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34 L’ECO DI BERGAMO SABATO 12 MARZO 2016 Focus Il Serio La sigla Mdv Minimo deflusso vitale a garanzia dell’ecosistema Cos’è il minimo deflusso vitale? Cosa si nasconde dietro la sigla Mdv? Si tratta del quantitativo di acqua rilasciata da una qualsi- asi opera di captazione sull’asta di un lago, fiume, torrente, o qualsiasi corso d’acqua, in grado di garantirne la naturale integri- tà ecologica, seppure con popo- lazione ridotta, con particolare riferimento alla tutela della vita acquatica. Il minimo deflusso vitale è come una portata resi- dua, in grado di permettere a breve e a lungo termine, la salvaguardia della normale struttura naturale dell’alveo. In altre parole, è il deflusso che in un corso d’acqua deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionali- tà e di qualità degli ecosistemi interessati. Quando l’imprenditore stringe un patto con la natura VALLE SERIANA Quando è in piena ru- moreggia paurosamente sotto le arcate del ponte Bellora. Ma il Serio nei secoli è stato più amico che nemico, oltre che al- leato di capitani d’industria e coraggiosi imprenditori. «La via dei tessuti» – po- tremmo definirla così - scorre per un lungo tratto parallela al corso del fiume. Vertova, Gaz- zaniga, Cene, Albino sono solo alcune delle capitali tessili il cui destino si è spesso incrociato con le turbolenze, le inquietu- dini e anche i silenzi del Serio. Le acque hanno da sempre ali- mentato rogge, canali, deriva- zioni. Nel tempo, il corso ha perso della sua potenza, basti pensare che nei secoli passati venivano fatti scendere per «flottazione» - cioè con la forza delle corrente - tronchi d’albe- ro a migliaia ogni anno. Ponte delle seghe, muri scrostrati, edifici fatiscenti sono ultime testimonianze di attività scom- parse. L’Alta Valle è stata sede di forni e di officine per la lavora- zione del ferro, prima della fio- ritura dell’industria tessile - beneficata anche dal Serio e dai corsi d’acqua delle vallette col- laterali – divenuta volano dello sviluppo della valle e di gran parte dell’economia della pro- vincia. Sono molti i ricordi di gio- ventù, legati al fiume, di Giaco- mo Gusmini, al timone del- l’omonimo Lanificio-Feltrifi- cio di Cene con il fratello Mario. «Da ragazzino si faceva il bagno nel torrente Vertova affluente del Serio – dice -, con i compa- gni di scuola ci divertivamo an- che a pescare battendo sui sassi in modo da stanare i pesci». «Certo, nel tempo l’aspetto del Serio è cambiato – aggiunge – e potremmo dire anche le sue funzioni. È stato importante per i sistemi antincendio, men- tre per quanto riguarda l’attivi- nere il deflusso minimo vitale per il fiume». Una delle turbine della Ma- nifattura di Cene ci appare ma- stodontica: è un impianto di grande potenza, ma attual- mente non è in funzione. «È ferma per un semplice motivo – prosegue Pezzoli -, non c’è acqua sufficiente a farla girare. Noi sfruttiamo la cor- rente del fiume, ma se la porta- ta è ridotta non possiamo fare nulla. Una siccità come quella dello scorso anno non l’ho mai vista e ciò condiziona natural- mente anche la nostra attivi- tà». È questo l’incrocio fra sto- rie di acque e di uomini, un pat- to fra natura e lavoro, dove il fiume cede il suo corso, ma tal- volta può ergersi ad arbitro. E. R. no dislivelli rilevanti, ad Alzano il greto di allarga e i pianura esaurisce la sua corrente. «Uti- lizziamo l’acqua per produrre energia necessaria per le lavo- razioni della filatura di cotone – aggiunge Pezzoli -. Ma biso- gna essere chiari su questo con- cetto: noi non tratteniamo l’ac- qua del fiume, la captiamo at- traverso le derivazioni, la inca- naliamo verso le turbine che generano energia e la restituia- mo al letto del fiume. È un’atti- vità monitorata attraverso pannelli di controllo della Pro- vincia e delle autorità compe- tenti, cui non sfugge nulla, per- ché dobbiamo sempre mante- VALLE SERIANA EMANUELE RONCALLI Il fiume ha sete. Ma anche l’industria e l’agricoltu- ra. Il corso del Serio vive peri- odi di siccità non solo d’estate, ma anche nella stagione fred- da, condizionando le attività produttive. Lo sfruttamento delle acque del fiume è inten- so, ma tutto avviene sotto rigi- di controlli. Nonostante ciò le richieste di piccole derivazio- ni (fino a 3000 kW) non man- cano mai. Negli ultimi due an- ni la Provincia ha rilasciato al- tre 9 nuove concessioni idroe- lettriche per l’asta del Serio, che vanno ad assommarsi alle 21 già in essere (tratto cremo- nese compreso) delle quali 17 «piccole», senza dimenticare le altre derivazioni irrigue: una trentina lungo tutto il fiu- me, 5 in Bergamasca. Numeri che dicono molto circa l’importanza del corso del Serio per quanto riguarda il comparto energetico e indu- striale. Al momento agli atti della Provincia non vi sono doman- de per sfruttamento ad uso ir- riguo-industriale, mentre per quanto riguarda le ultime 9 nuove concessioni idroelettri- che, la maggior parte - 7 per la precisione - sfruttano il de- flusso minimo vitale rilasciato da sbarramenti esistenti, di- slocati fra Parre e Casnigo, con la garanzia di rilasciarlo im- mediatamente a valle dello Le acque del Serio chiare, fresche E assai richieste Piccole derivazioni. Nell’ultimo biennio la Provincia ha rilasciato altre 9 nuove concessioni idroelettriche A fronte di tali cifre sono stati condotti anche di recente analisi e approfondimenti da parte degli organi preposti alla tutela dei corsi d’acqua, so- prattutto per il numero non indifferente di richieste di nuove concessioni. L’utilizzo idroelettrico non avrebbe stesso sbarramento, per complessivi 467 kW. Alcuni di questi impianti sono in fase di costruzione se non già completati. Le due restanti conces- sioni di derivazione del fiume Serio sfruttano traverse esistenti e interessano: lo sbarramento a Villa di Serio- Alzano Lombardo per una po- tenza di 185 kW (in istruttoria per il rilascio dell’autorizza- zione alla costruzione) e lo sbarramento presente a Gras- sobbio per una potenza nomi- nale di 387 kW (in verifica di Valutazione di impatto am- bientale). Ogni anno sono una ventina le richieste di nuove piccole derivazioni per i fiumi, ma l’iter è piuttosto complesso. Servono mediamente 2 anni per ottenere il titolo per lo sfruttamento dell’acqua che avrà poi validità trentennale, tuttavia occorrono poi altri 90 giorni per l’autorizzazione dell’Autorità Unica e quindi il tempo necessario per la co- struzione vera e propria del- l’impianto. Secondo i più re- centi report della Provincia, il 75% dei prelievi idrici in tutta la Bergamasca è per uso idroe- lettrico, il 20% per uso irriguo, il 2,5% per uso industriale e il 2% per uso potabile. In mini- ma parte l’uso antincendio, mentre sono una dozzina le derivazioni per la piscicoltura. conseguenze particolarmente significative sulla qualità delle acque derivate. Fra l’altro, l’ac- qua è captata e restituita più volte, inoltre non sarebbero registrate variazioni circa le caratteristiche chimiche e fi- siche. Nonostante ciò, l’utiliz- zo idroelettrico sembra inci- dere in modo particolare sul- l’ambiente circostante. Di- scorso a parte quello per le grandi derivazioni idroelettri- che: in Lombardia sono oltre 80. Tutte ricadono sotto la giu- risdizione della Regione e la durata delle concessioni è trentennale, non più sessanta Sopra e sotto il Serio a Cene Servono circa 2 anni per ottenere il titolo per lo sfruttamento dell’acqua Una suggestiva immagine del Ponte Bellora sopra le acque verdastre del fiume Serio FOTO YURI COLLEONI Due turbine della Manifattura di Cene (Pezzoli) mosse dalle acque del Serio tà delle industrie che si affac- ciano sul Serio l’acqua ha sva- riati utilizzi: anzitutto è fonte rinnovabile di energia». «Natu- ralmente – conclude Gusmini – non è possibile invece utilizza- re acqua di fiume per il lavaggio delle lane, in questo caso viene pompata da pozzi e depurata». Adriano Pezzoli, al vertice della Manifattura di Cene, spiega che a suo avviso «il Serio non può essere considerato un fiume, bensì un torrente, per- ché non ha una portata costan- te». Tesi peraltro condivisa da altri in passato. In effetti in alto il fiume con la sua forza scava la roccia, lungo la valle non ci so- L’inchiesta I nostri fiumi 2ª puntata efJfznfTvwGUp3/ysL78XGSoKSXKi6LOsx75JgiWKa0=

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34 L’ECO DI BERGAMO

SABATO 12 MARZO 2016

Focus Il Serio

La sigla Mdv

Minimo deflusso vitalea garanzia dell’ecosistema

Cos’è il minimo deflusso vitale?

Cosa si nasconde dietro la sigla

Mdv? Si tratta del quantitativo

di acqua rilasciata da una qualsi-

asi opera di captazione sull’asta

di un lago, fiume, torrente, o

qualsiasi corso d’acqua, in grado

di garantirne la naturale integri-

tà ecologica, seppure con popo-

lazione ridotta, con particolare

riferimento alla tutela della vita

acquatica. Il minimo deflusso

vitale è come una portata resi-

dua, in grado di permettere a

breve e a lungo termine, la

salvaguardia della normale

struttura naturale dell’alveo. In

altre parole, è il deflusso che in

un corso d’acqua deve essere

presente a valle delle captazioni

idriche al fine di mantenere

vitali le condizioni di funzionali-

tà e di qualità degli ecosistemi

interessati.

Quando l’imprenditore stringe un patto con la naturaVALLE SERIANA

Quando è in piena ru-moreggia paurosamente sotto le arcate del ponte Bellora. Ma il Serio nei secoli è stato più amico che nemico, oltre che al-leato di capitani d’industria e coraggiosi imprenditori.

«La via dei tessuti» – po-tremmo definirla così - scorre per un lungo tratto parallela al corso del fiume. Vertova, Gaz-zaniga, Cene, Albino sono solo alcune delle capitali tessili il cuidestino si è spesso incrociatocon le turbolenze, le inquietu-dini e anche i silenzi del Serio. Le acque hanno da sempre ali-mentato rogge, canali, deriva-

zioni. Nel tempo, il corso haperso della sua potenza, basti pensare che nei secoli passati venivano fatti scendere per «flottazione» - cioè con la forzadelle corrente - tronchi d’albe-ro a migliaia ogni anno. Ponte delle seghe, muri scrostrati, edifici fatiscenti sono ultime testimonianze di attività scom-parse.

L’Alta Valle è stata sede diforni e di officine per la lavora-zione del ferro, prima della fio-ritura dell’industria tessile -beneficata anche dal Serio e daicorsi d’acqua delle vallette col-laterali – divenuta volano dellosviluppo della valle e di gran

parte dell’economia della pro-vincia.

Sono molti i ricordi di gio-ventù, legati al fiume, di Giaco-mo Gusmini, al timone del-l’omonimo Lanificio-Feltrifi-cio di Cene con il fratello Mario.«Da ragazzino si faceva il bagnonel torrente Vertova affluente del Serio – dice -, con i compa-gni di scuola ci divertivamo an-che a pescare battendo sui sassiin modo da stanare i pesci».

«Certo, nel tempo l’aspettodel Serio è cambiato – aggiunge– e potremmo dire anche le suefunzioni. È stato importante per i sistemi antincendio, men-tre per quanto riguarda l’attivi-

nere il deflusso minimo vitale per il fiume».

Una delle turbine della Ma-nifattura di Cene ci appare ma-stodontica: è un impianto digrande potenza, ma attual-mente non è in funzione.

«È ferma per un semplicemotivo – prosegue Pezzoli -, non c’è acqua sufficiente a farlagirare. Noi sfruttiamo la cor-rente del fiume, ma se la porta-ta è ridotta non possiamo fare nulla. Una siccità come quella dello scorso anno non l’ho mai vista e ciò condiziona natural-mente anche la nostra attivi-tà». È questo l’incrocio fra sto-rie di acque e di uomini, un pat-to fra natura e lavoro, dove il fiume cede il suo corso, ma tal-volta può ergersi ad arbitro. E. R.

no dislivelli rilevanti, ad Alzanoil greto di allarga e i pianuraesaurisce la sua corrente. «Uti-lizziamo l’acqua per produrre energia necessaria per le lavo-razioni della filatura di cotone – aggiunge Pezzoli -. Ma biso-gna essere chiari su questo con-cetto: noi non tratteniamo l’ac-qua del fiume, la captiamo at-traverso le derivazioni, la inca-naliamo verso le turbine che generano energia e la restituia-mo al letto del fiume. È un’atti-vità monitorata attraverso pannelli di controllo della Pro-vincia e delle autorità compe-tenti, cui non sfugge nulla, per-ché dobbiamo sempre mante-

VALLE SERIANA

EMANUELE RONCALLI

Il fiume ha sete. Maanche l’industria e l’agricoltu-ra. Il corso del Serio vive peri-odi di siccità non solo d’estate,ma anche nella stagione fred-da, condizionando le attivitàproduttive. Lo sfruttamentodelle acque del fiume è inten-so, ma tutto avviene sotto rigi-di controlli. Nonostante ciò lerichieste di piccole derivazio-ni (fino a 3000 kW) non man-cano mai. Negli ultimi due an-ni la Provincia ha rilasciato al-tre 9 nuove concessioni idroe-lettriche per l’asta del Serio,che vanno ad assommarsi alle21 già in essere (tratto cremo-nese compreso) delle quali 17«piccole», senza dimenticarele altre derivazioni irrigue:una trentina lungo tutto il fiu-me, 5 in Bergamasca.

Numeri che dicono moltocirca l’importanza del corsodel Serio per quanto riguardail comparto energetico e indu-striale.

Al momento agli atti dellaProvincia non vi sono doman-de per sfruttamento ad uso ir-riguo-industriale, mentre perquanto riguarda le ultime 9nuove concessioni idroelettri-che, la maggior parte - 7 per laprecisione - sfruttano il de-flusso minimo vitale rilasciatoda sbarramenti esistenti, di-slocati fra Parre e Casnigo, conla garanzia di rilasciarlo im-mediatamente a valle dello

Le acque del Seriochiare, fresche E assai richiestePiccole derivazioni. Nell’ultimo biennio la Provincia

ha rilasciato altre 9 nuove concessioni idroelettriche

A fronte di tali cifre sonostati condotti anche di recenteanalisi e approfondimenti daparte degli organi preposti allatutela dei corsi d’acqua, so-prattutto per il numero nonindifferente di richieste dinuove concessioni. L’utilizzoidroelettrico non avrebbe

stesso sbarramento,per complessivi 467kW. Alcuni di questiimpianti sono in fasedi costruzione se

non già completati.Le due restanti conces-

sioni di derivazione delfiume Serio sfruttano traverseesistenti e interessano: losbarramento a Villa di Serio-Alzano Lombardo per una po-tenza di 185 kW (in istruttoriaper il rilascio dell’autorizza-zione alla costruzione) e losbarramento presente a Gras-sobbio per una potenza nomi-nale di 387 kW (in verifica diValutazione di impatto am-bientale).

Ogni anno sono una ventinale richieste di nuove piccolederivazioni per i fiumi, mal’iter è piuttosto complesso.Servono mediamente 2 anniper ottenere il titolo per losfruttamento dell’acqua cheavrà poi validità trentennale,tuttavia occorrono poi altri 90giorni per l’autorizzazione dell’Autorità Unica e quindi iltempo necessario per la co-struzione vera e propria del-l’impianto. Secondo i più re-centi report della Provincia, il75% dei prelievi idrici in tuttala Bergamasca è per uso idroe-lettrico, il 20% per uso irriguo,il 2,5% per uso industriale e il2% per uso potabile. In mini-ma parte l’uso antincendio,mentre sono una dozzina lederivazioni per la piscicoltura.

conseguenze particolarmentesignificative sulla qualità delleacque derivate. Fra l’altro, l’ac-qua è captata e restituita piùvolte, inoltre non sarebberoregistrate variazioni circa lecaratteristiche chimiche e fi-siche. Nonostante ciò, l’utiliz-zo idroelettrico sembra inci-

dere in modo particolare sul-l’ambiente circostante. Di-scorso a parte quello per legrandi derivazioni idroelettri-che: in Lombardia sono oltre80. Tutte ricadono sotto la giu-risdizione della Regione e ladurata delle concessioni ètrentennale, non più sessanta

Sopra e sotto il Serio a Cene

� Servono circa 2 anni per ottenere il titolo per lo sfruttamento dell’acqua

Una suggestiva immagine del Ponte Bellora sopra le acque verdastre del fiume Serio FOTO YURI COLLEONI

Due turbine della Manifattura di Cene (Pezzoli) mosse dalle acque del Serio

tà delle industrie che si affac-ciano sul Serio l’acqua ha sva-riati utilizzi: anzitutto è fonte rinnovabile di energia». «Natu-ralmente – conclude Gusmini –non è possibile invece utilizza-re acqua di fiume per il lavaggiodelle lane, in questo caso viene pompata da pozzi e depurata».

Adriano Pezzoli, al verticedella Manifattura di Cene, spiega che a suo avviso «il Serionon può essere considerato un fiume, bensì un torrente, per-ché non ha una portata costan-te». Tesi peraltro condivisa da altri in passato. In effetti in altoil fiume con la sua forza scava laroccia, lungo la valle non ci so-

L’inchiesta

I nostri

fiumi

2ª puntata

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L’ECO DI BERGAMO 35SABATO 12 MARZO 2016

Frammenti di storia

Le miniere d’argento di GromoE l’oro nelle sabbie del fiume

Quando si parla di fiumi spesso

tornano alla mente immagini

leggendarie di cercatori di pepite

e metalli preziosi. Di certo c’è che

alcuni documenti dell’anno Mille

affermano l’esistenza di miniere a

Gromo, quand’era comunità di

Ardesio. Nel Cinquecento il capi-

tano Giovanni da Lezze nella sua

relazione cita l’esistenza due

miniere: una a Gromo, l’altra a

Gandellino. Giovanni Maironi da

Ponte parla invece di miniere

d’oro a Gromo senza tuttavia

fornire indicazioni sulla loro

collocazione. Nel Settecento un

certo Alessandro Radici di Gan-

dellino scrisse dell’esistenza di

quattro miniere fra Cene e Leffe.

Nella Bassa Bergamasca invece

fino a qualche decennio fa c’era

chi setacciava la sabbia per cerca-

re pagliuzze d’oro. Purtroppo

però, nessuno si è mai arricchito.

Il ghiacciaio si ritira, gli stambecchi-acrobati vigilanoVALBONDIONE

È uno dei pochi ghiac-ciai rimasti delle Prealpi Oro-bie, che alimenta il Trobio, af-fluente del Serio. È il ghiacciaiodel Gleno che contribuisce in parte alla portata del fiume. «Ma la situazione in Alta Valle ècritica - dice Mirco Bonacorsi gestore dell’Osservatorio flo-ro-faunistico di Maslana -, mai visto un disastro idrico di que-ste dimensioni». Bonacorsimonitora da almeno quindicianni i cambiamenti del ghiac-ciaio. «Solo nell’ultimo anno - aggiunge - è indietreggiato di30 metri e perso uno spessore di 2 metri. Nel giro di pochi an-

ni potremmo trovarci di frontea una situazione davvero pre-caria. È già il secondo inverno che porta pochissima neve. Ne-gli anni per così dire d’oro si po-tevano registrare dai 7 ai 10 me-tri di neve precipitata (non al suolo, Ndr), ora siamo nell’or-dine dei 50 centimetri: una mi-seria».

È chiaro che anche il fiumene risenta nonostante la suaportata sia dovuta anche ad al-tri affluenti, torrenti e sorgenti.«Il terreno è ricco di silicio - prosegue Bonacorsi -, qui dun-que c’è parecchia acqua».

Recenti prelievi hanno con-fermato, che la qualità della

stessa è buona, non cambiamai. Bonacorsi, abita a Valbon-dione, e frequenta la montagnada sempre . «Mio papà faceva ilguardiano alla diga del Barbel-lino e mi ha fatto conoscere questo mondo - scrive con or-goglio sul suo sito internet -.Questa passione mi ha portato a iscrivermi e laurearmi alla fa-coltà di Scienze naturali alla Statale di Milano. Le nozioni universitarie, la conoscenza delle mie montagne e la passio-ne per la fotografia mi hannospinto a pubblicare due libri: Baite Valseriane e Disegni d’ac-qua».

Da circa tre anni Bonacorsi

gestisce l’Osservatorio floro-faunistico di Maslana, struttu-ra cofinanziata dall’Unione Europea, dal Parco delle Oro-bie bergamasche e dal Comunedi Valbondione. «Qui c’è unavegetazione che si trova unica-mente sulle Prealpi Orobie - di-ce - mentre dal punto di vista faunistico c’è una ricchezza di camosci, stambecchi, marmot-te, ermellini».

È lui fra l’altro l’autore dispettacolari foto e video che ri-traggono gli «acrobati del Bar-bellino», ovvero gli stambecchiche sfidando le leggi di gravità riescono a scalare la diga per leccare i residui di sali minerali.Immagini insolite di un mondoche appare a noi lontano, mapieno di fascino e stupore.

©RIPRODUZIONE RISERVATAGli stambecchi-acrobati alla ricerca di sali sul muro di una diga

com’era consentito fino al1999. Una quindicina di con-cessioni erano in scadenza frail 2010 e il 2013, mentre peruna sessantina la scadenza ar-riva fino al 2045.

Tali concessioni concorro-no a realizzare la stragrandemaggioranza della produzio-

ne idroelettrica regionale checorrisponde al 25% della pro-duzione idroelettrica nazio-nale. Numeri record. Graziesoprattutto al nostro Serio, maanche agli fiumi bergamaschiche contribuiscono non poco aquesta percentuale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

E Fiumenero insorge«Ora basta centraline»La querelle. Un comitato si oppone a un nuovo impianto

Per la Regione, l’area è «meritevole di salvaguardia»

VALBONDIONE

ENZO VALENTI

Il comitato che si oppo-ne alla costruzione di una centra-lina privata nelle immediate vici-nanze dell’abitato di Fiumenero,a Valbondione, continua la batta-glia. L’avversione è dovuta - sostie-ne il comitato - all’incompatibilitàcon l’ambiente, già compromessoe saturo di simili impianti che pro-sciugano i corsi d’acqua e che, inquesto caso, andrebbe a compro-mettere l’unico tratto del Serio, trale contrade di Mola e Fiumenero,rimasto intatto e definito dalla Re-gione Lombardia «Area meritevo-le di particolare salvaguardia».

Il comitato recentemente, at-traverso una serie di lettere ha chiesto all’amministrazione co-munale - oltre che di opporsi allaedificazione da parte di una socie-tà privata del manufatto -, di farsianche carico soprattutto dell’im-patto acustico della centralina , lecui dimensioni, secondo l’ultimoprogetto sono aumentate, passan-do da due gruppi iniziali di turbinealle cinque dell’ultimo progetto.

«Il tutto – afferma l’ingegnerAngelo Morandi, esponente del comitato –nelle immediate vici-nanze dell’abitato. Se si considerache nelle carte progettuali ben po-co si dice dell’impatto acustico eche tale studio è per noi, e per tec-nici da noi sentiti, assolutamenteinadeguato (la casa più vicina è asoli 25 metri) come minimo chie-diamo che tale studio sia fatto coni dovuti crismi, così come fatto inaltre località , ad esempio nel co-mune di Ornica».

L’amministrazione comunale,guidata dal sindaco Sonia Simon-celli, a seguito delle osservazionidel comitato, lo ha voluto incon-trare. All’appuntamento hanno preso parte una trentina di espo-

Il tratto dove dovrebbe sorgere l’impianto di captazione

nenti del comitato, la Giunta co-munale e alcuni consiglieri. «Do-po la discussione, con toni a volteaccesi, sull’impatto acustico – ag-giunge Angelo Morandi – abbia-mo segnalato al Comune di rive-dere il Pgt per adeguare lo stessoalla normativa degli impatti acu-stici di diversa origine, convinti che anche la Provincia, ente dele-gato al rilascio del permesso di costruzione della centralina, do-vrebbe attenersi a norme confor-mi alla legislazione vigente».

Sull’ipotetico nuovo impiantoidroelettrico di Fiumenero, dopoaver riassunto con i suoi assessoritutte le vicende che fino a oggi lohanno caratterizzato, il sindaco ha consegnato al comitato una lettera a chiarimento della situa-zione e datata 23 febbraio, nella quale sostanzialmente si affermache «l’amministrazione comuna-le è fermamente contraria alla re-alizzazione di ulteriori centralineidroelettriche sul fiume Serio». Questi i motivi specificati nello scritto: «Ulteriori impianti an-drebbero a gravare ulteriormentesull’impatto ambientale; il trattodi fiume interessato è l’ultimo ri-masto ancora allo stato naturale;per le verifiche legali effettuate inmerito alla procedura di richiestadella derivazione acque nel trattoMola- Fiumenero si ritiene che laProvincia non debba rilasciare al-cuna concessione alla derivazio-ne».

Conclude la missiva: «Si è av-viato un percorso volto a tutelareil territorio di Fiumenero dalla realizzazione della centralina idroelettrica, investendo risorseeconomiche e avvalendoci di con-sulenti legali e professionisti am-bientali». «Da un anno - aggiungeil sindaco - l’amministrazione co-munale e il comitato dei residentidi Fiumenero hanno avviato un percorso di lavoro congiunto di approfondimento e analisi dellatematica al fine di dare massimatutela alla comunità e al territo-rio». Il comitato ha poi chiesto chesia il consigliere comunale Rosa-linda Mazzocchi, quale loro rap-presentante per un interfaccia con il Comune, ma sarà ancora ilsindaco a interagire in prima per-sona tra Provincia e comitato. Gliesponenti del sodalizio in ogni ca-so vigileranno perché le loro ri-chieste vengano rispettate.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

� L’amministrazio-ne comunale è a fianco della gente per tutelare il territorio

� A rischio l’ambiente e serve uno studio sull’impatto acustico

La zona interessata dal nuovo impianto è prossima ad alcune case

LEGENDA

Localizzazione delle piccole derivazioni

INDUSTRIALEPRODUZIONE

DI ENERGIAIRRIGUO

Valbondione

LizzolaFiumenero

Valgoglio

Ardesio

Villa d’Ogna

Clusone

Ponte Nossa

Gandino

Gazzaniga

Cene

Trescore

Balneario

Spinone

al Lago

Fonteno

Songavazzo

Valcanale

Oltre il colle

PARCO DELLE OROBIE

BERGAMASCHE

Selvino

Sarnico

Albino

Fiorano

Nembro

Lago

d’IseoA4

BERGAMO

124 km

23 mc/sec

1256 kmq

Monte Torena2.583 m slm

Adda

SERIO IN CIFRE

Lunghezza

Portata media

Bacino idrografico

Sorgente

Foce

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