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Origine e diffusione Nel mondo sono attualmente conosciute 23 specie diverse di calabroni (tabella 1), la maggior parte delle quali vive in Asia. Solamente due, il Calabrone comune ( Vespa crabro) e il Calabrone orientale (V. orienta- lis) sono naturalmente diffuse anche in Occidente (figura 1), Italia compresa. Il Calabrone orientale si trova solamente in Italia Meridionale e in Sicilia, mentre il Calabrone comune è presente in tutto il territorio nazionale. Entrambe le specie sono state introdotte acciden- talmente in altri continenti, rispettivamente in Madagascar e in Nord America (Canada e Stati Uniti). Una specie del Sud-Est Asiati- co, V. velutina, comunemente chiamata Calabrone asiatico per distinguerla dal Calabrone orientale, è stata segnalata nel 2005 nei dintorni di Bordeaux in Francia e da lì si è rapidamente diffusa arrivando a interessare anche Belgio, Spagna, Porto- gallo e infine, nel 2012, l’Italia a Loano (Savona). A fine 2013 la presenza del Calabrone asiatico è stata accertata con sicurezza in Liguria, soprattutto in provin- cia di Imperia, e in Piemonte, nella parte meridionale della provincia di Cuneo (figura 2). Inoltre, questa specie è stata accidentalmente introdotta in Corea del Sud nel 2003 e si è ampia- mente diffusa anche in quel Paese. Il Calabro- ne asiatico vive in un’ampia area che comprende Cina Meridionale, India, Indocina e Indonesia; per effetto dell’isolamento geografi- co delle diverse popolazioni e della diversità di clima, V. veluti- na si è differenziata in 11 sotto- specie, ma solamente la sotto- specie più settentrionale, V. v. nigrithorax du Buysson, 1905, è stata accidentalmente trasferita dalla Cina nel resto del mondo. In Europa sono note 357 specie di Vespidae comprese 23 spe- cie di vespe sociali (erano 22 prima dell’arrivo di V. velutina) appartenenti a quattro generi (tabella 2). La maggior parte di di Marco Porporato, Aulo Manino, Daniela Laurino, Stefano Demichelis Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) Università di Torino 19 L’Apis | N. 2 FEBBRAIO 2014 Nemici delle api IL CALABRONE ASIATICO (VESPA VELUTINA): CONOSCERLO E COMBATTERLO Figura 1 – Areali di distribuzione di Vespa crabro, V. orientalis e V. velutina. Figura 2 – Località italiane in cui è sta accertata la presenza di adulti (cerchi neri) e di nidi (cerchi rossi) di Vespa velutina.

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Origine e diffusioneNel mondo sono attualmenteconosciute 23 specie diverse dicalabroni (tabella 1), la maggiorparte delle quali vive in Asia.Solamente due, il Calabronecomune (Vespa crabro) e ilCalabrone orientale (V. orienta-lis) sono naturalmente diffuseanche in Occidente (figura 1),Italia compresa. Il Calabroneorientale si trova solamente inItalia Meridionale e in Sicilia,mentre il Calabrone comune èpresente in tutto il territorionazionale. Entrambe le speciesono state introdotte acciden-talmente in altri continenti,rispettivamente in Madagascare in Nord America (Canada eStati Uniti). Una specie del Sud-Est Asiati-co, V. velutina, comunemente

chiamata Calabrone asiaticoper distinguerla dal Calabroneorientale, è stata segnalata nel2005 nei dintorni di Bordeaux inFrancia e da lì si è rapidamentediffusa arrivando a interessareanche Belgio, Spagna, Porto-gallo e infine, nel 2012, l’Italia aLoano (Savona). A fine 2013 lapresenza del Calabrone asiaticoè stata accertata con sicurezzain Liguria, soprattutto in provin-cia di Imperia, e in Piemonte,nella parte meridionale dellaprovincia di Cuneo (figura 2).Inoltre, questa specie è stataaccidentalmente introdotta inCorea del Sud nel2003 e si è ampia-mente diffusa anche inquel Paese. Il Calabro-ne asiatico vive inun’ampia area che

comprende Cina Meridionale,India, Indocina e Indonesia; pereffetto dell’isolamento geografi-co delle diverse popolazioni edella diversità di clima, V. veluti-na si è differenziata in 11 sotto-specie, ma solamente la sotto-specie più settentrionale, V. v.nigrithorax du Buysson, 1905, èstata accidentalmente trasferitadalla Cina nel resto del mondo.In Europa sono note 357 speciedi Vespidae comprese 23 spe-cie di vespe sociali (erano 22prima dell’arrivo di V. velutina)appartenenti a quattro generi(tabella 2). La maggior parte di

di Marco Porporato, Aulo Manino, Daniela Laurino, Stefano Demichelis Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) Università di Torino

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IL CALABRONE ASIATICO (VESPA VELUTINA): CONOSCERLO E COMBATTERLO

Figura 1 – Areali di distribuzione di Vespa crabro, V. orientalis e V. velutina.

Figura 2 – Località italiane in cui è sta accertata la presenza di adulti (cerchi neri) e di nidi(cerchi rossi) di Vespa velutina.

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queste specie vive in societàtemporanee all’interno di nidi diaspetto cartaceo, che essestesse costruiscono con fibrevegetali impastate con acqua,mentre alcune vivono comeparassite nei nidi di altre specie.Tranne Dolichovespula pacifi-ca, tutte le specie sono pre-senti in Italia, anche se le spe-cie comuni e diffuse in tutto ilterritorio nazionale non supera-no la decina.

RiconoscimentoLe vespe dei generi Polistes,Vespula e Dolichovespula (figu-ra 3) sono più piccole (lunghez-za: 9-30 mm; apertura alare:20-40 mm) di V. velutina (lun-ghezza: 19-29 mm; aperturaalare: 37-49 mm), mentre V.crabro (figura 4) e V. orientalis

(figura 5) sono appena un po’più grandi di V. velutina la qualepresenta però una colorazionecaratteristica (figura 6) che neconsente il facile riconoscimen-to anche in volo. Molte speciedi insetti (come ad esempioquelli illustrati in figura 7) perdimensioni, colorazione e ron-zio possono essere erronea-mente identificati come vespe ocalabroni.

BiologiaCome nelle api, le società dellevespe sono divise in due caste:quella dei riproduttori (regine emaschi) e quella delle operaieche sono femmine sterili. Con-trariamente a quanto avvienenelle api, che vivono in societàpermanenti, i nidi delle vespesono iniziati ogni primavera

Tabella 1 – Specie di calabroni(genere Vespa) presenti

nel mondo.

V. affinis (Linnaeus), 1764V. analis Fabricius, 1775V. auraria Smith, 1852V. basalis Smith, 1852V. bellicosa de Saussure, 1854V. bicolor Fabricius, 1787V. binghami du Buysson, 1905V. crabro Linnaeus, 1758V. ducalis Smith, 1852V. dybowskii André, 1884V. fervida Smith, 1858V. fumida van der Vecht, 1959V. luctuosa de Saussure, 1854V. mandarinia Smith, 1852V. mocsaryana du Buysson, 1905V. multimaculata Perez, 1910V. orientalis Linnaeus, 1771V. philippinensis de Saussure, 1854V. simillima Smith, 1868V. soror du Buysson, 1905V. tropica (Linnaeus),1758V. velutina “De Haan” Lepeletier, 1836V. vivax Smith, 1870

Figura 3 – Operaie di Polistes (sopra), Vespula (sotto a sinistra) e Dolichovespula (sotto a destra).

Tabella 2 – Generi e specie divespe sociali viventi in Europa.Dolichovespula pacifica non è

presente in Italia.

Genere Polistes P. associus Kohl, 1898P. atrimandibularis Zimmermann, 1930P. biglumis (Linnaeus, 1758)P. bischoffi Weyrauch, 1937P. dominulus (Christ, 1791)P. gallicus (Linnaeus, 1767)P. nimphus (Christ, 1791)P. semenowi Morawitz, 1889P. sulcifer Zimmermann, 1930Genere Vespa V. crabro Linnaeus, 1758V. orientalis Linnaeus, 1771V. velutina Lepeletier, 1836Genere Vespula V. austriaca (Panzer, 1799)V. germanica (Fabricius, 1793)V. rufa (Linnaeus, 1758)V. vulgaris (Linnaeus, 1758)Genere DolichovespulaD. adulterina (du Buysson, 1905)D. media (Retzius, 1783)D. norwegica (Fabricius, 1781)D. omissa (Bischoff, 1931)D. pacifica (Birula, 1930)D. saxonica (Fabricius, 1793)D. sylvestris (Scopoli, 1763) Figura 4 – Regina (in alto a sinistra), maschio (in alto a destra)

e operaie (in basso) di Vespa crabro.

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dalle regine che hanno svernatoin luoghi riparati, le quali prov-vedono a costruire le prime cel-lette e ad allevare alcune opera-ie. Solo dopo che queste sonodiventate adulte, la regina sidedica esclusivamente all’ovi-deposizione, mentre le operaieprovvedono a procurare il cibo,allevare le larve e ingrandire ilnido. In tarda estate o all’iniziodell’autunno, la colonia allevamaschi e nuove regine che,dopo essere state fecondateabbandonano il nido e cercanoun riparo invernale. Con l’arrivodei primi freddi, la vecchia regi-na, i maschi e le operaie muoio-no e l’anno successivo il cicloricomincia con le regine che,superato l’inverno, cercano difondare nuove società.Il nido dei Polistes è costituitoda un solo favo orizzontale deldiametro di 10-15 cm e costrui-to all’aperto in posizioni ripara-te, mentre quello degli altrigeneri ha forma sferoidale epresenta più favi orizzontalisovrapposti avvolti da un invo-lucro protettivo. Di solito, lespecie del genere Vespulacostruiscono il loro nido all’in-terno di cavità, spesso sotto

terra, e quelle del genere Doli-chovespula lo appendono airami di alberi e arbusti; perentrambi i generi i nidi possonoraggiungere i 30-35 cm di dia-metro. I nidi dei calabroni (gene-

re Vespa) sono più grandi deiprecedenti, anche a causa dellemaggiori dimensioni degli adulti;V. crabro preferisce costruire ipropri nidi all’interno di albericavi o di edifici, V. orientalis incavità scavate nel terreno e V.velutina sugli alberi, spesso adaltezze superiori a 5 m. Le regi-ne di V. velutina fondano il loronido anche in luoghi moltodisparati, ma possono abban-donare questo nido primario pertrasferirsi con le prime operaie inposizioni più sicure, nelle qualirealizzano un nido secondarioche si svilupperà fino alla finedella stagione (figura 8).

Effetti sulle api e l’ambienteIl Calabrone asiatico è un attivopredatore di api operaie, soprat-tutto bottinatrici di ritorno all’al-veare, che cattura librandosi in

Figura 7 – Insetti che per dimensioni, colorazione

e ronzio possono essere erroneamente identificati come

vespe o calabroni: Ditteri Asilidi (1), Tabanidi (2) e Sirfidi (3); LepidotteriSesiidi (4); Coleotteri Cerambicidi

(5 e 6); Imenotteri Siricidi (7), Scoliidi (8) e Apidi (9, 10 e 11).

Figura 5 – Regina (a sinistra), operaia (al centro) e maschio (a destra) di Vespa orientalis.

Figura 6 – Operaia (a sinistra) e maschio (a destra) di Vespa velutina.La regina è difficilmente distinguibile dalle operaie.

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volo davanti al predellino (figura9), ma può anche entrare inalveari deboli. L’attività di preda-zione può portare alla mortedelle famiglie in apiari piccoli oisolati ed è, in ogni caso, causadi disturbo per le api che riduco-no la loro attività con la conse-guenza di minori produzioni el’accumulo di scorte invernali piùscarse. In Francia è stato osser-vato che le api rappresentano idue terzi delle prede catturateda V. velutina in aree urbanizza-te, ma solamente un terzo delle

prede nelle aree agricole e fore-stali; una differenza così marcatapuò essere dovuta sia alla mag-gior presenza di piccoli apiarinelle aree urbane, sia alla mag-gior disponibilità di prede alter-native lontano dai centri abitati.Tra gli insetti predati da V. velutinacompaiono anche molte specieutili come gli impollinatori selvaticie altre specie di vespe che sinutrono di insetti nocivi. In realtà,gli adulti di V. velutina, come quellidi tutte le altre specie di vespesociali, si nutrono quasi esclusiva-

mente di sostanze zuccherine(nettare, melata, polpa di fruttimaturi) da cui ottengono l’energianecessaria per volare e svolgerele loro altre attività; gli insetti checatturano, insieme con i fram-menti di carne che le vespe strap-pano da animali morti, servonoper l’alimentazione delle larve. Laricerca di proteine animali daparte delle operaie è quindi mag-giore nel periodo, indicativamenteda luglio a settembre, nel quale lapresenza di larve nei nidi è mag-giore. Non bisogna infine dimenti-care che il Calabrone asiatico èaltrettanto pericoloso per l’uomodelle vespe indigene, alle qualivengono imputati ogni anno inItalia alcuni incidenti mortali, epuò ugualmente danneggiare lafrutta matura (figura 10).

Ricerca e monitoraggioL’arrivo del Calabrone asiatico inItalia impone pertanto la sollecitaadozione di una serie di misureche consentano di segnalarnetempestivamente la presenza, diindividuare e distruggere i primifocolai, in modo da arrestarne, oalmeno rallentarne, la diffusionenel nostro Paese, di valutarne inmodo rigoroso l’effettivo impattosull’apicoltura e sull’ambiente e disviluppare metodi di lotta efficacie sicuri.

Figura 8 – Nido secondario completamente sviluppato di Vespa velutina aperto per mostrare lo spessore dell’involucro esterno e la disposizione dei favi.

Figura 9 – Due esemplari diVespa velutina in volo di fronte a un alveare pronte a catturarele bottinatrici di ritorno.

Figura 10 – Mela prossima allamaturazione danneggiata da

operaie di Vespa velutina.

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La presenza del Calabrone asiati-co può essere agevolmenteosservata in apiario mentre voladavanti alle porticine per catturarele bottinatrici (figura 9); in alterna-tiva, si possono installare nellevicinanze degli alveari semplicitrappole a bottiglia (figura 11)impiegando come esca birrachiara che si è dimostrata moltoattrattiva per le vespe e altamenteselettiva nei confronti delle api. Il ritrovamento, anche solo so -spetto, di V. velutina in localitàdiverse da quelle già note dovreb-be essere immediatamente se -gnalato alle associazioni apisti-che, per tentare l’eradicazione deinuovi focolai, e all’Osservatorio diApicoltura “Don Giacomo Ange-leri” dell’Università di Torino(www.vespavelutina.unito.it) perdi sporre di un quadro aggiornatodella situazione in Italia.

Metodi di lottaL’individuazione e la distruzionedei nidi del Calabrone asiaticosembra, al momento, il metodo dilotta più efficace, purché vengamesso in pratica prima del mesedi settembre, quando comincianoa comparire le nuove regine desti-nate a svernare. Purtroppo, i nidiprimari, di piccole dimensioni eabitati da pochi individui, passanofacilmente inosservati, mentrequelli secondari, molto più grandie popolosi, sono spesso nascostidal fogliame degli alberi su cuisono costruiti; per questo motivosarebbe di fondamentale impor-tanza disporre di apparecchiatureche consentissero di seguire ilvolo delle operaie di V. velutina diritorno al nido. Una volta indivi-duato un nido, questo deve esse-re distrutto il modo completo,

ponendo particolare cura all’ucci-sione della regina, della stragran-de maggioranza delle operaie e ditutta la covata presente nei favioperando, dopo aver allontanato icuriosi, con adeguate protezioniindividuali e, se possibile, di notte.In Francia, per la distruzione deinidi di V. velutina è stato tempora-neamente autorizzato l’impiego,da parte di personale adeguata-mente addestrato, di anidride sol-forosa liquida, che si è dimostrataaltamente efficace e relativamen-te sicura da maneggiare, nono-stante si tratti di una sostanzacorrosiva e molto tossica; sareb-be auspicabile che anche in Italiale Autorità competenti concedes-sero, con le dovute cautele, unasimile autorizzazione.Molti altri metodi di lotta sonostati proposti e sperimentati, masi sono dimostrati eccessivamen-te laboriosi, poco efficaci o deci-samente pericolosi per l’uomo, le

api e l’ambiente. Tra questi, a tito-lo di informazione, si possonoricordare: riduzione delle porticinedegli alveari per impedire l’ingres-so di V. velutina, uccisionemanuale degli individui attivi inprossimità degli alveari, protezio-ne degli alveari con barriere direte per ostacolare il volo di V.velutina, uso di trappole adesive,cattura massale di V. velutina contrappole selettive per gli insettiutili, distribuzione di esche protei-che avvelenate con insetticidi. Per quest’ultimo caso, cosìcome per l’impiego dell’anidridesolforosa, occorre sempre ricor-dare che l’uso di sostanze tossi-che non autorizzate, o per scopidiversi da quelli autorizzati, èpericoloso ed espone a gravirischi e a pesanti responsabilitàin caso di incidente.

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raggio di Vespa velutina.

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