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18- Atti aziendali: manager pubblici o incursori contro la sanità pubblica? 17- Meno diritti: al lavoro anche se malati 25- Ospedali psichiatrici giudiziari in Piemonte 26- Lotte: la psicologia non deve morire 28- Donne: aumenta ricorso agli antidepressivi 29- Cronache dalla Val Susa, un secolo dopo 30- Italiani e politica: stato mentale da Tso? 32- Pensioni: state attenti al Fondo Perseo 34- Mobbing, una malattia professionale 36- Fondi Hiv: irregolarità nell’utilizzo regionale ---- e altri articoli, notizie, commenti Racconti e Opinioni la la la la la v v v v v or or or or or o o o o o e salut salut salut salut salut e e e e e www.lavoroesalute.org DENTISTA SOCIALE a Torino Qualità e giusto prezzo 50% in meno dei prezzi di mercato 30-40% in meno delle tariffe pubbliche Preventivo gratuito 333.3391309 - 339.6735043 Anno 29 * n.5 novembre 2013 Periodico finanziato da promotori e lettori * Diretto da franco cilenti Suppl. rivista dell’Associazione Onlus “ Medicina Democratica ” Dir. resp. fulvio aurora * Edizione del Piemonte O ti racconti O sei raccontato O ti racconti O sei raccontato O ti racconti O sei raccontato O ti racconti O sei raccontato O ti racconti O sei raccontato Scrivi a [email protected] AUMENTATA LA CORRUZIONE NELLA SANITÀ ladri e riveriti SPROFONDO COTA VIAGGIO TRA I DANNI DELLE POLITICHE REGIONALI SULLA VITA DEI PIEMONTESI a cura del Gruppo consiliare alla Regione Piemonte di Rifondazione Comunista IL CD DISTRIBUITO gratuitamente CON inchiesta lavoro &migranti pag. 19/24 da pag. 2 a pag. 11 COTA FA CASSA CON I TAGLI AL PERSONALE DELLA SANITÀ SOPPRESSIONE FEDERAZIONI: Grave sconfitta della Giunta LA SALUTE DELLE DONNE E' L'ULTIMO DEI PENSIERI DI COTA Eleonora Artesio a pag. 13 e 14 la la la la lavor or or or oroe salut salut salut salut salute Recensione a pag. 38 Crisi e sindacati: ma che razza di sciopero è? pag. 40 16- Tagli ai servizi: storie di resistenza

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18- Atti aziendali: manager pubblici oincursori contro la sanità pubblica?

17- Meno diritti: al lavoro anche se malati

25- Ospedali psichiatrici giudiziari in Piemonte

26- Lotte: la psicologia non deve morire

28- Donne: aumenta ricorso agli antidepressivi

29- Cronache dalla Val Susa, un secolo dopo

30- Italiani e politica: stato mentale da Tso?

32- Pensioni: state attenti al Fondo Perseo

34- Mobbing, una malattia professionale

36- Fondi Hiv: irregolarità nell’utilizzo regionale---- e altri articoli, notizie, commenti

Racconti e Opinioni

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AUMENTATA LA CORRUZIONE NELLA SANITÀ

ladri e riveriti

SPROFONDOCOTA

VIAGGIO TRAI DANNI DELLE

POLITICHEREGIONALI

SULLA VITA DEIPIEMONTESI

a cura del Gruppoconsiliare alla

Regione Piemontedi Rifondazione

Comunista

IL CDDISTRIBUITOgratuitamente

CON

inchiestalavoro

&migrantipag. 19/24

da pag. 2a pag. 11

COTA FA CASSACON I TAGLIAL PERSONALEDELLA SANITÀ

SOPPRESSIONEFEDERAZIONI:Grave sconfittadella Giunta

LA SALUTEDELLE DONNEE' L'ULTIMO DEIPENSIERI DI COTA

Eleonora Artesioa pag. 13 e 14

lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee

Recensione a pag. 38

Crisi e sindacati:ma che razzadi sciopero è?

pag. 40

16- Tagli ai servizi:

storie di resistenza

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La Speranzaha due

bellissimi figli:lo sdegno

e il coraggio...Lo sdegno

per la realtàdelle cose,il coraggio

per cambiarle"Pablo Neruda

2 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e anno 29° n° 5 novembre 2013

cile542013

di franco cilenti

editoriale

A CHI CORROTTO?

Chi è senza peccatomi lanci addossodi tutto e di più!

Calma, meglio precisare!l’invito è rivolto solo

a quelli che vivacchianoaggrappati a me

e ai miei simili

Altro fenomeno corruttivo, o po-tenzialmente tale, è quellodell’abusivismo: casi di personeche svolgono attività senza i ne-cessari requisiti.Le stime degli ordini professionaliparlano di circa 30.000 abusivi,di cui 15.000 falsi dentisti, men-tre i controlli dei Nas parlano, peril 2009, di 1.170 persone denun-ciate per esercizio abusivo dellaprofessione medica, di cui la metàfalsi odontoiatri. Purtoppo anchei subordinati del settoreinfermieristico sono dentro que-sto malcostume, come conferma-no i dati dei Nas del biennio 2010/11 che segnalano 1.023 casi diabusivismo tra gli infermieri.Secondo i dati del convegno "Spre-chi e corruzioni in Sanità: quali ri-medi?", nel 2012 4 solo 4 regionihanno registrato un massimo di 2casi di corruzione.I casi di corruzione analizzati daTransparency Italia rientrano in 5fasce: nomine, farmaceutica.E poi c'è l’ingorda sanità privatache utilizza più voracemente chenela sanità pubblica il sistema Drgper modificare il valore delle pre-stazione. Le infiltrazioni mafiose,il riciclaggio di danaro sporco e tut-te le attività correlate fanno il re-sto. Il tragico è che abbiamo que-sto governo che per sua naturaoggettiva e soggettiva non può,neanche in questo campo, metter-si in discussione per avviare unprocesso di lotta alla corruzionee di razionalizzazione degli spre-chi da malagestione nella sanità

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La corruzione in Sanità è statacertificata anche dal punto di vi-sta istituzionale dall'agenzia nongovernativa TransparencyInternational Italia, in collabora-zione con RISSC (Centro ricerchee studi su sicurezza e criminalità)e Ispe-Sanità.Quanto riscontrato dall’inchiestaè raccapricciante per chi ha butta-to solo un’occhio superficiale alfenomeno limitandosi a leggeresolo i fatti di cronaca e mai si èfermato a riflettere, limitandosi aschifarsi di un sistema che si mi-metizza facilmente additando i sin-goli, siano essi potenti della sanitàe dintorni e siano essi sprovvedutioperatori trovati con il dito in pic-coli barattori di marmellata, suiquali la stampa (spesso con le maniin pasta con i propri azionisti inaffari nel settore sanitario pubbli-co e privato) mostra il cappio perbuttarli in bocca alla morbosità ealla scandalistica superficialità po-polare; si veda il caso degli opera-tori che accettano, volenti onolenti, elemosina da imprese dipompe funebri.Nel 2012 nel comparto sanitario-farmaceutico sono state indagatequasi 5mila persone, con 173 ar-resti. Poca cosa a fronte di un si-stema che vive sulla corruzione

diffusa.Ai vertici di questa lista di “catti-vi” non ci sono i soliti politici, maanche i rappresentanti della co-siddetta “società civile”.La prima categoria degli indagatiè quella dei medici (36 per centodel totale), mentre al secondocompaiono i dirigenti delle azien-de sanitarie pubbliche (17%).

La domanda è:cosa fare permonitorare unfenomeno chevive e vegetasull'omertà el'impunità deipotenti? Soloun’infima partedi questi vienepescato e pro-

cessato. Da dove iniziare?Per quanto riguarda le nomine, lostudio rivela come la cattiva poli-tica utilizzi la Sanità come terrenoprivilegiato per costruire serbatoielettorali voti e lobby di potere. Lanomina a direttore generale e dialtri dirigenti apicali rappresenta-no la merce di scambio.Le garanzie fornite da tantissimimanager delle grandi ASl a coloroi quali "politicamente" hanno fa-vorito la loro elezione sonopropeduetiche durante il mandatoai processi di corruzione.Quanto costano le tangenti nellaSanità? Pare che la cifra si aggirasui dieci miliardi di euro all’an-no! E parlano di crisi dell’econo-mia italiana e fanno taglidraconiani al lavoro per la salute.Politica criminale!

La malapiantadella corruzione edella malagestionepolitica in sanità

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 3

che preveda una nuova e demo-cratica riforma sanitaria, sulla sciadella sempre attuale legge 833 del1078, che liquidi del tutto i nefa-sti meccanismi dell'aziendaliz-zazione. Di conseguenza, appun-to in rispetto della sua naturacommistiva, il governo PD/PdLprevede un ulteriore batosta allasalute di cittadini e al lavoro deglioperatori con incrementoesponenziale e ine-vitabile dei proces-si di privatiz-zazione, che, guar-da caso!, sono quel-li più infiltrati dal-l'intervento mafiosoe criminale.E’ vero che questogoverno con la leg-ge 190/2012 hadato molti strumen-ti a tutta la pubbli-ca amministrazioneper cercare di au-mentare la traspa-renza e contrastare corruzione eillegalità. Ma è altrettanto veroche le leggi in Italia, quando ri-guardano i terreni legali e illegalidei potenti, sono fatte per gabba-re il santo, come sempre indivi-duato nei lavoratori e nei cittadi-ni in generale.La legge anticorruzione nella Pub-blica Amministrazione parla del-la possibilità di immettere in ogniente pubblico “Piani Triennali diPrevenzione della Corruzione”. Achi vive nel mondo della sanità inposizione subordinata una doman-da sorge spontanea: chi controllache questi Piani non siano l’en-nesima pila di documentazioneallineata negli scaffali delle Dire-zioni Generali?Inoltre questa legge prevede la fi-gura del responsabile per la pre-venzione della corruzione; do-manda: chi nomina questi soggetti

incorruttibili? Vogliamo scommet-tere che saranno soggetti organi-ci alle amministrazioni e la nomi-na sarà l’ennesima merce discambio su vecchie e nuove pol-trone?Constatiamo però un elementoinnovativo con la prevista tuteladel dipendente che segnala com-portamenti illeciti, definitala “ve-detta civica”. In teoria il pubbli-co dipendente che denuncia ille-citi di cui sia venuto a conoscen-za, non può essere sanzionato, li-cenziato o sottoposto ad una mi-sura discriminatoria, ovviamentee giustamente, escludendo i casi

di calunnia odiffamazione, pervendetta personaleo sentito dire.Ma la nostra positi-va constatazione siscontra con la real-tà quotidiana chenon permetterà maial subordinato con-trattuale di “parla-re” e segnalare unaspetto corruttivo,il perchè è elemen-tare: oggi non ha

nessuna protezione politica e sin-dacale!Quindi, dell’aspetto teoricamen-te innovativo possiamo trarne soloulteriore stato d’animo di scon-forto e solitudine.Certo, ci sono pochi coraggiosiche si espongono a causa dellaloro integrità morale, politica esindacale, però sono i DonChisciotte sconfitti dallo stato dicose presenti che dovremmo ab-battere stando insieme in tantis-simi, perchè la sanità pubblica havitale bisogno di monitoraggio,istituzionale e civico, per evitareche gli investimenti finiscano nel-le tasche di corrotti e corruttorimoltiplicando i danni in terminidi prestazioni inadeguate, atteseinterminabili, posti letto mancan-ti, strutture fatiscenti…Il progetto “Illuminiamo la salu-te” lo propone alla collettività.

La malapiantadella corruzioneCONTINUA DA PAG. 2

Informati orintronatiCon questo numero di “La-voro e Salute” siamo alla finedel ventinovesimo anno dipubblicazioni.Abbiamo inziato quando nonc’era internet e la produzionedi informazione dalla partedei lavoratori venivaveicolata solo dalla distribu-zione cartacea.Oggi ci sono tanti blog chesvolgono il ruolo di antidotoalla manipolazione dell'infor-mazione. Una manipolazionedell'informazione fatta dicensura, silenzio su tanti con-cetti scomodi ai poteri e sullemanifestazioni di protesta,con solo lo scopo di comuni-care messaggi politici e cul-turali di parte.Una manipolazione fatta dispettacolarizzazione deidrammi e delle tragedie uma-ne per instillare morbositàimmobilizzante e impotentenei lettori e nei telespettatori.Invece la controinforma-zione dei blog e dei siti webfuori dal cortile dei poteri, egli stessi periodici cartaceiautoprodotti come “Lavoro eSalute”, porta avanti la noti-zia "proibita", la notizia"scomoda", "quello che glialtri non dicono".Tutto ciò con coscienza criti-ca, con analisi razionale per"resistere" allo strapoteredell'informazione dei "poteriforti" e delle lobby che cigovernano, in funzione diuno Stato che si è schieratodalla loro parte.E sia di poteri e delle lobbylocali con le loro ramificazio-ni nei luoghi di lavoro ope-ranti i loro “bravi” dimanzoniana memoria, con unturn-over che non corre ilrischio di venire bloccato.Mica sono lavoratori deditialla cura e all’assistenza!

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4 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

malcostume e malagestione

ALLARME: Corruzione senza freniE’ stato presentato a Roma un dossier dal titolo ‘Illuminiamo la salute. Per non cadere nella ra-gnatela dell’illegalita”, curato da Libera, Avviso pubblico, Coripe e Gruppo Abele.Questo lavoro intende sostenere i tanti operatori che ogni giorno si impegnano, con il loro limpidooperare professionale e spesso esponendosi contro il micro malaffare quotdiano, a contrastarei vari fenomeni di discrezionalita affaristica ed esplicita illegalita’ connaturate alla malagestionedel sistema manageriale in auge. La corruzione, e non di rado la spicciola infiltrazione mafiosa equella propriamente organizzata che leggiamo nella cronaca degli scaldali, rappresentano il can-cro della sanità pubblica.Dal rapporto emerge un dato più che allarmante, in Europa il 5,6 del budget per la sanità è assor-bito da corruzione e mafia e l’Italia fa la sua parte da protagonista. Nel solo triennio 2010-2012 lestime della guardia di finanza (e parliamo solo di stime) indicano in 1,6 miliardi la perditaerariale, solo per i reati effettivamente accertati, quindi, con ogni probabilità, la cifra è molto piùalta. Si tratta di soldi che ogni anno sono sottratti alla cura e all’assistenza di chi ne ha bisogno.Recentemente sono stati introdotti o potenziati alcuni strumenti per la lotta a questo reato che po-trebbero produrre buoni risultati. La legge 190/2012 prevede la predisposizione del Pna (pianonazionale anticorruzione) negli enti pubblici che prevede piani triennali di prevenzione alla corru-zione e introduce la figura del responsabile per la prevenzione alla corruzione. Ma la legge deveancora essere attuata nella sua interezza. E’ urgente adottare una maggiore trasparenza nelle pro-cedure degli appalti e delle forniture perché è qui che si nascondono la maggior parte degli spre-chi ed è proprio in questo settore che viene alimentata la corruzione, spesso opera della criminali-tà organizzata.

LA CORRUZIONEIN SANITÀIl Rapporto sulla corruzione in

Italia individua il settore della sa-nità tra quelli maggiormente espo-sti al rischio di corruzione per ov-vie ragioni di carattere finanziario. Si tratta infatti di uno dei settoripiù rilevanti in termini di spesapubblica: nel 2011 all’incirca 140miliardi di euro, dei quali 28 mi-liardi “out of pocket”, esborsi cioèsostenuti direttamente dalle fami-glie per acquistare beni e servizisanitari. A questa spesa corrispon-dono circa 750mila occupati, dicui 240mila medici.Una spesa gestita da decisioni am-ministrative che si rinnovano fre-quentemente, esposte dunque atentativi di condizionamento ille-cito che possono assumere varieforme: acquisti inutili di beni e ser-vizi, contratti senza gara o garesvolte in modo illegale, assunzionie inquadramenti illegittimi, falsitàe irregolarità nelle prescrizioni deifarmaci, inadempimenti e irrego-larità nell’esecuzione dei lavori enella fornitura dei beni, manipola-zioni, per interesse lobbistici, nei

tante sue componenti, l’importan-za assoluta di questo servizio nelwelfare italiano. Una recente analisi ricostruisce il“modello” della corruzione nella

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risultati delle ricerche. Esiste in-somma una sanità che potremmodefinire “grigia”.Quanto diremo nel proseguo nonscalfisce la “qualità”, complessi-vamente buona, della sanità italia-na, la competenza e l’impegno di

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 5

sanità. Il sistema di tutela dellasalute, viene ricordato, è una po-tente rete di relazioni che coinvol-gono professionisti, imprese, asso-ciazioni, istituzioni, cittadini.La rete è fondata su regole e con-venzioni. Il suo funzionamento siinceppa quando qualcuno abusadel potere e rompe l’implicito pat-to di fiducia che lega i tre soggettiprincipali del “sistema” sanità:l’operatore della salute, il decisore(politico e tecnico), la comunitàdei cittadini.Ecco allora crearsi una sorta diragnatela che intreccia tra loro in-teressi privati a danno delle collet-tività. Ragnatela retta da fili por-tanti: le asimmetrie informative trapazienti, professionisti, gestori diservizi. E i conflitti di interesse chesorgono quando l’interesse prima-rio (la salute di un paziente) vieneinfluenzato da un interesse secon-dario (il guadagno economico o ivantaggi personali).Qualche esempio: il furto “inter-no” di medicinali, la richiesta dirimborsi indebiti, il cosiddettocomparaggio farmaceutico.Poi le false attestazioni, l’altera-zione delle cartelle cliniche e delle“liste d’attesa”, l’abusivismo pro-fessionale, l’evasione e l’elusionedei ticket sanitari, la manipolazio-ne dei dati offerti da ricerche scien-tifiche finanziate al solo scopo diottenere determinati risultati.La letteratura fornisce dati som-mari sul peso dell’illegalità nel set-tore della tutela della salute.Negli Stati Uniti, una quota varia-bile tra il 5 e il 10 per cento dellaspesa sostenuta dai programmipubblici Medicare e Medicaid èassorbita da frodi e abusi.

La Rete europea contro le frodi ele corruzioni nel settore sanitario(www.ehfcn.org) ha stimato che inEuropa il 5,6 per cento del budgetper la sanità è assorbito dalla cor-ruzione.In Italia la quota “estratta” dallacorruzione di fondi per la sanitàviene calcolata in 10 miliardi dieuro. Un italiano su due è convin-to che il settore della “sanità” siaquello in cui più si annidi la corru-zione.Le stime effettuate dalla solaGuardia di finanza per il triennio2010/2012 indicano in 1,6 miliar-di di perdita erariale l’effetto dellacorruzione nella sanità.E si tratta dei soli reati effettiva-mente accertati dalle forze dell’or-dine.Stime più complete dovrebberoriguardare fenomeni con impattoprevalentemente economico comele sovrafatturazioni, il com-paraggio, le tangenti sugli appaltiche si ripercuotono soprattutto o

principalmente sui conti della sa-nità. E i fenomeni con impatto pre-valentemente clinico e scientificocome l’erogazione di prestazioninon necessarie che si ripercuoto-no anche sulla salute dei cittadini-pazienti.La corruzione nella sanità deter-mina un aumento anche di costiindiretti: la perdita di fiducia, ildanno di immagine per la PA, ilfreno all’innovazione, l’accentua-zione di divari nella qualità dellavita a svantaggio delle parti piùdeboli della popolazione. Ancora, la potenzialità di corru-zione è spesso fattore attrattivo perinfiltrazioni nel settore sanitariodella criminalità organizzata.I MEZZI PERCONTRASTARLAQuali gli strumenti di lotta, oltregli scontati richiami all’etica, allatrasparenza, al senso civico? Sipunta sulla nuova legge anti-cor-ruzione che prevede lapredisposizione di piani territoria-li di prevenzione, l’istituzione di unresponsabile per la prevenzionestessa, la tutela del dipendente chesegnala comportamenti illeciti, ilcosiddetto whistleblower (la “ve-detta civica”).E in effetti, nel caso della Lom-bardia, la presenza di una anchepiccola “vedetta” di marcadeamicisiana avrebbe forse anti-cipato fenomeni di corruzioni nel-la “sanità grigia”.Si può pensare anche alla promo-zione di norme che premiano com-portamenti etici, alla verifica pe-riodica delle competenze e del rap-porto costi-benefici, al controllosui processi e risarcimento di dan-ni, al monitoraggio continuo delledisfunzioni e delle loro cause. Nel-la speranza di una conversione“etica” della sanità “grigia” oquanto meno di una sua parte,magari “forzata” attraverso l’intro-duzione di sanzioni più severe, ele-vando così di conseguenza il ri-schio nei comportamenti corruttivi.

www.illuminiamolasalute.it

sul blog http://blog.libero.it/lavoroesaluteRacconti e Opinioni di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali

pagine di ALTRAinformazione a cura di franco cilenti

CORRUZIONEIN SANITÀCONTINUA DA PAG. 4

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primario (la salute di un paziente,i principi etici e deontologici) èinfluenzato da un interesse secon-dario (il guadagno economico oun vantaggio personale).Il conflitto di interessi costituisceun rischio perché rappresenta unacondizione intrinseca al sistemadei servizi, una condizione diffu-sa e raramente riconosciuta comecritica.Quando non sfocia in comporta-menti illeciti il conflitto di inte-resse può comunque danneggia-re sollecitando consumi sanitariinutili o inappropriati, consenten-do comportamenti opportunistici,determinando piccoli o grandiabusi.Numerosi esempi di conflitto diinteressi sono presenti nel mondodella sanità. Nel mercato delleprestazioni sanitarie i professio-nisti sanitari (per via delleasimmetrie informative) possonoinfluenzare sia il lato dell’offerta(di cui sono protagonisti) sia quel-lo della domanda (nel quale agi-scono in qualità di agenti del pa-ziente): possono così indurrecomportamenti sanitariinappropriati e consumi impropri.L’ informazione scientifica nonsempre è indipendente. I conflittidi interesse possono minare ilmondo della ricerca scientificaperché i capitali finanziari cheentrano in gioco sono ingenti(gran parte delle attività di ricer-ca vengono finanziate dai produt-tori di tecnologie o farmaci), le

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Sintesi del dossier Rapporto introduttivo Illuminiamo la salute

Per non caderenella ragnateladell’illegalitàIl tema della legalità, e quellospeculare della corruzione, sonodi grande attualità in questo mo-mento storico e coinvolgono tut-te le istituzioni e i settori dellanostra società: le risorse scarsenon possono essere sprecate acausa di comportamenti opportu-nistici e fuori dalle regole.La Rete Europea contro le Frodie la Corruzione nel Settore sani-tario (www.ehfcn.org) ha stimatoche in Europa il 5,6% del budgetper la sanità sia assorbito dallacorruzione. La illegalità produceeffetti non solo economici maanche sulla salute delle popola-zioni (riduce l’accesso ai servizi,peggiora gli indicatori generali disalute ed è associata a una piùelevata mortalità infantile) e mi-nano la fiducia nel sistema di tu-tela della salute.Per questo il contrasto alla illega-lità nel settore sociale e sanitariocostituisce un impegno priorita-rio per i responsabili delle politi-che pubbliche e i professionisti delsettore, soprattutto in un momen-to di grave crisi economica.La ragnatela dell’illegalità. Unmorbo che indebolisce l’interosistema.Talvolta il meccanismo si incep-pa: quando qualcuno abusa delpotere e rompe così il patto di fi-ducia che lega l’operatore dellasalute, il decisore (politico e tec-nico), la comunità di cittadini, lalegge e le istituzioni.Nella rete dei servizi sanitari siforma così una piccola ragnatela,quasi invisibile ma capace sia dilegare insieme chi la opera, sia diincollare tra loro interessi privatia danno della collettività.Da questa ragnatela si diffondo-no onde invisibili, malattie che

intaccano tutto il sistema, soprat-tutto quando il corpo sociale è piùfragile e ha meno difese.E così, i costi delle prestazionisanitarie lievitano, le imprese piùsane falliscono, i cittadini perdo-no fiducia nel sistema e si produ-ce un danno enorme per il Paese.Uscire da questo meccanismo,ossia sottrarsi a questo accordo,diventa difficilissimo per chi loopera: una volta caduti nella ra-gnatela, si diventa ricattabili pertutta la vita.Il rischio aumenta esponenzial-mente se, nel mondo dei fornitorie dei professionisti, si infiltra lacriminalità organizzata.

I fili della ragnatela:le asimmetrieinformative ei conflitti di interesseAd alimentare e dar forza all’ille-galità, nel mondo della sanità,contribuiscono le asimmetrie in-formative e il conflitto di interes-si. Esiste un “fisiologico” divariodi informazioni e conoscenze chesta alla base del patto di fiduciatra pazienti, professionisti e gesto-ri dei servizi: una situazione cheperò favorisce chi vuole sfruttarefiducia con questo divario permettere in atto comportamenti“sleali”. Il conflitto di interesse èuna condizione in cui l’interesse

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 7

fatturazioni plurime; tempestivi-tà nel pagamento di alcunifornitori e ritardo sistematico nelpagamento di altri; ricorso fre-quente a transazioni che avvan-taggiano notevolmente ilfornitore privato.Anche i pagamenti delle aziendesanitarie, sempre più in ritardo,costringono i fornitori, a scontarei loro crediti presso società cheimpongono costi rilevanti, dietroalle quali possono anche celarsioperazioni di riciclaggio di dena-ro di illecita provenienza.L’accreditamento delle struttureprivate è particolarmente espostoalla corruzione, talora impropria-mente utilizzata per la ricerca delconsenso da parte della cattivapolitica.A livello centrale (statale e regio-nale) si possono anche verificareattività di lobbying illecite, feno-meni di state capture, o corruzio-ne nell’ambito legislativo, la qua-le presenta profili di estrema gra-vità e spesso ardua da individua-re.

I fornitori diservizi sanitariRientrano in questa categoria tuttii soggetti che sono direttamentecoinvolti nella fornitura dei ser-vizi sanitari.Il pagamento delle prestazioniremunerate a tariffa (con il siste-ma DRG) se alterato consentel’indebito rimborso al fornitoredelle prestazioni.La casistica è ormai molto varia:sovrafatturazioni, fatturazione diprestazioni effettuate privatamen-te, fatturazione di prestazioni nonnecessarie, fatturazione di presta-zioni sostanzialmente diverse daquelle effettivamente erogate,ecc.Uno dei casi di maggior gravità èstato quello dalla clinica SantaRita di Milano, dove, secondo leindagini della magistratura, era-no effettuate operazioni chirurgi-che non necessarie al solo fine diottenerne il rimborso.

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riviste mediche hanno facoltà diselezionare le informazioni dapubblicare, i medici ottengono lamaggior parte delle nozioni rela-tive ai farmaci dagli informatoriscientifici che sono alle dipenden-ze delle case produttrici, il mer-cato della formazione è ricco diiniziative gratuite sponsorizzateda produttori.La libera professioneintramuraria (cd "intramoenia") èun’attività a pagamento svolta aldi fuori dell’orario di lavoro daimedici, nelle strutture dell'ospe-dale in cui lavorano. Questa cir-costanza pone i professionisti nel-la posizione di favorire la propriaattività privata semplicementevariando la quantità delle presta-zioni erogate dalla struttura pub-blica ed esponendo così i pazientia possibili abusi.

Le formedella ragnatelaLa sanità è una rete naturalmenteesposta a fenomeni opportunisti-ci, poiché è uno dei settori più ri-levanti in termini di spesa pubbli-ca.Nel rapporto 2012 della “Com-missione per lo studio e l’elabo-razione di proposte in tema di tra-sparenza e prevenzione della cor-ruzione nella Pubblica Ammini-strazione” si osserva che le gran-di quantità di denaro sono tenden-zialmente esposte a condizio-namenti impropri: spese inutili,contratti conclusi senza gara, garesvolte in modo illegale, assunzionie inquadramenti irregolari, abusinella prescrizione di farmaci,inadempimenti e irregolarità nel-l’esecuzione dei lavori e nellafornitura di beni, ecc.

I decisoriLe regioni e le Asl rappresentanoi “paganti” del sistema e, in quan-to tali, possono essere oggetto di

condizionamenti e contaminazio-ni.La “Commissione Parlamentared'inchiesta sul fenomeno dellamafia e sulle altre associazioni cri-minali, anche straniere” analizzai disavanzi sanitari regionali no-tando come l’opacità dei bilancie dei sistemi di controllo di alcu-ne regioni ha facilitato la creazio-ne di interessi illeciti, collusionifra criminalità e Pubblica Ammi-nistrazione.Uno dei punti critici è la selezio-ne del personale, fortementeesposta alle spinte clientelari. Inparticolare, il processo di selezio-ne dei direttori generali delleaziende sanitarie, di competenzadell’autorità politica, spesso pre-mia la fedeltà politica, a scapitodella competenza.Le gare concorsuali, possono fa-vorire uno dei concorrenti (concriteri di ammissione restrittivi omanipolando il capitolato). A vol-te si ricorre a forme di trattativaprivata diretta o a reiterate pro-roghe di contratti.Nella fase di esecuzione poi vipuò essere mancanza di controlli,

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8 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

Sono state gestite in modo da per-mettere l’affidamento dei lavoria imprese vicine all’ambiente ma-fioso. Si è registrata una sistema-tica violazione della normativaantimafia con l’assenza dellecertificazioni richieste, a volteaddirittura sostituite con unaautocertificazione. Per evitare legare d’appalto gli enti hanno spes-so fatto ricorso al frazionamentoartificioso delle opere in modo danon superare le soglie previstedalla legge.Altri espedienti utilizzati per evi-tare le normali procedure sonostati la proroga dei contratti el’abuso della trattativa privata.

Gli abusi nellagestione dellestrutture privateaccreditate.Nelle Asl commissariate si sonoregistrati in tutti i casi abusi rile-vanti: oltre alla mancanza dellacertificazione antimafia, è indica-tivo dell’illegalità diffusa losforamento dei tetti di spesa, an-che oltre il doppio dell’ammon-tare massimo previsto e persinola definizione dei tariffari per ilrimborso delle prestazione eroga-te dai privati accreditati. Un esem-pio è quello della clinica privataVilla Santa Teresa, nel palermita-no: in base all’analisi della Cortedei Conti le somme indebitamen-te percepite dalla struttura grazieai tariffari “gonfiati” ammontanoa circa 53 milioni di euro.

Il collegamento tramafia e politicaL’interesse per la criminalità or-ganizzata nel settore sanitario ri-chiede inevitabilmente un suppor-to da parte della politica locale.L’inchiesta “onorata sanità” hadimostrato il profondo interessedella mafia per il settore sanitarioe la necessità della malavita diottenerne il controllo anche per iltramite della politica.

Significativo è anche il caso deiparti cesarei. L’Organizzazionemondiale per la sanità ha definitoche il numero accettabile di particesarei dovrebbe attestarsi attor-no al 15% del totale dei parti. InItalia la media raggiunge il 38%con picchi del 60% in Campaniae del 52% in Sicilia. Alla base ditali eccessi vi è la maggioreredditività della tariffa del partocesareo, oltre che questioniorganizzative e di medicina difen-siva.Il settore farmaceutico è partico-larmente esposto ad abusi: dalfurto di medicinali alla richiestadi rimborsi indebiti, dall’utilizzoimproprio dei farmaci alcomparaggio farmaceutico.Con riguardo ai comportamentidel personale, si segnala il feno-meno dell’abusivismo nelle pro-fessioni sanitarie: casi di personeche svolgono attività senza i ne-cessari requisiti.Le stime degli ordini professionaliparlano di circa 30.000 abusivi,di cui 15.000 falsi dentisti, men-tre i controlli dei Nas parlano, peril 2009, di 1.170 persone denun-ciate per esercizio abusivo dellaprofessione medica, di cui la metàfalsi odontoiatri. Anche il settoreinfermieristico non è esente dalfenomeno, come confermano idati dei Nas del biennio 2010/11che segnalano 1.023 casi diabusivismo tra gli infermieri. Al-tro fenomeno osservato èl’assenteismo cui si collega l’eser-cizio di lavori in nero o il furto dimateriali.Le false attestazioni del medicocostituiscono un’altra ampia gam-ma di azioni illegali. In questo cam-po si va dalle false attestazioni diinvalidità, ai falsi certificati per lapatente di guida sino alleattestazioni di false malattie peraiutare i mafiosi ad avere tratta-menti di favore durante la deten-zione.

Infine, anche i pazienti possonoessere responsabili di comporta-menti illeciti attraverso l’evasio-ne e l’elusione dei ticket sanitarioppure attraverso la richiesta ditrattamenti di favore.

I costidell’illegalitàIn Italia le stime effettuate dallasola Guardia di Finanza per iltriennio 2010/2012 indicano 1,6miliardi di euro di perdita erariale,e si tratta solo dei reati effettiva-mente accertati dalle forze del-l’ordine. Stime meno parziali po-trebbero essere ottenute distin-guendo:- fenomeni con impatto prevalen-temente economico, come lesovrafatturazioni, il comparaggioo gli appalti, che si ripercuotonosoprattutto o principalmente suiconti della sanità- fenomeni con impatto prevalen-temente clinico e scientifico,come l’erogazione di prestazioninon necessarie, che si ripercuo-tono anche sulla salute dei citta-dini pazienti.

La gestioneclientelare delpersonaleFattore determinante che permet-te alla malavita di mantenere ilcontrollo nelle aziende sanitarieinserendo persone di sua fiduciain posizioni chiave. La gestioneclientelare si è sviluppata graziea selezioni arbitrarie, senza la pre-senza dei requisiti necessari.Gli abusi nelle attività di appaltoe di fornitura.

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 9

ospedalieri e utenti dei" medicildi base" su sette quesiti i cuirisultati vengono valutati da unorganismo para-pubblico indi-pendente (non remunerato dasoggetto controllato) che potràdare un giudizio vincolante sullaqualità dei servizi prestati.Forse è inimmaginabile che inItalia, conclude il collega che miha segnalato l'articolo, vengaapplicato detto sistema diremunerazione, poiché tramalasanità, sprechi, malversa-zioni e disorganizzazione sareb-bero poche le struttureospedaliere che supererebberogli esami.Personalmente sono molto per-plesso perche' in questa "rivolu-zione" vedo la partecipazionedei malati e dei cittadini ridottaad un mero ruolo tecnico di"consiglieri" che qui, in Italia,non avrebbero nessun peso de-cisionale nelle scelte di indirizzodelle politiche sanitarie naziona-li e regionali.Mi ha colpito invece la letteradei visitors giapponesi che tra lerighe segnalano che da loro esi-stono consigli sanitari di baseche includono cittadini, medicidell'igiene e prevenzione). Mipiacerebbe saperne di piu'...

* The Strategy That Will Fix Health Careby Michael E. Porter and Thomas H. Leehttp://hbr.org/2013/10/the-strategy-that-will-fix-health-care/ar/11

Dr. Antonio ValassinaMedicna Democratica

malcostume emalagestione

malapolitica emalagestione

CRISIDELLASALUTELa Grecia è un ovvio “labo-ratorio” involontario per stu-diare gli effetti recenti dellacrisi economica, in parte perla rapidità con cui essa vi si èmanifestata. Per esempio, ladisoccupazione negli uomini èsalita dal 6,6% nel 2008 al26,6% nel 2010, e tra i giovanidal 19% al 40%. Ricordo sola-mente alcune delle conse-guenze sullo stato di salute,ampiamente descritte e ormaiben note: un aumento del 14%(dopo il 2008) della frequenzadi persone che descrivono laloro salute come “cattiva” o“molto cattiva”; un aumentodei suicidi del 17%, e degliomicidi quasi del 100%; anco-ra più preoccupante è l’au-mento della frequenza di in-fetti dall’HIV (52% in più nel2011 rispetto al 2010, soprat-tutto tra i consumatori di dro-ghe). Nei primi 7mesi del 2011vi è stato un incremento di 10volte delle infezioni nei consu-matori di droghe, e la frequen-za di uso di eroina è aumenta-ta del 20% nel 2009.

Paolo Vineis www.epiprev.it

In Italia alcuni ritengono chestiamo transitando da un siste-ma di remunerazioneospedaliera basato sui DRG adun sistema ospedaliero diremunerazione basato sui costi"standard"( se ne parla benpoco). Chi mi ha segnalato que-sto articolo ritiene che Il nuovosistema espresso nell'articoloHarvard Business Review* siaun sisma rivoluzionario nell'am-bito organizzativo, relazionale edi efficienza del sistema sanita-rio pubblico internazionale.L'elemento centrale è il valoredelle prestazioni e la centralitàdel paziente consumatore (miocommento: pessima definizio-ne).Questo modello presuppone,sempre secondo il miointerlocutore, che, i sistemiospedalieri verranno esclusiva-mente rimborsati totalmente oparzialmente , non dal numerodelle prestazioni effettuate (visi-te ed interventi), ma solamentedalla qualità dei risultati ottenutiin base ad una metrica di valu-tazione denominata "Value-Based Care Team."L'altro elemento qualificante èla centralità del consumatorepaziente,che potrà influenzarein modo determinante, con unavalutazione, non tecnica, la qua-lità dei processi intrapresi du-rante la sua degenza o la su curaUn "customer satisfacion" cheviene redatto da tutti i pazienti

Evoluzionedei DRGin Italia?

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10 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

risorse economiche, hanno por-tato al decreto 502 del 30 dicem-bre 1992, che trasformava gli entiUSL, prevalentemente politici, inaziende, le ASL; il decreto risen-tiva quindi della sfiducia nellecapacità gestionali della politi-ca e affidava al nuovo manage-ment il compito di gestire la sa-nità e di controllarne le risorse....E IL CLIMA DI OGGISe la riforma degli anni novantarisentiva del clima di crisi dellapolitica, ciò che invece oggi rap-presenta lo stimolo maggiore alladiscussione dell’assetto dell’SSNè la crisi economica; e questo èvero anche se contemporanea-mente si è assistito da una parteall’invadenza della politica neicompiti gestionali della sanità,dall’altra a una progressiva sfi-ducia e mancanza di consenso neiconfronti della politica stessa.Oltre a questo c’è da dire che lasanità non è più la stessa di

quella degli anni Settanta e la cli-nica, le tecniche e le risorse ne-cessarie sono mutate, anche no-tevolmente, e probabilmentecambieranno ancor di più neglianni futuri.Oltre a ciò si deve considerareche da una parte si è assistito auna perdita di memoria per lecondizioni della sanità che pre-cedono la legge 833 e dall’altraa un’azione insistente di quasi“demonizzazione” del sistemapubblico a opera di quanti con-tinuano ad auspicare il ritorno aun sistema privatistico che ga-rantisca servizi più accoglienti“piani di rientro” dagli eventualidisavanzi.Si può ben dire che le ragioni del-la stabilità dei bilanci hannoprevaricato le ragioni seppur apagamento e margini maggiori diprofitto per gli erogatori.In realtà i casi di malasanità e lerealtà carenti in qualità non sonomancate, e anzi sono forse cre-sciute; ma anche le situazioni dibuona sanità, di qualità eccellen-te e di gestione efficiente sonotutt’altro che mancate, ma – ahi-mè – hanno fatto meno notizia.In questi anni il leitmotiv dellecritiche è stato la supposta man-canza di controllo sull’incremen-to della spesa sanitaria, criticheche in realtà non corrispondonodel tutto alla realtà; infatti, se siosserva lo scenario sanitarioeuropeo, l’Italia, come confermal’Organizzazione per la coopera-zione e lo sviluppo economico(OCSE), è tra i Paesi che spen-dono meno per la sanità e quellain cui nell’ultimo decennio laspesa è cresciuta di meno.Se dall’ottica nazionale si passaa quella delle 20 Regioni italia-ne, purtroppo si osservano real-tà che presentano situazioni dif-ferenti e mostrano bilanci in ros-so profondo.La stabilità di bilancio richiestadall’Europa ha dato il colpo digrazia costringendo il governo aa frenare sui finanziamenti della

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malapolitica emalagestione

La sanitàprossimaventura (osventura?)IL CLIMA DI 35 ANNI FA...

Ho incominciato a lavorare suitemi della sanità agli inizi deglianni Settanta, quando il dibatti-to era molto ampio e le speranzetanto diffuse e condivise daconcretarsi poi nell’approvazio-ne della Legge 833 istitutiva delServizio Sanitario Nazionale(SSN) avvenuta il 23 dicembre1978. Era già dai lavori dell’As-semblea costituente che siauspicava l’istituzione di un SSNsulla falsariga del sistema sani-tario inglese e la 833, seppur ric-ca di utopia e con qualche inge-nuità, è stata sicuramente unadelle leggi più innovative.l clima in cui nasce la Legge 833è quello della rivoluzione cultu-rale e del protagonismo popola-re della fine degli anni Sessantae dell’affermazione del ruolopreminente dello Stato per lagaranzia dei diritti e dei bisognidei cittadini; non che il sistemamutualistico precedente non ga-rantisse livelli accettabili di as-sistenza, ma non era certo un si-stema universalistico e non sta-biliva “diritti” del cittadino inquanto tale e quindi “doveri” dicontribuzione, come invece hapoi fatto la 833.In un clima di crisi della politicagli aspetti meno realistici di que-sta legge, riguardanti soprattut-to l’assetto politico delle USL eil controllo delle gestioni e delle

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 11

sanità e a intervenire imponen-do a quasimetà delle Regioni dei"piani di rientro" dagli eventua-li disavanzi.Si può ben dire che le ragionidella stabilità dei bilanci hannoprevaricato le ragioni della sta-bilità della salute e ora è tempoche ci sia maggior equilibrio trale due prospettive.

La frenata della spesa sanitariaperò non è un fenomeno solo ita-liano; in tutto il mondo, anche neiPaesi in cui i sistemi sanitari sonomaggiormente affidati al merca-to privato, si sta assistendo a unafase di generale “disinve-stimento”, cioè a una riduzionedelle risorse assegnate alla sa-nità e congiuntamente a una re-visione dei percorsi clinici e auna razionalizzazione della lorogestione. In questo clima gene-rale sono diverse le voci, tecni-che e politiche, interne o esterneal sistema sanitario, che hannocolto l’esigenza di arrivare a unariforma del sistema stesso, mamolto differenti sono state le pro-poste avanzate che vanno da unaquasi demolizione del sistema aun suo rafforzamento e aun'estensione nei settori oggi noncoperti, come i servizi per la nonautosuffi-cienza e per l’assisten-za odontoiatrica.Queste voci non hanno però an-cora trovato la strada per un’ela-borazione organica delle idee siaa livello politico, sia a livellodelle organizzazioni degli opera-tori, sia anche nei luoghi tradi-zionali del dibattito, come le uni-versità, le agenzie sanitarie, leaziende di consulenza.

Cesare Cislaghi1www.e piprev.it

PROSSIMO NUMEROLe domande sul futurodella sanità italiana

Governo BugiardoLa grancassa media-tica governativa ha cer-cato di nascondere labufala con le ipocriterassicurazioni di Letta"niente più tagli alla sa-nità", ma il fondo sani-tario realtivo al perso-nale sarà ulteriormen-te ridotto. La sottrazio-ne di 1,150 miliardi in due anni è tutta imputabile alle norme sulpersonale dipendente e convenzionato del Sistema SanitarioNazionale. Confermato il blocco del rinnovo della parte econo-mica del contratto e delle convenzioni fino a tutto i 2014. Il rin-novo dei contratti potrà essere negoziato solo relativamente allaparte normativa, senza possibilità alcuna di intervento su quellaeconomica. Tagli anche sugli straordinari.In pratica mettono le mani con i fondi integrativi su una spesaannua di 30 mld pagata almeno per l'88% del suo ammontaredirettamente dai cittadini. Questo governo, sul lavoro sporcogià fatto dai precedenti governi Berlusconi prima e poi Monti,creano le premesse per sostituire il sevizio pubblico con quelloprivato.Questa è la vera operazione. E Confindustria congola con l'obiet-tivo di intercettare con l'intermediazione finanziaria questa mon-tagna gigantesca di soldi.Il documento del governo dice di voler ridurre le tutele cioè leprestazioni sanitarie garantite (ridefinire il perimetro dei Lea) èper far spazio al privato, cioè per creare le condizioni perdismettere intere aree di prestazioni ad esempio la specialistica,l'assistenza farmaceutica, la diagnostica.In parole povere sulla sanità si è abbattuta la solita doccia fred-da, a fronte di una situazione già disastrosa:- il sistema pubblico spende il 24% in meno degli altri Paesieuropei (la media europea è del 15%)- buona parte della spesapubblica si è spostata sulcittadino al punto che ¼della spesa totale è a cari-co delle famiglie.- la gente ormai rinuncia acurarsi.

Redazione

La sanitàprossima venturaCONTINUA DA PAG. 10

La strage degli innocenti, un volumedi inchiesta e di riflessione che partedalla stridente contraddizione fra leteorie dei cosiddetti difensori dellavita e il silenzio catacombale cheincombe sul fenomeno raccapric-ciante dell'emarginazione sociale, lasofferenza, la reclusione in istituti ela morte di milioni di anziani e menoanziani socialmente fragili.

IN LIBRERIA

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12 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

Al Presidente del Consiglio regionale del PiemonteINTERROGAZIONEOGGETTO: riconoscimento titolo di studio e corsi per OSS

Premesso che: per ottenere il riconoscimento del titolo distudio sanitario straniero è necessario seguire il procedi-mento di riconoscimento dei titoli professionali come pre-visto dai relativi decreti legislativi. Il titolo di studio stra-niero viene comparato a un titolo analogo se attesta un li-vello di qualifica professionale equivalente in Italia, tenen-do conto della durata degli studi compiuti nel paese di pro-venienza e dei contenuti disciplinari analitici;Considerato che: tale percorso di riconoscimento pressoil Ministero della Salute di fatto certifica l'impedimento al-l'esercizio della professione infermieristica per molti richie-denti, in particolare per chi proviene dai Paesi dell'Est Eu-ropa in possesso di percorsi di scuola dell'obbligo non cor-rispondenti a quelli italiani;Valutato che: un possibile sblocco di riconoscimento, erelativo impiego lavorativo, per queste figure viene previ-sto dall'Accordo Stato-Regioni del 18 febbraio 2001 con ilraggiungimento di una qualifica professionale quale l'ope-ratore socio-sanitario. In Italia il titolo di OSS viene conse-guito in seguito alla frequentazione di un corso di qualificateorico-pratico della durata di almeno 1000 ore.

Visto che: la formazione è di competenza delle Regioni edelle Province autonome, le quali nel contesto del propriosistema della formazione devono quantificare il creditoformativo da attribuire in base ai titoli pregressi, come pre-visto dall'Art. 13 dell'Accordo, prevedendo misurecompensative nei casi in cui la formazione pregressa risultiinsufficiente; in sede di Conferenza Stato-Regioni il 14 di-cembre 2006 è stato approvato il documento relativo ai "Cri-teri per la predisposizione dei percorsi complementari fina-lizzati al rilascio della qualifica di Operatore Socio Sanita-rio rivolti a soggetti con crediti professionali in ambito sa-nitario", per i titoli acquisiti nei diversi Paesi UE ed extraUEValutato che: nella Regione Piemonte l'attivazione dei corsiricade sotto la competenza degli Assessorati alle Politichesociali, alla Sanità e all'Istruzione e formazione professio-nale. Nel recente passato i diversi Assessorati hanno effet-tuato incontri in sede di Conferenza dei Servizi per l'attiva-zione dei corsi complementari della durata di 200 ore.INTERROGAla Giunta regionale, per sapere:- per sapere quali impedimenti sono intervenuti nel frat-tempo, mentre, ad oggi, alcune centinaia di infermieri, chenon hanno avuto il riconoscimento del titolo professionaledel Ministero, attendono un'opportunità di lavoro nel servi-zio sanitario del Piemonte già fortemente carente di OSS,che si potrebbe concretizzare utilizzando le risorse internealle Asl per l'effettuazione dei corsi complementari.

30 Marzo 2012 PRIMO FIRMATARIO Eleonora Artesio

La redazione di Lavoro e Salute ha chiestoa Eleonora Artesio di farsi promotrice inConsiglio Regionale di azione a favore delle centi-naia di infermieri stranieri per dare loro un’oppor-tunità di lavoro, riqualificandoli come OSS, peraffrontare con urgenza. La forte carenza di questafigura fondamentale nella sanità piemontese.

Corso perOperatori

Socio SanitariDopo 20 mesi

nessuna risposta!

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EleonoraArtesioConsiglieraregionaledel PiemonteRifondazioneComunista

Già Assessoraalla sanitàGiunta Bresso

SOPPRESSIONE FEDERAZIONI:Grave sconfitta della Giunta e dellamaggioranza di Cota, ormai a pezziAbbiamo sempre detto che le Federazioni erano un grave errore ela loro cancellazione segna ora una grave sconfitta della tanto sban-dierata riforma di Cota. E spacca ancora una volta la maggioranza,tanto sono granitiche le convinzioni del centrodestra sulla gestionedella sanità. Vediamo se da questa vicenda è possibile trarre delle

cautele per l’agire futuro. Due i gravisbagli che sono stati fatti e su cui è ne-cessario vigilare perché non si ripetano.Il primo è stato quello di condurre il si-stema con metodo autoritario, attraver-so la logica dell’uomo solo al comando,dimenticando che le aziende sanitarie

sono giuridicamente autonome e il compito della Regione è quello diindirizzare e controllare. Il secondo riguarda la mitizzazione degliacquisti centralizzati. Possono servire, ma da soli non produrrannochissà quali risparmi. Il vero problema è finanziare adeguatamente ilservizio sanitario pubblico. E poi non di-mentichiamoci degli sprechi a cui puòcondurre la lotta agli sprechi: aumentan-do la dimensione su cui si fanno gli ap-palti si rischia di danneggiare gravemen-te le piccole e medie imprese e le coope-rative locali, che non hanno i mezzi perprendere parte alle gare.

A causa delle manovredella Giunta Cota, tra il2011 e il 2012 il sistemasanitario regionale ha per-so 2667 unità di personale.E il futuro non si prospettacerto più roseo: secondo iprogrammi operativi delpiano di rientro consegnatidall’assessore Cavallera,la cura dimagrante è desti-nata a continuare fino araggiungere una diminu-zione di 1.798 operatorinel 2015.La scure di Cota non ri-sparmierà nemmeno le orein convenzione dei medicispecialisti convenzionati.Se una delibera del 2011vietava alle Asl di aumen-tare per due anni le ore,per il 2013 si prevede didiminuirle del 4% e neidue anni successivi del 2%.Tagli previsti anche per leprestazioni aggiuntive, perle consulenze e per i con-tratti atipici: questi ultimidovranno scendere del 5%ogni anno fino al 2015.“Con queste riduzioni ci sichiede come si possa conti-nuare a mantenere la sani-tà ai livelli di eccellenzatanto vantati da Cota.Gli operatori sono al limitedelle forze e non fanno che

COTA FA CASSA CONI TAGLI AL PERSONALEDELLA SANITÀ

denunciare iturni massa-cranti cuisono sottopo-sti per soppe-rire alla man-canza di per-sonale neces-sario.Ma sorda atutte le solleci-tazioni, l’am-ministrazionecontinua perla strada det-tatagli daRoma, a sca-pito sia dellaqualità del la-voro dei di-pendenti delservizio siainevitabilmen-te dei pazientiche ad essi sirivolgono.

11/7/2013

“Ho presentato unamozione che mira atutelare l’accesso dellecooperative sociali diinserimento lavorativoai bandi di gara perla fornitura di servizialle Asl.”

anno 29° n° 4 settembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 13

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Eleonora Artesio Consigliera di Rifondazione Co-munista nel Consiglio regionale del Piemonte hasvolto un'indagine sull'attuazione della 194 pressotutte le aziende sanitarie del Piemonte sui dati del2012, da cui è emerso come il 67,5% dei ginecologie il 40% degli anestesisti si rifiuti di attuare la pra-tica abortiva."Un trend in aumento - dichiara Artesio - vistoche i dati del Ministero evidenziano come nel 2011questo dato fosse rispettivamente del 65,7% e del37,7%. Siamo ancora al di sotto della media na-zionale (69,3% e 47,5%), ma se il fenomeno do-vesse continuare rischierebbe di portarci alla stes-sa situazione denunciata recentemente da molteforze politiche in Parlamento e da inchieste gior-nalistiche e cioè che potrebbero crearsi zone del-la regione in cui abortire risulti troppo complica-to, se non impossibile, e si ritorni all'aborto clan-destino, soprattutto tra le donne straniere e le mi-norenni.Un fenomeno oggi già presente in alcune Regio-ni, ma che non è escluso che, continuando così, siverifichi anche da noi, visto che il numero diginecologi obiettori in Piemonte è in quasi tuttele Asl superiore a quello dei medici attivi sullalegge. Diverse le situazioni molto critiche: all'Asldi Novara, ad esempio, è disponibile un solo me-dico, due all'ospedale di Alessandria e tre in quellodi Cuneo"."Al momento - prosegue la consigliera - non sem-bra che ciò incida sulle liste di attesa al punto dasuperare i limiti temporali imposti dalla 194, al-meno stando alle dichiarazioni dei direttori ge-nerali (e anche al fatto che dal 2011 al 2012 leIvg siano scese da 9.267 a 8.856) ma certo noninduce a stare sereni. E soprattutto è evidentecome tale ineguale diffusione del fenomeno pro-vochi una forte mobilità interna tra ospedali. Bastivedere a Torino i numeri del Sant'Anna, di fronteai quali appare evidente la necessità di un inter-vento che produca una migliore distribuzione neiservizi dei medici obiettori e di quelli non obietto-ri, anche perché la situazione ha dei riflessi pe-santi anche sulla carriera dei ginecologi. I pochiche non si rifiutano di applicare la 194, finiscono

infatti per occuparsi di aborti per tutta la vita, ascapito della propria professionalità e della car-riera. Un problema già sollevato in molte sedi,tanto che al Ministero è stato creato un tavolotecnico con tutte le Regioni per trovare delle so-luzioni che salvaguardino i diritti di pazienti eprofessionisti. In tutto questo spicca il silenziodella Giunta Cota, che naturalmente non ha av-viato né una discussione sul tema, nonostante lerichieste delle opposizioni, né attuato una politi-ca di rafforzamento dei Consultori, nonostante,cito dalla relazione del ministro Lorenzin, "lanecessità di una maggiore valorizzazione deiConsultori familiari quali servizi primari di pre-venzione del fenomeno abortivo e di una effettivaloro integrazione con i centri in cui si effettual'IVG, potenziando anche il loro ruolo di centri diprenotazione per le analisi pre-IVG e per l'inter-vento. Tale integrazione determinerebbe unamaggiore utilizzazione dei consultori da partedelle donne, anche tenendo conto che indaginidell'Istituto Superiore di Sanità, riguardanti il per-corso nascita, hanno evidenziato un maggior gra-do di soddisfazione per tale servizio e migliori esitiin seguito alle loro attività"."Nel rapporto del Ministero si parla anche del-l'importanza di una corretta informazione - ter-mina Artesio - e di campagne di comunicazionerivolte soprattutto alle straniere e alle più giova-ni. Negli ultimi mesi della Giunta Bresso aveva-mo messo a punto una campagna sull'uso del pre-servativo che aveva il duplice scopo di allertare igiovani sulla possibilità di contrarre malattiesessualmente trasmissibili, sia sul rischio di gra-vidanze indesiderate. Sospesa momentaneamen-te per il contestuale svolgimento della campagna

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14 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

LA SALUTE EL'AUTODETERMINAZIONEDELLE DONNEE' L'ULTIMO DEIPENSIERI DI COTA

È’ in crescita in Piemonte l'obiezione di coscienzasugli interventi di interruzione di gravidanza daparte dei medici.

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impegnative già fornite, hanno ridotto di almeno 8il numero dei passaggi dal loro medico di medicinagenerale) e la riduzione di interventi inappropriati.Dopo una revisione prevista nel 2013, le Agende,che avrebbero dovuto essere stampate dalle Azien-de sanitarie attingendo ai fondi complessivi trasfe-riti dalla Regione, in molti casi sono cadute deldimenticatoio, con grave disagio per le utenti."Cota - afferma Artesio - fin da subito si è schiera-to in maniera aperta nei confronti dei Movimentiper la vita, molto probabilmente per ottenerne ilconsenso, ma in questi anni non ha mostrato al-cuna sensibilità per la salute e il benessere delledonne e dei bambini, se non a livello propagandi-stico, esaltando un ruolo della procreazione chenon è mai stato sostenuto".Lo dimostra anche il fatto che sempre nel 2009 unadelibera della Giunta Bresso, che riordinava il com-plesso tema della riproduzione medicalmente assi-stita, aveva disposto la creazione di due nuovi cen-tri pubblici di II e III livello, di cui uno ad Asti e unoa Novara, in un quadro in cui i servizi in Piemontesono quasi esclusivamente in mano ai privati, concosti spesso proibitivi per la famiglia, se si escludeil centro dell'ospedale Sant'Anna, quello del MariaVittoria, quello di Fossano e un istituto privato ac-creditato di Torino.A distanza di quattro anni, i due nuovi centri nonsono mai partiti per mancanza di personale e al-l'istituto accreditato è stato tagliato il budget, tantoche almeno da luglio opera solo in regimeprivatistico. "In tal modo - continua Artesio - neipochi punti pubblici, di cui due su tre concentratinel capoluogo, le liste di attesa si allungano e icittadini sono costretti spesso a ricorrere al pri-vato o a rinunciare al loro sogno di un figlio. Senzacontare i costi della mobilità passiva verso altreRegioni".

SALUTE EAUTODETERMINAZIONEDELLE DONNECONTINUA DA PAG. 14

elettorale, è stato uno dei primi progetti gettati daCota nel cestino della carta straccia. Del resto,cosa ci si può aspettare da un presidente che cre-de che occuparsi della salute dei bambini e dellemamme voglia dire elargire un bonus una tantumdi 250 euro?"

L'Agenda di gravidanzae la procreazionemedicalmente assistitaLa ricognizione effettuata sull'attuazione delle po-litiche di salute per le donne ha portato Artesio arilevare anche come da mesi l'Agenda di gravidan-za non sia più disponibile in gran parte delle azien-de sanitarie del Piemonte, dalla To2 ad altre comeCuneo, Vercelli, Biella, Novara. "Su segnalazionedi molte cittadine - spiega - ho svolto un controllopresso le strutture del territorio, ricevendo spessola stessa desolata risposta da parte degli operatoridei Consultori: "La stiamo aspettando a giorni". Igiorni sono diventati mesi e da almeno prima del-

l'estate gran partedelle donne pie-montesi che aspet-tano un bambinosono state privatedi quello che è di-ventato uno stru-mento di grande im-portanza per la ge-stione della gravi-danza, sia da partedelle gestanti sia daparte dei professio-nisti stessi.L'Agenda di gravi-

danza era stata introdotta nel 2009, per offrire alledonne tutte le informazioni relative al periodo del-la gravidanza e ai loro diritti, nonché per fornireloro le impegnative prestampate per tutti gli esamiprevisti dal profilo assistenziale regionale.A tre anni dalla sua distribuzione, l'Agenda avevatrovato notevole diffusione tra le future mamme(72% nel 2010 e 79,6% nel 2011), permettendol'adozione di stili di vita adeguati, la semplificazio-ne del percorso nascita con la riduzione degli ac-cessi agli ambulatori medici (41,5% nel 2011 e 45%nel 2012 sono state le donne che, utilizzando le

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SANITA’ PIEMONTE

Storie ordinariedi resistenzaproletaria controla politica di tagliai servizi

Il servizio pubblico sanitariopiemontese sta vivendo un mo-mento critico. A pochi mesi dalconferimento dell’incarico, laprecedente assessora regionaleera stata coinvolta in uno scan-dalo dai risvolti penali, non an-cora chiuso... E’ stato alloraimposto alla massima caricadella sanità piemontese un ma-nager industriale che arrivavadall’Iveco, con il compito difare quadrare i conti, benché(per sua stessa ammissione) noncapisse nulla di sanità.Ne sortì un pasticciato piano diaccorpamenti di Asl e Aso cheprevedeva la creazione di “fe-derazioni”, il cui criterio-guida -la prossimità geografica - haportato alla nomina di super-funzionari e, di fatto, aumentatola confusione.Ne è conseguita la minaccia dichiusura di alcuni ospedali:Valdese, Maria Adelaide eAmedeo di Savoia. Sono dimi-nuiti i posti letto per pazienti‘acuti’ e lungodegenti, mentre siè assistito alla riduzione dellerisorse destinate alle struttureassistenziali e ai tagli alla dia-gnostica.Con i conti in profondo rosso, laRegione Piemonte avrebbe vo-luto chiudere il cerchiosvendendo gli immobiliospedalieri e amministrativi.La sostituzione in piena corsadell’assessore che aveva ideatoqueste prodezze ha, per il mo-mento, rallentato il progettodistruttivo, ma ha lasciato unasituazione di profonda incertez-za.Inoltre la costituzione delle “fe-derazioni” prevedeva un accen-tramento delle funzioni ammini-strative, che sembrava porre lecondizioni di una futuraesternalizzazione di ancoramaggiori servizi (fattore chepotrebbe sembrare anche inte-ressante in un’ottica di interessedi “bottega”, ma che in realtà

nasconde il rischio di peggioraresia le condizioni lavorative degliaddetti sia la qualità del servi-zio).E qui finalmente entriamo incampo anche noi che con lasanità, in qualità di fornitori diservizi, abbiamo un rapporto dilunga data con le pulizie, lemense, le attività di guardianìa,e, più di recente, di prenotazio-ne.Negli ultimi mesi, la situazionedei lavoratori degli appalti si èfatta ancor più difficile, al paridi quella di tantissimi altri lavo-ratori: l’ipotesi di formalizzare icriteri di massimo ribasso neicapitolati di appalto per i servizi

esternalizzati (che destano fortitimori per i futuri livelli salaria-li); affiancata alla “revisione dispesa” nelle pubbliche ammini-strazioni si stanno traducendo intagli e limitazioni di ore lavorateo con la cassa integrazione...Come se non bastasse, gli enticentrali hanno ritardato i paga-menti, mettendo così in condi-zione le aziende di dover riman-dare il pagamento degli stipendi.Le aziende per fare fronte agliimpegni immediati si indebitanoverso le banche, attraverso pre-stiti onerosissimi da restituire,finendo col rimandare a lorovolta i pagamenti.

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alla ASL, furono esternalizzati esi videro ridotti a 36 unità, conun taglio netto sullo stipendio di250 euro al mese. Ma anche inquesto caso le lavoratrici ed ilavoratori reagirono. Prima informa spontanea, poi organiz-zandosi ed aggregandosi intornoalla Cgil, unica sigla sindacaleche volle assumersi la responsa-bilità di rappresentarli.Grazie ad una lunga serie dilotte, di interminabili incontri etavoli di trattativa anche nottur-ni, e dopo avere proclamatoanche uno sciopero, forse tra iprimi lavoratori interinali inItalia, questi lavoratori sonoriusciti a recuperare una fettaimportante di esuberi e a stabi-lizzare un monte orario maggio-re rispetto a quello propostodalla ditta vincitrice del bando.Questi esempi possono servirecome contributo alla spinta perla lotta generale, la lotta di tuttinoi: ad uguale lavoro ugualesalario.Alessandro Rossioperatore Cal Center sovraCup10 Novembre 2013

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L’anello debole della catenasono e rimangono come semprele lavoratrici e i lavoratori delsettore, già spesso sottoposti acondizioni difficili, attraversol’imposizione di part-time o ora-ri ridotti.Gli esempi di queste situazioninell’area torinese sono tanti, necito solo due.Il primo riguarda i servizi di por-tineria e di vigilanza dell’ospe-dale Giovanni Bosco. Nel cam-bio appalto del giugno scorso, ilavoratori e le lavoratrici si sonovisti ridurre del 40% lo stipen-dio e hanno rischiato di nonessere assunti dalla dittavincitrice; infatti, con gesto diilluminata preveggenza, la Aslcompetente non aveva previstol’obbligo dell’assunzione delpersonale presente in cantiere,esponendo così questi lavoratorial rischio della disoccupazione.

Storie ordinariedi resistenzaCONTINUA DA PAG. 16

Ma il lavoratori hanno reagito ehanno portato il loro caso da-vanti all’opinione pubblica at-traverso scioperi, presidi e allafine anche con un’assembleaspontanea che si è protratta perlungo tempo, esponendo i pro-motori al rischio della denunciaper interruzione di pubblico ser-vizio.Eppure la loro disperazione èstata pari alla loro forza e sonoriusciti almeno in parte nel lorointento.Attualmente, dopo essere statiricevuti dal nuovo assessore allaSanità ed avere ricevuto garan-zie di interessamento, per quan-to lacunose nella forma e nellasostanza, il loro appalto è sospe-so sub judice in attesa che sifaccia chiarezza sui troppi punticritici.Il secondo caso emblematico èrappresentato dal servizio“Sovracup”, un call center ingrado di prenotare un grandeventaglio di visite specialistichee di esami. Nel 2010, i 60 e piùaddetti, che fino a quel momen-to lavoravano come interinali

Lavoro & diritti

Sempre di piùgli italiani chelavoranoin malattiaNegli ultimi due anni, conl'aggravarsi della crisi econo-mica, sono sempre di piu' gliitaliani che vanno al lavoroanche quando sono malati ochiedono al medico di andarea lavorare. E' questa la sensa-zione che ormai da tempo rac-colgono i medici di famiglia,come e' emerso al convegnodella Federazione italianamedici medicina generale.

Le ragioni, dal punto di vistacontrattuale, sono molte, e ri-guardano le norme che lega-no la produttività in busta

paga alla presenza sul luogodi lavoro.A chiedere di lavorare al me-dico, nonostante la malattia,sono soprattutto le categoriepiu' deboli, come donne e gio-vani.

Ovvia ed elementare conse-guenza in questa Italia che ha

iniziato il declino politico, so-ciale e civile dalla sconfittaoperaia nei primi anni 80.Il lavoro e la salute sono valo-ri di civiltà costituzionalesvalorizzati e calpestati dai po-teri forti con una pianificazio-ne ultratrentennale, con lacomplicità diretta, e spesso ri-vendicata, della sinistraultramoderata, regressiva erevisionista, e con lasubordinazione compiaciuta diCisl e Uil e di quella lamento-sa della Cgil.

Oggi questa pianificazione equeste complicità non basta-no più per finire lo sporco la-voro che ha portato il Paesesul ciglio della barbarie socia-le, serve debilitare defini-tivamente la Costituzione ed èciò che stanno facendo da al-cuni anni.

Red.

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Scelta illuminata quella di incremen-tare con una struttura complessa il ser-vizio di psicologia, in fondo sono solo98 gli psicologi in servizio, la mag-gioranza dei quali rigorosamente inconvenzione con poche ore ericattabilissimi, in pratica l'elargizio-ne del poco a molti. E il Direttore ditanta complessità chi sarà? Nel cortilesi fanno ipotesi fantasiose, ma spessoanche oggi la fantasia va al potere.O c’è già!Cìò che stride maggiormente è ches'intendono mantenere aperti i servizicon una profusione di posti dirigen-ziali senza fare i conti con il front line,come va di moda dire oggi.Mancano gli infermieri, gli OSS, man-ca in buona sostanza chi sta vicino alpaziente. Manca una seria programma-zione per ciò che riguardala rispostaalle richieste della cittadinanza.A questo si aggiunga il mantenimentodi servizi che con sottile eufemismosi possono definire discutibili e su unoin particolare intendiamo aprire unasana polemica: il servizio di agopun-tura. Degnissima disciplina ma che anostro parere e memori delle missioniin Cina da parte della passata gestio-ne, non paiono così essenziali alla man-canza di risposte per anziani, malati dimente.Tenere aperti questi servizi è una verae propria scelta politica, e sfidiamochiunque a dimostrarci un considere-vole numero di accessi al servizio conimpegnativa del medico curante.Insomma niente di nuovo sotto il sole,questo atto aziendale è teso a convin-cere subliminalmente i cittadini chetutto sommato, risposte più rapide,precise e a pari costo del ticket, si ot-tengono dai privati.La logica è comune, sotto la regia deldue Cota/Cavallera, a tutti gli attiaziendali del Piemonte: un viatico perle consorterie private che da tempo han-no messo gli occhi sul Piemonte, inpoche parole un tentativo maldestroper attuare l'esportazione del modellolombardo. Vogliono ripetere l’espe-rienza infausta di Formigoni?

Redazione

Questi incarica hanno pre-so il posto deipost comunisti de-signati dallaGiunta Bresso, quelli che venivanoadditati come cugini dei sovietici coni loro piani quinquennali, e pare cheabbiano copiato lo stesso metodo spa-rando il loro piano in itinere. Il soloproblema è che quelli lo sapevanostrutturare con una certa logica maquesti, neo liberisti come si declina-no, prendono lucciole per lanterne peruna serie innumerevole di motivi.Presentano dei piani aziendali che sonoperfettamente allineati al famoso e ne-fasto "tavolo Massicci", frutto delgrande inciucio del Governo delle lar-ghe intese denominato Letta-Alfano.L’amara (per chi ancora non conosces-se le idee liberiste) sensazione che sene trae è che questi signori si siano ac-cordati per svendere la sanità pubbli-ca, in un programma organico diinciucio che va dal livello nazionale, aquello regionale, comunale e di quar-tiere.Ora, va da se che l'atto aziendale devetener conto di tutti questi aspetti, deveaccontentare tutti, in modo che in Con-siglio regionale ci sia una blanda op-posizione di facciata del maggiore par-tito sconfitto nelle elezioni del 2010.Ora, nel merito di quanto presentato-ci, se avete voglia d'immaginare quel-li che tutti sanno essere i nomi messi acapo dei dipartimenti, si può definireun atto ecumenico nel senso peggioredella definizione. Tutti contenti, tuttiinciuciati. L'esempio maggiormentelampante è sulla scelta di mantenere 4distretti territoriali.In una prima segreta, come il segretodi Pulcinella, stesura erano 2, poi sonodiventati 4. passare a due distrettiavrebbe significato risparmiare cosìd'un colpo circa 250.000 •uro, avreb-be significato altresì decapitare maga-ri un paio di individui, serbatoi di votidi qualche partito, si vocifera. Dopouna ridda di telefonate, si è abbando-nata la logica per l'inciucio.Altro lampante esempio è l'istituzio-ne delle due strutture complesse defi-nite Direzione amministrativa di terri-torio e ospedaliere, tutti ne sentivanoil bisogno, per primi gli utenti, ovvia-mente.

Atti aziendali delle ASL, ad esempio quello della TO2

Questa lungimirante scelta va di paripasso con la scelta (scellerata) di svuo-tare le Direzioni sanitarie di compe-tenze.Se si osserva bene quali saranno i com-piti delle due direzioni amministrati-ve si comprende che si è eliminato (perfinta) l'economato, per crearne 2 e persalvare ecumenicamente due dirigen-ti, di fazioni teoricamente opposte.Perlomeno curiosa la creazione di unastruttura semplice di "prevenzione ri-schio occupazionale e radioprotezionemedica" collocata nel dipartimentoservizi territoriali, ma, con una frec-cia che va verso la Direzione sanitariadel Maria Vittoria.Come va interpretata? Una spondaprofessionale per qualcuno o si sostie-ne l'ardita tesi che nel territorio, alOSGB e OAS non occorreradioproteggere?

Manager pubblici o incursoricontro la sanità pubblica?

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Dizionario dei luoghicomuni sull'immigrazione

Invasori eladri di lavoro?Dopo gli arrivi dell`estate 2013, il di-battito sull`immigrazione è sempre piùarenato su opposti luoghi comuni. Daun lato i buoni sentimenti, dall`altro la"cattiveria" di stampo leghista. "Dob-biamo accoglierli" contro "portateli acasa vostra". Numeri e fatti devono es-sere la base per comprendere i muta-menti e gestire le opportunità, non i pro-blemi. Prima che sia troppo tardi, per-ché l`Italia da tempo non è più un pae-se che attrae."L`immigrazione è un fatto sociale to-tale" - AbdelmalekSayadSempre più spesso video, articoli e postche parlano di immigrazione sono "as-sediati" da commenti che sarebbe sem-plicistico definire razzisti, una catego-ria che assume sempre meno significa-to. Ma ci sono e sono sempre di più.Per quale motivo? Forse per l`egemoniaculturale della Lega, costruita negli annie rafforzata dall`accodamento di chidoveva contrastarla. Forse, semplice-mente, per effetto di un Paese impauri-to e incattivito dalla crisi. Ma anche perl`incapacità di spiegare, parlare di fattie numeri. Ai luoghi comuni di destra sicontrappone un buonismo derivato dal-la peggiore tradizione cattolica. Provia-mo, invece, a usare la ragione.Sono troppi, è un`invasioneGli sbarchi sono 'coreografici`. Trasmet-tono l`idea dell`invasione. In realtà,

gran parte sono salvataggi in mare da parte di unitàdella Guardia Costiera. Il maggior numero di immi-grati arriva da sempre in aereo, con un visto turisti-co, via terra dal confine orientale o nei portidell`Adriatico. Ma sono arrivi invisibili e dunquenon suscitano allarme.La quota di arrivi via mare oscilla dai 36mila nel2008 fino a 67mila nel 2011. Quest`anno siamo acirca 25mila e la cifra non dovrebbe aumentare dimolto, perché gli arrivi sono concentrati nel perio-do estivo. Bisogna considerare che - negli anni incui arrivavano soprattutto migranti economici -l`Italia si 'arricchiva` in media di un piccolo paeseda 20mila abitanti. Troppo poco per parlare di in-vasione.

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Nelle altre pagine- Assistenza sanitaria in Italia:l'immigrazione indispensabile- Infermieri in Italia: più uominie meno stranieri- Sanità migrante "Cie da chiude-re": lo dice il Comitato di bioetica

Da due anni a questa parte arrivano soprattuttoprofughi. Sulle coste siciliane e calabresi,quest`estate, sono arrivati esclusivamente profu-ghi. Persone cioè che scappano da Eritrea, Soma-lia, Siria, Egitto. Paesi con conflitti endemici o tem-poranei. Gente che non vuole quasi mai rimanerein Italia e lo considera solo un paese di transito ver-so la Germania o la Svezia - luoghi capaci di offrireben altro in termini di inserimento. Oppure, a guer-ra finita, vogliono tornare al loro paese.L`Italia dovrebbe offrire solo un buon transito.Evidentemente non ne è capace. La bocciatura dellaGrecia in ambito europeo come Paese incapace digestire l`accoglienza dei profughi ha significatol`inizio sostanziale della crisi.Non possiamo mantenerli, portateli a casavostraI profughi - dopo aver ottenuto asilo politico - nonsono mantenuti a vita. Devono essere accompa-gnati verso la possibilità di camminare con le pro-prie gambe. In Italia, invece, sono concepiti comeuna "mucca da mungere" secondo le regole dellashock economy, che nella versione italiana diventafondi a pioggia per soggetti di qualunque tipo: conl`emergenza "Nord Africa" del 2011 anche alber-ghi e casolari hanno beneficiato della guerra libica.Una misura anticrisi clientelare e inefficace, senzaalcun beneficio per gli stranieri.L`obiettivo diventa così trattenere più a lungo pos-sibile i migranti, in particolare durante l`attesa per

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I Invasori e ladri di lavoro?CONTINUA DA PAG. 19

la richiesta di asilo. Un centro come quello diMineo ospita oltre 3000 richiedenti in attesa.È una fabbrica della disperazione. Le prote-ste dei migranti (numerosissime negli ultimidue anni, in qualche caso anche violente)hanno un solo scopo: velocizzare le procedu-re, uscire dai centri, iniziare a lavorare. Ma-gari in un Paese meno cialtrone.Non è un caso che, dopo gli "sbarchi", tutti siaffrettano a chiedere soldi all`Europa.Non siparla di efficienza, razionalizzazione, organiz-zazione. Semplicemente denaro, che in gran-dissima parte finisce agli italiani. Non è uncaso che nei centri si distribuiscano “pocketmoney”, buoni che possono essere spesiall`interno o nei dintorni per comprare solodeterminati beni.Già non c`è lavoro per noi.Tutti i rapporti degli organismi internaziona-li da anni dicono che le migrazioni si stannospostando dall`Europa ai paesi emergenti. Lafascia meridionale euro-

pea, in particolare, è sempremeno "appetibile". I dati del rap-porto Ismu 2012 mostrano che gliarrivi di migranti economici sonopraticamente terminati.Questo porterà a una notevoleristrutturazione del mercato dellavoro in Italia. È tipico dei paesiricchi, dall`Europa agli Emiratiarabi, affidare ai migranti le fa-sce basse. Gli italiani in questianni hanno potuto in gran parte(anche se per esempio in edilizialocali e migranti spesso lavoranofianco a fianco) dedicarsi a lavo-ri intellettuali e impiegatizi, per-sino 'artistici`. Il problema non è più "ci tolgono illavoro" ma "come faremo senza di loro".Il lavoro migrante - da sempre - è usato dalla con-troparte padronale in funzione antisindacale e percomprimere i salari e diritti. Ma sono stati proprio ilavoratori migranti - a differenza di piagnucolosiitaliani - a organizzare gli scioperi in agricoltura(Nardò, Castel Volturno) e nella logistica (Milano,Bologna, Piacenza). Arrivando a contrapporsi aorganizzazioni criminali e potenti multinazionali.Aiutiamoli al paese loro.Secondo gli xenofobi dal volto umano, dobbiamoimpedire le migrazioni e "aiutarli al paese loro". Magli spostamenti di massa sono da sempre un modoper far crescere le economie locali. Cosa sarebbeoggi l`Italia senza le rimesse di milioni di emigranti

che nell`arco di due secoli hanno lavorato in condi-zioni disumane pur di mandare dollari alle loro fa-miglie?Oggi, allo stesso modo, paesi come le Filippine sireggono sulle rimesse degli immigrati, come la Po-lonia. I polacchi non emigrano più - almeno in pa-esi come l`Italia - perché sull`emigrazione degli anni`90 hanno costruito la loro crescita. Impedire le mi-grazioni significa fermare questa forma diriequilibrio della distribuzione della ricchezza e - diconseguenza - aprire la strada a esodi veramente dimassa.

E loro come ci trattano al loro paese?Nei discorsi da bar "noi" accogliamo bene i migranti,li sfamiamo e offriamo lavoro. Loro" ci trattanomale nei "loro" paesi. Uscendo dall`astrattezza, ba-sta dare un`occhiata a quello che fanno le impreseitaliane nel Corno d`Africa. E in Libia, Tunisia,Romania.In molti casi, le ditte italiane di costruzioni hannofondato le loro fortune costruendo infrastrutture -spesso inutili - in Africa. Pagando tangenti a regimisanguinari. Devastando l`ambiente e distruggendoeconomie locali. Da ultimo, l`impresa Salini - oggifusa con Impregilo - sta costruendo l`enorme diga

della Rinascita in Etiopia, tra leproteste degli abitanti. Gli effet-ti saranno destabilizzanti per tut-ta l`area. L`Egitto protesta perla riduzione delle acque del Nilo.Dal Corno d`Africa continuanoad arrivare a Lampedusa profu-ghi di guerre ormai endemiche.Le ditte venete in Romania la-vorano in quel paese - con altis-simi profitti - fino dagli anni ̀ 90.E così le imprese italiane in Tu-nisia o in Libia. Bel Alì eGheddafi erano straordinaripartner commerciali. E l`Eni inNigeria si trova come a casa.

E io cosa ci posso fare?"Andate a casa vostra", dicono i comitati dei citta-dini ispirati dal credo leghista e dagli imprenditoridella paura. Ma la "casa" non c`è più. In un mondoglobale, ci piaccia o no, gli effetti e le cause sonointimamente legati da un punto all`altro del piane-ta. È inutile costruire porte e sbarramenti, perchésaranno inesorabilmente abbattuti.Chiudersi di fronte ai profughi di guerra - come peresempio quelli provenienti dalla Siria; significa vio-lare la nostra Costituzione e le leggi internazionalia partire dalla convenzione di Ginevra. Ma anchechiudersi rispetto a un mondo dal quale non siamoisolati. L`Italia usa fondi europei, fa parte di accor-di internazionali. Non può sedersi

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Invasori e ladri di lavoro?CONTINUA DA PAG. 20

ai tavoli solo quando si tratta di prendere.L`Europa ci deve aiutareSecondo i dati riferiti al 2011, ci sono stati 571.000rifugiati per la Germania, quarto paese al mondoper numero di persone accolte; 210.000 per la Fran-cia; 194.000 per il Regno Unito; 87.000 per la Sve-zia; 75.000 per l`Olanda; appena 58.000 per l`Italia.Come si fa a chiedere aiuto a paesi che già dannomolto di più, pur non essendo paesi confinanti? Lasituazione in Italia e Grecia, palesemente incapacidi gestire i profughi, ha portato al paradosso diDublino. I migranti che arrivano nei paesi del Me-diterraneo sono costretti a fare lì domanda d`asiloe a rimanere. Ma spesso hanno parenti e prospetti-ve di lavoro in quelli del Nord. I quali, però, sonospesso saturi. E quasi sempre l`emergenza italianaè il frutto della disorganizzazione edell`improvvisazione.Ma non vogliono integrarsiPer integrazione possiamo intendere due cose.L`inserimento socio-lavorativo in un determinatocontesto oppure l`adeguamento a regole, abitudinie modi di pensare del contesto stesso. Gli emigratidi tutti il mondo puntano all`inserimento. Altrimentinon partirebbero neanche. Dunque si tratta diun`ovvietà.Nel secondo caso, dobbiamo chiederci quali sonole "regole" reali vigenti in Italia. Devono rispettarele nostre leggi e la nostra cultura" può suonare pa-radossale in determinati luoghi. Basta fare un gironelle campagne meridionali. Imprenditori analfa-beti e mafiosi, sfruttatori e brutali sono la norma. Imigranti, per fortuna, non si sono integratiall`omertà, al lavoro nero, alla sopraffazionemafiosa. Altrimenti non avremmo avuto le rivoltedi Rosarno e Castel Volturno e lo sciopero di Nardò.L`immigrazione ci danneggiaIl 26% degli statunitensi che dal 1996 hanno rice-vuto un premio Nobel è rappresentato da immigra-ti. Anche Albert Einstein era un celebre rifugiato.Un migrante emarginato già dalle leggi, relegato aibordi della società, confinato ai settori più deterio-rati dell`economia e considerato solo come bracciada sfruttare, non porterà molto al paese che lo ospi-ta.Conclusione"L`immigrazione è un fatto sociale totale", diceSayad. Più prosaicamente notiamo che i migranti,in generale, non sono un problema ma la spia di unproblema. Dal sistema di accoglienza allo sfrutta-mento sul lavoro, dall`incapacità della politica allacriminalità, mettono in evidenza impietosamentetutti le criticità italiane.Antonello Mangano www.terrelibere.org

Assistenza sanitariain Italial'immigrazioneindispensabile

La domanda di assistenza sanitaria a livello glo-bale è in crescita. Nei paesi in via di sviluppo eemergenti la domanda di assistenza cresce con ilmiglioramento delle condizioni socio-economichee con l'allargamento della copertura sanitaria a fa-sce più ampie della popolazione. Nei paesi più avan-zati l'aumento e la trasformazione della domandasono dovuti all'invecchiamento della popolazione,per cui cresce il numero di cittadini affetti da ma-lattie croniche e bisognosi d'assistenza.Questi cambiamenti non sono però bilanciati daun'adeguata offerta di personale. Secondo stime del-l'Organizzazione Mondiale della Sanità a livellomondiale mancano circa 4,3 milioni di unità nel set-tore sanitario e, sebbene i deficit più acuti sianorilevati nei PVS, il problema riguarda anche i paesipiù avanzati, soprattutto quelli europei (WHO,2011).Per l'UE, la Commissione Europea ha stimato nel2010 che la mancanza di personale sanitario po-trebbe raggiungere la cifra di un milione di opera-tori entro il 2020, sebbene con rimarchevoli diffe-renze tra gli Stati Membri.Per colmare questa lacuna, l'Organizzazione Mon-diale della Sanità ha adottato il Codice di Condottaper il Reclutamento Internazionale di PersonaleSanitario nel 2010.Il Codice detta le linee guida da seguire per agevola-re l'assunzione di personale sanitario straniero, rico-noscendo condizioni lavorative adeguate e un sala-rio equo e promuovendo la migrazione circolare de-gli operatori.

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infermieristiche, i posti resi disponibili per la forma-zione non sono sufficienti a coprire la domanda.In questo quadro, la presenza straniera gioca un ruo-lo sempre più importante.Nel 2011 i medici stranieri abilitati in Italia eranomeno di 15 mila, il 4,4% dei circa 370.000 profes-sionisti iscritti (FNOMCeO). I più numerosi sono itedeschi (1.070), seguiti da svizzeri (868), greci (864),iraniani (756), francesi (646), venezuelani (630) ru-meni (627), statunitensi (617), sauditi (590) e albanesi(552) (ENPAM).Allo stesso tempo il numero degli infermieri stranieriin Italia è aumentato di quasi quindici volte tra il2002 e il 2010, arrivando a rappresentare oltre il 10%del totale. Alla fine del 2010, gli infermieri stranieriiscritti agli albi provinciali IPASVI erano più di38.000, in maggioranza donne (84,5% del totale).Merita però segnalare il sensibile calo delle iscrizio-ni all'Albo negli anni più recenti: mentre nel 2007 glistranieri rappresentavano il 35,3% dei nuovi iscritti,nel 2012 sono soltanto il 15,3% (IPASVI, 2013). Tra

le nuove iscrizioni, gli stranieri piùrappresentati sono i rumeni (44%),seguiti da indiani (10,2%), albanesie peruviani (6-7%).I dati fin qui presentati, inoltre, nonconsiderano il milione e 655 milabadanti (CENSIS e ISMU, 2013),anche se a non pochi tra questi èdemandata l'assistenza sanitariadomiciliare degli anziani. Rimanecomunque confermato anche in Ita-lia il trend dei Paesi OCSE, dove ilpersonale sanitario straniero ricoprein media il 20% della forza lavoro.Dal 2002 gli infermieri possono en-trare in Italia al di fuori dei limiti pre-visti attraverso il meccanismo dellequote inserite nel decreto flussi, gra-zie all'ottenimento di permesso di

soggiorno legato alla propria professione. Nonostantele indicazioni della Direttiva Blue Card 2009/50/CE.sull'ingresso di cittadini stranieri per lavori altamen-te qualificati, entro cui rientrano diverse categoriedel personale sanitario, l'iter di riconoscimento deititoli di studio risulta ancora lungo e difficile e l'ac-cesso ai concorsi pubblici ristretto ai soli cittadiniUE fino a Settembre scorso.Insomma: di fronte a una domanda di assistenza sa-nitaria in presumibile forte crescita, il personale qua-lificato, medico e infermieristico, è e ancor più saràin diminuzione nel prossimo futuro. È forse il caso dicambiare rotta, cominciando, magari, da una mag-gior apertura delle frontiere all'immigrazione quali-ficata in questo campo.

Caterina Francesca Guidi, Laura Bartolini

Ottobre 2013 fonte: www.neodemos.it

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La situazione italiana e il bisognodi medici stranieriIn questo contesto l'Italia vive una dupliceemergenza, che mette seriamente a rischio lagaranzia di accesso a un livello uniforme diassistenza ai propri cittadini, pilone fondantedel Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Dal1999 (Legge 264 del 2 agosto 1999) è statointrodotto il "numero chiuso" alle Facoltà diMedicina (e anche a altre): una decisione con-trastata , sia nella logica generale sia nelle sueapplicazioni pratiche (tra brogli, ricorsi al TAR,differenze di criteri tra Atenei, domande "ori-ginali" nei test, …), determinata soprattutto dal-l'eccessivo numero di medici presenti allora inItalia rispetto agli standard e alle raccomanda-zioni dell'Europa e dal trop-po elevato numero di matri-cole.L'effetto della legge è statoun drastico calo delle imma-tricolazioni (da oltre 100 mila

a circa 10 mila), con forte riduzio-ne, a qualche anno di distanza, delnumero di laureati in Medicina,come desiderato, ma con effetti an-che sulla distribuzione per età deimedici in servizio: oggi, più del 40%dei medici in Italia ha un'età supe-riore ai 55 anni.Si stima che in questo decennio ilnumero di medici che abbandona-no la professione per raggiunti limi-ti di età supererà il numero dei nuo-vi assunti (OECD, 2012), e questononostante il progressivoinnalzamento dell'età pensionabile (da 65 anni nel2012 a 68 anni nel 2018, in crescita di 6 mesi ognianno).Il deficit di personale è inoltre aggravato dall'emi-grazione di medici, infermieri e veterinari verso altriStati UE: tra il 2009 e 2012 si è registrato un aumen-to del 40% delle richieste di trasferimento, da 1017a 1413 unità (Adnkronos Salute).

Mancano anche gli infermieriIl quadro non migliora se si considera anche il perso-nale infermieristico. Secondo l'IPASVI, alla fine del2009 gli infermieri professionali erano circa 365 mila.Ogni anno circa 17.000 infermieri cessano di lavo-rare per pensionamento, mentre ne subentrano sol-tanto 8.000. Qualunque stima si consideri, nessunacolloca la carenza di personale al di sotto delle 50.000unità. Nonostante l'aumento di laureati in scienze.

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Cambia il volto degli infermieri nel nostro Paese.Se fino a qualche anno fa era un mestiere tipica-mente femminile con un consistente aumento dellacomponente straniera, ora invece diventa scelta divita fatta sempre più da uomini e da sempre menostranieri.È quanto emerge dall'ultimo Rapporto Ipasvi pub-blicato a settembre 2013 relativo alle nuove iscri-zioni ai Collegi provinciali Ipasvi che hanno il com-pito istituzionale della tenuta degli albi dei profes-sionisti. Da considerare che lo stu-dio fa riferimento solo agli Infer-mieri professionali (397.393) enon considera le Vigilatrici d'in-fanzia (10.493) e gli Assistenti sa-nitari (5.900).Rispetto al 2007 la quota di iscrit-ti come Infermieri professionali(IP) è cresciuta del 45,6% (9.644nel 2007 e 14.040 nel 2012) conuna crescita soprattutto nel Sudche vanta il maggior numero diiscrizioni (3.623).La professione di infermiere rap-presenta una opportunità lavora-tiva sempre più attraente per gliuomini: il 27,9% dei nuovi iscrittisono maschi contro il 22,3% del2007. Ancora una volta è il Sud aregistrare il maggiore cambiamento. Inoltre l'etàmedia degli iscritti è diminuita passando dai 32,2anni del 2007 ai 29,8 anni del 2012.Ma il dato più evidente è il calo delle iscrizioni diinfermieri stranieri che sono passati dal 35,3% sultotale dei nuovi iscritti del 2007 all'attuale 15,3%.In questo caso l'Italia appare divisa in tre zone benprecise: il Nord Ovest dove gli stranieri rappresen-tano il 28,3% del totale dei nuovi iscritti, il Centro-Nord-Est dove la loro presenza è abbastanza sensi-bile (16-19%) e il Sud e le Isole dove gli stranierisono una presenza trascurabile (4,5-5,1%).Poco meno della metà dei nuovi infermieri stranie-ri sono extracomunitari con punte significative inValle d'Aosta (88,9%) e in Campania (60,0%) e adifferenza dell'intera componente straniera in cin-que anni sono aumentati di qui 15 punti percentua-li.Pur avendo conseguito il titolo all'estero più dellametà (50,3%) degli infermieri stranieri sembra che

Una inversione di tendenza messa in evidenza dal Rapporto Ipasvi

Sempre più uomini e sempre menostranieri: il nuovo volto degliinfermieri in Italia

negli ultimi anni si sia avuto una maggiore prefe-renza nei confronti dei corsi di laurea italiani (nel2007 il 70,4% degli infermieri stranieri aveva con-seguito il titolo all'estero).Il Rapporto infine propone un "Piano della criticitàregionale" che avvalendosi di due indicatori (l'etàal conseguimento della laurea e la percentuale dilaureati all'estero) evidenzia come le regioni meri-dionali sembrano godere di condizioni migliori in

termini di qualità ed omogeneitàdelle risorse rispetto a quelle delnord (soprattutto Friuli VeneziaGiulia e Liguria). In buone condi-zioni le regioni del Centro.

Maria Rita Porcedduottobre 2013www.immigrazioneoggi.it

Lavoro, sanità, scuola:per gli stranierila discriminazioneè “istituzionale”La discriminazione anche giuridico-istituzionale è una costante ricorrenteper i cittadini stranieri che vivono nelnostro paese. Una realtà che viene

messa in luce quest'anno anche dal dossier statistico im-migrazione 2013. Rapporto di Idos per Unar, l'ufficionazionale antidiscriminazioni razziali.La casa . Gli affitti, oltre a incidere per il 40 per centosul reddito degli immigrati, si trovano con difficoltà espesso nelle aree più degradate, con contratti non sempreregolari.Il lavoro. Il sottoinquadramento, una condizione cheriguarda il 41,2 per cento degli occupati stranier i; ladiffusione del lavoro sommerso; l'acuirsi del lavorosfruttato e paraschiavistico nonostante un elevato tassodi sindacalizzazione.La scuola. Negativo è anche il sistema scolastico per glistranieri, soprattutto per la carenza di risorse economi-che e professionali; di requisiti burocratici talvolta esclu-denti.La sanità. Atti discriminatori si rilevano anche in camposanitario. In Italia, infatti solo 6, tra le regioni e le pro-vince autonome, hanno formalmente ratificato l'accordofinalizzato a superare le disuguaglianze di accesso degliimmigrati ai servizi sanitari.

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I elementare, tarata sulla precedente normativa chepermetteva il trattenimento non oltre i 30 giorni".Da quando il periodo di "trattenimento" è stato pro-lungato, il servizio è "del tutto insufficiente e si re-gistrano casi gravi di soggetti non curati a dovere.Inoltre ci sono grandi problemi per avere la docu-mentazione clinica nel passaggio dal carcere ai Cie".A tutte queste difficoltà si aggiunge un grave disa-gio psicologico: "Gli internati vivono questo perio-do come una pena aggiuntiva a quella già scontata,per di più con minori garanzie (non si sa quantotempo dovranno rimanere nel centro) e con minoripossibilità di svolgere una qualche attività"."Al massimo come misura eccezionale (come pre-visto dall'Ue)"Logiche conseguenze, che per il Comitato richie-dono decisioni urgenti: i Cie vanno "chiusi", o "al-meno ricondotti alla loro funzione originaria di mi-sura eccezionale, come previsto dalla direttiva Ue,

ristabilendo come misuraordinaria il rimpatrio volon-tario assistito (finanziato daapposito fondo europeo)";la responsabilità del dirittoalla salute degli internatideve passare al Ssn; e levittime di tratta devono es-sere regolarizzate per mo-tivi umanitari, come la leg-ge prevede.Il parere del Cnb, un orga-nismo presieduto dal Fran-cesco Casavola, presiden-te emerito della Corte co-stituzionale, è stato elabo-rato da Grazia Zuffa, coor-dinatrice di un gruppo dilavoro ad hoc, ed è statoapprovato all'unanimità datutti i membri del Comita-to presenti alla votazione, iprofessori Amato, Batta-glia, Canestrari,D'Agostino, d'Avack, DaRe, Dallapiccola,Flamigni, Forleo,Garattini, Guidoni,Isidori, Morresi, Neri,Palazzani, Piazza,Possenti, Scaraffia,Toraldo di Francia, Uma-ni Ronchi e, ovviamente, lastessa Zuffa. Ha successi-vamente espresso la sua

adesione la professoressa

Marianna Gensabella viedifuga.org 10/2013

Sui CIE lo dice ancheil Comitato di bioetica

Salute migranteprigioniera

Chiuderei campiSecondo un "parere"dell'organismo di con-sulenza presso la Pre-sidenza del Consiglio,"in questi centri il di-ritto alla salute degli

internati è soggetto a tali li-mitazioni da rendere dubbiol'uso del termine stesso di"diritto". Non lo dice un or-ganismo della società civilepiù o meno progressista, mail Comitato nazionale dibioetica (Cnb) presso laPresidenza del Consiglio inun ampio "parere" sul temagenerale del diritto alla sa-lute negli istituti di detenzio-ne."Dov'è il Ssn?"I Cie "sono ubicati in con-tenitori impropri, fortemen-te carenti dal punto di vistaigienico - argomenta ilC0mitato -. Vi sono concen-trati soggetti di diversa edeterogenea provenienza,molti di loro particolarmen-te vulnerabili: come le per-sone richiedenti lo status dirifugiato e le vittime dellatratta, che rischiano di tro-varsi rinchiuse insieme aipropri carnefici. L'assisten-za nei centri non è a carico del Ssn, bensì è fornitadall'ente gestore dei centri stessi".Nel complesso "si tratta di un'assistenza sanitaria

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CHIUSURA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI“ In Piemonte si tradisce lo spirito della legge ”E’ stata approvata in Consiglio regionale, in ottemperanza ad una legge nazionale, la delibera sulsuperamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, che prevede l’istituzione di due strutture alternativedi custodia, di cui una a Biella e una a Alessandria, per un totale di 70 posti letto, dove verrannoricoverati i piemontesi oggi reclusi a Castiglione delle Stiviere e a Reggio Emilia.Contraria alla delibera la consigliera di Rifondazione Comunsta, Eleonora Artesio, per la quale conquesto atto si prevede solo la reclusione e non percorsi di recupero individuale degli internati e quindisi disattende il significato ultimo della normativa varata dal livello centrale.“Non tutte le persone sono nella stessa condizione - precisa Artesio - e presentano lo stesso rischiosociale. Per alcuni ad esempio si possono pensare ad alternative, come le comunità alloggio. Occorredunque prevedere soluzioni personalizzate, come ad esempio ha cercato di fare un’Asl del Piemonte,anche se questa esperienza non è stata fatta propria nella delibera della Giunta, dove si parla solo dinumeri, posti letto, finanziamenti per l’edilizia e deroghe alle assunzioni”.Forti perplessità sono state espresse da Artesio soprattutto sulla struttura che si aprirà ad Alessandria,presso la Cascina Spandonara: “Si tratta di un luogo ben lontano dal centro e dai servizi, che non daràfastidio a nessuno, ma che certo non aiuterà il percorso di integrazione e di riabilitazione dei pazientipsichiatrici giudiziari. Insomma si tratta di un’operazione pessima da tutti i punti di vista che perpe-tuerà quello che Napolitano ha definito un orrore per un Paese minimamente civile”.

Dal 12 al 24 novembre riprende il viag-gio per chiudere gli Ospedali Psichia-trici Giudiziari- Per dire no ai miniOPG/ma-nicomi regionali- Per aprire i Centri di SaluteMentale h24Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziariitaliani sono ancora in funzione, conoltre mille persone internate, rinchiusein luoghi che il Presidente Napolitanoha definito "indegni per un Paese appe-na civile". Per portare all'attenzionedei cittadini e dell'Istituzioni italianequesta situazione il comitato stopOPG,con il coinvolgimento delle associazioniche lo compongono e delle associazioniregionali delle città tappa, ha chiesto aMarco Cavallo di riprendere il suoviaggio. Il cavallo azzurro, che nel 1973a Trieste ruppe i muri del manicomio diSan Giovanni dando il viaall'inarrestabile processo di cambia-mento e alla Legge 180, toccherà le cit-tà sedi di OPG e alcune di quelle chepotrebbero diventare sedi dei cosiddet-ti "mini OPG".

Il viaggio di Marco Cavallo con stopOPG,per incontraregli internati

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Presidio di testimonianza del coordinamento psicologi

LA PSICOLOGIANON DEVE MORIRE!CHE COSA SUCCEDE?In molti in questo ultimo perio-do avranno sentito parlare della“questione psicologi che lavo-rano come educatori”. E dicome essi siano a rischio licen-ziamento. Tantissimi colleghiche non troverebbero più postonei servizi dove, in molti casi,lavorano da anni.Questo perché?La questione, come molti sanno,è relativa ai titoli di studio ealla qualifica.Lo psicologo non ha titolo distudio riconosciuto per poterfare il lavoro di educatore. Però– e questo è il primo punto checi teniamo a sottolineare – glipsicologi si sono/ sono stati neltempo massicciamente impiegaticome educatori. Dal centrodiurno, alla comunità al gruppoappartamento.La Regione da anni sta cercan-do di normare la situazione,anche perché obbligata per leg-ge. Fino a poco tempo fa, senzaclamore ed in sordina, eranostate proposte modifiche cheavrebbero portato di fatto al-l’impossibilità per gli psicologi,questa volta definitiva, di lavo-rare nella residenzialità leggera(gruppi appartamento per inten-derci). Quindi al licenziamento.Ed in alcune Asl piemontesi,prima dell’estate, le nuove gared’appalto ci avevano già esclu-so da queste mansioni (recente-mente questo è successo nellaAsl TO2).Le voci che circolavano eranospesso le seguenti: tutti i servizia breve avrebbero dovuto atte-nersi a questo riassetto

dell’organico, non soltanto nellaresidenzialità leggera.Una catena di eventi che, se nonbloccata sul nascere, avrebbemesso a rischio centinaia e cen-tinaia di posti di lavoro. Perché,come molti di voi che ci seguiteda tempo sapete, moltissimi psi-cologi sotto i 45 anni, per fortenecessità di un impiego chemanca altrove e – spesso, anchese non sempre – per desiderio diun’esperienza CLINICA in con-testi a più stretto contatto con laquotidianità degli utenti, si sonoinseriti nel mondo del lavorofacendo proprio l’educatore.COSA SI E’ FATTO?

Per impedire tutto ciò il CPPPha attivato, con tutte le sue for-ze, differenti canali per “impor-re” che si arrivasse, più possi-bilmente nell’unità della cate-goria, ad un intervento perscongiurare tre grossi eventi:1 – il licenziamento di molti col-leghi (più di 600 secondo le no-stre stime)2 – la mortificazione della pro-fessione tutta (che ancora una

volta verrebbe penalizzata afavore di altre togliendole lospazio che le spetterebbe di di-ritto – psicologi assunti comepsicologi – e escludendo altreforme di impiego – psicologiassunti come educatori)3 – l’aumento esponenziale dipsicologi senza lavoro, saturan-do sempre più un mercato pres-soché fermoQuindi abbiamo iniziato a dialo-gare con la politica, unicadetentrice della possibilità dimodificare lo status quo, e loabbiamo fatto non certo negliultimi mesi. Un dialogo serratoe continuo che ha permesso,anche faticosamente, di renderenota la situazione della psicolo-gia (non solo su questo tema) edi poterci permettere, ora, diproporre qualche cosa.Abbiamo poi incalzato il Consi-glio dell’Ordine (prima la vec-chia maggioranza, poi la nuova)costringendolo (non solo artico-li ma anche azioni concrete) adaprire un tavolo di lavoro a cuiabbiamo e stiamo partecipando(tre coordinati sono presenti).Va detto che, pur avendo dimo-strato di essere totalmente al-l’oscuro di questa situazione edei grossi rischi che tutta la psi-cologia stava rischiando di cor-rere (non ne sapevano davveronulla!), la nuova maggioranzaha deciso di ascoltarci ed ha,appunto, cercato di creare ungruppo di lavoro che potessegiungere ad una soluzione, an-che con il supporto di tanti altricolleghi interessati al tema (fa-centi parte di molte di quelle

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che saranno le liste candidatealle prossime elezioni).Questo spirito, anche se tardivo(se c’avessero ascoltato prima,chissà..), ha permesso di giunge-re a delle proposte che sono ilfrutto di un compromesso e che,anche solo temporaneamente,dovrebbero arginare il proble-ma. L’unitarietà, anche nelladifferenza e senza paura diesprimere con chiarezza e deci-sione i propri diversi punti divista, porta a dei risultati.Siamo tutti contenti? Il risultatoè già raggiunto? Ovviamente edassolutamente no!La situazione non è affatto ri-solta ed anzi, se non si passadall’unitarietà di pochi a quelladi tutti i professionisti, si rischiadi perdere una grande occasio-ne per riconsegnare dignità allapsicologia (e per tutelare tantiposti di lavoro).

27ottobre 2013

LA PSICOLOGIANON DEVEMORIRE!CONTINUA DA PAG. 26

NOTE A MARGINE

La questione qualifica e titolodi studio è di vecchia data.A questo punto però vanno chiarite alcune cose.1 – lo psicologo non è un educatore2 – in tutti questi anni però i vari Enti, le varie Cooperative e laPolitica o hanno fatto finta di nulla – perlopiù per convenienzeeconomiche – o si sono disinteressati e/o non hanno visto il pro-blema – la miopia non è una giustificazione per la non azione3 – molti psicologi si sono “adattati” alla situazione, compliceanche l’immobilismo e l’indifferenza dei colleghi che, per ruo-lo, avrebbero dovuto vegliare sulla situazione e porre rimedio(l’Ordine, per esempio..)Gli psicologi, finora inseriti nelle èquipe, verrebbero esclusi daquel 60% e inseriti, insieme a MEDICI,INFERMIERI E OSS,nel restante 40%. Ci chiediamo: in un crescente clima dimedicalizzazione dei servizi, quanto spazio si potrà realmenteriservare al lavoro psicologico?

L’ASSEMBLEA PUBBLICADEL 24 OTTOBRE 2013per porre all’attenzione 4 questioni per noi fondamentali:1 – la Vignale/Burzi è una proposta. Deve essere votata e nul-la ci garantisce che ciò avvenga. Abbiamo lavorato affinché,maggioranza ed opposizione in Regione, si trovassero d’ac-cordo sulle modifiche. Il nostro dialogo di anni può, in que-sto, essere prezioso. Ma dobbiamo far comprendere a tuttiquanto questo tema sia fondamentale per il destino della psi-cologia tutta2 – il nostro obiettivo non è far sì che lo psicologo diventi uneducatore. Vogliamo garanzie per i tanti colleghi che, per imotivi già menzionati, lavorano come educatori. Un sistemache ha accettato (ed ha approfittato) della debolezza di unacategoria e dell’esigenza dei singoli non può risolvere i pro-blemi con il licenziamento. Non si può permettere, soprattut-to oggi, che altri colleghi perdano il lavoro3 – questa è una soluzione parziale (riguarda solo una partedegli psicologi assunti come educatori) e temporaneamentelimitata4 – vogliamo che ci sia più psicologia (e quindi più psicologiassunti come tali) all’interno del sistema sanitario regionale

PRESIDIO 5 NOVEMBRE sotto il consiglio RegionaleL’assemblea pubblica è arrivata, dopo una discussione di piùdi due ore, alla consapevolezza che, per fare capire che final-mente gli psicologi hanno trovato unità di intenti e di obietti-vi, è necessario scendere in piazza e chiedere che le nostreragioni vengano accolte. Tutti insieme. Se non si farannopressioni di categoria (per intenderci tanta gente, tante voci)tutto lo sforzo potrebbe essere vano e a rimetterci sarebbel’intera nostra categoria (non solo coloro che rischiano ilposto).

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Farmaci, aumentail consumo diantidepressivi.Soprattutto perle donneIn crescita il consumo diantidepressivi da parte degliitaliani: il dato è in aumento del4,5% rispetto al 2004. Questotipo di farmaci è usato soprat-tutto dalle donne e, secondo gliesperti, il fenomeno è legatoalle conseguenze della crisieconomica.E nel 2020, ha avvertito il di-rettore generale dell'Agenziadel farmaco (Aifa), Luca Pani,"la depressione, dopo le malat-tie cardiovascolari, sarà la pa-tologia responsabile della per-dita del più elevato numero dianni di vita attiva e in buonasalute". E' la fotografia scattata dal rapporto "L'usodei farmaci in Italia", realizzato dall'Osservatoriosull'impiego dei medicinali di Aifa.L'aumento dell'utilizzo di antidepressivi si collocain un contesto di sostanziale stabilità nella spesa difarmaci in generale, che si attesta a quota 25,5 mi-liardi di euro. Mentre la spesa farmaceutica terri-toriale complessiva è in riduzione rispetto all'annoprecedente del 5,6%, quella effettuata delle strut-ture sanitarie pubbliche nel 2012 ha registrato unaumento +12,6% rispetto al 2011.Le dosi giornaliere di medicinali prescritti sonoaumentate del 2,3% rispetto al 2011: ogni italianoha consumato 30 confezioni di farmaci nel 2012,spendendo in media 430 euro. Diminuisce invecel'utilizzo di antibiotici, anche se in una percentualeconsistente si continua a farne un cattivo uso im-piegandoli anche laddove non necessari: l'impiegoinappropriato di tali farmaci supera il 20% in tuttele condizioni cliniche, ma al contempo si registrauna diminuzione del 6,1% nei consumi rispetto al2011. Il dato stabile nella spesa per acquistare me-dicinali è stato commentato dal ministro della Salu-te, Beatrice Lorenzin: "Nonostante l'aumento delconsumo di farmaci, la spesa farmaceutica è rima-sta sotto controllo. Questo - ha spiegato - grazie aduna maggior appropriatezza nella prescrizione, ma

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anche all'immissione di farmaci a brevetto scadutoe di generici". Tuttavia, ha rilevato, "c'è ancora fortedisomogeneità tra le regioni e bisogna ancora lavo-rare per una maggior appropriatezza delle prescri-zioni".Nella classifica dei consumi, infatti, la Sicilia è laRegione che registra il maggior consumo di farma-ci nel 2012, mentre la Provincia autonoma diBolzano e la Liguria si collocano tra le regioni più

virtuose con i minori consumi.Ma le disparità nel consumo dimedicinali non sono solo geo-grafiche, ma riguardano anchel'età e il genere. A consumarepiù medicinali sono i più pic-coli e gli anziani: il 50% deibambini e oltre il 90% degliover-75 ha ricevuto almenouna prescrizione durante l'an-no.Gli over-74 presentano ancheconsumi e spesa rispettivamen-te 22 e 8 volte superiori a quel-li di un paziente tra i 25 e i 34anni. Il rapporto conferma inol-tre il peso della differenze digenere rispetto al consumo deifarmaci: le donne consumanopiù farmaci antitumorali (sem-

pre maggiori le prescrizioni per il cancro alla mam-mella per maggiore frequenza della patologia e mi-gliore capacità di diagnosi), e sempre nelle donnela frequenza di utilizzazione dei farmaci attivi sulsistema nervoso centrale prevale di circa il 6% ri-spetto agli uomini.

Redazione

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la Francia. Ma proprio in questi giorni si sta smo-bilitando. Le tre divisioni corazzate di stanza aSusa rientreranno presto alla base e i centomilacarabinieri dislocati nella valle per il presidio delterritorio verranno spostati in Sicilia. Si tratta in-fatti di mantenere anche là l'ordine, turbato dachi ancora oggi si oppone alla ricostruzione delPonte sullo Stretto, dopo i due successivi crollidovuti ai noti eventi sismici.C'è ancora qualche difficoltà, ovviamente. Per ilpassaggio dei convogli ferroviari bisognerà aspet-tare che inizino i lavori di scavo sul versante fran-cese. Ancora non è stato dato il primo colpo dipiccone, ma i francesi hanno assicurato che ciòavverrà entro la fine della legislatura. Poco male.Nel frattempo si potrà continuare ad avvalersidella preesistente linea ferroviaria Torino Lione,attualmente utilizzata al 20% della capacità.Poi occorrerà procedere alla ripiantumazione delverde in tutta la valle. Boschi e prati infatti sonoda tempo spariti a causa dell'uranio e dell'amianto

dispersi nell'aria e sul ter-reno. Sostanze contenutenei materiali di scavo peril cui smaltimento non sierano predisposte apposi-te discariche, dato che ciòavrebbe aumentato il costocomplessivo dell'opera eritardato i lavori. Altri mi-liardi da aggiungere al co-sto complessivo, denunciatidai soliti disfattisti nemicidell'Europa a cui non vamai bene niente e che fan-no finta di ignorare che tut-to questo rilancerà l'occu-pazione dei giardinieri ecosì potremo uscire dallacrisi. Fatto che comunqueè previsto entro la fine del-l'anno, e di cui già si vedo-no i primi segni, a patto na-turalmente che non vengameno la stabilità politica,

ciò che potrebbe innervosire i mercati.E adesso tutti a Lione, utilizzando il teletrasportoda poco diventato operativo.PS. Naturalmente non andrà a finire così. Il bucodi 50 km nella montagna non si farà, sia a causadella esemplare lotta degli abitanti della valle cheanche per mancanza di soldi. Conseguenze politi-che di tutto questo? Nessuna. Gli italiani dimenti-cano presto.

Bruno Carchediwww.puntorossoblog.com

CRONACHEDEL TAV.......un secolo dopoA un secolo esatto dalla grande manifestazionecontro il Tav in Val Susa (novembre 2013), vienefinalmente inaugurato il tunnel per il passaggiodel Treno ad Alta Velocità sotto il Moncenisio. Pre-senti alla cerimonia ufficiale Enrico Letta, proni-pote dell'omonimo premier che tanto fece un se-colo prima per dare impulso all'opera, e la ministraMaria Stella Gelmini, discendente di quellaGelmini passata alla storia per la sua passioneper i tunnel e i neutrini che ci corrono dentro.Passione trasmessa di generazione in generazio-ne alla Maria Stella di oggi.Per la verità, c'è stato unpiccolo fuori programma.Ad un certo punto, laministra si è messa a urlaredal palco delle autorità chei treni in galleria potrannosuperare la velocità dellaluce, ciò che è sembrato ec-cessivo anche ai più ferven-ti sostenitori del Tav lì pre-senti. Si è trattato comun-que di un episodio seconda-rio, non riportato dai me-dia e quindi non esistito.Media che in questi giornistanno mettendo in secon-do piano il leggero ritardodella fine dei lavori: solo80 anni rispetto al termineprevisto. Così come stannosorvolando sul costo fina-le, lievitato nei decenni daipreventivati 20 miliardi iniziali agli attuali 2.000miliardi. Ma questi sono dettagli, den unciati inop-portunamente dai valsusini, notoriamente estre-misti e nemici del progresso e della civiltà. Quelloche conta è che il traforo è finalmente una splen-dida realtà, prova provata del genio italico e del-la encomiabile perseveranza dei nostri governan-ti.Naturalmente, oltre ai costi dell'opera, vannocontabilizzati i costi del mantenimento dell'ordinein tutta la valle, per fare rispettare i nostri impe-gni internazionali e per non fare brutta figura con

AFFARI E SALUTE IN LOTTA

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Più i gerarchi moderni, i pode-stà i ducetti esibiscono il pornoal massimo del trash, più le mas-se sono eccitate e accorrono aschierarsi, per un uccello mo-scio o per un culo, una paio ditette rifatte, una baldracca diturno.Italiani che fanno ritornare tut-to, affezionati terminali delbrutto, dell'osceno, dell'orrore. Non conoscono bellezza, cultu-ra, arte, non sanno amare, inca-paci di sentimenti, accettano esubiscono. Nemmeno zombi, perché quellisono morti portati in vita, questisono solo morti e tali restano,incoscienti pur d'esserlo. Non ci sono più padri intellet-tuali coraggiosi a gridare sde-gno e j'accuse. I pochi che osavano si sonosuicidati lanciandosi da finestree balconi, schifati e nauseati,assassinati dall'indifferenza diquesto popolo collaborazionistae correo. Che importa se nello Stretto diSicilia oltre dieci mila disperatisono morti affogati a causa diLeggi nazionali che condannanoalla pena capitale chi scappa dal-la guerra, fame, persecuzione?

30 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

Se non sono malati mentali inItalia non li vogliamo. Gli italiani non imparano mai. Non studiano, non leggono, nonsi informano, se ne strafottonoda sempre alla grande. Non praticano la memoria, nonsanno cosa sia la Storia. Scendono nelle piazze a farrivolta solo se un rigore non èstato concesso, lo scudetto ruba-to, il super bomber ceduto; d'al-tro non sanno. Da secoli la mia gente è ungregge passivo di masochistiestremi.Si sceglie master pure idioti, ciconvive con loro, li serve, liadora. Gli italiani hanno sempre avutobisogno di idoli, però rivendica-no le proprie radicicristianissime. Non sanno quello che dicono,perché parlano senza pensare ecapire. Non sanno. Degni eredi della fine dell'Im-pero Romano, sparito, com'eragiusto, per lassismo, pigrizia;finito in polvere in brevissimotempo, dopo chissà quale splen-dore, se poi c'è stato veramentee non c'è stato. Compatrioti che non imparanodagli errori fatali. Ritornano elicoidali sempreagli stessi punti, amano la ditta-tura, comunque essa sia. Mascherata o palese, ma lorola vogliono, la desiderano,orgasmano ad essere repressi enegati. Non sazi di Mussolini, della suaamicizia con Hitler, dei campi disterminio anche su territorionazionale, sono sempre allaricerca di cinici e spietati pa-droni.

Italiani e stato mentaleUna riflessione

TSO?

Neppure le ultime tragedie aLampedusa hanno toccato il cuo-re di pietra fredda dei miei con-nazionali. Come sempre, da sempre, se nestrafottono. Tutti.Nessuno può essere assolto. Manco quelli che si dichiarano'compagni', 'rivoluzionari','pentastellati'... a leggere certiloro pensieri e commenti sull'Al-tro, lo straniero, il ministroKyenge, gli immigrati i clande-stini, anche Borghezio diventauna scolaretta. Se non sono malati mentali inItalia non li vogliamo. Voto dopo voto, schifezza elet-torale sommata a nepotismi efamigghia, gli elettori sempre a90° hanno di nuovo voluto ilterrore, riconfermandolo di vol-ta in volta, per decenni. Ancora non è finito. Hanno voluto condannati,frodatori, papponi, bugiardi,mitomani, picchiatori fascisti,troie, mafiosi, indagati in Parla-mento, li mantengono e li ap-prezzano, e guai se glieli tocchi. Se li tengono ben stretti.Hanno permesso lo snaturamen-to del Quirinale e accettato un

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 31

TSOCONTINUA DA PAG. 30

Merda mista al sangue dei lorostessi fratelli e sorelle. I malati mentali se non sonoguidati da malati mentali piùgravi di loro si sentono soli. L'Italia è un Paese che praticala tortura, sistematicamente,scientificamente; lo dice la Cor-te Suprema dei Diritti dell'Uo-mo che ha condannato il 'nostro'Paese per 2.100 volte negli ulti-mi anni sempre e solo per graviviolazioni dei diritti inaliena-bili della persona.Ma gli italiani se ne fottono.Sono talmente imbecilli che sifanno alienare dalle slotmachines e poker on line, casinovirtuali, scommesse più o menoclandestine, gratta e perdi sem-pre, lotto, stralotto e fantacal-cio.Vagli a dire di Marx; per beneche vada consulterannoWikipedia e ti diranno dei fra-telli e di quel cinema di allora,ripetendo a pappagallo.Se non sono malati mentali inItalia mica li vogliamo.E' così che un disturbato psi-chiatrico grave e la sua corte dibruciati al cervello tengonol'Italia in ostaggio, dopo averlaridotta una fogna; lo hanno fat-to per due decenni e ancoracontinuano, come se tutto ciòfosse normale.E' così che due af-fetti da narcisismoe istrionismo mali-gno, raccolgonoaltre masse e comeGrandi FratelliDigitali fottono gliindignati usando laleva del populismoe il controllo delleidee attraverso larete che gli italianinon sanno adope-rare e con la qualeancor menointeragiscono.E' così che un ma-nipolo di pazzi fu-riosi, nazisti vestitiin verde,

Presidente della Repubblicabuono solo a rappresentare Ca-sta e Amici suoi.Protestano per le buste pagadepredate dalle nuove Demo-crazie Cristiane, per i ContrattiCollettivi Nazionali di Lavoro,per i disoccupati e non più ga-rantiti; ma nulla hanno fatto perevitare che l'unico partito cherappresentava la classe operaiafosse estromesso dal Parlamen-to: grazie al PD/PDL/LEGANORD che lo hanno "sbarrato"alle elezioni. Non era mai successo dal dopo-guerra. In Parlamento c'è sempre statauna forza politica operaia. E' gravissimo quello che è suc-cesso e che sta succendendo. Con la scusa della crisi econo-mica, alla quale non c'è da cre-dere, adesso e delle emergenzenazionali prima, l'Italia si trovaoggi peggio del post secondaguerra mondiale. Allora la gente sapeva che do-veva darsi da fare. Infinitamente peggio ora, per-ché nessuno vuole capire che ètempo, c'è poco tempo, di rico-struire e lo si deve fare parten-do da zero, perché questa Re-pubblica dei Bananari è deva-stata, rasa al suolo, testimoniasolo rovina e dolore, povertà,miseria assoluta,disumanizzazione, cinismo, cat-tiveria, xenofobia, razzismo bie-co e nessun credo, ideali zero. Tanta ignoranza e deficienzaconica. Manco la Scuola Pubblica e ilSapere hanno difeso. Si sono fatti portare via il bello,l'arte, la speranza, costretto igiovani alla depressione morta-le. Si tappano orecchie, occhi ebocca, immersi nella melèna,inghiottono e dicono pure che èbuona.

stanno legittimando il Ku KluxKhan nazionale e tutto quelloche ruota intorno alla galassiadelle nuove camicie brune.Gentaglia che dovrebbe essereaffidata con urgenza non già aServizi Sociali, Procure dellaRepubblica, polizie varie.Falliti ai quali dovrebbe essereinibita qualsiasi apparizionetelevisiva e spazio di quotidianie periodici.Soggetti pericolosissimi, soprat-tutto per gli altri, noi tutti, cheabbisognano solo ed esclusiva-mente di ambulatori e studi dipsicanalisi, ma con terapeuti ingamba, affiancati da psichiatriche istituiscano supportofarmacologico adeguato.Relitti tossici ai quali non sidovrebbe più dedicare neppureun solo minuto di attenzione,lasciandoli terminare dimenti-cati e non pubblicizzati.Al limite usati come testimonialdi pubblicità regresso.Ma se non sono malati mentaliin Italia mica li vogliamo.Così, vedrai, amico mio, chealla prossima tornata elettorare,i votanti, avendone diritto, sce-glieranno di nuovo il manganel-lo.

Lucio Galluzziwww.bellaciao.org

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32 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

Vai a Roma per piacere o per lavoro?Acquedotti Antichi Bed and Breakfast, il binomio economicità e qualità,l'accoglienza senza sorrisi di convenienza. Per chi non ha artificiose preteseda anemici hotel a 5 stelle, è l'ideale. Situato in una zona tranquilla e grade-vole a 15 minuti dal centro e attaccato allo splendido e immenso parcodell'Appia, il B&B eccelle nella gestione: simpatia, cultura e disponibilitàfunzionale ad una permanenza piacevole.

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T utti i lavoratori dipendentisanno che da alcuni decenni igoverni si accaniscono nel pe-nalizzare il sistema pensioni-stico, con il passaggio dal me-todo retributivo a quello con-tributivo, con l'innalzamentodei requisiti minimi per poterususfruire alla pensione dopouna vita di lavoro e con le mo-difiche dei coefficienti di riva-lutazione degli importi accan-tonati ai fini pensionistici.Già dal 2006 nel settore priva-to vige l'obbligo di scegliere,per avere la liquidazione, semantenere l'accantonamentodel Trattamento di Fine Rapporto (TFR) oppu-re di seguire “il consiglio” dato da una martel-lante campagna di comunicazione anche sinda-cale, di investirlo nei fondi pensione. Ma adoggi le adesioni non sono consistenti.Ora, o meglio da qualche anni, anche nel Pub-blico Impiego Cgil, Uil, Cisl (che siedono nelConsiglio di Amministrazione, retribuiti comegli altri componenti con parte dell'importo ver-sato dai lavoratori per il Fondo) hanno lanciatoanche la stessa campagna per i Fondi pensionePERSEO per Regioni, Enti Locali e Sanità.L'adesione al Fondo Perseo da parte del lavora-tore pubblico prevede l'accettazione dello Sta-tuto, atti correlati e relative clausole: ci chie-diamo quanti dei lavoratori che hanno aderitosiano al corrente di tanta informazione utile acapire cosa hanno firmato.La maggiore redditività sban-dierata dai sostenitori dellaprevidenza integrativa è soloeventuale in quanto legata al-l'andamento dei mercati…. cioèin balia della speculazione fi-nanziaria!I fondi pensione in Italia sonostati promossi nel periodo dellafinanza speculativa e dell'eco-nomia di carta e riproporreancora i fondi pensione, quan-do tutti paghiamo per i dannicausati dalla finanza cerativadi Berlusconi e company, è unaresponsabilità grave e di com-plicità speculativa.In campo previdenziale il ri-schio è un problema serio ecruciale: perdite pesanti si ri-percuotono sulla futura unica

Occhio!ATTENTI ALFONDO PERSEO

fonte di sostentamento e pos-sono comprometterla inmodo determinante!I soldi versati al Fondo Per-seo vengono investiti attra-verso assicurazioni, impresee banche anche straniere,tantè che gli investimenti deiFondi finanziano Aziendeche producono armi, che

sfruttano donne e bambini.Emlematico il caso del “Fondo Cometa”, consi-gliato ai lavoratori metalmeccanici, che avevainvestito risorse in aziende implicate nella pro-duzione di armi chimiche (fosforo bianco). Que-stioni di etica che i sindacati non forse hannoben valutato.Infine sull'investimento del T.F.R. nei Fondi nes-suno può onestamente dare certezza di maggio-re redditività rispetto all'accantonamento delT.F.R. stesso. Non parliamo poi dei rischi mag-giori che si corrono con questa crisi economica!Chi presenta, e consiglia, ai lavoratori il FondoPerseo lo spiega?Forse non spiegano neanche che, per evitare lafuga dopo aver scoperto la trappola, una voltadata l'adesione al Fondo è vietato ogni ripensa-mento!

Redazione

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 33

NOTA INFORMATIVA

Il Fondo pensione"PERSEO"I lavoratori assunti prima dell'1.1.2001, chesono in regime di TFS, per poter aderire alfondo pensione devono optare per il TFR.Quelli assunti dopo tale data sono già in regi-me di TFR.

La differenzatra TFS e TFRIl TFS (Trattamento di Fine Servizio) è la som-ma che verrà corrisposta alla cessazione delservizio ai lavoratori assunti prima del1.1.2001. Il suo ammon-tare è determinato divi-dendo l'80% della retri-buzione dell'ultimo annodi servizio (stipendiobase più altre voci fissee ricorrenti) per 15 emoltiplicando tale risul-tato per gli anni di ser-vizio (TFS = 15/12 x 80%ultimo stip. X anni ser-vizio).Ai fini del TSF il lavora-tore accantona una quo-ta del 2,5% della retri-buzione mentre il datoredi lavoro versa il 3,60%.Quindi la consistenzadel TFS dipende dall'ul-timo stipendio e dalle sue variazioni contrat-tuali (che, a loro volta, sono anche legate allaprogressione di carriera).

Il TFS gode di un trattamento fiscale favore-vole in quanto è prevista una franchigia di •309,87 per ogni anno di contribuzione ed unabbattimento finale del 40,98%.Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è lasomma che verrà corrisposta alla cessazionedel servizio ai lavoratori assunti dopo il31.12.2000.Il suo ammontare è determinato dal versamen-to da parte del datore di lavoro di una quotapari al 6,91% dello stipendio.Queste somme accumulate di anno in anno sonorivalutate annualmente nella misura dell'1,5%fisso più il 75% dell'inflazione (indice ISTAT).Ai dipendenti della pubblica amministrazione

assunti dopo Il 31.12.2000viene applicato, per pa-rità di trattamento con ilavoratori in regime diTFS, un abbattimentodel 2,50% sull'80% del-la retribuzione lordacome stabilito da un ac-cordo firmato da CGILCISL UIL nel 1999 e daun DPCM del20.12.1999.La consistenza del TFR,quindi, è strettamente le-gata alle retribuzioni ef-fettivamente percepitenegli anni e dall'indiceISTAT.

Conviene investire il TFR nellaprevidenza integrativa?Consultando i dati ufficiali della COVIP (Com-missione di Vigilanza sui Fondi Pensione), nel2011 ben 27 Fondi Pensione presentano un se-gno negativo; significa che, in tendenza, nonsolo non stanno producendo interessi ma addi-rittura stanno erodendo il capitale versato.Non c'è un solo Fondo che segni il rendimentonetto garantito dal TFR, che nel 2011 è statodel 3,5%.

Nel Paese della bugia la

verità è una malattia(Gianni Rodari)

QuotidianoonlineL’informazione dipendente, dai fatti

L’ex ministroElsa Fornero

PigsI misteri dellacrisi svelati “inparole povere”

Vi dicono che lacrisi «è il problemadel debito pubbli-co» Falso. Vi dico-no che «facendo itagli si esce dallacrisi»? Falso. Vidicono che «ridu-cendo salari e dirittisi esce dalla crisi»?Falso.Tutto quello chevorreste sapere sul-la crisi e nessuno viha mai detto..IN LIBRERIA

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MALATTIA PROFESSIONALE

Il mobbing del LavoroChiedersi cosa sia il MOBBING, il rischio lavorativo emergentedella Società della Conoscenza, chiedersi perché la strage assas-sina non si ferma ha il mesto approdo nel riconoscere come ine-vitabile la violenza del lavoro nell'Età Globale? Qual è il confi-ne che il DIRITTO ALLA DIGNITA' pone alla libertà di indiriz-zare, gestire, organizzare, comandare, decidere, disporre, dirige-re, dare lavoro, intraprendere, fare profitti, affari…?

34 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 29° n° 5 novembre 2013

Mi pare opportuna la riflessione chesegue per chiarire il senso dell'inchie-sta di malattia professionale che riguar-da i lavoratori colpiti da lesioni dellasfera psichica (dall'impatto comunica-tivo-relazionale sul lavoro per la espo-sizione al rischio organizzativo psicosociale). La tipologia di rischio da cuiconseguono tali lesioni ha senz'altrodelle specificità, che tuttavia nonl'emarginano in zone remote in cui ladefinizione giuridica di rischio lavora-tivo evapori fino a scomparire.

Nell'ordinamento nazionale le vicen-de lavorative che esitano in lesioni fi-siche e/o psichiche evidenziano un chia-ro parallelismo tra l'ambito civile (ob-bligo di risarcimento del danno prodot-to) e quello penale (sanzione al respon-sabile delle lesioni causate ai lavorato-ri dipendenti).

Sembra indiscusso il riconoscimentodell'articolo 2087 c.c. quale norma ge-nerale di tutela civilistica della salutepsico fisica (oltre che della personali-tà) del lavoratore dipendente.

Stenta, al contrario, a farsi strada il ri-conoscimento che il diritto alla tuteladella salute psichica del dipendente nonha, nell'ordinamento nazionale, esclu-siva valenza civilistica discendendo daiPrincipi Costituzionali (articoli 2, 3, 32e 41) le norme di tutela penale dellasalute psichica dei dipendenti (daiDD.PP.RR. degli anni cinquanta finoalle direttive comunitarie recepite nell'ordinamento nazionale, 626/94 inprimis).

E' peraltro da questo impianto che de-rivano gli Organi di Controllo (i Servi-zi di PREVENZIONE delle AZIENDESANITARIE LOCALI, Regionali dopola Riforma Sanitaria del 1978) deputa-ti alla tutela del diritto dei lavoratori allavoro sicuro. In pratica, quando si ve-rifica un infortunio sul lavoro che pro-duce lesioni (gravi), i Servizi Pubblici

di Prevenzione verificano (anche di pro-pria iniziativa, tramite l'apposita inchie-sta) se nella dinamica che conduce al-l'episodio infortunistico vi sono (osono assenti) violazioni alla normativadi salute e sicurezza del lavoro che co-stituiscono nesso di causa con l'episo-dio infortunistico individuando, in casopositivo, le relative responsabilità.

L'accertamento delle responsabilità,quando c'è, è comunicata al pubblicoministero che, dopo averle valutate,avanza al GIP richiesta di procedere odi archiviare (il GIP decide autonoma-mente: archiviazione o processo pena-le per il nesso di causa tra le lesionipersonali dell'articolo 590 c.p. e le nor-me penali di salute e sicurezza del la-voro violate).

La stessa cosa avviene in tema di ma-lattie da lavoro (patologie che conse-guono dall'esposizione lavorativa a fat-tori di rischio di varia natura), sia nelcaso in cui la lesione colpisca il fisicoche nel caso sia la sfera psichica del di-pendente a subire la lesione.Ma mentre è pacifica la tutela penaledella salute dalla esposizione ai rischitradizionali (fattori chimici, fisici, bio-logici…) stenta a farsi strada il ricono-scimento della tutela penale dalle ma-lattie che colpiscono la sfera psichica(per l'esposizione ai fattori di rischiorelazionale e comunicativo, al rischiopsico sociale ed organizzativo).

Proprio nel momento in cui si celebrail passaggio dalla Società Industriale allaSocietà dei Servizi (Conoscenza, Infor-matica, Telecomunicazione…) ed è evi-dente l'evoluzione del rischio lavorati-vo (diventa primario il rischio di "farsimale in testa" tramite le relazioni e lemodalità comunicative interpersonalisul lavoro) si nega la valenza penaledella tutela della salute psichica dei la-voratori dipendenti.

Prende corpo, paradossalmente e soloper le patologie psichiche correlate allavoro, l'esclusiva valenza civilisticadella tutela del lavoro propugnata - al-meno formalmente - dal regime fasci-sta negando effettività all'ordinamentodella Costituzione Repubblicana anti-fascista (stabilisce la tutela penale del-la salute e della sicurezza del lavorato-re dipendente quale limite tassativo allalibertà di intraprendere, di "dare lavo-ro").

Com'è possibile sostenere che aggres-sioni, vessazioni, discriminazioni, per-secuzioni, dequalificazione,demansionamento, comunicazione osti-le, disconoscimento delle capacità pro-fessionali connesse all'inquadramentocontrattuale, isolamento, emar-ginazione, gratuità di premi, punizionie ruoli aziendali … (che costituisconoparte rilevante del rischio lavorativodella Società Globale, che pretende fles-sibilità e sacrificio remunerativo con-tinuo per favorire livelli legittimi dicompetizione) abbiano esclusivavalenza civilistica nell'ordinamento na-zionale?

Se il rischio lavorativo è sanzionatopenalmente (e fino ad ora - visto ancheil fallimento del progetto di Testo Uni-co - non è lecito sostenere il contrario)o si sostiene (e con quale coerenza?)

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anno 29° n° 5 novembre 2013 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 35

www.diario-prevenzione.it

cronache onlinedi sicurezza sul lavoro

che l'offesa alla dignità ed alla perso-nalità del lavoratore dipendente che esi-ta in patologia non costituisce rischiolavorativo oppure si celebrano i pro-cessi (contro i responsabili delle lesio-ni prodotte ai dipendenti in violazionedi norme di salute e sicurezza del lavo-ro).

Non sono riuscito a capire come maidelle molte inchieste inviate dai Servi-zi PISLL alla Procura della Repubbli-ca nessuna abbia ancora varcata la so-glia del dibattimento (stazionano pres-so l'ufficio del pubblico ministero oquello del GIP).

RISCHIOLAVORATIVOE MALATTIEDA LAVOROE' pacifico che i "fattori di rischio"che colpiscono il fisico o la psiche han-no natura diversa; si integrano però nel-la comune categoria dei rischi lavora-tivi per i quali vige l'obbligo tassativodi Prevenzione violando il quale si com-mettono reati: l'articolo 4 del d.lgs.626/94 (munito di sanzione penale) pre-vedendo a carico del datore di lavorol'obbligo di valutazione eprevenzionedi tutti i rischi lavorativi (dopo la mo-difica conseguente alla sanzione U.E.)rende esplicita la responsabilità del ti-tolare (DATORE DI LAVORO) di ogniattività produttiva (beni o servizi) nelprevenire tutto il rischio lavorativo(compreso il rischio organizzativopsico sociale) tramite Valutazione ap-propriata, varo di Misure adeguate (ef-ficaci) e Formazione (onere di risulta-to) di tutti i dipendenti.L'articolo "4" non fa che esplicitare icontenuti di norme presenti e traspa-renti nell'ordinamento nazionale: già lanormativa degli anni cinquanta ponevail datore di lavoro nell'obbligo di farsicarico del rischio lavorativo che derivadalle modalità organizzative liberamen-te ed autonomamente date alla propriaattività.

L'esplicitazione del d.lgs. 626/94 (del-la direttiva CEE che lo ispira) è in di-retta connessione con l'evoluzione dellavoro: è inevitabile che il passaggio

Il mobbingdel LavoroCONTINUA DA PAG. 34

della Società Industriale a Società del-la Conoscenza (dei Servizi, della Co-municazione…) segni parallelamentel'evoluzione del rischio lavorativo.Semplificando, il rischio "fisico" è do-minante nel modello tayloristico di or-ganizzazione del lavoro; il rischio"psichico" emerge prorompente nelmomento in cui le relazioniinterpersonali e le modalità comunica-tive caratterizzano sempre più i ruolidel lavoro nel modello organizzativoaziendalistico della competizione glo-bale. E' questo passaggio che fa del"mobbing" il rischio lavorativo emer-gente, non un inutile tributo all'effime-ro modaiolo.

In una recente sentenza della Corte diCassazione Sezione Lavoro (n° 4774del 6 marzo 2006, Pres. Mercurio, Rel.Miani Canevari), in linea con la defini-zione giurisprudenziale del "mobbing"(sottolineata tra gli altri da Del Punta:Mobbing e Modernità atti del Conve-gno del 20 Aprile 2004), la molestiamorale sul lavoro si configura come"condotta sistematicamente vessatoria,tale da ledere l'integrità fisica e la per-sonalità del lavoratore subordinato …che si verifica allorché il datore di la-voro tiene una condotta sistematica eprotratta nel tempo, che concreta, perle sue caratteristiche vessatorie, una le-sione della integrità fisica e della

personalità morale del prestatore di la-voro garantite dall'articolo 2087 delcod. civ.; tale illecito rappresenta unaviolazione dell'obbligo di sicurezza po-sto da questa norma generale a caricodel datore di lavoro e si può realizzarecon comportamenti materiali o prov-vedimenti del datore di lavoro indipen-dentemente dall'inadempimento di spe-cifici obblighi contrattuali previsti dalladisciplina del rapporto di lavoro subor-dinato".

Sembra lecito chiedersi: può la con-dotta sottolineata dalla sentenza verifi-carsi senza che vi sia violazione dellenorme penali di salute e sicurezza dellavoro? L'uniformità della rispostapositiva mi pare irta di ostacoli. Se ilfattore di rischio lavorativo ha naturarelazionale comunicativa, la lesioneche si produce ha buone probabilità diconseguire alla "esposizione" a condot-te (comportamenti) e a decisioni(provvedimenti) che violano la norma-tiva di salute e sicurezza del lavoro. E'questo, peraltro, l'onere posto all'ope-ratore PISLL che esegue l'inchiesta dimalattia professionale: accertare lapresenza (o l'assenza) del nesso di cau-sa tra la patologia diagnostica al di-pendente (da chi ha titolo a farla) e lenorme di salute e sicurezza del lavo-ro.

Le norme di salute e sicurezza dellavoro violando le quali possonoprodursi le lesioni alla sfera psichicadell'articolo 590 del c. p. sono ricon-ducibili primariamente agli articoli 4,5 e 22 del d. lgs. 626/94. Dopo lamodifica imposta dall'U.E. al commadue dell'articolo 4, la valutazione deirischi che hanno la potenzialità diledere la salute fisica e psichica dellavoratore dipendente deve riguarda-re tutti i rischi lavorativi, incluso ilrischio psico sociale organizzativo.

Aldo MancusoRappresentante dei Lavoratoriper la Sicurezza

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Progetti regionali: l'analisi di Lilae Cittadinanzattiva sui fondi perla diagnosi di infezione da HIVstanziati per gli "Obiettivi diPiano Sanitario Nazionale 2012"

HIVirregolaritànell'utilizzoregionale"Una quota di risorse del nostro Fondo sanitarionazionale, ammontante a 15 milioni di euro e desti-nato a 16 progetti regionali di diagnosi della HIV,non è spesa nel modo migliore da parte delle Re-gioni e questo oggi non possiamo proprio permet-tercelo". L'allarme viene dalla Lega Italiana per laLotta contro l'Aids e da Cittadinanzattiva-Tribuna-le per i diritti del malato, che hanno esaminato gliatti deliberativi regionali per la Linea progettuale3, denominata Diagnosi di infezione da HIV di 10regioni. I progetti sono stati finanziati con l'Accor-do Stato Regioni del 22 novembre 2012 che vinco-lava quote del Fondo sanitario nazionale a molte-plici obiettivi di Piano Sanitario Nazionale.Ciò che emerge dall'analisi delle diverse delibere edei progetti, è che le Regioni hanno male interpre-tato gli atti, determinando a nostro avviso anche unnon corretto utilizzo di fondi pubblici. Diverse Re-gioni hanno inserito costi per attività ordinarie, peresempio esami clinici già coperti da spesa corrente,già finanziate, e progetti con obiettivi non congrui,per esempio attività di formazione, anche questigià finanziati. Pressoché tutte le Regioni hanno pre-sentato progetti privi di indicatori di valutazione, odi azioni innovative. Una Regione ha addiritturaproposto una strategia di offerta del test Hiv consi-derata non costo efficace e non socialmente accet-tabile dalla comunità scientifica nazionale e inter-nazionale.Alle Regioni è stato inoltre consentito, nonostantel'atto di definizione degli obiettivi sia stato pubbli-cato nel novembre 2012, di computare azioni apartire dal gennaio 2012 e talvolta da prima, quan-do gli obiettivi non erano definiti."Abbiamo molto lottato per avere un Obiettivo di

Piano specifico su questo tema, per innovare erazionalizzare l'offerta del test Hiv, in conformitàagli standard internazionali. Associazioni e comu-nità scientifica esprimono da anni come priorità ilnecessario miglioramento dell'offerta del test in Ita-lia, dove il 60 per cento delle persone che ricevonouna diagnosi di Aids non sapeva neppure di averel'Hiv e quasi un terzo della popolazione sieropositivanon sa di esserlo, senza dimenticare che in Europaoccidentale nel 2011 ci sono stati 7600 decessicorrelati all'infezione da HIV, in parte a causa didiagnosi tardive, come emerso nella recente Con-ferenza Europea sull'Aids. Quanto sta accadendorischia ora di affossare la linea progettuale stabili-ta"" ha dichiarato Alessandra Cerioli, presidenteLila nazionale."E' evidente che per garantire un'adeguata program-mazione sanitaria devono essere rivisti al più pre-sto tempi e modalità dell'attuale procedura di ripar-to del Fondo Sanitario Nazionale, con particolareriguardo ai fondi relativi agli obiettivi di PSN. Nonpossiamo continuare ad accettare che si definisca-no gli obiettivi di PSN alla fine dell'anno, la logicaimporrebbe invece che gli obiettivi si definiscanoall'inizio", queste le dichiarazioni di Tonino AcetiCoordinatore nazionale del Tribunale per i dirittidel malato (TDM) e Responsabile del Coordina-mento nazionale Associazioni Malati Cronici diCittadinanzattiva.La Lila e Cittadinanzattiva hanno per questo indi-rizzato una lettera aperta al Presidente del Consi-glio, al Ministro della Salute, alla Corte dei Conti ealtri referenti istituzionali, perché sia avviata ognidoverosa verifica in merito all'utilizzo dei 15 milio-ni di euro. La "linea 3 HIV" è, inoltre, solo una delle diverselinee di un provvedimento che ammonta a 1 miliar-do e mezzo di euro. Le due Organizzazioni sonofortemente preoccupate che le incongruenze riscon-trate possano riguardare anche altre linee progettuali

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HIV irregolaritàCONTINUA DA PAG. 36

L'analisi in sintesiSedici le regioni che avevano la possibilità dipresentare progetti sulla diagnosi di infezioneda HIV (Abruzzo, Basilicata, Calabria,Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria,Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia,Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto). A fine set-tembre 14 avevano presentato gli atti delibera-tivi al Ministero, mentre risultavano assentiCalabria e Campania.Di queste 14 delibere approvate, LILA eCittadinanzattiva hanno potuto reperire i pro-getti esecutivi , con non poche difficoltà, in 10regioni (Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana,Umbria e Veneto) e su queste hanno effettuatol'analisi.Il 50% dei progetti presentati (Veneto, Marche,Umbria, Lazio e Puglia) riporta e computa azionie costi di attività ordinaria o di attività già fi-nanziate negli stessi periodi da altri fondi. Nellospecifico, 3 regioni indicano attività di caratte-re formativo al personale sanitario già coperteannualmente con 18 Ml di euro del fondo dellaLegge 135/90; 1 regione include nei costi il com-puto economico di esami che sono lo standardnella cura dell'HIV e quindi garantiti dai LEA;1 regione include più azioni realizzate con altrifinanziamenti precedentemente ricevuti. 4 progetti (Veneto, Toscana, Marche e Puglia)su 10 propongono attività non riconducibili agliobiettivi indicati nel documento licenziato dalCIPE e quindi non congrue. Una regione, la Liguria, propone una attivitàbasata su una strategia di offerta del test HIVconsiderata non costo efficace e non socialmen-te accettabile sia dalla comunità scientifica na-zionale che internazionale.La metà dei progetti contiene indicatori definitiper misurare la validità dell'obiettivo propostocome richiesto dall'atto; 4 progetti (Toscana,Veneto, Umbria e Puglia) non contengono azio-ni innovative/migliorative. Il 60% dei progetti indica tempi di esecuzioneantecedenti alla deliberazione CIPE, nella granparte dei casi riferiti all'inizio del 2012, ma inalcuni si indica come avvio del progetto il 2010.Globalmente si può affermare che la totalità dei10 progetti analizzati ha almeno un indice dinon congruità. 8 progetti su 10 contengono al-meno 2 indici non congruità e 2 progetti su 10hanno 5 elementi di non congruità.

Su www.sossanita.it/hivscarica la scheda tecnica dell'analisiLeggi la lettera alle istituzioni

E’ ORADI FARECHIAREZZASUI FONDIE SUGLIINTERESSI CHECIRCOLANOATTORNOAL VACCINOITALIANO SULL’AIDS.

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degli Obiettivi di Piano, andando a vanificare nonsolo la loro efficacia ma anche ogni intento dispending review. Per questo le Regioni dovrebberogarantire la partecipazione delle Associazioni deicittadini e dei pazienti nella fase di messa a punto epresentazione dei progetti regionali, nonchè nellafase di valutazione degli stessi da parte del Mini-stero della Salute.

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consigli in libreria

Maurilio Mirabella, napoletano,scompare il 17 marzo 2010 a Roatan(Honduras), dove viveva da circa quin-di anni, in circostanze a tutt’oggi mi-steriose. Di lui si è persa ogni traccia.Insieme a lui è scomparso un suo co-noscente torinese, Luca Pagliaro.

Morire di non lavoroLe politiche che producono sofferen-za e umiliazione nelle popolazioni, in-contrando rabbia nelle piazze e dispe-razione nell’isolamento. Fino al suici-dio, come risposta individuale che si facollettiva e riempie di sé la cronaca de-gli ultimi anni.

corso dei trent'anni di vita del fi-glio, Francesco, che insieme al pa-dre è il protagonista della vicen-da. E non è una testimonianzacome tante, perché Vitale si con-fronta con le strutturesociosanitarie e i loro deficit cul-turali sull'autismo, con le associa-zioni e le loro prassi (o disprassie),con le cooperative e le comunità:insomma, con tutto il milieu cheben conoscono i genitori di unapersona con autismo che passa at-traverso l'infanzia, l'adolescenzae la prima età adulta, imbatten-dosi in una serie di crescentiincomprensioni del suo modo diessere e delle sue esigenze, perarrivare a sperimentare una verae propria negazione della sua vita,come dice il sottotitolo del libro.È anche una testimonianza chemanifesta una buona qualità nar-rativa, tanto da risultare una sor-ta di romanzo-verità.Il libro pone una questione radi-cale. Quando, infatti, si può direche una vita umana sia negata?Può essere negata come pura esemplice vita, quando l'essereumano viene ucciso, ma può esse-re negata anche come umana,quando viene privata di ciò cherende umana una vita, ad esempioeliminandovi qualsiasi traccia, an-che la minima, di esperienza dellalibertà. Può essere negata comeumana anche mediante il non ri-conoscimento delle esigenze sin-golari connesse ad un modo di es-sere dell'umano, di questo concre-to essere umano, il non riconosci-mento della sua specificità irridu-cibile, dei suoi codici e delle suelimitazioni essenziali. Questo è iltipo di negazione della vita chehanno subito e continuano a subi-re, giunte all'età adulta, molte del-le persone cui è stata applicata l'eti-chetta dell'autismo. Soprattuttoquelle che appaiono più gravi, chehanno un ritardo cognitivo, chenon parlano o presentano forti

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L’uomo che non esiste

Mio figlioè autisticoQuel particolare insieme di librisull'autismo che è il gruppo deilibri scritti da genitori si arricchi-sce continuamente di nuove ope-re. Sono opere in cui solitamenteprevale l'aspetto della testimo-nianza, con un risvolto affettivomolto marcato, sia che si pongal'accento sulle sofferenze e sulledifficoltà, sia che si vogliaenfatizzare l'affetto che il genito-re nutre per il figlio disabile, finoa giungere in certi casi a conside-rare la disabilità del figlio un donodel cielo, uno strumento della pro-pria auto-realizzazione.Si tratta dunque di un gruppomolto eterogeneo, sia dal puntodi vista della qualità della scrittu-ra, sia da quello della natura dellatestimonianza resa, sia infine daquello della competenzasull'autismo in generale possedu-ta dagli autori.L'ultimo libro di Gianfranco Vi-tale, Mio figlio è autistico (Vannini2013), all'interno del gruppo inquestione occupa un luogo emi-nente. Il libro è una testimonian-za ampia, sostenuta da un patri-monio di conoscenza, esperienzae riflessione accumulato nel

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limitazioni nel linguaggio, che manifestano proble-mi comportamentali e non sono in grado di viverenegli ambienti sociali consueti, e meno che mai dicondurre una vita indipendente.Rinchiusi negli istituti, senza spazi adeguati e pos-sibilità di movimento, e senza stimoli che li aiutinoad uscire dalle loro stereotipie, costoro vegetanoin uno stato di sedazione permanente, mentre i loroorganismi devono smaltire dosi quotidiane di far-maci di ogni genere. Finiscono per vivere una vitalarvale, spettrale, priva di dignità e di senso. Quelladel senso, della sua attribuzione e condivisione, chenell'autismo è il problema fondamentale, nelle isti-tuzioni che si occupano di autismo rimane una do-manda che non solo non trova una risposta, ma chenon viene neppure adeguatamente formulata. Que-sto anche per il semplice fatto che le istituzioni chesi occupano di persone con autismo hanno dell'og-getto della loro attenzione, cioè dell'autismo stes-so, una conoscenza superficiale, precaria, e qual-che volta del tutto priva di fondamenti.Quello di Vitale è il libro di un padre. Qui, a diffe-renza di quel che avviene nella maggior parte dellefamiglie in cui entra l'autismo, è la madre ad esserelatitante, ad essere inadeguata anzitutto davanti allanecessità di comprendere l'autismo del figlio, equindi il figlio stesso. Il padre qui prende sulle spal-le il figlio - è l'inverso di Enea -, ma il suo lungocammino non sembra godere della protezione diuna dea. Una fatica immane, con momenti di feli-cità, ma soprattutto con grandi angosce, sofferen-ze e incomprensioni da parte di chi dovrebbe com-prendere e aiutare.Il messaggio infine è chiaro: anche a parità di ri-sorse impiegate, la vita dei soggetti autistici po-trebbe essere molto più umana e ricca di senso sela conoscenza dell'autismo in coloro che operano,a tutti i livelli, con le persone con autismo fossemaggiore. Se non si coglie l'autismo dall'interno,ogni sforzo sarà vano, e le vite delle persone conautismo continueranno ad essere negate. Quella dellibro di Vitale è una grande lezione, che dovrebbeessere fatta ampiamente conoscere. Brottof

4/11/2013 blog.libero.it/proautismo

Mio figlio è autistico

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Pubblicati213 numeri

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Anno XXVIII - Periodico fondato ediretto da Franco CilentiDistribuito gratuitamente.Finanziato dai promotori e dailettori con contributo facoltativoRedazione: [email protected]

Collaboratrici/ori di redazione:

Fulvio Aurora, Roberto Bertucci,Michele Diciolla, Renato Fioretti,Margherita Napoletano,Luisella Morandi, Valentina Boi,Cristina Miletto, Marisa Chiaretta,Jerry Scotellaro, Enrico MoriconiSuppl. rivista Medicina DemocraticaAutoriz. Tribunale Milano n° 23-19/1/77Reg. naz. stampa (Legge 58/81 n° 416,art. 11) 30/10/1985 Dir. Resp: F. Aurora

Vignette (cile) di F. CilentiImpaginazione a cura di Mac RizzoIl materiale originale è riproducibilecitando testata, data e autore.Posta: Firma e telefono. La firmanon verrà pubblicata su richiesta.Numero chiuso in redazione: 17-11-2013Suppl. alla rivista naz. M. D. - n° 200Questo numero pubblicato solo in pdfsul web: www.lavoroesalute.org

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Crisi: lo sciopero Cgil-Cisl-Uil del 15 novembre

MA CHE RAZZADI SCIOPERO E’?Volendo fare i buinisti possiamo affermare che la credibilità della lineasindacale di Cgil, Cisl, Uil, è da troppo tempo ai minimi termini: a iniziaredalla resa incondizionata davanti al massacro Monti-Fornero. Non lo di-ciamo solo noi minoranza dentro la Cgil ma è lo stesso Landini, segretariodella potente Fiom, a lanciare l’allarme sul crescente pericolo di un distac-co definitivo dei lavoratori! Non traggano in inganno i milioni di tesserati(per la verità la maggior parte sono pensionati) perchè non rappresentanoaffatto la prova di adesione ai comportamenti di questa dirigenza. Lacontroprova, non prevista, starebbe nel tesseramento annuo!Oggi non gratifica affatto chesolo ora i nostri si svegliano con-tro una legge di stabilità da, di-cono con cecità e ipocrisia, cor-reggere, cavandosela con 4 oredi sciopero; potrebbe anche es-sere letto come una formale resaalle politiche di massacro dei go-verni Berlusconi, Monti e Letta.E’ pur vero che i tre sindacatidel Pubblico Impiego, del TerzoSettore e della Sanità Privataavevano deciso di estendere losciopero di venerdì 15 novembre all'intera giornata lavorativa ma la Com-missione di Garanzia Nazionale ne ha impedito l'estensione, nonostantesiano stati rispettati i tempi di preavviso e sia stata data garanzia che,come sempre, sarebbero stati garantiti i servizi essenziali.E' un grave precedente che rischia di limitare ulteriormente il diritto disciopero nei comparti pubblici che già devono sottostare a regole moltoferree e comunque sono già autodiluiti, nel tempo e nella concretezza, da-gli stessi sindacati confederali. Questo veto dovrebbe far riflettere i sinda-cati confederali dell’ininfluenza; a loro viene chiesta solo complicità peravere in regalo un ruolo di testimonianza!Non serve essere particolari fans dei sindacati di base per dire che almenoloro, con il 18 ottobre, sommato poi alle manifestazioni dei movimenti con-tro le politiche del governo il giorno dopo, hanno dato un serio segnale dimobilitazione, su di una piattaforma chiara e senza mediazioni con i partitidi governo. Però a questo punto è necessario un atto di realismo e di umil-tà, almeno della Cgil, per costruire una stagione di lotta commisurata aduna devastante austerity fatta su misura e ordine del vorace capitale. In-vece di fare tutto il contrario e driblare un atto dovuto, ai lavoratori, comeai pensionati, ai giovani e ai disoccupati, con chi condividone una credibileopposizione a questa austerity scaricata verso il basso senza scrupoli!PS. Almeno un paio di domande sorgono spontanee.Quanti, come me (dopo 40 anni di adesione agli scioperi Cgil) hanno scel-to di scioperare 8 ore contro il governo il 18 ottobre con USB e altri sinda-cati di base, anche per protesta verso i propri sindacati?Quanti sindacalisti Cgil, Cisl, Uil nei luoghi di lavoro hanno scioperato?

franco cilenti, iscritto Cgil FP

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