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occidentale non più tardi del secolo XIII, vi si diffuse largamente e trovò volgarizzatori in Ita- lia,8) dove nel Quattrocento ebbe voga in una redazione intitolata Amabile di Continentia. 9 ) Ma, in verità i rapporti sono assai incerti e scarsi. Se essi, infatti, possono spiegare il soggetto della tavoletta del Fogg Museum, nella quale nulla vieterebbe di vedere Euprosigoro o Dimurgo o Termo o un altro qualsiasi dei sette savi che Il prima facte le debite reverentie et salutatione" si avvicina al sovrano per narrargli la novella I) B. BERENSON, Nove pitture in cerca di un' attribu- zione, in Dedalo, 1924-25, pago 722. 2) FOGG ART MUSEUM, Collection oj Medieval and Renaissance Paintings, Cambridge, 1919, pago 193. Vedi anche: Acquisitions oj the Fogg Museum, in American Journal oj Archaeology, gennaio 1918, pago 97. 3) P. SCHUBRING, Cassoni Truhen und Truhenbilder der italienischen Friihrenaissance, Leipzig, 1929, pago 146. 4) Collection Ch. Sedelmeyer, Paris, 1907, III, n. 162. 5) Richiami stilistici così stretti da farmi pensare a una identificazione con lo stesso pittore dei due frammenti di predella della Pinacoteca di Brera e delle altre tavo- lette qui prese in esame, ci offre l'autore delle minia- ture di un codice della biblioteca di Gotha, contenente i Decretali di Innocenzo IV, datato 1481. che per quel giorno salverà da morte il figlio Erasto, non dànno lume sugli argomenti degli altri due dipinti. Nel quadretto Berghoff si potrebbe scor- gere qualcuno dei frequenti episodi delle insi- die tentate contro il pellegrino, ma confesso di non averne trovato, nei più comuni re- pertori, uno che perfettamente gli convenga. Altrettanto deve dirsi della tavola Drey, allusiva forse a una delle tante storie della innocente perseguitata. ARDUINO COLASANTI 6) J. STADLER, Vollstiindiges Heiligenlexikon, Augsburg, 1857; FRANZ VON SALES DOYÉ, Heilige und Selige der R6misch- Katolischen Kirche, Leipzig, 1929, pago 146. 7) Nell'ultimo ventennio del sec. XV artisti della cerchia del Cossa hanno lavorato a cassoni e a deschi da parto. Vedi, per esempio, i due tondi con Storie di Coriolano della collezione von Hark di Lipsia e il davanti di cassone con la scena di Traiano e la Vedova, già appartenente all'antiquario Salvadori in Venezia. 8) G. CARDUCCI, Il Libro dei Sette Savi in Italia, ne La Perseveranza, 22 gennaio 1867; lo ., Il Libro dei Sette Savi di Roma, nella Civiltà Italiana, I, n. 2, pago 27. 9) A. CESARI , Amabile di Continentia, Bologna, 1896. L'ATTIVITÀ DI FRANCESCO MOCHI A ROMA P OCHI accenni fa il Bettolotti, Il trattando di Camillo Mariani, dell'attività che Francesco Mochi svolse in Roma, nè gli studii del Dami,2) del Pettorelli 3) e del Wittkower 4) esauriscono le ricerche intorno all'artista, la cui figura ondeggia ancora fra la grandezza di caposcuola e il più mo- desto posto tra gli scolari di Gian Lorenzo Ber- nini. Ai recenti contributi dati per la conoscenza della sua opera, specialmente dal Wittkower e dal Miiller, 5) posso aggiungere una notizia di crono- logia sfuggita a chi trattò dello scultore, e che ho rintracciato nell'archivio di Stato di Roma. Si tratta di tre atti di pagamento relativi alla statua di S. Matteo, che il Mochi eseguì per l'esterno della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, e che genericamente veniva fin' ora assegnata ad un anno posteriore al r605, dopo cioè l'avvento di Paolo V. Il primo pagamento è in data 27 marzo r608: Il A M. Francesco Mochi scultore sco 50 a bon conto della fattura della statua di S. Matteo circa palmi 12 di altezza che egli fa per la fac- ciata di fuori della suddetta cappella (dei Bor- ghese) sco .... ...... 50 ". (Registro delle Fabbriche 1601 / 14 Per la Cappella di S. M. M. - 1605/9). 3 luglio r608. Il A M. Francesco Mochi scul- tore sco 75 di moneta per resto di sco 125 simili che importa per fattura della figura di S. Matteo Apostolo et Evangelista... che egli ha fatto di travertino per la facciata di fuori della Cappella che la S. di N. S. in S. M. M. sco ......... 75 ". (Reg. id.). 19 dicembre r609. Il A Francesco Mochi scul- tore ... per resto di scudi 125 che importa la sola manifattura così di accordo di una figura di circa 12 palmi di altezza di Matteo Apostolo et Evange- lista che ha fatto di travertino per la facciata di fora della Cappella di S. M. M. sco ......... 75 ". (Reg. Id. Mandati de denari delle Fabriche ordinarie spedite da Monsignor thesauriere 1°3 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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occidentale non più tardi del secolo XIII, vi si diffuse largamente e trovò volgarizzatori in Ita­lia,8) dove nel Quattrocento ebbe voga in una redazione intitolata Amabile di Continentia. 9)

Ma, in verità i rapporti sono assai incerti e scarsi. Se essi, infatti, possono spiegare il soggetto della tavoletta del Fogg Museum, nella quale nulla vieterebbe di vedere Euprosigoro o Dimurgo o Termo o un altro qualsiasi dei sette savi che Il prima facte le debite reverentie et salutatione" si avvicina al sovrano per narrargli la novella

I) B. BERENSON, Nove pitture in cerca di un' attribu­zione, in Dedalo, 1924-25, pago 722.

2) FOGG ART MUSEUM, Collection oj Medieval and Renaissance Paintings, Cambridge, 1919, pago 193. Vedi anche: Acquisitions oj the Fogg Museum, in American Journal oj Archaeology, gennaio 1918, pago 97.

3) P. SCHUBRING, Cassoni Truhen und Truhenbilder der italienischen Friihrenaissance, Leipzig, 1929, pago 146.

4) Collection Ch. Sedelmeyer, Paris, 1907, III, n. 162. 5) Richiami stilistici così stretti da farmi pensare a una

identificazione con lo stesso pittore dei due frammenti di predella della Pinacoteca di Brera e delle altre tavo­lette qui prese in esame, ci offre l'autore delle minia­ture di un codice della biblioteca di Gotha, contenente i Decretali di Innocenzo IV, datato 1481.

che per quel giorno salverà da morte il figlio Erasto, non dànno lume sugli argomenti degli altri due dipinti.

Nel quadretto Berghoff si potrebbe scor­gere qualcuno dei frequenti episodi delle insi­die tentate contro il pellegrino, ma confesso di non averne trovato, nei più comuni re­pertori, uno che perfettamente gli convenga. Altrettanto deve dirsi della tavola Drey, allusiva forse a una delle tante storie della innocente perseguitata. ARDUINO COLASANTI

6) J. STADLER, Vollstiindiges Heiligenlexikon, Augsburg, 1857; FRANZ VON SALES DOYÉ, Heilige und Selige der R6misch- Katolischen Kirche, Leipzig, 1929, pago 146.

7) Nell'ultimo ventennio del sec. XV artisti della cerchia del Cossa hanno lavorato a cassoni e a deschi da parto. Vedi, per esempio, i due tondi con Storie di Coriolano della collezione von Hark di Lipsia e il davanti di cassone con la scena di Traiano e la Vedova, già appartenente all'antiquario Salvadori in Venezia.

8) G. CARDUCCI, Il Libro dei Sette Savi in Italia, ne La Perseveranza, 22 gennaio 1867; lo., Il Libro dei Sette Savi di Roma, nella Civiltà Italiana, I, n. 2,

pago 27. 9) A. CESARI, Amabile di Continentia, Bologna, 1896.

L'ATTIVITÀ DI FRANCESCO MOCHI A ROMA

POCHI accenni fa il Bettolotti, Il trattando di Camillo Mariani, dell'attività che Francesco

Mochi svolse in Roma, nè gli studii del Dami,2) del Pettorelli 3) e del Wittkower 4) esauriscono le ricerche intorno all'artista, la cui figura ondeggia ancora fra la grandezza di caposcuola e il più mo­desto posto tra gli scolari di Gian Lorenzo Ber­nini. Ai recenti contributi dati per la conoscenza della sua opera, specialmente dal Wittkower e dal Miiller, 5) posso aggiungere una notizia di crono­logia sfuggita a chi trattò dello scultore, e che ho rintracciato nell'archivio di Stato di Roma. Si tratta di tre atti di pagamento relativi alla statua di S. Matteo, che il Mochi eseguì per l'esterno della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, e che genericamente veniva fin' ora assegnata ad un anno posteriore al r605, dopo cioè l'avvento di Paolo V.

Il primo pagamento è in data 27 marzo r608: Il A M. Francesco Mochi scultore sco 50 a bon conto della fattura della statua di S. Matteo

circa palmi 12 di altezza che egli fa per la fac­ciata di fuori della suddetta cappella (dei Bor­ghese) sco .... ...... 50 ".

(Registro delle Fabbriche 1601/14 Per la Cappella di S. M. M. - 1605/9).

3 luglio r608. Il A M. Francesco Mochi scul­tore sco 75 di moneta per resto di sco 125 simili che importa per fattura della figura di S. Matteo Apostolo et Evangelista... che egli ha fatto di travertino per la facciata di fuori della Cappella che la S. di N. S. in S. M. M. sco ......... 75 ".

(Reg. id.). 19 dicembre r609. Il A Francesco Mochi scul­

tore ... per resto di scudi 125 che importa la sola manifattura così di accordo di una figura di circa 12 palmi di altezza di Matteo Apostolo et Evange­lista che ha fatto di travertino per la facciata di fora della Cappella di S. M. M. sco ......... 75 ".

(Reg. Id. Mandati de denari delle Fabriche ordinarie spedite da Monsignor thesauriere

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ROMA, S. MARIA MAGGIORE - FRANCESCO MOCHI: S. MATTEO (Fot. " Luce II)

generale al sig. Ruberto Primi depositario generale delle fabbriche).

La statua che il Mochi aveva compiuto il 3 luglio r608, e che viene ricordata dal Dami come la prima nella sua cronistoria spirituale, rientra invece perfettamente nel gruppo delle opere di questo stesso periodo: la Vergine An-

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ROMA, S. ANDREA DELLA VALLE - FRANCESCO MOCHI: S. MARTA (Fot. " Luce,,)

nunziata eseguita per Orvieto nel r608 e la bellissima S. Marta, iniziata nel r6IO, se pur compiuta diciannove anni più tardi. A diffe­renza dell'Angelo di Orvieto, del r603, procla­mata la prima opera compiutamente barocca, ma che in realtà non è che la trasposizione in più fantastico sbattimento di panni e scenografico

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ROMA, BASILICA DI S. PIETRO - FRANCESCO MOCHI: S. VERONICA (Fot. Anderson)

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ORVIETO, MUSEO DELL'OPERA - FRANCESCO MOCHI : L'ANNUNZIATA (Fot. Alinari)

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effetto di movimento dello slancio a spirale che il Giambologna aveva espresso nel suo Mercurio, le tre opere eseguite dal Mochi intorno al 1608 segnano nella sua attività un indi­rizzo di contenuta nobiltà di linea e sobrietà di atteggiamenti, che, più di un preludio al neo classicismo, mi sembra stia ad indicare un ritorno cosciente ai valori plastici di Miche­langelo.

Partecipe di quella corrente derivata dal Giambologna, accademico nel mar­mo, ma così singolarmente duttile e vivace nel bronzo, Francesco Mochi si lascia trasportare in due sole opere dalle pittoresche ma sfrenate fantasie destinate a degenerare in un secondo stucchevole manierismo. E 1'Angelo di Orvieto e la Maddalena in S. Pietro non sono che due episodi nella sua maniera più contenuta e raccolta che ancor più appare nel S. Giovanni Battista oggi a Dresda.

Eseguita per il cardinale Barberini, la statua considerata perduta dal Dami ed erroneamente indicata dal Pettorelli nella fronte a nord di Ponte Milvio (è questo invece il gruppo eseguito per i Falconieri), fu rinvenuta da Walter Miiller nella Hofkirche di Dresda. Anche qui l'arte barocca intesa nel senso di dissolvimento della massa e di movimento, appare solo in parti secondarie; nell'insieme della figura che conserva tutta la salda pesantezza del marmo, predomina un effetto dinamico sprigionato da forze in riposo, dal risalto dei muscoli con una intensità che ancora una volta fa pensare a Michelangelo.

Mentre con i Cavalli di Piacenza e specialmente con i bassorilievi delle basi, il Mochi rientra perfettamente nella tradizione fiorentina che otterrà il massimo effetto pittorico non dis­solvendo la materia, ma rifacendosi al giuoco delle luci e al valore delle

ORVIETO, MUSEO DELL'OPERA FRANCESCO MOCHI: L'ARCANGELO GABRIELE (Fot. Alinari)

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PIACENZA - FRANCESCO MOCHI: MONUMENTO EQUESTRE DI ALESSANDRO FARNESE (Fot. Alinari)

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PIACENZA - FRANCESCO MOCHI: MONUMENTO EQUESTRE DI RANUCCIO FARNESE (Fot. Alinari)

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linee della scultura del '400; le statue dell'An­nunziata, del S. Mat ­teo, della S . Marta, del Battista e del S. T ad­deo eseguita dal 1631 al 1644 per Orvieto, mo­strano 1'artista in un carattere ben definito entro la più complessa maniera barocca. Egli non va considerato, co­me il Dami fece, quale unico tramite necessa­rio, fra gli ultimi cinque­centeschi e i nuovi arti­sti dell'età barocca; ma piuttosto quale un anel­lo della grande catena che deriva dal post­manierismo. Già ope­roso quando il Bernini appena iniziava i primi passi nel cammino del­l'arte, Francesco Mochi procede per la via che naturalmente si svol­geva da quel com­plesso di caratteristiche che va sotto il nome di manierismo. Nè egli è il solo, nel suo tem­po, che dai restauri sulle opere classiche tragga motivi per la

DRESDA, HOFKIRCH - FRANCESCO MOCHI: S. GIOVANNI BATT.

la sua arte di un'im­pronta particolare che lo ricollega piuttosto alla tradizione del più puro miche1angiolismo. Con il Duquesnoy e con l'Algardi, il Mo­chi fa parte di questo movimento che nasce e si sviluppa nella stessa arte barocca. Mo­vimento che non ha il carattere vero e pro­prio di una reazione, poichè anzi accetta certi effetti decorativi, sia pure in ritmi meno fan­tastici; ma che permet­te tuttavia di stabilire nel complesso della scultura barocca questa tendenza più semplice ed efficace nel valore dei mezzi plastici. In­dipendente quindi dal­l'arte di Gian Lorenzo ma non dalle tendenze del suo tempo, Fran­cesco Mochi pone un freno alla libertà e al capriccio imperante, e svolge poi in un unico indirizzo la sua attività, dando alla S. Marta, al S. Matteo e ai mo-

propria arte. Il gusto del tempo lo porta verso l'artificioso; il suo gusto personale pone un freno alla più sbrigliata fantasia e suggella

I) BERTOLOTTI, Artisti veneti, dà i pagamenti per il monumento di Clemente VIII eseguito dal Mariani in S. M. M. e per lui al Mochi, la perizia per il S. Filippo di Orvieto, e il testamento del Mochi in data 12 gennaio 1615.

In Archivio Storico- artistico, ecc. di Roma, 1878- 9, pag. 303 pubblica una lettera di Contessa, moglie dello scultore del Pontefice per ottenere il pagamento delle statue dei SS. Pietro e Paolo.

IlO

numenti equestri di Piacenza la grazia e la no­biltà che queste opere riallacciano alla migliore tradizione fiorentina. PAOLA DELLA PERGOLA

2) DAMI L., Francesco Mochi in Dedalo, 1925-3) PETTORELLI A., Francesco Mochi e i gruppi equestri

farnesiani, Piacenza 1926. 4) WITTKOWER R., Die Taufe Christi von Francesco

Mochi in Zeit. fur Bildeude Kunst, 1930- 31, pagine 15 8-60 e sotto la voce Mochi, nel Thieme und B echer Kiinstler Lexikon, 1930.

5) MULLER W. , Johannes der Taiifer in der Hof­kirche z u dresden, in lahrbuch Prussiano, 1926, pag. 12.

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