LaValMaira · contato nei libri di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giorgio Bocca e...

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30 Sabato 7 Settembre 2013 Corriere della Sera a cura di Caterina Ruggi d’Aragona © RIPRODUZIONE RISERVATA Negli anfratti con il gozzo L’aperitivo da bere al tramonto Sul tetto dell’isola I vigneti di malvasia Salina va vissuta dal mare. In barca. Oltre metà dell’isola, la più bella, non è percorribile su strada. Noleggiando un gommone, un motoscafo o un tipico gozzo colorato, potrete girarla tutta. Soffermatevi negli anfratti tra Lingua e Rinella, alzate lo sguardo su Punta Perciato, l’arco naturale scavato nella roccia (nella foto). Tardate per l’aperitivo al tramonto davanti a Pollara, la spiaggia del Postino: è una stretta lingua di terra sulla base di un cratere. Raggiungibili invece da terra la Locanda del postino, dove si mangia sotto un pergolato, o l’agriturismo Il cappero. Due ore di cammino da Santa Marina al Monte Fossa, il tetto delle Eolie (961 m). Sullo sfondo l’Etna e la Calabria. Nel cratere un castagneto secolare. In discesa, a Valdichiesa, visitate il santuario della Madonna del Terzito. Poi un bagno a Rinella, l’unica spiaggia di sabbia. Rientro in autobus o in aliscafo. Nel pomeriggio, spostatevi verso Malfa: incontrerete i vigneti di malvasia. Fermatevi in cantina (Fenech, Caravaglio, Virgona, Marchetta, Hauner) per una degustazione, cena a lume di candela all’hotel Signum, ex borgo immerso nel verde. Gli involtini di spada sulla terrazza fra i limoni Le scalinate fino al mare e il lido nell’uliveto GIORNI D al villaggio di Chiappera occorre scendere mezzo chilometro la carrozzabi- le di fondovalle per im- boccare il sentiero che porta al colle di Sautron e al confine con la Francia. Sono mille e cento metri di salita su di un tracciato molto ben segnato, che in circa quattro ore con passo regolare costi- tuiscono la prima parte del giro ad anello attorno alla Brec de Cham- beyron, la cima di roccia calcarea che con i suoi 3.389 metri d’altezza domina la testata della Val Maira. Sulle guide è segnato che il posto tappa del tour si trova solo al villag- getto di Fouillouze, dopo una caval- cata di almeno otto ore sul versante francese. Ma poco prima del colle, a quota 2.400 metri, proprio nel mez- zo dei resti di fili spinati della Secon- da Guerra Mondiale, postazioni d’ar- tiglieria abbandonate e fatiscenti bunker italiani in cemento armato crepato dagli sbalzi termici, appare all’improvviso la sagoma di un bi- vacco in legno. Comodo, spazioso, pulito, può ospitare una decina di persone e anche più. È intitolato a Danilo Sartore, un al- lievo 22enne della Scuola Militare Al- pina originario di Brà e caduto du- rante un allenamento di arrampica- ta nell’ottobre 2003. «Ho costruito di mia iniziativa questo bivacco che serva a tutti gli amanti delle monta- gne in memoria di mio figlio nel de- cennale della sua morte. Quasi nes- suno lo conosce. Spero che ora ven- ga segnalato presto sulle nuove car- te geografiche», dice il padre Tere- sio, operaio edile sessantenne in pensione e animatore del Club Alpi- no Italiano locale, incontrato per ca- so proprio mentre assieme ad un amico sta apportando le ultime fini- ture alla struttura. L’energia elettri- ca per l’illuminazione è garantita da pannelli solari, che servono anche ad alimentare un telefono utile per chiamare il pronto soccorso in caso di emergenza. L’acqua si trova inve- ce a una quindicina di minuti. Una struttura che facilita di molto la lun- ga tappa. Da qui si può anche sce- gliere di percorrere il «Sentiero Frassati»: stupenda cammi- nata per creste che si colle- ga ad altri bivacchi a ca- vallo con la Valle Stura. Sono solo pochi accen- ni per capire quanto nu- merose siano le possibilità di escursioni in questa regio- ne relativamente remota delle Al- pi occidentali. Siamo nel cuore del- le sedici valli occitane italiane, che costituiscono l’estremità più orien- tale dell’antica cultura della lingua- doca diffusa dalla Val d’Aran in Spa- gna e concentrata sui 32 dipartimen- ti della Francia meridionale. Terra di eresie e guerre religiose, di mas- sacri medioevali, di sfide all’ultimo sangue tra Chiesa cattolica, Catari e Valdesi. E anche terra di gente fiera, radicata nei suoi villaggi consolida- ti da tradizioni antiche, da profon- do senso di identità collettiva, pron- ti a combattere contro le ingerenze esterne. Come dimostra tra l’altro il retaggio della lotta partigiana rac- contato nei libri di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giorgio Bocca e tanti altri, che proprio qui ambienta- no alcuni degli episodi salienti. Val Grana, Val Varaita, alture e alpeggi alle propaggini del Monviso sono i rifugi naturali per chi sale da Alba e fugge le dolci colline facilmente ac- cessibili delle Langhe. «Da noi le bri- gate partigiane sono una realtà an- cora viva. I fascisti stavano nelle ca- serme a Dronero, Vinadio, Cuneo, Saluzzo. Ma i nostri vecchi combat- In nave o in aliscafo, fino all’isola verde delle Eolie. Approdo a Salina, la più grande e la più schiva, meta di una pausa settembrina. Lontano dalle mondanità di Panarea, che e’ raggiungibile in 20 minuti di aliscafo. Aeroporto consigliato Catania: un’ora e mezza di transfer per Milazzo e un’ora e 20 di aliscafo. Collegamenti anche da Napoli (nave il mart e il ven alle ore 20 arrivo alle 6), Messina, Palermo, Reggio Calabria. Alla fine della traversata le 7 isole vulcaniche emergono da un mare così blu che viene voglia di tuffarsi. Due i porti: Santa Marina Salina e Rinella. Più che una vacanza, un’esperienza che lascia il segno. Perché i profumi (capperi, agrumi, gelsomino, rosmarino) e i colori restano dentro. Vi sentirete a casa all’hotel Mamma Santina, a 800 metri dal porto di Santa Marina, nelle viuzze del centro storico, con piscina nel giardino di limoni. Al ristorante sulla terrazza eoliana, tra i migliori dell’isola, spaghetti alle 14 erbe e involtini di pesce spada e calamaretti ripieni. Il proprietario, Mario, vi svelerà i segreti dell’isola. Procurarsi un veicolo (possibile sbarcare con l’auto, meglio affittare uno scooter). Viaggi I nostri itinerari Da Catania a Milazzo La traversata in aliscafo Vacanza in 1 2 3 4 5 EOLIE 5 Il mare va conquistato, superando sentieri e scalinate. Per Punta Scario, a Malfa, bisogna avventurarsi tra enormi ciottoli. Disponibili solo materassini di gomma e squisite insalate eoliane nel punto di ristoro. L’unico lido attrezzato è Rapa Nui, a Santa Marina, con un bell’uliveto. Inevitabile la tappa da Alfredo, a Lingua, per il pane cunzato (quello tipico è con pomodori, melanzane, cucunci, i fiori dei capperi che fanno da padroni sull’isola, ricotta infornata) e la granita. In serata il porto si anima con musica che rimbalza, senza strafare, tra baretti e terrazze. Solitudine Uno scorcio della Val Maira, Alpi Occitane, dominata dalla cima di roccia calcarea della Brec de Chambeyron, 3.389 metri. Nella Valle è facile imbattersi in postazioni di artiglieria della II Guerra Mondiale (Corbis) L a chiave, innanzitutto. Non l’anonima tessera magnetica in uso in mol- ti hotel. No. Giuliano Vibilio, 62 anni, chef concierge del Gritti Palace di Venezia, agli ospiti, oltre al sorriso e alla cor- tesia, porge ancora la chiave col pomello d’ottone (su cui è inciso il numero della came- ra), e il fiocchetto. Buon se- gno. Lo storico albergo di Ve- nezia, riaperto da alcuni mesi dopo un profondo restauro (conservativo), ha mantenuto il suo stile. Anzi, l’ha accentua- to. Perfino nella divisa del por- tiere, che riprende i colori e il modello dei completi indossa- ti al Gritti quando principi e principesse, musicisti, scritto- ri, capi di stato, magnati ameri- cani, attori internazionali, arri- vavano a frotte in Laguna. L’epoca d’oro. «Perfetti, nei modi e nell’abbigliamento — Lungo il confine con la Francia. Piccoli bivacchi a sorpresa rendono più dolce il cammino Fra natura e cultura Fine estate a Salina, l’isola verde che profuma di gelsomino L’ex ragazzo dell’ascensore e il ghiaccio fatto con la Fiuggi Grandi Alberghi Il concierge del Gritti Alpi Occitane dove dove il tempo il tempo non è non è passato passato RI trovarsi per RI generarsi PROGRAMMA Spa-Speciale per Lui Accoglienza seguita da consulenza - Hammam o Sauna giornaliero 1 trattamento viso personalizzato 50' 2 impacchi fango Regina Isabella ad azione purificante e rilassante 2 idromassaggi 1 massaggio sincronizzato a 4 mani 40' 1 candle massage 45' 1 trattamento viso Rejuvenate Infusion 1 spa manicure 1 spa pedicure A partire da € 570,00 per persona, in camera doppia vista giardino. Il prezzo comprende il soggiorno per un long weekend di 4 giorni/3 notti, B&B e i trattamenti previsti nel programma “Spa-Speciale per Lui”. Per quotazioni soggiorno in altre tipologie di camere contattare l'ufficio prenotazioni: [email protected] Nella cornice incantevole dell’isola d’Ischia, trascorri momenti indimenticabili al Regina Isabella, il luogo ideale dove potersi isolare dal resto del mondo, rigenerarsi, ritrovare l’armonia e l’energia per vivere ogni giorno intensamente. Lacco Ameno, Ischia (NA) - Tel. +39 081.994322 - www.reginaisabella.it

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30 Sabato 7 Settembre 2013 Corriere della Sera

a cura di Caterina Ruggi d’Aragona© RIPRODUZIONE RISERVATA

Negli anfratti con il gozzoL’aperitivo da bere al tramonto

Sul tetto dell’isolaI vigneti di malvasia

Salina va vissuta dal mare. In barca. Oltre metà dell’isola, lapiù bella, non è percorribile su strada. Noleggiando ungommone, un motoscafo o un tipico gozzo colorato,potrete girarla tutta. Soffermatevi negli anfratti tra Lingua eRinella, alzate lo sguardo su Punta Perciato, l’arco naturalescavato nella roccia (nella foto). Tardate per l’aperitivo altramonto davanti a Pollara, la spiaggia del Postino: è unastretta lingua di terra sulla base di un cratere. Raggiungibiliinvece da terra la Locanda del postino, dove si mangiasotto un pergolato, o l’agriturismo Il cappero.

Due ore di cammino da Santa Marina al Monte Fossa, iltetto delle Eolie (961 m). Sullo sfondo l’Etna e la Calabria.Nel cratere un castagneto secolare. In discesa, aValdichiesa, visitate il santuario della Madonna delTerzito. Poi un bagno a Rinella, l’unica spiaggia di sabbia.Rientro in autobus o in aliscafo. Nel pomeriggio,spostatevi verso Malfa: incontrerete i vigneti di malvasia.Fermatevi in cantina (Fenech, Caravaglio, Virgona,Marchetta, Hauner) per una degustazione, cena a lume dicandela all’hotel Signum, ex borgo immerso nel verde.

Gli involtini di spadasulla terrazza fra i limoni

Le scalinate fino al maree il lido nell’uliveto

GIORNI

Dal villaggio di Chiapperaoccorre scendere mezzochilometro la carrozzabi-le di fondovalle per im-boccare il sentiero che

porta al colle di Sautron e al confinecon la Francia. Sono mille e centometri di salita su di un tracciatomolto ben segnato, che in circaquattro ore con passo regolare costi-tuiscono la prima parte del giro adanello attorno alla Brec de Cham-beyron, la cima di roccia calcareache con i suoi 3.389 metri d’altezzadomina la testata della Val Maira.Sulle guide è segnato che il postotappa del tour si trova solo al villag-getto di Fouillouze, dopo una caval-cata di almeno otto ore sul versantefrancese. Ma poco prima del colle, aquota 2.400 metri, proprio nel mez-zo dei resti di fili spinati della Secon-da Guerra Mondiale, postazioni d’ar-tiglieria abbandonate e fatiscentibunker italiani in cemento armato

crepato dagli sbalzi termici, appareall’improvviso la sagoma di un bi-vacco in legno. Comodo, spazioso,pulito, può ospitare una decina dipersone e anche più.

È intitolato a Danilo Sartore, un al-lievo 22enne della Scuola Militare Al-pina originario di Brà e caduto du-rante un allenamento di arrampica-ta nell’ottobre 2003. «Ho costruitodi mia iniziativa questo bivacco cheserva a tutti gli amanti delle monta-gne in memoria di mio figlio nel de-cennale della sua morte. Quasi nes-suno lo conosce. Spero che ora ven-ga segnalato presto sulle nuove car-te geografiche», dice il padre Tere-sio, operaio edile sessantenne inpensione e animatore del Club Alpi-no Italiano locale, incontrato per ca-so proprio mentre assieme ad unamico sta apportando le ultime fini-ture alla struttura. L’energia elettri-ca per l’illuminazione è garantita dapannelli solari, che servono anche

ad alimentare un telefono utile perchiamare il pronto soccorso in casodi emergenza. L’acqua si trova inve-ce a una quindicina di minuti. Unastruttura che facilita di molto la lun-ga tappa. Da qui si può anche sce-gliere di percorrere il «SentieroFrassati»: stupenda cammi-nata per creste che si colle-ga ad altri bivacchi a ca-vallo con la Valle Stura.

Sono solo pochi accen-ni per capire quanto nu-merose siano le possibilitàdi escursioni in questa regio-ne relativamente remota delle Al-pi occidentali. Siamo nel cuore del-le sedici valli occitane italiane, checostituiscono l’estremità più orien-tale dell’antica cultura della lingua-doca diffusa dalla Val d’Aran in Spa-gna e concentrata sui 32 dipartimen-ti della Francia meridionale. Terradi eresie e guerre religiose, di mas-sacri medioevali, di sfide all’ultimosangue tra Chiesa cattolica, Catari eValdesi. E anche terra di gente fiera,radicata nei suoi villaggi consolida-ti da tradizioni antiche, da profon-do senso di identità collettiva, pron-ti a combattere contro le ingerenzeesterne. Come dimostra tra l’altro ilretaggio della lotta partigiana rac-contato nei libri di Cesare Pavese,Beppe Fenoglio, Giorgio Bocca etanti altri, che proprio qui ambienta-no alcuni degli episodi salienti. ValGrana, Val Varaita, alture e alpeggialle propaggini del Monviso sono irifugi naturali per chi sale da Alba efugge le dolci colline facilmente ac-cessibili delle Langhe. «Da noi le bri-gate partigiane sono una realtà an-cora viva. I fascisti stavano nelle ca-serme a Dronero, Vinadio, Cuneo,Saluzzo. Ma i nostri vecchi combat-

In nave o in aliscafo, fino all’isola verde delle Eolie.Approdo a Salina, la più grande e la più schiva, meta di unapausa settembrina. Lontano dalle mondanità di Panarea,che e’ raggiungibile in 20 minuti di aliscafo. Aeroportoconsigliato Catania: un’ora e mezza di transfer per Milazzoe un’ora e 20 di aliscafo. Collegamenti anche da Napoli(nave il mart e il ven alle ore 20 arrivo alle 6), Messina,Palermo, Reggio Calabria. Alla fine della traversata le 7isole vulcaniche emergono da un mare così blu che vienevoglia di tuffarsi. Due i porti: Santa Marina Salina e Rinella.

Più che una vacanza, un’esperienza che lascia il segno.Perché i profumi (capperi, agrumi, gelsomino,rosmarino) e i colori restano dentro. Vi sentirete a casaall’hotel Mamma Santina, a 800 metri dal porto di SantaMarina, nelle viuzze del centro storico, con piscina nelgiardino di limoni. Al ristorante sulla terrazza eoliana, trai migliori dell’isola, spaghetti alle 14 erbe e involtini dipesce spada e calamaretti ripieni. Il proprietario, Mario, visvelerà i segreti dell’isola. Procurarsi un veicolo (possibilesbarcare con l’auto, meglio affittare uno scooter).

Viaggi I nostri itinerari

Da Catania a MilazzoLa traversata in aliscafo

Vacanza in

1

2

3

4

5

EOLIE5

Il mare va conquistato, superando sentieri e scalinate. PerPunta Scario, a Malfa, bisogna avventurarsi tra enormiciottoli. Disponibili solo materassini di gomma e squisiteinsalate eoliane nel punto di ristoro. L’unico lido attrezzatoè Rapa Nui, a Santa Marina, con un bell’uliveto. Inevitabilela tappa da Alfredo, a Lingua, per il pane cunzato (quellotipico è con pomodori, melanzane, cucunci, i fiori deicapperi che fanno da padroni sull’isola, ricotta infornata) ela granita. In serata il porto si anima con musica cherimbalza, senza strafare, tra baretti e terrazze.

SolitudineUno scorcio

della ValMaira, Alpi

Occitane,dominata

dalla cimadi roccia

calcareadella Brec de

Chambeyron,3.389 metri.

Nella Valleè facile

imbattersi inpostazioni

di artiglieriadella II Guerra

Mondiale(Corbis)

L a chiave, innanzitutto.Non l’anonima tesseramagnetica in uso in mol-

ti hotel. No. Giuliano Vibilio,62 anni, chef concierge delGritti Palace di Venezia, agliospiti, oltre al sorriso e alla cor-tesia, porge ancora la chiavecol pomello d’ottone (su cui èinciso il numero della came-ra), e il fiocchetto. Buon se-gno. Lo storico albergo di Ve-nezia, riaperto da alcuni mesi

dopo un profondo restauro(conservativo), ha mantenutoil suo stile. Anzi, l’ha accentua-to. Perfino nella divisa del por-tiere, che riprende i colori e ilmodello dei completi indossa-ti al Gritti quando principi eprincipesse, musicisti, scritto-ri, capi di stato, magnati ameri-cani, attori internazionali, arri-vavano a frotte in Laguna.L’epoca d’oro. «Perfetti, neimodi e nell’abbigliamento —

Lungo il confine con la Francia.Piccoli bivacchi a sorpresarendono più dolce il cammino

Fra naturae cultura

Fine estate a Salina,l’isola verdeche profuma di gelsomino

L’ex ragazzodell’ascensoree il ghiaccio fattocon la Fiuggi

Grandi Alberghi Il concierge del Gritti

AlpiOccitane dovedove

il tempoil temponon ènon èpassatopassato

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A partire da € 570,00 per persona, in camera doppia vista giardino.Il prezzo comprende il soggiorno per un long weekend di 4 giorni/3 notti,B&B e i trattamenti previsti nel programma “Spa-Speciale per Lui”.

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Isabella, il luogo ideale dove potersi isolare dal resto del mondo, rigenerarsi, ritrovare

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tevano dalle malghe alte», spiegaBruna Sardi, che a Macra, in me-dia Val Maira, gestisce una pen-sione assieme al padre Jack. Unasera d’estate, mentre lui raccon-ta il giorno del suo reclutamen-to da «bocia» diciassettennenelle brigate di «Giustizia e Li-bertà», dopo lo sfascio del re-gime l’8 settembre 1943, Bru-na d’impeto regala «I Sentieridella Libertà», un volumettodi escursioni nella provinciadi Cuneo, che furono teatrodi episodi della Resistenza.

Un altro libretto sta nel suo uf-ficio ed è indispensabile per il visita-tore. Si chiama «Le Chiese diMistà»: la compilazione dei tesoriromanico-gotici nelle più celebri

tra le valli occitane. Da non perderegli affreschi nella chiesetta di Elvadel pittore fiammingo Hans Cle-mer, invitato a nel 1492 dall’illumi-nato Marchese di Saluzzo FedericoII. Per muoversi sul territorio nellabassa e media valle tra mulattierepartigiane e affreschi religiosi lostrumento migliore è «Chaminar enVal Maira» di Bruno Rosano, unacartina geografica super dettagliatain scala uno a ventimila che è in

vendita nelle edicole e librerie loca-li. Vi è evidenziata la rete lunga ol-tre 120 chilometri di «percorsi occi-tani» ormai nota in tutto il mondoper i suoi collegamenti tra anticheborgate, villaggi abbandonati, ere-mi e monasteri affrescati, tutti rag-giungibili con anelli a piedi che van-no dalle tre alle otto ore e attrezzaticon posti tappa dove mangiare edormire da primavera a tardo autun-no. Tanti scelgono proprio di venire

in media valle tra metà settembre efine ottobre per godere dei colori au-tunnali.

Il tour dello Chambeyron è inve-ce consigliato a piedi da fine giugnoai primi di ottobre. Dal bivacco Sar-tore raggiungere il colle Sautron(2.719 metri) è un gioco da ragazzi.Vi si arriva in meno di un’ora. Daqui seguono una breve, ripida disce-sa per morene e una netta svolta sul-la destra verso gli ampi valloni cheportano prima al colle della Portio-letta e poi quello del Vallonet. L’am-biente è austero, si cammina tra irtepareti rocciose, nevai e prati verdicostellati di laghetti blu intenso ali-mentati da decine di torrenti. An-che qui sono visibili i fortini e ibunker costruiti dopo la primaGuerra Mondiale e ora in totale sta-to d’abbandono, ma sono tutti fran-cesi. Infine una dolce discesa porta

alle pinete sotto i due-mila metri e al rifugiofrancese a quota 1.886:un’antica locanda fattadi muri spessi, fine-strelle incassate e pavi-menti di legno scuro.Il giorno dopo occorresalire in circa due oreal rifugio del Club Alpi-no Francese custoditodello Chambeyron (incaso manchi il guardia-no, il locale invernale èsempre aperto, ben for-nito e spazioso). Latraccia è ben segnata,difficile sbagliare an-che con nebbia. Le co-se sono invece un po-co più complesse sulleampie gobbe moreni-che che adducono alcolle Gippiera, che con

i suoi 2.930 metri rappresenta laquota più elevata dell’intero anello.Anche qui il terreno è puntellato dilaghi. Tanti salgono dalla Franciaanche solo per ammirare il «Lac desNeuf Couleurs» circondato da ardi-te cime di tipo dolomitico. Una par-ticolarità nelle Alpi occidentali, do-ve il granito e lo gneiss dominanoquasi sempre incontrastati. Il collesegna il rientro in territorio italia-no. Cento metri sotto si trovano illago di Vallonasso e il Bivacco di no-ve posti dedicato a Beppe Barenghi,morto 34enne durante una spedizio-ne himalayana del Cai sul MonteApi nel 1954. Scivolò nelle acque ge-lide di un fiume e il suo corpo nonfu mai più trovato. Quando nonghiaccia, di fronte al bivacco si tro-va una fontana. Per tornare a Chiap-pera sono adesso necessarie altredue o tre ore. Una camminata in di-scesa ripida nell’ultima parte, sem-pre addolcita dal panorama sull’in-tera Val Maira.

Lorenzo Cremonesi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Val Mairacon le sue chiese

affrescate, i reticolatidella guerra

e il ricordo ancoravivo dei partigiani

Il filmIn Val Maira è ambientato il film «Ilvento fa il suo giro» diretto nel 2005da Giorgio Diritti. Il titolo riprende unproverbio occitano, col significato di«tutto ritorna». Si tratta di un film inlingua italiana, occitana e francese;queste ultime sono sottotitolate initaliano. Protagonisti della pellicola laValle Maira, una delle valli occitane dellaprovincia di Cuneo, e il paesino diUssolo, frazione di Prazzo situato aquota 1.300 metri. Nel film non vienecitato il nome reale del paese; si fainvece riferimento a Chersogno, nome difantasia, probabilmente ispirato dalvicino monte Chersogno. Parte degliattori sono abitanti del luogo.

I dipintiA Elva si trovanobellissimi dipinti diHans Clemer, dettoMaestro d’Elva,vissuto a cavallo fra1400 e 1500. Fuesponente dellapittura gotico-fiamminga. Nellachiesa parrocchiale diElva c’è un suo ciclo diaffreschirappresentanti scenedella vita di Maria euna maestosaCrocifissione, databile

al 1493 (nella foto a sinistra)Antichi mestieriNel 2010 è nata la Confraternita degliAcciugai della Val Maira(confraternitadegliacciugai.it) per ricordareun antico mestiere nato dal commerciolungo la via del sale, che permetteva diportare nelle valli piemontesi leacciughe, dando a quei luoghi isolati econ poche risorse, un mezzo perassicurarsi la sopravvivenza

ricorda Vibilio —. Nel tardopomeriggio, all’ora dell’aperiti-vo le signore scendevano inlungo, gli uomini in abito scu-ro». Eleganza d’altri tempi.«Eppure, oggi, c’è chi si lamen-ta perché alcuni clienti vesto-no in modo inadeguato. Giu-sto. Ma se intervengo, devofarlo con tatto, magari conuna battuta», dice il concierge.Che, da par suo, è impeccabi-le: pantaloni grigio-neri, giac-

ca nera lunga, gilet bianco, cra-vatta nera «fermata» da unaperla.

Chef concierge dal 2009(guida una squadra di 10 colla-boratori), Vibilio ha fatto car-riera dentro il Gritti dove fu as-sunto nel 1969, come lift, cioèil ragazzo in guanti bianchi ad-detto all’ascensore. Fu, allora,che vide arrivare CharlieChaplin e famiglia. «Era giàvecchio e malandato. Appena

sceso dal motoscafo, chieseuna sedia. C’erano giornalistiovunque. Un assedio, non fupossibile trattenerli». Dopo unpaio d’anni, il giovane Giulia-no passa al servizio commis-sioni. «Fondamentale — spie-ga —. Giravo per Venezia co-me una trottola, recapitando

cose, cercandone altre, secon-do i desideri degli ospiti. Unavolta, impazzii per tre giornidietro agli zoccoli da giardi-naggio, identici a quelli che lasignora americana aveva ac-quistato tre anni prima in cit-tà. Ne voleva un altro paio manon ricordava il negozio e sul-

le calzature usate non c’era al-cuna scritta o segno di identifi-cazione. Alla fine, ce l’ho fat-ta». Vibilio, diventato poi con-cierge e capo concierge, po-trebbe raccontare mille episo-di (stravaganze, capricci, ab-bandoni) attorno alla clientelaluxury. Che paga molto ed esi-ge tanto. Rammenta, per esem-pio, un vezzo della principessaMargaret d’Inghilterra che «vo-leva i cubetti di ghiaccio fatticon l’acqua di Fiuggi». «Woo-dy Allen era un tipo piuttostoriservato — continua —. Ap-prezzava la buona cucina echiedeva sovente consigli suiristoranti». Gianni Agnelli, in-vece, non ammetteva che altri,se non il suo maggiordomopersonale, gli preparasse il ba-gno. Ancora: «Non posso di-menticare un certo misterFrank, di cui mi sfugge il co-gnome, che faceva acquistareogni giorno un mazzo di roserosse. A una a una le regalava

alle signore dell’hotel. Inoltre,adorava tagliare di netto il col-lo alla bottiglia di champagneanziché farla stappare». E unasera Paolo Villaggio si proposesoccorrere il portiere, impe-gnato in una sfinente conver-sazione telefonica con una la-dy che chiamava dalla camera.

«Passala a me — mi disse — Ledomando io che cosa vuole».«Roger Moore, ex 007, era unsimpatico mattacchione, moltoalla mano — confida Vibilio—. Riservatissimo Giulio An-dreotti, ottimo cliente, comemolti politici. Al Gritti sonopassati tutti. Da Prodi a Berlu-

sconi. Il cavaliere, però, fu no-stro ospite parecchi anni fa, pri-ma di scendere in campo». Ri-corda la vedova di Igor Stravin-sky (sepolto a Venezia), signo-ra di gran classe; e Indro Mon-tanelli, intento a raccontare «diquando fu ferito dalle Br».

La clientela di oggi? «Stra-niera. Americani, inglesi, maanche sauditi, russi, turchi.Gli italiani non superano il 10per cento». «Il cliente, famosoo meno, è sacro — puntualiz-za Vibilio —. Sia che mi chiedadi organizzare una gita in La-guna, di prenotare un aereo odi trovare il luogo più romanti-co di Venezia per la propostadi matrimonio alla fidanzata».Succede ancora? «È un’abitudi-ne ricorrente tra le coppie ame-ricane». La donna più bella,ospite del Gritti? Ci pensa unattimo, poi va deciso: «NicoleKidman».

Marisa Fumagalli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ospiti celebriGiulianoVibilio (fotoSabadin/Vi-sion) e WoodyAllen confamiglia sullaterrazzadel Gritti

Incontri

Anni ’30

MA

PP

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VERD

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«Woody Allen? Moltointeressato alla buonacucina. La donna piùbella? la Kidman»

Due giovani donne negli abititradizionali della Val Mairain un’immagine scattatanegli Anni Trenta (Alinari)

Da vedereLa mappadella ValMaira, vallealpina inprovincia diCuneo cheprende ilnome daltorrenteMaira. Lacrocefissionedi HansClemer e unafoto d’epocadegli acciugai

Arte e antichi mestieri