Lavori in corso Con il digitale l’integrazione diventa possibile · 2012. 5. 17. · 1888). Una...

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63 Biblioteche oggi aprile 2010 Con il digitale l’integrazione diventa possibile Un progetto per la valorizzazione del patrimonio culturale del Conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma nanziaria, fascicoli personali di docenti ed alunni ecc.), nonché tutto il materiale frut- to dell’attività didattica (re- gistri degli esami, elaborati, programmi dei corsi, pro- grammi dei saggi, manifesti ecc.) prodotta sia dalla Regia scuola di musica del Ducato di Parma a partire dal 1861, che dal Conservatorio di musica, nel periodo 1889- 1969. L’archivio include un fondo fotografico che riuni- sce le fotografie provenienti da diversi doni (Campanini, Sanvitale, Usiglio, Boito, To- scanini) tra cui è notevole una serie di ritratti degli al- lievi del Conservatorio per- venuti tramite il dono di Giu- sto Dacci, direttore della Re- gia scuola di musica (1875- 1888). Una piccola parte del- la documentazione archivi- stica della Regia scuola di mu- sica è conservata in altre se- di. Si tratta in particolare di alcuni carteggi (domande di ammissione alla scuola e car- teggio amministrativo) rela- tivi al periodo 1825-1859, con- servati in tre faldoni presso l’Archivio di Stato di Parma 3 In seguito a lavori di ristrut- turazione che interessano l’e- dificio del Conservatorio di musica “A. Boito” di Parma è stato avviato un progetto di riordino dell’archivio sto- rico, che sta evidenziando la ricchezza del patrimonio do- cumentario dell’ente e che of- fre occasione per una prima riflessione su come utilizza- re la tecnologia digitale per la sua valorizzazione. La storia Non sarà inutile riassumere qui brevemente lo sviluppo storico dell’istituzione. Il Con- servatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma, situato fin dalle origini all’interno del complesso monastico di San- ta Maria del Carmelo, si svi- luppa da una scuola di can- to, attiva dal 1769 al 1792, e che riprende le attività nel 1818, con il ducato di Maria Luigia, come scuola pubbli- ca per orfani all’interno del- l’Ospizio delle Arti (gli Ospi- zi Civili). Nel corso degli an- ni la scuola aggiunge al pro- prio insegnamento anche la pratica strumentale e amplia il numero dei suoi allievi pren- dendo il nome di Istituto Rea- le di Musica, con il regola- mento del 1855. Nel 1877 il Consiglio di Sta- to proclama la Regia scuola di musica di Parma ente au- tonomo alle strette dipenden- ze del governo, decretando- ne il definitivo distacco da- gli Ospizi Civili. Dopo un periodo di dissidi tra lo sta- to e i vecchi amministratori, con il decreto del 18 dicem- bre 1888 la scuola assume la denominazione di Regio con- servatorio di musica, dive- nendo uno dei quattro più antichi conservatori statali ita- liani insieme a quelli di Mi- lano, Napoli e Palermo. Il pas- saggio avviene sotto l’egida di Giovanni Mariotti, 1 che as- sume il ruolo di regio com- missario straordinario nel 1884, in sostituzione dell’allora di- rettore Giusto Dacci. 2 La nascita come istituzione statale implica una suddivi- sione del patrimonio cultu- rale del Conservatorio: l’Ar- chivio musicale della Regia scuola di musica, cioè la bi- blioteca della scuola, com- posta da musica a stampa e manoscritta e volumi, forma- tosi grazie agli acquisti e al- le donazioni di privati, va a costituire, insieme ai fondi mu- sicali della Biblioteca Palati- na, la sezione musicale del- la Biblioteca Palatina, ove con- fluiranno in seguito tutti i doni librari ricevuti dal Con- servatorio. Questa bibliote- ca, interna al conservatorio ma configurata amministrati- vamente come biblioteca sta- tale, sezione non autonoma della Biblioteca Palatina, è un caso unico in Italia. La documentazione didattica e amministrativa, i beni mu- seali ed audiovisivi sono in- vece conservati a cura del Con- servatorio, che nel corso del Novecento ha istituito strut- ture adibite alla loro conser- vazione e valorizzazione: un museo storico e, più di re- cente, una mediateca. L’archivio storico e il suo riordino L’Archivio storico del Conser- vatorio di musica “A. Boito” raccoglie la documentazio- ne amministrativa (carteggi, registri, documentazione fi- Lavori in corso Tesserino di Giusto Dazzi, direttore tra il 1875 e il 1888 della Regia scuola di musica di Parma

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    Con il digitale l’integrazionediventa possibile

    Un progetto per la valorizzazione del patrimonio culturale del Conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma

    nanziaria, fascicoli personalidi docenti ed alunni ecc.),nonché tutto il materiale frut-to dell’attività didattica (re-gistri degli esami, elaborati,programmi dei corsi, pro-grammi dei saggi, manifestiecc.) prodotta sia dalla Regiascuola di musica del Ducatodi Parma a partire dal 1861,che dal Conservatorio dimusica, nel periodo 1889-1969. L’archivio include unfondo fotografico che riuni-sce le fotografie provenientida diversi doni (Campanini,Sanvitale, Usiglio, Boito, To-scanini) tra cui è notevoleuna serie di ritratti degli al-lievi del Conservatorio per-venuti tramite il dono di Giu-sto Dacci, direttore della Re-gia scuola di musica (1875-1888). Una piccola parte del-la documentazione archivi-stica della Regia scuola di mu-sica è conservata in altre se-di. Si tratta in particolare dialcuni carteggi (domande diammissione alla scuola e car-teggio amministrativo) rela-tivi al periodo 1825-1859, con-servati in tre faldoni pressol’Archivio di Stato di Parma3

    In seguito a lavori di ristrut-turazione che interessano l’e-dificio del Conservatorio dimusica “A. Boito” di Parmaè stato avviato un progettodi riordino dell’archivio sto-rico, che sta evidenziando laricchezza del patrimonio do-cumentario dell’ente e che of-fre occasione per una primariflessione su come utilizza-re la tecnologia digitale perla sua valorizzazione.

    La storia

    Non sarà inutile riassumerequi brevemente lo sviluppostorico dell’istituzione. Il Con-servatorio di musica “ArrigoBoito” di Parma, situato findalle origini all’interno delcomplesso monastico di San-ta Maria del Carmelo, si svi-luppa da una scuola di can-to, attiva dal 1769 al 1792, eche riprende le attività nel1818, con il ducato di MariaLuigia, come scuola pubbli-ca per orfani all’interno del-l’Ospizio delle Arti (gli Ospi-zi Civili). Nel corso degli an-ni la scuola aggiunge al pro-prio insegnamento anche lapratica strumentale e ampliail numero dei suoi allievi pren-dendo il nome di Istituto Rea-le di Musica, con il regola-mento del 1855. Nel 1877 il Consiglio di Sta-to proclama la Regia scuoladi musica di Parma ente au-tonomo alle strette dipenden-ze del governo, decretando-ne il definitivo distacco da-gli Ospizi Civili. Dopo unperiodo di dissidi tra lo sta-to e i vecchi amministratori,

    con il decreto del 18 dicem-bre 1888 la scuola assume ladenominazione di Regio con-servatorio di musica, dive-nendo uno dei quattro piùantichi conservatori statali ita-liani insieme a quelli di Mi-lano, Napoli e Palermo. Il pas-saggio avviene sotto l’egidadi Giovanni Mariotti,1 che as-sume il ruolo di regio com-missario straordinario nel 1884,in sostituzione dell’allora di-rettore Giusto Dacci.2

    La nascita come istituzionestatale implica una suddivi-sione del patrimonio cultu-rale del Conservatorio: l’Ar-chivio musicale della Regiascuola di musica, cioè la bi-blioteca della scuola, com-posta da musica a stampa emanoscritta e volumi, forma-

    tosi grazie agli acquisti e al-le donazioni di privati, va acostituire, insieme ai fondi mu-sicali della Biblioteca Palati-na, la sezione musicale del-la Biblioteca Palatina, ove con-fluiranno in seguito tutti idoni librari ricevuti dal Con-servatorio. Questa bibliote-ca, interna al conservatorioma configurata amministrati-vamente come biblioteca sta-tale, sezione non autonomadella Biblioteca Palatina, è uncaso unico in Italia. La documentazione didatticae amministrativa, i beni mu-seali ed audiovisivi sono in-vece conservati a cura del Con-servatorio, che nel corso delNovecento ha istituito strut-ture adibite alla loro conser-vazione e valorizzazione: unmuseo storico e, più di re-cente, una mediateca.

    L’archivio storico e il suo riordino

    L’Archivio storico del Conser-vatorio di musica “A. Boito”raccoglie la documentazio-ne amministrativa (carteggi,registri, documentazione fi-

    Lavori in corso

    Tesserino di Giusto Dazzi, direttore tra il 1875 e il 1888 della Regia scuola di musica di Parma

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    Falstaff e Otello di GiuseppeVerdi (edizioni shakespearia-ne annotate, taccuini autogra-fi) – e come compositore delNerone (cartelle di abbozzi,fonti letterarie, una lira-chi-tarra, una maschera di Nero-ne, documentazione sulla pri-ma esecuzione postuma di-retta da Toscanini, Milano,Teatro alla Scala, 1924). Lo studio di Arturo Toscani-ni contiene il pianoforte amezza coda Steinway, donodi Vladimir Horowitz, diver-si oggetti d’arte e fotografie.Della sua biblioteca, costitui-ta da un migliaio di volumidi letteratura e saggistica ealcune musiche ricevute indono da musicisti amici, so-no di notevole importanzale opere su Wagner in di-verse lingue. Questo fondolibrario è già stato cataloga-to ed è possibile effettuarericerche tramite l’OPAC delsistema bibliotecario par-mense,7 mentre la biblioteca

    Lavori in corso

    e di tre volumi che raccol-gono lettere e documentidiversi – tra cui scritti di Boi-to, Paganini, Rolla, Puccini,Toscanini – conservati pres-so la sezione musicale dellaBiblioteca Palatina.4

    L’attività di riordino dell’ar-chivio, tuttora in corso, si èsviluppata attraverso opera-zioni che hanno portato alriaccorpamento di tutto il ma-teriale documentario collo-cato in diversi locali del Con-servatorio (segreterie, magaz-zini del museo, cantine, sot-totetti) ed al suo trasloco tem-poraneo in locali adatti al ri-ordino, alla suddivisione del-la documentazione tra archi-vio storico e di deposito (do-cumentazione afferente agliultimi quaranta anni), alloscarto autorizzato dei docu-menti ormai privi di valoreamministrativo e di interes-se storico e alla ricostruzio-ne delle serie archivistiche,derivate dall’attività ammini-

    strativa e didattica. In tal mo-do è stato possibile rico-struire le serie dei fascicolidei docenti e degli allievi, re-cuperare preziose testimo-nianze come la corrisponden-za relativa alla ristrutturazio-ne dell’edificio in epoca ot-tocentesca, comprendente pla-nimetrie, documentazione delperiodo fascista (temi per l’e-same di lettere, attestazionicirca la razza di docenti edalunni ecc.), “giornali del pro-fessore” di illustri docenti.

    Il Museo storico e la Mediateca

    Il Museo storico “Riccardo Ba-rilla” è incentrato sulla storiadell’istituto e dei musicisti at-tivi a Parma dalla secondametà dell’Ottocento. Apertonel 1986 ed istituzionalizza-to nel 2004, allestito all’inter-no del Conservatorio grazieall’impegno dell’omonima fa-miglia parmigiana, su inizia-

    tiva dell’allora presidente Gior-gio Paini, raccoglie la partemuseale dei doni ricevuti dalConservatorio, la collezionedegli strumenti musicali an-tichi e numerose fotografiee cimeli. Esso comprende an-che gli allestimenti degli studidi Arrigo Boito5 e Arturo To-scanini,6 donati dagli eredi.Lo studio di Arrigo Boito com-prende diversi oggetti ap-partenuti al maestro, tra cuiun pianoforte verticale e diverse riproduzioni d’arte.Inoltre esso include la note-vole biblioteca (formata dacirca 1.200 volumi), tipica diun colto umanista, ricca diopere di pregio tra le qualil’Encyclopédie di Diderot,testi classici latini, molta let-teratura europea, alcuni vo-lumi di musica (Palestrina, Be-nedetto Marcello, Beethoven),alcuni taccuini autografi. No-tevoli sono le testimonianzerelative all’attività di Boito co-me librettista – soprattutto per

    Lo studio di Arturo Toscanini, ricostruito presso il Museo storico del Conservatorio di Parma

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    tra proporrebbe una fruizio-ne integrata in ambiente di-gitale di un patrimonio oggifisicamente e amministrati-vamente suddiviso tra dueistituzioni con finalità istitu-zionali differenti: la fruizio-ne del pubblico generico especialistico per la Bibliote-ca Palatina, la formazione mu-sicale degli allievi e l’avvioalla ricerca per il Conserva-torio di musica “A. Boito”.

    Francesca Tramaloni Angela d’Elia

    Conservatorio di Musica “A. Boito”

    [email protected]

    [email protected].

    Note

    1 Studioso, archeologo, etnopa-leontologo, sindaco di Parmadal 1889 fino al 1915 e presi-dente del Conservatorio dal 1895al 1901.2 Giusto Severo Pertinace Dacci(Parma, 1840-1915), allievo con-vittore, poi insegnante ed infinedirettore della Regia scuola dimusica di Parma (1875-1888),elesse il Conservatorio di Parmaa erede universale, donando al-l’istituto rendite per istituirepremi per gli alunni e beni ditipologia libraria, museale, ar-chivistica.

    3 ASPR, Presidenza dell’Inter-no, bb. 121, 122, 123.4 .5 Arrigo Boito (Padova, 1842 -Milano, 1918), poeta, composi-tore e librettista italiano, dal1890 al 1891 fu direttore onora-rio del Conservatorio di Parma.6 Arturo Toscanini (Parma, 1867- Riversale, 1957), direttore d’or-chestra. Studiò violoncello ecomposizione presso la Regiascuola di musica di Parma; dal1898 diresse alla Scala e dal 1908fu al Metropolitan di New York.7 .8 Il Liceo musicale sperimentale,istituito nel 1977, con il quale siottiene la maturità artistica mu-sicale che permette di accederesia al corso superiore di Con-servatorio che a qualsiasi facoltàuniversitaria, rappresenta il pri-mo caso di tale sperimentazio-ne in Italia.9 ;. 10 Cleofonte Campanini (Parma,1860 - Chicago, 1919), direttored’orchestra, studiò violino allaRegia scuola di musica; ItaloCampanini (Parma, 1845 - Cor-cagnano, 1896), tenore.11 Ildebrando Pizzetti (Parma1880 - Roma 1968), composito-re, si diplomò in composizionenel 1901 al Conservatorio diParma.

    Lavori in corso

    dello studio di Boito dispo-ne, al momento, di un cata-logo cartaceo. I documentidi entrambi i fondi sono di-sponibili per la consultazio-ne interna. A supporto delleattività didattiche del Con-servatorio e dell’annesso Li-ceo musicale,8 è stata istitui-ta nel 2005 una Mediateca,che raccoglie la documenta-zione audio e video com-merciale, nonché l’archivio so-noro del Conservatorio, cheinclude registrazioni dell’atti-vità concertistica e didatticadel periodo 1970-1980.

    Per un progetto di valorizzazione in ambito digitale del patrimonio musicale ottocentesco: Giusto Dacci

    La ricchezza e complessità delpatrimonio conservato impo-ne una riflessione sulle pos-sibili modalità per la sua va-lorizzazione e preservazione,una volta completato il rior-dino dell’archivio storico e laredazione di un inventario,rendendo in tal modo piùagevole lo studio e la con-sultazione dei documenti.In particolare si pone il pro-blema di come riuscire adintegrare in ambito digitalele molteplici risorse presen-ti all’interno del Conservato-rio, formate da beni librari,museali ed archivistici. Taleproblematica non risulta si-no ad oggi affrontata nell’am-bito dei progetti digitali svi-luppatisi all’interno dei con-servatori di musica, che finoad oggi hanno riguardatoprincipalmente i beni libra-ri, e in particolare la digita-lizzazione dei manoscritti mu-sicali conservati nelle biblio-teche di Napoli, Firenze, Ve-nezia che confluiscono nel-la Biblioteca Digitale Italia-na o in progetti locali comea Firenze e a Milano.9

    Il patrimonio del Conservato-

    rio di musica di Parma con-sente invece di ideare un pro-getto di digitalizzazione cheincluda, oltre ai beni librari(manoscritti musicali e mu-sica a stampa), anche i do-cumenti d’archivio, le foto-grafie, gli oggetti museali, mi-rando a riunire in ambito di-gitale le testimonianze rela-tive all’attività di un musici-sta nei sui molteplici aspetti.Benché possano venire allamente nomi molto noti co-me quelli di Arturo Toscani-ni, dei fratelli Campanili,10

    di Ildebrando Pizzetti,11 si se-gnala come una tra le figurepiù significative su cui incen-trare un progetto Giusto Dac-ci, che ben rappresenta lacultura musicale a Parma nel-l’Ottocento, essendo stato dap-prima allievo poi insegnan-te e infine direttore della Re-gia scuola di musica, e chealla propria morte lasciò alConservatorio l’intero patri-monio personale. La sua at-tività come compositore e co-me autore di fortunati meto-di didattici è testimoniata dal-le edizioni già oggi catalo-gate in SBN. L’archivio stori-co del Conservatorio traman-da la memoria della sua atti-vità come direttore della Re-gia scuola di musica tanto neidocumenti ufficiali quantonei diari e nelle rassegnestampa sull’attività dell’istitu-zione da lui redatti, quantonelle fotografie degli allievida lui raccolte; il Museo neconserva i cimeli personali.La figura di Dacci potrebbeessere il punto di partenzadi un processo di ricerca evalorizzazione del patrimo-nio che coinvolga docenti edalunni del Conservatorio nel-la creazione di un semanticweb in cui riunire gli ogget-ti creati con la digitalizzazio-ne. Il progetto avrebbe cosìuna duplice valenza, in quan-to da una parte coniughereb-be la ricerca storica all’inno-vazione tecnologica, dall’al-

    Il patrimonio del Conservatorio di musica di Parma

    Museo storico “Riccardo Barilla”. Lo studio di Arturo To-scanini, lo studio di Arrigo Boito, la collezione di strumentimusicali, costumi di scena, le medaglie, i quadri, i diplomi, leraccolte di recensioni (scrapbooks) provenienti da donazionivarie (Campanini, Sacconi, Franzoni e altri). Si conservanoinoltre i punzoni per incidere musica degli editori Tovagliari.

    Archivio storico. Raccoglie 200 metri lineari di documenta-zione didattica e amministrativa della Regia scuola di musicadel Ducato di Parma (1861-1888) e del Conservatorio statale dimusica italiano (1888-1969).

    Mediateca. Possiede: 1.300 cd; 80 dvd; 1.300 lp 33 giri; 1.500lp 78 giri.

    Per informazioni: .Per informazioni sulla sezione musicale della Biblioteca Pa-latina: .

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