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L’artroscopia nel ginocchio degenerato
F. Pellacci
Gruppo Ospedaliero San Donato - Milano
Sede di Villa Erbosa – Bologna
U.O. di Ortopedia e Chirurgia protesica
ed artroscopica del Ginocchio
( Direttore : Prof. Fabrizio Pellacci )
C’era una volta…un paziente affetto da degenerazione articolare che sopportava pazientemente i propri disturbi.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Oggi ci sono gli ‘over 40’
molto impegnati nella vita
quotidiana e pertanto
con difficoltà nella riabilitazione
in genere sportivi non disposti
a rinunce e limitazioni
Meniscectomia negli over 40
Questi pazienti sono delle mine vaganti che pretendono
soluzioni rapide ed efficaci
e soprattutto chiedono di poter continuare a mantenere
il proprio livello di attività a prescindere dalle patologie
da cui sono affetti.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Nel trattamento del ginocchio “degenerato”, o con iniziali
segni di “degenerazione”, l’errore di indicazione può
determinare un peggioramento della sintomatologia.
In alcuni di questi casi, estremamente selezionati,
l’artroscopia è una possibile arma a nostra disposizione,
ma occorre fare attenzione che non sia un’arma a doppio
taglio.
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Ma qual è il percorso ‘usuale’ di questi pazienti ?
Normalmente arrivano alla visita dello specialista
senza una radiografia, ma con 1 o 2 RMN.
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L’iter usuale consiste nel :Riposo “ relativo”
Medico di base
FANS Ginocchiello
RMN
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Purtroppo, le varie classificazioni radiologiche non
prevedono una descrizione anatomo-patologica
della lesione meniscale quindi sono di difficile
valutazione da parte dello specialista ortopedico.
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Diagnosi Radiologica Lesioni Degenerative
Tipo I° : meniscosi pura (intrameniscale)
Tipo II° : meniscosi con rottura parziale (Flap)
Tipo III° : meniscosi con lesione cistica
Tipo IV ° : meniscosi con lesione complessa
Tipo V° : meniscosi con lesioni condrali associate
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La R.M.N. non è in genere esplicativa :
“ zona di rimaneggiamento meniscale conprobabile linea di frattura”
“ note di condropatia “
L’attenzione del medico di base e del paziente si accentra sulla lesione meniscale
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E’ opinione comune che la lesione meniscale sia una sciocchezza.Inoltre la maggior parte dei pazienti crede di essereun campione
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… ho un menisco rotto…
… mi dovrebbe operare subito perché fra 10 giorni devo partire per fare trekking in Nepal… ho giàpagato il viaggio…
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A questo punto ci troviamo nella situazione di avere di fronte a noi un paziente convinto di avere un piccolo problemache si può risolvere con un piccolo intervento, atraumatico , privo di complicazioni e che in breve tempo sarà di nuovo in forma.
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Occorre ricordare al paziente che le vere lesioni meniscali
causano sintomi meccanici
al ginocchio, e cioè scatti
dolorosi, versamenti,
limitazione articolare.
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Interrogando il paziente si scopre invece che magari anche in passato ha avuto episodi di versamento e di dolore.
Approfondendo il discorso si evidenzia come inpassato anche altre articolazioni siano state interessate.
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Pertanto la realtà è completamente diversa poichédobbiamo far capire al paziente :
► che il menisco è solo in piccola parte responsabile
► che la sua è una malattia evolutiva
► che il risultato dell’eventuale artroscopia
non dipenderà tanto dalla lesione meniscale
ma dalla gravità della lesione cartilaginea.
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Dovremo a questo punto far vedere delle immagini facilmente comprensibili ed oggi non abbiamo problemi
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Spiegare che le lesioni cartilaginee possono essere di gravità diversa :
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A questo punto vedremo il viso del paziente trasformarsi
e farsi molto preoccupato
Non dobbiamo terrorizzare gli ammalati e pertanto
dovremo cercare di rassicurarli senza scendere
nell’ottimismo e questo è molto difficile.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Dovremo trovare esempi facilmente comprensibili :
paragonare la cartilagine articolare al battistrada
della gomma ed il menisco all’ammortizzatore
dell’auto.
“ Ci andrebbe con una gomma consumata
su un terreno accidentato o farebbe un lungo viaggio ?”
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“ E’ importante che Lei capisca che il ginocchio svolge
una funzione meccanicae pertanto, se è malato, occorre
che lavori entro limiti accettabili “.
“… ognuno ha il proprio limite… bisogna provare per
trovarlo… è utile però non fare le cose che fanno
male…occorre dimagrire…non fare la Firenze > Faenza
a piedi…meglio il nuoto”.
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Dovremo spiegare cos’è l’artrosi e dire :la sua è una malattia degenerativa, ma ne esistono
molte forme e la gran parte sono ad una evoluzione
lentissima, se il suo ginocchio verrà trattato in modo
adeguato, potrà funzionare fino alla vecchiaia senza
tanti problemi.
“ non andrà mai sulla sedia a rotelle !”.
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Dovremo dire chiaramente come l’eventuale Debridement
sia un intervento temporeggiatore, con bassa incidenza
di complicazioni ( meno dell’1% ), che può consentire un
miglioramento nel tempo ( non quantificabile ) non
raggiungibile con il trattamento conservativo.
Il paziente deve comprendere l’approccio
relativamente non scientifico.
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La Rx in ortostatismo merita un discorso a parte :
Il paziente arriva con una TAC o una RMN che ritiene il
massimo degli accertamenti e non ha una Rx in
ortostatismo.
Dobbiamo convincerlo che la Rx è indispensabile :
“ comprerebbe una casa senza aver analizzato
le fondamenta”
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
…pertanto dovremo far capire che è
fondamentale eseguire una radiografia
sotto carico
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Senza dimenticare
l’importanza di una
proiezione di
Rosenberg
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e occorrerà altresì non dimenticare l’eventualità di una necrosi in fase iniziale
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Età del paziente ed Osteonecrosi
in pazienti di etin pazienti di etàà > 65 anni sintomatici > 65 anni sintomatici
per gonalgia : prevalenza dellper gonalgia : prevalenza dell’’ osteonecrosi osteonecrosi
in stadio iniziale = in stadio iniziale = 9,4% 9,4%
rispetto al rispetto al 3,4 %3,4 % nei pazienti > di 50 anninei pazienti > di 50 anni
Hanssen AD, JBJSHanssen AD, JBJS--A 2000A 2000
Pape D, Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2002Pape D, Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2002
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
La meniscectomia non è una procedura benigna !
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Eseguita la radiografia ci possiamo trovare
nella necessità di dover correggere un difetto
assiale, dobbiamo pertanto far capire la
necessità di un intervento di ostetomia :
“.. il carico non fa curve, si trasmette in linea retta…
Lei ha consumato la cartilagine interna ed ora il peso
si trasmette maggiormente sulla parte malata perché
ha le ginocchia vare…”
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Quindi un paziente convinto di fare un piccolo intervento
si troverà nella situazione di dover subire
un’ostetomia tibiale con scarico
e rieducazione.
Il tempo della ripresa non sarà
più di qualche giorno ma di 3 mesi.
Profonda diversità fra artigiani e dipendenti !
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Ma alla fine di questo discorso rimane unquesito al quale dovremo rispondere : lo sport ?
Dovremo consigliare sport poco traumatici, ma non dobbiamo dimenticare la psiche :
“ siamo fatti di carne e di spirito, se non fare una sciata,
una escursione, le costa parecchio, la faccia, al massimo
avrà il ginocchio gonfio per un po’…”
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Dobbiamo tenere presente che non tutto può essere migliorato dalla chirurgia e che nei casi dubbi la terapia conservativa può essere la soluzione migliore
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Ma alla fine quando e chi dobbiamo operare ?
� Pazienti attivi
� Non deviazioni assiali
� Dolore associato a sintomi meccanici
� Lesioni cartilaginee grado 1-2
NON altre patologie (sinoviti reumatiche, condrocalcinosi)
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Dopo questa introduzione scendiamo adesso nel particolare
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Nel 1934 Burman, Finkelstein e Mayer dissero :
“ nei casi di artrosi era sorprendente assistere ad un
notevole miglioramento nelle articolazioni trattate in
artroscopia “.
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Piramide terapeurica dell’artrosi( Dieppe – Buckwalter 1998 )
Informazione - Controllo ponderale - Abitudini di vit a - Tranquillità
Analgesici - FANS - FKT - Condroprotettori
Infiltrazioni locali
Artroscopia
ChirurgiaChirurgia
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Magnusson ( 1941 ) Magnusson ( 1941 ) diffuse la tecnica del debridement artrotomico diffuse la tecnica del debridement artrotomico
che comprendeva :che comprendeva :
�� sinoviectomia sinoviectomia �� meniscectomia meniscectomia �� abrasione corticale abrasione corticale �� resezione degli osteofiti resezione degli osteofiti �� e talvolta perforazionie talvolta perforazioni
Risultati soddisfacenti sono stati riportati da Risultati soddisfacenti sono stati riportati da Haggart ( 1940 ) Isserlin ( 1950 ) e Insall ( 1974 )Haggart ( 1940 ) Isserlin ( 1950 ) e Insall ( 1974 )
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Ma il Debridement artrotomico ha avuto un successo parziale a causa delle conseguenze negativedell’artrotomia.
Con l’avvento dell’artroscopiaquesta tecnica ha avuto un nuovo impulso.
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Analizziamo ora i vari tempi del “debridement”soprattutto riguardo la :
► Meniscectomia
► Trattamento delle lesioni cartilaginee
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Nel fare un’artroscopia eseguiamo il :
Lavaggio articolarepermette la rimozione di :
� detriti cartilaginei
� enzimi di degradazione
� fattori (sostanza P) che contribuiscono al dolore
� effetto placebo
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Lavaggio articolare : Beneficio temporaneo
I buoni risultati riportati in letteratura sono com presi
fra il 50% e il 70% ma sono poco duraturi nel tempo
come è stato recentemente dimostrato. �Hubberd M (1996) Debridement versus washout for degeneration of medial femoral condyle. J Bone Joint Surg Br 78:217-219
� Moseley JB, O’Malley K, Petersen NJ et al (2002) A controlled trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee. N Engl J Med 347:81-88
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Lavaggio articolare
Risultati non differenti da quelli di un placebo Moseley JB, O’Malley K, Petersen NJ et al (2002) A controlled trial
of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee. N Engl J Med 347:81-88
Sgaglione N, Miniaci A, Gillogly SD, Carter TR (2002) Update on advanced surgical techniques in the treatment of traumatic focal articular cartilage lesions in the
knee. Arthroscopy 18[Suppl 1]:9-32
Può essere peraltro ancora indicato in malattie metaboliche come la condrocalcinosiin presenza di una sintomatologia ricorrente.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Patologia meniscale
La vera patologia meniscale è su base meccanica
La patologia meniscale degenerativa non riconosce una etiopatogenesi traumatica importante ed è su
base algica
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Nel 1930, Don Kingosservò un pz. con una gonartrosi monocompartimentale sottoposto a meniscectomia 20 a. prima.
Fairbank nel 1948, ha dimostrato che dopo meniscectomia, si verificavano delle alterazioni radiografiche caratterizzate da
• restringimento,
• irregolarità,
• appiattimento dello spazio articolare.
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Watanabe nel 1962effettuò la prima meniscectomia parziale artroscopica.
Watanabe 21
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Dandy e Jackson ( 1975 )riscontrarono che le lesioni osteo-cartilaginee si manifestano con una incidenza da 4 a 7 volte maggiore nelle ginocchia operate di meniscectomia parziale rispetto alle normali
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In base a studi condotti su animali,
Cox e Cordel ( 1977 )hanno confermato
la diretta correlazione fra lo sviluppo
dell’artrosi e la meniscectomia.
I cambiamenti degenerativi
dopo meniscectomia sono
proporzionali alla quantità
di menisco asportato
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Tipologia delle lesioni meniscali in rapporto all’età del paziente :
< 18 a. (età evolutiva) più rare/malformazioni
18 – 30 a. lesioni traumatiche
30 – 50 a. lesioni traumatiche/degenerative
> 50 a. lesioni atraumatiche/degenerative
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Patologia meniscale
Paziente giovane con ricordo di un trauma distorsivo
o di flesso – estensione,
con sensazione che ci sia qualcosa che si frapponga o che
scatti, o che lamenti, subito dopo il trauma, una difficoltà
all’estensione :
Lesione meniscale vera
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Patologia meniscalePatologia meniscale
Paziente > di 40 a.
con ricordo di un trauma lieve o imprecisato,
con insorgenza di dolore,
versamento, zoppia soprattutto stando in piedi
o dopo sforzo :
Lesione meniscale degenerativa
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La classificazione anatomo-patologica proposta da Jackson e Dandy nel 1976le distingue in :
� Longitudinali
� Manico di secchia
� Orizzontali
� Radiali
� Flap
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Lesioni orizzontali
Sono a volte associate a cisti parameniscali e possono essere presenti nel menisco discoide apparentemente normale (lesioni intramurali). In queste lesioni abbiamo riscontrato il più alto grado di condropatie.
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Menisco laterale : cisti parameniscali spesso associate a lesioni orizzontali
Flap
interessano più frequentemente il menisco mediale.Sono al secondo posto per frequenza di concomitanti condropatie.
Nel menisco mediale sono maggiormente frequenti nel quarto decennio e restano le più frequenti dopo i 50 anni.
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Sono la conseguenza di combinazioni di lesioni orizzontali e oblique e possono localizzarsi sotto il menisco, nello iatus o nei recessi laterali.
Lesioni complesse
sono generalmente la conseguenza di traumi ripetuti pertanto ad una lesione originale se ne aggiungono altre di vari tipi.
Più frequentemente sono lesioni longitudinali variamente associate a flap e lesioni orizzontali.
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Grave artrosi del compartimento laterale in esiti di meniscectomia laterale
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Grave artrosi del compartimento mediale in esiti di meniscectomia mediale
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Risultati
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Gli over ‘40 sportivi ritardatari hanno spesso :
► Sovrappeso
► Deviazioni assiali
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La revisione dei lavori può aiutarci ?
Studi retrospettivi di difficile valutazionePopolazione poco omogeneaPochi lavori specificiMancanza di studi prospettici randomizzati
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Risultati delle meniscectomie parziali artroscopiche :Eccellenti a medio termine : 80% – 95 %
••AGLIETTI , IT. J. SPORTS MED. , 1986AGLIETTI , IT. J. SPORTS MED. , 1986
••FRIEDMAN , ARTHROSCOPY , 1987FRIEDMAN , ARTHROSCOPY , 1987
••FAUNO , ARTHROSCOPY , 1992FAUNO , ARTHROSCOPY , 1992
••BOLANO , AM. J. SPORTS MED. , 1993BOLANO , AM. J. SPORTS MED. , 1993
••RANGGER , AM. J. SPORTS MED. , 1995RANGGER , AM. J. SPORTS MED. , 1995
••BURKS , ARTHROSCOPY , 1997BURKS , ARTHROSCOPY , 1997
••SCHIMMER , ARTHROSCOPY,1998SCHIMMER , ARTHROSCOPY,1998
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Meniscectomia parziale artroscopica- ETA’
Bolano e Grana ( 1993 )in 50 pz f-up 7 a. ( lesioni meniscali pure ).
Buoni risultati nei pz di età inferiore ai 40 a. ( 88% )
Risultati peggiori nei pz. più anziani ( solo 55% )
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Età del pazienteMenetrey et al.:Swiss Surg,2002
Meniscectomia > 50 anni
Lesione degenerativa : 20 % risultati buoni
Lesione traumatica : 90 % risultati buoni
Saragaglia et al.:Revue Chir Rep 1992
Meniscectomia > 45 anni : 76 % risultati buoni
Meniscectomia < 45 anni : 87,5 % risultati buoni
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Allen ( 1984 )ha riscontrato che influenzano il risultato :
• l’età superiore a 40 a.
• l’anormale allineamento
• la localizzazione della lesione
ma solo l’età > 40 a. era statisticamente significativa.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Matsuse,Thompson , Arthroscopy 1996
Meniscectomia mediale > 40 anni
Condropatia grado 4 : 50 % risultati buoni
Condropatia grado 0 : 90 % risultati buoni
Bolano,Grana, Am J Sports Med 1993
Condropatia > di grado 2:
33 % risultati non soddisfacenti
Condropatia grado 0 :
9 % risultati non soddisfacenti
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Neyret ( 2001 ) 317 pz, f-u 13 a.
Rx : degenerazione 22,4 %
Fattori negativi :
� Lesione cartilaginea
� Resezione troppo periferica
� Resezione del 3° posteriore
� Età > 35 a.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Fauno ( 1992 )ha riscontrato che
la meniscectomia mediale in ginocchia
vare e la meniscectomia laterale in
ginocchia valghe, aumentano
significativamente il rischio di
sviluppare alterazioni degenerative
rispetto alle meniscectomie
effettuate in ginocchia
con normale allineamento.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Effetto placeboEffetto placebo
““ all five patient with only puncture wounds reported all five patient with only puncture wounds reported a decrease in pain at six months postoperativelya decrease in pain at six months postoperatively””
Moseley JB, Am J Sports Med 1996. Moseley JB, Am J Sports Med 1996. ““ Prospective, randomized, placeboProspective, randomized, placebo--controlled controlled trialtrial ””
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
In tutti i casi la meniscectomia deve essere eseguita
con molta accuratezza perché è necessario raggiungere
il giusto equilibrio fra la necessità di asportare
il tessuto meniscale lesionato fino al tessuto sano
e quella di conservarne il più possibile
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Negli over ’40 il ritorno alla normalità è più lento ed i
risultati della meniscectomia tendono a deteriorarsi
nel tempo.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
CONCLUSIONI
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
• La meniscectomia non è una procedura benigna
• Lo stress di contatto femoro tibiale aumenta in
proporzione alla quantità di menisco escissa ed un
menisco resecato parzialmente continua a trasmettere
il carico se la continuità circonferenziale è intatta.
• Risultati a lungo termine basati sulla osservazione
clinica indicano che il risultato funzionale è migliore
nei pazienti sottoposti a meniscectomia parziale
rispetto a quella totale.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
• La meniscectomia totale scompensagravemente il ginocchio.
• La meniscectomia mediale in ginocchia vare e la meniscectomia laterale in ginocchia valghe, aumentano significativamente ilrischio di sviluppare alterazioni degenerative rispetto alle meniscectomie in ginocchia con normale allineamento.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
È importante inoltre ricordare quanto la meniscectomia
laterale sia meno tollerata dal ginocchio rispetto a quella
mediale.
Questa regola vale ancora di più nelle ginocchia
con iniziali segni di degenerazione artrosica.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
• I risultati dopo meniscectomia artroscopica sono buoni a breve emedio termine, ma sono riportate alterazioni degenerative a lunga distanza.
• I fattori che si associano a buoni risultati nella meniscectomia parziale sono:
� l’età inferiore a 40 anni
� la lesione semplice unica (m. di secchia, flap, radiale)
� il breve tempo intercorso tra trauma e intervento
� la condromalacia minima.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
I fattori di rischio per l’insorgenza dell’artrosi sono:
� l’età superiore a 40 anni� l’anormale allineamento� la sede laterale della meniscectomia
in confronto a quella mediale
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
In conclusione
� Occorre essere il più conservativi possibile.
� Qualora ciò non fosse possibile bisognerà
informare adeguatamente il paziente sulla
evoluzione poco favorevole dell’intervento.
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Analizziamo ora un altro tempo del debridement :il trattamento delle lesioni della cartilagine articolare
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Hunter 1743 “ Da Ippocrate ai tempi nostri la
cartilagine ulcerata è un disturbo fastidioso e una volta
instaurata non si ripara”.
Sir James Paget 1853“ Io credo che non esistono casi
nei quali la perdita di porzione della cartilagine articolare
è stata restaurata con nuova e ben formata cartilagine
permanente ”.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
La cartilagine è un tessuto altamente sofisticato :
� ha pochissime cellule
� trattiene una grande quantità d’acqua
� non è vascolarizzato
� non è innervato
� è nutrito dal liquido sinoviale
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
La natura avascolare della c.a. ha un ruolo importante per quanto riguarda le sue potenzialitàdi guarigione.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Esistono 2 meccanismi di riparazione :
1 - Intrinseco : la capacità dei condrociti di
sintetizzare una nuova matrice
( dimostrata solo negli animali )
2 - Estrinseco: legato alle concomitanti lesioni
sinoviali e dell’osso subcondrale
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
La guarigione estrinseca porta alla formazione di collagene di tipo Ie pertanto nella migliore delle ipotesi la c.a. umana ha una guarigione intrinseca alquanto limitata.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
FrequenzaIn una serie di 4.463 artroscopie : 4.620lesioni
Femoro - rotulea : 1.851Compartimento mediale : 1.777Compartimento laterale : 992
La gravità delle lesioni ( Outerbridge ) :
grado 2° : 2.690grado 3° : 1.478grado 4° : 552 ( 11,9% )
Pellacci 1998
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Classificazione di Outerbridge ( 1961 )
Tipo 1 - Rammollimento e rigonfiamento della c.a.
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Outerbridge ( 1961 )
Tipo 2 - Frammentazione e fissurazione < cm. 1 di diametro
Tipo 3 - > cm.1 di diametro
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Outerbridge ( 1961 )
Tipo 4 - Erosione fino all’osso subcondrale
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Poiché non esiste una classificazione perfetta
è fondamentale per il chirurgo artroscopico essere
coerente ed utilizzare routinariamente un sistema
di classificazione.
Quando poi si parla di ulcere cartilaginee,
è molto importante documentare l’estensione della
lesione espressa in percentuale dell’area di superficie.
( per es. 30% del CFM ) e specificare se in zona portante
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Altrettanto importante
specificare se la
lesione è“ spallata “
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Sintomatologia
• dolore che si accentua con il carico• versamento• limitazione funzionale• pseudoblocchi
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Clinicamenteuna lesione condrale può essere sospettata qualora nell’anamnesi risulti una trauma diretto o un trauma rotatorio
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Un danno cartilagineo evolve più o meno
rapidamente nel tempo verso una degenerazione
artrosica.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Nelle lesioni di 2Nelle lesioni di 2°° e 3e 3°° grado della classificazione di grado della classificazione di
Outerbridge caratterizzate da fibrillazioni e Outerbridge caratterizzate da fibrillazioni e
frammentazioni senza esposizione dellframmentazioni senza esposizione dell’’ osso osso
subcondrale possiamo eseguire solamente subcondrale possiamo eseguire solamente
il il ““ Debridement cartilagineoDebridement cartilagineo““
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Nelle lesioni di 3° - 4° grado :
Stimolazione della crescita fibrocartilaginea
� Perforazioni ( Pridie 1957 )
� Abrasione ( Johnson 1986 ) desueta
� Microfratture ( Steadman 1992 )
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Lo “shaving” cartilagineo prevede la regolarizzazione
mediante strumento motorizzato o radiofrequenze
della superficie cartilaginea di aspetto fibrillante è
utile perché riduce lo stimolo infiammatorio provocato
dai lembi cartilaginei instabili,
ma non rimuove la causa che ha prodotto la degenerazione cartilaginea.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Pertanto la reale efficacia dello shavingcartilagineo nell’indurre una risposta riparativa della cartilag ine rimane controversa
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Schmid ( 1987 )in uno studio di microscopia elettronica
ha osservato che lo shaving non ricostruisce una superficie
condrale liscia e può inoltre causare un aumento della
fibrillazione e della necrosi cellulare nella zona adiacente
la lesione.
Anche le radiofrequenze possono avere
un effetto necrotizzante
( Lu 2000 )
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Indicazioni al trattamento chirurgico:
� Anamnesi� Esame obiettivo� Esame radiografico
( Rosenberg )� Scintigrafia
( Necrosi epifisaria )
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Indicazioni al trattamento chirurgico:
Sintomatologia caratterizzata da :
� dolore acuto articolare� blocchi� versamenti� fallimento del trattamento conservativo o FKT� allineamento quasi normale� artrosi di grado medio o lieve
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Criteri di esclusione :
• Sovrapeso • Rigidità articolare• Deviazioni assiali > 5 °• Malattie infiammatorie o A.R.• Artrosi severa• Età relativa al caso clinico
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Nelle piccole lesioni ulcerative (< di cm 2) :
Tecnica delle microfratture introdotta da Steadman :
☻ Poco costosa
☻ Pratica : strumenti artroscopici a punta e con diverse angolature (pics),
☻ Biologicamente non invasiva, perché non necrotizza l’osso.
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Microfratture - Risultati
Steadman (1998)f-up 3 anni, riporta miglioramento
� del dolore nel 75 % dei casi, � del lavoro pesante nel 67 % dei casi, � dell’attività sportiva intensa nel 65 % dei casi.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Microfratture Microfratture -- RisultatiRisultati
Blevins (1994)Blevins (1994)ff--up a 5 a. di 236 atleti :up a 5 a. di 236 atleti :
77 % degli atleti ad 77 % degli atleti ad
alto livello sono tornati alto livello sono tornati
alla competizione in media alla competizione in media
9,3 mesi dopo il trattamento9,3 mesi dopo il trattamento
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Hangody ( 1997 )a 5 anni riporta un risultato positivo per la mosaicoplastica che va dall’86% al 90% mentre quello delle perforazioni andava dal 48% al 62%
Fabbriciani (2001)riporta risultati E/B nel 55 %in 52 pazienti di età 51 aa., al f-up di 2 aa.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
In 12 pz con lesione isolata del CFM in
presenza di MM integro il risultato E/B del 83 %
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
In 5 casi con lesione In 5 casi con lesione
del del CFMCFM , ,
ginocchio ginocchio valgo valgo
e e MM integroMM integro
nessun caso nessun caso
èè statostato
insoddisfacenteinsoddisfacente
Rx preop. e a 38 m
In 9 pz. In 9 pz.
con lesione con lesione
CFM e CFM e
ginocchio varo ginocchio varo
(7 con MM integro)(7 con MM integro)
il risultato era il risultato era
soddisfacente nel soddisfacente nel 56 %56 %
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
CFM gin varo - f-up a 41 m.
Maggiore riduzione dell’emirima rispetto al controlaterale
I pazienti con localizzazione dellI pazienti con localizzazione dell’’ ulcera a livello ulcera a livello
della femorodella femoro--rotulea in associazione o meno ad rotulea in associazione o meno ad
altri sedi hanno ottenuto un risultato soddisfacente altri sedi hanno ottenuto un risultato soddisfacente
solosolonel nel 33 %33 % dei casidei casi
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
EE’’ dimostrato che la riparazione condrale dimostrato che la riparazione condrale
avviene con cartilagine caratterizzata da collagene avviene con cartilagine caratterizzata da collagene
tipo Itipo I e non da collagene tipo II come nella e non da collagene tipo II come nella
cartilagine articolare normale.cartilagine articolare normale.
Ma il lavoro di Ma il lavoro di Knutsen (2004)Knutsen (2004)sembra sembra
contraddire questo teorema.contraddire questo teorema.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Knutsen G. et al. (2004)Knutsen G. et al. (2004)Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :
Difetto isolato in ginocchia stabili (65% traumatico, 28% O.D. ,Difetto isolato in ginocchia stabili (65% traumatico, 28% O.D. ,89% CFM)89% CFM)
EtEtàà : 18 : 18 –– 45 anni45 anni
Lesioni da 2 a 10 cmLesioni da 2 a 10 cm
ProfonditProfondit àà < di mm 10< di mm 10
Deviazioni assiali < di 5Deviazioni assiali < di 5°°
No obesitNo obesitàà
No ARNo AR
No restringimento emirimaNo restringimento emirima
No instabilitNo instabilitàà FRFR
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Knutsen G. et al. (2004)Knutsen G. et al. (2004)
Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :
Biopsie di mm 2 ( 32 ACI e 35 Microfratture)Biopsie di mm 2 ( 32 ACI e 35 Microfratture)
Gruppo 1 : cartilagine ialina > 60%Gruppo 1 : cartilagine ialina > 60%
Gruppo 2 : misto di cartilagine ialina (40Gruppo 2 : misto di cartilagine ialina (40--60%) e fibrocartilagine60%) e fibrocartilagine
Gruppo 3 : fibrocartilagine > 60%Gruppo 3 : fibrocartilagine > 60%
Gruppo 4 : assenza di tessuto di riparazioneGruppo 4 : assenza di tessuto di riparazione
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Knutsen G. et al. (2004)Knutsen G. et al. (2004)
Studio istologico su 32 ACI vs 35 Microfratture :Studio istologico su 32 ACI vs 35 Microfratture :
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
6
4
10
6
11
18
5
7
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
ACI Microfra ACI Microfra ACI Microfra ACI Microfra
1 Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 2 Gruppo 3 Gruppo 3 Gruppo 4 Gruppo 4 Gruppo
Istologia
Knutsen G. et al. (2004)Knutsen G. et al. (2004)Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :Studio randomizzato su 40 ACI vs 40 Microfratture :
Non differenze sostanziali fra le due metodiche. Non differenze sostanziali fra le due metodiche. (limite FU 2 anni)(limite FU 2 anni)
ACI nei difetti piACI nei difetti pi ùù grandigrandi
Risultati clinici a 2 anni : Risultati clinici a 2 anni :
Microfratture (dolore) Microfratture (dolore) : miglioramento del : miglioramento del 75%.75%.
ACIACI (dolore) (dolore) : miglioramento del : miglioramento del 78%.78%.
SF 36 SF 36 : risultati migliori nelle microfratture: risultati migliori nelle microfratture
Tegner Tegner : risultati migliori nei pazienti attivi e nei giovani: risultati migliori nei pazienti attivi e nei giovani
Microfratture : risultati migliori nei difetti < di 4 mm2Microfratture : risultati migliori nei difetti < di 4 mm2
Non correlazione fra risultato istologico e risultato clinicoNon correlazione fra risultato istologico e risultato clinico
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
DallDall ’’ analisi dei nostri dati risulta evidente come laanalisi dei nostri dati risulta evidente come la
deviazione assialedeviazione assialeabbia unabbia un’’ importanza primaria importanza primaria
nel determinare il risultato.nel determinare il risultato.
I casi con lesione del CFM (con valgismo, m.m. I casi con lesione del CFM (con valgismo, m.m.
integro ) integro ) hanno tutti avuto un risultato hanno tutti avuto un risultato
soddisfacentesoddisfacente, ,
mentre quelli del CFM ma con varismo mentre quelli del CFM ma con varismo
hanno avuto un risultato soddisfacente del hanno avuto un risultato soddisfacente del 56 %56 %
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Follow – up
I risultati del trattamento artroscopico dell’artro si
sono destinati a peggiorare nel tempo
Edelson(1995) a 1 anno 89, 2 % a 2 anni 60, 7 %
Rand (1991) a 1 anno 80 %, a 3 anni 77 %,
a 5 anni 67 %
Baumgaertner (1990)a 15 mesi 52 % a 33 mesi 40 % a
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Asportazione di corpi mobili di diversa etiologia
causa di blocchi articolari, dolore e versamento.
Possono essere liberi o peduncolati.
L’artroscopia è la tecnica di elezione per la loro asportazione.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Degenerative Joint Disease Package.
Una tecnica chirurgica artroscopica,
recentemente introdotta da Steadman,
che ha come base filosofica quella di ridurre
il dolore nel ginocchio artrosico attraverso
il recupero di una mobilità articolare completa.
Essendo di recentissima introduzione non se ne conoscono ancora i risultati a distanza.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
Il debridement delle lesioni condrali croniche da una
regressione dei sintomi transitoria, incompleta ed
Imprevedibile.
L’escissione delle lesioni meniscali degenerative
instabili è una procedura efficace ma con obiettivo
limitato, occorre essere molto cauti e conservativi.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
Il debridement rimane una tecnica alla quale,
in casi selezionati, affidarsi per procrastinare
l’intervento di protesi come riportato da McGinley
che ad un follow-up di 13,2 anni ha riscontrato
che il 67 %delle ginocchia non era stato
ancora protesizzato.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Microfratture
La “cartilagine” neoformata ha proprietà meccaniche inferiori
alla cartilagine ialina normale ed il collagene è di tipo I.
I fattori sfavorevoli limitano la possibilità di estendere questo
tipo di trattamento che invece per semplicità e minor costo
sarebbe di facile attuazione.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
Occorre selezionare attentamente i pazienti
in base alla storia clinica, all’esame obiettivo
e all’esame Rx in ortostatismo
Se l’asse meccanico passa attraverso la lesione,
il debridement non avrà successo.
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
I pazienti debbono essere informati
• sulla loro malattia di base
• sull’obiettivo limitato della procedura artroscopica
• sulle potenziali complicanze e
• sul possibile ulteriore trattamento chirurgico
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Conclusioni
La situazione più spiacevole per un chirurgo
ritengo sia quella in cui un paziente da noi
operato ci dica :
“perché sono stato operato se ho gli stessi problemi
di prima… anzi sono peggiorato !”
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
In conclusione crediamo che uno dei più importanti
fattori di successo in questa patologia risieda nella
comprensione delle problematiche da parte del paziente
e questo si ottiene con una accurata informazione
L’artroscopia nel ginocchio degenerato
Grazie,per la Vostra attenzione.
Vi aspetto tutti a Bologna dal 24 al 26 Ottobre 2012
per il 27° Corso
L’artroscopia nel ginocchio degenerato