L'arbitro 1.15

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  • Sar arbitro imparzialei giocatori mi aiutinoSergio Mattarella al Quirinale

    Approvato il pacchetto

    contro la violenza

    Quattronuovi alfieri

    alla FIFA

    Eticae mondoarbitrale

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    NUMERO 01/2015

  • Anno LXXII n. 1/2015

    DirettoreMarcello Nicchi

    Direttore ResponsabileCarmelo Lentino

    Comitato di RedazioneNarciso Pisacreta, Umberto Carbonari, Rosario DAnna, Maurizio Gialluisi, Erio Iori, Giancarlo Perinello, Alberto Zaroli, Alfredo Trentalange, Francesco Meloni

    CoordinatoriFederico Marchi (Nord)Alessandro Paone (Centro)Rodolfo Puglisi (Sud)

    ReferentiAbruzzo Marco Di FilippoBasilicata Arrigo DAlessandroCalabria Paolo VilardiCampania Giovanni ArutaEmilia Romagna Raffaele Alessandro SerrauFriuli Venezia Giulia Caterina PittelliLazio Giorgio Ermanno MinafraLiguria Federico MarchiLombardia Paolo CazzanigaMarche Fabio StellutiMolise Daniela NovelliPiemonte Valle dAosta Davide SagliettiPuglia Ferdinando Insanguine MingarroSardegna Valentina ChiricoSicilia Giuseppe La BarberaToscana Saverio RomanoCPA Trento Adriano Collenz CPA Bolzano Claudio TrapaniUmbria Ambra ColopiVeneto Francesco Palombi

    Direzione e redazioneVia Campania, 47 - 00187 ROMAtel. 06 84915026 / 5041 - fax 06 84915039sito internet: www.aia-figc.ite-mail: [email protected]

    Chiuso in redazione il 28 febbraio 2015

    twitter: @AIA_it

    twitter: @AIA_lArbitro

    instagram.com/aia_it

    Realizzazione grafica e stampaGrafiche Marchesini s.r.l.Via Lungo Buss, 884 - Angiari/Veronawwww.grafichemarchesini.it [email protected]

    Sped. in abb. post. - Art. co 20/c leg. 662/96Filiale di RomaISSN 1974-2657

    Tiratura 48.000 copie

    Gli articoli della rivista lArbitro della FIGC possono essere riprodotti, ma dietro autorizzazione dellAIA, su qualsiasi pubblicazione italiana o straniera, alla esplicita condizione che ne sia citata la fonte.

    Sommario

    in copertina: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    lArbitro della Federazione Italiana Giuoco Calcio" una pubblicazione periodica, registrata presso il Tribunale di Roma n. 499/1989 dal 01/09/1989

    E i violentisaranno perseguiti

    di Narciso Pisacreta

    4 Il saluto dello storico Direttore di Mario Pennacchia5 Sar arbitro imparziale

    6 Per essere Arbitroserve che le parti lo accettinodi Alvaro Moretti

    9 Federazione approva pacchetto proposte AIA sulla violenza agli arbitri10 Annullo filatelico e riunione della Redazione11 Arbitri fra sorteggio e movioladi Fulvio Bianchi12 Leterno conflitto nazionale-societdi Alberto Cerruti14 Introdotti nuovi principi,ricadute anche sul mondo arbitrale

    di Aldo Bissi

    16 Ho lottato per farcela e per tornare in campodi Alessandro Paone

    I NEO INTERNAZIONALI

    18 FILIPPO MELI: Un ko lungo sei mesi non riuscito a piegarmidi Gaetano Pugliese e Giada Giacalone

    20 FABIANO PRETI: Ventanni di cammino per realizzare un sognodi Daniela Novelli

    22 VERONICA VETTOREL:Un inatteso dono di nataledi Giorgio Ermanno Minafra

    24 GIUSEPPE SICURELLA: al Beach Soccer con impegno totaledi Valentina Chirico

    ESORDIO IN A

    26 ROSARIO ABISSO: Linizio del sogno da unidea del nonnodi Ambra Colopi

    28 Pizzi: I problemi dellatleta vanno risolti presto e benedi Rodolfo Puglisi

    30 Etica e mondo arbitraledi Domenico Mazzilli, Giovanni Scanagatta e Danilo Bigi

    32 OA DAYFormazione continua per gli osservatori33 Un nuovo strumento informaticoper la gestione di CRA e Sezioni

    di Francesco Palombi

    34 DALLA LEGA PRO ALLA BUN SALTO INASPETTATOdi Ferdinando Insanguine Mingarro

    35 Giuliana Guarino prima donna nel CRAdi Giovanni Aruta36 Luigi Rosato arbitro della finale38 Il premio Concetto Lo Belloa Paolo Tagliavento

    di Giuseppe La Barbera

    39 Gli arbitri primi in campotra gli angeli del fangodi Federico Marchi

    40 Al materano Carmine Pallotta la mezza maratona di Sanremo41 Antonio Di Paola un arbitro benemerito alla maratona di New York42 Marco Leali, uno scienziato con la bandierina Alla ricerca dellantifuorigioco

    di Paolo Cazzaniga

    43 Limportanza della psicologianella preparazione sportivadi Eva Iorio

    46 PRIMO PIANO/FLASH

    48 Lallenamento ad alta intensitdi Carlo Castagna50 Quesiti Tecnici

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  • Attraverso il nostro sito internet, che renderemo sempre pi funzionale alle esigenze di comunicazione, come rinnovato supplemento online della rivista, avete potuto apprendere i maggiori eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del 2014, chiuso con lappuntamento organizzato per i no-vantanni della nostra rivista lArbitro.Tra le varie novit, di particolare rilievo, non possiamo non re-gistrare alcuni importanti risultati ed una problematica, soprag-giunta durante la fase di programmazione delle attivit per il 2015, che stiamo affrontando con determinazione per risolverla.Il primo quello dellattivazione dei codici fiscali a tutte le 210 Sezioni che adesso diventano associazioni di diritto privato non riconosciute. Un ottimo risultato, su cui il Consiglio Federale ha approvato la nostra proposta, che pu garantire una crescita, su tutti i fronti, della nostra base associativa anche in termini di maggiore autonomia organizzativa e gestionale.Il secondo, forse il pi importante, rappresentato dalla delibera che il Consiglio Federale ha adottato sul tema della violenza. Questo, di cui pi avanti nel numero parla il Vice Presidente Pi-sacreta, rappresenta un risultato storico che pone le basi per debellare il fenomeno della violenza agli arbitri.La nuova problematica costituita, invece, dal taglio al budget dellAIA, operato come conseguenza di una minore disponibilit delle risorse che vengono stanziate alla Federazione dal CONI. Abbiamo posto in essere ogni iniziativa di efficientamento idonea a mantenere gli equilibri di bilancio, nellattesa che lintroduzione di uno sponsor per lAssociazione possa divenire realt. Per rag-giungere questo risultato, e diversi altri, la struttura dellAIA stata dotata di un apposito ufficio marketing, affidato ad un funzionario della FIGC, dislocato presso la nostra struttura organizzativa Questo numero della rivista, che vedete rinnovato nella grafica e nei contenuti apre un nuovo ciclo. Non potevamo che farlo ri-prendendo una citazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cui rivolgo anche attraverso queste pagine un de-ferente saluto ed il ringraziamento per aver metaforicamente, con saggezza e lungimiranza, accostato le alte funzioni cui stato chiamato ai principi che appartengono alla nostra cultura arbitrale.

    *61 anni, ex arbitro internazionale, Presidente dellAIA dal 2009

    Codice Fiscale alle Sezioni e contrasto alla violenza

    sono una realtdi Marcello Nicchi*

    EDITORIALE

  • C on questo numero si conclude il mio mandato di direttore de LArbitro. Sono stati quasi 18 anni (oltre al biennio 1990-91) durante i quali la Rivista si proposta come puntuale testimone del-le rilevanti vicende che hanno segnato la storia della Federazione e dellAIA, e come fedele interprete e portavoce della passione e della dedizione degli arbi-tri italiani. Nellimpegno di garantire la continuit della sua funzione sempre legata alle sue quasi secolari radici e rispettosa dei principi dettati dal fonda-tore Giovanni Mauro non ci siamo mai sentiti soli, pur nella frenetica evoluzione dei tempi. Ci sono stati sempre accan-to i vertici della Federazione e dellAIA: non ci sono mai mancati linteresse e lapprezzamento dellintero mondo ar-bitrale nellidentificarsi con queste pa-gine; siamo stati puntualmente onorati dal contributo di tante grandi firme del giornalismo sportivo nazionale, la cui di-sinteressata e generosa collaborazione

    ha culturalmente arricchito la Rivista. Spontaneo e sincero, prima che dove-roso, il mio ringraziamento va a quanti negli anni mi hanno ribadito la loro fi-ducia: ai presidenti federali Antonio Ma-tarrese, Luciano Nizzola, Franco Carra-ro, Giancarlo Abete, Carlo Tavecchio; ai presidenti dellAIA Sergio Gonella, Tullio Lanese, Cesare Gussoni e Mar-cello Nicchi; ai direttori generali della Federazione Gianni Petrucci e Antonel-lo Valentini; a tutti gli stimati colleghi diventati familiari su queste pagine, con un commosso ricordo di Candido Can-nav, Giorgio Tosatti, Piero Dardanello e Giorgio Lago.Al Comitato Nazionale, al Settore e agli Organi Tecnici, ai CRA, alle Sezioni, ai coordinatori, in particolare ad Alessan-dro Paone, e a tutti i referenti della Ri-vista il mio pi affettuoso, grato saluto. Con la speranza che gli arbitri non per-mettano mai di ammainare questa loro bandiera.

    Mario Pennacchia

    Il saluto dello storico Direttore

    CamBio DirEZioNE DELLa riViSTaDal 14 febbraio 2014, su delibera del Comitato Nazionale, la Rivista lAr-bitro ha un nuovo Direttore Respon-sabile, Carmelo Lentino. Succede a Mario Pennacchia che ha diretto la pubblicazione ufficiale dellAsso-ciazione per quasi 18 anni, cui va il ringraziamento del Presidente Nicchi e dellintero Comitato Nazionale, an-che a nome di tutti gli arbitri italiani, per la professionalit con cui ha gui-dato la Rivista dando lustro ad una testata che, proprio sotto la sua gui-da, ha raggiunto lambito traguardo dei novantanni.Al nuovo Direttore Responsabi-le, giornalista e associato che dal 1998 collabora ininterrottamente con la nostra redazione, gli augu-ri di buon lavoro da parte di tutta lAssociazione.

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    Mario Pennacchia,86 anni

    Carmelo Lentino,34 anni

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    Cosa lega lelezione del Presidente della Repubblica a lArbitro e per-ch, oltre ad un doveroso e deferente omaggio, la pubblicazione che da oltre novantanni racconta la nostra Asso-ciazione si deve, non si pu, aprire con una copertina dedicata allelezione di Sergio Mattarella a prima carica dello Stato?Due frasi, pronunciate a meno di un mese luna dallaltra, che sono rimbal-zate su tutti i mezzi di comunicazione. E che tuttora, e probabilmente per lin-tero settennato, accompagneranno la figura di Mattarella.La prima di Matteo Renzi, da un anno Presidente del Consiglio dei Ministri. Lui, larbitro di calcio, lo ha fatto vera-mente in una delle nostre Sezioni. Alle-sperienza arbitrale si pi volte richia-mato. Renzi, in un contesto politico, delinea limportanza, ed in qualche modo li-dentikit, del nuovo Presidente. Eleg-

    gere il capo dello Stato - dice - non consiste nel piantare una bandierina ma nelloffrire un punto di riferimento a tutto il Paese. Saremo nelle condizioni di assicurare al Paese altri sette anni con un Presidente della Repubblica che sar costituzionalmente il punto di rife-rimento di tutti noi e che sar un arbitro rigoroso per il bene nostro e di tutto il Paese. Larbitro, a quanto pare, lo hanno indivi-duato ed eletto. E qui arriva la seconda frase, a pronunciarla Sergio Mattarella dopo il giuramento prestato davanti al Parlamento in seduta comune.Nel linguaggio corrente - afferma il neo Presidente - si soliti tradurre il com-pito del Capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzio-ne. una immagine efficace. Allarbitro compete la puntuale applicazione delle regole. Larbitro deve essere, e sar, imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza.

    In un discorso di altissimo profilo, quello che fa maggiormente presa - a giudicare dai titoli di apertura della gran parte dei quotidiani - proprio laccostamento alla figura arbitrale. Il messaggio che passa sar arbitro imparziale.Gli arbitri crescono con la cultura del rispetto delle regole. Un arbitro il ga-rante del rispetto delle regole, checch se ne dica, e Sergio Mattarella ha deci-so di paragonare la figura ed il ruolo del Capo dello Stato a quella di un arbitro (si racconta che da giovane arbitrasse le partite del fratello Piersanti, barba-ramente ucciso dalla mafia, e dei suoi amici) per rammentare che sar il su-premo garante della Costituzione. Da arbitri non pu che farci piacere che la pi alta carica dello Stato abbia deci-so di fare riferimento alla nostra figura. Buon lavoro Presidente.

    @CarmeloLentino

    Sar arbitro imparziale

    Nella foto in primo piano da sinistra Matteo Renzi, 40 anni,

    e Sergio Mattarella, 73 anni

  • Un mese fa il presidente della Repub-blica, Sergio Mattarella, sinsediava e davanti al Parlamento repubblicano sembrato nella sua normalit persino provocatorio nel ricordare la sua figura di arbitro imparziale, tra partiti (e frazioni di essi) in perenne lite, nel continuum di strappi, strappetti e tirate di giacca che la politica in Italia oggi.

    Limmagine dellarbitro super partes una delle pi scomode da evocare, qui da noi: voi lo sapete bene, voi che ogni giorno dovete ontologicamente es-sere proprio quello che spera di divenire Mattarella per il Paese.

    La percezione dellarbitro, in questo Pae-se, s da troppo tempo resa permeabile allidea che in fondo la terziet vera sia utopia. E forse cos: la soggettivi-t incide su tutte le scelte umane, quelle sotto stress forse sono ancora pi attac-cabili. Eppure il margine esiste: si pu es-sere Arbitro anche qui.

    La questione che poneva acutamente Mattarella il 2 febbraio scorso era perci immediatamente ribaltata nel campo dei contendenti: arbitro (e non giustiziere) si pu essere realmente solo se le parti ac-cettano la figura, per quanto questa valga come garante del Gioco stesso pi che delle semplici regole da applicare. In una fiera della partigianeria, accettare la figu-ra di un Arbitro, fuori moda. Uno sguar-do miope, per: senza prove di un abu-so, il semplice sospetto buttato nel gioco diventa innesco per lesplosivo dellau-todistruzione. Arrivano a capire questo i

    presidenti del calcio? Boh. Il Calcio come altre attivit umane non c stato sempre: prima non cera, ora c, poi potrebbe non esserci. La sua tutela primariamen-te sarebbe interesse delle parti (che nel caso del professionismo vivono del loro essere Calcio).

    Non cos lontana da queste considera-zioni, forse, la preoccupazione tradotta in politica di Mattarella per le istituzioni.

    Per venire alle vicende di cui ci si occu-pa qui, il richiamo da formulare sempre e in tutte le categorie su quanto la figura dellArbitro sia essenziale. Qualit dellAr-bitro e del Giudice, per, anche la tem-peranza e esercizio spirituale, quello della pazienza: accettare che le parti pro-vochino, almeno fino ad un certo punto, fa parte del gioco. E lo scadimento di un sistema pu derivare proprio dalla poli-ticizzazione di chi parte non pu essere per Dna, Giudice o Arbitro che sia.

    Sfuggire allarena, ergersi (anche se su un tremante sgabello) al di sopra del com-battimento di gambe e opinioni fonda-mentale. Essere Arbitro significa anche tenersi il sasso nella scarpa e continuare ad applicare le regole affidate, magari sperando che quelle pi ingiuste e sba-gliate possano essere emendate dalle parti in causa. Il Senso dello Stato, anche di quello cal-cistico, imporrebbe proprio uno sforzo (indicibile a pensare ai protagonisti nel-lo status quo) che porti tutti a volare pi alto. Il dubbio, che finisce per coinvolgere

    anche lArbitro, questo: il momento del calcio italiano richiede con maggiore ur-genza regole nuove o la novit del rispet-to di quelle che gi esistono?

    A dire il vero, leggendo nei comporta-menti, nelle posture dei protagonisti, del mondo del calcio temiamo che molti dei problemi non risiedano nel tipo di predica o nel suo argomento ma nella figura del predicatore: la forma, quando si rappre-sentano istanze e istituzioni, sostanza. Per ristabilire lordine delle cose non ci si pu riferire alla massima evangelica tradotta nella saggezza popolare dei pro-verbi fai quel che il prete dice ma non quel che il prete fa. In un momento di crisi quale quello attuale, questa bonaria dicotomia non tollerabile.

    * Direttore Responsabile di Leggo

    Da Mattarella un parallellismo tra calcio e istituzioni

    Per essere Arbitroserve che le parti lo accettinodi Alvaro Moretti*

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    6n. 1/2015

  • 7n. 1/2015

    C i sono valori e argomenti che dovrebbero essere accetta-ti da tutto il consorzio civile. Purtroppo, lattualit ci porta a riscon-trare un aumento della violenza, a volte anche efferata, che ci porta a riflettere sullessere umano. Noi siamo dellavvi-so che la violenza ai danni degli arbitri da estirpare e nessuno si pu ras-segnare nellanalizzare che la violenza nel calcio e sugli arbitri, purtroppo n fenomeno della societ che si trasferi-sce anche nei campi di calcio.Abbiamo la consapevolezza che il feno-meno della violenza sar difficile da elimi-

    nare totalmente, ma siamo anche convinti che non ci fermeremo fin quando ci sar un ragazzo che esce da casa con la sua borsa per dare l possibilit a degli sporti-vi di confrontarsi su di un terreno di gioco portando regole e giustizia, con tutti i limiti che un essere umano sia capace di fare, e debba prima di tornare a casa, essere cu-rato in ospedale. Nessuno vorrebbe, ne-anche i violenti, che un proprio figlio fosse fatto oggetto di violenza e neanche noi lo vogliamo per i nostri arbitri.La tutela degli arbitri nella nostra As-sociazione stata sempre una priorit e tutti i dirigenti che si sono succeduti

    hanno fatto il massimo per debellare il fenomeno e, per questo, va loro rivolto il nostro ringraziamento.In questi ultimi anni, come Associazio-ne, abbiamo iniziato un lungo e proficuo percorso per fornire il nostro contributo e per combattere a 360 gradi il fenome-no della violenza sugli arbitri e, le ulti-me disposizioni del Consiglio Federale, chiudono un ciclo di riforme tutte mirate a tutelare gli arbitri sui campi di gioco.Cos si fatto:Protocollo contro la violenza approva-to allunanimit dal Consiglio Federale nel settembre 2011.

    E i violentisaranno perseguiti

    di Narciso Pisacreta*

  • Sanzioni pecuniarie per i tesserati che si rendono colpevoli di atti di violenza anche nei dilettanti (dellart. 19, comma 6, del Codice di Giustizia Sportiva).In presenza di condotte violente contro gli ufficiali di gara, la sanzione minima di otto giornate di squalifica (dellart. 19, comma 4, del Codice di Giustizia Sportiva).Nelle ipotesi pi gravi, facolt del Giu-dice Sportivo, oltre la squalifica di cinque anni, anche la preclusione del tesserato colpevole alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC (dellart. 19, comma 3, del Codice di Giustizia Sportiva - vecchia radiazione).Previsione dellobbligo delle societ a pa-gare le spese arbitrali nella stagione suc-cessiva, con revoca dei contributi Federa-li, nei casi di violenza di particolare gravit di propri associati. Concessione agli associati, da parte della Commissione paritetica Federale, ad adire le vie legali anche in presenza di lesioni di minima entit (il 98% delle richieste sono state autorizzate).Creazione dellOsservatorio permanente A.I.A. sulla violenza agli arbitri. Implemen-tazione delle procedure telematiche (S4Y) per le segnalazioni delle violenze da parte dei CRA/CPA e delle Sezioni arbitrali, con report nazionali aggiornati e relazione fina-le dellosservatorio da presentare al Comi-tato Nazionale.Assistenza legale gratuita garantita dallA.I.A., per gli associati fatti oggetto di violenza, curata dalla Commissione de-gli Esperti legali A.I.A. (in molteplici casi gli arbitri sono stati assistiti e rimborsati dallaggressore).Istituzione in ogni regione o provincia di un elenco di avvocati (penalisti e civilisti) disponibili ad assistere lassociato fatto oggetto di violenza.Partecipazione del Presidente A.I.A. nelle riunioni dellOsservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, costituito presso il Ministero dellInterno.Chi ha la cultura, lequilibrio, la conoscen-za delle norme basilari dello sport, come la realt, la probit, la correttezza, l diligen-za, la cultura della vittoria e della sconfitta, non ha bisogno di norme deterrenti o di sanzioni per intuire che colpire un arbitro non solo un atto violento, ma anche vile,

    perch si perpetra nei confronti di un ra-gazzo solo e indifeso. Pertanto chi aggredisce un arbitro, si po-trebbe semplicemente definire: un vigliac-co violento. E il nostro fine proprio quello di colpire metaforicamente questi esseri.Non tutti possiedono questa cultura e, il pi delle volte, chi ne privo ne possie-de unaltra, quella del denaro e anche su quella bisogna fare leva. E sempre prefe-ribile avere un tesserato violento in meno, perch tutto il movimento ne guadagna in rispetto e considerazione.Lanalisi dellosservatorio della violenza AIA, ha riscontrato nella scorsa stagione 303 episodi di violenza grave, nell88% dei casi vi stata la presenza di un tes-serato (calciatori, allenatori e dirigenti) e questo un dato preoccupante e inaccet-tabile. Non possiamo chiedere allesterno il rispetto, quando allinterno del mondo del calcio questo non avviene.Su queste considerazioni, su proposta del Comitato Nazionale il nostro Presiden-te Marcello Nicchi, ha sensibilizzato con determinazione, sia il Consiglio Federale sia lopinione pubblica sulla necessit di altre norme per contrastare la violenza su-gli arbitri, presentando in FIGC una serie di proposte atte a tutelare lintegrit fisica degli arbitri.La proposta dellAIA stata accettata dal Consiglio Federale con la delibera del 17 dicembre 2014, volta ad integrare le mi-sure esistenti per prevenire e contrastare le condotte violente perpetrate ai danni degli ufficiali di gara. Il nostro ringrazia-mento va a tutti i consiglieri che lhanno approvata e in particolar modo al Presi-dente Federale Carlo Tavecchio, che se n fatto garante.In sintesi le nuove disposizioni in vigore dal 1 gennaio 2015:La regolamentazione dellobbligo delle societ a pagare le spese arbitrali per le gare casalinghe in seguito alla revoca dei contributi Federali, nei casi di applicazioni di sanzioni (vedi Comunicato allegato) per violenza ai danni degli ufficiali di gara.La nuova modalit dimpugnazione dei provvedimenti disciplinari. Anche il Pre-sidente dellA.I.A., solo per condotte vio-lente ai danni degli ufficiali di gara, pu segnalare al Presidente Federale, le deci-

    sioni adottate dai Giudici Sportivi nazio-nali e territoriali, dal Tribunale federale a livello territoriale, dalla Corte sportiva di appello a livello territoriale e dal Tribunale federale a livello nazionale, quando riten-ga che queste siano inadeguate o illegit-time. Il Presidente Federale pu proporre ricorso alla Corte federale di appello en-tro sessanta giorni dalla pubblicazione del comunicato ufficiale contenente le motivazioni.La costituzione di parte civile delA.I.A.. Prevedere, come linea di indirizzo genera-le, che lAIA si costituisca parte civile nei procedimenti penali riguardanti condotte violente nei confronti degli ufficiali di gara.Siamo convinti che, anche grazie a que-ste nuove disposizioni, la nostra comunit calcistica (di tesserati) far ancora un pas-so in avanti e gli arbitri saranno maggior-mente tutelati.Lerrore che si potrebbe compiere sareb-be quello di definire queste nuove norme solo una conquista del movimento arbitra-le, ma tale considerazione errata, perch chi genera violenza una volta la indirizza nei confronti di un arbitro, e unaltra verso un calciatore, un allenatore, un dirigente o un tifoso. Pertanto, queste nuove regole sono una conquista nel suo insieme del mondo del calcio e di tutti i suoi tesserati.Rimane indelebile nellarbitro il giorno in cui subisce violenza, noi dobbiamo fare in modo che lo stesso giorno non dovr es-sere dimenticato neanche dallaggresso-re, perch sar perseguito dalla giustizia sportiva, civile e penale, fin quando non pagher tutte le sue colpe.Tutti insieme ci impegneremo affinch ci avvenga.

    *Vice Presidente dellAIA, ex assistente internazionale, 54 anni

    8n. 1/2015

    Il Comitato Nazionale ha recente-mente deliberato lintroduzione, presso ciascun CRA e CPA, della nuova figura del referente per lOs-servatorio sulla violenza agli arbitri, attualmente coordinato da Filippo Antonio Capellupo. Attraverso tale novit si vuole monitorare pi effi-cacemente gli episodi che si verifi-cano nei territori.

  • 9n. 1/2015

    I l Consiglio Federale ha approva-to lintero pacchetto di proposte presentato dallAIA sul tema della violenza agli ufficiali di gara nel settore dilettantistico e giovanile. Vengono in-trodotti: linasprimento delle sanzioni per condotte violente; nuove modalit di im-pugnazione dei provvedimenti della giu-stizia sportiva, prevedendo che anche il Presidente dellAIA possa farne richiesta al Presidente Federale; la possibilit per lAIA di costituirsi parte civile nei proce-dimenti penali conseguenti agli atti di violenza.Esprimo viva soddisfazione - dichiara il Presidente Marcello Nicchi - per que-sta conquista del mondo arbitrale che, grazie alla mia mozione e con il soste-gno del Comitato Nazionale, conseguita con la tanto auspicata approvazione di questo provvedimento. Adesso confido - aggiunge Nicchi - nella Federazione af-finch vigili sullapplicazione e il rispetto delle nuove disposizioni e che venga fi-nalmente debellata la piaga della violen-za nel calcio, a cominciare dai campi dei campionati dilettantistici e giovanili.Di seguito si riporta il testo della delibera-zione approvata:

    NUOVE SANZIONI PER CONDOTTE VIOLENTELe societ dilettantistiche o di settore giovanile i cui dirigenti, soci e non soci di cui allart. 1, comma 5 del Codice di Giustizia Sportiva ed i cui tesserati in-corrano, per condotte violente ai danni degli Ufficiali di Gara poste in essere dal

    1 gennaio 2015, nelle sanzioni definitive di seguito riportate, saranno onerate del versamento di una somma a favore della Federazione, da calcolarsi moltiplicando il costo medio gara del campionato di competenza per il numero delle partite casalinghe. Dette somme saranno desti-nate alle spese arbitrali.La prescrizione operer se la societ, nella competizione di riferimento, abbia visto comminate in via definitiva per i suddetti fatti, nella stagione sportiva, le seguenti sanzioni:

    8 giornate di squalifica per singolo cal-ciatore4 mesi di squalifica per singolo calciatore o per singolo allenatore della societ4 mesi di inibizione per il singolo dirigente o per il singolo socio o per la singola figu-ra del non socio di cui allart. 1, comma 5, del C.G.S.cumulativamente 6 mesi di squalifica per calciatori e allenatoricumulativamente 6 mesi di inibizione per i dirigenti, soci e non soci di cui allart. 1, comma 5, del C.G.S.

    Ai fini del recupero della suddetta som-ma, potranno essere disposte le proce-dure di recupero coattivo durante il cam-pionato, con ogni conseguente effetto previsto dalla normativa di riferimento.In ogni caso, qualora le procedure di re-cupero coattivo non fossero temporal-mente attivabili nel corso del campiona-to, il mancato versamento della somma dovuta comporter la non ammissione al

    campionato della stagione sportiva suc-cessiva.I costi medi gara di cui allallegato A po-tranno essere aggiornati nelle successive stagioni sportive in considerazione delle eventuali variazioni dei costi arbitrali.

    NUOVE MODALIT DI IMPUGNAZIONE DEI PROVVEDIMENTI DISCIPLINARISu ricorso del Presidente Federale, anche su segnalazione dei Presidenti delle Leghe e del Presidente delegato del Settore per lattivit giovanile e sco-lastica, nonch per le condotte violen-te ai danni di ufficiali di gara, anche su segnalazione del Presidente dellAIA. Il Presidente Federale pu impugnare le decisioni adottate dai Giudici Sportivi nazionali e territoriali, dal Tribunale fe-derale a livello territoriale, dalla Corte sportiva di appello a livello territoriale e dal Tribunale federale a livello nazionale quando ritenga che queste siano ina-deguate o illegittime. Il Presidente Fe-derale pu proporre ricorso alla Corte federale di appello entro sessanta gior-ni dalla pubblicazione del comunicato ufficiale contenente la motivazione. La tassa non dovuta.

    COSTITUZIONE PARTE CIVILE A.I.A.Prevedere, come linea di indirizzo gene-rale, che lAIA si costituisca parte civile nei procedimenti penali riguardanti con-dotte violente nei confronti degli ufficiali di gara.

    Federazione approva pacchetto proposte AIA sulla violenza agli arbitri

  • 10n. 1/2015

    S i svolta lo scorso 13 dicembre 2014 la giornata celebrativa per i 90 anni della rivista LArbitro. Momento centrale stato lannullo filatelico speciale, effettuato direttamente allinterno della sede di via Campa-nia a Roma. Il timbro commemorativo stato effettuato su quattro cartoline, che riproducevano altrettante copertine storiche della rivista, con il francobollo emesso per i 100 anni dellAia. Nelloccasione si riunita tutta la redazione de LArbitro, con il direttore, i coordinatori ed i referenti regionali. Presenti alle-vento numerosi dirigenti: il Componente del Comitato Nazionale Umberto Car-bonari, il Responsabile del Settore Tecnico Alfredo Trentalange con il Coordi-natore Marcello Marcato, il Commissario Cai Danilo Giannoccaro, il Segretario dellAia Francesco Meloni, oltre a Gianluca Rocchi con la squadra arbitrale impegnata la sera stessa in Lazio Atalanta.

    Per i 90 anni della Rivista

    Annullo filatelico e riunione della Redazione

  • 11n. 1/2015

    Moviola, tecnologia, sorteggio, additional referees, registi tv: che succede?

    C molta agitazione, e anche tanto pressapochismo, intorno al mondo de-gli arbitri. Non sbaglia Marcello Nicchi quando alza la voce. Sul-le questioni politiche non entro, se n parlato in al-tre sedi. Dico solo che mi sembra tutta una manovra che mira a togliere potere agli arbitri, a metterli in difficolt, e tentare di am-morbirli. Non credo ci riu-sciranno. Non ci possono riuscire. Di moviola non ne parla pi nemmeno lIfab, lorganismo che scrive le regole del calcio: solo una suggestio-ne di qualche presidente di casa nostra che deve coprire i suoi fallimenti e di qualche giornale in crisi che spera di vendere qualche copia in pi. Di mo-viola si parla solo in Italia, gli altri Pa-esi non ne vogliono sapere e lo stesso Sepp Blatter, che un furbacchione, prima ha lanciato la proposta, mossa elettorale, poi (saggiamente) ha fatto dietrofront. Basta pensare alla rissa fra Juventus e Milan sulle immagini-tv, sui registi: si discusso, a suon di comuni-cati al veleno, per un fuorigioco (di Te-vez) che non cera. Immaginatevi se ci fosse stata la moviola... Inutili discus-sioni lunghe una settimana, magari senza venire a capo di nulla perch non sempre le immagini aiutano. Lasciamo perdere. Diverso il discorso della tec-nologia sui gol-fantasma: se locchio di falco funziona, e pare funzioni, giusto adottarlo anche da noi. Giusto che i

    club, che lo vogliono, ti-rino fuori i soldi. Si evite-rebbero qui 3-4 episodi a campionato: tutto sarebbe automatico, un bip e lar-bitro che assegna il gol. Ma non per questo vanno cancellati gli additional referees, o arbitri darea: sono utili per tenere sotto controllo quello che fan-no i giocatori. Lo ha det-to anche Pierluigi Collina, designatore europeo: In 5 possono suddividersi gli spazi e avere un controllo maggiore nella zona del campo pi importante. Tecnologia sul gol-non gol e addizionali hanno obiet-tivi diversi e possono essere utilizzati insieme. Chiaro, no? Vero che gli ad-dizionali in Europa funzionano meglio che da noi, ma credo che sia soprat-tutto un problema di organico. Tagliarli,

    sarebbe un passo indietro. Ai club sta bene? Il sorteggio, infine. Antica suggestione: il primo tentati-vo fu addirittura nel 1979 ma fu respinto. Con un sorteg-gio (mai per integrale) il Ve-rona vinse lo scudetto 1984-85, poi gli anni delle fasce, del doppio designatore, di Calciopoli (e qui, lasciate-melo dire, la verit non mai stata detta, troppe ombre...). Meglio lasciar perdere con il sorteggio: la scelta tocca ai designatori, altrimenti non pi sport. Una domanda:

    forse che lallenatore quando deve sce-gliere il centravanti mette tre nomi in un bussolotto? Poi lallenatore magari sba-glia, lattaccante sbaglia, e anche larbitro sbaglia. Ma questo un altro discorso.

    *giornalista de La Repubblica

    Arbitri fra sorteggio e moviolaMa siamo su scherzi a parte?

    di Fulvio Bianchi*

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  • 12n. 1/2015

    L a Nazionale, per quanto impor-tante, una a prescindere da chi la guidi. Le societ di serie A sono 20 e al minimo scenderanno a 18. Basterebbe questa constatazione per capire chi favorito nelleterno conflitto di interessi, sportivi ed economici, tra le due parti. Essere favoriti, per, a volte non basta per vincere e quindi chi parte in svantaggio, il c.t. di turno cio, ha il diritto e il dovere di provare a ribaltare il pronostico. Questo deve aver pensato Antonio Conte, quando passato da una parte allaltra della barricata del nostro calcio, dopo aver lasciato la sua Juven-tus triscudettata, per cercare il rilancio

    della disastrata Italia ferita dal secondo fallimento consecutivo al mondiale. Convinto di essere luomo giusto al posto giusto per trasmettere la sua voglia di rivincita a tutto il calcio italiano, come aveva fatto quando port subito la Juventus dal settimo al primo posto, Conte si per scontrato con unaltra realt opposta ai suoi desideri. A parte il fatto, non trascurabile, che Marotta gli regal Pirlo, Vidal e altri giocatori soltanto sognati dal suo predecessore Delneri, mentre Tavecchio non pu offrirgli nuovi campioni, Conte ha capito in fretta di essere solo contro tutti, o quasi. E a scanso di equivoci nella categoria

    dei quasi non figura di sicuro la sua vecchia societ, per due ragioni. Prima di tutto perch la Juventus non ha gradito limprovviso addio di Conte a ritiro avviato, tra laltro per legarsi a Tavecchio rivale politico della societ bianconera. E poi perch, come Conte dovrebbe sapere, gli interessi dei club vengono prima di quelli della Nazionale. Gira e rigira, infatti, il nocciolo del problema questo. Durante la stagione, il campionato e le coppe sono pi importanti delle gare di qualificazione e a maggior motivo delle amichevoli della Nazionale. Da che calcio calcio sempre stato cos e mi stupisco che Conte si sia illuso di invertire la tendenza, anche perch dallalto delle sue 20 presenze in maglia azzurra, con lesperienza di un mondiale (1994) e un europeo (2000) alle spalle, doveva sapere che gli stage sono utili ma non determinanti.

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    Leterno conflittonazionale-societ

    di Alberto Cerruti*

  • 13n. 1/2015

    Sorvolando sul passato remoto di Bearzot, il suo maestro juventino Lippi ha vinto il mondiale 2006 senza stage, mentre Sacchi che ottenne gli stage, perch Matarrese era un presidente molto pi forte di Tavecchio, arriv alla finale del 94 soltanto grazie alle invenzioni di Baggio. Guarda caso anche Conte, come Sacchi, proviene dallesperienza vincente di un club alla stessa et, 45 anni, con lidentica voglia arretrata di andare in campo il pi possibile. Quando era alla Juventus, per, come quando Sacchi era al Milan, utilizzava le poche settimane libere per allenare di pi e meglio la squadra, come fanno tutti i tecnici in ogni parte dEuropa. Cos il c.t. spagnolo Del Bosque non si mai sognato di chiedere stage sottraendo giocatori al Real Madrid e al Barcellona eppure ha vinto un mondiale e un europeo e lo stesso discorso vale per il tedesco Loew, ultimo c.t. campione del mondo. Diverso, semmai, il discorso sui tempi a fine stagione, perch giusto che il

    campionato finisca prima negli anni in cui si giocano europei e mondiali. E in questo senso dovrebbero essere Lega e Federcalcio a trovare unintesa, senza aspettare che sia il c.t. a sollecitarla, in attesa che finalmente il campionato torni a 18 squadre. Questo deve essere il primo passo che pu agevolare il compito di Conte, sicuramente pi sfortunato di tutti i suoi predecessori perch mai come questanno la serie A invasa dagli stranieri. Nella terza giornata di ritorno in campo ce nerano 146 su 249, la maggioranza cio, una complicazione per il lavoro di Conte molto pi grave degli stage negati. La conferma indiretta arriva dallInghilterra, che esprime una nazionale sempre meno competitiva perch la Premier League, imbottita di stranieri, riduce sempre di pi le scelte del c.t. Unaltra battaglia persa da chi guida la Nazionale, malgrado tutte le belle parole dei dirigenti a mondiali falliti, perch le societ pensano ai propri interessi, inseguendo soldi che non bastano mai,

    visto che i bilanci sono quasi ovunque in rosso. In questo senso si pu capire latteggiamento della Juventus, che da sempre fornisce lossatura della Nazionale cercando lequilibrio nei conti prima che di Conte. Perch inutile girarci intorno: al di l di ogni ipocrisia la Nazionale interessa quando partecipa alla fase finale di un europeo e di un mondiale. Non pu certo essere una sfida alla Bielorussia o allEstonia, in pieno campionato, a risvegliare linteresse dei tifosi, pronti invece a scendere in strada per un successo contro la Germania agli europei o contro lInghilterra ai mondiali. Ecco perch chi guida la Nazionale un selezionatore che torna allenatore per un mese una volta ogni due anni, mentre chi guida un club allenatore tutti i giorni. Ed ecco perch Conte deve calarsi in questa realt, senza sentirsi sminuito, o peggio ancora sconfitto in partenza. Altrimenti rischia di essere lallenatore giusto, ma al posto sbagliato. Anche se non per colpa sua.

    *editorialista de La Gazzetta dello Sport

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  • 14n. 1/2015

    Lestate del 2014 - che, nellam-bito calcistico, sar ricordata per la prematura eliminazione della squadra nazionale ai campionati mondiali brasiliani; per il complementare prestigioso successo della classe arbi-trale italiana che ha visto i suoi tre grandi atleti sul tetto del mondo dirigendo im-peccabilmente la finale di quella compe-tizione; nonch per lelezione del nuovo Presidente Federale - ha visto la nascita di un nuovo sistema di Giustizia Sportiva che, senza addentrarci in eccessivi tec-nicismi, cercheremo di illustrare.Con deliberazione n. 1519 del 15.7.14, il Consiglio Nazionale del CONI ha det-tato innanzitutto i principi di giustizia sportiva, cui devono ispirarsi tanto il Codice di Giustizia Sportiva dello stes-so Comitato Olimpico, che i Codici di Giustizia Sportiva delle singole Federa-zioni aderenti.Viene ribadito innanzitutto il principio dellautonomia dellordinamento sporti-vo rispetto a quello dello Stato, peraltro gi riconosciuto dalla Legge 17.10.2003 n. 280; si stabilisce inoltre (art. 1 com-ma 4) un principio di perpetuit della giurisdizione sportiva, in forza del quale rimangono punibili le infrazioni commes-se da tesserati in costanza di rapporto

    di affiliazione, anche se questo sia ve-nuto meno (per dimissioni, per esempio) al momento del giudizio. Ci per evita-re che comode dimissioni in extremis consentano allincolpato di sottrarsi al procedimento sportivo ed eventualmen-te alla relativa sanzione.I principi che sono dettati dallart. 2 sono, in sintesi, quello della piena tutela dei diritti e degli interessi dei tesserati, della parit delle parti (accusa e difesa), del contraddittorio (ossia della necessit che ad entrambe le parti sia assicurata la possibilit di interloquire avanti allOr-gano Giudicante), e gli altri principi del giusto processo, che, com noto agli addetti ai lavori, sono consacrati persino nellart. 111 della Costituzione Italiana e derivano nientemeno che dalla Conven-zione Europea dei Diritti dellUomo.E fatto obbligo alle parti ed ai Giudici di cooperare per la realizzazione della ragionevole durata del processo; la decisione del giudice motivata e pub-blica; il tutto deve necessariamente conciliarsi con il carattere di celerit e di informalit dei procedimenti di giu-stizia sportiva.Tutti i provvedimenti di clemenza (amni-stia, indulto o grazia) non sono applica-bili nei confronti delle sanzioni per viola-

    zione delle Norme Sportive Antidoping.Questi i principi generali, che possono essere ritrovati tanto nel Codice di Giu-stizia Sportiva del CONI (deliberazione del Consiglio Nazionale del CONI n. 1518 del 15.7.14) che nel Codice di Giu-stizia Sportiva della FIGC (decreto del Commissario ad Acta del 30.7.14).Per le ragioni di concentrazione che debbono caratterizzare questo breve intervento - nonch per limpronta divul-gativa che vuole caratterizzarlo - con-centriamoci sul Codice di Giustizia della FIGC, che riguarda pi da vicino il mon-do arbitrale.E quasi superfluo rammentare i principi di lealt, correttezza e probit in ogni rapporto comunque riferibile allattivi-t sportiva, dettati dallart. 1 bis, che prevede anche lobbligo di assoluta ri-servatezza in ordine a fatti oggetto di indagini o procedimenti disciplinari in corso, oltre allobbligo, se convocati, di presentarsi innanzi agli Organi della giustizia sportiva.Lart. 2 ribadisce lirrilevanza delligno-ranza dello Statuto o delle Norme fe-derali; lart. 5 sanziona le dichiarazioni lesive della reputazione di altri soggetti dellordinamento federale; mentre lart. 6 regola - in modo dettagliato - il divieto di

    Il Consiglio Nazionale del CONI cambia la Giustizia Sportiva

    Introdotti nuovi principi,ricadute anche sul mondo arbitraledi Aldo Bissi*

  • 15n. 1/2015

    effettuare scommesse sulle competizio-ni calcistiche (sempre vietate le scom-messe clandestine; vietate per atleti ed ufficiali di gara quelle, anche presso operatori autorizzati, che attengano a competizioni di categorie ove si parte-cipa o si svolge la funzione di ufficiale di gara); lart. 7 ribadisce lobbligo di de-nunzia di qualsiasi forma di illecito spor-tivo; lart. 11 sanziona i comportamenti discriminatori e le propagande ideologi-che vietate dalla legge.Lart. 23 prevede la possibilit dellap-plicazione di sanzioni su accordo delle parti: un meccanismo analogo a quello del c.d. patteggiamento nel proces-so penale, in forza del quale la Difesa e lAccusa possono sottoporre al Giudi-cante il loro accordo per una sanzione, che ridotta rispetto a quella che po-trebbe essere applicata con il procedi-mento ordinario.Qui entra in gioco obbligatoriamente il parere della Procura Generale dello Sport, di nuova istituzione, e su cui tor-neremo in seguito.In conformit ai principi sopra ricordati, e raccordandosi con listituzione del-la Procura generale dello Sport, anche il Codice della Giustizia Sportiva della FIGC ha rimodulato i propri Organi di-sciplinari giudicanti, mentre rimane in-variata la presenza e loperativit della Procura Federale.Per quanto riguarda i fatti di gioco aventi rilevanza disciplinare, questi sono valutati e giudicati dai Giudici Sportivi, che operano sia a livello nazionale che a livello territoriale. Le loro decisioni sono impugnabili avanti alla Corte Sportiva di appello, anchessa articolata a livello territoriale e nazionale.Per quanto attiene invece alle questioni disciplinari diverse dai fatti di gioco, per le controversie economiche e per le re-golarit dei tesseramenti, la giurisdizione spetta al Tribunale Federale che, com noto, ai sensi dellart. 32 dello Statuto della FIGC e dellart. 3 del Regolamen-to dellAIA, giudica anche sulle condot-te disciplinarmente rilevanti addebitate ad appartenenti allAssociazione Italiana Arbitri, laddove queste non abbiano rile-vanza solamente interna allAssociazione

    (nel qual caso saranno giudicate dagli Or-gani della giustizia domestica dellAIA).Le decisioni del Tribunale Federale sono impugnabili avanti alla Corte Fe-derale di Appello, che ha sede a Roma, presso la sede della Federazione Italia-na Giuoco Calcio.Usciamo ora di nuovo dallambito che riguarda strettamente la FIGC, e tornia-mo ad occuparci dellintero settore della Giustizia Sportiva, dove incontriamo due Organismi di nuova istituzione: la Procu-ra Generale dello Sport ed il Collegio di Garanzia dello Sport.La Procura Generale dello Sport un organo autonomo ed indipendente, non subordinato nemmeno al CONI, e dura in carica quattro anni. Essa coopera con ciascuno dei procuratori federali (di ciascuna Federazione, non solo della FIGC) al fine di assicurare la completez-za e tempestivit delle rispettive inda-gini, adotta linee guida per prevenire impedimenti o difficolt nellattivit di in-dagine, pu riunire i singoli Procuratori Federali assumendo funzioni di coordi-namento, e pu invitare il singolo Procu-ratore Federale ad aprire un fascicolo di indagine di sua competenza.E stata definita dai mass media come superprocura. Il termine, per quanto non giuridicamen-te corretto, efficace, per descrivere lattivit di coordinamento e supervisio-ne che compete al nuovo organismo.E il Procuratore Generale che decide sullistanza di astensione da parte di uno dei Procuratori Federali, i quali de-vono obbligatoriamente acquisire il pa-rere dellOrgano superiore anche sulle istanze di applicazione concordata della sanzione (c.d. patteggiamento), di cui abbiamo gi trattato.Presso la Procura Generale dello Sport sono istituiti sia il registro generale dei procedimenti in corso presso ciascuna Procura Federale, sia il casellario delle condanne sportive. Questultima novit deve, a mio avviso, essere valutata molto positivamente, giacch consentir di co-noscere i precedenti disciplinari sportivi di ciascun tesserato, anche se riportati durante lappartenenza ad unaltra Fede-razione. Ovviamente, la condanna spor-

    tiva sar iscritta nel casellario solamente una volta che sia divenuta definitiva e non possa essere ulteriormente impugnata.Contro le decisioni dei singoli Organi giu-dicanti delle singole federazioni (escluse le sospensioni inferiori a novanta giorni e le sanzioni economiche inferiori a 10.000 Euro) che non siano altrimenti impugna-bili allinterno dellambito federale di appartenenza, potr essere proposto ri-corso avanti al Collegio di Garanzia dello Sport - che sostituisce il TNAS Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport -, so-lamente per violazione di norme di diritto o per omessa o insufficiente motivazio-ne della decisione.Nellopinione di chi scrive anche que-sta innovazione deve essere salutata molto positivamente, atteso che sa-crosanto che tutte le decisioni, anche se provenienti dai pi elevati Organi di ciascuna Federazione, siano assogget-tate ad un controllo di legittimit (un po come accade con il giudizio della Corte di Cassazione, nellordinamento dello Stato), senza che questo integri un ulteriore grado di giudizio di meri-to, come invece accadeva finora con il giudizio avanti al Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport.Come gi scrivevo in un precedente nu-mero di questa Rivista (n.1/2010), credo che le novit introdotte renderanno ne-cessaria unarmonizzazione del nostro Regolamento Associativo e delle Nor-me di Disciplina con i principi generali ripresi dal Codice di Giustizia Sportiva del CONI e da quello della FIGC: per esempio in materia di applicazione della sanzione su richiesta (c.d. patteggia-mento), tuttora non presente nellordi-namento disciplinare dellAIA, o per ci che riguarda la possibilit della difesa tecnica (cio: da parte di un avvocato, anche se non associato). Per quanto si sia tentato di rendere non eccessivamente tecnica la presente esposizione, chiedo scusa ai lettori per laridit dellargomento, che poco si pre-sta a divulgazioni discorsive; ai lettori giuristi, invece, chiedo invece scusa per leccessiva semplificazione.

    *Presidente della Commissione di Disciplina dAppello

  • 16n. 1/2015

    Come hai saputo della malattia?Da qualche giorno avevo un fastidio fisico e ho deciso di farmi controllare da un mio amico chirurgo allospedale di Chieti. Quando ho fatto lecografia il mio amico sbiancato in viso. Ho capito che cera qualcosa che non andava, ma la conferma del male arrivata quando mi ha visitato il primario di urologia di Pescara. Il medico non ha usato giri di parole e me lo ha detto subito: lei ha un tumore! In quel momento sono passato dai colori di una quotidianit normale al grigio di una vita che pensavo fosse lontana dalla mia esistenza. come se tutto intorno a me avesse iniziato a prendere delle sfumature diverse, quasi irreali. La mia vita stata frantumata da una sola parola: tumore! Si fermato tutto. Avevo mille programmi e da quel momento in poi la mia priorit diventata quella di portare a casa la mia vita. Una priorit che dovevo e volevo condividere con i miei affetti. In quel momento ho anche mantenuto la lucidit necessaria di avvertire Domenico Messina (responsabile CAN A, nda) e tutta la mia Commissione, nonch Pierluigi Collina (Chief Refeering Officer UEFA, nda)

    per lattivit internazionale. Devo dire che il loro iniziale sgomento e, al tempo stesso, il loro affetto e la loro vicinanza, dimostratemi anche durante tutta la difficile convalescenza, sono stati per me determinanti.

    Come hai deciso di reagire?Dallospedale a casa ho impiegato una trentina di minuti. In quei minuti ho avuto il tempo di capire che la mia vita era cambiata. Listantanea del momento pi brutto di tutta questa vicenda stata quando sono entrato a casa e mio figlio di cinque anni mi corso incontro come fa sempre quando rientro. Ho fatto in modo di sorridere e in quel preciso istante ho deciso che la mia priorit sarebbe stata quella di dare il pi a lungo possibile un padre a mio figlio. Fargli sentire accanto la presenza del pap. Mia moglie, che da quel momento non si mai allontanata da me dandomi un sostegno incredibile, aveva gli occhi lucidi perch in macchina aveva pianto. Lui riuscito a sdrammatizzare tutto con una battuta: Pap, mi ha detto, visto che la mamma ha la congiuntivite, restate lontani altrimenti mi contagiate. Gli sono

    di Alessandro Paone

    Elenito Di Liberatore, assistente internazionale della Sezione di Teramo, ha diretto Cesena-Empoli il 20/09/2014 per poi apprendere di avere un male da combattere. Da grande arbitro ha lottato assieme ai suoi cari, agli amici e a tutto il mondo arbitrale per tornare in campo, prima come IV uomo ancora a Cesena per riprendere da dove aveva interrotto e poi il 29/11/2014 di nuovo con la bandierina nella gara Chievo Verona-Lazio. Un secondo inizio perch proprio a Verona e con il Chievo aveva esordito in A.

    Di Liberatore, 42 anni, ha esordito in serie A il 1 ottobre 2006

    Ho lottato per farcelae per tornare in campo

    Ha sconfitto un tumore, anche con la vicinanza dellAssociazione. La storia di Elenito Di Liberatore

  • andato vicino e gli ho sussurrato allorecchio: oggi ho deciso, usciamo e puoi scegliere il regalo che vuoi. Lui si girato verso mia moglie e quasi a volersi scusare le ha detto: guarda che stata unidea di pap. Poi, al negozio, con questo regalo gigantesco, mentre eravamo in fila alla cassa per pagare, mi ha detto: oggi il giorno pi bello della mia vita.

    Come sono stati i primi giorni?Le prime 24-48 ore sono state di grande sconforto, poi ho deciso che dovevo provare un percorso alternativo. Grazie agli Amici che lAIA mi ha dato lopportunit di conoscere, ho contattato il Dott. Nicola Nicolai dellIstituto dei tumori di Milano che in pochissimo tempo mi ha fissato una visita. Stavo nella mansarda, dove di solito preparo la borsa prima di un viaggio per una partita, solo che questa volta dentro il trolley stavo mettendo tutto quello che serviva per il soggiorno a Milano e per una degenza in ospedale. Mio figlio mi ha chiesto: dove vai? Vai a fare una partita? Mi raccomando falla bene. In quel momento ho deciso di prendere in mano la situazione e reagire. Avevo la consapevolezza che quella era la partita pi importante della mia vita e che dovevo cercare di vincerla.

    Quanto ti ha aiutato lattivit arbitrale?Tantissimo. Ho capito che la vita, come una partita, fatta di eventi e molti di questi sono inaspettati. Ma ho capito anche che in campo come nella vita siamo noi a poter mettere in carreggiata questi eventi. Lattivit arbitrale mi ha abituato a reagire alle avversit e in questi momenti di sentirmi forte grazie a tutte le persone che mi sono vicine.

    Hai mai pensato di smettere di arbitrare?Non ho mai pensato di dover abbandonare altrimenti avrei dovuto pensare di smettere di vivere. Da quando ho metabolizzato questa malattia ho capito che avrei dovuto lottare per farcela e per tornare in campo. Ho anche capito che nei tumori, gran parte della guarigione, deriva anche dalla testa. Sono stato fortunato perch ho sempre pensato che quello che si pu risolvere non mai un problema. Il mio pensiero era dare continuit a quello che avevo interrotto. Avrei

    potuto arbitrare ma, per senso di responsabilit, ho deciso di prendermi il tempo necessario per poter guarire. Ho continuato ad allenarmi tanto che un giorno, in palestra, un mio amico mi ha detto: non ti ho mai visto cos in forma. Mi sarebbe piaciuto potergli rispondere: a parte un tumore tutto ok.

    Quando hai capito che stavi per sconfiggere la malattia?Quando vivi esperienze come queste non hai mai unimmagine ben definita ma vivi di aspettative. Ogni volta che hai un controllo speri ti diano delle buone notizie. Io ero nelle mani di un luminare a livello mondiale come il Dott. Nicolai e mi sentivo sereno. Un tumore per un percorso che non ha un finale certo. Lo scopri quando gi in corso e ogni esame come una roulette russa. Spari un colpo e se sopravvivi vai avanti. Il momento esatto nel quale ho capito che ce lavevo fatta stato quando il dottor Colecchia, lanatomopatologo dellIstituto Tumori di Milano, mi ha dato il responso dellesame istologico: sig. Di Liberatore, il tumore era in situ e non c stata invasione linfovascolare. stata la notizia pi bella del mondo. Il tumore era debellato con la sola asportazione chirurgica. Mi ricordo che mentre parlavo con il dottor Colecchia stavo guardando dalla finestra, in quel preciso istante ho ricominciato a vedere i colori e non solo un modo di dire.

    Il mondo arbitrale quanto ti ha aiutato e come?Un giorno, quando stavo male, mia moglie mi ha detto: non avrei mai pensato che non ti sarebbero mancate le partite. Le ho risposto che il campo non mi era mancato e che il mondo arbitrale non mi mancava perch la Sezione e tutta lAIA erano entrate in casa mia. Faccio fatica ad elencare tutte le persone che mi sono state vicine, perch rischierei di dimenticarne qualcuna. stato un fiume di telefonate. Tutti a darmi un grande sostegno, dal presidente Marcello Nicchi, al vice Narciso Pisacreta e ai componenti del Comitato nazionale, il Settore Tecnico con Alfredo Trentalange, sino ad arrivare a tutte le Componenti nazionali ed internazionali. Durante la mia degenza allIstituto Tumori a Milano lo stesso sembrava Coverciano, con arbitri ed assistenti che andavano e venivano.

    Potrei sintetizzare tutto laffetto che lAIA mi ha dato, in tutto il mio percorso, con una frase del presidente Nicchi che al telefono mi ha detto: Forza ragazzo, i giovani e lAIA hanno ancora bisogno di te. Io e la mia Famiglia, sentiamo la necessit di ringraziare tutti coloro che ci hanno fatto sentire vicinanza ed affetto. E stata lulteriore conferma di un concetto e di una realt che spesso ripeto ai giovani che intraprendono questattivit: appartenere allAssociazione Italiana Arbitri significa far parte di una grandissima famiglia che non cesser mai di dare supporto, aiuto concreto e tangibile a tutti i propri Associati, non lasciandoli mai soli, dentro e fuori dal campo.

    17n. 1/2015

  • Liste FIFA 2015

    Quattro nuovi alfieriCon il nuovo anno la FIFA ha reso noto lelenco degli arbitri e degli assistenti internazionali di calcio a 11, calcio a 5 e beach soccer. Nulla invece cambia per quanto concerne le fasce di merito. A loro vanno i complimenti del Presidente dellAIA, e del Comitato Nazionale, anche a nome di tutti gli arbitri italiani.

    E sempre stato una persona cor-tese e non incline alla ribalta, Fi-lippo Meli. Dopo la nomina ad as-sistente internazionale che ha riportato la sezione di Parma, guidata da Alberto Bo-schi, a ribalte ormai dimenticate dai tempi di Michelotti, Filippo dovr per iniziare a fare labitudine a palcoscenici importanti. Pippo, lo chiamano cos gli amici, racco-glie uneredit tanto impegnativa quanto stimolante. Parte proprio da questo aspet-to la nostra intervista.

    Faverani e Stefani: anche una fina-le mondiale nel loro curriculum, un onore o un peso questa eredit?Vabb attacca loro sono fuori con-corso, sappiamo tutti bene chi sono. Per me un onore venire dopo, ma la ragio-nevolezza mi impone solo di essere me stesso: so che mi attende un duro lavoro perch come se mi si stagliasse davanti una montagna alta che rappresenta la sfi-da di confermarsi e di migliorare ancora. Chi lo avrebbe detto, nel lontano 1992, prima di quellArsenal-Torino Club di mini esordienti, che ventitre anni dopo

    avresti festeggiato questo riconosci-mento qui a Parma Obiettivamente non ci avevo mai pen-sato, nemmeno nel 2009, quando ho iniziato nel ruolo di assistente, mai avrei pensato di diventare internazionale. Non vorrei essere frainteso: non si trat-ta di credere poco nei propri mezzi, ma semplicemente della consapevolezza che emergere una grande sfida con se stessi in cui la vittoria non affatto scon-tata e, anzi, puoi anche sentire il rumore della sconfitta.

    Ci stai dicendo che in qualche momento di questo cammino stavi per cedere alle difficolt o alle de-lusioni? Eh gi, colpa di un infortunio che mi ha tenuto lontano dai campi per sei lunghi mesi. Ero al quarto anno di CAN C da arbitro e, lo confesso, sono stato davve-ro ad un passo dal gettare la spugna. Le dimissioni erano sulla scrivania, pronte ad essere firmate. Poi la testardaggine nelle cure, la professionalit e lumanit di chi mi stato accanto, i piccoli mi-

    I NEO

    INTER

    NAZIO

    NALI

    Arbitri Calcio a 11BANTI Luca DAMATO Antonio GUIDA Marco MASSA Davide MAZZOLENI Paolo ORSATO Daniele RIZZOLI Nicola ROCCHI Gianluca TAGLIAVENTO Paolo VALERI Paolo Assistenti Calcio a 11CARIOLATO Gianluca COSTANZO Alessandro DI FIORE Riccardo DI LIBERATORE Elenito GIALLATINI Alessandro MELI Filippo (Nuovo) MANGANELLI Lorenzo PASSERI Matteo PRETI Fabiano (Nuovo) TONOLINI MauroArbitri donna Calcio a 11GAROFFOLO Valentina PIRRIATORE Graziella SPINELLI Silvia Tea VITULANO Carina SusanaAssistenti donna Calcio a 11ABRUZZESE Lucia CAROVIGNO Cinzia SANTUARI Romina VETTOREL Veronica (Nuova)Arbitri Calcio a 5GALANTE Angelo GELONESE Fabio MALFER Alessandro MANZIONE Nicola MariaBeach Soccer BALCONI Alfredo MATTICOLI Gionni PICCHIO Manolo SICURELLA Giuseppe (Nuovo)

    18n. 1/2015

    FILIPPO MELI:Un ko lungo sei mesi non riuscito a piegarmidi Gaetano Pugliese e Giada Giacalone

  • glioramenti che strappavano sorrisi e al-lontanavano i cattivi pensieri. Soprattut-to tanta voglia di rialzarsi, di sacrificarsi ancora in funzione del domani per non buttare via quanto fatto ieri.

    Quasi un grazie implicito da indiriz-zare a chi? Non mi piace molto esternare queste cose. Preferisco tenermele dentro cos sono certo di non dimenticare nessuno. Sarebbero tante le persone da menzio-nare: a volte basta solo una pacca sulla spalla per aiutarti. Un pensiero particola-re, per, lo dedico ai miei genitori e a mia moglie per il supporto sostanziale che mi hanno saputo dare nel quotidiano. In questo mondo sono cresciuto e diventa-to adulto, marito e padre felice: scrivi per favore che senza certi valori, non esiste-rebbero n il Meli arbitro n il Meli uomo. Certo, se ricordo gli inizi con i primi fischi incerti, oggi mi pare davvero di vivere un sogno.

    Sogno che ha le sembianze ben de-finite di una bandierina. Difficolt nel cambiare il modo di approcciar-si e di affrontare la gara? Larbitro ha mille situazioni cui deve pre-stare attenzione, quindi anche pi aspetti oggetto di valutazione, ha occasione di rapportarsi maggiormente con i calciatori. Noi che stiamo sulla linea siamo per fon-damentali per il team arbitrale: il fuorigioco una responsabilit che non ammette di-strazioni. La concentrazione deve sempre essere a mille, alla gente non interessa se sbagli di un metro o di un centimetro, se non hai il replay nel cervello. Sa, o crede

    di sapere, che hai sbagliato. E basta. La pressione mediatica lavverti specie prima di certe gare, ladrenalina sale perch gli occhi che ti osservano sono tan-ti, nei big-match, in grandi stadi. Ma tutto ci deve essere vissu-to come un onore, non come un peso.

    Ci sar una gara e un com-pagno di viaggio che foto-grafano questa avventura da assistente iniziata quasi sei anni fa, agli ordini di Pierluigi Collina. Aspetta Si, ecco: Pescara-Ascoli di serie B, cera Zeman sulla panchina degli abruzzesi. Me la ricordo bene: 13 segna-lazioni di fuorigioco e altrettante valutazioni, alcune delle quali al limite. Non puoi avere la presun-zione di vedere sempre tutto e bene, non siamo robot tarati al centimetro. Cito quella gara pro-prio per la stanchezza mentale che provoca lo stare sempre sul pezzo: fondamentale allenare anche la mente con lo studio tat-tico delle squadre e di come esse si adeguano alla evoluzione delle regole. Per il compagno di viag-gio non posso non menzionare Daniele Iori, il mio socio di Reg-gio Emilia. Abbiamo fatto coppia nei primi anni e ancora oggi con-dividiamo raduni e allenamenti al polo, oltre che una bella amicizia. Un pensiero anche sullannunciata

    goal line technology. Noi arbitri prendiamo atto, non decidiamo nulla. Mi sento solo di dire che si deve valu-tare bene ogni aiuto intelligente che contri-buisca a migliorare le nostre performance.

    E per finire, il sogno... Sogno? Ma se ho quasi bisogno dei piz-zicotti per credere che sia tutto vero, non posso sognare altro Per forse, sai, mi piacerebbe calcare un campo inglese.In fondo, detto con bene augurante iro-nia, per chi ha cominciato arbitrando una squadra giovanile chiamata Arsenal solo un normale desiderio Non vi pare?

    19n. 1/2015

    Meli, 37 anni

  • F orza interiore per far fronte alle av-versit, passione e volont di mi-gliorarsi sempre. Queste le caratteristiche fondamentali di un arbitro per Fabiano Preti, neo assisten-te arbitrale della Sezione di Mantova inse-rito negli elenchi FIFA per lanno 2015 lo scorso dicembre. Bancario nella vita quo-tidiana e amante dello sport, ha un curri-culum arbitrale ricco di gare importanti e soddisfazioni. Nel 2012 partecipa al pro-getto UEFA C.O.R.E (Centre of Refereeing Excellence) insieme a Marco Guida ed Alessandro Giallatini e prima della nomina di internazionale vanta gi una presenza in gare di qualificazione per Euro 2012, tre partite di qualificazione in Champions Le-ague e una gara in Europa League.

    Quando hai iniziato a fare larbitro e quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto ad avvicinarti al mondo arbitrale?Ho iniziato a fare larbitro nel 95 quando

    un amico trovando lannuncio del corso arbitri su un quotidiano locale mi ha chie-sto di iscrivermi con lui e cos, persuasi dalla tessera per entrare negli stadi e spin-ti da grande curiosit, ci siamo iscritti. E stata una scelta presa in un attimo come lo scoccare di una scintilla.

    Dopo i due anni in organico di serie D e la successiva decisione di di-ventare assistente arbitrale, com iniziato il nuovo percorso?

    Terminata lesperien-za di arbitro dopo due anni alla Can D, ho pre-so la decisione di voler provare il ruolo di assi-stente arbitrale. Sono rientrato nellorganico del CRA Lombardia e dopo le prime due par-tite di ambientamento al nuovo ruolo ho inizia-to ad appassionarmi e ad uscire praticamente tutte le domeniche della stagione; cos sono ar-rivato fortemente mo-tivato e con un impor-

    tante bagaglio di esperienza allesame per assistenti dellestate successiva, lho superato e ho iniziato un bellissimo cammino dalla Can Pro.

    C stato qualche momento par-ticolarmente difficile?Come lhai superato?Ho incontrato anche momenti difficili ma credo che facciano parte della vita e che comunque fanno crescere. In questi mo-menti molto importante lappoggio delle persone pi care e degli amici ma la forza pi grande bisogna trovarla allinterno di se stessi.

    Quali sono, invece, le esperienze che ricordi con piacere e qual stato il momento pi bello che hai vissuto con i tuoi colleghi?Sono tantissimi i momenti che ricordo con grande gioia. Sicuramente i play-off in Can Pro, il debutto in B e serie A. Uno dei momenti sicuramente pi belli stata la finale play-off in serie B Novara-Padova con Marco Guida e Alessandro Giallatini con i quali ho avuto la fortuna di poter condividere anche la meravigliosa esperienza del corso CORE UEFA.

    FABIANO PRETI:Ventanni di camminoper realizzare un sogno

    di Daniela Novelli

    20n. 1/2015

    I NEO

    INTER

    NAZIO

    NALI

  • Rizzolimiglior arbitroper lIFFHS La International Federation of Football

    History & Statistics (Istituto Internazio-

    nale di Storia e Statistica del Calcio),

    pi nota con la sigla IFFHS, organismo

    riconosciuto dalla FIFA che si occupa

    di statistiche e record individuali e di

    squadre riguardanti la storia del calcio,

    per quanto riguarda i direttori di gara ha

    consacrato Nicola Rizzoli miglior arbitro

    dellanno del 2014..

    Il premio istituito per la prima volta nel

    1987, ha gi avuto fischietti italiani al

    vertice con Pierluigi Collina vincitore dal

    1998 al 2003, per 6 anni conseguitivi e

    Roberto Rosetti nel 2008.

    Questanno dopo Rizzoli nella top ten fi-

    gurano Howard Webb (Inghilterra), Felix

    Brych (Germania), Bjorn Kuipers (Paesi

    Bassi), Ravshan Irmatov (Uzbekistan),

    Pedro Proena (Portogallo), Carlos Ve-

    lasco Carballo (Spagna), Cneyt akr

    (Turchia) e Marco Rodrguez (Messico)

    pari merito e Nstor Pitana (Argentina).

    21n. 1/2015

    Secondo te quali sono le positivit e negativit dellessere arbitri? Una cosa positiva dellarbitraggio che un bellissimo sport che aiuta a crescere in tutti i sensi, quelle negative sono gli insulti ai gio-vani arbitri da parte dei genitori dei calciatori nelle categorie giovanili e gli episodi di violen-za nei confronti degli arbitri in generale.

    A proposito di giovani arbitri, cosa consiglieresti ai colleghi che inizia-no a dirigere le loro prime gare? Di dare sempre il massimo

    Quanto importante per te la Sezione? La Sezione importante perch la fonte di tutto. Da nove anni partecipo alla conduzione del corso arbitri in Se-zione e continuer a farlo perch bello

    poter trasmettere qualcosa ai ragazzi che si avvicinano a questo sport.

    Cosa hai provato quando hai sa-puto di essere stato inserito negli elenchi FIFA e qual stato il tuo primo pensiero? Ho provato una profonda sensazione di serenit e pace interiore. Il mio pensiero stato: si realizzato un sogno. Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito alla mia crescita.

    Visto che nellarbitraggio, cosi come nella vita, non si smette mai di porsi degli obiettivi, cosa c nel tuo futuro?Coltivare altri sogni e mettercela tutta per rappresentare al meglio lAssociazione Italiana Arbitri.

    Preti, 37 anni, durante unazione di giuoco

  • Veronica come hai appreso la nomina ad internazionale?La mia nomina lho appresa in via non ufficiale da siti internet, ma ovvia-mente ho atteso lufficialit, arrivata con una telefonata, un paio di giorni prima di Natale, del mio responsa-bile Roberto Rosetti.

    Sei la terza fra arbi-tri e assistenti del Lazio, in attivit con Paolo Valeri e Alessandro Giallatini, a ricevere tale prestigioso incarico: che emo-zione pro-vi? L e m o z i o -ne provata indescrivibile, ma lo so, si dice sempre cos in questi casi, ma davve-ro non saprei usare parole per descrivervela. Pos-so soltanto dire che essere avvicinata a colleghi del ca-libro di Paolo e Alessandro, per me motivo di grande orgoglio!

    Dagli esordi alla Serie D, la trafila nel Lazio nel 2012 da assistente e ora la Lega Pro.Venni a conoscenza di un

    corso arbitri gratuito a Latina, un gior-no per caso. La curiosit e la passio-ne per il calcio prevalse sullo scetti-cismo, cos iniziai a frequentarlo. Da quel giorno sono passati quasi 16 anni... pazzesco! Lamore cresciu-

    to di anno in anno e divenuto grani-tico e grande attraverso gioie,

    soddisfazioni, promozioni, ma anche, e forse

    soprattutto, passan-

    d o

    per delu-sioni, errori e cocenti sconfitte: proprio queste, ne sono certa, mi hanno fatto capire quanto real-mente tenessi allarbitraggio. Negli anni ho dato molto a que-sta passione, ma devo ammet-tere che ho anche ricevuto... e tanto! Dopo solo una stagione da arbitro in Serie D sono stata dismessa dal ruolo e quello stato un momento fondamen-tale nella mia carriera perch da l ho deciso di prender-mi unaltra chance. Mi sono chiesta: se fare lassistente veramente ci che vuoi...vai e conquista!. La risposta mi han-

    no aiutata a darla due persone alle quali ancora oggi dico grazie:

    VERONICA VETTOREL:Un inatteso dono di natale

    di Giorgio Ermanno Minafra

    22n. 1/2015

    I NEO

    INTER

    NAZIO

    NALI

  • 23n. 1/2015

    Marco Sacco e Luigi Galliano, i respon-sabili degli assistenti nella mia regione che, nel 2012, ho avuto il piacere e la fortuna di incrociare sulla mia strada. Sono ripartita dal CRA e fu magico, non saprei definirlo in altro modo! Ora sono in CAN PRO e da questa stagione si tornati alla divisione unica della serie C e la posta in palio sar sempre pi alta e non solo per le societ.

    Andare sul terreno di gioco dora in poi, da internazionale, sar una grossa responsabilit...Da oggi poi, avr anche una respon-sabilit in pi: la nomina ad internazio-nale un riconoscimento che inorgo-glisce e ripaga di tutta la passione e il lavoro profusi in questi anni, ma obbli-ga a fare sempre meglio, quindi testa, cuore e gambe: una frase di un caro amico che da qualche tempo ho fatto mia nel profondo.

    Nel 2015 ci saranno i Mondiali di Calcio Femminili in Canada, ma

    quale edizione hai gi puntato?Da internazionale non ho ancora pen-sato al mio prossimo obiettivo, sar perch non ho ancora totalmente re-alizzato! Sicuramente voglio far bene, passo dopo passo e portare lustro ed orgoglio alla mia sezione e allAIA, nonch soddisfazione alla mia famiglia e a chi, da sempre, crede in me.

    A chi dedichi questo prestigioso traguardo?Devo tanto a tante, davvero tante per-sone. Alla mia mamma innanzi tutto, che fin dagli esordi mi ha accompa-gnato e ha vissuto con me, e forse pi di me, gioie e dolori. A Raffaele Valen-te, il mister del corso arbitri al quale ho partecipato e senza di lui, alle risate fatte insieme durante le lezioni, dubito sarei diventata un arbitro. Ai miei Pre-sidenti tutti, e non ultime, alle perso-ne che ho incontrato e conosciuto in questi 16 anni: alcune di loro hanno e avranno per sempre un posto speciale nel mio cuore.

    ARBITRI DA TRE GENERAZIONI

    Tutto iniziato dal capostipite della fa-miglia Renato Toneatto, (nella foto ap-pena premiato) che nel lontano 1967 diventa arbitro effettivo della Sezione di Udine, ini-ziando una lunga carriera sui campi di gioco, durata ventanni.Quasi ventanni anche per il figlio Nicola che, eredita-ta da Renato la passione, ancora si infastidisce se per il fine settimana non viene designato. Lultimo della covata in casa To-neatto Roberto (nella foto col padre Nicola) che evidentemente non ha saputo sottrar-si al fascino dellarbitraggio e segue in scia lavventura parentale. Padre e figlio, che dirigono gare dellOrgano Tecnico Sezionale., frequentano puntualmente ed assieme il polo di allenamento della Sezione di Cervignano del Friuli e pren-dono molto seriamente questo impegno settimanale, passione trasmessa a suo tempo da Renato, purtroppo prematu-ramente scomparso nel 1992. Insom-ma, una famiglia che ha larbitraggio nel sangue da tre generazioni.

    Veronica Vettorel, 35 anni, assieme alle altre componenti della terna, durante una gara internazionale

  • C on la nomina a internazionale di Giuseppe Sicurella, lItalia del beach soccer fa cinquina. Solare come la sua specialit, sezione di Agrigen-to, esordisce nel 1999 a 19 anni. Gi tardi, sembrava fossi sempre trop-po grande, una sensazione che mi son portato appresso per anni. Per mi sono appassionato, ho deciso di continuare e nel 2002, finito il militare, ho fatto tutti gli esordi possibili dalla seconda catego-ria alleccellenza. Facevo esperienza, ma let camminava. A 25 anni son passato agli assistenti, poi al calcio a 5. Volevo gio-carmi tutto, perci quando mi hanno pro-posto la selezione per il beach soccer, ho risposto subito. E mi sono ritrovato nella mia dimensione naturale.

    Uno sport poco conosciuto anche tra gli addetti ai lavori. Solitamente viene visto come unattivit tutta vacanza e poco impegno: sole, spiag-gia, pubblico in costume da bagno. Il clima festoso c, ed una delle caratteristiche principali di questo ambiente. Ma dietro c uno sforzo fisico immane.

    Si tende sempre a considerare la sabbia come un elemento amico, invece? La sabbia unincognita, non tutti i tipi sono uguali: passi da quella soffice in cui si sprofonda a quella dura che non ammortiz-za. Io sono rodato da una delle pi terribili, e ho la fortuna di vivere in un clima tropi-cale, perci ho meno difficolt a reggere i 40C durante le gare. In pi mi son sempre allenato principalmente in pausa pranzo. Non abbiamo un polo atletico, il pazzo che corre per Porto Empedocle sotto il sole a

    picco sono io. Il beach soccer spiegato a un pro-fano.Uno sport altamente spettacolare, basato principalmente sul gioco aereo. Calciato-ri con capacit di palleggio straordinarie, i goal acrobatici sono la norma. Il tutto condi-to da un dispendio energetico elevatissimo.

    E chi lo arbitra non ha tempi di re-cupero nellarco dellanno. Esatto. Durante linverno siamo impe-gnati nei campionati di calcio a 11 e a 5. Come finiscono, per noi comincia il picco stagionale: ad aprile-maggio c il raduno pre-campionato, un campionato intensissi-mo, in due mesi ci si gioca tutto. Ai primi di agosto il beach soccer termina e nel giro di dieci giorni siamo di nuovo impegnati con i raduni pre-campionato delle altre speciali-

    t. Non ci fermiamo mai. Torniamo al beach soccer per profa-ni. Visto che ci leggono anche tanti non arbitri, cosa suggeriresti per aumentarne la popolarit? Una beach arena un investimento ridotto dal punto di vista economico, ma il ritorno enorme, una grande opportunit di far cono-scere localit balneari e non solo. uno sport seguitissimo anche in posti non esattamente di mare, tipo la Svizzera. Linternazionalit uno dei punti di forza: molti giocatori stranieri, quindi stampa estera oltre a quella nazionale; la curiosit si amplifica e attira pubblico.

    Come proporresti il BS a una platea di arbitri? Mi rivolgerei principalmente ai trentenni che non hanno raggiunto la meta sperata, direi loro che hanno la possibilit di aprire un

    GIUSEPPE SICURELLA: al Beach Soccercon impegno totale

    di Valentina Chirico

    24n. 1/2015

    I NEO

    INTER

    NAZIO

    NALI

  • Beach Soccer

    Approvata la relazione, confermata la Commissione Il Comitato Nazionale, nella riunione

    tenutasi a Salerno il 20 dicembre scor-

    so, ha approvato allunanimit la re-

    lazione di fine stagione sportiva della

    CAN each Soccer.

    Nella stessa occasione ha deliberato,

    per la corrente stagione sportiva, il rin-

    novo dellincarico al responsabile Mi-

    chele Conti (nella foto al centro) ed ai

    suoi due vice storici, Alessandro Ago-

    sto e Gennaro Leone, che hanno anche

    ricevuto gli apprezzamenti del comitato

    per il lavoro svolto.

    Lattivit della Commissione, che potr

    contare su un organico di 35 arbitri e 8

    osservatori, entra nel vivo nelle prossi-

    me settimane con il corso di selezione.

    Lavvio della stagione agonistica pre-

    vista a fine maggio, dopo il consueto

    raduno pre-campionato.

    nuovo file. Al momento lorganico compo-sto da 42 tra arbitri e osservatori, siamo dav-vero uniti e lambiente fantastico. Io vi ho trovato il mio equilibrio, mi sento fortunato perch ora sento di avere la maturit giusta, come se arrivare fin qui a 34 anni facesse parte di un disegno preciso. E sono la prova vivente che lAIA offre un mare di opportuni-t, basta saperle cogliere.

    Sei anche la prova vivente delle gra-tificazioni che arrivano. La nomina a internazionale era nellaria? In teoria s, soprattutto dopo aver diretto la finale scudetto e quella di supercoppa; in pratica poteva accadere di tutto, compreso il fatto che, essendo gi quattro gli interna-zionali italiani, si optasse per una scelta di-versa. una grande emozione, e un punto donore: per la mia sezione, che ha ottenuto un privilegio mai avuto prima; e per il mio paese: ora chiunque mi incontri mi dice di specificare che sono Sicurella di Porto Em-pedocle. Da parte mia sono molto fiero di rappresentare la mia regione. Arbitrare in Sicilia fa crescere molto caratterialmente, si sviluppano anticorpi possenti. E le donne nel beach soccer? Pari opportunit totali. Anzi, in certi contesti hanno addirittura dei punti in pi perch, es-sendo di norma pi minute e leggere, a pa-rit di preparazione atletica affondano meno nella sabbia. Hanno la capacit di muoversi con una leggerezza incredibile. E a proposi-to di pari opportunit, non uno sport adat-to solo a chi nato e cresciuto in spiaggia.

    Un episodio particolare che ti ha vi-sto protagonista? A parte essermi fatto conoscere come larbitro che riuscito a sbagliare aero-porto? Ero al primo anno, a causa di un disguido il mio volo di ritorno era stato spostato su un altro scalo, ma non lavevo

    memorizzato. Non solo mi son presentato come se niente fosse allaeroporto sba-gliato, ma mi ci son pure fatto accompa-gnare, di modo che la cosa diventasse di dominio pubblico.

    Come prepari la gara? Parole dordine: serenit e decisione, di qualunque gara si tratti. Ho diretto la fi-nale scudetto come una gara qualunque, non perch non la ritenessi importante, ma perch tutte lo sono. Controllo che squadre devo arbitrare, dove e a che ora, e basta; ogni gara storia a s, se si verificato qualche problema in preceden-za non detto che a me capiti lo stesso. Sono convinto che sorridere aiuti, fa da anti-ansia sia allarbitro che ai calciatori. Tendo a fare briefing incisivi e persona-lizzati, le mie capacit oratorie le riservo per quando faccio il terzo arbitro e vanno tutte a beneficio delle panchine. Il mio OT inorridisce ma, pur concordando che tal-volta vada a scapito del dovuto distacco, sono convinto che smorzare i toni con una battuta alleggerisca la tensione, soprattut-to nei confronti dei due colleghi in campo, che cos sono pi liberi dalla pressione. Anche questo spirito di squadra.

    Tua moglie come vede questo impe-gno sportivo continuo? Mi ha conosciuto che ero gi un arbitro, ha sempre saputo che per me viene prima di tutto, persino di lei. Ogni tanto mi chiede se mi fermo, ma io ringrazio, rifiuto lofferta e vado avanti.

    25n. 1/2015

    Sicurella, 34 anni, sul campo, mentre dirige una gara di Beach Soccer

  • 6 Gennaio 2015, le emozioni si muo-vono e si metamorfizzano in modo cos repentino da non riuscire a trovare le giuste parole. Poi le 15:00 e un vortice di colori, e di sensazioni invade il Bentegodi. Chievo Torino il suo esordio in CAN A: un attimo, un momento da inseguire, ma che il fischietto palermitano Rosario Abisso ha voluto condividere con tutti noi. Rosario nasce a Palermo il 22 Novembre 1985. Un ragazzo come tanti, normale, che vive la sua carriera da spor-tivo professionista con incredibile lucidit, pur avendo una particolare passione per questo sport, insomma 29 anni di perso-nalit che in pochi mesi gli ha permesso di realizzare il grande salto dalla C.A.N. B alla C.A.N. A. Esordisce a soli 16 anni, nella sezione di Palermo, in una gara provin-ciale di Giovanissimi ed oggi lo ritroviamo nella massima serie italiana. Una gavetta fatta con il sudore perso sul campo e con la grinta, che gli uomini italiani, soprattutto quelli del sud, come Rosario posseggono.

    Rosario quali furono i tuoi primi passi verso larbitraggio? Chi ti ci port?Ero arrivato, come capita nella maggior parte dei calciatori, in quella fase in cui i pensieri sobbalzano tra il desiderio di con-tinuare e la consapevolezza che qualcosa stava cambiando dentro e fuori. E stato in quel momento che ho deciso che non vo-levo pi continuare a giocare. La domeni-ca era consuetudine guardare con grande passione le partite di serie a insieme a mio nonno materno e un giorno mentre com-mentavamo una delle tante partite lui mi disse: ma perch non fai larbitro. Ricor-do che quella frase mi rimase impressa, cos qualche mese dopo, il pap di un mio compagno di classe, che era un ex arbitro,

    mi avvert che stava per iniziare il corso e da l inizi il mio cammino.

    Ricordi qualcosa della tua prima partita?La mia prima gara la ricordo abbastan-za bene era una partita di esordienti il 25/04/2002 ma la cosa che ricordo di pi la pioggia incessante che si abbatteva per tutta la durata della gara, forse era un biglietto da visita per farmi capire lo spirito di sacrificio che ci vuole per fare larbitro.

    Quali sono gli ingredienti del suc-cesso per un arbitro?La cosa fondamentale per noi arbitri la determinazione, pi determinati siamo a far bene e maggiori possibilit abbiamo di conseguire i nostri obiettivi; quindi mai accontentarsi di ci che si fa, ma cercare di crescer sempre di pi anche attraverso la cura meticolosa dei particolari.

    Qual il tuo rapporto con la sezio-ne? Ti ha aiutato nella tua crescita personale?Sicuramente la sezione pu essere con-siderata come la casa di ogni arbitro, ovviamente ha avuto un ruolo principale per tutto il mio cammino arbitrale sia nei momenti esaltanti, ma soprattutto nei momenti di sconforto, dove anche una semplice pacca sulla spalla da parte dei dirigenti e dei colleghi pu aiutarti a risol-levare il morale.

    Dirigere oggi una gara in serie A cosa significa?Dirigere una gara di serie A come aver realizzato il sogno che fin da quel lontano dicembre 2001, dal momento in cui sono diventato arbitro, ho sempre sperato di re-alizzare. E un mix di emozioni pazzesche

    che penso siano del tutto indelebili. Tutto ci non deve per farti perdere la consa-pevolezza di quella che la tua categoria, ovvero la serie B, dove importantissi-mo continuare a dare il massimo per fare bene, partita dopo partita.

    Che metodi usi per migliorare la tua tecnica e migliorare te stesso?

    Eso

    rdio

    IN A

    ROSARIO ABISSO: Linizio del sognoda unidea del nonno

    di Ambra Colopi

    26n. 1/2015

  • 27n. 1/2015

    Sicuramente la didattica il nostro pane quotidiano per la nostra preparazione tec-nica, quindi la principale crescita passa attraverso i raduni con lo studio e lanalisi dei filmati delle nostre gare. Inoltre cerco costantemente di mettermi in discussione provando a correggere anche i singoli det-tagli, il tutto coadiuvato da un allenamento costante e la conduzione di uno stile di vita sano.

    In che modo controlli i pensieri negativi dopo aver commesso un errore?Cerco di non soffermarmi solamente allerrore commesso, perche se mi sof-fermassi solo a quello, mi farei sotterrare dallerrore stesso, ma faccio tesoro delle-sperienza negativa cercando di capire le cause che mi hanno portato a commetter-lo in modo tale da non ricaderci pi cos posso trasformare ci che stato qualco-sa di negativo in qualcosa di positivo per la gara successiva.

    Quali sono i tuoi piani futuri? Dove vuoi arrivare?Il mio vero obiettivo quello di far bene e di continuare a crescere dal punto di vista arbitrale. Ovviamente il sogno di ogni arbi-tro quello di approdare alla CAN A di conseguenza anche il mio sogno.

    Senti linfluenza del pubblico sul tuo rendimento? Come?Devo dirti che il pubblico ha sicuramen-te uninfluenza positiva, perche penso che ognuno di noi vorrebbe sempre arbitrare in uno stadio pieno, daltronde uno stimolo in pi per far bene, anche se, una volta che

    inizi la gara, laltissima concentrazione ti porta ad eclissarti e quasi ti dimentichi de-gli spettatori che ti circondano.

    Cosa ne pensi a proposito di tecno-logia in campo? Che ben venga tutto ci che possa coadiu-vare intelligentemente il nostro operato.

    Cosa consigli a coloro che iniziano?Il mio consiglio quello di mettere fin dallinizio il giusto impegno in questo sport e di divertirsi il pi possibile perch larbitraggio una grande fonte di valori che aiuta il processo di maturazione di una persona. A me larbitraggio ha aiutato a maturare in fretta anche grazie al senso di responsabilizzazione che questo sport ti da. Infine unaltra cosa da non sotto-valutare sono le numerose amicizie che nascono e con le quali non condividi so-lamente questa grande passione, ma con molti anche gran parte della tua vita.

    Rosario a chi devi oggi tutto per quello che sei? Vuoi ringraziare qualcuno in particolar modo? Devo tanto alla mia famiglia che insieme alla mia ragazza mi appoggiano costante-mente in quello che faccio trasferendomi quella serenit che alla fine riporti anche allinterno del terreno di giuoco. Senza il loro appoggio e la loro comprensione tut-to sarebbe diverso, quindi oggi posso dire che devo tanto a loro. Non meno impor-tante un ringraziamento particolare per questo esordio al mio designatore Stefano Farina, ai componenti Gabriele Gava e Cri-stiano Copelli e a Domenico Messina che mi hanno permesso di esordire in serie A.

    Hall of Fame: a Firenze premiato Stefano Braschi

    Giunto alla quinta edizione la Hall of Fame del calcio italiano, levento istituito nel 2011 dalla FIGC e dalla Fondazione Mu-seo del Calcio, ha ripetuto il suo rito presso Palazzo Vecchio a Firenze.Liniziativa ha lo scopo di celebrare le figu-re che pi hanno lasciato un segno nella storia del calcio italiano.Sette i premiati di questanno: Fabio Can-navaro (Giocatore italiano), Diego Armando Maradona (Giocatore straniero), Giuseppe Marotta (Dirigente italiano), Carlo Ancelotti (Allenatore italiano), Stefano Braschi (Ar-bitro italiano), Sandro Mazzola (Veterano italiano), e Carolina Morace, alla quale, su proposta della FIGC, stato assegnato il premio per la categoria calcio femmini-le, neo costituita. La giuria, composta dal presidente dellUssi Luigi Ferrajolo e dai di-rettori delle principali testate giornalistiche sportive nazionali, ha assegnato il premio alla memoria a Ferruccio Novo, Carlo Car-cano e Giacomo Bulgarelli.Tutti i premiati hanno consegnato un ci-melio della loro carriera che andr ad ar-ricchire la sezione Hall of Fame del Mu-seo del Calcio.E una finale di Champions League il pun-to pi alto della carriera di Stefano Braschi (57 anni, nella foto), che ha consegnato la divisa indossata nel 2000 in occasione del match tra Real Madrid e Valencia nellulti-ma gara disputata al vecchio Stadio di Wembley: Il riconoscimento da parte della FIGC mi fa molto piacere ha commentato lex direttore di gara - e credo che valga sia per la mia carrie-ra arbitrale che per quella di disegna-tore. Fare larbitro imparare a vivere da solo, nel rispetto delle regole, essere arbitro aiuta a cre-scere.

    Abisso, 29 anni

  • 28n. 1/2015

    Recentemente stata siglata dal Di-rettore generale dellAzienda Ospeda-liera Universitaria di Careggi a Firenze, Monica Calamai, e dal Presidente na-zionale dellAssociazione Italiana Arbi-tri, Marcello Nicchi, una convenzione che assegna alla Medicina dello Sport dellAzienda fiorentina il compito di

    eseguire visite, diagnostica strumenta-le, analisi e accertamenti sanitari per gli arbitri. LAzienda Careggi unindi-scussa eccellenza nel panorama sani-tario nazionale, annoverando peraltro al proprio interno degli illustri medici di riconosciuta professionalit e com-petenza, potendo pure contare su at-

    trezzature e strutture allavanguardia e garanten