biennio la Provincia
ha rilasciato altre 9 nuove concessioni idroelettriche
A fronte di tali cifre sonostati condotti anche di recenteanalisi e approfondimenti daparte degli organi preposti allatutela dei corsi d’acqua, so-prattutto per il numero nonindifferente di richieste dinuove concessioni. L’utilizzoidroelettrico non avrebbe
stesso sbarramento,per complessivi 467kW. Alcuni di questiimpianti sono in fasedi costruzione se
non già completati.Le due restanti conces-
sioni di derivazione delfiume Serio sfruttano traverseesistenti e interessano: losbarramento a Villa di Serio-Alzano Lombardo per una po-tenza di 185 kW (in istruttoriaper il rilascio dell’autorizza-zione alla costruzione) e losbarramento presente a Gras-sobbio per una potenza nomi-nale di 387 kW (in verifica diValutazione di impatto am-bientale).
Ogni anno sono una ventinale richieste di nuove piccolederivazioni per i fiumi, mal’iter è piuttosto complesso.Servono mediamente 2 anniper ottenere il titolo per losfruttamento dell’acqua cheavrà poi validità trentennale,tuttavia occorrono poi altri 90giorni per l’autorizzazione dell’Autorità Unica e quindi iltempo necessario per la co-struzione vera e propria del-l’impianto. Secondo i più re-centi report della Provincia, il75% dei prelievi idrici in tuttala Bergamasca è per uso idroe-lettrico, il 20% per uso irriguo,il 2,5% per uso industriale e il2% per uso potabile. In mini-ma parte l’uso antincendio,mentre sono una dozzina lederivazioni per la piscicoltura.
conseguenze particolarmentesignificative sulla qualità delleacque derivate. Fra l’altro, l’ac-qua è captata e restituita piùvolte, inoltre non sarebberoregistrate variazioni circa lecaratteristiche chimiche e fi-siche. Nonostante ciò, l’utiliz-zo idroelettrico sembra inci-
dere in modo particolare sul-l’ambiente circostante. Di-scorso a parte quello per legrandi derivazioni idroelettri-che: in Lombardia sono oltre80. Tutte ricadono sotto la giu-risdizione della Regione e ladurata delle concessioni ètrentennale, non più sessanta
Sopra e sotto il Serio a Cene
� Servono circa 2 anni per ottenere il titolo per lo sfruttamento dell’acqua
Una suggestiva immagine del Ponte Bellora sopra le acque verdastre del fiume Serio FOTO YURI COLLEONI
Due turbine della Manifattura di Cene (Pezzoli) mosse dalle acque del Serio
tà delle industrie che si affac-ciano sul Serio l’acqua ha sva-riati utilizzi: anzitutto è fonte rinnovabile di energia». «Natu-ralmente – conclude Gusmini –non è possibile invece utilizza-re acqua di fiume per il lavaggiodelle lane, in questo caso viene pompata da pozzi e depurata».
Adriano Pezzoli, al verticedella Manifattura di Cene, spiega che a suo avviso «il Serionon può essere considerato un fiume, bensì un torrente, per-ché non ha una portata costan-te». Tesi peraltro condivisa da altri in passato. In effetti in altoil fiume con la sua forza scava laroccia, lungo la valle non ci so-
L’inchiesta
I nostri
fiumi
2ª puntata
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L’ECO DI BERGAMO 35SABATO 12 MARZO 2016
Frammenti di storia
Le miniere d’argento di GromoE l’oro nelle sabbie del fiume
Quando si parla di fiumi spesso
tornano alla mente immagini
leggendarie di cercatori di pepite
e metalli preziosi. Di certo c’è che
alcuni documenti dell’anno Mille
affermano l’esistenza di miniere a
Gromo, quand’era comunità di
Ardesio. Nel Cinquecento il capi-
tano Giovanni da Lezze nella sua
relazione cita l’esistenza due
miniere: una a Gromo, l’altra a
Gandellino. Giovanni Maironi da
Ponte parla invece di miniere
d’oro a Gromo senza tuttavia
fornire indicazioni sulla loro
collocazione. Nel Settecento un
certo Alessandro Radici di Gan-
dellino scrisse dell’esistenza di
quattro miniere fra Cene e Leffe.
Nella Bassa Bergamasca invece
fino a qualche decennio fa c’era
chi setacciava la sabbia per cerca-
re pagliuzze d’oro. Purtroppo
però, nessuno si è mai arricchito.
Il ghiacciaio si ritira, gli stambecchi-acrobati vigilanoVALBONDIONE
È uno dei pochi ghiac-ciai rimasti delle Prealpi Oro-bie, che alimenta il Trobio, af-fluente del Serio. È il ghiacciaiodel Gleno che contribuisce in parte alla portata del fiume. «Ma la situazione in Alta Valle ècritica - dice Mirco Bonacorsi gestore dell’Osservatorio flo-ro-faunistico di Maslana -, mai visto un disastro idrico di que-ste dimensioni». Bonacorsimonitora da almeno quindicianni i cambiamenti del ghiac-ciaio. «Solo nell’ultimo anno - aggiunge - è indietreggiato di30 metri e perso uno spessore di 2 metri. Nel giro di pochi an-
ni potremmo trovarci di frontea una situazione davvero pre-caria. È già il secondo inverno che porta pochissima neve. Ne-gli anni per così dire d’oro si po-tevano registrare dai 7 ai 10 me-tri di neve precipitata (non al suolo, Ndr), ora siamo nell’or-dine dei 50 centimetri: una mi-seria».
È chiaro che anche il fiumene risenta nonostante la suaportata sia dovuta anche ad al-tri affluenti, torrenti e sorgenti.«Il terreno è ricco di silicio - prosegue Bonacorsi -, qui dun-que c’è parecchia acqua».
Recenti prelievi hanno con-fermato, che la qualità della
stessa è buona, non cambiamai. Bonacorsi, abita a Valbon-dione, e frequenta la montagnada sempre . «Mio papà faceva ilguardiano alla diga del Barbel-lino e mi ha fatto conoscere questo mondo - scrive con or-goglio sul suo sito internet -.Questa passione mi ha portato a iscrivermi e laurearmi alla fa-coltà di Scienze naturali alla Statale di Milano. Le nozioni universitarie, la conoscenza delle mie montagne e la passio-ne per la fotografia mi hannospinto a pubblicare due libri: Baite Valseriane e Disegni d’ac-qua».
Da circa tre anni Bonacorsi
gestisce l’Osservatorio floro-faunistico di Maslana, struttu-ra cofinanziata dall’Unione Europea, dal Parco delle Oro-bie bergamasche e dal Comunedi Valbondione. «Qui c’è unavegetazione che si trova unica-mente sulle Prealpi Orobie - di-ce - mentre dal punto di vista faunistico c’è una ricchezza di camosci, stambecchi, marmot-te, ermellini».
È lui fra l’altro l’autore dispettacolari foto e video che ri-traggono gli «acrobati del Bar-bellino», ovvero gli stambecchiche sfidando le leggi di gravità riescono a scalare la diga per leccare i residui di sali minerali.Immagini insolite di un mondoche appare a noi lontano, mapieno di fascino e stupore.
©RIPRODUZIONE RISERVATAGli stambecchi-acrobati alla ricerca di sali sul muro di una diga
com’era consentito fino al1999. Una quindicina di con-cessioni erano in scadenza frail 2010 e il 2013, mentre peruna sessantina la scadenza ar-riva fino al 2045.
Tali concessioni concorro-no a realizzare la stragrandemaggioranza della produzio-
ne idroelettrica regionale checorrisponde al 25% della pro-duzione idroelettrica nazio-nale. Numeri record. Graziesoprattutto al nostro Serio, maanche agli fiumi bergamaschiche contribuiscono non poco aquesta percentuale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
E Fiumenero insorge«Ora basta centraline»La querelle. Un comitato si oppone a un nuovo impianto
Per la Regione, l’area è «meritevole di salvaguardia»
VALBONDIONE
ENZO VALENTI
Il comitato che si oppo-ne alla costruzione di una centra-lina privata nelle immediate vici-nanze dell’abitato di Fiumenero,a Valbondione, continua la batta-glia. L’avversione è dovuta - sostie-ne il comitato - all’incompatibilitàcon l’ambiente, già compromessoe saturo di simili impianti che pro-sciugano i corsi d’acqua e che, inquesto caso, andrebbe a compro-mettere l’unico tratto del Serio, trale contrade di Mola e Fiumenero,rimasto intatto e definito dalla Re-gione Lombardia «Area meritevo-le di particolare salvaguardia».
Il comitato recentemente, at-traverso una serie di lettere ha chiesto all’amministrazione co-munale - oltre che di opporsi allaedificazione da parte di una socie-tà privata del manufatto -, di farsianche carico soprattutto dell’im-patto acustico della centralina , lecui dimensioni, secondo l’ultimoprogetto sono aumentate, passan-do da due gruppi iniziali di turbinealle cinque dell’ultimo progetto.
«Il tutto – afferma l’ingegnerAngelo Morandi, esponente del comitato –nelle immediate vici-nanze dell’abitato. Se si considerache nelle carte progettuali ben po-co si dice dell’impatto acustico eche tale studio è per noi, e per tec-nici da noi sentiti, assolutamenteinadeguato (la casa più vicina è asoli 25 metri) come minimo chie-diamo che tale studio sia fatto coni dovuti crismi, così come fatto inaltre località , ad esempio nel co-mune di Ornica».
L’amministrazione comunale,guidata dal sindaco Sonia Simon-celli, a seguito delle osservazionidel comitato, lo ha voluto incon-trare. All’appuntamento hanno preso parte una trentina di espo-
Il tratto dove dovrebbe sorgere l’impianto di captazione
nenti del comitato, la Giunta co-munale e alcuni consiglieri. «Do-po la discussione, con toni a volteaccesi, sull’impatto acustico – ag-giunge Angelo Morandi – abbia-mo segnalato al Comune di rive-dere il Pgt per adeguare lo stessoalla normativa degli impatti acu-stici di diversa origine, convinti che anche la Provincia, ente dele-gato al rilascio del permesso di costruzione della centralina, do-vrebbe attenersi a norme confor-mi alla legislazione vigente».
Sull’ipotetico nuovo impiantoidroelettrico di Fiumenero, dopoaver riassunto con i suoi assessoritutte le vicende che fino a oggi lohanno caratterizzato, il sindaco ha consegnato al comitato una lettera a chiarimento della situa-zione e datata 23 febbraio, nella quale sostanzialmente si affermache «l’amministrazione comuna-le è fermamente contraria alla re-alizzazione di ulteriori centralineidroelettriche sul fiume Serio». Questi i motivi specificati nello scritto: «Ulteriori impianti an-drebbero a gravare ulteriormentesull’impatto ambientale; il trattodi fiume interessato è l’ultimo ri-masto ancora allo stato naturale;per le verifiche legali effettuate inmerito alla procedura di richiestadella derivazione acque nel trattoMola- Fiumenero si ritiene che laProvincia non debba rilasciare al-cuna concessione alla derivazio-ne».
Conclude la missiva: «Si è av-viato un percorso volto a tutelareil territorio di Fiumenero dalla realizzazione della centralina idroelettrica, investendo risorseeconomiche e avvalendoci di con-sulenti legali e professionisti am-bientali». «Da un anno - aggiungeil sindaco - l’amministrazione co-munale e il comitato dei residentidi Fiumenero hanno avviato un percorso di lavoro congiunto di approfondimento e analisi dellatematica al fine di dare massimatutela alla comunità e al territo-rio». Il comitato ha poi chiesto chesia il consigliere comunale Rosa-linda Mazzocchi, quale loro rap-presentante per un interfaccia con il Comune, ma sarà ancora ilsindaco a interagire in prima per-sona tra Provincia e comitato. Gliesponenti del sodalizio in ogni ca-so vigileranno perché le loro ri-chieste vengano rispettate.
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� L’amministrazio-ne comunale è a fianco della gente per tutelare il territorio
� A rischio l’ambiente e serve uno studio sull’impatto acustico
La zona interessata dal nuovo impianto è prossima ad alcune case
LEGENDA
Localizzazione delle piccole derivazioni
INDUSTRIALEPRODUZIONE
DI ENERGIAIRRIGUO
Valbondione
LizzolaFiumenero
Valgoglio
Ardesio
Villa d’Ogna
Clusone
Ponte Nossa
Gandino
Gazzaniga
Cene
Trescore
Balneario
Spinone
al Lago
Fonteno
Songavazzo
Valcanale
Oltre il colle
PARCO DELLE OROBIE
BERGAMASCHE
Selvino
Sarnico
Albino
Fiorano
Nembro
Lago
d’IseoA4
BERGAMO
124 km
23 mc/sec
1256 kmq
Monte Torena2.583 m slm
Adda
SERIO IN CIFRE
Lunghezza
Portata media
Bacino idrografico
Sorgente
Foce
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