SINDACATOLavoro & Sindacato 2009, n. 1 gennaio - febbraio «Lavoro & Sindacato. Bollettino...

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& LAVORO SINDACATO BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO INTERNAZIONALE DELLA FONDAZIONE GIULIO PASTORE 2009 - N. 1 GENNAIO - FEBBRAIO

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&LAVOROSINDACATO

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO INTERNAZIONALE DELLA

FONDAZIONE GIULIO PASTORE

2009 - N. 1

GENNAIO - FEBBRAIO

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Lavoro & Sindacato

2009, n. 1 gennaio - febbraio

«Lavoro & Sindacato. Bollettino bibliograficointernazionale» è una pubblicazione bimestrale dellaFondazione Giulio Pastore, edita fino al 2004 in formatocartaceo e, dal numero 1 del 2005, in formato elettronico.Scopo del Bollettino è di favorire il progresso degli studi edelle ricerche aventi per oggetto i problemi del lavoro edell'esperienza sindacale dei lavoratori sia dal punto divista delle singole discipline interessate che da quellointerdisciplinare. In ogni numero, un editoriale, recensionie documenti precedono il vero e proprio bollettinobibliografico. Il Bollettino viene composto a partire daun'attenta selezione della documentazione acquisita dalCentro studi e documentazione della FondazionePastore, così da individuare e segnalare quantopubblicato nella letteratura italiana e straniera (libri,riviste, letteratura grigia) sulle materie relative allequestioni del lavoro e del sindacato. La pubblicazione siindirizza soprattutto agli studiosi delle varie disciplineinteressate, alle organizzazioni sindacali e imprenditorialie a quanti, in genere, seguono in modo approfondito letematiche del lavoro e dell'azione sindacale. La notizia bibliografica viene realizzata nel rispetto deglistandard ISBD (International Standard BibliographicDescription) idonei per le varie tipologie di materiali.L'intestazione della singola registrazione bibliografica èper autore, seguendo le Regole Italiane di Catalogazioneper Autore (RICA). Per rendere più chiaro il contenutointellettuale del documento segnalato, la descrizionebibliografica viene corredata di soggetti (desunti e tradottidal Thesaurus BIT 1998) e, spesso, di abstract. Vieneanche riportata la collocazione del documento presso laBiblioteca della Fondazione Pastore (Bfgp:), così dafavorire il reperimento e la consultazione dell'opera insede.La presentazione formale del Bollettino è di tipo tematico:l'organizzazione degli argomenti riflette la strutturazionesistematica del Thesaurus BIT: 19 faccette o categorie eulteriori suddivisioni.Elenco delle categorie:01 Relazioni internazionali02 Politica sociale, protezione sociale e sicurezza sociale03 Sviluppo economico04 Diritto, diritti umani, governo e politica05 Scienze sociali, cultura, umanità e arti06 Educazione e formazione07 Sviluppo rurale, agricoltura, silvicoltura e pesca08 Attività economiche09 Commercio10 Trasporti11 Finanza12 Management13 Lavoro e occupazione14 Popolazione, relazioni tra razze, migrazione15 Salute e sicurezza16 Scienze dell'ambiente17 Scienze della terra18 Ricerca e scienza19 Biblioteconomia e scienze dell'informazione

Ciascun numero del Bollettino è corredato di Indice degliautori e Indice dei soggetti. Le voci dell'indice rinviano alnumero di codice (riportato in calce ad ogni scheda, es.Cod. 37619) e alla categoria (es. 06.07), nella qualerecuperare la scheda all'interno del Bollettino. Per gliIndici annuali, viene anche indicato in quale fascicolo di"Lavoro & Sindacato" va cercata la scheda (es. 5/).Consultando la pubblicazione elettronica in formato PDF,per risalire dal numero di codice alla relativa schedabibliografica si suggerisce di utilizzare la funzione "Cerca"(Maiusc+Ctrl+F).

Per ulteriori informazioni, contattare la segreteria diredazione: [email protected]

Direttore: Michele Colasanto

Co-Direttore: Vincenzo Saba

Direttore responsabile: Michele Colasanto

Segreteria di redazione: Enrica Gasperini, Maria RosaRanchino

Catalogazione e soggettazione: Enrica Gasperini

Hanno collaborato: Gustavo De Santis, FrancescoMarcaletti, Giulio Marini, Luciano Osbat, Agata Rafalko,Maria Teresa Rencinai, Ida Ricci

Abbonamenti: Euro 50,00 c.c.p. n. 42892000 intestato aFondazione Giulio Pastore Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 139/2003 del 27marzo 2003

Chiuso in redazione il 10 aprile 2009

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Editoriale

L'invecchiamento attivo delle forze di lavoroai tempi della crisi

Riflettere sull'impatto dell'attuale crisi economica - edunque delle sue inevitabili ricadute in terminioccupazionali - sulle variegate iniziative volte a favorirel'invecchiamento attivo delle forze di lavoro, sotto l'egidadi una strategia che è stata indirizzata nel corso degliultimi anni a incoraggiare il differimento dell'uscita dalmercato del lavoro, significa analizzare gli scenariemergenti per cogliere, tra quelle in atto, tendenze dicompleto rivolgimento dei paradigmi di riferimento a cuisino a oggi si è guardato, o, al contrario, segnali cheincoraggino a dare ulteriore impulso alle iniziative sinoraattuate.I dati di contesto, in questa prospettiva, presentano uncarattere ambivalente. Intanto - guardando alle medieannuali 2008 recentemente rilasciate dall'ISTAT -attraverso il ricorso alle statistiche ufficiali sulle forze dilavoro non è ancora possibile trovare riscontro delleconseguenze generate dalla crisi in atto, anche se è veroche nel corso dell'ultimo anno il tasso di occupazione nelnostro paese si è attestato sui medesimi livelli di quelloprecedente (58,7%). Ciò non è avvenuto però nellaclasse di età dei 55-64enni, ovvero quella dei lavoratoricomparativamente più anziani all'interno delle forze dilavoro, dove il dato 2008 registra un valore del 34,4%(contro il 32,8% del 2007) che corrisponde a unincremento di 0,6 punti nell'ultimo anno, laddove fu di soli0,3 punti tra 2006 e 2007 ma di ben 0,9 punti tra 2005 e2006. Si tratta di una tendenza che trova in qualchemodo conferma anche a livello medio europeo, con untasso di occupazione degli anziani che è cresciuto di piùdi quanto non abbia fatto il tasso di occupazione totale.I comportamenti che le imprese in questi mesi stannoadottando sembrano tuttavia prefigurare nel corso del2009 un deterioramento degli indicatori descritti. Unarecente ricerca realizzata da BCG (Boston CosultingGroup) e EAPM (European Association for PeopleManagement), condotta su un campione di 883 managerdelle risorse umane, riferisce che le aziende europee peraffrontare la crisi si accingono a fare ricorso a un'ampiagamma di leve di management, tra le quali spiccano itagli agli impieghi a carattere temporaneo (nel 43% deicasi) ma anche a quelli full time (in ben un terzo dei casi:33%). Quasi un quarto degli intervistati (24%) ha inoltredichiarato che farà uso degli strumenti che consentono diincentivare il prepensionamento. Quest'ultimo dato èstato colto con una certa enfasi nel nostro paese (si vedaper esempio "La Repubblica" di martedì 14 aprile 2009),poiché i manager italiani si sono dichiarati orientatiall'utilizzo di questo strumento più dei propri colleghistranieri (32%).Studi di questo tipo sono utili per percepire l'ordine deimutamenti in atto, ma anche per avvertire sui rischi in cuisi può incorrere. È noto, infatti, che nel momento in cui si

parla di pensionamenti anticipati - compatibilmente con lastruttura degli ammortizzatori sociali che è possibile porrein campo per attuare questo genere di pratiche - sipaventa spesso l'estrema rischiosità dell'operazione checi si accinge a compiere; operazione che, se produceeffetti istantanei in termini di contenimento del costo dellavoro, certamente può anche condurre nel medio-brevetermine a incrementi dei costi indiretti dovuti alla perditadell'esperienza e della competenza di cui sono inpossesso i lavoratori più anziani. In tempi di crisi, in cuiinsieme al ridimensionamento degli organici si prevede diandare a operare dei tagli anche sulle assunzioni (69%)e sulla formazione individuale (33%) e funzionale (31%),una prospettiva di questo tipo non è poi così difficile daimmaginare.In un paese come l'Italia, che notoriamente investe poconella formazione continua dei lavoratori e nel lifelonglearning, queste prospettive assumono una valenzaancora più accentuata. Poca formazione significa, infatti,scarsa circolazione dei saperi. Perseguire la strada delprepensionamento dei lavoratori più anziani pur sapendodi rinunciare con essi al capitale umano più esperto,significa accettare di liberarsi insieme a loro del sapereimplicito di cui essi sono portatori. Il "lifelong learning index", calcolato da tutti i sistemistatistici nazionali di rilevazione sulle forze di lavoro comerapporto tra le persone di età compresa tra i 25 e i 64anni che hanno fruito di iniziative di istruzione,formazione o addestramento nelle quattro settimaneprecedenti alla rilevazione e il totale delle personeappartenenti al medesimo gruppo di età, si ferma nel2007 per l'Italia al 6,2%, contro una media europea (a 27paesi) del 9,5% e un benchmark del 12,5% daraggiungere entro il 2010. Anche estendendo il campoalle opportunità di formazione di tipo non-formale (chepossono avere luogo al di fuori di contesti formativiistituzionalizzati), il nostro paese occupa posizioni diretroguardia. In base ai dati della recentissima "Adulteducation survey" (Eurostat), il tasso di partecipazione adattività di apprendimento non formale dei 25-64enni inItalia staziona, nel 2007, su livelli di poco superiori al20%, laddove un paese come la Francia si avvicina al35%, la Germania supera ampiamente il 40%, il casovirtuoso della Svezia sfiora addirittura la soglia del 70%.Tutto ciò avviene nel momento in cui, nel nostro paese, siè pervenuti a una riforma della materia relativa al cumulotra pensione e redditi da lavoro, introdotta con l'art. 19 delDecreto legge 112 (25 giugno 2008), convertito dallaLegge 13 (6 agosto 2008), con valenza dal 1° gennaio2009. Si tratta di un segnale certamente positivo sia inordine al contrasto del sommerso, sia nella prospettiva didare un assetto più definito a quei "bridges to retirement"- letteralmente "ponti verso il pensionamento" - di cui laletteratura economica di matrice anglosassone trattaormai quasi da due decenni. La costruzione di questiponti necessita tuttavia delle opportune infrastrutture disostegno; insieme alle precondizioni di caratterenormativo, un insieme di altri fattori di rinforzo potrebbefare di queste novità legislative non soltantoun'opportunità per dare regolarità a situazioni in essere(si pensi alla galassia di pensionati che ancora svolgeattività saltuariamente o continuativamente presso leimprese di minori dimensioni), ma anche per attenuare leesigenze di integrazione del reddito delle fasce più deboli

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della popolazione. La leva formativa, anche in questo campo, rappresentauna risorsa fondamentale (si pensi qui in particolare aiprepensionati in uscita dalle grandi aziende). Per citaresoltanto un dato emblematico, la popolazione italiana,nelle fasce di età che interessano la transizione alpensionamento, presenta indicatori di competenzanell'uso delle nuove tecnologie informatiche tra i più bassid'Europa. Investire nell'alfabetizzazione informaticaattraverso i più differenti registri del lifelong learning,potrebbe dunque assumere il significato di offrire nuoveopportunità di rinforzo ai "bridges to retirement" introdottidalla normativa recente, prefigurando un registro dipercorsi verso cui orientare chi consapevolmente, perquanto più o meno forzatamente, è incamminato versoun differimento del momento di completo ritiro dalmercato del lavoro.

Francesco Marcaletti

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Recensioni

Il senso della partecipazione dei lavoratorinell'impresa

Una sfida da vincere : lineamenti storici dellapartecipazione dei lavoratori in Italia / a cura di MicheleColasanto. Roma : Edizioni lavoro, c2008

"Le crisi industriali rappresentano sempre frangenti in cuisi distruggono risorse che in altri momenti verrebberoconsiderate preziose [...] Ma il costo maggiore è sempreconnesso alle riduzioni del personale, che comportanospesso un'autentica e indiscriminata distruzione di quelloche viene oggi indicato come «capitale umano». [...] Pernon pochi [...] diventare un «esubero», dunque soltantoun costo aziendale, è uno shock che pare una violenzanei confronti dell'impegno con cui hanno vissuto perdecenni la loro attività lavorativa [...] Si tratta di uomini edonne che, in una società in cui l'età media si allungaanno dopo anno, rifuggono dall'idea di esserecondannati, a cinquant'anni, all'obsolescenza.Soprattutto, non si spiegano come possano essere ridottia entità astratte, a costi aziendali, da valutazionimeccaniche che per loro natura prescindono dall'analisidi ciò che sanno fare e hanno fatto fino al giorno prima dilasciare il lavoro.". La citazione è tratta dal volume diGiuseppe Berta, "L'industria italiana tra declino etrasformazione", pubblicato a Milano nel 2004 ed èutilizzata da Marianna De Luca nel suo contruibuto alvolume curato da Michele Colasanto che raccoglie irisultati di una ricerca commissionata dal CNEL e svoltadalla Fondazione Giulio Pastore ora pubblicata con iltitolo "Una sfida da vincere : lineamenti storici dellapartecipazione dei lavoratori in Italia". La citazioneserviva alla De Luca per illustrare la condizione di queilavoratori che, per effetto di interventi di ristrutturazione,di riorganizzazione e di riallocazione della produzione,erano destinati ad uscire dal mercato del lavoro esperimentavano così la "esclusione" e la "nonappartenenza" ancor più drammatica per "quellagenerazione che ha definito la propria identità e il proprioruolo sociale sulla base del lavoro e dell'appartenenza aduna determinata impresa" (p. 54). Quando la ricerca orapubblicata si concludeva (2006) e ancor più quando laDe Luca aveva steso la parte sostanziale del suocontributo (2005) si era in un mondo ancora dominatodagli effetti della finanziarizzazione delle logiche diazione economica e dall'allargamento della competizionedi mercato e, in Italia, dal declino del sistema produttivo acausa della perdita di competitività, delladeindustrializzazione e della colonizzazione del sistemaeconomico italiano legata alla cessione di impreseitaliane a investitori esteri. In quel contesto la domandache la De Luca si poneva (se fosse ancora di attualità iltema della partecipazione dei lavoratori nell'impresa per

le organizzazioni sindacali e per i soggetti pubblici)riceveva una risposta del tutto negativa a fronte diproblemi che gli attori del sistema di relazioni industrialigiudicavano più pressanti e decisivi. E tra questi in primoluogo le condizioni di precarietà dei lavoratori, i problemidella disoccupazione, le tensioni provocate sul frontedella competitività a livello internazionale, lapreoccupazione delle grandi imprese industriali diremunerare in misura maggiore il capitale rispetto allavoro, le difficoltà a mantenere il potere d'acquisto deisalari.Se la partecipazione dei lavoratori deve essere ancorataal verificarsi di determinate condizioni di convenienza e diopportunità dell'impresa, quegli anni (e ancor più questiquando appare questa nota) escluderebberoassolutamente che questo possa verificarsi. Ma lapartecipazione dei lavoratori è anche "un'istanza morale,una questione di giustizia sostanziale, un valore al qualeoccorre credere e convertirsi". E parimenti siccome lapartecipazione "è uno strumento per migliorare laperformance aziendale, un investimento per farfunzionare meglio le cose o una garanzia per la riuscita diprocessi di cambiamento" quale miglior momento persostenerla che quello in cui il mercato non richiede beni eservizi in quantità e qualità maggiore di prima? (p. 89-90).Per sfuggire ai vincoli posti dai riferimenti all'utilità e allagiustizia, una possibilità, conclude la De Luca, è ilriferimento alla nostra Carta costituzionale: in essa "lalibertà d'impresa non è senza limiti, non può infattisvolgersi «in contrasto con l'utilità sociale o in modo daarrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignitàumana». E, ancora, è compito della Repubblica (che èfondata sul lavoro) «rimuovere gli ostacoli di ordineeconomico e sociale, che, limitando di fatto la libertà el'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppodella persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti ilavoratori all'organizzazione politica, economica e socialedel paese». E' alla luce di queste considerazionicontenute della Costituzione che va inquadrata lapartecipazione dei lavoratori e che deduce daquell'«accordo» originario non solo i principi diorientamento per l'azione politica e sociale ma anche lavalutazione dei fenomeni sociali. C'è da chiedersi seancora esista nel nostro paese un consenso sui principi esulle indicazioni contenute nella Costituzione e quantosiano compatibili quei principi con il credo neoliberistacome pure se abbiano riconoscimento di legittimità leistituzioni e gli attori della regolazione sociale. Se larisposta è positiva, la strada da percorrere è quella di faremergere esperienze di nuove modalità di azionecollettiva e di organizzazione e forme di azione negozialeaperte a nuove prospettive oltre a sostenere gli attorisociali in un autonomo processo di elaborazione che"consenta loro di individuare modalità concrete,specifiche, rispondenti a esigenze reali con cui realizzaree promuovere la partecipazione dei lavoratori" (p. 92). La ricerca, oltre che misurarsi con le questioni legateall'attualità dei problemi della partecipazione deilavoratori, ha offerto "elementi interpretativi capaci di farcogliere il senso della partecipazione rispettoall'evoluzione dell'insieme delle relazioni industriali". Uncapitolo intero era dedicato alla ricostruzione di una storiadella partecipazione dei lavoratori in Italia nel secondodopoguerra e nella evoluzione del sistema delle relazioni

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industriali degli ultimi trent'anni. E' proprio in questoperiodo che avvengono i mutamenti più significativi chedapprima avevano caratterizzato la partecipazione deilavoratori di forti connotati antagonistici, poi l'hannoinquadrata in una nuova stagione delle relazioniindustriali che accetta la dimensione della cooperazionee del coinvolgimento fino ad arrivare ad entrare ex antenel processo decisionale per controllare gli effettidell'innovazione tecnologica. A cavallo tra gli anni Ottantae Novanta poi c'è la maggiore discontinuità quando, inparticolare nelle grandi imprese, si sviluppano politiche dicoinvolgimento dei lavoratori in forma diretta che sigiustificano per il superamento dei modelli produttivi dinatura fordista-taylorista e che portano al riconoscimentodel ruolo dei lavoratori nei rapporti tra direzione d'impresae sindacato. Negli anni più recenti i livelli di intesaraggiunti cominciano ad essere sottoposti a critiche pergli scarsi risultati raggiunti e per la necessità di andareverso nuovi assetti, più flessibili, di relazioni oltre che perla necessità di muoversi verso la costruzione di strategiecooperative a livello territoriale e settoriale di cui sono unesempio i Patti territoriali per un verso, l'esperienza degliistituti partecipativi bilaterali per l'altra.Il tema della partecipazione a livello di impresa ha vistoun impegno particolare da parte della CISL lungo tutta lasua storia, impegno che è rimasto fermo anche di frontealla più forte contrapposizione con le imprese e alla piùlacerante conflittualità con le altre organizzazionisindacali. E' un tema che non ha dato completamente ifrutti che poteva dare e quindi va "valutato anche nellesue ambivalenze, perché è saltato, nella vicendasindacale italiana, un decisivo passaggio storico: lapossibilità di una declinazione dualistica dellarappresentanza [...] Qui è la debolezza italiana, ovvero ladebolezza di tutto un sistema partecipativo che sivorrebbe realizzare, perché i tre piani, nazionale, locale ed'impresa, sono inevitabilmente connessi: la debolezza ol'assenza dell'uno - in particolare quello dell'impresa -compromette (produce effetti non certi e per qualcheaspetto opachi per ) gli altri due" (M. Colasanto,"Introduzione", p. 18).

Luciano Osbat

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La torre accerchiata dei pensionati epensionandi

Guido Baglioni. L'accerchiamento : perché si riduce latutela sindacale tradizionale. Bologna : Il mulino, c2008

Una delle novità che da qualche anno si è manifestatanella scena dell'economia globale e dei nuovi rapportisociali è senza dubbio un certo ridimensionamento delpeso del sindacato in termini di "densità" e di capacità difar fronte all'erosione del diritto del lavoro. Eppure isindacati appaiono ancora molto forti e quasi irrinunciabiliallorquando si tratta di negoziare riforme e finanziarie. Lariflessione di Baglioni analizza proprio questo paradossopartendo dalla questione più importante: quella dellaperdita, in prospettiva, di ogni possibile ruolo per isindacati. Questa istituzione infatti si è mano a manotrasformata nel corso dei decenni da organizzazione chetutela i lavoratori - spesso con l'ambizione dirappresentare anche i non iscritti attraverso strumenti eformule precisi, si pensi innanzitutto all'"erga omnes" - auno dei molteplici "stakeholder" delle multinazionali edegli Stati nazionali. In Italia questo fenomeno haovviamente le sue peculiarità che nella riflessione diBaglioni vengono sviluppate andando alla ricerca diinterpretazioni per comprendere il delicato e debolemomento storico che stanno attraversando le relazioniindustriali. La tesi della monografia è molto chiara eprecisa nel voler calibrare l'analisi su un pianostrettamente scientifico e avalutativo e nel mettere inrisalto l'infrangersi del monopolio dei sindacati nelrappresentare il lavoro al cospetto di una societàcapitalista che è divenuta più complessa. La tesi di fondoinfatti insiste sul fatto che non tutto ciò che i sindacatiportano avanti appare del tutto allineato con gli interessidi "tutti" i lavoratori. Oltretutto gli altri attori emergenti edegemoni non necessariamente si contrappongono ailavoratori senza possibilità di reciproci interessi: «Molti diessi [fattori esogeni] non si pongono come antisindacali:possono, però, oggettivamente competere con la tutelasindacale perché riguardano il lavoro, l'occupazione, lequestioni sociali più rilevanti. Si può dire che tali fattoriaccerchiano l'azione sindacale e ne fanno gradualmentediminuire rilievo e significato, anche se non si escludeche possano determinare qualche nuova opportunità. [p.14]». La tesi dell'accerchiamento tutto sommato coglie ilfatto che i sindacati si trovano - oggi molto più di prima,anche per motivi macroeconomici indipendenti dalla lorocapacità di influenza, e anche indipendenti ormai dallacapacità di governo degli Stati nazionali - in unasituazione di "difesa" di quanto è stato conquistato neidecenni passati, almeno fino agli anni '70. Meno chiaro,ancora oggi, appare il fatto che la difesa di ciò che èstato conquistato non vale per tutti, ma solo per legenerazioni e le condizioni lavorative (per esemplificare,mondo operaio e pubblico impiego) sulle quali sono stateritagliate le conquiste stesse. Al contempo, la parolaaccerchiamento rimanda anche a una sorta di assedioattuato da forze nuove e più al passo coi tempi, assedioche può comunque portare a delle vie di fuga e di rilancio

che vengono ampiamente discusse dall'autore. Sembraperò meno forte l'enfasi sul fatto che non tutte le sceltedei sindacati confederali e delle altre forme autonome dirappresentanza possono essere rese con un'immaginediversa: più che un accerchiamento per opera di altri,come una sorta di chiusura e introflessione del sindacatostesso. Una chiave di lettura della critica dei sindacati come attori"conservatori" è data dalla constatazione che la linea ditendenza dell'evoluzione del sindacato non è allineata aun modello definito "di relazioni industriali". Il modelloprescelto appare piuttosto essere quello implicato inlogiche definibili di concertazione politica, diistituzionalizzazione volta a far interloquire i sindacati, inprimo luogo con gli esecutivi, in modo più o menosistematico. Questa critica va ben oltre le facili polemichesulla classe dirigenziale italiana. In particolare sisottolinea il fatto che manca una linea strategica pergarantire al sindacato una qualche forma di permanenzanella scena pubblica in un arco temporale di pochidecenni. «Il ceto politico e gli stessi sindacati, con pochetimide eccezioni, hanno adottato una "pedagogia"sfuggente e reticente sull'argomento, una lineameramente difensiva, accettando di negoziare taluniaggiustamenti ma con pregiudiziali non negoziabili,trascurando di pensare soprattutto al futuro previdenzialedei lavoratori segnati dalla flessibilità, accettando più aparole che negli orientamenti effettivi le conseguenzeoggettive dell'allungamento della vita [p. 124]». Porrel'accento sulla quasi totale assenza del sindacato sullequestioni degli effetti dell'entrata a regime della riformaprevidenziale introdotta da Dini significa di fattoabbandonare le generazioni più giovani a un destino cheappare ad oggi segnato in negativo se nessun attoreaggregante se ne farà carico. Quindi si potrebbe anchedire che la scelta di un modello prettamente politicoproduce un effetto di incapacità (o disinteresse, o forsesemplicemente di ordine di priorità fra presente e futuro,a tutto scapito di quest ultimo) di influire proprio in quelledecisioni che sono più prettamente politiche e tecnichecome, ad esempio, un opportuno monitoraggiodell'aggiornamento dei coefficienti di sostituzione,espediente contabile grazie al quale già da oggi si stacercando di rimettere in parità il primo pilastroprevidenziale a spese delle attuali generazioni piùgiovani. Questo modello "politico" - che di per sé tende anon affrontare a viso aperto le scommesse delcambiamento dell'organizzazione del lavoro - è debolesoprattutto nel vasto macro-comparto dei servizi che,come già noto da almeno venti anni, produce i cosiddettieffetti di "terziarizzazione del conflitto" che ancora troppopoco sembrano essere stati presi in considerazione daisindacati in un'ottica di valenza strategica. Questo incisoè tanto più delicato quanto più si deve riflettere sulledifficoltà, divenute ormai più che palesi, di portare avanticon efficacia un modello di "cinghia di trasmissione" cheha permesso, nella fase espansiva culminata con l'iniziodegli anni '80 in Italia, una gestione particolarmenteproduttiva in termini di conquiste del lavoro. A talproposito basti citare che «questa forza organizzativa edi presenza politica (senza pari in Europa) finisce perdiventare una debolezza, in parte latente in partemanifesta, che si accoppia con le debolezze degli assettie degli attori propriamente politici [p. 152]». Gli stessi

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presupposti che si sono avuti nelle esperienze dicentro-sinistra in Unione europea e altrove ha dimostratoche la crisi delle ideologie e il paradigma dominante alivello macroeconomico, fanno sì che non vi possanoessere in modo scontato "governi amici" dei sindacati. Un altro tema molto pertinente con la cosiddettasindrome dell'accerchiamento è data dal rafforzamento divalori individualistici e consumeristici. Il problema piùgrande al riguardo non consiste certo sul fatto che isindacati sono entrati a coprire queste nuove esigenze,quanto semmai sul fatto che «si riduce la distinzionetradizionale fra lavoratori e cittadini, e comunqueprevalgono le politiche sociali per i secondi piuttosto cheper i primi [p. 191]». L'enfasi sui diritti del consumatore ela caduta dei valori tradizionali del mondo del sindacato edel suo relativo armamentario retorico hanno messo incrisi anche i sistemi più solidi e ritenuti infrangibili comequello scandinavo conosciuto come "sistema di Ghent":«fin dal 1980, stanno crescendo i lavoratori che sonoaffiliati ai fondi assicurativi ma non sono iscritti alsindacato [p. 68]». Questo problema, riportato per essereesemplificativo, dimostra che l'accento dellapartecipazione al sindacato insegue sempre più lacopertura di diritti concreti, e tale trend appareconfermato dal successo di un certo processo di"diversificazione" dei servizi offerti dai sindacati e dalleloro strutture, spesso con una valenza universalisticagiustificata dal ruolo di supplenza nei confronti delloStato, o comunque dell'attore pubblico. Il tema del decentramento dell'azione collettiva puòessere visto anch'esso come uno dei temi che, letto nellasua evoluzione più complessiva, porta a una chiara enetta trasposizione da azioni di negoziazione che eranoportati avanti per coprire tutti i lavoratori, a dinamiche dicontrattazione che invece si spostano sempre più dalcollettivo all'individuale, o quanto meno allo specifico,arrivando - se si scorrono le cronache più recenti - alleproposte di individuazione delle contrattazioni a livelli disingole aziende. Un progressivo rafforzamento delle tesia favore di specificità di singole aziende, o comunque dinumeri sempre più piccoli di lavoratori coinvolti, puòsenza dubbio andare a favore di una riduzione delleiniquità prodotte in passato in scala nazionale, a causadelle note differenze presenti in Italia. Tuttavia unprincipio avallato come "neutro" e "tecnico" porta a unovvio ridimensionamento dell'azione del sindacato,quanto meno nella possibilità di fare della negoziazionedi un contratto collettivo nazionale un'occasione diproselitismo. La questione salariale e della produttività del lavoro è damolti ritenuta la questione più sottovalutata. L'autorepone l'accento sul fatto che l'attuale sistema dirappresentanza è stato improntato sulla difesa dei dirittidi coloro che già hanno ottenuto una situazione garantita,a scapito di ogni altra considerazione. La situazione chederiva da libere scelte strategiche dei sindacati e le forzeeconomiche che si sono affermate negli ultimi duedecenni circa, è analiticamente descritta nel seguentemodo: «In sintesi, dopo oltre due decenni di moderazionesalariale, con la pressione della concorrenza sul costodel lavoro dovuta particolarmente alle nuove potenzeeconomiche, con la determinante correlazione"incrementi remunerativi reali"-"produttività", con laincerta o scarsa influenza della sindacalizzazione

sull'andamento dei salari medi nazionali (almeno nelsettore privato), difficilmente migliorerà la quota dellavoro nella distribuzione del reddito e, quindi, per questoinsieme di condizioni e tendenze, si profilano scarsepossibilità per una politica di miglioramenti salariali medinazionali, al di là della difesa del potere d'acquisto,nell'area europea. [p. 82]». In termini ancora più sintetici,pur pagando qualcosa in quanto a precisione analitica, sipuò dire che il sindacato ha sistematicamente rinunciatoa investire nel rilancio della produttività (fattore principeper la competitività delle aziende sullo scenario globale, eunico fattore che penalizza fortemente l'Italia rispetto aiprincipali partner europei e dell'OCSE), sbagliando anome dell'autore perché «non è possibile accettare la tesie la prassi per le quali non tocca al sindacato produrreinnovazione e la stessa produttività del lavoro.L'indifferenza morale e culturale della rappresentanzasindacale sul tema in questione è totalmentecontraddittoria con le domande dei lavoratori (benesseree sicurezza) alla società e alla impresa [p. 114]». Averrinunciato a un ruolo attivo e partecipe a livellopragmatico per una partecipazione di stampo più politicoed istituzionale rispecchia perfettamente l'incapacità el'assenza di volontà da parte dei sindacati di continuare aessere anche nel lungo periodo l'organizzazione che"mutatis mutandis" tutelerà i lavoratori per bilanciare leasimmetrie fra imprenditori e organizzazione del lavorogestito dal capitale e singoli lavoratori. Anche seguendoquesto argomento, più che di accerchiamento sembra dipoter parlare di ritiro, rinuncia, ritirata non strategica perevitare perdite maggiori, quanto quella della dismissione,del disinvestimento, della difesa di una parte sul tutto,tanto da sfigurare di fronte alla politica stessa. «Essi [ipartiti politici] esprimono, bene o male, interessi generali;il sindacato esprime interessi parziali o di nicchia, specienel caso del settore pubblico. Nel dibattito sononotevolmente accresciute le voci di chi interpreta l'azionesindacale come quella di un attore che ostacola l'aperturaeconomica e la capacità concorrenziali del proprio paese[p. 96]». Appare più che opportuno infatti evidenziare iproblemi di opinione pubblica (quindi non solo degliaddetti ai lavori o dei cultori) che la percezione di questoparticolarismo sta portando, lentamente maineluttabilmente, con sé. Utilizzando una metafora, lacapacità di altre politiche manageriali - come ad esempioquelle, spesso più di comunicazione aziendale che altro,della responsabilità sociale di impresa - possono farmancare il terreno sotto ai piedi ai sindacati. Dopo cheessi hanno isolato la torre dei garantiti, la torre stessa piùche essere assalita, sta pericolosamente franando. L'autore non manca di sottolineare le difficoltà effettiveche i sindacati devono affrontare in merito alla tutelacollettiva e iscritti effettivi, come ad esempio quello dei"free rider". Eppure potrebbero esistere delle soluzionimodulari che salvino e garantiscano le tutele per ilavoratori che coraggiosamente evitano di essereopportunistici, e le esigenze di universalismo dell'azionedel sindacato, che pure è fondamentale per legittimare ilsuo ruolo istituzionale: «se la tutela di base si estende atutti, la tutela successiva, di per sé più aleatoria evariabile, dovrebbe essere riservata agli ascritti o a coloroche si iscrivono per poterne usufruire [p. 206]». È chiaroche in questo modo si salverebbero le esigenze diuniversalismo che gli interessi di quanti si iscrivono

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concretamente ai sindacati. Per avviarci a una conclusione, la "vision" espressa dalsindacato nella cosiddetta terza fase assume infatti icontorni della difesa di un mondo, quello fordistadell'industria e quello del pubblico impiego iper-tutelato,ormai quasi del tutto ridimensionato per numeri eimportanza strategica. Uno degli stessi problemi più gravie peculiari dei sindacati italiani, la quota di pensionati sultotale degli iscritti, viene opportunamente evidenziatoperché - per meri motivi demografici e anagrafici - uncollocamento delle risorse strategiche per la causa del"proselitismo" basato fondamentalmente sulla non perditadegli iscritti al momento del pensionamento piuttosto chesul tesseramento di coloro che entrano nel mercato dellavoro, appare drammatica. La drammaticitàorganizzativa interna di categorie di pensionati all'internodi strutture complesse e di grandi dimensioni sono infattipiù che note a coloro che conoscono i sindacati dal didentro, ma coloro che si interfacciano dal di fuori hanno,oggi come oggi (anzi, ormai già da diversi anni), giocofacile nel criticare organizzazioni di tutela dei lavoratorirappresentati da non occupati. È più facile per altreorganizzazioni e poteri recriminare per sé spazi semanticie di rappresentanza, magari, nel migliore dei casi, conuna compresenza di altre finalità. Né più né meno tragica è la situazione se si pensa allaprospettiva di lungo periodo: quando i pensionaticominceranno a lasciarci, come si sopperirà al crollodella densità sindacale? Non è un problema per i verticidel sindacato perché tanto avranno smesso anche loro disvolgere attività civile e pubblica? La conclusione di questa recensione, al di là dellaconsiderazione più analitiche per gli incisi e la capacità dicritica dell'autore che ha messo in evidenza, può esseredata dallo stimolo a trovare sinonimi per la paroleaccerchiamento. Si può infatti suggerire una lettura forseancora più critica nei confronti dei sindacati italiani, senzaperaltro apparire comunque distorcenti rispetto a quantopuò essere letto nel libro stesso: «Bisogna trovare, dettoesplicitamente, una via di mezzo fra i disagi e le durezzedei lavori non tutelati o con una tutela ridotta e l'eccessodi protezione di taluni comparti del settore pubblico [p.136]» e ancora più chiaramente «in Italia i sindacati(anche perché condizionati reciprocamente dall'unitàd'azione), dovendo "buttare dalla torre" i lavoratori aiquali andrebbe elevata l'età pensionabile oppure ilavoratori con contratti non standard che necessitano diun solido sistema di ammortizzatori sociali, finirebberoprobabilmente per buttare questi ultimi [p. 115]» . Standocosì le cose c'è da chiedersi se è "questo" sindacato cheè stato accerchiato da un mondo tumultuoso eimprevedibile, o piuttosto che se si sia fatto assediare e sistia facendo soffocare lentamente alla sola contropartitadi marcare ulteriormente i già noti difetti del mercato dellavoro italiano fra garantiti ed esclusi. Non soloaccerchiamento, ma anche "retreatism" mertoniana.

Giulio Marini

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Abstract e segnalazioni

02 POLITICA SOCIALE,PROTEZIONE SOCIALE ESICUREZZA SOCIALE

02.01 Politica sociale

Disuguaglianze sociali oggi: territori,lavoro, società / a cura di GabrieleBallarino e Ida Regalia; scritti diMarco Albertini ... [et al.]. In"Sociologia del lavoro", 2008, n.110, 249 p.

02.01; condizioni sociali;eguaglianza di trattamento;eguaglianza di opportunità;coesione sociale; condizionieconomiche; condizioni di lavoro;donna; lavoratrice; immigrante;livello locale; Italia; UE

Lo studio della disuguaglianzasociale costituisce da sempre unodei temi principali della sociologia.Nel volume vengono esposti imigliori contributi presentati duranteil convegno annuale del 2007,organizzato dall'AIS-ELO(Associazione italiana di sociologia,sezione Economia, lavoro eorganizzazioni), dedicato al temadella disuguaglianza, le suetendenze e le sue dimensioni. Ilvolume è articolato in tre sezioni piùl'introduzione di Nicola Negri, chefornisce un importanteinquadramento analitico delproblema e dà conto della ricchezzadi contenuti articolati in tre filoni. Laprima parte è dedicata allo studiodelle disuguaglianze territoriali,associato all'analisi dello sviluppodei sistemi economici a livello microe macro. La seconda descrive ledisuguaglianze nel lavoro, rilevanteper l'analisi delle organizzazioni,delle strategie d'impresa, dellepolitiche sociali e del lavoro, dellerelazioni industriali. Infine, il terzofilone analizza le disuguaglianzesociali e della povertà, rilevante perl'analisi della stratificazione sociale,educativa e culturale. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39396

02.07 Protezione sociale/Sanità

Greer Scott L. Choosing paths inEuropean Union health servicespolicy: a political analysis of acritical juncture. In "Journal ofEuropean social policy", 18, 2008,n. 3, p. 219-231.

02.07; politica sanitaria;armonizzazione; servizio sanitario;sanità; UE; UE. Stati membri

Vengono passati in rassegna isistemi nazionali di sanità al fine dicomprendere a quale punto si siagiunti in termini di armonizzazionedelle politiche a livello comunitario.Siccome permangono legislazioninazionali in quanto a servizi sanitari- oltre alle Comunicazioni, alleDirettive e alle sentenze della Cortedi giustizia della Comunità europea- si profila il difficile compito dicomprendere le conseguenze dipolitiche che, almeno parzialmente,si compenetrano e danno lineeguida l'una su l'altra. Leosservazioni empiriche dimostranotuttavia che un punto cardinale percapire gli impatti di tali politiche èquello di risalire alla "sequenzatemporale" delle implementazionidelle singole politiche poiché leconseguenze effettive di talunepolitiche dipendono di fatto daquelle che le sono precedute,innestandosi in modo attivo ecreando percorsi ("paths") di nonfacile ricostruzione. Si prevede cheil punto critico di superamento diquesta fase di passaggio potràterminare quando gli stessi marginidi discrezionalità interpretativa sisaranno limati al punto da renderlidel tutto marginali nei confronti delleimplementazioni effettive dellepolitiche. A quel punto si puòprevedere che la European court ofjustice potrà limitarsi a esternarecirca l'implementazione e ilraggiungimento di obiettivi in singolimercati interni. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39439

03 SVILUPPO ECONOMICO

03.01 Economia

Ruffolo Giorgio. Il capitalismo ha isecoli contati. Torino : Einaudi,c2008. VI, 295 p. (Gli struzzi; 637).978-88-06-18827-6.

03.01; capitalismo; dottrinaeconomica; filosofia; storia

Il capitalismo ha cambiatoradicalmente il volto del mondo e loha fatto in un periodoeccezionalmente breve, dal 1975 adoggi. Per quanto tempo ancoraquesta curva può prolungarsi?Nessuno può dirlo, quel che è certoè che prima o poi punto dovràarrestarsi. La tesi svolta nel libro èche il capitalismo stia oggiincontrando dei limiti di sostenibilitàdella sua crescita: l'insostenibilitàfisica ed ecologica, quella sociale equella finanziaria. Le profezie sullafine del capitalismo sono state cosìtante da avergli portato fortuna, maniente giustifica l'idea che essorappresenti un assetto definitivo. Lastoria scorre, implacabile. I suoitempi sono contati. Su questosfondo il volume narra il percorsostorico del capitalismo occidentaledalle sue "prove d'orchestra"dell'antichità, fino al suo pienodispiegarsi nel Cinquecento ed allesuccessive egemonie nazionali,concentrandosi soprattutto sulleincognite di questo nostro nuovosecolo, sulle sfide, i rischi, lerisposte possibili che si muovonosul filo della progressivamercatizzazione dell'economia, finoalla globalizzazione dello spazio edalla finanziarizzazione del tempo.Uno scenario complicatodall'affanno del controllo politico,che potrebbe riservarci prospettivedrammatiche ma anche, tra le suesorprese, quella di un "capitalismoben temperato". [IR]Bfgp: CC-II-154, Cod. 39368

Amartya Sen / Jean-Luc Dubois ...[et al.]. In "Projet", 2008, n. 306, p.4-19.

03.01; economia; economista; teoriaeconomica; crescita economica;sviluppo economico e sociale;politica economica; Sen Amartya;Francia

Nel 2008 Amartya Sen e JosephStiglitz sono stati incaricati dalpresidente Sarkozy di studiare nuovistrumenti di misura della crescitasociale ed economica datal'inadeguatezza degli indicatoriprecedenti. Sen, Premio Nobel perl'economia nel 1998 per i suoi

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contributi originali nell'analisieconomica finalizzata a rilevare ilbenessere, ha condotto numerosistudi tra economia teorica, analisi dicasi e filosofia politica che loindicano come uno dei massimiesperti nei problemi che coniuganouna politica economica efficace egiusta in una società libera eordinata democraticamente.L'articolo (che è seguito da un'altraindagine di C. Renouard e J.L.Dubois dal titolo Une approche àpoursuivre...et à depasser, pp.12-19) prosegue ripercorrendo letappe del pensiero di Sen dai suoiprimi studi a Calcutta, poi aCambridge e infine la sua tesi didottorato incentrato sullacostruzione di un indicatore dipovertà che andava ad integrarequello relativo alla distribuzionedelle risorse e sulla teoria dellescelte sociali. I suoi studi successivisi sono sviluppati secondo alcunedirettrici di fondo: i diritti di accessoe le opportunità (functionings cioètutto quello che l'individuo diventacapace di fare, di essere e didiventare); la capacità di agiredell'individuo (agency cioè la suaattitudine a decidere e ad agire);l'Indice di sviluppo umano(Indicateur de DevelopmentHumain) che mette insieme tassodi alfabetizzazione, speranza di vita,potere d'acquisto a parità dicondizioni ma che è applicabile inprimo luogo ai paesi in via disviluppo. L'incarico ricevuto daSarkozy tende a fornire soluzioniall'apparente paradosso per cuidavanti alla crescita del prodottointerno lordo di un paese sviluppatocome la Francia diverse categorie dipersone non vedono mutamentinella loro capacità di agire e didecidere. E gli studi di Sen hannobuone probabilità di aprire unastrada nella direzione giusta. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39417

Reich Robert B. Supercapitalismo :come cambia l'economia mondiale ei rischi per la democrazia /prefazione di Guido Rossi;traduzione di Thomas Fazi. Roma :Fazi, 2008. XVI, 317 p. (Le terre;174). 978-88-8112-925-6.

03.01; capitalismo; sistemaeconomico; mondializzazionedell'economia; politica economica;

tecnologia; democrazia; diritti civili;diritti economici e sociali; USA

L'autore, professore a Berkeley eMinistro del lavoro con lapresidenza Clinton, presenta unatesi apparentemente paradossale: ilsupercapitalismo, che prende lemosse in America alla fine deglianni Settanta del secolo passato eche si caratterizza per la pienarealizzazione del libero mercato eper la concorrenza spietata tra leimprese, ha minato e in partedistrutto una parte importante dellademocrazia e dei diritti dei cittadini.La tecnologia, la globalizzazione, laderegolamentazione hanno dato ilpotere ai consumatori e agliinvestitori togliendolo ai cittadini. Lenuove tecnologie si sono sviluppatesotto la spinta di un economia diguerra (quella del Vietnam); laderegolamentazione ha distruttobuona parte dei diritti dei lavoratorie le lobbies che la sostenevanohanno invaso il potere politicovolgendolo a loro favore. Laconcorrenza spietata tra le industriehanno facilitato il compito deiconsumatori a scapito dei diritti edei salari dei lavoratori. Lacorporate governance è in funzionedei consumatori e nondell'introduzione di una democraziaazionaria. Infine il supercapitalismoha distrutto i diritti dei cittadini e deilavoratori all'istruzione eall'assistenza e, se ha fattodiminuire la distanza tra i vari paesi,all'interno di ciascun paese ha fattoaumentare vertiginosamente ledisuguaglianze con conseguenzepolitiche non prevedibili. Quindi illibero mercato non è l'anticameradella democrazia ma è la mortedella democrazia. Quello chemanca del tutto nel volume è unospunto critico nei confronti degliStati Uniti che sono stati la culla esono (nel bene e nel male) lapompa di benzina delsupercapitalismo. Per Reich ilsistema americano è al di fuori diogni possibile discussione. [LO]Bfgp: A-VI-167, Cod. 39370

03.02 Sviluppo economico

Camera di commercio, Milano.Programma pluriennale 2008-2012 /premessa di Carlo Sangalli. In

"Impresa & Stato", XX, 2008, n.83-84 (suppl.), 79 p.

03.02; sviluppo economico;pianificazione dello sviluppo;competitività; impresa; mercato;sistema economico; livello locale;Lombardia; Milano

Viene presentato il nuovo rapportoprogrammatico delle Camere dicommercio di Milano con l'obiettivodi superare la dimensioneprettamente tecnica di questo tipo dimateriale grigio per tentare diaumentare lo spessore dellostrumento programmatico. Il metodoutilizzato è quello delcoinvolgimento di attori diversi,soprattutto di esperti esterni nellastesura del rapporto stesso. Inquesto modo è stato possibile fardialogare non solo il mondo delleimprese, ma anche tutte le realtàche a vario titolo possono entrare insinergia col tessuto produttivo,come ad esempio aziende speciali,università, associazioni e esponentidelle istituzioni. La sfida del nuovoquinquennio è rappresentata dadiverse innovazioni, fra le quali loscorporo della neonata Provincia diMonza e l'inizio dellecantierizzazioni di Milano Expo2015 che rappresenteràun'occasione molto importante per ilrilancio della regione. Di fronte aiprossimi anni di crisi economica, ildocumento programmaticoconferma l'importanza dellacompetitività come fattore adatto agarantire un modello di sviluppoeconomico, competitività che sideclina negli investimenti in capitaleumano, della ricerca edell'innovazione, delle infrastrutture,dell'internazionalizzazione collegataal marketing del territorio,all'efficacia e l'efficienza delleistituzioni che richiama un altropunto centrale: la sussidiarietà.[GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39448

Inzoli Angelo. La «questionesettentrionale» : i territori di frontealle sfide della globalizzazione. In"Aggiornamenti sociali", 59, 2008, n.7-8, p. 519-529.

03.02; politica di sviluppo;mondializzazione dell'economia;sviluppo economico e sociale; livello

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locale; sociologia; storia; Italia; Italiasettentrionale

Viene proposta una lettura paralleladi tre recenti testi sulla cosiddetta"questione settentrionale", conl'obbiettivo di ricollocare meglioquesto tema cruciale nel dibattitopolitico italiano e coglierne la realepertinenza per il futuro del paese. Isaggi sono espressione di approccimetodologici differenti: quellostorico di Giuseppe Berta, chesceglie di raccontare le evoluzionidel Nord nell'ultimo mezzo secolo;quello sociologico di Aldo Bonomi,che ragiona sul malessere dell'Italiasettentrionale rispetto alle sfidedella globalizzazione, alternandoanalisi economica e sociale; quellopolitico militante di Riccardo Illy, chedenuncia il forte ritardo della sinistrain Italia di fronte alla fase dellamodernizzazione globalista. Leriflessioni scaturite dalla letturasottolineano l'importanza di studiarele cause profonde del ritardo italianorispetto le dinamiche dellaglobalizzazione, la necessità direcuperare la dimensionesocio-culturale come elemento disviluppo e l'urgenza di "faresocietà", creando una rete fra tuttigli attori che abitano il territorio. [IR]Bfgp: Per. It., Cod. 39442

03.04 Economia d'impresa

Bieling Hans-Jürgen; DeckwirthChristina. Privatising publicinfrastructure within the EU: theinteraction between supranationalinstitutions, transnational forces andnational governments. In "Transfer",14, 2008, n. 2, p. 237-257.

03.04; privatizzazione; settorepubblico; servizi pubblici;infrastrutture; trasporto ferroviario;energia; acqua; telecomunicazioni;servizio postale; condizioni dilavoro; diritti dei lavoratori; UE; UE.Stati membri

L'Unione europea sta spingendo inmodo omogeneo alcuneprivatizzazioni in settori di interessepubblico e che sono statisostanzialmente ritenuti diritti dicittadinanza nel secolo scorso. Isettori interessati sono quellidell'energia, dell'acqua, delle

telecomunicazione, dei servizipostali e dei trasporti ferroviari. Aseconda del settore specifico e delpaese interessato si hanno posizionidiverse in termini di tradizionigiuridiche, forze sociali che sioppongono alle privatizzazioni,nonché di struttura economica chedovrebbe subentrare in questi"mercati". Un mercatoinfrastrutturale a livello europeo èciò su cui si sta lavorando, benchéquesti "global player" si trovino inforte difficoltà allorquando si tratti diespletare la fornitura del serviziospecifico e di garantire condizioni dilavoro dignitose per i propri addetti.Dal momento che le istituzionicomunitarie rimangono ferme nelvolere un modello di sviluppobasato sulle privatizzazione, i singolistati e altre entità più locali stannoentrando in conflitto rischiando dirappresentare, contro la stessaUnione europea, un'opinionepubblica poco favorevole a questiprocessi di privatizzazione. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39435

Schulten Thorsten; Brandt Torsten;Hermann Christoph. Liberalisationand privatisation of public servicesand strategic options for Europeantrade unions. In "Transfer", 14,2008, n. 2, p. 295-311.

03.04; privatizzazione; settorepubblico; funzione pubblica;gestione delle risorse umane;relazioni di lavoro; diritti deilavoratori; sindacato; UE; UE. Statimembri

La privatizzazione dei settoripubblici che sta avvenendo in moltiPaesi europei sta producendo delledifficoltà nell'occupazione pubblicache tenderà a scomparire neltempo. Tuttavia la problematica piùgrave consiste nel modello digestione delle risorse umane("labour relations regime", modelli direlazioni industriali) che talecambiamento epocale sta mettendoin atto: la forza lavoro che si stacreando con queste trasformazionidi privatizzazioni sono molto menoomogenee che nel passato,frammentate e individualizzate. Danon sottovalutare nemmeno il tagliodelle risorse umane nel pubblicoimpiego: in dieci anni, dal 1995 al2004, in molti paesi europei per il

caso specifico dell'impiego pubbliconel settore elettrico, vi è stato uncalo dal 30 fino al 40% delpersonale, a seconda dei paesi. Inqueste condizioni le relazioniindustriali non possono che portare,non solo a un deterioramento deidiritti dei lavoratori, ma anche apericolose fratture fra lavoratori cheriescono a mantenere (oreinventare) nuove forme di tutela, echi, invece, rimarrà fuori da ognidiritto del lavoro tradizionalmenteinteso. Si prospetta per i sindacati,di fronte a questa minaccia cosìreale e prossima scaturita dalleprivatizzazioni e liberalizzazioni, unoscenario di esautorazione dellapropria funzione sociale enormativa. In questa prospettiva siprevede che il sindacato possa solocombattere tali politiche e difendereil pubblico impiego. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39436

04 DIRITTO, DIRITTI UMANI,GOVERNO E POLITICA

04.01 Diritto

Seifert Achim. Global employeeinformation and consultationprocedures in worldwideenterprises. In "The internationaljournal of comparative labour lawand industrial relations", 24, 2008,n. 3, p. 327-348.

04.01; diritto del lavoro; dirittointernazionale; diritti dei lavoratori;sindacato internazionale;divulgazione dell'informazione;partecipazione dei lavoratori;impresa multinazionale

Si prende in considerazione il fattoche di fronte alla globalizzazione deimercati e la diffusione erafforzamento delle impresemultinazionali, non si è ancorasviluppato un sistema di normeinternazionali - o meglio,transnazionali - che tuteli la forzalavoro dipendente a livello giuridico.Nonostante i primi sforzi deisindacati transnazionali, ènecessario prendere atto del fattoche esistono al giorno d'oggisoltanto delle regolazioni private,come ad esempio la "Internationalframework agreements withtrans-national enterprises". Di

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contro, meno solida appare esserel'esperienza finora condotta intermini di contrattazione collettivaportata avanti da enti come il"Global union federations". Vienepropugnata l'eventualità che siperseguano strade miste frapubblico e privato, prendendo quindiin considerazione l'inestricabileintreccio che si è venuto a creare fraqueste due sfere. D'altronde adoggi, nonostante alcuni diritti dellavoro siano riconosciuti dal dirittointernazionale, non sono statiraggiunti risultati apprezzabili, comead esempio potrebbero essere lecondizioni minime di lavoro e leretribuzioni minime. Particolareenfasi viene posta sul ruolo che enticome l'ILO e l'OECD potrebberoricoprire nel sostenere non solo lacausa della contrattazione collettiva,ma anche quella della trasparenzadelle informazioni e l'attivazione dicomunicazioni a livellotransnazionale al fine dicontrobilanciare le prassi messe inatto dalle multinazionali. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39433

Corti Matteo. Le decisioni ITF eLAVAL della Corte di giustizia: unpasso avanti e due indietro perl'Europa sociale. In "Rivista italianadi diritto del lavoro", XXVII, 2008, n.2, p. 249-286.

04.01; diritto del lavoro; dirittocomunitario; diritto di sciopero;sciopero; relazioni di lavoro; conflittodi leggi; UE; UE. Stati membri;Svezia; Finlandia; Estonia; Lettonia

Dopo aver sinteticamente passatoin rassegna le decisioni della Cortedi giustizia della Comunità europeasul conflitto esistente tra normativalavoristica dei singoli Stati membri elibertà economiche del Trattato, sianalizzano due sentenze,pronunciate dalla Corte neldicembre 2007, di importanzafondamentale per il futuro dellerelazioni industriali europee e per ilriconoscimento dello sciopero comediritto fondamentale protettodall'ordinamento comunitario: il casoITF e quello LAVAL. Corti, dopoaver richiamato, da una parte, lucied ombre delle recenti decisionidell'organo giurisdizionale europeoe, dall'altra, il rapporto esistente traCostituzione economica della

Comunità e sistemi lavoristicinazionali, esamina il modelloscandinavo di regolamentazione dellavoro che per la prima volta è statomesso a raffronto - nelle citatesentenze - con le libertàeconomiche dell'Unione. Nel saggio,inoltre, si sottolinea come, nel casoITF, il diritto di azione collettivarappresenti uno strumento efficaceper fronteggiare le conseguenzelavoristiche della libertà distabilimento, mentre il caso LAVALsi incentri sulla libertà di prestazionedei servizi e sul suo impattodestabilizzante sul "modelloscandinavo". Nelle conclusioni,infine, lo studioso critica la durevolecentralità della "logica mercantile"del Trattato della Comunità europeae l'atteggiamento di chiusura neiconfronti del modello svedese direlazioni industriali, tenuto dallaCorte nel caso LAVAL. [MR]Bfgp: Per. It., Cod. 39383

Tiraboschi Michele. Linee ditendenza evolutive e progetti diriforma del diritto del lavoro italiano.In "Tutela", II, 2008, n. 1, p. 47-60.

04.01; diritto del lavoro;modernizzazione; mercato dellavoro; sviluppo economico esociale; Italia; UE; L. n. 30/2003

Prendendo spunto dal "Doingbusiness 2008", rapporto annualedella Banca mondiale e da quellodel "World economic Forum", siaffronta la spinosa tematica delladifficoltà di crescita e di sviluppolegata, almeno in parte, ad unalegislazione finora mai semplificatae spesso dispersiva,sovrabbondante e perfino"scoraggiante" ed ostile. Perl'autore, infatti, il vigente sistemanormativo del diritto del lavoroitaliano - nonostante le innovazioniapportare nel 1997 e nel 2003 - non è in grado di accontentare illavoratore ma -ancor piùparadossalmente- neppure il datoredi lavoro. In questo quadro parrebbenecessario non tanto l'ennesimointervento legislativo del mercatodel lavoro, piuttosto attuareimportanti norme della "LeggeBiagi" - ad oggi rimaste inapplicate -quali il sistema degli ammortizzatorisociali, il raccordo scuola-lavoro, laborsa lavoro, il sistema di

monitoraggio e valutazione dellepolitiche del lavoro e, non perultimo, ragionare sul rilancio dello"Statuto dei lavori". Appare diparticolare interesse, inoltre, sia lariflessione svolta da Tiraboschi sulprogetto di "better regulation" delLibro verde della Commissioneeuropea sulla modernizzazione deldiritto del lavoro e sia la proposta -allegata in calce al contributo - dicreare un Testo unico in cuiricondurre tutta la normativa deldiritto del lavoro. [MR]Bfgp: Per. It., Cod. 39392

Vermeesch Jeremy. How unionsunited to change Australia's labourlaws. In "Metal world", 2008, n. 2, p.18-22.

04.01; diritto del lavoro; diritti deilavoratori; politica del lavoro;sindacato; sindacalismo; AustraliaBfgp: Per. St., Cod. 39403

Mariucci Luigi. Le fonti del diritto dellavoro. In "Rivista giuridica dellavoro e della previdenza sociale",LIX, 2008, n. 3, p. 323-366.

04.01; diritto del lavoro; fonti deldiritto; diritto comunitario; storia;ItaliaBfgp: Per. It., Cod. 39406

Syrpis Phil. The Treaty of Lisbon:much ado... but about what?. In"Industrial law journal", 37, 2008, n.3, p. 219-235.

04.01; diritto del lavoro; dirittocomunitario; diritti dei lavoratori;relazioni di lavoro; UE; UE. Statimembri; Trattato di Lisbona

Si muove dall'evento preoccupantedel voto irlandese per la ratifica deltrattato dell'Unione europeaavvenuto nel 2008 per svolgere unacritica serrata al modello di sviluppopropugnato dalla stessa UE che èdominato dalla logica "top-down". Inparticolare si discute sugli impattidel Trattato di Lisbona del 2000 nelsettore del diritto del lavoro,prendendo in particolare lesentenze della Corte di GiustiziaViking, Laval e Rüffert comeemblematiche per verificare quanto

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effettivamente si sia distanti daidettami dell'ECHR (Europeanconvention for the protection ofhuman rights and fundamentalfreedoms). La tesi dell'articolo èquella di dimostrare che vi è un forteiato fra questi diritti fondamentali equanto previsto dai trattati, nellafattispecie quello di Lisbona. Vuoleessere un invito indirizzato allaCorte di giustizia europea affinchéle pratiche e la giurisprudenza nelmondo del lavoro dimostrino anchealle masse di cittadini la bontà delleistituzioni comunitarie nell'influirenelle singole prassi nazionali incampo lavorista, questione questamolto importante se si tiene contodelle forti differenze strutturalisocio-economiche e di tradizioni intermini di relazioni industriali che visono fra l'Unione europea a 15 e glialtri 12 paesi dell'Europa orientale.[GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39412

04.02 Diritti umani

Cella Gian Primo. Citizenship, themarket and democracy. In"Transfer", 14, 2008, n. 2, p.333-349.

04.02; cittadinanza; mercato;democrazia; privatizzazione; diritticivili

L'ondata di privatizzazioni eliberalizzazioni ha dapprima invasoalcuni settori produttivi e servizi conun mercato di consumatori, comead esempio le linee aeree. In unsecondo momento tali processihanno cominciato a investire settorinei quali, e grazie ai quali, venivanoveicolati diritti di cittadinanza,mettendo in crisi lo stesso modellodi democrazia basata sullapossibilità di essere cittadini ugualie portatori di diritti di base chepermettano di esercitareliberamente tutte le (altre) funzionidella sfera sociale. In questo modosi è cominciato a parlare di"post-democrazia" e si sonocominciati a palesare i limitidell'applicazione di un modello dimercato a settori nei quali di fattonon si può uscire per scelta, ovveronon è possibile scegliere operatoreo scegliere di non consumare. Ilparadigma consolidato di

Hirschman "exit/voice" viene di fattosmentito in questo nuovo assettoliberalizzato e privatizzato perché,oltre a non poter uscire, non èpossibile nemmeno influire sulbene-servizio esercitando un'azionedi protesta e di recriminazione,come invece di fatto accade con legrandi organizzazioni confederalisindacali che - spesso con uncriterio "erga omnes" - vanno atutelare interessi collettivi, di massa.In definitiva il modello IPSP("intermediate public-serviceprovider") porta, economicizzandolo stato, a una chiara"marginalizzazione" dello status dicittadino. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39437

04.03 Governo e amministrazionepubblica

Domorenok Ekaterina. Il processo di«institution-building» nell'UE:elementi per una agenda di ricerca.In "Rivista italiana di scienzapolitica", XXXVIII, 2008, n. 2, p.249-274.

04.03; quadro istituzionale; sviluppodelle istituzioni; storia; UE; UE. Statimembri

Si propone una riflessione sottoforma di disegno di ricerca neiconfronti del processo dicostruzione dell'Unione europeacome istituzione("institution-building") che nel corsodei decenni è stato interpretato dapiù chiavi di lettura, fra le quali: ilprogetto federalista originario diSpinelli, quello neo-funzionalista,l'integrazione intergovernativa equella sovranazionale, per poigiungere a un modello di"governance" multilivello in cui siintreccino fra i vari livelli dellasussidiarietà anche campi delle"policies" diversi. In particolarevengono messi a confronto i modellidel vecchio e nuovo istituzionalismorispetto alle dimensioni: funzionale,organizzativo e legale-normativo.Da un punto di vista empirico, èstata ripercorsa la storia delComitato delle Regioni, chetradizionalmente ha avuto un ruolopiuttosto debole all'interno deidelicati intrecci fra Unione europeae altri livelli istituzionali presenti nei

vari Stati membri. Si è notato chenell'arco del tempo tale organo diraccordo ha acquisito via viamaggior peso specifico, arrivandoanche a poter appellarsi alla Cortedi giustizia dal 2000, anno delTrattato di Lisbona. Le tapperipercorse tuttavia evidenzianocome il processo di"istituzionalizzazione" dell'Unioneeuropea e l'amalgama con le altrerealtà istituzionali già presenti siatutt'altro che concluso e ancoralargamente incompiuto. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39422

Spadoni Bruno. L'evoluzioneistituzionale ed economica deiservizi pubblici locali. In "Economiapubblica", XXXVII, 2007, n. 5-6, p.29-53.

04.03; servizi pubblici; livello locale;amministrazione pubblica; riformalegislativa; politica industriale;imprenditorialità; Italia

I servizi pubblici locali hannorappresentato nel corso dei decenniun elemento di forteistituzionalizzazione e di progressosociale che tuttavia non ha prodottoconseguenze stabili e omogenee. Icambiamenti sociali ed economicidegli ultimi anni, congiuntiall'arretramento del pubblico sulprivato ha cambiato alcuni fattori.Viene descritta brevementel'evoluzione delle norme relative aiservizi pubblici locali, evidenziandola necessità di una nuova riforma.Vengono svolte ulteriormente dueforme di ricerca "desk": da unaparte si cerca di ricostruirel'universo delle aziende italianepresenti nel territorio nazionale;dall'altra si svolge un primo tentativodi analisi dei processi diimprenditorializzazione portatiavanti e di descrivere lo statodell'arte del vasto panorama ormaisviluppatosi delle aziendemultiservizi, delle municipalizzateprivatizzate, delle fusioni e delleaggregazioni, che sono state createal fine di ottimizzare e rendere piùefficienti le erogazioni dei servizi.[GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39398

04.04 Politica

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I giochi di Pechino / editoriale diMarta Dassù e Lucia Annunziata. In"Aspenia", 2008, n. 41, p. 5-284.

04.04; politica; sistema politico;democrazia; diritti umani; relazioniinternazionali; recessioneeconomica; mondializzazionedell'economia; Cina; Tibet; USA;UE; ItaliaBfgp: Per. It., Cod. 39402

Berta Giuseppe. Lasocialdemocrazia al tramonto. In "Ilmulino", LVII, 2008, n. 3 (437), p.407-417.

04.04; teoria politica; teoriaeconomica; capitalismo; socialismo;democrazia; UE; UE. Stati membri

Il modello sociale europeo non è piùla costruzione coerente di qualchedecennio fa, in nessuna parte delcontinente. È un composto in cui siincastrano elementi eterogenei,dove l'elevata spesa pubblica e legaranzie sociali si mescolano ainserzioni di impronta più liberisticao efficientistica, derivanti da culturenon di stampo socialdemocratico.Dobbiamo concludere che lacaratterizzazione socialista è ormaisvuotata di senso, un residuo dellessico politico novecentescocondannato ad una programmatainattualità. Ma la socialdemocrazianon si è arresa di fronte ad uncapitalismo insofferente dellagabbia laburista in cui era statoconfinato. Così come l'economiasociale di mercato recò un'improntasocialista, fra la fine della guerraagli anni Settanta, ora essa recaanche quella delle forze che daglianni Ottanta in poi, hanno riscopertoil vigore del mercato e lo spiritoconcorrenziale del capitalismo. Aquesta nuova versione del modellosociale europeo si uniformanoanche i partiti di centrosinistra,come al precedente si eranoconformati gli schieramenti moderatie conservatori. [IR]Bfgp: Per. It., Cod. 39384

Conti Nicolò; Manca Anna Rita.L'Europa nel discorso politico degliStati membri: un'analisi deglieuromanifesti. In "Rivista italiana discienza politica", XXXVIII, 2008, n.

2, p. 217-248.

04.04; politica; partito politico;integrazione politica; sistemapolitico; governo; UE; UE. Statimembri

Vengono presentati i risultati di unaricerca quantitativa suglieuromanifesti (le dichiarazioni dellesegreterie nazionali dei partiti) dimolti Paesi europei nell'arcotemporale dal 1994 al 2004. Ildisegno di ricerca è tale per cui sicerca di evitare di analizzare idocumenti soggetti a strategiepolitiche contingenti al fine dicomprendere l'effettivoorientamento dei vari Paesi europeinei confronti della nuova istituzionesovranazionale. Due sono le chiavidi lettura individuate: lacontrapposizione tradizionaledestra-sinistra; e quella"mainstream" (partiti moderati)contrapposte alle forze politicheestremiste. Emerge che sono ipartiti estremisti a esseremaggiormente "euroscettici", e chefra destra e sinistra, sono questiultimi ad aver visto con maggiorfavore l'avvento dei poteri europei.Nei nuovi paesi entrati nell'Unioneeuropea si sottolinea una necessitàpiù marcata di tenere in risaltol'identità nazionale, fattore questoche si traduce nei documentianalizzati in posizioni di maggiorechiusura nei confrontidell'introduzione dei voti amaggioranza che ridimensionano imeccanismi più vecchi di poteredelle singole nazioni, fino al poteredi veto. Nei nuovi Stati membri èpresente anche un generalesentimento di minaccia da"outgroup" nei confronti dei paesilimitrofi, sia geograficamente checulturalmente. I paesi con sistemapolitico e ideologico meno liberistavedono inoltre nell'UE un fattore dimodernizzazione della propriaeconomia. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39421

05 SCIENZE SOCIALI,CULTURA, UMANITÀ E ARTI

05.02 Cultura e storia

Vaughan Wilson Matt. The 1911waterfront strikes in Glasgow: trade

unions and rank-and-file militancy inthe labour unrest of 1910-1914. In"International review of socialhistory", 53, 2008, n. 2, p. 261-292.

05.02; storia; sciopero; conflitto dilavoro; sindacato; ruolo delsindacato; lavoratore marittimo;Regno Unito

Viene ripercorsa la storia di uno deiporti più importanti della GranBretagna e dell'Europaindustrializzata prima della Primaguerra mondiale. Gli sciopericondotti dai lavoratori di mare inquel contesto si sono dimostratioltretutto più coesi e quindi piùconflittivi rispetto a quelli di altrezone. Si spiega quantol'organizzazione spontaneista e alcontempo massiccia e durata alungo sia stata di fatto incanalata informe di organizzazione deilavoratori più istituzionalizzante.Questo processo guidato dai leadernazionali del sindacato britannicoportò a cambiare alcuni tratticaratteristici delle forme di lotta deilavoratori marittimi, riuscendo a farconcepire la forma dello scioperocome qualcosa che potesse andareoltre la singola recriminazione,dando un rilievo nazionale (talvoltaanche sovranazionale) eformalizzato a questi movimenti. Sispiega pertanto come l'aver sfruttatoun singolo periodo di forte militanzae sensibilità da parte dei lavoratoridi fronte alla coesione di tutta laforza lavoro abbia portato a ungenerale rafforzamento delsindacato riscontrabile con ilmaggior peso acquisito nei confrontidegli imprenditori e dei governi. Sidimostra infine quanto Glasgowrappresenti, più di ogni altro porto,un contesto nel quale la vitalità dellamilitanza locale si sia saputaconiugare con le esigenze di unsindacato capace di essereinfluente a livello nazionale. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39438

Curli Barbara. Una prospettivastorica per la riflessione sulnucleare in Italia: interventopubblico e industria negli anniSessanta e Settanta. In"Sindacalismo", 2008, n. 3, p.95-105.

05.02; storia; politica energetica;

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energia nucleare; politicaeconomica; industria; Italia

Viene ripercorsa la storia dellapolitica economica ed energeticaitaliana in tema di nucleare, facendoparticolare attenzione al casodell'Ansaldo e della relativa perditadi "saperi" che si è prodotta con ilrelativo abbandono di questa fontedi risorsa, che ha avuto in Italia vitabreve. Si pone in luce quanto, giàalla fine degli anni Settanta quandol'Italia aveva di fatto già perso lacorsa al nucleare se confrontata aglialtri paesi industrializzati (USA intesta, ma anche Francia, Germaniae Giappone che duplicarono laproduzione nel '79 rispetto al 1966;Regno Unito che la raddoppiò eSvezia che divenne il sestoproduttore nel 1979), gli investimentie la politica energetica non fu maiseriamente e costantementeorientata al nucleare. Si ponepertanto l'accento sul fatto che al dilà delle facili dichiarazioni dicronaca politica quotidiana, il realeproblema del dibattito sul nucleareoggi è rimasto identico a quello deidecenni passati e consistefondamentalmente nell'avere unaclasse dirigente incapace di tenereuna rotta in modo costante senzafarsi condizionare dalle polemicheinterne. La conseguenza di taledebolezza politica interna in materiadi energia (nucleare e fontirinnovabili) produce la ben notaesposizione della produzioneitaliana alle turbative geo-politicheinternazionali. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39429

Tedeschi Paolo. Nuove imprese enuovi imprenditori per esserecompetitivi nella «nuova Europa»: ilGruppo Lombardo UCID el'integrazione europea negli anniCinquanta. In "Bollettinodell'Archivio per la storia delmovimento sociale cattolico inItalia", XLII, 2007, n. 2, p. 227-250.

05.02; storia; dirigenti; imprenditori;classe dirigente; cattolico;competitività; mercato; formazionemanageriale; Lombardia; Piemonte;Unione cristiana imprenditori edirigenti

Nel marzo 1945 si formava a Milanoil "Gruppo lombardo dirigenti

d'impresa cattolici" con l'obiettivo dilavorare per la creazione di unanuova classe dirigente che oltre apuntare sul successo di mercato eprofitto d'impresa, fosse impegnataa migliorare la produttività econtemporaneamente a dareseguito alle richieste che venivanodai lavoratori per una maggiore"giustizia sociale". L'appoggio dellegerarchie ecclesiastiche e lapresenza di nomi importanti tra ipromotori assicurò al Gruppo unaveloce espansione in tutta laLombardia e in alcune province delPiemonte. Nel 1947l'organizzazione assunse unadimensione nazionale con lacreazione dell'UCID (Unionecristiana imprenditori e dirigenti)che, nei primi anni, ebbe unPresidente e un direttivo che era perbuona parte espressione delGruppo lombardo. Importante fu ilruolo del Gruppo lombardo anche alivello di integrazione europea conposizioni "europeiste" piùaccentuate di quellecontemporaneamente assunte dallaConfindustria sia agli inizi degli anniCinquanta che successivamente; equesta attenzione al mercato piùvasto comportò la necessità dielaborare una nuova figura didirigente aziendale che fu all'originedella costituzione dell'Istituto perl'addestramento industriale nel1952. Meno evidente il successo diquesti imprenditori sull'efficienzadelle imprese lombarde e sullacreazione di nuovi rapporti di lavoroall'interno delle aziende. [LO]Bfgp: Per. It., Cod. 39432

Montali Edmondo. Autonomia edemocrazia : la vicenda sindacale diGian Battista Aldo Trespidi /prefazione di Alberto Morselli. Roma: Ediesse, c2008. 223 p. (Cent'annid'Italia, Cent'anni di CGIL).978-88-230-1279-0.

05.02; storia; funzionario sindacale;sindacato; sindacalismo; industriachimica; industria petrolifera;Trespidi Gian Battista Aldo; FILCEPCGIL; FILCEA CGIL; FILCEM CGIL;Italia

Il libro affronta alcune fasisignificative della storia dellaFILCEP e della FILCEA, partendodall'angolo visuale privilegiato di un

grande dirigente del sindacato deichimici e del petrolio, Gian BattistaAldo Trespidi. Nella prima parte delvolume, si esaminano lepartecipazioni statali nell'esperienzadel settore chimico, la cui analisiinveste una delle più importantivicende del capitalismo italiano deldopoguerra, privilegiando leriflessioni del mondo sindacale delsettore chimico, ambito forsemaggiormente coinvolto da quellestesse vicende. La seconda parteinvece, prende in considerazione lafase contrattuale dalla fine deglianni Sessanta alla fine degli anniSettanta, stagione fra le più alte delsindacalismo italiano, che coincisecon il momento in cui Trespidiassolse incarichi di responsabilità.La terza ed ultima parte infine,approfondisce la stagione dell'unitàsindacale che rappresentò un veroe proprio valore di riferimento dasostenere, difendere, concretizzare.Questi ultimi due temi trattati dalvolume, costituirono peraltro il cuoredella attività di Trespidi e lo viderodirettamente protagonista comesegretario della FILCEP e dellaFILCEA e come uno dei sostenitoripiù convinti dell'esperienza unitariadella FULC. [IR]Bfgp: CC-II-158, Cod. 39369

La banca / a cura di Alberto Cova ...[et al.]. Torino : Einaudi, c2008.XXVII, 944 p., [32] p. di tav. (Storiad'Italia. Annali; 23).978-88-06-19120-7.

05.02; storia; banca; sistema delcredito; mercato finanziario; politicamonetaria; Italia

Il volume trae la sua ragione dalproposito di tracciare il percorsoseguito nel lungo periodo dallafunzione creditizia in Italia. Laricerca operata in tal senso intendedelineare la formazione el'evoluzione della banca nell'arcodell'età moderna e contemporanea,nella successione e nellacorrelazione dei problemi e degliassetti istituzionali e operativi. Ilvolume non reca approfondimentidocumentari, così come non intendeaggiungere al quadro conoscitivoelementi del tutto innovativi, marisponde piuttosto all'intento dioffrire uno sguardo di lungo periodo,analizzando le ragioni delle

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trasformazioni avvenute nel mondodella banca nel rapportarsi aimercati ed in particolare, ai processidi sviluppo dell'industria nel lungoarco di tempo che va dagli alboridell'età moderna ai nostri giorni.Viene inizialmente offerto un quadrodi carattere generale relativol'apporto della storiografia sullabanca ed i contributi di riflessionedegli economisti italiani. La primaparte del volume intende collegare,in una visione di lungo respiro,medioevo ed età moderna, laseconda è invece dedicata alladifficile individuazione di un modellodi banca rispetto ai modelli francesee tedesco, ponendo l'attenzione alletematiche riguardanti l'Italiaunificata. La travagliata storia dellabanca tra le due guerre e l'avventodelle politiche monetarie poi, sonooggetto delle analisi svolte nellaterza parte del volume, nella qualesi susseguono le trattazionidell'espansione, della crisi edell'innovazione istituzionale. Infine,nell'ultima parte è postaall'attenzione l'attività del sistemabancario italiano dalla ricostruzionealle privatizzazioni, nonché l'azionedella Banca d'Italia: si mira adefinire i profili istituzionali eoperativi del sistema bancario e delmercato finanziario e le mutazionisistematiche avvenute nelNovecento. [IR]Bfgp: CC-II-151, Cod. 39367

Moreno Juan; Gabaglio Emilio. Lasfida dell'Europa sociale : trent'annidella Confederazione europea deisindacati / prefazione di JacquesDelors; postfazione di WalterCerfeda. Roma : Ediesse, c2007.261 p. (Saggi). 978-88-230-1231-8.

05.02; storia; sindacato;sindacalismo; sindacatointernazionale; integrazione politica;integrazione economica; movimentosociale; Confederazione europeadei sindacati; UE

Vengono descritti i trent'anni dellastoria della Confederazione europeadei sindacati (CES), fondata l'8febbraio 1973. Oltre ai ricordipersonali vengono riportati i risultatidella consultazione di numerosidocumenti che hanno come oggettoi sindacati europei e le loro politiche.Inoltre, si elencano diverse iniziative

che hanno preceduto la fondazionedella Confederazione, tendenti apromuovere un'azione comune deisindacati, al di là dei confininazionali. Ad esempio, il movimentooperaio doveva essere presente edattivo a livello mondiale e in simbiosicon la costruzione europea. Sonocontenuti, inoltre, dei capitolidedicati alla descrizione delle nuovetappe verso l'unità econsolidamento, all'autoriformadella CES e ai cambiamentiavvenuti all'Est. Infine, è dasottolineare la posizione deisindacati di fronte ai movimenti noglobal e la CES nell'Europaritrovata, dove i sindacati italianisono stati e restano tra i principaliprotagonisti. [AR]Bfgp: CC-III-144, Cod. 39380

Gli spazi bianchi di Giaime Pintor /interventi di Claudio Natoli, GiovanniDe Luna, GianpasqualeSantomassimo. In "Passato epresente", XXVI, 2008, n. 74, p.15-28.

05.02; storia; fascismo; guerra;intellettuale; cultura; politica; PintorGiaime; ItaliaBfgp: Per. It., Cod. 39401

05.04 Filosofia, etica e religione

Semplici Stefano. Servizio allaverità, "logica" della testimonianza.In "Paradoxa", II, 2008, n. 2, p.11-22.

05.04; religione; filosofia; politica;sistema di valori; Chiesa cattolica

I modelli teorici oggi dominanti nellafilosofia politica - da Rawals aHabermas, da Bockenforde a Taylor- segnano una apertura allareligione che mette definitivamentein crisi il paradigma dellasecolarizzazione. L'autore mette afuoco il profilo di tre possibili modellidi presenza pubblica della religione,per tentare di chiarire i presuppostimetodologici utili ad interpretare lanatura e gli obbiettivi della"deprivatizzazione" della religionenello scenario delle democraziemoderne. Se l'idea della ragionecome operatore di laicità nelladefinizione del bene e quella della

religione come sentinella del limitedella politica, sono soggetti a delleobbiezioni e sembrano non reggerealla sfida dell'ateismo morale eall'accusa di dogmatismo, il modellodella "logica" della testimonianzaindica una via per pensare lapolitica "sub specie religionis". Sipuò e si deve continuare a porre laquestione dei valori come tessutoconnettivo dell'agire politico. E lereligioni possono svolgere un ruolofecondo in questa direzione. Ma ciònon può che avvenire rinunciandoall'idea che una "buona" politica siatutto ciò di cui abbiamo bisogno perrisolvere il problema del bene edella giustizia. Tanto più se si pensadi poterlo ancora fare "sub speciereligionis". [IR]Bfgp: Per. It., Cod. 39385

Ruini Camillo. Oltre lasecolarizzazione. Gli obiettivi delComitato per il progetto culturaledella CEI. In "Paradoxa", II, 2008, n.2, p. 60-64.

05.04; religione; cattolico; sistema divalori; cultura; relazioni culturali;relazioni internazionali; società;Chiesa cattolica; Italia

Si presenta il testo dell'interventointroduttivo, tenuto il 28 aprile 2008alla prima riunione del Comitato peril Progetto culturale della CEI, di cuiil Cardinal Camillo Ruini è statonominato Presidente. L'organo,istituito nell'ambito dell'incontro delConsiglio permanente della CEIsvoltosi a Roma dal 21 al 24gennaio, è "finalizzato apromuovere il progetto culturaleorientato in senso cristiano,accompagnandone la riflessione esostenendo le attività del relativoServizio nazionale", con il compitospecifico "di porre iniziativequalificate, che rendano presentenell'opinione pubblica la riflessionee la proposta della Chiesa, inparticolare sui temi riconducibili allaquestione antropologica e allaricerca della verità". Le principaliattenzioni del Comitato dovrannorivolgersi alla Chiesa e al paese,alle dinamiche e problematichedella società italiana, come ancheagli scenari internazionali ed airapporti tra le nazioni e le culture,oltre che all'ambiente complessivoentro il quale l'umanità vive. [IR]

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Bfgp: Per. It., Cod. 39386

06 EDUCAZIONE EFORMAZIONE

06.01 Educazione e formazione

Vinzi Simona. Imparare ariconoscersi : educazioneinterculturale. In "VS La rivista", IV,2008, n. 17-18, p. 39-43.

06.01; educazione; relazioniculturali; educazione dei migranti;formazione interculturale;integrazione sociale; scuola;eguaglianza di opportunità; Italia

Viene spiegato il concettoepistemologico dell'educazioneinterculturale, che rappresenta oggiuna prospettiva attenta alledinamiche di un mondoglobalizzato. Essa, oltre a fornirestrumenti concettuali adeguati perrispondere ai fenomeni diintolleranza, contribuisce a svelareciò che sta dietro ad ognicostruzione culturale. Va per questodiretta sia agli italiani, sia aglistranieri, come fondamentodell'educazione nel suo insieme.L'articolo approfondisce il concettodi educazione all'uguaglianza, chenasce come aspirazionedell'individuo ad essere considerato,nella sua diversità, uguale agli altri. È l'uguaglianza ciò che devegarantire la diversità e difenderel'unicità di ogni esperienza. Inoltre,vengono affrontati i concetti dibambino invisibile - secondo il qualebisogna preparare per tempo igiovani italiani a una "culturadel'accoglienza", ambito in cui lascuola svolge un ruolo importante -e di pedagogie delle disfunzioni, chesottolinea quanto l'idea del giocodeve essere considerata comestrumento orientativo. Infine vienedescritto il laboratorio ludico,l'attività educativa centratasull'incontro tra due culturecompletamente diverse tra loro.[AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39449

Callini Daniele. Sistemi educativi ebenessere. In "ISRE", XV, 2008, n.2, p. 69-86.

06.01; educazione; sistemaeducativo; bisogni di educazione;benessere; società; ambientesociale; giovani

L'educazione è uno dei temi e deiproblemi irrisolti della societàpost-industriale, nonostante lecontinue innovazioni tecnologiche elo sviluppo del benessere. Ilprocesso di innovazione edifferenziazione dei sistemieducativi può essere definito quasipervasivo. Riguarda strutture,processi, servizi, competenze, sianella scuola, nella formazioneprofessionale, che in tutte le altreagenzie educative. Tuttavia,l'adolescenza del nostro tempo èsempre più segnata da crescentiproblematiche di disagi familiari esociali, tanto da mettere in luce ilcarattere talvolta diseducativo dellanostra società. La strutturadell'articolo è concepita in modo taleda accompagnare il percorso dicostruzione dell'esperienza dibenessere da parte degli educatori,che così potrebbero ritrovare il lorocompito autentico con laconsapevolezza della complessitàche pervade la societàcontemporanea. In prima battuta, siaffronta il tema delle emergenzeeducative e delle fonti delmalessere, per passare poiall'analisi dei concetti di benesseree malessere e all'indicazione dellevie del benessere nelle comunitàeducative, arrivando infine ad unaanalisi sistemica ed epistemologicadell'esperienza. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39440

Vocational education and trainingand the labour market / editorial byMark Stuart and Richard Cooney. In"Industrial relations journal", 39,2008, n. 5, p. 346-447.

06.01; formazione professionale;istruzione professionale;educazione; mercato del lavoro;occupazione; relazioni di lavoro;Regno Unito; Australia; Danimarca;Canada; Germania; Corea; USABfgp: Per. St., Cod. 39423

06.02 Politica dell'educazione edella formazione

Farinelli Fiorella. Offerta formativa edinamiche del mondo del lavoro. In"Formazione e lavoro", 2008, n. 2,p. 11-18.

06.02; relazione formazione-lavoro;inserimento professionale;qualificazioni; livello di istruzione;istruzione superiore; occupazionegiovanile; Italia

Il primo argomento affrontatoriguarda l'utilità del conseguimentodi titoli di studio formali per trovarelavoro. I giovani e le famiglieritengono che studiare serva per sestessi e per il futuro inserimentoprofessionale. Sempre di più ilvalore del titolo di studio e dellerispettive competenze va visto,come suggerisce l'Unione europea,non solo rispetto al primo ingressonel mercato del lavoro, ma in terminidi "occupabilità", cioè di potenzialitàutile a misurarsi con successo con iprocessi di cambiamento e con leesigenze di apprendimento ulteriori,culturali e professionali, chepossono verificarsi nel corso dellavita. Successivamente si passa adesaminare i dati ISTAT sullapopolazione attiva, che dimostranoquanto maggiore è l'investimento informazione tanto più alta è lapropensione a entrare nel mercatodel lavoro. L'influenza dei titoli distudio viene confermata anche daidati sull'occupazione: sebbene dauna parte i laureati hanno in generei tempi di attesa dell'inserimentoprofessionale più lunghi rispetto allepersone con diplomi e qualificheprofessionali, comunque il possessodi titoli di studio di livello alto ècondizione indispensabile perl'accesso alle professioni complessee di buon livello retributivo. Infine,vengono affrontate varie difficoltà epaure dei giovani di fronte al mondodel lavoro. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39425

Galetti Luciano. Le nuove frontieredel FSE (2a parte). In"Professionalità", XXVIII, 2008, n.101, p. 8-16.

06.02; politica di formazione;sistema di formazione; formazioneprofessionale continua;innovazione; sviluppodell'organizzazione; management;FSE; UE

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Il compito fondamentale del Fondosociale europeo (FSE) è quello dipromuovere la cooperazionetransnazionale ed interregionale peroffrire ai sistemi di formazione unaopportunità di innovazione e dimiglioramento della qualità edell'efficienza. Comunque, il puntodi partenza deve essere "rimuoverele resistenze al cambiamento",attivando dei processi continui diverifica e miglioramento. In questaottica, vengono descritte la filosofiae le metodologie del benchmarkinge del benchlearning, di cui letecniche e le metodologie sono,comunque, poco utilizzate, forsesemplicemente perché non siconoscono. La prima consente diidentificare, comprendere edimpiegare le migliori metodologie eprocedure adottate da altreorganizzazioni, per cercare diottimizzare le performance dellapropria. Si tratta di uno deglistrumenti manageriali più importantiper favorire lo sviluppoorganizzativo. Dopo la descrizioneed analisi della gerarchia e delle fasiconcettuali di un adeguato processodi benchmarking, l'autore descrive ilsecondo processo, il benchlearning,che prefigurandosi come ulterioredeclinazione del benchmarking siprefigge lo scopo di potenziare leperformance dei processi aziendaliattraverso la formazione continua.La parte essenziale del processoconsiste sia nel confrontare chenell'imparare buone pratiche dalpartner. Entrambi i processicostituiscono una guida utile per"sfruttare" al meglio le opportunitàofferte dalla transnazionalità. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39447

06.06 Studenti e insegnanti

[Formazione dei formatori] / [articoli]a cura della Redazione [e di] OrazioColosio. In "Percorsi", XXI, 2008, n.1, p. 4-8.

06.06; formazione dei formatori;educazione degli adulti; personaledi formazione; personale docente;Piemonte; Veneto

Il primo articolo è dedicato alladescrizione della proposta per unpiano di formazione ed

aggiornamento dei docentiimpegnati nell'istruzione degli adultinella Regione Piemonte. Talequestione deve assumere forme econtenuti diversi dal passato, nonpuò limitarsi solo ad offrire strumentie materiali per definire percorsiadeguati, ma deve anzitutto favorirel'incontro e ed il lavoro comune didocenti che oggi operano instrutture separate. In particolarevengono descritti gli obiettivi delpercorso di formazione e glistrumenti utilizzati per raggiungergli.Nel secondo articolo si presenta lasituazione dell'educazione degliadulti nel Veneto, vengonospecificati i motivi per i quali negliultimi anni sono aumentate lerichieste di istruzione e diformazione da parte dellapopolazione adulta, sintetizzando diseguito l'offerta formativa dedicata esottolineando alcune criticità chetuttavia permangono. Infine,vengono descritti finalità, obiettivi,struttura e modalità dipartecipazione nel Corso di altaformazione per docenti Edadell'Università di Padova. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39446

06.07 Infrastrutture educative

Obiettivo manager : directoryformazione : le principali businessschool in Italia / a cura di PaolaStringa. In "L'impresa", 2008, n. 7,p. 63-92.

06.07; business school; formazionemanageriale; formazioneprofessionale continua; manager;corso di formazione; Italia

"Continuare a formarsi è la grandeavventura di chi affronta conentusiasmo e professionalità ilproprio lavoro, accettando dirimettere sempre in gioco le propriecompetenze" è la parola d'ordine diuno dei più importanti centri di altaformazione in Italia. In quanto ilcontesto della formazione è moltovasto e differenziato, nel giro dipoco tempo si sono sviluppatenuove "business school", mentrealtre hanno ridefinito i propri obiettiviformativi. Il contributo offre lapossibilità di conoscere meglioquesto mondo e di orientare nelmiglior modo possibile le proprie

scelte. La presente directoryaggiornata è organizzata in manieramolto semplice: attraverso unelenco regione per regione,vengono presentate tutte le scuoleche erogano formazioneprofessionale. In particolare si trattadi centri, fondazioni, università cheoffrono master, corsi dispecializzazione e aggiornamento,seminari, formazione indoor eoutdoor, ecc. Per ognuna vengonoindicati, sia una breve didascaliache ne descrive la tipologia e gliintenti formativi, sia indirizzo, e-mail,telefono e il referente a cuirivolgersi. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39444

06.09 Obiettivi e metodi diformazione

La formazione professionale iniziale/ [testi di] Paola Nicoletti ... [et al.].In "Rassegna CNOS", 24, 2008, n.2, 238 p.

06.09; formazione iniziale;formazione professionale;formazione professionale continua;orientamento professionale; sistemaeducativo; sistema di formazione;livello regionale; Italia; UE; UE. Statimembri

Si tratta di un numero monograficosulla formazione professionaleiniziale (FPI), con il quale si afferma,innanzitutto, che la FPI in Italia ènecessaria, si evidenzia quantoessa abbia maturato una suaidentità e connotazione educativa e,infine, si ribadisce che la FPIcostituisce il prerequisitofondamentale per l'apprendimentopermanente. La rivista si articola inquattro parti che affrontano iseguenti nuclei tematici. La prima èdedicata alla descrizione delcontesto europeo ed italiano,evidenziando l'interconnessione tra idiritti di cittadinanza europea e lafunzione strategica dellaformazione, ed illustrando lestrategie intraprese dalla Francia,Finlandia e Regno Unito. Inriferimento al contesto italiano vienerichiamata l'importanza del serviziodi orientamento, i fondamentalicanoni costituzionalidell'eguaglianza e del pari dirittoall'istruzione. Il contesto italiano

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viene completato da una ricerca dalCNOS-FAP (sede nazionale) incollaborazione con il CENSIS. Laseconda e la terza parte, vengono,invece, dedicate alle proposte per ilconsolidamento delle variearticolazioni della FPI esuccessivamente alle riflessionisulle risorse umane e strumentalinecessarie. Si presentano le lineeguida per i percorsi di istruzione eformazione, approfondendo il temadel Quadro europeo delle qualifiche.Tra gli argomenti evidenziati sisottolinea, inoltre, il fatto che ogniriflessione sulle risorse umane devepartire dal CCNL-FP; in riferimentoagli strumenti utilizzati vienepresentata una proposta checontiene un modello ideale disistema informativo. Infine,nell'ultima parte vengono descritti isistemi regionali che programmanola FPI. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39424

Toner Phillip. Survival and declineof the apprenticeship system in theAustralian and UK constructionindustries. In "British journal ofindustrial relations", 46, 2008, n. 3,p. 413-438.

06.09; apprendistato; formazioneprofessionale; sistema diformazione; spesa per laformazione; industria dellecostruzioni; Regno Unito; Australia

Si mettono a confronto due paesicon evoluzioni simili nel compartoedile, per quanto quello australianosembri meno marcatamenteneoliberale rispetto a quellobritannico nel quale letrasformazioni che hanno messo incrisi il sistema formativo sono piùaccentuati. Il progressivoarretramento dell'attore statale nellecostruzioni e la pratica sempre piùdiffusa del subappalto e del lavoroautonomo, hanno portanol'istituzione dell'apprendistato edella formazione in generale a unacrisi strutturale giungendo a unostadio di minaccia per l'interosistema formativo. Tuttaviapermangono differenze nei duepaesi anglosassoni dal momentoche in Australia il nuovo governo(dal 2007) ha intenzione direcuperare la prassi dellacontrattazione collettiva per tutelare

le competenze dei lavoratori edili,mentre nel Regno Unito lestatistiche sul settore manifestanoche il risparmio sulla formazioneproduce conseguenze negative,come ad esempio ritardi nelleconsegne dei lavori commissionati,abbassamento dei salari, e difficoltàa raggiungere i requisiti minimi diqualità imposti per legge. In sintesiquindi questo modello capitalistabasato prevalentemente sugliinvestimenti diretti dei privati portacon sé a dinamiche di risparmiosulla formazione la quale, comediretta conseguenza, porta ad averetassi di produttività più bassa dellavoro, abbassando in ultima analisile economie di scopo britannicherispetto a quelle di altri paesi, adesempio quelli europei. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39413

08 ATTIVITÀ ECONOMICHE

08.01 Economia industriale

Oltre i confini dell'industria italiana /[introduzione di] Marco R. DiTommaso. In "L'industria", XXIX,2008, n. 3, p. 379-488.

08.01; industria; delocalizzazioneindustriale; produttività; politicaindustriale; investimento straniero;Italia; CinaBfgp: Per. It., Cod. 39407

Oltre lo stato regolatore: scenari epolitiche industriali per un'economiaglobalizzata : atti del XXXIconvegno di economia e politicaindustriale : Foggia, 21-22settembre 2007 / a cura di CesarePozzi. In "L'industria", XXIX, 2008,n. speciale, 323 p.

08.01; politica industriale; economiaindustriale; sviluppo industriale;mondializzazione dell'economia;produzione industriale; politicadell'ambiente; infrastrutture; Italia;UE; Catalogna; Spagna

Vengono presentati gli atti del XXXIConvegno di economia e politicaindustriale della rivista tenutosi inPuglia nel quale si svolge il puntodella situazione fra studiosi,operatori e "policy maker". Fra gli

interventi più importanti si segnalaquello di Sergio Marchionne chepartendo dall'analisi del Gruppo Fiatcerca di tirare le fila di un sistemaindustriale, non solo quelloautomobilistico, che devecomprendere non solo la questionedella produzione, ma anche quelladel "servizio". Salvatore Rossianalizza le consuete specificità deltessuto produttivo italiano, mentreMario Deaglio affronta il problemateorico dell'assetto ormaiconsolidato della globalizzazione emondializzazione della produzioneindustriale. José García Quevedooffre invece una prospettivacomparata andando a spiegarel'esperienza industriale dellacomunità autonoma dellaCatalunya. Sergio Garribba, ArturoLorenzoni, Umberto Monarca, MariaChiara Zanetti e Giovanni Zanettidiscutono invece sulla questioneambientale e quindi sul settoreenergetico. L'ultima sessioneparallela, che vede presenti NicolaBellini, Riccardo Gallo, MauroMallone e Vincenzo Zezzaapprofondisce la questione delleinfrastrutture e del trasferimentotecnologico e lo stato delle politicheindustriali che coniuga i due puntiper incentivare lo sviluppo. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39420

10 TRASPORTI

10.03 Infrastrutture dei trasporti

Gobbo Fabio. Infrastrutture esviluppo: alcune riflessioni sullasituazione italiana. In "Economiapubblica", XXXVII, 2007, n. 5-6, p.5-27.

10.03; infrastrutture; sviluppoeconomico; competitività;investimento; squilibrio regionale;politica di sviluppo; Italia; UE. Statimembri

Il tema dell'efficienza del settorepubblico, degli effetti moltiplicatoridegli investimenti in opere pubblicheviene in questo contributoanalizzato in chiave comparativa.Nel dettaglio dei vari settori checompongono il pubblico(amministrazione, istruzione, salutee infrastrutture) si nota che l'Italia siposiziona sotto la media dell'Unione

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europea a 15. Le specificità delcaso italiano sono affrontate da unpunto di vista di reperibilità dirisorse pubbliche necessarie perportare avanti un piano di sviluppo euna visione strategica per il paese.Il discorso del "policy making" difattiinsiste sulle difficoltà riscontratenelle implementazioni della Leggen. 443 del 2001 che indica il pianodi sviluppo per le infrastrutturestrategiche e sulle difficoltà di unadifficile cooperazione fra livellocentrale e locale. Particolareattenzione viene posta allaquestione delle infrastrutturepubbliche e private da una parte equelle libere e privatizzate dall'altraperché presuppongono lo studiodella presenza del mercato. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39397

Boitani Andrea. Infrastrutture egrandi opere, tra realtà e ideologia.In "Vita e pensiero", XCI, 2008, n. 3,p. 63-74.

10.03; infrastrutture; trasporti;politica; tasso di crescita; sviluppoeconomico e sociale; Italia

Ma è proprio vero che leinfrastrutture sono sempre ecomunque un "buon affare" percontribuenti e cittadini? Siamoproprio sicuri che in Italia ci sia unagenerica carenza di infrastrutture ditrasporto? E se ci mettiamocostruire nuove autostrade, nuoviponti e nuove ferrovie senza badarea spese, riusciremo a rilanciare lostagnante tasso di crescita delpaese? Alcuni dati su autostrade eferrovie smentiscono convinzionidiffuse, ciononostante lamaggioranza di politici e diindustriali è sempre pronta asostenere le grandi opere, inparticolare quelle di trasporto. Comemai? Le risposte più ragionevolitrovate dall'autore a questadomanda, sono racchiuse nellecitazioni: «Una sensazione dibenessere riscalda lo sguardo e lavoce dell'uomo politico che puòfinalmente promettere una grandeopera. Subentra il piacere del "si"dopo un lunga sequela di no o di "sima...", insieme con l'orgoglio dipoter dire: "Fatti non parole!". Dietroqueste sensazioni immediatecampeggia la voglia di sentirsi dallaparte del progresso e della

modernità, con un senso di riscatto(almeno per le componenti disinistra) dall'accusa d'essere unostacolo alla soluzione deiproblemi» (Berta e Manghi, "IlMulino", 423, 2006, p. 97); «I motividel mito delle "grandi opere" sonoelementari: la maggior visibilitàpolitico/elettorale di tale opere e,soprattutto, la presenza di interessicostituiti locali e concentrati (i grandicostruttori)» (Ponti, ibi, p. 122). [IR]Bfgp: Per. It., Cod. 39388

11 FINANZA

11.02 Finanziamento

Cuccia Enrico. Relazioni di bilancioMediobanca, 1947-1982. Milano :Mediobanca, 2007. 385 p. : tav.ripieg.

11.02; banca; attività bancaria;credito; settore finanziario;intervento dello Stato; impresa;storia; Mediobanca; ItaliaBfgp: G-VI-60, Cod. 39362

12 MANAGEMENT

12.04 Management

Erlicher Luisella. Verso il Worldclass manufacturing nell'area dellaproduzione di Fiat GroupAutomobiles / con commento diSergio De Vio, Luciano Pero. In"Sviluppo & organizzazione", 2008,n. 227, p. 32-45.

12.04; sviluppo dell'organizzazione;organizzazione dell'impresa;strategia dell'impresa; innovazione;risorse umane; industria dei veicolia motore; Fiat; Italia

Si analizza il caso inaspettato dellacrescita del gruppo Fiat, oggichiamato Fiat Group Automobiles,perché scaturito da un lungoperiodo di incertezze. Il primofattore che pare essere alla basedel rinnovato successo della casaautomobilistica è quello dellastrategia. Però al secondo postol'azienda pone la culturaorganizzativa che precedel'organizzazione a sottolineare un

primato di idee, di risorse umane edi innovatività. Infatti si sostiene chesia proprio questa precedenza aivalori di flessibilità e di innovazionecontrapposti a quelli della gerarchiaa rendere possibile un'opportunaimplementazione di una strategiaaziendale nuova che non può nonfondarsi che sul cambiamentorispetto al passato. Su un piano piùstrettamente empirico l'articolospiega come l'introduzione di nuoveforme di organizzazione del lavoro alivello manifatturiero siano coerenticon questa analisi teorica. Infatti ilFAPS-Fiat Group AutomobilesProduction System, introdotto nel2006, mira a introdurre in aziendaalcuni principi del toyotismo giàtestati in altri contesti produttivianaloghi in Europa. Il risultato èquello di riuscire a ridurre gli sprechie inseguire miglioramentiprogressivi nell'organizzazione dellavoro ("kaizen"). [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39390

Della Rocca Giuseppe;Mastrogiuseppe Pierluigi. Ilperformance management nellapubblica amministrazione / concommento di Giovanni Costa. In"Sviluppo & organizzazione", 2008,n. 227, p. 101-115.

12.04; management; sviluppodell'organizzazione; innovazione;valutazione; produttività del lavoro;amministrazione pubblica

L'articolo tenta di ricostruire ilpercorso di valutazione dellepubbliche amministrazioni portatoavanti da circa venti anni. Si partedalla constatazione che icambiamenti nella pubblicaamministrazione di fatto nonpossono essere concretizzatitramite strumenti legislativi. Lapubblica amministrazione rimanetuttora ancora non tanto a unalogica di risultato, quanto a unalegalistica e di conformità a regole,e quindi a processi burocratici. Inquesto contesto la valutazione èstata spesso connotata e declinatanello stesso paradigma concettualedel formalismo, ovvero come metroper misurare la conformità alleregole e alle procedure. Taleconcezione ha di fatto portato amancare un'effettiva introduzione diinnovazioni e sperimentazioni

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organizzative, nonché uncambiamento negli stili di direzione.Su un lato più generale, quindi piùastratto rispetto alle dinamicheorganizzative, la valutazione nellepubbliche amministrazioni ha difatto mancato l'occasione diprodurre pratiche di governance piùsolide di quanto sia avvenuto.Contemporaneamente a questo,anche un dialogo più proficuo fra lediverse istituzioni non è statoraggiunto rendendo pertanto debolela relativa "accountability". [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39391

Does good corporate governanceneed worker participation? / [textsby] Norbert Kluge ... [et al.]. In"Transfer", 14, 2008, n. 1, p.13-165.

12.04; organizzazione dell'impresa;sviluppo dell'organizzazione;governo; impresa; responsabilitàsociale; partecipazione deilavoratori; management; UE

La preparazione del numeromonografico era cominciata nel2006 quando non era immaginabilel'importanza che il tema"governance" dell'impresa avrebbeassunto. Date le turbolenze e gliscossoni del mercato finanziariomondiale negli ultimi mesi, lariforma della "governance" el'identificazione di cosa sia cherende un'impresa affidabile sonooggi drammaticamente al centrodel dibattito. E il numeromonografico della rivista vuole dareun contributo in questa direzione. Sicomincia dall'analizzare ladebolezza e gli errori del modellodel valore azionario della"governance" d'impresa e degli altriaspetti della finanziarizzazionecrescente dell'economia mondiale.In relazione a quest'ultimofenomeno una ricerca presenta gliaccordi quadro internazionali infunzione dell'individuazione dinuove vie della partecipazione deilavoratori. Si esaminano poi il ruolodella responsabilità sociale delleimprese e la partecipazione deilavoratori alla direzione delleimprese a livello europeo. Sianalizzano infine le esperienze dipresenza dei lavoratori nei consiglidi amministrazione delle imprese e illoro ruolo per una "governance" che

trovi un punto d'equilibrio tra gliinteressi degli investitori, il ruolo deimanager e gli aspetti sociali dellosviluppo dell'impresa. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39382

Soltani Ebrahim; Lai Pei-Chun;Phillips Paul. A new look at factorsinfluencing total qualitymanagement failure: work processcontrol or workforce control?. In"New technology, work andemployment", 23, 2008, n. 1-2, p.125-142.

12.04; gestione della qualità totale;management; controllo deilavoratoriBfgp: Per. St., Cod. 39409

12.07 Management dellaproduzione

Griffon Michel. Più cibo o piùcarburanti? Il pianeta al bivio. In"Vita e pensiero", XCI, 2008, n. 3, p.41-49.

12.07; management dellaproduzione; crescita di produzione;produzione alimentare; disponibilitàdi combustibili; disponibilità dienergia; consumo; prezzi

Nei due o tre decenni a venireassisteremo ad una lotta tra lemaggiori esigenze alimentari e dicarburante delle popolazioni el'aumento delle produzionicorrispondenti a partire dallo spaziocoltivabile. Durante lo sviluppo delletecniche di seconda generazione, siverificherà una "corsa alla terra"stimolata da una tendenzaall'aumento dei prezzi, sia deiprodotti alimentari che dell'energia.Essa comporterà un'opposizionesempre più intensa dei movimenti didifesa della biodiversità e degliinteressi delle popolazioni povere,che saranno danneggiate dai prezziancor più elevati rispetto al passato.Anche se tale scenario potrebbenon avverarsi, è sufficientementeverosimile perché si abbial'accortezza di prepararvisi. È quindiimportante esplorare tutte le vie diuscita possibili, in particolare quelladel controllo del consumo di risorse.In ogni caso, l'avvicinarsi dellasoglia-limite delle nostre risorse e

l'adattamento al cambiamentoclimatico, porranno i governi difronte alla questione di far sì che icomportamenti delle società siadeguino alle necessità dei tempi.[IR]Bfgp: Per. It., Cod. 39387

13 LAVORO E OCCUPAZIONE

13.01 Manodopera, occupazione,disoccupazione e mobilità

13.01.1 Economia del lavoro

Travail et cognition II / coordonnépar Anni Borzeix et Franck Cochoy.In "Sociologie du travail", 50, 2008,n. 3, p. 273-433.

13.01.1; lavoro; teoria; sociologiadel lavoro; tecnologiadell'informazione

Nel 1994 la rivista dedicava unnumero monografico sul tema"Travail et cognition" che siproponeva di richiamare l'attenzionesugli aspetti strettamente connessi come quelli cognitivi, tecnici ecollettivi della pratica del lavoro esulle strade per affrontare alloraquelle questioni. E da alloranumerosi articoli negli annisuccessivi hanno affrontato singoliaspetti del problema complessivoallora affrontato. Il numero ènuovamente un numeromonografico che intende fare ilpunto su nuove questioni che sonola conseguenza dei mutamentiintervenuti in questo quindicennio. Ilsuo obiettivo è quello di farconoscere certi sviluppi recenti delmodello della "cognizionedistribuita" e di discutere della suacapacità di dar conto delledimensioni sociali e collettive dellacognizione nell'ambiente e nellasituazione di lavoro. I testi presentiforniscono strumenti percomprendere l'interesse piùgenerale di prospettiva che sisarebbe potuto crederestrettamente localizzati especialistici. Sono studi che ciforniscono veicoli di comprensionedella realtà contemporanea dellavoro, talvolta delocalizzato, pocostrutturato, largamente inframezzatodalle tecniche, disperso in uno

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spazio professionale che non sicollega più con le istituzioni mapiuttosto con l'atto del lavorare. Datutto ciò la ricerca del senso dellavoro umano in un mondo semprepiù fluido e tecnologicizzato. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39416

Olivero Andrea. Rappresentare epromuovere la dignità del lavoro nelXXI secolo. In "Formazione elavoro", 2008, n. 2, p. 63-74.

13.01.1; lavoro; flessibilità dellavoro; occupazione precaria;condizioni di lavoro; diritti deilavoratori; etica; Italia; Chiesacattolica; ACLIBfgp: Per. It., Cod. 39426

13.01.2 Mercato del lavoro

Funk Lothar. European flexicuritypolicies: a critical assessment. In"The international journal ofcomparative labour law andindustrial relations", 24, 2008, n. 3,p. 349-384.

13.01.2; flessibilità del lavoro;sicurezza dell'occupazione; politicadel lavoro; diritti dei lavoratori; dirittieconomici e sociali; crescitaeconomica; UE

Viene messa in risalto lacontraddizione all'internodell'Unione europea fra l'"Europeansocial model" e la Commissioneeuropea quando si cerca di farconiugare allo stesso tempo lepolitiche di flessibilità con intenti dicrescita economica e tutela dei dirittisociali. Si sostiene che tali obiettivipossano produrre solo effettinegativi dal momento che lepolitiche della flessibilità possonoessere inefficaci nell'aumentarel'occupazione (calcolata comenumero di ore effettive): un esempioin questo caso possono esseremodifiche di comportamentonell'offerta di lavoro verso impieghida full-time a part-time. Inoltrepossono esservi anche aumentidell'occupazione che siano noncollegati alle politiche dellaflessibilità: ad esempio il paradigmadel "work first" se non è associato apolitiche attive del lavoro possonoeffettivamente aumentare

l'occupazione se non vi sonoregolazioni particolari, in quantol'offerta di lavoro si accontenterebbedi qualsiasi lavoro. In sintesil'articolo si pone l'obiettivo disvolgere una rassegna critica evalutativa dei pro e dei contro che lepolitiche della flessibilità hannoprodotto negli ultimi anni serelazionati con gli obiettivi diLisbona, ormai in scadenza. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39434

13.01.3 Occupazione

L'emploi en Espagne (1995-2005) :les clairs-obscurs d'une décenniesurprenante / introduction parCarlos Prieto. In "Travail et emploi",2008, n. 115, 130 p.

13.01.3; occupazione; mercato dellavoro; disoccupazione; tasso diattività; occupazione precaria;occupazione giovanile; lavoratrice;lavoratore migrante; storia; Spagna

Il decennio sorprendente è quelloche ha visto una radicaletrasformazione del mercato dellavoro in Spagna con la popolazioneattiva che è passata da 12 milioni a20 milioni, con un tasso didisoccupazione sceso dal 24% all'8%. Nel ventennio precedente lapopolazione attiva era rimastapressochè invariata (12,5 milioni) ela crescita del 41,9% dellapopolazione attiva è avvenutamentre in Europa (l'Europa deiquindici) l'aumento dellapopolazione attiva è stata del12,7%. Le particolarità della crescitaspagnola hanno meritato un interodossier che la rivista ha affidato adeconomisti e a sociologi spagnoliche affrontano questa rivoluzionenel tentativo di dare unaspiegazione che illustri meglio gliaspetti positivi e che riveli anchequelli meno positivi che nonappaiono ad una prima lettura.Dopo il 1976, l'anno dellatransizione verso la democrazia, laSpagna ha conosciuto un periodo disviluppo continuo che ha avuto unaforte accelerazione alla metà deglianni Novanta quando il settore dellecostruzioni e tutte le attivitàcollegate sono diventate il motoretrainante dell'intera economiaspagnola, seguite dalle attività

relative al turismo e quelle deiservizi alla persona e quelle degliimpieghi domestici. Tra gli aspetticritici di questa consistente fase disviluppo c'è l'aumento del lavoro abassa qualificazione, del lavorotemporaneo, del diminuito potered'acquisto dei salari; ci sono infinealtri aspetti che caratterizzano ilprocesso come l'aumento deilavoratori extracomunitari, delledonne e dei giovani cherappresentano ulteriori novità checaratterizzano la situazionedell'occupazione in Spagna. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39450

13.02 Qualificazioneprofessionale e collocamento

13.02.2 Qualificazioneprofessionale

Gorgeu Armelle; Mathieu René. Ladéqualification ouvrière en question.In "Formation emploi", 2008, n. 103,p. 83-100.

13.02.2; qualificazioneprofessionale; qualificazioni;organizzazione del lavoro; selezionedel personale; industria dei veicoli amotore; Francia

A differenza di quanto accade tra gliimpiegati, gli operai sono interessatida uno scivolamento del modello diqualificazione professionale versoun modello di valutazione dellecompetenze che si accompagna auna ridefinizione delle qualificazioniprofessionali degli operai. Cosìnuovi posti di lavoro sono creatisenza riferimento allaclassificazione presente nellacontrattazione collettiva. L'articoloaccentra l'attenzione sulla filieradell'automobile (costruzione edistribuzione) e si basa suinformazioni qualitative raccolte dairappresentanti sindacali. Dairesponsabili delle officine e daglioperai stessi. Il risultato che appareè che la qualificazione professionalein questo settore è messa indiscussione in relazione al continuorimodellamento dell'organizzazionedel lavoro, alle pratiche di flessibilitàdell'occupazione e del lavoro, allaselezione compiuta in ingresso, alricorso alle sostituzioni provvisoriedi altri lavoratori, alle esigenze di

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polivalenza e di policompetenzarichieste, alla segmentazione degliimpieghi che riduce la possibilità diavanzamento di carriera e allaselezione che è effettuata iningresso. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39419

13.06 Relazioni di lavoro,sindacalismo

13.06.1 Relazioni di lavoro

Cooper Rae; Ellem Bradon. Theneoliberal state, trade unions andcollective bargaining in Australia. In"British journal of industrialrelations", 46, 2008, n. 3, p.532-554.

13.06.1; relazioni di lavoro;sindacato; sindacalismo;contrattazione collettiva; politica dellavoro; Australia

Per più di un decennio l'Australia haoptato per un chiaro disegno politiconeo-liberale, particolarmente attentoa limitare i poteri e l'influenza delsindacato. Soprattutto per quantoattiene la contrattazione collettiva siè cercato di dare spazio a unmodello di relazioni industrialiimprontato alla "deregulation" eall'allontanamento della manopubblica dall'economia. Dal 2007 inAustralia si è aperta una nuovastagione più vicina alle istanzelavoristiche, aprendo quindi dinuovo la porta ai sindacati, pur secon dei problemi dovuti alla difficilereintroduzione di pratiche comequelle della contrattazione collettiva,soprattutto se si tiene conto che in12 anni i sindacati hanno perso500000 iscritti circa, passando da31,1 a 18,9 in termini percentuali diiscritti sul totale dei lavoratori. Sullascorta di un'azione di "lobby"anti-sindacale del mondodell'impresa australiano cheproviene dagli anni Ottanta, risultapertanto molto complesso oggivalutare se e come il movimentosindacale di questo paese possarisollevarsi. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39415

13.06.3 Sindacalismo

Buhlungu Sakhela; Brookes Mick;Wood Geoffrey. Trade unions anddemocracy in South Africa: unionorganizational challenges andsolidarities in a time oftransformation. In "British journal ofindustrial relations", 46, 2008, n. 3,p. 439-468.

13.06.3; sindacato; partecipazionedei lavoratori; politica del lavoro;settore informale; diritto del lavoro;storia; Sud AfricaBfgp: Per. St., Cod. 39414

Akkerman Agnes. Unioncompetition and strikes: the need foranalysis at the sector level. In"Industrial and labor relationsreview", 61, 2008, n. 4, p. 445-459.

13.06.3; sindacato; sindacalismo;concorrenza sindacale; sciopero;UE. Stati membri; Italia

Viene studiato l'effetto, già noto inletteratura, del fatto che contesti conpiù di un sindacato generano piùattività di sciopero che quelli in cuiesiste un unico sindacato. Lepossibili interpretazioni delfenomeno sono due in questoarticolo, ed entrambe concordanosul fatto che il "multi-sindacalismo"non può che portare anche ad uneffetto di competizione fra sindacaticon metodi e recriminazionidifferenti che successivamenteporta a un maggior numero discioperi. La prima interpretazioneriflette la competizione, dalmomento che gli scioperiverrebbero effettuati anche a scopidi propaganda verso altri lavoratori,vale a dire con un fine di generareun dibattito e un'attenzione chefacciano da azione propulsiva per ilproselitismo. La secondainterpretazione del fenomeno delmaggior numero di scioperi derivadal fatto che gli scioperi verrebberoeffettuati con un fine pragmatico:cercare di fare ogni volta propostedi contrattazioni collettive al rialzo. Idati analizzati riferiti a sette paesieuropei (fra cui anche l'Italia)condotti a livello sub-nazionale dal1990 al 2006 e su settori produttividifferenti, mettono in evidenza chel'interpretazione corretta è laseconda perché il numero maggioredi scioperi indetti "dal basso" haintenti chiaramente di

"competizione" sui livelli dicontrattazione collettiva piuttostoche sulle iscrizioni al sindacato.[GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39410

Les syndicats en France / sous ladirection de Dominique Andolfatto.Nuovelle édition. Paris : Ladocumentation française, c2007.190 p. (Les études de Ladocumentation française).

13.06.3; sindacato; sindacalismo;sindacalizzazione; sindacatointernazionale; contrattazionecollettiva; sicurezza sociale; Francia

Le sigle sindacali in Francia sononumerose e tendono a crescerenegli ultimi anni. Ciò nonostante iltasso di sindacalizzazione è uno deipiù bassi dei paesi industrializzati.Come si spiega allora il fiorire dellesigle sindacali? E quale ne è statala storia, il loro ruolo? Come siconfrontano con le grandi sfide dellacontemporaneità? Il volume è lanuova edizione di un manuale che èormai diventato un classico e chetende a dare risposte a quelledomande. Il paesaggio sindacalefrancese si struttura ancora intornoa due poli: da una parte ilmovimento operaio con la CGT(Confédération générale du travail)e la FO (CGT-Force ouvrière);dall'altra il movimento delcattolicesimo sociale con la CFDC(Confédération française destravailleurs chrétiens) e la CFDT(Confédération françaisedémocratique du travail). Tra questidue poli gravita tutta unacostellazione di organizzazioni dicategoria che costituiscono comeun terzo polo: da qualche anno laloro intraprendenza testimonia ilrisorgere del corporativismo, dellavalorizzazione dell'individualismoprofessionale ma anche di unrinnovamento della militanzasindacale. Sono parte di questoterzo polo la CGC, iG-10-Solidaires, la FSU e l'UNSA.L'ultima parte del dossier riguarda lesfide di oggi: la democrazia socialee l'orizzonte europeo einternazionale del sindacalismofrancese. [LO]Bfgp: M-V-130, Cod. 39379

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Lavoro & Sindacato

Baratta Gianni. Il sindacato di frontealla politica energetica edell'ambiente. In "Sindacalismo",2008, n. 3, p. 119-122.

13.06.3; sindacato; sindacalismo;politica energetica; politicadell'ambiente; Italia; CISLBfgp: Per. It., Cod. 39430

Ciampani Andrea. L'identità dellaCGIL nella storia e il suo rapportocon la cultura della CISL. In"Sindacalismo", 2008, n. 3, p.123-140.

13.06.3; sindacalismo; sindacato;storia; Italia; CGIL; CISL

Si pone in evidenza che la dialetticafra CGIL e CISL è sempre statapresente in quanto sindacati fondatisu prospettive diverse. Per quantoda un punto di vista storico sipossano riscontrare molte azionicomuni, si possono anche trovaremolti scontri che, si sostiene,derivino anche dal fatto cheentrambi i sindacati insistevanosulla medesima cittadinanza. Infatti iprimi due sindacati italiani avevanoe hanno iscritti nella stessa identicarealtà sociale, economica,settoriale, e spesso di singoleorganizzazioni. Per questi motivi,essendo uguale la "base", ledifferenze di impostazione e diideologia hanno spesso portato adiatribe. Pur prendendo atto delfatto che generalmente il pianopersonale di sindacalisti CGIL eCISL sia sempre stato caratterizzatoda rispetto e solidarietà, l'autoresottolinea che sarebbe opportuno -in un contesto di caduta delleideologie e superata "la forbice trafinzione e realtà" - rivalutare unapproccio sindacale orientato,citando le espresse parole diRomani, al "superamento della crisidel mondo borghese, e nonsegnare, con l'incapacità a pensarein termini di benessere generale,l'inizio della sua involuzione ed unospaventoso aggravarsi della crisid'insieme". [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39431

13.06.5 Contrattazione collettiva

I modelli contrattuali. Contesti e

prospettive : [seminario presso ilCentro studi CISL di Fiesole,Firenze : 7-8-9 febbraio 2008]. In"Rassegna sindacale", LIII, 2008, n.28 (suppl.), 22 p.

13.06.5; contrattazione collettiva;contratto di lavoro; relazioni dilavoro; politica salariale; ItaliaBfgp: Per. It., Cod. 39405

Aidt Toke S.; Tzannatos Zafiris.Trade unions, collective bargainingand macroeconomic performance: areview. In "Industrial relationsjournal", 39, 2008, n. 4, p. 258-295.

13.06.5; contrattazione collettiva;sindacato; macroeconomia; mercatodel lavoro; politica monetaria; teoria

Si forniscono prove empirichesull'assunto generalmenteaccreditato secondo il quale lacoordinazione della contrattazionecollettiva influenzerebbe ifunzionamenti effettivi del mercatodel lavoro e i risultati a livelloaggregato dell'economia.Dall'analisi emerge che lapercentuale di lavoratori affiliati aisindacati è molto meno pertinentedei diversi stili e modalità dicopertura della contrattazionecollettiva; anche le differenze franazioni sembrano essere menoimportanti. Livelli alti di coperturadella contrattazione collettivacovariano con performancemacroeconomiche modeste, anchese alti livelli di coordinamento del"collective bargaining" possonomitigare questo effettivo nonpositivo. Il livello di coordinamentorisulta ancora più importante se sitiene conto del fatto che imeccanismi di contrattazione nonformali producono sostanzialmentegli stessi risultati. Le conseguenzedel coordinamento del mercato dellavoro (o l'assenza di un suocoordinamento) dipende dallapolitica monetaria: politiche nonaccomodanti possono ridurre effettiperversi di innalzamento delladisoccupazione. Infine ilcoordinamento della contrattazionesembra essere più influente incongiunture economiche di rapidicambiamenti. Nel complesso, percomprendere l'insieme dei nessirisulta essere necessario prenderein considerazione tutte le istituzioni

che entrano in gioco, evitando diconferire troppa importanza a una diesse. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39399

13.06.7 Partecipazione deilavoratori

Albertazzi Andrea. Conoscere perpartecipare : comitati aziendalieuropei. In "Rassegna sindacale",LIII, 2008, n. 25, p. 6-7.

13.06.7; partecipazione deilavoratori; comitato d'impresa;impresa multinazionale; UE;Direttiva 1994/45/CE; Comitatoaziendale europeoBfgp: Per. It., Cod. 39404

13.07 Salari e sistemi diremunerazione

Grund Christian;Westergaard-Nielsen Niels. Thedispersion of employees' wageincreases and firm performance. In"Industrial and labor relationsreview", 61, 2008, n. 4, p. 485-501.

13.07; salario; politica salariale;produttività; impresa; rendimentoprofessionale; Danimarca

L'innalzamento della forchetta neisalari viene affrontato in questostudio in un'ottica innovativa. Non siprende in esame semplicemente ladispersione dei livelli dei salari(quanto cioè i salari in media sidiscostino dalla media), quantol'incremento nel tempo delladispersione dei salari stessi, checonferisce - nella sua componentetemporale - l'importanza e lapeculiarità di tali dinamiche nelcorso degli anni (1992-1997, nelcaso specifico studiato dellaDanimarca). In particolare si èscovato, grazie alla banca dati"employer-employee" che laproduttività diminuiva in quelleaziende nelle quali si verificava uninnalzamento della differenza con laquale crescono i salari ("dispersionof wage increases" contrappostoalla "dispersion of wage levels").Tale dinamica appare del tuttovalida e attendibile sia rispetto aisettori produttivi analizzati, che

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rispetto alle dimensioni d'azienda.Soltanto una volta che si vanno aguardare le differenze fra lavorooperaio e impiegatizio ("blue collar"e "white collar") si notano delledifferenze rilevanti a favore di unamaggiore perdita di produttività fra ilivelli impiegatizi allorquando siverifichino differenze significativenell'incremento con il quale i diversilavoratori vengono retribuiti nelcorso della loro carriera. Laspiegazione dell'abbassamentodella produttività risiedesostanzialmente nel fatto cheall'aumentare di incentivazionimonetarie si innalza anche lapercezione da parte dei lavoratoridella scorrettezza ("unfairness")delle politiche retributive delleaziende. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39411

13.11 Professioni

13.11.2 Professioni scientifiche,tecniche e liberali

Treatment of professionals /introduction by Atsushi Sato. In"Japan labor review", 5, 2008, n. 3,126 p.

13.11.2; professionista; lavoratorealtamente qualificato; qualificazioneprofessionale; sistema diremunerazione; carriera; mobilitàprofessionale; Giappone

Sotto la dizione "professionals" sicomprendono in Giappone unaserie di professioni ad elevataqualificazione che comprendonofisici, piloti di aeri, chimici,giornalisti, docenti universitari,ricercatori nelle scienze naturali,architetti, insegnanti di scuolesuperiori, ingegneri. Questi"professionals" negli anni recentisono cresciuti di numero e leprevisioni sono che crescerannoancora. Il dossier analizza lasituazione in Giappone eapprofondisce tre aspetti inparticolare: i sistemi di pagamento egli altri incentivi usati per valorizzareil lavoro di queste categorie dallequali ci si aspetta un significativoaumento del valore aggiunto; lamobilità e la carriera di questiprofessionisti dato che spesso essisono più attenti ai problemi del loro

lavoro che a quelli dell'impresa dovelavorano e tendono ad una elevatamobilità; l'ultima questioneaffrontata riguarda l'etica di questiprofessionisti cioè il grado dicondivisione delle regole checaratterizzano il mondodell'impresa. Le impresegiapponesi hanno sviluppato uncrescente interesse per le strategiedi gestione dei settori a tecnologiaavanzata all'interno della gestionedelle risorse umane: di qui discendel'attenzione con cui viene seguita lacarriera dei professionisti ad altaqualificazione che risultano in quelpaese essere più remunerati nelsettore della finanza e delleassicurazioni rispetto al settoremanifatturiero, che hannoavanzamenti di carriera più dovutiall'età rispetto alle analogheimprese americane e britanniche einfine che sono meno motivati daiprogressi di carriera e più dallerisorse per la ricerca e dalla libertàdi ricerca. [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39441

14 POPOLAZIONE, RELAZIONITRA RAZZE, MIGRAZIONE

14.04 Donne

Partecipazione politica ecostruzione sociale: l'Africa alfemminile (studi di genere) / a curadi Elisa Pelizzari. In "Inchiesta",XXXVIII, 2008, n. 161, 80 p.

14.04; donna; ruolo della donna;partecipazione politica; condizioni divita; condizioni sociali; società;politica; cultura; Africa

La rivista è dedicata all'universofemminile in Africa. Il filo conduttoredi tutti gli articoli è la presenza delledonne africane come protagoniste,rispetto alle vicissitudini dei lororispettivi paesi. Nella prima parte, sidescrivono i rapporti sociali e politiciin alcune aree del continente. Inparticolare vengono analizzate lemodalità della partecipazionefemminile e di rappresentanzasociale in Guinea-Conakry; ilcontributo delle donne all'evoluzionesociale del Camerun; le basi delpotere femminile in Nigeria e leattuale vicende in Somaliland. Altriarticoli trattano conflitti di genere in

alcuni culti iniziatici gabonesi eriflessioni su perché l'Aids in Africa,a differenza del resto del mondo, èsoprattutto una malattia femminile.Infine, viene descritto il quadroinedito del nuovo Sudafrica,analizzando i rapporti fra potere euniverso femminile, in tema diaborto e di diritti riproduttivi. Nellaseconda parte sono stateapprofondite storie individuali di vitache assumono valore esemplare.Ad esempio viene narrata la storiadi Starlin Abdi Arush, che ha avuto ilcoraggio di abbandonareun'esistenza di relativa sicurezza inItalia, per rientrare nel suo paese,Somalia, in pieno conflitto civile. Sidescrive anche la vicenda di JanetKataha Museveni, moglie delpresidente Yoweri Museveni,personaggio controverso delpanorama politico dell'Uganda dioggi. Gli ultimi due articolidescrivono il valore dell'apparenzafemminile, specie il corpo, nellacultura della Mauritania e il modellodi educazione femminile imposto daldominio coloniale portoghesenell'Angola della metà del secoloXX. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39445

Scherer Stefani; Reyneri Emilio;Bozzon Rossella. Donne e mercatodel lavoro in Italia. In "Stato emercato", 2008, n. 2 (83), p.183-250.

14.04; donna; lavoratrice; mercatodel lavoro; occupazione; flessibilitàdel lavoro; occupazione part time;inserimento professionale;reinserimento professionale; Italia

Secondo l'ISTAT il tasso dioccupazione delle donne italianerimane ancora parecchio lontanodalla media europea. Nel primoarticolo viene descritto il trend dicrescita dell'occupazione femminile,mettendo a confronto i fattoristrutturali e culturali. In particolare,vengono analizzati gli effetti diistruzione e di coorte nellapartecipazione femminile al mercatodel lavoro. Il recente aumentodell'occupazione femminile si deveprincipalmente alla crescentepartecipazione al lavoro delle donnepiù istruite. Inoltre, vienesottolineata l'importanza del lavoroa tempo parziale e la riduzione della

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disoccupazione o dell'inattività.L'ultimo argomento esaminato èquello dei flussi: l'ingresso nelmercato del lavoro, l'uscita -temporanea o definitiva - e ilre-ingresso dopo un'interruzione.Nel secondo articolo, l'autrice offreun contributo duplice: da una parteè stata proposta una tassonomiaempiricamente fondata dellemodalità di permanenza delle donneal lavoro, mentre dall'altra, vengonoanalizzate le sequenze delle storielavorative femminili, fatto checonsente di considerare in modoolistico intere carriere ordinate suuna dimensione comune in modotale da rendere conto di processi diintegrazione nel mercato del lavoro,dalla loro generazione alla loroevoluzione nel tempo. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39428

Donne tra politica e istituzioni :[questioni di genere e ricercasociale] / a cura di Alisa Del Re. In"Inchiesta", XXXVIII, 2008, n. 160,144 p.

14.04; donna; lavoratrice;occupazione precaria; politica;formazione professionale;amministrazione pubblica; Italia; UE

Il numero viene dedicato alletematiche sviluppate in sedi diverseda alcune giovani precarieuniversitarie, che analizzavanol'attenzione da parte delle donne neiconfronti di un apprendimentoistituzionale della "politica".L'indagine evidenzia due fenomenirilevanti: da una parte il desiderio diformazione e di essereconsapevolmente nella sferapubblica; dall'altra invece, modifical'ottica di estraneità alla politicaistituzionale espressa dallegenerazioni precedenti, cheguardavano alla politica comeoccasione di espressione o dicarriera. La ricerca si estende ai variaspetti di questo fenomeno: dallatipologia della didattica offerta edelle competenze messe adisposizione delle corsiste, alladiversità dei soggetti che hannopartecipato ai corsi e alle loromotivazioni. La seconda parte,invece, viene dedicata agliapprofondimenti tematici, che sonoun completamento del discorsoiniziato con l'indagine. Tra i vari

argomenti trattati viene evidenziatala necessità di un apprendimentocontinuo nel corso della vita, unparticolare sentito dalle donne comevera e propria esigenza. Sonoaltrettanto da sottolineare leproblematiche trattare riguardanti larappresentanza femminile nelleistituzioni europee e due aspetti diestrema attualità, relativi allemodificazioni del rapporto di lavorosalariato per le donne: il lavoroemotivo nel terzo settore e le lottecontro il precariato. [AR]Bfgp: Per. It., Cod. 39394

14.07 Anziani

Employment of older persons /introduction by Sumiko Ebisuno. In"Japan labor review", 5, 2008, n. 2,173 p.

14.07; anziani; lavoratore anziano;invecchiamento della popolazione;età del pensionamento;qualificazioni; carriera; Giappone

Il Giappone, come l'Italia, stavivendo una fase demograficacritica nella quale si hannomoltissime persone sopra i 65 anni(più del 20%) e un decrementototale della popolazione. Per questimotivi l'invecchiamento attivo è unodei temi emergenti che coniugano leistanze economiche e di finanzapubblica, con quelle più prettamentelavoristiche. In primo luogo si sonoinnalzati i limiti di età per andare inpensione, garantendo, pur con unritardo inerziale, la possibilità diristabilire un equilibro a livellopensionistico. Il caso giapponesetuttavia mostra in ogni caso dellespecificità rispetto ad altri paesiperché, per quanto esista unagenerale predisposizione a volerlavorare anche da anziani, i contestiproduttivi tendono a non gradire lapresenza di persone in terza età.Per questo motivo è statopromulgato nel 2004 il "Actconcerning stabilization ofemployment of older persons" perfar sì che non solo si alzi l'etàpensionabile, ma si renda anchenon obbligatorio il pensionamentoper permettere continuità allecarriere dei sessantenni che inquesto modo non si trovano a doverrientrare nel mercato del lavoro. Nel

2007 si è inoltre presentato ilproblema del flusso deipensionamenti della prima ondatademografica della prima metà delsecolo scorso: i "baby boomers"giapponesi ("dankai no sedai")hanno posto alla ribalta il problemalavoristico in termini di competenzeche vanno perse coi pensionamenti,soprattutto per quanto riguarda leprofessioni tecnologiche. [GM]Bfgp: Per. St., Cod. 39393

14.09 Migrazione

Globalizzazione, migranti ecittadinanza / introduzione di SalvoLeonardi. In "Quaderni Rassegnasindacale", IX, 2008, n. 2, p. 25-196.

14.09; migrazione; lavoratoremigrante; migrante irregolare;cittadinanza; mondializzazionedell'economia; sindacato; paesisviluppati; Italia; UE

La migrazione viene analizzatacome un naturale e conseguenteportato della tarda-modernità ecome flusso inverso a quello delperiodo delle grandi scopertegeografiche e della colonizzazione.La pressione che i paesi sviluppatistanno vivendo ha generato nuovepaure che spesso sono oggetto distrumentalizzazioni politiche. Non sipone infatti l'accento sulla questione"oggettiva" dell'immigrazione,quanto sull'"ideologia" e la retoricache ad essa viene associata chepunta a considerare patologico o amisconescere un fenomeno che èdel tutto naturale. È con questachiave di lettura che vieneinterpretato il recente dibattitosull'immigrazione irregolare chespinge senza inibizioni una letturadel fenomeno immigratorio sempreal negativo. La riflessione interna almondo sindacale registra inoltre unapericolosa vicinanza semantica e diopinione pubblica fra il ceto medio emedio-basso, tradizionalmentearena delle sinistre o comunque deilavoratori, e quanti invecestrumentalizzano il senso di paura edi disorientamento nei confrontidell'immigrato. Tale distacco fraclasse lavoratrice e valorisolidaristici è più forte soprattuttonel nord-est "bianco". In questi

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termini viene letto il rischio piùgenerale di vedere spaccare da unaparte le élite di un ceto minoritarioche sostiene le minoranze, lediversità, la post-tradizione chericoprirebbero l'area della sinistra, edall'altra le masse di lavoratori chesi riconoscerebbero in valoriconservatori. [GM]Bfgp: Per. It., Cod. 39389

Megale Agostino; Mottura Giovanni;Galossi Emanuele. Immigrazione esindacato : discriminazione,precarietà, sicurezza : V rapporto.Roma : Ediesse, c2008. 336 p.(Studi & ricerche).978-88-230-1262-2.

14.09; immigrazione; lavoratoremigrante; sindacato;discriminazione razziale;occupazione precaria; lavoro nero;mercato del lavoro; sicurezza sullavoro; sicurezza sociale; diritti deilavoratori; Italia

Il quinto rapporto della IRES CGILsul tema dell'immigrazione siinserisce in un quadro di crescentexenofobia nonostante il 5% distranieri sul totale della popolazionerimanga un dato più basso di tantialtri paesi europei (dall'8,8% dellaGermania, al 5,9% della Francia). Ilprofilo dell'immigrato connota unnuovo "clavage" delledisuguaglianze sociali perché gliimmigrati guadagnano quasi 10000Euro in meno di media rispetto a undipendente italiano e cadono moltopiù di frequente nella sacche dellavoro nero e in meccanismi delmercato del lavoro (i "caporali") datempo scomparsi nel panorama delmercato del lavoro degli italiani. Atali dettagli si aggiunge la scarsasicurezza del lavoro che gliimmigrati devono scontare pur dilavorare. Eppure la forza lavoroimmigrata continua a essere"domandata" dagli imprenditoriitaliani, nella misura, per il 2008 sudati previsionali 2007, di circa228.000 unità, pari al 27% dellenuove assunzioni programmate.Inoltre gli immigrati subiscono intermini di disuguaglianzaallorquando si parla del giocodare-avere della tassazione e dellaprevidenza sociale: gli immigraticontribuiscono al buon andamentodelle casse dell'INPS ma spesso

non sono beneficiari dei sussidi,anche quelli di disoccupazione,previsti per i lavoratori. A ciò siaggiungano i temi più latamentesociali degli immigrati di secondagenerazione che pur essendoitaliani e circa un milione, inprospettiva, ancora oggi nongodono di tutti i diritti di cittadinanza.[GM]Bfgp: Rapporti: IRES 2008 (V),Cod. 39371

Hugonnier Bernard. De la fuite descerveaux à la guerre des cerveaux.In "Formation emploi", 2008, n. 103,p. 75-78.

14.09; esodo di cervelli; risorseumane; migrazione internazionale;mobilità della manodopera; livello diqualificazione

E' la posfazione di un dossier che èstato dedicato alla domanda sequella in atto sia una fuga o unamobilità dei cervelli e comincia dalrilevare come la mobilità dellepersone (a differenza di quanto èavvenuto per i beni, i servizi, icapitali) ha soluzioni diverse aseconda che si tratti di persone conbasso livello diistruzione-qualificazione e di quellecon livelli alti. Per la prima categorianonostante le politiche restruittiveche sono state messe in atto daipaesi ricchi, i flussi sono consistentie ai paesi che si privano di questaforza lavoro ritornano incompensazione gli invii di denaroche questi espatriati mandano ailoro familiari. Per la secondacategoria invece l'espatrio deicervelli è un'operazione tutta inperdita per i paesi di partenza(perdita derivante dalle spesesostenute per la preparazione e laqualificazione di quelle persone)mentre è tutta in attivo per i paesiospitanti che si trovano personaledilpomato e laureato e con altequalificazioni professionali senzaaver impiegato un soldo perpreparalo. Ci si può attendere quindiche si svilupperà una guerraall'interno degli stessi paesisviluppati (che tenderanno asoffiarsi i "cervelli") e tra questi e ipaesi più deboli. D'altra parte ognirestrizione della libertà dellepersone può essere consideratacome contraria alle libertà

fondamentali degli esseri umani.Sarà necessario inventare delleforme di compensazione (comeavviene nel mondo del football traun campione che viene ceduto dauna società che viene compensatain denaro per la perdita subita) equeste compensazioni potrebberoentrare nelle partite che i paesi piùsviluppati destinano al soccorso deipaesi più poveri ma in grado diesportare "cervelli". [LO]Bfgp: Per. St., Cod. 39418

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Indice degli autori

AAidt Toke S.: 39399 (13.06.5)Akkerman Agnes: 39410 (13.06.3)Albertazzi Andrea: 39404 (13.06.7)Albertini Marco: 39396 (02.01)Andolfatto Dominique: 39379(13.06.3)Annunziata Lucia: 39402 (04.04)

BBallarino Gabriele: 39396 (02.01)Baratta Gianni: 39430 (13.06.3)Berta Giuseppe: 39384 (04.04)Bieling Hans-Jürgen: 39435 (03.04)Boitani Andrea: 39388 (10.03)Borzeix Anni: 39416 (13.01.1)Bozzon Rossella: 39428 (14.04)Brandt Torsten: 39436 (03.04)Brookes Mick: 39414 (13.06.3)Buhlungu Sakhela: 39414 (13.06.3)

CCallini Daniele: 39440 (06.01)Camera di commercio, Milano:39448 (03.02)Cella Gian Primo: 39437 (04.02)Cerfeda Walter: 39380 (05.02)CGIL, Pesaro Urbino: 39405(13.06.5)Ciampani Andrea: 39431 (13.06.3)CISL, Pesaro Urbino: 39405(13.06.5)Cochoy Franck: 39416 (13.01.1)Colosio Orazio: 39446 (06.06)Conti Nicolò: 39421 (04.04)Cooney Richard: 39423 (06.01)Cooper Rae: 39415 (13.06.1)Corti Matteo: 39383 (04.01)Costa Giovanni: 39391 (12.04)Cova Alberto: 39367 (05.02)Cuccia Enrico: 39362 (11.02)Curli Barbara: 39429 (05.02)

DDassù Marta: 39402 (04.04)De Luna Giovanni: 39401 (05.02)De Vio Sergio: 39390 (12.04)Deckwirth Christina: 39435 (03.04)Del Re Alisa: 39394 (14.04)Della Rocca Giuseppe: 39391(12.04)Delors Jacques: 39380 (05.02)Di Tommaso Marco R.: 39407(08.01)Domorenok Ekaterina: 39422(04.03)Dubois Jean-Luc: 39417 (03.01)

E

Ebisuno Sumiko: 39393 (14.07)Ellem Bradon: 39415 (13.06.1)Erlicher Luisella: 39390 (12.04)

FFarinelli Fiorella: 39425 (06.02)Fazi Thomas: 39370 (03.01)Funk Lothar: 39434 (13.01.2)

GGabaglio Emilio: 39380 (05.02)Galetti Luciano: 39447 (06.02)Galossi Emanuele: 39371 (14.09)Gobbo Fabio: 39397 (10.03)Gorgeu Armelle: 39419 (13.02.2)Greer Scott L: 39439 (02.07)Griffon Michel: 39387 (12.07)Grund Christian: 39411 (13.07)

HHermann Christoph: 39436 (03.04)Hugonnier Bernard: 39418 (14.09)

IInzoli Angelo: 39442 (03.02)IRES CGIL: 39371 (14.09)

KKluge Norbert: 39382 (12.04)

LLai Pei-Chun: 39409 (12.04)Leonardi Salvo: 39389 (14.09)

MManca Anna Rita: 39421 (04.04)Mariucci Luigi: 39406 (04.01)Mastrogiuseppe Pierluigi: 39391(12.04)Mathieu René: 39419 (13.02.2)Megale Agostino: 39371 (14.09)Montali Edmondo: 39369 (05.02)Moreno Juan: 39380 (05.02)Morselli Alberto: 39369 (05.02)Mottura Giovanni: 39371 (14.09)

NNatoli Claudio: 39401 (05.02)Nicoletti Paola: 39424 (06.09)

OOlivero Andrea: 39426 (13.01.1)

PPelizzari Elisa: 39445 (14.04)Percorsi. Redazione: 39446 (06.06)Pero Luciano: 39390 (12.04)Phillips Paul: 39409 (12.04)Pozzi Cesare: 39420 (08.01)Prieto Carlos: 39450 (13.01.3)

RRegalia Ida: 39396 (02.01)Reich Robert B: 39370 (03.01)

Reyneri Emilio: 39428 (14.04)Rossi Guido: 39370 (03.01)Ruffolo Giorgio: 39368 (03.01)Ruini Camillo: 39386 (05.04)

SSangalli Carlo: 39448 (03.02)Santomassimo Gianpasquale:39401 (05.02)Sato Atsushi: 39441 (13.11.2)Scherer Stefani: 39428 (14.04)Schulten Thorsten: 39436 (03.04)Seifert Achim: 39433 (04.01)Semplici Stefano: 39385 (05.04)Soltani Ebrahim: 39409 (12.04)Spadoni Bruno: 39398 (04.03)Stringa Paola: 39444 (06.07)Stuart Mark: 39423 (06.01)Syrpis Phil: 39412 (04.01)

TTedeschi Paolo: 39432 (05.02)Tiraboschi Michele: 39392 (04.01)Toner Phillip: 39413 (06.09)Tzannatos Zafiris: 39399 (13.06.5)

UUIL, Pesaro Urbino: 39405 (13.06.5)

VVaughan Wilson Matt: 39438(05.02)Vermeesch Jeremy: 39403 (04.01)Vinzi Simona: 39449 (06.01)

WWestergaard-Nielsen Niels: 39411(13.07)Wood Geoffrey: 39414 (13.06.3)

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Lavoro & Sindacato

Indice dei soggetti

AACLI: 39426 (13.01.1)acqua: 39435 (03.04)Africa: 39445 (14.04)ambiente sociale: 39440 (06.01)amministrazione pubblica: 39398(04.03); 39391 (12.04); 39394(14.04)anziani: 39393 (14.07)apprendistato: 39413 (06.09)armonizzazione: 39439 (02.07)attività bancaria: 39362 (11.02)Australia: 39403 (04.01); 39423(06.01); 39413 (06.09); 39415(13.06.1)

Bbanca: 39367 (05.02); 39362(11.02)benessere: 39440 (06.01)bisogni di educazione: 39440(06.01)business school: 39444 (06.07)

CCanada: 39423 (06.01)capitalismo: 39368 (03.01); 39370(03.01); 39384 (04.04)carriera: 39441 (13.11.2); 39393(14.07)Catalogna: 39420 (08.01)cattolico: 39432 (05.02); 39386(05.04)CGIL: 39431 (13.06.3)Chiesa cattolica: 39385 (05.04);39386 (05.04); 39426 (13.01.1)Cina: 39402 (04.04); 39407 (08.01)CISL: 39430 (13.06.3); 39431(13.06.3)cittadinanza: 39437 (04.02); 39389(14.09)classe dirigente: 39432 (05.02)coesione sociale: 39396 (02.01)Comitato aziendale europeo: 39404(13.06.7)comitato d'impresa: 39404 (13.06.7)competitività: 39448 (03.02); 39432(05.02); 39397 (10.03)concorrenza sindacale: 39410(13.06.3)condizioni di lavoro: 39396 (02.01);39435 (03.04); 39426 (13.01.1)condizioni di vita: 39445 (14.04)condizioni economiche: 39396(02.01)condizioni sociali: 39396 (02.01);39445 (14.04)Confederazione europea deisindacati: 39380 (05.02)

conflitto di lavoro: 39438 (05.02)conflitto di leggi: 39383 (04.01)consumo: 39387 (12.07)contrattazione collettiva: 39415(13.06.1); 39379 (13.06.3); 39405(13.06.5); 39399 (13.06.5)contratto di lavoro: 39405 (13.06.5)controllo dei lavoratori: 39409(12.04)Corea: 39423 (06.01)corso di formazione: 39444 (06.07)credito: 39362 (11.02)crescita di produzione: 39387(12.07)crescita economica: 39417 (03.01);39434 (13.01.2)cultura: 39401 (05.02); 39386(05.04); 39445 (14.04)

DDanimarca: 39423 (06.01); 39411(13.07)delocalizzazione industriale: 39407(08.01)democrazia: 39370 (03.01); 39437(04.02); 39402 (04.04); 39384(04.04)Direttiva 1994/45/CE: 39404(13.06.7)dirigenti: 39432 (05.02)diritti civili: 39370 (03.01); 39437(04.02)diritti dei lavoratori: 39435 (03.04);39436 (03.04); 39433 (04.01);39403 (04.01); 39412 (04.01);39426 (13.01.1); 39434 (13.01.2);39371 (14.09)diritti economici e sociali: 39370(03.01); 39434 (13.01.2)diritti umani: 39402 (04.04)diritto comunitario: 39383 (04.01);39406 (04.01); 39412 (04.01)diritto del lavoro: 39433 (04.01);39383 (04.01); 39392 (04.01);39403 (04.01); 39406 (04.01);39412 (04.01); 39414 (13.06.3)diritto di sciopero: 39383 (04.01)diritto internazionale: 39433 (04.01)discriminazione razziale: 39371(14.09)disoccupazione: 39450 (13.01.3)disponibilità di combustibili: 39387(12.07)disponibilità di energia: 39387(12.07)divulgazione dell'informazione:39433 (04.01)donna: 39396 (02.01); 39445(14.04); 39428 (14.04); 39394(14.04)dottrina economica: 39368 (03.01)

Eeconomia: 39417 (03.01)

economia industriale: 39420 (08.01)economista: 39417 (03.01)educazione: 39449 (06.01); 39440(06.01); 39423 (06.01)educazione degli adulti: 39446(06.06)educazione dei migranti: 39449(06.01)eguaglianza di opportunità: 39396(02.01); 39449 (06.01)eguaglianza di trattamento: 39396(02.01)energia: 39435 (03.04)energia nucleare: 39429 (05.02)esodo di cervelli: 39418 (14.09)Estonia: 39383 (04.01)etica: 39426 (13.01.1)età del pensionamento: 39393(14.07)

Ffascismo: 39401 (05.02)Fiat: 39390 (12.04)FILCEA CGIL: 39369 (05.02)FILCEM CGIL: 39369 (05.02)FILCEP CGIL: 39369 (05.02)filosofia: 39368 (03.01); 39385(05.04)Finlandia: 39383 (04.01)flessibilità del lavoro: 39426(13.01.1); 39434 (13.01.2); 39428(14.04)fonti del diritto: 39406 (04.01)formazione dei formatori: 39446(06.06)formazione iniziale: 39424 (06.09)formazione interculturale: 39449(06.01)formazione manageriale: 39432(05.02); 39444 (06.07)formazione professionale: 39423(06.01); 39424 (06.09); 39413(06.09); 39394 (14.04)formazione professionale continua:39447 (06.02); 39444 (06.07);39424 (06.09)Francia: 39417 (03.01); 39419(13.02.2); 39379 (13.06.3)FSE: 39447 (06.02)funzionario sindacale: 39369(05.02)funzione pubblica: 39436 (03.04)

GGermania: 39423 (06.01)gestione della qualità totale: 39409(12.04)gestione delle risorse umane: 39436(03.04)Giappone: 39441 (13.11.2); 39393(14.07)giovani: 39440 (06.01)governo: 39421 (04.04); 39382(12.04)

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Lavoro & Sindacato

guerra: 39401 (05.02)

Iimmigrante: 39396 (02.01)immigrazione: 39371 (14.09)imprenditori: 39432 (05.02)imprenditorialità: 39398 (04.03)impresa: 39448 (03.02); 39362(11.02); 39382 (12.04); 39411(13.07)impresa multinazionale: 39433(04.01); 39404 (13.06.7)industria: 39429 (05.02); 39407(08.01)industria chimica: 39369 (05.02)industria dei veicoli a motore: 39390(12.04); 39419 (13.02.2)industria delle costruzioni: 39413(06.09)industria petrolifera: 39369 (05.02)infrastrutture: 39435 (03.04); 39420(08.01); 39397 (10.03); 39388(10.03)innovazione: 39447 (06.02); 39390(12.04); 39391 (12.04)inserimento professionale: 39425(06.02); 39428 (14.04)integrazione economica: 39380(05.02)integrazione politica: 39421 (04.04);39380 (05.02)integrazione sociale: 39449 (06.01)intellettuale: 39401 (05.02)intervento dello Stato: 39362(11.02)invecchiamento della popolazione:39393 (14.07)investimento: 39397 (10.03)investimento straniero: 39407(08.01)istruzione professionale: 39423(06.01)istruzione superiore: 39425 (06.02)Italia: 39396 (02.01); 39442 (03.02);39392 (04.01); 39406 (04.01);39398 (04.03); 39402 (04.04);39429 (05.02); 39369 (05.02);39367 (05.02); 39401 (05.02);39386 (05.04); 39449 (06.01);39425 (06.02); 39444 (06.07);39424 (06.09); 39407 (08.01);39420 (08.01); 39397 (10.03);39388 (10.03); 39362 (11.02);39390 (12.04); 39426 (13.01.1);39410 (13.06.3); 39430 (13.06.3);39431 (13.06.3); 39405 (13.06.5);39428 (14.04); 39394 (14.04);39389 (14.09); 39371 (14.09)Italia settentrionale: 39442 (03.02)

LL. n. 30/2003: 39392 (04.01)lavoratore altamente qualificato:39441 (13.11.2)

lavoratore anziano: 39393 (14.07)lavoratore marittimo: 39438 (05.02)lavoratore migrante: 39450(13.01.3); 39389 (14.09); 39371(14.09)lavoratrice: 39396 (02.01); 39450(13.01.3); 39428 (14.04); 39394(14.04)lavoro: 39416 (13.01.1); 39426(13.01.1)lavoro nero: 39371 (14.09)Lettonia: 39383 (04.01)livello di istruzione: 39425 (06.02)livello di qualificazione: 39418(14.09)livello locale: 39396 (02.01); 39448(03.02); 39442 (03.02); 39398(04.03)livello regionale: 39424 (06.09)Lombardia: 39448 (03.02); 39432(05.02)

Mmacroeconomia: 39399 (13.06.5)management: 39447 (06.02); 39391(12.04); 39382 (12.04); 39409(12.04)management della produzione:39387 (12.07)manager: 39444 (06.07)Mediobanca: 39362 (11.02)mercato: 39448 (03.02); 39437(04.02); 39432 (05.02)mercato del lavoro: 39392 (04.01);39423 (06.01); 39450 (13.01.3);39399 (13.06.5); 39428 (14.04);39371 (14.09)mercato finanziario: 39367 (05.02)migrante irregolare: 39389 (14.09)migrazione: 39389 (14.09)migrazione internazionale: 39418(14.09)Milano: 39448 (03.02)mobilità della manodopera: 39418(14.09)mobilità professionale: 39441(13.11.2)modernizzazione: 39392 (04.01)mondializzazione dell'economia:39370 (03.01); 39442 (03.02);39402 (04.04); 39420 (08.01);39389 (14.09)movimento sociale: 39380 (05.02)

Ooccupazione: 39423 (06.01); 39450(13.01.3); 39428 (14.04)occupazione giovanile: 39425(06.02); 39450 (13.01.3)occupazione part time: 39428(14.04)occupazione precaria: 39426(13.01.1); 39450 (13.01.3); 39394(14.04); 39371 (14.09)

organizzazione del lavoro: 39419(13.02.2)organizzazione dell'impresa: 39390(12.04); 39382 (12.04)orientamento professionale: 39424(06.09)

Ppaesi sviluppati: 39389 (14.09)partecipazione dei lavoratori: 39433(04.01); 39382 (12.04); 39414(13.06.3); 39404 (13.06.7)partecipazione politica: 39445(14.04)partito politico: 39421 (04.04)personale di formazione: 39446(06.06)personale docente: 39446 (06.06)pianificazione dello sviluppo: 39448(03.02)Piemonte: 39432 (05.02); 39446(06.06)Pintor Giaime: 39401 (05.02)politica: 39402 (04.04); 39421(04.04); 39401 (05.02); 39385(05.04); 39388 (10.03); 39445(14.04); 39394 (14.04)politica del lavoro: 39403 (04.01);39434 (13.01.2); 39415 (13.06.1);39414 (13.06.3)politica dell'ambiente: 39420(08.01); 39430 (13.06.3)politica di formazione: 39447(06.02)politica di sviluppo: 39442 (03.02);39397 (10.03)politica economica: 39417 (03.01);39370 (03.01); 39429 (05.02)politica energetica: 39429 (05.02);39430 (13.06.3)politica industriale: 39398 (04.03);39407 (08.01); 39420 (08.01)politica monetaria: 39367 (05.02);39399 (13.06.5)politica salariale: 39405 (13.06.5);39411 (13.07)politica sanitaria: 39439 (02.07)prezzi: 39387 (12.07)privatizzazione: 39435 (03.04);39436 (03.04); 39437 (04.02)produttività: 39407 (08.01); 39411(13.07)produttività del lavoro: 39391(12.04)produzione alimentare: 39387(12.07)produzione industriale: 39420(08.01)professionista: 39441 (13.11.2)

Qquadro istituzionale: 39422 (04.03)qualificazione professionale: 39419(13.02.2); 39441 (13.11.2)

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qualificazioni: 39425 (06.02); 39419(13.02.2); 39393 (14.07)

Rrecessione economica: 39402(04.04)Regno Unito: 39438 (05.02); 39423(06.01); 39413 (06.09)reinserimento professionale: 39428(14.04)relazione formazione-lavoro: 39425(06.02)relazioni culturali: 39386 (05.04);39449 (06.01)relazioni di lavoro: 39436 (03.04);39383 (04.01); 39412 (04.01);39423 (06.01); 39415 (13.06.1);39405 (13.06.5)relazioni internazionali: 39402(04.04); 39386 (05.04)religione: 39385 (05.04); 39386(05.04)rendimento professionale: 39411(13.07)responsabilità sociale: 39382(12.04)riforma legislativa: 39398 (04.03)risorse umane: 39390 (12.04);39418 (14.09)ruolo del sindacato: 39438 (05.02)ruolo della donna: 39445 (14.04)

Ssalario: 39411 (13.07)sanità: 39439 (02.07)sciopero: 39383 (04.01); 39438(05.02); 39410 (13.06.3)scuola: 39449 (06.01)selezione del personale: 39419(13.02.2)Sen Amartya: 39417 (03.01)servizi pubblici: 39435 (03.04);39398 (04.03)servizio postale: 39435 (03.04)servizio sanitario: 39439 (02.07)settore finanziario: 39362 (11.02)settore informale: 39414 (13.06.3)settore pubblico: 39435 (03.04);39436 (03.04)sicurezza dell'occupazione: 39434(13.01.2)sicurezza sociale: 39379 (13.06.3);39371 (14.09)sicurezza sul lavoro: 39371 (14.09)sindacalismo: 39403 (04.01); 39369(05.02); 39380 (05.02); 39415(13.06.1); 39410 (13.06.3); 39379(13.06.3); 39430 (13.06.3); 39431(13.06.3)sindacalizzazione: 39379 (13.06.3)sindacato: 39436 (03.04); 39403(04.01); 39438 (05.02); 39369(05.02); 39380 (05.02); 39415(13.06.1); 39414 (13.06.3); 39410

(13.06.3); 39379 (13.06.3); 39430(13.06.3); 39431 (13.06.3); 39399(13.06.5); 39389 (14.09); 39371(14.09)sindacato internazionale: 39433(04.01); 39380 (05.02); 39379(13.06.3)sistema del credito: 39367 (05.02)sistema di formazione: 39447(06.02); 39424 (06.09); 39413(06.09)sistema di remunerazione: 39441(13.11.2)sistema di valori: 39385 (05.04);39386 (05.04)sistema economico: 39370 (03.01);39448 (03.02)sistema educativo: 39440 (06.01);39424 (06.09)sistema politico: 39402 (04.04);39421 (04.04)socialismo: 39384 (04.04)società: 39386 (05.04); 39440(06.01); 39445 (14.04)sociologia: 39442 (03.02)sociologia del lavoro: 39416(13.01.1)Spagna: 39420 (08.01); 39450(13.01.3)spesa per la formazione: 39413(06.09)squilibrio regionale: 39397 (10.03)storia: 39368 (03.01); 39442(03.02); 39406 (04.01); 39422(04.03); 39438 (05.02); 39429(05.02); 39432 (05.02); 39369(05.02); 39367 (05.02); 39380(05.02); 39401 (05.02); 39362(11.02); 39450 (13.01.3); 39414(13.06.3); 39431 (13.06.3)strategia dell'impresa: 39390(12.04)Sud Africa: 39414 (13.06.3)Svezia: 39383 (04.01)sviluppo dell'organizzazione: 39447(06.02); 39390 (12.04); 39391(12.04); 39382 (12.04)sviluppo delle istituzioni: 39422(04.03)sviluppo economico: 39448 (03.02);39397 (10.03)sviluppo economico e sociale:39417 (03.01); 39442 (03.02);39392 (04.01); 39388 (10.03)sviluppo industriale: 39420 (08.01)

Ttasso di attività: 39450 (13.01.3)tasso di crescita: 39388 (10.03)tecnologia: 39370 (03.01)tecnologia dell'informazione: 39416(13.01.1)telecomunicazioni: 39435 (03.04)teoria: 39416 (13.01.1); 39399

(13.06.5)teoria economica: 39417 (03.01);39384 (04.04)teoria politica: 39384 (04.04)Tibet: 39402 (04.04)trasporti: 39388 (10.03)trasporto ferroviario: 39435 (03.04)Trattato di Lisbona: 39412 (04.01)Trespidi Gian Battista Aldo: 39369(05.02)

UUE: 39396 (02.01); 39439 (02.07);39435 (03.04); 39436 (03.04);39383 (04.01); 39392 (04.01);39412 (04.01); 39422 (04.03);39402 (04.04); 39384 (04.04);39421 (04.04); 39380 (05.02);39447 (06.02); 39424 (06.09);39420 (08.01); 39382 (12.04);39434 (13.01.2); 39404 (13.06.7);39394 (14.04); 39389 (14.09)UE. Stati membri: 39439 (02.07);39435 (03.04); 39436 (03.04);39383 (04.01); 39412 (04.01);39422 (04.03); 39384 (04.04);39421 (04.04); 39424 (06.09);39397 (10.03); 39410 (13.06.3)Unione cristiana imprenditori edirigenti: 39432 (05.02)USA: 39370 (03.01); 39402 (04.04);39423 (06.01)

Vvalutazione: 39391 (12.04)Veneto: 39446 (06.06)

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Lavoro & Sindacato

Indice del numero

Editoriale .................................................................................................................................................................... p. 3

L'invecchiamento attivo delle forze di lavoro ai tempi della crisi ................................................................ 3

Recensioni ................................................................................................................................................................. 5

Il senso della partecipazione dei lavoratori nell'impresa .............................................................................. 5

La torre accerchiata dei pensionati e pensionandi ....................................................................................... 7

Abstract e segnalazioni ............................................................................................................................................ 10

02 Politica sociale, protezione sociale e sicurezza sociale .......................................................................... 10

02.01 Politica sociale .................................................................................................................................. 10

02.07 Protezione sociale/Sanità ................................................................................................................ 10

03 Sviluppo economico .................................................................................................................................... 10

03.01 Economia .......................................................................................................................................... 10

03.02 Sviluppo economico .......................................................................................................................... 11

03.04 Economia d'impresa ........................................................................................................................ 12

04 Diritto, diritti umani, governo e politica ..................................................................................................... 12

04.01 Diritto ................................................................................................................................................ 12

04.02 Diritti umani ....................................................................................................................................... 14

04.03 Governo e amministrazione pubblica ............................................................................................... 14

04.04 Politica .............................................................................................................................................. 14

05 Scienze sociali, cultura, umanità e arti ...................................................................................................... 15

05.02 Cultura e storia ................................................................................................................................. 15

05.04 Filosofia, etica e religione ................................................................................................................. 17

06 Educazione e formazione ............................................................................................................................ 18

06.01 Educazione e formazione ................................................................................................................. 18

06.02 Politica dell'educazione e della formazione ...................................................................................... 18

06.06 Studenti e insegnanti ........................................................................................................................ 19

06.07 Infrastrutture educative ..................................................................................................................... 19

06.09 Obiettivi e metodi di formazione ....................................................................................................... 19

08 Attività economiche ..................................................................................................................................... 20

08.01 Economia industriale ........................................................................................................................ 20

10 Trasporti ....................................................................................................................................................... 20

10.03 Infrastrutture dei trasporti .................................................................................................................. 20

11 Finanza .......................................................................................................................................................... 21

11.02 Finanziamento .................................................................................................................................. 21

12 Management ................................................................................................................................................. 21

12.04 Management .................................................................................................................................... 21

12.07 Management della produzione ......................................................................................................... 22

13 Lavoro e occupazione ................................................................................................................................. 22

13.01 Manodopera, occupazione, disoccupazione e mobilità .................................................................... 22

13.01.1 Economia del lavoro .............................................................................................................. 22

13.01.2 Mercato del lavoro ................................................................................................................. 23

13.01.3 Occupazione .......................................................................................................................... 23

13.02 Qualificazione professionale e collocamento .................................................................................... 23

13.02.2 Qualificazione professionale .................................................................................................. 23

13.06 Relazioni di lavoro, sindacalismo ...................................................................................................... 24

1/2009 p.33

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Lavoro & Sindacato

13.06.1 Relazioni di lavoro ................................................................................................................. 24

13.06.3 Sindacalismo ......................................................................................................................... 24

13.06.5 Contrattazione collettiva ........................................................................................................ 25

13.06.7 Partecipazione dei lavoratori ................................................................................................. 25

13.07 Salari e sistemi di remunerazione ..................................................................................................... 25

13.11 Professioni ........................................................................................................................................ 26

13.11.2 Professioni scientifiche, tecniche e liberali ............................................................................ 26

14 Popolazione, relazioni tra razze, migrazione ............................................................................................. 26

14.04 Donne ............................................................................................................................................... 26

14.07 Anziani .............................................................................................................................................. 27

14.09 Migrazione ........................................................................................................................................ 27

Indice degli autori ..................................................................................................................................................... 29

Indice dei soggetti ..................................................................................................................................................... 30

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