L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di...

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entre Milano, capitale del design ita- liano, si prepara ad aprire le porte al Salone internazionale, anche nelle campagne sarde fioriscono sperimentazio- ni artistiche e provocatorie linee d’arredo. A Ussana, in un terreno di 16 ettari che fino a qualche anno fa era interamente de- dicato all’allevamento di galline e alla pro- duzione di uova, è nato “Campidarte”. Si tratta di un progetto che vede la collabora- zione di tre giovani designer (un sardo e due milanesi) laureatisi al Politecnico di Mi- lano. In quattro capannoni dismessi, gli stessi che ospitavano l’attività avicola, è na- to un laboratorio che ha come scopo fonda- mentale quello di promuovere la sperimen- tazione e la progettazione di idee. Giorgio Deplano, erede della famiglia campidanese proprietaria del terreno in cui ancora sopravvive una struttura destinata all’avicoltura, racconta le finalità del team di lavoro di cui fanno parte anche Alberto Brancaleon e Giampiero Bernazzani. «Allo scopo principale di Campidarte - precisa - si affiancano attività di integrazione e sup- porto, come l’allestimento e l’organizzazio- ne di eventi». La casa di Campidarte, che domina dall’alto una suggestiva vallata agricola, si propone anche come residen- za per artisti. «Favo- rendo il confronto tra artisti e il contatto con la natura - sotto- linea Deplano - si può rinforzare e alimenta- re la parte creativa». In questa direzione vanno gli eventi in programmazione per la primavera. Per Pa- squa è previsto il Dj set “Invasion”. Ospite della manifestazione e della residenza arti- stica sarà Kippy La Rue. Si tratta di una creativa sarda (dietro il nome d’arte si cela l’identità anagrafica di Francesca Pillai) che realizza strutture geometriche con le can- nucce fosforescenti. A Campidarte l’opera sarà realizzata in grande scala, mettendo insieme tubi metallici da tre metri. I prodotti del laboratorio di sperimenta- zione saranno invece presentati il 12 e il 13 aprile in un evento organizzato nell’ex Liceo artistico di piazzetta Dettori, a Ca- gliari. Saranno presentate le creazioni che meglio identificano Campidarte e ne rac- contano la storia. Si tratta delle casette per le galline utilizzate un tempo per la cova delle uova e realizzate in lamiera zincata. Ripulite, tagliate e verniciate in base al ti- po di modulo che si deve realizzare e alle necessità estetiche, vengono trasformate in complementi d’arredo unici e originali, adatti sia per l’interno che per gli esterni. Il nome della serie è “Chick’house”. Manuela Arca RIPRODUZIONE RISERVATA M esign creare un soggetto coincide con l’ideare una poetica. La forte componente canzonatoria poi fa sì che il referente narrativo sia un sog- getto che condivide le scelte, le sposa e le fa proprie, a prescindere dall’età anagrafica. Chiunque ami circondarsi di oggetti affa- scinanti, con carattere e che abbiamo ri- mandi culturali potrà trovare nelle proposte di Gianfranco Setzu un giusto equilibrio. L’idea estetica è quella di stupire, di emozio- nare. «Coinvolgere lo spettatore significa for- nire un nuovo punto di vista seducente. Pen- sare di farlo attraverso degli oggetti o attra- verso delle immagini significa offrire la pos- sibilità di sentire proprio ciò che non lo era. Il progetto che presento al salone - dice - è carico di fascino e ricco di ispirazioni. Il Dna sardo è innegabile e si percepisce con chia- rezza, ma altrettanto forte vuole essere il ca- rattere contemporaneo e dissacrante, volu- tamente ironico. Non utilizzo stilemi o ri- mandi alle immagini iconografiche della mia terra perché credo che l’essere sardo mi ap- partenga così come l’essere di questo tempo: aperto a mille stimoli culturali che non so- no solo legati alla mia terra ma al mondo in- tero. Dalla Sardegna porto un sofisticato e ineguagliabile lavoro artigianale che, mesco- lato alla matrice urbana, mi fornisce nuove e personali visioni poetiche». Francesca Gasbarrini RIPRODUZIONE RISERVATA ’ un fiume in piena, Gianfranco Setzu. Ha voglia di raccontare, di trasferire che cosa la sua meravigliosa creatività ha prodotto per questo Fuori Salone, ospite nella galleria No Name Space, a Milano. “Al- most useless/quasi inutile” è il titolo della sua ultima fatica: un progetto di ricerca che gioca e ironizza sui contesti della nuova do- mesticità, dove le tendenze producono biso- gni sugli oggetti, che nella loro funzionalità restano sempre gli stessi, tanto da sembra- re inutili, o quasi. L’utilità non è perciò più prerogativa indi- spensabile. L’oggetto contemporaneo deve andare oltre la sua scontata funzione e dive- nire qualcosa in più, con un forte carattere espressivo ed evocativo. Su questa idea ven- gono sviluppati progetti che richiamano e giocano con alcune icone e stilemi della stre- et e mass culture, che si riflettono sul pano- rama domestico, aggiungendo agli oggetti un carattere contemporaneo e demistificante. La collezione di oggetti presentata, che com- prende specchi, stoviglie, cuscini, tappeti, carta da parati, è interamente autoprodotta, sperimentando nuove tecnologie produtti- ve, miscelando i saperi antichi dell’artigiana- lità della Sardegna - terra d’origine di Gian- franco Setzu - con quelli della contempora- nea cultura “maker”. Alla mostra saranno presenti anche i progetti di Monica Casu, guest designer. Ma chi è Gianfranco Setzu? Oristanese di nascita, dopo l’Accademia di Belle Arti di Sassari, Gianfranco si specializza alla Do- mus Academy di Milano. Designer freelan- ce, è assistente di Stefano Pirovano-Alessi, poi con Cristiana Collu al Museo Man di Nuoro è curatore di mostre nazionali ed in- ternazionali. Oggi è un convinto sostenitore di un design di non facile definizione: «Sfac- cettato - dice - e in continua evoluzione, al- la ricerca di progetti che stimolino interazio- ne e interesse creativo e culturale». La sua produzione si muove tra un design di gusto e una irreverente ed ironica ricerca artisti- ca che ha scelto di preferire la dimensione urbana come luogo di attuazione. L’osses- sione, se così si può chiamare, per la forte ra- dice culturale o narrativa degli oggetti pro- dotti deriva da un processo artistico, dove E Alec Arnold Constantine Issigonis, ingegnere di origine greca nato in Turchia nel 1906, è il pa- dre della Mini minor. La sua esperienza come de- signer di automobili ini- ziò in Inghilterra, dove si trasferì nel 1922. Qui la- vorò per la Rootes Mo- tors. Poi passò alla Mor- ris, casa a cui ha legato le prime sperimentazioni (progettò la monoposto Slightweight special) e i suoi successi: la Morris Minor, sua prima crea- zione (1948) fu la prima auto britannica a vende- re oltre un milione di esemplari. Creatività e ingegno straordinari fu- rono consacrati dalla progettazione della Mini Minor nel 1959. Realizzò così la sua ambizione al- la realizzazione di un’automobile che fosse insieme piccola e perfet- ta. Riusciva a trasporta- re, nonostante le dimen- sioni, cinque persone. Il suo design era divertente e sbarazzino. La Mini conquistò da subito una fetta di mercato che ha tenuto saldamente per oltre 25 anni. (m.a.) I come Issigonis il padre della “Mini” “Campidarte” a Ussana Quando la casa delle galline diventa arredo La casetta riciclata ALMOST USELESS Carte da parati e taccuini ideati dal designer oristanese Gianfranco Setzu in mostra a Milano XL’ALFABETOX Un pezzo della collezione “Flood” L’INIZIATIVA. In vetrina a Milano “Flood”, l’idea dell’associazione cagliaritana MazzaMurru Dal legno devastato dall’alluvione agli articoli di design uando si sente pronuncia- re la parola “design”, il pensiero corre subito a bizzarri e luccicanti oggetti co- stosi, più in generale al profilo estetico delle cose. Ma se pren- dete il design di Flood (in italia- no, alluvione), il progetto di ar- redo sostenibile creato dall’as- sociazione cagliaritana Mazza- Murru, allora dovete pensare quasi a una «missione sociale», spiega Davide Volponi, uno dei protagonisti di questa iniziativa. Con gli architetti Paola Riviezzo e Riccardo Cao, l’ingegnere Mi- chele Casanova, e Vittorio De- montis, che lavora nell’industria del mobile, ha creato una linea di complementi di arredo eco- sostenibile di alto design, utiliz- zando travi di legno semidistrut- Q te dall’alluvione che colpì grave- mente il Cagliaritano, il 22 otto- bre del 2008. «Di quel giorno ri- cordo il forte odore dell’acqua e una grande quantità di legno che galleggiava intorno a me. Eravamo disperati, quelle travi erano da butta- re», dice Volponi, titolare di un’azienda di le- gnami duramente colpita dal disa- stro di cinque an- ni e mezzo fa. «Solo adesso com- prendo che niente è stato per- duto, ma si è soltanto modifica- to, riproponendosi in nuove for- me e combinazioni con altra materia». Così, dal desiderio di questi cinque cagliaritani di ri- dare vita ed energia a quel ma- teriale aggredito dall’acqua e di- ventato di scarto, sono nate pan- che e sgabelli eco-friendly in tra- vi laminate, ritagliate, lavorate e «impreziosite con altri materia- li tipici della tradizione sarda, come la ceramica di Assemini e il sughero di Ca- langianus», affer- ma Paola Riviez- zo. L’operazione ha dato vita a bellissimi oggetti d’arredo realizza- ti con varie combinazioni di co- lori, alternanza di materiali, por- tavasi, portabevande e luci co- lorate. Il primo riconoscimento alla linea Flood è arrivato da Mi- lano, dove da lunedì sarà espo- sta al “Fuorisalone”, la vetrina che accompagna il Salone del Mobile. «Alla fine anche un’allu- vione può trasformarsi in una straordinaria opportunità», af- ferma Volponi. D’altronde lo scopo di MazzaMurru (che prende il nome dalla tradizione culinaria cagliaritana, il riutiliz- zo del pane raffermo cotto e condito con formaggio e pomo- doro) nata in occasione di Ali- g’Art, è proprio questo: promuo- vere l’educazione al riciclo e riu- so dei prodotti di scarto. Natu- ralmente Flood, non è solo una «missione sociale», ma anche un progetto imprenditoriale (per informazioni si può visitare il sito mazzamurru.tumblr.com o scrivere a [email protected]). Mauro Madeddu RIPRODUZIONE RISERVATA «Recuperate le travi intrise d’acqua nel 2008» GIANFRANCO SETZU AL FUORI SALONE DI MILANO Quegli oggetti così belli e quasi inutili 27 giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

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entre Milano, capitale del design ita-liano, si prepara ad aprire le porte alSalone internazionale, anche nelle

campagne sarde fioriscono sperimentazio-ni artistiche e provocatorie linee d’arredo.

A Ussana, in un terreno di 16 ettari chefino a qualche anno fa era interamente de-dicato all’allevamento di galline e alla pro-duzione di uova, è nato “Campidarte”. Sitratta di un progetto che vede la collabora-zione di tre giovani designer (un sardo edue milanesi) laureatisi al Politecnico di Mi-lano. In quattro capannoni dismessi, glistessi che ospitavano l’attività avicola, è na-to un laboratorio che ha come scopo fonda-mentale quello di promuovere la sperimen-tazione e la progettazione di idee.

Giorgio Deplano, erede della famigliacampidanese proprietaria del terreno in cuiancora sopravvive una struttura destinataall’avicoltura, racconta le finalità del teamdi lavoro di cui fanno parte anche AlbertoBrancaleon e Giampiero Bernazzani. «Alloscopo principale di Campidarte - precisa -si affiancano attività di integrazione e sup-porto, come l’allestimento e l’organizzazio-ne di eventi». La casa di Campidarte, chedomina dall’alto unasuggestiva vallataagricola, si proponeanche come residen-za per artisti. «Favo-rendo il confronto traartisti e il contattocon la natura - sotto-linea Deplano - si puòrinforzare e alimenta-re la parte creativa».In questa direzionevanno gli eventi inprogrammazione perla primavera. Per Pa-squa è previsto il Dj set “Invasion”. Ospitedella manifestazione e della residenza arti-stica sarà Kippy La Rue. Si tratta di unacreativa sarda (dietro il nome d’arte si celal’identità anagrafica di Francesca Pillai) cherealizza strutture geometriche con le can-nucce fosforescenti. A Campidarte l’operasarà realizzata in grande scala, mettendoinsieme tubi metallici da tre metri.

I prodotti del laboratorio di sperimenta-zione saranno invece presentati il 12 e il13 aprile in un evento organizzato nell’exLiceo artistico di piazzetta Dettori, a Ca-gliari. Saranno presentate le creazioni chemeglio identificano Campidarte e ne rac-contano la storia. Si tratta delle casette perle galline utilizzate un tempo per la covadelle uova e realizzate in lamiera zincata.Ripulite, tagliate e verniciate in base al ti-po di modulo che si deve realizzare e allenecessità estetiche, vengono trasformate incomplementi d’arredo unici e originali,adatti sia per l’interno che per gli esterni. Ilnome della serie è “Chick’house”.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

M

esign

creare un soggetto coincide con l’ideare unapoetica. La forte componente canzonatoriapoi fa sì che il referente narrativo sia un sog-getto che condivide le scelte, le sposa e le faproprie, a prescindere dall’età anagrafica.

Chiunque ami circondarsi di oggetti affa-scinanti, con carattere e che abbiamo ri-mandi culturali potrà trovare nelle propostedi Gianfranco Setzu un giusto equilibrio.L’idea estetica è quella di stupire, di emozio-nare. «Coinvolgere lo spettatore significa for-nire un nuovo punto di vista seducente. Pen-sare di farlo attraverso degli oggetti o attra-verso delle immagini significa offrire la pos-sibilità di sentire proprio ciò che non lo era.Il progetto che presento al salone - dice - è

carico di fascino e ricco di ispirazioni. Il Dnasardo è innegabile e si percepisce con chia-rezza, ma altrettanto forte vuole essere il ca-rattere contemporaneo e dissacrante, volu-tamente ironico. Non utilizzo stilemi o ri-mandi alle immagini iconografiche della miaterra perché credo che l’essere sardo mi ap-partenga così come l’essere di questo tempo:aperto a mille stimoli culturali che non so-no solo legati alla mia terra ma al mondo in-tero. Dalla Sardegna porto un sofisticato eineguagliabile lavoro artigianale che, mesco-lato alla matrice urbana, mi fornisce nuovee personali visioni poetiche».

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

’ un fiume in piena, Gianfranco Setzu.Ha voglia di raccontare, di trasferireche cosa la sua meravigliosa creatività

ha prodotto per questo Fuori Salone, ospitenella galleria No Name Space, a Milano. “Al-most useless/quasi inutile” è il titolo dellasua ultima fatica: un progetto di ricerca chegioca e ironizza sui contesti della nuova do-mesticità, dove le tendenze producono biso-gni sugli oggetti, che nella loro funzionalitàrestano sempre gli stessi, tanto da sembra-re inutili, o quasi.

L’utilità non è perciò più prerogativa indi-spensabile. L’oggetto contemporaneo deveandare oltre la sua scontata funzione e dive-nire qualcosa in più, con un forte carattereespressivo ed evocativo. Su questa idea ven-gono sviluppati progetti che richiamano egiocano con alcune icone e stilemi della stre-et e mass culture, che si riflettono sul pano-rama domestico, aggiungendo agli oggetti uncarattere contemporaneo e demistificante.La collezione di oggetti presentata, che com-prende specchi, stoviglie, cuscini, tappeti,carta da parati, è interamente autoprodotta,sperimentando nuove tecnologie produtti-ve, miscelando i saperi antichi dell’artigiana-lità della Sardegna - terra d’origine di Gian-franco Setzu - con quelli della contempora-nea cultura “maker”. Alla mostra sarannopresenti anche i progetti di Monica Casu,guest designer.

Ma chi è Gianfranco Setzu? Oristanesedi nascita, dopo l’Accademia di Belle Arti diSassari, Gianfranco si specializza alla Do-mus Academy di Milano. Designer freelan-ce, è assistente di Stefano Pirovano-Alessi,poi con Cristiana Collu al Museo Man diNuoro è curatore di mostre nazionali ed in-ternazionali. Oggi è un convinto sostenitoredi un design di non facile definizione: «Sfac-cettato - dice - e in continua evoluzione, al-la ricerca di progetti che stimolino interazio-ne e interesse creativo e culturale». La suaproduzione si muove tra un design di gustoe una irreverente ed ironica ricerca artisti-ca che ha scelto di preferire la dimensioneurbana come luogo di attuazione. L’osses-sione, se così si può chiamare, per la forte ra-dice culturale o narrativa degli oggetti pro-dotti deriva da un processo artistico, dove

E

Alec Arnold ConstantineIssigonis, ingegnere diorigine greca nato inTurchia nel 1906, è il pa-dre della Mini minor. Lasua esperienza come de-signer di automobili ini-ziò in Inghilterra, dove sitrasferì nel 1922. Qui la-vorò per la Rootes Mo-tors. Poi passò alla Mor-ris, casa a cui ha legatole prime sperimentazioni(progettò la monopostoSlightweight special) e isuoi successi: la MorrisMinor, sua prima crea-zione (1948) fu la primaauto britannica a vende-

re oltre un milione diesemplari. Creatività eingegno straordinari fu-rono consacrati dallaprogettazione della MiniMinor nel 1959. Realizzòcosì la sua ambizione al-la realizzazione diun’automobile che fosseinsieme piccola e perfet-ta. Riusciva a trasporta-re, nonostante le dimen-sioni, cinque persone. Ilsuo design era divertentee sbarazzino. La Miniconquistò da subito unafetta di mercato che hatenuto saldamente peroltre 25 anni. (m.a.)

I come Issigonisil padredella “Mini”

“Campidarte” a Ussana

Quando la casadelle gallinediventa arredo

La casetta riciclata

ALMOST USELESS

Carte da paratie taccuini ideatidal designer oristaneseGianfranco Setzuin mostra a Milano

XL’ALFABETOX

Un pezzo della collezione “Flood”

L’INIZIATIVA. In vetrina a Milano “Flood”, l’idea dell’associazione cagliaritana MazzaMurru

Dal legno devastato dall’alluvione agli articoli di designuando si sente pronuncia-re la parola “design”, ilpensiero corre subito a

bizzarri e luccicanti oggetti co-stosi, più in generale al profiloestetico delle cose. Ma se pren-dete il design di Flood (in italia-no, alluvione), il progetto di ar-redo sostenibile creato dall’as-sociazione cagliaritana Mazza-Murru, allora dovete pensarequasi a una «missione sociale»,spiega Davide Volponi, uno deiprotagonisti di questa iniziativa.Con gli architetti Paola Riviezzoe Riccardo Cao, l’ingegnere Mi-chele Casanova, e Vittorio De-montis, che lavora nell’industriadel mobile, ha creato una lineadi complementi di arredo eco-sostenibile di alto design, utiliz-zando travi di legno semidistrut-

Q te dall’alluvione che colpì grave-mente il Cagliaritano, il 22 otto-bre del 2008. «Di quel giorno ri-cordo il forte odore dell’acqua euna grande quantità di legnoche galleggiava intorno a me.Eravamo disperati, quelle travierano da butta-re», dice Volponi,titolare diun’azienda di le-gnami duramentecolpita dal disa-stro di cinque an-ni e mezzo fa. «Solo adesso com-prendo che niente è stato per-duto, ma si è soltanto modifica-to, riproponendosi in nuove for-me e combinazioni con altramateria». Così, dal desiderio diquesti cinque cagliaritani di ri-dare vita ed energia a quel ma-

teriale aggredito dall’acqua e di-ventato di scarto, sono nate pan-che e sgabelli eco-friendly in tra-vi laminate, ritagliate, lavorate e«impreziosite con altri materia-li tipici della tradizione sarda,come la ceramica di Assemini e

il sughero di Ca-langianus», affer-ma Paola Riviez-zo. L’operazioneha dato vita abellissimi oggettid’arredo realizza-

ti con varie combinazioni di co-lori, alternanza di materiali, por-tavasi, portabevande e luci co-lorate. Il primo riconoscimentoalla linea Flood è arrivato da Mi-lano, dove da lunedì sarà espo-sta al “Fuorisalone”, la vetrinache accompagna il Salone del

Mobile. «Alla fine anche un’allu-vione può trasformarsi in unastraordinaria opportunità», af-ferma Volponi. D’altronde loscopo di MazzaMurru (cheprende il nome dalla tradizioneculinaria cagliaritana, il riutiliz-zo del pane raffermo cotto econdito con formaggio e pomo-doro) nata in occasione di Ali-g’Art, è proprio questo: promuo-vere l’educazione al riciclo e riu-so dei prodotti di scarto. Natu-ralmente Flood, non è solo una«missione sociale», ma ancheun progetto imprenditoriale(per informazioni si può visitareil sito mazzamurru.tumblr.como scrivere [email protected]).

Mauro MadedduRIPRODUZIONE RISERVATA

«Recuperatele travi intrised’acqua nel 2008»

GIANFRANCO SETZU AL FUORI SALONE DI MILANO

Quegli oggetticosì bellie quasi inutili

27giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 2: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

apita di rado che un’idea speciale sitramuti in realtà. Quando accade, nonè solo per una congiunzione astrale fa-

vorevole ma sono la volontà, la tenacia e leprofessionalità che scendono in campo, e si-nergicamente, cooperano. Obiettivo: la na-tura per tutti.

Killia - questo il nome del progetto - na-sce da un sogno di vita, dove gli ostacoli fi-sici, mentali, sociali, generazionali si rompo-no a favore di una integrazione rivolta al be-nessere psicofisico. Gli ideatori di Killia so-no Simona Cao e Michele Allodi. Sposati da6 anni, hanno una famiglia con due figli,quattro cani e un gatto, come amano sotto-lineare. Gli anni trascorsi a Parma li hannoportati ad arricchire la propria professiona-lità (Simona è un medico veterinario esper-to in medicina comportamentale ed istrut-tore cinofilo; Michele è laureato in Ingegne-ria Meccanica con particolare sensibilitàverso le energie alternative, le case ecologi-che e il risparmio energetico) e decidere ditrasferire le proprie conoscenze in questobellissimo progetto in Sardegna. Innovativo,dalla forte valenza sociale, il dialogo con ilterritorio sardo e le sue esigenze si traducein azione e si plasma at-torno al concetto di so-stenibilità, in cui l’uomoe la natura sono i prota-gonisti. Un luogo di ac-coglienza, incontro, dia-logo nel pieno rispetto diciò che ci circonda:l’aria, l’acqua, la terra,l’uomo. Un centro spe-cializzato, dunque, peroffrire un’ampia gammadi servizi dedicati, al-l’uomo, agli animali, congli animali. Oltre 5000mq destinati ad ortoaccessibile, una piccola serra e più di un et-taro tra vigneto, uliveto e frutteto in cui gliutenti potranno , con il supporto di profes-sionisti del settore, “lavorare la natura”, inuna esperienza terapeutica fuori dal comu-ne, rendendo, per esempio, la vendemmiaaccessibile. Inoltre un parco giochi per di-sabili e normodotati che sarà completamen-te ed interamente pubblico ed aperto a qua-lunque utilizzo di tipo sociale.

Le attività svolte da Killia sono sostenuteda una cooperativa. L’obiettivo è di valoriz-zare la relazione uomo-animale per ottene-re da essa effetti benefici attraverso la cono-scenza del proprio animale, la realizzazionedi percorsi didattici, l’organizzazione dieventi di cultura zoofila, l’attuazione di pro-getti di “Pet Therapy”. La struttura sarà,inoltre, in grado di ospitare non solo gliutenti diversamente abili ma anche le lorofamiglie e gli accompagnatori. Uno splendi-do centro socio terapeutico ricettivo, im-merso nella campagna di Serdiana, destina-to a tutti quelli che in questo “green thin-king” si riconoscono.

Manuela Arca

C

esign

struttura destinate principalmente agli uten-ti residenti.

Nel cuore protetto di Killia, nascono i duevolumi dedicati all’Hospitality. Otto suitesprogettate per garantire i massimi livelli dicomfort accessibile, ognuna dotata di picco-lo patio interno destinato agli animali ac-compagnatori, si affacciano sui campi di Kil-lia e guardano l’ampio paesaggio del bassoCampidano. È l’area ricettiva. Mentre l’inter-vento architettonico racconta una storia an-tica pur utilizzando un linguaggio contempo-raneo, le tecniche costruttive scelte e il rap-porto privilegiato con i concetti della soste-nibilità e dell’autosufficienza energeticaguardano senza dubbio ad un prossimo fu-

turo. Gli edifici saranno principalmente rea-lizzati a secco, con struttura portante inte-laiata in legno, pacchetti di coibentazionevariamente dimensionati realizzati in sughe-ro e pannelli di pasta di legno, con finitureesterne ed interne con prodotti a base di cal-ce colorati in pasta. Stessi materiali e stessatecnologia per la realizzazione dei manti dicopertura, finiti con coppi tradizionali smal-tati. Il fabbisogno energetico della strutturasarà garantito dal sistema fotovoltaico. Ilcentro sarà abbracciato da un uliveto, unfrutteto e da un parco tematico, tutte areecompletamente aperte sul paesaggio e frui-bili liberamente dalla comunità.

Francesca Gasbarrini

asce da una idea di vita più vera, piùprofonda, un progetto di ampio respi-ro, in cui la green architecture impron-

tata al risparmio energetico e alla piena so-stenibilità ambientale si pone al servizio diun concetto tanto semplice quanto specia-le: l’uomo, l’animale e la natura insieme perabbattere le barriere sociali, culturali e fisi-che.

Killia è tutto questo, e molto di più. È uncentro polifunzionale che rappresenta una“best practice” di rilievo nazionale e un’ini-ziativa unica sul territorio regionale, un mo-dello d’eccellenza sia a livello di politichesociali (riabilitazione, cura, reinserimentolavorativo, formazione) sia in funzione del-lo sviluppo nell’area di un’accoglienza ac-cessibile capace di agire in sinergia con gliattori del territorio di riferimento. Serdianaè risultato il Comune più adatto ad accoglie-re un progetto complesso e innovativo comeKillia. A pochi chilometri da Cagliari, im-merso in una campagna pregevole, preva-lentemente coltivata a vigne e uliveti, que-sto paese presenta un tessuto urbano benconservato e recentemente riqualificato conopportuni interventi sul centro storico.

In località Su Zippiri, dunque, sorgerà unastruttura progettata integralmente sulle esi-genze della pratica della Pet Therapy e diun’utenza particolarmente sensibile comequella delle disabilità in genere e della sferaanimale. Il progetto architettonico, firmatodall’architetto Riccardo Cao per CAO (Con-temporary architecture office) si divide in 5aree principali, attentamente connesse traloro, ed atte ad ospitare le attività fonda-mentali e di controllo e conduzione dellastruttura. La prima riguarda le attività tera-peutiche, il cui volume è trattato come unblocco prettamente tecnico-operativo. Nonracconta la poesia ed il calore di un ambien-te domestico ma la scientificità e la tecnicadi una disciplina socio terapeutica comples-sa e dai consolidati paradigmi. La successi-ve aree, dedicate ai servizi connessi alle at-tività e all’accoglienza, disegnano, assieme aiblocchi precedenti, un grande patio inter-no, immaginato come una piazza pubblicacapace di mettere in relazione gli ambientidelle attività con le aree più private della

N

Walter De Silva, 63 anni,direttore del design delgruppo Volkswagen, rice-verà la laurea ad hono-rem in Design dall’Uni-versità di Bologna, inuna cerimonia nell’aulamagna di Santa Lucia. Aconsegnarla, sabatoprossimo, sarà il rettoreIvano Dionigi. «ll designdi Walter De Silva si col-loca all’incrocio tra artee tecnica - ha spiegato ilrettore - e, da sapiente in-terprete e armonizzatoredella cultura della mentee della mano, coniugamagistralmente l’ars, il

mestiere, con l’ingenium,l’ispirazione».«La ricerca di Walter DeSilva - si legge nella mo-tivazione - è unica perquantità, qualità, capaci-tà di innovare e speri-mentare; una creatività euna libertà, la sua, ispi-rate al rigore e al metodo,confortate da cultura ericerca. Egli ha rivoluzio-nato lo stile e la logicadei brand di cui si è oc-cupato disegnando e bre-vettando componenti chesono entrati nel lessico ditutti i marchi globali osportivi di nicchia».

STORIA DI UN PROGETTO SPECIALE A SERDIANA

Architetturasolidalee più verde

Per De Silvauna laureaad honorem

L’idea di Cao e Allodi

Natura per tutticon “Killia”e la Pet Therapy

LA STRUTTURA

I rendering di “Killia”realizzati dall’architettoPaola Riviezzo per Cao.

XA BOLOGNAX

La piazza Callao nel centro di Madrid

Una città che ha saputo trasformarsi protagonista di una rassegna nella capitale spagnola

Italia in piazza: il design di Torino in mostra a Madridl sindaco di Torino, Piero Fas-sino, e l’ambasciatore d’Italiain Spagna, Pietro Sebastiani,

hanno inaugurato martedì po-meriggio nella centrale PlazaCallao, sulla Gran Via di Madrid,l’evento “Italia in Piazza”, inizia-tiva dedicata alla promozionedel design italiano, che vede To-rino come protagonista.

Organizzata dalla Camera dicommercio italiana in Spagna,in collaborazione con l’Ice e connumerose aziende italiane cheoperano nel paese iberico, l’ini-ziativa include l’apertura distand e la proiezione di immagi-ni di Torino sul maxi schermodel cinema teatro Callao.

La promozione del capoluogopiemontese, protagonista anchedel Festa della Repubblica il 2

I giugno nell’ambasciata italiana,è proseguita presso l’Istituto ita-liano di cultura di Madrid, in cal-le Mayor, dove - a cura di Turi-smo Torino ed Enit Madrid - èstata illustrata a operatori turi-stici e alla stampa del settore laricca offerta delcapoluogo pie-montese comecittà di arte e cul-tura e capitaledell’enogastrono-mia.

Della trasformazione della cit-tà, riuscita a unire la sua animaindustriale, l’innovazione tecno-logica, l’università e la culturacon un nuovo modello di svilup-po e l’applicazione delle tecnolo-gie digitali come opportunità perla fruizione del servizi, il sinda-

co Fassino ha parlato in matti-nata, a un convegno del ForumEuropa sulle smart city. Nelladue giorni madrilena, Fassino hapoi avuto numerosi incontri peravviare programmi di collabora-zione fra il Centro Reina Sofia e

i Musei torinesi,la Casa del Lec-tor e il Circolodei Lettori, la Ci-neteca Nacionalspagnola e il Mu-seo del Cinema,

fra il Centro madrileno di ArteContemporanea e Artissima.

Ha preso invece il via ieri l’edi-zione 2014 di Italian FurnitureDesign, la fiera virtuale in 3D(on line suwww.ifurndesign.com) dedicataal settore del legno-arredo e de-

sign e all’intero sistema casa.L’evento, alla seconda edizio-

ne, è promosso dalla Camera dicommercio di Monza e Brianza,in collaborazione con APA Con-fartigianato e vede quest’annol’ingresso di nuovi partner:www.e-interiors.net,www.360.ru, Centre for Indu-strial Studies e Camera di Com-mercio Italo-Bulgara di Sofia.

Ifd «è la prima fiera che si svol-ge interamente on line, dedica-ta al settore dell’arredamento eai suoi complementi», spieganoi promotori, e «rappresenta l’in-contro di quattro punti fonda-mentali che l’economia attualerichiede alle imprese: digitaliz-zazione, internazionalizzazione,efficientamento dei costi e ri-spetto dell’ambiente». (red. de.)

E la Brianza ospitala fiera virtualedel sistema-casa

Simona Cao

31giovedì 5 giugno 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 3: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

esign

me e colori per le sorprendenti proposte diDK Home (www.DKHOME.com) che allaMaison&Object ha presentato l’ultimo cata-logo, ma non solo: una nuova visione perispirarsi e informarsi. Scaricabile dal sito, illibro offrirà spunti e numerose riflessionisulle infinite possibilità per creare una firmapersonale negli interni della propria casa.

Le stampe floreali si confermano assoluteprotagoniste del mondo dei tessuti , com-presi quelli da cucina. Impossibile non per-dersi nei tessuti tinti a mano da Arjumand(www.arjumandsworld.com), semplicemen-te fantastici i pannelli decorativi.

Le sedute si rivestono di colori sobri edeleganti, dal dazzling blue al verde, mentre

la tavola si arricchisce di tonalità classichetipiche della stagione tiepida, evocandol’estate che verrà attraverso la mise en pla-ce. Da Munio (www.muniohome.com) tresorelle lettoni propongono oggetti e comple-menti per la casa che sposano la tradizioneantica al design contemporaneo, nel rispet-to della natura e di uno stile minimal chic.

Per i più audaci, l’Etno Row, un mix di ma-teriali generalmente contrapposti, per unospazio minimal ma decisamente affascinan-te, dalle suggestioni naturali: Dirk Couseart,assolutamente da scoprire (www.dirkcouse-aert.be).

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

er la sua capacità di intercettare stili etendenze attuali e future, Maison&Ob-ject si distingue da tutte le altre mani-

festazioni fieristiche dedicate al settore ca-sa. Non è un caso, infatti, che la stessa orga-nizzazione ha costituito un osservatorio di“cacciatori di tendenze” che individuano edesaminano i micro segnali che annuncianol’arrivo di nuovi trend, suggestivamentemessi in scena durante la Fiera parigina.

In ogni edizione, questo focus si traduce inuna mostra percorso, che tra opere e design,prodotti e installazioni, introduce e suggeri-sce il tema dominante. Nella edizione appe-na conclusa, Elsewhere (questo il nome deltema) riuniva tre mostre differenti, a rap-presentare tutti gli “altrove” immaginari oreali, desiderati o desiderabili rispetto alloscenario quotidiano. Ecco allora “Elsewhe-re in abysses and space” di Vincent Grégoi-re per Nelly Rodi: in uno scenario fantasti-co, ai confini dello spazio o negli abissi piùremoti, alla ricerca di nuove frontiere, l’igno-to diventa fonte di creatività. Forme bizzar-re, strane, sorprendenti. Poi “Elsewhere un-der the sun- Heliotropic” di François Ber-nard, in cui il sole, fiammante e ardente (maanche freddo come un sole di mezzanotte)irradia la creatività. Infine “Elsewhere in na-ture”, paesaggio di Elizabeth Leriche, dovela calmante contemplazione dei paesaggi ali-menta lo sguardo e la mente.

È proprio da questi spunti che prendonoil via nuove e stimolanti proposte per l’arre-do. Mobili, illuminazione, oggettistica, si tra-ducono in forme che guardano al futuro an-che in termini di progettazione, esprimendoun approccio avantgarde. È però importan-te notare come, accanto a questa rutilante evisionaria messa in scena, si riscontri la ras-sicurante convivenza di forme e colori piùtradizionali. Insomma, ce n’è per tutti i gu-sti, nessuno escluso.

Via libera, allora, ai colori pastello, che dalmobile al complemento d’arredo, coloreran-no le nostre case. Molto belli i suggerimentidi Ferm living (www.fermliving.com), azien-da danese che attinge al tradizionale designscandinavo, con fascino retrò e tratto grafi-co distintivo che rende ogni elemento salda-mente contemporaneo. Mix di materiali, for-

P

Alvar Aalto (1898-1976)- È l’architetto e desi-gner finlandese più fa-moso al mondo. Tra iprogetti più importantic’è quello del sanatoriodella città di Paimio(Finlandia). Alla realiz-zazione dell’edificio, an-cora in funzione comeospedale, è anche legatoil suo esordio come desi-gner di mobili. Dellastruttura, interamentearredata con sue opere,disegnò anche l’illumi-nazione. La lampada asospensione chiamata“Alveare” è una delle

creazioni più note. A luisi deve inoltre quellache nel 1933 fu salutatacome grande innovazio-ne: la “gamba a L”. Lasua invenzione risolse ilproblema di fissare legambe direttamente alpiano di tavoli, sedie esgabelli. Il nome Aalto èpoi legato al vaso sim-bolo del design finlande-se. Nel 1935, insieme aAino Aalto, Maire Gulli-chsen e Nils-GustavHahl, fondò l’Artek,azienda di mobili e illu-minazione celebre a li-vello mondiale. (f.g.)

DA PARIGI I NUOVI TREND PER L’ARREDAMENTO

Un percorsoche ci svelale tendenze

Alvar Aaltoe la lampadaad alveare

Sarà il colore del 2014

Vestire le casecon le sfumaturedell’orchidea

estiremo la nostra casa con le sfumatu-re dell’orchidea, utilizzeremo la stessanuance per rinnovare il guardaroba e

sceglieremo di truccare il volto con cosme-tici che volgarmente definiremmo lilla.

L’allineamento del gusto riguardo alla scel-ta del colore non dipende da un’affinità elet-tiva di massa o da una strana sintonia globa-le. Dal 2000 l’azienda statunitense Pantoneindica, secondo un sistema di classificazio-ne cromatica che ha definito a partire daglianni ’50, le tinte a cui dovranno ispirarsi de-signer, stilisti, grafici, fotografi, professioni-sti del make up, dell’industria cinematogra-fica, del web e dell’intrattenimento.

Il colore di tendenza del 2014, che ha sop-piantato il verde smeraldo dell’anno appenatrascorso, è il “Radiant Orchid”, quello chegli addetti ai lavori indicano più semplice-mente col codice 18-322. Gli esperti che lohanno selezionato (imprenditori, professio-nisti della grafica e vip), lo descrivono come«un’incantevole armonia di fucsia, con sfu-mature di viola e rosa». Suggeriscono anche- sulla base di studi psicologici - gli statid’animo e le emozioni che la scelta croma-tica è in grado di suscitare.

«Radiant Orchid - èla definizione di Lea-trice Eiseman, execu-tive director di Panto-ne - ispira fiducia edemana grande gioia,amore e salute. Sitratta di un viola ac-cattivante, che attiracon il suo fascino se-ducente».

Chi vorrà adeguarsialle indicazioni chel’autorità mondiale in-dica in materia di ten-denze cromatiche e sperimentare in casa lepotenzialità del colore, dovrà anche tenerconto degli opportuni accostamenti. «Ra-diant Orchid - dicono gli esperti - si abbinabene al colore oliva e ai più intensi verdi mi-litare, offrendo una splendida combinazionecol turchese, col verde acqua e con i giallianche leggeri». La tinta è anche suggeritaper vivacizzare toni neutri come il grigio, ilbeige e il “talpa”. Secondo l’indicazione chePantone dà sul suo sito ufficiale, la tonalitàha anche la proprietà di essere «esaltante eaudace senza mai essere invadente» e di rav-vivare quasi tutti i colori della tavolozza,«prestandosi come elemento unificante perspazi diversi».

Vale la pena osare. Almeno giocando coitessuti, i complementi d’arredo e gli oggetti,visto che le scelte sono reversibili e il bud-get di spesa contenuto. Non foss’altro perchétutte le varianti cromatiche proposte ben siaddicono al senso di vitalità, creatività e rin-novamento che l’arrivo della primavera por-terà con sé.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

V

Colore Radiant Orchid

MAISON&OBJECT

A destra e nelle immaginipiccole creazioni espostea Parigi. In basso lalampada disegnata daAlvar Aalto

XL’ALFABETOX

Storie d’amore e di stelle. Calendario febbraio 2014SABATO 1

DOMENICA 2

SABATO 8

DOMENICA 9

MERCOLEDÌ 12

VENERDÌ 14

SABATO 15

DOMENICA 16

SABATO 22

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31giovedì 6 febbraio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

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esign

Dalla lavorazione dell’acciaio alle scatolemagiche dell’orologeria di lusso: nascono aMacchiareddu pezzi unici e straordinari

PERSONAGGI. UN “CREATIVE PRODUCER” SARDO

Nicola Orso,le macchinedel tempo

sentirlo parlare con tanta energia di ro-tori e idee, elettronica e acciaio, nonstupisce che Nicola Orso abbia fatto del

lavoro una passione. Le sue “macchine deltempo” sono, infatti, l’esatta trasposizionematerica di un’idea semplice quanto genia-le: riprodurre in modo meccanico il motoperpetuo. Gli orologi automatici, infatti, perricaricarsi hanno bisogno del movimento delpolso e Nicola, attraverso le sue macchine,fornisce loro non solo il movimento perfet-to ma anche uno splendido modo per espor-li o, semplicemente, custodirli.

La “Infinite”, azienda giovane e creativa,guidata da Nicola Orso, combinando mate-riali pregiati e finiture di lusso, realizza inSardegna, attraverso la collaborazione contecnici qualificati sparsi su tutto il territorioitaliano, un prodotto ad alto tasso di designe innovazione. Il cuore elettronico di questa“scatola magica” permette la rotazione bidi-rezionale temporizzata degli orologi auto-matici, consentendone così la ricarica. Inun involucro di rara bellezza, con base inacciaio oppure rivestita in pelle di struzzo ococcodrillo, ma anche in marmo di Carrara,o tutto quello che la fantasia può suggerire,girano dei rotori perfetti, anche placcati inoro. Pensati per soddisfare anche le richie-ste più ardite, hanno congegni elettroniciche consentono l’apertura e la chiusura del-la cupola di sicurezza realizzata in plexiglasse azionabile con un telecomando. Piccolema precise luci d’accento sottolineano an-che minuti particolari. Ai collezionisti quan-to ai semplici amatori di orologi non potràsfuggire l’occasione di vedere il proprio gio-iello alloggiare in una splendida teca.

Un oggetto dal design esclusivo, persona-lizzabile, fonte dell’ingegno e della capacitàtecnica di un giovane ragazzo sardo, che so-lo con la sua energia, darebbe la carica an-che ad un vecchio orologio a cucù. Dopo Ba-seworld, Salone mondiale della orologeria edella gioielleria, Nicola sarà a Montecarlo peril Top Marques, dal 17 al 20 aprile: eventoesclusivo che unisce orologi e gioielli, im-barcazioni di prestigio e super car.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

A

Nicola Orso e le sue “scatole magiche” [S. A.]

eccanismi perfetti ruota-no secondo studiate sin-cronie. Scintillano d’oro e

d’acciaio, dentro teche traspa-renti che, obbedendo a un tele-comando, si aprono e si chiudo-no. Se richiesto, lo scrigno - chepoggia su basi rivestite da tessu-ti e pelli ricercati o costituite dapietre nobili - risplende di luci. Ilprofano resta incantato dalla raf-finatezza dell’oggetto che, comu-nemente definito scatola deltempo, è stato pensato per tene-re in carica gli orologi automati-ci da polso.

Nicola Orso, 37 anni, cagliari-tano di famiglia veneta, è il pro-gettista-inventore che ha ridise-gnato lo strumento, pensando disoddisfare le richieste di un mer-cato di lusso, di collezionisti orivenditori di orologi. Il suo la-boratorio, paese delle meraviglieinatteso, si trova in un capanno-ne di Macchiareddu (Assemini).È qui che è maturata la storiaprofessionale, intreccio tra vita epassioni. L’avventura è però ini-ziata nell’impresa di famiglia:suo padre, caso eccezionale diimmigrato dal Veneto, scelsel’Isola per impiantare un’aziendain cui produrre aspiratori in la-miera per le falegnamerie. QuiNicola Orso ha imparato le pri-me tecniche. Smontare, rimon-tare, inventare erano, invece,doti innate.

Diplomatosi come perito elet-tronico, ha deciso di creare unasua attività, specializzata nellalavorazione dell’acciaio inox. «Ilsalto di qualità l’ho fatto - rac-conta - grazie alla richiesta di un

M cliente, prima mi chiese un tubod’acciaio per la climatizzazione,poi di inventare l’arredo per ilsuo negozio. Così nel 2007 è na-ta la Steel design». Da quella da-ta a oggi dall’officina di Macchia-reddu sono nati allestimenti erestyling (www.steeldesign.it)dei più noti negozi cagliaritani e

di numerosi spazi privati. «Io in-vento e poi creo - spiega, ancheper dare un senso al terminecreative producer che definiscela sua professione - ma posso an-che inventare quello che altrihanno in mente».

È sulla base di questa poliedri-cità, stimolata dalla crisi econo-

mica che ha portato alla contra-zione delle richieste d’arredo,che è nata l’esigenza di pensareun nuovo filone di produzionefondato sulla ricercatezza del de-sign. «Sono appassionato di oro-logi e, girando per il mondo - di-ce Orso - mi sono accorto diquanto sia infinito ed esigente ilmercato degli orologi di lusso. Lacrisi non lo ha intaccato e i nuo-vi ricchi (provenienti dalla Rus-sia e dal Golfo Persico) amanonon soltanto il possesso di pezziunici e di pregio ma anchel’ostentazione». Per loro è natoil progetto delle macchine deltempo (www.infiniteitaly.com) euna serie di altre invenzioni.

È difficile lavorare in Sarde-gna? «L’insularità non rappre-senta un limite», spiega. «Al mo-mento, tuttavia, si coglie unacerta difficoltà nel ripensare pro-cedimenti produttivi e di ade-guarli a esigenze di volta in vol-ta differenti». Ha una ricetta dasuggerire alle aziende che si di-battono nella crisi: «Per non soc-combere bisogna reinventarsi,investendo in innovazione, origi-nalità e qualità. Questo è co-munque il posto migliore in cuivivere. Sono sardo a tutti gli ef-fetti, ho scelto di giocare la miascommessa partendo da qua».

Italo Fontana, fondatore delmarchio di orologi U-Boat, ha giàacquistato alcune scatole deltempo da portare nelle sue bou-tique e al “Baselworld”, il salonemondiale che aprirà a Basilea il27 marzo.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

Charles Eames (1907-1978) è un designer e ar-chitetto statunitense. Ispi-randosi e collaborandocon la scuola dei finlande-si Eliel ed Eero Saarinen,importò modellirivoluzionarinell’Americapost-bellica.

È consideratouno dei maestridell’industrialdesign. Le suecreazioni, moltedelle quali con-cepite insiemealla moglie Ray(anche lei architetto e desi-gner), derivano dall’acco-stamento di materiali ap-parentemente in contrasto:compensato in legno, allu-minio e pelle. Da questeprovocatorie sperimenta-zioni sono nate le celebriEames-chairs (1952) e la

long chair (1957).La sua attività non si è

limitata soltanto alla rea-lizzazione di elementi perl’interior design, tra i qua-li si ricordano anche tavo-

li e lampade. Halavorato anchealla progettazio-ne di strutturesceniche per ilcinema e il teatroed è stato regista.Ha realizzatocirca 100 opere,tra cortometrag-gi e documenta-ri.

Il nome di Charles Eamesè inoltre legato a note ar-chitetture: la Eames housea Santa Monica e il padi-glione Ibm alla Fiera mon-diale di New York. A que-st’ultimo progetto lavoròinsieme a Eero Saarinen.(f.g.-m.a.)

E come Eames, maestrodel design industriale

I prodotti della “Infinite”

Quelle techeche custodisconomeraviglie

XL’ALFABETOX

33giovedì 6 marzo 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 5: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

esign

to è pensato per rispondere alle esigenzeespositive. Le aste di ferro diventano cosìappenderie per abiti e accessori. La parete- secondo un sistema modulare - può ospi-tare mensole e specchi che servono, oltreche per assolvere alla funzione propria, adapprofondire lo spazio che converge al cen-tro della sala. Il fulcro della voliera è occu-pato da due poltroncine anni ’50, il cui re-cupero creativo è frutto della passione peril vintage che Francesca Gasbarrini coltivada anni. La loro presenza non è casuale. Latenda che vive arrotolata su se stessa - di-pinta e realizzata appositamente dalla tex-tile designer Caterina Quartana - non è so-lo un ornamento. Si svolge, e scorrendo at-

torno al plafone centrale, realizza - a sor-presa - il camerino che il cliente non siaspettava di veder comparire e in cui può di-sporsi alla misurazione degli abiti. «Tutto èstato pensato affinché la componente emo-tiva si fondesse con la necessità funzionaledello spazio commerciale - racconta France-sca Gasbarrini, madre del progetto e coor-dinatrice - per un risultato del tutto inaspet-tato, sorprendente nella sua semplicità.Un’esperienza - prosegue - che vorrebbe su-scitare emozione, stupore, voglia di tornare,magari immaginando di essere un meravi-glioso uccello vestito di sapiente maestria».

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

’interior design non è utile soltanto perrendere più belli e funzionali gli am-bienti domestici, adeguandoli al gusto

e alle esigenze del committente. La proget-tazione e la cura degli spazi - in un momen-to in cui il mercato deve reagire alla crisi an-che con scelte di stile - diventa indispensa-bile per proporre al pubblico collezioni ebrand. La filosofia è ormai imperante neglistore che si rivolgono al mercato del lusso:si propongono come salotti, mostre tempo-ranee, spazi benessere, luoghi in cui, all’in-terno di una cornice mutevole ed emoziona-le, scoprire il piacere dell’acquisto.

Al Forte village, noto resort a Santa Mar-gherita di Pula, l’imprenditrice cagliaritanaDonatella Soro ha affidato a una creativa laprogettazione di uno spazio che ha appenaaperto i battenti all’interno dell’Hotel Ca-stello, albergo esclusivo tra quelli che com-pongono il complesso. La firma del proget-to, denominato “My little dream” è di Fran-cesca Gasbarrini, anima di “Gamassi”.

La parte tecnica è stata curata dall’inge-gnere Lisa Ligas. L’ambiente di 16 metriquadri circa, affacciato sul giardino del For-te, è stato ridisegnato così da rappresenta-re un’ideale prosecuzione dello spazio ver-de in cui è anche facile scorgere, tra le pal-me e la vegetazione mediterranea, coloratis-simi pappagalli Ara. L’idea alla base del pro-getto è quella di richiamare alla mente unavoliera. Non da intendersi come luogo op-primente, ma come Eden di una rinascitainfinita, di un’eterna primavera e di sogniche si rincorrono fuori dal tempo e dallospazio. Dalle pareti, rivestite in gesso e gar-za, realizzate da Nicola Pisu, spuntano de-cine di farfalle e rami d’edera che si avvin-cono alle aste verticali. Gli elementi metal-lici - per la cui predisposizione ha lavoratoun team di fabbri coordinato dal creativeproducer Nicola Orso - si curvano per inclu-dere lo spazio (che il pavimento in cemen-to spazzolato e resinato rende volutamenteindustrial), entro una volta da cui s’imma-gina filtri il sole.

Tre globi, riuniti in un grappolo e avvoltidal filo di ferro, danno l’illusione che spraz-zi di luce calda entrino dall’oculo della vol-ta. Non è solo uno spazio immaginifico. Tut-

L

Forse non tutti sanno chela famosa sedia rosso/bluprodotta da Cassina fuinventata nel 1918 da ungiovane designer olande-se dal nome difficile dapronunciare: Gerrit Tho-mas Rietveld. Giovanis-simo lavora nella fale-gnameria del padre, e nel1906 frequenta corsi se-rali di disegno architetto-nico. Nel 1918 aderisceal gruppo De Stijl , la cuiimpostazione era legataal neoplasticismo cui inpittura avevano dato vi-ta Mondrian e Van Doe-sburg. Si sosteneva che il

limpido ordine geometri-co e i richiami al cubi-smo potessero essere tra-smessi attraverso il neo-plasticismo anche ad al-tri settori dell’arte e del-l’architettura. La cosid-detta Neue gestaltung ,ovvero nuova modella-zione, divenne il concettoguida .Inizia sotto questaegida la produzione dimobili e nel 1918 costrui-sce la sedia rosso/blu contavole di compensato neicolori rosso e blu e strut-tura nera e gialla. Suaanche la famosa sediaZig zag. (f. g.)

IL TEAM SARDO DI “GAMASSI” IN UN RESORT

Scelte di stiledentrouna voliera

R come Rietvelde la sua sediarossa e blu

Ferro, carta, garza e gesso

Quei materialiche soddisfanoil tatto e la vista

osa succede quando è una percezionesensoriale a guidare una scelta? Quan-do il tatto e la vista si scuotono all’uni-

sono e vibrano, allora, e solo allora, si affer-ma con forza l’esattezza dell’idea creativa.

È da questa alchimia, sempre differentenegli elementi che la compongono, eppurecosì uguale nella dinamica che la anima, chesi trovano le conferme di complessi passag-gi creativi, tesi a scegliere materiali giustiper lavori perfetti. Non è, infatti casualel’uso del ferro crudo per la realizzazione del-la voliera nel progetto, descritto qui a fian-co, “My Little dream”. Materiale povero ep-pure così ricco di sfumature che dal grigio vi-rano verso il blu, passando per le note ter-rose della ruggine, evoca forza, presenza sce-nica, rigidità. È allora una sorpresa vederecome plasticamente sia stato possibile mo-dulare archi perfetti, che sfiorano una voltavolutamente stondata. Sapientemente illu-minati, con un gioco di Strip Led - a bassoconsumo energetico e alta resa illuminotec-nica - regalano una atmosfera naturale, incui la luce non è mai sfacciata ma il più si-mile possibile a quella naturale.

La risultante è una percezione visiva leg-gera, nonostante il fer-ro, aerea e vagamentepolverosa, che impri-me agli oggetti prezio-si che vengono ospita-ti all’interno dello spa-zio un valore aggiuntoche solo un contrastoforte sa dare. La legge-rezza di una seta, in-fatti, appoggiata su unmontante in ferro cru-do, il cui perno taglia-to a laser mimetizza la funzione espositiva,è un contrasto perfetto e ricercato, che va-lorizza il prodotto ospitato e ha rappresen-tato per il team di lavoro “Gamassi” unobiettivo imprescindibile. La parete materi-ca, in garza e gesso, è frutto di un esperi-mento creativo ben riuscito. Realizzata ap-positamente su tutto il perimetro dello spa-zio, risulta versatile e declinabile in moltevarianti. Supportata da una boaserie in legnopovero, regala la sensazione di una pareteaggredita dal tempo, in cui le crepe si trasfor-mano in un drappeggio che, lavorando conle ombre dosate dalla luce perimetrale, di-ventano decor assoluto.

In un contesto così articolato, bello il pa-vimento in cemento spazzolato. Le scelted’interior sono state dettate dalla necessitàscenica e funzionale. Ecco allora che duepoltrone vintage, frutto di un recupero crea-tivo firmato “Gamassi”, diventano il decoroma anche la seduta che accoglie il cliente.Come due attrici sul palcoscenico, si con-tendono la scena, lasciando lo spettatorestupito quando lentamente, scompaionodietro un sipario circolare che altro non èche il camerino di prova.

RIPRODUZIONE RISERVATA

C

MY LITTLE DREAM

L’allestimento di“Gamassi” per “Donneconcept store” al ForteVillage.

[MAX SOLINAS]

XL’ALFABETOX

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31giovedì 8 maggio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 6: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

a una idea di Francesca Pillai e MartaMoro, nel 2012 nasce Amazing*Us, as-sociazione culturale dedicata alla pro-

mozione della creatività, del fai da te e del-l’arte.

Ultimamente Francesca ha portato avan-ti l’associazione, organizzato diversi appun-tamenti, come mercatini per la compraven-dita di oggetti fabbricati artigianalmente at-traverso tecniche sperimentali, swap cornere bookcrossing per lo scambio autogestito dilibri.

L’idea è quella di promuovere non soltan-to la compravendita di oggetti di qualità, ri-gorosamente artigianali, ma anche diffon-dere arte e cultura con sistemi cosiddetti al-ternativi, organizzando anche momenti discambio culturale, corsi e seminari su auto-produzione, riciclo, fai da te, agricoltura,contest creativi e altro ancora.

Per tutti coloro i quali volessero apprezza-re dal vivo l’intensa attività di Amazing*Usl’appuntamento è per sabato 12 e domeni-ca 13 aprile nella splendida cornice dell’exLiceo Artistico di Piazzetta Dettori di Ca-gliari (quartiere Marina), dalle 10 alle 20.

Torna, infatti, il Creative Corner Market,la piccola rassegna or-ganizzata dall’associa-zione per dare spazioa molti creativi. Inciascuna giornata, in-fatti, oltre sessantapiccoli artigiani e arti-sti esporranno le lorocreazioni, in una verae propria fiera dellacreatività hand madedove l’atmosfera colo-rata e un po’ vintageche caratterizza glieventi targati Ama-zing*Us, regalerà piccole e grandi emozioni.

Al Creative Corner Market c’è posto perl’arte a tutto tondo: ospiti di questa edizio-ne, tra gli altri, saranno i giovani designer diCampidarte da Ussana, specializzati nel ri-ciclo e nella creazione di oggetti per l’inte-rior design e non solo, utilizzando unica-mente materiali dismessi. A popolare i ban-chetti variopinti, ci saranno anche i delica-ti oggetti in fimo (una pasta sintetica facil-mente modellabile e termoindurente, utiliz-zabile per la creazione di piccoli oggetti) diStify Truelove, i ciondoli in resina e fibradella Ragazza del fico d’india, le bambolinedi stoffa del mondo di Luisa e molto altro an-cora.

L’iniziativa, nata dall’esuberante creativi-tà di Francesca Pillai e Marta Moro, colmaun piccolo gap a Cagliari dove negli ultimianni i mercatini si sono prevalentemente ri-volti al commercio dell’usato di bassa qua-lità. L’ingresso al Creative Corner Marketsarà, come sempre, completamente gratui-to.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

D

esign

tro capannoni abbandonati destinandoli aresidenze per artisti, laboratori, showroome all’area eventi che ci ha ospitato».

Chi vuole partecipate quando potrà pro-porsi? «Questa estate. Bisogna tener d’oc-chio il nostro sito http://pechakuchacagliari.wordpress.com». Dalla prima edizione a og-gi, oltre 100 performer hanno presentato 71progetti creativi. Gli è servito partecipare?«Sì. Tutti hanno avuto modo di crescere, difarsi conoscere e di creare collaborazioni an-che tra gli stessi performer. Alcuni si sono af-fermati, come Sardex, altri ancora collabo-rano con noi, come l’illustratore RiccardoAtzeni che ha curato la grafica di quest’ulti-ma edizione». Quest’anno i progetti hanno

spaziato dall’organizzazione di cene segretetra sconosciuti (Le diner caché) ai percorsiurbani anti jella per contrastare «chi non fanulla e impedisce agli altri di farlo« (la Cam-pagna anti Curraccia di Po.Ps.). C’era anchequalche filo conduttore? «Sì, Cagliari adesempio. Un tema sviluppato sia con pro-getti artistici come “Colors, Cagliari a colo-ri”, sia con progetti per viverla in modo piùpieno di quello che può suggerire una guidatradizionale, come Cagliari Unofficial Guide,CagliariAPP o Guide me Right che permet-te a chi ci abita di guadagnare come guidaper far scoprire angoli nascosti».

Cristina MuntoniRIPRODUZIONE RISERVATA

e volete sapere qual è lo stato della crea-tività e dell’innovazione nell’Isola, scor-datevi le statistiche o le ricerche sulla

rete. Per saperlo c’è PechaKucha. Per i pro-fani basta anticipare che questa estate ci sa-rà una nuova occasione per capirlo di perso-na e citare l’ultimo raduno, quello che ha vi-sto ottocento persone radunate ad Ussana epartecipare a una festa in un capannone inmezzo al fango. I mille metri quadri dell’-Hangar Eventi di Campidarte, che street ar-tist e architetti hanno trasformato da incu-batore per uova di galline a locale di design,nella prima notte di primavera hanno ospi-tato il PechaKucha Night @Cagliari #5. Mu-sica, giochi di luce e la presentazione quasiteatrale di progetti innovativi.

Ora, al di là dell’ultimo evento, è giunto ilmomento di fare il punto su un format dalnome impronunciabile, nato in Giapponenel 2003 dall’idea di due architetti di offrireun palco ai creativi per presentare le proprieidee. Due sole regole: farlo in 6 minuti e 40secondi e con venti slide. In undici annil’evento ha toccato 730 città del mondo, daTokyo a Ussana.

In Sardegna sono state organizzate bencinque maratone di idee che hanno regala-to uno spaccato di cosa si sta muovendo incampo innovativo nell’Isola, grazie all’impe-gno dei sette trentenni di CospirazioniCrea-tive. «Abbiamo partecipato a PKN in varieparti del mondo, una sera d’estate ne abbia-mo parlato davanti a una birra e abbiamodeciso di portarlo qui», racconta la trenta-quattrenne Alice Soru, project manager diCospirazioniCreative, master in manage-ment della cultura, ruolo di coordinatore diOpen Campus Tiscali nell’azienda di fami-glia. «Dare voce ai creativi e pemettergli disviluppare le loro idee mette in circolo ener-gie strepitose ed è d’ispirazione anche perchi assiste da spettatore che viene stimola-to a pensare Anch’io ho un’idea e ci voglioprovare. Questo è lo spirito di PechaKucha».Che dalla prima edizione cagliaritana nel2011 è cresciuto in modo esponenziale.«Siamo partiti dagli spazi del Chiostro dellafacoltà di Architettura per passare all’Exmàe arrivare ai mille metri quadri di Campi-darte: tre designer hanno riqualificato quat-

S

L come Le Corbusier: trale figure più influentidella storia dell’architet-tura, è stato il maestrodel Movimento Moderno.Pioniere nell’uso del cal-cestruzzo armato perl’architettura, è statoanche uno dei padri del-l’urbanistica contempo-ranea. Membro fondato-re dei Congrès Interna-tionaux d’Architecturemoderne, fuse l’architet-tura con i bisogni socia-li dell’uomo medio, rive-landosi geniale pensato-re della realtà del suotempo. Tra i suo progetti

più conosciuti, Machineà habiter, del 1925, chedarà le basi all’architet-tura moderna. Nel 1928,tra gli altri, disegna mo-bili per Cassina che an-cora oggi vengono pro-dotti. Famosa la suachaise longue LC4 , lapoltrona LC3 e il tavoloLC6. Diceva: «Alloggia-re? Vuol dire abitare,saper abitare. L’alloggioè lo specchio della co-scienza di un popolo.Saper abitare è il gran-de problema, e alla gen-te nessuno lo insegna».

F. Ga.

PARLA ALICE SORU DI “COSPIRAZIONICREATIVE”

PechaKucha,la fabbricadi nuove idee

Le Corbusier,leggendadell’architettura

Ritorna con Amazing*Us

Piazzetta Dettori:il mercatinodei più creativi

Locandina dell’evento

CAMPIDARTE

Alcune immagini di“Campidarte”, lamanifestazione diUssana che ha ospitato icreativi di PechaKucha.

XL’ALFABETOX

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31giovedì 10 aprile 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

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esign

Il ritorno in Sardegna dopo le esperienze inSpagna, Olanda e Canada. Design innovativofra artigianato, architettura e informatica

PERSONAGGI. UNA DIFFICILE SCOMMESSA

Marco Verdee il richiamodell’Isola

dimostrazione del fatto che l’eccellen-za sarda è in continuo fermento crea-tivo, di seguito due lavori firmati da

Marco Verde. L’augurio è quello di vederepresto uno di questi meravigliosi progetti an-che per le strade della nostra bella città.

UUnn aarrrreeddoo uurrbbaannoo eemmoottiivvoo ee mmuullttiiffuunnzziioo--nnaallee:: ““SSppaaccee iinntteennssiiffiieerr””.. Dal momento chelo spazio viene letto come un campo di ener-gie variabili, queste sedute multifunzioneche portano il nome di “Space intensifier”sono dotate di intelligenza emotiva artificia-le e, attraverso luci e suoni, interagisconoe comunicano con le persone, lo spazio chele circonda e l’ambiente naturale. Il loro in-tento, nell’idea di Marco Verde, è quello diintensificare la percezione sensoriale di spa-zi urbani esistenti, parchi e giardini, stabi-lendo un dialogo emotivo con i fruitori el’ambiente circostante. Composte da unamembrana in legno che assolve molteplicifunzionalità, le “Space intensifier” possonoracchiudere una chaise-longue, un portabi-ciclette, una fioriera e un sistema dinamicodi illuminazione a Led RGB, integrati in ununico corpo. Il primo progetto di questa se-rie è stato realizzato ed installato in occasio-ne del Music Festival Unsilent Night 2012 inCanada. Successivamente esposto nel Mu-seo di Waterloo. Nello stesso anno (2013)vince una menzione speciale e selezionatoper l’evento Open Design Italia a Venezia.

PPrroottooDDEECCKK,, uunn ppaavviimmeennttoo iinntteerraattttiivvoo.. Di-segnato da Marco Verde e Mark David Hosa-le per Hiperbody (Paesi Bassi) vuole esserel’espressione della contaminazione tra pro-gettazione architettonica e interaction de-sign. È un sistema che integra le funzionali-tà di un tradizionale pavimento tecnico conmicroprocessori integrati, da cui risultanosvariati scenari di interazione. Calpestando-lo, infatti, si possono ottenere effetti sonori,flash luminosi e proiezioni video che creanoun dialogo spaziale e corporale in continuavariazione, bellissimo e inaspettato. Questosistema oltre ad essere completamente pro-grammabile, è modulare e quindi persona-lizzabile.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

A

Marco Verde e il pavimento interattivo [ARTHEMALLE]

er amor di sintesi vorrestidefinirlo in poche parole.Ma le espressioni laborato-

rio artigiano, studio informatico,d’architettura o tecnico, non ba-stano per raccontare lo spazio incui lavora Marco Verde, ingegne-re di 35 anni, cresciuto a Caglia-ri ma maturato professional-mente in Spagna, Olanda e Ca-nada.

Nella sua azienda - che ha se-de in un edificio sulla strada cheda Cagliari porta a Elmas - par-lare di ordini professionali è ana-cronistico. Qui i percorsi forma-tivi smettono di correre paralle-li, s’incrociano grazie alle tecno-logie più avanzate e, attraversola ricerca, aspirano agli obiettividel design contemporaneo: in-novazione, sviluppo e adattabili-tà. In quest’officina dell’interdi-sciplinarità, non a caso battez-zata “Alo” (semplificazione delprefisso “allos” che indica diver-sità), vedrà la luce un elementoper l’arredo urbano che ha giàconquistato un posto al Salonedel mobile di Milano, appunta-mento clou del design interna-zionale.

CCoommee hhaaii ssccooppeerrttoo uunnaa pprrooffeess--ssiioonnee ccoossìì iinnnnoovvaattiivvaa??

«Mi sono laureato in ingegne-ria edile a Cagliari. La folgora-zione è arrivata prima della lau-rea, durante una lezione del-l’olandese Lars Spuybroek, pio-niere dell’architettura digitale.Ho quindi conseguito Master eDiploma di Studi Avanzati inGenetic Architectures allaEsarq-Uic di Barcellona, poi so-no stato docente in Spagna,

P Olanda, a Cipro, in Canada, aParigi e Roma».

IInn ccoossaa ssii ddiiffffeerreennzziiaa llaa ttuuaa aatt--ttiivviittàà ddii pprrooggeettttaazziioonnee ddaa qquueellllaattrraaddiizziioonnaallee??

«Ciò che disegniamo grazie asperimentazione fisica e digita-lizzazione non è l’oggetto finito olo spazio definito, ma il sistema

che soddisfa le esigenze proget-tuali, rendendo adattabile il pro-getto stesso».

LLaa ttuuaa ssppeecciiaalliizzzzaazziioonnee ssii èèssvvoollttaa oollttrree ii ccoonnffiinnii nnaazziioonnaallii..LL’’IIttaalliiaa nnoonn èè ppiiùù eeppiicceennttrroo ddeellddeessiiggnn??

«Esistono molte realtà al-l’avanguardia. In altri Paesi il

vantaggio, a dispetto di una tra-dizione meno blasonata, è dovu-to alle agevolazioni fiscali rico-nosciute a chi lavora nel settoredella ricerca. L’Italia, gravandosui finanziamenti statali conl’Iva del 22%, riduce le potenzia-lità delle piccole aziende».

PPeerrcchhéé sseeii ttoorrnnaattoo iinn SSaarrddee--ggnnaa??

«È un posto meraviglioso incui vivere. Per incrementare leprospettive professionali è peròfondamentale favorire l’insedia-mento di attività ad alta specia-lizzazione, piuttosto che diaziende che offrono grandi nu-meri in termini occupazionalima non stimolano iniziativa esviluppo. In questi due anni hocolto segnali di crescita nel set-tore dell’innovazione: eventi(penso al salone Sinnova), ini-ziative culturali e nuovi bandiaccessibili. Significativo anche ilfinanziamento riconosciutomida Sardegna Ricerche».

QQuuaallii lliimmiittii hhaa ll’’UUnniivveerrssiittàà ssaarr--ddaa??

«I limiti sono quelli del sistemaitaliano: i fondi da dedicare allaricerca sono scarsi e il percorsoper la docenza troppo lungo».

IIll MMaasstteerr && BBaacckk èè uunnoo ssttrruu--mmeennttoo ffoorrmmaattiivvoo vvaalliiddoo??

«È un’ottima iniziativa, ma vapotenziata. Non finanzia, peresempio, gli studi nelle Universi-tà private, tra le quali vi sono al-cune delle più qualificate nel de-sign avanzato. Anche per il per-corso di rientro ci sono troppipaletti da superare».

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

La seduta che Marco Verdepresenterà al Salone del Mo-bile 2014 è realizzata colmultistrato di betulla. Sitratta di un materiale fonda-mentale nella storia del de-sign. Per via dellasua flessibilità edelasticità, que-st’essenza lignea,tipica della pro-duzione silvicoladel Nord Europa,è stata utilizzatadagli architettipiù innovativi delNovecento perabolire gli angoliretti e sostituirli con lineecurve e morbide. L’architet-to finlandese Alvar Aalto,ispirandosi al sistema di la-vorazione tradizionale usa-to per la realizzazione deglisci, lo ha impiegato per se-die, poltrone, sgabelli e altrecomponenti d’arredo. Supe-

rando le tecniche di piegatu-ra usate dall’ebanista au-stro-ungarico Michael Tho-net (1796-1861) che facevaricorso al vapore e non al-l’umidità naturale del legno,

ha scoperto nellefibre lunghe, sot-tili e omogeneedella betulla unaresistenza similea quella dell’ac-ciaio. In questosenso il designdella scuola scan-dinava, che in-clude anche Da-nimarca e Fin-

landia, ha rappresentato unmodello da riprodurre intutto il mondo. Il legno di be-tulla è anche utilizzato perla realizzazione di parquet.Le sfumature dolci e la colo-razione giallo-rosata ne sug-geriscono l’impiego per ac-crescere la luminosità. (f.g.)

B come betulla, legno perfettoper sedie, poltrone e sgabelli

Sedute e spazi interattivi

Dialogo emotivocon gli arredidelle nostre città

XL’ALFABETOX

Una suggestiva immagine di Cape Town

Per la prima volta una città del Continente Nero eletta capitale mondiale del settore

Sudafrica, a Cape Town il design per trasformare la vitaa capitale mondiale deldesign per il 2014 è CapeTown. Il capoluogo legi-

slativo del Sudafrica ha otte-nuto il riconoscimento dalConsiglio internazionale dellesocietà di Design industrialedopo aver sconfitto le concor-renti Dublino e Bilbao.

È la prima volta che il titoloviene attribuito a una cittàafricana. Per il biennio 2012-2013 lo scettro era stato asse-gnato a Helsinki. Nel 2010 ilprivilegio era toccato a Seoul.Apripista nel 2008 era statainvece Torino. Il capoluogopiemontese - tradizionalmen-te legato alle officine automo-bilistiche della Fiat e verticedel triangolo industriale italia-no sin dagli inizi del Novecen-

L to - fu la prima città nel mon-do a sperimentare, attraversoun progetto pilota, gli obietti-vi che possono essere raggiun-ti sfruttando appieno speri-mentazione, tecnica e innova-zione di cui il design si nutre.

La sfida perCape Town, me-tropoli con oltretre milioni emezzo di abitan-ti, tre volte piùgrande di NewYork, è ancora più audace. Il2014 per il Sudafrica, infatti,non è un anno qualunque. Sifesteggia il ventennale dalla fi-ne dell’apartheid. Lo Stato locelebrerà senza Nelson Man-dela, l’uomo che ebbe un ruo-lo determinante nella caduta

del regime segregazionista eche fu primo presidente di unpaese che ambiva alla libertà eal pieno riconoscimento deidiritti civili.

Workshop, conferenze, alle-stimenti, spazi e percorsi ur-

bani, eventi espettacoli nonavranno il carat-tere dell’autore-ferenzialità. Do-vranno creare,con lo spirito di-

namico che lo slogan “LiveDesign. Transform Life” sinte-tizza, una “città aperta”. Gliabitanti vi ambiscono da anni.I turisti si troveranno sorpren-dentemente immersi in unarealtà che non immaginano.«Come città più antica del Sud

Africa e avendo recentementeospitato la prima Coppa delMondo in terra africana - èuna delle motivazioni chehanno sostenuto la candidatu-ra al titolo - Città del Capo hainfrastrutture di prima classee uno stile di vita cosmopolita.Con il più alto tenore di vita ditutte le città sudafricane, que-sta strada per il continenteafricano è ricca di storia, in-novazione, varietà e talentocreativo».

Insomma, il paese celebreper Mandela e le sue tribolatequestioni razziali avrà noto-rietà in un campo molto diver-so.

Nel 2016 Cape Town cederàpoi il testimone di Capitale deldesign a Taipei. (m.a.-f.g.)

La terra di Mandelaè stata preferitaa Dublino e Bilbao

28 giovedì 13 febbraio 2014L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

Page 8: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

La passione per arredi del passato chetornano di moda nelle case di oggi. Bastasaperli trovare e “reinterpretarli” con gusto

VINTAGE. L’ARTE DI RECUPERARE E REINVENTARE

Gli oggettiraccontanouna storia

mercati dell’usato sono diventati croceviadi appassionati che cercano pezzi origina-li e unici da far rivivere nei propri spazi o

guardaroba. È il volto, nostalgico e senti-mentale, della società del consumismo. Nel-le città d’arte ne hanno fatto un’attrazioneturistica e un’occasione per rendere vivi icentri storici, rispondendo anche a criteridi estetica. I brocante francesi, negozi spe-cializzati nella vendita di oggetti d’antiqua-riato, ne sono la rappresentazione più ro-mantica.

A Cagliari questa risorsa non è ancora va-lorizzata appieno. Mandate in archivio lememorie delle bancarelle sul Bastione SaintRemy, la realtà oggi più rappresentativa -ogni 15 giorni viene realizzato un mercati-no in piazza Carmine - è quella dell’allesti-mento che all’alba di ogni domenica si pre-para in piazzale Trento. Da 18 anni a questaparte nello slargo sottostante il palazzo del-la Regione, si affollano duecento espositori.Attorno anche ambulanti che si sistemanolungo le strade che s’inerpicano verso vialeMerello o che si immettono in viale Trieste.La merce in esposizione è varia e orientarsinon è sempre facile. Ci sono fiori, piante,verdure, prodotti sardi, dischi, antiquariatoe abiti. C’è chi sogna una riorganizzazioneche tenga cura dell’estetica e dell’armoniaespositiva e che aiuti chi vaga tra le banca-relle a orientarsi. «Il mercato è bello così co-m’è - dice Franco Rascel, presidente dell’As-sociazione Sant’Avendrace che gestisce lospazio - è talmente pieno di gente che è dif-ficile muoversi. Questo affollamento non c’ènemmeno alla Fiera campionaria. Farne unmercato d’élite significherebbe far morirequest’iniziativa. Sarebbe bello però se dalporto si pensasse a un collegamento in pul-lman da destinare ai turisti». In una cittàche si affaccia sul mare, che si candida co-me approdo privilegiato per i crocieristi eche può beneficiare di temperature gradevo-li per buona parte dell’anno, un progetto divalorizzazione dei mercatini che soddisfi an-che il gusto raffinato degli appassionati delvintage merita di essere realizzato.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

I

A fianco oggetti vintage; qui mercatino a Cagliari

i fa presto a dire Vintage. Omeglio, si fa presto a scri-verlo. Perché quando ci si

addentra nella fonetica le cer-tezze vacillano: come si scrivevintage? Alla francese o all’in-glese? La sottoscritta, per esem-pio, pur sapendo quale è la ri-sposta corretta, continua im-perterrita ad usare la dizionesbagliata: difficile scrollarsi didosso le cattive abitudini. Ma ipuristi del Vintage no! Loro,quelli che gli oggetti di secondamano - rari, seducenti, diver-tenti, eccellenti - li conoscono,li amano e li collezionano, lorola parola la pronunciano giusta.Alla francese. Vintage deriva,infatti, da vendenge, vocaboloche anticamente significaval’age du vin e veniva usato perindicare i vini delle annate mi-gliori.

Negli anni ottanta, qualcunopensò bene di ispirarsi all’enolo-gia per definire abiti e oggetti diculto. Et voilà. Strano? Micatanto. «Così come il vino invec-chiando nella botte acquisiscenote olfattive e di gusto sempremaggiori e di pregio, anche lebelle cose d’epoca aumentano ilproprio valore con il passare deltempo». La spiegazione vieneda una esperta, Angela EupaniSerio, Presidente dell’associa-zione Culturale ricercatori Mo-da d’Epoca e curatrice del Vin-tage Workshop, che tra le sueattività, comprende anche l’ex-pertise dei capi d’antan. Ovveroun pool di superesperti eseguevalutazioni e certificazioni d’au-tenticità di abiti ed accessori ,

S firmati e non, rilasciando unaperizia scritta. Come succedeper le opere d’arte: tale e quale.

Collezionare, si sa, è di per seuna atto passionale, ma pochecollezioni esaltano come quellesvolte tra i mercatini, a cacciadel pezzo, dove ci trasformiamoin avventurosi segugi , alla ricer-

ca dell’ultima chicca. E quandopoi, in uno di questi, capovol-gendo una sedia che sembravauna Thonet, la mia inseparabi-le “amica di mercatini” ed io,abbiamo notato il marchio im-presso a fuoco, come vuole l’ori-ginale, un’amicizia ha vacilla-to... fortunatamente erano due!

Possedere un pezzo che hafatto la storia del design, averlotrovato in mezzo a tante cose,alcune belle, altre bislacche, co-se vecchie, talune anche brutti-ne, averlo riconosciuto e ap-prezzato per quello che vale,non ha prezzo. Sono gli arredidel passato, quelli usati dagliAnni 30 agli Anni 70 che torna-no di moda nelle case di oggi.Testimoni dell’evoluzione del-l’industria e del nostro gusto.Molti, in questi ultimi anni, glispazi che dedicano a questi pro-dotti la giusta cornice, a Milano,Firenze, Roma. Qui da noi si ac-carezza l’idea di una Wunder-kammer, un luogo magico, doveoggetti dal passato denso, possa-no rivivere accanto a nuove econtemporanee sperimentazio-ni: una camera delle meravigliedove le cose belle di un tempopossano esprimere ancora il lo-ro fascino, non soltanto perchéblasonate, ma anche semplice-mente perché custodi di affa-scinanti ricordi.

Ritrovare, recuperare, rein-ventare: sono tutti aspetti diuna unica passione, quella per ilVintage, che ci consente di con-dire la nostra vita con quel piz-zico di nostalgia e quella giustadose di nonchalance. La passio-ne che ci spinge a cercare, perpoter immaginare uno spazioeclettico, in cui gli oggetti rac-contano una storia, creandoambienti confortevoli e atmo-sfere di carattere, che ci somi-glino, che ci appartengano.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

Tra le grandi firme del de-sign italiano, un ruolo diprimo piano spetta senz’al-tro a Piero Fornasetti.

Nato a Milano nel 1913 emorto nel 1988 è celebratocome un artistaeclettico. Fu pit-tore, stampatore,progettista, colle-zionista, stilista,raffinato artigia-no, decoratore,gallerista e idea-tore di mostre.Fu capace di tra-durre nelle suedecorazioni lesuggestioni delsurrealismo.

Quest’anno il TriennaleDesign Museum gli ha de-dicato la mostra “Piero For-nasetti: 100 anni di folliapratica”. L’evento, curatodal figlio Barnaba, si è con-cluso all’inizio di febbraio.

Ha proposto al pubblico unmondo creativo che fu ca-ratterizzato dalle stesse vi-sioni oniriche e metafisicheche si ritrovano nelle operedei pittori italiani con cui

ebbe l’opportuni-tà di lavorare: DeChirico, Sassu,Manzù e altri.

A lui si deve larealizzazione dioltre undicimilapezzi. Decorò ditutto: ceramiche,porcellane, tes-suti, vetri, carta,pezzi d’arreda-mento e grandi

spazi. Celebri i suoi piatti(nella foto) in particolare lacollezione “Tema e varia-zioni”. Le figure più ricor-renti sono il sole, le carteda gioco, gli arlecchini, lemani, ritratti e autoritrat-ti. (f.g.-m.a.)

F come Fornasetti,grande ed eclettico artista

Fra cianfrusaglie e rarità

A caccia di pezzinei mercatinidei cagliaritani

XL’ALFABETOX

ORLYOPEN DAY13 marzo 2014Parafarmacia PoddaPiazza L’Unione Sarda, Cagliari

Una giornata per scoprire il marchio leader nel Trattamento e Bellezza delle Unghie Naturali: la ORLY Vip Manicurista Alba Chiara Porcu sarà a vostra disposizione per dimostrazione di Smalti e Trattamenti ORLY, vi aspettiamo!Per info chiama: 070 209 9066

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esign28 giovedì 13 marzo 2014L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

Page 9: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

esign

stadio che mi appassiona. È il posto piùbello della città ma il rapporto tra l’uomoe l’ambiente qui evidenzia le sue criticità.Questo accade perché spesso si concentral’attenzione sui grandi interventi di riqua-lificazione e si perdono di vista gli inter-venti immateriali (economici, sociali e cul-turali) che sono invece più necessari».

UUnn aarrcchhiissttaarr ccii ssaallvveerràà??«Ci salverà la qualità diffusa, una realtà

vivace formata da professionisti che tutti igiorni praticano con passione, impegno ecompetenza il loro lavoro. Da architetto edirettore di un istituto di formazione cheha vocazione internazionale farò in modoche dalle nostre aule escano designer ec-

cellenti. Un buon designer è colui che sa fare ri-

cerca e innovazione».IInn SSaarrddeeggnnaa iill rraappppoorrttoo ccoonn ll’’aarrttiiggiiaannaattoo

ee llaa ttrraaddiizziioonnee èè ssppeessssoo vviissssuuttoo ccoommee uunn llii--mmiittee..

«Il problema risiede nell’eccessiva fram-mentazione della produzione e nella man-canza di una visione unitaria. Tutto il set-tore nell’Isola necessita quindi di un’attua-lizzazione. L’impresa è ardua ma i giovanidesigner che sapranno affrontare la sfidatra innovazione e tradizione potranno av-vantaggiarsi di un filone dalle eccezionalipotenzialità».

Manuela Arca

nternazionalizzazione, radicamento nelterritorio e identità. È la triplice im-pronta che Ilene Steingut, da pochi me-

si alla guida dell’Istituto europeo di designdi Cagliari, vuole dare alla sua direzione. Ilpunto di vista è privilegiato. Non solo per-ché guarda alle prospettive della professio-ne dalla splendida cornice di villa Satta,capolavoro in stile liberty che si affaccia suviale Trento e ospita la sede della scuola.Ha dalla sua formazione ed esperienze dilavoro internazionali. Nata a New York, haconseguito negli Stati Uniti il Bachelor ofArts e il master in architettura. A Cagliariè arrivata per seguire suo marito, un col-lega sardo conosciuto a Roma. Che l’Isolasia una scelta d’amore è evidente. Ne rac-conta i paesaggi con emozione, ne acca-rezza le ferite e immagina con entusiasmouna rinascita, proprio grazie al design, sot-to il segno dell’armonia e della bellezza.

QQuuaall èè llaa ddiirreezziioonnee ddaa ppeerrccoorrrreerree ppeerr rrii--ddiisseeggnnaarree llaa SSaarrddeeggnnaa??

«Serve una svolta culturale. Il tempo chestiamo vivendo non è più quello in cui re-gna il metro cubo. C’è oggi una grande do-manda per le ristrutturazioni. Perché pos-sa essere soddisfatta servono però gli stru-menti e gli incentivi giusti. È indispensabi-le per questo una buona sinergia tra il set-tore pubblico e il privato».

QQuuaannttoo ll’’IIeedd cchhee lleeii ddiirriiggee ppuuòò iinncciiddeerreenneell ccaammbbiiaammeennttoo??

«L’attività di formazione rivolta agli stu-denti, per una vocazione propria dell’Isti-tuto, è condotta da professionisti che lavo-rano a contatto con la realtà e ne conosco-no le dinamiche. Sotto la mia direzione mipiacerebbe radicare ancora più lo Ied nelsuo contesto, così come vorrei che la cittàsi riconoscesse in questo luogo e se neriappropriasse. Tra i miei progetti c’è quel-lo di fare modo che questo spazio meravi-glioso si apra alla conoscenza e allo scam-bio a livello internazionale».

QQuuaallii ssoonnoo llee eemmeerrggeennzzee ccoonn ccuuii CCaagglliiaa--rrii ddeevvee mmiissuurraarrssii??

«La valorizzazione del Poetto mi apparela più urgente ma in questa direzione sista procedendo. C’è un luogo che ho nelcuore: è Sant’Elia. Non è il discorso sullo

I

S come Space intensifier1.1. Quando lo spazioviene letto come un cam-po di energie variabili,allora possono nascereidee come questa sedutamultifunzione. Dotata diintelligenza emotiva ar-tificiale, attraverso luci esuoni interagisce e co-munica con le persone,lo spazio che le circondae l’ambiente naturale. Ilsuo intento, nell’idea diMarco Verde, ideatoredel pezzo, è quello di in-tensificare la percezionesensoriale di spazi urba-ni esistenti, parchi e

giardini, pubblici o pri-vati, stabilendo un dialo-go emotivo con i fruitorie l’ambiente circostante.Di recente presentata alSalone Satellite 2014 aMilano, farà tappa a Ca-gliari, presso DonneConcept Store, in via Su-lis 30, domani dalle ore19. Sarà possibile ammi-rarla dal vivo, presenta-ta dal suo ideatore. Nelletre settimane successiverimarrà in esposizioneper quanti volessero in-traprendere una nuovaesperienza sensoriale, ol-tre lo shopping. (fr. ga.)

IL SOGNO DELLA DIRETTRICE, ILENE STEINGUT

Ied, la portadi Cagliariper il mondo

S come seduta:in via Sulisc’è Marco Verde

Design, moda, arti visive

Corsi triennalitra ricercae formazione« a più di quarant’anni l’Istituto Eu-

ropeo di Design si occupa della for-mazione e della ricerca nelle disci-

pline del design, della moda, delle arti vi-sive e della comunicazione. Scuola inter-nazionale, luogo di cultura e formazione,ha sedi a Torino, Milano, Roma, Venezia,Firenze, Cagliari, Como, Madrid, Barcel-lona, San Paolo e Rio de Janeiro. Entrarenel mondo Ied significa poter studiare inuna delle sedi vivendo la cultura del luo-go ma crescendo contemporaneamente inuna atmosfera internazionale».

Con queste parole, si apre la descrizio-ne dell’offerta formativa dell’Istituto, chea Cagliari vide nascere proprio una dellesue prime sedi. Oggi, ormai realtà conso-lidata, lo Ied offre corsi triennali post di-ploma (dedicati a chi è in possesso di undiploma di scuola media superiore, mira-no a fornire competenze culturali e tecni-che su discipline specifiche), corsi ma-ster (dedicati a studenti in possesso di undiploma di laurea di primo livello, offro-no strumenti metodologici tecnici e cul-turali, relativi alle varie professionalità,di alto profilo) e corsi di specializzazionee aggiornamento. In-fine i corsi Summer,erogati durante il pe-riodo estivo, si rivol-gono a chi è interes-sato a incrementarele proprie competen-ze. L’offerta formati-va Ied è basata sucrediti formativi(CF) strutturati inconformità ai para-metri adottati dallepiù avanzate istituzioni europee del setto-re.

Al termine dei corsi triennali, si conse-gue il diploma accademico di primo livel-lo (Bachelor of Art), legalmente ricono-sciuto dal Ministero dell’Istruzione e oggiconsiderato equipollente ai diplomi dilaurea universitari. Per i corsi triennali,lo Ied Cagliari offre tre indirizzi: Productdesign, Media design e Interior design.Per i corsi di specializzazione, invece, icorsi attivi sono: Visual Mechandising eInterior Design (basic e advanced). Infinei Master, in Land Design e Digital Marke-ting. Per conoscere l’attività formativa, ègià stato organizzato un open day. Altridue sono in programma per luglio e set-tembre. Sono inoltre in calendario unaserie di conferenze, aperte anche al pub-blico, che intendono incoraggiare loscambio e la conoscenza con la realtà lo-cale. Quattro gli appuntamenti: il primogià tenuto lo scorso 13 maggio, i prossi-mi venerdì 23 maggio, venerdì 30 maggioe infine venerdì 6 giugno. Tema degli in-contri: l’interior design, quattro docentipresentano i loro lavori.

Francesca Gasbarrini

D

INNOVAZIONE

In alto la sede Ied inViale Trento; al centroIlene Steingut; sottostudenti al lavoro. [E. M.]

XL’ALFABETOX

CALENDARIO MAGGIO 2014MARTEDI’ 20GIOVEDI’ 1

h 18.00 Stelle, miti e costellazioni di Maggio

SABATO 3

h 17.00 La nostra casa: il sistema solare

DOMENICA 4

h 11.00 Chi ha morsicato la Luna?

h 19.00 Orientarsi tra le Stelle

SABATO 10

h 17.00 Questo pazzo Universo e i suoi spettacolari record

DOMENICA 11

h 11.00 La nostra casa: il Sistema Solare.Speciale Saturno

h 19.00 Il Sistema Solare: Speciale Saturno

SABATO 17

h 17.00 I racconti del viaggiatore Intergalattico:I misteri della Luna

h 19.30 Osserviamo al Telescopio Saturno, Giove, Marte e Mercurio

DOMENICA 18

h 11.00 La Stella Polare racconta

h 19.00 Notte stellata su Cagliari fra costellazioni e pianeti

Stelle, pianeti e costellazioni dellaPrimavera in Sardegnah 20.00

SABATO 24

DOMENICA 25

SABATO 31

ABC del cielo

Fratello Sole: tutto sulla nostra stella. Sessione ossevativa al telescopio

I sistemi planetari extrasolari

Il Tesoro smarrito di Cassiopeah 17.00

h 19.00

h 11.00

h 17.00

Per tutti Adatto ai bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni Novità Speciale Osservatorio Speciale Studenti

31giovedì 15 maggio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 10: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

uesta edizione numero 53 del Salonedel Mobile è stata per noi una edizio-ne particolare: sapevamo infatti di

avere tra gli espositori al Salone Satellite il“nostro” Marco Verde. Concedeteci il termi-ne, ma in qualche modo ci pregiamo di aver-lo presentato ai lettori ancor prima che cifosse nell’aria l’invito a partecipare alla ker-messe milanese.

Unica azienda sarda presente, “Alo” capi-tanata da Marco Verde ha esposto la sua“Space Intensifiers”, seduta dalla forte im-pronta tecnologica, dotata di sensori chepercepiscono informazioni dall’ambientecircostante, come umidità, calore, traducen-dole in effetti luminosi e sonori. Lo abbiamoincontrato al Salone satellite e raccolto lesue sensazioni sullo sbarco nella Milano deldesign. «Sembrava un vero e proprio formi-caio - dice Marco Verde. L’arrivo e l’allesti-mento con il salone pieno di squadre al la-voro per la preparazione dei mega stand.Durante i giorni della fiera - aggiunge - hoparlato con professionisti e visitatori di ognietà e nazione. Resteranno nella memoriapersonale gli sguardi ammirati ed incuriosi-ti sia dei più piccoli che dei più grandi nelvedere e provare ilpezzo esposto».

«Svariati i momentiche ricorderò - conti-nua Verde - con estre-mo piacere. Tra que-sti, la conversazionecon il signor Croce,mobiliere di 94 anniin visita solitaria al Sa-lone. Emozionandosiancora, mi ha raccon-tato come da giovanevinse un concorso peril design di un mobile- Gio Ponti in giuria - riservato a 30 architet-ti, mentre lui aveva solo la quinta elementa-re. Vedere un esperto artigiano come lui ac-carezzare il pezzo, scovarne i dettagli co-struttivi e con gli occhi lucidi mostrare tut-to il suo apprezzamento ha in pochi minutiripagato lo sforzo e il duro lavoro di un an-no e mezzo di progettazione. Tanti i contat-ti professionali e le proposte per il futuro,ma una delle conferme professionalmentepiù motivanti è stata la visita costante deglialtri espositori e mobilieri del salone, pro-prietari di aziende blasonate. Ma tra tutte, lasensazione più forte - racconta infine Marco- è stata quella di dire con orgoglio di esseresardo, presentando un prodotto realizzatointeramente nell’Isola e vedere gli sguardisorpresi e i commenti di ulteriore stima daparte di che sa bene quanto bisogna lottaree faticare per emergere. Ma per me vivere elavorare in Sardegna non ha prezzo, e rap-presenta un vantaggio se si ambisce all’ec-cellenza perché si impara cosa vuol dire la-vorare duro per raggiungere mete ambizio-se».

F. Ga.

Q

esign

ca di lastre finissime. Un colore su tutti, ilblu pavone. Nuovo ma in fondo antico,rende qualunque complemento speciale,in bilico tra passato e futuro. Pura sugge-stione, le sue mille gradazioni.

È una scelta quella di non nominare leaziende ma evidenziarne le proposte, inmodo tale che ognuno possa ritrovare que-sti piccoli spunti a prescindere dal brand.Insomma, c’è aria di rinascita quest’annoal Salone, per chi la sa cogliere: «Creareconnessione e comunicare innovazione -dice Aldo Cibic - se vogliamo pensare alfuturo bisogna guardare al passato, per ca-pire quello che di buono ed interessantec’è stato. Un approccio multidisciplinare,

in cui le nuove tecnologie, il sapere uma-nistico, il saper fare artigianale ed indu-striale, internet, tutti messi insieme posso-no contribuire a costruire le risposte giu-ste e il nostro nuovo rinascimento».

Conoscere dunque la storia del design,anche al di fuori del mondo accademico,apporta valore aggiunto, fornisce chiavi dilettura innovative e funzionali all’interpre-tazione del bisogno contemporaneo, per ladefinizione di nuove strategie legate almarketing ma anche al progetto creativo.E già si pensa al nuovo Salone, con l’Expo2015 che ci sta aspettando.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

ome ogni primavera, la città creativasi risveglia e torna ad essere capitaledel design. È Milano. Fucina di idee,

laboratorio a cielo aperto per nuovi talen-ti e nuove proposte, risponde alla crisi conuna settimana scintillante, in cui il Salonedel Mobile è foriero di mille anticipazioni.

Il Fuori Salone ci accoglie con le sue mil-le cose da vedere, da vivere: a Brera restia-mo incantati da “Moooi”, che in via Savo-na ha messo in scena una delle più sugge-stive installazioni visitate. Il direttore arti-stico e co-fondatore del marchio, MarcelWanders, spiega il concept che è alla basedell’evento al Fuori Salone 2014: «In unmondo che è dominato dalle novità, ci pia-ce vedere i nostri lavori nel contesto del-l’eternità. Massimo Listri è l’ambasciatoredi questa eredità eterna». Il fotografo Mas-simo Listri, infatti, maestro della fotogra-fia d’architettura e d’ambiente, fornisce at-traverso le sue straordinarie fughe prospet-tiche delle quinte sceniche che accolgonole collezioni della azienda, ispirando lospettatore. Semplicemente bellissimo.

La spasmodica frenesia di vedere il piùpossibile, di “bere” creatività ci spinge aTortona, dove da L’Opificio c’è il “MerciPop Up Store”, con lo zampino di PaolaNavone che, oltre a collezioni studiate adhoc per il famoso concept store, mette inscena un Bidon Garden composto da bi-doni colorati, pattumiere stradali piene diterra per le piante rampicanti che decora-no la facciata. In aggiunta, una Ape car aricordare la “cugina” parigina che, nel cor-tile di “Merci”, ne è oramai il simbolo.

E via così, come insetti impazziti alla ri-cerca del miele creativo. Allora una punta-ta al Salone è d’obbligo. Scarpe comode estrategia di sempre: stand dopo stand pernon perdersi nulla e fiutare le nuove ten-denze prima che queste vengano formaliz-zate. Ecco che, il ritorno del metallo ci sor-prende. Crudo, mai lucido, dalle mille sfu-mature, materiale poliedrico e funzionale,per effetti aerei e per nulla scontati. La-miere stirate, come fossero legni pregiati,rivestono il mobile, innovandolo. La pietrasi fa sottile, con strategici tagli a quaranta-cinque gradi che danno l’impressione otti-

C

Definito l’architetto del-la semplicità dellestrutture, Mies van derRohe è uno dei maestridel movimento modernoin architettura. Tutte lesue opere, sia in Europasia negli Stati Uniti, so-no caratterizzate dascelte minimaliste, dal-la raffinatezza dei par-ticolari costruttivi edalla semplicità dellestrutture. Nato nel 1886ad Aquisgrana, in Ger-mania, sin da giovanis-simo lavorò nella botte-ga di scalpellino del pa-dre. Come Le Corbusier

divenne architetto at-traverso esperienze dicollaborazione e contat-ti con i movimentid’avanguardia. Sin dal-le prime esperienze pro-gettuali il linguaggio ar-chitettonico di Mies fuchiaramente rivolto auna ricerca di semplici-tà strutturale e di chia-rezza nell’uso dei mate-riali: pochi elementi,studiati e disegnati neiminimi particolari, co-stituiscono infatti l’es-senza delle sue costru-zioni.

F. Ga.

MILANO. LE TENDENZE DEL SALONE DEL MOBILE

Fra i metallie la pietrail blu pavone

Il minimalismodi Ludwig Miesvan der Rohe

La seduta Space Intensifier

Poca Sardegnama d’eccellenzacon Marco Verde

INCANTO A BRERA

Una suggestivaimmagine dellainstallazione di “Moooi”al Fuori Salone dellakermesse milanese.

XL’ALFABETOX

La seduta di Verde

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34 giovedì 17 aprile 2014L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

Page 11: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

ei giorni scorsi, a Palazzo Reale a Mi-lano, si è tenuta l’abituale conferen-za stampa per la presentazione uffi-

ciale del Salone Internazionale del Mobile,giunto quest’anno all’edizione numero 53,un traguardo di assoluto rispetto.

Curata da Francesca Molteni e DavidePizzigoni, l’esposizione di quest’anno cer-cherà di “curiosare” nelle case degli archi-tetti. Quante volte ci siamo chiesti, di fron-te all’ennesima indecisione sul colore deltappeto piuttosto che del nuovo servizioda tè, se questo piccolo dramma è solo no-stro o se invece, trattandosi di casa pro-pria, anche gli addetti ai lavori scivolano,tentennano, lasciando che corrugati percavi elettrici con tristi lampadine prenda-no, si spera momentaneamente, il posto diperfetti lampadari? Dovremo aspettare l’8aprile, quando otto architetti di fama inter-nazionale, ci apriranno le porte delle lorocase, per raccontare cosa significa proget-tare una casa, a partire dalla propria.

Al padiglione 9 di Fiera Milano, infatti,dall’8 al 13 aprile, prenderanno vita attra-verso video, immagini, suoni, testimonian-ze e ricostruzioni dal vivo le case di Shige-ru Ban e Mario Belli-ni (che presenta lasua casa libreria) Da-vid Chipperfield,Massimiliano e Do-riana Fuksas (chehanno ristrutturatole stanze appartenu-te ad un architettoparigino) Zaha Ha-did, Marcio Kogan eDaniel Libeskindche ha raccontato deisuoi traslochi fino al-l’attuale abitazionenewyorkese; e infine Bijoy Jain di StudioMumbai che ha illustrato la sua idea di ca-sa: «Per essere un bravo architetto - dice -devi voler bene alla gente. E circondarti dipersone che ti vogliono bene».

In concomitanza con queste installazio-ni, la Biennale Euro Cucine e il Salone In-ternazionale del Bagno, oltre all’ormai con-solidato Salone Satellite.

Con circa 2.400 espositori da 160 Paesi,la Fiera sarà aperta agli addetti ai lavorinei primi giorni, per poi concludersi nel fi-ne settimana con l’ingresso al grande pub-blico. Inutile aggiungere che l’appunta-mento, oltre al profilo che interessa pret-tamente il design, ha una valenza econo-mica importantissima in questo periodo digrave crisi economica.

Non ci resta che aspettare, dunque, pre-gustando le infinite suggestioni che il “fuo-ri salone” ci regalerà e le molteplici indica-zioni che, se vorremo, faremo nostre, ma-gari partendo proprio dalle case in cui vi-viamo.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

N

esign

mento: «Su un percorso formativo così co-struito si devono innestare necessari appro-fondimenti con periodi di stage svolti nellaPenisola o all’estero. Una settimana passataaccanto a un grande maestro è più utile diun anno in una scuola di formazione di bas-so livello».

UNIVERSITÀ DI SASSARI. Nella facoltà di Ar-chitettura di Alghero fino a due anni fa esi-steva un corso specifico di Design. L’acces-so era a numero chiuso, riservato a 20 stu-denti per anno. «La riforma Gelmini - ricor-da Niccolò Ceccarelli, docente della materianell’Ateneo della città catalana - ne ha impo-sto il taglio per ragioni economiche. Speria-mo possa essere nuovamente istituito». At-

tualmente è possibile scegliere il curriculumdi Design all’interno del corso di laureatriennale in Scienze dell’architettura e delprogetto. «In Sardegna - prosegue Ceccarel-li - c’è un grande bisogno di investire nel de-sign per via della carica innovativa che la di-sciplina porta con sé e di cui l’Isola ha biso-gno. Tenendo conto di questo dato stiamoprovando attraverso il design e la comunica-zione a rilanciare la tradizione artigianale,l’agroalimentare e la filiera corta. È una stra-da originale pensata per portare ad Algheronon solo gli studenti sardi, ma soprattuttoquelli provenienti dall’esterno».

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

l fascino del design, sintesi perfetta tracompetenze tecniche e creatività, appas-siona tanti giovani sardi. La storia di Mar-

co Verde a cui la scorsa settimana abbiamodedicato questa pagina è la parabola di unoche ce l’ha fatta: ingegnere laureato a Ca-gliari e specializzato in architettura digitale,porterà una sua creazione al Salone del Mo-bile di Milano. Il suo percorso formativo, puriniziato in Sardegna, è però proseguito al-l’estero.

Chi aspira a fare il designer può studiareentro i confini regionali, senza dover mette-re nel conto un trasferimento?

C’è un dato di partenza da considerare: inSardegna non esiste più un corso di laureain Design, anche se gli Atenei di Cagliari eSassari lavorano per istituirne uno congiun-to. È possibile però orientare il curriculumin tal senso scegliendo l’offerta formativadelle due facoltà di Architettura, una con se-de nel capoluogo regionale, l’altra ad Alghe-ro. A Cagliari è attivo anche l’Istituto euro-peo di design (Ied). Si tratta di una scuolaprivata che, inserita in una rete internazio-nale, prepara nelle discipline del Design, del-la Moda, delle Arti visive e della Comunica-zione

UNIVERSITÀ DI CAGLIARI. Stefano Asili è unnoto grafico. Fino allo scorso anno ha inse-gnato Design nella facoltà di Architettura.Per orientare chi ha ultimato gli studi supe-riori, racconta se stesso: «Sono laureato inFisica delle particelle», dice, «la mia forma-zione nell’ambito del design è avvenuta ingran parte da autodidatta, con un investi-mento in termini di tempo enorme. Oggi larete consente di avere a disposizione un sa-pere infinito, di esplorare le innovazioni re-lative al settore della grafica e al mondo del-le immagini che sono strettamente connes-si». Indispensabile poi una formazione uni-versitaria che costruisca solide basi. «Si de-vono avere competenze nel settore del webdesign, dell’animazione e dell’infografica edè necessario conoscere in maniera eccellen-te l’inglese. Il design oggi è materia comples-sa che interessa il discorso dell’abitare, del-la città interconnesse e dell’interfaccia am-bientale, dell’architettura e del modo di vi-vere la realtà urbana». Infine un suggeri-

I

I tre fratelli milanesi Li-vio, Achille e Piergiaco-mo Castiglioni, architet-ti, hanno fatto la storiadel design italiano percirca mezzo secolo. Apartire dagli anni ’50iniziano a progettare og-getti e ambienti con for-me sempre diverse. Lafinalità che voglionoraggiungere è quella distravolgere le forme, se-condo una tecnica tipi-ca dell’arte surrealista edel dadaismo. L’operapiù rappresentativa deiCastiglioni, di cui Achil-le fu l’anima, è la lam-

pada Arco. Progettatanel 1962, è diventatasimbolo del design ita-liano nel mondo. Il no-me degli architetti mila-nesi è legato poi ad altrelampade (Tubino e Lam-padina) e alla lampadada terra Toio, ispirata alfaro di un’auto. Proget-tarono poi sedie comeMezzadro (ispirata alsedile di un trattore),Sella e la poltrona SanLuca. Lo studio AchilleCastiglioni, in piazzaCastello a Milano, è visi-tabile dal giugno 2006.(m.a.-f.g.)

UNIVERSITÀ. MANCA IL CORSO DI LAUREA SPECIFICO

Atenei sardi,l’offerta c’èma non basta

I tre Castiglionie la famosalampada Arco

Novità al Salone di Milano

Otto architettiaprono le portedelle loro case

L’architetto Zaha Hadid

FORMAZIONE

Molti giovani sardi hannola passione per il designma gli Atenei isolani nonprevedono un corso dilaurea vero e proprio.

XL’ALFABETOX

AZIENDA OSPEDALIERA

“G. BROTZU” CAGLIARI

AVVISO DI GARA

Procedura Aperta per Progettazione definitiva ed esecutiva e successiva ese-cuzione dei lavori di realizzazione di due sale operatorie per la struttura com-plessa di Chirurgia Toraco Vascolare dell'Azienda Ospedaliera G. Brotzu.CUP C27E14000010005 - Codice Cig 55867858D2, da aggiudicarsi ai sensidell’art. 83 del D. Lgs. n. 163/06. Importo complessivo a base d’asta €1.989.745,23 oltre Iva.Tutti i documenti del progetto preliminare sono acquista-bili, anche in parte, ed anche su supporto informatico (CD), compresi gli ela-borati cad, presso lo studio eliografico Cresci di Marco Cresci & C. S.a.s. – ViaMolise n° 72 Cagliari – tel. 070/276027 fax 070/276018 e-mail:[email protected]. I documenti di Gara D’Appalto: Sono disponibili sul sitointernet www.aobrotzu.it;Nota Bene: La ditta Cresci di Marco Cresci & C. S.a.s. è responsabile

dell’esatta rispondenza all’originale delle copie rilasciate.

Per qualsiasi comunicazione o richiesta, rivolgersi al Responsabile del Proce-dimento, tel. 070/539478 e fax 070/539331- e-mail: [email protected]).Le offerte dovranno pervenire all’Ufficio Protocollo dell’Azienda Ospedaliera G.Brotzu Piazzale A. Ricchi n. 1, 09134 Cagliari, entro e non oltre le ore 12.00del 30.04.2014 con le modalità prescritte dal Bando, dal Capitolato Speciale digara e dal Disciplinare di gara.Le offerte verranno aperte il giorno 12.05.2014 alle ore 12.00 presso Aula De-riu – Direzione Sanitaria – Azienda Brotzu.Il bando di gara è stato pubblicato sulla GURI V Serie Speciale – Contrattipubblici n. 18 in data 14/02/2014.

Il Responsabile del Procedimento Ing. Bruno Facen

PROGETTO COFINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA FESR (Fondo europeo disviluppo regionale) “La Sardegna cresce con l’Europa” BANDO “SISTEMA MUSEA-

LE” ANNUALITA’ 2011 - Avviso di avvenuto scorrimento della graduatoria

L’Assessorato Regionale della Pubblica istruzione, Beni Culturali, Informazione,Spettacolo e Sport - Direzione generale dei beni culturali, informazione spettacolo esport - Servizio beni culturali informa che, con Determinazione n. 16 prot. n. 1043 del30.01.2014, è stato autorizzato lo scorrimento della graduatoria delle proposte relati-ve al bando “Sistema Museale annualità 2011” ed è stato modificato l’allegato B, rela-tivo alle proposte finanziate, di cui alla graduatoria approvata con Determinazione n.1798 del 20.12.2012. La graduatoria è consultabile nel sito www.regione.sardegna.ited è stata pubblicata sul BURAS n. 8 del 13.02.2014.

Direttore del Servizio Dott. Renato Serra

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNABANDO DI GARA

La ASL di Nuoro ha indetto procedura ristretta per l’affidamento del servi-zio di accalappiamento cani vaganti nell’ambito territoriale dell’AziendaSanitaria di Nuoro CIG 55923465E8 - Il servizio avrà luogo in Nuoro. Durata dell’appalto: 36 mesi.- Importo presunto: € 101.400,00. Bando, disciplinare, capitolato specialed’appalto pubblicato sul profilo di committente http://www.aslnuoro.it

- Sistema di aggiudicazione: prezzo più basso - scadenza pubblicazioneofferte: 27.03.2014 ore 13.00.

Responsabile del procedimento Sig.ra Roberta Desogus 0784240824Il Dirigente Amministrativo dal Servizio Provveditorato R.M.

Dott. Antonello Podda

ASLNuoroAZIENDA SANITARIA di NUORO

Barbagie Baronie Mandrolisai Marghine

Regione Autonoma della Sardegna

AVVISI & COMUNICAZIONI

LEGALI

29giovedì 20 febbraio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 12: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

linee orizzontali, care alla padrona di casa.La luce è diffusa. Un intervento già in can-tiere prevede la sistemazione di grandi ve-le ombreggianti accanto ad arredi dai mate-riali chiari e dai colori sobri, ferro crudo epietra scura per la penisola operativa. Uni-ca concessione tra grandi piante in vaso, unelemento decorativo che, in un gioco di lu-ci ed ombre, regali la suggestione di un albe-ro perenne, in lamina ferrosa tagliata a laser.

L’attenzione ci riporta dentro, al caminoin travertino, asciutto e dalla forma rigoro-sa, eppure caldo. Al di là, la zona pranzo. Èoccupata da un tavolo decò, pregiato pezzodi antiquariato. Il gioco di specchi sulla pa-rete di fondo lo esalta e suggerisce l’illusio-ne che lo spazio si apra verso la cucina. Unimportante lampadario Vesoi, con elemen-ti in cristallo, fa il resto. Non stupisce se in-torno a questo tavolo, eletto a fulcro dellaconvivialità familiare, si trovino due Stok-ke Trip trap, che danno allegria e sottoli-neano come anche una casa vissuta inten-samente da due bambini, possa essere co-munque elegante e disinvolta.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

Gli spazi all’aria aperta occasione per migliorareestetica e microclima della casa. Focus su unappartamento nel rione cagliaritano di San Benedetto

a primavera non porta soltanto la vogliadi alleggerire fisico e guardaroba. Il sen-so di rinascita e vitalità che caratteriz-

za la stagione e prepara all’esplosione del-l’estate, investe anche la casa. Si ha voglia diripulirla,colorarla, renderla accogliente eariosa. La tensione verso la natura si realiz-za aprendo le finestre e godendo di terrazzee balconi.

A Cagliari, forse perché il mare e la spiag-gia soddisfano la voglia di aria aperta, la cu-ra degli spazi esterni non è ancora diffusa. Lefinestre traboccanti di fiori, caratteristica dimolti centri urbani anche del nord della Pe-nisola, stentano a diventare una caratteristi-ca della città in cui il sole riesce a riprodur-re attimi di primavera anche durante l’in-verno e a creare le condizioni ideali per ave-re rigogliose fioriture in tutte le stagioni.

Nel quartiere di San Benedetto abbiamovisitato un appartamento in cui la padronadi casa - sposata, madre di due figli, odonto-iatra ma appassionata di design - ha proget-tato gli spazi per valorizzare appieno terraz-ze, finestre e balconi. Così da soddisfare, intutte le stagioni dell’anno, la voglia di viverela natura e gli spazi aperti.

L’appartamento ha una superficie coper-ta di 180 metri quadri. È l’attico di un palaz-zo che, ricostruito nel 2006, s’inserisce in uncontesto urbanistico d’epoca fascista di cuirispetta il rigore formale. Entrando si cogliemagica e sospesa tutta la maestria della pro-prietaria nel ricercare un ambiente informa-le ma esteticamente curato, eclettico, cheun po’ le somiglia. Non stupisce, accanto aldivano minimal, in pellebianca, una sedia a dondolodal sapore vintage. In legnocurvato a vapore e rivestita inpaglia di Vienna, è rigorosa-mente nera. Dà le spalle aduna grande finestra, con por-ta scorrevole, da dove, prepo-tente, viene incontro lo spa-zio esterno, sospeso tra cieloe profilo cittadino. Un sensodi continuità tra indoor edoutdoor è il mood da seguire.Il progetto riporta all’esterno l’armonia dé-contracté degli spazi interni e ne conserva le

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esign

La green citadeldi Magdeburgo

I limoni,un classico per le terrazze

La passiflora,o fiore della passione

Giardini pensili: sono quelli costruiti su una strutturaarchitettonica al di sopra del piano strada. Così è possi-bile ammirare sui tetti anche giardini in formato mignon.La loro presenza può essere scenografica oppure funzio-nale a migliorare il microclima della casa. A Parigi, al 24di Faubourg Saint-Honoré, sede della maison Hermès, cen’è uno, noto per la sua straordinaria bellezza, fonte diispirazione di alcune fragranze della maison. (f.g.)

La lettera Gcome giardini(ma sui tetti)

XL’ALFABETOX

Balconi, una passione

Si può realizzare anche un piccolo ortoLa tendenza più originale della primavera è quel-la di impiantare l’orto in terrazza. Le fioriere tra-boccanti di zucchine, pomodori e melanzane, ol-tre che avere un sicuro effetto scenico, realizza-no anche in città il piacere di poter disporre diprodotti agricoli “a chilometro zero”.

I consigli di un esperto a CagliariLuigi Binaghi, titolare dell’Agra di viale Monastir,racconta come ci si prepara a rinverdire e vestiredi colori e profumi gli spazi esterni delle case. «Ca-gliari - dice - è una città che consente di goderedelle terrazze per nove mesi l’anno. In tanti peròancora continuano a concepire verande e balco-ni non come ideale prolungamento degli ambien-ti interni, ma come spazi marginali». Forse perchéc’è a Cagliari ci sono a disposizione mare e spiag-gia per soddisfare la voglia di aria aperta, la curadegli spazi esterni non è ancora così diffusa comesuggerirebbe la mitezza del clima mediterraneo.Ecco, comunque, i consigli dell’esperto per la scel-ta delle piante che si pos-sono mettere a dimoraper regalarsi un outdoorin fiore.

La gauraÈ una pianta erbacea pe-renne originaria del-l’America settentrionale.Si adatta perfettamenteal clima mediterraneo,nonostante non sia anco-ra ricercatissima sul mer-cato. Fiorisce da marzo anovembre e non necessi-ta di una grande quantità d’acqua. Produce spighedi fiori di colore rosa intenso.

I rampicantiLa primavera è la stagione in cui si mettono a ter-ra i rampicanti. I più diffusi sulle terrazze sono laboungavillea e i profumatissimi gelsomini. Fiori distraordinaria bellezza sono regalati anche dallaPassiflora. Molto resistente il solanum.

La meraviglia degli alberi da fruttoMarzo regala gli ultimi giorni disponibili per met-tere in vaso piante da frutto. Con l’arrivo del cal-do, l’operazione non sarà più praticabile. Quelleche meglio rispondano alle esigenze estetiche so-no gli agrumi. I limoni, ad esempio, sono un clas-sico nei balconi e nelle terrazze di tutti i Paesi delMediterraneo.

Le piante della tradizioneUna terrazza fiorita si può realizzare anche facen-do ricorso a piante meno costose e più usuali. Lefioriture di gerani sono quelle che in maniera piùrapida colorano i vasi resi sterili dall’inverno o piùfrequentemente dalla scarsa cura. Un sicuro effet-to scenografico si ottiene anche impiantando lesurfinie. Spesso sfrattano i gerani e regalano ca-scate di fiori colorati. Tra le scelte più ricorrenti -se si deve ricorrere a una cura d’emergenza - ci so-no anche le petunie.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

Cascata di surfinie

[FOTO SIMONA ARTHEMALLE]

INTERIOR. ARRIVA LA STAGIONE DEI SALOTTI VERDI IN CITTÀ

Belle terrazzein primavera

31giovedì 20 marzo 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

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CCoommee ssii ppoossssoonnoo iinnccoonnttrraarree llee ccoommppeetteenn--zzee ddeell ddeessiiggnneerr ee qquueellllee ddeellll’’aarrttiiggiiaannoo??

«È un matrimonio complesso e perchépossa essere compiuto è necessaria la figu-ra di un intermediario. Riuscire a fare unbell’oggetto non è difficile. Il problema ècreare un sistema».

SSee iill ccoonnnnuubbiioo ssii ppootteessssee ccoonncclluuddeerree,, qquuaa--llii pprrooggeettttii ppoottrreebbbbeerroo eesssseerree rreeaalliizzzzaattii??

«Potrebbero essere stabilite delle collabo-razioni con dei brand di fama internaziona-le. Il mondo della moda - ma è un esempiofra tanti - potrebbe avvalersi dei nostri tes-suti per realizzare oggetti che non necessa-riamente devono avere un tratto identitario.I fenomeni di vampirizzazione da questopunto di vista sono da scongiurare, soprat-tutto se producono come risultato un atteg-giamento di chiusura verso il prodotto in-dustriale».

SSee aavveessssee uunn rruuoolloo ppoolliittiiccoo cchhiiaavvee aallll’’iinntteerr--nnoo ddeellllaa RReeggiioonnee cchhee ccoossaa cceerrcchheerreebbbbee ddiiiinncceennttiivvaarree??

«Investirei nella formazione. È necessariopartire dall’educazione per accendere il fuo-co della creatività e dell’innovazione. La sto-ria del design, quello più rigoroso, si fonda suetica, buon senso e progetto. Principi indi-spensabili per seri piani di rilancio e valoriz-zazione».

CCoommee ssii èè ssvvoollttoo iill ssuuoo ppeerrccoorrssoo ddii ffoorrmmaa--zziioonnee??

«Per coltivare la mia passione ho lasciatola Sardegna. Mi sono diplomata all’Istitutosuperiore per le industrie artistiche di Fi-renze, specializzato nel disegno industriale.Ho avuto la possibilità di lavorare anche pergrossi marchi, in particolare a Milano. Dasubito ho tuttavia prediletto le piccole pro-duzioni e l’autoproduzione. Negli anni ’90sono stata in India e quindi in Giappone,emblema dell’equilibrio possibile tra unatecnologia avanzata e una tradizione di stra-ordinaria suggestione».

Manuela Arca

pesso accade che il vero volto del pro-prio luogo d’origine si colga più nitida-mente se lo si osserva da lontano. Capi-

ta anche che, dalla stessa prospettiva, siapiù facile scorgerne l’anima. Annalisa Coc-co, designer cagliaritana formatasi nella Pe-nisola, ha sentito forte il richiamo della Sar-degna quando lavorava in Giappone. Nellasemplicità degli oggetti della quotidianità enella cura per l’ospitalità ha ritrovato le at-mosfere della sua Isola.

Da 20 anni ha scelto di ritornare nella ter-ra natale e di fare dell’amore ritrovato la lin-fa per un’attività professionale che vive so-prattutto di passione. Nel 2011 ha vinto ilCompasso d’Oro, prestigioso premio attri-buito dall’Associazione italiana designer, peraver coordinato il progetto “Domo”. Natonel 2009 in occasione della XIX Biennaledell’Artigianato sardo voluta dalla Regione epoi realizzato dalla casa editrice Ilisso, ebbela capacità di fare delle competenze propriedel designer uno strumento per promuove-re e attualizzare l’eredità di secoli di tradizio-ne.

UUnn eessppeerriimmeennttoo ssuull qquuaallee aannccoorraa ooggggii vvaarr--rreebbbbee llaa ppeennaa ddii iinnvveessttiirree??

«La Sardegna, anche in un momento dicrisi qual è quello che si sta vivendo, potreb-be rappresentare un laboratorio privilegiato.I manufatti delle botteghe locali potrebberoassicurare opportunità economiche che lagrande industria non è più in grado di garan-tire. Non ci sono, in base alla mia esperien-za, realtà regionali che abbiano maestranzetanto esperte e diffuse sul territorio».

QQuuaall èè iill lliimmiittee??«Non bisogna confinare i prodotti dell’ar-

tigianato nell’ambito museale e chi li realiz-za in una sorta di riserva indiana. È indi-spensabile convincersi del fatto che si trat-ta di manufatti che devono affrontare, per ri-spondere alle esigenze del mercato, un per-corso di cambiamento e crescita. L’esperien-za dei designer potrebbe giocare un ruolo

S

esign

Compasso d’oro, è tornata nell’Isola dopo laformazione a Milano e in Asia. «Non bisognaconfinare l’artigianato nell’ambito museale»

PERSONAGGI. LA DESIGNER ANNALISA COCCO

Anima sardae passioneuniversale

fondamentale. Può per esempio far capireche l’artigianato deve riprendere la sua fun-zione originaria, quella di realizzare oggettid’uso. È anche necessario che si lasci da par-te il timore di perdere la tanto difesa origi-nalità. In una terra che ha conosciuto l’ap-porto di diverse civiltà, è difficile individua-re produzioni che possano meritare, in asso-luto, questa definizione».

T come Matteo Thune le sue tazzine Illycelebri nel mondo

T come Matteo Thun. Chi non co-nosce la tazzina di Illy caffè? Ma for-se non tutti conoscono il suo papà:Matthäus Antonius Maria Graf vonThun und Hohenstein, figlio della fa-mosa Contessa Thun, la creatrice deifamosi angeli diBolzano e delleceramiche cheportano il suo no-me. Nato nel1952, a Bolzano,si laurea nel 1975in architettura aFirenze. Dopo unlungo soggiornonegli Stati Uniti,nel 1981 fondacon il designer Ettore Sottsass il leg-gendario Gruppo Memphis. Per trevolte ha ricevuto l’ambito “Compas-so d’Oro”. Tra i tanti lavori, il suohotel ad Amburgo, realizzato in col-laborazione con l’artista Robert Wil-son, è stato premiato nel 2001 comeHotel dell’anno. (fr. ga.)

Tra design e artigianato

Il Sulcis all’Expocon il progettodi Rotary e Ied

una collezione di oggetti tra design eartigianato, quella che contribuirà arappresentare la Sardegna all’Expo

2015 di Milano. Una vetrina di straordina-ria rilevanza, fortemente voluta dai Rota-ry Club di Cagliari, Carbonia ed Iglesias incollaborazione con lo Ied (Istituto Euro-peo di Design).

L’iniziativa che prende il nome di “Anti-che arti, giovani innovatori” sarà presenta-ta a Cagliari, in una conferenza stampa,domani alle 10.30, presso l’Aula Magna del-lo Ied in viale Trento 39. Un progetto for-temente innovativo, teso a portare l’arti-gianato del Sulcis all’Expo 2015, a Milano,per aprire alle piccole aziende artigianenuove prospettive di crescita nei mercatiitaliani e stranieri Il progetto intende pro-muovere, infatti, una nuova sinergia tra gliartigiani del Sulcis e giovani designer. Nel-l’ottica della cooperazione, le conoscenze,l’esperienza e la volontà di tramandare neltempo antichi saperi arti-giani, incontreranno gio-vani e motivati designerche, affiancati da un te-am di affermati professio-nisti, proporranno mo-delli e forme innovative,rispondendo così alle esi-genze espressive e pro-duttive del mondo con-temporaneo.

Un valore aggiunto,dunque, dove il concettostesso di forma e funzio-ne, tipico del design, tornerà al centro delmondo artigiano, donando nuova linfa al-l’arte applicata di domani. Attraverso di-versi workshop di lavoro comune tra stu-denti, docenti e artigiani dei vari compar-ti, verrà realizzata una collezione di ogget-ti che all’Expo 2015 di Milano rappresen-teranno la nostra regione.

Per una gestione efficiente delle aziendeartigiane, inoltre, è previsto particolare im-pegno nel fornire tutti gli strumenti e lepiù efficaci azioni di marketing affinchèl’autoimprenditorialità possa essere unascelta vincente.

I dettagli del progetto saranno illustratidomani dall’ingegner Mario Figus, presi-dente Commissione Ambiente e Territoriodel Rotary Club Cagliari e da AnnalisaCocco, coordinatrice del corso triennaledi Product Design - Ied Cagliari, responsa-bili del progetto rispettivamente per i Ro-tary e per lo Ied.

Parteciperanno alla conferenza stampaanche Davide Alesina Maietti (Coordina-tore Accademico Ied Milano), Olga Ba-chschmidt, Ilene Steingut (direttrice delloIed di Cagliari), Francesco Birocchi (pre-sidente Rotary di Cagliari), Stefano Car-bone (presidente Rotary di Carbonia) ePiergiorgio Del Rio (presidente Rotary diIglesias).

Francesca Gasbarrini

È

XL’ALFABETOX

La designer cagliaritana Annalisa Cocco [DANIELA ZEDDA]

31giovedì 22 maggio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

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spazi al servizio del vivere sostenibile» af-ferma l’architetto Luca Scacchetti, docenteal Politecnico di Milano alla Facoltà di De-sign - ma la Wolf Haus è andata oltre, con ilProgettoCasa EnergyPiù: la prima abitazio-ne certificata che produce più energia diquanta ne consuma». Un’innovazione unicasia per il mercato edilizio che per quelloenergetico ed assolutamente in linea con lenuove normative. Quando poi, a tutto que-sto, si aggiunge la possibilità di governare lerisorse energetiche attraverso la domoticaintegrata e, con un touch, agire sulla funzio-nalità delle risorse, anche quando si è mol-to distanti da casa, il risultato è a dir pocostupefacente.

Di questo e molto altro si parlerà lunedì 28Aprile, presso la sede del nostro Giornale, inPiazza L’Unione Sarda, durante il convegno“Abitare il design sostenibile” organizzato efortemente voluto dalla Wolf House e da Ma-rino Di Martino, agente di commercio nelsettore della termoidraulica per tutta la Sar-degna che, con questo convegno e la pre-senza per la prima volta nell’isola della notaazienda presso la Fiera Campionaria (padi-glione E stand 32) promuove uno standardcostruttivo di altissimo livello, in cui bioedi-lizia, efficienza e sostenibilità sono le paro-le chiave per una vita migliore.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

reatività, sostenibilità e sicurezza: conquesto slogan si presenta per la primavolta in Sardegna Wolf Haus, azienda

leader nel settore dell’edilizia sostenibile perl’uomo e l’ambiente che lo circonda. Famo-sa per le sue bellissime case in legno, vinci-trice di meritati premi e riconoscimenti in-ternazionali, la Wolf Haus infatti è l’unicaazienda ad aver realizzato abitazioni certifi-cate nello Standard “CasaClima A”, marchioche viene assegnato da un ente indipenden-te riconosciuto a livello internazionale sol-tanto ad edifici che dimostrano di avereun’alta efficienza energetica.

Il marchio “KlimaHaus-CasaClima” puòessere utilizzato, così, esclusivamente da chirispetta i criteri del catalogo previsto per ta-le assegnazione. Per raggiungere questo sco-po non è sufficiente la competenza nella co-struzione di un edificio per quanto riguardal’efficienza energetica, ma sono necessariprovvedimenti concreti nell’ambito della tu-tela del clima inseriti in un’economia soste-nibile. Risparmiare energia oggi è un dove-re, dato che chi costruisce una casa produ-ce effetti per generazioni. Inoltre i provvedi-menti finalizzati al risparmio energetico pos-sono essere realizzati soltanto con un eleva-to impegno dal punto di vista finanziario ecostruttivo. In tutto ciò gioca un ruolo im-portante la valutazione complessiva del con-sumo energetico di un’abitazione e il relati-vo controllo.

Per ragioni di carattere fisico, biologico epsicologico, l’azienda ha visto nel legno lamigliore risorsa per creare le condizioni am-bientali più salutari per l’uomo. Le sue pro-prietà favoriscono le funzioni basilari del-l’organismo e allontanano i rischi di patolo-gie reumatiche e respiratorie tipiche degliedifici malsani. Ecco allora che naturalmen-te vivere in una casa di legno diventa unascelta di benessere. Pur trattandosi di unmateriale leggero, presenta grandi capacitàdi resistenza agli sforzi, è elastico e si rivelainattaccabile dall’aggressione delle sostanzechimiche presenti nell’aria. Se opportuna-mente lavorato e impiegato, resiste nel tem-po di più e meglio di altri largamente utiliz-zati nel campo delle costruzioni. «Il legnopermette di disegnare nuove forme e nuovi

C

Proseguiamo con il no-stro alfabeto del design:siano arrivati alla lette-ra N, come Marcello Niz-zoli, architetto e desi-gner emiliano (1895-1969) che ha legato lasua notorietà alla cele-bre “Lettera 22”. Fu lui, insieme all’inge-gnere Giuseppe Beccio,a disegnare per la casaOlivetti la macchina perscrivere rivoluzionaria.Cambiò profondamente,semplificandolo, il lavo-ro dei giornalisti. Avevala caratteristica di esse-re leggera e compatta.

Contenuta all’interno diuna custodia dotata dimaniglia, era facilmentetrasportabile e maneg-gevole. La Lettera 22 dal 1952 èesposta al Moma di NewYork. Nel 1959 l’IstitutoTecnologico dell’Illinoisscelse la macchina dascrivere come primadelle 100 opere di designrealizzate negli ultimi100 anni. Oltre ad averprogettato le "carrozze-rie" per le macchine dascrivere, lavorò anchenel design automobilisti-co. (m.a.)

“WOLF HAUS” ALLA FIERA E IN UN CONVEGNO

Case e legnoPassionesostenibile

N come Nizzolil’inventoredella Lettera 22

“Land Design” a Cagliari

Master allo Iedper i progettistidell’ambiente

er disegnare un paesaggio armonico bi-sognerebbe coinvolgere anche filosofi,geografi, illustratori e artigiani. Si trat-

ta di un team che solo nella più rosea delleutopie potrebbe sedere attorno allo stessotavolo. La sintesi è realizzata dalla figura delprogettista ambientale che, sulle competen-ze proprie dell’architetto, è capace di inne-stare sensibilità proprie di arte e scienzeumane. Per formare questa professionalitàl’Istituto europeo di design di Cagliari ha in-serito nel piano formativo un master in LandDesign. Rivolto a neolaureati, professionisti,dipendenti di amministrazione pubbliche eprivate, è coordinato dall’architetto France-sca Benedetto, docente anche al Politecnicodi Milano. Fra i docenti del Master anchel’architetto Paola Riviezzo.

«La progettazione del territorio fa riferi-mento a diverse discipline - sottolinea Fran-cesca Benedetto- è un processo che preve-de competenze specifiche e articolate cheappartengono a differenti contesti geografi-ci, politici, sociali, economici e culturali.Non esiste un metodo: ogni contesto mate-riale e immateriale richiede un approcciodifferente. L’obiettivo è indagare sul presen-te e capire quali sonole risorse e le necessi-tà. Progettare il terri-torio significa esserestorici del presente,valutandolo da una di-stanza quasi oggettiva,anche se oggettivanon è». Anche nel-l’Isola il rapporto tral’uomo e l’ambiente èdiventata una questio-ne fondamentale. «Cisono emergenze ambientali molto importan-ti - dice Francesca Benedetto - come alluvio-ni, poligoni militari, aree minerarie dismes-se». All’elencazione fatta dall’esperta nonsfuggono elementi artificiali da valorizzare.«Oltre agli stagni e alle aree umide - avver-te - l’Isola ha circa 38 invasi, o laghi artificia-li, che hanno generato un paesaggio straor-dinario rispetto a quello endemico. Le nuo-ve geografie naturali, ambientali, economi-che e sociali, create da queste enormi ope-re idrauliche, costituiscono un’occasioneunica di confronto e ricerca».

Sullo sfondo anche la difficoltà di concilia-re gli impianti per lo sfruttamento delleenergie rinnovabili che hanno un forte im-patto sul paesaggio. «Le soluzioni stanno inun’adeguata progettazione territoriale. Unavisione ad ampio raggio che riesca a preve-dere effettivamente qual è l’impatto ambien-tale creato da queste infrastrutture. Si trat-ta di capire l’effettivo utilizzo di questi im-pianti e la loro integrazione. I paesaggi rura-li risultano deturpati perché hanno già subi-to un’azione antropica. Ci sono porzioni diterritorio che possono rispondere meglio aduna presenza di questo tipo».

Manuela Arca

P

MAGICO MONDO

Case in legno realizzateda “Wolf Haus”, aziendafamosa anche perqualità e sostenibilitàenergetica

XL’ALFABETOX

In occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II,in programma domenica in Vaticano,

Per l’occasione, in edicola i libri e i dvdsulle visite dei pontefici in Sardegna

su L’Unione Sardadi venerdì 25 aprile

un Inserto specialecon testimonianze e foto

di oggi 25 aprile

29venerdì 25 aprile 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

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CASE CLASSICHE | Arredamentiin stile

ARREDARE CON STILE

alla metà del XIX se-colo architetti, pro-gettisti ed artigiani

europei guardarono agliesempi delle epoche passa-te per trarre ispirazione.Anche grazie ai progressinel campo delle tecnichedi fabbricazione, furono ingrado di creare una ampiagamma di mobili, cerami-che, oggetti in vetro e inmetallo che riprendevano iprincipali stili dei 500 anniprecedenti.

In alcuni casi venivanorealizzate copie di esem-plari esistenti, in altre simescolavano in un unicopezzo elementi derivati dastili diversi.

Lo Stile Neogotico - adesempio - si ispirava all’ar-

D chitettura del XIV-XV se-colo.

I progettisti di mobili, inparticolare, adottarono nu-merosi elementi architet-tonici, come graticci, archia sesto acuto, forme qua-drilobate e motivi araldicie la preferenza era per le-gni scuri come la quercia,nonché forme solide emassicce. Lo stile Neorina-scimentale, si rifaceva, in-vece, al Rinascimento emolti progettisti lo elesseroa proprio modello di riferi-mento.

Tedeschi e italiani cerca-rono di riprodurre i pos-senti mobili diffusi in Eu-ropa tra il Cinquecento e ilSeicento, utilizzando pre-valentemente quercia e

noce, legni che si prestava-no bene all’intaglio. Realiz-zarono così esemplari digrandi dimensioni, conmotivi a rilievo, file di co-lonnine, decorazioni ad in-treccio, cornici modanate,cariatidi, mascheroni eovuli. Tornò in voga, con ilNeobarocco, anche l’opu-lenza e l’elaborazionedello stile Barocco.

Il Neorococò conle sue forme asim-metriche, i motivinaturalistici e i decoria volute, tornò in augenel XIX secolo. I ce-ramisti si ispira-vano a manifat-ture come Meis-sen per realizza-re pezzi con ela-borati decori flo-reali conparticolari dorati osmaltati. I mobili assunse-ro forme leggiadre con vo-lute intagliate a S o a C,con abbondante uso delladoratura.

Francesca Gasbarrini

Neogotico, neorinascimentale,neorococò: tre stili dominati dareminiscenze del passato. Prima legniscuri e forme solide, poi motivinaturalistici e ceramiche di Meissen

IL NEOROCÒ

Nella fotosopra unaspecchieraneorococòe a sinistra undivanoneogotico

Vai con il revivalI mobili massiccidell’Ottocento

w w w . r o c h e b o b o i s . c o m

QUANDO I DESIDERIINCONTRANO LA REALTÀ

L’idea di casa nasce dal cuore, dai desideri e dalle esigenze di chi la vive. Per questo, in Roche Bobois Sardegna, il primo passo consiste nell’ascoltare il cliente, per accompagnarlo fino alla realizzazione finale, passando per la selezione dei materiali, la scelta dei fornitori e degli artigiani. Ogni dettaglio è studiato su misura, con grande attenzione al budget, per un risultato finale sempre fedele al progetto. DIMENTICATE I SOGNI CHE RIMANGONO NEL CASSETTO. ASPETTATEVI L’INASPETTATO.

I desideri prendonoforma

X mercoledì 25 giugno 2014L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

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esign

L’azienda Urru presenta Kara, collezionefirmata da Carolina Melis: disegni dellatradizione con tratti grafici contemporanei

NUOVI PROGETTI PER RISCRIVERE ANTICHE TRAME

La creativitànei tappetidi Samugheo

l tappeto da pavimento è il manufatto ar-tigianale sardo che meglio ha contempe-rato le esigenze di innovazione dettate

dai bisogni del mercato e dall’evoluzione delgusto con la necessità di preservare le tecni-che tradizionali.

Rappresenta infatti la rifunzionalizzazionedi una produzione tessile nata per risponde-re, come tutte le attività artigianali, alle esi-genze della quotidianità e delle singole co-munità di villaggio. Dai telai, che prima del-la meccanizzazione erano presenti in tutti ipaesi dell’Isola nel tipo verticale o orizzon-tale, uscivano copricasse, bisacce o coperte.

La destinazione d’uso non avviliva però ilgusto estetico. Le donne riproducevano mo-tivi geometrici, vegetali, zoomorfi o antropo-morfi. Alcuni tratti da un repertorio antico,altri derivati dalla contaminazione con lemanifatture della Penisola, delle civiltà chesi affacciano sul Mediterraneo o orientali.Tra i più ricorrenti, caratterizzati da una for-te valenza simbolica, la palma, il garofano, itralci di vite, i grappoli d’uva, il fiore di loto,la rosa, il pavone, l’aquila, il cervo, il toro eil cavallo, spesso associato alla figura del ca-valiere. In ciascun paese gli schemi figurati-vi si scompongono e ricompongono in ma-niera originale. Varia è anche la gamma deicolori proposti. Si va dalla monocromia altrionfo delle tinte più vivaci, anche con con-trasti cromatici arditi.

Samugheo, sede del Museo unico regiona-le dell’arte tessile, è uno dei centri in cui laproduzione è ancora viva. Celebri anche itappeti di Mogoro, paese della Marmilla cheannualmente ospita la Fiera del tappeto, diVillamassargia, Nule, Ulassai, Urzulei, Isili(sede del Museo del rame e del tessuto) eSarule. L’ente “Isola” (Istituto sardo per l’or-ganizzazione del lavoro artigiano, istituitodalla Regione nel 1957) in passato ha tenta-to di preservare e rilanciare la produzioneartigianale attraverso centri pilota ma l’espe-rienza si è conclusa con la soppressione del-l’ente nel 2006. Alcune cooperative conti-nuano tuttavia la loro attività nelle stesse se-di.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

I

Qui e a fianco tappeti e telai a Samugheo

’è un’azienda fatta di gio-vani che vuole riscrivereuna storia antica. A Samu-

gheo, dove l’arte della tessituraaffonda le radici, MariantoniaUrru, fondatrice dell’omonimaazienda e i suoi figli (www.ma-riantoniaurru.com), sognanoche quelle radici trovino nuovalinfa vitale dalla collaborazionecon giovani e affermati designer.È su queste basi, innovative e in-triganti, che si è sviluppato ilprogetto che ha visto nascere laprima collezione: Kara. A Caro-lina Melis, giovane ma espertadesigner, il compito di “riscrive-re” con spirito contemporaneole antiche trame. Ecco allorache, in un meccanismo di per-fette sincronie, dove ad ogniquadrato pieno corrisponde unpunto, tutto diventa un gioco diequilibri: il bianco e il nero, ilvuoto e il pieno, l’inserto, il co-lore, il livello, il modulo. Tuttoconcorre a creare quell’anticoeppure così moderno lavoro diintrecci che forma un tappeto.

È certamente un gioco del de-stino se, a distanza di anni e so-lo dopo averla perduta, Carolinasi ritrova a disegnare una nuovacollezione di tappeti proprio nelpaese natale della nonna pater-na, esperta tessitrice. La delica-tezza con la quale traduce anti-chi disegni in tratti grafici squi-sitamente contemporanei nonpossono che essere l’omaggio diuna nipote speciale ad una non-na speciale.

«La collezione non esistevaancora, ma avevo l’esigenza didarle un nome» racconta Giu-

C seppe Demelas (amministratoredelegato, responsabile commer-ciale e sviluppo prodotto). «Ilmio cervello, che pensa in sardo- aggiunge - ha suggerito questafrase “eite kara bella chi giughe-de”, immaginando un bel viso,delicato ed elegante, come vole-vo che fossero i nuovi tappeti». E

quando è stata realizzata, nonpoteva che chiamarsi così, Kara,esatta sintesi dell’immagine del-la nuova collezione.

L’ambizione è grande, ed èquella di portare il tappeto sardoad una eccellenza di manifattu-ra artigiana e di design tale daessere apprezzato e riconosciu-

to, nel mondo, come tappeto dilusso. Attraverso la continuasperimentazione di nuovi dise-gni e materiali, nel rispetto del-le antiche tecniche di tessitura,magari in abbinamento a formedi arredo contemporanee, si fastrada l’idea di nuovi mercati perla distribuzione: Regno Unito,Russia, Emirati Arabi. Collezio-ni proprie, firmate da nomi im-portanti del design, che graziealla capacità di tradurre in modoinnovativo la tradizione tessiledi Samugheo, li distingua e li ca-ratterizzi.

Patricia Urquiola e AntonioMarras ieri, Carolina Melis oggi,per concorrere a realizzare il so-gno di una azienda motivata econ una forte inclinazione alsuccesso. Entrare nella sala ope-rativa di questa azienda, ascolta-re il ritmico suono delle battute,il lancio delle spole, avanti e in-dietro in quell’ordinato grovigliodi fili che formano un ordito, percreare insieme, giro dopo giro,una fitta trama, può valere unaviaggio. È un mondo sul mondo,dal momento che esattamentesopra la sala operativa vi aspet-ta la sala espositiva con le splen-dide strutture che lo studio LiXiha realizzato per ospitare Kara aCagliari, in una mostra conclusadi recente, a conferma del fattoche le collaborazioni non posso-no che essere un forte impulso afare bene. L’augurio vada a Sa-mugheo e alla sua tessitura: chepossa farsi strada, magari su un“tappeto volante” di creatività.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

Corradino D’Ascanio(1891-1981), ingegnereabruzzese, è il padre dellaVespa Piaggio, la due ruoteche ha cambiato la vita de-gli italiani. La storia delprogetto e la suaideazione dimo-strano come ildesign e la capa-cità di innova-zione possanorappresentare larisposta più si-gnificativa allacrisi economica.

Era il 1945.L’Italia uscivacon le ossa rotte dalla Se-conda guerra mondiale. Do-po il disastro c’era da inco-raggiare la rinascita. Enri-co Piaggio decise di conver-tire la sua azienda che finoallora aveva prodotto veli-voli, eliche e motori per l’ae-ronautica militare. Pensò di

proporre sul mercato unadue ruote accessibile a tuttidal punto di vista economi-co e facile da guidare. Ilcompito di disegnare il mo-tociclo fu assegnato all’inge-

gnere Renzo Spol-ti che negli stabi-limenti di Biellapresiedette allafabbricazionedel modello MP5,poi soprannomi-nato “Paperino”.

La linea nonpiacque. Fu Cor-radino D’Asca-nio, geniale pro-

gettista di aeroplani ed eli-cotteri, a disegnare la Ve-spa. Lo scooter fu per la pri-ma volta esposto al salonedel ciclo e del motociclo diMilano nel 1946. Da alloraè diventato un mito insupe-rabile del made in Italy.(m.a.-f.g).

D come D’Ascanio,il padre della mitica Vespa

La tessitura in Sardegna

Piccola mappadi un prodottoin evoluzione

XL’ALFABETOX

SABATO 1

h 17.00 La stella polare racconta

DOMENICA 2

h 11.00 Alla scoperta dei pianeti del sistema solare

h 18.00 Notte stellata su Cagliari

SABATO 8

h 17.00Questo pazzo Universo

e i suoi spettacolari record!

h 19.00Speciale Festa della Donna. Le scoperte

astronomiche al femminile

DOMENICA 9

h 11.00 Il tesoro smarrito di Cassiopea

h 18.00Diretta dal cosmo.

La Luna e Giove al telescopio

MARTEDÌ 11

h 19.00 Le costellazioni zodiacali fra mito e realtà

SABATO 15

h 17.00 Robot su Marte

DOMENICA 16

h 11.00 In viaggio nel cielo stellato

h 18.00 Le costellazioni della primavera

SABATO 22

h 17.00 I misteri della Luna

h 19.00 Speciale Equinozio di Primavera

DOMENICA 23

h 11.00I moti del Sole, osservazione

diretta del Sole

h 18.00 Marte, alla scoperta del pianeta rosso

GIOVEDÌ 27

h 19.00Da Annasimandro a Keplero, 26 secoli per

svelare i moti del cielo e dei pianeti

SABATO 29

h 17.00 Il cielo stellato: giocando tra stelle e pianeti

DOMENICA 30

h 11.00 Chi ha morsicato la Luna?

h 18.00 Il Sistema Solare

INFO & PRENOTAZIONIFeriali: ore 10/13, 16:30/18 T 070.6013552

www.planetariounionesarda.it

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Adatto ai bambini e ai ragazzi dai 3 ai 14 anni

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Conferenza a tema

Marzo 2014

29giovedì 27 febbraio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 17: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

particolare attenzione alla ricerca del giustoequilibrio tra prezzo e qualità del prodotto».

I budget di spesa sono limitati rispetto alpassato ma ci sono ambienti della casa incui la spending review domestica agisce conminor rigore. I rivenditori non hanno dub-bi: «Si tratta certamente della cucina - di-cono da Guttuso - dopo anni questo spazionecessita di un restyling. Si è disposti aspendere per scelte che raggiungano uncompromesso tra estetica e funzionalità».Lo sostengono anche da Cannavera dove in-dicano come baluardo che ancora resiste ri-spetto alla concorrenza dei negozi in fran-chising anche l’imbottito in pelle: i divani el’intramontabile poltrona Frau. Più raziona-li le scelte sulla camera da letto. «Si rispar-mia anche sui mobili del soggiorno - eviden-zia Pisano - proprio in questo ambito si re-gistra un appiattimento dell’offerta da partedelle stesse aziende produttrici che hannocosì risposto al crollo delle vendite. In gene-rale però non si rinuncia al buon gusto e ilprodotto di qualità regge se la fascia di prez-zo in cui è inserito è corretta».

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

I RIVENDITORI. LE STRATEGIE DEGLI OPERATORI A CAGLIARI

Più qualitàcontro la crisiGuttuso, Cannavera e Pisano attenti alle nuovetendenze dell’arredo. I clienti cercano di risparmiarema non rinunciano al design di cucine e divani

rogettazione, assistenza, servizi perso-nalizzati per il cliente, prodotti rivolti atarget differenti e attenzione verso le

nuove tendenze. I rivenditori di mobili cheoperano a Cagliari e che da anni hanno con-quistato una posizione di rilievo nel panora-ma regionale, rispondono ai morsi della cri-si investendo sulla qualità. È con questo spi-rito di reazione che si preparano a parteci-pare al Salone internazionale del mobile cheporterà a Milano, dall’8 al 13 aprile, tutte lenovità in fatto di arredo e le seduzioni deldesign.

«Il settore ha risentito della situazione disofferenza che vive l’edilizia e delle difficol-tà con cui vengono concessi i mutui», diceuno dei titolari della Guttuso mobili, i cuipunti vendita si affacciano sulla 554. «Sonosoprattutto i giovani a patire le conseguen-ze di questo periodo di stagnazione econo-mica - precisa - hanno difficoltà di accessoai prestiti: far fronte a spese consistenti perl’acquisto dei mobili diventa quindi difficile.Agevolazioni fiscali sono però concesse dal-lo Stato qualora si siano eseguiti lavori di ri-strutturazione».

Anche Cristian Cannavera, dal suo puntovendita di via dei Carroz, non nega le diffi-coltà in cui si dibatte il settore: «Il 2012 èl’anno in cui si è registrato il calo di fattura-to più sensibile, una ripresa (seppur prece-duta dal segno meno) si è avuta nel 2013.Speriamo nel 2014. Normalmente il primoquadrimestre dell’anno è quello in cui regi-striamo il maggior numero di vendite perchéprecede la stagione dei matrimoni».

«L’anno in corso non è ini-ziato sotto i migliori auspici»,dice Stefano Pisano, uno deititolari dei negozi con sede invia Primo Maggio a Selargiuse in via Bacaredda a Cagliari.«Per rilanciare il settore, gliinterventi dovrebbero esseredi carattere macroeconomi-co, la crisi non si supereràsinché non ripartono i con-sumi. L’unico modo con cuipossiamo difenderci è la cu-ra della nostra realtà. È indispensabile inve-stire in servizi e consulenza e rivolgere una

P

esign

Frank Hornby,l’inventoredel celebre gioco

Un’auto da corsarealizzatacon il Meccano

Il Meccanonell’artecon Enrico Baj

Frank Hornby (Liverpool, 1863-1936), impiegato, in-ventò nel 1898 uno dei giochi più celebri del Novecento:il Meccano. Ideò il sistema di barrette metalliche, viti,dadi e bulloni per consentire ai suoi figli di ingegnarsinella realizzazione di modelli e costruzioni. Nel 1908Hornby fondò la Meccano Ltd. Nel 1979 la fabbrica diLiverpool ha chiuso. La produzione (dal 1965 realizza-ta in plastica) è stata trasferita in Francia e in Cina.

Frank Hornbyil papàdel Meccano

XL’ALFABETOX

Un po’ di numeri per capire

La crisi non risparmia il settore dei mobili. Al dilà della situazione cupa descritta dai numeri e del-

le iniziative di ciascun rivenditore, alcune op-portunità di ripresa sono offerte da agevolazio-ni fiscali. Anche gli eventi di promozione, se rior-ganizzati, possono rappresentare un’importanteprospettiva di sviluppo.

Le cifre della crisi per il settoreLa relazione annuale stesa da Findomestic Ban-ca sul consumo di beni durevoli nel 2013, indicaun sensibile calo anche nel settore della venditadei mobili. «Dopo la mobilità - si legge nel rappor-to - rappresenta il secondo comparto in termini dientità della spesa. Nel 2013 le vendite sono statepari a 345 milioni di euro, in diminuzione del no-ve per cento sull’anno precedente». Il dato rileva-to è più alto rispetto a quello che si registra a li-vello nazionale: la media è pari al -5,7%».

Come ottenere il bonus per i mobiliLa legge di Stabilità del2014 ha prorogato fino al31 dicembre prossimo icontributi relativi all’ac-quisto di mobili ed elet-trodomestici destinati acase oggetto di ristruttu-razione. «Alla detrazionefiscale del 50% per inter-venti di recupero del pa-trimonio edilizio - si leg-ge nel vademecum che sipuò consultare sul sitoFedermobili.it - è stato af-fiancato un ulteriore in-centivo per l’acquisto dimobili/arredi e grandi elettrodomestici di classenon inferiore alla A+, nonché A per i forni, fino aun massimo di spesa di 10mila euro, IVA com-presa, con una detrazione del 50% anche in que-sto caso da ripartire in 10 rate annuali (il bonusdi 10mila euro per gli arredi è ulteriore rispetto altetto dei 96mila euro previsto per le spese di re-cupero del patrimonio edilizio)».

Le manifestazioni fieristiche nell’IsolaGli operatori del settore si preparano alla Fiera delMobile di Milano, punto di riferimento a livellomondiale del settore casa-arredo. In Sardegna oc-casioni di promozione sono offerte della Fiera in-ternazionale della Sardegna che si svolge a Ca-gliari dal 25 aprile al 5 maggio. Nella vetrina com-merciale c’è anche un salone destinato al mobile.Più specifico l’appuntamento di novembre. Dall’8al 16 gli spazi espositivi di viale Diaz ospitano laMostra Mercato del Mobile, del Tessuto, dei Com-plementi d’Arredamento e la Mostra Mercato del-l’Antiquariato e del Restauro. Perché diventinoun’occasione per promuovere design e arredo diqualità, gli eventi dovrebbero essere rivisti. L’espo-sizione al momento non risponde a precisi crite-ri di selezione e a un’organizzazione degli spaziespositivi secondo parametri che premino la qua-lità delle proposte. Si tende a privilegiare la logi-ca del prezzo e del risparmio. Il visitatore ha unapercezione confusa di quanto viene proposto allasua attenzione.

Francesca Gasbarrini

Un divano in pelle

Flavio Manzoni, designer Ferrari [DANIELA ZEDDA]

PERSONAGGI. Flavio Manzoni, designer barbaricino, 49 anni, ha ritirato il premio a Ginevra

“LaFerrari”, non c’è fine al meglio. Parola di nuoreseon è una Ferrari “qualsia-si”, ammesso che ne esi-stano. È “LaFerrari”. L’ul-

tima hypercar della casa di Ma-ranello, il top del top. Qualcunol’ha paragonata a un ghepardoacquattato, pronto a spiccare ilbalzo. E non sarà un caso se po-chi giorni fa, al Salone dell’autodi Ginevra, ha conquistato duepremi dalla rivista ceca AutoDesign & Styling: vincitrice peril miglior design nella categoriaSports Cars and Convertibles,ha portato a casa anche l’Auto-Design Awards 2014-Design ofthe year, come migliore auto diproduzione in assoluto.

Un trofeo ambitissimo, chearriva ad appena quattro annidalla nascita del Centro StileFerrari (quando si dice la velo-

N cità!) e segue di un anno il pre-mio vinto dalla F12 berlinettanella categoria Sport Car (oltrea quello conquistato dalla FF nel2012 come miglior auto di pro-duzione in assoluto). A ritirareil premio, Flavio Manzoni, qua-rantanovenne ar-chitetto e desi-gner nuorese, ca-po del design Fer-rari. «È un impor-tante riconosci-mento per illavoro di tutto il team del centrostile Ferrari», ha commentatocol suo bell’accento sardo. «Sia-mo molto contenti di vedereche “LaFerrari” è stata giudica-ta non solo da un punto di vistaestetico ma da uno più ampioche ha tenuto in considerazione

anche altri aspetti come qualitàe sofisticazione del design, fun-zionalità e grado di innovazio-ne».

Agli addetti ai lavori, e agliamanti della Ferrari (il brand inassoluto più famoso al mondo),

il compito di de-scrivere le quali-tà tecniche diquesta nuovacreatura che rap-presenta la pun-ta più alta della

produzione di Maranello. AllaSardegna l’orgoglio di aver datoi natali a quest’uomo modestoquanto tenace, esigente con sestesso e con gli altri. «Nel Cen-tro della Ferrari», ama direManzoni (Mamuthone ad hono-rem 2013), «non c’è fine al me-

glio». E il meglio, oggi, è LaFer-rari. Una macchina che guardaal futuro, lontana da quel gustoretro che a molti piace e che –nel settore automobilistico –non è mai stemperato da unavena d’ironia. «La composizioneè una sola», dice il designer ci-tando Aldo Rossi, «e risponde auna costruzione logica che nonconcede nulla al superfluo». ELaFerrari questo è. Pura arte inmovimento. Per il presidenteLuca Cordero di Montezemolo,«una scultura meccanica ad al-to contenuto di charme». Unacarrozzeria scolpita dal vento,che rappresenta una perfetta fu-sione tra ricerca formale e aero-dinamica, innovazione tecnicae bellezza estetica.

Maria Paola Masala

Un’auto da sognoche non concedenulla al superfluo

33giovedì 27 marzo 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it

Page 18: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

Il futuro del laboratorio di ceramiche Usaiè Walter. Da quando è subentrato a suopadre (dopo otto anni di lavoro come geo-metra nei cantieri) ha introdotto un’inno-vazione fondamentale nel ciclo della pro-duzione. Ha ridotto la quantità. Trascorsii tempi in cui le stoviglie erano richiestein numero consistente per le attività agri-cole, per la preparazione e la consuma-zione dei cibi o per l’edilizia, ha deciso diinvestire sulla qualità e rispondere in ma-niera più adeguata alle richieste del mer-cato. Un passaggio in cui è stato determi-nante anche il supporto dell’Isola (oggi ge-stita da un privato) che, nelle sue vetrine,espone - tra gli altri - i manufatti prodot-ti ad Assemini. Dalle forme più tradiziona-li a quelle più elaborate.

La brocca della sposa, attorno alle cuianse si affollano motivi floreali e zoomor-fi che soffocano l’orlo del vaso, è l’esem-pio più caratteristico. La maestria di suopadre - che ha impiegato 20 anni per sco-prire il segreto della realizzazione - gli haanche consegnato una forma particolare.Si tratta di un vaso ad anello, cavo al cen-tro, così da poter essere inserito nel brac-cio e, all’occorrenza,essere accostato allabocca per sorseggia-re l’acquavite. Formesimili vengono rea-lizzate soltanto nelNord Africa, in Sici-lia e in Puglia.

«Tutta la produzio-ne sarda - dice Wal-ter - ha tratti di origi-nalità che hanno re-sistito all’omologa-zione. Per questo ènecessario che la po-litica valorizzi l’attività artigianale. Nonchiedo soldi per l’acquisto di materiali emacchine. È necessario che la Regioneaiuti le imprese locali ad affacciarsi sulmercato mondiale attraverso opportuneiniziative di promozione». Il sogno più im-mediato è quello - in collaborazione conaltri ceramisti - di portare le opere delleproprie officine all’Expo 2015. Solo ad As-semini sono ancora in attività 16 labora-tori, sei dei quali realizzano l’intero ciclodi produzione: dal tornio alla decorazio-ne. «L’artigianato può resistere alla crisi etanti giovani possono essere formati almestiere - sottolinea - servono però age-volazioni fiscali che non strozzino le im-prese che intendono ospitare apprendistio assumere dipendenti». L’Isola divente-rebbe così un grande laboratorio all’aper-to. Su tutto il territorio regionale ci sonocentri di produzione dalla tradizione se-colare. I più noti, insieme ad Assemini,sono Oristano, Pabillonis, Dorgali, Sassa-ri e Siniscola.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

esign

perizia, ma anche di provvidenza: non dove-va piovere. In paese c’è ancora memoria diartigiani bravissimi col tornio ma tanto sfor-tunati nel giorno della cottura, da essere co-stretti a chiudere la bottega. «A me non è ca-pitato. Bisogna credere in qualcosa - dice El-vio - ogni giorno mi segno con la croce e fi-nora è andata bene». Dal ’70 in poi, il fornotradizionale - anche per via delle mutatenormative sulle immissioni dei fumi - è sta-to sostituito da quello alimentato a gas. Co-sì anche le produzioni si sono modificate.Le forme del passato resistono (sciveddas,brognas, frascus, tuvus e stangiadas) ma,con l’avvento di Walter, si sono rinnovate evestite di invetriature colorate. In questa

bottega, d’altro canto, l’approccio con le spe-rimentazioni e le seduzioni della modernitànon spaventa. Ubaldo Badas, genio creativoche disegnò le più significative architetturerazionalistiche di Cagliari, si rivolse più vol-te a Elvio Usai. Nel laboratorio si custodi-scono ancora gli schizzi del progettista. I ce-ramisti li mostrano accanto a quelli con cui- in tempi più recenti - l’archeologo PieroBartoloni commissionò la realizzazione dimanufatti che, riproducendo forme origina-li, raccontarono a Palazzo Grassi (Venezia)e al Salone nautico di Genova le vicende del-la colonizzazione fenicia.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

ltre il deserto industriale che avanza,ci sono oasi di bellezza in cui riposal’essenza autentica di un’Isola antica.

Varcando la soglia delle officine artigiane, sipercepisce il senso della colpevole impoten-za di fronte a un patrimonio di conoscenze- stratificazione secolare di fatiche e storie -che, adeguatamente valorizzato, potrebberappresentare la chiave per il rilancio econo-mico. I designer ne sono convinti. Anche chiarriva qua dopo aver maturato esperienzein giro per il mondo, è sorpreso da una dif-fusione tanto capillare di maestranze abili edesperte. Prima che il consumismo travolges-se la produzione, ciascun paese aveva arti-giani specializzati nel soddisfare i bisognidelle comunità. Elvio Usai, 74 anni, cerami-sta di Assemini, è testimone di quel tempoe del suo tramonto. Ma anche fiducioso de-positario di un’arte che, adeguatamente ri-lanciata, può essere capace di vincere la cri-si e guardare al futuro. Con questa speran-za ha affidato il laboratorio al figlio Walterche, 40 anni, geometra, è oggi titolare diun’impresa dalla storia secolare. «Ho inizia-to a lavorare - dice l’anziano maestro - quan-do avevo 13 anni. Era il 31 ottobre del ’53.Ricordo la data perché il paese fu devastatoda una tromba d’aria. Mio padre, erede delmestiere che fu di suo nonno, mi avviò al-l’apprendistato nella bottega dello stesso strexiaiu da cui dipendeva, Antonio EfisioLocci». Il racconto, interrotto dalla commo-zione e animato dalla passione, si svolge sen-za che mai Elvio abbandoni il tornio. “Sa ro-da”, su cui plasma le forme più tipiche del-la tradizione campidanese ma anche quelledettate dall’estro personale, sembra essereun’estensione naturale del suo corpo. Nonsoltanto perché ne ha dolorosamente defor-mato la schiena. Attraverso la ruota - tronoe cattedra a dispetto della fanghiglia di cuigronda - spiega ciò che le parole non potreb-bero rappresentare. L’artigiano muove il pe-dale e, modellando l’argilla, realizza la tipo-logia del forno in cui ad Assemini si cuoce-va la terraglia. Una sorta di nuraghe realiz-zato in mattoni crudi che, caricato di stovi-glie e sigillato con ceramiche rotte e mal riu-scite, sfornava forme perfette e funzionali.Non si trattava però solo di una questione di

O

U di Ubaldo BadasNato a Cagliari nel 1904è stato uno dei progetti-sti più importanti del XXsecolo. Assunto in Co-mune dal podestà EnricoEndrich, fu l’interpretepiù originale del razio-nalismo architettonicodel Ventennio fascista.Alla sua firma si devonola sistemazione del Ter-rapieno, la ristruttura-zione della Galleria co-munale d’Arte, la Scuolaall’aperto Mereu e anco-ra il Sacrario di piazzaGramsci e la ColoniaDux, poi ospedale Mari-

no, oltre a diverse villeprivate. Non conseguìmai il titolo di architetto(aveva alle spalle qual-che anno di studio allafacoltà di Matematica) eper questa ragione moltiprogetti non gli sono sta-ti correttamente attribui-ti. Soprattutto quelli dicui curò la realizzazionenel dopoguerra, espres-sione dello stile neoliber-ty. L’opera di Badas, chefu anche artista poliedri-co e designer, è stata fon-damentale per la promo-zione e il rilancio dell’ar-tigianato sardo. (f.g.)

ARTIGIANI. LA SAGGIA LEZIONE DI ELVIO USAI

Ceramista,un’arteper domani

La Cagliarirazionalistadi Badas

Nel laboratorio di Walter

L’anima sardacustodedell’originalità

PADRE E FIGLIO

Elvio e Walter Usai nellaloro bottega artigianalead Assemini. In bassoalcune loro creazioni

[S. ARTHEMALLE]

XIL PROGETTISTAX

Un’opera di Usai

La Subway di New York disegnata da Vignelli

PERSONAGGI. Scompare il geniale designer Massimo Vignelli. Creò loghi, mobili e segnali

L’italiano che inventò la mappa della Subway di N.Y.Lutto nel mondo del design:Massimo Vignelli, il milaneseche trasformò la sua visionemodernista della grafica in co-pertine di libri, mobili, logo diimprese e nella controversa ecelebre mappa della Metropo-litana di New York che negli an-ni Settanta confuse i pendolarima incantò i critici, è mortoavant’ieri nella sua casa diManhattan. Aveva 83 anni edera malato da tempo.

Ammiratore di Mies van derRohe e Le Corbusier, Vignellisi era trasferito dall’Italia a NewYork a metà anni Sessanta.«Forse più di chiunque altromerita credito per aver intro-dotto il punto di vista del Mo-dernismo europeo nel graphicdesign americano», ha com-

mentato il socio Michael Beirutche ha confermato la morte.

Sempre affiancato dalla mo-glie Lella, Vignelli ha avuto unalunghissima carriera. Le sueopere sono nei più grandi mu-sei del mondo, dal Metropoli-tan e il MoMA diNew York, ai mu-sei di Montreal,Gerusalemme,Monaco di Bavie-ra e Amburgo.Tra i suoi clienti,American Airlines, Ford, IBM,Xerox and Gillette. La chiesaluterana di St.Peter a MidtownManhattan gli aveva commis-sionato le panche. Ma anchechi ha fatto spese da Bloomin-gdale, Saks Fifth Avenue e Bar-neys si è portato a casa un

qualcosa di Vignelli che ne ave-va disegnato le shopping bagnegli anni Settanta.

Il motto di Vignelli era «de-sign is one» con l’obiettivo diarrivare, nella scelta della tipo-grafia e dei colori e nella com-

posizione deglielementi grafici,a una messa inpagina priva dielementi super-flui. Oltre a dise-gnare la mappa

della metropolitana di Washin-gton il designer italiano ne ave-va suggerito il nome: la Metro.

Era andata meno bene con laSubway di New York: coi suoi«spaghetti» colorati, la mapparestò in uso solo sette anni, fi-no al 1979, quando fu abban-

donata per l’eccessiva stilizza-zione e le incongruenze tra lesue stazioni e le fermate nellarealtà. Gli amanti del designerano comunque andati a noz-ze: giudicarono la mappa - cheVignelli preferiva chiamare undiagramma - un geniale lavorodi semplificazione della bellez-za delle linee e le regalarono unposto nella collezione di designdel dopoguerra del MoMA. Vi-gnelli non aveva comunque la-vorato solo in America. Nel1989 aveva ridisegnato l’imma-gine del TG2 della Rai, dal-l’identità visuale fino agli studie agli arredamenti: fu per l’Ita-lia il primo telegiornale senza«mezzibusti».

Alessandra BaldiniRIPRODUZIONE RISERVATA

Portò il segnomodernistanelle sue opere

32 giovedì 29 maggio 2014L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it

Page 19: L’UNIONE SARDA esign · 2020. 6. 17. · giovedì 3 aprile 2014 L’UNIONE SARDA 27. apita di rado che un’idea speciale si tramuti in realtà. Quando accade, non è solo per una

esign

avuti con studi di architettura internazio-nali. Ottimo riscontro, dunque, pur essen-do alla prima partecipazione. «È stataun’esperienza preziosa e significativa - di-ce Manconi - il nostro stand è stato visita-to da molti operatori del nord Europa maanche dei Paesi Arabi. A dimostrazione delfatto che le nostre ceramiche sono un pro-dotto ormai apprezzato e riconducibile al-l’immagine della Costa Smeralda e dellaSardegna».

Ma l’accento più significativo quest’annoè stato posto sul tema del lusso, fil rouge delsettore Scènes d’Intérieur (hall 7), arric-chito da una nuova Gallery ideata dal desi-gner francese Noé Duchaufour Lawrance,

in cui 130 designer hanno offerto la pro-pria interpretazione del tema. Tra i prota-gonisti di questo settore spiccava Fendi Ca-sa, brand prodotto e distribuito da LuxuryLiving.

Per gli oltre 80mila visitatori un’occasio-ne unica per stabilire contatti, stipulare af-fari ma anche un momento per vivereun’overdose di suggestioni, impossibile dasintetizzare in una sola puntata.

La prossima settimana, infatti, vi raccon-teremo tutte le tendenze, le novità, i colo-ri e gli indirizzi raccolti in questa nostra vi-sita alla Maison&Object.

Francesca GasbarriniRIPRODUZIONE RISERVATA

i è chiusa nei giorni scorsi a Parigi laMaison&Object, evento di riferimentomondiale per l’industria dell’interior

design che si tiene due volte l’anno a Pari-gi (a gennaio e a settembre). Dal 2014 ve-drà anche un’edizione asiatica a Singaporenel mese di marzo, e un’edizione america-na, a Miami Beach, nel mese di maggio.

Con circa 3.000 espositori, il 45% dei qua-li di provenienza internazionale e un’areaespositiva di oltre 250mila metri quadri,Maison&Object si conferma un appunta-mento imperdibile per tutto il settore del-l’arredamento di interni. Con i suoi otto pa-diglioni, che spaziano dal contemporaneoall’etno chic, passando per il tessile, il luxu-ry e il design, suggerisce moltissimi spuntie trend.

Migliaia di operatori, dalle grandi firme fi-no ai piccoli artigiani, hanno esposto le lo-ro creazioni fornendo un’ampia panorami-ca di tutto ciò che si muove nell’ambito del-le “tendenze casa” a livello mondiale.

Grande la presenza delle aziende france-si ma importante anche la rappresentanzaitaliana, grazie al coordinamento dell’Ice(Agenzia per la promozione all’estero e l’in-ternazionalizzazione) che riunisce il me-glio della produzione nazionale in terminidi decorazione, dagli oggetti per la tavola aitessuti per la casa, dall’arte e l’artigianato fi-no alle piastrelle di Ceramics of Italy. Que-st’anno nel salone ospitato dal Parc des Ex-position di Parigi c’erano 370 espositori ita-liani.

La rassegna ha confermato la particolarevivacità del design di matrice belga e olan-dese e la rigorosa ma sempre chic scuolascandinava. Una piccola sorpresa è arriva-ta dalle numerosissime e a volte un po’ naifproposte portoghesi. La bandiera della Sar-degna è stata sventolata dalla Cerasarda,storica azienda di ceramiche della CostaSmeralda, che per la prima volta ha debut-tato alla Maison&Object.

Abbiamo incontrato Gianni Manconi, re-sponsabile commerciale di Cerasarda, cheha confermato quanto questa manifestazio-ne sia interessante per tutti coloro i qualioperano nel settore dell’interior design edel contract. Numerosi, infatti i contatti

S

Iniziamo con la letteraD, l’argomento della ru-brica lo impone. Dallaprossima puntata, se-guendo l’ordine alfabeti-co, questo spazio saràdedicato alle parole, allestorie e ai protagonistidel design. DESIGN. Il termine si-gnifica progetto. È ingle-se, così come l’originedella disciplina. Durantela rivoluzione industria-le, lo studio e la rappre-sentazione grafica del-l’idea erano concepiti co-me momento fondante diun processo che puntava

alla realizzazione di og-getti e spazi rispondentiai bisogni della moderni-tà. La definizione piùsintetica è quella di unprotagonista assolutodella professione nelmondo. «Un designer -scriveva Bruno Munari(Milano, 1907-1998) -deve produrre un oggettoche non ha solo qualitàestetiche (…) ogni com-ponente, compresa quel-la economica, è conside-rata allo stesso livello.Egli inoltre si preoccupache il pubblico capisca ilsuo prodotto». (f.g.-m.a.)

MAISON&OBJECT. LA RASSEGNA DELL’INTERIOR

Le novitàche arrivanoda Parigi

Ovviamenteper iniziareD come design

I perché di questa pagina

Tutti i segretiper condividereuna passione

l design non è solo materia per specia-listi. Gli esperti del settore sanno beneche attorno al loro mondo ruota una

passione diffusa. Complice la potenza se-duttrice di forme ed estetica e la strettaparentela con l’artigianato, l’arte della pro-gettazione è diventata un fenomeno dimassa.

La premessa non significa che tutti pos-sono improvvisarsi designer. Il confine tragioco e professione lo si nota, per esempio,quando, di fronte alla propria casa da arre-dare o rinnovare, le sperimentazioni da au-todidatta conducono verso disastrosi risul-tati.

Gli spazi soffocano per la sovrabbondan-za degli oggetti, i colori provocano disagioesistenziale, i lampadari incombono pe-santemente sulla quotidianità e la pratici-tà non va quasi mai di pari passo con l’ef-fetto scenico che si era ricercato.

Chi firma questo articolo ha scopertoquanto sia difficile muoversi nel paese del-le meraviglie che saloni, riviste, quotidia-ni e negozi specializzati spalancano davan-ti agli occhi dei profani.

Serve una bussola, è certo. Trovarla - perchi scrive - è stato uncaso. Francesca Ga-sbarrini Tomassi,anima creativa di“Gamassi”, maestrad’arte che ha allespalle collaborazionicon aziende di modae importanti realtàcommerciali, guideràchi vorrà leggere nelfascino della scoper-ta. Indicherà gli ap-puntamenti più im-portanti nell’agendadel design, suggerendo le tendenze che cia-scuno detta. Presenterà protagonisti emaestri. Favorirà anche la conoscenza del-le tante risorse professionali e iniziativeimprenditoriali che l’Isola custodisce maspesso cela al grande pubblico. Aiuterà adecodificare i termini a cui gli specialistifanno ricorso, suggerendo così un utile va-demecum per non incorrere in acquistisbagliati. Parlerà di tecniche, colori e ma-teriali. Porrà problemi di carattere econo-mico e culturale.

Nata a L’Aquila ma ormai sarda d’ado-zione, Francesca Gasbarrini insegnerà an-che che l’artigianato tradizionale può esse-re accostato - senza incorrere nell’accusadi eresia - alle tendenze più innovative deldesign. Mostrerà come la valorizzazionedell’identità possa rappresentare la stradapiù importante da percorrere per metter-si al riparo dal rischio sempre più minac-cioso dell’appiattimento e dell’omologazio-ne in questo mondo ormai dominato da unconcetto distorto di globalizzazione.

Manuela ArcaRIPRODUZIONE RISERVATA

I

Stand italiano a Parigi

Il ristorante Olivocarne di Londra, progetto Pierluigi Piu

PER LA CASA

Qui a fianco il manifestodella Maison&Object,la rassegna pariginadedicata al mondodell’interior design

XL’ALFABETOX

Vince in Cina con il progetto degli interni del ristorante Olivocarne di Londra

Premio internazionale per l’architetto cagliaritano PiuLa rivisitazione in chiave con-temporanea degli inganni otti-ci di Escher - trasferita in ungrande pannello del ristoranteOlivomare di Londra - gli val-se, qualche anno fa, tre presti-giosi premi internazionali: aMosca, a Los Angeles, a Mona-co di Baviera. La distillazionenel segno di Eugenio Tavolaradei temi portanti della culturae della economia sarda - appli-cata alle sale di Olivocarne(stessa catena, stessa città) -lo hanno portato adesso in Ci-na: vincitore per la sezione Ri-storanti e Bar dell’undicesimaedizione del Modern Decora-tion international MediaAwards di Shenzen. Venti pre-mi per altrettante categorie, equattromila partecipanti.

È l’ulivo, non l’alloro, lapianta che simboleggia la vit-toria: almeno per l’architettocagliaritano Pierluigi Piu,(compasso d’oro nel 2011 perla partecipazione alla XIXBiennale dell’artigianato sar-do). “Very au-thentic, pure,beautiful andfunctional”: que-sti gli aggettivicon i quali la giu-ria internaziona-le ha motivato l’assegnazionedel premio, peraltro del tuttoinaspettato. «Quando mi han-no invitato alla cerimonia, so-no cascato dalle nuvole, nonsapevo neppure di essere ingara». Piu, che alla libera pro-fessione accompagna l’inse-

gnamento di Interior Designallo IED di Cagliari, figura dacinque anni tra i commenta-tors professionali del sito webbritannico restaurantandbar-design.com. Una vetrina cheha contribuito a farlo conosce-

re a livello inter-nazionale.

«Elegante manon freddo, ri-cercato e sem-plice nello stes-so tempo», così

venne definito, con aggettivinon dissimili da quelli usatiora in Cina, il progetto per ilristorante Olivomare (dell’im-prenditore cagliaritano MauroSanna, come gli altri sorti nelquartiere esclusivo di Belgra-via). Allora, su Style, magazine

di Time, il critico gastronomi-co E.E. Gill parlò della «piùbella sala da pranzo che abbiavisto da anni». Chissà che co-sa direbbe (o dirà) adesso, nel-lo scovare nella zona bar, sul-la pareti e sulle vetrate, le raf-finate rielaborazioni dei temipiù cari dell’artigianato sardo.I tessuti della tradizione, le ce-ramiche (con pecorelle) dellesorelle Cristina e StefaniaAriu, le citazioni di Tavolara,“rubate” al portale della chie-sa della Solitudine di Nuoro edeseguite da Mauro Angius. Tut-to rivisto e reinterpretato conun linguaggio contemporaneo.Autentico, essenziale, funzio-nale. Bello.

Maria Paola MasalaRIPRODUZIONE RISERVATA

Ha conquistatoil ModernDecoration Awards

31giovedì 30 gennaio 2014 L’UNIONE SARDAwww.unionesarda.it