L’AUTORITARISMO: STABILE TRATTO DI PERSONALITÀ O MUTEVOLE VARIABILE IDEOLOGICA? Michele Roccato
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L’AUTORITARISMO: STABILE TRATTO DI PERSONALITÀ O
MUTEVOLE VARIABILE IDEOLOGICA?
Michele Roccato
D i p a r t i m e n t o d i P s i c o l o g i a , U n i v e r s i t à d i To r i n o
Eraldo De Grada: Una vita di ricerca in psicologia sociale
Università La Sapienza di Roma18 ottobre 2013
Gli studi classici sull’autoritarismo
De Grada: Una vita di ricerca in psicologia sociale Roma, 18 ottobre 2013
Autoritarismo come stabile variabile di carattere o di personalità (Adorno et al., 1950; Fromm, 1941; Reich, 1933) sviluppata nell’infanzia o nell’adolescenza (Altemeyer, 1988)
Attualmente l’operazionalizzazione standard dell’autoritarismo è quella di Altemeyer (1996), che lo concepisce come la covariazione di: Aggressività autoritaria Convenzionalismo Sottomissione autoritaria
Gli studi contemporanei sull’autoritarismo
De Grada: Una vita di ricerca in psicologia sociale Roma, 18 ottobre 2013
Duckitt (2001): l’RWA è una variabile ideologica che esprime valori che enfatizzano la sicurezza collettiva e l’ordine (coesione, stabilità e tradizione) a discapito di valori che enfatizzano la libertà personale e la libera espressione di sé
In effetti (Sibley & Duckitt, 2010): Gli item di RWA rilevano atteggiamenti, non personalità Specifiche esperienze di vita modificano l’RWA L’RWA correla più fortemente con le variabili attitudinali e
valoriali che con quelle di personalità Manipolazioni sperimentali between-groups mostrano un
incremento di RWA in condizioni di «minaccia normativa» (Stenner, 2005)
Gli studi contemporanei sull’autoritarismo
De Grada: Una vita di ricerca in psicologia sociale Roma, 18 ottobre 2013
L’RWA aumenta entro le stesse persone in condizioni di minaccia percepita (studio longitudinale durato 5 mesi: Sibley, Wilson, & Duckitt, 2007)
In definitiva, forti relazioni fra la minaccia (effettiva o percepita) all’ordine sociale (specialmente a opera di gruppi che violano le principali norme sociali) e l’RWA (Cohrs & Asbrock, 2007; Dru, 2007)
L’APERTURA ALL’ESPERIENZA MODERA LA RELAZIONE FRA
MINACCIA ED RWA(DALLAGO & ROCCATO, 2010)
Presupposti e ipotesi
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Presupposti: Le persone molto aperte tendono a essere particolarmente
sensibili agli stimoli ambientali e a essere inclini a sentirsi vulnerabili e non protette (Hartmann, 1991; McCrae, 1994; Van Hiel & Mervielde, 2004)
L’RWA può funzionare come un meccanismo di coping nei confronti della minaccia (Kessler & Cohrs, 2008; Napier & Jost, 2008; Van Hiel & De Clercq, 2009)
Ipotesi: le persone con alti punteggi di Apertura all’esperienza, che in condizioni sicure sono meno autoritarie di quelle poco aperte all’esperienza, fronteggiano la minaccia elevando l’RWA, quelle poco aperte no
Metodo
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Analisi secondaria dei dati rilevati dall’Osservatorio del Nord Ovest, N = 976, età media = 54.4, DS = 15,47
Campione postale (tendenzialmente) rappresentativo della popolazione italiana
Misure: Rwa: 10 item da Giampaglia e Roccato (2002) , alfa
= .73 Big five: 20 item da Caprara et al. (1993), struttura
fattoriale attesa, TLI = .905, CFI = .924, RMSEA = .057 Minaccia percepita da criminalità: item singolo
Risultati
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Risultati
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CONTROLLO COMPENSATORIO, MINACCIA ED RWA
(MIRISOLA, ROCCATO, RUSSO, SPAGNA, & VIENO, IN STAMPA)
La teoria del controllo compensatorio
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Motivazione esistenziale di base a percepirsi in grado di controllare il proprio ambiente (Adler, 1946; Heider, 1953)
Si può fronteggiare la minaccia esistenziale derivante da uno scarso controllo percepito affidandosi a sistemi esterni che diano ordine e struttura al mondo, principalmente la religione, il governo e i «powerful others» (Kay et al., 2008, 2009, 2011)
Visione di insieme della ricerca
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Ipotesi: l’RWA è una strategia che le persone, soprattutto quelle con bassi livelli di RWA, possono usare in condizioni di minaccia sociale alla sicurezza per compensare la carenza di controllo percepito sul mondo
Abbiamo testato tale ipotesi in due studi, uno longitudinale e uno sperimentale (l’unico presentato in questa sede per ragioni di tempo)
STUDIO 2: metodo
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Esperimento condotto nell’ambito di una campagna elettorale simulata mediante il Dynamic Process Tracing Environment (Lau & Redlawsk, 2009)
Partecipanti: 131 studenti universitari torinesi (49 maschi, età media = 22.76, DS = 5.51)
Questionario pre-sperimentale con rilevazione delle variabili critiche
Manipolazione sperimentale: A metà della campagna manipolazione in/sicura dello scenario (dati sull’Italia del 2020, anno in cui è ambientata la simulazione)
Assegnazione casuale a uno dei due scenari (sicuro: n = 62, insicuro: n = 69)
Questionario post-sperimentale con nuova rilevazione delle variabili critiche
STUDIO 2: misure principali
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RWA al T1: 10 item dalla scala di Giampaglia e Roccato (2002), a = .722
RWA al T2: altri 10 item dalla stessa scala, a = .786Pre-test (242 studenti universitari torinesi): le due scale
possono essere considerate forme parallele del medesimo strumento, r = .81, p < .001
Percezione di controllo al T1: 6 item usati da Kay e colleghi (2008), a = .778
Percezione di controllo al T2: gli stessi 6 item, a = .885Operazionalizzazione della perdita di controllo
percepito: Differenza di controllo fra T2 e T1
STUDIO 2: manipulation check
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Nel questionario post sperimentale, i partecipanti esposti allo scenario insicuro sono risultati significativamente più insicuri di quelli esposti allo scenario sicuro: Sia per quel che concerne l’item di insicurezza percepita
usato da Dallago e Roccato (2010), media nello scenario sicuro = 3.19 (DS = 1.16), media nello scenario insicuro = 4.43 (DS = 1.17), t(129) = - 6,096, p < .001
Sia in relazione alla Dangerous World Beliefs Scale (Altemeyer, 1988) (10 item, a = .924), media nello scenario sicuro = 2.05 (DS = .50), media nello scenario insicuro = 2.57(DS = .53), t(129) = - 5.772, p < .001
STUDIO 2: risultati
De Grada: Una vita di ricerca in psicologia sociale Roma, 18 ottobre 2013
STUDIO 2: risultati
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Simple slope fra i molto autoritari = 0.07, t(126) = 1.21, p = .23Simple slope fra i poco autoritari = -0.18, t(126) = -2.25, p < .05
Discussione
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Risultati coerenti con l’idea che l’RWA sia una mutevole variabile ideologica che cambia soprattutto in condizioni di minaccia
Recupero dell’ottica di Erich Fromm (1941: autoritarismo come meccanismo di fuga dalla libertà messo in atto al fine di fronteggiare l’impressione di essere in balia di un mondo incontrollabile)
Discussione
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Dati convergenti e coerenti con due concezioni divergenti sulla concezione di RWA come possibile meccanismo di coping: il suo aumento in condizioni di minaccia è un processo «good for the self» (Van Hiel & De Clercq, 2009) o un fattore di rischio per la qualità di vita (Duriez et al., 2012)?
Possibili sviluppi
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Quali sono le conseguenze dell’aumento di RWA in termini di qualità di vita che si verifica fra le persone originariamente poco autoritarie?
Quanto durano gli effetti che abbiamo individuato?
Quali fonti di minaccia contano? Solo la minaccia normativa (Stenner, 2005) o anche altre forme di minaccia, purché stimoli la perdita soggettiva di controllo?
Ci sono differenze per quel che concerne le diverse dimensioni dell’RWA?